
Concorso Internazionale di Idee per il disegno del nuovo paesaggio di Bagnoli
Lospazioapertocomesistemadirelazione.L’isola che c’è 23 giugno 2020 POLICREO

Indice
Premessa
Principi ed obiettivi
Sintesi delle azioni progettuali proposte
Concept
Il foodcome forza connettiva dello spazio urbano
I 5 temi progettuali: dal macro al micro
L’ARENA
IL PARCO DEL MEDITERRANEO PARCO DEL FOODo LA CITTÀ DEL CIBO
IL ‘CRATERE’ D’ACQUA LA “PIAZZA DELLE ARCHEOLOGIE”

PREMESSA
Il Programma di Risanamento Ambientale e di Rigenerazione Urbana (PRARU) del Sito di Rilevante Interesse Nazionale di Bagnoli-Coroglio (SIN), ha delineato il percorso per gli interventi di risanamento ambientale e definito: le destinazioni d’uso delle aree, il sistema delle infrastrutture di mobilità e di sosta, il sistema delle infrastrutture idriche, l’estensione del grande parco urbano, della spiaggia pubblica e del nuovo lungomare, tenuto conto delle risorse culturali, ambientali e paesaggistiche esistenti e della strategia di sviluppo prevista.
Gli spazi verdi con la spiaggia pubblica costituiscono circal’80% dell’area rigenerata e andranno organizzati per aree tematiche, dovranno essere vivibili in tutte le stagioni e quasi in tutte le ore, garantendo elevati livelli di sicurezza e fruibilità.
I manufatti di archeologia industriale conservati in fase di dismissione dell’impianto siderurgico costituiscono memoria del passato industriale e dovranno essere valorizzati non solo attraverso la loro rifunzionalizzazione, ma anche con la previsione di percorsi ciclopedonali dedicati.
L’insieme dei diversi spazi verdi e dei manufatti di archeologia potrà configurare il «Parco dell’Acciaio del Lavoro di Bagnoli».
Le nuove volumetrie (per la residenza e la produzione di beni e servizi) sono localizzate al margine dell’area di intervento, garantendo continuità tra parco e spiaggia, e dovranno essere integrate e connesse con il tessuto urbano circostante.
Il nuovo waterfront, da Dazio a Nisida, lungo più di 2 km, è realizzato mediante una serie coordinata di interventi di bonifica e di rigenerazione fortemente integrati tra di loro secondo un progetto unico sia pur realizzabile per fasi.
Si prevede di valorizzare le aree verdi naturali ed in particolare il corridoio ecologico della collina di Posillipo che potrebbe continuare nel parco anche mediante un ponte verde su via Leonardi Cattolica.
Si prevede di valorizzare le connessioni, via terra e via mare, con le vicine aree archeologiche.

PRINCIPI ED OBIETTIVI
Il paesaggio e il patrimonio culturale rappresentano gli elementi chiave per il sito del Concorso.
Il vuoto, lasciato dalla fabbrica, diventa potenzialità per il disegno del nuovo paesaggio e la valorizzazione degli elementi paesaggistici conservati. Gli edifici nuovi e recuperati dovranno garantire l’affaccio verso il mare, verso il parco e le configurazioni morfologiche (scarpate e aree naturali), verso l’Isola di Nisida, verso la collina di Posillipo e il correlato corridoio ecologico, verso il golfo di Pozzuoli e la spiaggia, verso le archeologie industriali.
L’idea progettuale dovrà proporre obbligatoriamente una nuova morfologia del sito, ed in particolare del grande parco urbano realizzando anche nuove prospettive paesaggisticamente rilevanti; per tale aspetto sono disponibili non meno di 500.000 mc di materiali inerti (che si stima derivino dalla demolizione della colmata e dal recupero dei materiali non inquinati).
Saranno privilegiate le idee progettuali che garantiscano la localizzazione di attività sportive nel parco, in spiaggia e nello specchio d’acqua prospiciente, proponendo la realizzazione di aree e percorsi verdi come luogo d’incontro tra natura, sport, benessere e divertimento, in una logica di forte integrazione tra mare, costa e parco.
Si dovrà conservare il Parco dello sport, che sarà connesso con il parco urbano e i percorsi ciclabili, pedonali e i percorsi verdi anche prevedendo soluzioni progettuali che superino via Leonardi Cattolica senza interferenze tra percorsi su gomma, percorsi ciclabili e pedonali.
Si dovrà prevedere la localizzazione in spiaggia del Centro di Preparazione della Vela, guardare all’ex area industriale in un’ottica di continuità territoriale tra l’area urbanizzata ed il futuro parco urbano, il waterfront, la nuova linea di costa dalla rimozione della colmata e il ripascimento della spiaggia, i nuovi insediamenti mitigati nel parco o posti nel salto di quota tra spiaggia e parco, lasciando libera la linea di orizzonte, dal parco verso il mare, il recupero delle archeologie industriali, il previsto sistema delle infrastrutture idriche e di mobilità, il recupero lungo la costa di Coroglio, il “Green Port” a Nisida senza tralasciare le connessioni con i punti di forza a scala territoriale.


