PMI Magazine maggio 2024

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ECCELLENZA DEL MADE IN ITALY

MAGGIO / 2024
l’Innovazione e le Tecnologie
Dipartimento per
Spedizione in abbonamento postale 45% Art.2 comma 20/B legge 662/96
industriali
Università Cattolica del Sacro Cuore
M ensile di Informazione dell’Associazione
- Assoimpresepmi

Mensile Ufficiale dell’AssoimpresePMI - Associazione Industriali Piccole e Medie Imprese Italiane Il mensile è presente presso l’osservatorio per le piccole e medie Imprese, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Dipartimento per l’Innovazione e le Tecnologie, Dipartimento della funzione Pubblica, Ministero dell’Economia e delle Finanze - Consip, Centro per l’informatica nella Pubblica Amministrazione - Cnipa, Associazione Italiana Tesorieri d’impresaaiti, Associazione Italiana Sistemi Informativi in Sanità e presso la commissione Europea (BRUXELLES)

PMIMagazine

Direttore Responsabile Cosimo Bisci

Redazione e Impaginazione Grafica Silvia Tira

Area comunicazione marketing relazioni esterne Alberto Di Leo

Hanno collaborato a questo numero Paolo Melissi Fotografie - Mario Carò

Assoservizi srl Via Ponchielli 4 - 20063 Cernusco Sul Naviglio - Milano Tel. 02/9230274 039/6057142 - 6058035

Fotolito e Stampa - PI-ME Pavia

Tutti i marchi, i servizi e interviste appartengono ai rispettivi loro proprietari. Iscritto al tribunale di Milano il 26/02/2001

TRENITALIA FRECCIAROSSA

eCCellenza del Made in italy

ENI SUSTAINABLE B2B

Maurizio Maugeri, Head of sustainable b2b

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SPO RTELLO E UROPA p ierluigi t os, presidente efs M f ederazione europea delle so C ietà s C ientifi CH e di M i C ro CH irurgia

FOCUS PMI

Cessione del Credito e sConto in fattura per le pMi

InformazIonI 20 Il Calendario Fiscale - PMI 29 Come Abbonarsi 44 Ministero dello Sviluppo Economico 60 Inps 62 Inail 64 NEWS PMI - SVILUPPO ECONOMICO
numero
92. ROC n° 21365 Tutti gli speciali sono con uscita decadenza settimanale. “La Grande Industria” inserto esclusivo per le Grandi Industrie allegato a PMI Magazine. Tutti i Diritti riservati. MAGAZINE Dipartimento
e le
International Facility Management Association Italian Chapter Member of the Euro FM Network Unione Europea in collaborazione con: Associazione Italiana Tesorieri d’impresa aITI ASSOIMPRESEPMI Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana SommarIo Università Cattolica del Sacro Cuore
di registrazione
per l’Innovazione
Tecnologie
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FRECCIAROSSA: ECCEllEnzA dEl mAdE In ItAly

FRECCIAROSSA 1000

Il Frecciarossa 1000 è il primo treno, ad alta velocità, al mondo ad avere ottenuto la certificazione di impatto ambientale (EPD) basata su un’attenta Analisi del Ciclo di Vita. Ogni dettaglio, dalle leghe leggere di cui è composto, fino ai nuovi motori elettrici che lo spingono, è stato progettato per ridurre al minimo il consumo di energia: fino al 30% in meno rispetto ai treni ad alta velocità della precedente generazione. L’attenzione alla sostenibilità non si limita alla riduzione dei consumi ma tiene conto anche della riciclabilità dei materiali di cui è costituito, che raggiunge il 94% al termine del ciclo di vita del treno.

Il treno è dotato di 4 livelli di servizio: Executive, Business, Premium, Standard.

L’Executive si caratterizza per le poltrone rivestite in pelle color champagne con sistema servoassistito per la gestione dell’ampio reclining dello schienale e dell’estensione del poggiagambe. La possibilità di ruotarle a 180° consente di viaggiare sempre orientati verso il senso di marcia del treno. Qui è disponibile, previa prenotazione, l’Area Meeting.

Il Business offre poltrone rivestite in pelle. Gli elementi divisori in cristallo, per garantire maggiore privacy, e gli ampi spazi per i bagagli (sotto i sedili, sulle cappelliere e nelle bagagliere a terra interne

poste agli estremi del salone viaggiatori) migliorano l’esperienza di viaggio. Disponibile anche l’Area Silenzio. Nel livello Business vi sono inoltre i posti attrezzati per i passeggeri a mobilità ridotta e la toilette dedicata molto ampia.

Il Premium è dotato di poltrone, disposte su file da 4, rivestite in pelle. Gli spazi per i bagagli sono disponibili sotto i sedili, sulle cappelliere e nelle bagagliere a terra interne poste agli estremi del salone viaggiatori. Lo Standard, invece, si caratterizza per le poltrone rivestite in ecopelle grigia, con finiture in arancio, sono disposte su file da 4, prevalentemente in modalità vis a vis.

PMI 04 www.trenitalia.com
PMI 05 SPECIALE TRENITALIA FOR BUSInESS
lIvEllO dI SERvIzIO ExECUtIvE lIvEllO dI SERvIzIO BUSInESS lIvEllO dI SERvIzIO StAndARd lIvEllO dI SERvIzIO PREmIUm

SPECIALE TRENITALIA FOR BUSInESS

CON FRECCE E FRECCIALINK OLTRE 150 METE

RAGGIUNTE IN TUTTA ITALIA

Con oltre 270 treni e 30 corse bus, le Frecce e i Freccialink collegano più di 150 destinazioni in tutta Italia. Il collegamento “business” per eccellenza, Milano-Roma, è garantito da 100 treni al giorno (9 quelli no-stop che impiegano meno di 3 ore). Con il nuovo orario estivo l’Italia sarà collegata da Nord a Sud con 8 collegamenti al giorno tra Milano e Reggio Calabria; 2 collegamenti al giorno tra Venezia e Reggio Calabria, 16 Frecce giornaliere tra Roma e Reggio Calabria e fino a 13 collegamenti quotidiani, con Frecciarossa e Frecciargento, tra Roma e la Puglia. Saranno inoltre disponibili oltre 30 Frecciarossa giornalieri tra Milano, Venezia, Torino, Bologna e la costa adriatica, con 2 Frecciarossa giornalieri aggiuntivi tra Milano e Pescara e, nel weekend, ulteriori 2 collegamenti tra Bolzano e Pescara. Nuove opportunità di viaggio anche per chi si reca in vacanza sulla costa adriatica dalla Capitale, grazie a due nuovi Frecciargento tra Roma e Ravenna nel weekend. Si arricchisce anche l’offerta notturna: oltre ai 2 Frecciarossa della tratta Milano-Reggio Calabria, disponibili nelle giornate a più alta richiesta, ci saranno anche 2 nuovi Frecciarossa che viaggeranno di notte tra Milano e Lecce. A completare l’offerta vi sono i FrecciaLink – il servizio realizzato con autobus dedicati, in connessione con le Frecce – che consentiranno di raggiungere Matera, Assisi, Perugia, Potenza e Pompei. Vi è, inoltre, il ParmaLink che prevede, ogni giorno, 18 collegamenti con il bus nella tratta Parma-Reggio Emilia AV in connessione con treni Frecciarossa da e verso Firenze, Roma, Napoli, Salerno e altre città del network Frecce.

NON SOLO BUSINESS, LE DESTINAZIONI LEISURE DELL’ALTA VELOCITÀ

Con il nuovo orario estivo, le Frecce raggiungeranno le più belle destinazioni di mare, montagna e città d’arte, con fermate e corse aggiuntive, quali ad esempio Latisana–Lignano Sabbiadoro, Riccione, Cattolica, Senigallia, Giulianova, Vasto San Salvo, Monopoli, Fasano, Ostuni, Maratea, Scalea, Sapri, Pisciotta–Palinuro, Vallo della Lucania, Agropoli e Orbetello. Cinque nuove località del Cilento saranno raggiungibili con FrecciaLink: Acciaroli, Pioppi, Casal Velino Marina, San Marco di Castellabate e Santa Maria di Castellabate.

A questi si aggiungono anche Piombino, Cecina, Sorrento, Vieste e Peschici. Per chi, invece, preferisce la montagna saranno disponibili 10 Frecciarossa al giorno tra Roma, Firenze e Bologna con partenza e arrivo a Trento e Bolzano e 2 nuovi Frecciarossa tra Milano e Bolzano che viaggeranno il sabato e la domenica. Con FrecciaLink le più belle località di montagna delle Alpi saranno ancora più vicine: Val Gardena, Val di Fassa, Val di Fiemme, Cortina d’Ampezzo, Cadore, Madonna di Campiglio, Pinzolo, Courmayeur e Aosta.

CON TRENITALIA FOR BUSINESS

VIAGGI DI LAVORO PIÙ CONVENIENTI

Il Trenitalia for Business è il programma dedicato ad Aziende e titolari di Partita Iva che viaggiano per lavoro sui treni Le Frecce. L’iscrizione è gratuita e consente di accedere a una serie di vantaggi riservati: offerta Corporate, offerta di

riferimento per i nostri clienti business a prezzo fisso, cambi illimitati e rimborsabilità prima della partenza; offerta Corporate Top con ancora più flessibilità negli spostamenti, caratterizzata da rimborso integrale del biglietto prima partenza e un cambio prenotazione nella stazione di origine del viaggio fino a 4 ore dopo l’orario di partenza; offerta Carnet Aziende da 10, 30 e 50 viaggi che consente a chi si sposta sulla stessa tratta di risparmiare fino al 40%; call center gratuito attivo tutti i giorni e accesso dedicato da App Trenitalia. In più, con l’offerta A/R Frecce in settimana, è possibile acquistare un viaggio di andata e ritorno con lo sconto del 50%. Si può partire dal lunedì al giovedì e tornare dal martedì al venerdì, nella stessa settimana lavorativa, anche scegliendo una classe o un livello di servizio differenti. Maggiori informazioni su trenitalia.com

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CON IL CARNET AZIENDE FINO AL 40% DI SCONTO

SUI VIAGGI DI LAVORO

Spostamenti di lavoro tra due città? Il Carnet Aziende permette di risparmiare sui viaggi di dipendenti e collaboratori. Si può scegliere tra le seguenti tipologie di Carnet:

• Carnet Aziende 10 viaggi con lo sconto del 20% sul prezzo Corporate

• Carnet Aziende 30 viaggi con lo sconto del 30% sul prezzo Corporate

• Carnet Aziende 50 viaggi con lo sconto del 40% sul prezzo Corporate

Il Carnet è dedicato solo alle aziende iscritte al programma gratuito Trenitalia for Business, non è nominativo; quindi, può essere utilizzato da diversi dipendenti e collaboratori della stessa azienda. Il Carnet Aziende è valido tutti i giorni della settimana, in entrambe le direzioni. Le prenotazioni devono essere effettuate nel periodo di validità del Carnet e hanno la massima flessibilità

per viaggi anche in date successive. Maggiori informazioni su trenitalia.com/it/informazioni/trenitalia-for-business/carnet-aziende PIÙ AGEVOLAZIONI PER I NUOVI CLIENTI CHE SI

ISCRIVONO ONLINE

Tutti gli affari viaggiano ad Alta Velocità con il programma Trenitalia for Business dedicato alle aziende e ai possessori di Partita Iva. L’adesione è gratuita e per tutti i clienti: l’App Trenitalia con accesso dedicato, un call center gratuito attivo tutti i giorni dalle 7 alle 20 e l’offerta Carnet Aziende da 10, 30 e 50 viaggi che consente a chi si sposta tra due città di risparmiare fino al 40% sul prezzo Corporate. In più, iscrivendosi online è possibile ricevere, in via promozionale, per gli acquisti effettuati nei primi 30 giorni, un ulteriore sconto del 10% sull’offerta Corporate, rispetto all’offerta dedicata. Per chi sceglie l’offerta Corporate Top, c’è ancora più flessibilità negli spostamenti con il cambio di prenotazione illimitato e il rimborso totale del biglietto fino alla partenza. L’offerta inoltre prevede l’accesso a FRECCIALounge e FRECCIAClub a chi possiede un biglietto valido per il livello Business (con associata la CartaFRECCIA

personale) e il +20% in più di punti CartaFRECCIA. ISCRIVERSI AL PROGRAMMA DEDICATO ALLE AZIENDE E AI POSSESSORI DI PARTITA IVA È FACILE E CONVENIENTE

Gli affari viaggiano ad Alta Velocità con il programma Trenitalia for Business dedicato alle aziende e ai possessori di Partita Iva. L’adesione è gratuita e per tutti i clienti: l’App Trenitalia con accesso dedicato, un call center gratuito attivo tutti i giorni dalle 7 alle 20 e l’offerta Carnet Aziende da 10, 30 e 50 viaggi che consente a chi si sposta tra due città di risparmiare fino al 40% sul prezzo Corporate. Inoltre, iscrivendosi online è possibile ricevere, in via promozionale, per gli acquisti effettuati nei primi 30 giorni, un ulteriore sconto del 10% sull’offerta Corporate. Per chi sceglie l’offerta Corporate Top, c’è ancora più flessibilità negli spostamenti con il cambio di prenotazione illimitato e il rimborso totale del biglietto fino alla partenza. L’offerta prevede anche l’accesso a FRECCIALounge e FRECCIAClub a chi possiede un biglietto valido per il livello Business (con associata la CartaFRECCIA personale) e il + 20% di punti CartaFRECCIA.

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www.trenitalia.com
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Maurizio Maugeri B2B di eni

Maurizio Maugeri, Head of SuStainaBle

Eni SuStainablE b2b : Soluzioni di buSinESS a SoStEgno dEllE PMi

Il mercato energetico globale pone aziende e istituzioni di fronte alla necessità di accelerare il processo di transizione; occorre fronteggiare il cambiamento climatico e garantire accesso universale all'energia. Dinanzi a questa grande sfida, Eni ha definito un piano strategico di lungo termine, composto da obiettivi intermedi che puntano alla progressiva decarbonizzazione dei processi e dei prodotti. L’obiettivo di Eni è il Net Zero: la totale decarbonizzazione dei processi e dei prodotti entro il 2050, in linea con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e l’Accordo di Parigi sul clima. Si tratta di un impegno concreto per la transizione: raggiungere la neutralità carbonica per limitare l’aumento della temperatura media globale entro 1,5°C. In questo percorso, l’azienda prevede di abbattere le emissioni cosiddette Scope 1 e 2 (dirette e indirette, relative alle proprie attività industriali) e Scope 3 (cioè le emissioni prodotte lungo tutta la Catena del Valore, come per esempio quelle prodotte da fornitori e clienti) del 35% entro il 2030 e dell’80% entro il 2040. Per centrare l’obiettivo, Eni investe nella ricerca e nello sviluppo di tecnologie in grado di accelerare la transizione verso un’energia sempre più sostenibile: l’offerta sostenibile di Eni attraverso Plenitude, Versalis, Eni Rewind ed Enilive, è un unicum nel panorama del settore energetico che riesce a coniugare

prodotti, servizi e soluzioni sfruttando tutte le tecnologie esistenti, alcune immediatamente disponibili e altre frutto di una costante ricerca all’innovazione. Tra i prodotti, i biocarburanti di origine biogenica – ottenuti prevalentemente dalla trasformazione di materie prime di scarto e di olii vegetali - la fornitura di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, la cattura e lo stoccaggio della CO2, l’idrogeno, nonché soluzioni per bonifiche sostenibili e per la gestione dell’acqua e la rigenerazione dei territori in ottica di economia circolare. Nell’ambito della ricerca, Eni svolge attività che si estendono anche a tecnologie game-changer come l’energia da fusione – la tecnologia che in futuro potrebbe permettere di generare energia sicura, virtualmente illimitata e a zero emissioni, utilizzando il principio che illumina le stelle.

La funzione “Sustainable B2B”, istituita in Eni nell’ambito della Direzione Energy Evolution, ha la missione di coniugare soluzioni innovative, competenze tecnico-scientifiche ed esperienze, in un ecosistema virtuoso di collaborazioni e partnership internazionali. “Si tratta di un modello integrato che si articola nell’offerta di prodotti, servizi e soluzioni ad hoc per le piccole, medie e grandi imprese e la pubblica amministrazione, con un approccio olistico e trasversale”, racconta Maurizio

Maugeri, Head of Sustainable B2B.

Mercato business to business – Il mercato richiede soluzioni ad hoc.

Eni Sustainable B2B valorizza l’innovazione tecnologica di lungo termine, esplora nuovi potenziali canali commerciali “business to business”, anche con gli Enti locali e la Pubblica Amministrazione, all'interno di programmi dedicati ad accelerare progetti più sostenibili dal punto di vista economico, ambientale e sociale. In un'ottica di Just Transition. “ Sustainable B2B - spiega Maugeri - è l’anello di collegamento tra le realtà che operano sul mercato e le linee di business Eni che forniscono prodotti, servizi e soluzioni per la sostenibilità”.

Decarbonizzazione dei trasporti

Stando ai dati di Energy Transitions Commission, il settore dei trasporti è responsabile di un quarto delle emissioni globali, di queste, il 60% deriva dai mezzi pesanti. Tutto il settore dei trasporti nel breve, medio e lungo termine, è dunque chiamato a soddisfare l’evoluzione strutturale di una domanda di mobilità di persone e merci e, soprattutto, a operare un consistente taglio alle emissioni di carbonio (rif. Fit for 55). Solo in Italia - secondo i dati ISPRA - il

B2B
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settore dei trasporti è uno dei maggiori responsabili delle emissioni di gas serra (24,7%) e, secondo l’elaborazione di Openpolis su dati Eea, la quasi totalità delle emissioni di anidride carbonica è dovuta al trasporto su strada che da solo ha causato il rilascio di circa 95 milioni di tonnellate di CO2 nel 2021. È chiaro che per ridurre l’impatto ambientale di questo settore, una soluzione consiste nel sostituire progressivamente ai carburanti fossili nuovi vettori energetici rinnovabili e sostenibili come i biocarburanti, ottenuti da materie prime rinnovabili di origine biologica.

Ma i sistemi di mobilità, per essere sostenibili, richiedono interventi integrati e sistemici, attivando tutti gli attori del processo, sino ad arrivare all’utente finale. Parte da qui la strategia di Eni, integrata nel proprio modello di business, per accelerare la decarbonizzazione dei trasporti, anche nei suoi ambiti cosiddetti “hard to abate” come aviazione, trasporto navale e pesante. Maugeri racconta i ‘tavoli di lavoro’ su cui Eni Sustainable B2B è impegnata: la decarbonizzazione del trasporto terrestre, con specifico focus sul ruolo del trasporto pesante; la decarbonizzazione del trasporto aereo; la decarbonizzazione del sistema marittimo.

Al tavolo per la decarbonizzazione del trasporto terrestre - che coinvolge Autostrade per l'Italia S.p.A (ASPI), autorevoli stakeholder, quali Cassa Depositi e Prestiti (CDP), Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR)-STEMS, ENEA, Libera Università Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli (LUISS), RSE SpA, Politecnico di Milano (PoliMi), SNAM, Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli e Università degli studi di Napoli Federico II - è stato valutato il fabbisogno energetico per le diverse categorie di veicoli circolanti nelle autostrade, e sono stati analizzati gli scenari e i consumi energetici specifici di ogni singolo mezzo di trasporto. Ne è scaturita una roadmap che, mettendo a sistema soluzioni infrastrutturali e digitali, punta a definire un modello di mobilità sostenibile, oltre a pianificare gli investimenti destinati sia alla rete globale del settore autostrade, sia alla distribu-

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Head of SuStainaBle B2B
Maurizio Maugeri

zione regionale e stagionale. Tutti questi dati sono riportati nel Libro Verde intitolato “La rivoluzione della mobilità sostenibile parte dalle autostrade. Sicure, digitali, decarbonizzate” , frutto di un progetto di ricerca per un contributo aperto e dinamico su un aspetto chiave per il Paese: l’efficienza della rete autostradale collegata alla rivoluzione della mobilità e alla stringente necessità di una transizione energetica e della decarbonizzazione. Il volume mette in evidenza che il trasporto su strada continuerà ad avere un ruolo centrale per lo sviluppo economico e per la mobilità del Paese. Attualmente, oltre il 40% del parco auto italiano è composto da veicoli diesel; i veicoli elettrici rappresentano una porzione estremamente limitata (0.4% del totale con il 4 % delle nuove immatricolazioni); la quota di immatricolazioni di veicoli commerciali pesanti diesel (96%) rispecchia sostanzialmente quella dell’area UE, mentre la restante parte si divide tra carburanti alternativi e motori elettrici; questi ultimi rappresentano lo 0,1% del mercato. La decarbonizzazione non offre soluzioni univoche. Il trasporto dei carichi ingenti a lunga percorrenza, per esempio, deve puntare su un progressivo incremento dei combustibili liquidi e gassosi a ridotto contenuto di carbonio, come biocarburanti e biometano, anche utilizzati in forma pura, e l’impiego di carburanti sintetici (e-fuels e idrogeno) nel medio e lungo termine. Se, invece, pensiamo alla mobilità leggera in ambito urbana, l’assenza di emissioni locali inquinanti e climalteranti allo scarico, rende il vettore elettrico una delle soluzioni principali, se proveniente da fonte rinnovabile. “ Eni – commenta Maugeri - con la produzione di biocarburanti nelle Bioraffinerie, contribuirà a raggiungere la piena neutralità carbonica al 2050, anche attraverso la vendita di prodotti progressivamente decarbonizzati. In particolare, il ruolo dell'HVO (Hydrotreated Vegetable Oil), biocarburante puro prodotto da Eni attraverso la controllata Enilive, contribuirà a decarbonizzare il trasporto su strada, compreso l’hard to abate come i mezzi pesanti, in

quanto utilizza l'infrastruttura attuale ed è in grado di alimentare immediatamente flotte di veicoli esistenti. HVOlution è prodotto con 100% di materie prime rinnovabili ai sensi della Direttiva (UE) 2018/2001 “REDII”, ed è oggi in vendita in oltre 900 stazioni di servizio Enilive in Italia”. Enilive prevede di aumentare la propria capacità di bioraffinazione mondiale a oltre 3 milioni di tonnellate entro il 2026 (il doppio rispetto alla fine del 2023) e oltre 5 milioni di tonnellate/anno entro il 2030. L’HVO viene prodotto nelle bioraffinerie Eni prevalentemente da materie prime di scarto, come olii esausti da cucina, grassi animali, residui dell’industria agroalimentare, e da una parte residuale di olii vegetali. La conversione delle raffinerie di Venezia e Gela in bioraffinerie è stata resa possibile anche dalle innovazioni di Eni in ambito tecnologico: è il caso di Ecofining™, tecnologia proprietaria sviluppata in collaborazione con Honeywell-UOP, grazie alla quale Eni è in grado di trasformare materie prime di origine biologica in biocarburanti idrogenati. Un processo basato sulla idrogenazione invece che sulla transesterificazione, in grado di trattare diversi tipi di cariche: oli vegetali, grassi animali, oli da cucina usati, oli estratti da alghe, e di produrre una vasta gamma di prodotti: HVO diesel, bio-GPL, bio-jet e bionafta (quest’ultima destinata alla filiera della chimica). Inoltre, per assicurare l’approvvigionamento sempre più sostenibile delle sue bioraffinerie, Eni ha lanciato il progetto degli agri-hub in alcuni paesi dell’Africa: impianti in grado di trasformare le materie prime agricole - coltivate su terreni degradati non adatti alla produzione alimentare, individuati in collaborazione con le autorità locali, e/o in rotazione con colture alimentari - in olii vegetali. L’olio vegetale prodotto dagli agri-hub è destinato a essere utilizzato nelle bioraffinerie di Eni per contribuire a produrre biocarburanti HVO. L'approvvigionamento di feedstock dagli agrihub raggiungerà oltre 700.000 tonnellate nel 2027, che corrisponde a oltre il 35% del feedstock processato nelle bioraffinerie italia-

ne di Eni. ”I biocarburanti al momento costituiscono l’unica alternativa concreta per la decarbonizzazione del trasporto aereo. Oggi Eni commercializza l’Eni Biojet, il SAF (Sustainable Aviation Fuel) che contiene il 100% di componente biogenica ed è idoneo ad essere utilizzato in miscela con il jet convenzionale fino al 50%” ci racconta Maugeri . Nel 2022, in partnership con Aeroporti di Roma (ADR), nasce l’iniziativa denominata Patto di decarbonizzazione del settore aereo”, un osservatorio che riunisce i player industriali, gli stakeholder istituzionali e le associazioni di categoria e si propone, con il supporto di esperti del mondo accademico, di definire una Road Map per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità di settore, attraverso il confronto tra i diversi soggetti della filiera del trasporto aereo per dibattere le soluzioni migliori per decarbonizzare. Il carburante sostenibile per l’aviazione, come leva nel breve-medio termine per la decarbonizzazione, è stato invece al centro dello studio di politica industriale ed economica sui SAF (Sustainable Aviation Fuels) per il contesto italiano, promosso da ADR ed Eni nel 2023, Uno studio nato con l’obiettivo di analizzare la prospettiva di un sempre maggiore utilizzo di carburanti sostenibili per il trasporto aereo, in coerenza con gli obiettivi identificati, per esempio, da ReFuelEU. “SAF-the bet to win” è stato il titolo del convegno organizzato a Roma da Eni, in collaborazione con ENAC e Adr, il 29 maggio scorso: un evento nato per consolidare il percorso di sensibilizzazione e promozione dell’utilizzo dei low carbon fuel-Sustainable Aviation Fuel, e rafforzare così il ruolo di advocacy verso le istituzioniitaliane ed europee - nella decarbonizzazione del trasporto aereo. L’evento, riprendendo i concetti proposti nella recente iniziativa “The Pact for the decarbonisation of air transport: the Italian ecosystem for a roadmap to Net-Zero” di dicembre 2023 in occasione della COP28 a Dubai, ha proposto una roadmap normativa che punta a favorire lo sviluppo sostenibile del SAF in una duplice accezione: sostenibilità ambientale e sostenibilità

