Preziosa n.1

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Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1, Aut CBPA-SUD/NA/226/2009

anno III n. 1 febbraio 

BRAND

Canova 325 Gioielli certificati a tutela dei consumatori SPECIALE OROLOGI

Anteprima Baselworld 2010 inchiesta SPECIALE TOSCANA

Dati, soggetti, strategie Fotografia del distretto di Arezzo


artemisiacomunicazione.com ph: luciano d’inverno

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il piccolo monaco portafortuna “’’O Munaciello”

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Continua il viaggio di Preziosa nel mondo della gioielleria e del comparto orafo italiano: fra gli obiettivi di questo anno quello di analizzare, di numero in numero, lo stato di salute dei nostri distretti. Il primo focus è dedicato a quello toscano, localizzato principalmente nella città di Arezzo. Millequattrocento aziende attive, con una vocazione prettamente industriale, conosciuta in tutto il mondo soprattutto per la produzione di catename. Punto di forza delle imprese toscane è l’esportazione: nel 2009 pur soffrendo un -16%, continuano ad essere i principali operatori italiani presenti sui mercati esteri, seguiti dai colleghi vicentini. A sostegno degli imprenditori troviamo, oltre alle associazioni di categorie, altre istituzioni pubbliche/private quali Arezzo Innovazione, consorzio senza scopo di lucro fondato nel 2003, e l’IDI, organismo di concertazione territoriale nato con l’obiettivo di assicurare la progettazione e l’attuazione delle politiche produttive funzionali allo sviluppo dei distretti industriali aretini. Nella nostra abituale sezione dedicata alla gemmologia, abbiamo cercato di fare un po’ di chiarezza rispetto al decreto legge Mattesini (ex Mazzocchi) sulla certificazione delle pietre preziose: come tutti sapete la norma, se attuata, servirà a tutelare il consumatore finale all’atto dell’acquisto di un gioiello. Fin qui tutto bene, tranne il fatto che ad oggi non è chiaro cosa e soprattutto chi dovrà certificare la mole di gioielli presenti nelle casseforti di dettaglianti, grossisti e produttori italiani. La sensazione è che, invece di agevolare il commercio, qualora dovesse passare la legge, si rischierebbe un “ingolfamento” tecnico-burocratico. Infine voglio rivolgere i miei auguri di buon lavoro al nuovo presidente di Fiera Vicenza, Roberto Ditri.


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www.preziosamagazine.com anno III / n. 1 / febbraio 2010 Spedizione in abbonamento postale Reg. Tribunale di Napoli n. 77 del 01/10/2008 iscrizione al ROC n. 17658 del 10 ottobre 2008

Golden Agency srl via Generale Orsini, 40 - 80132 Napoli

sommario

Giovanni Micera direttore@preziosamagazine.com

Maria Rosaria Petito petito@preziosamagazine.com

Luigi Esposito

p. 25

p. 12

grafici@preziosamagazine.com

Artemisia Comunicazione artemisiacomunicazione.com

via Generale Orsini, 40 - 80132 Napoli tel. 081 2471142 fax 081 0782962

p. 14

redazione@preziosamagazine.com

Centro Stampa Ink Print - Pozzuoli (NA) Action srl c.so Umberto I, 75 - 80138 Napoli telefono 081 19542410 fax 081 19542404 email: info@actionnapoli.it responsabile commerciale: Mila Gambardella ph. +39 346 3824788

Giorà by Giovanna Raspini p. 12

Canova 325. Gioielli certificati a tutela dei consumatori p. 14

p. 23

L’eleganza passa attraverso un gioiello Govoni p. 16

m.gambardella@actionnapoli.it

Gustavo Renna si ingegna in nuove armonie artistiche p. 19

p. 19

CieloGioielli Milano Dove non è partecipe la vitalità dei colori domina la purezza del diamante p. 23

Ciondolo se non ce l’hai non sei nessuno! p. 25

p. 33

photo Luciano D’Inverno

Fratelli Dinacci: “I nostri clienti meritano sempre 10” p. 33 referenze fotografiche: si ringraziano tutti coloro che hanno gentilmente messo a disposizione il materiale iconografico L’Editore è a disposizione degli aventi diritto per eventuali fonti iconografiche non individuate Proprietà letteraria e artistica riservata. È vietata la riproduzione totale o parziale della pubblicazione senza autorizzazione dell’editore. Manoscritti e foto, anche se non pubblicati, non saranno restituiti. Golden Agency srl garantisce la massima riservatezza delle informazioni custodite nel suo archivio. Gli indirizzi verranno utilizzati, oltre che per l’invio della rivista, anche per l’invio di proposte commerciali. Ai sensi della legge 675/96 è nel diritto degli interessati richiedere la cessazione dell’invio e/o l’aggiornamento dei dati. Del contenuto degli articoli e degli annunci economici e pubblicitari sono legalmente responsabili i singoli autori.

First 2010. Un anno visto da Preziosa Fashion Jewelry Style p. 37 La creatività di

p. 39

Caterina Ascione firma i gioielli del Teatro San Carlo p. 39


p. 52

p. 40

p. 55

Inchiesta Speciale Toscana Dati, soggetti, strategie. Fotografia del distretto di Arezzo p. 40

Fani, linee che invitano a sognare p. 48 L’eleganza secondo Checcarini

p. 62

Preziosi p. 52

Tubo Gas, gioielli dalla grande elasticitĂ strutturale p. 55 La Falcinelli

Italy presenta la nuova collezione Paris p. 58

le belle Parole di Genny

Girombelli

p. 59

p. 48 Parlami d’amore

design p. 62

p. 65 Gioiellodentro. La mostra-evento di Bassano del Grappa p. 65 www.preziosamagazine.com

Martino Belmanto Marco Cantarella Mario Didone Chiara Di Martino Cristiana Giordano Giovanni Lepre Federica Longobardi Paolo Minieri Iaia Mito Maria Rosaria Petito Mariadomenica Santamaria Alberto Scarani Eleonora Lucia Venino

Aste e Mostre p. 66

Grace Kelly. Il Cigno p. 68

p. 68

p. 66


p. 70 p. 72

Rotonde de Cartier Cronografo Centrale p. 70 Anteprima Baselworld

2010 p. 72

Fiere, inizio d’anno ricco di appuntamenti p. 76

p. 76

Ascoltare, condividere e decidere: è la ricetta vincente di Roberto

Ditri p. 77

p. 78 Leggi a tutela dell’acquisto di preziosi Li certifichiamo tutti? p. 78 Aumenta la

domanda di gioielleria non firmata In calo acciaio, orologeria e argenteria p. 83

p.84

Sconti aggiuntivi in fattura per gli Associati p. 85 Ufficio metrico: Occhio ai controlli su titoli e marchi p. 88 Più trasparenza in Banca p. 91 RJC: una nuova pietra miliare per il settore del lusso p. 93 Il Marketing

come strumento principe del cambiamento p. 95

p. 88


Giorà by

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Giovanna Raspini di Maria Rosaria Petito

Con disinvoltura tra generi diversi Il suo è uno straordinario uso della materia e di nuove soluzioni di immagine da cui sgorga una femminilità dal temperam ento seducente.


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Giovanna Raspini, moving with ease from one style to another

L’impatto estetico è la funzione primaria di un gioiello o la materia domina sulla bellezza di un oggetto? Giovanna Raspini risponde sdrammatizzando i principi scegliendo metalli alternativi piuttosto che oro e argento a favore di linee che sviluppano in uno stile molto personale, che rompono con il classico ma non con una primigenia idea di ornamento. Il suo è uno straordinario uso della materia e di nuove soluzioni di immagine da cui sgorga una femminilità dal temperamento seducente. C’è teatralità in questi oggetti che sanno colmare lo spazio facendosi scultura. Un linguaggio asciutto enfatizza le linee dei bracciali Sirena a grandi maglie dove si imprigiona una silhouette strappata alla mitologia, quella stessa che ingentilisce il bracelet rigido caratterizzato da un morbido importante volume. Piccoli elementi si accostano come in un tessuto a larga trama in quelli della linea Filigrana, en suite all’anello ed agli orecchini. Calibra forme che si addolciscono in curve generose anche nelle sottili baguettes microfuse, un unico elemento che si moltiplica in maniera esponenziale dando corpo all’efficace design della linea Allegra. Identica armonia della linea le Schiave, una metamorfosi del classico attraverso lamine, a costine o martellate, che si sovrappongono su un fondo di pelle scamosciata. Un fare di cose belle che non tradisce neppure quando con un arduo passaggio abbandona questi pattern per gioielli a castoni che fasciano il polso senza interruzione, annegando la struttura in un mare di cristalli. Belli come fiori e non privi di un pallido romanticismo. La manualità e la creatività fanno muovere Giovanna Raspini con disinvoltura tra generi diversi, tra collezioni che trovano un loro perché nella originalità.

What is the main function of a jewel? Is it its aesthetic impact? Does the material it is made of determinate the beauty of an object? Giovanna Raspini has devised a way to overcome the problem. She put aside gold and silver in favour of alternative materials and designed new lines which carry out her very personal style and breaks with the tradition but, at the same time, keeps alive the very idea of ornament. She manipulates the materials in a marvellous way, developing new image solutions that exude an alluring femininity. Her artistic creations are objects that can fill a space as if they were sculptures. The bracelet line Sirene is characterized by sober shapes. Its loose-knit bracelets have a mythological inspired silhouette, which gives gracefulness also to the important volume of the rigid bracelets. Little elements are seamed together to form a loose pattern in the bracelets, the ring and the earrings of the line Filigrana. Thin precisely cut baguettes are carefully gauged into voluminous curves, an element that multiplies exponentially to form the design of the line Allegra. The same harmony as in the line le Schiave, where tradition in revisited through ribbed or wrought foils overlapping on a bed of suede. Her manner also reflects in her line of crystal covered collet bracelets that hug your wrist, as beautiful and romantic as a flower. Her creativity and her manual skills let her move with ease from one style to another, among collection whose most important feature is their originality.

Giorà by Giovanna Raspini Via G. Ferraris, 238 52100 Arezzo (AR) ph. +39 0575 984075 fax +39 0575 383142 web www.giorariflessi.it


 14

Canova Gioielli certificati a tutela dei consumatori

Quando un diamante è un vero diamante, quando l’oro, il platino, l’argento non conoscono sofisticazioni o trattamenti di sorta, quando un gioiello è realizzato nel leale rispetto delle più ferree regole dell’alta gioielleria non ci sarebbe bisogno d’altro. Eppure la Canova 325 muove un passo importante nel mondo dei preziosi provando a colmare le numerose assenze che si contemplano nella legislazione in materia di gemmologia. Proprio lei, una Maison che non conosce segreti, che con la sua professionalità ha portato a fidelizzare una clientela vastissima in tutto il mondo, vuole percorrere questa strada, avviata in collaborazione con l’IDD - International Diamond Diffusion -, per tutelare l’acquirente da trattamenti ed imitazioni che spesso confondono o traggono in inganno. Una cooperazione che, ampliando ed approfondendo l’informazione, intende offrire chiarezza in un campo governato dall’assenza di precise norme dello Stato. Una garanzia che sappia raccontare meglio di qualsiasi parola o immagine la trasparenza che accompagna l’intera vita di un gioiello, dalla progettazione alla vendita. È un desiderio che, in nome dell’onestà, spinge la Canova 325 ad investire la sua competenza e la sua esperienza nella produzione di oggetti incredibilmente preziosi; patrimonio che la accompagna sin dagli esordi con creazioni perfette, dove la forma e la luce si fanno tutt’uno scaldate dallo scintillio che esplode dalla sequenza mai casuale di gemme purissime. Ogni anello, bracciale o collana, infatti, vanta un impeccabile artigianato, una bellezza schietta e pura che ben esprime il concetto di lusso, inteso come appagamento di un nobile desiderio. Questo accordo tra elementi diversi, in cui la creatività emerge dai delicati dettagli, è una qualità che la Canova 325 ha fatto sua per una gioielleria iperfemminile, superba e prestigiosa, che dona all’oggetto una grande indossabilità. (m.b.)


Canova 325 takes an important step in the world of jewels When a diamond is a real one, when gold, platinum and silver aren’t treated, when a jewel is made following the very strict rules of high jewellery, you don’t need anything else. But Canova takes an important step in the world of jewels finding new solutions in order to make lows about gemology better. Canova 325 itself, a Maison that has no secrets and thanks to its skill has got many customers all over the world, wants to go along this path, started in collaboration with IDD - International Diamond Diffusion - in order to protect purchasers from treatments and imitations that can confuse or deceive you. A cooperation that, going into more depth information, wants to inform about a field that doesn’t have real state rules. A guarantee to tell the life of a jewel, from conception to sale. Canova 325 wants to invest in its competence and experience to produce very precious jewels. Its perfect creations sparkle because of a refined sequence of very natural gems. Hand-crafted rings, bracelets and necklaces are so beautiful to satisfy the desire of luxury. Canova 325 mix elements in such a creative way to create very prestigious women’s jewels, to make jewels very versatile.

Canova 325 Via XXX aprile, 22/4 31044 Montebelluna (TV) ph. +39 0423 628582 fax +39 0423 609637 email info@canova325.com web www.canova325.com


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L’eleganza passa attraverso un gioiello Govoni di Federica Longobardi

1980 - 2010. Trent’anni. Un lungo cammino. Tanto tempo speso a consigliare, a suggerire, a coccolare una clientela felice di scoprire in un gioielliere la persona di cui fidarsi; quella stessa clientela che riconosce alla Govoni un talento che spende tutta la sua fantasia in creazioni evidentemente belle.

Alla grande passione delle donne per i diamanti Govoni risponde con l’emozionalità dei suoi gioielli fatti di interazioni di volumi e luminosità. Gli stupefacenti percorsi curvilinei delle sue architetture racchiudono gemme che conquistano spazi morbidi ed avvolgenti. È un linguaggio plastico e contemporaneo che

liscia le forme. La luce crea disegni irreali, si schiude e si scompone in uno sfolgorio accecante addolcito dall’alternanza con i più discreti black diamond o esaltata dalla lucentezza del metallo. È una osmosi tra vuoto e materia, tra dentro e fuori che tocca forme che dal gioco di vere arriva a simulare boccioli di fiori dal


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Elegance gets through Govoni’s jewels 1980-2010. Thirty years. A long path. Time spent advising, suggesting and cuddling customers happy of meeting a jeweler to rely on, as they know Govoni creates very imaginative jewels. Govoni knows women love diamonds and invents bright new jewels. Such jewels are lines that hold gems. Black diamonds and bright metals create unreal drawings, getting to simulate flower buds rounded by petals. A very high quality and creative jeweller’s craft that creates fantastic inventions mixing the colors of such a noble metal. Red, white and yellow gold rings reflect the purity of white and black diamonds, winding waves from white to noir, sand dunes made of precious and pure gems. Eardrops hanging as if they were stalactites of light, or moving disks. A surprising result and a very good value for money to satisfy women’s desires.

Govoni Gioielli Via Cavalieri, 13 44042 Cento (FE) ph. +39 051 903475 fax +39 051 903041 web www.govonigioielli.it

fitto abbraccio di petali. Una gioielleria di altissima qualità e straordinaria creatività che contempla la presenza del nobilissimo metallo nelle sue varianti di colore generando un mix dai risultati sorprendenti. Negli anelli a tre tangenti l’oro rosso, bianco o giallo riflette la purezza dei diamanti bianchi e neri alterandone la linearità, un gioco che in altri si ripete mutandone le prospettive delle fughe che si sfiorano, si toccano, si separano. Altrove onde serpeggianti sconfinano dal bianco al noir. Ed ancora, rotondità generose come dune di sabbia dove ogni granello è una

gemma preziosa e pura. Gli orecchini pendono come stalattiti di luce o si fanno dischi dove vortici colmano e sgombrano le sapienti strutture. Il risultato è meraviglioso per oggetti che sorprendentemente presentano un ottimo rapporto qualità-prezzo, una eccezionalità nell’alta gioielleria. Ancora un dono, inaspettato, per soddisfare i desideri di ogni donna.


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GUSTAVORENNA si ingegna in nuove armonie artistiche di Maria Rosaria Petito

Per Gustavo Renna un gioiello è uno stato d’animo generato da una amorevole partecipazione tra ricerca e artigianato. Le sue creazioni, pregiate dall’imperfezione, sono originalità che sanno di antico, sperimentazioni che offrono nuove ragioni d’essere alla classicità più remota. Elaborazioni attraverso le quali la materia mostra una natura inusuale generata da una lavorazione non riconducibile all’impiego di macchinari industriali. Ama comporre e destrutturare, abilmente mutuato da fantasiose sintesi in cui elementi come cuoio, oro, argento, cristallo, bronzo, smalti trovano la loro giusta dimensione. In ogni oggetto l’imprevedibilità di un linguaggio fun-


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zionale all’eleganza, sprigiona pluralità di suggestioni e bisogna toccarlo, osservarlo, indossarlo per percepirne la vitalità dei metalli e delle pietre che, così combinati, scandiscono un soggettivo ideale estetico che sa dare senso all’immaginario, confermando le infinite possibilità di scambio. Anelli come piccoli agorà, cartoline tridimensionali che emergono dall’increspatura di acque limpide dove il cristallo di rocca si fa scrigno per miniature in oro che proiettano tracce della sua territorialità, gioie che si ispirano alle innocenti meraviglie che incantavano le bambine di ieri, le tenere sorprese delle uova pasquali che facevano sentire donne quelle minute femminucce. Sarà la palpabile vicinanza all’inesauribile Vesuvio, e come le emozioni si incontrano per rendere squillante il blu del mare così sanno sprofondare nel cuore di un cratere e rubargli un surreale verde magma in cui muovono le serpi di Efesto, o sgattaiolare tra gli angusti vicoli ed immortalare una distesa di panni che sanno di pulito. Scatti di quotidianità in cui trovano il loro dovuto spazio anche colorate lucciole in volo; incisioni di monogrammi dal tratto medievale; dipinti incorniciati come reliquie. Gustavo Renna sa consegnare alla memoria un inesauribile repertorio reinterpretandolo con i colori vibranti di un concept molto dinamico, di un’architettura incline al design.

Gustavo Renna. Invents new artistic harmonies According to Gustavo Renna, a jewel is a mood coming from a loving fusion between research and handicraft. His creations, precious because of imperfections, are originalities that look like old, experimentations that make classicism born again. The material is never refined by industrial machinery. He loves creating and decomposing, using elements such as leather, gold, silver, crystal, bronze and enamels in a perfect way. Each jewel emits a great deal of suggestions, and you need to touch, look and wear it in order to perceive the power of metals and stones, that are combined in such a refined way to let you imagine and think about the numerous possibilities of combining them. Rings in the shape of -agorà-, three-dimensional postcards emerging from clear water where Cristallo di Rocca becomes a pix for gold miniatures, jewels based on the simple wonders that would enchant yesterday's little girls, the tender surprises of the Ester eggs that made that minute girls feel like women. Thanks to the closeness to the Vesuvius, you will feel you are swimming in a bright blue ocean, or sinking in a surreal green magma in the middle of a crater where Efesto's snakes are living, or slinking among narrow streets where many clean clothes are hanging out. Colored flying glow-worms, medieval engraving and painting framed as if they were relics, are symbolized as well. Gustavo Renna recalls an inexhaustible repertory through the vibrant colors of a very dynamic concept, architecture inclined to design.