SINTESI DELLE AZIONI PROGETTUALI PROPOSTE
In sintesi, per costruire un nuovo paesaggio per Bagnoli, è necessario valorizzare sicuramente gli elementi di palese matrice antropica e riconosciuti di valore storico-testimoniale e sociale; affidarsi senz’altro alla ricostruzione ecosistemica e alla particolare interazione tra la componente marina, la costa ed ilprimo entroterra; ma soprattutto riconoscere il vero elemento fondativo, identificabile nella conformazione morfologica generata dai processi evolutivi di natura geologica che hanno prodotto le emergenze che disegnano il quadro paesistico complessivo.
Ci si riferisce, più precisamente, alla particolare conformazione del rilievo della collina di Posillipo, all’emergenza dell’Isola di Nisida, alla geometria comunque percepibile della linea di costa, ancorché alterata dalla colmata ed alla pianura stessa di Bagnoli, che costituisce il “piano” di raccordo tra questi unici geotipi e il mare.
Valutando questo specifico contesto territoriale in termini meramente morfologici, escludendo pertanto le alterazioni antropiche, è possibile riconoscervi un’unica geometria elementare che, a scale territoriali differenti, risulta contraddistinguere le principali strutture geologiche emergenti. E’ una geometria precisa, tra l’altro già intuita e applicata per il disegno funzionale e architettonico del Parco dello Sport.
Ci si riferisce:
• alla circolarità che inscrive l’isola di Nisida e il suo cratere;
• al settore di circonferenza che contraddistingue l’originaria linea di costa;
• all’ampio segno circolare disegnato dalla linea di contatto tra la scarpata nord della collina di Posillipo e la pianura di Bagnoli.
Un paesaggio circolare, contraddistinto dall’intreccio di settori di circonferenza di differente scala e ampiezza sia di raggio che di estensione, in cui ha trovato sviluppo la natura ed è stata accolta l’attività umana.
In sintesi, un paesaggio avvolgente e ciclico. La forza di queste geometrie, se ben interpretata, potrà offrire efficaci morfologie con cui raccordare i differenti piani insediativi e funzionali definiti dal PRARU, pur conservando un’unitarietà paesaggistica in grado di garantire la necessaria connettività ecosistemica tra l’ambiente marino e il primo entroterra e finanche valorizzare le molteplici e reciproche visuali percettive, conseguenti al nuovo quadro paesistico così ricostruito.

CONCEPT
Come ampiamente descritto nella Sintesi delle azioni progettuali proposte, l’elemento morfologico e di sostanza, che dà corpo alla struttura insediativa della nuova Bagnoli, è la figura circolare. Essa trova spunto nella condizione stratigrafica del sito e nella volontà progettuale di reinventarla, sotto forma di matrice compositiva, che sostiene le singole azioni progettuali entro un quadro programmatico integrato e complessivo.
Il principale momento si ritrova nell’Arena, che svolge un ruolo di cerniera tra i nuovi percorsi che collegano le aree limitrofe. Un luogo fisico dunque, ma anche fortemente simbolico, inteso come centro di gravità, che propaga la propria energia centrigufa, dalla terra verso la terra.


