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MAGGIO
2012
N° 56
€ 0,50
Radio Mater • C.F. 91006500135 • C. Post. n. 1 - 22030 Longone al Segrino (CO) • Tel. 031.646000 - Segr. 031.645214 • Fax 031.611139 • Capp. e fax 031.611608 • Capp. preghiera 031.3355586 • www.radiomater.org • e-mail: info@radiomater.org Poste It. Spa Sped. in A.P. DL 353/2003 (conv. I.27/2/04 n.46) art.1, comma 2, LO/CO Registro stampa tribunale di como n. 1/96 dell’8/1/1996 • Lett. in famiglia “Pro Manoscritto” di Radio Mater Arcellasco d’Erba (CO) • A. 2005 • Dir. Resp. Enrico Viganò
Con Maria... Sempre! per essere di Gesù e della sua Chiesa Carissimi, è bello sentire ancora nel cuore la gioia di Cristo Risorto che ci assicura, non la fine di tutto con la morte, ma una vita senza fine nell’al di là. Questa fede l’abbiamo sperimentata fin da bambini e ha condotto e guidato tutta la nostra vita. E se qualche pausa di male c’è stata in questa nostra vita, è bello pentircene ed essere perdonati, per riprendere l’intimità con Gesù. Quanto amore ha sparso Gesù sul cammino della nostra vita! Ora, nella grazia dello Spirito Santo abbracciamo: • la nostra famiglia, che ci ha fatto nascere e ci ha formato al senso di Dio... benedicila, Signore! • la nostra Parrocchia, che ci ha somministrato il sacramento del Battesimo, facendoci figli di Dio... benedicila, Signore! • tanti Sacerdoti e anime belle, che ci hanno aiutato a stare lontani dal male e vivere davvero una vita secondo Gesù... benedicili, Signore! E in tutta questa nostra formazione umana e cristiana, ad un certo punto è “spuntata” Maria, Mamma di Gesù e Mamma nostra. E da quel momento, certo, non l’abbiamo più lasciata. Ci è stata e ci è vicina in tutta la nostra vita per educarci alla fede, all’ascolto, alla preghiera, alla gioia, all’accoglienza, all’umiltà e per illuminarci e guidarci in tutte le nostre decisioni di bene e d’amore.
Sì, miei cari, L’abbiamo sentita e La sentiamo tutt’ora in ogni circostanza della nostra vita, anche in quelle di sofferenza e di preoccupazioni personali... familiari... ecclesiali. Sapete, anch’io, come voi, ho ricevuto questa grazia! L’ho sempre sentita personalmente vicina, soprattutto nella vocazione che ho avvertito nel cuore ad essere “tutto del Suo Gesù”.
All’età di 11 anni, nel mese di maggio, prima di andare al Rosario, che si recitava nella Parrocchia ogni sera, Lei mi ha aiutato a trovare la forza di... aprire leggermente la porta e... attraverso quella fessura, gridare ai miei familiari: “Io voglio andare in Seminario!”. Sono stati “istanti di eternità” e, nonostante le grandi difficoltà economiche e di salute, i miei familiari mi hanno “accompagnato” nella vita seminaristica e “sempre”, incoraggiandomi a continuare e a sentirmi sempre vicina la Madonna. In terza media, frequentata nel Seminario Salesiano di Chiari (Bs), ho avuto la gioia di essere scelto come Presidente dell’Associazione dell’Immacolata. Che stupore e che commozione poi, miei cari, camminare con Lei in tutti questi miei anni di Sacerdozio. Aggrapparmi alla Sua fede per accogliere, ascoltare, amare, adorare e servire il Signore Gesù, nella missione che il Padre mi ha affidato, nella Sua infinita Misericordia! E che gioia grande, carissimi, quando mi ha fatto sbocciare nel cuore prima Radio Maria e poi Radio Mater e... per tracciare una spiritualità Mariana-Eucaristica-Ecclesiale in queste radio... anche la Cappellina di Maria e la Comunità.
Lei mi ha aiutato a trovare la forza di aprire leggermente la porta e attraverso quella fessura gridare ai miei famigliari: “Io voglio andare in Seminario!”
Tu sai Mamma quale gioia e quanto è stato importante, in questi vent’anni, elevare preghiere e celebrare nella Tua Cappellina (così povera) l’amore e la fedeltà di Dio, consacrare a Te tante anime, pregare e affidare, anche nelle ore notturne, le divisioni di tante famiglie, le intenzioni, le sofferenze, le solitudini di tanti cuori, e vivere questa fede e questa unità, anche attraverso la radio.
Sì, miei cari, non è un caso che la statua presente nella Cappellina di Maria, benedetta il 7 febbraio 1990 dal Santo Padre Beato Giovanni Paolo II e, il 21 novembre 2007, da Sua Santità Papa Benedetto XVI, sia proprio dell’ Immacolata. Che gioia, carissimi, quando voi, pregando e in processione, avete accompagnato questa statua dal Padiglione dell’Elmepe (oggi Lariofiere) sino alla Cappellina, inaugurata proprio quel giorno: 20 maggio 1990, in quella Casa di Maria, acquistata grazie alle vostre offerte.
Interno Cappellina
Ora, per un misterioso disegno del Cielo, che non riusciamo a capire, ci è stato chiesto di lasciare la Cappellina di Maria! Oh! Mamma, inutile negare il profondo dolore che stiamo vivendo ed offrendo!
Con Maria... Sempre!
Tu sai che è solo nella preghiera che queste lacrime trovano consolazione e, in questo grande “svuotamento e debolezza”, solo la grazia ci dona la “forza e il coraggio” per innalzare il nostro “Eccoci” e riprendere il cammino, secondo la permissione e la volontà di Dio. Sì, eccoci, Mamma, per benedire, accogliere, nel silenzio del Calvario, ora e sempre la volontà del Signore!