Gustavo Renna Strada Provinciale 22, km 1,750 81025 Marcianise (CE) ph. +39 0823 1644460 fax +39 0823 1644461 web www.gustavorenna.com


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Cielo

In un emozionante gioco di successione le pietre si distribuiscono ora a taglio brillante ora a baguette lasciando ch e la purezza della luce si liberi com e un soffio.

Nella Cattedrale di Chartres, eccellente testimonianza gotica, c’è un rosone di una tale bellezza che quando il sole lo attraversa incanta la vista, e quando a sera i colori si attenuano nell’oscurità si veste di una diversa suggestione non meno emozionante. Per caratteristiche e preziosità diverse, regala la medesima meraviglia la gioiosa disposizione delle gemme nei pendenti e negli anelli delle ultime collezioni di CieloGioielli Milano. Forme suddivise


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Gioielli Milano Dove non è partecipe la vitalità dei colori domina la purezza del diamante di Iaia Mito

radialmente da braccetti di oro bianco che esaltano l’essenzialità di numerosi cerchi tra i quali trovano posto limpidi diamanti e svariati zaffiri gialli, blu, rosa e verdi. Una esuberante ricchezza cromatica che risponde unicamente ad una equilibrata sobrietà. Lì dove non è partecipe la vitalità dei colori domina la purezza del diamante su forme poco complesse che ne esaltano lo splendore. In un emozionante gioco di successione le pietre si distribuiscono ora a taglio brillante ora a baguette, lasciando che la purezza della luce si liberi come un soffio. Più morbide, invece, le linee che si ispirano a trascinanti vortici di vento, ad algide gocce di brina, a calotte e finanche all’immancabile cuore che in questo caso aggiunge romanticismo a romanticismo abbracciandone nel mezzo di tanta preziosità ancora uno intagliato in uno zaffiro blu. Gioielli marcatamente eleganti che non possono nascere da mani inesperte. Hanno radici forti e profonde che attingono alla cultura di una storica famiglia,

oggi alla terza generazione con alla guida tre figure di grande professionalità, tre fratelli uniti da una comunanza di interessi di una continuità familiare: Angelo, Fabio (gemmologo) e Riccardo (esperto diamanter e designer orafo). Dal lontano 1914, anno di fondazione della rinomata gioielleria - allora esclusivamente orologeria - oggi vanta ben trecentocinquanta rivenditori in Italia, un distributore in Portogallo, uno in Inghilterra ed ancora un altro in Spagna, la presenza alle importanti fiere di New York, Las Vegas, Londra e Vicenza ed un soddisfacente commercio in Asia e in Messico. E due negozi nel cuore di Milano.

CieloGioielli Milano 20121 Milano, Italy Piazza Duomo, 21 ph. +39 02 89281818 fax +39 02 8690946 email info@cielogioielli.com web www.cielogioielli.com

Cielo jewels Milan, where there are no colors, the pureness of the diamond dominates In Chartes Cathedral, excellent gothic testimony, there is a rose window so beautiful to enchant your sight when the sun passes through it, and it’s equally touching in the evening, when the colors diminish in the darkness. The disposition of the gems on the pendants and the rings of the latest collections by Cielo Milano, can offer you the same marvel, although for different peculiarities and preciousness. Shapes divided by little parts made of white gold that intensify the large number of circles among which there are clear diamonds and several yellow, pink and green sapphires. An abundant wealth of colors that is nothing but a balanced sobriety. Where there are no colors, the pureness of the diamond prevails over the simple shapes that intensify its magnificence. The stones follow one another, either brilliant cutting or baguette, letting the purity of the light be as free as a puff. Softer are the lines based on whirlwinds, frost drops, calotte and even on an unfailing heart that embraces a blue sapphire one making the jewel more and more romantic. Only expert hands can create so elegant jewels. Their deep roots started in 1914, when the renowned jeweler’s shop (at that time solely a watchmaker) was founded. Nowadays the third generation of the historical family is leaded by three brothers united by the common interests of a familiar continuity: Angelo, Fabio and Riccardo (diamonds expert and goldsmith designer). Today the jeweler’s shop boasts even three hundred and fifty retailers in Italy, a distributor in Portugal, one in England and one in Spain, its presence at important fairs such as New York, Las Vegas, London and Vicenza, and a satisfactory trade in Asia and Mexico. As well as two sops in the center of Milan.



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È il loro momento. Piacciono proprio a tutti. Corni, monete, angeli, chiavi, stelle, croci, beads, teschi... una possibilità di scelta senza fine che viene voglia di collezionarli. Tra gli under 18 è una vera caccia a quello più ricercato, portavoce di uno slang indecifrabile che con gli anni diventa più comprensibile e sofisticato. Va bene tutto, dalle linee semplici a quelle pregiatissime, l’importante è possederne almeno uno. Allegri ed originali sono l’idea giusta per rendere un po’ speciale mille e una occasioni. E più ne indossi più sei eccentrico, più tintinnano più sono cool e divertenti. Griffato o artigianale, qualche charms può sciogliere la severità di una collana o impreziosire un vecchio bracciale. Coordinati da appendere agli orecchini o single da piazzare sul cappello, very very cool una cascata di cuori e campanelle. Cristalli, perline, oro, argento, gemme, smalti si combinano nell’oggetto più fashion e frizzante per evidenziare il decollétée o le mani quando pende dall’anello. Ce ne sono anche di quelli che al gancio sostituiscono un piccolo moschettone dando la possibilità di scambiarli. Belli i medaglioni un po’ retrò. E per i nostri amici più fedeli? Ossicini e pupazzetti perfino in oro e brillanti per un collare molto stiloso.

CIONDOLO se non ce l’hai non sei nessuno!

di Maria Rosaria Petito photo Luciano D’Inverno si ringrazia per le bambole Tiziana Grassi, Ospedale delle Bambole, Napoli

www.ospedaledellebambole.com


Mediterraneo www.gennaronapoletano.it


AmlĂŠ www.amle.it


Mattia Mazza www.mattiamazza.it


Ziio www.ziio.eu


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Fantasia GN www.fantasiagn.it



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Fratelli Dinacci:

“I nostri clienti meritano sempre 10” premiata la fedeltà dimostrata alla storica azienda I fratelli Flavio e Tiziana Dinacci hanno scelto una reggia per coccolare i loro clienti, il Grand Hotel Vanvitelli, a Caserta, dove lo Anche nel 2009 i nostri clienti meriscorso 7 febbraio si è tenuta la serata conclusiva della seconda edizione del concorso a premi “A tano 10”. Lorella Landi, elegante madrina e dea bendata dell’evento, ha estratto a sorte il nome dei dieci fortunati vincitori, tra i tremila clienti della Dinacci, che quest’anno hanno risposto ai nomi di: IL CROGIOLO (RECANATI - MC)), FRATELLI TORELLI (SAN MARCO IN LAMIS - FG), LO SMERALDO (SALERNO), TG di TONINO GAGLIONE (FROSINONE), CORDARO SRL (PALERMO), COZZA MIMMO (CIRO’ MARINA - KR), GIOIELLERIA PALMA DI PALMA GIOVANNI (MAGLIANO DE’ MARSI - AQ), BOSCHI GIOIELLI (CAVRIAGO - RE), GIOIELLERIA DI PAOLO di DI PAOLO LINA MONICA (TERAMO), COFONE GIOIELLI (CORIGLIANO SCALO - CS). In premio 10 lingotti da 200 grammi cadauno per dire grazie alla fedeltà dimostrata alla storica azienda. La serata è iniziata con il benvenuto dei fratelli Flavio e Tiziana che, con il loro affetto e la loro contagiosa simpatia, hanno splendidamente gestito l’ospitalità dei trecento e più invitati giunti da tutta Italia, e proseguita con una raffinata cena prima di salutare con un brindisi benaugurante.


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Cristina Giannone e Alessandro Dinacci

Tiziana e Flavio Dinacci

Tiziana e Flavio Dinacci con Silvia Serangeli

Cristina Giannone, l’AD Flavio Dinacci e Lorella Landi

Francesco Ragno e Pasquale Baldassarre con Tiziana Dinacci

Salvatore de Laurentiis e consorte Flavio Dinacci

Giorgia Palomba e Flavio Dinacci


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Il team dell’azienda Dinacci

Flavio Dinacci e Lorella Landi con Giovanni Micera e Maria Rosaria Petito di Preziosa

Flavio e Tiziana Dinacci, con Giovanni Palma, uno dei vincitori, e Lorella Landi

Fratelli Dinacci 80133 Napoli (NA) Via Grande Orefici, 7 ph. +39 081 5537024 81025 Marcianise (CE) Centro Orafo “Il Tarì” mod. 38, 39 - 168 ph. +39 0823 827817 web www.fratellidinacci.it Il signor Serangeli con la figlia Silvia

Flavio Dinacci e Lorella Landi con Monica Di Paolo, una delle vincitrici


www.papitolindo.it

Photo: Donatella Polizzi

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FIRST 2010

Un anno visto da Preziosa Fashion Jewelry Style Il presidente di Federdettaglianti Giuseppe Aquilino brinda al primo calendario del magazine Nell’elegante atmosfera del Padiglione B1, nell’ambito dell’edizione 2010 di VicenzaoroFIRST, è stato presentato il primo calendario della rivista Preziosa. Dodici roll-up hanno riproposto, attraverso gli eleganti scatti di Luciano D’Inverno, tutta la bellezza dei gioielli di Giuliana Di Franco, Verdi Gioielli, Mediterraneo Gioielli, Studio Morelli, E-Motion, BySimon, Raima Gioielli, Mattia Mazza, Luisa Della Salda, I Gioielli del Sole, SoloMioBijoux e Amlé. Significative le parole del presidente nazionale della Federdettaglianti Orafi Giuseppe Aquilino e del direttore Steven Tranquilli che hanno voluto esprimere il loro apprezzamento per questa iniziativa che, coniugando la magia dell’arte e l’anima del business, ha saputo dare vita al gioiello attraverso un sofisticato still life. L’appuntamento, per l’intero staff del magazine, ha aggiunto una nuova importante tessera a quel complesso mosaico fatto di grandi fatiche, rendez-vous ed una infinità di progetti e proposte. Tra la folla dei numerosi presenti molti gli addetti ai lavori: Luca Rossetti dell’Amlé, i designer Giovanna Sartori e Francesca Canapa, Fiammetta de Simone della Fratelli de Simone, Franco Napoli patron della SoloMioBijoux, Gennaro Napoletano titolare della Mediterraneo gioielli, Stefania Cilento di Studio Morelli, Camille Vallon della maison Ziio, il presidente dell’associazione orafa valenzana Bruno Guarona, il presidente dell’Ador Rodolfo Santero, Antonio D’Orlando decano della D’Elia Company, i gioiellieri Antonio Dini, Enrico Peruffo, Luca Tramonte, Michele Novara, Marco Meola e la signora Giovanna Raspini della Giorà, i designer Maurizio Palmisciano e Il presidente di Federdettaglianti Giuseppe Aquilino (nella foto a dx) con il Direttore di Preziosa Giovanni Micera


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Rodolfo Santero, presidente dell’associazione Ador, con Giovanni Micera e il designer Michele Marzotto

Giovanni Micera, con Steven Tranquilli direttore Federdettaglianti

Franco Napoli, AD di SoloMio Bijoux Maria Rosaria Petito

Giovanni Micera, con Luca Rossetti di Amlé

Michele Marzotto, Giuseppe Cubuzio per Casato, che si complimentavano mentre i flash immortalavano beneauguranti brindisi, strette di mano e sinceri sorrisi. Questo appuntamento, che non vuole essere il solo, spiana una strada lunga e luminosa per numerosi futuri incontri al magazine, che già da questo primo numero del 2010 arriverà anche alle principali gioiellerie del Nord oltre ad essere distribuita in maniera capillare a tutte quelle del Centro Sud. Uno sforzo non da poco, in termini economici e organizzativi, ma si sa il valore aggiunto di ogni rivista, al di là dei contenuti, sta nella reale e capillare penetrazione nel segmento di mercato individuato. Sorte condivisa dal portale preziosamagazine.com. che, nato come sito di supporto alla rivista, è oggi un vero quotidiano online di settore che monitora il comparto, informa sulle mostre e gli eventi e dà spazio ai prodotti della nostra migliore gioielleria ed oreficeria. Redazione

Francesca Canapa di GioielloDentro

Marco Meola e Mila Gambardella


Collana a forma di ragnatela e un ragno. Tormalina nera, onice nera e argento.

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La creatività di Caterina Ascione

firma i gioielli del Teatro San Carlo Il Teatro San Carlo di Napoli ha scelto La Clemenza di Tito per inaugurare lo scorso 27 gennaio la sua nuova stagione, nonché il suo nuovo look. La regia firmata da Luca Ronconi ha riservato alla linea settecentesca dei costumi di Emanuel Ungaro ed alla spettacolarità dei gioielli di Caterina Ascione un ruolo integrante per la drammaticità della rappresentazione mozartiana. Un mood che Caterina Ascione, coadiuvata dallo stilista Ungaro, ha saputo interpretare impiegando materiali semipreziosi dai colori a contrasto o tono su tono. Una scelta, la sua, che, travalicando il concetto di semplice ornamento, ha saputo rendere

i suoi gioielli enfatizzatori dei mutamenti emozionali dei personaggi. Quella tra la storica azienda corallifera di Torre del greco ed il Massimo partenopeo è, sicuramente, una felice collaborazione già più volte collaudata, uno scambio che ha visto gli artisti lirici indossare le creazioni della Maison, e lo showroom-museo Ascione all’Angiporto Galleria Umberto I esporre i ricchi costumi di scena. E proprio lo showroom ha ospitato la conferenza durante la quale Emanuel Ungaro e Caterina Ascione hanno raccontato del connubio indissolubile che esiste tra moda e gioiello. (MRP)


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SPECIALE TOSCANA Millequattrocento aziende attive sul territorio, specializzate nella lavorazione di oro e argento e nella produzione di catene. Punto di forza storico del distretto, le esportazioni, diminuite nel 2009 del 16%. I dati, le voci, gli organismi, le problematiche del comparto e le possibili soluzioni.


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di Chiara Di Martino

Millequattrocento aziende attive, specializzate soprattutto nella lavorazione di oro e argento, compongono il Distretto orafo aretino, storicamente conosciuto in tutto il mondo per la produzione di catene, alla quale, nel corso del tempo, si sono affiancate altre rilevanti attività come l’alta gioielleria in stile moderno e antico, semigioielleria, oreficeria fine senza pietre, oreficeria e argenteria a maglia catena e stampata, gioielli d’argento di tendenza, minigioielleria in oro e in argento, semilavorati, montature per gioielli, chiusure, vasellame d’argento. Punto di forza del distretto aretino, le esportazioni: nonostante un calo del -16%, resta in testa agli altri distretti italiani (seguita immediatamente da Vicenza) con un 35,4 % dell’export totale nel 2009, nonostante il periodo difficile dovuto alla crisi economicofinanziaria. Il calo della domanda riguarda sia quella interna, sia quella internazionale. In generale il distretto orafo di Arezzo fa registrare un calo generalizzato dei valori dell’export nei diversi paesi di destinazione con l’unica eccezione della Francia e dei paesi dell’Africa Settentrionale; a proposito di questi ultimi è il caso di sottolineare la buona performance delle esportazioni verso Tunisia (+48%) e Libia (+21%); gli Emirati Arabi hanno rafforzato la loro posizione di primato (35% del totale), mentre la Francia, con una quota dell’8%, scavalca gli Stati Uniti e la Turchia che riducono il loro peso scendendo rispettivamente al 7% e al 5% del totale dell’export.

La lavorazione dei metalli preziosi, specializzazione tipica della provincia di Arezzo, si è sviluppata soprattutto negli anni Settanta ed Ottanta: grosso impulso al comparto è stato assicurato dal ruolo svolto per molti anni dall’impresa leader, la Uno A Erre, nell’attivare processi di gemmazione imprenditoriale diffusi nel territorio e trasferimento di innovazioni. Negli anni Novanta il processo di crescita è proseguito, ma apparentemente con una minore intensità rispetto al decennio precedente e con andamenti alterni a seconda dell’arco di tempo considerato. L’attuale congiuntura ha modificato lo scenario: la struttura produttiva si è ridimensionata nel corso del tempo, causa la


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flessione lenta ma rilevante delle esportazioni e il conseguente riflesso sull’occupazione. Sul calo nell’export, tra i fattori va annoverato certamente il deprezzamento del dollaro, l’ingresso di nuovi paesi produttori (Turchia, India e Cina) nonché regimi doganali sfavorevoli per l’Italia. Il Distretto di Arezzo, inoltre, ha affrontato per lungo tempo una elevata difficoltà nella pianificazione strategica e nell’investimento in ricerca e design del prodotto. Proprio per fare fronte a questo punto debole dell’area, si è dato il via ad

una fase di governance distrettuale, tramite l’Istituzione dei Distretti Industriali della Provincia di Arezzo (Idi), un organismo di concertazione territoriale nato nel 2001 con l’obiettivo di assicurare la progettazione e l’attuazione di politiche produttive funzionali allo sviluppo dei distretti industriali aretini, nonché a rappresentare gli interessi locali a livello regionale, nazionale ed europeo (per un approfondimento vedi box). Per quanto riguarda l’associazionismo, le 1400 aziende del distretto si dividono per la quasi totalità tra le tre organizzazioni più rappresentative: Confartigianato Imprese, Cna e Federdettaglianti. La geografia del distretto si completa con Arezzo Innovazione, Consorzio senza scopo di lucro fondato nel 2003 composto dagli Enti Locali che ne finanziano lo sviluppo: la Camera di Commercio, la Provincia; il Comune, la Comunità Montana dei Casentino e l’Unione dei Comuni di Subbiano, Capolona e Castiglion Fibocchi. Cosa si è mosso in questi anni per far fronte al severo indebolimento del distretto?

Promozione e Sviluppo delle Imprese tra gli obiettivi dell’IDI L’Istituzione dei Distretti Industriali (Idi) di Arezzo è uno strumento di governance del tutto unico: tra le proprie competenze ha quella di portare avanti interventi a sostegno dei settori oro e moda, promuovere le azioni sui distretti industriali presso le aziende, le istituzioni, gli enti pubblici, al fine di valorizzarne la strategia competitiva delle politiche distrettuali; promuovere presso i soggetti competenti (sistema delle Camere di Commercio, Enti Locali, altri soggetti pubblici, Regioni, Ministeri, Ue) progetti al fine di mobilitare risorse ed energie per concorrere a programmi di sviluppo dei sistemi locali quali distretti industriali, sistemi produttivi locali, sistemi economico-locali così come definiti dalla normativa regionale, statale e comunitaria. L’istituto, che ha carattere pubblico e vede la collaborazione di vari enti presenti sul territorio, collabora con le altre istituzioni per promuovere, da un lato, attività di analisi e studio dei settori di sua competenza (ad esempio con l’Osservatorio OroModa ed il Consorzio Arezzo Innovazione), dall’altro si sta facendo portavoce delle esigenze di questi nei confronti sia della Regione che del governo centrale. Aderiscono all’Istituzione la Camera di Commercio di Arezzo; l’Associazione Industriali di Arezzo; Federimpresa (Cna e Confartigianato); Cgil Arezzo; Cisl Arezzo; Uil Arezzo; Monte dei Paschi di Siena; Banca Etruria; Banca Toscana; Cassa di Risparmio di Firenze.