1. Arena
2. Corridoio ecologico
3. Piazza delle archeologie industriali
4. Spiaggia
5. Pontile
6. Giardino botanico
7. Parco del mediterraneo
8. Nuovo edificato
9. Città della scienza
10. Isola di Nisida
11. Nuovo percorso PosillipoHill
12. Area sportiva
13. Parco del Food
14. Acquario
15. Poligono di tiro
MASTERPLAN






STREET FOOD. La strada come luogo dell’esperienza
Lo spazio pubblico per eccellenza (la strada) storicamente ha costituito il luogo maggiormente vocato allo scambio commerciale e sociale tra gli individui. La diffusione del fenomeno dello “street food”, che ha origini remote, ha dato una forte spinta allo sviluppo di attività legate al mondo del cibo in modo aperto e vasto: dal rito consumistico dell’acquisto di un dato bene (quello alimentare) all’evoluzione divulgativa e conoscitiva dell’alimentazione come sistema a tutto tondo, in cui la strada diviene vera e propria “venue” per lo svolgimento di eventi legati alla cultura dell’alimentazione e della produzione agro-alimentare, in combinazione con l’attività di vendita diretta al consumatore.
L’esigenza di luoghi capaci di offrire ristoro, in modo frugale, risale all’antica Grecia ed ancora oggi si hanno tracce della sua interpretazione romana con il “Termopholium”, in cui era possibile consumare il prandum direttamente in strada.
Appare fondato istituire un confronto con i più recenti fast food, nati nell’America degli anni Cinquanta e che del loro predecessore conservano lo spirito principale: un pasto veloce e possibilmente da consumare in modo conviviale.
Analogamente il fenomeno della vendita di cibo pronto in strada, che si diffuse già nel XIX secolo, gettava le basi per il dilagare sempre maggiore di quanto oggi è una pratica consolidata.





STREET FOOD. Dal teritorio alla comunità
Negli anni ‘10 del nostro secolo anche in Italia si è registrato un poderoso aumento del fenomeno dello street food, grazie anche alla forte spinta data al settore della ristorazione dall’Esposizione Universale di Milano del 2015, il cui tema era per l’appunto “Nutrire il pianeta”.

Ladietamediterraneaontheroad.Questefriselle diorzoogranodurovengonodalCilento. Cosìcomeisaporicheleaccompagnano:pomodoro,peperoncino,oliveealtroancora.
STREET FOOD. Branding intinerante
InprovinciadiTorino,laVsveicolispeciali,leadernell’allestimentodinegoziambulanti,indueanniha raddoppiatoilfatturato.Eprevedeunacrescitasignificativadel50%ancheperquelloincorso.“Aumentanoprivatieaziendedelmondodellaristorazionecherichiedonopiccolimezziitineranticoncui promuovereilpropriomarchioeipropriprodotti–spiegaDavideCavalierid’Oro,titolaredell’azienda torinese–Moltideinostriclientiinunpaiod’annihannoraddoppiatolepostazionimobilieapertopunti fissi”.ConfermailtrendanchelasecondaedizionediStreeat,partecipatissimofoodtruckfestivala Milanodaoggial28settembre.[n.d.r.26/09/2014-ilsole24ore.com]
L’attuale emergenza sanitaria sta confermando il trend di crescita nel settore dello “street food”, che si conobbe nel periodo che precedeva l’Expo di Milano 2015.
Il fenomeno sempre più esteso del takeawaye del cibo su ordinazione può rivelarsi un potente volano per ridare vigore ed energia al settore della ristorazione, pesantemente colpito dal Covid-19.
OLTRE LA DIMENSONE TERRITORIALE. Nutriamo
EXPO 2015, MILANO | I luoghi in un luogo. L’architettura come legame tra ‘locale’ e ‘globale’
Unagrandeesposizione:unenormeparcotematico,distribuitosuspazieallestimenti diversi.Iltemaè“Nutrireilpianeta,energiaperlavita”,quindicibomanonsolocibo: ognipaeseaffronteràiltemaamodosuo,creandoun’attrazioneperivisitatori. Le abitudini alimentari internazionali, la mancanza di cibo, l’uso responsabile delle risorse, il futuro costruito sull’esperienza: tutti i paesi partecipanti mostreranno il megliodelleproprietecnologieedelleproprierisorsecollegateaquestotema. Ivisitatoripotrannoancheassaggiareipiattitipicideivaripaesi,perscoprirnesapori, gustietradizionigastronomiche.


