Presentazione di Maria Santissima al Tempio
Santuario della Madonna in Campagna co, concluso nel 1686 dal gallaratese Giuseppe Rusnati.
Visita della Chiesa La facciata, recentemente restaurata, ha riportato a1 suo originario splendore il progetto ottocentesco (1807) de1 gallaratese Gaetano Borgomaneri. Si presenta nella tipologia a capanna su due
ordini. Nella parte inferiore, tripartita da lesene joniche, sono presenti i tre portali di accesso sormontati da tre l e^-bassorilievi in cotto, opera di
Luigi
Crippa,
Santuario della Madonna in Campagna, in Via
che rappresentano la "Madonna con Gesù Bambino e San Giovannino" (a sinistra), un mezzo busto della Vergine (al cen-
Leopardi, dedicato alla presentazione di Maria SS. al Tempio è fra i più noti e ben conservati
tro) e "La presentazione di
Il
della zona; è ufficialmente sede della Parrocchia apparteneva prima a quella di S. Maria Assunta, per la Diocesi dal l94l e civilmente dal 1953. La devozione alla "Madonna del Lalte" affrescata, forse, da un seguace di Vincenzo Foppa, su una cappelletta lungo la strada per MilanÒ, risale almeno al secolo XVI; fu però il 21 novembre 1601 che, tra i fedeli raccolti in preghiera dinnanzi all'immagine della "Madonna del Latte", avvennero miracolose guarigioni.
Maria al Tempio"
il cui territorio
(a destra). Laparte superiore, sempre tripartita, ospita al centro una vetrata moderna (1970) di Lindo e Alessandro Grassi, tra due nicchie còn le statue di S. Giuseppe (a sinistra) e S. Carlo Bonomeo (a destra). Tutto l'esterno della chiesa è in laterizio, come il campanile, alto 33 metri, iniziato nel 1756 e terminato I'anno successivo. I recenti restauri hanno anche pennesso di ridare
I1 popolo accorse devotamente e decise di
luminosità alf interrro del Tempio, ad unicà nayata, con due cappelle laterali e il profondo presbiterio. Entrati, a sinistra, si trova il piccolo battistero affrescato, a fianco una piccola, ma raffinata tela dell"'Annunciazione"di scuola emiliana del XVII secolo. Subito dopo, la cappella che ospita la grande tela "Lo sposalizio mistico di S. Caterina d'Alessandria con i Santi Giuseppe e Fermo" della cerchia dei cremonesi fratelli Campi, databile nella prima metà del XVI
costruire sul luogo una chiesa. La prima pietra fu posta il 19 dicembre 1602 e il tempio poté dirsi praticamente compiuto vent' anni dopo. Nel 1630 la peste giunse anche a Gallarate. Gli abitanti del borgo fecero voto, se liberati, di celebrare con un solenne pellegrinaggio la ricorrenza del 21 novembre. Nel 1631 la peste veniva debellata e il 21 novembre, secondo la leggenda, prodigiosamente i rami spinosi di gleditsia, o albero di Giuda, che circondavano la chiesa, fiorirono. Da lì nacque la tradizione di infilare mele (i "pomm") sui rami spinosi e di venderli sul sagrato della chiesa: nasceva così la "Rama di Pomm", tradizione ancora oggi rispettata. Il 16 maggio 1666 venne costituita in Santuario la Confraternita dei Trinitari; a loro si deve la commissione al ticinese Giovan Battista Rigoli del monumentale altare maggiore, di stile baroc-
secolo. Segue poi una tela raffigurante la"Madonna delle
sette spade", opera di anonimo risalente tra il secolo e tipica dell'iconografia mariana della Controriforma. Al centro della volta, un affresco di fine '800 (1886) con l"Assunzione al cielo della Vergine", opera di Luigi Tagliaferro. Il presbiterio è dominato dal monumentale altare
XVII e XVIII