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economica. Il workshop si è concluso con l’adesione di Eni alla “Fondazione del Patto per la decarbonizzazione del trasporto aereo”, costituita da AdR. Enilive ha l’obiettivo di incrementare la produzione di 300mila tonnellate/anno di Eni Biojet al 2025 e di aumentare l’opzionalità della produzione di SAF fino a 1 milione di tonnellate/anno entro il 2026 con un potenziale raddoppio entro il 2030 partendo dall'impianto in costruzione nella bioraffineria di Gela che sarà operativo dalla fine del 2024. E’ utile ricordare che il Regolamento (UE) 2023/2405 (c.d. ReFuelEU Aviation) stabilisce che i fornitori di carburante per l’aviazione garantiscano che tutto il carburante per l’aviazione, messo a disposizione

degli operatori aerei in ogni aeroporto dell’Unione, contenga quote minime di SAF in quantità crescenti secondo la seguente traiettoria: 2% minimo di SAF dal 1°gennaio 2025 e un incremento della quota ogni cinque anni (6% dal 2030, 20% dal 2035, 34% dal 2040, 42% dal 2045) fino a raggiungere il 70% dal 2050, con un progressivo contributo degli e-fuel. Eni, nell’ambito di questo settore, ha siglato accordi con ITA, DHL, Kenya Airways e Ryanair, e altri ne seguiranno. Il terzo tavolo è quello dedicato alla decarbonizzazione del settore marittimo, dove Eni potrebbe ricoprire un ruolo rilevante. Secondo International Maritime Organization, ogni giorno più di 82 mila navi mercantili trasportano 13 milioni di container per un totale di 260 milioni di tonnellate di merci, la stessa quantità movimentata in tutto il 1950. Il 90% delle merci è trasportato via acqua, generando circa il 2-3% del totale mondiale delle emissioni climalteranti (pari a circa 3,6% a livello europeo e 4,3% in Italia). Si stima che le emissioni serra generate in tale ambito pesino tra il 2% e il 3% sul totale mondiale delle emissioni climalteranti. Il settore marittimo deve dunque rispondere a numerosi target per contenere le emissioni di CO 2 , come la normativa IMO, la revisione della Direttiva ETS, il nuovo Regolamento FuelEU Maritime. Il complesso sistema navale (porti - mezzi- logistica) rende necessario coinvolgere gli attori principali della filiera (associazioni armatori, associazioni costiere, principali costruttori di motori navali, produttori di vettori energetici e RINA) per elaborare una roadmap di decarbonizzazione del settore. “Eni, in collaborazione con le associazioni degli armatori (Confitarma e Assarmatori), ha pertanto promosso il progetto “La rotta verso il net zero. Insieme per decarbonizzare il mare”, con tre grandi aziende produttrici di motori

navali (Wartsila, Winterthur e Man B&W), Unem, Assocostieri, Assogasliquidi e il RINA”, spiega Maugeri. “L’obiettivo del progetto – prosegue - è proprio quello di definire una roadmap di decarbonizzazione del settore marittimo attraverso la definizione di soluzioni a breve, medio e lungo termine inerenti ai fuel low carbon per consentire agli armatori di rispondere ai target Regolamento FuelEU Maritime, nonché agli obblighi definiti dall’IMO in merito al Carbon Intensity Indicator, all’ETS ed agli altri ulteriori adempimenti, ottimizzando le curve di costo”. Lo studio ha analizzato la penetrazione dei diversi vettori energetici nel settore marittimo–sulla base della disponibilità e maturità della logistica, dei porti, degli armatori e dei produttori motori, mezzi e vettori energetici – mettendo in luce il potenziale di una progressiva decarbonizzazione attraverso i vettori energetici low carbon, in particolare facendo leva sui biofuel liquidi e idrogenati (come l’HVO), che possono fruire di infrastrutture esistenti, sostenendo al contempo la competitività del Paese in tale settore strategico. Nel 2023, Enilive ha sottoscritto accordi anche per la fornitura di biocarburanti per la marina, con il Gruppo Azimut-Benetti e con la multinazionale di ispezione, certificazione e consulenza ingegneristica RINA. L’aggiornamento del report “La rotta verso il net zero. Insieme per decarbonizzare il settore marittimo” è stato poi pubblicato a gennaio 2024. Eni, Fincantieri, RINA, con il supporto di Bain, nel marzo 2024, hanno inoltre stipulato un accordo per la costituzione di un osservatorio sull’evoluzione delle tecnologie e degli aspetti normativi. Eni collabora, infine, anche con i principali sistemi portuali nazionali per individuare le soluzioni di decarbonizzazione e adeguamento delle infrastrutture per la distribuzione dei vettori energetici sostenibili.

PM i 12 www.eni.com Maurizio Maugeri Head of SuStainaBle B2B

MICROCHIRURGIA RICOSTRUTTIVA:

InnOVAzIOne

e RICeRCA COn COnnUbIO

TRA ReAlTà pUbblICHe e pRIVATe

“Come Federazione europea delle Società scientifiche di microchirurgia possiamo dire che stiamo assistendo ad una evoluzione molto rapida del nostro settore, grazie ad una più intensa collaborazione tra pmi, spin off, start up, centri di ricerca, ASST, IRCCS e realtà di tutto il mondo” dice il presidente della Federazione dott. p ierluigi Tos, direttore dell’ Unità Operativa di Chirurgia della mano e Microchirurgia Rico -

struttiva dell’Istituto Ortopedico Gaetano p ini CTO di Milano,” Siamo riusciti a portare a Milano oltre 900 esperti ed esperte microchirurghe (9-11 maggio 2024), provenienti da 60 nazioni del mondo per il 16° congresso EFSM; un quarto dei partecipanti era da Stati extraeuropei, quindi possiamo dire che è stato un congresso EFSM a livello internazionale che ha messo a confronto proprio tutte le novità mondiali, sia tecno -

logiche che robotiche e di ricerca nel settore della microchirurgia in tutti gli ambiti, dal settore oculare, al settore della plastica oncologica, al settore della ortoplastica etc.. Sono stati presentati i dati di progetti internazionali ed europei come ‘Primo’ che coinvolge ben 10 realtà europee inerente la chirurgia robotica; il progetto europeo ‘Dare’ per lo sviluppo di sensori indossabili per identificare pazienti a rischio, innova -

PMI 14
A CURA dI CInzIA bOSCHIeRO

dOTT

pIeRlUIGI TOS, pReSIdenTe eFSM - FedeRAzIOne eUROpeA delle SOCIeTà SCIenTIFICHe dI MICROCHIRURGIA

zioni digitali per gestire osteoporosi e artrosi, analisi del rischio di frattura in pazienti con tumori ossei, stampa 3D personalizzata per il riallineamento del ginocchio, e prevenzione delle ulcere nei pazienti con piede diabetico. Oggi possiamo dire che, grazie alla microchirurgia è possibile salvare un piede diabetico e ciò significa salvare la vita ai pazienti, perché i dati scientifici presentati evidenziano che, in caso di amputazio -

ne, si ha un rischio di decesso entro i 5 anni. Molto rilevanti sono pure le novità emerse in fatto di biomateriali, come l’utilizzo di innovativi filamenti di seta che potranno rivoluzionare la qualità di vita dei pazienti ad esempio per il linfedema, evitando di togliere nervi da altre parti del corpo; fondamentali poi le sessioni scientifiche di scambio di know how e di aggiornamento professionale (oltre 50 corsi al congresso)

con gli esperti asiatici che sono al top dell’innovazione tecnologica”. Proprio in Italia, era stato fatto il primo congresso della EFSM, federazione europea, nel 1992, precisamente a Roma, ma è la prima volta in cui sono state presenti rilevanti delegazioni dagli Stati Uniti, Messico, Cina, Giappone, Taiwan. “Ricordiamo che tutto il mondo asiatico rappresenta la più importante realtà in questo campo (Cina, Singapore, Giappone, Ko -

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SpORTellO eUROpA

dA SInISTRA A deSTRA pROF. MARCO InnOCenTI, IST. RIzzOlI, dOTT.SSA CRISTInA GARUSI, SIM, dOTT. pIeRlUIGI TOS, eFSM

sottolinea il dott. Pierluigi Tos, presidente EFSM,” Inoltre la microchirurgia è una tecnica chirurgica che sta cambiando grazie allo sviluppo di microscopi operatori sempre più potenti, grazie all’utilizzo ed al potenziamento di due piattaforme europee certificate di microchirurgia robotica , grazie ai risultati di numerosi progetti di ricerca multicentrici europei ed internazionali ed al connubio tra università, centri di ricerca, spin off , start up, ASST, IRCCS che lavorano assieme ad imprese anche private all’avanguardia per scoprire e testare nuovi biomateriali ad esempio per innesti multitissutali innovativi”. I risultati del congresso EFSM evidenziano che, oggigiorno, si stanno facendo molti passi avanti e si possono curare meglio, anche in modo preventivo, diverse patologie estremamente complesse per mezzo del trasferimento di tessuti autologhi : parti del corpo (dita dal piede, linfonodi, muscoli, parti di cute) possono essere trasferite e “risuturate” (ricollegate con i vasi) nella zona dove si è creata una perdita di sostanza.

Il prof. Marco Innocenti professore di Chirurgia plastica all'Università di Bologna dove dirige il nuovo centro di chirurgia Ortoplastica dell'istituto Rizzoli sottolinea :”

Gli autotrapianti di tessuti come cute, osso, muscoli, nervi e anche costrutti compositi che comprendono più tessuti sono sempre più precisi e l’ortoplastica è una delle specialità che sta traendo maggior vantaggio dall’evoluzione della robotica. Al congresso EFMS abbiamo evidenziato le linee di ricerca in atto e i dati relativi al trapianto di articolazioni vascolarizzate da donatore multiorgano, la ricostruzione ossea con prelievo di tessuti del paziente, la microchirurgia robotica che permette di intervenire su vasi con dimensioni dai 6 a 3 decimi di millimetro e l’arto bionico completamente funzionale grazie alla tecnologia bluetooth”. Dagli esperti della EFSM è stata fatta anche una riflessione sui risvolti etici dei trapianti multitissutali, del trapianto di faccia, del trapianto di mano in quanto si tratta di trapianti da cadavere di faccia e di mano che prevedono l’impiego di terapia immunosoppressiva, come per altri trapianti da donatore, ma che possono avere implicazioni post operatorie tumorali.

“Nostri colleghi asiatici hanno presentato al congresso una microchirurgia che consente di realizzare e impiantare dita della mano utilizzando dita del piede e mantenendo per i pazienti un equilibrio muscoloscheletrico

ottimale” evidenzia il dott. Pierluigi Tos, presidente EFSM . Le patologie che più si giovano delle ricostruzioni biologiche autologhe sono quelle che determinano perdite di sostanza in seguito a demolizioni oncologiche. Al congresso era molto nutrita anche la presenza di donne microchirurghe provenienti da diversi Stati e una sessione scientifica era proprio dedicata alla figura della donna nel settore con scambio di esperienze a livello mondiale. “E’ stata la prima volta,” spiega la dott.ssa Cristina Garusi, prima presidente donna della SIM (Società Italiana di Microchirurgia),” che donne microchirurgo della associazione internazionale di cui faccio parte si sono confrontate anche sul ruolo della donna in microchirurgia e abbiamo ribadito che servono una maggiore comunicazione sulla rilevanza della microchirurgia che non deve essere utilizzata solo quando i pazienti sono in situazioni estreme, ma che deve essere conosciuta perché possa essere utilizzata e valutata durante l’iter diagnostico di un paziente fin dall’inizio di talune patologie in team con altri esperti. Ad esempio ho relazionato sulla ricostruzione mammaria autologa e sull’innervamento del lembo che consente alle donne con tumore al seno di ritrovare una sensibilità e

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normalità del proprio corpo e godere pertanto di una qualità di vita ottimale post operatoria”. Tra le sessioni scientifiche più seguite le relazioni inerenti le novità di microchirurgia relative a patologie quali il linfedema, malattia altamente disabilitante che, purtroppo, colpisce un importante numero di pazienti che subiscono l’asportazione dei linfonodi e le patologie estremamente gravi quali il salvataggio del piede diabetico. Molti i giovani presenti ai ben 50 corsi d’istruzione. Gli atti del convegno con le oltre 600 comunicazioni e relazioni scientifiche sulle più moderne tecniche ricostruttive della chirurgia plastica, della mano, della testa e collo, del linfedema degli arti possono essere fruibili sul sito del congresso EFSM. “La microchirurgia ricostruttiva ortopedica italiana in particolare” dice il dott. Pierluigi Tos, già presidente della Società Italiana di Microchirurgia, che da quattro anni presiede la Società scientifica europea ed ha avuto l’onere e l’onore di organizzare questo 16mo congresso europeo, “ ha presentato in questo congresso EFSM diversi casi clinici e il fatto che la presidenza della EFSM sia in Italia evidenzia che siamo all’avanguardia e sappiamo dialogare con tutti, realizzare e partecipare a progetti di ricerca

che rivoluzioneranno le cure e modificheranno anche il modo di collaborare con altre specialità medico-scientifiche, ottimizzando con suture, innesti innovativi, la cura dei pazienti ed evitando di arrivare alle complicanze estreme di diverse patologie, salvando arti e tessuti, ricostruendo nervi con nuovi materiali etc.; tutti interventi che, solo pochi anni fa, era inimmaginabile poter fare”.

MULTIDISCIPLINARIETA’ - Molti progetti europei funzionano grazie alla multidisciplinarietà. Si segnala ad esempio il team del Prof. Ioannis Isaias, direttore del Centro Parkinson dell’ASST G.PINI-CTO con i diversi progetti di ricerca in atto. “Esistono diversi geni che causano la malattia di Parkinson con carattere autosomico recessivo, come PINK1 e PARK7/DJ-1, o dominante, come LRRK2 e RAB32. Quest’ultimo gene è stato caratterizzato solo di recente grazie ad un importante progetto di ricerca a cui ha collaborato il nostro Centro Parkinson e Parkinsonismi ed ha coinvolto più di 2.000 pazienti e oltre 70.000 controlli”, spiega il prof. Isaias,”Abbiamo nuovi modelli organizzativi e il Centro Parkinson si propone come Hub di malattia per gestire le problematiche più gravi e complesse della malattia di Parkinson, prendendo in carico il paziente, in

stretta collaborazione con altre strutture ospedaliere, i neurologi del territorio, e i medici di medicina generale. Per i progetti di ricerca abbiamo diverse collaborazioni con Atenei italiani, per esempio l’Università degli Studi di Milano Statale e Bicocca, il Politecnico di Milano e la Scuola Superiore Sant’Anna e Atenei stranieri come la New York University e l’Ospedale Universitario di Würzburg, in Baviera, dove ho lavorato per i passati dieci anni. Abbiamo in atto un importante progetto con i fondi del PNRR; lavoriamo grazie al sostegno della Fondazione Grigioni, di cui il prof. Pezzoli è Presidente. Inoltre la Stimolazione cerebrale profonda, detta anche DBS, adattativa che abbiamo messo a punto insieme al Prof. Alberto Priori, Lorenzo Rossi e Mattia Arlotti e altri colleghi di Newronika, una start-up ed eccellenza italiana consente di migliorare la vita dei pazienti, se ben selezionati per questo trattamento. Siamo tra i primi ad utilizzare nuovi neurostimolatori innovativi in grado di monitorare l’attività cerebrale minuto per minuto e intervenire tempestivamente quando si presentano i sintomi della malattia di Parkinson. Un nuovo progetto, ora sponsorizzato dalla M. J. Fox ci permetterà di adattare la stimolazione non

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pROF. IOAnnIS ISAIAS, dIReTTORe CenTRO pARkInSOn ASST G.pInI- CTO

solo ai sintomi, ma anche alle attività del paziente, come il cammino. Al termine dei prossimi tre anni di ricerca speriamo di avere un’arma in più per combattere questa malattia sempre a fianco dei nostri pazienti”. Al recente congresso GOAL a Roma il 31 maggio esperti europei si sono confrontati proprio sulla multidisciplinarietà in menopausa presentando nuovi studi e progetti territoriali.

“Anche per la salute delle donne si lavora in team multidisciplinari,” dice il dott. Danilo Mazzacane, segretario generale della società scientifica nazionale oculisti ambulatoriali, GOAL (Gruppo Oculisti Ambulatoriali Liberi),” è fondamentale collaborare a livello regionale, nazionale ed europeo per nuovi approcci alla menopausa. Stiamo creando team multidisciplinari tra oculisti, ortopedici, reumatologi, neurologi, ginecologi, endocrinologi, diabetologi, nutrizionisti, biologi per un innovativo approccio a favore di una cura migliorativa per le donne over 50. Troppo spesso, difatti, non viene effettuato un check up coordinato tra le varie discipline e la donna in menopausa cura singoli disturbi recandosi via via da più esperti che, tra loro, non dialogano e ci si

trova dinanzi ad una gestione del paziente disgregata, mal gestita, che aggrava la spesa sanitaria, svilisce lo stesso ruolo del medico, non offrendo il desiderato beneficio al cittadino”. Un’italiana oggi ha una lunga aspettativa di vita (84,6 anni), il che significa che all’arrivo della menopausa (tra i 45 e i 55 anni) ha quasi 30 anni di vita di fronte a sé. “Di recente si è votato per le elezioni europee,” dice il dott. Renato Dal Compare, presidente HSOS,” vorrei ricordare che occorre rafforzare la raccolta di plasma da donatori volontari non remunerati in tutta l’Unione europea; servono linee di indirizzo in tutti i 27 Stati che uniformino il lavoro dei servizi trasfusionali di tutta l’Unione europea per incentivare la raccolta di plasma e garantire i livelli di produzione di medicinali plasmaderivati, farmaci salvavita le cui applicazioni cliniche sono sempre più diffuse; su questo la Commissione europea proprio per uniformare le donazioni di sangue per i cittadini degli Stati dell’Unione europea, sostiene, ad esempio, il progetto SUPPLY –‘Strengthening voluntary non-remunerated plasma collection capacity in Europe’ con i fondi del programma EU4Health dell’Unione Europea.

Lo abbiamo ricordato in occasione del 14 giugno giornata mondiale dei donatori di sangue”. Un altro problema aperto è una armonizzazione nell’accreditamento delle organizzazioni in Unione Europea che gestiscono le sostanze di origine umana (SoHO), quali il sangue, i tessuti, le cellule e gli organi, garantendo l’accesso a terapie sicure e di alta qualità, in particolare in tempi di crisi. Su questo tema aperto sta lavorando il progetto EGALiTE, – European Group for Accreditation and Liaison of Blood-Tissues and Cells Establishments -, inserito all’interno del programma EU4Health dell’Unione Europea per una resilienza dei sistemi sanitari comunitari e una loro maggiore collaborazione. Vi partecipano il Centro Nazionale Sangue e il Centro Nazionale Trapianti.“Essere ben informati sulla sicurezza delle donazioni di sangue, su come viene utilizzato in tutti i suoi componenti, e su quanto sia fondamentale avere scorte di sangue, soprattutto in questi tempi di crisi e guerre, è un impegno sostanziale da parte di tutti noi e solo un approccio multidisciplinare e collaborativo darà risultati duraturi e utili a cittadini e ricercatori ”, ribadisce il dott. Renato Dal Compare, presidente HSOS.

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dOTT SSA Ten. STeFAnIA SpeRAnzA e dOTT dAnIlO MAzzACAne, dIReTTIVO GOAl dOTT. RenATO dAl COMpARe, pReSIdenTe HSOS

calendarIo FIScale PMI

TaSSazIone del SeTTore ProduTTIvo :

le ulTIMe PredISPoSIzIonI In MaTerIa dI FIScalITà

Nel nostro Paese, l'imposizione diretta che interessa da vicino l'attività delle imprese dipende per prima cosa dalla natura del soggetto (sia persone fisiche sia persone giuridiche) e, poi, dal tipo di organizzazione degli stessi (società di persone o società di capitali). In genere, i lavoratori autonomi e le imprese individuali sono assoggettati al regime Irpef, le persone giuridiche, invece, sono assoggettate a Ires e all'imposta sul reddito delle società. In questo senso, la Legge di delega sulla riforma fiscale – Legge n. 111 del 2023 - è stata messa a punto nell'ottica di introdurre un complessivo riordino del settore produttivo. Il legislatore ha provveduto ad una revisione delle singole imposte ma, anche, ad una modifica degli elementi strutturali del rapporto tributario, incidendo anche sul sistema degli incentivi.

