9 minute read

Trattamento al plasma ecosostenibile

Il costruttore di sistemi per il trattamento superficiale Ferrarini & Benelli ha presentato alla recente Mecspe 2023 (BolognaFiere, 29-31 marzo) le sue ultime novità per il trattamento al plasma, settore in cui l’azienda negli ultimi si è specializzata con una serie di investimenti e di attività di ricerca e sviluppo mirata. In tale ambito viene proposto In Air Plasma, sistema efficiente ed ecosostenibile che migliora la qualità delle lavorazioni nelle operazioni di incollaggio, evitando l’utilizzo di colle a caldo e i relativi problemi di deformazione delle superfici, e nella stampa, dove, grazie a una maggiore tensione superficiale indotta dal trattamento al plasma, gli inchiostri a base d’acqua possono sostituire quelli a base di solvente, tossici e difficili da smaltire. Questo trattamento non produce ozono - a differenza del trattamento corona - e sfrutta le caratteristiche del plasma in condizioni di pressione atmosferica, riducendo i consumi energetici. Il trattamento al plasma consente di intervenire sulla superficie di articoli plastici di piccole dimensioni per ottimizzare l’adesione prima delle applicazioni di stampa, verniciatura, fissaggio, rivestimento, isolamento ed etichettatura. Inoltre, è utile anche per effettuare la pulizia di superfici plastiche e metalliche prima di applicare successivi rivestimenti senza utilizzare prodotti chimici. Facilmente integrabile nella linea di produzione dell’utilizzatore, il sistema richiede operazioni di manutenzione ridotte e automatizza le operazioni di trattamento, garantendo lavorazioni qualitativamente ottime e durevoli nel tempo.

Per quanto riguarda le caratteristiche tecniche, In Air Plasma è formato da un generatore digitale ad alta frequenza collegato a una o più torce in grado di trattare superfici tramite cavo schermato. Il sistema è configurabile con una, due, tre o quattro torce erogatrici per trattare superfici da 10 a 40 mm, mentre per superfici più ampie fino a 70 mm viene equipaggiato con ugelli dalle caratteristiche potenziate. Tra le sue principali applicazioni rientrano la realizzazione di scatole e contenitori resistenti in materiale plastico su linee piega-incolla; il miglioramento del processo di marcatura e codificazione a getto d’inchiostro su tubi in PEX, PE e PVC di diversi diametri, cavi elettrici e componenti che richiedono ottima leggibilità e durata nel tempo; l’incremento dell’adesione di colle, adesivi, sigillanti e guarnizioni.

Il trattamento al plasma consente di intervenire sulle superfici degli articoli plastici per ottimizzare l’adesione di stampe, vernici, fissaggi, rivestimenti, isolamenti ed etichette.

Multinazionale danese con oltre 650 dipendenti, nata come società produttrice di emulsionanti, Palsgaard negli ultimi anni ha deciso di investire anche nell’industria degli imballaggi alimentari in plastica, dando vita a una linea di additivi polimerici a base vegetale che fungono da tensioattivi antiappannanti e antistatici, coadiuvanti di dispersione, modificatori dell’invecchiamento, rivestimenti EPS e agenti distaccanti.

Al fine di aiutare i proprietari di marchi a stare al passo con i tempi rispetto alle norme sempre più stringenti come quelle relative al contatto con gli alimenti, in occasione dell’ultima edizione del K di Düsseldorf, Palsgaard ha presentato la sua nuova linea di additivi denominata Einar. In fiera abbiamo intervistato Ulrik Aunskjaer, direttore della divisione Bio-Speciality Additives, per conoscere qualche dettaglio in più su questi nuovi prodotti e sui progetti in cantiere dell’azienda.

Palsgaard ha studiato una gamma di additivi a base vegetale per polimeri destinati agli imballaggi alimentari. Quali sono le caratteristiche di queste soluzioni?