Foodcome
risorsa multi-valoriale
Relazioni tra il cibo e la comunità
Street food.
La strada come luogo dell’esperienza FOOD MARKET.
Acluni esempi paradigmatici

I VALORI DEL PROGETTO
Uno dei 5 temi progettuali che compongo il quadro programmatico della presente proposta riguarda la lunga fascia di suolo che genera la propria giacitura ed orientamento dal poligono di tiro e si proietta sino alla linea di costa, per una lunghezza di circa 900 metri.
È il Parco del Mediterraneo, un sistema lineare multi-funzionale, capace di regolare le relazioni territoriali, nell’intimo legame tra il mare ed il primo entroterra.
Un itinerario esperienziale, al centro di un ambito urbano fortemente caratterizzato dalla commistione di archeologia industriale e natura.
Un dispositivo territoriale che contiene in sè l’essenza dell’esperienza del cibo, che è intrisa di cultura, tradizione, socialità e mutuo scambio tra le persone e che si propone come naturale estensione verso l’area più vasta del proposto Parco del Food , previsto nei fabbricati ex-industriali recuperati.
Un mondo di relazioni, che si consumano e sempre si sono consumate nel luogo pubblico d’eccellenza: la strada, che oggi si ricandida a recuperare i propri valori relazionali tra vuoti e pieni, tra pubblico e privato. Questi i valori che sostengono la proposta progettuale e che si irradiano in tutta l’area oggetto del concorso; la cultura del cibo come strumento per la riscoperta del territorio e come legante solidale che mette a sistema le nuove attività che prenderanno corpo nella rinnovata Bagnoli; un luogo da vivere, vedere e rivedere.
TRADIZIONE COSTUME CONOSCENZA STILE


















I 5 TEMI PROGETTUALI.
DAL MACRO AL MICRO
L’ARENA
IL PARCO DEL MEDITERRANEO
PARCO DEL FOODo LA CITTÀ DEL CIBO
IL ‘CRATERE’ D’ACQUA
LA “PIAZZA DELLE ARCHEOLOGIE”

L’ARENA
L’ARENA nasce su materiale di recupero dalla demolizione della colmata. Il trattamento dei pendii ricorda il movimento naturale della terra ed ospita un oliveto, che non celebra tanto il disegno del terreno modellato, quanto l’appropriazione solidale dell’azione dell’uomo sulla natura. È il passaggio dallo stato di crescita spontanea a quello di crescita governata dall’uomo, che si fa carico di comprendere e proteggere il paesaggio entro cui egli vive.
È il verde di un rilievo esistente (il riferimento esplicito al vulcano), violato dallo scavo per ospitare la nuova cavea, secondo un principio di saturazione dello spazio che digrada man a mano che ci si avvicina al margine superiore del grande foro circolare.


La scelta dell’oliveto che cinge il vuoto dell’arena trova le proprie ragioni nella volontà di saldare i due momenti primari della relazione uomo-paesaggio: da un lato la natura “selvaggia”, che cresce secondo propri codici di sviluppo ed appropriazione dello spazio, dall’altro il lavoro, paziente e rispettoso, dell’uomo, che qui è rappresentato dall’uso della specie arbustiva che meglio di altre sintetizza i valori del mediterraneo: l’ulivo.
Il disegno del paesaggio coniuga il rigore dell’azione antropica (i filari) con la percezionedicrescitaspontanea , tipica dei luoghi poco o non affatto antropizzati.





IL PARCO DEL MEDITERRANEO
Attraversare il ‘suolo-soglia’

L’andamento lineare del Parco del Mediterraneo interpreta la volontà dichiarata di connettere il primo entro-terra con il mare; ma allo stesso tempo, esso si prefigura anche come elemento urbano capace di ricucire, in senso trasversale rispetto alla giacitura dell’area, l’abitato di Coroglio con quello di Posillipo.
Una ‘lingua’ di verde attraversata, animata e rinnovata ad ogni passaggio; un suolo-soglia, che ospita il Mediterraneo attraverso la riproposizione dei suoi tratti salienti: la cultura del cibo (la dieta mediterranea) e le specie floristiche in primis.
I manufatti I filari alberati Le aree boscate



