CASA&CLIMA #82

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ISSN: 2038-0895

Per PENSARE, PROGETTARE e COSTRUIRE SOSTENIBILE

N. 82 I Anno XIV I NOVEMBRE/DICEMBRE 2019 I Bimestrale

COWORKING NELL’EX MAGAZZINO Poste Italiane Spa – Posta target magazine – LO/CONV/020/2010

NANOMATERIALI Micro tecnologie per macro risultati SMART HOME Senti chi parla! DENTRO L’OBIETTIVO Un edificio funzionale che rispetta l’ambiente KLIMAKIT Comfort abitativo al giusto prezzo Organo ufficiale

SPECIALE VMC Che aria tira?

SOPRAELEVAZIONI La leggerezza del legno e del metallo


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BIMESTRALE Organo ufficiale di:

Comitato consultivo Carla Tomasi (Finco) Angelo Artale (Finco) Giorgio Albonetti (Quine) Marco Zani (Quine) Comitato scientifico Antonio Arienti (Aif) Alfio Bonaventura (Aifil) Cesare Boffa (Fire) Gianfranco Borsatti (Anfus) Sergio Fabio Brivio (Finco) Francesco Burrelli (Anaci) Paolo Cannavò (Fecc) Riccardo Casini (Unicmi) Davide Castagnoli (Anacs) Innocenzo Cipolletta (Aifi) Italo Cipolloni (Anisig) Daniela Dal Col (Anna) Gianluca De Giovanni (Assofrigoristi)

Caterina Epis (Fondazione Promozione Acciaio) Nicola Antonio Fornarelli (Acmi) Fabio Gasparini (Assites) Potito Genova (Assobon) Gabriella Gherardi (Aises) Donatella Guzzoni (Sismic) Iginio Lentini (Union) Giuseppe Lupi (Aipaa) Antonio Maisto (Assoverde) Carlo Miana (Assoroccia) Laura Michelini (Anfit) Fabio Montagnoli (Pile) Francesco Morabito (Assografene) Daria Pasini (Archeoimprese) Paolo Pastorello (Restauratori Senza Frontiere) Marco Patruno (Fisa) Massimo Poggio (Fias) Carmine Ricciolino (Aiz) Walter Righini (Fiper) Marcello Rossetti (Aicap) Kristian Schneider (Ari) Angelo Sticchi Damiani (Aci) Daniele Succio (Anipa) Paolo Taglioli (Assoidroelettrica) Eleonora Testani (Ancsa) Bruno Ulivi (Ait)

Fondata da Andrea Notarbartolo Direttore responsabile Marco Zani

Grafica e Impaginazione Grupo Asís Hanno collaborato a questo numero Domenico Adelizzi, Deborah Annolino, Daniele Antonucci, Assocaaf, Annamaria Belleri, Valentina Ciolli, Roberto Corti, Claudio Moltani, Stefania Pighin, Patrizia Ricci, Erika Seghetti, Katya Tentori, Chiara Ugolini, Renzo Zonin Pubblicità Quine Srl 20141 Milano - Via G. Spadolini, 7 - Italy Tel. +39 02 864105 - Fax +39 02 70057190 - dircom@quine.it Traffico, Abbonamenti, Diffusione Rosaria Maiocchi Editore Quine srl - www.quine.it Presidente Giorgio Albonetti Amministratore Delegato Marco Zani Direzione, Redazione e Amministrazione 20141 Milano - Via G. Spadolini, 7 - Italy Tel. +39 02 864105 - Fax +39 02 70057190 e-mail: redazione@quine.it Servizio abbonamenti Quine srl, 20141 Milano – Via G. Spadolini, 7 – Italy Tel. +39 02 864105 – Fax +39 02 70057190 e-mail: abbonamenti@quine.it Gli abbonamenti decorrono dal primo fascicolo raggiungibile. Costo copia singola: euro 2,30

24 4 EDITORIALE

© Quine srl - Milano Associato Anes Aderente

30 DENTRO L’OBIETTIVO

44 Un edificio funzionale

6 NOVITÀ PRODOTTI

che rispetta l’ambiente

14 TECH

a cura della redazione

50 Coworking nell’ex

MCE SI PRESENTA

magazzino

22 La fiera che

di Erika Seghetti

integra comfort ed efficienza

STRUTTURE LEGGERE

di Claudio Moltani

24 Micro tecnologie

IN COPERTINA w w w. c a s a e c l i m a . c o m

ISSN: 2038-0895

Per PENSARE, PROGETTARE e COSTRUIRE SOSTENIBILE

N. 82 I Anno XIV I NOVEMBRE/DICEMBRE 2019 I Bimestrale

COWORKING NELL’EX MAGAZZINO

SMART HOME Senti chi parla! DENTRO L’OBIETTIVO Un edificio funzionale che rispetta l’ambiente KLIMAKIT Comfort abitativo al giusto prezzo

la leggerezza del legno e del metallo

NANOMATERIALI

35

NANOMATERIALI Micro tecnologie per macro risultati

54 Sopraelevazioni,

SPECIALE VMC Che aria tira?

SOPRAELEVAZIONI La leggerezza del legno e del metallo

Organo ufficiale

SERVIZIO A PAGINA

di Patrizia Ricci

per macro risultati di Silvia Martellosio

50

E-MOBILITY

61 Luci e ombre dell’auto

SMART HOME

elettrica

30 Senti chi parla!

di Roberto Corti

di Renzo Zonin

PROGETTO KLIMAKIT

SPECIALE VMC

66 Comfort abitativo

35 Che aria tira?

COSTRUIRE PER IL FUTURO

al giusto prezzo

di Patrizia Ricci

di Chiara Ugolini, Daniele Antonucci, Annamaria Belleri, Valentina Ciolli, Katya Tentori e Stefania Pighin

Stampa Aziende Grafiche Printing Srl – Peschiera Borromeo (MI) Casa&Clima è stampata su carta certificata Chlorine Free Iscrizione al Tribunale di Milano N.170 del 7 marzo 2006. Poste Italiane Spa – Posta target magazine – LO/CONV/020/2010 Iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione n. 12191 Responsabilità Tutto il materiale pubblicato dalla rivista (articoli e loro traduzioni, nonché immagini e illustrazioni) non può essere riprodotto da terzi senza espressa autorizzazione dell’Editore. Manoscritti, testi, foto e altri materiali inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. Tutti i marchi sono registrati. INFORMATIVA AI SENSI DEL D.LGS 196/2003 Si rende noto che i dati in nostro possesso liberamente ottenuti per poter e ettuare i servizi relativi a spedizioni, abbonamenti e similari, sono utilizzati secondo quanto previsto dal D.Legs.196/2003. Titolare del trattamento è Quine srl, via G. Spadolini 7, 20141 Milano (info@quine.it). Si comunica inoltre che i dati personali sono contenuti presso la nostra sede in apposita banca dati di cui è responsabile Quine srl e cui è possibile rivolgersi per l’eventuale esercizio dei diritti previsti dal D.Legs 196/2003.

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NOVEMBRE/DICEMBRE 2019

Poste Italiane Spa – Posta target magazine – LO/CONV/020/2010

Redazione Silvia Martellosio redazione.casaeclima@quine.it

IN QUESTO NUMERO

70 Cambiamenti climatici, quale impatto sull’edilizia?

a cura di Deborah Annolino

CONSULENZA FISCALE

74 Dichiarazione dei redditi: termini e modalità di correzione a cura di Assocaaf

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66

ISS

76 Il punto sull’affidabilità delle infrastrutture


EDITORIALE

Alitalia e i figli di un Dio minore ANGELO ARTALE, Direttore Generale Finco

Alitalia è una testimonianza che conferma come ci siano lavoratori di serie A e lavoratori di serie B. Inaccettabile

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igli di un Dio Minore. Così dobbiamo chiamare i dipendenti delle migliaia di piccole imprese (e i relativi imprenditori) che hanno cessato le attività nell’ultimo biennio, in particolare nel settore delle costruzioni. Neanche un Ministro, un Sottosegretario o uno straccio di altro rappresentante che – al di là dei “peana” puntualmente intonati a favore della PMI – abbia organizzato un “Tavolo”. Del resto, il Tavolo è inflazionato (149 tavoli di crisi, di cui 28 aperti da più di 7 anni) dalle vicende di centinaia di singole aziende, alcune importanti e meritevoli di attenzione (si veda il caso Ilva, a Taranto: sarebbe opportuno domandarsi come mai fu dato il permesso di costruire abitazioni a Tamburi anche dopo l’insediamento dell’acciaieria) altre meno significative, ma aventi comunque la caratteristica decisiva di essere in grado di riunire un gruppo seppur piccolo di lavoratori combattivi sotto la sede del Ministero dello Sviluppo Economico. Non si vuole certo sottovalutare il trauma della perdita del lavoro e dell’azienda. Risulta però evidente che, nel caso delle migliaia di cui in premessa, ci si occupa solo per sfornare normative burocratiche e asfissianti, derivanti per lo più dall’incapacità della P.A di svolgere la propria funzione di indirizzo e controllo invece di quella di gestione, come succede nelle 8.000 società partecipate che in maggioranza sottraggono spazi che il mercato potrebbe più efficientemente occupare. Non riusciamo neanche ad avere, non dico un Ministero della PMI – come proposto dal Presidente Confimi, Paolo Agnelli – ma neanche la legge annuale sulla PMI. Se queste vanno male o falliscono nulla viene loro risparmiato: gli operai perdono

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il posto, gli imprenditori i propri investimenti (talvolta la vita), la società li marchia, il fisco infierisce etc… E poi c’è Alitalia. Figlia di un Dio maggiore, in tutte le sue componenti. Facendo riferimento a oggetti e persone che volano, potremmo prendere e rovesciare la famosa frase di Churchill rivolta agli eroici aviatori inglesi morti nei cieli di Londra per difenderla dai nazisti durante la Seconda guerra mondiale: “Mai così tanto fu dovuto da tanti a tanto pochi”. Senza essere irriverenti nel confronto, per Alitalia dovremmo dire: “Mai così tanto danno fu fatto da tanto pochi a tutti”. Con i soldi di tutti, dobbiamo aggiungere, a lungo e con pervicacia. Ci sono regole morali prima che economiche. Un’azienda che perde per anni soldi altrui, fornendo un pessimo servizio e generando per diverso tempo a carico dei contribuenti scivoli pensionistici d’oro, deve portare i libri in tribunale. Ci vuole una compagnia di bandiera? Ma per favore! Se questa è la bandiera abbiamo aspettato almeno un quinquennio di troppo per ammainarla. Per il turismo, ad esempio, è più importante un servizio taxi funzionante. Alitalia è testimonianza “diseducativa” che conferma, appunto, come ci siano lavoratori di serie A (peraltro ottimamente pagati e che si sono permessi, giustamente dal loro punto di vista, data la genuflettente reazione della politica anche di rifiutare un referendum) e lavoratori di serie B. Inaccettabile. Per il resto basta leggere il purtroppo esemplare articolo di Sergio Rizzo uscito su Repubblica il 21 novembre 2019: “Il record dei commissari che dal 2008 non riescono a chiudere gli uffici inutili”. Consiglio: leggetelo un giorno che siete in pace con il mondo.



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Smalti acril-uretanici all’acqua Specifica per la protezione e la decorazione di supporti in legno, ferro e PVC rigido, Dursilac è la nuova famiglia di smalti all’acqua Mapei per interni ed esterni a base di pigmenti finissimi e innovative resine acril-uretaniche. Gli smalti hanno una formulazione totalmente a base acqua che non pone particolari problemi di odore o emissioni nocive. Grazie all’impiego di resine specifiche, non sono soggetti a fenomeni di ingiallimento e quindi idonei all’utilizzo in esterni. Gli smalti, inoltre, sono versatili e, grazie alla modifica ureica, presentano un’adesione perfetta su diverse tipologie di materiali, anche sui supporti più difficili come alluminio, PVC e lamiera zincata. L’assenza di blocking rappresenta un ulteriore aspetto, specie nella verniciatura di serramenti e infissi. La ridotta appiccicosità diventa fondamentale nelle applicazioni tipiche, quali la verniciatura dei battenti di porte e finestre o di sedie e panche. Gli smalti sono disponibili in tre diverse finiture: Satin (effetto satinato), Gloss (effetto lucido) e Matt (effetto opaco). Sono realizzabili nelle oltre 1.000 tinte originali Mapei Master Collection con il Sistema Tintometrico ColorMap® by Mapei. Alla famiglia Dursilac appartengono anche i fondi per la preparazione dei supporti: No Rust, per il trattamento di supporti in ferro o metallo ferroso, e Base Filler, specifico per i supporti in legno.

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Caldaie a condensazione a terra, singole e in cascata La proposta Baxi di caldaie a condensazione di alta potenza murali e a terra, singole o in cascata è in grado di soddisfare qualsiasi esigenza in termini di potenza, che viene automaticamente e continuamente adattata al reale fabbisogno termico del contesto. Comprende generatori di calore a condensazione per solo riscaldamento con potenza compresa tra i 35 kW e i 650 kW, caratterizzati da alti rendimenti. La gamma di caldaie murali Luna Duo-tec MP+ (35 - 150 kW) si amplia con tre nuovi modelli, passando dall’attuale potenza massima di 110 kW ai 150 kW. Caratterizzata da alti rendimenti e dotata di scambiatore di calore con camera di combustione e circuito idraulico a spire in acciaio inox, la serie può essere installata su telaio di sostegno per montaggio in centrale termica. Anche la gamma di caldaie a terra Power HT+ (50 - 250 kW) è stata dotata di nuovi modelli, con potenza 130, 150, 200 e 250 kW. Tra le caratteristiche comuni alle due gamme: il campo di modulazione 1:9 – che offre maggiore efficienza e silenziosità (1:5 mod. 1.115, 1.130, 1.150, 1.200 e 1.250) –, la predisposizione per l’installazione in cascata, l’ampio e intuitivo display retroilluminato, l’accesso facilitato ai componenti interni per una facile manutenzione e Baxi RM-PRO, il nuovo sistema di remote monitoring che garantisce un costante contatto con la Rete Service Baxi e consente, in qualunque momento, di collegarsi da remoto a tutti gli impianti con qualsiasi device, verificarne il funzionamento e migliorare l’efficienza.

www.baxi.it

Profilo in alluminio-sughero Pensato, sviluppato e prodotto dalla Reinventa – windows & systems, azienda a conduzione familiare fortemente radicata nel territorio sardo, il sistema certificato per infissi in alluminio-sughero rappresenta una perfetta sinergia tra efficienza, durata e design. Gli infissi risultano essere energicamente e acusticamente tra i più efficienti della categoria. Inoltre, non viene utilizzato nessun colore impregnante in modo tale da ridurre al minimo il rilascio di sostanze chimiche all’interno dell’abitazione. Per ottenere la miglior resa estetica, qualsiasi sia l’arredamento interno, l’azienda ha messo a disposizione le varie granulometrie del sughero: fine, media e grossa. Per rendere unico ogni singolo prodotto è possibile avvalersi della scelta di cremonesi in varie tipologie di legno, disegnate e realizzate a mano, e di cerniere completamente in resa sughero, oltre alle finiture standard.

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NOVITÀ PRODOTTI

Termoarredo dal design essenziale Il radiatore di design Runtal Folio Glass di Zehnder, ideato dalla coppia di designer Perry A. King e Santiago Miranda, si integra armoniosamente in qualsiasi interno grazie alla sua elegante superficie in cristallo e convince con il suo corpo estremamente sottile (10 mm), la superficie interamente chiusa e la silhouette leggermente sciancrata. L’anima della tecnica innovativa è una lamina radiante elettrica, avvolta in due sottili lastre di vetro di 4 mm ciascuna. Concepito per il funzionamento solo elettrico, il radiatore è caratterizzato da tempi di reazione rapidi per un’erogazione flessibile del calore. In poco tempo, le due barre portasalviette consentono di scaldare gradevolmente gli asciugamani, indipendentemente dal riscaldamento centralizzato ad acqua calda. Le tre impostazioni della temperatura (Eco, 55 °C e 65 °C) e una funzione timer garantiscono un clima ambientale particolarmente gradevole. L’utilizzo del radiatore è semplice: con un tocco sul telecomando o direttamente sul pannello a sfioramento sulla superficie. Runtal Folio Glass è disponibile in nero lucido, bianco lucido o specchio, con un’altezza di 1800 mm, due larghezze (420/520 mm) e le rispettive potenze termiche (650/800 Watt). Il radiatore può essere dotato anche di barre portasalviette cromate.

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Pressatura a freddo per il calore in sicurezza Viega Megapress, disponibile nelle dimensioni da 3/8” a 2”, è la soluzione ideale per gli impianti di riscaldamento in acciaio a parete normale e permette di pressare i tubi a parete normale sia in ambito domestico che in altri ambiti. Megapress permette di adottare la tecnica di pressatura a freddo sia per i tubi di acciaio a parete normale del tipo filettabile (UNI EN 10255) sia per i tubi bollitori (UNI EN 10220) e rispetto alla saldatura convenzionale, aumenta notevolmente la sicurezza in cantiere poiché evita l’utilizzo di fiamme libere e la formazione di gas combusti. Questa soluzione riduce inoltre i tempi di montaggio fino all’80% rispetto alla classica saldatura, assicurando – oltre a un evidente risparmio di tempi e quindi di costi – anche un’estrema pulizia del lavoro e la possibilità di operare in luoghi difficilmente accessibili. Realizzati di acciaio al carbonio 1.0308 e rivestiti all’esterno con una protezione di zinco-nichel a elevata qualità, i raccordi sono dotati di ghiera metallica e guarnizione profilata di EPDM, che aderisce anche su superfici irregolari, garantendo la massima sicurezza. Questi o-ring hanno una massima temperatura di esercizio di 110°C, e quindi ampiamente soddisfacente per i requisiti termici normalmente richiesti negli impianti di riscaldamento (es. impianti a radiatori dove si possono raggiungere in casi estremi i 90°C o, impianti radianti a bassa temperatura dove normalmente non si eccedono i 50°C). Il sistema comprende curve, manicotti, raccordi intermedi filettati e bocchettoni nelle dimensioni da 3/8” fino a 2” e può essere utilizzato anche per realizzare impianti ad alta temperatura grazie all’elemento di tenuta di FKM in grado di sopportare temperature di esercizio fino a 140 °C con possibilità di raggiungere picchi fino a 280 °C e pressioni fino a 16 bar (nel caso di impiego con acqua). Tutti i raccordi sono dotati di SC-Contur: un brevetto Viega che permette di identificare i raccordi inavvertitamente non pressati già durante il collaudo.

www.viega.it

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Display user friendly La gamma di display CAREL si rinnova con pGDx, l’interfaccia utente touch screen a 7, 10 e 15 pollici. In linea con pGDx4.3’’, i nuovi display garantiscono un’esperienza di interazione moderna ed efficace che semplifica l’accesso alle informazioni disponibili. La tecnologia Truecolor permette di ottenere circa 16.8 milioni di colori: le immagini presentano quindi sfumature graduali e gradevoli. Lo schermo presenta, inoltre, una luminosità molto elevata (fino a 500 cd/m2), quindi ben visibile anche in presenza di importanti sorgenti luminose. Il display semplifica ulteriormente l’accesso alle informazioni disponibili attraverso un template fluido e responsive. L’accesso per tutte le categorie di utenti è user friendly. Una notevole miglioria è legata al collegamento WiFi che permette di comunicare in modalità wireless, sia alle reti di controlli che a eventuali dispositivi esterni. Per ottenere una soluzione adatta alle molteplici applicazioni, pGDx4.3” e pGDX7’’ hanno uno schermo dotato di tecnologia touch resistive, che ha il vantaggio di funzionare anche quando l’impiego diretto della mano sullo schermo potrebbe non essere possibile. Infine, l’isolamento da corpi e agenti esterni è garantito dalla protezione IP66 contro polvere e acqua. pGDx4.3” e pGDX7’’ si differenziano dagli altri display per la presenza di una sonda di temperatura e umidità a bordo. Questa nuova caratteristica porta vantaggi concreti per la soluzione room terminal: al posto di due apparecchi distinti, è sufficiente montare un unico display per usufruire delle funzionalità di entrambi gli strumenti. Innovativo anche il posizionamento frontale dell’uscita USB in modo da rendere l’accesso più agevole e senza l’utilizzo di particolari strumentazioni.

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Combattere ed eliminare la muffa negli ambienti umidi I problemi legati alla muffa, che si presenta nelle abitazioni soprattutto nei mesi invernali, non devono essere sottovalutati, in quanto potenzialmente dannosi non solo per le pareti delle case, ma anche per la salute di chi le abita. Allo scopo di risanare il supporto e prevenire la comparsa, ogni zona infestata o a forte rischio muffa deve essere trattata con prodotti specifici. MaxMeyer propone il ciclo completo antimuffa BioActive, che comprende: pittura, spray, soluzione, fissativo e additivo. Pittura Antimuffa è una pittura traspirante con azione attiva contro la muffa, ideale per combattere e prevenire la comparsa della muffa in ambienti umidi e poco areati. Speciali preservanti del film conferiscono alla pittura una protezione preventiva contro la formazione di muffa e funghi. La finitura è opaca. Spray Antimuffa, ad azione immediata, consente di rimuovere e detergere in profondità anche le superfici più infestate dalla muffa. Soluzione Antimuffa è una miscela di principi attivi, selezionati per la loro azione specifica su superfici da bonificare. La composizione e il dosaggio calibrati permettono un’azione efficace, rendendo questo prodotto idoneo per applicazioni sia in interno che in esterno, su superfici interessate da crescita di muffe, funghi e alghe. Fissativo Antimuffa è un formulato con speciali additivi che rendono ancora più efficace l’azione della pittura antimuffa. Facilita l’applicazione della pittura e aumenta la durata della finitura, assicurando un ottimo risultato finale. Il Fissativo Bioactive contiene speciali preservanti del film, che conferiscono alla pittura una protezione preventiva dalla formazione di muffe e funghi. Additivo Antimuffa è specifico per pitture murali, particolarmente indicato per ambienti umidi e poco areati. Grazie alla sua efficacia è il prodotto ideale da aggiungere alle pitture per prevenire la formazione di muffe.

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Pannello ultra-ribassato con isolamento Klimaboden di TECE è un pannello bugnato caratterizzato da un elevato indice di carico (EPS 500), che può essere utilizzato per realizzare impianti radianti a pavimento, a parete e a soffitto. La facilità e la versatilità d’installazione consentono di tamponare le pareti e i soffitti radianti sia con lastre di cartongesso sia con un comune intonaco, donando a tutte le pareti dell’ambiente trattato un aspetto uniforme. Il pannello ha uno spessore totale di 22 mm, comprensivo di un isolamento termico di 10 mm, che garantisce ottime prestazioni nonostante il basso spessore, grazie all’elevata densità del polistirene. Il sistema Klimaboden comprende anche il tubo PE-RT 12x1,5 mm e le due gamme di collettori in acciaio INOX e in poliammide (per gli impianti di raffrescamento). Quando è utilizzato con impianti a pavimento, Klimaboden consente l’impiego sia di massetti tradizionali e autolivellanti che di livelline liquide idonee per impianti radianti a basso spessore, permettendo, in soli 3 cm, la realizzazione di un impianto radiante completo di isolamento termico.

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La rubinetteria si fa smart Rehau presenta RE.SOURCE, il rubinetto smart che consente di trasformare, con un unico dispositivo, l’acqua di rete in acqua filtrata e refrigerata, liscia e frizzante oppure bollente, semplicemente premendo un pulsante. Dalla struttura compatta, ideale per essere installata in qualsiasi mobile da cucina, la nuova smart water solution riduce i costi e aumenta il comfort, erogando acqua sempre sicura e della migliore qualità, nel rispetto dell’ambiente, consentendo di eliminare la plastica monouso. Disponibile in tre configurazioni – dal modello Basic, provvisto di doppia leva di comando, a quelli dotati di display touch e funzioni smart di Premium e Premium+ –, il nuovo sistema viene fornito in un pratico kit Plug&Play composto da rubinetto, unità di erogazione (45x22,5 45 cm), bombola di CO2 e filtro, installabile velocemente in soli sei passaggi. RE.SOURCE offre una capacità di filtrazione altamente efficace che permette di trattenere cloro ed elementi metallici e di preservare gli elementi minerali importanti, consentendo il prelievo di acqua fresca e sicura, a diversi livelli di temperatura e secondo le preferenze dell’utente. Per garantire sicurezza e sostenibilità, è previsto anche un blocco di sicurezza per bambini nella modalità di erogazione di acqua calda – disattivabile mediante codice dal display touch – e la modalità risparmio energetico, che permette di mettere in stand-by il frigorifero e il boiler, sia manualmente che automaticamente, in orari fissi programmabili tramite app. Le tre versioni disponibili in variante satinata e cromata, con bocca a C e a L orientabili a 360°, si inseriscono dal punto di vista estetico in qualsiasi stile di cucina e – grazie alla possibilità di essere collegate a bombole di CO2 di grandi dimensioni e alla capacità di raffreddamento di 15 l/h – sono una soluzione intelligente e rispettosa dell’ambiente.

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Condizionatori con comandi vocali integrati I climatizzatori LG dotati di tecnologia Wi-Fi ThinQ integrato, compatibili con Google Assistant e Amazon Alexa, possono essere gestiti tramite comando vocale. Grazie a questa integrazione, l’esperienza d’uso di questa categoria di prodotti è completamente rivoluzionata: gli utenti possono ora dialogare con il proprio climatizzatore semplicemente tramite la voce, rimanendo comodamente seduti sul divano mentre ne comandano l’accensione, lo spegnimento, l’impostazione della temperatura, della velocità di ventilazione e della modalità operativa. Questa interazione è possibile grazie a LG ThinQ, la piattaforma proprietaria di Intelligenza Artificiale, in grado di interagire con IA di parti terze proprio come Google o Alexa. La compatibilità con altre IA, infatti, rappresenta uno dei capisaldi della open strategy dell’azienda che ha sviluppato ThinQ proprio per renderla una piattaforma aperta e connessa, nell’ottica di sviluppo di una casa smart, fatta di elettrodomestici intelligenti. Già presente e utilizzata per il controllo da remoto tramite smartphone, con l’applicazione delle tecnologie intelligenti di deep learning, la connettività Wi-Fi non si limita più al comando touch dallo smartphone, ma compie un grande passo con il controllo vocale. I comandi vocali saranno prossimamente disponibili anche sull’app ThinQ: a partire dal prossimo anno, infatti, sarà sufficiente formulare una domanda direttamente all’app per ricevere informazioni su ogni aspetto relativo al funzionamento del prodotto. L’app consente di tenere sotto controllo la temperatura di casa in modo intelligente, non solo regolando temperatura, accensione e spegnimento ma anche controllando funzionalità avanzate come l’impostazione del timer, la configurazione degli split, il monitoraggio dei consumi e fornendo utili suggerimenti per la manutenzione.

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Pannello in cartongesso che riscalda Grazie a una tecnologia innovativa, T-panel di S.T.S. Polistiroli diffonde calore per irraggiamento, garantendo il massimo comfort. Realizzato da quattro strati di diversi materiali, il pannello è formato da una lastra in cartongesso idro, adatta a qualsiasi tipo di ambiente, da un componente radiante impermeabile con grado di protezione IPX7, da uno strato isolante e un foglio termo-riflettente che ne massimizza la resa. Rapido e leggero, si installa a parete come una normale lastra in cartongesso e ha dimensioni 60x200 cm. T-panel non utilizza acqua o altri fluidi; è al 100% elettrico e non produce campi elettromagnetici grazie alla particolare tecnologia riscaldante brevettata. La produzione Made in Italy, la qualità dei materiali e dei processi produttivi garantiscono un prodotto ecologico che rispetta l’ambiente e che fa risparmiare. Quando è acceso e gestito da termostato consuma meno di 0,04 €/ora e, se abbinato a un sistema di termoregolazione smart, si può programmare da remoto tramite app. Le applicazioni sono molteplici e le installazioni sempre rapidissime: dimenticate tubazioni, valvole o collettori. T-panel è perfetto per le ristrutturazioni, gli ampliamenti e per tutte quelle situazioni dove serve migliorare il comfort, sia in ambienti abitativi che di lavoro.