“Si tratta di prodotti a base vegetale che possono essere utilizzati sia negli alimenti sia negli imballaggi. Fondamentalmente, siamo produttori di ingredienti alimentari, ma questi stessi prodotti possono essere utilizzati anche nell’industria delle materie plastiche. Tra le caratteristiche che la plastica deve necessariamente avere ci sono le proprietà antistatiche, di conseguenza, gli additivi antistatici sono necessari affinché il prodotto finale in plastica non evidenzi un comportamento elettrostatico nel momento dell’uso o della lavorazione. Questi additivi rappresentano il fiore all’occhiello della nostra linea di prodotti. Un’altra linea è quella degli additivi anti-appannamento, più orientati al consumatore. Questi prodotti evitano che la confezione alimentare possa appannarsi offrendo diversi vantaggi: innanzitutto, il consumatore può vedere cosa c’è all’interno della confezione; in secondo luogo, si previene la formazione delle goccioline di condensa, un ambiente in cui i batteri possono proliferare. Inoltre, l’assenza di condensa prolunga la durata di conservazione del prodotto all’interno della confezione contribuendo alla riduzione dello spreco alimentare”.

Quali sono

le caratteristiche della vostra linea Einar?

“Einar è il nome che abbiamo dato alla nostra gamma di additivi antistatici e anti-appannamento. Perché Einar? Einar richiama il nome del fondatore dell’azienda: Einar Viggo Schou. Poiché Palsgaard è il nome della gamma di prodotti per il settore alimentare, cercavamo un nome diverso. Palsgaard è il nome del castello dove è vissuto il fondatore di Palsgaard; è così che siamo arrivati a questo nome. Oggi chiamiamo Einar tutto ciò che produciamo che non fa parte dei prodotti destinati all’industria alimentare. È un modo per presentarsi sul mercato con brand diversi, per lavorare e comunicare con il mondo dei polimeri o del non-food. È possibile presentare sul mercato lo stesso prodotto, ma con due nomi distinti di modo che le attività nel settore alimentare non influenzino le altre e viceversa”.

Quando avete deciso di impegnarvi anche nel settore degli imballaggi?

“Circa 7 o 8 anni fa. Si trattava di qualcosa di nuovo per noi. Nel corso degli anni l’utilizzo dei nostri prodotti è aumentato di pari passo con l’espansione dei polimeri”.

I vostri imballaggi comportano svantaggi rispetto a quelli tradizionali?

“Gli imballaggi tradizionali sono tipicamente a base fossile o derivano da alcune sostanze chimiche oggi messe in discussione. Questo è il motivo per cui il mercato è alla ricerca di alternative più sicure. A volte gli imballaggi prodotti da sostanze chimiche funzionano meglio, mentre i nostri potrebbero non essere efficienti come dovrebbero, tuttavia, soprattutto negli ultimi anni, anche l’aspetto della sicurezza ha il suo peso nella scelta dei prodotti da parte dei clienti. Ad esempio, quando si parla di masterbatch, i clienti ovviamente hanno molte perplessità. Attualmente, ci stiamo rivolgendo soprattutto ai mercati delle Nazioni Unite nei quali l’industria dei polimeri sta cercando di rendere i processi il più possibile sostenibili e di fare a meno di alcune sostanze chimiche. Einar 981 risponde perfettamente a queste esigenze. Il prodotto, lanciato al K 2022, è destinato all’uso nei reattori che producono polimeri in sostituzione dei prodotti chimici che nel prossimo futuro saranno messi al bando”.

Viste le continue restrizioni plastica tradizionale, forse nei prossimi anni ci saranno diverse aziende che produrranno imballaggi come i vostri. Come crede che si svilupperà il mercato in futuro? Ci saranno più concorrenti?

Palsgaard ha studiato una gamma di additivi a base vegetale per polimeri destinati agli imballaggi alimentari.

Un’altra linea è quella degli additivi anti-appannamento, più orientati al consumatore.

