Preziosa n. 5/2010

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Oro usato: quali regole?

commerciali: attualmente, non esiste una normativa specifica a parte le norme dettate dalla L. 7/2000, relative, in particolare, ai cosiddetti rottami (vedi articolo di Marco Cantarella alla pagina seguente). “Nel capoluogo partenopeo non abbiamo registrato un significativo incremento - precisa Massimo Sacco, vicequestore aggiunto, responsabile della sezione Reati contro il patrimonio della Squadra mobile di Napoli - anche se l’attenzione è molto alta. È evidente che, oltre alla nostra attività di contrasto a fenomeni come i furti e la ricettazione, operiamo anche su segnalazione di eventuali abusi. Basta una telefonata o una lettera, anche anonime, per comunicarci eventuali sospetti”. Per porre l’accento sulle problematiche relative alla sicurezza, incluse quelle della diffusione dei compro oro, la Federazione orafi campani ha recentemente incontrato il prefetto di Napoli Andrea De Martino, cui ha consegnato un’ampia documentazione riguardante i rischi di riciclaggio di merce rubata e di evasione fiscale collegati a tale attività. Chiesti maggiori controlli sul territorio, specie nel periodo natalizio, ma anche un monitoraggio su quegli esercizi. Fruttuoso l’incontro: il Prefetto si è impegnato a definire con la Guardia di Finanza un programma di monitoraggio e controllo sui compro-oro ed a concordare con le forze dell’ordine un’attività mirata di sorveglianza e di prevenzione (nonché l’organizzazione di corsi di formazione sulla sicurezza e sulle modalità di reazione ad eventuali aggressioni, che saranno tenuti da funzionari di polizia). “Seri sono i problemi legati all’evasione iva quando l’oggetto viene rivenduto, la registrazione non conforme e la sopravvalutazione del metallo - dichiara Giovangiuseppe Lanfreschi, presidente della Foc recentemente rieletto - ma la causa è il vuoto normativo. Dovremmo fare come in America, dove il fenomeno è più antico: i gioiellieri della 47esima a New York hanno saputo fare cartello e affrontare il problema con regole comuni che garantissero la propria professionalità ai clienti. Questo intendiamo perseguire: un codice di buona condotta dei gioiellieri anche per i casi in cui il consumatore voglia vendere o permutare preziosi”. “Stiamo monitorando il fenomeno ma i dati sono difficili da estrapolare - spiega Pierluigi Sforza, presidente del sindacato Orafi, Gioiellieri, Orologiai e Argentieri Ascom Bologna -, anche se nella nostra area non abbiamo registrato un aumento dei reati, anzi, l’attenzione delle istituzioni è molto forte. Va comunque compreso il perché della proliferazione di tanti Compro oro, molto oltre le potenzialità del mercato”. Stessa difficoltà di censimento è segnalata da Massimo Cicala, vicepresidente dell’Associazione Orafi di Genova aderente a Federdettaglianti e vicepresidente vicario a livello nazionale: “Ciò che manca è il monitoraggio - spiega - ma la presenza dei compro oro non va criminalizzata tout court. Entrano in concorrenza con i gioiellieri nel momento in cui rivendono: e comunque nessun problema nasce se lo fanno nel rispetto delle regole. Piuttosto, per il consumatore, un gioielliere con esperienza e competenze può essere la garanzia che il proprio oggetto venga valutato correttamente”. Tirando le somme, dov’è il danno? E cosa chiede la categoria dei gioiellieri? «Che si configuri a livello legislativo una licenza ad hoc e che il rilascio di tali licenze sia effettuato con estrema accortezza», sintetizza il presidente nazionale della Federazione nazionale dettaglianti orafi Giuseppe Aquilino. “Ci preoccupa il danno di immagine per la nostra categoria nel momento in cui i compro oro si legano a fenomeni criminali. Senza nulla togliere agli imprenditori di tali negozi quando operano con serietà: la professione di gioielliere, però, è spesso un’altra cosa”.

Presa in consegna di oro usato da privati per la realizzazione di gioielli nuovi Se un privato commissiona a un gioielliere la realizzazione di un nuovo oggetto utilizzando oro usato di proprietà del primo, il gioielliere dovrà: 1. annotare con precisione sul registro di P.S. le caratteristiche, soprattutto il peso, dell’oro ricevuto in consegna; 2. una volta realizzato l’oggetto, emettere scontrino solo per l’importo della manifattura e delle materie prime eventualmente necessarie a completare l’oggetto, in aggiunta all’oro apportato dal privato. Vendita di gioielli usati, restaurati e rivenduti Se un gioielliere acquista da un privato un bene che poi intende rivendere, dopo le opportune riparazioni o trasformazioni, dovrà innanzitutto assolvere agli obblighi dettati dalle Leggi di Pubblica Sicurezza: annotazione sul registro, identificazione del venditore, termine di 10 giorni prima di avviarlo alla trasformazione o alla vendita. Per quanto riguarda l’IVA, essa si calcola non sull’intero prezzo di vendita, bensì sulla differenza tra quest’ultimo ed il costo di acquisto dal privato maggiorato dell’eventuale costo della riparazione. Ad esempio, se un dettagliante acquista un oggetto da un privato per 1000 Euro e ne spende 300 per ripararlo o trasformarlo, rivendendolo poi a 2000 Euro, l’importo su cui calcolare l’IVA sarà di 2000 - 1300 = 700 Euro (Decreto Legge 23 febbraio 1995, convertito in legge dalla L. n. 85 del 22 marzo 1995.

“Il fenomeno esiste ed è allarmante commenta Vincenzo Buscemi, presidente dell’Associazione provinciale gioiellieri di Ragusa e della Commissione Formazione di Federdettaglianti - perché involontariamente ha impoverito i nostri clienti e i loro “tesori personali”. Il prezzo dell’oro poi ha dato una mano a questi negozi non sempre trasparenti: nella nostra provincia il fenomeno non è particolarmente sentito perché ancora esiste la fiducia tra il negoziante e il cliente, ma il problema è più generale. Spesso la loro pubblicità è ingannevole: i prezzi indicati su volantini e cartelloni non sempre corrispondono al vero e nascondono postille e clausole che il cliente non comprende”.


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