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100% elettrica La nuova Daikin Altherma 3 H HT rappresenta una soluzione 100% elettrica: è una pompa di calore ad alta capacità (ad temperatura esterna di -7 °C e una temperatura di mandata di 60°C arriva a erogare 12 kW) e dalle prestazioni elevate che per riscaldare non genera calore dalla combustione (come fanno le caldaie a gas), bensì consuma solo l’energia elettrica necessaria a trasferire alla abitazione il calore naturalmente presente nell’aria esterna. La soluzione sfrutta quindi energia rinnovabile ed è così in grado di ridurre del 50% le emissioni di CO2. Altherma 3 H HT ha un’interfaccia utente avanzata, ma allo stesso tempo anche molto intuitiva con viste pratiche e funzionali per aiutare gli installatori o i tecnici di manutenzione. Spicca in particolare al suo centro il Daikin Eye: un led colorato che mostra lo stato del sistema in tempo reale. È possibile accedere agli incentivi statali: al conto termico o alle detrazioni fiscali per riqualificazione energetica per detrarre in 10 rate annuali il 65% delle spese totali sostenute.

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TECH

SunBot: il fotovoltaico che funziona come un girasole Grazie a un sistema fototropico basato su polimeri nanostrutturati, i SunBot seguono i raggi solari e sono quattro volte più efficienti dei normali pannelli

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e i pannelli fotovoltaici si comportassero come i girasoli, la loro efficienza aumenterebbe esponenzialmente. Da questa idea è partita la ricerca di un team dell’Università della California di Los Angeles (UCLA), che ha sviluppato un polimero sintetico dotato di fototropismo, ovvero la risposta mediante accrescimento per distensione cellulare a uno stimolo di luce indirizzata.

NANOMATERIALI E POLIMERI I SunBot (Sunflower-like Biomimetic Omnidirectional Tracker), questo il nome dell’innovazione, sono una sorta di mini girasoli che riescono a catturare circa il 90% della luce solare anche quando non è diretta. Questa capacità di spostarsi e regolarsi in base all’angolazione luminosa, deriva dalla configurazione del dispositivo, che si compone di un gambo dal diametro di circa 1 millimetro, realizzato in polimero infuso con un nanomateriale. Il nanomateriale assorbe la luce e la converte in calore, mentre il polimero si restringe in risposta all’aumento delle temperature.

COME FUNZIONANO I SunBot riescono dunque a reagire in questo modo alla luce: la parte del gambo che viene illuminata si scalda e si contrae nella direzione del raggio solare e, una volta che avviene l’allineamento con il raggio, la parte che resta in ombra di fatto si raffredda e interrompe il movimento. Per realizzare il dispositivo, i ricercatori hanno utilizzato delle nanoparticelle d’oro e un idrogel. Ma alcuni test svolti con altri materiali, come nanoparticelle di nerofumo e polimeri cristallini liquidi, hanno mostrato l’efficacia di diversi abbinamenti.

UN CAMPO DI GIRASOLI ARTIFICIALI Dalle prime valutazioni, gli scienziati sostengono che i SunBot rispetto ai tradizionali pannelli fotovoltaici piani hanno un’efficienza di quattro volte superiore. La tecnologia potrebbe essere applicata in diversi settori, dalle rinnovabili alla robotica fino all’aeronautica, e i ricercatori non escludono l’idea di poter realizzare in futuro dei veri e propri campi di girasoli artificiali da cui ricavare un quantitativo di energia pulita finora inimmaginabile.

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Un vaso per monitorare la qualità dell’aria Attraverso dati costantemente aggiornati sarà possibile creare delle mappe consultabili per individuare le aree più a rischio

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n gruppo di ingegneri e progettisti del Politecnico di Milano ha terminato l’implementazione di Arianna, un vaso ad alta tecnologia che permette di verificare la qualità dell’aria, misurando i livelli di inquinamento delle città e inviando i dati raccolti tramite il Wi-Fi di casa. Obiettivo del progetto – la cui realizzazione è stata possibile grazie a una campagna di crowdfunding sulla piattaforma Produzioni dal Basso – è creare una comunità di cittadini consapevoli che, insieme e con l’aiuto della tecnologia, agiscono concretamente contro l’inquinamento urbano per una migliore qualità dell’aria. Il vaso aspira l’aria tramite degli appositi fori, il cui funzionamento è assicurato da un piccolo pannello solare che garantisce la completa autonomia dello strumento: posizionato sui balconi della città, permetterà di avere a disposizione dei dati costantemente aggiornati sulla qualità dell’aria delle zone urbane attraverso cui poter creare delle mappe consultabili per individuare le aree più a rischio. Il progetto è stato realizzato con la collaborazione e il sostegno di Banca Cooperativa di Milano che, per ogni vaso ordinato dai sostenitori, ne consegnerà un altro a una scuola o a un’associazione del territorio della Città Metropolitana lombarda, con l’obiettivo di sensibilizzare le famiglie e i più giovani ai temi della cittadinanza attiva, della qualità dell’aria e della lotta contro l’inquinamento atmosferico.


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L’app per misurare il grado di “felicità” del condominio Attraverso l’app i condomini possono consultare documenti e confrontarsi sui problemi comuni

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iamo abituati ormai a misurare la classe energetica delle nostre abitazioni. Ma è possibile misurare la vivibilità e il grado di felicità complessiva della vita di un intero condominio? È questa la sfida a cui cerca di rispondere YouKondo, startup italiana che ha lanciato sul mercato un Sistema di Certificazione Condominiale – YouKondoWay – basato su 150 parametri e su una scala che va da A a F. L’obiettivo è classificare il cosiddetto stato “condosociale”: un livello di benessere globale che, attraverso l’impiego del sistema stesso, si cerca di incrementare. In questo modo è possibile orientare con più efficacia il futuro proprietario o inquilino nella scelta della propria casa, permettendogli di consultare autonomamente lo stato “condosociale” o il rating che è stato attribuito a uno specifico condominio, con la relativa recensione. Attraverso l’app, i condòmini potranno anche consultare tutta la documentazione condominiale e avere accesso diretto ai dati dei fornitori senza ricorrere ogni volta all’amministratore; potranno esprimere facilmente il proprio giudizio su servizi e imprese fornitrici e, soprattutto, potranno chattare e confrontarsi su tematiche di interesse comune in tempo reale e arrivare dunque più preparati anche alle assemblee condominiali.

COME FUNZIONA LA CLASSIFICAZIONE? La classe, che corrisponde al livello globale di qualità di vita, viene calcolata da un algoritmo basato su oltre 150 parametri – economici, tecnico-costruttivi, sociali e di ecosostenibiltà – individuati da professionisti (ingegneri

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gestionali, statistici, psicologi, informatici, legali). A concorrere alla certificazione dello stato “condosociale” e all’individuazione del rating è innanzitutto il grado di serenità dei condòmini, appurato tramite un questionario strutturato da un team di psicologi circa lo specifico vissuto nel condominio. Dal test sul grado di serenità emergeranno naturalmente anche eventuali elementi di criticità comportamentali nei rapporti tra vicini, che possono nuocere sul benessere e che si cercherà di indirizzare (nel rispetto del regolamento condominiale) verso comportamenti per tutti più costruttivi. Si considerano poi i risultati di un check-up visivo della struttura, ossia una mappatura dello stato del condomino e dei servizi condominiali, delle strutture e degli spazi a disposizione dei condòmini. A ciò si aggiunge una disamina cartacea della documentazione condominiale, volta a fornire una visione accurata anche sulla vita pregressa del condominio e diretta ad appurare (tra gli altri fattori) regolarità catastali e amministrative,

o fattori come l’utilizzo di eventuali materiali dannosi o non più a norma. Tutti i parametri vengono elaborati da un software sviluppato da YouKondo (denominato “Obiettivo Condominio”) per il calcolo del “rating condosociale”, sulla scala da A a F. La classe di appartenenza certificata è indicata, tramite QR Code, nella targa apposta all’ingresso di ogni condominio, accessibile mediante lettura del codice attraverso l’applicazione, scaricabile gratuitamente nella sua versione base proprio per poter conoscere il rating di un dato immobile e una prima “recensione” su di esso. La versione completa dell’app è invece disponibile per ciascun condomino che vive in un appartamento all’interno di un condominio aderente a YouKondoWay. La validità del rating è di 4 anni. Trascorso questo tempo, l’analisi verrà effettuata nuovamente per tenere conto di eventuali nuovi inquilini e di interventi migliorativi effettuati dallo specifico condominio, che possano modificarne la classificazione.



TECH

Arriva il climatizzatore indossabile Sony è pronta a lanciare Reon Pocket, un dispositivo indossabile in grado di abbassare o alzare la temperatura corporea

E

se bastasse un dispositivo indossabile per difendersi dal caldo o dal freddo? L’innovazione, proveniente dal Giappone, è targata Sony e potrebbe contribuire a ridurre i consumi energetici legati alla climatizzazione. Reon Pocket, questo il nome del prodotto, ha le dimensioni di un classico power bank da inserire in un’apposita maglietta. Il funzionamento del dispositivo si basa sull’Effetto Peltier, un fenomeno termoelettrico che consente l’emissione o l’assorbimento di calore mediante una corrente elettrica che passa tra due metalli o semiconduttori in contatto. Stando ai risultati raccolti, Reon Pocket è in grado di abbassare la temperatura corporea di 13°C in estate e alzarla di 8,3°C in inverno. Il tutto tramite un’app gestibile da smartphone o in modalità automatica. Al momento la compagnia ha aperto una pagina di crowdfunding per la commercializzazione del prodotto che, se tutto andrà come previsto, dovrebbe avvenire entro la prossima estate.

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La casa ecosostenibile del futuro si stampa in 3D Il progetto per un nuovo modello circolare di abitazione disegnato da Mario Cucinella Architects

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ato come risposta alla crescente mancanza di abitazioni e alla necessità di un’architettura sempre più sostenibile, TECLA sarà il primo prototipo di habitat ecosostenibile stampato interamente in 3D grazie al simultaneo utilizzo di più stampanti collaborative Crane WASP, un’innovativa tecnologia sviluppata per stampare eco-distretti direttamente sul sito. Disegnato da Mario Cucinella Architects e ingegnerizzato e costruito da WASP – in seguito alle analisi effettuate da Mapei sulla miscela da adottare in fase di stampa, individuando le soluzioni da impiegare per realizzare il mix design – TECLA sorgerà a Massa Lombarda (RA). Sarà impiegata un’unica soluzione in terra cruda locale, reperibile sul luogo di costruzione, senza produrre alcuna forma di scarto. La consulenza di Mapei è stata fondamentale nell’analisi della terra cruda e nello studio di uno specifico mix design in grado di ottenere una miscela con una reologia idonea alla fase di stampa con prestazioni meccaniche adeguate al campo applicativo. Le soluzioni Mapei che andranno a comporre la miscela sono: ■■

MAPESOIL 100, agente stabilizzante in polvere per il consolidamento dei terreni, consente in fase di miscelazione la progressiva disgregazione dell’impasto a base di terra cruda e acqua, favorendo la durabilità e la resistenza al dilavamento della miscela una volta estrusa;

■■

DYNAMON SR4, additivo superfluidificante, favorisce il mantenimento della lavorabilità dell’impasto e la pompabilità anche a distanza di due ore;

■■

PLANICRETE, lattice di gomma sintetica, impiegato per il confezionamento di boiacche atte a promuovere l’adesione agli strati già induriti;

■■

PLANISEAL WR 100, protettivo idrofobizzante pronto all’uso, applicato con spruzzino nebulizzatore sul paramento essiccato, risulta molto efficace nell’impermeabilizzazione della struttura già a distanza di 12 ore.

Il progetto, entrato nella fase di costruzione a settembre 2019, dovrebbe concludersi a inizio 2020.


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Quantificare le microplastiche Una nuova metodologia sviluppata dal Laboratorio di Igiene Ambientale e degli Alimenti dell’Università di Catania

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Il laboratorio di Catania oggi è l’unico al mondo in grado di determinare le microplastiche inferiori a 10 micron

(PCT/IB2019/051838) al fine di proteggere l’invenzione in moltissimi paesi tra cui tutti quelli comunitari, ma anche Russia, Cina, Giappone, Corea, Taiwan, Canada, USA e Australia. Il brevetto – che ha reso il LIAA l’unico laboratorio in grado di determinare le microplastiche con dimensione inferiore ai 10 µm a livello mondiale – ha permesso all’ateneo di Catania di siglare diverse collaborazioni scientifiche con vari atenei

er la prima volta al mondo sarà possibile determinare e quantificare le microplastiche inferiori a 10 micrometri con una elevata sensibilità. L’invenzione, brevettata in Italia e frutto della ricerca dal titolo “Metodo per l’estrazione e la determinazione di microplastiche in campioni a matrici organiche e inorganiche”, porta la firma del Laboratorio di Igiene Ambientale e degli Alimenti (LIAA) dell’Università di Catania. La ricerca è stata condotta dal direttore del LIAA, prof.ssa Margherita Ferrante, dalla ricercatrice prof.ssa Gea Oliveri Conti e dal PhD Pietro Zuccarello. L’originalità di questa metodologia – che permette la reale quantificazione delle microplastiche inferiori a 10 micron fino alle nano per quasi tutte le tipologie di plastica – è stata accettata per tutte e dieci le rivendicazioni depositate nella domanda di brevetto. Le attuali metodologie pubblicate in ambito internazionale, come ad esempio la tecnica µFTIR e µRAMAN, mostrano numerose limitazioni nell’identificazione e determinazione delle particelle plastiche inferiori ai 10 micrometri. Prima di questa invenzione tutte le metodologie di estrazione di microplastiche, accettate internazionalmente oggi, prevedono un processo di filtrazione per la raccolta delle microparticelle e microfibre plastiche. Un processo selettivo dimensionale, quello adottato finora, che però non consentiva di riconoscere le particelle con diametro inferiore al poro del filtro utilizzato con conseguente perdita irrimediabile delle micro e nanoplastiche. L’Università di Catania, inoltre, nel marzo scorso ha depositato la domanda di estensione del Brevetto Internazionale

del territorio nazionale, ma anche con centri di ricerca in Tunisia, Austria e a breve con la Columbia University negli Stati Uniti. LIAA, inoltre, sta sviluppando applicazioni del brevetto in campo ambientale, alimentare e medico al fine comprendere meglio le interazioni ancora sconosciute tra microplastica e cellule nell’ottica di chiarire la relazione tra microplastiche ambientali e salute.


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MCE SI PRESENTA

La fiera che integra comfort ed efficienza A Milano, dal 17 al 20 marzo, si terrà Mostra Convegno Expocomfort, in contemporanea con BIE – Biomass Innovation Expo, momento espositivo riservato al mondo del riscaldamento a biomassa legnosa CLAUDIO MOLTANI

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ai numeri che si possono leggere sul comunicato, si capisce che quella del 2020 sarà un’edizione record. Al momento della presentazione alla stampa, avvenuta a fine novembre a Milano, infatti, risultavano presenti già oltre 1.800 aziende, con un significativo +7% rispetto all’edizione scorsa e con un’eccellente presenza del paese partner di quest’anno, la Turchia. Previsti oltre 160.000 operatori professionali, di cui 41.000 dall’estero.

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Una delle tante novità della prossima edizione è sicuramente l’importante e impegnativo lavoro di ridefinizione del layout espositivo, con l’obiettivo di costruire un percorso che permetta sia agli espositori che ai visitatori di comprendere l’evoluzione di un mercato dove integrazione, innovazione, efficienza energetica e risparmio delle risorse passano, anche e sempre più, da una dimensione digitale. Una nuova configurazione, dunque, che vedrà i settori


della climatizzazione, del condizionamento e della refrigerazione occupare – oltre agli storici padiglioni 13/15 e 22/24 – anche il padiglione 9/11, dove insieme a That’s Smart vi sarà il “punto di contatto” fra il comparto termico e quello elettrico. Gli altri settori, come la tecnica sanitaria, il trattamento dell’acqua, l’attrezzeria e l’utensileria si troveranno nei padiglioni 14/18, mentre ai padiglioni 2/4 sarà presente il settore della componentistica, così da risultare molto più vicino agli spazi dedicati al riscaldamento e ai servizi per la progettazione nei padiglioni 1/3, 5/7 e 10, dove – grazie all’integrazione con Biomass Innovation Expo – sarà possibile avere una completa panoramica sui prodotti e sulle soluzioni per riscaldamento e produzione di energia da biomassa e combustione delle sostanze legnose.

CONVEGNI E INIZIATIVE Ricchissimo, come sempre, il calendario degli eventi, dei talk, dei momenti di approfondimento, ancora in fase di definizione. Fra questi momenti, segnaliamo il 18 marzo la presentazione dei dati del “Mercato dell’Installazione Impianti in Italia 2020-2023”, a cura del Cresme, che proporrà uno stato dell’arte aggiornato del settore.

Altra novità riguarda l’area Intelligent (use of) Water, al padiglione 14, riservata alle soluzioni innovative per vivere l’ambiente bagno in un’ottica di risparmio, dove verrà presentato il “Water Management Report 2019” dell’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano. Interessanti anche gli eventi al BIE – Biomass Innovation Expo (che spazieranno dalla normazione tecnica all’efficienza degli impianti industriali) e a That’s Smart, dove si parlerà di electric mobility e Home & Building Automation. MCE e BIE dedicheranno poi uno speciale focus all’efficienza energetica nel mondo industriale, con Energy 4.0, un articolato progetto a più fasi partito lo scorso settembre con un evento dedicato alla produzione di energia termica da biomasse legnose. Un altro spazio speciale sarà riservato al MEP BIM Forum – Mechanical, Electrical, Plumbing-BIM, modello di progettazione meccanica degli impianti che va a collegarsi con la metodologia BIM strutturale, permettendo di integrare il sistema edificio-impianto con una visione d’insieme che coniuga efficienza energetica, comfort e ottimizzazione delle risorse. L’obiettivo è quello di offrire informazioni pratiche su questo strumento ormai fondamentale per una progettazione a zero emissioni. Il programma completo delle iniziative sarà comunque delineato in questi mesi da parte dei comitati scientifici delle due manifestazioni.

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NANOMATERIALI

Micro tecnologie per macro risultati Per migliorare l’efficienza energetica e la sostenibilità degli edifici, i nanomateriali potrebbero essere un valido alleato SILVIA MARTELLOSIO

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I

prodotti e i manufatti riconducibili all’utilizzo di nanotecnologie disponibili, o in procinto di esserlo, sono ormai molto diffusi e in costante crescita. Anche se l’attuale mercato delle nanotecnologie è relativamente ridotto (circa 60 miliardi di dollari), le attese di crescita sono straordinarie, con previsioni di incrementi annuali tali da dare luogo, secondo alcuni, a un mercato di oltre 1.000 miliardi di dollari dopo il 2020. Il dato può sembrare ottimistico, ma il carattere abilitante delle nanotecnologie fa sì che esse trovino applicazione in tutti i settori produttivi. Stando a uno studio di Lux Research del 2004, le nanotecnologie che da qui al 2020 avranno il maggior volume di mercato sono, nell’ordine: materiali, elettronica, farmaceutica, processi chimici, aerospazio, cura della salute, utensili e processi sostenibili. Economicamente, i settori dell’elettronica e dei processi chimici fanno la parte del leone e rimarranno al top anche nel prossimo futuro. Oltre che dal punto di vista economico, l’impatto delle nanotecnologie nella farmaceutica e, più in generale, nella cura della salute sarà rilevante anche dal punto di vista dell’impatto sociale. Altrettanto importanti possono essere gli utilizzi positivi delle nanotecnologie per l’ambiente e per lo sviluppo di processi produttivi più efficienti – meno inquinanti, con minor consumo di materie prime – e per realizzare nuovi sistemi energetici o di disinquinamento. In una parola, le nanotecnologie possono certamente contribuire a promuovere un vero e reale sviluppo sostenibile. Inoltre, i nanomateriali sono particolarmente adatti a livello trasversale per tutti i settori d’intervento del progetto, in quanto consentono di realizzare svariati nuovi prodotti che ben si inseriscono nel panorama dell’industria dell’energia, della farmaceutica, dell’agroalimentare, etc.

QUALI PRODOTTI CONTENGONO NANOMATERIALI? RIVESTIMENTI E VERNICI I nanomateriali sono utilizzati nelle vernici e nei rivestimenti, ad esempio, per migliorare la durata e conferire nuove funzionalità (come la facilità di pulizia grazie alle proprietà antimacchia e idrorepellenti, la resistenza ai microbi o alla scalfittura). Attualmente, i nanomateriali più adatti al settore delle vernici e dei rivestimenti sono il

NANOTECNOLOGIA, DI COSA SI TRATTA? di Domenico Adelizzi

La nanotecnologia è la scienza capace di manipolare e organizzare i più piccoli elementi della materia. Il termine nano si utilizza per rappresentare particelle piccolissime, pari alla milionesima parte di un millimetro. Per capire quanto è grande e per avere un riferimento dimensionale più comune, basti pensare che il nanometro (1x10-9) è la miliardesima parte del metro o, se si preferisce, un milionesimo di millimetro. In pratica: una piccolissima particella di dimensioni nanometriche pari a 30nm è circa duemila volte più piccola del diametro di un capello. Una sostanza ridotta a dimensioni nanometriche sviluppa una superficie specifica immensamente più grande della medesima sostanza. Le sue particelle occupano tutti gli interstizi che si formano in un substrato e non lasciano cavità o spazi che influirebbero negativamente sulle prestazioni del prodotto. La nanotecnologia è capace di fornire un controllo pressoché totale della materia: le prospettive rivoluzionarie associate a ciò derivano dal fatto che a questi livelli i comportamenti e le caratteristiche della materia cambiano drasticamente, offrendo un modo nuovo di produrre strutture, materiali, semilavorati e dispositivi con proprietà e funzionalità grandemente migliorate o del tutto nuove.

Benefici e vantaggi Vista la piccolissima dimensione, le “nanoparticelle” si dispongono ovunque sulla superficie e formano una barriera protettiva invisibile; la superficie sarà assolutamente autopulente e inattaccabile da ogni sorta di contaminazione esterna. Dopo l’autoorganizzazione, le nano particelle rimarranno fissate sulla superficie assicurando una CELLE SOLARI. L’uso di nanoparticelle nella produzione di celle solari ha diversi vantaggi, tra cui la riduzione dei costi di produzione e installazione. Inoltre, le celle solari – prodotte utilizzando la deposizione di punti quantici – hanno un’efficienza maggiore rispetto ai convenzionali pannelli solari

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NANOMATERIALI protezione totale e duratura. Il beneficio maggiore dei manufatti derivanti dalla nanotecnologia è che contribuiscono in modo efficace al risanamento ambientale e alla soluzione dei problemi ambientali. Risultati recenti hanno mostrato un grande impatto dei nanomateriali utilizzati per migliorare la qualità dell’aria nell’ambiente di lavoro e nella casa. Il tutto determina che la piccolissima dimensione delle particelle porta a oggettivi vantaggi. Le superfici, per esempio, risulteranno nel tempo protette, più facili da pulire, meno soggette a deteriorarsi, costantemente igienizzate e brillanti. Tra gli altri vantaggi: ■■

ottimi risultati operativi con elevate prestazioni tecniche;

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semplice operatività e alta efficacia;

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ridotti consumi di prodotti;

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riduzione dei costi operativi;

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evidente effetto autopulente e minor manutenzione giornaliera dei manufatti.

nano-biossido di titanio, utilizzato nei rivestimenti per sfruttarne l’attività fotocatalitica che rende autopulenti le superfici, e il nano-biossido di silicio. L’aggiunta di silice sintetica amorfa può migliorare la solidità e la resistenza della vernice all’abrasione, alla scalfittura e agli agenti atmosferici. Attualmente, inoltre, sono in corso ricerche sul nanoargento, sull’ossido di zinco e di alluminio, sul diossido di cerio, sull’ossido di rame e di magnesio per un eventuale uso futuro nell’ambito delle vernici.

MATERIE PLASTICHE L’industria della plastica è un settore in cui ci si avvale ampiamente delle nanotecnologie. Lo sviluppo di nanocompositi, ossia polimeri rinforzati con nanomateriali, è una delle applicazioni maggiormente pertinenti nell’ambito dei (nuovi) materiali. I termoplastici rinforzati grazie alla nanotecnologia resistono al calore, sono ignifughi, conferiscono stabilità e sono in grado di condurre l’energia elettrica. Il nitruro di titanio, per esempio, è un materiale estremamente solido utilizzato nella plastica, come nel caso dei contenitori di polietilene tereftalato (PET), per migliorarne le proprietà fisiche e l’efficacia dei processi di produzione del PET.

PRODOTTI IN GOMMA Nanomateriali come il nerofumo si usano per rinforzare la gomma degli pneumatici e in altri prodotti simili. Per questa applicazione si possono impiegare anche nanomateriali come la silice, in modo da estendere la durata di stoccaggio degli pneumatici e ridurre i costi per i consumatori e i produttori.

Le strade della nanotecnologia Sostanzialmente si possono seguire due tecniche per operare a livello nanometrico.

Bottom up Indica l’approccio nel quale, partendo da piccoli componenti (normalmente molecole o aggregati di molecole), si cerca di controllarne e indirizzarne l’assemblaggio, utilizzandoli come blocchi da costruzione (building blocks) per la realizzazione di nanostrutture di tipo inorganico o organico/biologico.

Top down Le tecniche top down sono quelle più consolidate. Sono tuttora in fase di sviluppo e si riferiscono all’approccio di riduzione delle dimensioni in strutture verso livelli “nano” con l’ausilio di particolari metodi fisici. Le tecniche proprie della microelettronica – per esempio la litografia a fascio di elettroni o a raggi X – sono riconducibili all’approccio top down, che costituisce la strada di più immediato utilizzo per entrare nel mondo “nano”, anche se bisogna far presente che non sempre la dimensione nanometrica in sé è sufficiente per parlare di nano-prodotti.

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CEMENTO. L’incorporazione di nanomateriali nel cemento armato potrebbe garantire strutture più forti e sicure, meno vulnerabili al vento, alla grandine e ai danni da crollo, nonché maggiore resistenza al fuoco


ELETTRONICA Ricorrendo alla nanotecnologia si riduce il peso e il consumo energetico di alcuni prodotti elettronici come gli schermi del computer, conseguendo un’elevata efficienza energetica e aumentando al contempo le velocità di esercizio. La nanotecnologia è stata utilizzata anche per aumentare la velocità dei computer e la capacità di hard disk e dispositivi di archiviazione portatili. Inoltre, stanno facendo la loro comparsa sul mercato nuovi schermi televisivi a punti quantici (noti anche come nanocristalli semiconduttori).

TESSUTI Molti dei prodotti tessili d’uso comune contengono nanomateriali: alcuni prodotti tessili per bambini possono essere rivestiti di nanoargento per fornire protezione antibatterica, mentre il nano-biossido di titanio rende i costumi da spiaggia resistenti ai raggi UV; molte giacche da montagna impermeabili e tovaglie antimacchia sono rivestite con silicio amorfo sintetico nano. Per aumentare la resistenza all’abrasione, i prodotti tessili possono essere rivestiti di nano ossido di alluminio, nanotubi in carbonio o silicio amorfo sintetico nano.

ACCIAIO. L’aggiunta di nanoparticelle di carbonio nell’acciaio rivestito con primer ricco di zinco migliora le prestazioni meccaniche ed elettriche

ingredienti alimentari, l’incapsulamento di questi ultimi o degli additivi, lo sviluppo di nuovi sapori, il controllo del rilascio dei sapori, la realizzazione di nanosensori per tracciare e monitorare le condizioni dei cibi durante il trasporto e lo stoccaggio e/o l’aumento della biodisponibilità dei componenti nutrizionali.

BIOCIDI E PRODOTTI FITOSANITARI

COSMESI

È in aumento il numero dei nanomateriali approvati nell’UE che vengono impiegati nei biocidi. In futuro, la riduzione a nano-dimensioni di alcuni ingredienti potrà tradursi in determinati vantaggi nell’uso di questi prodotti, anche se i biocidi contenenti nanomateriali potrebbero richiedere un’approvazione e una valutazione dei rischi separate. I biocidi nei quali sono utilizzati nanomateriali devono specificarli, con la dicitura “nano”, nell’elenco degli ingredienti.

La nanotecnologia svolge un ruolo importante anche nell’industria cosmetica. I nanomateriali si possono trovare in molti prodotti cosmetici, tra cui creme solari e idratanti, prodotti per la cura dei capelli e trucchi.

PRODOTTI FARMACEUTICI Nel settore farmaceutico i nanomateriali sono utilizzati per lo più come eccipienti, ossia sostanze che fungono da veicolo o mezzo per un farmaco pur rimanendo di per sé inattive. Parecchie compresse, supposte e creme contengono nanomateriali come la silice sintetica amorfa, utilizzata per controllare la viscosità e l’uniformità dei componenti attivi. Inoltre, le nanoparticelle di argento si usano da molti anni come agenti antibatterici per medicare le ferite.

