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L’INQUINAMENTO PROVOCA DEPRESSIONE E METTE ANSIA

Incredibile studio britannico: così lo smog incide sullo stato mentale

C’è veleno nell’aria di città, e lo sappiamo. L’inquinamento provoca malattie, e non solo fisiche. Provocherebbe infatti anche ansia o depressione. E non solo in soggetti predisposti, che hanno sofferto di questi disturbi già in passato. C’è una serie importante di “nuovi malati” di ansia e depressione causati dall’inquinamento cittadino. Uno studio di proporzioni notevoli, lungo parecchi anni (sedici) e che ha coinvolto centinaia di migliaia di cittadini, è stato effettuato in Gran Bretagna, su un campione scelto in base all’età non più giovane, e a nessun trascorso di ansia e depressione nel passato.

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Partiamo da una conclusione se si vuole apparentemente scontata: chi vive in una grande città inquinata ha più possibilità di ammalarsi di ansia o depressione. Dietro però ci sono numeri e dati sorprendenti. La ricerca, condotta sui cittadini britannici che vivono in città, è basata su numeri insolitamente elevati: quasi 400mila cittadini coinvolti (per l’esattezza, 389.185), e già essi stessi “selezionati”. Sono stati infatti non conteggiati i soggetti che già soffrivano o avevano sofferto in passato di ansia e depressione. Gli esiti di questo grande studio sono stati pubblicati all’inizio di febbraio da Jama Psychiatry, rivista mensile dell’American Medical Association, che si occupa di salute mentale e scienze comportamentali.

Lo Studio

Sotto accusa è il particolato, inquinante tipico delle città e degli ambienti industriali, che è composto da sostanze solide o liquide sospese nell’aria. compresi metalli, fumo, particelle carboniose. Il particolato è considerato dall’Oms (Organizzazione mondiale della Sanità) can- cerogeno, quindi c’è già abbastanza per considerarlo pericoloso. Ma può comportare, in alternativa o insieme all’insorgenza di un tumore, altri danni. Un altro dato della ricerca è la durata dell’operazione, che copre un arco di quasi vent’anni. Infatti i partecipanti sono stati individuati in un arco di tempo che va dal 13 marzo 2006 al primo ottobre 2010. Alla fine dello studio, a 13.131 persone è stata diagnosticata la depressione e a 15.835 l’ansia. L’esposizione al particolato corrisponde a una maggiore probabilità e gravità di ansia e depressione. Più colpiti i maschi che le femmine. Qualora l’esposizione agli inquinanti venisse stemperata, anche ansia e depressione potevano regredire.

I ricercatori, a margine del loro studio, hanno sottolineato come i risultati dello studio non siano lineari, con pendenze più ripide a concentrazioni più basse e tendenze di plateau a esposizioni più elevate. Secondo gli autori dello studio, le “associazioni non lineari” possono essere molto utili per definire le politiche di controllo dell’inquinamento atmosferico. Vedremo se qualche Stato recepirà anche questa ricerca nel contrasto all’inquinamento.

Sotto accusa è il particolato, inquinante tipico delle città e degli ambienti industriali, che è composto da sostanze solide o liquide sospese nell’aria. compresi metalli, fumo, particelle carboniose.

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