In linea generale:

• i redditi dei cd. contribuenti forfettari - imprese individuali e lavoratori autonomi con

ricavi e compensi fino a 85.000 euro annuisono assoggettati a tassazione sostitutiva proporzionale (flat), con un'aliquota agevolata del 15% e imponibile determinato forfettariamente, applicando un coefficiente di redditività diverso a seconda del tipo di attività svolta. Non si applicano Irap, Iva e addizionali locali;

• la legge di bilancio 2023 (commi 55-57) ha previsto per il solo anno 2023 che i contribuenti persone fisiche esercenti attività d'impresa, arti o professioni, diversi da quelli che applicano il regime forfettario possono applicare, in luogo delle aliquote per scaglioni di reddito vigenti, un'imposta sostitutiva che viene calcolata con un'aliquota del 15 per cento su una base imponibile, comunque non superiore a 40.000 euro, pari alla differenza tra il reddito d'impresa e di lavoro autonomo determinato nel 2023 e il reddito d'impresa e di lavoro autonomo, d'importo più elevato, dichiarato negli anni dal 2020 al 2022, decur-

tata di un importo pari al 5 per cento di quest'ultimo ammontare;

• in assenza dei requisiti per rientrare nel regime forfettario, le imprese minori ricadono nel cd. regime di contabilità semplificata, il quale comporta una semplificazione nella tenuta delle scritture previste dal codice civile e, dal punto di vista fiscale, specifiche modalità di determinazione del reddito imponibile. A tali soggetti si applica il sistema di scaglioni e aliquote Irpef; rientrano in tale regime le imprese individuali, le società di persone e gli enti non commerciali, con ricavi inferiori a 400.000 euro (per prestazioni di servizi) o 700.000 euro (per cessione di beni). L'imponibile è determinato sul principio di cassa "impuro", con alcune componenti reddituali calcolate col principio di competenza; • al di sopra di specifiche soglie di fatturato, ovvero per le imprese con alcune forme giuridiche, nonché per scelta del contribuente, l'ordinamento prescrive la cd. contabilità

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ordinaria, a cui si applica di norma il sistema di scaglioni e aliquote Irpef. Qualora l'impresa rientri tra i soggetti individuati dall'art. 73

TUIR, principalmente società di capitali ed enti non residenti si applica l'imposta sui redditi sulle società, Ires, con aliquota proporzionale e unica al 24 per cento (salvo l'applicazione di addizionali previste dalla legge per specifiche categorie di imprese).

Il concordato preventivo biennale

Il Decreto legislativo n. 13 del 2024, emanato in attuazione della delega fiscale, ha introdotto il cosiddetto concordato preventivo biennale, applicabile ai contribuenti di minori dimensioni, titolari di reddito di impresa e di lavoro autonomo derivante dall'esercizio di arti e professioni residenti nel territorio dello Stato. A tal fine, il decreto prevede che l'Agenzia delle entrate formuli una proposta per la definizione biennale del reddito derivante dall'esercizio d'impresa o dall'esercizio di arti e professioni e del valore della produzione netta, rilevanti, rispettivamente, ai fini delle imposte sui redditi e dell'Irap.

La proposta di concordato è elaborata in coerenza con i dati dichiarati dal contribuente e nel rispetto della sua capacità contributiva, valorizzando le informazioni già nella disponibilità dell'Amministrazione finanziaria e limitando l'introduzione di nuovi oneri dichiarativi. In tal senso, il contribuente può aderire alla proposta di concordato entro il termine previsto per il versamento del saldo dovuto alla dichiarazione dei redditi ed a quella dell'Irap, che, per le persone fisiche, è fissato al 30 giugno dell'anno di presentazione della dichiarazione stessa. Al termine del biennio oggetto di concordato, permanendo i requisiti per l'accesso al concordato ed in assenza delle cause di esclusione, l'Agenzia delle entrate formula una nuova proposta di concordato biennale relativa al biennio successivo, a cui il contribuente può aderire negli stessi termini.

Per i periodi di imposta oggetto del concordato, gli accertamenti delle imposte sui redditi non possono essere effettuati salvo che, in esito all'attività istruttoria dell'Amministrazione finanziaria, ricorrano specifiche

cause di decadenza.

Le ultime tendenze in materia di fiscalità Nel corso degli ultimi anni, il legislatore fiscale ha mirato a una riduzione del carico tributario sulle imprese, lasciando immutata la struttura fondamentale dell'imposta e incidendo, invece, sulle aliquote e sul complesso sistema di deduzioni (quindi sulle regole di determinazione delle basi imponibili) nonché sui crediti di imposta. Dopo l'emergenza pandemica, nel 2022, sono stati numerosi gli interventi che avevano come obiettivo quello di fronteggiare la crisi energetica e l'emergenza legata al conflitto in Ucraina, che hanno visto le aziende italiane coinvolte dal punto di vista dei rincari energetici. Tali misure hanno visto una proroga per il primo trimestre 2023 introdotta dalla legge di bilancio. A ciò si è aggiunto, inoltre, l'intervento legislativo che toccava l'area dell'innovazione tecnologica.

L'Ires

L'articolo 73 del Testo unico dell'imposta sui redditi indica quali siano i soggetti passivi dell'Ires:

a) le società per azioni e in accomandita per azioni, le società a responsabilità limitata, le società cooperative e le società di mutua assicurazione, nonché le società europee di cui al regolamento n. 2157/2001 e le società cooperative europee di cui al regolamento n. 1435/2003 residenti nel territorio dello Stato;

b) gli enti pubblici e privati diversi dalle società, nonché i trust, residenti nel territorio dello Stato, che hanno per oggetto esclusivo o principale l'esercizio di attività commerciali;

c) gli enti pubblici e privati diversi dalle società, i trust che non hanno per oggetto esclusivo o principale l'esercizio di attività commerciale nonché gli organismi di investimento collettivo del risparmio, residenti nel territorio dello Stato; d) le società e gli enti di ogni tipo, compresi i trust, con o senza personalità giuridica, non residenti nel territorio dello Stato. L'oggetto esclusivo o principale dell'ente residente è determinato in base alla legge,

all'atto costitutivo o allo statuto, se esistenti in forma di atto pubblico o di scrittura privata autenticata o registrata. Per oggetto principale si intende l'attività essenziale per realizzare direttamente gli scopi primari indicati dalla legge, dall'atto costitutivo o dallo statuto. In mancanza dell'atto costitutivo o dello statuto nelle predette forme, l'oggetto principale dell'ente residente è determinato in base all'attività effettivamente esercitata nel territorio dello Stato; tale disposizione si applica in ogni caso agli enti non residenti. Per quanto riguarda le aliquote, la legge di stabilità 2016 ha abbassato la misura dell'IRES per la generalità delle imprese dal 27,5 al 24 per cento, a decorrere dal 2017.

La legge di bilancio 2020, invece, ha ripristinato, dal periodo d'imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2018 (in sostanza, dal 2019), l'applicazione del cd. meccanismo fiscale di aiuto alla crescita economicaACE, sopprimendo le predette misure di incentivo alle imprese, legate al reinvestimento degli utili, disposte durante l'anno 2019. La legge di bilancio 2020 ha maggiorato l'IRES, portandola al 27,5 per cento (in luogo della misura ordinaria del 24 per cento) sui redditi derivanti dallo svolgimento di attività in regime di concessione, nei periodi di imposta 2019, 2020 e 2021.

Con riferimento alle più recenti modifiche strutturali all'IRES, si ricorda che è stata introdotta l'applicazione del cd. principio di derivazione rafforzata (secondo il quale la determinazione del reddito d'impresa a fini Ires è coerente con la rappresentazione contabile, in deroga alle norme del Testo Unico delle Imposte sui Redditi) alle microimprese che optano per la redazione del bilancio in forma ordinaria; i criteri di imputazione temporale discendenti dal principio di derivazione rafforzata sono stati estesi, per le imposte sui redditi e per l'Irap, alle poste contabilizzate a seguito del processo di correzione degli errori contabili, a condizione che si tratti di componenti negativi di reddito per cui non è scaduto il termine per presentare dichiarazione integrativa. Tali novità si applicano a decorrere dal periodo d'imposta in corso al 22 giugno 2022 (per effetto del de-

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calendario fiscale

•l'irap • i l regime forfetario

creto-legge semplificazioni fiscali, articolo 8 del decreto-legge n. 73 del 2022).

Il sostegno alla crescita economica L'ACE, istituito dal decreto legge n. 201 del 2011 – con disciplina che è stata ritoccata più volte durante gli anni successivi – ha introdotto una detassazione di una parte degli incrementi del patrimonio netto, quindi una deduzione di importo corrispondente al rendimento nazionale del nuovo capitale proprio. Questa agevolazione interessa le imprese il cui capitale venga incrementato mediante conferimenti in denaro e accantonamenti di utili a riserva, allo scopo di costituire un incentivo per la patrimonializzazione delle imprese. Per il calcolo dell'importo deducibile, si effettua la somma dei componenti che hanno inciso positivamente (conferimenti, utili accantonati) e negativamente (riduzioni di patrimonio con attribuzione ai soci, acquisti di partecipazioni in società controllate, acquisti di aziende o rami di aziende) sul capitale. A tale base si moltiplica un'aliquota percentuale, fissata all'1,3 per cento dalla legge di bilancio 2020.

Per l'anno 2021, l'aliquota ACE è stata pari al 15% (per effetto del decreto-legge sostegni-bis, (articolo 19 del decreto-legge n. 73 del 2021), nel limite massimo di 5 milioni di euro, con possibilità di utilizzare l'agevolazione sotto forma di credito di imposta.

Con il decreto legislativo n. 216 del 2023 (attuativo della legge di riforma fiscale) l'ACE è stata abrogata a decorrere dal 1° gennaio 2024 facendo salve le disposizioni riguardan-

ti l'importo del rendimento nozionale eccedente il reddito complessivo netto del periodo d'imposta in corso al 31 dicembre 2023, fino ad esaurimento dei relativi effetti.

L'IRAP

L'Irap – Imposta regionale sulle attività produttive – disciplinata dal decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446 - è dovuta per l'esercizio abituale di una attività autonomamente organizzata, diretta alla produzione o allo scambio di beni ovvero alla prestazione di servizi. Soggetti passivi sono gli esercenti attività d'impresa e lavoro autonomo, operanti sia in forma individuale che associata, gli enti non commerciali privati nonché le amministrazioni ed enti pubblici. È un tributo proprio derivato, vale a dire un tributo istituito e regolato dalla legge dello Stato, il cui gettito è attribuito alle regioni, le quali devono, pertanto, esercitare la propria autonomia impositiva entro i limiti stabiliti dalla legge statale. Il gettito dell'Irap concorre, nella misura e nelle forme stabilite dalla legge, al finanziamento del Servizio sanitario nazionale.

La legge di bilancio 2022 (articolo 1, commi 8 e 9 della legge n. 234 del 2021) dal 2022 esenta da IRAP i contribuenti persone fisiche che esercitano attività commerciali, nonché arti e professioni. Sono previste specifiche forme di copertura del mancato gettito Irap in favore delle Regioni e delle Province autonome, mediante l'istituzione di apposito Fondo. La legge delega per la riforma fiscale (articolo 8 della legge n. 111 del 2023) stabi-

lisce principi e criteri direttivi specifici volti a realizzare il graduale superamento dell'imposta. Tale processo dovrà attuarsi in modo graduale dando priorità alle società di persone e alle associazioni senza personalità giuridica costituite fra persone fisiche per l'esercizio in forma associata di arti e professioni. Fiscalità delle imprese internazionali

L'assoggettamento all'imposta sul reddito delle società - IRES dipende anche dalla residenza del soggetto passivo dell'imposta in Italia. Con il Decreto legislativo n. 209 del 2023, emanato in attuazione della delega fiscale (articolo 2), si è provveduto a modificare la normativa in materia di residenza delle società e degli enti prevista all'articolo 73 del Testo unico dell'imposta sui redditi. Si prevede che si considerano residenti le società e gli enti che per la maggior parte del periodo di imposta hanno nel territorio dello Stato la sede legale o la sede di direzione effettiva o la gestione ordinaria in via principale. Per sede di direzione effettiva si intende la continua e coordinata assunzione delle decisioni strategiche riguardanti la società o l'ente nel suo complesso. Per gestione ordinaria si intende il continuo e coordinato compimento degli atti della gestione corrente riguardanti la società o l'ente nel suo complesso. Sotto un diverso profilo, al fine di individuare i redditi delle imprese non residenti in Italia che sono tuttavia tassati all'interno del Paese, rileva la nozione di stabile organizzazione, di cui all'articolo 162 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi - TUIR (di cui al D.P.R. n. 917 del 1986).

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• d isposizioni

emergenziali

• l e iniziative europee

L'espressione «stabile organizzazione» designa una sede fissa di affari per mezzo della quale l'impresa non residente esercita in tutto o in parte la sua attività sul territorio dello Stato e comprende in particolare:

a) una sede di direzione;

b) una succursale;

c) un ufficio;

d) un'officina;

e) un laboratorio;

f) una miniera, un giacimento petrolifero o di gas naturale, una cava o altro luogo di estrazione di risorse naturali, anche in zone situate al di fuori delle acque territoriali in cui, in conformità al diritto internazionale consuetudinario ed alla legislazione naziona-

le relativa all'esplorazione ed allo sfruttamento di risorse naturali, lo Stato può esercitare diritti relativi al fondo del mare, al suo sottosuolo ed alle risorse naturali; f-bis) una significativa e continuativa presenza economica nel territorio dello Stato costruita in modo tale da non fare risultare una sua consistenza fisica nel territorio stesso.

Non è invece compreso nel concetto di stabile organizzazione:

a) l'uso di una installazione ai soli fini di deposito, di esposizione o di consegna di beni o merci appartenenti all'impresa;

b) la disponibilità di beni o merci appartenenti all'impresa immagazzinati ai soli fini di deposito, di esposizione o di consegna;

c) la disponibilità di beni o merci appartenenti all'impresa immagazzinati ai soli fini della trasformazione da parte di un'altra impresa; d) la disponibilità di una sede fissa di affari

utilizzata ai soli fini di acquistare beni o merci o di raccogliere informazioni per l'impresa; e) la disponibilità di una sede fissa di affari utilizzata ai soli fini dello svolgimento, per l'impresa, di ogni altra attività; f) la disponibilità di una sede fissa di affari utilizzata ai soli fini dell'esercizio combinato delle attività menzionate nelle lettere da a) ad e).

Salvo prova contraria, si considerano altresì residenti nel territorio dello Stato le società ed enti che detengono partecipazioni di controllo nei soggetti di cui alle lettere a) e b) del comma 1 dell'articolo 73 (vedi supra), se, in alternativa: a) sono controllati, anche indirettamente da soggetti residenti nel territorio dello Stato; b) sono amministrati da un consiglio di amministrazione, o altro organo equivalente di gestione, composto in prevalenza di consiglieri residenti nel territorio dello Stato. A tal fine rileva la situazione esistente alla data di chiusura dell'esercizio o periodo di gestione del soggetto estero controllato. Salvo prova contraria, si considerano residenti nel territorio dello Stato le società o enti il cui patrimonio sia investito in misura prevalente in quote o azioni di organismi di investimento collettivo del risparmio immobiliari, e siano controllati direttamente o indirettamente, per il tramite di società fiduciarie o per interposta persona, da soggetti residenti in Italia. Il controllo è individuato anche per partecipazioni possedute da soggetti diversi dalle società. Ai fini della tassazione dei redditi d'impresa, la legge di bilancio 2023 (articolo 1, comma

255) ha introdotto nell'ordinamento italiano il cosiddetto Investment Management

Exemption ossia alcune disposizioni volte a chiarire (integrando le previsioni dell'articolo 162 del TUIR) le condizioni secondo le quali non si configura una stabile organizzazione in Italia, da cui discende l'applicazione della normativa fiscale, di un veicolo d'investimento non residente che opera sul territorio nazionale tramite un soggetto indipendente che svolge, per suo conto, l'attività di gestione di investimenti (asset manager).

Riforma della fiscalità internazionale in attuazione della delega fiscale Il decreto legislativo n. 209 del 27 dicembre 2023 di recepimento della delega fiscale in materia di fiscalità internazionale reca un complesso di disposizioni che impattano su numerosi aspetti relativi alla fiscalità internazionale.

Con riferimento alla tassazione del settore produttivo, si rileva che esso ha anzitutto recepito la direttiva n. 2022/UE/2523 sulla global minimum tax, avente lo scopo di porre in essere meccanismi volti a garantire un'imposizione minima per le grandi imprese multinazionali. L'iniziativa introduce un sistema coordinato di regole rivolte ai grandi gruppi multinazionali finalizzate ad assicurare che gli stessi scontino un livello impositivo minimo di almeno il 15%, in relazione ai redditi prodotti in ogni Paese in cui operano, attraverso l'introduzione di regole sull'imposizione integrativa.

Sotto un diverso profilo, il provvedimento modifica le norme in materia di controlled

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foreign companies (Cfc), di cui all'articolo 167 del Tuir, in particolare intervenendo sui criteri di determinazione dell'imponibile assoggettato a tassazione in Italia, anche per coordinare la normativa nazionale alla predetta global minimum tax.

Per garantire un livello impositivo minimo dei gruppi multinazionali o nazionali di imprese si prevede un'imposizione integrativa prelevata, in Italia, attraverso:

• l'imposta minima integrativa, dovuta dalle società controllanti, tipicamente la capogruppo o entità controllante di ultimo livello di un gruppo multinazionale o di un gruppo nazionale, in relazione alle entità, appartenenti al gruppo, che scontano una tassazione inferiore al 15% per cento nel Paese in cui sono localizzate

• l'imposta minima suppletiva, dovuta da una o più imprese del gruppo multinazionale localizzate in Italia, in relazione a quelle imprese del gruppo che sono localizzate in Paesi a bassa imposizione quando non è stata applicata, in tutto o in parte, l'imposta minima integrativa equivalente in altri Paesi. Peraltro, nel caso in cui la controllante capogruppo i) è localizzata in un Paese terzo che non applica una imposta minima integrativa equivalente oppure ii) si configura come un'entità esclusa, tutte le imprese localizzate nel territorio dello Stato italiano, diverse dalle entità di investimento, sono tra loro solidalmente e congiuntamente responsabili per il pagamento, a titolo di imposta minima suppletiva, di un importo pari all'imposizione integrativa attribuita, per l'esercizio, allo Stato italiano

• l'imposta minima nazionale, dovuta in relazione a tutte le imprese di un gruppo multinazionale o nazionale soggette a una bassa imposizione localizzate in Italia.

Commercio al dettaglio e imprese di minori dimensioni

A partire dal 2023, - articolo 1, commi 65-70 della legge di bilancio 2023, legge n. 197 del 2022 - le imprese che esercitano attività del commercio al dettaglio di beni deducono le quote di ammortamento del costo dei fabbricati strumentali in misura non superiore a quella risultante dall'applicazione di un coefficiente del 6 % al costo degli stessi fabbricati. Tale modalità riguarda le imprese che operano prevalentemente in alcuni settori del commercio al dettaglio e limitatamente ai fabbricati strumentali utilizzati per tale attività. Sono stabilite specifiche regole per le imprese il cui valore patrimoniale è prevalentemente costituito da beni immobili diversi da quelli alla cui produzione o al cui scambio è effettivamente diretta l'attività dell'impresa, dagli impianti e dai fabbricati utilizzati direttamente nell'esercizio d'impresa: esse, ove aderiscano al regime di tassazione di gruppo, possono avvalersi della deduzione agevolata dei costi in relazione ai fabbricati concessi in locazione ad imprese che operano nei settori destinatari delle agevolazioni e aderenti al medesimo regime di tassazione di gruppo. La speciale deducibilità dei costi degli immobili strumentali delle imprese che esercitano il commercio di beni si applicano per il periodo d'imposta in corso al 31 dicembre 2023 e per i quattro successivi.

Il provvedimento costituisce un Fondo per l'attenuazione degli oneri fiscali connessi alla cessione gratuita, da parte di imprese di commercio di prodotti di consumo al dettaglio nell'ambito di manifestazioni a premi, di materiale informatico e didattico per le esigenze di istruzione delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado e degli asili nido, nonché delle strutture di assistenza sociale in

favore dei minori, gestiti da enti pubblici o privati nonché da enti religiosi, nel rispetto delle regole in tema di aiuti de minimis. Il provvedimento inoltre dispone che l'estensione del criterio di cd. "derivazione rafforzata" alle poste contabilizzate a seguito della correzione di errori contabili per le micro imprese si applichi ai soli soggetti che sottopongono il proprio bilancio d'esercizio a revisione legale dei conti. Le norme in esame si applicano a partire dal periodo di imposta in corso alla data del 22 giugno 2022 (data di entrata in vigore del decreto-legge n. 73 del 2022) (commi 273-275).

Inoltre (comma 276), viene ampliato l'ambito operativo del regime di contabilità semplificata per le imprese minori. Le soglie di ricavi da non superare nell'anno per usufruire della contabilità semplificata sono elevate da 400.000 a 500.000 euro per le imprese che esercitano la prestazione di servizi e da 700.000 a 800.000 euro per le imprese aventi a oggetto altre attività.

Disposizioni emergenziali

Con riferimento alle misure per fronteggiare i rincari energetici, si ricorda inoltre che è stato introdotto per il 2022 il cd. contributo straordinario contro il caro bollette, ovvero l'imposta sugli extra - profitti a carico delle imprese operanti nel settore energetico (articolo 37 del decreto-legge n. 21 del 2022, articolo 52 del decreto-legge 50 del 2022 e articolo 42 del decreto-legge n. 115 del 2022) dovuta in misura pari al 25 per cento dell'incremento del saldo tra operazioni attive e passive realizzato dal 1° ottobre 2021 al 30 aprile marzo 2022, rispetto al medesimo periodo tra il 2020 e il 2021 (il cosiddetto "extraprofitto"). Sono esclusi i soggetti che conseguono un incremento del saldo fino a 5 mi-

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lioni di euro o, comunque, inferiore al 10 per cento. La disciplina di tale contributo straordinario, con particolare riferimento alla base imponibile, è stata modificata dalla legge di bilancio 2023. Il provvedimento ha istituito un contributo di solidarietà straordinario sotto forma di prelievo temporaneo per l'anno 2023 per i soggetti che producono, importano, distribuiscono o vendono energia elettrica, gas naturale o prodotti petroliferi.