PRODOTTI ALIMENTARI La nanotecnologia presenta applicazioni anche nel settore alimentare. I principali sviluppi finora registrati riguardano l’alterazione della struttura degli

NANOTECNOLOGIE IN EDILIZIA Per quanto riguarda il settore delle costruzioni, le nanotecnologie non solo potrebbero migliorare le proprietà e le funzioni dei materiali, ma dovrebbero dare un apporto significativo anche al risparmio energetico. Una prospettiva particolarmente importante, dato che un’alta percentuale di energia viene consumata proprio da edifici commerciali e residenziali per il riscaldamento, l’illuminazione e il raffrescamento. Ma dove vengono utilizzate oggi le nanotecnologie in edilizia? Attualmente sono state sviluppate soluzioni atte a migliorare la durata e le prestazioni dei componenti di costruzione, l’efficienza energetica e la sicurezza degli edifici, facilitando la manutenzione e offrendo un maggiore comfort abitativo. Molto diffuse, per esempio, sono le superfici “autopulenti”, ottenute utilizzando rivestimenti di dimensioni micron e trattamenti superficiali. Anche i materiali da costruzione traggono vantaggi dall’utilizzo delle nanotecnologie. L’aggiunta di nanoparticelle, infatti, rende il calcestruzzo – uno dei materiali più utilizzati nel mondo e che da quando è stato sviluppato ha subito ben poche modifiche – più forte, durevole, resistente al fuoco e più facile da pulire. Inoltre, è previsto l’utilizzo di nuovi materiali da costruzione più leggeri, ignifughi, autorigeneranti e resilienti. Le nanotecnologie hanno un notevole impatto anche sulle finestre e i materiali isolanti. Comunemente chiamate smart windows, le finestre “intelligenti” sono www.casaeclima.com    n.82

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NANOMATERIALI

LE FINESTRE TERMOCROMICHE in inverno trasmettono energia a infrarossi per mantenere caldi gli edifici, mentre in estate la bloccano per mantenerli più freddi

multifunzionali, ossia in grado di garantire risparmio energetico, facilità di pulizia, controllo UV e caratteristiche fotovoltaiche. Per quanto riguarda invece gli isolanti, attualmente è possibile trovare: nanoschiume, aerogel nanostrutturati e pannelli isolanti sottovuoto (VIP). Nel campo delle vernici, le nanotecnologie permettono di ottenere prestazioni migliori grazie alla diminuzione delle dimensioni delle molecole che ottimizzano così la loro distribuzione all’interno del prodotto. In questo modo, si migliora la resistenza all’assorbimento dello sporco e all’aggressione delle intemperie, si aumenta la resistenza meccanica, si rallenta il processo di ingiallimento e si ottiene una minore permeabilità all’acqua e al vapore. Questo tipo di vernici possono essere utilizzate su qualsiasi superficie offrendo risultati non raggiungibili da altre tecnologie.

DUBBI E PAURE Le nuove nanotecnologiche sono a ragion veduta considerate le tecnologie più importanti del XXI secolo. Sono, infatti, in grado di offrire soluzioni a molti problemi del mondo contemporaneo grazie a materiali composti e sistemi sempre più piccoli, leggeri, 28

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rapidi e con prestazioni migliori. Inoltre, offre nuove opportunità commerciali, apportando un contributo essenziale alla tutela dell’ambiente e della sanità. Le nanotecnologie hanno un immenso potenziale che consente di fare molte cose buone, quantomeno lucrose. È comune pensare che le nuove tecnologie nanometriche abbiano enormi potenzialità economiche e, per questo, centinaia e centinaia di imprese stanno lavorando molto in questa direzione considerando che scienziati e uomini di affari sono unanimi nell’asserire che le nanotecnologie siano molto di più di una nuova moda. Una condizione essenziale affinché le attese riposte si avverino è che i possibili rischi e le implicazioni sociali ed economiche associate a esse siano valutati tempestivamente e ridotti al minimo. In particolare, tale atteggiamento richiede la definizione di una terminologia univoca e condivisa, un approccio che sia attivo per quanto concerne la gestione del rischio, con eventuale riesame/revisione delle legislazioni esistenti, cooperazione e coordinamento tra i vari organismi pubblici, le industrie e gli enti di ricerca a livello nazionale e internazionale; un coordinamento che dovrà essere corretto e affidabile e che rassicuri e prevenga l’insorgere di pregiudizi.


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SMART HOME

Senti chi parla! Il mercato della smart home ha portato una notevole frammentazione delle proposte dei produttori, sfociate in una babele di standard e protocolli di comunicazione RENZO ZONIN

UN SISTEMA CLOUD potrebbe risolvere i problemi di interoperatività e di sicurezza di una smart home 30

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N

onostante la perdurante crisi economica e la stasi pressoché totale dell’edilizia, il mercato della smart home è finalmente decollato anche in Italia. I dati dell’anno scorso parlano infatti di un mercato a quota 380 milioni di euro (+52% sul 2017). A favorire la crescita probabilmente è stato l’arrivo di alcuni grandi player, soprattutto Google e Amazon, che con Google Home e Alexa hanno fornito un’infrastruttura di base facile da usare. Buona parte del successo della smart home è quindi dovuto a una componente che non si trova al suo interno: il cloud, ovvero le infrastrutture che creano i servizi sui quali si appoggiano le apparecchiature smart. Ecco il punto sull’attuale situazione delle tecnologie applicate alla smart home.

PROBLEMI (PERSISTENTI) DI DEFINIZIONE La prima cosa da dire è che anche quello dei dispositivi per la smart home – come quasi tutti gli altri settori tecnologici – inizialmente è rimasto vittima del suo stesso successo: la necessità di arrivare prima degli altri ha spinto per anni tutti i maggiori player a uscire sul mercato con le proprie soluzioni garantendo, al massimo, l’interoperabilità con altri apparecchi della stessa marca. Non solo: potendo scegliere da un ventaglio piuttosto ampio di tecnologie di connessione offerte dall’ICT, le aziende hanno implementato soluzioni molto diverse fra loro, basando le proprie reti chi sul Wi-Fi, chi sul Bluetooth, chi su protocolli di comunicazione proprietari tipo Zigbee o Zwave, e qualcuno addirittura su connessioni cablate di tipo Ethernet. Naturalmente, ogni produttore ha avuto ottime motivazioni tecniche per scegliere uno standard di rete piuttosto che un altro. Per esempio, il consumo elettrico del Wi-Fi può essere eccessivo per alcuni tipi di dispositivi alimentati a batteria (tipo sensori o serrature). Ma è abbastanza plausibile che dietro a queste motivazioni ci sia stato anche un tentativo di imporre la propria soluzione come standard de facto, così da conquistare una buona fetta di mercato per poi imporre i propri sistemi come modelli regolatori. Tuttavia, pare che questa manovra non abbia avuto il successo sperato. Oggi sono presenti in commercio un numero elevato di di dispositivi “intelligenti”, che comunicano utilizzando svariati standard. Il risultato è che negli impianti domotici, in teoria, si dovrebbe installare un concentratore (hub) per ogni gruppo di dispositivi che parlano una determinata “lingua”, in modo da comandare poi dall’hub i dispositivi stessi. In realtà la cosa sarebbe ancora più complicata: tipicamente i dispositivi tipo Zigbee o Zwave si controllano in locale, mentre quelli che parlano Wi-Fi in genere vanno connessi al cloud (ovvero a Internet) per essere controllati via app dallo smartphone dovunque ci si trovi. Ma quando i clienti hanno cominciato a trovarsi sullo smartphone diverse app per controllare i singoli dispositivi, si è cominciato a capire che quella non era la strada giusta. Così negli impianti sono stati introdotti apparecchi come i gateway, capaci di collegare reti differenti mettendo in comunicazione dispositivi che parlano lingue diverse. Ed è cominciato un lavoro di riunificazione delle varie reti casalinghe – che al momento passa da un sistema

di hub mutiprotocollo o gateway – canalizzando le comunicazioni verso un’interfaccia comune cui l’utilizzatore si rivolge per gestire i vari impianti. È il caso, appunto, degli assistenti vocali e dei cosiddetti smart speaker, sempre più usati dagli utenti finali soprattutto per comunicare in modo unificato con i vari dispositivi IoT della casa. Questo però è ancora un livello di integrazione piuttosto basso, poiché viene unificata solo l’interfaccia di comando, senza che i vari sistemi interagiscano realmente tra loro. Un passo in avanti si ottiene quando l’integrazione avviene a livello di cloud sfruttando, per esempio, servizi in grado di mandare comandi a determinati apparecchi in base a una serie di dati ricevuti da altri dispositivi. Questo tipo di soluzione permette di abilitare il terzo livello di smart home. Dopo il monitoraggio, ovvero i servizi che ci fanno sapere cosa succede in casa (es: videocamera di sorveglianza), e il controllo, cioè quelli che ci permettono di intervenire (come i dispositivi per accendere a distanza il riscaldamento), si arriva all’automazione: la casa è in grado di prendere decisioni in autonomia basandosi sui dati raccolti da dispositivi come quelli di rilevazione di presenza che in caso di casa vuota dal cloud arriva l’ordine di spegnere tutte le luci e spegnere il riscaldamento o l’aria condizionata.

CHI DEVE INSTALLARE GLI IMPIANTI SMART? Secondo i dati dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano, la filiera “tradizionale”, quella degli installatori, è stata la più lenta a sfruttare il fenomeno, tanto che oggi domina il mercato solo al 50%, mentre l’altra metà è in mano a negozi, rivenditori online, produttori, Utility e compagnie di telecomunicazione. Questo stato di cose probabilmente continuerà finché il consumatore italiano persisterà a vedere la smart home non nella sua completezza, ma come singoli dispositivi da comprare uno per uno, senza pensare a un coordinamento dei vari sistemi.

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SMART HOME

STANDARD DE FACTO E CONSORZI Del fatto che nella smart home siano in circolazione troppi standard diversi se ne sono resi conto prima di tutto i produttori stessi – come detto precedentemente –, che hanno cominciato ad aggregarsi per discutere e promulgare standard che permettano l’interoperabilità fra le diverse soluzioni sul mercato. Oltre agli standard a livello di rete e di interconnessione, quali Zigbee (che conta oltre 400 produttori), Zwave e il più recente Thread (di discreto successo, patrocinato da Google, tanto che ora è entrato a far parte della OCF), altri attori sulla scena della standardizzazione sono OCF (Open Interconnect Foundation), ed ETSI. Ci sono poi servizi cloud “aperti” come IFTTT e una serie di produttori che hanno pubblicato delle API pubbliche per poter interagire con i loro sistemi, segnatamente Apple (Homekit), Samsung (SmartThings), Google (Google Home) e Amazon (Alexa).

Open Interconnect Foundation (OCF) OCF è il più grande consorzio intersettoriale nello spazio smart home ed è il risultato della fusione, avvenuta nel 2016, delle due principali iniziative per l’interoperabilità: lo stesso OCF, sponsor di IoTivity e Allseen, che patrocinava AllJoyn. In realtà, OCF (supportato da Intel, Samsung e Dell) si è unito ad Allseen, una Linux Foundation supportata da 23 firme dell’elettronica di consumo tra cui LG, Panasonic, Sharp e Qualcomm. La fusione è la combinazione dei due framework open source, in quanto entrambi hanno deciso di reciprocare i propri sforzi per promuovere l’interoperabilità tra le tecnologie utilizzate nell’IoT. La nuova entità sta inoltre lavorando su uno standard IoT unificato a supporto delle specifiche OCF. Nel frattempo, IoTivity e AllJoyn sono interoperabili e retrocompatibili. 32

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ETSI Il Comitato tecnico ETSI sulla sicurezza informatica (TC CYBER) ha rilasciato lo scorso febbraio ETSI TS 103 645, uno standard per la sicurezza informatica nell’Internet of Things, per stabilire una base di sicurezza per i prodotti di consumo connessi a Internet e fornire una base per i futuri schemi di certificazione IoT. Man mano che più dispositivi domestici si connettono a Internet, la sicurezza informatica dell’IoT sta diventando una preoccupazione crescente. Le persone affidano i propri dati personali a un numero crescente di dispositivi e servizi online. Inoltre, i prodotti e gli apparecchi tradizionalmente offline sono ora connessi e devono essere progettati per resistere alle minacce informatiche. Prodotti scarsamente protetti minacciano la privacy dei consumatori e alcuni dispositivi vengono sfruttati per lanciare attacchi informatici su larga scala c.d. Distributed Denial of Service (DDoS). La nuova specifica di ETSI TS 103 645 affronta questo problema e specifica le disposizioni di alto livello per la sicurezza dei dispositivi di consumo connessi a Internet e dei loro servizi associati. I prodotti IoT considerati includono giocattoli per bambini e baby monitor connessi, prodotti connessi rilevanti per la sicurezza come rilevatori di fumo e serrature delle porte, telecamere intelligenti, TV e altoparlanti, health e fitness tracker indossabili, sistemi di automazione e allarme domestici, elettrodomestici connessi o assistenti domestici intelligenti tipo Alexa o Siri.

L’interazione tra le varie categorie di prodotti connessi consentirà di realizzare entrambe le aspirazioni più importanti per i clienti: una maggiore efficienza e una maggiore comodità

Il ruolo degli installatori è invece prevalente nelle nuove abitazioni e nelle ristrutturazioni profonde, dove è possibile studiare e realizzare impianti più completi e maggiormente coordinati fra loro, in grado di arrivare al famoso terzo livello, quello della smart home automatizzata. Livello che dovrebbe essere l’obiettivo principale di chiunque decida di trasformare la propria casa in una casa intelligente. Secondo diversi sondaggi, infatti, la finalità a cui mirano gli acquirenti di prodotti IoT è quella di rendere più comodo il controllo anche da remoto della casa e ottenere una maggiore efficienza energetica. Ora, la semplice installazione di un termostato di ultima generazione può effettivamente ridurre i costi di riscaldamento, grazie alla maggiore facilità con cui si può programmare l’impianto; e il sistema di autoapprendimento (con il termostato che nella prima settimana impara le nostre preferenze e poi le riproduce) probabilmente aiuterà ulteriormente, facendo risparmiare tempo nella programmazione. Solo con l’integrazione dei dati di programmazione del termostato con quelli di una stazione meteo, e dei sensori di presenza in casa, si possono mettere in atto strategie ottimali per ridurre notevolmente il consumo mantenendo il massimo comfort per gli inquilini. E una rete integrata di questo tipo va installata da professionisti.

TS 103 645 richiede agli implementatori di rinunciare all’uso di password predefinite universali, che sono state la fonte di numerosi problemi di sicurezza. Richiede inoltre l’implementazione di una politica di divulgazione delle vulnerabilità per consentire ai ricercatori della sicurezza e ad altri di segnalare problemi di sicurezza. Poiché molti dispositivi e servizi IoT elaborano e archiviano dati personali, questa specifica può contribuire a garantire che siano conformi al Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR).

Cosa fa IFTTT IFTTT che sta per “If this, then that” ovvero “Se succede questo, allora fa quello” è uno strumento web che consente di unire più linguaggi e piattaforme hardware grazie all’uso di “ricette” per creare scene condizionali. Nell’area smart home, consente ai dispositivi di comunicare direttamente tra loro, non fungendo da hub ma da canale. Un esempio di ricetta potrebbe essere: “se la temperatura del termostato X raggiunge i 90 gradi, allora il sistema Y deve


attivare l’allarme”. IFTTT è stato adottato e utilizzato da numerosi importanti attori della smart home. Per esempio, IFTTT funziona con Google Home, SmartThings Samsung, termostato Nest o lampadine LIFX.

API aperte Alcune aziende hanno sviluppato piattaforme per far interagire i dispositivi tra loro, come i già citati HomeKit di Apple o SmartThings di Samsung. Di conseguenza, gli sviluppatori di prodotti connessi possono implementare la compatibilità con questi stessi tramite un semplice aggiornamento software o, in alcuni casi, hardware. L’ultimo sfidante in questo scenario è stato Amazon con il suo assistente vocale intelligente Alexa (dispositivi Echo), che offre un modo nuovo e semplice per far interagire i prodotti. La società ha rilasciato l’API Smart Home Skill come parte di Alexa Skills Kit (ASK), che consente agli sviluppatori di aggiungere capacità o competenze ad Alexa e di comunicare con il dispositivo con i loro prodotti connessi. Queste piattaforme potrebbero diventare standard di fatto, poiché i produttori di dispositivi beneficiano di una maggiore visibilità e i consumatori possono sia collegarli che utilizzarli facilmente.

OpenTherm OpenTherm è un sistema di comunicazione indipendente dal produttore tra apparecchi di riscaldamento modulanti HVAC e termostati ambiente. Consiste in un protocollo di comunicazione e una specifica di interfaccia. Il protocollo di comunicazione descrive il modo in cui le informazioni digitali vengono scambiate tra apparecchi di riscaldamento centralizzato e termostati ambiente. Il modo in cui questo protocollo viene implementato e ogni ulteriore funzionalità derivante dall’uso di OpenTherm è determinato interamente dai produttori di apparecchi di riscaldamento centralizzato e termostati ambiente. È una tecnologia futuristica che combina una semplice procedura di installazione con funzionalità elevate e possibilità di espansione future, che consentono al produttore di inserire funzioni extra nei propri dispositivi o dispositivi di controllo, oltre alle funzioni di base obbligatorie per tutte le implementazioni OpenTherm. In questo modo possono distinguersi dagli altri fornitori e aumentare la libertà di scelta per installatori e consumatori. Naturalmente, è necessario assicurarsi che queste funzioni extra – che non sono incluse nelle specifiche minime dell’OpenTherm Protocol Summary – siano anche comunicate in modo standardizzato. La Commissione tecnica dell’Associazione OpenTherm monitora questo e si assicura che le funzioni standardizzate vengano aggiunte al Protocol Summary. Alcune funzioni già standardizzate: ■■ impostazione e lettura della temperatura dell’acqua del rubinetto; ■■ accendere e spegnere l’acqua del rubinetto; ■■ leggere la temperatura esterna; ■■ problemi di lettura; ■■ controllo dipendente dalle condizioni meteorologiche.

I VANTAGGI DELL’INTERAZIONE Una volta risolto il problema dell’interoperabilità, il mercato della smart home avrà la strada spianata. L’interazione tra le varie categorie di prodotti connessi consentirà infatti di realizzare entrambe le aspirazioni più importanti per i clienti: una maggiore efficienza (ovvero risparmio sul riscaldamento e sull’energia) e una maggiore comodità. Quest’ultima si potrà raggiungere in pieno solo arrivando all’automazione della casa (terzo livello), consentita appunto dall’interoperabilità. In uno scenario di questo tipo, i dati raccolti dai vari sensori – di presenza in casa, di temperatura interna ed esterna, di insolazione etc., verranno trasmessi al sistema centrale della casa, che potrebbe essere rappresentato da un servizio cloud, ma potrebbe anche essere contenuto in un home server locale, dove verranno integrati con dati esterni (per esempio previsioni meteo, posizione geografica degli inquilini) e – grazie ad algoritmi di intelligenza artificiale che imparano dagli eventi passati – verranno usati per dare comandi ai vari sistemi di attuazione di casa, dalla caldaia ai condizionatori, dagli elettrodomestici connessi al sistema di illuminazione. Saranno quindi realizzabili funzionalità sofisticate, come il geofencing (l’impianto di riscaldamento si attiva quando uno degli inquilini sta rientrando a casa e si trova a una distanza inferiore a X, o passa per un punto Y), il bilanciamento del carico elettrico per la massima efficienza (che comprende l’uso di elettrodomestici come la lavatrice in orari di minimo costo dell’energia, o la gestione dell’impianto fotovoltaico di casa con smistamento dell’energia prodotta fra il sistema di accumulo, l’immissione in rete e le varie utenze casalinghe) o reazioni complesse in caso di intrusione (per esempio con attivazione di sirena e segnali luminosi, azionamento di un impianto di generazione nebbia, chiamata alle forze dell’ordine e avviso per gli inquilini di raggiungere l’eventuale safe room dove rinchiudersi in attesa di soccorsi). La realizzazione di impianti smart home di questo tipo richiederà naturalmente un’attenta pianificazione e un’accurata scelta dei componenti, che devono essere in grado di interagire tra loro. E questo è un lavoro da professionisti.

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SPECIALE

VMC

Che aria tira? Le moderne tecnologie costruttive e la diffusa sensibilità per il risparmio energetico promuovono edifici sempre più coibentati dal punto di vista termico, ma carenti per aerazione. La VMC rappresenta oggi un sistema indispensabile nella realizzazione di progetti di riqualificazione energetica e nelle costruzioni a basso impatto ambientale PATRIZIA RICCI

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SPECIALE Il tema della ventilazione degli ambienti è stato preso in considerazione dalla normativa italiana fin dal 1975. Il D.M. 5/7/1975 di fatto impone l’utilizzo della VMC. Di seguito si riportano le principali e più importanti disposizioni nazionali che devono essere applicate per la progettazione e la realizzazione degli impianti VMC. UNI EN 10339:1995 Impianti aeraulici al fine di benessere. Generalità, classificazione e requisiti. UNI EN 13465:2004 Ventilazione degli edifici. Metodi di calcolo per la determinazione delle portate d’aria negli edifici residenziali. UNI EN 15242:2008 Ventilazione degli edifici. Metodi di calcolo per la determinazione delle portate d’aria negli edifici, comprese le infiltrazioni. UNI EN 15251:2008 Criteri per la progettazione dell’ambiente interno e per la valutazione della prestazione energetica degli edifici, in relazione alla qualità dell’aria interna, all’ambiente termico, all’illuminazione e all’acustica. Oltre alle norme di sistema sopra citate, va detto che, come in tutti i settori impiantistici, esistono anche delle norme di prodotto che vengono utilizzate per la corretta costruzione di apparecchiature e componenti che costituiranno un sistema di ventilazione meccanica: questi documenti vengono utilizzati da parte dei costruttori di apparecchiature che devono soddisfare i requisiti elencati. La conoscenza dei contenuti di tali norme è importante anche per i progettisti e i certificatori energetici. UNI EN 13141-7:2011 Ventilazione degli edifici – Verifica delle prestazioni di componenti/prodotti per la ventilazione degli alloggi – Parte 7: Verifica delle prestazioni di unità di ventilazione meccanica di immissione ed estrazione (compreso il recupero di calore) di impianti di ventilazione meccanica destinati ad abitazioni unifamiliari. UNI EN 13141-8:2014 Ventilazione degli edifici – Verifica della prestazione di componenti/prodotti per la ventilazione degli alloggi – Parte 8: Verifica delle prestazioni di unità di ventilazione meccanica non canalizzate di immissione ed estrazione (compreso il recupero di calore) in impianti di ventilazione meccanica destinati ad ambienti singoli. UNI EN 13142:2013 Ventilazione per edifici – Componenti/prodotti per la ventilazione residenziale – Caratteristiche di prestazione richieste e facoltative” permette di classificare i sistemi di ventilazione meccanica controllata.

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li impianti di ventilazione meccanica controllata, conosciuti con l’acronimo VMC, garantiscono un continuo ricambio dell’aria all’interno di un edificio o di singoli locali, controllandone qualità e caratteristiche. Nei casi in cui sia necessario controllare temperatura, umidità o la salubrità dell’aria in ingresso (come, per esempio, nelle case passive o negli edifici nZEB), questa soluzione risulta molto utile in vista degli obiettivi fissati per il 2020, permettendo il ricambio dell’aria e riducendo al minimo le dispersioni termiche. Mentre fino a qualche anno fa gli impianti di VMC ricoprivano un ruolo importante e strategico principalmente nei settori dirigenziali, commerciali o similari, attualmente si stanno diffondendo anche in ambito civile. Il miglioramento dei materiali edili, l’installazione di cappotti esterni e l’abbattimento di ponti termici ha portato alla costruzione di abitazioni performanti dal punto di vista della resa energetica, ma anche stagne e sigillate. Questo grava sulla qualità dell’aria interna di un edificio (Indoor Air Quality), elemento spesso dimenticato, specialmente nel residenziale, che contribuisce alla definizione delle condizioni di comfort per gli occupanti all’interno dell’edificio, permettendo di risolvere problematiche relative ad ammaloramenti interni delle strutture edilizie. Questi si determinano più facilmente in presenza di ponti termici e di percentuali elevate di umidità relativa (bagni e cucine). Ma, quali sono i reali vantaggi ottenibili da un impianto VMC? Quali sono i principali componenti che lo compongono? E, soprattutto, quali sono le diverse tipologie applicative adottabili? Cerchiamo di fare chiarezza su questi aspetti.

MECCANICA O NATURALE? Quando non è possibile sfruttare la ventilazione naturale o quando è necessario controllare i ricambi dell’aria con l’esterno (es. ambienti di lavoro particolari), l’aria viene messa in movimento meccanicamente. In questi casi si parla di ventilazione meccanica. Nella ventilazione forzata l’aria viene estratta e immessa regolandone

VMC Processo di immissione e/o estrazione d’aria verso un ambiente confinato con lo scopo di controllare i livelli di inquinanti, l’umidità o la temperatura

NORMATIVA

ASHRAE 62.1-2020

TIPOLOGIE DI VENTILAZIONE L’aria negli ambienti interni deve essere ricambiata con un’adeguata ventilazione. La ventilazione si suddivide in: 1. AERAZIONE: nessun impianto specifico; ci si “affida” alle infiltrazioni oppure all’aerazione dei locali (si aprono le finestre); 2. NATURALE: aperture programmate e sfruttamento dell’effetto camino; 3. MECCANICA: affidata a un impianto di ventilazione, è controllata quando si utilizzano parametri di regolazione per gestire tempi, modalità e portate di ventilazione; 4. IBRIDA: un mix delle precedenti soluzioni.


VMC opportunamente la portata. La movimentazione dell’aria è ottenuta mediante ventilatori. Il ricambio dell’aria è fornito da condotte di ventilazione forzata collegate con gli ambienti interni da griglie di aspirazioni (per la rimozione dell’aria viziata o inquinata) e da diffusori (per l’immissione di aria nuova). La ventilazione meccanica garantisce un comfort migliore, la tutela della salute umana e del manufatto edilizio, l’ottimizzazione dei consumi energetici e, da ultimo, la possibilità di filtrazione dell’aria. Inoltre, garantisce: ■■ portate d’aria di immissione/estrazione in quantità prestabilite (ventilazione ad hoc); ■■ possibilità di variare tali portate in funzione delle condizioni ambiente (aumento o diminuzione dell’umidità ambiente, presenza o meno delle persone, etc.); ■■ possibilità di recupero di calore sull’aria espulsa tramite scambiatori di calore. Oltre agli indubbi risparmi energetici conseguibili, gli impianti VMC sono in grado di rendere salubri gli ambienti abitati o utilizzati dagli occupanti, garantendo una qualità dell’aria eccellente, cosa che la semplice apertura delle finestre non consente. Maggiore è il numero dei filtri – così le loro capacità filtranti – maggiore è la perdita di carico che porta a un sensibile aumento della potenza elettrica assorbita dal ventilatore e una necessaria attività manutentiva programmata, al fine di garantire sempre l’impianto di ventilazione in perfetta efficienza.

TIPOLOGIE Nella realizzazione di nuovi edifici, il sistema di ventilazione più conveniente è un impianto VMC centralizzato a rete aeraulica. Esistono fondamentalmente due macro sistemi di ventilazione distinti in base al tipo di unità – a singolo flusso o a doppio flusso – che vengono utilizzate nella realizzazione dell’impianto.

VMC a singolo flusso Nei sistemi VMC a singolo flusso, i più semplici, la ventilazione forzata viene affidata a un’unità ventilante, dimensionata in base alla portata di aria necessaria al mantenimento delle condizioni di comfort interne, e delle unità statiche (solitamente applicate ai telai dei serramenti o sui cassonetti degli avvolgibili) che provvedono a immettere o estrarre aria, a seconda che l’impianto VMC lavori in pressione o depressione. È preferibile adottare un sistema VMC con un’unità di ventilazione che provvede all’immissione dell’aria e bocchette poste sui serramenti che ne regolano l’espulsione in quanto si ottengono una serie di vantaggi, tra i quali: ■■ la possibilità di filtrazione dell’aria esterna prima dell’immissione in ambiente; ■■ il mantenimento dei locali in sovrappressione, fattore che elimina la possibilità di ingresso di odori e inquinanti; ■■ un maggiore controllo dell’aria immessa in ogni singolo ambiente, con conseguente maggiore velocità di bilanciamento dei circuiti e riduzione dei tempi di startup. Le unità statiche da applicare su serramenti, cassonetti o altri elementi (es. bocchette) possono essere di tipo normale o igroregolabili. Le prime sono essenzialmente costituite da bocchette complete di un sistema di regolazione della portata d’aria che può essere statico oppure autoregolante, ossia dotato di un elemento specifico, in grado di autoregolare il flusso d’aria in base alle variazioni di utilizzazione interne, garantendo una portata costante. Le unità di tipo igroregolabili, invece, hanno un elemento igroscopico, in grado di modificare le sezioni di passaggio in modo automatico, al variare dell’umidità relativa del locale. Questi elementi, pertanto, permettono di controllare la percentuale di umidità relativa interna dei singoli locali. Si tratta di una soluzione che

ISPEZIONAMENTO del sistema di ventilazione

presenta diversi punti dolenti, permettendo uno scarso recupero energetico, una maggiore portata d’aria per far funzionare al meglio il sistema e di conseguenza una maggiore richiesta di potenza. Di contro ha il vantaggio di avere un costo iniziale relativamente basso e di avere canali più compatti e meno voluminosi.