Esterno Cappellina
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Coraggio, miei cari, qualunque situazione stiamo vivendo, ricordiamo che il nostro fine ultimo è la nostra unione con Dio: la Sua Misericordia ci ha dato in Gesù, Suo Figlio:
Processione 20 Maggio 1990
E per vivere questo, non dobbiamo mai abbandonare la vita di preghiera, per non fare differenza tra: salute e malattia, ricchezza e povertà, gloria o ignominia... per godere dello ”spirito d’indifferenza” che lascia alla volontà di Dio di disporre della nostra esistenza. Solo così cammineremo come figli della luce, mettendoci a servizio dell’amore, della misericordia, della carità, per essere uniti e congiunti alla volontà di Dio. E allora: coraggio, miei cari, restiamo saldi nella fede; la pazienza di Gesù sia la nostra, abbandoniamoci sul Suo Cuore ed egli si prenderà cura di noi.
Ci affideremo alla Provvidenza e, chiedendoti perdono per il dolore che Ti arrechiamo, Ti seguiremo sempre docilmente nel nuovo luogo che ci indicherai, lasciando fare al Signore.
Preghiamo per questo, miei cari. Anche a ciascuno di voi chiedo perdono per questo dolore, che vivete nel cuore, ma, volgiamo lo sguardo a Dio che non ha mai abbandonato il Suo popolo nei tempi di angustia e tribolazione. Nella preghiera e nella generosità, aiutiamoci a cercare e realizzare la “Casa di Maria” che la Mamma desidera! Grazie, miei cari, per la vostra comprensione... per i vostri sacrifici. Non sarà facile per tutti noi, in momenti difficili come questi, continuare a dare vita sia a Radio Mater che alla nuova Cappellina. Comunque vadano le cose, carissimi, vi ringrazio di cuore per il bene che mi dimostrate, per tutto l’aiuto spirituale e finanziario di questi anni che come Comunità abbiamo cercato di valorizzare nella povertà, fino all’ultimo centesimo. Dio vi benedica e ricompensi la fiducia che riponete in Lui.
Cappellina di Maria: Venerdì Santo esposizione del Crocifisso
Gesù non ci abbandona e non ci abbandonerà mai. Ogni croce non è mai senza Gesù! Sì, Mamma, ubbidiremo a Gesù che ci dice: “Andate: io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi; non portate borsa, ne bisaccia, ne sandali (Lc. 10, 3)”.
In unità di cuore, offriamo anche questo momento, perché trionfi l’amore, la riconciliazione... perché lo Spirito Santo formi sempre in noi “l’uomo nuovo”. Che la “nostra famiglia” sia sempre unita “con–per-in” Gesù. Facciamo in noi “grande il Signore”, perché ogni istante della nostra vita sia a gloria di Dio: “Magnificat anima mea Dominum!” don Mario
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Con Maria... Sempre!
• la Via che riporta a Lui, • la Luce che ci illumina il sentiero, • il Pane, nostro sostegno e forza per percorrerlo. Ora, Mamma, ottienici la grazia dell’umiltà, dell’ascolto, dell’obbedienza, per accogliere ciò che Dio vuole da noi, da ogni battezzato: la nostra santificazione, la gioia di progredire ogni giorno nell’unione della nostra anima con Lui.
Miei cari, è veramente un numero “speciale”. Si è veramente un numero “speciale”, perchè abbiamo la gioia di accogliere ciò che il cuore di padre Luigi Crippa, padre Giglio Maria, mons. Luigi Oropallo, offrono alla nostra meditazione. Il grazie più bello è mettere nella vita anche questi loro insegnamenti.
Padre Luigi Crippa benedettino Cassinese conduttore di ogni 2° lunedi’ ore 09.30 de: “La Preghiera cristiana”, Riflessioni e orientamenti.
La preghiera del cuore
La preghiera del cuore
1. Noi possiamo conoscere “la preghiera del cuore” soprattutto da “I racconti di un pellegrino russo”. L’autore, vissuto nel XIX secolo, non è chiaramente identificato. Si sa che aveva problemi di salute ed era fortemente prote- padre Luigi Crippa so all’incontro con Dio. E’ questo desiderio di Dio che lo fa pellegrinare da un santuario all’altro, da un monastero all’altro. Finchè ebbe la possibilità di incontrare un vero uomo di Dio – uno “starec” - che lo introdusse con pazienza e sapienza alla preghiera del cuore. 2. Questa preghiera ha come prima caratteristica la ripetizione. Più precisamente si ripete: “Signore Gesù Cristo, abbi pietà di me [peccatore]”. Inoltre è pregata al ritmo del cuore, ovvero della respirazione. La prima parte si dice inspirando, la seconda espirando. Infine, si tratta di una preghiera che pervade la persona dell’energia di Dio quando e ogni volta che se ne pronuncia il nome.
dendo e accettando la legge della gradualità. Il mettersi in cammino su questa forma di preghiera è già un forte grido del cuore a Dio, che risponde con il dono suo più prezioso, almeno per noi viatori, cioè la pace interiore che, anche a nostra insaputa, s’irradia da noi e attorno a noi. 4. Per questa caratteristica preghiera è cosa vitale il silenzio. Abituarsi ad avere nella giornata spazi destinati al silenzio, ci renderà idonei a desiderare, ascoltare, amare il Signore che sta alla porta del cuore e bussa perchè vuole entrare e stare in intimità con noi. E così veniamo realmente “trasformati” in Lui. 5. Oso aggiungere, a modo di conclusione, la necessità di un amore tenero, filiale, operoso per la Vergine Maria.