“Nella nostra area gli stanziamenti di fondi regionali sono un evento rarissimo, eppure ora è possibile un mutuo in oro garantito per il 60%”

speciale Toscana

Due gli eventi organizzati ogni anno dall’Ente Arezzo Fiere e Congressi

Nicola Tosi Responsabile sezione orafi della Cna di Arezzo

«Cna e Confartigianato hanno fatto richiesta alla Regione Toscana di stanziare fondi straordinari per controgarantire prestiti in oro - spiega Nicola Tosi, responsabile sezione orafi della Cna di Arezzo -: nella nostra area, finanziamenti di questo tipo sono un evento rarissimo, eppure ci siamo riusciti. Così, la Regione ha creato un fondo riservato ad imprese del comparto che hanno bisogno di fare il mutuo in oro, operativo dai primi mesi del 2009, garantito dall’ente per il 60% del prestito. Il problema è che gli sbarramenti di bilancio, i tre indici necessari per ottenere il fondo, sono molto elevati e quindi difficili da soddisfare». Nella seconda parte del 2009 l’Idi ha iniziato l’elaborazione di una indagine

OroArezzo, la mostra internazionale dell’Oreficeria, Argenteria e Gioielleria di Arezzo, costituisce ormai un appuntamento consolidato con il calendario fieristico nazionale. La rassegna è organizzata da “Arezzo Fiere e Congressi” (fino a qualche mese fa denominato Centro Affari e Promozione), ente presieduto da Giovanni Tricca che è anche il presidente della Camera di Commercio di Arezzo. Durante la presentazione della prossima edizione, a Vicenzaoro First, il neodirettore di Arezzo Fiere e Congressi, Raul Barbieri, ha illustrato il nuovo corso di OroArezzo: nuova denominazione e ampliamenti dal punto di vista strutturale e degli eventi. OroArezzo può contare anche su un workshop stagionale che si svolge in ottobre, Incontri d’Autunno, e su una collezione di arte orafa contemporanea, Oro d’Autore, ospitata dalle più grandi fiere orafe di tutto il mondo. Quest’anno, la 31esima edizione si svolgerà dal 10 al 13 aprile.

strutturale sui tre Distretti aretini (orafo, tessile e pelletteria) con lo scopo di evidenziare i cambiamenti intervenuti rispetto alla precedente analisi (20032004) anche a seguito della crisi che ha

caratterizzato il nostro sistema produttivo nel periodo 2004-2008. Gli strumenti di analisi sono stati tre: l’indagine strutturale vera e propria, affidata all’Ufficio Studi di Unioncamere Toscana e condotta


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Dalla Val di Chiana ai Comuni di Laterina e Pergine Valdarno, l’estensione del distretto orafo aretino Il Distretto orafo aretino si localizza quasi esclusivamente nella Provincia di Arezzo ma i suoi confini territoriali - fissati dalla deliberazione del Consiglio Regionale della Toscana n. 69 del 21/02/2000 (“Individuazione dei distretti industriali e dei sistemi produttivi locali manifatturieri ai sensi dell’art.36 della Legge 317/1991 come modificato dall’art.6, comma 8 L.140/99”) - comprendono al proprio interno i Sistemi Economici Locali (S.e.l.) dell’Area aretina (Arezzo, Capolona, Castiglion Fibocchi, Civitella in Val di Chiana, MonteSan Savino, Subbiano) e della Val di Chiana aretina (Castiglion Fiorentino, Cortona, Foiano della Chiana, Lucignano, Marciano della Chiana) cui si aggiungono i comuni di Laterina e Pergine V.no che, pur appartenendo al Sistema economico locale del Valdarno Aretino, sono stati inseriti all’interno del distretto.

“Non si ricorre frequentemente all’innovazione di processo e prodotto e non si esplorano mercati differenziati”

Roberto Castellucci Direttore Istituzione dei Distretti Industriali di Arezzo

negli ultimi mesi del 2009 su un campione di circa 600 imprese rappresentative dei tre Distretti; sullo stesso campione di imprese, il Prof. Zanni (Università degli Studi di Siena) ha poi sviluppato un’analisi sui sistemi relazionali e le reti d’impresa; infine, novità più rilevante, sono stati organizzati alcuni focus-group con le imprese leader dei tre distretti e con alcuni testimoni privilegiati. Secondo i risultati venuti fuori da tale ricerca in relazione al volume d’affari, nel periodo 2005-2008 le imprese con almeno 10 addetti registrano una diminuzione del -20,9%. L’andamento è al ribasso anche per quanto riguarda il numero di imprese del distretto: i dati parlano di una diminuzione (nel periodo 2004-2008)

del -5,3%, di cui nell’artigianato -11,4%. Le imprese non artigiane registrano, invece, saldi positivi (+8%). «La difficoltà è significativa, dunque, specialmente per le imprese artigiane di sub-fornitura e per quelle senza marchio - spiega Roberto Castellucci, direttore Istituzione dei Distretti Industriali di Arezzo - e si tratta sia di diminuzione in termini di esportazione che in termini di fatturato. A essere colpito, peraltro, è stato il sistema economico per intero, eppure ciò che viene fuori dall’ultima indagine dell’Idi è che il comportamento dell’imprenditore non è cambiato affatto: la crisi non è stata vissuta come occasione per modificare il modello di business». Dalla sua riflessione emerge che le imprese che sembrano rispondere meglio all’attuale scenario di crisi sono quelle “oorientate al cambiamento”. In altri termini, si difendono meglio le aziende che si sono strutturate (raggiungendo le medie dimensioni), le aziende che hanno ampliato il loro mercato geografico (evitando di concentrare il rischio su uno solo o su pochi mercati), le aziende che si sono aperte sul versante dell’innovazione e dei rapporti relazionali. La crisi di cui parla Castellucci è finanziaria sì, ma anche strutturale, antecedente a quella derivante dalla bolla dei mercati finanziari. «IIn questo contesto emergono aziende che sono riuscite a patrimonializzare il passato, ma sono pochis-


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“L’export: nel primo semestre 2009 circa 80 milioni di euro in meno (-12,90%) rispetto allo stesso periodo 2008”

Alessandro Guerrieri Project manager dell’Istituzione Distretti Industriali

sime - prosegue Castellucci -. Un altro dato importante è che i canali di distribuzione restano i tradizionali: non si ricorre frequentemente all’innovazione di processo e prodotto e non si esplorano mercati differenziati». «La variazione in termini negativi spiega Alessandro Guerr ieri, project manag er dell’Istituzione Distretti Industriali - ci parla di un -12,90% se si mettono a confronto i dati del primo semestre 2008 con quelli dello stesso periodo 2009. Volendo fare riferimento ai valori in euro, a fronte di 677 milioni di export nel primo periodo considerato, si è scesi alla cifra di 600 milioni». «La Federazione Dettaglianti Orafi di Arezzo è inserita a pieno titolo tra le realtà sindacali datoriali del Distretto Orafo Toscano - dichiara il presidente Roberto

Oreficeria e moda i settori monitorati dall’osservatorio dell’IDI L’Osservatorio Oro-Moda è l’organismo costituito presso l’Istituzione dei Distretti Industriali della Provincia di Arezzo per operare un monitoraggio permanente sulle specializzazioni manifatturiere “tipiche” dell’economia aretina, ovvero il tessile-abbigliamento, il pelli-cuoio-calzature e l’oreficeria.

“La Federazione Dettaglianti crede nel confronto anche informale per disegnare una strategia decisionale vincente e condivisa”

Roberto Duranti Presidente Dettaglianti Orafi di Arezzo


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Il 70% delle Imprese realizza oreficeria; solo il 24% lavora l’argento Circa il 70% delle imprese realizza quasi esclusivamente prodotti di oreficeria mentre le aziende che producono in via prevalente argenteria sono complessivamente il 24%; il restante 6% delle imprese ripartisce in parti uguali il suo fatturato in entrambe i settori. La distribuzione delle imprese per tipologie aziendali evidenzia almeno tre tipologie aziendali: imprese di marchio (più numerose nel settore orafo rispetto a quello dell’argento); imprese che lavorano in conto terzi; imprese miste.

Duranti -. All'interno dell'Associazione cerchiamo di sostenere i nostri iscritti con la realizzazione di momenti di studio e la collaborazione di docenti ed esperti. È attraverso la formazione, l'aggiornamento professionale, e soprattutto con il confronto, anche informale, possiamo realizzare quelle condizioni ambientali e lavorative non solo per superare la crisi, ma soprattutto per disegnare una strategia decisionale, vincente e condivisa». «Il dato che suscita la più viva preoccupazione - spiega Andrea Boldi, presidente della Federazione Orafi e Argentieri di Confartigianato - è tuttavia quello sull’occupazione. Secondo i dati forniti dall’INPS, il numero delle ore di cassa integrazione ordinaria autorizzate nel corso dei primi 9 mesi del 2009 alle imprese industriali del settore orafo di Arezzo sarebbe aumentato del 576%. L’occupazione nel settore orafo ha fatto

registrare nei primi 9 mesi dell’anno sempre variazioni di segno negativo: -3,5% nel I trimestre, -2,6% nel II trimestre, 0,5% nel III trimestre». «Per dare nuovo impulso al comparto, Confartigianato Imprese punta molto sulla formazione - ha dichiarato Paolo Frusone, coordinatore della Federazione Orafi e Argentieri -: organizziamo periodicamente workshop e seminari in collaborazione con l’Istituto Gemmologico di Anversa. È attualmente in fase di sviluppo un corso sulle lavorazioni orafe al banco a favore di giovani disoccupati. Inoltre, ci occupiamo delle esposizioni dei nostri associati nelle maggiori fiere italiane e internazionali e forniamo un servizio di comunicazione costante attraverso informative quotidiane. Curiamo anche una rivista con statistiche, aggiornamenti e approfondimenti sulle normative del settore».

“Il dato più preoccupante è quello occupazionale: secondo i dati INPS, il numero delle ore di cassa integrazione ordinaria autorizzate nel corso dei primi 9 mesi del 2009 alle imprese industriali del settore orafo di Arezzo sarebbe aumentato del 576%”

Andrea Boldi Presidente della Federazione Orafi e Argentieri di Confartigianato


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Lo stato di salute del comparto è stato commissionato dalla Istituzione Distretti Industriali di Arezzo

“Investire in formazione e internazionalizzazione” È la soluzione prospettata dallo studio UnionCamere Toscana Dall'indagine strutturale 2009 - Rapporto finale “I settori dell’oreficeria e della moda in provincia di Arezzo”, a cura di Unioncamere Toscana Ufficio Studi per la Camera di Commercio di Arezzo e l’Istituzione Distretti Industriali della Provincia di Arezzo, pubblicata lo scorso 11 febbraio, sono emersi dati complessi ed esaustivi sul comparto aretino. Nell'ambito dello studio, che testimonia la volontà di comprendere le difficoltà ma anche i punti di forza del distretto, emergono come particolarmente significativi i seguenti fattori:

L’oreficeria, pur mostrando un numero medio di addetti inferiore agli altri due distretti aretini (9 addetti contro i 14 della pelletteria-calzature e i 17 del tessileabbigliamento), si contraddistingue infatti per la presenza di poche imprese di medie dimensioni con una strutturazione media che è tuttavia più elevata rispetto a quella raggiunta dalle analoghe imprese dei restanti due settori.

«È importante avvicinarsi al mercato attraverso investimenti a valle sulla distribuzione; sviluppando la cultura commerciale (formazione, inserimento di nuove figure professionali), rinnovando il modello di vendita (sottolineata l’importanza di “svecchiare i negozi” e aprire nuovi punti vendita). Lo sviluppo di nuove formule di vendita deve essere coerente con il modello di business».

Dalla ricerca emerge che riusciranno a superare la crisi non necessariamente le imprese “più grandi”, ma quelle che hanno individuato il corretto modello di business nel segmento di mercato in cui operano; sono imprese “eccellenti” certamente quelle più strutturate, non necessariamente di grandi dimensioni (che anzi soffrono la crisi e pagano un prezzo pesante in termini di mantenimento dei livelli occupazionali). Il raggiungimento di migliori performance può avvenire infatti per crescita interna o per accordi (reti). Nell’ambito dell’oreficeria, i canali distributivi più utilizzati sono i grossisti, sia sul mercato nazionale (61% delle imprese) che su quello estero (49%), seguiti da dettaglianti e raccoglitori (17%), catene distributive (16%) e dallo sviluppo di una rete distributiva propria (15%).

Nel settore orafo l’investimento in marchio sembra pertanto caratterizzare il prodotto in termini di riconoscibilità indipendentemente dall’accesso diretto al mercato, rivestendo un’importanza particolare nella valutazione delle caratteristiche competitive del settore e riflettendosi in una più alta quota di imprese con marchio (oreficeria 60%) rispetto agli altri due settori (tessile 28%, pelletteria 11%). Rilevante la quota di imprese che ha investito in organizzazione e formazione (21,1%) ed in qualità e certificazione (15,4%). Per il resto, si osservano valori di una qualche consistenza relativamente ad investimenti in nuove tecnologie ICT (12,4%). Non desta infine sorpresa la quota residua di imprese che dichiara di avere investito in proprietà intellettuale (3,8%), alla luce della già evidenziata ridotta consistenza numerica di imprese che detengono brevetti, anche in conseguenza di processi innovativi scarsamente formalizzati.


Linee che invitano a sognare speciale Toscana

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FANI linee che invitano a sognare Da laboratorio artigianale ad impresa solida e dinamica. Fani è il risultato di una corretta scelta imprenditoriale che vanta l’esperienza di un team di professionisti fortemente motivati. Una grande struttura organizzativa. Con la consapevolezza di una dovuta innovazione sa adeguare le sue collezioni ai tempi proponendo forme sorprendentemente moderne ed attuali immaginando un diktat giocato sulle antinomie for za/delicatezza, vuoto/pieno. Ogni suo gioiello è un’opera singola, un modello brevettato e garantito a tutela della clientela, un Made in Italy presente negli spazi più esclusivi dell’alta gioielleria e nelle più importanti boutique italiane ed internazionali. Per Fani la creatività della designer Maria Grazia De Rossi Bonifazi sa evocare la natura in forme vitali e seducenti, avvicinare più mondi accessori che trovano posto in oggetti segnati nel carattere da quel quid che li rende amabili. In lei c’è l’esperienza di chi sa guardare alla donna con una diversa ammirazione, con quel rispetto che ne sa cogliere la vera essenza e trasformare in realtà i suoi desideri. Ecco, allora, chi la donna la dipinge, la canta, la scolpisce, chi, invece, come Fani sa farla ancora più bella con un gioiello. Per un bel sogno ad un costo competitivo, nella linea diamanti NY nai inserisce il particolare per esaltarne il valore e così, come in un suggestivo trompe l’oeil, sette gemme si accostano dando vita ad un solitario di grande caratura dalla

di Federica Longobardi


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luminosità emozionante.. Nella collezione Goa, invece, rompe lo schema con un elemento addizionale che si integra perfettamente nell’intaglio: piccole virgole che si rivestono di diamanti contrastando il giallo dell’oro. E quando abbandona il nitore per un’esplosione di colore, quello vivace della rubellite prende il sopravvento su una cornice di smeraldi reinventando la struttura nell’anello in oro rosa. Un fascino dato anche da piccole finezze, piccoli vezzi come l’anellino che si schiude tra le maglie della catena o la chiusura dei ciondoli intercambiabili che si maschera da grazioso cerchio nella parure dominata da un avvolgente bracciale a manchette.

Fani Gioielli 50018 Scandicci (FI),Italy Viuzzo del Piscetto 2/B ph. +39 055 751505-7351371 fax +39 055 7357983 web www.fanigioielli.com

Fani. Designs for your dreams From workshop to dynamic and solid business, Fani is the result of an entrepreneurial choice, made by a group of experienced and very motivated professionals, a great organizational structure. Aware of the need for an innovation, Fani is able to adapt its collection to the times, creating incredibly modern and fashionable designs, devising a diktat that plays on the antinomies strength/tenderness, emptiness/fullness. Each one of its jewels is a unique work of art, patented and guaranteed for the consumer protection, a Made in Italy present in the most exclusive high jewellery rooms and in the most important Italian and international boutiques. The designer Maria Grazia De Rosi Bonifazi for Fani can evoke nature in vital and alluring shapes, bring together different worlds of accessorizes, which find their places in object characterized by a certain quality that makes them lovable. She has always looked at women with a different admiration and respect, she is able to capture their real essence and make their wishes come true. Some paint or carve statues, other sing for them, Fani, instead, makes women even more beautiful with jewels. To give life to a competitively priced dream, in the diamond line NY nai with a detail she enhances the value of the jewel; in this way, like in an evocative trompe l’oeil, seven gemstones merge into a solitaire of many carats with a dramatic brightness. In the collection Goa, on the other hand, she breaks the mould inserting an additional element which perfectly complements the engraving, such as little commas covered in diamonds that create a lovely contrast with the yellow of gold. When she puts aside simplicity in favour of a colour explosion, the rubellite takes over the emeralds that surround it reinventing the structure of the ring in pink gold. Little details concur to create the charm: little refinements such as the little circle that connects the links of a chain or the catch of the interchangeable pendants that is disguised in a gracious circle in the parure whose main piece is the manchette bracelet.



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L’eleganza secondo Checcarini Preziosi di Cristiana Giordano

Live Elegantly, vivi con eleganza, è l’imperativo di Checcarini Preziosi, azienda orafa aretina che da quasi venti anni studia da vicino le mutevoli sfaccettature delle donne. Anno dopo anno, e collezione dopo collezione, i suoi gioielli sono diventati l’ornamento necessario a definire l’eleganza di una donna che oggi si identifica in una brillante versatilità. Quale abbinamento sceglierà domani la donna di Checcarini Preziosi? Mistero. Un mistero che assume i contorni di silhouette nere come si può vedere nella campagna pubblicitaria della nuova linea di gioielli in cui tre diversi tipi di donne, presenti anche nell’originale packaging, invitano a scoprire la collezione (come and see the new collection 2010). In carriera con valigetta alla mano, vestita alla moda,

sofisticata in abito da sera: sono le tre figure che interpretano la donna di oggi, arricchita da Checcarini Preziosi ogni giorno con un gioiello diverso. Le donne sono quindi un mistero che Checcarini ha provato a svelare con la nuovissima collezione “A different day”, proponendo collane d’argento con 3 elementi intercambiabili in vetro di murano originale, tutti con certificato di garanzia. La versatilità è il segreto del lavoro dei due fratelli Checcarini, Mirko e Sandro, che dal 1993 hanno portato il loro marchio ad imporsi come una delle firme leader del panorama orafo. La creatività e la dedizione sempre attenta alle diverse esigenze del mercato hanno guidato le sperimentazioni sulle infinite possibilità di variazione del modello base delle catene

La creatività e la dedizione sempre attenta alle diverse esigenze del m ercato hanno guidato le sperim entazioni sulle infinite possibilità di variazione del modello base delle catene con straordinarie varietà di colori, form e e materiali Checcarini Preziosi 52100 Arezzo, Italy Via Don Luigi Sturzo, 204 ph. +39 0575 353436 fax +39 0575 20207 email info@checcarinipreziosi.it web www.checcarinipreziosi.it


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con straordinarie varietà di colori, forme e materiali. Una continua ricerca stilistica che procede di pari passo con i nuovi trend, mettendo il massimo dell’impegno in ogni fase della lavorazione con un solo pensiero: soddisfare i gusti della donna mantenendo intatta la sua eleganza. Per questo, fondamentale è la presenza sul mercato attraverso gli eventi e le fiere a diretto contatto con le clienti per testarne le sempre nuove esigenze. Il pezzo di punta è quello che deve ancora venire, non si guarda al passato ma al futuro. Un made in Italy, quello proposto dall’azienda aretina, che si delinea ogni anno con nuove collezioni forse perché le clienti alla bellezza non devono abituarsi mai. E domani è un altro giorno… pardon, a different day.