“Se si guarda al panorama competitivo, vediamo che molte aziende offrono prodotti piuttosto semplici, mentre sono pochissime le realtà che offrono qualcosa di meglio. Penso che Palsgaard si trovi in un’ottima posizione di mercato perché può contare su una gamma completa di prodotti. Inoltre, siamo in grado di offrire supporto o assistenza tecnica, mentre altre aziende non dispongono di uno staff dedicato in grado di assistere i propri clienti. Infatti, diversamente da noi, i nostri concorrenti offrono prodotti che non necessitano di supporto tecnico. Quindi, ritengo che per ottenere buoni risultati non sia sufficiente produrre imballaggi da materie prime vegetali. Il successo in questo settore dipende da diversi fattori: ad esempio, se si opera in Europa occorre rispettare il regolamento REACH, adottato dall’Unione Europea per migliorare la protezione della salute dell’uomo e dell’ambiente contro i rischi generati dalle sostanze chimiche. In altri paesi, invece, occorre attenersi ad altre normative. Detto questo, non è facile prevedere il futuro perché possono entrare in gioco diversi aspetti collaterali”.

Avete studiato dei progetti specifici per l’espansione delle vostre attività?

“Palsgaard punta molto in alto. Sicuramente continueremo a crescere non solo nel settore dei polimeri ma anche in altri ambiti applicativi. Ad esempio, quando parliamo di additivi sostenibili e sicuri pensiamo anche ai cosmetici, un settore nel quale Palsgaard ha il potenziale per crescere ancora”.

Quali sono i principali oli vegetali che utilizzate?

“Impieghiamo l’olio di palma, realizzato attraverso pratiche di produzione sostenibile, che è il più utilizzato nel nostro settore a livello globale. Inoltre, usiamo l’olio di colza e quello di girasole. Que- sti sono i tre componenti principali della nostra produzione”.

Questo tipo di applicazioni sono quelle su cui l’azienda oggi punta maggiormente o l’obiettivo principale delle vostre attività resta l’industria alimentare?

Quali sono i vostri progetti futuri, intendete sviluppare ulteriormente queste applicazioni?

“Personalmente sono entrato in Palsgaard quattro anni fa, quando gli imballaggi rappresentavano meno dell’1% della produzione di Palsgaard. Oggi probabilmente gli imballaggi si aggirano tra il 10% e il 15% e per il futuro puntiamo a superare il 25%. Un altro aspetto da considerare è che l’azienda non solo ha grandi ambizioni, ma è anche in grado di portarle avanti. Infatti, in Danimarca Palsgaard sta incrementando la propria capacità produttiva che entro i prossimi due anni dovrebbe raddoppiare rispetto alla quota attuale”.

Avete incontrato difficoltà in alcuni Paesi che forse tendono a usare plastica tradizionale per tutelare gli interessi di grandi colossi del settore petrolchimico?

“Non notiamo particolari resistenze. Penso che dipenda dal singolo Paese e dal suo grado di sviluppo. Ad esempio, da qualche anno non c’è alcuna possibilità di investire in Cina perché gli additivi sono troppo costosi. Abbiamo incontrato difficoltà anche in India perché non è facile trovare potenziali clienti. Ad ogni modo, sono certo che troveremo il modo di vendere i nostri prodotti anche lì. Ci stiamo impegnando nella ricerca di clienti e saremo presto pronti. Inoltre, abbiamo diversi punti di forza che ci permettono di vendere di più e molto più velocemente rispetto ad altri competitor. Siamo fiduciosi”.

Coim amplia la gamma Plaxter

Plastificanti da fonti rinnovabili fino al 50%

La gamma di plastificanti Plaxter di Coim è stata ampliata con il nuovo grado Plaxter E-LB con un contenuto di materie prime da fonti rinnovabili fino al 50%. Il nuovo prodotto è sviluppato per l’impiego in materiali plastici a base di PVC più sostenibili senza bisogno di modificare i processi produttivi o di installare nuovi macchinari.