Il regime forfetario

Il cosiddetto regime forfetario (cd. ex minimi), introdotto dalla Legge di stabilità 2015 (articolo 1, commi 54- 89 della legge n. 190 del 23 dicembre 2014), interessa gli operatori economici di ridotte dimensioni. Esso prevede rilevanti semplificazioni ai fini Iva e ai fini contabili, e consente, altresì, la determinazione forfetaria del reddito da assoggettare a un'unica imposta con aliquota al 15% sostitutiva delle imposte sui redditi e dell'Irap. Esso è inteso dal legislatore il regime naturale delle persone fisiche che esercitano un'attività di impresa, arte o professione in forma individuale, purché siano in possesso dei requisiti stabiliti dalla legge e, contestualmente, non incorrano in una delle cause di esclusione. Esso prevede una scadenza legata ad un numero di anni di attività o al raggiungimento di una particolare età anagrafica. La sua applicazione, pertanto, è subordinata solo al verificarsi delle condizioni e al possesso dei requisiti prescritti dalla legge. Il comma 54 della Legge di Bilancio 2023 provvede a innalzare a 85 mila euro (rispetto al precedente limite previsto a 65.000 euro) la soglia di ricavi e compensi che consente di applicare un'imposta forfettaria del 15 per cento sostitutiva di quelle ordinariamente previste. La disposizione prevede inoltre che

tale agevolazione cessa immediatamente di avere applicazione per coloro che avranno maturato compensi o ricavi superiori ai 100 mila euro, senza aspettare l'anno fiscale seguente. I commi da 55 a 57 introducono, a determinate condizioni e limitatamente all'anno 2023, per le persone fisiche titolari di reddito d'impresa e/o di lavoro autonomo che non applicano il regime forfettario, una tassa piatta al 15 per cento da applicare alla parte degli aumenti di reddito calcolata rispetto ai redditi registrati nei tre anni precedenti. La norma precisa altresì le conseguenze di tale nuovo regime relativamente alla determinazione dei requisiti reddituali validi ai fini del riconoscimento di benefici fiscali nonché degli acconti dovuti per il periodo d'imposta 2024.

La norma stabilisce che ai lavoratori autonomi con redditi fino a 40 mila euro che non aderiscono al regime forfettario, si applicherà una tassa piatta del 15 per cento sulle variazioni di reddito (superiori al 5 per cento) calcolate come differenza tra il maggior reddito prodotto nell'anno 2023 rispetto al più elevato dei redditi dichiarato nel triennio precedente

In precedenza si ricorda che la legge di bilancio 2020 (commi 691 e 692 della legge n. 160 del 2019):

• aveva soppresso l'imposta sostitutiva al 20% che si sarebbe dovuta applicare (cd. flat tax) ai contribuenti con ricavi tra 65.001 e 100.000 euro a partire dal 2020;

• aveva reintrodotto, come condizione per l'accesso al regime forfettario al 15%, il limite delle spese sostenute per il personale e per il lavoro accessorio, nonché l'esclusione per i redditi di lavoro dipendente eccedenti l'importo di 30.000 euro;

• aveva stabilito un sistema di premialità per incentivare l'utilizzo della fatturazione elettronica.

L'Agenzia delle entrate, con la Circolare 18/E, ha fornito le indicazioni in relazione alle modalità di applicazione del regime, individuando i requisiti soggettivi e oggettivi richiesti per usufruire del beneficio fiscale. L'articolo 6 del cosiddetto decreto crescita (decreto n. 34 del 2019) stabilisce che anche i contribuenti che applicano il regime forfettario o che applicheranno, a partire dal 2020, il nuovo regime sostitutivo delle imposte sui redditi e dell'Irap, e che si avvalgono dell'impiego di dipendenti e collaboratori, devono effettuare le ritenute alla fonte sui redditi di lavoro dipendente e sui redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente. Inoltre l'articolo 6-bis, relativo agli obblighi informativi posti a carico di coloro che intendono accedere al cd. regime forfettario (articolo 1, comma 73, legge n. 190 del 2014), prevede che tali oneri informativi non comprendano dati ed informazioni già presenti, alla data di approvazione dei modelli di dichiarazione dei redditi, nelle banche dati a disposizione dell'Agenzia delle Entrate, ovvero che siano da comunicare o dichiarare alla stessa entro la data di presentazione dei medesimi modelli di dichiarazione dei redditi.

Secondo i dati forniti dall'Osservatorio sulle partite Iva, nel 2022 sono stati 239.131 i soggetti hanno aderito al regime forfetario (anziché al regime fiscale ordinario), dato sostanzialmente identico al 2021; tali adesioni rappresentano il 47,7% del totale delle nuove aperture di partita Iva.

Dal 1° luglio 2022 l'obbligo di fatturazione elettronica è esteso anche ai titolari di partita Iva in regime forfettario per i soggetti che nell'anno precedente abbiano conseguito

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ricavi superiori a euro 25.000, e per tutti gli altri dal 1° gennaio 2024 (articolo 18 del decreto-legge n. 36 del 2022).

Il regime di tassazione delle criptoattività La legge di bilancio per il 2023 ha introdotto una disciplina fiscale applicabile alle cripto-attività (commi 126-147), che vengono incluse nell'ambito del quadro impositivo sui redditi delle persone fisiche in modo esplicito.

A tal fine è stata introdotta una nuova categoria di "redditi diversi" costituita dalle plusvalenze e dagli altri proventi realizzati mediante rimborso o cessione a titolo oneroso, permuta o detenzione di cripto-attività, comunque denominata, archiviata o negoziata elettronicamente su tecnologie di registri distribuiti o tecnologie equivalenti, non inferiori complessivamente a 2.000 euro nel periodo d'imposta. Viene precisata la disciplina relativa alle plusvalenze su criptoattività che si considerano realizzate, fino all'entrata in vigore del provvedimento in esame, secondo le norme generali di cui all'articolo 65 del TUIR (ossia a seguito di cessione). Si consente di portare in deduzione dalle plusvalenze le minusvalenze relative ad operazioni aventi ad oggetto cripto-attività realizzate fino alla data di entrata in vigore della disposizione in commento. Viene modificata la disciplina dell'imposta sostitutiva sulle plusvalenze e sugli altri redditi, configurando i tre diversi regimi della "dichiarazione", quello cosiddetto del "risparmio amministrato" e quello del "risparmio gestito". Si novella la disciplina della rilevazione a fini fiscali di taluni trasferimenti da e per l'estero di denaro, titoli e valori, includendovi i riferimenti alle cripto-attività e ai prestatori di servizi di portafoglio digitale. Le maggiori entrate derivanti dalla disciplina così introdotta sono destinate al Fondo per la riduzione della pressione fiscale da istituire nello stato di previsione del MEF. Viene stabilito che i componenti positivi e negativi che risultano dalla valutazione delle cripto-attività non concor-

rono alla formazione del reddito ai fini dell'imposta sul reddito delle società (IRES) e dell'imposta regionale sulle attività produttive (IRAP). Si consente di determinare, per il calcolo delle plusvalenze e minusvalenze, il valore di acquisto delle cripto-attività possedute alla data del 1° gennaio 2023 a condizione che il predetto valore sia assoggettato ad una imposta sostitutiva delle imposte sui redditi, nella misura del 14 per cento. Anche le maggiori entrate derivanti dall'attuazione dell'imposta sostitutiva sono destinate al citato Fondo per la riduzione della pressione fiscale. Si consente ai contribuenti che non hanno indicato nella propria dichiarazione la detenzione delle cripto-attività e i redditi derivati dalle stesse, di regolarizzare la propria posizione presentando un'apposita dichiarazione e versando la sanzione per l'omessa indicazione nonché, nel caso in cui le cripto-attività abbiano prodotto reddito, un'imposta sostitutiva in misura pari al 3,5 per cento del valore delle cripto-attività detenute al termine di ogni anno o al momento del realizzo.

Le norme chiariscono che il contribuente, ove intenda effettuare la regolarizzazione, debba presentare un'istanza di emersione secondo un modello approvato con provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate (e non una dichiarazione).

Infine, si applica l'imposta di bollo ai rapporti aventi ad oggetto le cripto-attività nella misura del 2 per mille annui del relativo valore. Le modalità e i termini di versamento sono le stesse di quelle dell'imposta di bollo.

A decorrere dal 2023 si prevede l'applicazione di un'imposta sul valore delle cripto-attività detenute da tutti i soggetti residenti nel territorio dello Stato le cui entrate sono anch'esse destinate al citato Fondo per la riduzione della pressione fiscale.

Con il decreto-legge n. 51 del 2023 (articolo 4, commi 3-quinquies-3-septies) sono state introdotte alcune modifiche al regime definito dalla legge di bilancio 2023. In partico-

lare:

• si proroga dal 30 giugno al 30 settembre 2023 il termine per il versamento in unica soluzione dell'imposta sostitutiva sul valore di acquisto delle cripto-attività possedute alla data del 1° gennaio 2023, sopra descritta. Viene inoltre posticipata alla medesima data del 30 settembre 2023 il termine a partire dal quale è possibile rateizzare l'importo dovuto, (comma 3-quinquies).

• si prevede che i predetti versamenti possano essere effettuati entro il 20 luglio 2023, senza alcuna maggiorazione, dai soggetti ISA in possesso di specifici requisiti che sono tenuti, entro il 30 giugno 2023, ai versamenti risultanti dalle dichiarazioni dei redditi, dalle dichiarazioni Iva e Irap (comma 3-sexies). Per tali soggetti, i predetti versamenti possono essere effettuati entro il 31 luglio 2023, maggiorando le somme da versare dello 0,40 per cento a titolo di interesse corrispettivo; i termini di versamento così definiti si applicano, oltre ai soggetti ISA, anche ai soggetti che partecipano ad alcune tipologie di società, associazioni e imprese: società di persone, società tassate per trasparenza e società a ristretta base proprietaria (comma 3-septies). La disciplina degli indici sintetici di affidabilità fiscale-ISA, ovvero degli indicatori che misurano informazioni relative a più periodi d'imposta ai fini della verifica della coerenza della gestione professionale o aziendale dei contribuenti, è stata modificata in più parti, anche per tenere conto delle conseguenze delle restrizioni conseguenti alla pandemia. Introdotti dal decreto-legge n. 50 del 2017, gli indici sintetici di affidabilità fiscale (ISA) riguardano i contribuenti che esercitano attività di impresa, arti o professionisti; sono indicatori che, misurando attraverso un metodo statistico- economico, dati e informazioni relativi a più periodi d'imposta, forniscono una sintesi di valori tramite la quale l'Amministrazione verifica la normalità e la coerenza della gestione professionale o aziendale dei contribuenti. Gli indici, elaborati con una

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metodologia basata su analisi di dati e informazioni relativi a più periodi d'imposta, rappresentano la sintesi di indicatori elementari tesi a verificare la normalità e la coerenza della gestione aziendale o professionale, anche con riferimento a diverse basi imponibili, ed esprimono su una scala da 1 a 10 il grado di affidabilità fiscale riconosciuto a ciascun contribuente, anche al fine di consentire a quest'ultimo, sulla base dei dati dichiarati entro i termini ordinariamente previsti, l'accesso a uno specifico regime premiale. Gli indici si applicano a decorrere dal periodo d'imposta in corso al 31 dicembre 2018 (comma 931 della legge n. 205 del 2017). Contestualmente all'adozione degli indici cessano di avere effetto, al fine dell'accertamento dei tributi, le disposizioni relative agli studi di settore (articolo 7-bis del decreto legge n. 193 del 2016). Inoltre, è previsto che l'Agenzia delle entrate rende disponibili, ai soggetti esercenti attività di impresa e di lavoro autonomo, i dati in suo possesso utili per l'applicazione degli ISA nell'area riservata del suo sito internet istituzionale. Nel provvedimento del 31/01/2020 dell'Agenzia delle entrate sono individuati i dati rilevanti ai fini dell'applicazione degli indici sintetici di affidabilità fiscale per il periodo di imposta 2020, i 175 modelli per la comunicazione dei dati rilevanti ai fini dell'applicazione degli stessi, da utilizzare per il periodo di imposta 2019, nonché le modalità per l'acquisizione degli ulteriori dati necessari ai fini dell'applicazione degli indici sintetici di affidabilità fiscale per il periodo di imposta 2019 e il programma delle elaborazioni degli indici sintetici di affidabilità fiscale applicabili a partire dal periodo d'imposta 2020. In particolare, l'articolo 148 del decreto-legge n. 34 del 2020, come modificato dall'articolo 24 del decreto-legge n. 73 del 2022, prevede che per il periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2021, si tiene conto anche del livello di affidabilità fiscale più elevato derivante dall'applicazione degli indici per i periodi d'imposta in corso al 31

dicembre 2019 e al 31 dicembre 2020. Inoltre, per il periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2022, si tiene conto anche del livello di affidabilità fiscale più elevato derivante dall'applicazione degli indici per i periodi d'imposta in corso al 31 dicembre 2020 e al 31 dicembre 2021. La disposizione sembra volta a tenere ancora conto delle difficoltà correlate agli effetti sull'economia e sui mercati conseguenti all'emergenza sanitaria, prevedendo pertanto che nella definizione delle strategie di controllo l'Agenzia delle entrate e il Corpo della Guardia di finanza tengano conto anche del livello di affidabilità fiscale derivante dall'applicazione degli indici per due successivi periodo d'imposta e non solo utilizzando i dati dichiarati per il periodo d'imposta di riferimento. Il Decreto legge n. 34 del 2020 (Decreto Rilancio), infatti, ha modificato il procedimento di elaborazione degli indici sintetici di affidabilità fiscale-ISA per i periodi di imposta in corso al 31 dicembre 2020 e 2021 e ha differito i termini per l'approvazione degli indici e la loro eventuale integrazione rispettivamente al 31 marzo e al 30 aprile dell'anno successivo a quello di applicazione (articolo 148); la medesima disposizione fornisce inoltre nuove indicazioni all'Agenzia delle entrate e al Corpo della guardia di finanza utilizzabili per la definizione delle specifiche strategie di controllo dell'affidabilità fiscale del contribuente. Con il decreto del 2 febbraio 2021 il MEF ha approvato le modifiche agli indici sintetici di affidabilità fiscale applicabili al periodo d'imposta 2020.

Successivamente è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 17 maggio 2021 il decreto del MEF recante ulteriori modifiche agli indici sintetici di affidabilità fiscale applicabili al periodo d'imposta 2020. La disposizione introduce specifici correttivi da apportare all'applicazione degli ISA, sia materia di analisi degli indicatori elementari di affidabilità che di indicatori elementari di anomalia. I correttivi tengono conto di alcune

grandezze e variabili economiche, e delle relative relazioni, modificate a seguito della crisi economica verificatasi nel corso del 2020. Tra questi correttivi straordinari si segnalano:

- le giornate di chiusura disposte differenziate per ciascun codice Ateco; - la riduzione del valore dei ricavi/compensi nel periodo d'imposta 2020; - la riduzione dei costi per l'acquisto di materie prime, sussidiarie, semilavorati e merci e per la produzione di servizi rispetto al valore del periodo d'imposta precedente;

- la riduzione delle giornate di lavoro dipendente di fonte INPS Uniemens.

Le iniziative europee

L'imposizione diretta è di competenza degli Stati membri, ma negli ultimi anni l'Unione Europea ha introdotto misure armonizzate, alcune delle quali modificate di recente, allo scopo di garantire un sistema fiscale equo e trasparente e contrastare l'evasione e l'elusione fiscali.

Tra queste misure compaiono la Direttiva 2016/1164 – detta “antielusione” -, la Direttiva 2011/16/UE sulla cooperazione amministrativa nel settore fiscale, la Direttiva UE n. 2018/822 recante nuove norme in materia di trasparenza per gli intermediari della pianificazione fiscale (come consulenti fiscali, contabili, banche e avvocati) e la direttiva 2013/34/UE sulla comunicazione delle informazioni sull'imposta sul reddito da parte di talune imprese e succursali. Due sono tuttavia le questioni-chiave per il contrasto al dumping fiscale e alla concorrenza fiscale sleale su cui l'Unione si sta confrontando ormai da qualche anno.

In primo luogo, le differenze esistenti tra i regimi nazionali di imposta sulle società nell'UE creano le condizioni favorevoli per comportamenti opportunistici da parte delle imprese transnazionali attraverso una pianificazione fiscale che tende a trasferire i propri utili verso giurisdizioni a bassa imposizione.

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Cessione del Credito e sConto in fattura per le pMi

il decreto legge 39/2024, conosciuto anche come “superbonus” - pubblicato in Gazzetta ufficiale il 29 marzo 2024 – ha soppresso la possibilità di richiedere, come alternativa alla detrazione nel 730 o nel Modello redditi, lo sconto in fattura o la cessione del credito sulle spese legate ai cosiddetti “bonus casa” - dalle ristrutturazioni edilizie al risparmio energetico, fino ad arrivare al superbonus. in effetti, già a partire dal 17 febbraio 2023, ai sensi del precedente decreto Cessioni 38/2023, era stata introdotta un'ampia restrizione “in materia di cessione di crediti d’imposta relativi agli incentivi fiscali”, opzioni che tuttavia hanno continuato a restare valide relativamente a certe casistiche. le opzioni di sconto e cessione erano state introdotte dal gennaio 2020 con il decreto rilancio 34/2020, relativamente alle spese sostenute per interventi di ristrutturazione edilizia, riqualifica energetica e di prevenzione antisismica. il decreto 39/2024, però, relativamente alle cessioni, ha introdotto una soppressione complessiva, fatte salve alcune tipologie di casi, sull'esercizio di queste opzioni.

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Differenza tra cessione del credito e sconto in fattura

La differenza tra cessione del credito e sconto in fattura – opzioni alternative alla detrazione nel 730 il cui utilizzo è stato soppresso salvo alcuni casi dal 30 marzo 2024 – possono essere sintetizzate in questo modo:

• lo “sconto in fattura” consente di abbattere il costo dei lavori direttamente dalla ditta fino a un importo non superiore al costo stesso dei lavori (nella sostanza sino all’importo massimo corrispondente alla percentuale del bonus fiscale di riferimento);

• la “cessione del credito”, invece, implica la

cessione vera e propria della detrazione fiscale da parte del contribuente all’indirizzo di un ente terzo (fornitori di beni, esercenti di attività autonome, banche, società, ecc.) in cambio del rimborso fino a un importo massimo corrispondente alla somma altrimenti detratta in dichiarazione.

Su quali lavori sono state abolite le due opzioni

A partire dal 30 marzo 2024, a seguito delle nuove norme introdotte dal Decreto "Superbonus" 39/2024 “in materia di agevolazioni fiscali”, le opzioni di cessione del credito e sconto in fattura sono state sop-

presse in relazione agli interventi di:

• recupero del patrimonio edilizio;

• efficienza energetica;

• installazione di impianti fotovoltaici;

• installazione di colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici.

Tuttavia, come anticipato, esistono alcune casistiche che il decreto in esame preserva relativamente al diritto delle due opzioni.

Le opzioni della cessione del credito e dello sconto in fattura al posto della detrazione, infatti sono state soppresse a partire dal 30 marzo 2024 per effetto del Dl Superbonus 9/2024.

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fino al 30 marzo 2024

A seguito della precedente restrizione già introdotta dal Dl Cessioni n. 38 del 16 febbraio 2023, le due opzioni erano comunque rimaste valide nei casi di interventi di eliminazione delle barriere architettoniche e sugli altri interventi per i quali, alla data del 16 febbraio 2023, risulti:

• presentata la comunicazione di inizio lavori asseverata (CILA) in caso di interventi diversi da quelli effettuati dai condomìni;

• adottata la delibera assembleare che ha approvato l’esecuzione dei lavori e risulti presentata la CILA nei casi d’interventi effettuati dai condomìni;

• presentata l’istanza per l’acquisizione del titolo abilitativo per gli interventi comportanti la demolizione e la ricostruzione degli edifici.

Sempre ai sensi del precedente Dl Cessioni 38/2023 era stata prevista un’ulteriore deroga al divieto di cessione del credito e sconto in fattura anche per gli interventi non rientranti nel Superbonus per i quali alla data del 16 febbraio 2023:

• risulti presentata - ove necessario - la richiesta del titolo abilitativo;

• siano già iniziati i lavori per i quali non è prevista la presentazione di un titolo abilitativo oppure, nel caso in cui i lavori non siano ancora iniziati, sia già stato stipulato un accordo vincolante tra le parti per la fornitura dei beni e dei servizi oggetto dei lavori (nel caso in cui al 17 febbraio 2023 non risultino versati acconti, l’attestazione che i lavo -

ri abbiano avuto inizio entro il 16 febbraio 2023, o che entro detta data sia avvenuta la stipula di un accordo vincolante tra le parti per la fornitura dei beni e dei servizi oggetto dei lavori, deve essere fornita dal cedente o committente e dal cessionario o prestatore mediante dichiarazione sostitutiva di atto notorio);

• risulti presentata la richiesta di titolo abilitativo per l’esecuzione dei seguenti lavori:

1. realizzazione di autorimesse o posti auto pertinenziali anche a proprietà comune;

2. restauro e risanamento conservativo e di ristrutturazione edilizia riguardanti interi fabbricati, eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e da cooperative edilizie, che provvedano entro diciotto mesi dalla data di termine dei lavori alla successiva alienazione o assegnazione dell’immobile;

3. interventi antisismici effettuati mediante demolizione e ricostruzione dell’immobile ubicato in zone classificate a rischio sismico 1, 2 e 3 da parte di imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare che entro trenta mesi dal termine dei lavori provvedano alla successiva rivendita.

a partire dal 30 marzo 2024

Al momento attuale, per effetto delle ultime novità introdotte dal Dl Superbonus 39/2024, è prevista la soppressione delle opzioni per lo sconto in fattura o per la cessione del credito per i lavori successivi all’entrata in vigore delle nuove norme - 30.03.24 - "effettuati dagli Iacp, dalle cooperative di abitazione a proprietà indivisa e degli enti del Terzo settore, ossia i rimanenti soggetti ammessi ai benefici delle agevolazioni previste dalla precedente disciplina.

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A questo proposito, tuttavia, sussistono alcune eccezioni. La soppressione infatti non agisce per gli interventi realizzati su immobili danneggiati da eventi sismici verificatisi il 6 aprile 2009 e da quelli accaduti a partire dal 24 agosto 2016 nei comuni dei territori delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. L’agevolazione, in questo caso, viene mantenuta fino a esaurimento dei fondi disponibili pari a 400 milioni di euro per l'anno 2024, dei quali, 70 milioni

per gli eventi sismici verificatisi il 6 aprile 2009.

Tale deroga si applica anche alle spese sostenute per:

• interventi effettuati nei comuni dei territori colpiti da eventi sismici verificatisi a far data dal 1° aprile 2009 dove sia stato dichiarato lo stato di emergenza;

• immobili danneggiati dagli eventi meteorologici verificatisi a partire dal 15 settembre 2022, per i quali è stato dichiarato lo

stato di emergenza con le deliberazioni del Consiglio dei ministri 16 settembre 2022 e 19 ottobre 2022, situati nei territori della regione Marche, per i quali, entro il 30 marzo 2024, sia stata presentata la necessaria documentazione (CILA, richiesta/acquisizione del titolo abilitativo, ecc) oppure istanza per l’acquisizione del titolo abilitativo;

• interventi di superamento ed eliminazione di barriere architettoniche eseguiti fino al

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30 marzo 2024

• interventi di superamento ed eliminazione di barriere architettoniche eseguiti dopo il 30 marzo 2024 limitatamente a quelli per cui in data antecedente al 30 marzo:

1. risulti presentata la richiesta del titolo abilitativo;

2. sia già stato stipulato un accordo vincolante tra le parti per la fornitura dei beni e dei servizi oggetto dei lavori e sia stato versato un acconto sul prezzo, se per gli inter-

venti non è prevista la presentazione di un titolo abilitativo.

