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senso di immobilismo, di una visione di un carattere nazionale naturalisticamente delineato, ma di un processo, che non è detto debba essere secolare, poiché già 20 anni nella nostra epoca sono molto importanti. Quindi, leggendo l'analisi di Sciolla, Villari afferma di aver superato la tentazione di attribuire alla sociologia questo difetto, riconoscendo che, evidentemente, erano gli autori citati a non essere abbastanza informati. Lo storico ha poi affermato di essere molto interessato alla ricostruzione del tema così come è stata delineata da Bagnasco, soprattutto sulla opportunità di affrontare il problema del rapporto tra politica e società, rispetto al quale ha confessato di non saper dare una soluzione. Indubbiamente, se si guarda alla realtà politica del nostro Paese, qualche grossa anomalia si deve registrare. Non si tratta, infatti, soltanto di un'anomalia di determinate forze o di determinate correnti, poiché queste sono espressioni di un'anomalia generale. Ci troviamo in una situazione che sembra. quasi di crisi permanente in rapporto al problema della stabilità della democrazia nel nostro Paese. Perché quésto è il problema di fondo: l'analisi della coscienza civica, della cultura civica come via per riuscire a individuare qual è la forza e qual è la prospettiva di durata o di continuo arricchimento della democrazia. C'è un problema generale, interessante anche da un punto di vista generale, non solo per quello che riguarda l'Italia, quindi; anche per questa ragibne occorre usare molta cautela nel parlare di una situazione particolare italiana. Questa difficoltà della democrazia è un problema che riguarda non solamente l'Italia ma tutto il mondo, in particolare il mondo occidentale, il mondo democratico. Villari ha rilevato come ci sia anche un aspetto di carattere culturale che non riguarda solamente la coscienza civica, ma riguarda l'idea stessa di democrazia e l'incertezza che sempre c'è stata intorno a questo termine. È molto difficile parlare di democrazia, come nel libro della Sciolla, con puntualità e con chiarezza, senza cercare di aggiungerci qualche aggettivo che deve chiarire, completare, definire. In sostanza, nel corso del secolo scorso, a partire dalla fine dell'Ottocento, c'è stata una grossa oscillazione intorno alla definizione, non a quella dottrinaria, ma alla concreta definizione nella coscienza e nella cultura dei cittadini, di che cosa significa democrazia, a cominciare da chi - come era propenso anche Hirschman a fare - definì la concessione del suffragio universale un "piatto di lenticchie". Invece, c'è una parte della cultura che fa coincidere il raggiungimento della democrazia con la conquista del suffragio universale uguale per tutti e della libertà di associazione. 107


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