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I beni strumentali in audizione alla Camera dei Deputati
Le tre associazioni nazionali di categoria che insieme rappresentano 38,8% del settore dei beni strumentali italiani, Amaplast (che raggruppa i costruttori di macchine e stampi per materie plastiche e gomma), Acimac (che rappresenta i costruttori italiani di macchine e attrezzature per ceramica) e Ucima (che raccoglie i costruttori italiani di macchine automatiche per il confezionamento e l’imballaggio) hanno recentemente partecipato, attraverso la voce di Riccardo Cavanna, presidente di Ucima, all’Audizione “Indagine conoscitiva sul Made in Italy: valorizzazione e sviluppo dell’impresa italiana nei suoi diversi ambiti produttivi” in seno alla X Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo presso la Camera dei Deputati, presentando alcune criticità del settore e le relative possibili soluzioni.
Si è trattato della prima volta che le tre associazioni, che rappresentano altrettanti settori di primissimo piano al mondo con una quota media di esportazioni pari al 75,8% e un saldo commerciale attivo di 9,9 miliardi di euro, hanno avuto la possibilità di presentare direttamente al Governo le criticità che stanno vivendo i tre settori che rispettivamente rappresentano e le possibili soluzioni nel medio-lungo termine.
Tra i focus presentati rientrava l’Industria 4.0, che dopo la spinta degli ultimi anni, necessiterebbe ora di un programma di medio-lungo periodo per continuare a supportare la transizione digitale delle aziende, anche in un’ottica di sostenibilità ambientale. Gli attuali rinnovi su base annuale dei finanziamenti in materia non consentono, infatti, una programmazione degli investimenti pluriennali necessari per sostenere lo sviluppo in questa direzione. Un altro tema trattato è stato quello dell’innovazione tecnologica e dello sviluppo di competenze, poiché a riguardo risulta necessario sostenere i piani di investimento delle imprese. Un cambiamento che preveda innovazione e transizione digitale come parte integrante del progresso. Per questo le aziende necessitano di un supporto finanziario, migliorando l’accesso al credito, ma anche di investimenti in programmi di formazione dedicati a formare figure specializzate.
In Italia il numero di diplomati negli istituti tecnici e negli ITS così come quello dei laureati in materie scientifiche (in primis, ingegneri) è del tutto insufficiente a soddisfare le richieste provenienti dal mondo delle imprese. Per colmare il divario fra domanda e offerta occorreranno anni in cui l’obiettivo dev’essere quello di intraprendere politiche attive (sfruttando anche i fondi del PNRR) volte a potenziare le strutture oggi esistenti e ad avvicinare i giovani agli istituti tecnici. Questa audizione ha rappresentato un’occasione importante poiché i tre settori rappresentati dalle associazioni contano attualmente
1.170 aziende che occupano 57.500 addetti e generano un fatturato di 14,2 miliardi di euro, pari al 38,8% del settore dei beni strumentali italiani (uno dei comparti italiani maggiormente riconosciuto nel mondo per la qualità e l’innovazione tecnologica che è in grado di esprimere) e all’1,4% dell’intero settore manifatturiero italiano, che nel 2021 è valso 1.000 miliardi di euro.
“Nel comparto dei beni di investimento, Ucimu è la prima associazione, in Italia e in Europa, ad aver realizzato il Bilancio di Sostenibilità di settore. Il prossimo step sarà quello di formalizzare questo processo ed estenderlo a una platea di aziende più ampia”, ha dichiarato la presidente di Ucimu.
Ucimu: quarto trimestre e Bilancio
L’indice degli ordini di macchine utensili nel quarto trimestre 2022 di Ucimu-Sistemi per Produrre ha registrato un incremento del 3,5% rispetto allo stesso periodo del 2021. In valore assoluto l’indice si è attestato a 133,6 (base 100 nel 2015), nuovo record per il trimestre di riferimento. Il risultato è stato determinato sia dal positivo andamento degli ordinativi raccolti sul mercato estero, sia dagli ottimi riscontri del mercato interno.

In particolare, gli ordinativi raccolti all’estero sono cresciuti del 2,4% rispetto allo stesso periodo del 2021, per un valore assoluto dell’indice si attesta a 103,9. Sul fronte interno, gli ordini raccolti hanno registrato un incremento del 5,4%, per un valore assoluto dell’indice pari a 257, anche questo un nuovo record. “Questa performance, davvero soddisfacente perché si confronta con il risultato del quarto trimestre 2021 già eccezionale, è in gran parte frutto dell’accelerazione delle decisioni di acquisto da parte degli utilizzatori che hanno voluto chiudere gli investimenti entro l’anno 2022 per poter godere del credito di imposta al 40%, consapevoli, visti gli annunci governativi, che, a partire da gennaio 2023, l’aliquota sarebbe stata dimezzata”, ha commentato Barbara Colombo, presidente Ucimu.
Su base annua, l’indice degli ordini ha segnato invece un arretramento del 7,8%, per un valore assoluto di 120,1. Il calo è da attribuirsi alla riduzione della raccolta ordini sul mercato italiano (-20,8%) per un valore assoluto di 144,7. In crescita, invece, gli ordini dall’estero (+2,8%), per un valore assoluto di 115,9.
Tra i fattori che hanno contribuito a spingere gli ordini una menzione spetta anche alla sostenibilità. L’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione ha recentemente realizzato, in collaborazione con Altis, alta scuola di impresa spin off dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, il suo primo Bilancio di Sostenibilità. “La sostenibilità è un campo estremamente proficuo per le aziende perché non solo permette di migliorare i rapporti con i propri stakeholder ma offre anche la possibilità di reinventarsi e allinearsi con lo scenario normativo europeo, il quale sottolinea l’importanza sempre maggiore della diffusione delle buone pratiche ESG. Di fronte a questo Bilancio, si può affermare che già un buon numero di pratiche in linea con i criteri ESG è stato introdotto”, ha affermato Barbara Colombo, presidente dell’associazione.
Il Bilancio di Sostenibilità si riferisce al 2021 ed è stato redatto sulla base delle risposte al questionario di valutazione indirizzato alle 66 imprese associate a Ucimu in possesso del Marchio Ucimu. Tale questionario è stato costruito secondo un’analisi di materialità, ovvero focalizzando l’attenzione sugli ambiti di sostenibilità maggiormente influenzati dall’attività delle aziende del settore. In altre parole, le aree ESG oggetto di valutazione sono state scelte, a partire da 11 obiettivi dell’Agenda ONU 2030, perché più coerenti rispetto al business delle imprese operanti nel settore delle macchine utensili. In generale, dal Bilancio di Sostenibilità 2021 emerge una diffusa mancanza di formalizzazione dei processi: nonostante il 64% delle aziende abbia definito strategie e obiettivi, solo il 24% lo ha fatto in maniera formalizzata. La percentuale relativa alla gestione e monitoraggio dei percorsi sostenibili, seppur più alta (39% in modo formalizzato), rimane al di sotto della metà. D’altra parte, i risultati del bilancio mettono in luce la necessità per le imprese del settore di consolidare la loro attitudine a “comunicare la sostenibilità” attraverso l’implementazione di pratiche aziendali ad hoc.