Infine, è previsto un regime transitorio che consente l’applicazione delle opzioni di sconto e cessione in caso di spese sostenute per interventi in relazione ai quali precedentemente al 30 marzo 2024:

• risulti presentata la comunicazione di inizio lavori asseverata (CILA), in caso di lavori per l'efficienza energetica, sisma bonus, fotovoltaico, effettuati non da condomini;

• risulti adottata la delibera assembleare che ha approvato l’esecuzione dei lavori e risulti presentata la stessa CILA, in caso di lavori per l'efficienza energetica, sisma bonus, fotovoltaico, effettuati da condomini;

• risulti presentata l'istanza per l'acquisizione del titolo abilitativo, in caso di lavori per l'efficienza energetica, sisma bonus, fotovoltaico, in caso di demolizione e ricostruzione di edifici;

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• risulti presentata la richiesta del titolo abilitativo - ove necessario - se gli interventi non riguardano l'efficienza energetica, sisma bonus, fotovoltaico;

• siano già iniziati i lavori, oppure, nel caso in cui i lavori non siano ancora iniziati, sia stato stipulato un accordo vincolante tra le parti per la fornitura dei beni e dei servizi oggetto dei lavori e sia stato versato un acconto sul prezzo, se gli interventi non riguardano l'efficienza energetica, sisma

bonus, fotovoltaico e per quali non è prevista la presentazione di un titolo abilitativo.

Come funziona lo sconto in fattura e come funziona la cessione del credito?

È necessaria una premessa: ovviamente, sia in caso di cessione che in caso di sconto, la volontà del contribuente deve pur sempre trovare la disponibilità della ditta (per lo sconto) o di un ente terzo (per la cessione) a portare a termine l’opzione. Detto questo:

• lo sconto in fattura comporta un vero e proprio sconto sul costo dei lavori corrispondente alla percentuale della detrazione altrimenti applicata in dichiarazione. Se ad esempio il contribuente opta per lo sconto su dei lavori detraibili col Bonus Ristrutturazioni al 50%, ecco che lo sconto corrispettivo in fattura sarebbe appunto del 50%. Resta fermo che l’unica detrazione per cui, per ovvie ragioni, lo sconto in fattura non potrebbe mai equiparare la percentuale

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di detrazione fiscale è proprio il Superbonus 110%, per il quale lo sconto in fattura può al massimo pareggiare il totale dei costi (quindi in sostanza optando per lo sconto in fattura su lavori detraibili col Superbonus si può avere al massimo l’abbattimento totale della fattura, ma si perderebbe quel 10% in più recuperabile invece tramite dichiarazione);

• la cessione del credito comporta invece la stipula di un accordo finanziario (come una

sorta di "mutuo") tra il contribuente che cede la detrazione e l’ente cessionario che la acquisisce, così, in cambio del beneficio fiscale ceduto, l'ente creditizio avvierà un piano di rimborso per “restituire” al contribuente fino alla quota corrispondete alla detrazione fiscale.

Cosa scegliere fra cessione del credito e sconto in fattura? Entrambe le soluzioni sono vantaggiose per

il contribuente che può beneficiare della detrazione sulle spese. Rimane una scelta libera, ma la prerogativa è che la controparte acconsenta all’operazione e che la scelta sia comunicata in via telematica all’Agenzia delle Entrate.

Chi può usufruire della cessione del credito e dello sconto in fattura?

La scelta della cessione del credito o dello sconto in fattura al posto della fruizione

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diretta del bonus nel Modello 730 o nel Modello Redditi, è percorribile:

• o quando sussiste la cosiddetta incapienza fiscale, cioè quando l'imposta del contribuente, per via del reddito basso, non potrebbe mai permettergli di godere pienamente del bonus per tutta la sua durata pluriennale;

• oppure semplicemente per volontà del contribuente, laddove per sua convenienza economica preferisse adottare la cessione o lo sconto invece della detrazione.

L’opzione della cessione o dello sconto va esercitata tramite i canali telematici dell’Agenzia delle Entrate.

Occorre trasmettere all’Agenzia delle Entrate, entro il 16 marzo dell’anno successivo a quello in cui sono state sostenute le spese, un’apposita comunicazione con cui verrà notificata la rinuncia al bonus fiscale in luogo della sua cessione o dello sconto applicato in fattura. Per semplificare l’operazione, il contribuente può avvalersi degli intermediari abilitati alla trasmissione delle dichiarazioni fiscali.

Nel caso in cui la rinuncia riguardi il Superbonus, l’opzione cessione/sconto richiederà anche l’apposizione del visto di conformità da parte dell’intermediario abilitato, cioè in pratica l’acquisizione dei documenti che dimostrano la spettanza della

detrazione ceduta.

Le altre misure del decreto

Il Decreto in oggetto, inoltre, ha provveduto a eliminare la remissione in bonis, ovvero la prevista possibilità di sanare piccoli errori nelle comunicazioni di sconto in fattura e cessione del credito provvedendo a pagare una sanzione di lieve entità.

Precedentemente, questa possibilità avrebbe consentito di usufruire dei bonus fino al 15 ottobre 2024. In questo senso, quindi, il Governo non ha voluto superare il termine del 4 aprile 2024, data in cui i contribuenti sono tenuti a inviare le comunicazioni relative alla scelta dello sconto in fattura e della cessione del credito, in quanto le intenzioni dell'Esecutivo sono quelle di quantificare rapidamente l'ammontare delle opzioni.

Il decreto, inoltre, introduce misure finalizzate a evitare che i contribuenti con debiti nei confronti dell'Erario possano usufruire dei bonus edilizi. In presenza di debiti superiori a 10 mila euro – qualora siano scaduti i termini di pagamento e purché non siano in essere provvedimenti di sospensione o non siano in corso piani di rateazione per i quali non sia intervenuta decadenza – è stabilita la sospensione, fino a concorrenza di quanto dovuto, dell'utilizzabilità dei crediti di imposta inerenti i bonus edilizi. Il decreto

prevede anche l'introduzione di misure finalizzate alla prevenzione di frodi in materia di cessione dei crediti ACE, riducendo così a una la possibilità di cessione ed estendendo la responsabilità solidale del cessionario alle ipotesi di concorso nella violazione, nonché ampliando i controlli preventivi in materia di operazioni sospette.

NOTIZIE PER LE IMPRESE

IPCEI: il MIMIT dispone l'integrazione di 1 miliardo e 500 milioni

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, al fine di sostenere e favorire la realizzazione di progetti di comune interesse europeo (IPCEI), nell’ambito delle catene del valore strategiche per l’industria europea, con ha disposto con decreto direttoriale l'integrazione delle risorse del Fondo IPCEI, attivate con Decreto del Ministro l'11 dicembre 2023. 1, 5 miliardi aggiuntivi saranno destinati agli interventi agevolativi per le imprese e gli organismi di ricerca beneficiari, nell’ambito degli IPCEI Batterie 1, Idrogeno 1, Idrogeno 2, Infrastrutture e servizi cloud e Microelettronica 2.

Nello specifico:

• oltre 455,7 milioni per l’IPCEI Idrogeno 1,

• oltre 149,2 milioni per l’IPCEI Idrogeno 2,

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• oltre 620,6 milioni per l’IPCEI Microelettronica 2, • oltre 209,2 milioni per l’IPCEI Infrastrutture e servizi cloud.

Il Ministero opera a sostegno della realizzazione di tali progetti strategici, insieme con gli altri Stati membri partecipanti ai relativi partenariati europei.

Ulteriori informazioni possono essere ricavate dal Decreto direttoriale 8 maggio 2024 – Fondo IPCEI. Integrazione delle risorse

300 milioni per 'Mini contratti di sviluppo Il Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro delle Imprese e del Made in Italy, ha approvato – nell'ambito del Decreto Legge Coesione, la norma che prevede l'introduzione dello strumento dei “Mini contratti di sviluppo”, a cui è stata conferita una dotazione iniziale di 300 milioni di euro. Il nuovo strumento così introdotto, dunque, è finalizzato al sostegno degli investimenti produttivi di media dimensione finanziaria – tra 5 e 20 milioni di euro – realizzati da imprese piccole, medie o grandi, legati alle tecnologie critiche annoverate nel nuovo regolamento UE Step. Questa misura, indirizzata per il momento alle sole regioni del Mezzogiorno d'Italia, è destinata al sostegno, allo sviluppo e alla fabbricazione di tecnologie digitali e “deep

tech”, oltre che quelle green, e alle biotecnologie, ivi compresi i medicinali critici presenti nell'elenco UE, oltre che ai loro componenti. L'intervento, quindi, va a inserirsi nel più ampio quadro di misure di incentivazione che già coprono gli investimenti sopra i 20 milioni di euro che, anche grazie alle misure introdotte dal PNRR, stanno trovando attuazione e operatività significative nel sostegno destinato alle filiere produttive e alla realizzazione di investimenti rivolti alla transizione green e digitale delle imprese italiane.

Il Decreto compensazione dei crediti d'imposta

Dal mese di aprile è possibile trasmettere i modelli di comunicazione per compensare i crediti d'imposta.

Infatti, su indicazione del ministro delle Imprese e del Made in Italy, è stato emanato il Decreto direttoriale del Mimit riguardante la compensazione dei crediti di imposta per investimenti del Piano Transizione 4.0, che concorre a definite il contenuto e le modalità di invio dei modelli di comunicazione di dati e informazioni che le imprese devono fornire.

Questo provvedimento si era reso necessario al fine di consentire alle imprese nazionali la compensazione dei crediti d'imposta, che

era stata sospesa con la Risoluzione dell'Agenzia delle Entrate n. 68/E del 12 aprile 2024. Nello specifico, sono stati approvati due diversi modelli di comunicazione dei dati e delle altre informazioni per l'applicazione dei crediti di imposta riguardanti: gli investimenti in beni strumentali nuovi funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale delle imprese; gli investimenti in attività di ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e ideazione estetica.

I modelli di comunicazione sono disponibili in formato editabile sul sito istituzionale del Gestore dei servizi energetici (GSE) a partire dalle ore 12:00 del giorno 29 aprile 2024.

Incremento finanziario della dotazione della Riserva speciale del Fondo di garanzia per le PMI

Il Decreto ministeriale 6 febbraio 2024“Incremento finanziario della dotazione della Riserva speciale del Fondo di garanzia per le pmi a valere sul PN RIC 21/27” – dispone - nell’ambito del Programma nazionale “Ricerca, Innovazione e Competitività per la transizione verde e digitale 2021-2027”, approvato con decisione di esecuzione della Commissione europea C(2022) 8821, del 29 novembre 2022 - l’assegnazione delle risorse

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finanziarie alla Riserva speciale del Fondo di garanzia istituita con decreto interministeriale 13 marzo 2017.

6,3 miliardi per la sfida green e digitale delle imprese

Nel biennio 24/25 saranno a disposizione delle aziende risorse complessive per 13 miliardi di euro. Il Consiglio dei Ministri, infatti, ha approvato il Decreto Legge PNRR, che introduce il nuovo "Piano Transizione 5.0", su proposta del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Questo programma ha per obiettivo il sostegno degli investimenti in digitalizzazione e nella transizione green delle imprese grazie a un innovativo schema di crediti d'imposta. Il piano prevede l'impiego di risorse pari a 6,3 milairdi di euro, che vanno ad aggiungersi ai 6,4 miliardi di euro già previsti dalla Legge di Bilancio, per un totale di 13 miliardi di euro, nel biennio 2024-2025, a favore della transizione digitale e green. In questo senso, il Mimit considera questo piano come l'architrave della politica industriale italiana, il cui fine è quello di consentire alle imprese nazionali di innovarsi e vincere la sfida della duplice transizione digitale e green, nel corso dei due anni decisivi 2024 e 2025. In questo periodo, infatti, si è progettato il nuovo profilo degli assetti geoeconomici. Oltre agli investimenti in beni strumentali, la misura è orientata anche alla formazione dei lavoratori, perché le competenze sono il fattore che fa la differenza soprattutto per il nostro Made in Italy".

In questo senso, alle aziende verrà concesso un credito d'imposta automatico, senza alcuna valutazione preliminare, senza discriminazioni legate alle dimensioni dell'impresa, al settore di attività o alla sua localizzazione. Saranno agevolati gli investimenti in beni materiali e immateriali, purché si raggiunga una riduzione dei consumi energetici dell'unità produttiva pari almeno al 3% (o al 5% se calcolata sul processo interessato dall'investimento).

Inoltre, saranno ammessi anche investimenti in nuovi beni strumentali necessari all'autoproduzione di energia da fonti rinnovabili e spese per la formazione del personale dipendente finalizzate all'acquisizione o al consolidamento di competenze nelle tecnologie per la transizione digitale ed energetica dei processi produttivi.

Le modalità di fruizione prevedono la compensazione del credito spettante presentando il modello F24 in un'unica rata.

L'eccedenza non compensata entro il 31 dicembre 2025 sarà compensabile in 5 rate annuali di pari importo.

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy si impegna così a sostenere attivamente le imprese italiane nella transizione verso un'economia più sostenibile, favorendo l'innovazione, la competitività e la creazione di valore nel contesto europeo e globale.

La piattaforma per l'attrazione degli investimenti esteri

Invest in Italy è la piattaforma destinata ad accompagnare e supportare gli investitori

esteri in tutti gli adempimenti e le pratiche finalizzati alla realizzazione di investimenti produttivi in Italia, a partire dalla fase di negoziazione fino a giungere alla sua esecuzione, compresa l'eventuale domanda di incentivazione.

A partire dal 2022, lo Sportello Unico in Italy ha assistito 378 lead qualificati generati da imprese estere, di cui 64 sono stati chiusi con successo. Nel mese di aprile 2024, i principali lead in gestione sono 59.

La procedura per avviare le richieste prevede una prima fase di ingaggio, attraverso l’identificazione e la qualificazione dall'investimento, a cui segue la presa in carico da parte di un team negoziale e del relativo tutor. Questi si occupano di accompagnare l’investitore in tutti gli adempimenti funzionali, come mettere a disposizione una migliore comprensione del sistema Italia, attivare la ricerca dei siti di insediamento/ espansione adatti, facilitare il dialogo con le amministrazioni centrali e locali e indirizzare il dialogo con la filiera, i centri di ricerca, le università e le scuole tecniche superiori. I tecnici del ministero supportano inoltre i soggetti interessati a individuare gli incentivi più idonei a sostenere gli investimenti e a costruire relazioni con i centri per l’impiego regionali e le agenzie di collocamento locali per la ricerca di personale, seguendo tutto il processo di ottenimento dei visti, autorizzazioni e permessi di lavoro per il personale degli investitori stranieri non UE.

Apre lo sportello per l’accesso agli incentivi dei progetti di ricerca e sviluppo delle

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imprese del Mezzogiorno. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, in attuazione del decreto del 14 settembre 2023 firmato dal ministro Urso, ha fissato i termini di apertura e le modalità di presentazione delle domande riguardanti i progetti di ricerca e sviluppo sperimentale delle imprese localizzate nelle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, coerenti con la “Strategia nazionale di Specializzazione intelligente”.L'intervento, attivato nell’ambito del Fondo per la crescita sostenibile, ha uno stanziamento di oltre 470 milioni di euro, di cui 328 milioni per la concessione di finanziamenti agevolati e 145 milioni per i contributi diretti alla spesa. Dal 10 luglio, le imprese di qualsiasi dimensione che esercitano attività industriali, agroindustriali, artigiane, di servizi all’industria e di ricerca potranno presentare istanza per l’accesso agli incentivi allo sportello online di Mediocredito centrale, gestore della misura per conto del Ministero. Già a partire dal 25 giugno i soggetti interessati potranno precompilare le domande tramite la procedura informatica disponibile al link: fondocrescitasostenibile.mcc.it.

L'apertura della procedura agevolativa prevede il concorso di Cassa Depositi e Prestiti e delle banche finanziatrici convenzionate aderenti all’Associazione Bancaria Italiana. I progetti, che possono essere realizzati anche in forma congiunta tra più imprese, devono prevedere attività di ricerca industriale e sviluppo sperimentale che facciano

utilizzo di tecnologie abilitanti fondamentali (KETs), in particolare: nanotecnologia e materiali avanzati, fotonica e micro/nano elettronica, sistemi avanzati di produzione, tecnologie delle scienze della vita, intelligenza artificiale, connessione e sicurezza digitale.

Le spese e i costi ammissibili non devono essere inferiori a 3 milioni di euro e superiori a 20 milioni. L’accesso alle agevolazioni avverrà mediante procedura negoziale. I finanziamenti agevolati sono concessi per una percentuale massima del 50% delle spese e dei costi ammissibili per le grandi imprese e del 40% per le piccole e medie imprese.

Gli incentivi concessi nella forma del contributo diretto alla spesa sono articolati sulla base della dimensione dell’impresa proponente: 30% per le piccole imprese, 25% per le medie imprese, 15% per le grandi imprese.

Tavolo Carburanti: presentate le linee guida per la riforma del settore

Si è tenuto al Mimit il tavolo Carburanti, sulle linee guida per la riorganizzazione della distribuzione del settore e ristrutturazione della rete.

Un incontro propedeutico alla presentazione al Consiglio dei Ministri, nelle prossime settimane, del disegno di legge in materia che si pone l'obiettivo di intervenire su un sistema frammentato, razionalizzando la rete e accompagnandola - in coerenza con l’evoluzione della nuova mobilità - verso

modelli di sostenibilità e transizione green. Oltre al ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso e alle associazioni di settore, hanno partecipato al tavolo il sottosegretario al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Claudio Barbaro e il sottosegretario al Mimit Massimo Bitonci. “Un provvedimento lungamente atteso dalle categorie produttive e su cui avevamo preso impegno proprio quando, all’inizio dello scorso anno, iniziammo un confronto significativo con i rappresentanti del settore per l’applicazione del Decreto sulla trasparenza dei prezzi dei carburanti.

Finalmente una legge organica che consentirà di qualificare i punti vendita, di regolare la loro contrattazione con le aziende petrolifere e di accompagnare la riconversione verso l’elettrico, rendendo più sostenibile il settore", ha dichiarato il Ministro Urso. L’intervento normativo si basa su quattro linee guida.

La regolamentazione del regime delle autorizzazioni per l’attività di distribuzione dei carburanti; la disciplina dei rapporti contrattuali in tema di gestione degli impianti di distribuzione; la modifica delle disposizioni in materia di indicazione dei prezzi dei carburanti e la razionalizzazione e riconversione della rete distributiva urbana ed extraurbana.

Secondo l'Osservatorio Carburanti del Mimit le tariffe lungo la filiera evidenziano in queste settimane un ribasso dei listini alla pompa: su strade urbane ed extra urbane il prezzo è di 1,744 euro/litro per il gasolio e

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1,890 euro/litro per la benzina.

Crescono i contratti di produttività

Prosegue costantemente il trend di crescita dei contratti che prevedono premi di produttività depositati e attivi presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali: al 15 maggio 2024, infatti, sono 12.172, il 29,7% rispetto alla stessa data del 2023. Nel mese di aprile il trend di crescita rilevato era pari al 29,5%. A beneficiarne 3.825.621 lavoratori - di cui 2.536.283 con riferimento a contratti aziendali e 1.289.338 a contratti territoriali - a cui è corrisposto un importo annuo medio pari a 1.480,65 euro.

Tra gennaio e la prima metà del mese di maggio 2024 sono stati depositati 3.877 contratti, il 22,2% rispetto allo stesso periodo del 2023, primo anno di applicazione della tassazione ridotta al 5% (prima era il 10%), introdotta dal Governo con la legge n. 197/2022 (articolo 1, comma 63) e confermata nella Manovra di bilancio per il 2024 (articolo 1, comma 18, legge n. 213/2023). Il picco dei depositi, al momento, nel mese di aprile con 937 depositi mentre sono 605 quelli tra il 1° e il 15 maggio. I 12.172 depositi si riferiscono a contratti attivi localizzati prevalentemente al Nord (73% del totale) e riferiti al settore dei servizi (60%). Sono prevalentemente le imprese con meno di 50 dipendenti ad avvalersi di questo strumento per riconoscere ai propri lavoratori importi aggiuntivi alla retribuzione in funzione del raggiungimento degli obiettivi: il 47% sul

totale dei contratti depositati e attivi sono attribuibili a imprese con queste dimensioni. La quota restante è divisa tra le aziende con oltre 100 dipendenti (38%) e quelle di fascia intermedia con numero di dipendenti compreso tra 50 e 99 (15%).

I lavori del tavolo per la sicurezza sul lavoro Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Calderone ha presieduto il 7 maggio 202 la riunione del tavolo per la sicurezza sul lavoro con le parti sociali. L’incontro convocato lo scorso 2 maggio subito dopo la conversione in legge del decreto Pnrr-bis ha avuto come focus l’applicazione pratica della patente a crediti. Lo strumento sarà operativo dal primo ottobre 2024, come previsto dalla norma.

Chiesta la disponibilità a incontri molto ravvicinati, settimanali o pluri-settimanali, così da creare entro maggio la struttura dei decreti attuativi sulla quale dare seguito alle procedure conseguenti.

Il Patent Box

introdotto dalla Legge di stabilità 2015 (legge n. 190 del 2014, commi 37-45), è in pratica il regime opzionale con tassazione agevolata sui redditi derivanti dall'utilizzo di taluni beni immateriali. In particolare, le imprese possono optare per un regime fiscale di favore consistente nell'esclusione dal reddito, ai fini della sua tassazione, di parte dei redditi derivanti dall'utilizzazione di alcune tipologie di beni (software, brevetti

industriali, disegni e modelli, processi, formule e informazioni relativi ad esperienze acquisite nel campo industriale, commerciale o scientifico giuridicamente tutelabili) nonché delle plusvalenze derivanti dalla loro cessione, se il relativo corrispettivo è reinvestito. La disciplina del patent box è stata più volte modificata nel tempo. In particolare, il decreto-legge n. 50 del 2017 ha escluso i marchi dal novero dei beni agevolabili; sono stati, invece, inclusi nel novero dei redditi che beneficiano del regime speciale anche quelli derivanti dall'utilizzo congiunto di beni immateriali, legati da vincoli di complementarietà, a specifiche condizioni di legge.