VMC a doppio flusso Negli impianti VMC a doppio flusso, che sfruttano due canali per il riciclo e la pulizia dell’aria, viene installata un’unità di ventilazione completa di sistema di recupero di calore, che gestisce l’immissione e la ripresa d’aria dai singoli locali. Questo impianto è caratterizzato dalla presenza di due ventilatori: i due canali di distribuzione sono separati e indipendenti, infatti uno viene sfruttato per l’immissione dell’aria all’interno dell’ambiente, mentre l’altro si occupa dell’estrazione dell’aria dall’interno del locale. I singoli flussi sono gestiti ognuno da un proprio ventilatore dedicato. I due flussi vengono convogliati dai due ventilatori all’interno di uno scambiatore di calore che li miscela per equilibrarne la temperatura e reimmetterli negli ambienti facendoli passare da un filtro che blocca agenti inquinanti, pollini e allergeni sospesi. Rispetto a un sistema monoflusso, il doppio flusso è capace di trattare, riscaldare o raffreddare l’aria proveniente dall’esterno e filtrarla,

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SPECIALE lavori in immissione o in estrazione, è possibile trovare l’unità di tipo statico più consona, come: unità ventilanti da parete, applicazioni su cassonetti degli avvolgibili o telai su serramenti. La VMC decentralizzata è poco invasiva; inoltre, ha un basso costo di investimento, un minimo costo d’esercizio e una facilità di posa in opera senza grossi interventi. Di contro, il recupero energetico è scarso e spesso si richiede una portata d’aria ulteriore per il raggiungimento del livello ottimale di temperatura e umidità relativa. Le unità VMC puntuali non contribuiscono all’efficienza energetica con la stessa resa che hanno sistemi di ventilazione con recupero di calore.

SISTEMI DI RECUPERO DEL CALORE APERTURA DELLE FINESTRE. Gli impianti VMC sono in grado di rendere salubri gli ambienti abitati o utilizzati dagli occupanti, garantendo una qualità dell’aria eccellente, cosa che la semplice apertura delle finestre non consente per garantire così il ricambio continuo e il recupero del calore. L’impianto quindi funge anche da climatizzatore, con il vantaggio dei bassissimi consumi e della ridottissima rumorosità. Il sistema è applicabile sia in abitazioni singole, sia in grandi complessi residenziali, dove può essere conveniente predisporre un impianto di ventilazione centralizzato (che consente di abbattere i costi di installazione e manutenzione) costituito da una sola grande macchina, mentre gli appartamenti vengono equipaggiati di recuperatori di calore di tipo “passivo”, provvisti di scambiatore di calore, ma privi di ventilatori. In questo caso, rispetto alla possibilità precedentemente prospettata, il vantaggio è quello di poter recuperare gran parte dell’energia termica richiesta per il mantenimento delle condizioni interne, scambiando calore tra l’aria di mandata e l’aria estratta, riducendo notevolmente i consumi energetici.

VENTILAZIONE MECCANICA DECENTRALIZZATA In alcuni casi non è sufficiente fare riferimento alle sole due categorie impiantistiche prima descritte, perché nella riqualificazione degli edifici risulta spesso difficile, o tecnicamente impossibile, l’adozione degli impianti VMC a causa della mancanza degli spazi tecnici necessari per la realizzazione di una vera e propria rete aeraulica. In questi casi è possibile utilizzare dei sistemi differenti, definiti di tipo puntuale o decentralizzati. Questa tipologia di impianto di ricircolo d’aria lavora localmente per singole stanze, senza lavori edili eccessivamente invasivi. A seconda che la ventilazione

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I sistemi di recupero negli impianti VMC si suddividono in: unità con recupero a flussi incrociati, unità con recupero di tipo rotativo, unità con recuperatore termodinamico.

A flussi incrociati I recuperatori di calore a flussi incrociati sono sistemi di tipo statico, che non hanno alcun elemento in movimento, e vengono impiegati negli impianti VMC soprattutto per il loro ridotto spazio in termini di altezza. Permettono di realizzare unità di ventilazione di ridotto spessore, consentendo una migliore collocazione delle stesse anche in zone dell’immobile dove si può predisporre un’installazione a soffitto, senza dover adibire necessariamente un locale specifico. Ovviamente, anche in questo caso, le dimensioni e gli ingombri dell’unità sono direttamente proporzionali alla portata d’aria della macchina e al recupero garantito dalla stessa. Gli scambiatori a flussi incrociati di tipo normale hanno efficienze medie del 40-70%: solitamente le unità utilizzate negli impianti VMC di tipo domestico sono equipaggiate con recuperatori di calore con flussi d’aria in controcorrente, in grado di raggiungere valori di efficienza attorno a 80-90%.

Rotativi Meno diffusi dei primi, i recuperatori di calore rotativi hanno un sistema di recupero, appunto, rotante composto da un rotore cilindrico caratterizzato da migliaia di micro canali che garantiscono una superficie di scambio molto elevata. Il ciclo di scambio avviene tramite la rotazione del cilindro nel quale l’aria di espulsione attraversa una metà dell’involucro e cede calore alla matrice del rotore che lo accumula. L’aria di rinnovo, che attraversa l’altra metà, assorbe il calore accumulato. Durante la rotazione, le parti che assorbono e cedono calore si invertono continuamente. Il vantaggio di questo recuperatore è la capacità di poter assorbire anche parte dell’umidità, consentendo di ridurre i dispositivi di deumidificazione. Purtroppo, però, a differenza degli scambiatori di tipo statico a flussi incrociati, hanno un ingombro maggiore; infatti, il motore che fa ruotare il rotore richiede ulteriore potenza elettrica seppur minima. Gli scambiatori di tipo rotativo garantiscono un’efficienza della temperatura che può addirittura essere pari all’85%, mentre l’umidità trasferita può essere addirittura pari al 90%.

Termodinamici In un impianto VMC, l’adozione di un sistema di ventilazione con deumidificazione e integrazione termica ad altissima efficienza garantisce il massimo del controllo e della gestione delle condizioni interne. L’unità espelle l’aria viziata dai locali e pretratta quella esterna filtrandola, umidificandola o deumidificandola e portandola alla corretta


VMC temperatura, così da garantire sempre aria fresca e soprattutto pulita nelle abitazioni. Il sistema non recupera “meccanicamente” l’energia dell’aria espulsa per scambio conduttivo di calore tra due flussi d’aria separati, bensì attraverso un processo termodinamico attivo, con un circuito in pompa di calore reversibile. Molto spesso queste unità sono equipaggiate con recuperatori statici la cui efficienza è più bassa del normale, con l’intento di ridurre le perdite di carico in macchina, consapevoli dei benefici ottenibili dalla pompa di calore. Gli assorbimenti elettrici sono nettamente superiori rispetto ai precedenti sistemi, in quanto deve essere alimentata anche la pompa di calore. La presenza di un compressore all’interno, comporta livelli di rumorosità maggiori poiché viene diffusa attraverso i canali e irradiata in ambiente dalla macchina stessa. Questa condizione va opportunamente valutata e gestita per non creare un discomfort acustico in ambiente. L’efficienza del recuperatore interno si attesta su valori del 40 – 50%.

DIMENSIONAMENTO DI UN IMPIANTO VMC Per il dimensionamento di un impianto VMC in ambito residenziale ci si può riferire alla UNI TS 11300, che provvede a un valore di ricambio d’aria pari a 0,3 vol/h (in assenza di un sistema meccanico di ventilazione) per consentire il massimo risparmio energetico. Questo valore, per vari motivi, può risultare insufficiente per garantire la salubrità dell’ambiente. Il tasso ideale per una corretta diluizione degli inquinanti e per la riduzione dell’umidità all’interno degli ambienti domestici può considerarsi quello indicato nella Legge 373/1976 e successivamente ribadito con la Legge 10/91, in cui viene fissato un numero di ricambi d’aria pari a 0,50 vol/h. Pertanto, la portata d’aria per ogni singolo locale in cui vi è la necessità

TABELLA 1. Tassi di ventilazione per gli ambienti residenziali secondo la UNI EN 15251 durante i momenti di occupazione

di immettere aria (Q [m³/h]), sarà calcolata semplicemente moltiplicando il volume V [m³] del locale per il numero di ricambi aria (n) che, appunto, sono pari a 0,50 1/h: Q = V · n = V · 0,5. Ci si può anche riferire alla norma UNI EN 15251 “Criteri per la progettazione dell’ambiente interno e per la valutazione della prestazione energetica degli edifici, in relazione alla qualità dell’aria interna, all’ambiente termico, all’illuminazione e all’acustica”. Secondo questa norma infatti, i tassi di ventilazione suggeriti sono da utilizzare per il dimensionamento degli impianti di ventilazione e non sono da intendersi come convenzionali, bensì come effettivi nei momenti di occupazione degli spazi (vedi Tabelle 1, 2). Durante le ore del giorno, in assenza di persone, l’impianto VMC potrà lavorare in parzializzazione, ossia riducendo il numero di ricambi d’aria, così da ridurre i consumi energetici e rispettare i dettami della UNI TS 11300 (0,30 V/h, media giornaliera). Il calcolo dei fabbisogni per ventilazione è molto semplice. Il risultato finale, però, varia a seconda del tasso di ventilazione “n” adottato in fase di calcolo. Occorre notare che nella UNI EN 15251 il valore di 0,3 V/h non appare. Dimensionare un sistema di ventilazione sulla base di valori convenzionali, senza tenere conto dei bisogni degli ambienti, costituisce un grave errore, paragonabile a quello che si compirebbe dimensionando un generatore di calore sulla base delle temperature medie mensili e non su quelle di progetto. La UNI TS 11300-1 specifica che per un calcolo differente da quello teorico (quindi adattato all’utenza) i ricambi d’aria reali possono essere molto differenti da valori standard di 0,3 V/h. Ne consegue che in assenza di impianti meccanici non è possibile garantire alcun valore di ventilazione reale di riferimento. Inoltre, solo mediante un “impianto” di ventilazione è possibile assicurare un ricambio continuativo, così come richiesto dalla UNI EN 15251.

TABELLA 2. Identificazione delle diverse categorie e corrispondenti qualità dell’edificio

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SPECIALE

Cosa offre il mercato Per le mezze stagioni Nei periodi autunnali o primaverili, quando le temperature sono miti e non vi è una reale necessità di accendere l’impianto di riscaldamento, la VMC termodinamica rappresenta l’alternativa ideale per mantenere una temperatura gradevole negli ambienti domestici, evitando sprechi energetici. Le soluzioni proposte da MyDATEC assicurano la regolazione attiva della temperatura indipendentemente dalle condizioni esterne, garantendo al tempo stesso un regolare ricambio dell’aria per eliminare la concentrazione di CO2 e COV, nonché di agenti inquinanti e batteri. In qualsiasi stagione il comfort abitativo viene assicurato grazie alla costante ventilazione, nonché deumidificazione degli ambienti, garantendo un livello ottimale di umidità dell’aria. Accorgimenti che permettono di preservare la salute e ridurre le spese di riscaldamento. Un altro aspetto importante per limitare gli sprechi e migliorare il comfort è dato dall’installazione e dal corretto uso di un pannello di controllo in grado di fornire informazioni aggiornate sulla temperatura degli ambienti e la relativa umidità, attivando l’impianto solo quando realmente necessario. In Italia la normativa consente una temperatura interna pari al massimo a 22°C, ma è importante sottolineare che per ogni grado in meno è possibile risparmiare all’incirca tra il 5 e il 10% sul consumo quotidiano. A tal proposito, l’azienda ha sviluppato il pannello Smart Touch che permette di regolare in qualsiasi momento tutte le funzionalità della VMC termodinamica e consente di visualizzare la temperatura di ciascun flusso d’aria, nonché il consumo elettrico della centrale VMC. Inoltre, grazie al sensore Air+ l’utente può monitorare i parametri relativi alla qualità dell’aria indoor: temperatura, umidità e COV. In ottica di smart home, le soluzioni MyDATEC possono essere controllate e monitorate anche da remoto utilizzando l’app MyDATEC. L’interfaccia dell’applicazione consente in qualsiasi momento di agire sul funzionamento della centrale, regolando la temperatura di maggior comfort, oltre alla possibilità di ricevere in tempo reale avvisi e segnalazioni relative alla manutenzione dell’impianto.

www.mydatec.com

Con doppio filtro combinato Energyvent 150-D di Viessmann è un sistema di ventilazione meccanica controllata a parete in grado di garantire il ricambio automatico dell’aria in modo semplice, silenzioso ed efficiente, grazie alla presenza di un doppio filtro combinato che permette di eliminare pollini e polveri dall’aria esterna. Grazie all’impiego di ventilatori ad alta efficienza e allo scambiatore entalpico per il recupero fino al 91% del calore, il sistema di VMC consente di ottenere il ricambio dell’aria viziata, evitando l’accumulo di umidità e inquinanti con il massimo del risparmio energetico. I comandi posizionati sull’unità e il telecomando in dotazione permettono di controllare Energyvent 150-D in modo semplice e intuitivo. Il prodotto è disponibile anche nella versione Energyvent 150-D+ capace di regolare automaticamente la velocità di ventilazione grazie al sensore umidità per evitare condense e muffa, al sensore CO2 per migliorare l’ossigenazione degli ambienti, e al sensore VOC, per tenere sotto controllo la concentrazione di sostanze inquinanti. L’innovativo Color Control fornisce inoltre precise indicazioni sulla qualità dell’aria attraverso differenti colorazioni, mentre la funzione free-cooling consente di raffrescare l’interno della casa durante le ore notturne estive e le mezze stagioni. Un kit di luci LED dimmerabili permette infine di unire la funzione estetica alle migliori prestazioni. L’installazione è semplice e veloce: è sufficiente praticare solo due fori passanti sulla parete perimetrale e collegare il dispositivo all’alimentazione elettrica. Dotato di filtri efficaci contro il PM10 e il PM 2,5, il prodotto rientra nella Classe energetica A.

www.viessmann.it

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VMC A doppio flusso Atlantic offre una vasta gamma di prodotti VMC, che vanno dal residenziale al terziario, tra cui Optimocosy HR plus, centrale doppio flusso per tutte le abitazioni nuove o in ristrutturazione, con uno scambiatore ad alto rendimento (recupero del 92%) e telecomando radio esclusivo multifunzione. Tra le funzioni disponibili è presente la sovraventilazione, possibile in tre modalità (cucina, boost, raffrescamento), e la modalità assenza, che permette una riduzione della portata totale dell’alloggio con un guadagno fino al 33% su una portata costante. Grazie alla sonda CO2 a infrarosso, in grado di monitorare la qualità dell’aria, il flusso della ventilazione si adatta automaticamente in base all’occupazione e alle esigenze dell’abitazione, mentre lo scambiatore ad alto rendimento permette un recupero del 92% delle calorie dell’aria estratta. È possibile controllare in remoto la propria centrale grazie a Cozybridge, il kit di collegamento per app Cozytouch. Duocosy è una centrale doppio flusso per tutte le abitazioni nuove o in ristrutturazione con uno scambiatore ad alto rendimento che garantisce un recupero del 92%. Tra i punti di forza: le dimensioni compatte, l’accesso diretto ai filtri dal pannello frontale, la segnalazione tramite Optimocosy HR plus spia luminosa della sostituzione dei filtri e l’attivazione della sovraventilazione cucina con tasto (incluso). Ecocompact, invece, è una centrale doppio flusso con scambiatore ad alto rendimento in alluminio, ideale per le ristrutturazioni e gli spazi contenuti, grazie a uno spessore della macchina di soli 27 cm. L’installazione è possibile in verticale o in orizzontale; è dotato di un pannello controllo a tre velocità ed è disponibile in due varianti, semplice o “plug and play ”. Fra le opzioni è possibile inserire batterie per il preriscaldamento o la sonda CO2.

www.atlantic-comfort.it

Semplicemente efficiente Semplice da installare, da manutenere e da controllare, ma anche efficiente, performante e silenziosa. Sono questi i principali punti di forza della nuova unità di ventilazione meccanica a parete WHRI di RDZ. La macchina, progettata per l’uso in ambito residenziale, autonomo o condominiale, è disponibile in due taglie (da 150 e 220 m2/h) e prevista per il montaggio a incasso, a parete. Rispetto alle comuni unità di ventilazione meccanica, WHRI si compone di tre elementi: una controcassa di predisposizione, un’unità ventilante e un pannello frontale di chiusura che possono essere acquistati in differenti fasi, secondo le necessità di installazione e le tempistiche di cantiere. La controcassa è realizzata in lamiera zincata e provvista di fori per gli allacciamenti elettrici. È inoltre dotata di due connessioni aerauliche superiori per presa aria esterna ed espulsione. Nella parte inferiore sono presenti due plenum completi di attacchi per l’estrazione e la mandata dell’aria che agevolano e velocizzano l’esecuzione del sistema di distribuzione in ambiente. Cuore della macchina è l’unità ventilante realizzata con telaio in lamiera preverniciata e isolamento termo-acustico interno in lana di roccia che assicura elevata silenziosità. È dotata di recuperatore di calore in polipropilene ad alta efficienza (~90%), di motori EC a portata costante e di filtri F7 (ISO ePM1 65%) sul canale di ripresa e mandata per un’ottimale filtrazione dell’aria nuova. L’unità è equipaggiata di bypass per il free-cooling e sensori NTC per il rilevamento della temperatura dell’aria sulle linee aerauliche. È prevista anche la funzione di protezione antigelo e di rilevamento automatico dei filtri sporchi. La macchina può essere controllata tramite pannello di controllo dedicato con visore semplice a tre velocità (consente in questo caso: ON/OFF remoto e gestione remota delle velocità) oppure attraverso un’interfaccia smart con display LCD che permette di gestire anche ingressi remoti provenienti da un sistema domotico esterno. WHRI si completa con il pannello frontale di chiusura in lamiera zincata verniciata RAL 9010 che agevola l’accesso al modulo ventilante per le operazioni di ispezione e manutenzione.

www.rdz.it

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SPECIALE A scomparsa Helty amplia la propria gamma di prodotti dedicati al benessere e alla salubrità degli ambienti indoor con una linea macchine VMC installabili a incasso nella muratura. Le nuove soluzioni nascono per rispondere all’esigenza di termoidraulici e imprese di riqualificazione di avere sistemi funzionali, dal minimo impatto estetico e dalla semplice installazione, perfetti anche in contesti di ristrutturazione o upgrading energetico di abitazioni e piccoli locali commerciali. Le tre tecnologie decentralizzate proposte nella serie Flow a scomparsa – Flow 40, Flow 70 e Flow 100, ideali per stanze di piccole, medie e grandi dimensioni – combinano le eccellenti prestazioni nel ricambio d’aria (rispettivamente sino a 40,70 e 100 m3/ora) con un ingombro pari a zero: “scomparendo” all’interno della muratura, infatti, non necessitano di tubazioni o controsoffittature, lasciando a vista solo l’elegante cover. Quest’ultima è disponibile sia in una variante metallica tinteggiabile, sia in plexiglass bianco dotata di un pratico frontalino con clip magnetica che facilita la sostituzione del filtro. L’installazione di questi sistemi, inoltre, è semplice: la componente per la predisposizione, infatti, è inseribile nella muratura già in fase di lavori e può essere completata anche in un secondo momento con il montaggio della macchina VMC e della cover. Realizzata in EPS, la predisposizione è progettata per non penalizzare le prestazioni fonoacustiche dell’involucro (ad esempio, nei modelli di dimensioni più importanti Flow 70 e Flow 100 l’abbattimento acustico di facciata è certificato fino a Dn,e,w = 54 dB). Le tre macchine sono disponibili anche nella versione “Pure”: da un lato integrano due sensori in grado di rilevare i livelli di CO2 e quelli dei VOC presenti nell’aria, dall’altro consentono la gestione e la regolazione di tutte le funzionalità tramite l’app HeltyAir. I sistemi a incasso sono dotati di serie di doppio filtro antipolvere F7/G4, in grado di arrestare fino al 90% delle particelle fino a 0,4 micron, purificando l’aria indoor da pollini, agenti inquinanti, batteri e VOC. Provvisti, inoltre, di scambiatore di calore entalpico a doppio flusso incrociato controcorrente, queste soluzioni permettono di recuperare il 91% del calore dell’aria in uscita, evitando la dispersione energetica e garantendo un significativo risparmio sui costi di riscaldamento e raffrescamento. Non solo: essendo dotate anche di sensore igrometrico per la rilevazione costante dell’umidità nell’aria, i sistemi consentono la regolazione automatica del funzionamento della macchina per mantenere le condizioni climatiche ideali all’interno degli ambienti ed evitare la formazione di muffa e condensa. L’interfaccia comandi user friendly, con gestione tramite pannello sinottico, telecomando o app, rende intuitivo l’utilizzo dei sistemi e garantisce il massimo comfort nella regolazione della ventilazione e delle altre funzioni accessorie.

www.heltyair.com

Tre recuperatori di calore Trattare l’aria esterna per immetterla all’interno degli ambienti permette di rinnovare l’aria e di ripristinare la corretta quantità di ossigeno, controllare gli agenti inquinanti e contribuire al controllo dei livelli di temperatura e di umidità dell’ambiente. Per raggiungere questo obiettivo, Mitsubishi Electric ha sviluppato diverse soluzioni. Il recuperatore di calore a parete Lossnay VL-100EU5-E è l’ideale per ambienti residenziali con superfici fino a 80 mq. Esteticamente raffinato, offre massimo comfort grazie al deflettore regolabile, alla distribuzione ottimale dell’aria e alla massima silenziosità con appena LOSSNAY VL-100EU5-E 25dB. L’adozione di un filtro (opzionale) in classe e PM10 70% (M6 secondo EN779) permette di eliminare le polveri sottili depurando l’aria e restituendo un ambiente sano. Il recuperatore di calore a parete VL-50SR2-E è la prima unità interna a parete per immissione di aria di rinnovo ed espulsione di aria viziata simultanea a utilizzare una sola tubazione per entrambi i flussi di aria. Questo prodotto presenta infatti un unico condotto diviso da un setto in cui fluiscono, simultaneamente, entrambi i flussi d’aria: quella espulsa verso l’esterno e quella di rinnovo verso l’ambiente interno. Il modello è inoltre dotato di telecomando ad infrarossi per l’accensione e lo spegnimento dell’unità. Il recuperatore di calore canalizzabile VL-220CZGV, infine, è un’unità di ventilazione centralizzata a doppio flusso con recupero di calore che provvede al ricambio d’aria dell’unità abitativa tramite l’estrazione dell’aria dai locali di servizio e all’immissione nei locali nobili dell’aria di rinnovo, filtrata e pretrattata.

it.mitsubishielectric.com

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CARTA, ENERGIA PER LA MENTE Il 60% dell’energia usata per produrre la carta in Europa è rinnovabile. Leggere su carta non consuma e rimane impresso. Questa è una notizia, vera.

Scopri le notizie vere sulla carta www.naturalmenteioamolacarta.it Fonte: Statistiche CEPI, 2018 CEPI rappresenta il 92% della produzione europea di carta e paste per carta


DENTRO L’OBIETTIVO

Un edificio funzionale che rispetta l’ambiente Grazie all’utilizzo di materiali riciclati e naturali, Villa TR è stata pensata e progettata per mantenere elevati standard energetici e di comfort anche durante il cambio di stagione a cura della REDAZIONE 44

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S

ituata nel Comune di Mello (SO) sulle Alpi Retiche a 680 metri s.l.m., Villa TR è un edificio residenziale inserito in un contesto poco urbanizzato, caratterizzato da prati da sfalcio e situato al limite della parte urbanizzata esistente. Il luogo, lo spazio, la luce, l’alternarsi delle stagioni, la semplicità delle forme, il rispetto degli elementi e i segni geometrici – unitamente alla contemporaneità – sono gli elementi essenziali che ispirano l’idea e lo sviluppo della forma progettuale. L’orientamento verso sud dell’edificio e la grande trasparenza forniscono un rapporto diretto tra interno ed esterno. Infatti, oltre alla possibilità di sfruttare l’apporto energetico proveniente dal sole, l’orientamento/trasparenza permette un deciso rapporto interno-esterno con una vista ritmica sullo skyline delle Alpi Orobie e delle valli laterali, e l’affaccio sui tetti della parte già urba-

nizzata del piccolo paese, con il fondo valle e il lago di Como sullo sfondo. Il volume geometrico e rigoroso segue le linee del terreno, mimetizzandosi e integrandosi con la pendenza dei terrazzamenti, riprendendo il colore della terra e delle pietre del luogo. La finitura a calce naturale con la sua matericità si integra nella soluzione a terrazzamento come quelli proposti dal territorio vitato della zona. L’interno, molto semplice e lineare, rispecchia l’esterno. La continuità è la condizione principale: il bianco pervade le pareti e le porte, continuando anche sulle ante degli armadi; senza soluzione di continuità sono invece il pavimento in calcestruzzo e la grezza scala metallica. La luce naturale, rimbalzando sulle superfici, attraversa il foro scala sui due livelli, con giochi di luci e ombre nelle diverse ore del giorno.

MATERIALI NATURALI SEMPLICI, ma molto sofisticati per le loro caratteristiche intrinseche www.casaeclima.com    n.82

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DENTRO L’OBIETTIVO STRUTTURE La struttura, composta da pilastri e solette, è stata realizzata in calcestruzzo armato. I muri esterni in mattoni sono solo dei tamponamenti in modo da seguire il continuo del coibente; all’interno il tamponamento è stato realizzato in mattoni di argilla (terra cruda).

BIOCLIMATICA L’edificio “funziona” con il sole e si modifica a seconda delle stagioni e del susseguirsi di giorno e notte. In inverno, quando il sole è basso all’orizzonte, la luce inonda tutta la superficie del pavimento e parte delle pareti che, per le loro caratteristica di massa, si riscaldano raggiungendo 28/30 °C. In estate, invece, quando il sole è alto sull’orizzonte, le schermature solari mobili tengono all’esterno il sole (infrarosso), mantenendo la temperatura interna controllata. La

STANDARD ENERGETICO PASSIVO Lo standard energetico passivo rende l’edificio confortevole e allo stesso tempo sostenibile. Per ottenere come unico scopo il comfort e benessere interno degli occupanti, l’edificio è così caratterizzato: ■■

involucro: U≤0,15W/(m2k);

■■

trasmittanza termica: Uw≤0,8W/(m2k), assenza di ponti termici;

■■

vetrazioni: triplo vetro Ug≤0,8W/(m2K), fattore solare g 50-55%;

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ventilazione con ≥ 75% recupero di calore;

■■

fabbisogno termico per riscaldamento ≤15KWh/ (m2a);

■■

fabbisogno utile per raffrescamento ≤15KWh/(m2k);

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fabbisogno energia primaria ≤120KWh/(m2k)

Valori U elementi costruttivi: tetto 0,108 w/(m2k), parete 0,167 w/(m2k), pavimento 0,126 w/(m2k), sfasamento copertura 21h 10’. Vetrazioni: Valore U= 0,60 w/(m2k), telaio medio 0,90 w/(m2k), fattore solare g 0.50 Il progetto ha previsto un processo di progettazione e realizzazione secondo la metodologia CQ Quality Building che ha permesso di coordinare le figure coinvolte in tutto il processo produttivo secondo i tempi stabiliti.

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TETTO VERDE. La copertura piana dell’edificio accoglie il tetto verde estensivo Sedum, con cinque varietà di fioriture da primavera


CANTIERE

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DENTRO L’OBIETTIVO

ventilazione naturale scarica termicamente le masse durante le ore notturne più fresche. Grazie agli alti spessori dei coibenti e alle tipologie dei materiali si riesce a garantire un altissimo comfort interno.