Elegance, by Checcarini Preziosi Live Elegantly, that’s the slogan of Checcarini Preziosi, the goldsmith company from Arezzo that has been investigating the many ever-changing facets of women. Year after year, and collection after collection, its jewels have become a necessary ornament to define a woman’s elegance, which today consists in an exceptional versatility. No one knows what a woman is going to wear tomorrow. This mystery is embodied by the black silhouettes of the new advertising campaign by Checcarini Preziosi, where tree different kinds of women invite you to come and see the new collection 2010. Tree business-women carrying a briefcase, fashionably clothed in their party dresses, personify contemporary women, embellished each day with a new jewel by Checcarini Preziosi. It is the woman mystery that Checcarini tried to uncover with its new collection “A different day”, with silver necklaces carrying tree interchangeable elements in glass and original murano, all with a certificate of guarantee. Versatility is the secret of the work of the Checarini brothers, Mirko and Sandro, who, from 1993, have established their mark as one of the leader designer labels on the goldsmith scene. Creativity and commitment to every demand of the market guided the search for the endless possibilities of change of the basic chain design, in an extraordinary variety of colours, shapes and materials.The constant stylist research goes hand in hand with new trends, putting all its efforts in each phase of the process with just one target ahead: please every woman’s taste and at the same time preserve her elegance. To reach this target it is essential to be present on the market through events and trade fairs, in direct contact with the clients to test their changing needs. The market leader product is yet to come, never turn to the past but always look to the future. The Made in Italy crafts of the firm from Arezzo take new shapes each coming year with new collections, because you should never get used to beauty. And tomorrow… is a different day.



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TUBO GAS gioielli dalla grande

elasticità strutturale

Nel 1988 le prime idee, i primi disegni, i primi modelli danno vita a quelle personali creazioni che lanceranno l’azienda orafa fiorentina nel mondo dell’alta gioielleria. Sperimentazioni che sin dalle iniziali proposte ricevono riconoscimenti da una clientela anche estera e che spronano alla ricerca e ad un miglioramento costante. È il principio della creazione di un proprio stile morbidamente sobrio. Il successo è notevole e si estende grazie anche alla presenza in svariate fiere di settore. Ma è il 1999 l’anno fortunato, quello che la lancerà definitivamente sulla scena orafa italiana per aver, tra l’altro, riscoperto l’antica lavorazione detta a “tubo gas”, nastri a maglie flessibili privi

di giunture che giocano con la duttilità dell’oro per sviluppare collezioni caratterizzate da grande elasticità strutturale ed elevata resistenza, quelle stesse caratteristiche che consentono di ideare modelli particolarmente creativi concepiti con morbide geometrie di facile indossabilità. N O VE C E N T O N O VA N TA N O VE dimostra ancora una volta di saper sottolineare la femminilità con gioielli suggestivi e personalizzabili. Poi l’arrivo del designer Gaetano Del Duca - menzione speciale al premio internazionale di design del gioiello “GeometrichEmozioni”, finalista al premio internazionale di design “Vogue gioielli Goldsign” - per citarne alcuni tra cui, quarto al concorso internazionale di gio-

“tubo gas”, nastri a maglie flessibili privi di giunture ch e giocano con la duttilità dell’oro per sviluppare collezioni caratterizzate da grande elasticità strutturale ed elevata resistenza


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ielli con diamanti con il bracciale “TinTin” destinato al tour mondiale del HRD award “DIAMONDS ARE FUN”, un viaggio che ha toccato Antwerp, Aichi, Tokyo, Hong Kong, Arnhem e Dubai -, e le collezioni guadagnano una ancora più immediata identificativa originalità e raffinata eleganza. Un susseguirsi di progetti in cui l’oro si piega al volere dell’uomo e si fa ancora più docile, prende la sinuosità del serpente per avvolgere con cedevolezza il polso, le dita della donna, per pendere dalle sue orecchie esaltarndone i lineamenti del volto. La linearità dei diamanti impreziosisce con aristocratico distacco queste gioie senza scompaginarne l’organico. Sono belli e di grande portabilità questi preziosi che si arricchiscono del valore aggiunto dato dalla certificazione Made in Italy di una produzione seguita attentamente in tutte le sue fasi, dal progetto alla distribuzione. Oggi Novecentonovantanove è presente alle principali fiere di settore: First, Charm, Choice, Baselworld, Iberjoya e ha sponsorizzato il gioiello finalista all’ “International HRD Diamond Award”, ideato dal designer Gaetano Del Duca. (m.b.)

Novecentonovantanove 50127 Firenze, Italy Via Leoncavallo 15/3 ph./fax +39 055 331077 email info@novecentonovantanove.com web www.novecentonovantanove.com

Tubo Gas. Very flexible jewels In 1988 the Florentine goldsmith company gives birth to the ideas, the patterns and the design that will launch it on the scene of high jewellery. From the beginning, their ideas were welcomed by both national and foreign customers, fact that pushed the company to a constant hunt for improvement. It was the birth of a sober and smooth style. They achieved a great success, also thanks to many trade fairs of the sector. But it is only in 1999 that the company gets established on the scene of Italian goldsmith, reviving the ancient technique called “tubo gas” (gas tube): a band of jointless flexible links that play on the ductility of gold to create collection based on a great structural flexibility and high resistance. This technique makes it possible to create particularly creative and easily wearable designs in smooth geometric shapes. Novecentonovantanove proves once again its ability to enhance femininity with evocative and customizable jewels. Then, with the arrival of Gaetano Del Duca - special mention at the international design award “GeometrichEmozioni”, finalist at the international design award “Vogue GoldSign”, placed fourth at the international diamond jewellery competition with the bracelet “TinTin”, meant for the HRD “Diamonds are Fun” award world tour, with expositions in Antwerp, Aichi, Tokyo, Hong Kong, Arnhem and Dubai – the collections gained an even more unmistakable originality and refined elegance. Gold submits to man’s will, it get even more malleable, acquires the windings of snakes to hug gently the woman’s wrist, her fingers, to hang from her ears, to enhance her features. The linearity of the diamond embellishes the jewels without unsettling the whole. The jewels are beautiful and easily wearable, and are made even more precious by the fact that they are certified “Made in Italy”, with a production followed throughout all its stages, from the design to the distribution. Today, Novecentonovantanove takes part in the main trade fairs of the sector: First, Charm, Choice, Baseworld, Iberjoya. It also sponsored the finalist jewel to the “International HRD Diamond Award”, designed by Gaetano Del Duca.



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Falcinelli Italy shows its new collection Paris

The association of contrasting details attracts our attention. Each of them is a jewel itself, a use of daps where a faceted gem predominates like a source of precious light surrounded by enchanting diamonds. Romantic white or pink gold rings decorated with diamonds in the shape of hearts,

Paris

La Falcinelli Italy presenta la nuova collezione or more modern and eccentric solutions with rare stones. Colors and shapes are always well balanced in order to produce a sophisticated unity. From pale pink to marron glacè, from sky-blue to amethyst are the refined colors of collection Paris, a “palette” of nuance stolen to the earth to create so famous uniqueness to make Falcinelli Italy famous not only in the hearth of Tuscany, but in the most famous jeweller’s shops as well. Its creations will be shown at Baselworld exhibition, stand 2.0-G50, and Oroarezzo, stand 423-425.

A livelli diversi incanta l’associazione di dettagli contrapposti che sanno richiamare la medesima attenzione. Ognuno di essi è di per sé un gioiello, una struttura ritmata da giochi di incastri dove su tutto vola alta una grande gemma sfaccettatissima, un atomo di luce preziosa intorno alla quale affattura uno splendente tour di diamanti. Anelli, in oro bianco e rosa, particolarmente vivaci che soddisfano quel bisogno di romanticismo con una coroncina di cuori o, diversamente, creano una soluzione più moderna ed estrosa con la presenza di tasselli vestiti di pietre rare. In tutti

un’adeguata corrispondenza tra colori e forme fa comprimari tutti gli elementi, essenze destinate al completamento di una sofisticata combinaison. Dal pallido rosa al marron glacé, dall’azzurro cielo all’ametista, sono i ricercati colori della collezione Paris, una palette di nuance rubate alla terra che danno vita a queste unicità baciate dal successo; un consenso che ha portato la Falcinelli Italy dal cuore della Toscana alle più importanti gioiellerie del mondo. Le sue creazioni saranno alla prossima fiera Baselworld, stand 2.0-G50 e ad Oroarezzo, stand 423-425. (i.m.)

Oroaccessory Falcinelli 52100 Arezzo, Italy Via G. Ferraris, 252/A ph. +39 0575 984194 fax +39 0575 994428 email info@oroacc.com web www.falcinelliitaly.it


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Parole

le belle di Genny Girombelli

Dall’alta moda ai gioielli un solo comune denominatore, l’amore per le cose belle. Una passione che ha spinto Genny Girombelli e l’azienda Falcinelli a creare per la donna versatile e cosmopolita la collezione “Parole”. Un vezzo in oro e diamanti che come nastri preziosi declinano la propria identità o le iniziali della persona amata. Un must have che piace sempre di più. Un segno distintivo che racchiude un piccolo lusso dominato da armonia e bellezza. È un catalizzatore di eleganza questo gioiello che meglio di qualunque altro illumina con un senso di grande eleganza il decolleté, la mano, il polso. È femminile, giocoso, easy. Mai un alfabeto ha saputo esprimere una tale classe e tanta modernità con un bel tratto morbido e voluttuoso. E fa spettacoloso il proprio nome se scritto per intero, senza peccare in raffinatezza. Sono oggetti di design dal tocco casual e dinamico, passepartout che con eccentricità accompagnano perfettamente una mise da disco come da gran soirée. La collezione Parole è distribuita da Oroaccessory-Falcinelli. (i.m.) Genny Girombelli’s beautiful words Genny Giromelli and Falcinelli’s firm have created a collection called “Parole” (Words), for versatile and cosmopolitan women, tanks to their love for beautiful things. A gold and diamond charm to show one’s own identity o the initials of the people that we love. A “must” that people like more and more. A “distinguishing mark” characterized by harmony and beauty. Such a jewel gives elegance to your décolleté, hand and wrist. It’s female, easy and modern. An alphabet able to express both class and modernity together with a soft and voluptuous touch. One’s own name written in full is very spectacular, without being guilty of refinement. They are design items, casual and dynamic, passepartout to go both to a disco and a gran soirèe. “Words” collection is distributed by Oroaccessory-Falcinelli.

Genny Girombelli e Fabrizio Falcinelli

Oroaccessory Falcinelli 52100 Arezzo, Italy Via G. Ferraris, 252/A ph. +39 0575 984194 fax +39 0575 994428 email info@oroacc.com web www.falcinelliitaly.it




parlam i 62

d more esign d’a Come dichiarare alla persona amata i turbamenti del proprio cuore, in modo originale? Di certo non con un solitario o un mazzo di rose rosse. di Lucia Venino


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Ci hanno abituato a sperimentazioni, eccessi e provocazioni, eppure a volte artisti e designer ci stupiscono ritornando al più tradizionale dei sentimenti che un gioiello può esprimere: l’amore. Alla larga prìncipi in ginocchio e diamanti da sogno: gli scapestrati del gioiello parlano d’amore ma lo fanno a modo loro, tra irriverenti attacchi ai sentimentalismi, struggimento creativo e inaspettate incursioni nel romanticismo. Come dichiarare alla persona amata i turbamenti del proprio cuore, se si è fatto della ricerca di codici stilistici e linguaggi dissonanti con la tradizione il proprio diktat? Di certo non con un solitario o un mazzo di rose rosse. Meglio una serenata, ma solo se stampata su un nastro di PVC e portata al collo fino a trasferire le parole della canzone sulla pelle, come la collana disegnata da Konstantin Grcic per la fondazione olandese “Chi ha paura...”. A volte le parole non bastano, scivolano via e si perdono nella memoria: per mantenere viva più a lungo la promessa degli sposi, la coreana Jungyun Yoon disegna fedi che imprimono sul dito la scritta “Always” in rilievo nella parte interna. Allo stesso modo per Kieok Kim, designer coreana di formazione londinese, l’amore porta con sé una piccola sofferenza, che si traduce in anelli e bracciali in oro bianco o giallo e platino che, premendo sulla pelle, vi imprimono il messaggio contenuto all’interno. Una volta sfilato il gioiello, la sua memoria emotiva permane, tramutandolo in ornamento immateriale. In amore serve chiarezza, come insegna l’inglese Hannah Havana: meglio affidare il messaggio ad un anello dal nome eloquente (“She loves me, she loves me not. An engagement ring for the serial fiancèe”) che spieghi a chiare lettere la situazione sentimentale di chi lo indossa, anche se, come afferma la stessa artista, basta un gesto per passare da uno status all’altro. Se il delicato anello di Dior proposto da Victorie de Castellane pronunciava semplicemente “Oui”, tre minute lettere per suggellare un patto eterno, non risparmia le parole invece Colleen Baran, che

realizza anelli in argento che al posto della pietra hanno minuscoli rotoli di carta contenenti messaggi personalizzati indirizzati alla persona che li indossa. Il tedesco Andi Monn crea anelli e gemelli in argento e resina al cui interno inserisce frammenti di libri antichi, a volte stralci di vocabolari altre volte di romanzi cavallereschi: per far battere forte il cuore di chi si perde a sognare amori impossibili che sfidano il fato e vissero per sempre felici e contenti. Lin Cheung si abbandona invece al romanticismo dei primi batticuori realizzando piccoli doni d’amore che acquisiscono un valore speciale una volta indossati dalla persona amata. Nelle sue mani oggetti tradizionalmente considerati senza valore diventano speciali, perché portatori di messaggi d’amore: ciondoli in argento sulla cui superficie sono incisi frammenti di poesie, come fossero piccoli post-it lasciati sul frigo. Ma i tranelli sono sempre in agguato, e la designer londinese ci mette in guardia con una collana in PVC e argento che si rifà ai metri da sarta con cui misurare il sentimento di una persona nei nostri confronti, per evitare di perdere tempo con chi ci promette la luna e invece si sta prendendo gioco del nostro cuore in cerca d’amore. E se davvero l’amore è cieco, come recita la saggezza popolare, c’è chi affida all’alfabeto braille il proprio messaggio d’amore, come la danese Mikala Mortensen o il designer di Hong Kong Zudy Yip che incidono la frase “I love you” in pendenti e anelli in argento. Il newyorkese Sakurako Shimizu mette da parte fronzoli romantici e risponde all’antico sentimento con codici nuovi, affidando il messaggio alla rappresentazione fisica del codice HTML necessario per visualizzare alcune parole, tra cui “love you”, di cui sono costituite le sue collane. Forse non è la dichiarazione d’amore che tutte sognano, ma in fondo ognuno lo dice come può.



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GIOIELLODENTRO La mostra-evento di Bassano del Grappa 1

Per la seconda edizione di Gioiellodentro

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dal 10 settembre al 4 ottobre, Bassano del Grappa si veste a festa decorando vie e piazze con gioielli e sculture. Sì, perché la mostra-evento dal titolo “White” trasformerà la città in una enorme vetrina di arte contemporanea che porta la firma della designer e coordinatrice Francesca Canapa. I visitatori della mostra parteciperanno così ad una sorta di caccia al tesoro? «Proprio così. Una mappa dei capolavori artistici li guiderà nel reticolo di vie del centro storico fino ai negozi dove ammirare purezza delle forme e sperimentazioni di materiali nei gioielli, nonché le sculture monumentali di artisti residenti nella città». Un evento, organizzato insieme al designer Enrico Caberlon, che promette una grande risonanza… «Sì, anche per la sua unicità nel panorama europeo che punta i riflettori sul gioiello contemporaneo. Verrà distribuito un catalogo in cui figurano sia gli artisti partecipanti che le immagini della città. Inoltre, verrà diffuso un comunicato stampa a giornali, quotidiani locali e internet, a cura degli organizzatori e degli Enti patrocinanti». (c.g.)

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Le date da ricordare - 10 settembre: inaugurazione della mostra di scultura in uno spazio Comunale. - 10-19 settembre: esposizione dei gioielli nelle vetrine dei negozi della città. - 22 settembre: S-Vernissage a Palazzo Agostinelli dove saranno esposti i gioielli - 01 ottobre: evento nello spazio espositivo con ospite un artista contemporaneo - 22 settembre - 04 ottobre: i gioielli in esposizione

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1) Maura Biamonti; 2) Francesca Gabrielli; 3) Francesca Canapa; 4) Graziano Barzetti; 5) Emma Francesconi


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Aste Mostre rubrica

a cura di Cristiana Giordano

GLI INCA E L’ORO

I TRENDY BIJOUX A MILANO

Quasi 300 reperti provenienti dai musei del Perù sono in mostra al museo di Santa Giulia a Brescia, organizzata da Artematica. Un labirinto d’oro ci introduce alla rassegna “Inca. Origine e misteri delle civiltà dell’oro” nel gioco di luci e ombre che mettono in risalto lo scintillio dell’oro. Pietre preziose, metalli, oro, ma anche reperti in legno e stoffa ci portano alla scoperta del misticismo dei popoli che abitarono il Perù per un viaggio lungo 3000 anni di storia ricco di miti da svelare.

Appuntamento nella capitale della moda per conoscere le nuove tendenze e i nuovi mood del mondo degli accessori. Dal 25 al 28 marzo presso lo Studio 90 di via Mecenate 84 di Milano ci sarà il Milano Bijoux and Accessories Trend Collections a certificare l’importanza del made in Italy data da qualità, originalità e tradizione del prodotto.