Tra i settori finali di applicazione dei plastificanti da fonti rinnovabili di Coim per l’impiego in materiali a base di PVC rientrano le finte pelli e i tessuti impermeabili.

Pipe bends & Couplings

stainless steel pipe bends and aluminium couplings suitable for vacuum and pressure conveyors stainless steel pipe bends in all common pipe dimensions from 38.0 x 1.5 mm till 204.0 x 2.0 mm; radii: 75, 250, 300, 500, 800, 1.000, 1.200 and 1.500 mm (AISI 304) highly wear-resistant pipe bends: glass pipe bends and HVA NIRO® stainless steel pipe bends

- immediately, from stock -

HS Umformtechnik GmbH

D-97947 Grünsfeld Germany

Phone +49 (0) 93 46 / 92 99-0

Fax +49 (0) 93 46 / 92 99-200 www.hs-umformtechnik.de

L’evoluzione della gamma verso soluzioni sostenibili è iniziata già da diversi anni con i prodotti Plaxter P-L, in grado di offrire soluzioni innovative attingendo parzialmente a materie prime di origine rinnovabile. I prodotti della serie Plaxter P-L sono presenti nel mercato con volumi importanti in tutte le applicazioni che coinvolgono prodotti a base di PVC plastificato, come film estensibili trasparenti per la conservazione degli alimenti, finte pelli e tessuti impermeabili per il settore della moda, rivestimenti speciali per cavi elettrici, tubi tecnici per il trasferimento di liquidi o gas, guarnizioni speciali per imballi alimentari e altre applicazioni specifiche.

“Con la nuova serie di prodotti Plaxter E-LB rispondiamo alla domanda crescente di plastificanti più sostenibili da parte del mercato. Continuando lo sviluppo intrapreso con la gamma Plaxter P-L, la serie E-LB offre prodotti con contenuti di materie prime da fonti rinnovabili fino al 50%, rispondendo al contempo alle più elevate esigenze tecniche del mercato. I prodotti Plaxter E-LB sono industrializzabili mediante sostituzioni “drop in” in cui i materiali da fonte fossile vengono sostituiti senza alcuna variazione di processo. Questo approccio importante e vantaggioso per l’utilizzatore è di fatto il marchio di fabbrica dei prodotti da fonte rinnovabile proposti da Coim. Le soluzioni della nuova serie Plaxter E-LB sono state confrontate con i prodotti standard anche dal punto di vista delle potenziali emissioni di CO2 effettuando un calcolo sperimentale comparativo del ciclo di vita (LCA) in modo da poter fornire all’utilizzatore una stima documentale indicativa della riduzione delle emissioni”, ha spiegato Roberto Cattadori, direttore tecnico delle divisioni Polyuretahnes, Polyesters for Coatings, UP Resins, Plasticizers e Peroxides di Coim.

“La nuova gamma Plaxter E-LB rappresenta un ulteriore passo nella transizione dei plastificanti polimerici di Coim verso prodotti sempre più innovativi e rispettosi dell’ambiente, da utilizzare senza cambiamenti applicativi significativi, dimostrando che la chimica di Coim è positiva e sostenibile sotto tutti i profili”, spiega Claudio Birigozzi, business manager Plaxter di Coim.

“Lo sviluppo di questa nuova gamma di prodotti si innesta nella strategia di Coim per la sostenibilità, che integra varie possibilità per realizzazione di nuovi prodotti quali l’impiego di materie prime da fonti biologiche e da riciclo, l’utilizzo di sistemi biodegradabili, compostabili e Low VOC (Volatile Organic Compound), il recupero a valle dei prodotti finiti per il riciclo e il controllo e la riduzione delle emissioni di CO2 sull’intera filiera”, ha concluso Giuseppe Librandi, presidente e CEO di Coim.

This article is from: