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Materioteca a Mecspe e al Fuorisalone Un futuro più leggero e sostenibile per le materie plastiche

In occasione della sua dodicesima partecipazione alla fiera Mecspe, Materioteca ha presentato a Bologna diverse novità tecniche sul tema dell’alleggerimento degli articoli plastici. Incentrata sulla sostenibilità, invece, la sua mostra al Fuorisalone di Milano

A CURA DI RICCARDO AMPOLLINI

Gamba della sedia Marlene, sviluppata da Alma Design e ottenuta mediante stampaggio a iniezione assistito da gas L’alleggerimento (e quindi una maggiore sostenibilità) degli articoli in materiale plastico è stato il tema principale della presentazione di Materioteca alla fiera Mecspe, tenutasi dal 9 all’11 giugno di quest’anno presso il polo fieristico di Bologna. Di seguito sono descritte le soluzioni più interessanti esposte nella “Piazza della Progettazione e del Design” di Mecspe, legate appunto all’alleggerimento e al percorso “Dall’inorganico all’organico”. Perché, come dichiarato da Diana Castiglione, direttore di Materioteca: “Non dimentichiamo che un capitolo fondamentale nell’alleggerimento degli oggetti è quello scritto grazie al passaggio dai materiali inorganici a quelli polimerici. Un esempio eclatante riguarda la sostituzione della ghisa con il polipropilene, come nel caso dell’eco-radiatore futuribile sviluppato da Harmos

Teknotherm”.

Innovare per alleggerire

All’interno dei diversi percorsi di Materioteca dedicati all’alleggerimento dei prodotti in materiale plastico, va certamente citata l’elegante sedia evergreen Marlene, sviluppata da Alma Design (Passirano, Brescia) e prodotta in due materiali: policarbonato brillante trasparente o poliammide lucida e non trasparente. L’esigenza progettuale originaria di ottenere superfici perfettamente a specchio in un manufatto dove lo spessore di alcune parti è particolarmente elevato ha fatto optare per la sua produzione tramite stampaggio assistito da gas. Questa tecnologia consiste nell’iniettare un flusso di gas nello stampo assieme al polimero fuso, in modo da aumentare la pressione interna e ottenere una migliore riproduzione della superficie dello stampo. Si è poi rivelata un modo di risparmiare energia (grazie alla minore forza di chiusura degli stampi), oltre che materiale. È particolarmente adatta allo stampaggio di pezzi di grandi dimensioni a sezione variabile, come alcuni complementi d’arredo o le maniglie dei frigoriferi. Le strutture scatolari a traliccio sono state inventate dagli antichi romani in edilizia e vengono attivamente studiate non soltanto per le costruzioni, ma soprattutto per la stampa 3D e la produzione di pezzi tecnici. Hanno la particolarità̀ di disperdere l’azione di una forza applicata in un punto lungo tutta la struttura. In questo caso, il vuoto diventa “più resistente del pieno”. Se fossero monoblocco, pedali auto con la stessa sagoma, lo stesso materiale e la stessa dimensione tenderebbero a logorarsi dove la sezione è più sottile. Il materiale con cui sono stati prodotti i pedali “vintage” esposti a Mecspe è un composito a base di poliammide e Tepex di Lanxess. Il secondo pezzo esposto grazie alla collaborazione con Lanxess è un pedale frizione in composito, che presenta una geometria complessa e si basa su due componenti: un tessuto continuo preimpregnato con poliammide 6 e nastri tessuti in fibre di vetro orientate per il rinforzo dei punti critici (Tepex dynalite - PA 6 e fibra di vetro). La struttura multiassiale delle fibre, in combinazione coi nastri, assicura un’alta resistenza alla torsione e alla flessione. Caratteristiche indispensabili, data la forte pressione esercitata durante le frenate brusche. Il pedale pesa il 50% in meno rispetto all’equivalente in acciaio e il 30% in meno rispetto agli ibridi acciaio/poliammide rinforzata con fibre di vetro. Inoltre, essendo interamente in materiale polimerico rinforzato, diventa più facile da riciclare.