“EMOZIONI SENZA TEMPO” ALL’ASTA DI PATRIZZI & CO Patrizzi & Co inaugura le vendite del 2010 con l’aasta di importanti orologi Cartier, oltre a più di 150 orologi da polso, da tasca e pendole da collezione il prossimo 9 marzo a New York. La pendulette Cartier del 1929 in oro e nefrite con Grande Sonnerie a carillon - uno dei due esemplari dotati del movimento più complicato mai costruito dalla marca - rappresenta sicuramente uno dei lotti più importanti di questa asta. Sarà possibile partecipare alla vendita anche online, in tempo reale. L’asta, dal titolo «Emozioni Senza Tempo - Collezionare Orologi da tasca, da polso e pendole», proporrà oltre 150 orologi da collezione. www.patrizziauction.com

ASTA DI GIOIELLI E OROLOGI DA FINARTE A MILANO

Martedì 23 marzo presso Palazzo Busca a Milano in corso Magenta 71 saranno battuti all’asta gioielli e orologi. Spiccano fra gli altri un brillante privo di montatura da 4,48 carati, colore F, stimato 95.000-125.000 euro. Un bracciale Cartier in platino e brillanti eseguito negli anni Trenta, valutato 45.000-65.000 euro o un bracciale rigido con diamanti (34 carati circa) e zaffiri 17 carati circa, stimato 19.000-24.000 euro. Inoltre, un orologio Rolex Chrono da uomo in oro giallo del 1945, valutato 15.000-18.000 euro, un bracciale disegnato da Giò Pomodoro, una collana disegnata da Arnaldo Pomodoro e alcuni esemplari firmati da Tiffany e Buccellati.


www.artemisiacomunicazione.com

quando la promozione diventa spettacolo

“Ritratti di Donne” evento realizzato per la Maison Mario Valentino ed il Consorzio Antico Borgo Orefici Napoli, Camera di Commercio, Sala delle Grida

“ Fuoco Napoletano” evento realizzato per il sindacato Casartigiani Napoli nell’ambito di un progetto di promozione delle eccellenze campane per il mercato russo Napoli, Camera di Commercio, Sala delle Grida


© Sebastian Rosenberg, ParisBerlin fotogroup

IlCigno

di Iaia Mito

Dopo Monaco, Parigi e Mosca è arrivata a Roma “Gli anni di Grace Kelly, Principessa di Monaco”, una mostra che ha infuso nuova classe alla capitale celebrando la donna che meglio ha incarnato la regalità, intesa come nobiltà, grazia ed eleganza. Di scena, la vita pubblica e privata della amata Grace Kelly, icona di bellezza ed eleganza che da attrice statunitense divenne moglie del principe Ranieri III di Monaco, fino al 1982 anno della sua tragica prematura scomparsa. Palazzo Ruspoli ha offerto un’occasione singolare per sfogliare un album emozionante e rivivere un’epoca segnata da una bellezza che ancora oggi non conosce rivali. Realizzato con il sostegno della Fondazione Memmo e curato da Frederic Mitterrand, Ministro della Cultura e della Comunicazione della Repubblica Francese, il percorso si è articolato tra le fotografie artistiche che portano le firme di Howell Conant, Cecil Beaton, Irwing Penn; la corrispondenza che intrecciò con nomi di spicco come Jackie Kennedy, Maria Callas, Alfred Hitchcock, Cary Grant; cover ed articoli di magazine; filmati tratti da pellicole famose e da momenti di vita privata; un luccicante Oscar meritato per l’interpretazione de La ragazza di campagna; abiti ed accessori griffati Christian Dior, Oleg Cassini, Givenchy, Balenciaga, Chanel, nonché Hermès che per lei creò la famosa Kelly bag ancora oggi di gran moda; oggetti personali; il delizioso abito da sposa da lei indossato ma realizzato 125 anni prima per una antenata dei

© Archives du Palais Princier-Monaco

GrAce Kelly


Ranieri, una rarità anche nel velo tempestato di migliaia di perle, e, soprattutto, gli splendidi gioielli appositamente creati per lei dai più importanti maestri orafi di allora che rispondono al nome di Cartier e di Van Cleef & Arpels, gioie che nella linea dei metalli e nel gioco delle pietre disegnano con incredibile attualità quel periodo storico. Una cascata di diamanti di toccante bellezza, pietre di vario taglio ma di uguale purezza per la coppia di orecchini a pendente su montatura in platino firmati Van Cliff & Arpels. Appartenuto alla Principessa Charlotte e indossato dalla Principessa Grace in occasione del Ballo del Centenario, nel 1966, il diadema in platino e oro bianco tempestato di diamanti e perle a gocce realizzato dalla Maison Cartier, una eccellenza che sembra scivolata via dalle pagine di un libro di fiabe. È un fitto reticolo di diamanti il bracciale articolato della Van Cleef & Arpels. “19 aprile 1956” grazioso passa-foulard con corona montato in oro. Seppure incrostato di rubini e diamanti Fred, ha una linea decisamente meno impegnativa il pendente montato su catena in oro giallo che riproduce il segno zodiacale dello scorpione. C’è tanta regalità nel collier a tre giri in perle e diamanti che si completa con il bracciale, l’anello e la coppia di orecchini creati dalla Van Cleef & Arpels. Importante nella lavorazione e nella scelta dei colori la spilla a rosone ornata di diamanti e rubini a taglio baguette della Maison Boucheron. Sta nella purissima trasparenza della spilla in cristallo, oro giallo e diamanti della Maison Gérard tutta la raffinatezza che il gioiello sprigiona. Gioielli da sogno che da soli raccontano questa incantevole storia.

© Sebastian Rosenberg, ParisBerlin fotogroup © Antfarm Photography

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Rotonde de Cartier Cronografo Centrale di Mario Didone

Mi piace iniziare citando questo “motto” ripreso dalle pagine dell’elegante libro da lavoro in brossura rossa dedicato all’alta orologeria di Cartier: “L’orologiaio delle forme” diventa “Creatore di Alta Orologeria”. Un concetto che esplica chiaramente una fase storica per la maison che più di ogni altra ha reso eleganti polsi femminili e maschili all’incirca dal 1888, anno in cui si hanno tracce dei primi orologi da polso con casse di forma. Da allora si sono susseguite vere e proprie opere di stile difficilmente eguagliate: Tonneau, Tortue, Tank, Losange, Crash, per giungere ai giorni nostri con un grande valore aggiunto quale è quello dei movimenti di manifattura creati, prodotti e assemblati interamente nella stupenda fabbrica Cartier di La Chaux-de-Fonds dove a questo ambizioso progetto si dedicano 18 persone che lavorano al concepimento dei movimenti, unite a 70 maestri orologiai che si occupano del montaggio e altre 10 che svolgono severe verifiche di controllo, per garantire il perfetto funzionamento di questi capolavori. La collezione è ricca di splendidi modelli, alcuni dei quali con movimento insignito del Punzone di Ginevra, dei

quali si avrà modo di scrivere, ma per ora è giusto dedicarsi a quella che per molti potrebbe sembrare una modesta complicazione, ma che a nostro avviso, per come è stata concepita in Cartier, merita una presentazione agli appassionati: Il Rotonde de Cartier Cronografo Centrale. Iniziando dalla cassa, disponibile in oro rosa e oro bianco, possiamo dire che la forma tonda, pur non essendo la più presente nelle collezioni della maison, è stata realizzata attentamente e con linee semplici, unite a rotondità che trasmettono un carattere forte: il fondo è in vetro zaffiro, l’impermeabilità 30 metri. Molto particolare e di sicuro effetto il quadrante: questo, infatti, è formato da due dischi con quello del cronografo sopraelevato rispetto a quello delle ore. Tale distacco conferisce una facile lettura delle ore e del cronografo quando questo è in funzione; finitura guillochè per il quadrante superiore di color ardesia. Le lancette (gladio-brunite) delle ore e dei minuti parzialmente nascoste ma di grandi dimensioni non interferiscono con la lancetta del cronografo, il disco che indica lo scorrere dei minuti cronografici è di chiara lettura, le vistose cifre romane rendono ancor più ampia la grandezza del

quadrante che finisce con la minuteria chemin de fer. Molto ampi e di facile utilizzo i pulsanti di forma rettangolare, bella ed elegante la corona con il classico zaffiro blu cabochon. Ma veniamo alla cosa più bella e decisamente nuova, il movimento: è numerato, ha la firma Cartier, il numero del calibro seguito dalle lettere MC (“manifattura Cartier”), la dizione Swiss e il numero dei rubini in cifre e lettere; meccanico a carica manuale di manifattura calibro 9907 MC, cronografo con funzioni centrali, ruota a colonne, cronografia ad innesto verticale riserva di marcia di 50 ore anche con cronografo in funzione grazie ai due bariletti, 11 linee, 35 rubini, 272 parti meccaniche, 28.800 alternanze ora, il tutto visibile attraverso il vetro zaffiro del fondo. Concludiamo con il cinturino che è in alligatore nero, mentre la fibbia è in oro déployante e regolabile. Per visionare la collezione in Italia sono stati selezionati un numero ridotto di concessionari (quattro), alcune boutique e partner abilitati; è inoltre possibile accedere ad una rubrica dedicata sul sito Cartier www.cartier.com


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anteprima Baselworld in attesa della rassegna Tissot SailingTouch

Permette di verificare le condizioni meteorologiche, tramite un istogramma delle ultime sei ore, la misurazione della pressione atmosferica relativa ed un regolo calcolatore per conoscere l’evoluzione delle maree nel porto di destinazione. Conto alla rovescia dei 10 minuti che precedono la partenza delle regate con visualizzazione digitale. Movimento al quarzo. Cassa in acciaio inossidabile 316L e quadrante disponibile in nero, argenté, blu scuro o laccato bianco. Funzioni: Ora, minuti, meteo (pressione relativa), regata (conto alla rovescia), velocità (cronografo con tachimetro), bussola, 2 svegliarini, calcolatore delle maree, 2 fusi orari, calendario perpetuo e retroilluminazione. Vetro zaffiro tattile antigraffio con trattamento antiriflesso. Lunetta rossa, argenté o blu scuro con 19 diamanti Top Wesselton VS/SI incastonati (da 0,8 a 0,85 carati) o nella versione senza diamanti. Cinturino in caucciù nero o bianco oppure caucciù con acciaio, chiusura con sistema di sicurezza.

UlysseNardin ElToro

Edizione limitata a 500 pezzi in oro rosa o platino. Movimento Calibro UN-32, 34 rubini (riserva di carica 45 ore), carica automatica con certificato COSC. Funzioni calendario perpetuo regolabile tramite corona. Secondo fuso orario con meccanismo di regolazione veloce brevettato. Ora d’origine indicata da una terza lancetta. Gran data in doppia finestra. Cassa disponibile in oro rosso 18 ct. o in platino con lunetta in ceramica, diametro da 43 mm. Impermeabile 100 m. Vetro zaffiro anti riflesso, Fondello zaffiro e corona a vite. Cinturino in caucciù con chiusura in titanio e ceramica; in coccodrillo con chiusura déployante.

DeGrisogono Instrumento Grande Chrono

Versione cronografo dell’Instrumento Grande, prodotto nel 2005. Datario ad andamento retrogrado a doppio arco di cerchio. Contatore di 30 minuti quadrato, dal fondo bianco a ore 9; contatore grande delle 12 ore, nero e rotondo, a ore 6. Quadrante nero, argentato o marrone. Cassa d’oro rosa 18 carati, impermeabile fino a 30 m di profondità (apertura laterale all’altezza delle 9h: visibile il moto alternato del rotore, sul quale spicca lo stemma di de Grisogono). Movimento meccanico a carica automatica (riserva di marcia: 42 ore) Cinturino nero o marrone in alligatore.


2010 svizzera, alcune anticipazioni Hamilton Pulsomatic

Movimento automatico calibro H1970 (Riserva di carica 82 giorni). Misura 39mm x 49mm, in acciaio inox / Pvd nero / Pvd 4N. Display nero, Visualizzazione digitale a cristalli liquidi. Vetro zaffiro. Impermeabilità 5 bar (50 m). Cinturino in gomma o bracciale in acciaio.

Hermès - Clipper 44 - Millimetre Mechanical Chronograph

Movimento autonomo cronografo meccanico a carica automatica con calibro Valjoux 7750 13 1/4(riserva di carica di 46 ore). Funzioni: Ore, minuti, secondi, data, cronografo con ore, minuti e secondi. Cassa in acciaio e titanio, diametro da 44 mm, sul lato incisione: “Hermès – Paris” . Vetro zaffiro e fondello in vetro zaffiro, entrambi con trattamento antiriflesso. Impermeabile fino a 200 m. Quadrante antracite, palladio o marrone ramato. Contatori di ore, minuti e secondi rispettivamente a ore 6, 12 e 9. Finestra data a ore 3. Cinturino in caucciù nero, arancio o marrone o bracciale in acciaio e titanio.

Victorinox DiveMaster500

Movimento al quarzo ETA 251.262; cronografo. Cassa in acciaio inossidabile trattato Black Ice PVD TM, diametro 43 mm. Lunetta rotante unidirezionale con numeri e indici luminescenti. Vetro zaffiro antigraffio con triplo trattamento antiriflesso. Impermeabile fino a 500 m. Quadrante proposto in nero, rosso o arancio, con lancette e indici luminescenti. Indicazione centrale dei minuti e dei secondi del cronografo. Contatori delle ore e dei piccoli secondi rispettivamente a ore 10 e a ore 6 (Finestrella della data a ore 6). Bracciale in acciaio trattato Black Ice PVD TM o cinturino in autentico caucciù nero, rosso o arancio.


Eberhard & Co. - Tazio Nuvolari Edition Limitée Grand Prix TN

Edizione limitata (123 esemplari). Movimento: ETA 7750 base 131/4” Cronografo meccanico a carica automatica. Due contatori: 30 minuti a ore 12; 12 ore a ore 6. Cassa oro rosso 5N 18 kt. Diametro 43 mm, 13 mm di spessore. Retro chiuso da 8 viti, parte centrale incisa. Pulsanti rettangolari. Lunetta in ceramica nera, scala tachimetrica in miglia/h rossa, incisa. Vetro: zaffiro, trattamento antiriflesso interno. Quadrante in oro nero (trattato con 9 ct.). Numeri luminescenti con profilo rosso. Réhaut “oro nero” (trattato con 9 ct.). Cinturino in alligatore nero con cuciture in rosso, fibbia placcato in oro rosso 5N, personalizzato con le iniziali “E&C”.

Movado Master

Ispirato all’espressione industriale e architettonica del movimento Bauhaus. Movimento meccanico a carica automatica, ETA, 25 rubini (riserva di carica 39 ore). Cassa in acciaio inossidabile, diametro 44 mm, lunetta di zaffiro nera. Quadrante nero o bianco opaco, con motivo a griglia. Cerchio interno asimmetrico, con indici luminescenti. Vetro zaffiro antigraffio con trattamento antiriflesso all’interno, fondello in vetro zaffiro. Impermeabile sino a 300 m. Cinturino in caucciù nero con superficie a griglia, oppure bianco liscio con chiusura déployante in acciaio.

Oris - Oscar Peterson Limited Edition

Edizione limitata a 1925 pezzi (il 1925 è la data della scomparsa di Peterson, una delle maggiori leggende del jazz). Meccanico a carica automatica. Quadrante nero da 42 mm con struttura a disco. Indici a tasti di pianoforte. Sul fondello numerato un leone (l’emblema del musicista). Numero VIII placcato in oro rosa (riferimento agli otto Grammy Awards vinti). Lancette in nickel rivestite con Superluminova. Vetro zaffiro bombato da entrambi i lati con trattamento antiriflesso sul lato interno. Impermeabile fino a 10 bar / 100 m. Cinturino in pelle di vitello nera con motivo coccodrillo, chiusura in acciaio.

Gucci Classic Watch

Movimento al quarzo, ETA G10.211 H1. Funzioni: Ora, minuti, secondi, data, cronografo e tachimetro. Cassa in acciaio inossidabile spazzolato o trattato PVD nero, diametro 44 mm. Lunetta con scala tachimetrica. Vetro zaffiro. Impermeabile fino a 30 m. Quadrante nero con banda verde-rosso-verde a ore 3 e monogramma G in filigrana brillante. Contatori delle ore, dei minuti e dei piccoli secondi rispettivamente al 2, al 10 e al 6. Finestrella della data a ore 4. Cinturino o Bracciale in Caucciù nero o verde, acciaio inossidabile spazzolato o trattato PVD nero. Chiusura in acciaio, acciaio trattato PVD nero o fibbia ad ardiglione in acciaio trattato PVD nero.


Rado R 5.5 Automatico

Movimento meccanico a carica automatica, ETA 2892A2, 11''' ½, 21 rubini, decorato e rodiato, con viti azzurrate. 75 Quadrante quadrato, colore nero mat in contrasto con le lancette e gli indici luminescenti bianchi rivestiti con Superluminova. Cassa e cinturino in ceramica nera. Corona in acciaio con rivestimento in ceramica nera. Fondello in titanio trattato Pvd nero e vetro zaffiro, parte mediana in acciaio. Vetro zaffiro metallizzato nero. Bracciale in ceramica nera mat con chiusura in titanio.

Breitling Avenger Seawolf Chrono Blacksteel

Longines Lindbergh Droite

Dispositivo brevettato Breitling di pulsanti magnetici all’interno della cassa (comandi attivabili attraverso il metallo della carrure). Serie limitata (2mila pezzi). Impermeabile e funzionale fino a 1.000 metri. Movimento SuperQuartz TM termocompensato, Calibro Breitling 73, certificato COSC. Funzioni: ora, minuti, secondi, data, cronografo sdoppiante, memorizzazione delle direzioni. Cassa in acciaio con trattamento a base di carbonio ultraresistente da 45,4 mm. Réhaut con rosa dei venti che consente di memorizzare le direzioni. Lunetta rotante unidirezionale à cliquet. Vetro zaffiro bombato, trattamento antiriflesso. Quadrante Nero Volcano, indici e lancette luminescenti. Contatori cronografici 12 ore (a ore 10) e 1/10 secondo (a ore 2). Lancetta dei secondi e lancetta sdoppiante. Calendario a ore 4. Cinturino in Caucciù Diver Pro nero o Ocean Racer forato.

Movimento meccanico a carica automatica, calibro L705 (ETA A07 231), 16’’’ ½, 27 rubini, 28.800 alternanze/ora (riserva di 46 ore). Cassa in acciaio o in oro rosa 18 ct., diametro 47,5 mm. Corona con pulsante che apre il fondello con coperchio inciso e numerato. Impermeabile fino a 30 m. Quadrante bianco laccato lucidato e argenté. Tachimetro con numeri arabi neri dipinti e minuteria chemin de fer nera dipinta. Lancette in acciaio azzurrato. Cinturino in alligatore marrone con fibbia.

Altanus EliteSport

Dinamico cronografo con cassa in acciaio satinato da 46 mm, movimento al quarzo calibro 8171/202. Funzioni attive: ora, minuti, secondi, data, cronografo e regolo calcolatore (km e miglia). Quadrante disponibile in bianco, nero o blu, con indice e lancette luminescenti. Lunetta, corona e pulsanti con denti in acciaio o anelli abbinati al quadrante. Vetro zaffiro e fondello a vite. Impermeabile fino a 100 metri. Bracciale in acciaio satinato, maglie interne brillanti e doppia chiusura di sicurezza.