Il S. Rosario è, infatti, una preghiera molto vicina alla preghiera del cuore. Impegnamoci allora ad essere fedeli alla recita quotidiana del S. Rosario e la Madonna ci guiderà maternamente fino al suo e nostro Gesù. 3. Lo scopo e il frutto è di arrivare a una libertà interiore sempre più ampia e profonda che è poi la comunione con Dio. Ma, obbe-
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Al quale sia onore e gloria e benedizione, nei secoli dei secoli. Amen! Alleluja! Luigi Crippa abate osb
Padre Giglio Maria – fondatore dei “Discepoli dell’Annunciazione” - Conduttore di ogni 1a e 3a domenica del mese ore 21.00 de: “Vita Consacrata e Vita Matrimoniale”
Il Sacramento del matrimonio Carissimi giovani chiamati al matrimonio e voi che già avete raggiunto il traguardo cui siete stati chiamati, cioè avete celebrato il Sacramento nuziale: come vorrei essere capace di descrivervi la bellezza della vostra Vocazione!
Potessimo contemplare in ogni angolo dell’ambiente in cui viviamo il Crocifisso, l’eterno Dio che grida con il suo Sangue versato la divina dignità dell’uomo!
La creazione di Adamo - Michelangelo
Nelle prime pagine della Bibbia, nel libro della Genesi, troviamo scritto: “Facciamo l’uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza” (Gen 1,26). Che mistero è la natura umana creata dall’Amore eterno e onnipotente! Se vogliamo godere della bellezza del Mistero dell’uomo dobbiamo conoscere, almeno all’abc, il Mistero di Dio-Trinità. La creatura umana è il riassunto della creazione intera. Le perfezioni che Dio mette nel creato fatto di materia e nel creato fatto di Spirito, si trovano in miniatura dentro il mistero dell’uomo. Nessuno al mondo può dirsi profondo conoscitore del creato e dell’uomo, se non ha accettato di porsi alla scuola di Dio Creatore.
I frutti del male oggi sono davanti agli occhi di tutti: tristezza, esasperazione, tradimenti, omicidi, aborti, matrimoni gay, convivenze... Ci si vuol togliere la Fede perché è questo l’unico modo per convincere che la creatura umana non viene da Dio e perciò si può adoperare o sfruttare a piacimento, basta averne il potere. L’uomo è da Dio e Dio stesso si impegna a renderlo perfetto, cioè libero dai propri egoistici limiti e da quelli degli altri, libero dalla schiavitù del piacere, della violenza, e da tutti quei pseudo-valori che lo portano alla sottovalutazione di se stesso e alla sopraffazione dell’altro.
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Il Sacramento del matrimonio
È Cristo in croce, Amore incontenibile, che rivela Dio all’uomo: quanto l’uomo è amap.Giglio Maria Gilioli to, indipendentemente dal suo essere sano o Il Matrimonio così come la malato, buono o cattivo, giovane o vecchio… e Chiesa ce lo dona, non è invenzione umana, questo per il semplice fatto che nessuno può né esigenza derivante dalla natura maschile o far a meno del Creatore, perché solo Lui ha ed è femminile : è invenzione divina! il Tutto indispensabile per l’esistenza dignitosa della creatura più perfetta del creato. Dio che nel Suo vitale Mistero, è infinito Amore donante, infatti, il Padre si fa dall’Eternità Oggi questa nostra società, posta troppo spese per l’Eternità dono vitale all’Eterno Verbo so nel maligno, tenta di staccare l’uomo dalla Gesù e Gesù si rifà altrettanto dono al Padre: sua Fonte, attraverso il piacere, chiamandolo questo dono d’Amore implica conoscenza infi- però amore. nita, bisogno vitale consumato, vita goduta in Inganno satanico, perché lo spirito del male, pienezza... conoscendo le voglie e le esigenze di cui l’uomo La conoscenza e l’Amore possessivo nel Mi- è pieno, tenta con i suoi falsi profeti, di convinstero della S.S. Trinità è lo Spirito Santo che cerlo che Dio schiavizza, mentre la libertà di possiamo chiamare anche Fecondità goduta e peccare libera. consegnata dal Padre al Figlio e dal Figlio al Spesse volte si crede a questi diabolici profeti, Padre. perché ci si presentano come uomini di cultura, uomini di potere, uomini di bellezza e nascondono i propri vuoti interiori con belle maschere che fanno sentire tutta la malizia di cui sono pieni e rivelano la loro fame di vizio e di denaro, pensandoli realtà capaci di sostituire quel Dio che Solo può donare all’uomo pienezza.
Noi creature umane abbiamo bisogno dello Infinito, infatti, a tutto ci abituiamo e tutto prima o dopo perde di valore, ci stanca e ci schiavizza. Dio è amore, ecco perché ogni creatura umana ha la necessità vitale di amare. Dio è gioia, questo è il perché della nostra fame mai sazia del godere. Dio è libertà, infatti è esclusivamente dono nel mistero Trinitario e nella creazione, ma è dono che eguaglia a Sé anche se nella creatura umana l’eguaglianza è creaturale.
