San Pietro crazione il 27 ottobre 19 1 1 da parte del Cardinal Ferrari. Negli anni Sessanta, sempre a cura della suddetta Società, vennero effettuati scavi, nella zona absidale, portando alla luce diverse tombe con alcuni oggetti di corredo funebre, ora conservati presso il Museo della Società Gallaratese per gli Studi Patri. La chiesa, così come si presenta attualmente, è frutto dei restauri effettuati negli anni Ottanta dall'arch. Francesco Moglia.
Visita della chiesa La chiesa, orientata ad est, è a pianta rettangolare ad unica navata, chiusa da un'abside semicircolare. La facciata si presenta a capanna a due
ordini, scandita La Chiesa di S. Pietro, nella centrale Piazza Libertà, a pochi passi dalla Crocetta spagnola del 1694, è l'edificio artisticamente più conosciuto di Gallarate. Pur ampiamente rimaneggiata nei secoli, la chiesa conserva sostanzialmente la struttura originaria di stile romanico, con successivi elementi gotici. Non esistono documenti sicuri sulle sue origini, che si fanno risalire ai secoli XI-XII, per mano dei Maestri Comacini. Il primo documento certo riguardante S. Pietro, è un atto del1364, relativo ad un lascito di Menolo
de Meno, in cui si identifica un esponente dei Lomeno, nobile famiglia vassalla dei Visconti. Pochi anni dopo, gli stessi Lomeno ottennero da Gian Galeazzo Visconti il patronato sulla chiesa, segnandone così, dall'inizio del secolo successivo, il declino religioso ed artistico con la trasformazione in fortilizio con tanto di merlature e camminamenti di ronda. Venne anche utllizzata come arengo per le riunioni del popolo e poi fu destinata ad usi profani, come falegnameria e macelleria.
Nel 1570, S. Carlo Borromeo, su segnalazione del suo delegato Padre Leonetto Clivone, ordinò che I'edificio fosse restituito alla destinazione originaria. I Lomeno dovettero adeguarsi all'ordine arcivescovile, ma solo nel 1626 ripararono allo scempio delle devastazioni precedenti, secondo i canoni architettonici del tempo, cioè
integrando con
il
barocco
ciò che era stato
distrutto del primitivo impianto romanico. Nel 1864 è dichiarata Monumento Nazionale. Dal 1897 al 1910, per iniziativa della Società Gallaratese per gli Studi Patri , su progetto dell'arch. Gaetano Moretti si eseguirono lavori di restauro atti a riportare, per quanto possibile, la chiesa allo stile originario. 11 ciclo decorativo venne affidato al pittore Emesto Rusca e alla sua scuola. La demolizione delle casupole addossate al tempio fu iniziata in quell'epoca e proseguita negli anni Cinquanta. Le sostanziali innovazioni di inizio secolo portarono ad una nuova consa-
da
una loggia cieca di archetti a tutto sesto intrecciati. I1 portale (1) è spostato alla
destra dell'asse e nella lunetta a mosaico, datata 1920,
sono raffigurati i Santi Pietro e Paolo,
di Angelo Gianusi. Due finestrelle gotiche romboidali interrompoopera
no Ia
fuga
delle
colonnine.
Sopra ancora,
al
centro, si trova un finestrone circolare. Sul contrafforle di destra (2) è scolpita nella pietra una lozza fi,gtra di donna. Il fianco sud, tripartito, rivolto verso Piazza Libertà, è percorso dal loggiato di archetti a sesto acuto intrecciati, poggiante su colonnine. La prima campata (3) risulta essere l'unica parte della chiesa che non ha mai subito rimaneggiamenti durante i vari lavori di restauro. I capitelli presentano motivi istoriati e zoomorfi. Altri elementi decorativi dalle forme raffinate sono inseriti a diversi livelli della facciata. Una piccola porta dà accesso all'interno della chiesa. L abside (4), ricostruito sul perimetro originale, presenta tre piccole finestrelle a feritoia. Il fianco nord, privo di aperture, è tripartito da pesanti contrafforti.
L'interno è ad unica navata con capriate in legno
a vista. Sono evidenti i frutti
dell'ultimo
restauro.
All'ingresso, un capitello corinzio (5) di epoca romana, con decorazioni di foglie d'acanto, posato su un basamento moderno, contiene un'acquasantiera in rame sbalzato. E' stato posto in loco dalla Società Gallaratese per gli Studi Patri negli anni Sessanta e fu trovato durante i lavori