MATERIALI NATURALI All’interno dell’edificio sono stati utilizzati una serie di materiali naturali. Le coibentazioni a diretto contatto con l’interno sono state realizzate in fibra di legno per la maggior parte della superficie. Tutti i

INTERNO DELL’EDIFICIO

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rivestimenti interni e i divisori sono stati costruiti in mattoni di argilla, così come gli intonaci e la finitura, sempre in argilla di colore bianco senza verniciatura. Nello specifico, l’argilla è un materiali naturale, ecosostenibile e recuperabile. Infatti non crea scarti da portare in discarica e la demolizione delle tracce viene trasformata in malta. Il tutto si sintetizza in comfort e salubrità degli ambienti. Il concetto perseguito è stato quello della semplicità: nelle forme, ma anche nei materiali, semplici, ma molto sofisticati per le loro caratteristiche intrinseche.


ESTERNO DELL’EDIFICIO

SCHEDA DI PROGETTO PROGETTISTA E DIRETTORE LAVORI: Studio bioprgettazionetarca di Tarca Davide www.bioprogettazionetarca.it IMPRESA COSTRUZIONE: Tarca costruzioni, Mello (SO) | www.tarcacostruzioni.it

Fornitori IMPRESA COSTRUZIONI GENERALI – Tarca costruzioni INTONACI ESTERNI CALCE – TCS calce MATTONI INTONACI E FINITURA INTERNA IN ARGILLA TERRA CRUDA – Ton Gruppe® CONTROSOFFITTI – Paint MEMBRANE IMPERMEABILI E TRASPIRANTI, NASTRI DI TENUTA COIBENTAZIONE IN FIBRA DI LEGNO ACCESSORI – Riwega POMPA DI CALORE ARIA/ACQUA – Clivet, Modello WSAN-XIN TERMINALI – Sabiana, Modello CRC-ECM 43 VMC CON RECUPERATORE DI CALORE – Ostberg, Modello HERU 90 MATERIALE IDRAULICO – Rossi & Lersa MATERIALE EDILI ETC. – Biomarket srl - Bracellli srl SISTEMA DI DRENAGGIO E ACCUMULO PER GIARDINI PENSILI – Geoplast LAPILLO VULCANICO E TERRICCIO TETTO VERDE – Euro Pomice ZOLLE TETTO VERDE – N.E.P. SERRAMENTI – Jolly PVC VETRAZIONI – Vetro G FRANGISOLE – Model System Italia S.p.a.

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DENTRO L’OBIETTIVO

Coworking nell’ex magazzino Materiali naturali, ecosostenibili e low-cost al centro dell’intervento di riqualificazione di un capannone artigianale trasformato in uno spazio per il lavoro condiviso ERIKA SEGHETTI

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T

rasformare un ex magazzino in uno spazio multifunzionale e di coworking, adottando soluzioni di basso impatto ambientale. Nasce da questa idea il progetto realizzato dallo studio AxS che ha previsto la ristrutturazione e riqualificazione energetica di un capannone artigianale in disuso alle porte di Lucca. Il fabbricato, risalente al 1969, è posizionato a circa 500 metri dalle mura urbane, in una zona in origine intermedia tra città e campagna e oggi completamente inglobata nell’abitato.

ELEVATO COMFORT INTERNO Le esigenze progettuali erano quelle di creare un ambiente di lavoro condiviso – con la possibilità di utilizzarlo anche per l’organizzazione di eventi di vario tipo – e che avesse un elevato comfort interno. L’intervento avrebbe dovuto privilegiare l’economicità, anche attraverso l’implementazione di tecniche costruttive di autocostruzione, e prevedere la sperimentazione di materiali alternativi a quelli tradizionali.

PROGETTAZIONE BIOCLIMATICA E MATERIALI DI SCARTO Si è scelto, quindi, di implementare delle soluzioni in grado di ridurre i consumi energetici della struttura, puntando soprattutto sull’isolamento termico e sull’applicazione diffusa di alcuni principi bioclima-

tici alla progettazione. Grande attenzione, inoltre, è stata posta alla scelta di prodotti riciclabili/riutilizzabili o già provenienti da processi di riuso.

FACCIATA ESTERNA VENTILATA Gli interventi sull’involucro hanno previsto la realizzazione di una facciata esterna ventilata realizzata con pannello di supporto in OSB e scandole ottenute da scarti PEHD di guaina bugnata, materiale solitamente utilizzato per l’impermeabilizzazione contro terra delle fondazioni e dei piani interrati. La facciata è stata dotata di scossaline e rifiniture in alluminio pre-verniciato.

RIMOZIONE DEL TETTO IN AMIANTO E ISOLAMENTO CON MATERIALI NATURALI Si è proceduto inoltre alla rimozione del tetto in eternit, che è stato sostituito con una nuova copertura con isolamento in sughero. L’isolamento interno è stato invece realizzato con fibra di canapa e finiture in tavole di legno di abete protetto con olio cera naturale o in policarbonato alveolare. Il pavimento contro terra è stato isolato con isolante termico multiriflettente a bassissimo spessore, abbinato a materiali di scarto degli imballaggi.

LO SPAZIO Il programma di intervento ha previsto il miglioramento energetico e percettivo dell’edificio di 150 mq per creare degli uffici in coworking con annesso laboratorio e spazio eventi, attraverso la scelta e la sperimentazione di materiali low-cost, biocompatibili ed ecosostenibili.

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DENTRO L’OBIETTIVO

FACCIATA VENTILATA con pannello di supporto in OSB e scandole ottenute da scarti PEHD di guaina bugnata

SOSTITUZIONE TETTO IN ETERNIT con copertura con isolamento in sughero 52

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ISOLAMENTO INTERNO con fibra di canapa e finiture in tavole di legno di abete


PAVIMENTO CONTROTERRA con isolante termico multiflettente abbinato a materiali di scarto degli imballaggi

MATERIALI PER L’ISOLAMENTO ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■

paglia posata sia a secco che mista ad argilla calce e canapulo miscelati in betoniera sughero granulare fibra di legno in pannelli fibra di canapa in materassini isolante termico multiriflettente a bassissimo spessore

MATERIALI PER LE FINITURE ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ ■■

rivestimento in tavole di abete per il pavimento pittura esente da VOC metallo grezzo trattato a olio/cera policarbonato alveolare rasante in calce per il sistema a cappotto sottostruttura in legno finitura esterna con guaina bugnata e lamiera

INFISSI E INTERIOR DESIGN

ISOLAMENTO CON PAGLIA posata sia a secco che mista ad argilla

Gli infissi interni sono del tipo in metallo grezzo trattato a olio/cera. È stato scelto di non intervenire sulle finestre esistenti, ma si sono ridotte le dispersioni termiche riducendo la superficie trasparente con elementi di arredo isolati, come ad esempio un telaio in legno con isolamento in multiriflettente rivestito da tessuto ottenuto dal riciclo di una vela. Molti degli arredi interni sono stati progettati dallo Studio AxS e sono stati ottenuti dalla combinazione di materiali frutto di scarti di produzione e prodotti basici da costruzione. www.casaeclima.com    n.82

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STRUTTURE LEGGERE

Sopraelevazioni, la leggerezza del legno e del metallo Cosa si intende per sopraelevazioni? Come sono regolamentate? Quali i materiali e i sistemi per realizzarle? PATRIZIA RICCI 54

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er sopraelevazione si intende qualsiasi tipo di lavoro edilizio che comporti lo spostamento verso l’alto della copertura di un fabbricato preesistente. In altre parole, si tratta della realizzazione di nuove opere e costruzioni che superino l’originaria altezza dell’edificio o del condominio.

COME DISTINGUERE UNA SOPRAELEVAZIONE DA UN AMPLIAMENTO? Per gli interventi di sopraelevazione non esiste una formulazione a livello nazionale (vedi Box). Ma l’articolo 13 Decreto 5 agosto 2015, n. 3/Reg – Regolamento attuativo della legge regionale 11 agosto 2011, n. 28 (Norme per la riduzione del rischio sismico e modalità di vigilanza e controllo su opere e costruzioni in zone sismiche) – definisce i criteri per l’individuazione dell’appartenenza di un intervento su una costruzione esistente alla tipologia di “sopraelevazione”, ai fini dell’applicazione del paragrafo 8.4.1, lettera a) delle NTC 2008 e per le procedure di autorizzazione di cui all’articolo 90 del D.P.R. 380/2001 (articolo 7, comma 2, lettera d) della 1.r. 28/2011) o di “ampliamento” ai fini dell’applicazione del paragrafo 8.4.1, lettera b) delle NTC 2008. È definito ampliamento “qualsiasi realizzazione effettuata mediante opere strutturalmente connesse all’unità strutturale oggetto di intervento che dia luogo a un aumento della superficie accessibile” e non si configuri come sopraelevazione, ad esclusione della realizzazione di manufatti di modeste dimensioni e a condizione che non venga alterato il comportamento sismico globale dell’edificio. Gli interventi di ampliamento sono attuabili solo a seguito di interventi di adeguamento sismico della costruzione esistente (paragrafo 8.4.1 NTC 2008) e sono soggetti alle procedure di “autorizzazione sismica” o “deposito sismico” in base alla zona sismica. Occorre inoltre considerare che l’unica definizione tecnica nazionale si ritrova nelle precedenti NTC 2008 nella quali si legge: “s’intende per ampliamento la sopraelevazione di parti dell’edificio di altezza inferiore a quella massima dell’edificio stesso” che comporta un aumento della superficie accessibile.

NORMATIVA Le norme tecniche NTC definiscono ciò che non è sopraelevazione: ■■

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le NTC 2008, in vigore dal 2009 al 2018, recitano: “Una variazione dell’altezza dell’edificio, per la realizzazione di cordoli sommitali, sempre che resti immutato il numero di piani, non è considerata sopraelevazione o ampliamento ai sensi dei punti a) e b) (n.d.r. lettera a) sopraelevazioni e lettera b) ampliamenti)”; le NTC 2018 non modificano tale dicitura e anzi rafforzano la volontà del legislatore di consentire il recupero dei sottotetti solo previo adeguamento dell’edificio. Recitano infatti: “Una variazione dell’altezza dell’edificio dovuta alla realizzazione di cordoli sommitali o a variazioni della copertura che non comportino incrementi di superficie abitabile, non è considerato ampliamento1, ai sensi della condizione a) (n.d.r. lettera a) sopraelevazioni)”.

Le NTC 2018 risultano più restrittive solamente rispetto al caso di sopraelevazione (lettera a), avendo introdotto il fattore “incremento di superficie abitabile”. Infatti, nel caso di ampliamento si fa riferimento invece alla seguente dicitura: “ampliare la costruzione mediante opere ad essa strutturalmente connesse e tali da non alterarne significativamente la risposta”, la quale non obbliga necessariamente all’adeguamento della struttura esistente. Va considerato dunque che il legislatore ha posto chiaramente un limite geometrico in altezza (cordoli sommitali) e urbanistico (superficie abitabile).

Ampliamento: si tratta probabilmente di un refuso contenuto nella norma, da sostituirsi con sopraelevazione.

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SOPRAELEVAZIONE DI TRE PIANI realizzata su piano terra esistente composta da pareti in legno X-Lam e cappotto in lana minerale da 14 cm

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STRUTTURE LEGGERE Le norme sulla sopraelevazione La sopraelevazione negli edifici è tuttavia regolata dall’art. 1127 del Codice Civile che prevede che costituisca sopraelevazione l’intervento edificatorio che comporta lo spostamento in alto della copertura del fabbricato mediante occupazione della colonna d’aria soprastante. La Cassazione (Cass. Civ., Sez. II, n. 17284 del 12 agosto 2011), affermando che “costituisce sopraelevazione l’intervento v che comporti lo spostamento in alto della copertura del fabbricato, in modo da occupare lo spazio sovrastante e superare l’originaria altezza dell’edificio”, estende il concetto di sopraelevazione “a ogni intervento che comporta l’innalzamento della copertura del fabbricato” spostando “verso l’alto la copertura del fabbricato in corrispondenza della superficie da esso occupata, aumentando la volumetria terminale e superando in tale punto l’altezza originaria dell’edificio”, ed escludendo il “mero ampliamento in linea orizzontale”. Se i proprietari sono più di uno, ognuno di essi ha il diritto di sopraelevare in verticale rispetto alla propria unità immobiliare. Il diritto di sopraelevare può essere impedito se un titolo (regolamento di condominio e/o contratto di acquisto) vieta la sopraelevazione. Inoltre, il diritto di sopraelevazione può essere negato se: ■■

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le condizioni statiche dell’edificio non consentano la sopraelevazione; la sopraelevazione è in contrasto con l’aspetto architettonico dell’edificio. Affinché ciò si verifichi non occorre che l’edificio abbia un particolare pregio artistico, ma soltanto che questo sia dotato di una propria fisionomia, sicché la sopraelevazione realizzata induca in chi guardi una chiara sensazione di disarmonia (Corte di Cassazione, ordinanza 22156-2018). Del resto la Corte (Cass. Sez. 6-2, n. 17350/2016) ha anche affermato che l’intervento edificatorio in sopraelevazione deve rispettare lo stile

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Nello stesso articolo, è anche definita sopraelevazione “qualsiasi intervento che comporti un aumento dell’altezza dell’unità strutturale esistente cui è strutturalmente connessa”, a meno che l’aumento di altezza non sia determinato dalle seguenti realizzazioni ed a condizione che non venga alterato il comportamento sismico globale dell’edificio: A. realizzazione di cordolo sommitale (edifici in muratura sprovvisti di un collegamento efficace), purché ciò non comporti un aumento del numero dei piani; B. realizzazione con soluzioni strutturali leggere di manufatti tecnologici e strutture di contenimento per impianti (es.: extracorsa di ascensore, torrino scale/ascensore, tralicci, ciminiere e vani tecnici); C. livellamento di quote, fino ad un massimo di 1 metro, di solai di copertura sfalsati per la eliminazione di pericolosi meccanismi locali in unità strutturali adiacenti di differente altezza; D. installazione di impianti tecnologici (impianto a pannelli solari o fotovoltaici, etc.), parapetti (di qualunque materiale, nel rispetto del limite consentito dai regolamenti edilizi comunali), pergolati. Ne deriverebbe che, se non si è in presenza di incremento dell’altezza (massima) dell’unità strutturale, ma soltanto di un incremento di altezza di una parte più bassa della costruzione, tali interventi dovrebbero essere considerati “ampliamenti” e non “sopraelevazioni”. Inoltre, secondo il parere del Servizio Tecnico Centrale CS.LL.P 13/06/2011, in risposta alla richiesta del Servizio provinciale del Genio Civile di Agrigento, non può essere considerata sopraelevazione, secondo i criteri delle NTC, “l’esecuzione di nuove strutture al di sopra del livello di copertura realizzate con elementi strutturali connessi alla struttura esistente, ma in modo da non interagire con essa e quindi modificare il comportamento strutturale dell’intera costruzione”. Ciò significa che le sopraelevazioni realizzate con manufatti leggeri e la cui rigidezza alle azioni orizzontali non sia significativa nei confronti delle strutture sottostanti, sono da escludere dall’obbligo di

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STRATIGRAFIA della copertura di una sopraelevazione


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verifica di adeguamento e che, sulla base di quanto detto sopra, nelle zone 3 e 4, la sopraelevazione di parti dell’edificio di altezza inferiore a quella massima dell’edificio non sarebbe da assoggettare al rilascio del “certificato per le sopraelevazioni” ai sensi del D.G.R. 5001/2016. In sostanza, se nel recupero di un sottotetto, si elevano solo dei cordoli o si varia la copertura del tetto, senza che questo comporti un aumento della superficie abitabile, è considerato ampliamento. Se invece, si amplia la superficie, ad esempio elevando sensibilmente l’altezza del tetto fino ai limiti consentiti per Legge, aumentando di conseguenza la superficie abitabile della propria mansarda, si parla di sopraelevazione.

SOPRAELEVAZIONE E SISMA Secondo l’art. 1127 c.c. (vedi Box) la sopraelevazione non è ammessa se le condizioni statiche dell’edificio non la consentono. Quali sono le “condizioni statiche dell’edificio” che vietano la sopraelevazione? Per chiarire questo concetto, si richiama la sentenza della Corte di Cassazione n. 8643 del 30 maggio 2012: “Il divieto di sopraelevazione, per inidoneità delle condizioni statiche dell’edificio, previsto dall’articolo 1127 c.c., comma 2, va interpretato non nel senso che la sopraelevazione è vietata soltanto se le strutture dell’edificio non consentono di sopportarne il peso, ma nel senso che il divieto sussiste anche nel caso in cui le strutture sono tali che, una volta elevata la nuova fabbrica, non consentano di sopportare l’urto di forze in movimento quali le sollecitazioni di origine sismica. Pertanto, qualora le leggi antisismiche prescrivano particolari cautele tecniche da adottarsi, in ragione delle caratteristiche del territorio, nella sopraelevazione degli edifici, esse sono da considerarsi integrative dell’art. 1127, secondo comma, c.c. e la loro inosservanza determina una presunzione di pericolosità della sopraelevazione che può essere vinta esclusivamente mediante la prova, incombente sull’autore della nuova

del fabbricato, senza recare una rilevante disarmonia al complesso preesistente, sì da pregiudicarne l’originaria fisionomia ed alterarne le linee impresse dal progettista (Cass. Sez. 2, n. 10048/2013). toglie aria e luce ai piani sottostanti.

L’art. 1127 c.c. prevede il rispetto di queste tre condizioni, di cui quella sulla salvaguardia delle condizioni statiche dell’edificio è la più importante. Nel corso degli anni, la giurisprudenza è intervenuta più volte in tema di sopraelevazione con l’intento di accertare se determinati interventi qualificati come nuove fabbriche fossero riconducibili o meno a quanto previsto dall’art. 1127; ma la sentenza n. 16794/2007 della Cassazione ha sancito che si “ha nuova costruzione tutte le volte in cui vi sia una variazione delle dimensioni dell’originaria sagoma dell’edificio con un aumento delle volumetrie preesistenti all’intervento”. Quindi anche nel caso in cui non venga realizzato un intero nuovo piano, si può essere in presenza di una sopraelevazione. Inoltre, anche se di ridotte dimensioni, la sopraelevazione comporta sempre aumento di volume e superficie di ingombro, e pertanto deve essere considerata come nuova volumetria sottoposta all’osservanza delle discipline urbanistiche (D.M 1444/68, oneri concessori, rispetto delle norme impiantistiche L. 37/08, di distanza dai fabbricati di luce e affaccio, ecc.). Si tratta di un orientamento giurisprudenziale consolidato da tempo (Cassazione sentenze n. 21059/2009 e n. 15527/2008) nonché di un principio ribadito nuovamente nella sentenza di Cassazione Sez. 2 n. 14916/2015 in merito al rispetto delle distanze tra i fabbricati. Gli interventi di sopraelevazione necessitano sempre del “Permesso di costruire” (Corte di Cassazione sentenza n. 51599/2018); tali interventi inoltre sono disciplinati dal DPR 380/2001 che richiede la verifica dell’idoneità della struttura esistente a sopportare il nuovo carico, e dal DM 14 gennaio 2008 che impone la valutazione della sicurezza e, se necessario, l’adeguamento sismico dell’intera struttura esistente, qualunque sia la tipologia prevista per la costruzione dell’opera in sopraelevazione.

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STRUTTURE LEGGERE

fabbrica, che non solo la sopraelevazione, ma anche la struttura sottostante sia idonea a fronteggiare il rischio sismico”. La sentenza chiarisce che non è possibile fare riferimento a valutazioni di tipo tecnico per escludere dall’adeguamento strutturale un edificio soggetto a sopraelevazione. Ma è sempre obbligatorio l’adeguamento sismico? Le NTC fanno ricadere nella categoria di adeguamento tutti quegli interventi che implicano una sensibile modifica del comportamento strutturale di una costruzione, in primis, le sopraelevazioni. Quando però la sopraelevazione è legata esclusivamente alla

realizzazione di cordoli sommitali, la norma permette al progettista di rimanere nella categoria di “intervento locale”. Ciò è dovuto al fatto che l’incremento di altezza, anche se modesto, e, conseguentemente di azione sismica, dovuto alla presenza del cordolo sommitale è compensato dagli effetti benefici indotti su una struttura muraria dalla presenza dell’elemento considerato. Inoltre, come già considerato, nelle NTC 2018 si fa presente che non si ricade nella sopraelevazione, e quindi non è d’obbligo procedere alla verifica di adeguamento, ogni qualvolta una variazione in altezza anche superiore a quella di un cordolo, non comporti un incremento di “superficie abitabile” ma piuttosto costituisca una variazione della sagomatura della copertura. Sappiamo bene che qualora la sopraelevazione della copertura comporti un aumento della superficie abitabile l’intervento edilizio ricade automaticamente in “intervento di adeguamento” perché si ricade nel caso in cui si determina un aumento dei carichi variabili e la modifica della relativa Categoria (da H a A), ai sensi della Tabella 2.5.I delle Norme Tecniche, legato alla variazione della destinazione d’uso dell’ultimo livello dell’edificio. A questo si aggiunge l’incremento non trascurabile delle azioni orizzontali a carico della struttura sottostante dovuto a quello della massa sismica. Infatti, l’aumento dell’altezza della costruzione determinato dalla sopraelevazione, che si accompagna solitamente anche ad un incremento della massa, porterà ad un’azione sismica quasi sempre maggiore rispetto alla configurazione originaria. Inoltre va detto che all’incremento di quota delle masse aggiuntive corrisponde l’amplificazione delle sollecitazioni scaturite da un evento sismico.

SOPRAELEVAZIONI IN LEGNO

SOPRAELEVAZIONE PER LA REALIZZAZIONE DEI NUOVI LOCALI USO UFFICI. Creazione di una struttura reticolare per il solaio hi-bond e il telaio in acciaio per la copertura e le pareti; il tutto completato con pannellature e serramenti in alluminio a taglio termico e vetrocamera

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Quando si parla di sopraelevazioni, il legno non rappresenta solo una scelta dettata da ragioni “etiche” o estetiche ma, spesso, offre l’unica strada percorribile. Soprattutto in Italia, dove pur essendo possibile eseguire una sopraelevazione in termini di cubature, spesso non si può procedere per ragioni statiche. Se confrontiamo il peso specifico dei materiali da costruzione tradizionali, cemento armato (circa 2500 kg/m³) e laterizio (circa 1700 kg/m³), con quello del legno (circa 500-600 kg/m³) ci accorgiamo che una parete in legno avrà un peso complessivo in kg/m² decisamente inferiore a quello della stessa parete realizzata con tecnologie tradizionali. Il legno quindi, oltre a ridurre problemi di consolidamento


strutturale delle fondazioni, garantisce sicurezza dal punto di vista sismico, in quanto una sopraelevazione realizzata con questo materiale risulterà molto più leggera. Ma la leggerezza non è l’unica caratteristica positiva di questo materiale. Infatti la sua flessibilità, la duttilità e il ricorso alla prefabbricazione degli elementi e al relativo assemblaggio a secco, gli conferiscono ulteriori pregi nella realizzazione di tali interventi. Oltre a ciò non bisogna dimenticare gli elevati valori di efficienza energetica che caratterizzano questo materiale tali da poter fare riferimento al decreto legislativo n. 28 del 2011, “Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE” secondo il quale “i progetti di edifici di nuova costruzione e di ristrutturazioni rilevanti su edifici esistenti che assicurino una copertura dei consumi di calore, di elettricità e per il raffrescamento in misura superiore di almeno il 30% rispetto ai valori minimi obbligatori di cui all’allegato 3, beneficiano, in sede di rilascio del titolo edilizio, di un bonus volumetrico del 5%”. La metodologia costruttiva è quella del sistema a telaio. Si tratta di realizzazioni che prevedono uno scheletro ligneo, ovvero un’intelaiatura autoportante formata da pilastri di legno (generalmente di tipo “lamellare”), con pareti interne, esterne, pavimentazione e tetto in materiali differenti, gli stessi che vengono comunemente impiegati nell’edilizia tradizionale. Per quanto riguarda la posa del telaio, la struttura, assemblata in stabilimenti specializzati, viene trasportata in loco e ancorata alla platea in cemento del solaio esistente, mediante barre filettate e ancorante chimico. I vantaggi offerti da questo tipo di soluzioni sono alte prestazioni di isolamento, pareti di spessori contenuti, alte prestazioni di portata e pesi ridotti. Dal punto di vista sismico, una struttura leggera in legno non esclude un’analisi della struttura nella nuova configurazione, ovvero dell’insieme costituito dalla struttura esistente più quella nuova, ma sicuramente porta un contributo positivo grazie alla sua massa ridotta. Relativamente alle tempistiche di realizzazione, nel caso di una sopraelevazione di dimensioni medie (circa 70-80 m²), occorre poco più di una settimana per posare tutti gli elementi strutturali e garantire l’impermeabilizzazione della copertura.

SOPRAELEVAZIONI IN ACCIAIO Oltre al legno, anche l’acciaio consente di realizzare delle sopraelevazioni in modo più dinamico rispetto all’impiego di elementi in edilizia tradizionale, quale ad esempio il calcestruzzo. La nuova costruzione di telaio in acciaio e vetro o in acciaio e pannelli sandwich e comunque con tecniche e materiali a secco, si inserisce agevolmente nelle sopraelevazioni di strutture esistenti. Con le caratteristiche di leggerezza, versatilità e velocità di esecuzione che gli sono proprie, l’uso dell’acciaio garantisce una struttura leggera e resistente, costruita in tempi minori rispetto ad altri materiali. Il sistema costruttivo a secco soddisfa opportuni standard prestazionali in termini di sicurezza sismica, durabilità ed eco-efficienza.

L’acciaio gode di una serie di caratteristiche che gli conferiscono una competitività impareggiabile rispetto ad altri materiali. La flessibilità rende possibile nella progettazione una grande libertà di forme, geometrie e sfumature. L’antisismicità lo rende ideale per la realizzazione di sopraelevazioni. La duttilità, caratteristica intrinseca del materiale, gli conferisce alti livelli di dissipazione di energia che sono preclusi agli altri materiali strutturali. Questa proprietà unitamente ad un processo costruttivo che prevede la prefabbricazione e la connessione a secco in grado di supportare spostamenti durante un terremoto, conduce alla realizzazione di strutture leggere sottoposte ad azioni sismiche più contenute con limitazione relative anche al danneggiamento delle componenti non strutturali. La velocità di costruzione è garantita dall’alto livello di prefabbricazione e dalla semplicità di assemblaggio delle costruzioni in acciaio che consentono realizzazioni molto più rapide rispetto ai materiali tradizionali. Rispondendo ai requisiti di durabilità e riciclabilità al 100%, le costruzioni in acciaio sono costruzioni sostenibili e resistenti: le moderne tecnologie di verniciatura e zincatura e i trattamenti a cui sono sottoposti i profili, gli consentono di mantenere intatte le sue proprietà per tutta la vita dell’opera con conseguente durabilità dell’edificio. Inoltre, la facile integrazione di sistemi isolanti ed impianti, permette di soddisfare ampiamente i requisiti energetici, acustici e di resistenza al fuoco richiesti. È possibile raggiungere prestazioni energetiche molto elevate per edifici in Classe A. Tutte queste caratteristiche rendono il sistema costruttivo a secco in acciaio ottimale negli interventi di sopraelevazione del costruito. Infatti, nella scelta dei materiali per le sopraelevazioni, dovendo fare particolare attenzione alla portata del solaio di copertura, è fondamentale evitare interventi strutturali pesanti, prediligendo quindi la leggerezza e le elevate prestazioni della soluzione a secco in acciaio. Un ulteriore vantaggio dell’edilizia a secco in acciaio risiede nella convenienza economica del cantiere. Questa scelta, infatti, riduce i tempi di costruzione abbattendo in particolare i tempi morti tipici dei lavori con tecnica tradizionale, principali responsabili dell’innalzamento dei costi di produzione. Inoltre, grazie all’industrializzazione del processo edilizio, alla realizzazione in azienda di tutti gli elementi strutturali forniti già pronti per la messa in opera, i tempi di costruzione si abbattono di circa il 50-60%, con un correlato contenimento delle spese tipiche di un cantiere. Da ultimo va detto che l’uso dell’acciaio rende possibile considerare anche delle soluzioni innovative. Da un punto di vista strutturale, la realizzazione di un nuovo piano determina la necessità di un adeguamento sismico del fabbricato esistente (solitamente in c.a.), possibile grazie ad interventi atti a conseguire i livelli di sicurezza previsti dalle attuali Norme Tecniche. L’inserimento di isolatori sismici alla sommità dell’edificio esistente, rappresenta una possibile soluzione quando si debba realizzare la sopraelevazione di un piano sfruttando le principali caratteristiche dell’acciaio per la realizzazione della nuova struttura. La funzione principale degli isolatori sismici è quella di abbattere l’azione sismica riducendo le forze orizzontali che sollecitano la struttura in caso di terremoto. www.casaeclima.com    n.82

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53

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IL BUSINESS MAGAZINE DEI DISTRIBUTORI E GROSSISTI DI MATERIALE ELETTRICO

ITS Dove va la filiera?

