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NASCITA DELLA NEUROETICA (NONA PARTE)
from Brain. Marzo 2023
by Brain
Il modello sociale di Michael S.
di Alberto Carrara
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Michael S. Gazzaniga (1939-) è un neuroscienziato statunitense, psicologo e fisiologo delle funzioni cerebrali, ha fornito imprescindibili contributi all’avanzamento delle neuroscienze, scoprendo insieme al Premio Nobel Roger W. Sperry (1913-1994) la lateralizzazione delle funzioni cerebrali e, su un piano più filosofico, sollevando il problema della natura dell’individualità e della coscienza.
Gazzaniga è noto in quest’ultimo settore per la caratterizzazione di un’area cerebrale da lui denominata “l’interprete”, interpretata quale locus privilegiato del costruire la nostra storia narrativa degli eventi.
Noto quale “padre” delle neuroscienze cognitive, Gazzaniga, già nella prefazione del suo volume
The Ethical Brain del 2005– tradot - to ambiguamente in italiano da Codice edizione con La mente etica –, dopo aver qualificato la definizione classica di neuroetica sulla scia di quella del politologo del New York Time William Safire come campo di riflessione filosofica applicata agli sviluppi delle neuroscienze e pertanto parte speciale della bioetica, fornisce una sua definizione di neuroetica: «ogni volta che una questione bioetica riguarda il cervello o il sistema nervoso centrale, la neuroetica dovrebbe dire la sua» (M. S. Gazzaniga, La mente etica, Codice, Torino 2006, p. xiv).
Gazzaniga specifica qualcosa di interessante: «Tuttavia, la neuroetica non è una semplice bioetica del cervello. Sviluppandosi questo campo, dobbiamo ampliarne la portata e la missione. Finora, buona parte dei dibattiti neuroetici sono avvenuti, una volta di più, tra persone che scienziati non sono: è tempo che i neuroscienziati si buttino nella mischia. Io definirei neuroetica l’analisi del modo in cui vogliamo porci verso le questioni sociali della malattia, della normalità, della mortalità, dello stile di vita e della filosofia di vita, arricchiti dalla conoscenza dei meccanismi cerebrali che ne sono a monte. Essa non è una disciplina che ricerca risorse terapeutiche, ma che colloca piuttosto la responsabilità personale entro un contesto biologico e sociale più ampio. Essa è, o dovrebbe essere, lo sforzo per produrre una filosofia della vita fondata sul cervello» (La mente etica, p. xv).
Una filosofia di vita radicata sulle conoscenze neuroscientifiche: questo è in estrema sintesi l’approccio e il modello sociale di neuroetica proposto da Gazzaniga.
Potremmo pertanto definire l’approccio specifico alla neuroetica del “padre” della neuropsicologia contemporanea come di una “neuroetica del contesto”, un vero e proprio modello sociale. A più riprese lo specifica e lo afferma in modo categorico: «In neuroetica il contesto è tutto» (La mente etica, p. 18).
Ciò che si intende per neuroetica è molto più di un settore specialistico della bioetica, bensì è da considerarsi una vera e propria riflessione filosofica sistematica e informata sulle neuroscienze.
Io definirei neuroetica l’analisi del modo in cui vogliamo porci verso le questioni sociali della malattia, della normalità, della mortalità, dello stile di vita e della filosofia di vita, arricchiti dalla conoscenza dei meccanismi cerebrali che ne sono a monte.