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"identificazione" con la collettività stessa. Se l'identità non è partecipata a sufficienza, o se muta radicalmente, le collettività si dissolvono. Così accade nei gruppi di piccola e grande dimensione, nelle associazioni come nelle comunità nazionali. Bastano questi cenni a gettare qualche luce sul problema delle contrapposte tendenze prima esaminate. L'impatto sociale della globalizzazione mette in gioco le identità personali acquisite da miliardi di persone e dalle collettività di cui fanno parte. Lo fa mettendo a prova nuclei di valori profondi, di appartenenze, di discriminazione fra il simile e il diverso. Lo fa prospettando di fatto una scelta fra ciò che di affascinante, ma pure di incerto e temibile, offre l'identità universale del genere umano - un'identità, purtroppo, che non può far conto su una "memoria del mondo", su avvenimenti ed eroi unificanti, sulla chiara coscienza di destini comuni -, e l'identità originaria, della quale forse non si è sufficientemente memori e consapevoli, ma che si può riscoprire e nella quale ci si può rifugiare in cerca di garanzie e di certezze. Appare comprensibile, in questa prospettiva, sia la difesa omeostatica di persone e gruppi sociali che si aprono all'integrazione universalistica ed al cosmopolitismo (considerando meno promettenti le pregresse identità), sia la difesa omeostatica di chi si volge in direzione opposta, temendo la vaga appartenenza universale o le culture aliene come una minaccia. Scelte e orientamenti opposti possono certamente marcare con più nettezza alcuni individui, gruppi sociali o culture, ma l'essere sospesi nel bel mezzo è condizione comune a tutti gli uomini del nostro tempo. Solo apparentemente, tuttavia, ogni uomo del nostro tempo è di Il rispetto fronte al dilemma "universalità o particolarismo". È vero che molti che le hanno scelto o stanno scegliendo una delle alternative. Vi sono co- identità loro che si universalizzano per idealita o convenienza come per meritano l'"universalità limitata" del mercato e vi sono coloro che scavano in cerca delle radici. È pure vero, tuttavia, che un gran numero di persone - specie in Occidente - si trova di fronte ad un problema psicologico e culturale più difficile da risolvere. Per queste persone non si tratta di compiere una scelta netta. Esse avvertono la necessita di accogliere la prospettiva universalizzante senza rinunciare ad appartenenze, storia, tradizioni e valori profondamente sentiti. De-

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