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Il Decreto Sblocca Cantieri è Legge, ma il giudizio dei professionisti non è certamente entusiastico

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Una materia considerata di particolare importanza dai professionisti tecnici italiani. Non a caso, i rappresentanti della Rete Professioni Tecniche hanno partecipato attivamente all’intero processo di interlocuzione istituzionale. PAG. 2

INTESA | PER I CITTADINI DI DOMANI

INDAGINE | CENTRO STUDI CNI

Lo Sblocca Cantieri rilancerĂ le infrastrutture?

Le risposte degli ingegneri alle domande del Centro Studi CNI, tra la richiesta di una semplificazione delle regole e le preoccupazioni per evitare distorsioni della concorrenza

La cultura della sicurezza inizia dalle scuole Firmato l’accordo di tre anni tra MIUR, CNI e Protezione Civile: un percorso didattico per un PAG. 5 ambiente piÚ sicuro

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Rubinetti e sistemi doccia

FOCUS Un anno di logistica

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Quale tutela per estetica, design e parquet?

Caratteristiche delle viti per le pavimentazioni di legno

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PROGETTAZIONE SOSTENIBILE | CERTIFICAZIONI

Ora Prassi di Riferimento UNI, il protocollo include anche l’edilizia non residenziale. Intervista a Giuseppe Rizzuto, Direttore Generale ITACA

ROMA

MILANO |

Fire Safety Academy

PONTE SUL POLCEVERA | LA FINE IN SOLI 6 SECONDI

Un nuovo inizio per Genova

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Presentata piattaforma WorkING

La demolizione delle pile 10 e 11 del viadotto sul Polcevera si è svolta come da programma, ma la scelta di demolire e ricostruire integralmente il ponte non convince tutti

CONTINUA A PAG. 6

TERNI-TOSCANA |

Corso di ispezione tecnica

ANCONA |

L’uso civile delle demolizioni

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IL PARERE DEI PROFESSIONISTI |

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Il vantaggio fiscale di oggi rischia di determinare svantaggi di diversa natura nell’immediato futuro. Essa gode comunque di un ampio consenso: la metà degli ingegneri iscritti all’Albo professionale l’ha adottata nel 2019, con una prevalenza per le classi piÚ giovani

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Maker faire 2019

PAG. 4

Il futuro della mobilitĂ di Roma: con il termine previsto per il 2021, il punto sui lavori della Linea C definita come la piĂš grande infrastruttura di trasporto pubblico driverless

Ancora nel 2019, sono tanti gli edifici pubblici e privati non adeguati a persone con disabilitĂ motoria, ma soprattutto visiva, spesso dimenticata dai progettisti

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ITS Dove va la filiera?

Isola Design District

Fuorisalone e Milan Design Week, le novitĂ

Il protocollo ITACA si aggiorna

Luci e ombre sulla Flat tax

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A SCUOLA DI EFFICIENZA

20 luglio 1969. Sono trascorsi cinquant’anni dal giorno in cui Neil Armstrong aprĂŹ il portellone dell’Apollo 11 e scese i gradini della scaletta piĂš famosa della storia. Quel viaggio è rimasto impresso nella memoria insieme alle altre missioni Apollo, i lanci dei satelliti russi Sputnik, il cane-astronauta Laika e la Guerra Fredda. Erano gli anni della sfida alla conquista dello spazio tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Gli anni degli ideali, della comunitĂ , dell’uguaglianza. Della speranza per una societĂ piĂš giusta. Gli anni delle utopie. Erano anche anni di ricerca e di grandi sfide. Il 12 aprile 1961, Jurij Gagarin fu il primo uomo a volare in orbita. VentitrĂŠ giorni dopo, l’astronauta Alan Shepard affrontò un volo suborbitale; e ancora, il 20 maggio John Kennedy annunciò al congresso di voler portare l’uomo sulla luna con il programma Apollo “non perchĂŠ è facile, ma perchĂŠ è difficileâ€?. Nel 1968, precisamente la notte della Vigilia di Natale, William Anders, uno dei membri della missione Apollo 8, scatta, forse inconsapevolmente, una semplice fotografia passata alla storia con il nome di “Earthriseâ€?, l’Alba della Terra. Il nostro pianeta, visto dall’oblò dell’Apollo 8 in orbita attorno alla luna, è un puntino blu nell’oscuritĂ .

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Ristrutturazione chiavi in mano: #251 cosa sfugge alla distribuzione?

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Innovazione e cambiamento di GIOVANNA ROSADA

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gni campo dell’architettura e dell’ingegneria nel senso piĂš ampio del termine ha fatto progressi, ha modificato modalitĂ , metodologie, tecnologie, mezzi e strumenti, fatto ricerche e scoperte. Le idee sono progredite, sono mutate, si sono evolute; si sono adeguate alla societĂ o hanno modificato modi e stili di vita. Nessuno si è mai posto il problema se fosse giusto o sbagliato; la cultura del “fareâ€? ha privilegiato la sperimentazione e ha insegnato che dagli errori si può imparare, crescere, progredire e migliorare. Non è mai stato chiesto ai professionisti se fossero d’accordo con un “SIâ€? o con un “NOâ€?. Ăˆ stato dato semplicemente per scontato che il cambiamento fosse insito nella natura dell’uomo e nel nostro caso dei professionisti, nella loro ricerca di miglioramento e progresso per il bene comune. Ci sono stati “siâ€? e “noâ€? dettati da successi e insuccessi; il buon senso e la competenza hanno sempre fatto da guida nelle scelte e quindi nell’evolversi delle professioni. Per la politica evidentemente è diverso; ma ciò dimostra solo uno scollamento fra i problemi pratici della quotidianitĂ dell’individuo e l’incapacitĂ della politica ad adeguarsi. Il buon senso non fa da guida; un referendum che fa contento/scontento la metĂ dei cittadini resta un problema non risolto. Il cambiamento è necessario e la civiltĂ parla da sola a tal proposito; ma il cambiamento dovrebbe godere della fiducia e della certezza di tutti i cittadini quando si parla di politica. Se tutti quanti noi quando attraversiamo un ponte o saliamo sulla cima di un grattacielo diamo per scontato di poterci fidare di chi ha pensato il progetto, forse non vuol dire che i professionisti potrebbero insegnare e dire il loro pensiero con piĂš forza alla politica? n

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I BENEFICI DELLA NORMAZIONE

Dal 1952 periodico di informazione per ingegneri e architetti

Un CNI eletto per dare risposteUtensili R

iorganizzazione delle divisioni operative del Cni. E, in prospettiva, due sfide: quella dei servizi per gli iscritti e delle strutture territoriali. Armando Zambrano, presidente uscente del Consiglio nazionale degli ingegneri, si prepara a governare la categoria per altri cinque anni: dal 2016 guiderĂ gli ingegneri fino al 2021, quando completerĂ i suoi dieci anni di mandato. In attesa che arrivi l’ufficialitĂ del ministero della Giustizia e che i consiglieri designati indichino lui come nuovo presidente, è giĂ possibile fare il punto sulle prime mosse del nuovo Governo del Cni. “Siamo desiderosi di partire, visto che dai territori è arrivata un’indicazione cosĂŹ forte per la continuitĂ del Consiglio nazionale uscenteâ€?, è stata una delle prime dichiarazioni fatte da Zambrano.

MACCHINE UTENSILI

RIVISTE ON LINE Soluzioni di N. 12 - Dicembre 2016 sicurezza industriale

La crisi ancora “morde�, il contesto politico barcolla, alta l’attenzione sul governo degli ingegneri

di MATTEO PALO

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TAX& LEGAL Partite IVA dal prossimo anno la contabilitĂ diventa un lavoro a tempo pieno e i costi salgono

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Fondata da Paolo Giana nel 1966, Torgim compie il prestigioso traguardo dei 50 anni di attivitĂ . Il comune di Magnago vide un grande sviluppo economico e industriale giĂ a partire dalla seconda metĂ del 1800. Con il passare dei decenni il territorio s’è via via arricchito di aziende manifatturiere che hanno rappresentato delle vere eccellenze in molti settori industriali. [pag. 11]

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Oggi si parla molto di Industria 4.0 applicata alla produzione. Ma occorre ricordare che l’efficienza del flusso produttivo passa attraverso l’ottimizzazione della movimentazione dei materiali all'interno delle aziende.

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MACCHINE UTENSILI

Al centro della fabbrica intelligente

EVENTI

GLI #HOLOLENS PER L’INDUSTRIA

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iorganizzazione delle divisioni operative del Cni. E, in prospettiva, due sfide: quella dei servizi per gli iscritti e delle strutture territoriali. Armando Zambrano, presidente uscente del Consiglio nazionale degli ingegneri, si prepara a governare la categoria per altri cinque anni: dal 2016 guiderĂ gli ingegneri fino al 2021, quando completerĂ i suoi dieci anni di mandato. In attesa che arrivi l’ufficialitĂ del ministero della Giustizia e che i consiglieri designati indichino lui come nuovo presidente, è giĂ possibile fare il punto sulle prime mosse del nuovo Governo del Cni. “Siamo desiderosi di partire, visto che dai territori è arrivata un’indicazione cosĂŹ forte per la continuitĂ del Consiglio nazionale uscenteâ€?, è stata una delle prime dichiarazioni fatte da Zambrano.

a pag. 15

Nr.01 – VENERDÏ 13 GENNAIO 2017

Raddoppiati i programmi per le opere pubbliche, un trilione → pag.3 di dollari per infrastrutture e stimolo ai consumi. Gli effetti in Europa e le opportunità per le imprese italiane. La Cop22 di Marrakech e le politiche Usa sulle emissioni. alle pagg. 6-7

→ pag.37

GOVERNO IN CRISI

→ pag.37

a pag. 7

INTERVISTA ALL’ARCH. DE LUCCHI

“Il museo del futuro è il mondo interoâ€?

I pareri degli Ordini dopo l’esito del referendum del 4 dicembre

Abbiamo sentito alcuni Ordini per commentare un ipotetico scenario all'indomani delle dimissioni di Renzi. Nelle parole dei Presidenti inter­ pellati è fortissima la preoccupazione sull’ennesima battuta d’arresto di un Paese in affanno. StabilitĂ e certezza sono oggi piĂš lontane per lo meno dal punto di vista temporale. Come sottolinea Varese “Ora gli ac­ cordi tra CNI e Governo che fine faranno?â€? / alle pagg. 18­19

Eucentre per ricostruire la sicurezza A Pavia il Centro Europeo di Ricerca e Formazione in Ingegneria Sismica

a pag. 9

a pag. 10

Professionisti al passo coi tempi... Per redarre un progetto il supporto informatico è dato per scontato che i professionisti lo abbiano, lo usino e lo utilizzino. Per depositare un progetto in Comune è scontato che tutto il supporto elettronico diventi carta, che la firma digitale non sia prevista, e che sia scontato fare una coda di ore per farsi mettere un timbro di carta per documentare la consegna.

GOVERNO IN CRISI

LA TRIVELLA

CASSA DEPOSITI E PRESTITI

Parte il piano 'smart city' 1 miliardo per 14 cittĂ

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CORSI

PAGINA 2

PRODOTTI

Professional cleaning, i dealer sempre piĂš 4.0

PAGINA 8

Le ultime novitĂ nella grande vetrina di Verona

Pulire 2017: insieme per vincere le sfide del futuro

di Maurizio Pedrini

E

ccoci arrivati a Pulire 2017, il grande appuntamento internazionale del professional cleaning, che torna a Veronafiere per la sua ventitreesima edizione. Sono trascorsi 32 anni da quando la manifestazione, allora itinerante, approdò per la prima volta in riva all’Adige per poi tornarvi stabilmente nel 1991. Da allora Pulire ha percorso un ininterrotto cammino di crescita, rafforzando progressivamente la sua vocazione internazionale, di pari passo con l’affermazione del Made in Italy in Europa e nel mondo. Nel 2001 la manifestazione ha avviato, grazie al Progetto “Oltre Pulireâ€?, una solida partnership con Veronafiere, che ha l’ambizioso obiettivo di creare una fiera di sistema capace di rappresentare non solo l’industria del cleaning professionale ma anche l’intera gamma di attivitĂ comprendenti il facility management, la gestione dei servizi integrati e quella eco-sostenibile del territorio. Un impegno stimolante, che ci auguriamo possa essere portato avanti con il sostegno della nuova presidenza di Veronafiere. Da alcuni anni, del resto,

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AUTOMAZIONE

MATERIE PRIME

M-Steel qualitĂ da oltre 40 anni

Il cliente prima di tutto

In occasione di BIMU 2016, i vertici DMG MORI hanno dato vita a un interessante dibattito con la stampa tecnica specializzata, evidenziando le strategie in atto per [pag. 8] rafforzare la posizione del Gruppo nel mondo e sul territorio italiano. MISURA

Un ponte tra passato e futuro

IN QUESTO NUMERO

[pag. 14]

Ovako, fornitore finlandese di acciai, ripropone sul mercato la qualitĂ M-Steel. Grazie ad un incremento nella lavorabilitĂ M-Steel si caratterizza per affidabilitĂ , coerenza e prevedibilitĂ nelle lavorazioni, riducendo i cosĂŹ costi di pro[pag. 12] duzione.

INTERVISTA Gianfranco Carbonato, un’emozione che dura da quarant’anni

LAMIERA

40 anni di storia e successi www.meccanica-automazione.com nella robotica industriale Il 2016 è un anno molto importante per Tiesse Robot. L’azienda festeggia infatti i 40 anni di attivitĂ : una storia lunga di successi nazionali e internazionali per le applicazioni della robotica in [pag. 6] ambito industriale.

L’anello che mancava: l’utensile connesso al sistema produttivo

L’utensile “intelligenteâ€? è il naturale completamento del complesso sistema produttivo che si basa sulla raccolta e l’analisi dei dati provenienti da macchine e strumenti di misura in costante dialogo tra loro. In altre parole un nuovo passo avanti verso la creazione della fabbrica completamente automatica. [pag. 7]

PANORAMA La formazione salesiana professionale

Rettificatrici Ghiringhelli: 95 anni sull’onda dei mercati

[pag. 18]

DOSSIER Macchine di misura Amici per il micron

INTERVISTA Gianfranco Carbonato, un’emozione che dura da quarant’anni

40 anni di storia e successi

Un ponte

nella robotica industriale tra passato e futuro Internationales WĂśrterbuch der Mechatronik Il 2016 è un anno molto importante per Mechatronics dictionary Tiesseinternational Robot. L’azienda festeggia infatti i 40 anni di attivitĂ : una storia lunga Dizionario internazionale di Meccatronica di successi nazionali e internazionali per le applicazioni della robotica in Dictionnaire international de mĂŠcatronique [pag. 6] ambito industriale. Diccionario internacionale de procesamiento de mecatrĂłnica ĐœоМдŃƒнаŃ€ОднŃ‹ĐšUTENSILI Ń ĐťĐžĐ˛Đ°Ń€ŃŒ ПоŃ…Đ°Ń‚Ń€Оники Trasformare l’esperienza di oltre 40 anni di attivitĂ in una nuova piattaforma in grado di coniugare soluzioni avanzate con le esigenze e professionalitĂ di oggi. Questo è lo sforzo che sta compiendo Hexagon Manufacturing Intelligence, emerso anche durante il forum di fine settembre dedicato all’automazione e alle tecno[pag. 4] logia multisensore.

L’anello che mancava: l’utensile connesso al sistema produttivo

STORIA DI COPERTINA

TENDENZE Generative design, come cambierĂ il mondo

MACCHINE UTENSILI

PANORAMA La formazione salesiana professionale

Rettificatrici Ghiringhelli: 95 anni sull’onda dei mercati

L’utensile “intelligenteâ€? è il naturale completamento del complesso sistema produttivo che si basa sulla raccolta e l’analisi dei dati provenienti da macchine e strumenti di misura in costante dialogo tra loro. In altre parole un nuovo passo avanti verso la creazione della fabbrica completamente automatica. [pag. 7]

CAD/CAM unico per il settore Lamiera

SPECIALE Robotica Sempre piĂš al centro dello sviluppo

[pag. 18]

DOSSIER Macchine di misura Amici per il micron

11/12/17 18:00

alla faticosa professione dell’igiene professionale. Ci accingiamo a vivere Pulire 2017 con la stessa intensità di sempre, pronti al frenetico incalzare di momenti da condividere e ricordare nel tempo, con la curiosità di svelare le novità proposte per la prima volta dalle aziende su questo straordinario sipario. Il ricco programma di convegni svilupperà i grandi filoni avviati dal Forum Pulire svoltosi a Milano nel settembre scorso. A Pulire Outdoor, in particolare, si parlerà di economia circolare ma non mancheranno convegni, i talk show, per approfondire tanti altri temi. Ci auguriamo che la fiera riesca ad attrarre gli utilizzatori finali, catalizzando l’interesse dei Paesi emergenti e delle economie che rappresentano, ormai, l’immediato futuro. Siamo fiduciosi che Pulire 2017 saprà calarsi sempre piÚ in un contesto della comunicazione interattiva e digitale, per superare gli stessi confini produttivi del settore affermando non solo l’importanza di questo settore economico, ma anche quella della pulizia a 360 gradi nella dimensione economica, sociale e civile del nostro Paese. 

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N. 0 | SETTEMBRE 2019

MAGAZINE

NOVITĂ€, DEGUSTAZIONI, PRODUZIONI, ITINERARI NEL MONDO BIRRARIO

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N°3 GIUGNO 2019

Luca Pretti

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al tempo della blockchain

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I RISULTATI DELL’INDAGINE EFSA Quali sono le preoccupazioni maggiori del consumatore italiano in tema di sicurezza alimentare?

SCIENZA E TECNICA LATTIERO - CASEARIA Dairy Science and Industry Journal Rivista dell’Associazione Italiana Tecnici del Latte Journal of the Italian Dairy Science Association www.aitel.it

LA CITTĂ€ DELLA BIRRA AMERICANA Matteo Macalaria

Innovazioni tecniche nella stagionatura dei formaggi molli Soft cheese ripening technological innovation Formulazione di un nuovo prodotto funzionale da latte di capra Development of a functional product from goat milk Sostituzione del liquido di governo della Mozzarella con siero alginato Replacement of Mozzarella cheese governing liquid with whey-alginate

IMPIANTI E PROCESSI

FILIERA OLEARIA DALLA MOLA AGLI ULTRASUONI Innovazioni per migliorare l’efficienza economica e differenziare il prodotto

TECNOLOGIE

CARNI E DERIVATI: IL CASO DEL SALAME

STRUMENTI ALTERNATIVI

Come standardizzare i processi grazie alle tecnologie analitiche indirette

WEBSITE AGGIORNATO QUOTIDIANAMENTE MAGAZINE MENSILE DIGITALE LA PIATTAFORMA ITALIANA DELLA PRODUZIONE MUSICALE E DELL’AUDIO PROFESSIONALE SAMPLE PACK

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numero 0 | LUGLIO 2019

Il volto delle imprese del WEBSITE AGGIORNATO IVO GRASSO e Cleaning MENSILEDEGUSTAZIONI, DI FORMAZIONE E www.MTEDocs.it QUOTIDIANAMENTE MAGAZINE MENSILE DIGITALE NOVITĂ€, MASSIVE ARTS www.terminidellameccanica.com TUTTI I VOLTI E LE AZIENDE INFORMAZIONE TECNICHE AGGIORNAMENTO PER PRODUZIONI, ITINERARI LA PIATTAFORMA ITALIANA DELLA PRODUZIONE MUSICALE SALVATORE IL TRADUTTORE MULTILINGUE DELLA MECCATRONICA IL MECCATRONICO ADDEO NEL MONDO BIRRARIO PER L’AUTORIPARAZIONE www.audiofader.com E DELL’AUDIO PROFESSIONALE DELLA MECCATRONICA attraversando indenne anche i momenti piĂš difficili della crisi economica, questa grande fiera dedicata alla pulizia indoor è stata in grado di attrarre un numero crescente di espositori e visitatori professionali, assai motivati e interessati, con una sempre piĂš marcata provenienza estera. Seconda in Europa solo a ISSA Interclean Amsterdam, essa ha saputo proporre i piĂš grandi Gruppi internazionali, le aziende leader di settore, le soluzioni maggiormente innovative al servizio delle imprese di pulizia e di quanti si dedicano

www.terminidellameccanica.com TUTTI I VOLTI E LE AZIENDE IL TRADUTTORE MULTILINGUE DELLA MECCATRONICA DELLA MECCATRONICA

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MATERIE PRIME

Ovako, fornitore finlandese di acciai, ripropone sul mercato la qualitĂ M-Steel. Grazie ad un incremento nella lavorabilitĂ M-Steel si caratterizza per affidabilitĂ , coerenza e prevedibilitĂ nelle lavorazioni, riducendo i cosĂŹ costi di pro[pag. 12] duzione.

LAMIERA

MISURA

STORIA DI COPERTINA

TENDENZE Generative design, come cambierĂ il mondo

MACCHINE UTENSILI

UTENSILI

Trasformare l’esperienza di oltre 40 anni di attivitĂ in una nuova piattaforma in grado di coniugare soluzioni avanzate con le esigenze e professionalitĂ di oggi. Questo è lo sforzo che sta compiendo Hexagon Manufacturing Intelligence, emerso anche durante il forum di fine settembre dedicato all’automazione e alle tecno[pag. 4] logia multisensore.

M-Steel qualitĂ da oltre 40 anni

In occasione di BIMU 2016, i vertici DMG MORI hanno dato vita a un interessante dibattito con la stampa tecnica specializzata, evidenziando le strategie in atto per [pag. 8] rafforzare la posizione del Gruppo nel mondo e sul territorio italiano.

CORSI

LA RIVISTA DEL FACILITY MANAGEMENT settembre 2019

Dimensione

PRODUZIONE

IN QUESTO NUMERO

[pag. 14]

IgieneAlimenti

CYBER SECURITY

I rischi dell’Internet of Things

Imparare a gestire rifiuti plastici

Via libera alla finanza innovativa, quali risposte alla stretta del credito?

cleaning DIGITAL MARKETING

RICERCA

REPORT WWF

#4maggio 2016 mensile

FINANZIAMENTI PMI

TAVOLA ROTONDA

Macerie ovunque, interi paesi rasi al suolo, gente disperata, sguardi persi. No, non è lo scenario di guerra che ci arriva da qualche zona remota del mondo, a cui siamo tristemente abituati. Ăˆ la forza devastante del terremoto che ha colpito, e continua a farlo, il nostro Centro Italia. Una faglia che si è estesa per cinquanta chilometri, una ferita su quelle terre che non si potrĂ piĂš rimarginare. L’Italia è scossa, fisicamente e mentalmente; schiaffeggiata dalla mano della natura che a volte sa essere molto dura nella sua inarrestabile forza. Eppure il nostro paese risulta essere nelle prime posizioni per quanto riguarda l’utilizzo di tecnologie antisismiche nelle nuove costruzioni. Cosa succede allora? Alessandro Martelli, Presidente del Glis (Isolamento sismico e altre strategie di progettazione antisismica), ha dichiarato che “Oltre il 70% dell’edificato italiano attuale non è in grado di resistere ai terremoti che potrebbero colpirloâ€?. Il problema pertanto è la sicurezza delle costruzioni piĂš datate, e di un immenso patrimonio storico e culturale famoso in tutto il mondo, fatto di chiese, monumenti, palazzi storici, emblema di un passato grandioso che ha visto protagonisti i piĂš grandi artisti e ingegneri di tutti i tempi. Il tema della sicurezza degli ambienti in cui viviamo e lavoriamo, piĂš volte trattato dal nostro giornale e a cui le nostre imprese pongono molta attenzione, ritorna cosĂŹ alla ribalta in un frangente – purtroppo non l’unico negli ultimi anni - tanto eclatante quanto drammatico. Dalle pagine de L’Ammonitore abbiamo rivolto molti inviti al settore manifatturiero italiano a investire in tecnologie produttive innovative per continuare a essere competitivo, e questa volta ci sentiamo di invitare tutti a investire sulla propria sicurezza, lo Stato a salvaguardare la vita dei cittadini intervenendo significativamente sulle strutture pubbliche e sul nostro prezioso patrimonio artistico, perchĂŠ il futuro non si prevede, men che meno un terremoto, ma si prepara.

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Novembre/Dicembre 2016

nario di guerra che ci arriva da qualche zona remota del mondo, a cui siamo tristemente abituati. Ăˆ la forza devastante del terremoto che ha colpito, e continua a farlo, il nostro Centro Italia. Una faglia che si è estesa per cinquanta chilometri, una ferita su quelle terre che non si potrĂ piĂš rimarginare. L’Italia è scossa, fisicamente e mentalmente; schiaffeggiata dalla mano della natura che a volte sa essere molto dura nella sua inarrestabile forza. Eppure il nostro paese risulta essere nelle prime posizioni per quanto riguarda l’utilizzo di tecnologie antisismiche nelle nuove costruzioni. Cosa succede allora? Alessandro Martelli, Presidente del Glis (Isolamento sismico e altre strategie di progettazione antisismica), ha dichiarato che “Oltre il 70% dell’edificato italiano attuale non è in grado di resistere ai terremoti che potrebbero colpirloâ€?. Il problema pertanto è la sicurezza delle costruzioni piĂš datate, e di un immenso patrimonio storico e culturale famoso in tutto il mondo, fatto di chiese, monumenti, palazzi storici, emblema di un passato grandioso che ha visto protagonisti i piĂš grandi artisti e ingegneri di tutti i tempi. Il tema della sicurezza degli ambienti in cui viviamo e lavoriamo, piĂš volte trattato dal nostro giornale e a cui le nostre imprese pongono molta attenzione, ritorna cosĂŹ alla ribalta in un frangente – purtroppo non l’unico negli ultimi anni - tanto eclatante quanto drammatico. Dalle pagine de L’Ammonitore abbiamo rivolto molti inviti al settore manifatturiero italiano a investire in tecnologie produttive innovative per continuare a essere competitivo, e questa volta ci sentiamo di invitare tutti a investire sulla propria sicurezza, lo Stato a salvaguardare la vita dei cittadini intervenendo significativamente sulle strutture pubbliche e sul nostro prezioso patrimonio artistico, perchĂŠ il futuro non si prevede, men che meno un terremoto, ma si prepara.

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ISSN: 2612-4068

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Fondata da Paolo Giana nel 1966, Torgim compie il prestigioso traguardo dei 50 anni di attivitĂ . Il comune di Magnago vide un grande sviluppo economico e industriale giĂ a partire dalla seconda metĂ del 1800. Con il passare dei decenni il territorio s’è via via arricchito di aziende manifatturiere che hanno rappresentato delle vere eccellenze in molti settori industriali. [pag. 11]

[pag. 10]

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Italia scossa

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Oggi si parla molto di Industria 4.0 applicata alla produzione. Ma occorre ricordare che l’efficienza del flusso produttivo passa attraverso l’ottimizzazione della movimentazione dei materiali all'interno delle aziende.

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CLEANING

Anno 28 n. 7

ROBOTICA

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Per redarre un progetto il supporto informatico è dato per scontato che i professionisti lo abbiano, lo usino e lo utilizzino. Per depositare un progetto in Comune è scontato che tutto il supporto elettronico diventi carta, che la firma digitale non sia prevista, e che sia scontato fare una coda di ore per farsi mettere un timbro di carta per documentare la consegna.