Dio Creatore e Redentore, di fronte al mistero dell’uomo si inginocchia, sceglie l’ultimo posto. La Croce è epifania che visibilizza lo stesso divino Mistero nella Sua Onnipotenza Creatrice, Onniscienza, Misericordia, Bellezza, Gioia... verso l’uomo che è vero e proprio capolavoro divino. Al Matrimonio ci si deve preparare mettendoci alla scuola del divin Creatore con la preghiera e con i Sacramenti. È Lui infatti che ci rivela chi siamo e chi è colui e colei che Lui stesso ci dona per poter permetterci di raggiungere il traguardo della perfezione. Il fidanzamento non è il periodo del peccato, ma è il momento nel quale il ragazzo e la ragazza sono chiamati a scoprirsi se veramente sono dono divino l’uno per l’altro. Il Matrimonio è vita d’amore donato, perciò indissolubile come è indissolubile la vita Trinitaria.
Noi vogliamo a tutti i costi la libertà e spesso crediamo di essere liberi quando accontentiamo noi stessi o gli altri, quando pensiamo di poter nuotare nel vizio e di insegnarlo agli altri, perché in questo modo ci permettono di scapricciarci; pensiamo di essere liberi quando calpestiamo l’indispensabilità delle esigenze della Fede.
Il Sacramento del matrimonio
Non è questa la libertà di cui l’uomo ha bisogno per essere perfetto e felice: Dio, l’infinito libero, Seno dal quale siamo usciti, è dono. Carissimi giovani, senza Dio cadiamo nel fallimento caratteristico di chi non si riconosce misteromiracolo e che nello stesso tempo non conosce i limiti schiavizzanti con cui il male lo schiaccia.
È amore l’atto coniugale quando è aperto alla vita ed è perfetto, solo così infatti l’uno è dono vitale per l’altro; là dove c’è ricerca di se stessi o dove ci sono metodi che impediscono all’altro di essere totalmente dono, c’è peccato. Il peccato impoverisce e distacca, mettendo le basi di più o meno nascosti tradimenti. È amore l’atto coniugale perfetto ed è amore l’astenersi quando non è possibile la perfezione. Solo così i due nel matrimonio si donano perfettamente e non si ingannano dietro la maschera del piacere, adoperandosi. Bella la Vocazione al Matrimonio, bella perché divina! Guardatevi in Dio, carissimi giovani e carissimi sposi, sarete felici, perché siete dono vitale come lo è Dio per voi.
Il matrimonio l’ha inventato l’AMORE ed è attraverso questo Sacramento che chi è ad esso chiamato, sperimenta l’Amore fecondo di Dio che lo chiama • a partecipare all’Onnipotenza creatrice, • all’infinita Sapienza, che rischiara i misteri del creato e di coloro che, attraverso l’amore sponsale, ricevono la vita, la Misericordia infinita che tutto capisce, sempre ama e tutto perdona. Il Matrimonio dunque non è invenzione umana.
Preghiera e sacramenti vi illuminino in continuità e vi diano la forza di essere perfetti, così come è perfetto l’Eterno Amore che a voi si dona.
Chi considera l’uomo e la donna al di fuori dell’ottica divina è semplicemente un “ignorante” davanti al quale l’unico valore è accontentare se stesso, usando l’altro tanto quanto interessa e soddisfa.
La Madonna S.S., la Donna più bella e più santa che l’umanità può contemplare, la Donna del Sì totale a Dio e all’uomo, il Cuore palpitante che si dona ad ogni figlio per inondarlo di bene… sia la vostra Madre, Maestra e Modello di vita. padre Giglio Maria Gilioli
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Mons. Luigi Oropallo – parroco della Basilica di Santa Maria all’Impruneta (Firenze) Conduttore il 1° lunedì di ogni mese ore 21.00 de: “Rimanete nel mio amore” 2° 4° giovedì ore 20.00: “serata Mariana Eucaristica”
La mia Messa... Chi di noi in certi momenti difficili della vita, perdendo l’entusiasmo, la gioia per il domani e non riuscendo a vedere nulla di buono per il presente, si è sentito dire... lo sai: «volere è potere». Chissà quante volte l’hanno detto anche a noi! “Volere è Potere”
Non è facile “darsi” quel coraggio che abbiamo perso lungo il passare degli anni... che si fanno sempre più pesanti e difficili. Non è facile, almeno per noi, dire sempre: «Volere è Potere». Se guardiamo bene, non sempre è vero che “si può” perché “lo si vuole”. Ci sono situazioni della vita che, nonostante i nostri buoni propositi, non riusciamo più a cambiare, pur mettendoci tutta la nostra buona volontà. Ci sono delle situazioni che, nonostante tutto, non possiamo far altro che accettare, conviverci perchè la situazione non può cambiare, anche se si lotta: come la malattia, la vecchiaia, la solitudine, un momento di sbandamento della vita... Vorresti cambiare, ma non puoi fare diversamente da quello che sei in quel momento: devi solo accettare la realtà che ora è la tua vita.
I genitori lo dicono ai propri figli, quando, di fronte alle prove della vita, questi non sono quello che loro vorrebbero che fossero. Non è facile “vedere la luce” quando siamo avvolti dal buio del nostro cuore. Non è facile avere sul volto il sorriso, che gli altri vorrebbero vedere da noi, quando invece si ha voglia di piangere. Non è facile trovare la pace quando l’altro ti offre la sua risposta e non tiene conto della tua sofferenza. Non è sempre facile accettare certe situazioni della vita! Come non è sempre facile pregare quando la nostra vita entra in quella “monotonia” di un quotidiano troppo familiare, che toglie ogni iniziativa, senza nostra colpa.