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Fiere, inizio d’anno ricco di appuntamenti Numerose le rassegne in Italia e all’estero. Al Macef premi per bijoux e vetrine A gennaio gli operatori hanno avuto un bel da fare, in giro per le Selezionate da una giuria composta dalle stylist Gloria Gnoli e numerose fiere di settore che affollano il primo mese dell’anno, in Giulia Rebora con Naiche Tolio in rappresentanza della segreteria organizzativa, queste le aziende premiate: “Per il miglior uso dei Italia (Milano, Vicenza) e all’estero (Dubai e Ginevra). materiali” Arte Etnico di Angela Si è chiuso con un incremento del 12% Calo nella produzione e nei fatturati Ramirez, “per l’armonia con cui riesce a di operatori qualificati della distribuzioTiene bene il mercato Cinese far convivere materiali diversi in una colne il Macef - il salone milanese della Il settore viene da una recessione molto lunga e lezione coerente e di forte impatto”; Casa che dedica il 25% dei propri spazi profonda. Nel 2009 la domanda di oreficeria e al bijoux e all’accessorio moda - che si è gioielleria ha registrato un pesante calo a livello Sezione “Miglior Collezione”: Mercato svolto dal 15 al 18 gennaio. Buona la globale di circa il 18%, con flessioni molto profon- dei Folletti di Sonia Maria Gatti, “per de negli Stati Uniti (-17%), nei Paesi Arabi e in presenza di operatori (in forte crescita gli Europa. I dati Assicor parlano di un calo di pro- l’impatto visivo e identificativo del maritaliani, stabili gli esteri) e circa 90mila i duzione del -17%; l’Istat invece segnala una chio, coerenza cromatica e morbidezza diminuzione di fatturato del 25%. L’unico dello stile”; Sezione “Miglior Design visitatori. segno di tenuta è quello del mercato cinese, «Dopo i segnali positivi sulla ripresa dei con un aumento della domanda di oro del 12% Innovativo” Giorgia Più, “per la capaciconsumi provenienti dagli acquisti di e una crescita dell’8% nella gioielleria. Per il tà di trasformare materiali classici come 2010, le previsioni indicano una ripresa del merNatale - commenta Enrico Pazzali, Ad cato la cui dimensione sarà comunque legata il corallo e l’avorio in uno stile di assoludi Fiera Milano - evidentemente il mondo all’andamento dell’economia nelle diverse aree ta tendenza”; Sezione “Miglior presenza del mondo. della distribuzione ha acquisito fiducia e in Fiera” Camomilla, “per la capacità sente adesso l’esigenza di tornare ad investire». Significativo che i visi- comunicativa del brand, per la ricercatezza e lo studio dell’immatatori italiani provenissero in buon numero non solo dalle vicine gine e degli allestimenti scenografici”. regioni del nord ma anche dal centro e dalle regioni meridionali. Dal 16 al 21 gennaio, all’insegna di una nuova epoca - Fiera di Quinta edizione del Premio The Best of Bijoux di Macef con due Vicenza si è trasformata in una S.p.A amministrata da Roberto novità: l’introduzione, accanto ai tre tradizionali premi settoriali, Ditri (vedi intervista) - si è svolta Vicenzaoro First. Gli operatori di una quarta categoria “per la migliore immagine”, e l’istituzione accreditati alla chiusura della 62esima edizione sono stati 17.969 delle “nomination”, dieci per ciascuna delle quattro categorie. rispetto ai 13.154 del 2009. Moderato ottimismo tra gli espositori:


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Ascoltare, condividere e decidere: è la ricetta vincente di Roberto Ditri 1500 aziende provenienti da 31 paesi esteri e da 58 province italiane hanno presentato novità e collezioni su 70 mila metri quadrati di superficie espositiva. Rinnovati gli appuntamenti con la Glamroom e Gemworld; numerosi i seminari e gli incontri tecnici destinati agli operatori per approfondire tematiche di comune interesse. L’edizione numero 1 di Geneva Time Exhibition, il salone indipendente dell’orologeria, ha chiuso i battenti il 22 gennaio, dopo aver accolto circa 5500 visitatori: un buon risultato, se si tiene conto che si è trattato della prima edizione. Trentotto i marchi esposti che, nel corso di una settimana, hanno presentato le proprie collezioni ad un pubblico di professionisti, collezionisti ed appassionati. Alto artigianato di orologeria di brand famosi ma anche di aziende giovani e di talento, che hanno scelto la GTE per far conoscere il proprio nome sul mercato. Incoraggiante il dato sugli ordini: non soltanto contatti, dunque, ma una vera e propria ripresa del settore.

da gennaio amministratore delegato di Fiera di Vicenza, trasformata in S.p.A. La sua carica di amministratore delegato di Fiera di Vicenza S.p.A. è stata ufficializzata soltanto il giorIl Consiglio di Amministrazione della nuova Fiera no precedente l’inaugurazione dell’edizione 2010 di Vicenza, indicato dagli azionisti di maggioranza di Vicenzaoro First. Roberto Ditri, ingegnere vicenall’unanimità (Comune, Provincia e Camera di tino, 62enne, arriva in un momento storico difficile Commercio) è composto di imprenditori e tecnici: a guidare la nuova S.p.A. derivante dalla fusione tra Michele Amenduni, Paolo Brunello, Renato Immobiliare Fiera e società di gestione. Corrà, Ambrogio Dalla Rovere, Antonio Pilastro e La sua è la storia di un uomo d’azienda: negli anni Stefano Stenta (Vice Presidente). ’70 alla Intersoll Rand Italia, poi per oltre 10 anni ha guidato, come Ad e direttore generale, la Marelli Motori. Presiede la sezione Meccanica e Metallurgica di Confindustria Vicenza ed è vicepresidente di Confindustria Vicenza con delega all’internazionalizzazione. Conosce perfettamente l’inglese, tanto da sostenere il discorso di inaugurazione di First 2010 anche in lingua straniera, senza interprete. Quale eredità ha ricevuto dal suo predecessore, Dino Menarin? «Innanzi tutto questa edizione meravigliosa di Vicenzaoro First, rispetto alla quale, evidentemente, non ho alcun merito. Il mio ruolo ora è quello di ascoltare, perché vengo da un settore estraneo - ma solo per certi aspetti - alle dinamiche di questo comparto. Durante la fiera sono andato in giro a raccogliere informazioni, commenti e soprattutto spunti». E quale atmosfera ha trovato tra gli espositori? «Non si può parlare ancora di ottimismo, piuttosto di una positività. In questa fase di “studio” reciproco non posso far altro che trasmettere entusiasmo e comunicare a tutti che la mia filosofia è quella di fare squadra: gli errori di percorso vanno messi in conto ugualmente, ma il compito che i miei collaboratori ed io dobbiamo portare avanti è di presentarci sul mercato come made-in e come eccellenza. Non esiste più il “fazo tuto mi” (“faccio tutto io”, in dialetto vicentino): io devo prendere le scelte, ma solo dopo aver condiviso analisi e riflessioni con il mio gruppo». Lei è un uomo d’azienda. Come coniugare le sue esperienze del passato con un settore così diverso? «Le differenze sono soltanto apparenti, io parto dal presupposto che si tratta sempre di acquisto di beni. Perciò, avendo già la consapevolezza dei punti in comune – nella gestione, nel supporto – ora mi tocca imparare l’aspetto nuovo, quello del fashion e della moda. Se non ci fosse più niente da imparare, il cambiamento non avrebbe senso». Quale sarà la sua prima “mossa”? «Per ora non lo dico, ma ho già mille lampadine accese». (c.d.m.)


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Leggi a tutela dell’acquisto di preziosi Li certifichiamo tutti? Riusciranno i nostri legislatori a predisporre un quadro normativo preciso e rigoroso per il caotico comparto dei gioielli e dei preziosi in Italia? Segnali insistenti dell’urgenza della materia si vanno sostanziando con regolarità in tavole rotonde, tavoli negoziali, consultazioni, convegni, bozze, documenti, anticipazioni, indiscrezioni. In Dario Bossi Migliavacca presidente del Cisgem ordine cronologico l’ultima occasione di un partecipato dibattito sulla questione è stata offerta il 17 gennaio scorso, nell’ambito dell’edizione Vicenzaoro First 2010, dal convegno internazionale “La certificazione delle pietre preziose nel mondo”. In una sala molto meno affollata di quanto il prestigio dell’evento meritasse, relatori di tutto rispetto i cui laboratori appartenogno tutti all’LMHC (Laboratory Manual Harmonization Committee, il comitato istituito con accordo di tutti i più rinomati laboratori gemmologici mondiali per armonizzare la nomenclatura delle certificazioni) erano tutti del massimo livello: Ken Scarratt (GIA), Ahmadjan Abduriym (GAAJ), Lore Kiefert (Gubelin), Pornsawat Wathanakul (GIT), Jean-Pierre Chalain (SSEF), Elena Gambini (CISGEM); a moderare gli interventi il presidente del Cisgem Dario Bossi Migliavacca e a presiedere l’evento Gaetano Cavalieri, presidente CIBJO (The World Jewellery Confederation). Sul piano strettamente tecnico si sono rilevate leggerissime differenze in quanto tutti i primari laboratori al giorno d’oggi sono equipaggiati con strumentazioni all’avanguardia per affrontare le numerosissime problematiche inerenti i sintetici ma sopratutto i

di Paolo Minieri* e Alberto Scarani**

trattamenti che, nell’ultima decade, si sono fatti drammaticamente insidiosi da rilevare. Sul piano legislativo è risultato che soltanto la Francia si è dotata di un’apposita legge in materia gemmologica mentre in tutti gli altri paesi vengono seguite “norme” emanate da vari enti che non hanno però carattere legislativo. Anche gli Stati Uniti possono affidarsi solo alla Federal Trade Commission (FTC) che fornisce però eclusivamente degli indirizziguida in un’ottica di mera difesa del consumatore; nella civilissima Svizzera, che ospita due tra i più eminenti laboratori (Gubelin ed SSEF), nessuna legge ad hoc. Ma qual è la situazione in Italia? In realtà non molto differente da quella della maggior parte degli altri paesi: nessuna legge specifica ed una serie di normative, principalmente emanate dall’Ente Nazionale Italiano di Unificazione, a cui ci si dovrebbe attenere in ambito gemmologico. È il CISGEM, società per azioni controllata della Camera di Commercio di


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Recenti sviluppi nel commercio delle gemme, dal boom delle televendite ed aste televisive al rimarchevole incremento degli acquisti via internet, favorito dal moltiplicarsi dell’offerta grazie anche a fenomeni come eBay, stanno rendendo sempre più improrogabile la regolamentazione legislativa del mercato con strumenti adeguati ai nostri tempi.

Milano, in partnership con l’Associazione Orafa Lombarda, a guidare risolutamente, nel campo delle certificazioni, il fronte interventista favorevole ad operare un deciso passo verso una normativa che abbia l’autorevolezza di una legge di stato. Tale posizione è apparsa con chiarezza nell’intervento di Elena Gambini (responsabile per la Formazione del CISGEM) che ha puntualizzato più volte l’esigenza di una legge che regoli la materia nel nostro paese. È un fatto che a partire dal 2004, anno della prima presentazione del disegno di legge Mazzocchi, la questione abbia interessato almeno altre 4 volte il parlamento italiano (3 disegni di legge da parte dello stesso On. Mazzocchi più uno dell’On. Nieddu e l’ultimo in ordine cronologico presentato a marzo 2009 dall’ On. Mattesini) senza che a tutt’oggi si sia arrivati ad una conclusione (l’ultimo provvedimento Mazzocchi è fermo in Parlamento). Recenti sviluppi nel commercio delle gemme, dal boom delle televendite ed aste televisive al rimarchevole incremento degli acquisti via internet, favorito dal moltiplicarsi dell’offerta grazie anche a fenomeni come eBay, stanno rendendo sempre più improrogabile la regolamentazione legislativa del mercato con strumenti adeguati ai nostri tempi. È pur vero che le leggi a tutela del consumatore sono già efficaci e che, come ha ricordato l’avvo-

cato Tomassini di Assicor nel suo intervento, gli operatori sono sempre responsabili, anche in sede legale, verso l’acquirente dei prodotti che vendono. Eppure sarebbe quantomeno auspicabile l’adozione di un dispositivo legislativo che, se non altro, recepisse a livello giuridico le normative già emanate in materia di nomenclatura, identificazione e trattamenti dei prodotti gemmologici riducendo al contempo i tempi della giustizia; a tutt’oggi, in caso di controversia legale, il ricorso alla figura del consulente tecnico di ufficio (CTU) da parte del giudice è imprescindibile con conseguente allungamento dei tempi del giudizio. Da un eccesso all’altro È il caso a questo punto di accennare brevemente al contenuto dell’ultima versione della Proposta di Legge Mazzocchi (N. 225 del 29 aprile 2008) la quale, seppur più datata rispetto all’ultima Mattesini, ci giunge nella sua terza stesu-


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ra ed ha, negli ultimi anni, suscitato l’interesse di molte associazioni di categoria. Il testo è piuttosto conciso e stabilisce (Capo I) che sia fatto obbligo, nel descrivere materiale gemmologico, di utilizzare una corretta nomenclatura a riguardo non solo delle gemme, ma anche dei trattamenti (Art. 1-4), con obbligo di riferirsi direttamente alle norme UNI (10245 e 9758). Viene abolito l’utilizzo del termine “semiprezioso” (Art. 5), si puntualizza una nomenclatura specifica per le perle (Art. 6). Nel Capo 2 (art 7 e 8) si precisano i soggetti che devono attenersi alle disposizioni del Capo I e, tra questi, vi è un’esplicita menzione delle vendite a distanza (leggi televendite, ndr.). Il Capo III verte sulle responsabilità degli operatori, sulle controversie e sui laboratori di analisi. Nel Capo IV troviamo le sanzioni e nel Capo V le disposizioni finali tra cui l’Art. 15, a cui la legge fa più volte riferimento negli altri articoli, che sancisce l’emanazione, entro 6 mesi dalla promulgazione e per decreto, di un apposito regolamento di attuazione. Sostanziale identità vi è tra la proposta Mattesini e quella Mazzocchi per quello che concerne tutti gli articoli relativi alle norme UNI e l’espresso richiamo al documento di attuazione che, anche in questo caso, verrebbe emanato a seguito dell’approvazione. Ma il quadro complessivo del disegno di legge Mattesini è rilevatore di uno sforzo manifesto di operare con fermezza una vera e propria “prise de puvoir” da parte dell’autorità amministrativa sull’intera filiera dei preziosi in Italia. In particolare colpisce il punto primo dell’art. 6 il quale stabilisce che “l’importatore e il produttore di materia-

li gemmologici hanno l’obbligo di provvedere al confezionamento di ogni singola pietra di valore superiore a 250 euro, che deve essere sigillata e accompagnata da una certificazione di qualità conforme alle disposizioni della presente legge”. Basterebbe pensare a quanti prodotti di valore superiore a 250 euro giacciono nelle casseforti dei grossisti e dei dettaglianti del nostro paese per rendersi conto che obbligare gli operatori a sigillarli e certificarli comporterebbe, oltre ad un costo praticamente insostenibile, un effetto paralizzante a tutti i livelli. Come si potrebbe, dall’oggi al domani, attestare la qualità e le caratteristiche di milioni di gemme e di preziosi in Italia? Come potrebbero le deboli strutture di certificazione gemmologica reggere l’impatto di un lavoro immane? In definitiva, quantunque sia stringente il bisogno di dare una risposta efficace alla domanda di certezze da parte dell’acquirente italiano di gioielli, non sembra campato in aria il timore che si passi senza soluzione di continuità dall’anarchia più totale ad uno scenario fin troppo restrittivo. Finora abbiamo assistito amaramente al triste spettacolo di una sostanziale impunità da parte di venditori privi di scrupoli che si son fatti beffe delle più elementari regole di correttezza commerciale. Ma non si corre forse il rischio, presi dal legittimo desiderio di riparare al cattivo funzionamento di controllo deontologico della catena distributiva, di spostarsi da un estremo all’altro? Tanti osservatori


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sono d’accordo sul fatto che in Italia, in tantissimi campi, abbondino codici, comma e disposizioni di legge tutt’altro che snelle. Dopo tutto la gioielleria rappresenta un campo tecnico ben delimitato: forse basterebbe rendere vincolanti le norme già in essere e prevedere nel contempo un inasprimento delle sanzioni per tutti gli operatori che non vi si attenessero. In Italia vi è una quantità smisurata di gemme e gioielli in circolazione, se calcoliamo, tra l’altro, l’inestimabile patrimonio di preziosi antichi che alimentano di continuo le vetrine. Milioni di pezzi richiederebbero un certificato ben articolato con distinzione di ciascun materiale utilizzato, stime non semplici di pesi, tagli e qualità, insomma un lavoro immane i cui rilevanti costi ricadrebbero, manco a dirlo, sulle spalle dell’operatore. Fatta la legge si farà il decreto È assolutamente fuori discussione che sinora la gestazione della rimodulazione del sistema di garanzia dell’acquirente di gioielli sia stata rispettosa delle numerose

parti in causa chiamate a confrontarsi. Associazioni di categoria, organi amministrativi, camere di commercio, istituti gemmologici, sindacati hanno tutti avuto in qualche maniera l’opportunità di esprimere valutazioni, suggerire modifiche. A più livelli si è avuta l’impressione di una netta condivisione di intenti e di una convinta partecipazione al processo normativo. Forse però il lavoro di consultazione s’è fermato alle valutazioni più generiche: l’opportunità dell’intervento, la nomenclatura da armonizzare, le garanzie all’acquirente. Insomma il perché dei disegni di legge è molto chiaro. Non altrettanto il come. Non si può infatti dire che gli imprenditori e gli operatori del gioiello siano a conoscenza dei meccanismi amministrativi che dovrebbero garantire l’attuazione delle nuove norme. Tutto è rimandato ai decreti attuativi i cui contenuti non sono ancora conosciuti dato che, come specificato in entrambi i DDL, verranno emanati a seguito dell’approvazione del provvedimeto legislativo.

Al di là delle buone intenzioni è proprio nei decreti attuativi che verranno effettivamente ridisegnati gli organismi delegati all’applicazione delle regole e i loro poteri. Vale la pena di ricordare che in Italia non vi sono enti centrali pubblici (o, con termine più moderno, Authorities) che soprassiedano ai vari laboratori gemmologici. Non è legittimo aspettarsi che sullo sfondo si delineino nuovi soggetti amministrativi delegati al controllo del sistema? Vi sono inoltre operatori stranieri di grande tradizione e di indiscusso prestigio che ovviamente non possono che rispondere a disposizioni e normative dei paesi d’origine. Chi sarà il controllore e chi lo controllerà? Dobbiamo assistere a una nuova proliferazione di registri di laboratori abilitati, timbri, carte bollate, dispute, arbitrati, ispettori con possibile ingolfamento del funzionamento della parte sana ed onesta del comparto della gioielleria?