Fino al 2019, per accedere all'agevolazione, in tutte le ipotesi di utilizzo diretto del bene, il contribuente era tenuto alla preventiva sottoscrizione di un accordo con l'Agenzia delle entrate (ruling obbligatorio), mentre, in caso di concessione in uso del bene o di plusvalenze realizzate in ambito infragruppo, l'accordo con il fisco costituiva una mera facoltà del contribuente (ruling facoltativo). Sull'istituto è poi intervenuto il c.d. "decreto Crescita" (articolo 4 del decreto-legge n. 34 del 2019 (articolo 4), prevedendo una generale facoltà di autoliquidazione del relativo beneficio, dunque la possibilità per il contribuente di determinare in maniera autonoma e indicare direttamente in dichiarazione l'agevolazione spettante. in attuazione della novella, il provvedimento dell'a-

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genzia delle entrare del 30 luglio 2019 (prot. n. 658445/2019) ha chiarito che l'esercizio dell'opzione per la determinazione diretta del reddito agevolabile è effettuata nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo di imposta al quale si riferisce l'agevolazione. una complessiva riforma dell'istituto è stata nuovamente operata dal decreto fiscale 2021 (articolo 6 del decreto-legge n. 146 del 2021) che ha sostituito la previgente disciplina del patent box con un'agevolazione che maggiora del 90 per cento i costi di ricerca e sviluppo sostenuti in relazione ai beni immateriali giuridicamente tutelabili, consentendone così una più ampia deducibilità ai fini delle imposte sui redditi e dell'irap. Come per il precedente patent box, la nuova disciplina è rivolta ai titolari di reddito d'impresa e secondo condizioni sostanzialmente analoghe. si tratta di un regime opzionale, che ha durata di cinque periodi di imposta durante i quali è irrevocabile.

l'opzione è rinnovabile. l'agevolazione consiste nella maggiorazione (in origine del 90 per cento e poi elevata al 110 per cento dalla legge di bilancio 2022), ai fini delle imposte sui redditi, dei costi di ricerca e sviluppo sostenuti in relazione a specifici beni immateriali (software protetto da copyright; brevetti industriali; disegni e modelli; processi, formule e informazioni relativi a

esperienze acquisite nel campo industriale, commerciale o scientifico giuridicamente tutelabili). Condizione necessaria per usufruire dell'agevolazione è che tali beni siano utilizzati direttamente o indirettamente nello svolgimento della propria attività d'impresa. s i demanda a un provvedimento del direttore dell'agenzia delle entrate l'individuazione delle modalità di esercizio dell'opzione.

l'agevolazione si applica se i contribuenti svolgono le attività di ricerca e sviluppo - i cui costi sono agevolabili ai sensi dei commi precedenti - finalizzate alla creazione e allo sviluppo dei beni il cui costo è fiscalmente maggiorato anche mediante contratti di ricerca, stipulati con:

• società diverse da quelle che direttamente o indirettamente controllano l'impresa, ne sono controllate o sono controllate dalla stessa società che controlla l'impresa;

• ovvero con università o enti di ricerca e organismi equiparati. per accedere all'agevolazione è prevista la sola procedura di autoliquidazione del beneficio (il contribuente deve conservare ed esibire all'amministrazione finanziaria idonea documentazione che ne attesti la spettanza) e, rispetto all'originario patent box, non si contempla la procedura di ruling, che esita nella sottoscrizione di un accordo con l'agenzia delle

entrate. Come anticipato, con le modifiche della legge di bilancio 2022 (articolo 1, commi 10 e 11 della legge n. 234 del 2021) è stata elevata dal 90 al 110 per cento la maggiorazione fiscale dei costi di ricerca e sviluppo sostenuti in relazione a beni immateriali giuridicamente tutelabili ed è stato ristretto il novero dei beni agevolabili. Con riferimento alla decorrenza, la nuova disciplina si applica alle opzioni esercitate con riguardo al periodo di imposta in corso alla data della loro entrata in vigore e ai successivi periodi di imposta. si consente inoltre ai contribuenti, per tutta la durata dell'opzione, di usufruire sia del nuovo patent box, sia del credito d'imposta per le spese di ricerca e sviluppo. Viene modificata la disciplina transitoria di passaggio dal vecchio al nuovo regime, per non obbligare al transito automatico al nuovo patent box chi abbia esercitato l'opzione per l'originario istituto, con riferimento ad anni antecedenti al 2021. infine, è stato introdotto un meccanismo di recapture in base al quale, ove le spese agevolabili siano sostenute in vista della creazione di una o più immobilizzazioni immateriali oggetto di patent box, il contribuente può usufruire della maggiorazione del 110% a decorrere dal periodo di imposta in cui l'immobilizzazione immateriale ottiene un titolo di privativa industriale.

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Ministero dello Sviluppo Economico

“SPECIALIZZAZIONE INTELLIGENTE”, APRE LO SPORTELLO PER L’ACCESSO AGLI INCENTIVI DEI PROGETTI DI RICERCA E SVILUPPO DELLE IMPRESE DEL MEZZOGIORNO

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, in attuazione del decreto del 14 settembre 2023 firmato dal ministro Urso, ha fissato i termini di apertura e le modalità di presentazione delle domande riguardanti i progetti di ricerca e sviluppo sperimentale delle imprese localizzate nelle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, coerenti con la “Strategia nazionale di Specializzazione intelligente”.

L'intervento, attivato nell’ambito del Fondo per la crescita sostenibile, ha uno stanziamento di oltre 470 milioni di euro, di cui 328 milioni per la concessione di finanziamenti agevolati e 145 milioni per i contributi diretti alla spesa. Dal 10 luglio, le imprese di qualsiasi dimensione che esercitano attività industriali, agroindustriali, artigiane, di servizi all’industria e di ricerca potranno presentare istanza per l’accesso agli incentivi allo sportello online di Mediocredito centrale, gestore della misura per conto del Ministero.

Già a partire dal 25 giugno i soggetti interessati potranno precompilare le domande tramite la procedura informatica disponibile al link https://fondocrescitasostenibile.mcc.it.

L'apertura della procedura agevolativa prevede il concorso di Cassa Depositi e Prestiti e delle banche finanziatrici convenzionate aderenti all’Associazione Bancaria Italiana. I progetti, che possono essere realizzati anche in forma congiunta tra più imprese, devono prevedere attività di ricerca industriale e sviluppo sperimentale che facciano utilizzo di tecnologie abilitanti fondamentali (KETs), in particolare: nanotecnologia e materiali avanzati, fotonica e micro/nano elettronica, sistemi avanzati di produzione, tecnologie delle scienze della vita, intelligenza artificiale, connessione e sicurezza digitale.

Le spese e i costi ammissibili non devono essere inferiori a 3 milioni di euro e superiori a 20 milioni.

L’accesso alle agevolazioni avverrà mediante procedura negoziale.

I finanziamenti agevolati sono concessi per una percentuale massima del 50% delle spese e dei costi ammissibili per le grandi imprese e del 40% per le piccole e medie imprese.

Gli incentivi concessi nella forma del contributo diretto alla spesa sono articolati sulla base della dimensione dell’impresa proponente: 30% per le piccole imprese, 25% per le medie imprese, 15% per le grandi imprese. Progetti di ricerca e sviluppo nelle traiettorie della Strategia nazionale di specializzazione intelligente o di evoluzione delle stesse.

Cos'è

L’intervento sostiene la realizzazione di progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale di rilevanza strategica per il sistema produttivo.

I progetti ammissibili devono essere coerenti con le aree tematiche della Strategia nazionale di specializzazione intelligente (SNSI) ovvero finalizzati a individuare traiettorie tecnologiche e applicative evolutive della stessa.

La misura, attivata nell'ambito del Fondo per la crescita sostenibile (FCS), è destinata al sostegno dei progetti di imprese ammesse ai finanziamenti agevolati del FRI (Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca), accompagnati da contributi diretti alla spesa a sostegno delle attività.

L'intervento, che prevede il concorso di Cassa depositi e prestiti e delle banche finanziatrici convenzionate aderenti all’Associazione bancaria italiana, è disciplinato dal decreto 14 settembre 2023 del Ministro delle imprese e del made in Italy.

L’apertura dell’intervento è destinata al sostegno dei progetti realizzati nelle Regioni meno sviluppate (Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia).

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Ministero dello Sviluppo Economico

Le risorse

Per l’agevolazione dei progetti, da realizzare nelle Regioni meno sviluppate, sono disponibili:

• 328 milioni di euro per la concessione dei finanziamenti agevolati, a valere sulle risorse del FRI;

• 145,43 milioni di euro per la concessione dei contributi diretti alla spesa, a valere sulle risorse rese disponibili a seguito della chiusura dei programmi operativi 2007-2013.

A chi si rivolge

Imprese di qualsiasi dimensione con almeno due bilanci approvati al momento della presentazione della domanda di agevolazioni, che esercitano attività industriali, agroindustriali, artigiane, di servizi all’industria e i Centri di ricerca, che presentano progetti singolarmente o in forma congiunta.

Cosa finanzia

L’intervento sostiene progetti di ricerca e sviluppo coerenti con le aree tematiche della SNSI, con particolare riguardo allo sviluppo delle seguenti specifiche tecnologie abilitanti fondamentali:

• materiali avanzati e nanotecnologia;

• fotonica e micro/nano elettronica;

• sistemi avanzati di produzione;

• tecnologie delle scienze della vita;

• intelligenza artificiale;

• connessione e sicurezza digitale.

Le attività di ricerca industriale e sviluppo sperimentale devono essere finalizzate alla realizzazione di nuovi prodotti, processi o servizi o al notevole miglioramento di prodotti, processi o servizi esistenti.

I progetti ammissibili inoltre devono:

• essere realizzati nell'ambito di una o più unità locali ubicate nei territori delle Regioni meno sviluppate (Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia);

• prevedere spese e costi ammissibili non inferiori a 3 milioni e non superiori a 20 milioni di euro;

• avere una durata non inferiore a 12 mesi e non superiore a 36 mesi;

• essere avviati successivamente alla presentazione della domanda di agevolazioni.

Le agevolazioni

Contributi alla spesa, per una percentuale massima delle spese e dei costi ammissibili di progetto:

• pari al 30 per cento per le piccole imprese;

• pari al 25 per cento per le medie imprese;

• pari al 15 per cento per le grandi imprese, non rientranti nella definizione di PMI;

• pari al 10 per cento quale maggiorazione, spettante, spettante nel rispetto delle condizioni stabilite dal paragrafo 6 dell’articolo 25 del regolamento n. 651/2014 in relazione ai progetti realizzati nelle regioni del Mezzogiorno (regioni meno sviluppate, ricadenti nelle aree dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera a) del TFUE), a quelli che prevedono partenariati con piccole e medie imprese, ovvero condizioni per l’ampia diffusione dei risultati o l’accesso agli stessi a prezzo di mercato e condizioni non esclusive e non discriminatorie.

Finanziamenti agevolati di Cassa depositi e prestiti a valere sulle risorse del FRI, per una percentuale nominale delle spese e dei costi ammissibili pari al 50 per cento. In caso di accesso da parte delle piccole e medie imprese alla maggiorazione del contributo alla spesa del 10 per cento, il finanziamento agevolato è concedibile in misura pari al 40 per cento delle spese e dei costi ammissibili. Al finanziamento agevolato è associato un finanziamento bancario, di importo non inferiore al 20 per cento delle spese ammesse. Ai fini dell’accesso alle agevolazioni, le imprese devono ricevere una positiva valutazione

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Ministero dello Sviluppo Economico

creditizia da parte di una banca finanziatrice. L’elenco delle banche finanziatrici aderenti sarà pubblicato sul sito della Cassa depositi e prestiti, una volta conclusa la procedura di convenzionamento tra Ministero, Associazione bancaria italiana e Cdp.

Modalità e termini per la presentazione delle domande di agevolazione

Con decreto direttoriale 7 maggio 2024 sono stati stabiliti i termini e le modalità per la presentazione delle domande di agevolazione.

Dalle ore 10.00 del giorno 10 luglio 2024 le imprese possono presentare, anche in forma congiunta, le domande di agevolazione per progetti riguardanti attività di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale d’importo compreso tra 3 e 20 milioni di euro.

La procedura di compilazione della domanda di agevolazione e della ulteriore documentazione allegata è resa disponibile nel sito internet del Soggetto gestore a partire dal 25 giugno 2024.

Co-finanziamento delle regioni, province autonome e altre amministrazioni interessate

Le regioni, le province autonome e le altre amministrazioni pubbliche dell’intero territorio nazionale co-finanziare la misura ai sensi dell’articolo 2, comma 5, del decreto ministeriale 14 settembre 2023.

La procedura per il co-finanziamento è indicata all’articolo 13 del decreto direttoriale 7 maggio 2024. Le amministrazioni interessate devono presentare una manifestazione di interesse per la sottoscrizione dell’intesa con il Ministero, in forma di un accordo quadro redatta secondo lo schema di cui all’allegato n. 19 al decreto direttoriale.

Le manifestazioni di interesse devono essere presentate in via esclusivamente telematica alla Direzione generale per gli incentivi alle imprese del Ministero, all’indirizzo PEC dgiai.fcs@pec.mise.gov.it entro 90 (novanta) giorni dall’emanazione del decreto direttoriale 7 maggio 2024.

Il Ministero concorre al cofinanziamento degli accordi quadro con le amministrazioni co-finanziatrici mediante le risorse del FRI da destinarsi alla concessione dei finanziamenti agevolati. Possono cofinanziare la misura esclusivamente le regioni e le altre amministrazioni pubbliche che, entro 180 (centottanta) giorni dalla presentazione della manifestazione d’interesse hanno sottoscritto l’accordo quadro.

DL

COESIONE, MIMIT:

300 MILIONI PER 'MINI CONTRATTI DI SVILUPPO

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha approvato, nell’ambito del DL Coesione, la norma che prevede l’introduzione dello strumento dei ‘Mini contratti di sviluppo’ con una dotazione iniziale di 300 milioni di euro.

Si tratta di un nuovo strumento per sostenere gli investimenti produttivi di media dimensione finanziaria, tra 5 e 20 milioni di euro, realizzati da imprese piccole, medie o grandi e legati alle tecnologie critiche annoverate nel nuovo regolamento UE STEP.

La misura, indirizzata al momento alle sole Regioni del Mezzogiorno, è destinata al sostegno, allo sviluppo e alla fabbricazione di tecnologie digitali e “deep tech”, oltre che quelle green e alle biotecnologie (compresi i medicinali critici nell'elenco UE, oltre ai loro componenti).

Tale intervento si inserisce in un quadro di misure di incentivazione che copre già gli investimenti sopra ai 20 milioni di euro che, anche grazie alle misure PNRR, stanno trovando una significativa operatività nel sostegno alle filiere produttive e alla realizzazione di investimenti volti alla transizione green e digitale delle imprese.

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PNRR - PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA, COS'É E COSA OFFRE ALLE PMI

Le risorse stanziate per il PNRR sono pari a 191,5 miliardi di euro, ripartite in sei missioni:

• Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura - 40,32 miliardi

• Rivoluzione verde e transizione ecologica - 59,47 miliardi

• Infrastrutture per una mobilità sostenibile - 25,40 miliardi

• Istruzione e ricerca - 30,88 miliardi

• Inclusione e coesione - 19,81 miliardi

• Salute - 15,63 miliardi

Per finanziare ulteriori interventi il Governo italiano ha approvato un Piano Nazionale Complementare (PNC) con risorse pari a 30,6 miliardi di euro. Complessivamente, dunque, gli investimenti previsti dal PNRR e dal Fondo complementare sono pari a 222,1 miliardi di euro.

In aggiunta, il Piano promuove un’ambiziosa agenda di riforme, e in particolare, le quattro principali riguardano:

• pubblica amministrazione

• giustizia

• semplificazione

• competitività

I progetti del ministero

All’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy è titolare di 11 progetti di investimento e di un progetto di riforma, afferenti a quattro delle sei Missioni del Piano. Ogni progetto, secondo una precisa visione di politica industriale, è stato disegnato per contribuire sia alla realizzazione delle “Raccomandazioni specifiche” della Commissione europea, sia per rafforzare il potenziale di crescita del Paese.

L’obiettivo è porre le basi per uno sviluppo duraturo e sostenibile dell’economia, garantendo la rapidità di esecuzione dei progetti attraverso una semplificazione degli strumenti in modo da favorire un aumento della produttività. Le risorse assegnate al MIMIT per l’attuazione degli investimenti ammontano a 19,648 miliardi, a cui si aggiungono 7,68 miliardi previsti dal Fondo complementare, per un totale di 27,328 miliardi.

Missione 1: Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo

I progetti nella missione “Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo” hanno l’obiettivo di favorire l’innovazione in chiave digitale, sostenendo l’infrastrutturazione del Paese e la trasformazione dei processi produttivi delle imprese.

Il Ministero punta, attraverso gli interventi afferenti a questa linea di azione, a sostenere: gli investimenti strategici nell’ambito della Transizione 4.0; i progetti innovativi per le filiere strategiche del Made in Italy; lo sviluppo del settore spaziale; il sistema della proprietà industriale.

Per le linee di intervento promosse dal MIMIT nell’ambito della Missione 1 sono stanziati complessivamente 21,528 miliardi di risorse previste dal PNRR e dal Piano Nazionale Complementare (PNC), così ripartite:

• Transizione 4.0: 13,381 miliardi PNRR + 5,08 miliardi PNC

• Competitività e resilienza delle filiere produttive: 750 milioni PNRR

• Tecnologia satellitare e economia spaziale: 1,487 miliardi PNRR + 800 milioni PNC

• Investimento nel sistema della proprietà industriale: 30 milioni PNRR

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I progetti di investimento sono, inoltre, accompagnati dalla riforma sulla proprietà industriale, che mira a definire una strategia pluriennale per promuovere la cultura dell’innovazione e gli strumenti di protezione e valorizzazione della proprietà industriale.

Missione 2: Rivoluzione verde e transizione ecologica

I progetti previsti nella missione “Rivoluzione verde e transizione ecologica” hanno l’obiettivo di favorire la transizione verde del Paese puntando su energia prodotta da fonti rinnovabili, aumentando la resilienza ai cambiamenti climatici, sostenendo gli investimenti in ricerca e innovazione e incentivando il trasporto pubblico sostenibile.

Per queste linee di intervento sono stanziati complessivamente 1,25 miliardi, con l’obiettivo di rafforzare gli investimenti nelle principali filiere della transizione ecologica, anche favorendo i processi di riconversione industriale e la nuova imprenditorialità.

La misura “Rinnovabili e batterie”, per la quale è stanziato 1 miliardo di euro a valere sulle risorse PNRR, mira a sviluppare le filiere industriali nei settori fotovoltaico, eolico e delle batterie. I progetti saranno realizzati attraverso lo strumento dei contratti di sviluppo.

La crescita di startup innovative nell’ambito della transizione ecologica è supportata con un investimento di 250 milioni (fondi PNRR) per la creazione di un Green Transition Fund (GTF), gestito da CDP Venture Capital, che effettuerà investimenti nel capitale di rischio di start-up attive nei settori delle rinnovabili, dell’economia circolare, della mobilità, dell’efficienza energetica, dello smaltimento dei rifiuti, dello stoccaggio di energia e affini.

Inoltre, il MIMIT è soggetto attuatore di una misura, Bus elettrici, di cui è titolare il MIT, per la quale sono stanziati 300 milioni di euro a valere sulle risorse PNRR.

Missione 4: Istruzione e ricerca

Gli interventi del Ministero nella missione “Istruzione e ricerca” mirano a potenziare le competenze presenti nel nostro Paese e a cogliere le sfide tecnologiche e ambientali.

L’obiettivo è incrementare gli investimenti in ricerca e sviluppo, anche attraverso una migliore interazione tra il mondo delle imprese e gli enti pubblici.

Le misure previste nel Piano sono finalizzate a favorire un’efficace interazione tra mondo della ricerca e mondo produttivo, a migliorare la propensione all’innovazione delle piccole e medie imprese e la loro partecipazione a filiere strategiche per la competitività nazionale ed europea, dagli IPCEI (batterie, microelettronica, idrogeno) ai Centri di trasferimento tecnologico.

Per questi interventi sono stanziati complessivamente 2,35 miliardi di risorse previste dal PNRR, così ripartite:

• IPCEI - 1,5 miliardi PNRR

• Partenariati Horizon Europe - 200 milioni PNRR

• Finanziamento di start-up - 300 milioni PNRR

• Rifinanziamento ed estensione tematica dei Centri di trasferimento tecnologico - 350 milioni PNRR

Missione 5: Inclusione e coesione

Nell’ambito della Missione 5, Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy è titolare di un’unica misura, “Creazione di imprese femminili”, per la quale sono stanziati 400 milioni di euro a valere sulle risorse PNRR,

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che ha l’obiettivo di stimolare e promuovere l’imprenditorialità femminile attraverso strumenti agevolativi e campagne di comunicazione.

Il Piano Nazionale Complementare

Il Governo italiano integra e potenzia i contenuti del PNRR attraverso il Piano Nazionale Complementare (PNC) stanziando ulteriori 30,6 miliardi di risorse nazionali, disponibili in aggiunta alle sovvenzioni e ai fondi previsti nell’ambito del Recovery and Resilience Facility (RRF). Il piano è istituito attraverso il decreto-legge n. 59 del 6 maggio 2021, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 101 del 1 luglio 2021, dove sono individuate le risorse e i programmi in cui è articolato.

La complementarietà del PNC rispetto al PNRR si manifesta a livello:

• progettuale, con una integrazione delle risorse per gli interventi già previsti nel PNRR (i c.d. programmi e interventi cofinanziati);

• di missione o di componente della missione, con la previsione di ulteriori investimenti (i c.d. programmi e interventi del Piano) che contribuiscono al raggiungimento delle finalità del PNRR.

Il decreto legge individua 30 interventi, suddivisi in 24 programmi del Piano, finanziati esclusivamente dal PNC, e dunque a carico del bilancio dello Stato e 6 programmi cofinanziati con il PNRR, ossia già previsti nel PNRR e per i quali il PNC prevede risorse aggiuntive.

Il MIMIT è titolare dei due seguenti interventi nell’ambito del Piano complementare:

• Polis: 800 milioni di euro;

• Accordi per l’innovazione: 1 miliardo di euro.

Inoltre, il PNC co-finanzia con risorse nazionali due interventi a titolarità MIMIT già finanziati dal PNRR: Transizione 4.0 e Tecnologia satellitare e economia spaziale.

KNOWLEDGE SHARE

2.0

Knowledge Share è un progetto congiunto del Ministero delle Imprese e del Made In Italy – Ufficio Brevetti e Marchi (MIMIT – UIBM), Associazione Netval e Politecnico di Torino, che vuole rappresentare per le imprese italiane il punto d’incontro con la conoscenza sviluppata dalla ricerca universitaria e dei Centri di Ricerca, che può essere oggetto di applicazione concreta. Ad oggi è la più grande piattaforma a livello nazionale dedicata alla valorizzazione della ricerca pubblica. Il portale è nato con l’obiettivo di rendere disponibili in modo chiaro e comprensibile informazioni relative a progetti che rappresentano l’eccellenza del know-how scientifico delle Università italiane e dei Centri di Ricerca, al fine di risolvere le principali criticità legate al processo di trasferimento tecnologico e di fornire uno strumento consolidato per canalizzare e semplificare le interazioni tra mondo della ricerca, quello delle imprese e degli investitori.

L’accesso è gratuito e aperto a tutte le grandi imprese, le PMI, i fondi di investimento, gli acceleratori e gli incubatori italiani ed esteri ed avviene previa registrazione. Attraverso la registrazione alla piattaforma gli utenti avranno la possibilità di interagire con il team di progetto, accedere ai contenuti relativi ai progetti pubblicati, inviare richieste di contatto per tecnologie e realtà di loro interesse da cui potranno nascere eventuali collaborazioni e sinergie. La piattaforma KS 2.0 rinnova l'obiettivo di ottimizzare il contatto tra Ricerca e tessuto imprenditoriale ma con esperienza utente e contenuti nuovi e in costante aggiornamento.

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Tra le grandi novità infatti, la sezione brevetti è stata affiancata da quelle delle Start-Up e Spin-Off: implementazione di grande risalto soprattutto per il mondo dell’innovazione attuale. Non solo, per agevolare l'utente nella ricerca dei progetti, KS 2.0 usufruisce dell'IA per migliorare il "match" tra ciò che si sta cercando e i progetti presenti in piattaforma. Oltre ad ulteriori implementazioni della piattaforma, l'obiettivo del progetto KS è quello di poter replicare il modello della piattaforma KS 2.0 a livello internazionale attraverso dei progetti scalabili e replicabili. Un punto di arrivo a cui si sta lavorando per generare impatto attraverso un vero e proprio ecosistema, oltre a quello già esistente grazie alla community di KS in Italia.