Chi vive in questa situazione, rimpiange quello che non può più fare perché ora è impossibilitato; ora... vorrebbe, ma non può! Tutto è rimandato a un ricordo lontano, a un rimpianto accorato, a una nostalgia che crea tristezza nel cuore. Ma Dio, miei cari, non vuole essere vissuto come un ricordo buono o lontano da noi, tutto altro! Per questo ci dona il suo Spirito facendoci capire che quello che non siamo in grado di fare noi, si può trasformare in un’offerta: sì, può semplicemente “offrire” - “Volere è Offrire” Nessuno ora può sentirsi escluso. In qualunque situazione ci veniamo a trovare, possiamo sempre “offrirla”. Ecco la giornata di un malato, fatta di tenua speranza, di tanti silenzi e interrogativi... quale potrebbe essere la sua preghiera se non: «Gesù ti offro quello che sono in questo momento, lo metto nelle tue mani. A te affido la mia vita malata e tutta la mia speranza».
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La mia Messa...
Oh, sì... per gli altri è facile, quello che per noi spesso, appare impossibile! Oh sì... è facile dare dei buoni consigli, ma poi, nella realtà dei fatti, noi non ci riusciamo! «Volere è Potere»: per coloro che lo dicono, ma per noi... non è così.
Anche la vita spirituale “soffre” di questa situazione, spesso si ribella, perde la fiducia, la speranza, e si fa presto a dire: «come faccio a pregare in queste situazioni?, come faccio a credere? Cosa posso dire a Dio... se lo sento così lontano da me?».
Ecco la giornata di una persona anziana: il ricordo del passato è forte, come è forte la consapevolezza della mancanza di forze. Le cose fatte ora sono solo un ricordo che crea tristezza: “prima facevo, ora invece... Non ci sono più orari di lavoro! Ora il tempo passa e basta, ma passa troppo in fretta!”. La memoria è quello che è, le preghiere si riducono a un ripetersi monotono, quasi senza fiato, a un suono... più che una parola!
Senza saperlo, nella tua casa, lontano dagli sguardi degli altri, tu celebri la tua “Messa”. Accettando la tua situazione di dolore o di solitudine, sei diventato vittima e sacerdote per te stesso, e puoi offrire la tua stessa vita, unendoti all’ offerta unica del Cristo ed essere trasformato in un sacrificio gradito a Dio, per tutti gli uomini. Non c’è preghiera più bella che possiamo fare all’ inizio di ogni giornata che quella di offrirci al Cuore di Gesù: «Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre».
È proprio questa situazione, così desolante, che può diventare tutta la nostra offerta: «Gesù tu sai tutto di me; io ti offro il mio passato e la povertà del mio presente, la fiducia in Te, per il mio domani che non so». Nell’accettazione di quello che siamo e come siamo, si può elevare a Dio la più bella preghiera della nostra vita: “Signore io ti offro!”. Possiamo fare nostre le parole dell’apostolo Paolo quando, rivolgendosi ai cristiani di Roma dice: «fratelli vi esorto ad offrire i vostri corpi» (Rom 12,1).
La mia Messa...
Sappiamo che con la parola “corpo” s’ intende la nostra vita nel suo vissuto quotidiano, con tutti i suoi limiti, con tutte quelle gioie e quei dolori che spesso non hanno riposta alle nostre domande. Solo ciò che si è capaci di offrire, diventa la nostra speranza segreta! Con queste parole l’apostolo vede tutti gli uomini innalzati alla dignità sacerdotale, per offrire i propri corpi come sacrificio vivente.
La tua offerta, modellata su quella del Cristo, viene consumata nel silenzio, fra le pareti della tua casa, dove, non le volute di incenso salgono a Dio, ma gli odori e i profumi che caratterizzano la tua casa. Oh, sì... «vi esorto per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente e santo». Siamo chiamati a diventare ogni giorno sempre il segno credibile della Sua presenza. Ma tutto questo altro non è che fare della nostra vita un riflesso eucaristico della sua divina presenza. Non è forse questa la vera adorazione in “spirito e verità?”. Adorare è: • diventare “offerta” nella sua stessa “Offerta”, • diventare “presenza” nel “nascondimento casalingo”, • lasciarsi trasformare dall’amore, • accettare il passare del tempo, • diventare amore, anche se spesso si ha la impressione di essere dimenticati da tutti. Ma questa è anche dell’ “Eucaristia”, che è lì, nei nostri tabernacoli... tante volte non vista, né considerata. E’ il silenzio dell’Eucarestia e la sua discrezione che da, alla vita di tanti fratelli che vivono ignorati e non attivi, un senso profondo alla speranza: quella dell’ offerta. Amen. mons. Luigi Oropallo
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15 e 16 Giugno “Festa dei Cuori di Gesù e Maria”
Ecco “i Cuori” che tanto ci hanno amato...
E’ bello, miei cari, dopo il dolcissimo “Mese di Maggio” con: • la contemplazione della vita di Maria, • la preghiera d’amore a Maria, • e l’imitazione della virtù di Maria, immergerci , nel “Mese di Giugno”, nei “Cuori di Gesù e Maria”, per attingere tesori: • di conforto nelle pene • di grazia come aiuto prezioso • e di santità in tutta la vita. Facciamolo con tutto l’amore dei nostri cuori. Santa Margherita Maria Alacoque
Le promesse di nostro Signore per i devoti del suo Sacro Cuore Gesù, apparendo a S. Margherita Maria Alacoque e mostrandole il suo Cuore, splendente come il sole di fulgidissima luce, fece le seguenti promesse per i suoi devoti: • • • • • • • • • •
Io darò loro tutte le grazie necessarie al loro stato Metterò e conserverò la pace nelle loro famiglie Li consolerò in tutte le loro pene Sarò loro sicuro rifugio in vita e specialmente in punto di morte Spanderò copiose benedizioni su di ogni loro impresa I peccatori troveranno nel mio Cuore la sorgente e l’oceano infinito della misericordia Le anime tiepide si infervoreranno Le anime fervorose giungeranno in breve tempo a grande perfezione La mia benedizione poserà anche sulle case dove sarà esposta ed onorata l’immagine del mio Cuore Ai sacerdoti io darò la grazia di commuovere i cuori più induriti 9
Ecco ‘i Cuori’ che tanto ci hanno amato...