Tanti osservatori sono d’accordo sul fatto che in Italia, in tantissimi campi, abbondino codici, comma e disposizioni di legge tutt’altro che snelle. Dopo tutto la gioielleria rappresenta un campo tecnico ben delimitato: forse basterebbe rendere vincolanti le norme già in essere e prevedere nel contempo un inasprimento delle sanzioni per tutti gli operatori che non vi si attenessero. Per chiunque volesse approfondire, in calce i link relativi ai due disegni di legge: Link ddl. Mazzocchi http://nuovo.camera.it/126?PDL=225&leg=16&tab=2 Link ddl. Mattesini http://nuovo.camera.it/126?PDL=2274&leg=16&tab=2

*Consigliere Federazione Orafi Campani **Gemmologo IGI di Anversa



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Aumenta la domanda di gioielleria non firmata In calo acciaio, orologeria e argenteria I risultati di uno studio Federdettaglianti sulle vendite di fine anno Studi e ricerche per conoscere la propria base e adottare così politiche che rispondano alle esigenze degli associati: è una delle attività concrete messe in atto dal nuovo Consiglio della Federdettaglianti presieduto da Giuseppe Aquilino. Primo risultato effettivo: l’analisi vendite del mese di dicembre 2009, effettuata su 207 gioiellerie distribuite su tutto il territorio nazionale proprio nel periodo migliore dell’anno per il commercio. A loro è stato sottoposto un questionario basato sui seguenti valori di riferimento: Oreficeria a peso non firmata / Oreficeria fine non firmata / Oreficeria firmata / Gioielleria non firmata / Gioielleria firmata / Argenteria / Oggettistica in acciaio / Orologeria.

L’indagine conoscitiva ha evidenziato per il 47% degli intervistati una percentuale di vendita invariata rispetto allo stesso periodo 2008 Malgrado sia il primo esperimento in tal senso e quindi non ci sia la possibilità di confrontare tali dati con analisi precedenti, le riflessioni che ne scaturiscono restano significative. Prendendo come riferimento il 2008, la richiesta di preziosi resta stabile: lo ha dichiarato il 47 % degli operatori. Un 13% di gioiellieri ha addirittura riscontrato un aumento del 10%. A questi dati è corrisposto un aumento del numero di pezzi venduti: ciò vuol dire che la spesa media è diminuita (a fronte, comunque, di una diminuzione di acquisti nei tre mesi precedenti).


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Per trentadue dettaglianti su 100, l’oggettistica d’acciaio ha subito una contrazione compresa tra il 21 e il 30%. La richiesta di oreficeria non firmata si è ridotta del 30% per il 75% degli operatori coinvolti nell’indagine. In crescita la gioielleria non firmata: per il 29% degli intervistati la domanda è aumentata del 10-20%. Per quanto riguarda gli orologi, la relativa domanda è diminuita fino al 20% per circa la metà degli intervistati. Un altro 20% ritiene che sia rimasta invariata rispetto al Natale dell’anno precedente. Una ulteriore suddivisione dell’indagine ha riguardato i prodotti brandizzati (domanda invariata per il 54% dei dettaglianti) e quelli afferenti al settore gioielleria/oreficeria (aumento del 10% per almeno 12 operatori su 100). Emerge la presenza di gioielleria con diamanti: anche i fornitori di pietre preziose hanno confermato il trend positivo. Buona la presenza sul mercato anche delle pietre colorate. Per tirare le somme, il segmento sembra essere tornato su una sostanziale stabilizzazione. Di là dai dati incoraggianti, va detto che il vero risultato è l’atteggiamento emerso nel comportamento dei dettaglianti: di fronte alla crisi, hanno dovuto tirare fuori la positività necessaria per affrontare la congiuntura difficile e scommettere su nuovi punti di forza. Positività che emerge attraverso una maggior cura delle vetrine, eccezionale strumento di comunicazione, ed una maggior disponibilità ad assecondare le richieste della clientela, molte volte curiosa e desiderosa di informazioni anche quando questi atteggiamenti non sono finalizzati ad un acquisto immediato. (c.d.m.)

In relazione all’articolo

“Tremonti-ter: un’opportunità per rinnovare l’impresa” (Preziosa n.6/09)

Una lettera di Gianpiero Monticone (Presidente Associazione Provinciale Torinese Gioiellieri Orafi Orologiai Argentieri e Affini)

Nell’analisi della legge sui contributi al settore, dubbi emergono in merito alle aree di impresa realmente favorite dal provvedimento

Egr. Sig. Direttore, innanzitutto complimenti per l’impostazione e i contenuti di “Preziosa”. In merito all’articolo del signor Marco Cantarella (n° 6/dic.09) vorrei dire che la nostra categoria di dettaglianti forse non riesce, tramite la Confcommercio e la Federdettaglianti, a far sentire le proprie legittime, vitali necessità, ma soprattutto non è presa in considerazione da chi la governa. Il dettagliante (ce ne sono 20/25.000 in Italia) legge con grande speranza il titolo dell’articolo in oggetto (“Tremonti-ter: un’opportunità per rinnovare l’impresa”), per poi restarne delusissimo nei contenuti. Arredamento del negozio no, sistemi antifurto no, computer e accessori no, insegne no, ma cartucce del toner sì! Tutto ciò che è veramente oneroso da affrontare e può essere risolutivo per la modernizzazione, l’efficienza e la sicurezza del commercio è escluso dalla Tremonti-ter. A questo proposito, visto che si dovrà eleggere il nuovo Direttivo Confcommercio, ma ne abbiamo uno nuovo alla Federdettaglianti comincerei a chiedere al volenteroso presidente Giuseppe Aquilino di prodigarsi a Roma perché l’emendamento che il Parlamento sta valutando tenga conto delle difficoltà del nostro commercio e lo aiuti con misure che agevolino gli investimenti importanti e che possono creare lavoro a cascata. Sarebbe anche molto importante assimilare la possibilità di finanziamento del 50% di corsi gemmologici Cisgem, Igi, Hrd, Gia o altri qualificati. Grazie per l’accoglienza, saluti e buon lavoro. Gianpiero Monticone PRESIDENTE ASSOCIAZIONE PROVINCIALE TORINESE GIOIELLIERI ORAFI OROLOGIAI ARGENTIERI E AFFINI


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Sconti aggiuntivi in fattura per gli Associati È la richiesta portata al Gruppo Swatch Italia dalla Commissione Produttori e Distributori orologi di Federdettaglianti. In previsione anche incontri con altri brand “Nuovo corso” per la Federazione Nazionale Dettaglianti Orafi Confcommercio Imprese. Con il presidente per l’Italia Giuseppe Aquilino il vento è cambiato e in questa ottica sono stati richiesti una serie di incontri per individuare possibili accordi vantaggiosi per i diversi livelli della filiera. Si è partiti lo scorso 13 gennaio con Swatch Group, il gruppo che racchiude numerosissimi tra i più grandi produttori di orologi di differenti segmenti di mercato (Breguet, Blancpain, Glashütte Original, Jaquet Droz, Léon Hatot, Omega, Tiffany & Co., Longines, Rado, Union Glashütte, Tissot, Ck watch & jewelry, Balmain, Certina, Mido, Hamilton, Swatch, Flik Flak, Endura e Tourbillon), ma il ciclo di incontri si allargherà a tutti i brand che vorranno aprirsi al dialogo. Francesco Palermo, coordinatore della Commissione coinvolta nel progetto nonché vicepresidente di Federdettaglianti, dichiara in maniera chiara ed inequivocabile che è giunto il momento di parlare di marginalità e gestione dell’invenduto. «Con la marginalità che i brand applicano ai dettaglianti, con gli indici di rotazione attuali, non viene garantita la possibilità di una corretta gestione del punto vendita - spie-

ga Palermo -. A questo va aggiunto che l’impostazione attuale della filiera è fortemente sbilanciata a vantaggio dei marchi e, per tale motivo, i dettaglianti sono fortemente preoccupati a far quadrare il loro conto economico». Il momento congiunturale sicuramente non permette ai brand di portare avanti politiche che possano risolvere in modo definitivo il problema, ma qualcosa può Nella foto, Francesco Palermo, Vice Presidente Federdettaglianti e Presidente della Commissione

Caro Direttore, approfitto della sua ospitalità per replicare alla nota trasmessa dal collega Gianpiero Monticone. Ho avuto modo di conoscere Gianpiero a Torino, all’indomani della mia elezione alla guida della Federazione durante un incontro piacevole, all’insegna dell’informalità, come d’uopo tra colleghi, avente lo scopo di analizzare le problematiche del comparto orafo in generale con riferimento alle necessità della provincia Torinese. Il tutto in previsione della stesura di un programma di lavoro realmente condiviso tra tutte le componenti della Federazione. Inutile negarlo, chi mi conosce sa bene che sono da sempre strenuo sostenitore della chiarezza e della trasparenza nei rapporti, specie, quando trattasi di esperienze associative, ove l’impegno di tutti noi affinché si raggiungano risultati concreti, deve essere tangibile. Ed è su questa base che sto improntando, assieme ai colleghi della Giunta e del Consiglio, il lavoro della Federazione. In quest’ottica la missiva di Gianpiero è stimolante, poiché mi invita a far chiarezza sul concetto stesso di associazione che ricordo essere l’unione di più individui, aventi affinità in comune, finalizzato alla tutela di tali interessi, ed al raggiungimento di obiettivi condivisi, difficilmente realizzabili in proprio. Partendo da questo concetto l’associazione non è, dunque, rappresentata da un singolo ma dalla collegialità degli associati; pertanto il Presidente, i Vice presidenti, altri componenti il Direttivo o addirittura il Segretario non possono essere identificati con la Federazione. Troppe volte scambiando opinioni con colleghi mi sono sentito dire “ma cosa fa l’Associazione per noi” magari riferendosi al problema strettamente personale. Quanti guardano al mondo associativo con diffidenza dimenticando il valore aggiunto che esso rappresenta per la collettività degli interessi. Non dimentichiamoci, inoltre, che un’Associazione, per essere tale, deve essere realmente rappresentativa della categoria, solo in questo modo può essere valida portavoce delle istanze del comparto rappresentato. In poche parole un maggior numero di associati ci consente di partecipare ai vari Tavoli con una forza contrattuale decisamente superiore e magari permette di “battere i pugni sul tavolo” al fine di ottenere reali vantaggi per gli associati e per la categoria in generale. Purtroppo nel mio girovagare per l’Italia durante questo mio primo trimestre da “apprendista Presidente”, per toccare con mano le varie realtà territoriali che si riconoscono in Federazione, mi sono imbattuto in situazioni alquanto discutibili. Fortunatamente la stragrande maggioranza delle Associazioni è rappresentata da colleghi che in ogni modo si prodigano per far fronte alle esigenze della categoria a livello territoriale ma anche a livello più ampio; in altri casi vi sono Associazioni che nella migliore delle ipotesi dichiara-


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essere fatto: «Chiediamo che ai nostri associati venga riconosciuto uno sconto aggiuntivo in fattura - aggiunge Palermo - che faccia intendere il cambiamento di rotta. Noi da parte nostra faremo opera di informazione e moralizzazione sui dettaglianti in modo che si perda la cattiva abitudine di rigirare lo sconto sulla clientela in maniera automatica ed altro. Sicuramente, oggi vi è una produzione di orologi superiore alle capacità di assorbimento del mercato tradizionale e qui sorge il problema dell’invenduto». Palermo ritiene che ci debba essere più attenzione da parte dei produttori/distributori in maniera tale da concordare con il dettaglio politiche che evitino la deregulation attuale (chi fa sconti tutto l’anno, chi vende in parallelo, chi traffica con stocchisti di ogni sorta, ed altro).

Dal canto suo, Laura Burdese, AD di Swatch Italia, ha recepito il messaggio e ha detto di prendere atto di questa richiesta, anche se la politica del Gruppo è quella di ridurre i concessionari, affermando che la selettività è per loro un’esigenza e le marginalità variano da paese a paese e vengono decise direttamente dalla casa madre. Tra gli argomenti, invece, affrontati tra la Federazione insieme alla delegazione della Associaz ione Or afa Lombarda, presieduta dal Presidente dei dettaglianti, Andrea Sangalli, figura l’assistenza postvendita, vale a dire interventi in garanzia, riparazioni, tempi di consegna, semplificazione delle modalità di fornitura ricambi. Il tema è ritenuto dagli associati di notevole interesse a seguito dalla centralizzazione del servizio presso la

sede di Rozzano. Rassicurazioni in tal senso sono giunte da Laura Burdese, che insieme ai suoi collaboratori sta elaborando soluzioni efficaci al fine di venire incontro alle esigenze dei partners commerciali. Proprio in considerazione del clima di collaborazione instauratosi tra i partecipanti al meeting, nelle prossime settimane è previsto un nuovo incontro per affrontare con attenzione i problemi sollevati dai soci della Federazione in merito ai rapporti con la Swatch Group. «Quello che stiamo intraprendendo conclude Palermo - sarà un percorso lungo e di non facile realizzazione, ma non possiamo continuare a sperare nello “stellone della fantasia italica”, che è sempre una bella cosa, ma con i tempi attuali non basta più».

no al nazionale un numero esiguo di colleghi associati a fronte di rappresentanze ben più ampie al solo fine di far rientrare i propri bilanci o nella peggiore delle ipotesi sigle sindacali svuotate del contenuto principale: una reale base associativa. Questo non è certamente il “fare squadra” che vado ripetendo sino alla noia, ma un comportamento finalizzato esclusivamente alla conservazione del proprio orticello, senza pensare che ciò facendo, pone un reale limite alla nostra Federazione nella sua effettiva rappresentanza a discapito quindi di tutto il comparto. Anche la nota del collega Gianpiero va in questa direzione. La Federazione, portavoce delle istanze della categoria, nell’ottica di un lavoro condiviso tra tutti i suoi organismi di rappresentanza del territorio, deve avere come priorità la tutela delle imprese associate che passa anche attraverso interventi concreti presso le istituzioni, ma la Federazione ha anche necessità di avere alle proprie spalle un’organizzazione del territorio efficiente e realmente rappresentativa. In passato, con riferimento alla richiesta specifica di Gianpiero, siamo intervenuti per favorire il coinvolgimento della categoria, vedi quanto previsto dalla legge finanziaria 2007 con il cosiddetto “bonus sicurezza” che prevedeva per gli anni 2008, 2009 e anche per il 2010 l’attribuzione di un credito d’imposta per l’acquisizione e l’installazione, nel luogo di esercizio dell’attività, di impianti e attrezzature di sicurezza, inclusi gli strumenti di pagamento con moneta elettronica, a favore delle piccole e medie imprese esercenti attività commerciali di vendita al dettaglio e all’ingrosso. Un piccolo aiuto, una goccia nel mare di necessità del comparto ma è sulla base di interventi di questo tipo che si incoraggiano le imprese a far meglio. L’innovazione delle imprese orafe è sicuramente una priorità, ma ritengo che si può pensare di essere realmente efficienti e chiedere interventi concreti in questo senso solo quando tutti noi, nessuno escluso, ci riconosceremo in un’organismo di rappresentanza che non ha altri interessi che promuovere la categoria. Personalmente assieme ai collegi della Giunta e del Direttivo sto impegnandomi affinché ciò avvenga. Non è utopia, ma senso pratico delle cose. Rimango dell’idea che l’associazione è un bene comune dove si ottengono risultati che magari qualche volta non soddisfano pienamente le esigenze del singolo ma sono proiettate verso la comunità degli associati. A Torino il coinvolgimento della Camera di Commercio, passo questo già effettuato in passato da altre realtà territoriali, può contribuire a finanziare corsi di aggiornamento professionale. La nostra stessa Federazione più volte all’ombra della Mole Antonelliana è intervenuta sponsorizzando corsi qualificanti. Dunque, rimbocchiamoci le mani assieme, poiché il Presidente, seppur volenteroso, ha necessità di essere supportato con idee concrete che contribuiscano a costruire il futuro del comparto orafo, gioielliero ed orologiero. Giuseppe Aquilino PRESIDENTE FEDERDETTAGLIANTI



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UFFICIO METRICO: Occhio ai controlli su titoli e marchi di Marco Cantarella*

Già da alcuni anni l’attività di controllo degli Uffici Metrici sui titoli e sui marchi degli oggetti preziosi si è estesa anche ai dettaglianti, pur essendo tuttora prevalentemente rivolta nei confronti di grossisti e fabbricanti. Come è noto, gli Uffici Metrici hanno il compito di verificare la correttezza dei titoli degli oggetti in metallo prezioso anche mediante saggi e prelievi effettuati sugli stessi. Per evitare di danneggiare inutilmente i dettaglianti, la Federazione Nazionale Dettaglianti Orafi ha ottenuto che gli eventuali saggi vengano effettuati, da parte dell’Ufficio Metrico, solo sugli oggetti privi di marchio di fabbrica.

Gli obblighi dei dettaglianti Quali sono gli obblighi dei dettaglianti in ordine a marchi e titoli dei prodotti posti in vendita? Innanzitutto, sia i commercianti all’ingrosso che quelli al dettaglio hanno l’obbligo di controllare, all’atto dell’acquisto della merce, l’effettiva corrispondenza di essa a quanto riportato nei documenti di accompagnamento, ed inoltre la presenza e leggibilità sugli oggetti del titolo e del marchio di identificazione. È proibito ai commercianti, sia all’ingrosso che al dettaglio, di tenere in azienda oggetti privi del marchio e del titolo legale, esclusi gli oggetti di peso inferiore al grammo, quelli usati e di antiquariato, purché questi ultimi siano riportati sul registro dei beni usati. Gli oggetti preziosi usati che non possono essere considerati pezzi d’antiquariato

devono comunque recare i marchi previsti dalle leggi precedentemente in vigore, vale a dire la legge 305/34 e la legge 46/68. Gli oggetti di antiquariato, per essere considerati tali, devono essere accompagnati da fattura d’acquisto o altro documento e da perizia effettuata da perito iscritto all’albo della Camera di Commercio. Per quanto riguarda gli oggetti di peso inferiore al grammo, essi devono essere


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È proibito ai commercianti, sia all’ingrosso che al dettaglio, di tenere in azienda oggetti privi del marchio e del titolo legale, esclusi gli oggetti di peso inferiore al grammo, quelli usati e di antiquariato, purché questi ultimi siano riportati sul registro dei beni usati. contenuti, all’atto della vendita dal produttore all’acquirente (grossista o dettagliante), in involucro sigillato accompagnato da documento (fattura, documento di trasporto o certificato di garanzia) con l’indicazione del produttore o importatore, del titolo e delle caratteristiche generali dell’oggetto. Anche l’involucro deve riportare la descrizione dell’oggetto. I dettaglianti devono conservare il documento, l’involucro ed i sigilli fino ad esaurimento della merce. Gli oggetti di importazione provenienti da Paesi non appartenenti allo spazio economico europeo devono recare il marchio dell’importatore. In questo caso, particolare attenzione va posta alla gioielleria ed alla bigiotteria in argento proveniente dall’Oriente. Il divieto di detenere oggetti privi di marchio non vale per i commercianti titolari di laboratorio e marchio di identificazione, limitatamente agli oggetti in corso di lavorazione ed ai semilavorati. I commercianti al dettaglio hanno inoltre l’obbligo di esporre al pubblico un cartello indicante, in maniera chiara e leggibile, i titoli in millesimi degli oggetti commercializzati. Responsabilità del dettagliante Il rivenditore è sempre responsabile verso l’acquirente dell’esattezza del titolo degli oggetti venduti, anche se, nella gran parte dei casi, non può verificarla direttamente: quindi, il dettagliante risponde sempre nei confronti del cliente cui ha venduto merce non a norma, anche se non ne era consapevole. Il dettagliante è “costretto” in qualche modo a fidarsi dei propri fornitori, e l’unica difesa è quella di operare con aziende di provata serietà. Egli può comunque rivalersi verso il produttore o il grossista che gli ha ceduto gli oggetti. Per promuovere l’azione di rivalsa, il commerciante deve essersi accertato,

all’atto dell’acquisto, che gli oggetti rechino in maniera leggibile il marchio di identificazione del produttore, ed inoltre deve conservare la documentazione fiscale attestante la provenienza degli oggetti. Si ricorda che la messa in commercio di oggetti dal titolo inferiore a quello dichiarato, oltre alle sanzioni amministrative previste dall’art. 25 del Decreto 251/1999, configura il reato di frode nell’esercizio del commercio. Oggetti di produzione propria Le aziende commerciali dotate di un proprio laboratorio, che producono e vendono limitate quantità di gioielli realizzati in proprio, devono dotarsi del marchio di identificazione. La concessione del marchio è subordinata alla verifica, da parte della Camera di Commercio, dell’idoneità alla fabbricazione di oggetti preziosi del laboratorio. Riguardo ai requisiti considerati necessari per stabilire se un laboratorio è o meno idoneo alla produzione di preziosi, gli Uffici Metrici seguono in genere quanto stabilito dalla circolare n. 330665 del 21 marzo 1981 emanata dal Ministero dell’Industria - Divisione XII Ufficio Centrale Metrico. La circolare ministeriale considera, quale requisito essenziale per stabilire l’idoneità alla fabbricazione di oggetti preziosi di un laboratorio, la possibilità di effettuare lavorazioni che determinano il titolo degli oggetti, e quindi la capacità di fondere o trasformare i metalli. Pertanto, il


