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ECCO IL VERO VOLTO DELLA CRONACA NERA
from Brain. Maggio 2023
by Brain
Dal podcast al libro lo sguardo di Stefano Nazzi
Per quale motivo siamo così ossessionati dalla cronaca nera? Che cosa nasconde l’ancestrale passione dell’uomo per omicidi, tragedie e fatti di sangue? Prova a rispondere, partendo dalla materia nera, l’ultimo libro del giornalista Stefano Nazzi, voce narrante e ideatore del seguitissimo podcast “Indagini”, che sarà ospite a Lucca il 21 maggio per il Festival “Lucca in Mente”.
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Nazzi arriva adesso in libreria con “Il volto del male” (Mondadori, pp. 192) in cui accompagna il lettore in dieci casi di cronaca nera e in altrettante riflessioni. Il tono del libro - mai superficiale, sempre attento al raffinato dettaglio - si intuisce fin dall’introduzione, una calzante citazione del poeta britannico Wystan Hugh Auden, “Il male non è spettacolare ma umano, e dorme nel nostro letto e mangia al nostro tavolo”. E, allora, nota Nazzi: “Non tutto si può giustificare con la follia. E solo a volte c’entrano le patologie della psiche. Istintivamente pensiamo che la malvagità possa essere catalogata secondo schemi precisi, che una persona «perda la testa», che sia «vittima di un raptus». Ma la frase «perdere la testa» non significa nulla”.
Esistono molte altre cose che significano invece qualcosa - una su tutte è il fattore D, ovvero il fattore Dark, «la tendenza a massimizzare la propria utilità individuale». Per scoprire le altre serve seguire la penna di Nazzi che in dieci storie - mai raccontate durante il podcast - accompagna il lettore in un viaggio oscuro dove la scrittura tesissima, densa di dettagli, si fa così intensa da togliere il fiato. I casi tracciano una mappa violenta del nostro Paese
“INDAGINI”

Stefano Nazzi
II Post
Piattaforma: Spotify e un ritratto di cosa sia il libero arbitrio. Si va attraverso il tempo e i luoghi d’Italia - va da Foligno a Chiavenna -, obbligando a riflettere sulle conseguenze del male. “Sono dieci storie di donne e di uomini che, come un sasso scagliato nell’acqua, hanno «gettato» il male e il male si è allargato in tanti cerchi”, nota l’autore. “Fare del male a qualcuno - prosegue - significa provocare dolore non solo a quella persona ma a tante altre, come in una lunga catena. E a differenza dei cerchi nell’acqua, i cerchi del male non spariscono dopo pochi secondi. Durano a lungo, a volte per sempre”. (F. P.)