La Pietà - Michelangelo
Consacrazione al Sacro Cuore di Gesù (di Santa Margherita Maria Alacoque) Io …………… dono e consacro al Cuore adorabile di nostro Signore Gesù Cristo la mia persona e la mia vita, (la mia famiglia/il mio matrimonio), le mie azioni, pene e sofferenze, per non voler più servirmi d’alcuna parte del mio essere, che per onorarlo, amarlo e glorificarlo. E’ questa la mia volontà irrevocabile: essere tutto suo e fare ogni cosa per suo amore, rinunciando di cuore a tutto ciò che potrebbe dispiacergli. Ti scelgo, o Sacro Cuore, come unico oggetto del mio amore, come custode della mia via, pegno della mia salvezza, rimedio della mia fragilità e incostanza, riparatore di tutte le colpe della mia vita e rifugio sicuro nell’ora della mia morte. Sii, o Cuore di bontà, la mia giustificazione presso Dio, tuo Padre, e allontana da me la sua giusta indignazione. O Cuore amoroso, pongo tutta la mia fiducia in te, perchè temo tutto dalla mia malizia e debolezza, ma spero tutto dalla tua bontà. Consuma, dunque, in me quanto può dispiacerti o resisterti; il tuo puro amore s’imprima profondamente nel mio cuore, in modo che non ti possa più scordare o essere da te separato. Ti chiedo, per la tua bontà, che il mio nome sia scritto in te, poichè voglio concretizzare tutta la mia felicità e la mia gloria nel vivere e morire come tuo servo.
Ecco ‘i Cuori’ che tanto ci hanno amato...
Amen.
Coroncina al Sacro Cuore di Gesù recitata da San Padre Pio
O mio Gesù, che hai detto: “in verità vi dico, chiedete ed otterrete, cercate e troverete, picchiate e vi sarà aperto” ecco che io picchio, io cerco, io chiedo la grazia... Pater, Ave, Gloria S. Cuore di Gesù, confido e spero in Te. O mio Gesù, che hai detto: “in verità vi dico, qualunque cosa chiederete al Padre mio nel mio nome, Egli ve la concederà”, ecco che al Padre tuo, nel tuo nome, io chiedo la grazia... Pater, Ave, Gloria S. Cuore di Gesù, confido e spero in Te. O mio Gesù, che hai detto: “in verità vi dico, passeranno il cielo e la terra, ma le mie parole mai” ecco che appoggiato all’infallibilità delle tue sante parole io chiedo la grazia... Pater, Ave, Gloria S. Cuore di Gesù, confido e spero in Te. O S. Cuore di Gesù, cui è impossibile non avere compassione degli infelici, abbi pietà di noi miseri peccatori, ed accordaci le grazie che Ti domandiamo per mezzo dell’Immacolato Cuore di Maria, tua e nostra tenera Madre. S. Giuseppe, Padre Putativo del S. Cuore di Gesù prega per noi Salve, o Regina..
Amen. 10
Preghiera di consacrazione delle famiglie ai Cuori SS. di Gesù e Maria Cuori SS. di Gesù e Maria ci rivolgiamo a Voi con questa supplica per chiedere la misericordia, l’aiuto e la protezione su tutti i nostri cari. Consapevoli dei rischi e dei pericoli in cui si trovano le nostre famiglie e considerando con timore e sofferenza che questo stato di cose si fa sempre più grave ed imminente, osiamo alzare i nostri occhi a Voi, Cuori SS. di Gesù e di Maria per chiedere di venire in soccorso delle nostre famiglie e di racchiuderle nei Vostri Cuori affinché siano protette spiritualmente, moralmente e fisicamente. Non avendo altra speranza se non in Voi, domandiamo con tutte le forze: “Aiutateci Gesù, Maria e Giuseppe!”: Conservateci l’ unità, la fede, la carità, l’onestà, la rettitudine, la purezza dei costumi, la liberazione dai vizi più pericolosi e devastanti A questo fine, non avendo altri mezzi per opporci a questa situazione dolorosa, che diventa sempre più incalzante, consacriamo le nostre famiglie ai Vostri SS. Cuori, Gesù e Maria, e confidiamo nella Vostra bontà e misericordia infinita. Tu, Signore hai detto ai tuoi apostoli, timorosi e spaventati per l’incalzare delle onde burrascose del mare: “perchè temete, uomini di poca fede. Ecco io sono in mezzo a voi”. Non abbiamo dunque paura della sovrabbondanza del male, ma con estrema fiducia ci affidiamo ciecamente ai Vostri Cuori, Gesù e Maria, perchè le nostre famiglie siano salvate e preservate da ogni rischio e pericolo. “Cuori SS. di Gesù e di Maria noi confidiamo in Voi.”
Amen.
Ogni giorno nel cuore di Gesù Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore immacolato di Maria, Madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del Divin Padre. Amen.
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Ecco ‘i Cuori’ che tanto ci hanno amato...
