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L’APPROFONDIMENTO SUGLI STUDENTI
from Brain. Marzo 2023
by Brain
Le ragioni di un dramma di cui le istituzioni continuano a non occuparsi di Valentina Formica
Iprimi giorni di Università sono segnati da un mix di emozioni: c’è l’eccitazione per l’inizio di un nuovo percorso che si va costruendo giorno per giorno e c’è l’aspettativa per la vita che verrà. C’è anche però quel pizzico di paura di fallire perché in fondo è arrivato il momento di confrontarsi con una realtà sconosciuta.
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Ci sono momenti, tuttavia, in cui la paura del fallimento diventa talmente potente da silenziare tutto il resto ed è così che inizia a governare la mente.
È quello che è successo alla ragazza di soli 20 anni che si è tolta la vita nei bagni dell’Università IULM che frequentava a Milano.
L’unica cosa che rimane di lei è un biglietto di addio per la famiglia e gli amici, dove descrive la sua vita come un fallimento, appunto.
Non è l’unico caso: durante lo scorso ottobre a Bologna è stato trovato nel fiume il cadavere di un ragazzo di 23 anni. Dopo le dovute identificazioni sono risaliti ad uno studente fuorisede che aveva annunciato alla famiglia la data della laurea ma erano ancora molti gli esami che mancavano per il suo raggiungimento.
E, ancora, guardando a ritroso, nel 2019 a Napoli un ragazzo si è ucciso nelle aule della Facoltà di Lettere e una ragazza si è gettata dal terrazzo dell’Università Federico II mentre la famiglia l’aspettava nell’aula magna per la discussione della tesi.
Sono tante, troppe, le testimonianze di un fenomeno che va sempre crescendo e che sta sconvolgendo il nostro paese. Gli studenti si sono trovati di fronte ad una realtà che non riescono proprio ad accettare: «A 20 anni non si può morire chiedendo scusa per i propri fallimenti», commentano oggi i ragazzi del collettivo “Cambiare Rotta”.
Ci sono momenti, tuttavia, in cui la paura del fallimento diventa talmente potente da silenziare tutto il resto ed è così che inizia a governare la mente.
La pressione sociale che grava sugli studenti universitari è amplificata dall’ideale di perfezione che sembra aleggiare nel sistema e che talvolta le notizie tendono a celebrare.
Impossibile dimenticare la storia risalente allo scorso ottobre dell’influencer neolaureata in medicina con il massimo dei voti e in anticipo: quella che si è scatenata è stata una vera e propria bufera intorno alla notizia che in qualche modo ha alzato l’asticella del successo per gli universitari.
«Tanta determinazione e poche ore di sonno», aveva dichiarato la neolaureata riferendosi al suo metodo per eccellere. Una dichiarazione che però ha indispettito i più proprio per la poca attenzione alla salute mentale.
L’università dovrebbe essere un luogo di conoscenza, apprendimento, aggregazione, cultura e non la tomba della speranza come accade per alcuni. Il suicidio giovanile sta crescendo in maniera esponenziale negli ultimi anni, come dimostra anche l’Osservatorio suicidi permanente istituito dalla Fondazione BRF Onlus per monitorare attraverso le notizie di cronaca tutti gli atti suicidari e i tentati suicidi.
Da inizio anno si sono verificati 145 suicidi che significa più di due suicidi al giorno: un numero che mette in allarme e che dovrebbe essere sotto l’attenzione di tutti.
C’è bisogno, infatti, di tutti per intervenire e prevenire queste tragedie: la divulgazione per capire l’importanza di parlare di salute mentale, il dialogo e l’ascolto nelle famiglie, nelle scuole e nei luoghi di lavoro e l’intervento della politica attraverso aiuti concreti così da non dover più leggere strazianti lettere di addio.