Inventate addirittura dagli antichi romani per l’applicazione in edilizia, oggi queste strutture scatolari a traliccio si usano per realizzare pezzi tecnici come i pedali delle automobili

Un terzo pezzo esposto insieme a Lanxess era una cover dimostrativa per tablet prodotta mediante sovrastampaggio ibrido del tessuto preimpregnato Tepex dynalite con policarbonato autoestinguente e rinforzato con fibre di carbonio. Questa tecnologia è un adattamento del sovrastampaggio ibrido metallo-plastica, particolarmente adatta alle produzioni in grande serie. È possibile integrare dettagli funzionali senza rinunciare allo spessore sottile, oltre che partire da PC riciclato (sempre autoestinguente) e tessuti non tessuti riciclati di carbonio. La cover presenta una grande stabilità dimensionale, un’estrema leggerezza e ottime proprietà meccaniche. La “pinna tecnologica” messa a punto dalla società C4 di Albiate (MB) - produttore di pinne in elastomeri rinforzati con diversi tipi di tessuti in carbonio, che si differenziano tra loro per i valori di resistenza e modulo elastico - si basa invece sul concetto di “rinforzare per alleggerire”. Utilizza infatti il compound CR056549 di celloplastGD, denominato più familiarmente “celloplastica”: un elastomero termoplastico a base di SEBS (TPE-S), modificato specificamente per una buona adesione chimica alle fibre di carbonio. Il compound è stato studiato per permettere il sovrastampaggio della pala della pinna sul tessuto, in modo da ottenere un composito che riesca a fornire al tempo stesso garanzie di buona flessibilità, di ritorno elastico e di durata nel tempo.

Espandere per alleggerire

Meritano un paragrafo a parte due particolari applicazioni esposte da Materioteca nel campo dell’espansione dei materiali plastici. XL Extralight è una resina poliolefinica espansa a celle chiuse, risultato di un processo produttivo brevettato in Italia e nel mondo da Finproject. Ha un peso circa tre volte inferiore a quello di altri materiali con proprietà meccaniche similari e la sua caratteristica distintiva è quella di associare una particolare tattilità alla bassa densità e alla robustezza. L’azienda ha presentato a Mecspe il primo prototipo dello sgabello Mushroom, disegnato dal team interno di progettazione e sviluppo prodotto, guidato da Carlo Vecchiola insieme all’art director del brand Matteo Ragni. Lo sgabello è caratterizzato da un cuscino anatomico, in grado di calzare diverse strutture e di adattarsi a diversi ambienti, e impiega come materia prima il compound Organix, composto per il 30% da materiali a base biologica derivanti dalla canna da zucchero. Organix permette quindi di realizzare prodotti risparmiando circa il 30% di risorse minerali, grazie anche alla catena di produzione Finproject, che utilizza impianti alimentati con energia rinnovabile. Un tappo performante prodotto in TPE-S Proflex CR059019CK (sempre di celloplastGD) e sughero naturale è stato invece presentato da Guala Closures Technologia Ukraine. Il materiale è stato studiato per avere un buon “soft touch” e al tempo stesso adeguate caratteristiche meccaniche, che garantiscono la tenuta del tappo anche a temperature superiori a quella ambiente. Per rendere il tappo più leggero, durante la fase di produzione viene aggiunto un espandente che porta il compound a una densità finale più bassa di quella di partenza.

Dall’inorganico all’organico

Il percorso “Dall’inorganico all’organico” vede innanzitutto l’esposizione di due applicazioni di Abet Laminati. Parte da lontano e arriva sul mercato con un volto inedito e contemporaneo il laminato Diafos, prodotto per la prima volta nel 1987 e riproposto adesso in una nuova veste, con nuovi formati e colori. Una collezione che reca la firma dei design curator Giulio Iacchetti e Matteo Ragni. Premiato nel 1987 con il Compasso d’Oro, è stato il primo laminato traslucido a decorazione tridimensionale. Frutto di una ricerca lunga e complessa, che ha messo insieme tecnologia, design e intuizioni estetiche, è la soluzione ideale per chi vuole sperimentare con la materia e la luce, facendo penetrare quest’ultima senza inseguire la trasparenza, anzi valorizzando l’uso del colore. La seconda applicazione esposta dall’azienda riguarda i laminati decorativi Drops, che si ottengono stratificando, ad alta temperatura e alta pressione, vari piani di carta kraft impregnata con resine termoindurenti e un foglio d’alluminio decorato in superficie. Hanno una particolare valenza estetica: specchianti, con grande impatto visivo. Vengono prodotti con tre diversi disegni decorativi, a loro volta declinati nelle vibranti tre tonalità argento, oro e acciaio. Il disegno della finitura, a effetto “martellato”, è stato ideato per evocare le atmosfere calde e preziose dell’Africa mediterranea. Sempre all’interno del percorso “Dall’inorganico all’organico”, era presente anche il già citato Decima edizione di “Fuori di design” La sostenibilità fatta materia