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CASSA DEPOSITI E PRESTITI

Parte il piano 'smart city' 1 miliardo per 14 cittĂ

segue a pag. 2

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Acido ipocloroso sanificante sicuro e biologico

Raddoppiati i programmi per le opere pubbliche, un trilione → pag.3 di dollari per infrastrutture e stimolo ai consumi. Gli effetti in Europa e le opportunità per le imprese italiane. La Cop22 di Marrakech e le politiche Usa sulle emissioni. alle pagg. 6-7

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Via libera alla finanza innovativa, quali risposte | alla stretta A T Tdel U Acredito? L I TĂ€

Italia scossa

di Fabio Chiavieri

| M A C C H I N E U Trasi E Nal suolo, S I Lgente I disperata, sguardi persi. No, non è lo sce-

ISSN 2499-362X

O

gni campo dell’architettura e dell’ingegneria nel senso piĂš ampio del termine ha fatto progressi, ha modificato modalitĂ , metodologie, tecnologie, mezzi e strumenti, fatto ricerche e scoperte. Le idee sono progredite, sono mutate, si sono evolute; si sono adeguate alla societĂ o hanno modificato modi e stili di vita. Nessuno si è mai posto il problema se fosse giusto o sbagliato; la cultura del “fareâ€? ha privilegiato la sperimentazione e ha insegnato che dagli errori si può imparare, crescere, progredire e migliorare. Non è mai stato chiesto ai professionisti se fossero d’accordo con un “SIâ€? o con un “NOâ€?. Ăˆ stato dato semplicemente per scontato che il cambiamento fosse insito nella natura dell’uomo e nel nostro caso dei professionisti, nella loro ricerca di miglioramento e progresso per il bene comune. Ci sono stati “siâ€? e “noâ€? dettati da successi e insuccessi; il buon senso e la competenza hanno sempre fatto da guida nelle scelte e quindi nell’evolversi delle professioni. Per la politica evidentemente è diverso; ma ciò dimostra solo uno scollamento fra i problemi pratici della quotidianitĂ dell’individuo e l’incapacitĂ della politica ad adeguarsi. Il buon senso non fa da guida; un referendum che fa contento/scontento la metĂ dei cittadini resta un problema non risolto. Il cambiamento è necessario e la civiltĂ parla da sola a tal proposito; ma il cambiamento dovrebbe godere della fiducia e della certezza di tutti i cittadini quando si parla di politica. Se tutti quanti noi quando attraversiamo un ponte o saliamo sulla cima di un grattacielo diamo per scontato di poterci fidare di chi ha pensato il progetto, forse non vuol dire che i professionisti potrebbero insegnare e dire il loro pensiero con piĂš forza alla politica? n

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dell’Installatore 7 Un CNI eletto per dare GUIrisposte DE Professionale Organo uďŹƒ ciale Confapi

La crisi ancora “morde�, il contesto politico barcolla, alta l’attenzione sul governo degli ingegneri

di GIOVANNA ROSADA

BIMESTRALE – EDITORE QUINE Srl – 20141 MILANO – VIA G. SPADOLINI, 7 ISSN 1721-5366

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L’EDITORIALE

Innovazione La Meccatronica e cambiamento nell’era 4.0

PUNTO E VIRGOLA

ISSN 2499-362X

1563

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Terms of Mechatronics | Mechatronics international dictionary

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E-MOBILITY

Luci e ombre dell’auto elettrica

La principale barriera all’acquisto risulta quella economica. Meno rilevanti l’inadeguatezza della rete di ricarica e l’autonomia limitata ROBERTO CORTI www.casaeclima.com    n.82

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E-MOBILITY

N

ell’aprile 2019, per la prima volta, in Italia è stata superata la soglia delle 1.000 auto elettriche immatricolate in un mese; risultato che si è ripetuto anche a maggio e giugno, soprattutto grazie agli incentivi all’acquisto (Ecobonus) introdotti dalla Legge di Bilancio 2019, che hanno scalfito la barriera più rilevante alla diffusione della mobilità elettrica, ovvero l’elevato costo iniziale. Questo ha fatto salire a circa 6.000 le auto elettriche “pure” (BEV – Battery Electric Vehicle) vendute nei primi sette mesi del 2019, ben un migliaio in più rispetto a tutto il 2018, con una crescita del 113% sullo stesso periodo dell’anno precedente. Nel 2018, infatti, sono state 9.579 le auto elettriche immatricolate (5.010 pure e 4.569 ibride), appena lo 0,5% del totale (2 milioni), ma abbastanza da far salire il parco circolante a 22.000 unità. Non va poi dimenticata la crescita relativa: i BEV sono aumentati di una volta e mezza rispetto al 2017, mentre i PHEV (Plug-in Hybrid Electric Vehicle) del 60%. Questi sono solo alcuni dei risultati emersi dalla terza edizione dello “Smart Mobility Report”, redatto dall’Energy & Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano.

VITTORIO CHIESA, Direttore dell’Energy & Strategy Group

L’ELETTRICO NEL MONDO Nel 2018 in tutto il mondo sono stati immatricolati 2,1 milioni di veicoli elettrici – sia full electric (70% del totale) che ibridi plug in – con un trend di crescita sul 2017 (+78%) che ci si aspetta venga confermato anche nel 2019, quando si dovrebbero superare i 3 milioni. La Cina svetta con 1,2 milioni di nuovi veicoli elettrici (+78%), il triplo dell’Europa che, però, si conferma il secondo mercato con oltre 400.000 immatricolazioni (+34%). Seguono Stati Uniti (350.000, +79%) e Giappone (53.000, -6%). In Europa, al primo posto ancora la Norvegia che, con oltre 72.000 nuove auto elettriche, segue Cina e Stati Uniti e registra un impressionante +49% sul totale dei nuovi veicoli nel Paese. Al secondo posto la Germania (67.000, +24%); seguono Gran Bretagna e Francia (rispettivamente 60.000 e 45.000, +26% e +24%).

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n.82   www.casaeclima.com

Gli incentivi economici rappresentano un fattore determinante per la diffusione della mobilità elettrica. Sommando bonus all’acquisto nazionali e locali emerge la fotografia di un’Italia in cui è il Nord a mostrare la maggiore dinamicità. Se poi si assume la prospettiva del Total Cost of Ownership, ossia il costo di un veicolo lungo tutta la sua vita utile (incluso anche il pagamento del bollo auto ed eventuali modalità privilegiate di accesso a parcheggi e a zone a traffico limitato), la situazione si chiarisce ancora di più: l’esenzione dalla tassa di circolazione, temporanea o permanente, è presente in tutte le Regioni, mentre per quanto riguarda le facilitazioni all’accesso o alla sosta si passa da Valle d’Aosta, Campania e Lazio, dove sono ampiamente diffusi, ad Abruzzo e Calabria, dove risultano sostanzialmente assenti. Dove esiste solo l’incentivo nazionale all’acquisto, si impiegano circa 5 anni per “pareggiare” il costo di un’auto a benzina, con un risparmio complessivo di 7.000 euro su 10 anni. Dove, invece, è presente anche un incentivo regionale di 3.500 euro cumulabile con l’Ecobonus, oltre a facilitazioni alla sosta e all’accesso, il “pareggio” arriva già dopo 2 anni e dopo un anno soltanto se il contributo è di 6.000 euro, come nel caso della Provincia autonoma di Trento.

L’ANDAMENTO DELLA MOBILITÀ CONDIVISA

È ormai chiaro a tutti che non stiamo più parlando di una “nicchia”, ma di una componente fondamentale dei trasporti del futuro. Ottimi segnali sono l’ampliamento dell’offerta di modelli di auto – oggi più di 60 (+260% rispetto al 2015) tra “puri” e ibridi plug in – così come lo sforzo degli operatori della ricarica, che ha permesso di raggiungere gli 8.200 punti di ricarica ad accesso pubblico installati oggi in Italia

QUANTO PESANO GLI INCENTIVI E LE AGEVOLAZIONI?

Un interessante fenomeno emergente riguarda lo sharing di bici, automobili e scooter. A fine 2018 il parco circolante complessivo ammontava a 44.500 unità, in leggera flessione rispetto al 2017. Il bike sharing, con 35.800 unità, la fa da padrone, ma è in calo di quasi il 10% dopo un exploit (+150%) registrato tra il 2016 e il 2017. Il car sharing, invece, è in crescita (6.500, +6,5%), mentre lo scooter sharing ha un’incidenza minoritaria (2.200), ma è in fortissima crescita (+340%).


L’EVOLUZIONE DELL’INFRASTRUTTURA DI RICARICA A fine 2018 nel mondo c’erano 540.000 punti di ricarica pubblici (+25% sul 2017), di cui 140.000 fast charge, ossia con potenza superiore a 22 kW. A dominare la scena è ancora la Cina, sia per l’infrastruttura normal charge (41% di quota di mercato), sia per quella fast charge (77%). L’Europa aveva 160.000 punti di ricarica pubblica (+14%), di cui il 15% fast charge, cresciuti molto di più dei normal charge (rispettivamente +30% e +12%). Nei primi 7 mesi del 2019 le nuove installazioni sono state 15.000. La diffusione è molto disomogenea: si va dall’Olanda, che ha un rapporto punti di ricarica/veicoli elettrici circolanti inferiore a 1:5 (quello dell’Italia è 1:7) fino alla Norvegia, con 1:20. Ad oggi, in Italia sono presenti quasi 8.200 punti di ricarica tra pubblici (3.500, +23% sul 2017) e privati ad accesso pubblico; il 20% circa di tipo fast charge, in linea con la media europea e in crescita del 52%. La Lombardia è l’unica regione con oltre 1.000 punti di ricarica, seguita da Lazio,

Piemonte, Emilia Romagna, Toscana e Sicilia (oltre 500). Il Nord Italia detiene il 51% delle installazioni e il 53% di quelle fast charge. Circa il 70% è in ambito urbano, su strada o in parcheggi pubblici, quasi il 30% in punti d’interesse come centri commerciali e concessionarie auto, meno del 5% è extraurbano. I punti di ricarica privata nel mondo a fine 2018 erano, invece, oltre 4,6 milioni, cioè 8,5 volte quelli pubblici e circa 0,85 volte il numero di veicoli elettrici circolanti, con un tasso di crescita del 50%. In Italia si parla di 4.000 punti di ricarica installati nell’anno (+60%) e di 11.000-13.000 in totale.

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E-MOBILITY COSA FRENA L’ACQUISTO?

L’EVOLUZIONE DELL’OFFERTA

Per tastare il polso degli utilizzatori di auto elettriche in Italia – o aspiranti tali – è stata effettuato un sondaggio: 200 le risposte ottenute; un numero non rilevante statisticamente, ma in grado di fornire delle tendenze interessanti. La principale barriera all’acquisto è risultata essere quella economica (72% dei rispondenti), meno rilevanti l’inadeguatezza della rete di ricarica (39%, decisamente in calo rispetto al 2017) e l’autonomia limitata (28%). Chi, invece, già possiede un’auto elettrica ha risposto a domande sul suo utilizzo. Quasi tutti la usano per tragitti brevi (non oltre i 100 km) e poco più del 40% per viaggi più lunghi (il 32,5% con cadenza settimanale e il 10% quotidiana). Oltre i 2/3 del campione ha la possibilità di ricaricare il veicolo a casa, mentre il restante 30% si divide tra chi può farlo al lavoro (29%) e chi deve affidarsi alla ricarica pubblica (10%). Tuttavia, oltre l’80% usa l’infrastruttura pubblica – anche se magari in maniera non assidua – e solo il 14% pensa che la rete non sia adeguata, contro l’oltre 60% di un anno fa. Inoltre, più del 50% ritiene che la rete pubblica sarà fondamentale per la diffusione della mobilità elettrica.

La mappatura dei veicoli elettrici plug in disponibile in Italia ha permesso di identificare complessivamente 62 modelli, con una leggera prevalenza di PHEV (34, il 55% del totale) rispetto ai BEV (28, 45%), mostrando una significativa crescita che dovrebbe proseguire, arrivando a quadruplicare l’offerta entro il 2025. Una delle prime differenze tra BEV e PHEV riguarda il fatto che i primi coprono abbastanza uniformemente tutti i segmenti di mercato, mentre i secondi sono rappresentati da auto di fascia alta, a causa dei maggiori costi legati alla doppia alimentazione. Un’altra forte differenza si riscontra sulla taglia delle batterie: nei BEV vanno da un minimo di 16 kWh a un massimo di 100 kWh, nei PHEV, invece, da 6 kWh a 14 kWh. Ciò comporta che vi sia una forte correlazione tra il prezzo del veicolo e la taglia della batteria per i BEV e non per i PHEV. Le principali linee di sviluppo riguarderanno piattaforme ad hoc l’aumento della potenza di ricarica accettata e dell’autonomia dei veicoli.

L’IMPATTO AMBIENTALE Uno dei temi maggiormente dibattuti riguarda l’impatto ambientale associato all’auto elettrica. Il Rapporto dedica ampio spazio all’analisi, con l’utilizzo di modelli di simulazione e presentando ben 16 scenari dati da diverse combinazioni: segmento di appartenenza del veicolo, luogo di produzione della batteria e del veicolo (Cina, Germania, Italia, USA), utilizzo in Italia. Le emissioni di anidride carbonica lungo il ciclo vita del veicolo risultano sempre inferiori per quelli elettrici rispetto a quelli con motore a combustione interna. In entrambi i casi, lo scenario peggiore si ha quando la produzione della batteria e l’assemblaggio dell’auto avvengono in Cina; viceversa, il caso migliore è associato alla filiera 100% italiana, cioè in cui tutti i componenti sono prodotti e assemblati nel nostro Paese.

TRE DIVERSI SCENARI AL 2030 Ma quanti saranno nel 2030 i veicoli elettrici che circoleranno in Italia? Da 2,5 a 7 milioni secondo tre diverse ipotesi di studio: uno scenario base, con le nuove auto elettriche che arrivano a coprire il 30% delle immatricolazioni totali solo nel 2030 (dall’1,5% del 2020); uno moderato, dove già nel 2025 raggiungono il 23% e addirittura il 55% nel 2030 (110 volte la percentuale del 2018), con 5,4 milioni di auto 64

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elettriche che rappresentano il 13% per parco circolante; uno accelerato, con 7 milioni di veicoli elettrici in circolazione al 2030 e il 65% di nuove immatricolazioni elettriche nell’anno, trainate dai mezzi full electric (85% del mix). In tutti e tre gli scenari, l’impatto vero e proprio dovrebbe arrivare verso il 2025.

Quanto alle previsioni di sviluppo dell’infrastruttura di ricarica, pubblica o a uso pubblico, la differenza tra le proiezioni è significativa, ma meno pronunciata: al 2030, si va da un minimo di 34.000 a un massimo di 73.000 punti di ricarica. Il numero di punti di ricarica privati attesi al 2030 varia, invece, da 1,7÷2,2 milioni nello scenario base fino ai 6,3 di quello accelerato. Il Report ha, poi, provato a stimare il volume di mercato che può essere generato in Italia dalla mobilità elettrica, tenendo conto di due componenti: l’investimento (per veicolo e punti di ricarica) e la gestione (costo del servizio di ricarica pubblica e della manutenzione del veicolo). Le grandi differenze in termini di immatricolazioni di veicoli elettrici nelle tre ipotesi conducono a volumi d’investimento molto diversi: al 2025 si va dai “soli” 17,5 miliardi di euro dello scenario base ai 52 miliardi di euro di quello accelerato. Differenza che si fa ancora più accentuata al 2030: da 76,4 miliardi a 214 miliardi, il triplo. Analogamente, anche i costi di gestione, calcolati sulla base del circolante al 2030, cambiano molto: da 893 milioni di euro l’anno nello scenario base a 2,5 miliardi di euro in quello di sviluppo accelerato.

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PROGETTO KLIMAKIT

Comfort abitativo al giusto prezzo Coniugare risparmio energetico e comfort abitativo è ora possibile grazie al progetto Klimakit e al suo innovativo sistema di monitoraggio: una valida iniziativa per sostenere il mercato delle ristrutturazioni energetiche in Alto Adige CHIARA UGOLINI, DANIELE ANTONUCCI, ANNAMARIA BELLERI*, VALENTINA CIOLLI*, STEFANIA PIGHIN** E KATYA TENTORI** *Eurac Research **CIMeC, Università di Trento

È

possibile risparmiare sulla bolletta energetica e, allo stesso tempo, migliorare il comfort abitativo? Il progetto KlimaKit, finanziato dal Fondo Europeo Sviluppo Regionale – che vede coinvolti Eurac Research e Fraunhofer Italia –, ha come obiettivo quello di rispondere a questo diffuso quesito, concentrandosi sulla valutazione del benessere abitativo e dei consumi energetici attraverso il monitoraggio e l’interazione dell’utente con l’edificio.

UN MODELLO PER IL RISANAMENTO ENERGETICO Il progetto, iniziato nel 2017, si trova ora nel pieno della fase sperimentale. Oltre a coinvolgere 28 nuclei familiari residenti in alloggi IPES della Provincia di Bolzano, si avvale della collaborazione dell’Istituto Provinciale di Edilizia Sociale di Bolzano e di un disegno sperimentale ideato da Eurac Research insieme al CIMeC (Centro Mente e Cervello) dell’Università di Trento. 66

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L’iniziativa ha previsto l’installazione di un sistema in grado di monitorare sia il consumo energetico sia le condizioni di comfort termico e la qualità dell’aria degli appartamenti; inoltre è stata progettata una piattaforma web, utilizzabile dagli abitanti per visualizzare in tempo reale i dati monitorati. Durante la fase di sperimentazione, che durerà un anno, i partecipanti potranno quindi prendere visione, attraverso la piattaforma web, dei loro consumi energetici e dei dati di monitoraggio ambientale relativi ai propri appartamenti. Ma non solo. Alcuni utenti, con il supporto dei ricercatori di Eurac Research, potranno anche fissare degli obiettivi (per esempio, di risparmio energetico) e controllare se riescono a rispettarli. In caso negativo, potrebbero ricevere preziose indicazioni su come raggiungere il risultato desiderato. Le interazioni giornaliere degli occupanti con il sistema edificio-impianto rivestono, infatti, un’importanza non trascurabile: non solo hanno un impatto significativo sulle condizioni interne delle unità abitative, ma condizionano anche le potenzialità di risparmio energetico di eventuali


interventi di riqualificazione. Il comportamento dell’utente, allo stato attuale, è riconosciuto come una delle maggiori ragioni del divario esistente tra le stime di consumo energetico in fase di progetto (come il sistema edificio-impianto dovrebbe essere utilizzato) e le misure reali (come viene realmente utilizzato nel quotidiano). Auspichiamo quindi che i risultati della sperimentazione possano aiutare gli inquilini a migliorare il comfort abitativo risparmiando sulle bollette di casa.

IL SISTEMA DI MONITORAGGIO Il sistema di monitoraggio proposto è di facile installazione e permette di abbattere i costi grazie alla connessione di più sensori a un singolo gateway/PC (Figura 1). Questo sistema è in grado di monitorare sia il consumo elettrico sia le condizioni di comfort termico e di qualità dell’aria degli appartamenti. Il sistema si può dividere in tre livelli principali: i sensori, il database e la visualizzazione dei dati raccolti.

FIGURA 1. Visualizzazione schematica dei tre layer principali caratterizzanti il sistema di monitoraggio

I sensori

FIGURA 2. Architettura a stella del sistema di monitoraggio

Foto credits: Eurac Research

L’architettura del sistema di monitoraggio è di tipo a stella (Figura 2): un gateway/PC (ricevitore) comunica esclusivamente con i sensori ad esso accoppiati (nodi). Il protocollo di comunicazione tra gateway e sensori scelto è di tipo LoRaWan. Tale protocollo, avendo una frequenza di segnale bassa, permette la comunicazione nodo-sensore per lunghe distanze (superiore a 10 km in campo aperto). A causa delle interferenze generate da muri o oggetti, all’interno di edifici la distanza di copertura si abbassa. Il problema maggiore si è riscontato nella comunicazione tra piani (verticale) piuttosto che tra appartamenti o edifici adiacenti (orizzontale), dove la maggiore massività dei solai rispetto alle tamponature ha generato una maggiore attenuazione del segnale di comunicazione. Sebbene negli edifici oggetto di studio siano stati effettuati test che hanno confermato la possibilità di ricevere i dati da parte del gateway/PC sia dai sensori posizionati all’interno degli appartamenti che dai misuratori collocati nel piano interrato, si è rilevato come la stabilità di comunicazione dei sensori più svantaggiati (posti a distanza maggiore dal ricevitore) non avviene in maniera sempre continua in alcuni edifici. Le cause possono essere riferite: 1. alla differenza geometrica-costruttiva dei diversi edifici; 2. al posizionamento dei sensori all’interno degli alloggi; 3. in rari casi, al comportamento dell’utente nel muovere o spostare il sensore. Per la valutazione del comfort interno e della qualità dell’aria è stato utilizzato un unico sensore posizionato nel soggiorno di ogni singolo alloggio, in grado di monitorare contemporaneamente temperatura, umidità, CO2, luminosità e occupazione (Figura 3). Dato che richiedono esclusivamente l’attacco a una presa elettrica, questi sensori sono facilmente installabili, purtroppo però possono essere facilmente scollegati da parte degli utenti per utilizzare la presa per altri scopi, facendo così perdere i dati e il collegamento con il gateway. La misurazione dei consumi elettrici avviene direttamente dai contatori degli appartamenti situati nel vano tecnico a piano interrato. Un datalogger con uscita analogica (in corrente) permette il collegamento

FIGURA 3. Sensore ambientale interno per la misurazione di temperatura, umidità, luminosità e C02 collegato via LoRaWan al Gateway server www.casaeclima.com    n.82

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PROGETTO KLIMAKIT

di una pinza amperometrica per la misura della corrente elettrica in ogni smart meter per gli appartamenti aderenti al progetto. I dati di consumo termico (invernale) sono acquisiti mensilmente direttamente dal gestore dei ripartitori di calore (Techem) e dalle bollette (IPES).

Il database Tutti i dati provenienti dai sensori sono salvati sia localmente all’interno di una SD card montata nel gateway, sia in cloud in un database non relazionale tipo InfluxDB, adatto per l’archiviazione di serie storiche, tipiche delle misurazioni in campagne di monitoraggio. Un modulo con SIM 3G installato nel gateway permette l’invio dei dati al database. In alcuni edifici è stato riscontrato un segnale internet molto debole o quasi assente, rendendo così difficile la comunicazione tra gateway e database e l’invio dei dati di monitoraggio. Si è dovuto così provvedere all’installazione di alcune antenne aggiuntive per potenziare il segnale.

La visualizzazione dei dati All’interno del progetto è stata sviluppata una dashboard online ad hoc che utilizza i dati presenti nel database per fornire le informazioni necessarie alla realizzazione di grafici e indicatori. La piattaforma web, accessibile agli inquilini che partecipano al progetto, permette inoltre di registrare il numero di accessi da parte degli utenti.

LA PIATTAFORMA WEB Grazie alla piattaforma web (www.klimakit.it/piattaforma-web), gli utenti possono visualizzare in tempo reale i dati relativi al monitoraggio delle loro abitazioni: i parametri ambientali ottenuti attraverso i sensori posizionati nell’abitazione (temperatura, umidità e concentrazione di anidride carbonica CO2), i consumi elettrici e quelli termici. I dati possono essere visualizzati in riferimento a quattro diverse finestre temporali (il momento attuale, le ultime 24 ore, l’ultima settimana o l’ultimo mese), con la sola eccezione dei consumi termici, per i quali è stato fissato un intervallo minimo mensile. Gli utenti hanno quindi la possibilità, in ogni momento, di ricevere

preziose informazioni sugli andamenti dei dati della loro abitazione, relativi all’intervallo temporale di loro interesse (per esempio, i dati delle precedenti 24 ore o dell’ultima settimana), in modo da poter comparare agevolmente questi valori con quelli consigliati e/o che si desideravano ottenere. Alcuni degli utenti possono, infatti, anche fissare e cercare di perseguire un obiettivo di risparmio energetico, definito sulla base dei consumi medi dell’anno precedente e visualizzato nell’interfaccia attraverso un apposito “cruscotto”.

Raccomandazioni e feedback Attraverso la piattaforma web, gli utenti ricevono dei feedback sotto forma di notifica con indicazioni su come migliorare la qualità dell’aria e mantenere condizioni ottimali di comfort interno. Per fare alcuni esempi, se in estate la temperatura dell’ambiente interno è superiore alla temperatura esterna, sull’interfaccia compare un messaggio che suggerisce all’utente di aprire le finestre per raffrescare l’ambiente interno. In inverno, invece, viene consigliato di abbassare il riscaldamento qualora la temperatura diurna superi i 21 °C e la temperatura notturna superi i 18 °C. Se invece la concentrazione di CO2 è superiore al valore limite di 1500 ppm o il livello di umidità supera l’85%, viene suggerito all’utente di aprire le finestre per alcuni minuti. I valori ideali di riferimento e le relative raccomandazioni su come ottenerli, oltre a essere visibili nell’interfaccia, sono stati anche raccolti all’interno delle linee guida per “Vivere in un ambiente sano, consumando il giusto”, consegnate a tutti gli utenti coinvolti prima dell’inizio della raccolta dati. I risultati della sperimentazione potranno essere utili a progettisti, imprese, investitori ed erogatori di energia per collaborare alla creazione di nuovo modello di business nel mercato delle ristrutturazioni energetiche e potranno aiutare gli inquilini a migliorare il comfort abitativo risparmiando sulle bollette di casa.

INFORMAZIONI Maggiori info sul progetto: http://klimakit.it/ Per maggiori informazioni sui progetti dell’Istituto delle Energie Rinnovabili: www.eurac.edu/it/research/technologies/ renewableenergy/projects/Pages/default.aspx Il progetto FESR 1018 Klimakit [CUP: B56J16001740001] è finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) della Provincia Autonoma di Bolzano tramite investimenti a favore della crescita e dell’occupazione FESR 2014-2020.

FIGURA 4. La piattaforma web 68

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COSTRUIRE PER IL FUTURO

Cambiamenti climatici, quale impatto sull’edilizia? La progettazione per l’adattamento al cambiamento climatico è stata al centro della 7^ Conferenza Nazionale Passivhaus. ZEPHIR ha provato a disegnare il volto dell’edilizia del futuro, dove Passivhaus sarà probabilmente il protocollo, ma soprattutto l’approccio progettuale vincente DEBORAH ANNOLINO 70

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PROTAGONISTI Hanno arricchito con esperienza e competenza questa settima edizione Emanuele Naboni, docente dell’Istituto di Architettura e Tecnologia di Copenaghen che in quattro punti ha riassunto le principali caratteristiche che gli edifici del futuro dovranno avere: ■■ essere carbon-positive, privilegiando sia l’efficienza architettonica che gli approcci sistemici all’energia; ■■ essere concepiti per proteggere chi li occupa dai cambiamenti climatici, dentro e fuori casa; ■■ utilizzare l’intelligenza artificiale per individuare co-benefit tra la progettazione dell’edificio, il benessere e il microclima; ■■ stabilire una collaborazione tra edifici e sistemi naturali (Nature Based Solutions) per generare significativi benefit in termini di adattamento climatico e assorbimento di emissioni e benefici di wellbeing. Maurizio Pallante, autore e saggista in tema di edilizia e cambiamenti climatici, ha invece espresso il concetto della riconversione economica dell’ecologia: “Soltanto con il riscaldamento invernale, in Italia gli edifici contribuiscono per un terzo alle emissioni di CO2; a questo bisogna aggiungere i consumi elettrici, in aumento con la diffusione dei condizionatori. Poiché il 70% dei consumi per il riscaldamento e

il condizionamento sono dovuti alle dispersioni termiche, edifici ad alta efficienza energetica che riducano questi sprechi possono dare un contributo determinante alla riduzione delle emissioni di CO2, offrendo una risposta di adattamento, oltre il contrasto, ai cambiamenti climatici”. Fiore all’occhiello della Conferenza è stata la riflessione di Luca Mercalli, climatologo e divulgatore scientifico, che ha aperto i lavori mostrando con esempi pratici di aver modificato il proprio stile di vita in chiave sostenibile. Dall’auto elettrica alla costruzione di una casa passiva, alle scelte ecologiche nei consumi, credendo per primo alla necessità di ridurre l’impatto ambientale causato dalle attività quotidiane.

Bisogna progettare edifici sempre più resilienti nei confronti dei futuri eventi estremi e delle ondate di calore. Resilienza è adattamento. Occorre, quindi, costruire edifici resilienti che siano in grado di rinfrescarsi con il minimo dispendio energetico.

I

l rapporto tra cambiamento climatico ed edilizia sostenibile è una delle più grandi sfide di questo secolo, tanto da essere stato il filo conduttore della 7^ Conferenza Nazionale Passivhaus. Organizzato da ZEPHIR Passivhaus Italia, in partnership con l’Ordine degli Ingegneri di Torino, l’evento si è tenuto all’interno della 32^ Restructura, vetrina della riqualificazione e della ristrutturazione. La fiera ha ospitato il dibattito sugli edifici resilienti, con il contributo di docenti, ricercatori e progettisti impegnati in prima linea nella diffusione e nell’applicazione di un nuovo modo di abitare e costruire, espressione di efficienza energetica e di comfort abitativo.