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Ministero ritiene indispensabile la presenza in laboratorio, unitamente al banco da orafo con gli utensili caratteristici, di “un qualunque mezzo o fonte di calore atto a fondere o saldare i metalli” e di “una bilancia di portata e sensibilità, o valore di divisione, tale da assicurare la preparazione di leghe o l’impiego di quantità di saldature conformi a quanto richiesto dalle disposizioni vigenti in materia di titoli e relative tolleranze”. Va segnalato peraltro che, in seguito alla crescente diffusione dell’uso di assemblare semilavorati, specie in argento, prodotti da terzi, alcuni Uffici Metrici hanno ritenuto di poter rilasciare il marchio anche ai dettaglianti che effettuano questo tipo di attività. Come si svolgono i controlli? Gli ispettori degli Uffici Metrici, ora inquadrati nelle Camere di Commercio, può effettuare controlli presso laboratori di produzione ed aziende di commercio di preziosi al solo fine di accertare l’esattezza del titolo dichiarato per le materie prime e del titolo legale dei semilavorati e degli oggetti finiti. A tale scopo essi possono prelevare campioni da sottoporre a saggio nei laboratori abilitati, verificare i

marchi di identificazione, controllarne l’autenticità e la loro idoneità all’uso. Essi, nell’espletamento dei propri compiti ispettivi, godono della qualifica di polizia giudiziaria. Solo il personale con tale qualifica può eseguire il prelevamento dei campioni. Il personale ispettivo deve essere dotato di una speciale tessera di identificazione munita di fotografia, rilasciata dalla Camera di Commercio di appartenenza. Il personale ispettivo può effettuare visite non preannunciate e può entrare liberamente durante l’orario di apertura nei locali aziendali adibiti alla produzione, al deposito ed alla vendita di oggetti preziosi, anche con l’ausilio della forza pubblica, se necessario. Gli ispettori possono accedere in azienda anche in assenza del titolare o legale rappresentante. In questo caso però i campioni non potranno essere prelevati immediatamente; essi dovranno essere chiusi in plichi sigillati e dati in consegna alla persona che in quel momento ha in affidamento l’azienda. I plichi dovranno essere recapitati alla Camera di Commercio a cura dell’azienda nel termine disposto dall’ispettore.

Garanzie per le aziende sottoposte a controllo Del prelevamento dei campioni viene redatto un verbale indicante il peso, il valore, le caratteristiche ed il marchio di identificazione degli oggetti prelevati. Il titolare dell’azienda sottoposta ad ispezione può far inserire proprie dichiarazioni nel verbale. Egli può inoltre asportare dagli oggetti prelevati le eventuali pietre preziose. I risultati degli esami sono riportati in appositi certificati, di cui l’azienda può ottenere copia. I campioni e gli oggetti prelevati, in caso di esito positivo degli esami, vengono restituiti all’azienda. Le Sanzioni Nel caso che il titolo riscontrato non sia conforme a quello dichiarato, la Camera di Commercio applica le sanzioni amministrative pecuniarie previste dall’art. 25 del Decreto 251/1999 e trasmette il rapporto concernente le violazioni al Questore. In caso di recidiva, alle sanzioni amministrative si aggiunge la sospensione dall’attività per un periodo da un minimo di 15 giorni ad un massimo di 6 mesi. *Direttore Federazione Orafi Campani


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Più trasparenza in Banca La Banca d’Italia impone nuove regole a tutela dei clienti

Il 1 gennaio sono entrate in vigore le Disposizioni sulla “trasparenza delle operazioni e dei servizi bancari e finanziari - correttezza delle relazioni tra intermediari e clienti” emanate dalla Banca d’Italia, la cui osservanza è obbligatoria per tutto il sistema bancario. Tali Disposizioni - scaricabili dal sito www.bancaditalia.it - toccano praticamente ogni dettaglio dei rapporti tra banche e clienti; a nostro avviso i fattori di maggiore importanza sono due: - viene assicurata la trasparenza e la confrontabilità dei costi con quelli di altre banche; - vengono chiaramente enumerati e definiti i diritti del cliente, codificati in un documento standard (anche questo scaricabile dal sito www.bancaditalia.it) che dovrà essere obbligatoriamente consegnato ai clienti. Sotto il profilo della trasparenza dei costi, il sistema funzionerà in questo modo: sulla base dei “profili tipo di operatività” dei conti correnti, che saranno defi-

niti dalla Banca d’Italia e saranno i medesimi per tutte le banche (in pratica, una standardizzazione delle varie tipologie di conto corrente in base alle diverse esigenze di operatività dei clienti), sarà determinato l’indicatore sintetico di costo (Isc). L’Isc sarà obbligatorio per ogni prodotto, dai conti correnti ai finanziamenti alle carte di credito etc. e consentirà al cliente di raffrontare le offerte delle varie banche ed i relativi costi. Infatti, l’Isc dovrà essere obbligatoriamente riportato nei fogli informativi e nei documenti di sintesi relativi ai vari prodotti bancari. Attenzione: le disposizioni relative all’ISC non entreranno in vigore prima di aprile o maggio, per dar tempo alla Banca d’Italia di definire i “profili tipo di operatività” dei C/C. Sono invece immediatamente operative le altre disposizioni sulla trasparenza ed in particolare quelle riguardanti i diritti dei clienti. Le banche devono mettere a disposizione dei clienti un documento generale

denominato “Principali diritti del cliente”; redatto secondo il modello definito dalla Banca d’Italia e presente sul sito web della stessa. Ecco alcuni dei diritti irrinunciabili del cliente enumerati nel documento della Banca d’Italia: - Ottenere gratuitamente e portare con sé una copia completa del contratto e/o il documento di sintesi, anche prima della conclusione e senza impegno per le parti. - Conoscere il TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale) nel caso di contratti di finanziamento ed esempi di un ISC (Indicatore Sintetico di Costo) del conto corrente. - Essere informato su come recedere senza spese entro 10 giorni dalla conclusione del contratto. - Non avere condizioni contrattuali sfavorevoli rispetto a quelle pubblicizzate nel foglio informativo e nel documento di sintesi. - Ricevere la proposta di qualunque modifica unilaterale delle condizioni contrattuali da parte dell’intermediario,


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se la facoltà di modifica è prevista nel contratto. La proposta deve pervenire con un preavviso di almeno 30 giorni e indicare il motivo che giustifica la modifica. La proposta può essere respinta entro 60 giorni, chiudendo il contratto alle precedenti condizioni. Nei contratti di conto corrente, avere la stessa periodicità nella capitalizzazione degli interessi debitori e creditori. Nei contratti di finanziamento, trasferire il contratto (“portabilità”) presso un altro intermediario senza pagare alcuna penalità né oneri di qualsiasi tipo, nei casi previsti dalla legge. Nei contratti di credito al consumo con garanzia sul bene acquistato, proseguire il rapporto contrattuale e continuare a pagare le rate alle scadenze prestabilite anche nel caso di mancato pagamento di una rata, purché questa non superi l’ottava parte dell’importo originario complessivo. Nei contratti di mutuo con ipoteca, proseguire il rapporto contrattuale e continuare a pagare le rate alle scadenze prestabilite anche nel caso di ritardo nel pagamento di una rata, purché ciò non avvenga per più di sette volte. Recedere in ogni momento, senza penalità e senza spese di chiusura, dai contratti di durata quali conto corrente, deposito titoli in amministrazione, carta di debito, carta di credito, cassetta di sicurezza. Nei contratti di credito al consumo,

estinguere in anticipo il rapporto contrattuale senza penalità, versando il capitale residuo, gli interessi e gli altri oneri maturati fino a quel momento, e una somma non superiore all’1% del capitale residuo se prevista dal contratto. - Nei contratti di mutuo per l’acquisto o la ristrutturazione di immobili destinati all’abitazione o allo svolgimento di attività economica o professionale, estinguere in anticipo, in tutto o in parte, il contratto senza compensi, oneri e penali. Per alcuni di questi mutui stipulati prima del 3 aprile 2007 che prevedono una penale, questa potrebbe essere ridotta (per informazioni, www.abi.it - sezione mutui). Per gli altri mutui, quando c’è un’ipoteca, il cliente può estinguere in anticipo in tutto o in parte il rapporto pagando solo un unico compenso stabilito dal contratto nel rispetto dei criteri previsti dalla legge. - Ottenere la chiusura del contratto nei tempi indicati nel foglio informativo. - Ricevere il rendiconto che attesta la chiusura del contratto e riepiloga tutte le operazioni effettuate. Le banche devono mettere, inoltre, a disposizione della clientela delle “Guide” concernenti: - i contratti di conto corrente offerti ai consumatori e i servizi più comunemente associati, quali carte di debito (ad esempio Bancomat, Postamat), assegni, carte di credito, scoperti, ecc.; - i mutui ipotecari offerti ai consumatori;

- l’accesso ai meccanismi di soluzione stragiudiziale delle controversie previsti ai sensi dell’articolo 128-bis del T.U. (Arbitro Bancario Finanziario). A questo riguardo, non bisogna dimenticare che qualora il cliente, se un suo eventuale reclamo non sia stato accolto dalla banca, prima di ricorrere al giudice il cliente può rivolgersi all’ Arbitro Bancario Finanziario (ABF) istituito presso la Banca d’Italia (vedi ns. articolo sul numero di dicembre di Preziosa). Le Guide devono essere realizzate in conformità dei modelli elaborati dalla Banca d’Italia. Le Disposizioni della Banca d’Italia contengono perfino un “richiamo” di natura linguistica alle Banche, dettando precise regole di scrittura affinché i loro documenti e contratti siano scritti in maniera semplice e trasparente, evitando inutili appesantimenti burocratici e complicazioni non necessarie. Insomma, siamo di fronte ad un complesso di disposizioni che per la maggior parte erano già formalmente in vigore, ma che non erano mai state raccolte in un documento unico, vincolante per tutti gli istituti bancari e finanziari. Ora, si spera che questa nuova cultura della trasparenza entri rapidamente in circolo nel sistema bancario ed aiuti soprattutto le PMI ad avere rapporti più semplici e costruttivi con il mondo del credito. Sarebbe un grande aiuto per uscire dalla crisi. (m.c.)


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Certificare l’etica della filiera è l’ambizioso obiettivo del Responsible Jewellery Council di Mariadomenica Santamaria

Tutelare i diritti umani, sostenere i principi sociali ed ambientali. È il primo obiettivo perseguito dal Responsible Jewellery Council, l’organizzazione internazionale no profit volta a promuovere norme e prassi operative in tutto il settore orafo, dall’estrazione mineraria del nobile metallo e dei diamanti sino alla vendita al dettaglio.

La sua storia ha inizio nel 2005 quando un gruppo di 14 organizzazioni di fama mondiale si riuniscono dando vita al rinomato Consiglio. Oggi conta circa 150 membri tra aziende, associazioni ed organizzazioni di categoria coinvolte integralmente nella mission comune. Una partecipazione attiva che ha contribuito a sottoscrivere un nuovo Sistema di Certificazione internazionale per la manifattura di oro e diamanti

nonché per l’etica imprenditoriale nel rispetto dei diritti umani e della protezione ambientale. Di fondamentale importanza la presenza di 15 stakeholders, revisori esterni accreditati per verificare la conformità con le norme di procedura del Council e controllare il sistema di gestione delle aziende partecipanti. La loro efficienza e l’alto valore della Certificazione permettono l’attuazione di pratiche correttive adeguate e di sanzioni in caso di irregolarità ripetute ed intenzionali. Una garanzia unica nel suo genere che assicura il mantenimento di precisi standard che identificano il rispetto, la trasparenza e la salvaguardia dei valori etici e l’imparzialità sociale e ambientale.


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“Usare il sistema di certificazione del Responsible Jewellery Council per rafforzare la fiducia nel consumatore e garantire l’applicazione ed il mantenimento di alti valori di etica e moralità nel proprio lavoro” Un sostegno per tutte le comunità e le popolazioni dei luoghi soggetti a qualsiasi forma di estrazione mineraria istaurando con le stesse un rapporto di solidarietà e rispetto. Una vera protezione per le zone da esplorare attraverso l’immediata chiusura di scavi qualora si manifestassero segni di impraticabilità o possibili danni ambientali. Repentino l’intervento in merito alla vicenda dei diamanti provenienti dal giacimento di Marange nello Zim babwe dove avve ngo no pesanti violazioni dei diritti umani e da dove vengono espor tati illegalmente anche con certificati Kimberley Process falsi. Da qui l’immediato potenziamento di vigilanza da parte del personale di auditing e l’aggiornamento sugli svilup-

pi di questo triste caso di sopraffazione e sfruttamento criminale. Un invito ai suoi membri ad attenersi rigorosamente agli schemi di Certificazione diffidando dal trattare, acquistare e vendere tali diamanti. Il Sistema diviene così un concreto aiuto umanitario. Pubblicamente varato e divenuto operativo lo scorso dicembre, è stato presentato per la prima volta alla Fiera di Vicenza riscuotendo un enorme successo. Lo stesso presidente Roberto Ditri ha dichiarato che tale iniziativa è “da una parte uno stimolo per tutti i nostri operatori e dall’altra conferma Vicenza come un palcoscenico internazionale per raggiungere la filiera dell’oro a livello mondiale”. Con entusiasmo John Hall, vice

presidente del RJC, ribadisce così l’importanza del progetto: “Usare il sistema di ce r tificazione del Responsible Jeweller y Council per rafforzare la fiducia nel consumatore e garantire l’applicazione ed il mantenimento di alti valori di etica e moralità nel proprio lavoro”. Ancora Hall evidenzia la riduzione della quota associativa pari al 25% allo scopo di ridurre la percentuale delle vendite annuali dallo 0.006 allo 0.0045% per i venditori e i produttori di oro e diamanti e dallo 0.004 allo 0.003% per le aziende orafe. L’RJC preannuncia per i prossimi due anni di sostenere pienamente la realizzazione del Sistema e continuare ad incrementare la sua influenza e il valore dei membri.


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marketing IL MARKETING

come strumento principe del cambiamento di Giovanni Lepre*

La diffusione del marketing nell’impresa moderna va di pari passo con l’accelerazione dei meccanismi di evoluzione della società e, in particolare, del sistema produttivo. Le nuove tecnologie trasformano i tempi tradizionali del ciclo di vita di un prodotto, abbattendoli. Chi g uida un’azienda deve poter mettere in gioco continuamente le posizioni conquistate, senza mai adagiarsi sui segmenti di mercato che è riuscito ad occupare. Deve dialogare continuamente con la realtà che lo circonda, saper interpretare le istanze provenienti dal mercato, quindi dalla clientela attuale e potenziale. Il cambiamento, non la stabilità, diventa la regola base. Il marketing, se bene utilizzato, è lo strumento principe per monitorare il nuovo che avanza. Gli esperti di marketing dicono che se un’impresa fa sempre gli stessi affari, presto non ne farà più nessuno. Per orientarsi è opportuno allora rifarsi alla sapiente ricetta del teologo statunitense Reinhold Niebuhr: bisogna accettare con serenità ciò che non si può cambiare, ma saper anche trovare il coraggio per modificare le cose quando è possibile. Il requi-

sito numero uno, conclude argutamente Niebuhr, è avere la saggezza necessaria per distinguere le due situazioni. Ma perché è così difficile mantenere le posizioni? La risposta ce la dà una semplice constatazione. L’increment o della capacità produttiva in quasi tutti i settori - effetto anche della globalizzazione che ha segnato l’ingresso sulla scena di nuovi competitor - ha ribaltato il vecchio rapporto tra imprese e potenziali consumatori. Un tempo questi ultimi erano in numero esorbitante rispetto alle realtà che si proponevano sui mercati. Nell’epoca presente, sono le imprese, l’offerta di prodotti e di servizi, a eccedere. Il cliente assume dunque un maggiore potere contrattuale. Ciò ha posto le basi per strategie imprenditoriali che pongano al centro dell’iniziativa aziendale la customer care. Lo spostamento di attenzione è dalla creazione del prodotto al mantenimento del cliente. Una massima divulgata in ambiente Ford e che ha fatto il giro del mondo è: “Se non siamo guidati dai clienti nemmeno le nostre macchine lo saranno”. Essere guidati dal cliente significa

anche mettere in discussione il proprio prodotto, se necessario, per adeguarlo ai suoi nuovi desideri. Le imprese devono avere cura di chi acquista i loro beni e si serve dei loro servizi, prima ancora di cercare nuovi consumatori o utenti. Il marketing serve più a cambiare prodotti e servizi, se occorre, che a cercare nuova clientela. Per costruire un futuro l’azienda deve poter contare su uno zoccolo duro di mercato, e ciò è possibile soltanto attraverso strategie di fidelizzazione dei consumatori. In tal senso, risulterebbero sbagliate politiche di incentivazione interna che puntassero a premiare solo venditori che acquisiscano nuova clientela. Bisogna motivare almeno con altrettanta forza chi consolida i rapporti con soggetti che, per capacità di spesa, qualità e affidabilità dei comportamenti, possono essere definiti interlocutori privilegiati dell’impresa. Ma anche per rafforzare le relazioni con i clienti già in portafoglio l’imperativo di marketing resta lo stesso: saper cambiare, adattarsi alle nuove esigenze espresse. *Commercialista



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La Federazione Nazionale Dettaglianti Orafi Gioiellieri Argentieri Orologiai da più di 50 anni opera in Italia a favore del settore orafo. Attraverso 70 associazioni locali promuove inizitive a tutela degli oltre 8.000 soci, organizza corsi e convegni su temi di attualità, offre la possibilità di partecipare alle più importanti manifestazioni fieristiche del settore a condizioni vantaggiose, stipula convenzioni con grandi aziende a livello nazionale e tiene costantemente informati gli associati sulle più recenti disposizioni di legge in materia facendosi promotrice di innumerevoli iniziative nell’interesse di tutto il settore orafo italiano.

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