Salvateci dai male e dalla rovina morale, spirituale e fisica”
La Famiglia: il lavoro e la festa. Cosa ci portiamo a casa dopo il VII Incontro Mondiale delle Famiglie. Il VII Incontro Mondiale delle Famiglie avrà un impatto mediatico sicuramente notevole. Per qualche giorno anche nelle edizioni dei telegiornali sentiremo parlare della famiglia naturale quale essenziale strumento per la crescita umana di ciascuno di noi (siamo sinceri: non succede quasi mai, se si esclude la programmazione di TV2000!). Ma quello che alla maggior parte dei media ci auguriamo non sfugga, saranno due aspetti essenziali del vissuto di questi giorni.
il tempo della Festa riflettono la consapevolezza del valore umano e cristiano della famiglia? Vocazione e Libertà, quali punti fermi cui ricondurre il dibattito sul lavoro e sulla festa. Il secondo aspetto è che ora tocca a noi. Senza presunzioni, senza vanterie, senza sensi di superiorità, ma con umiltà, ora tocca a noi iniziare a dissodare il campo che abbiamo davanti, essere testimoni, essere sale. Soltanto se, dopo mesi di incontri, manifestazioni e dibattiti, saremo in grado di realizzare una vera e condivisa progettualità, l’occasione di incontro e di gioia avrà raggiunto l’obiettivo e non sarà stato solo fine a sé stesso.
famiglia a tavola, dipinto ad olio
La famiglia: il lavoro e la festa.
Il primo: il tema proposto dal S.S. Benedetto XI è stato geniale (come ha avuto modo di dire il card. Angelo Scola in diverse occasioni). Il Papa costringe il mondo, in particolare i cattolici certo, a riflettere sui temi del lavoro e della festa rispetto al valore della famiglia in un momento storico contrassegnato sì dalla crisi, ma innegabilmente occasione di crescita verso un nuovo sviluppo sociale. Ci invita a riflettere su una molteplicità di aspetti: sul tempo che dedichiamo al Signore in occasione della Festa; sul valore della domenica come giorno da santificare in un periodo in cui la cultura dominante invece ci spinge a vedere la domenica come giorno da dedicare allo shopping al centro commerciale. Il Santo Padre, però, vuole ricordarci qualcosa di più, che gli occhi del nostro cuore faticano a mettere a fuoco, presi come siamo dal rincorrere impegni su impegni (anche quando forse nessuno di quelli è così DAVVERO essenziale per la nostra vita): noi siamo creature di Dio. Sì, noi siamo creature di Dio! Siamo “vocati” a Lui. Abbiamo risposto ad una chiamata, scegliendo la vocazione del matrimonio cristiano e scegliendo di costituire una famiglia. Quanto le nostre scelte individuali e sociali in materia di lavoro sono orientate a e da questo bene prezioso? Quanto le nostre scelte su come usare
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E perché questo avvenga, abbiamo l’arma formidabile della preghiera a un Dio, che è sempre pronto ad ascoltarci se e quando lo chiamiamo. Affidiamo allora la nostra preghiera a Maria, la nostra Madre Purissima perché lo Spirito Santo ci guidi e ci accompagni in questi tempi difficili e sempre. Santa Maria, Madre della Chiesa e Madre nostra, prega per noi! Cristina Bernasconi
Incontro Mondiale delle Famiglie La famiglia, testimone dell’amore di Dio
la cellula primaria della società umana e ambito fondamentale di formazione per relazioni armoniose a tutti i livelli della convivenza umana. Purtroppo oggi la famiglia è fragile, abbandonata a se stessa; non viene aiutata adeguatamente e sostenuta da opportune normative legislative. Anzi il più delle volte viene ignorata, quando non ostacolata e stravolta con proposte di modelli che nulla hanno a che fare con il nome di famiglia. Si ha la netta sensazione che la chiesa cattolica e i cristiani siano ormai rimasti i soli a difendere la famiglia naturale fondata sul matrimonio, sull’unione di una donna e di un uomo finalizzata alla procreazione. Più volte papa Benedetto XVI ha ribadito che “l’unione dell’uomo e della donna in quella comunità di amore e di vita che è il matrimonio, costituisce l’unico luogo degno per la chiamata all’esistenza di un nuovo essere umano”. Nell’enciclica ‘Caritas in Veritate’ papa Benedetto XVI scrive: “La persona umana al
centro consegna nuova dignità all’istituzione del matrimonio e alla famiglia, fondata sull’unione sponsale dei coniugi che si amano e che, desiderandosi, generano la vita. L’uomo, per la teologia cattolica, è immagine e somiglianza di Dio. Il volto, che si fa prospettiva e sguardo in avanti nel personalismo filosofico, diventa espressione della storia del singolo individuo come di tutta l’umanità in cammino verso Dio. Partecipare, come genitori, alla mirabile opera del Creatore, è contribuire fattivamente al progetto di Dio per l’uomo. La natalità diventa così una benedizione celeste…”. Come possiamo dimenticare a tal proposito le parole di papa Giovanni Paolo II quando affermava che il “futuro dell’umanità passa attraverso la famiglia”. Una verità quanto mai attuale, in un tempo di crisi economica, ma prima ancora di crisi religiosa, etica, culturale e antropologica.
In questi sette anni di pontificato, Benedetto XVI ha invitato più volte i cristiani a proporre alle nuove generazioni la bellezza della famiglia e del matrimonio. Il VII Incontro Mondiale delle Famiglie, che porterà a Milano oltre un milione di persone, rappresenta quindi un appuntamento fondamentale per mostrare agli scettici che è possibile oggi creare una famiglia, ma soprattutto essere famiglia. Infatti la chiesa non pone ostacoli e tanto meno impedisce quella felicità che l’uomo e la donna cercano nel loro reciproco amore, perché l’amore di entrambi ha il suo fondamento nel disegno di Dio: “l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne” (Gn 2, 18-25). No, ne siamo sicuri, la famiglia non è morta, e a Milano lo potremo constatare. Potremo toccare con mano come tante coppie vivono il loro sacramento d’amore e testimoniano quotidianamente la loro fede in ogni settore della società.