La decima edizione di “Fuori di Design” - mostra collettiva organizzata e promossa da Materioteca all’interno della Milano Design Week (6-12 giugno 2022) - ha avuto come tema “La sostenibilità fatta materia”, grazie all’esposizione di creazioni che sono il risultato di riduzione, riuso o riciclo materico. Più in dettaglio, Cycled ha dimostrato come trasformare gli pneumatici usati delle biciclette in splendide cinture, Direct3D ha brevettato una tecnologia di stampa 3D che processa materiali riciclati e biopolimeri direttamente da granulo, Ushak, atelier delle meraviglie, ha ricreato il passato attraverso immaginifici prodotti di altissima qualità e Wayfordesign ha prodotto bijoux naif, lineari ed essenziali, stampati in 3D e/o tagliati da scarti. La speciale presenza della designer saudita Sana Alabdulwahed ha poi dato un tocco di moderno Oriente alla mostra, grazie alle sue opere ottenute con la fabbricazione additiva. Oltre alle dimostrazioni di stampa 3D, tenutesi dal vivo tra il 9 e il 12 giugno, durante il workshop di mercoledì 8 giugno dal titolo “Lo scarto che fa la differenza”, Alessandro Trentini, general manager di Idea Plast, ha illustrato l’attività di ricerca e sviluppo che l’azienda mette a disposizione, in modo trasversale, a tutte le realtà che si confrontano con un rifiuto plastico da recuperare e rigenerare e/o che desiderano utilizzare materiali di seconda vita per i loro progetti. Nascono così le cassette riutilizzabili con RFID incorporato, la scarpa ottenuta dal riciclo degli pneumatici auto e la rottamazione degli occhiali, oltre alle più svariate applicazioni dei materiali riciclati, come i dock galleggianti, i parchi giochi, le coperture delle traversine o l’impugnatura dei bastoncini da sci.

Realizzata grazie alla stampa 3D, questa scultura della designer saudita Sana Alabdulwahed ha portato a “Fuori di Design” un sofisticato assaggio del moderno Oriente

Le prestazioni termiche dell’eco-radiatore in polipropilene ideato da Harmos Teknotherm sono quasi identiche a quelle dei termosifoni in ghisa

eco-radiatore futuribile di Harmos Teknotherm: un termosifone innovativo che nasce dallo sviluppo di una tecnologia totalmente italiana, ma che è poco conosciuta nel nostro Paese. Il calorifero in ghisa è più salutare di quelli in alluminio, o in acciaio, perché si riscalda e si raffredda lentamente. Il radiatore in polipropilene ha le stesse prestazioni di quello in ghisa, con in più i seguenti vantaggi: pesa solo il 15% di un calorifero in ghisa (la massa specifica del PP è 1 contro 7 della ghisa); non è soggetto a forature per corrosione; non richiede verniciatura poiché il materiale è colorato in partenza; è levigato all’interno, riducendo il deposito di calcare; a fine vita si ricicla facilmente… e quindi merita certamente l’appellativo di “eco-radiatore”.

Corner dedicati e oggetti dalla mostra permanente

All’interno dello stand di Materioteca a Mecspe erano presenti anche tre corner speciali dedicati ad altrettante aziende. Due sono già note ai visitatori della fiera e ai lettori di MacPlas, ovvero il marketplace Plastic Finder e il costruttore di stampanti Direct 3D (vedi anche box in queste pagine), mentre la terza è The IES Group, produttore di espansi sinterizzati. Quest’ultimo ha esposto articoli molto diversi tra loro, che spaziavano dalle solette Adidas in ETPU, con “skin” esterna compatta ottenuta tramite stampaggio, ai vassoi per la movimentazione industriale in PP espanso sinterizzato, fino ai contenitori per batterie in polimero espanso con resistenza al fuoco V0. Infine, sempre sul tema dell’alleggerimento, sono stati portati a Mecspe i seguenti oggetti provenienti dalla mostra permanente di Materioteca, con sede a Milano: pannello sandwich Lightben Kaos 3D Black, che presenta celle interne cilindriche, con quattro diversi diametri, disposte a caso; profilo alveolare estruso in policarbonato trasparente per finestrature; alveolare coestruso in polipropilene per grafica; anime estruse in PVC per produrre sandwich monomaterici in PVC; doga estrusa in PVC espanso per sostituire il legno; chips in Mater-Bi espanso per l’imballaggio; espanso strutturale in poliuretano con finitura in stampo; sandwich con struttura: pietra naturale/anima in PP/ vetroresina; estruso strutturale in PVC riciclato.

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