Knowledge Share è stata riconosciuta come best practises dall’Unione Europea: https://ec.europa.eu/researchand-innovation/en/research-area/industrial-research-and-innovation/eu-valorisation-policy/knowledgevalorisation-platform/repository/promoting-ip-valorisation-through-ip-platform-knowledge-share-run-nationalnetwork-netval La piattaforma è un progetto finanziato all’interno del PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA, MISSIONE 1 “DIGITALIZZAZIONE, INNOVAZIONE COMPETITIVITÀ, CULTURA E TURISMO” - COMPONENTE 2 “DIGITALIZZAZIONE, INNOVAZIONE E COMPETITIVITÀ NEL SISTEMA PRODUTTIVO” – INVESTIMENTO 6 “SISTEMA DELLA PROPRIETÀ INDUSTRIALE” FINANZIATO DALL’UNIONE EUROPEA – NEXTGENERATIONEU, grazie al supporto ed alla collaborazione del MIMIT.

L'iniziativa è stata un'occasione unica per presentare le nuove funzionalità e i nuovi contenuti della piattaforma, con un focus particolare sulla sezione dedicata agli Spin-Off di Università, Centri di Ricerca e IRCCS – Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, elemento di grande risonanza nell'attuale panorama dell'innovazione.

L'evento, aperto al pubblico, ha ospitato una varietà di partecipanti provenienti da ambiti diversi, con la presenza di rappresentanti delle imprese, del mondo degli investimenti, delle istituzioni e della ricerca pubblica. Tra gli ospiti illustri, il Vice Ministro Valentino Valentini, che ha contribuito ad enfatizzare l'importanza di Knowledge Share 2.0 nel contesto dell'innovazione e del trasferimento tecnologico in Italia come parte integrante della forza del Made in Italy.

«L'innovazione è fondamentale per lo sviluppo competitivo delle imprese ed è al centro dell’agenda politica del governo». - commenta Valentino Valentini, Vice Ministro del Ministero delle Imprese e del Made in Italy – che continua: «Le strutture di ricerca del Paese assicurano la disponibilità di una materia prima (l’innovazione) che, ancorché immateriale, è fondamentale per i percorsi di crescita e sviluppo imprenditoriale ma occorre fare in modo che i risultati della ricerca siano inseriti in processi di valorizzazione che possano consentire di portare sul mercato tutto il patrimonio innovativo disponibile. In quest'ottica la piattaforma Knowledge Share 2.0strumento informativo unico al mondo, citato anche come “best practice” dalla Commissione Europea – è uno strumento utile e potente che, sono certo, imprese e investitori sapranno sfruttare al meglio».

Knowledge Share (KS), è una piattaforma digitale che permette a imprese, investitori e innovatori di ogni provenienza di settore, di conoscere ed entrare in contatto con le migliori tecnologie, Start-Up e Spin-Off provenienti dal mondo della ricerca, per sviluppare insieme prodotti e servizi innovativi, che possano contribuire al benessere sociale attraverso l’evoluzione scientifica tecnologica.

Un progetto, KS, dell’Associazione Netval in collaborazione con il Ministero delle Imprese e del Made In Italy – Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (MIMIT – UIBM) e nato da un’idea del Politecnico di Torino, finanziato nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Questo investimento, parte del progetto

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dell’Unione europea – NEXTGENERATIONEU, promette di contribuire significativamente al progresso tecnologico e digitale e all'innovazione in Italia.

«Fin dalla sua nascita Netval si è fatta promotrice dello sviluppo e della crescita economica del sistema Paese, attraverso attività di formazione, networking e sostegno alle istituzioninazionali, in materia di valorizzazione della ricerca» – afferma l’Ing. Giuseppe Conti, Presidente Netval e Direttore Generale IUSS Pavia. «Knowledge Share, nello specifico, è un caso di successo italiano: best practice fortemente riconosciuta anche all’estero e che può aiutare concretamente le nostre imprese e istituzioni accademiche e di ricerca a collaborare più efficientemente. Siamo molto orgogliosi e grati di poter servire i nostri associati e tutta la nazione contribuendo a questo importante progetto».

L'Associazione Netval, rappresentante il network italiano degli uffici di Trasferimento Tecnologico e Terza Missione della ricerca pubblica, insieme alla Fondazione Giuseppina MAI di Confindustria, hanno svolto un ruolo fondamentale nell'organizzazione dell'evento, coinvolgendo attivamente i rispettivi ecosistemi anche attraverso un ciclo di sessioni online e in presenza. Il Comitato Scientifico, composto da rappresentanti di associazioni e realtà di riferimento nel sostegno all'innovazione, ha contribuito a definire l'agenda e il format dell'evento, garantendo una discussione approfondita e stimolante.

L'evento ha incluso momenti di grande interesse, tra cui la presentazione della piattaforma "KS 2.0" e sessioni verticali dedicate a casi virtuosi di successo della piattaforma e del progetto Knowledge Share insieme con interventi dedicati a strumenti di finanziamento dedicati a realtà - come Spin-off e Start-up – che muovono i loro primi passi nel mercato dell’innovazione.

Ne è un esempio il progetto relativo ai “Materiali da costruzione da fanghi da segagione”. Portato sul palco dell’evento di lancio di KS 2.0, che rappresenta un caso riuscito di contatto tra la Ricerca pubblica – Politecnico di Torino nello specifico – e una realtà imprenditoriale – Marazzato, punto di riferimento nell’industria della gestione e smaltimento di rifiuti e di materie prime seconde (MPS). Dalla partnership tra l’Ateneo torinese e il player vercellese nasce infatti un percorso di ricerca e sviluppo per implementare progetti e tecnologie sulla trasformazione di scarti e fanghi da segagione in materiali da costruzione, ma anche complementi per l’arredo e il design in un’ottica di circolarità e sostenibilità, che sta progressivamente coinvolgendo anche altre imprese più piccole della filiera estrattiva.

Knowledge Share 2.0 si conferma come uno strumento chiave nel connettere la ricerca con le esigenze concrete delle imprese, sostenendo la crescita e l'innovazione del panorama italiano.

VOUCHER PER CONSULENZA IN INNOVAZIONE – SECONDO SPORTELLO

Cos’è

La misura Voucher per consulenza in innovazione è l’intervento che, in coerenza con il Piano nazionale “Impresa 4.0”, sostiene i processi di trasformazione tecnologica e digitale delle PMI e delle reti di impresa di tutto il territorio nazionale attraverso l’introduzione in azienda di figure manageriali in grado di implementare le tecnologie abilitanti previste dal Piano Nazionale Impresa 4.0, nonché di ammodernare gli assetti gestionali e organizzativi dell’impresa, compreso l’accesso ai mercati finanziari e dei capitali. La dotazione finanziaria è pari a 75 milioni di euro.

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A chi si rivolge

Possono beneficiare delle agevolazioni di cui al Voucher per consulenza in innovazione le imprese operanti su tutto il territorio nazionale che risultino possedere, alla data di presentazione della domanda nonché al momento della concessione del contributo, i requisiti di seguito indicati:

• qualificarsi come micro, piccola o media impresa ai sensi della normativa vigente;

• non rientrare tra le imprese attive nei settori esclusi dall’articolo 1 del Regolamento UE n. 1407/2013 della Commissione, del 18 dicembre 2013 “De Minimis”;

• avere sede legale e/o unità locale attiva sul territorio nazionale e risultare iscritte al Registro delle imprese della Camera di commercio territorialmente competente;

• non essere destinatarie di sanzioni interdittive ai sensi dell’articolo 9, comma 2, del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231 e risultare in regola con il versamento dei contributi previdenziali;

• non essere sottoposte a procedura concorsuale e non trovarsi in stato di fallimento, di liquidazione anche volontaria, di amministrazione controllata, di concordato preventivo o in qualsiasi altra situazione equivalente ai sensi della normativa vigente;

• non aver ricevuto e successivamente non rimborsato o depositato in un conto bloccato aiuti sui quali pende un ordine di recupero, a seguito di una precedente decisione della Commissione Europea che dichiara l’aiuto illegale e incompatibile con il mercato comune.

Possono inoltre beneficiare del Voucher anche le reti d’impresa composte da un numero non inferiore a tre PMI in possesso dei requisiti descritti, purché il contratto di rete configuri una collaborazione effettiva e stabile e sia caratterizzato dagli elementi di cui all’articolo 2, comma 2, del decreto 7 maggio 2019.

Spese ammissibili

Si considerano ammissibili al contributo le spese sostenute a fronte di prestazioni di consulenza specialistica rese da un manager dell’innovazione qualificato, indipendente e inserito temporaneamente, con un contratto di consulenza di durata non inferiore a nove mesi, nella struttura organizzativa dell’impresa o della rete.

Per manager dell’innovazione qualificato e indipendente si intende un manager iscritto nell’apposito elenco costituito dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy oppure indicato, a parità di requisiti personali e professionali, da una società iscritta nello stesso elenco e che risulti indipendente rispetto all’impresa o alla rete che fruisce della consulenza specialistica.

La consulenza deve essere finalizzata a indirizzare e supportare i processi di innovazione, trasformazione tecnologica e digitale delle imprese e delle reti attraverso l’applicazione di una o più delle tecnologie abilitanti previste dal Piano nazionale impresa 4.0 individuate tra le seguenti:

• big data e analisi dei dati;

• cloud, fog e quantum computing;

• cyber security;

• integrazione delle tecnologie della Next Production Revolution (NPR) nei processi aziendali, anche e con particolare riguardo alle produzioni di natura tradizionale;

• simulazione e sistemi cyber-fisici;

• prototipazione rapida;

• sistemi di visualizzazione, realtà virtuale (RV) e realtà aumentata (RA);

• robotica avanzata e collaborativa;

• interfaccia uomo-macchina;

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• manifattura additiva e stampa tridimensionale;

• programmi di open innovation.

Gli incarichi manageriali possono inoltre indirizzare e supportare i processi di ammodernamento degli assetti gestionali e organizzativi, compreso l’accesso ai mercati finanziari e dei capitali, attraverso:

• l’applicazione di nuovi metodi organizzativi nelle pratiche commerciali, nelle strategie di gestione aziendale, nell’organizzazione del luogo di lavoro, a condizione che comportino un significativo processo di innovazione organizzativa dell’impresa;

• l’avvio di percorsi finalizzati alla quotazione su mercati regolamentati o non regolamentati, alla partecipazione al Programma Elite, all’apertura del capitale di rischio a investitori indipendenti specializzati nel private equity o nel venture capital, all’utilizzo dei nuovi strumenti di finanza alternativa e digitale quali, a titolo esemplificativo, l’equity crowdfunding, l’invoice financing, l’emissione di minibond.

Le specifiche circa contenuto e finalità delle prestazioni consulenziali, nonché durata e compenso, devono risultare da un contratto di consulenza sottoscritto dalle parti successivamente alla data di presentazione della domanda di ammissione al contributo.

Agevolazioni

L’agevolazione è costituita da un contributo in forma di voucher concedibile in regime “de minimis” ai sensi del Regolamento (UE) n. 1407/2013. Il contributo massimo concedibile è differenziato in funzione della tipologia di beneficiario:

• Micro e piccole: contributo pari al 50% dei costi sostenuti fino ad un massimo di 40 mila euro

• Medie imprese: contributo pari al 30% dei costi sostenuti fino ad un massimo di 25 mila euro

• Reti di imprese: contributo pari al 50% dei costi sostenuti fino ad un massimo di 80 mila euro

Con decreto direttoriale 5 febbraio 2024 è stato definito, sulla base dell’ordine cronologico di presentazione delle istanze, dell’ammontare delle risorse finanziarie disponibili e dell’applicazione delle riserve previste nell’ambito dell’intervento, l’elenco delle domande di agevolazione che risultano finanziabili, di quelle in approfondimento istruttorio e di quelle che non trovano copertura.

FONDO IPCEI, DISPOSIZIONI INERENTI ALLA DISCIPLINA DEI PROGETTI, VARIAZIONI SOGGETTIVE

Con la presente sono disciplinati i casi di progetti destinatari delle agevolazioni del Fondo IPCEI per i quali, a seguito dell’autorizzazione europea degli aiuti di Stato, intervengano variazioni conseguenti a operazioni straordinarie dell’assetto aziendale (fusione/incorporazione, scissione, conferimento o cessione di ramo d’azienda, con esclusione dell’affitto di ramo d’azienda), che comportino la variazione di titolarità del progetto da agevolare o agevolato dal Ministero delle imprese e del made in Italy (il Ministero).

La presente enuncia le disposizioni applicabili, tenuto conto degli orientamenti vigenti in materia di aiuti di Stato, dei relativi indirizzi diramati dalla Commissione europea e raccogliendo le evidenze della prassi applicativa maturata dal Ministero nell’attuazione delle operazioni del Fondo IPCEI.

Per quanto non espressamente disciplinato dalla presente, si rinvia alle norme di carattere generale, alle deliberazioni degli organi competenti e alle disposizioni di attuazione applicabili.

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Obblighi di informativa

A norma dell'articolo 108, paragrafo 3, del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, gli Stati membri devono comunicare preventivamente alla Commissione europea i progetti diretti, tra l’altro, a modificare aiuti di Stato, compresi gli aiuti per gli importanti progetti di comune interesse europeo (IPCEI) di cui all’articolo 107, paragrafo 3, lettera b).

A tal fine, come previsto dai decreti ministeriali di attivazione degli interventi del Fondo IPCEI, al verificarsi di variazioni che interessino operazioni straordinarie dell’assetto aziendale (quali: fusione/incorporazione, scissione, conferimento o cessione di ramo d’azienda), il Soggetto beneficiario deve darne tempestiva comunicazione al Ministero, con una argomentata relazione corredata di idonea documentazione. Laddove la variazione intervenga antecedentemente all’autorizzazione degli aiuti di Stato, rimangono fermi l’obbligo di preventiva informativa alla Direzione generale per la politica industriale, la riconversione e la crisi industriale, l’innovazione, le PMI e il made in Italy (DGIND) del Ministero, competente per la notifica degli aiuti, e le relative prerogative in merito della Commissione europea.

Per le variazioni che intervengano in tutte le diverse fasi successive all’autorizzazione dell’aiuto, sia antecedentemente che successivamente alla domanda e/o alla concessione delle agevolazioni, i beneficiari interessati dalla variazione soggettiva sono tenuti a: 1. darne immediata comunicazione alla Direzione generale per gli incentivi alle imprese (DGIAI) del Ministero, in qualità di autorità competente per la fase di attuazione dell’iter agevolativo, attraverso gli strumenti resi disponibili ed indicati sulla pagina dedicata del sito ministeriale, producendo:

• a. richiesta di subentro nella titolarità delle agevolazioni firmata dal legale rappresentante o procuratore speciale, con attestazione di idoneità dei requisiti ed eleggibilità alle agevolazioni e recante l’assunzione dei relativi obblighi ed impegni nella conduzione del progetto agevolato per il conseguimento degli obiettivi previsti ai fini della concessione delle agevolazioni medesime in relazione al progetto autorizzato;

• b. relazione informativa recante la descrizione dei contenuti dell’operazione – in cui venga spiegata la variazione effettuata, le motivazioni della stessa e gli impatti sulle attività del progetto – e le evidenze inerenti al mantenimento delle agevolazioni e agli impatti sull’esecuzione del progetto, comprovante il rispetto dei contenuti esposti al successivo paragrafo 3.1 e successivi;

• c. idonea documentazione comprovante gli atti dell’operazione societaria e le registrazioni formali del caso (a titolo di esempio: copia dei verbali dell’organo di controllo, delibere, visure camerali, contratti di cessione, atti etc.), nei quali devono essere esplicitati gli estremi di identificazione del progetto agevolato (titolo e/o CUP e/o n. progetto e/o n. e data del decreto di concessione, ecc.);

• d. se del caso, un aggiornamento della documentazione di progetto, recante tutti gli elementi informativi e quanto altro ritenuto utile alla valutazione;

• e. documentazione a corredo attestante la capacità economico-finanziaria del nuovo Soggetto alla realizzazione del progetto.

2. riferirne nei prospetti di reportistica e monitoraggio dell’iniziativa previsti a livello nazionale ed europeo; 3. dare opportuna informazione dell’eventuale cambio di titolarità in sede di coordinamento con gli organi di governo e di supervisione dell’IPCEI.

Il vincolo informativo trova applicazione per tutte le tipologie di beneficiari degli interventi del Fondo IPCEI e, pertanto, grava anche sugli organismi di ricerca beneficiari. Per tali soggetti, in quanto destinatari delle agevolazioni del Fondo IPCEI al di fuori del campo di applicazione della normativa europea sugli aiuti di Stato nel rispetto delle condizioni previste dalla vigente Disciplina per ricerca e sviluppo, non ricorrono i vincoli di informativa agli organi di governo e supervisione del progetto integrato e la successiva valutazione di

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competenza della Commissione europea in relazione agli aiuti di cui all’articolo 107, paragrafo 3, lettera b). Rimangono ferme le valutazioni di competenza del Ministero in relazione all’iniziativa agevolata e al rispetto delle condizioni per il finanziamento della stessa. Per tali soggetti, le condizioni esposte ai paragrafi 3.1 e successivi della presente sono da garantirsi in quanto applicabile a tale categoria di beneficiari.

Nei casi di variazioni intervenute antecedentemente o nelle more dell’apertura dei termini di presentazione delle istanze di agevolazione, la documentazione di cui al punto 1) del paragrafo 2.4 è allegata all’istanza sottoposta al Ministero per la concessione delle agevolazioni.

Condizioni applicative

La variazione di titolarità del progetto conseguente all’operazione straordinaria dell’assetto aziendale (fusione/ incorporazione, scissione, conferimento o cessione di ramo d’azienda, con esclusione dell’affitto di ramo d’azienda) deve assicurare la sussistenza delle condizioni di ammissibilità previste dalla normativa, e l’assunzione degli obblighi ed impegni previsti per la concessione e il mantenimento delle agevolazioni. Nei casi in cui cambi lo status di un’impresa destinataria degli aiuti di Stato a norma dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera b), anche per effetto di variazioni conseguenti a operazioni straordinarie relative all’assetto aziendale, non c’è bisogno in principio di una nuova valutazione di compatibilità del progetto, a meno che la variazione non abbia effetto sulle condizioni di eleggibilità e compatibilità degli aiuti di Stato con il mercato interno.

Sono da garantirsi il rispetto dei requisiti soggettivi previsti dal decreto interministeriale e dai decreti di attivazione, con particolare riguardo ai contenuti soggettivi di eleggibilità agli aiuti di Stato verificati in sede autorizzativa, previsti dalla Comunicazione IPCEI1 e dalla normativa europea applicabile, ivi comprese le condizioni di esclusione delle imprese in difficoltà quali definite dagli orientamenti sul salvataggio e la ristrutturazione, e delle imprese destinatarie di un ordine di recupero pendente per effetto di una precedente decisione della Commissione che dichiara gli aiuti illegali e incompatibili con il mercato interno.

Il soggetto subentrante deve garantire il possesso di caratteristiche tecniche, economiche e finanziarie idonee per lo svolgimento delle attività progettuale e il conseguimento dei relativi risultati e ricadute. A tal fine, all’atto dell’informativa, è fornita evidenza sull’idoneità delle caratteristiche tecniche, economiche e finanziarie del soggetto allo svolgimento dell’iniziativa, sull’eleggibilità alle agevolazioni e sulla sussistenza delle condizioni di compatibilità degli aiuti di Stato con il mercato interno.

Nel caso di scissione, conferimento o cessione di ramo d’azienda, l’oggetto della scissione/conferimento/ cessione deve essere di per sé almeno un insieme di risorse umane, di beni strumentali e di eventuali rapporti di consulenza in essere, già organicamente finalizzato alla realizzazione del progetto agevolato, autonomamente idoneo a consentire la continuazione del progetto stesso. In assenza di tali requisiti, l’operazione non può essere considerata ammissibile.

Nel caso di scissione, conferimento o cessione di ramo d’azienda, oltre al relativo atto, che deve riportare quanto già indicato precedentemente, deve essere fornita una specifica dichiarazione di rinuncia alle agevolazioni da parte del soggetto beneficiario originario (società cedente ovvero oggetto della scissione).

Per quanto attiene ai contenuti dell’iniziativa, rimane fermo il rispetto delle condizioni previste per la realizzazione del progetto e per il conseguimento dei risultati dello stesso. Nella realizzazione del progetto deve essere garantita la conformità alle attività e agli obiettivi del project portfolio approvato in sede di notifica ed autorizzazione degli aiuti di Stato, assicurando il rispetto dei massimali di agevolazione approvati e la perdurante

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coerenza del progetto individuale con il “progetto integrato”, nonché il rispetto del cronoprogramma delle attività previste anche in ordine agli obblighi derivanti dalle fonti di finanziamento impiegate.

Non sono ammesse in principio modifiche e variazioni al progetto approvato. Le eventuali modifiche e rimodulazioni, che siano necessarie ed implicate dalla variazione di titolarità, non devono introdurre variazioni significative ai contenuti, agli obiettivi e alle modalità attuative oggetto dell’autorizzazione della Commissione europea. Il beneficiario è tenuto ad assicurare che ogni modifica intervenuta non altera in alcun modo l’architettura e la coerenza del progetto integrato europeo, e le eventuali modifiche devono essere adeguatamente rappresentate.

A tal fine, all’atto di informativa al Ministero, il Soggetto beneficiario è tenuto a produrre idonea evidenza nella relazione accompagnata e, se del caso, idonea documentazione che comprovi per quanto di competenza, Comunicazione della Commissione europea 2014/C 188/02 del 20 giugno 2014, come modificata e prorogata dalla Comunicazione 2020/C 224/02 che trova applicazione dal 1° luglio 2014 al 31 dicembre 2021, e Comunicazione C(2021) 8481 final del 25 novembre 2022, che trova applicazione su tutte le misure di aiuto notificate sulle quali la Commissione europea è chiamata a decidere a partire dal 1° gennaio 2022 anche qualora i progetti siano stati notificati prima di tale data.

L’invarianza del progetto autorizzato agli aiuti di Stato, delle condizioni, risultati e ricadute dello stesso, nei termini di quanto giudicato compatibile con il mercato interno dalla Commissione europea.

È assicurato dal beneficiario il mantenimento dei presupposti di necessità e proporzionalità dell'aiuto, l’assenza/ prevenzione di indebite distorsioni della concorrenza e la conformità alle condizioni sottostanti positivamente valutate riferibili al progetto in esame, secondo le previsioni della Comunicazione IPCEI in coerenza a quanto verificato in sede autorizzativa. Con riguardo alle caratteristiche e all’impatto finanziario dell’operazione, sono fornite le idonee evidenze aggiornate relative al computo dell’agevolazione spettante, sulla base del deficit di finanziamento nel caso degli aiuti di Stato.

Procedura valutativa

Ricevuta l’informativa inerente alla variazione, il Ministero svolge un’attività istruttoria sull’operazione volta a verificare, in capo al soggetto subentrato nell’attività, alla data di efficacia giuridica dell’operazione societaria, la sussistenza delle condizioni di ammissibilità previste dalla normativa, nonché a fornire una preliminare valutazione sull’idoneità delle caratteristiche tecniche, economiche e finanziarie del soggetto e sulla sussistenza di eventuali impatti sulle condizioni di eleggibilità e compatibilità degli aiuti di Stato con il mercato interno. Il Ministero, per lo svolgimento delle attività istruttorie e valutative summenzionate, può avvalersi del contributo di un esperto esterno, nominato ai sensi dell’art. 6, comma 9, del Decreto interministeriale 21 aprile 2021.