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Incontro Mondiale delle Famiglie
In un tempo come l’attuale di individualismo sfrenato e di crisi, l’Incontro mondiale delle Famiglie 2012 rappresenta un evento basilare non solo per la chiesa, ma per la società civile. Il Santo Padre, incontrando a Milano le famiglie provenienti da tutto il mondo, vuole ribadire, ancora una volta, che la famiglia è una grande risorsa da salvaguardare e da difendere,
Mons. Matteo Zuppi, conduttore sulla nostra Radio di “Tu solo hai parole di vita eterna” ogni 2° martedì del mese ore 9.30, è Vescovo ausiliare della Diocesi di Roma
S. E. Mons. Matteo Maria Zuppi Il 14 aprile scorso, nella Basilica di S. Giovanni in Laterano, il cardinale Vicario Agostino Vallini ha ordinato vescovo un nostro collaboratore e conduttore, mons. Matteo Maria Zuppi, Mons. Zuppi nasce a Roma l’11 ottobre 1955.
Il 31 gennaio di questo anno il Santo Padre Benedetto XVI lo ha nominato Vescovo Ausiliare per il Settore “Centro” di Roma. Da Vescovo assume la Sede titolare di Villanova. mons. Matteo Zuppi
S. E. Mons. Matteo Maria Zuppi
Si laurea in Lettere e Filosofia all’Università di Roma, con una tesi di Storia del Cristianesimo. E’ dapprima ordinato Sacerdote per la Diocesi Suburbicaria di Palestrina il 9 maggio 1981 e poi incardinato nella Diocesi di Roma il 15 novembre 1988. È stato Vice Parroco (dal 1981 al 2000) e poi Parroco (dal 2000 al 2010) della Parrocchia di Santa Maria in Trastevere. Nel 1990 svolge insieme ad Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di S. Egidio, Jaime Gonçalves e Mario Raffaelli, il ruolo di mediatore nelle trattative tra il governo del Mozambico (all’epoca controllato dai socialisti del Fronte di Liberazione del Mozambico) e il partito di Resistência Nacional Moçambicana, impegnati sin dal 1975 in una guerra civile. La mediazione conduce il 4 ottobre 1992, dopo 27 mesi di trattative, alla firma degli Accordi di pace di Roma che sanciscono la fine delle ostilità. In seguito continua ad operare con la cosiddetta “diplomazia parallela” della Comunità di Sant’Egidio. Dal 2000 è anche Assistente Ecclesiastico Generale della Comunità di Sant’Egidio. Dal 30 marzo 2006 è Cappellano di Sua Santità, quindi nel 2010 diviene parroco nella Comunità dei Santi Simone e Giuda a Torre Angela sempre di Roma.
Durante l’omelia della ordinazione episcopale, il cardinal Vallini ha ricordato che «Il vescovo deve essere anzitutto “maestro della fede”, cioè deve annunciare il Vangelo ed essere attento alla crescita della fede nella vita dei credenti», compito, questo che «è stato
Mons. Zuppi saluta i fedeli
avvertito come primario fin dalle origini della Chiesa». «L’amore preferenziale per i poveri sia un tratto caratteristico della... fisionomia episcopale – ha aggiunto il cardinal vicario – e tu, monsignor Matteo, ne sei convinto e hai praticato con impegno questo speciale servizio nei lunghi anni in cui sei stato parroco». Come i nostri radioascoltatori ricorderanno, Radio Mater lo scorso 14 aprile ha trasmesso tutta la cerimonia di consacrazione episcopale. Mons. Zuppi conduce sulla nostra radio la rubrica: “Tu solo hai parole di vita eterna”, il secondo martedì del mese alle ore 9.30. A mons. Matteo, da parte di don Mario e di tutta Radio Mater un grazie riconoscente per la Sua preziosa collaborazione e un augurio sincero di un fecondo apostolato.
Basilica di San Giovanni in Laterano, Roma
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Monsignore, Le chiediamo una benedizione per Radio Mater, perché continui a diffondere il messaggio del Vangelo in tutto il mondo.
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94.200 Lago d’Idro 95.300 Milano, Pavia, Brianza, Piacenza 89.800 Val Sabbia
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91.600 Decollatura, Soveria Mannelli, Carlopoli 100.400 Serra San Bruno, Simbario, Brognaturo 96.300 Reggio Calabria EMILIA 88.700
Piacenza, Parma, Cremona
LAZIO 107.600 Frosinone
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LIGURIA 102.000 Campo Ligure, aut. Turchino
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Pistoia, Prato, Firenze
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Pistoia
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106.800 Savona
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TRENTINO ALTO ADIGE 90.300 Trento
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Tn
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96.000 Cuneo, Alba
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94.200 Tione del Trentino
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PIEMONTE
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An
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90.300 Lunigiana
107.800 Scalve
99.500 prov. di La Spezia
107.400 Cairo Montenotte, aut. Savona
106.800 Valdarno
Lucca, Livorno, Pisa Valle del Serchio 97.500 (Garfagnana) 106.950 Montignoso (Ms)
88.800 S.Pellegrino Terme 96.900 Ancona 93.550 Ancona, Jesi, Fano, Senigallia 106.900 Ascoli Piceno
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95.300 Voghera, Pavia,
93.800 Sondrio
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92.600 Cima Fratta
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prov. di Varese
Verbania
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98.400 Lago d’Orta
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89.400
Co
106.100 Domodossola, Bognanco
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Barni Erba, Alta Brianza
95.200 Valsassina
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95.450
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VENETO Treviso, Conegliano, Vitt. 100.250 Veneto 87.900 Tolmezzo
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