LUCA MERCALLI, climatologo e divulgatore scientifico

UNA SCELTA PER IL FUTURO ZEPHIR si fa carico in qualità di promotore della rivoluzione sostenibile portando a Torino, oltre alla Conferenza scientifica, due attività di stimolo culturale per tecnici e progettisti arrivati da ogni parte di Italia: ■■ il Workshop pratico e interattivo – tenuto nelle sale di Restructura dal Direttore Dr. Phys Francesco Nesi – sui principi fondamentali del protocollo internazionale Passivhaus, con una panoramica sui 5 pilastri della casa Passiva e focus dedicati agli impianti e le tecnologie innovative;

EDIFICI SEMPRE PIÙ RESILIENTI AI FUTURI CAMBIAMENTI CLIMATICI di Francesco Nesi, Direttore ZEPHIR Il migliore chilowattora è quello risparmiato, ovvero quello non consumato. Questa è la logica che sta alla base del protocollo Passivhaus, nato 30 anni fa in Europa centrale a cura del prof. Wolfgang Feist, il primo a realizzare un protocollo e un approccio progettuale che prendessero in considerazione il comfort abitativo, elevandolo ai massimi livelli in edilizia. Feist decise di creare un protocollo Passivhaus (EnerPHit per le ristrutturazioni), che si potesse applicare non solo in Europa centrale, ma in tutto il mondo. Quel protocollo è utilizzato tutt’oggi con grande interesse e si contano oltre 60 mila edifici certificati Passivhaus. ZEPHIR, che da sette anni organizza la Conferenza Nazionale Passivhaus, è l’Istituto di ricerca che da oltre 12 anni diffonde in Italia il concetto di efficienza energetica e di comfort abitativo, in una logica di convenienza economica. Più in generale siamo attivi nei Paesi del Mediterraneo e negli ultimi anni abbiamo portato l’innovazione e la flessibilità del protocollo Passivhaus in altri Paesi del mondo (ad esempio, Canada, India, Camerun, Bhutan) andando a toccare climi estremamente freddi o viceversa estremamente caldi e umidi. In Italia, paese del sole, applicare il protocollo Passivhaus è ideale. Bisogna avvicinarsi a Passivhaus con la consapevolezza che non si tratta di una semplice certificazione, ma di un approccio progettuale e di una nuova filosofia per progettare e realizzare progetti innovativi e di assoluta convenienza economica, anche più delle case in classe A.

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COSTRUIRE PER IL FUTURO

RESTRUCTURA 2019. Deborah Annolino, Francesco Nesi e Luca Mercalli

il Passivhaus Tour: un percorso logistico attraverso l’efficienza energetica, il comfort e l’innovazione degli edifici Passivhaus costruiti a Chieri, Chiaverano e Ciriè. Le tre Passivhaus sono state illustrate dai progettisti e dai tecnici che ne hanno seguito i lavori, ma anche dai committenti. La Conferenza Nazionale Passivhaus rappresenta un’occasione per fare network tra professionisti e imprese di settore e per approfondire best practices in edilizia come il “Polo scolastico di Collecchio (Parma)” e la “Prima Passivhaus Plus di Italia a Chiaverano (TO)”, entrambi vincitori della Call For Papers. I due progetti, selezionati da una qualificata giuria di esperti sono stati riportati a Restructura ■■

dell’arch. Silvia Dondi (sostenitrice della scuola green in Emilia Romagna) e dagli architetti Simone Gea e Davide Guerra per il residenziale con la testimonianza di Silvano e Pierangela, committenti e abitanti soddisfatti della Passivhaus Plus torinese. Ancora una volta viene sottolineato l’impegno a rinverdire la cultura dell’edilizia sostenibile per riqualificare il patrimonio edilizio delle città, in Italia e sulle scene internazionali. La Conferenza Nazionale Passivhaus è organizzata con il patrocinio dell’International Passive House Association, del Comune di Torino, dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Torino e di Forte Chance.

ZEPHIR PASSIVHAUS ITALIA L’istituto di fisica edile ZEPHIR Passivhaus Italia nasce nel novembre 2011 come naturale prosieguo di un’attività pluridecennale in ambito di costruzioni ad altissima efficienza energetica e comfort abitativo. Fondato da un’idea del suo direttore, Dr. Phys. Francesco Nesi, negli anni ZEPHIR Passivhaus Italia si è accreditato a livello nazionale come unico referente ufficiale per Passivhaus e a livello internazionale seguendo progetti nZEB/Passivhaus sotto il profilo di consulenza energetica, impiantistica e fisico-edile, analisi finanziarie di cost-optimality per interventi di nuova costruzione/ retrofit etc. Completano l’offerta di ZEPHIR Passivhaus Italia servizi di: formazione specialistica su Passivhaus per progettisti ed imprese di costruzione/artigiani, supervisione e certificazione Passivhaus di edifici nuovi o ristrutturazioni, sviluppo di prodotto e certificazione di componenti Passivhaus (finestre, porte, sistemi costruttivi etc.), traduzioni tecniche, consulenza per imprese di costruzioni, partecipazione a progetti di ricerca privati o a finanziamento pubblico (provinciali/regionali/europei/internazionali). ZEPHIR Passivhaus Italia rivende il PHPP 9, il software di progettazione Passivhaus, in esclusiva per l’Italia ed il manuale tecnico-divulgativo “PASSIVHAUS” edito da Maggioli Editore e a firma di Francesco Nesi (info su: http://shop.passivhausitalia.com). Da più di 5 anni ZEPHIR Passivhaus Italia organizza la conferenza nazionale Passivhaus, seguita costantemente da un cospicuo numero di partecipanti.

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CONSULENZA FISCALE

Dichiarazione dei redditi: termini e modalità di correzione Errare è umano, ma la legge non ammette ignoranza. Anche per questo, soprattutto in tema di doveri fiscali, è bene essere informati per evitare di incorrere in sanzioni o multe da pagare a cura di ASSOCAAF

Q

uest’anno il termine per l’invio telematico della dichiarazione dei redditi – sia per le società che per le persone fisiche – scade il 2 dicembre. Cosa succede se non è stato effettuato l’invio telematico della dichiarazione o, caso più frequente, se si sono commessi degli errori in sede di predisposizione della stessa?

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DICHIARAZIONE NON PRESENTATA ENTRO IL TERMINE Nel caso in cui non sia stata effettuata la presentazione della dichiarazione, nei 90 giorni successivi al 2 dicembre 2019 è possibile presentare una dichiarazione tardiva. Tale dichiarazione è soggetta a una sanzione fissa di 250 euro che può essere ridotta in sede di ravvedi-


mento operoso a 1/10. La sanzione fissa è a dichiarazione, pertanto nel caso in cui venga presentata in ritardo anche la dichiarazione IRAP la sanzione da versare è di 50 euro (25 euro per dichiarazione). Le dichiarazioni tardive, ossia presentate entro i 90 giorni dalla scadenza ordinaria, vengono considerate validamente presentate. Nel caso in cui dalla dichiarazione tardiva emergano imposte dovute che non siano state versate nei termini ordinari, è necessario ravvedere anche i versamenti non effettuati. Le dichiarazioni presentate dopo il termine dei 90 giorni vengono considerate omesse e, in questo caso, non è possibile effettuare alcuna regolarizzazione spontanea. È doveroso ricordare che in caso di omessa dichiarazione la sanzione varia dal 120% al 240% delle imposte dovute, con un minimo di 250 euro; nel caso in cui non siano dovute imposte la sanzione varia da 250 a 1.000 euro. Nel caso in cui la dichiarazione omessa sia presentata entro il termine per l’invio di quella per l’anno successivo e comunque prima dell’inizio di un accertamento, la sanzione per omessa dichiarazione è dimezzata; pertanto, sarà dal 60% al 120% delle imposte, con un minimo di 200 euro. In assenza di imposte, la sanzione andrà da un minimo di 150 euro a un massimo di 500 euro. In presenza di redditi prodotti all’estero si avrà la maggiorazione di 1/3 della sanzione. Le sanzioni fisse – applicabili quando non sono dovute imposte – possono essere aumentate fino al doppio nei confronti dei soggetti obbligati alla tenuta delle scritture contabili.

DICHIARAZIONE CON PRESENZA DI ERRORI Nel caso in cui, in sede di compilazione della dichiarazione, siano stati commessi degli errori, è possibile presentare una dichiarazione integrativa entro i termini previsti per l’accertamento. Occorre utilizzare il modello conforme a quello approvato per il periodo di imposta a cui si riferisce la dichiarazione. Per il calcolo delle sanzioni su cui quantificare il ravvedimento operoso bisogna fare una distinzione tra errori rilevabili e non rilevabili da parte dell’Agenzia delle Entrate in sede di controllo automatizzato o formale e quando avviene la regolarizzazione.

DICHIARAZIONE INTEGRATIVA PRESENTATA ENTRO I 90 GIORNI In questa ipotesi bisogna fare la seguente distinzione. Se gli errori sono rilevabili in sede di controllo automatizzato (ex art. 36 bis DPR 600/1973) e controllo formale (ex art. 36 ter DPR 600/1973) è possibile presentare una dichiarazione integrativa entro i 90 giorni e la sanzione applicabile è quella dell’omesso versamento, pari al 30% di ogni importo non versato o della differenza del credito utilizzato. Se gli errori non sono rilevabili in sede di controllo automatizzato e di controllo formale della dichiarazione – violazioni per le quali è ascrivibile infedeltà dichiarativa – è possibile presentare una dichiarazione integrativa entro i 90 giorni versando le seguenti sanzioni: sanzione fissa di 250 euro ridotta a 1/9 (= Euro 27,78) oltre alla sanzione per omesso versamento, se sono dovute imposte.

DICHIARAZIONE INTEGRATIVA PRESENTATA OLTRE I 90 GIORNI Se ci si accorge di aver commesso l’errore dopo i 90 giorni, è possibile presentare una dichiarazione integrativa, ma le sanzioni su cui calcolare il ravvedimento operoso saranno diverse. Nel caso di errori rilevabili da controlli automatizzati e da controlli formali la sanzione applicabile, sulla maggiore imposta dovuta o sulla differenza del credito utilizzato, sarà quella per omesso versamento (30% dell’importo non versato). Nel caso di errori non rilevabili mediante controlli automatizzati e formali, le sanzioni applicabili, sulla maggiore imposta dovuta o sulla differenza del credito utilizzato, sono quelle di infedele dichiarazione; nel caso in cui dalla dichiarazione integrativa non risultino imposte da versare è dovuta la sanzione fissa di 250 euro per l’infedele dichiarazione. Affinché il ravvedimento operoso sia considerato valido e pertanto non si incorra nelle sanzioni piene, è importante individuare l’importo della sanzione minima, per infedele dichiarazione, su cui effettuare il calcolo del ravvedimento operoso. La sanzione minima per infedele dichiarazione (su cui effettuare il calcolo del ravvedimento operoso) è pari al 90% dell’imposta dovuta o della differenza del credito utilizzato, con alcune eccezioni in aumento o in diminuzione della stessa. La sanzione minima del 90% è aumentata al 135% quando la violazione è realizzata mediante l’utilizzo di documentazione falsa o per operazioni inesistenti, mediante artifici o raggiri, condotte simulatorie o fraudolente. Per l’omessa indicazione dei redditi prodotti all’estero, con riferimento alle imposte o alle maggiori imposte relative a tali redditi, si applica l’aumento di 1/3 delle sanzioni; pertanto la sanzione minima su cui calcolare il ravvedimento operoso è pari al 120%. In presenza di canone di locazione immobiliare a uso abitativo non dichiarato o dichiarato in misura inferiore a quella effettiva, se si è optato per la cedolare secca, le sanzioni per omessa o infedele dichiarazione sono raddoppiate, potendo variare dal 240% al 480% dell’imposta in caso di omessa dichiarazione del canone (con un minimo di 500 euro) oppure dal 180% al 360% in caso di infedele dichiarazione del medesimo. Tale regime sanzionatorio non è applicabile alle locazioni stipulate nell’esercizio d’imprese, arti e professioni, riguardando esclusivamente i redditi fondiari. In assenza di documentazione falsa o raggiri, la sanzione è ridotta di 1/3 quando la maggiore imposta o il minor credito sono complessivamente inferiori al 3% dell’imposta e del credito dichiarati, e comunque complessivamente inferiori a € 30.000. La sanzione da dichiarazione infedele è ridotta di 1/3 quando l’infedeltà deriva dall’errata imputazione temporale, purché il componente positivo abbia già concorso alla determinazione del reddito nell’annualità in cui interviene l’attività di accertamento o in una precedente. In assenza di danni per l’Erario, la violazione del principio della competenza fiscale sarà sanzionabile in misura fissa pari a € 250. www.casaeclima.com    n.82

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IIS

Il punto sull’affidabilità delle infrastrutture Un applicativo per la gestione delle campagne ispettive e delle attività di manutenzione sulle strutture civili

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ai come oggi la determinazione dell’affidabilità di ponti e viadotti è all’attenzione non solo di tutti gli addetti ai lavori – istituzioni, progettisti, gestori, costruttori – ma anche dell’opinione pubblica. Analizzando la situazione odierna da un punto di osservazione non confinato entro il settore delle infrastrutture, forse possiamo dire di essere arrivati a un punto di svolta. Per la prima volta con un approccio moderno, infatti, ci si sta avviando a regolamentare i temi del monitoraggio, della valutazione del rischio di incidente e dell’affidabilità in servizio che in altri settori industriali, come quello degli impianti e dei sistemi a pressione, è strettamente regolamentato da più di un secolo in tutti i paesi industrializzati. Inoltre, si sta iniziando a capire che la durabilità di un’opera nasce durante la progettazione: progettare per ispezionare e manutenere.

VIADOTTO MARCHETTI, AUTOSTRADA TORINO-AOSTA. IIS, con incarichi di supervisione, sorveglianza e controlli da parte di Ativa, ha seguito le fasi di progettazione, prefabbricazione e montaggio in opera

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n.82   www.casaeclima.com

L’APPROCCIO RISK BASED INSPECTION APPLICATO ALLE INFRASTRUTTURE È onere dei gestori delle infrastrutture contemperare la scelta, la durata e l’estensione delle ispezioni stesse con le risorse economiche e di personale disponibili sul territorio di competenza. Tali risorse non saranno mai sufficienti per controllare in modo approfondito e con le frequenze ispettive nominali previste dalle prassi dei gestori le decine di migliaia di ponti e viadotti che hanno raggiunto o stanno raggiungendo la vita di progetto. Una risposta innovativa viene dalla

Coniugare efficacemente la disponibilità delle risorse con un’adeguata garanzia di affidabilità delle opere, indirizzando opportunamente le capacità diagnostiche per stabilire la priorità degli interventi manutentivi, sia dal punto di vista della “tipologia” che della “cronologia” definizione e dall’applicazione di criteri alternativi alle regole esistenti sulle frequenze ispettive che prendono in considerazione “famiglie” di strutture e consentono di elaborare delle classifiche di rischio. Questo approccio, di tipo probabilistico, risulta determinante per assistere i gestori nel concentrare le risorse disponibili sulle infrastrutture maggiormente esposte e per individuare le aree più critiche per la singola struttura. L’obiettivo è quello di coniugare efficacemente la disponibilità delle risorse con un’adeguata garanzia di affidabilità delle opere durante la loro vita, indirizzando opportunamente le capacità diagnostiche per stabilire la priorità degli interventi manutentivi, sia dal punto di vista della “tipologia” che della “cronologia”. L’Istituto Italiano della Saldatura (IIS) ha messo a punto una procedura di analisi corredata da un applicativo a supporto denominato IPSE®. IPSE, elaborato da IIS e frutto di uno sviluppo in-house, è uno strumento dedicato per rendere la pianificazione delle ispezioni congruente con il budget destinato al mantenimento dell’efficienza in sicurezza delle infrastrutture.


CRITERI ADEGUATI DI PIANIFICAZIONE DELLE ISPEZIONI IN SERVIZIO

PONTI E VIADOTTI seguiti da IIS negli ultimi 20 anni con attività di supervisione, sorveglianza e controlli nelle fasi di progettazione, costruzione, montaggio, esercizio e manutenzione

IIS – ente tecnico-scientifico, terzo e indipendente che ha tra i propri scopi statutari quello di promuovere la conoscenza nei propri settori di riferimento – opera dal 1948 al servizio dell’industria in molti settori industriali, in particolare nei settori dell’Oil&Gas e nel settore delle infrastrutture stradali e ferroviarie. IIS ha voluto contribuire al miglioramento e alla diffusione dell’approccio tecnico per una efficace gestione della sicurezza e dell’affidabilità di ponti e viadotti e delle opere civili in genere. A questo scopo, avendo maturato una straordinaria esperienza nel settore delle valutazioni di rischio e di affidabilità degli impianti industriali, ha mutuato queste esperienze e conoscenze trasferendo al settore delle infrastrutture le competenze acquisite nel Risk Based Inspection per gli impianti industriali, ovvero analisi finalizzate a una pianificazione delle ispezioni basata sulle valutazioni di rischio. Nel settore delle infrastrutture IIS già opera da decenni al fianco di FS, Italferr, ANAS, Società Autostrade e SPEA, ma anche di moltissimi costruttori di infrastrutture, con incarichi di supervisione, sorveglianza e controlli nelle fasi di progettazione, prefabbricazione, costruzione e montaggio. Solo seguendo da vicino la costruzione di centinaia di opere infrastrutturali in Italia e all’estero si possono maturare le competenze e la sensibilità necessarie per dare un valore aggiunto alle attività di ispezione e controllo.

Cambia la grafica, ma non l’informazione

www.casaeclima.COM DAILY NEWSLETTER Tutte le informazioni importanti per il tuo lavoro. Tutte le sere Perché l’aggiornamento professionale è un vantaggio competitivo Editore: Quine srl · Via G. Spadolini, 7 · 20141 Milano - Italia · Tel. +39 02 864105 · Fax. +39 02 70057190


Via Brenta 13 – 00198 Roma Tel. 06/8555203 – Fax 06/8559860

SOCI FINCO ACMI Associazione Chiusure e Meccanismi Italia Presidente: Nicola Fornarelli Vice Presidente: Antonio Gramuglia Presidente Onorario: Vanni Tinti AICAP Associazione Aziende italiane Cartelli ed Arredi Pubblicitari Presidente: Paolo Buono Vice Presidente: Giuseppe Strippoli Segretario Nazionale: Paolo Moleri Direttore Generale: Angela Pirrone

ANNA Associazione Nazionale Noleggio Autogru e Trasporti Eccezionali Presidente: Daniela Dal Col Vice Presidente: Simone Gramigni Past-Vice Presidente: Angelo Gino ANIPA - FIAS Associazione Nazionale Imprese Pozzi per Acqua Presidente: Daniele Succio ANSAG Associazione nazionale sagomatori Presidente: Ettore Tamburini Vice Presidenti: Dario Carniello e Paolo Venturelli APCE Associazione per la Protezione delle corrosioni elettrolitiche Presidente: Giuseppe Landi Direttore: Matteo Robino

AIFIL Associazione Italiana Fabbricanti Insegne luminose Presidente: Alfio Bonaventura Vice Presidente: Vitaliano Mantovani Segretario Nazionale: Claudio Rossi

ARCHEOIMPRESE Associazione Italiana Imprese di Archeologia Presidente: Daria Pasini Vicepresidenti: Monica Girardi, Luca Mandolesi

AIPAA Associazione Italiana per l’Anticaduta e l’Antinfortunistica Presidente: Giuseppe Lupi Vice Presidente: Michele Brambati Direttore: Tommaso Spagnolo

ARI Associazione Restauratori d’Italia Presidente: Kristian Schneider Vice Presidente: Irene Zuliani Segretario: Paola Conti

AISES Associazione Italiana Segnaletica e Sicurezza Presidente: Gabriella Gherardi Vice Presidente: Toni Principi

ASSITES Associazione Italiana Tende, Schermature solari e Chiusure Tecniche Oscuranti Presidente: Fabio Gasparini Vice Presidenti: Loris Di Francesco, Nereo Sella

AIT Associazione Imprese Impianti Tecnologici Presidente: Bruno Ulivi Vice Presidenti: Riccardo Cerrato, Carlo Antonio Gandini Segretario: Roberto Vinchi

ASSOBON Associazione Nazionale Imprese Bonifica Mine ed Ordigni Residui Bellici Presidente: Potito Genova Consigliere: Stefano Gensini

AIZ Associazione Italiana Zincatura Presidente: Carmine Ricciolino Vice Presidente: PierLuigi D’Ambrosio

ASSOCOMPOSITI Associazione dei materiali compositi e affini Presidente: Roberto Frassine Direttore: Simona Tiburtini

ANACI Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari Presidente: Francesco Burrelli Segretario: Andrea Finizio

ASSOFRIGORISTI Associazione Italiana Frigoristi Presidente: Gianluca De Giovanni Vice Presidente: Franco Faggi Direttore: Marco Masini

ANACS Associazione Nazionale Aziende di Cartellonistica Stradale Presidente: Franco Meroni Vice Presidente: Elena Orlandi Direttore: Paolo Bertaggia

ASSOIDROELETTRICA Associazione dei Produttori Idroelettrici Presidente: Paolo Pinamonti Direttore Generale: Paolo Taglioli

ANCSA Associazione Nazionale Centri Soccorso Autoveicoli Presidente: Eleonora Testani Vice Presidente: Enzo Ciabatta Direttore: Alessia Lentini ANFIT Associazione Nazionale per la Tutela della Finestra Made in Italy Presidente: Laura Michelini Vice Presidente: Marco Rossi Direttore: Dario Poletti ANFUS Associazione Nazionale Fumisti e Spazzacamini Presidente: Gianfranco Borsatti ­Vice Presidente: Massimo Pistolesi ­Segretario generale: Sandro Bani

ASSOROCCIA Associazione Nazionale costruttori opere di difesa dalla caduta di massi e valanghe Presidente: Carlo Miana Vice Presidente: Diego Dalla Rosa Direttore Generale: Bruno Zanini ASSOVERDE Associazione Italiana Costruttori del Verde Presidente: Antonio Maisto Vice Presidente: Pasquale Gervasini Segretario Generale: Federico Ospitali CNIM Comitato Nazionale Italiano Manutenzione Presidente: Aurelio Salvatore Misiti


UNICMI Unione Nazionale delle Industrie delle Costruzioni Metalliche dell’Involucro e dei Serramenti Presidente: Guido Faré Vice Presidente Vicario: Donatella Chiarotto Direttore Generale: Pietro Gimelli

FIAS Federazione Italiana delle Associazioni Specialistiche del Sottosuolo Presidente: Massimo Poggio Vice Presidenti: Mauro Buzio, Stefano Chiarugi AIF – FIAS Associazione Imprese Fondazioni consolidamenti - indagini nel sottosuolo Presidente: Antonio Arienti

UNION Unione Italiana Organismi Notificati Presidente: Iginio S. Lentini

ANIG HP – FIAS Associazione Nazionale Impianti Geotermia – Heat Pump Presidente: Gabriele Cesari

ACI Presidente: Angelo Sticchi Damiani

ANISIG – FIAS Associazione Nazionale Imprese Specializzate in Indagini Geognostiche Presidente: Italo Cipolloni

ANAS Spa - Azienda Naz. Autonoma delle Strade Presidente: Claudio Andrea Gemme Amministratore Delegato: Massimo Simonini

FIPER Federazione Italiana Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili Presidente: Walter Righini Vice Presidente: Hanspeter Fuchs, Federica Galleano Direttore: Vanessa Gallo FIRE Federazione Italiana per l’Uso Razionale dell’Energia Presidente: Cesare Boffa Vice Presidente: Giuseppe Tomassetti Direttore: Dario Di Santo

Burlandi Franco Srl Amministratore Unico: Fabrizio Burlandi CASEITALY Srl Presidente: Laura Michelini CSI S.p.A. Presidente: Antonella Scaglia Vice Presidente: Alessandro Ciusani Amministratore Delegato: Vincenzo Ruocco GRAVILI Srl Amministratore Delegato: Antonio Gravili

FISA – FIRE SECURITY ASSOCIATION Fire Security Association Presidente: Marco Patruno

INCO INGEGNERIA Spa Amministratore Unico: Aldo Muller IN&OUT Spa Presidente: Angelo L’Angellotti Amministratore Delegato: Sergio Fabio Brivio e Nicola Lippolis CFO Direttore Generale: Sergio Fabio Brivio

FONDAZIONE PROMOZIONE ACCIAIO Presidente: Caterina Epis Direttore Generale: Simona Maura Martelli

Interbau Srl Presidente: Giuseppe Cersosimo

PILE Produttori Installatori Lattoneria Edile Presidente: Fabio Montagnoli Tesoriere: Palmiro Bartoli

Istituto Italiano della Saldatura Presidente: Pietro Lonardo Vice Presidenti: Giovanni Pedrazzo e Luigi Scopesi

RSF Restauratori Senza Frontiere Presidente: Paolo Pastorello Vice Presidenti: Carla Tomasi e Alessandra Morelli

LAPI Spa - Laboratorio Prevenzione Incendi Spa Presidente: Massimo Borsini Vice Presidenti Cda e Consiglieri: David Borsini e Luca Ermini M3S Spa Presidente: Ulderico Granata

SISMIC Associazione Tecnica per la Promozione degli Acciai Sismici per il Cemento Armato Presidente: Donatella Guzzoni Direttore: Roberto Treccani

PONTINA STAMPI Srl Presidente: Catiuscia Boscato CEO: Gianpiero Di Girolamo

Per ulteriori informazioni sulle Associazioni federate potete consultare il sito Finco www.Fincoweb.org - Area associate

COMITATO DI PRESIDENZA FINCO

Carla Tomasi Presidente Finco

Gabriella Gherardi Francesco Burrelli Vice Presidente Vice Presidente Finco Vicario con delega a Organizzazione e Filiere

Daniela Dal Col Consigliere Incaricato Filiera Macchine e Attrezzature

Fabio Gasparini Consigliere Incaricato Sviluppo Associativo

Walter Righini Consigliere Incaricato Filiera Rinnovabili

Lino Setola Consigliere Incaricato della Filiera Mobilità e Sicurezza Stradale

Angelo Artale Direttore Generale

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Per PENSARE, PROGETTARE e COSTRUIRE SOSTENIBILE

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N. 78 I Anno XIV I MARZO/APRILE 2019 I Bimestrale

CINQUE PIANI NERAZZURRI AD ALTA TECNOLOGIA

Poste Italiane Spa – Posta target magazine – LO/CONV/020/2010

PROGETTAZIONE Edificio per uffici certificato Passivhaus DENTRO L’OBIETTIVO Dubai: oltre lo Zero Energy

KLIMAHOUSE 2019: VIDEO La sostenibilità è la chiave per vivere bene

BIM2BEM La modellazione energetica nella progettazione integrata

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N. 79 I Anno XIV I MAGGIO/GIUGNO 2019 I Bimestrale

SERRE URBANE IN QUOTA

MADE EXPO 2019 Le novità per la “Qualità dell’abitare” DENTRO L’OBIETTIVO Costruire per le generazioni di domani CASE HISTORY Ristrutturazione senza cappotto

MATERIALI SOSTENIBILI Il valore “verde” del legno

CLIMATIZZAZIONE Edifici storici e monumentali

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SISTEMI RADIANTI Gli impianti “invisibili”

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N. 81 I Anno XIV I OTTOBRE 2019 I Bimestrale

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CANTIERI SMART Il futuro è a “impatto zero”

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CERTIFICAZIONE Il parquet ecologico deve essere marchiato Ecolabel

INVOLUCRI ATTIVI E ADATTABILI Come l’edificio produce energia

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WATER MANAGEMENT REPORT L’acqua, un bene prezioso ma insufficiente

THERMAL COMFORT Il colore influenza la percezione della temperatura?

DENTRO L’OBIETTIVO Progettazione multidisciplinare tra antico e moderno

la fonte più sicura per l’aggiornamento professionale STORIA E TECNOLOGIA PER L’M9 DI MESTRE

N. 80 I Anno XIV I SETTEMBRE 2019 I Bimestrale

RISCHIO SISMICO Nuovi strumenti e strategie per il progettista EFFICIENZA ENERGETICA Un mercato in crescita, ma non troppo APPALTI PUBBLICI VERDI Cosa sono GPP, PAN e CAM? CRISI ENERGETICA Isole minori alla ricerca di una strategia sostenibile

SMART HOME Abitare il futuro con gli oggetti “intelligenti” di oggi

ISOLAMENTO ACUSTICO Progettazione a norma di legge

Organo ufficiale

Fascicolo Fascicolo Mese Mese

Fiere Fiera Speciale Argomenti Argomenti

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