Preziosa Magazine n.3(2018)

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alarsi nel Rinascimento non è raro camminando per le vie di Firenze, ma se si fanno pochi passi Oltrarno fino a P alazzo N asi Q uaratesi, v arcando la soglia della bottega di Alessandro D ari si entra in un universo parallelo, in un museo-laboratorio che potrebbe essere l’antro di un alchimista o la bottega di un ar tista del C inquecento. A d accogliere i visitatori sono le note della “Musical box”, summa della multiforme arte di Dari e della sua vita. I noltrandosi tra le vetrine le collezioni confermano queste sensazioni forti: pezzi scultor ei e complessi giocano sui chiaroscuri, attraggono e respingono allo stesso tempo chi li osserva, opere d’arte che ancora pr ima di essere indossate richiedono di essere capite e ammirate. L’aura di mistero non si dissolve, ma si tinge di magia incontrando l’artista, la cui storia non ha nulla dell’usuale percorso dell’orafo di oggi. «A 12 anni trovai un anello su una fonte di Siena - racconta - Lo indossai e seppi che quella sarebbe stata la mia arte, il mio mestiere. Quattro anni dopo comprai qualche arnese e iniziai, senza maestri, perché non li amo, ma passando 12 anni a sperimentare e studiare le tecniche del passato. Molti li ho spesi sul mondo etrusco, al quale devo tutto». Un percorso che non sembra semplice né indolore. All’inizio ho pianto molto, perché non riuscivo a dare forma alle cose come avrei voluto. Andavo sulla tomba di Michelangelo chiedendogli di entrare in qualche modo in me. Poi ho trovato me stesso. La sua formazione però non si limita a questo. Sono farmacista, biologo e ho studiato chitarra classica. Suonare è come creare gioielli, perché entrambi richiedono una

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Alessandro Dari un Rinascimento contemporaneo A Firenze nel museo laboratorio dell’artista si respira l’aria di altre epoche, un universo parallelo ricco di fascino e mistero profonda preparazione tecnica. Mentre il lavoro notturno in farmacia mi ha permesso di dedicarmi ai gioielli durante il giorno. Il suo laboratorio sembra quello di un alchimista... Ho due reagentari: uno chimico, con sostanze che uso nel mio lavoro, e uno spirituale, che rappresenta quel mondo parallelo a cui tutti apparteniamo, che nutre e dà una sequenza precisa al nostro percorso spirituale. Al centro sta il giardino alchemico, che è l’unione dei mondi materiale e spirituale. Si sente alchimista? Nessun alchimista si sente alchimista. È l’alchimia che ti sceglie, è un percorso spirituale di avvicinamento a Dio. Dopo un processo iniziatico la materia comincia a parlarti, e questo dialogo ti permette di fare ciò che lei contiene. La materia è un miracolo e il compito degli artisti è quello di nutrire l’anima utilizzando la materia. I suoi pezzi sono più gioielli od opere d’arte? Nel Rinascimento oreficeria, scultura e pittura s’insegnavano nelle stesse botteghe. Sono sculture che possono essere lasciate inanimate sopra al

mobile o indossate, dando loro vita propria. Le sue collezioni hanno nomi che r ichiamano il medioevo e il gotico, a volte tenebrosi. Il tema può esserlo, il mio tentativo è quello di riesumarlo e porlo verso la luce. Che materiali impiega? Oro, argento, bronzo, rame, acciaio, mercurio e una lega alchemica di sette metalli, che rappresentano sette pianeti, e ho chiamato “blutonio”, perché quando arrivi alla fusione secondo il mio processo diventa blu come il manto della Madonna. Gli alchimisti parlavano dell’aiuto di Maria e io mi chiedevo cosa c’entrasse con la preparazione di un metallo, poi ho visto questo blu e ho capito. Qual è il pezzo a cui è più legato? La musical box. Rappresenta la mia vita, tanto che ogni volta che c’è un elemento nuovo viene aggiunto. È l’unione della forma, dell’estetica e dell’arte con la fisica, la meccanica, il movimento, perché tutto ciò che viviamo è dinamico. (MEB)

ALESSANDRO DARI THE ALCHEMIST’S SHOP It is not uncommon to find oneself in the R enaissance while walking through the streets of Florence, but if you take a short walk to Oltrarno, up to P alazzo Nasi Quaratesi crossing the threshold of the wor kshop of Alessandr o Dari you enter a parallel universe, in a museum-laboratory. The aura of mystery doesn’t dissolve, but rather is tinged with magic when you meet the ar tist, whose story is nothing like the usual career path of the modern goldsmith. “At the age of 12, I found a ring on a fountain in S iena,” he says. “I put it on and knew it would be my ar t, my profession. Four years later I bought some tools and I star ted, without teachers, because I don’t like them, but I spent 12 years experimenting

and studying the techniques of the past. I spent many of them focusing on the Etruscan world, to which I owe everything”. Your laboratory looks like an alchemist’s... I have two reagents: a chemical one, with substances that I use in my work, and a spiritual one, which represents that parallel world to which w e all belong, which nourishes and giv es a pr ecise sequence to our spiritual journey. At the centre is the alchemical garden, which is the union of the material and spiritual worlds. Do you feel like an alchemist? No alchemist feels like an alchemist. It is the alchemy that chooses you, it is a spiritual path of approach to God. Are your pieces more jewels or works of art?

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In the R enaissance goldsmithery, sculpture and painting w ere taught in the same workshops. They are sculptures that can be left inanimate on the furniture or worn, giving them their own life. What materials do you use? Gold, silver, bronze, copper, steel, mercury and an alchemical alloy of sev en metals, r epresenting sev en planets, which I called “blutonium”. What is the piece that you are most attached to? The music box. It represents my life, so much so that ev ery time there is a new element it is added. It is the union of form, aesthetics and art with physics, mechanics, mo vement, because everything we live is dynamic.

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Dall’alto in senso orario: Collezione Paradiso / Musical box. Gioiello scultura dinamico / Collezione Panoramica / Alessandro Dari al suo banco / Collezione Vascello

3|2018 Alessandro Dari


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