In riferimento alle valutazioni delle caratteristiche tecniche, economiche e finanziarie, l’attività istruttoria è volta, tra l’altro, a confermare, in capo al soggetto subentrato nell’attività, la capacità tecnico-organizzativa necessaria per realizzare il progetto di ricerca e sviluppo con risorse interne, da valutare sulla base delle competenze e delle esperienze del soggetto stesso rispetto al settore/ambito in cui il progetto ricade, e la qualità delle collaborazioni attivate e/o da attivare. Al termine delle suddette operazioni, la DGIAI trasmette gli esiti della propria valutazione alla DGIND, per la relativa informativa alla Commissione europea, ai fini della successiva presa d’atto ovvero validazione della Commissione in relazione agli aiuti di Stato interessati. Laddove l’operazione introduca una variazione dello status dell’impresa, rispetto ad esempio al perimetro dell’impresa destinataria degli aiuti di Stato ovvero alle condizioni di eleggibilità e compatibilità valutate.

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PORTALE INCENTIVI.GOV.IT, OLTRE 1000 GLI INCENTIVI PUBBLICATI

Tra bandi e avvisi superati i 56 miliardi di euro di agevolazioni

A quattro mesi dal restyling grafico del portale incentivi.gov.it - il motore di ricerca che ha l’obiettivo di far conoscere bandi, avvisi e altri strumenti di agevolazione a imprese e cittadini - sono oltre 1.000 gli incentivi online e 374 le Pubbliche Amministrazioni che hanno pubblicato almeno un bando sulla piattaforma gestita dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, interoperabile con il Registro Nazionale Aiuti (RNA).

Particolare attenzione e partecipazione proviene dagli enti territoriali e locali, nello specifico, il 32% dei bandi caricati sulla piattaforma sono promossi da Regioni e Province, il 31% da Comuni e il 17% da Camere di Commercio.

Il valore delle iniziative supera i 56 miliardi di euro, di cui 19 miliardi per bandi, avvisi e agevolazioni del MIMIT e circa 37 miliardi riferiti a iniziative di altre amministrazioni, centrali e locali, mentre lo stanziamento complessivo dei bandi attivi o in arrivo ammonta a 13 miliardi di euro.

Gli obiettivi e le finalità degli incentivi riguardano prevalentemente il sostegno agli investimenti, a seguire il sostegno alla liquidità, innovazione e ricerca, internazionalizzazione e startup, sviluppo di impresa, digitalizzazione, transizione ecologica.

Tra le tipologie di soggetti beneficiari rientrano imprese, cooperative e associazioni non profit, consorzi, reti di impresa, PMI innovative, Università ed Enti di ricerca, mentre tra le forme di agevolazione, la tipologia prevalente è costituita dal contributo a fondo perduto.

Tra le funzionalità di incentivi.gov.it dedicate agli utenti si segnalano:

• il Calendario Incentivi, che permette di visualizzare in un’agenda le date di apertura e chiusura degli incentivi;

• la chatBot, l’assistente digitale che utilizza l’intelligenza artificiale per guidare l’utente nell’identificazione degli incentivi di interesse;

• la dashboard personalizzata, mediante accesso all’area riservata, che consente di inserire le agevolazioni di proprio interesse nella categoria “preferiti”, visualizzarle in agenda, confrontarle e ricevere dei suggerimenti sulla base delle ricerche effettuate;

• l’area riservata alle pubbliche amministrazioni, con una sezione per la produzione di report, funzionale al monitoraggio degli incentivi e delle agevolazioni gestite dall’ente erogatore, anche per la programmazione di interventi futuri;

• la sezione Opendata, per l’acquisizione dettagliata dei dati sugli incentivi.

SEMICONDUTTORI, DEFINITI TERMINI E MODALITÀ PER LA PRESENTAZIONE DELLE ISTANZE

PER I CONTRATTI DI SVILUPPO

Lo sportello per la presentazione dei programmi di sviluppo aprirà il prossimo 30 aprile Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, con decreto direttoriale, ha definito i termini e le modalità per la presentazione delle istanze di accesso alle risorse del Fondo destinato a sostenere la crescita e lo sviluppo tecnologico della catena di approvvigionamento dei semiconduttori, mediante lo strumento agevolativo dei Contratti di sviluppo.

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Tale misura supporta progetti in grado di introdurre in Europa le capacità di fabbricazione dei semiconduttori o la produzione di apparecchiature o componenti chiave per la filiera nazionale e continentale, cogliendo le opportunità offerte dal Chips Act.

A partire dal prossimo 30 aprile, i soggetti proponenti un programma di sviluppo (una o più imprese) potranno presentare allo sportello Invitalia, soggetto gestore della misura per conto del Ministero, apposita istanza per la richiesta degli incentivi. Le domande saranno istruite in ordine cronologico fino ad esaurimento delle disponibilità economiche.

Gli interventi saranno finanziati con le risorse del Fondo nazionale per lo sviluppo del settore dei microprocessori, che ammontano a 3.292.000.000,00 euro nel periodo 2022-2030.

I programmi di sviluppo industriale o per la tutela ambientale dovranno essere finalizzati, anche attraverso l’attrazione di nuovi investimenti ed eventualmente progetti di ricerca, sviluppo e innovazione, al rafforzamento e allo sviluppo dell’industria nazionale di produzione di semiconduttori e/o alla crescita e allo sviluppo tecnologico delle imprese appartenenti alla catena di approvvigionamento. Il 30 aprile apre un nuovo sportello per la presentazione di domande a valere sullo strumento agevolativo dei Contratti di sviluppo, dedicato allo sviluppo della filiera nazionale dei semiconduttori. Alla misura sono destinate le risorse del Fondo istituito dall’articolo 23, comma 1 del decreto-legge 1° marzo 2022, n. 17, che ha una dotazione di 3,292 miliardi di euro.

L’iniziativa si inserisce nel più ampio contesto di politica industriale che vede l’Unione europea impegnata a rafforzare la catena del valore continentale dei semiconduttori nel medio-lungo periodo, al fine di garantire la sicurezza dell’approvvigionamento e la resilienza del settore (“Regolamento sui chip” o Chips Act). Il regolamento sui chip rafforzerà la competitività e la resilienza dell'Europa nelle tecnologie e nelle applicazioni dei semiconduttori e contribuirà a realizzare sia la transizione digitale che quella verde. A tal fine rafforzerà la leadership tecnologica dell'Europa nel settore.

I chip sono risorse strategiche per le principali catene del valore industriali. Con la trasformazione digitale stanno emergendo nuovi mercati per l'industria dei chip, come le automobili altamente automatizzate, il cloud, l'Internet delle cose, la connettività, lo spazio, la difesa e i supercomputer. Le istanze per l’accesso alle risorse potranno essere presentate a partire dalle ore 12.00 del giorno 30 aprile 2024.

A chi si rivolge

Possono beneficiare delle agevolazioni le imprese di qualsiasi dimensione che presentino programmi industriali comprendenti progetti di investimento produttivo, per la tutela ambientale e, eventualmente, progetti di ricerca e sviluppo.

Cosa finanzia

I progetti dovranno contribuire a uno degli obiettivi seguenti, o a entrambi:

• sviluppo dell’industria nazionale dei semiconduttori, nelle diverse fasi che ne compongono il processo di produzione;

• crescita e sviluppo tecnologico delle imprese appartenenti alla catena di approvvigionamento dei semiconduttori.

In linea con la disciplina dei Contratti di sviluppo, i programmi devono prevedere spese e costi ammissibili non

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inferiori a 20 milioni di euro. Le agevolazioni possono anche essere riconosciute, previa notifica individuale del programma di sviluppo alla Commissione europea, sulla base degli articoli 107 e 108 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, anche nel quadro del Chips act. La misura agevolativa intende, pertanto, supportare specifici progetti in grado di introdurre in Italia capacità distintive nella fabbricazione dei semiconduttori o nella produzione di apparecchiature o componenti chiave per la filiera continentale, cogliendo le opportunità offerte dall’iniziativa dell’Unione. Nel caso di programmi di sviluppo oggetto di notifica, potranno essere riconosciute tempistiche realizzative maggiori rispetto a quelle stabilite dalla disciplina ordinaria dei Contratti di sviluppo. Con il regolamento, l'UE affronterà le carenze di chip e rafforzerà la leadership tecnologica dell'Europa. Mobiliterà oltre 43 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati e stabilirà misure per preparare, anticipare e rispondere rapidamente a eventuali future interruzioni della catena di approvvigionamento, insieme agli Stati membri e ai nostri partner internazionali.

La sottoscrizione di uno specifico accordo tra il Ministero, l’Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa s.p.a - Invitalia e l’impresa proponente è richiesta per i programmi di sviluppo che prevedono spese ammissibili di importo pari o superiore a 50 milioni di euro e quelli per i quali, indipendentemente dalla dimensione finanziaria dell’investimento, l’impresa richieda l’applicazione delle norme del Chips Act.

Agevolazioni concedibili

Le agevolazioni assumono la forma del contributo in conto impianti, del finanziamento agevolato, del contributo in conto interessi e del contributo diretto alla spesa (per i progetti di ricerca e sviluppo).

Risorse disponibili

Alla misura sono destinate le risorse di cui all’articolo 1, comma 2, del DPCM 27 ottobre 2023, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana 4 dicembre 2023, n. 283, per un ammontare pari a 3,292 miliardi di euro.

Modalità e termini per la presentazione delle domande di agevolazione

Le imprese devono presentare domanda in via telematica accedendo, a partire dalle ore 12.00 del 30 aprile 2024, alla piattaforma predisposta da Invitalia, che curerà l’istruttoria.

IIA: AL MIMIT INCONTRO DI APPROFONDIMENTO CON REGIONI E AZIENDE

Prosegue l’impegno per dare un futuro al comparto strategico dell'industria autobus. Si è svolto a Palazzo Piacentini il primo incontro di approfondimento sulle possibili sinergie per garantire un futuro a Industria Italiana Autobus, così come concordato in occasione del tavolo del 22 maggio scorso al Mimit, alla presenza delle Regioni, dei soci Invitalia e Leonardo e delle organizzazioni sindacali.

Presenti alla riunione di oggi, presieduta dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, i rappresentanti di Leonardo e Invitalia, gli assessori regionali di Emilia-Romagna e Campania e gli imprenditori Valerio Gruppioni, Maurizio Stirpe e Maurizio Marchesini.

Il tavolo ha positivamente valutato la disponibilità dei soggetti a creare sinergie che dovranno concretizzarsi nei prossimi giorni, coinvolgendo i soci, l'advisor e le Amministrazioni.

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CONTRATTI DI SOLIDARIETÀ: SGRAVIO CONTRIBUTIVO E MODALITÀ DI RECUPERO

Con la circolare INPS 20 maggio 2024, n.66 l’INPS fornisce le istruzioni per la fruizione delle riduzioni contributive connesse ai contratti di solidarietà in favore delle aziende che sono state ammesse allo sgravio dei contributi sullo stanziamento relativo al 2022 (art. 6 del decreto-legge 510/1996, convertito nella legge 608/1996).

In favore dei datori di lavoro che stipulano contratti di solidarietà, è prevista una riduzione contributiva del 35% per ogni lavoratore interessato alla riduzione dell’orario di lavoro, in misura superiore al 20%, per la durata del contratto e, comunque, per un periodo non superiore a 24 mesi nel quinquennio mobile.

Per il 2022, sono destinatarie della riduzione contributiva le imprese che: al 30 novembre 2022 avevano stipulato un contratto di solidarietà ai sensi del decreto legislativo 148/2015;

avevano un contratto di solidarietà in corso nel secondo semestre dell’anno precedente.

Non sono soggette alla riduzione contributiva le seguenti forme di contribuzione dovute dai datori di lavoro interessati:

il contributo previsto dall’articolo 25, comma 4, della legge 845/1978, in misura pari allo 0,3% della retribuzione imponibile;

il contributo di solidarietà sui versamenti destinati alla previdenza complementare e/o ai fondi di assistenza sanitaria di cui al decreto-legge 103/1991, convertito, con modificazioni, dalla legge 166/1991; il contributo di solidarietà per i lavoratori dello spettacolo, di cui all’articolo 1, commi 8 e 14, del decreto legislativo 182/1997; il contributo, dove dovuto, al Fondo di solidarietà del trasporto aereo, di cui all’articolo 33, comma 4, del decreto legislativo 148/2015; il contributo, ove dovuto, al Fondo per l’erogazione ai lavoratori dipendenti del settore privato dei trattamenti di fine rapporto di cui all’articolo 2120 del Codice civile di cui all’articolo 1, comma 755, della legge 296/2006, per effetto dell’esclusione dall’applicazione degli sgravi contributivi operata dall’articolo 1, comma 756, ultimo periodo, della medesima legge.

Il beneficio contributivo è incompatibile con qualunque altra agevolazione contributiva prevista,

a qualsiasi titolo, dall’ordinamento e fruita dall’impresa, mentre è consentito il cumulo solo nel caso dell’esonero denominato “Decontribuzione Sud” (articolo 27, comma 1, del decreto-legge 104/2020, convertito nella legge 126/2020, e successive modificazioni).

La circolare, inoltre, detta le istruzioni contabili e le modalità di compilazione del flusso per i datori di lavoro, che operano con il sistema UNIEMENS.

Per l’Istituto, l’esperienza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) sta permettendo non solo di semplificare e velocizzare l’esperienza utente, ma ha portato a sperimentare e a definire una particolarissima metodologia di governo dell’innovazione, che l’INPS ha reso strutturale attraverso l’adozione dei “Piani di evoluzione dei servizi”.

Il progetto, volto alla digitalizzazione di nuovi servizi/processi e alla reingegnerizzazione e revisione di servizi/processi già esistenti dell’Istituto, prevede una revisione approfondita dei sistemi e delle procedure interne, nonché l'evoluzione dei punti di contatto digitali con residenti, imprese e altre amministrazioni pubbliche, al fine di fornire agli utenti un'esperienza digitale senza soluzione di continuità.

Il progetto, volto al miglioramento delle competenze digitali dei dipendenti, pone particolare attenzione alla valutazione e formazione dei dipendenti centrali, regionali e operatori di sede su competenze informatiche certificate al fine di evolvere e rafforzare culturalmente e operativamente i dipendenti dell’istituto incoraggiando la conoscenza dello European e-Competence Framework e l’uso di nuove tecnologie innovative per accrescere il valore trasmesso all’utente finale.

Obiettivi del progetto 1:

Evoluzione dell’attuale modalità di funzionamento ed erogazione, di accesso ai servizi da parte dell’utente; Riprogettazione dei processi core e delle modalità di offerta del servizio; Aumento dell’interoperabilità e apertura dell’innovazione in chiave

ecosistemica;Integrazione dei diversi canali e touchpoint per offrire agli utenti un’esperienza personalizzata;

Creare nuove modalità di rappresentazione aggregata dei dati.

Obiettivi del progetto 2:

Realizzazione di percorsi di apprendimento e conoscenza delle nuove tecnologie per aumentare il coinvolgimento del dipendente nel processo di trasformazione digitale in atto nell’Istituto;

Adozione delle metodologie innovative di lavoro da parte dei dipendenti nell’ambito di una necessaria azione di rinnovamento gestionale, organizzativo e strutturale delle competenze digitali richieste dal nuovo modello di servizio dell’Istituto.

LA NUOVA GOVERNANCE DELL’INPS

Il 18 aprile 2024, a Palazzo Wedekind a Roma, si è insediato il nuovo Consiglio di Amministrazione dell’INPS.

Il Presidente Gabriele Fava, nominato dal Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali (MLPS), viene dunque affiancato nella conduzione dell’Istituto da un Consiglio di Amministrazione di quattro membri:

Antonio Di Matteo, più volte assessore comunale, componente del CNEL e membro del CDA di ENPALS, fino a marzo 2024 Presidente del Movimento Cristiano Lavoratori; Micaela Gelera, esperta di welfare e già Commissario straordinario dell’INPS; Marialuisa Gnecchi, ex deputata e Vicepresidente della Provincia Autonoma di Bolzano e della Regione Autonoma del Trentino-Alto Adige, già Vicepresidente dell’INPS da dicembre 2019 a giugno 2023; Fabio Vitale, più volte Direttore regionale e Direttore centrale in Istituto. Successivamente Presidente della Cabina di Regia lavoro agricolo di qualità, Direttore generale del Mise e attualmente dell’Agea, Agenzia per le erogazioni in agricoltura.

Da loro dipende la gestione dell’Istituto, nel segno di un rinnovato impegno a favore dell’innovazione.

Il 23 aprile 2024, presso la sede di Palazzo

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Wedekind a Roma, il Ministro del Lavoro Marina Elvira Calderone ha incontrato il Presidente Gabriele Fava, i componenti del Consiglio di Amministrazione.

Il Ministro, dopo gli impegni istituzionali negli Stati Uniti d’America, ha voluto personalmente incontrare la nuova Governance, per un indirizzo di saluto rivolto ai vertici e a tutti i dipendenti.

“Ringrazio il Ministro per la sua presenza che conferisce la auspicata solennità istituzionale a questo ricostituito organo collegiale all’inizio del suo mandato e, allo stesso tempo, sancisce e rinnova quel legame di collaborazione istituzionale che ha sempre animato il rapporto tra l’INPS e il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali”, ha affermato il Presidente Fava.

Il 30 aprile 2024, poi, con la nomina di Valeria Vittimberga a Direttore Generale, ha preso definitivamente il via il nuovo corso dell’INPS presieduto da Gabriele Fava.

Valeria Vittimberga, già Direttore centrale Risorse strumentali e Centrale acquisti, fonda le basi della sua azione manageriale su un solido curriculum di studi e su una lunga carriera nei ruoli dirigenziali.

La DG sarà a capo di una macchina complessa, pilastro del welfare del Paese, chiamata ad alimentare e sostenere una rete di protezione sociale fatta di più di 400 prestazioni erogate a 42 milioni di cittadini-utenti.

Questa nomina è avvenuta in un momento importante, in una fase di ricambio generazionale dell'Istituto e di definizione di nuovi equilibri tra il centro e il territorio.

“L’INPS è attivamente ingaggiato nell'attuazione del PNRR ed è protagonista della digitalizzazione della PA. In questo senso, tra gli indirizzi del mio mandato – ha affermato Valeria Vittimberga – ci saranno la trasparenza e il rigore morale come riferimenti di una rinnovata azione amministrativa: per ampliare ancor più il suo ruolo di presidio di legalità, l’INPS dovrà presentarsi come una casa di vetro, dove proprio la trasparenza nei confronti dei cittadini, degli stakeholder e dell’ecosistema comunicativo, non deve essere solo uno slogan o un dettato normativo, ma una prassi

interiorizzata”.

Commentando la nomina, il Presidente Gabriele Fava ha affermato: “La tempestività della decisione tra l’insediamento del nuovo CDA, la proposta del nome del nuovo Direttore Generale e l'effettiva nomina rappresenta un segnale forte che vogliamo dare al Paese e di cui ringrazio il Ministro Marina Elvira Calderone e il Governo tutto. Ringrazio inoltre Antonio Pone (DG facente funzioni) e tutti i dirigenti e funzionari che con spirito di servizio hanno guidato questa delicata fase di passaggio. Con il nuovo assetto organizzativo prende il via quel progetto di INPS su cui il Parlamento mi ha dato fiducia e che ha l’obiettivo di supportare l'evoluzione del nostro sistema di welfare da difensivo a generativo, puntando sulla effettiva centralità delle persone, che sarà connotato da concretezza, efficienza e semplificazione su obiettivi definiti”.

IMPRESE STRATEGICHE: CIGS E SOSTEGNO AL REDDITO

Con la circolare INPS 6 maggio 2024, n. 62 l’Istituto illustra le disposizioni in materia di trattamento straordinario di integrazione salariale (CIGS) in favore dei lavoratori dipendenti di imprese industriali di interesse strategico nazionale, in amministrazione straordinaria.

In particolare, la circolare chiarisce: i destinatari e le caratteristiche dei trattamenti straordinari di integrazione salariale; gli aspetti procedurali e le modalità di esposizione dei dati; a trasmissione dei dati nei flussi UNIEMENS.

La circolare descrive, inoltre, la misura di sostegno al reddito in favore dei dipendenti delle imprese di interesse strategico a partecipazione pubblica (previste dal decreto-legge 18 gennaio 2024, n. 4), per fronteggiare eventuali crisi occupazionali.

Nello specifico, la circolare: espone i destinatari della prestazione; indica le caratteristiche di sostegno al reddito; detta le istruzioni procedurali e le modalità operative.

CERTIFICAZIONE UNICA 2024: COME OTTENERLA

L’INPS rende note, ai pensionati e alle altre persone che hanno percepito prestazioni nel

corso dell’anno 2023, le modalità per ricevere la Certificazione Unica 2024.

Sono state predisposte la Certificazione Unica Sintetica (CUS - da rilasciare ai propri sostituti) e la Certificazione Unica ordinaria (CUO - da trasmettere telematicamente all'Agenzia delle Entrate).

Dal 14 marzo, la documentazione è disponibile attraverso i canali consueti.

Coloro che sono in possesso di credenziali SPID, Carta Nazionale dei Servizi (CNS) o Carta di Identità Elettronica (CIE) 3.0 possono scaricare autonomamente la Certificazione Unica.

Per i cittadini impossibilitati a utilizzare in autonomia i servizi online, l’Istituto ha introdotto la delega dell’identità digitale che permette, a persona di propria fiducia, l’accesso ai servizi online e presso gli sportelli INPS.

In alternativa è possibile chiedere il rilascio cartaceo della CU 2024, recandosi presso le strutture dell’Istituto e rivolgendosi, dove il servizio è presente, alla “Prima accoglienza”, senza prenotazione. Negli altri casi, il rilascio può essere richiesto presso gli sportelli veloci, previa prenotazione dell’accesso in Sede.

È possibile, inoltre, avvalersi di un Istituto di Patronato, di un Centro di assistenza fiscale (CAF) o di un professionista abilitato.

La Certificazione Unica 2024 può essere ottenuta anche presso i Comuni e le altre Pubbliche Amministrazioni che abbiano sottoscritto un protocollo con l’Istituto per l’attivazione di un punto cliente di servizio, ove effettivamente operativo.

Si evidenzia inoltre che è attivo un filo diretto per la spedizione postale. A tal fine si può utilizzare: il numero verde dedicato 800-434320; il Contact Center Multicanale al numero 803 164; il numero 06 164164.

I pensionati residenti all’estero potranno richiedere la Certificazione Unica 2024, fornendo i propri dati anagrafici e il numero di codice fiscale, al numero 0039-06 164164 .

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Con il bando Bric 2024, l’Inail intende valorizzare e implementare la propria rete scientifica, mediante l’affidamento di progetti in collaborazione di durata biennale, per lo sviluppo di tematiche di ricerca interdipartimentale e a carattere multidisciplinare, per il completamento degli obiettivi di ricerca e il consolidamento della rete scientifica in attuazione del Piano di attività di ricerca 2022/2024.

Destinatari delle collaborazioni

Enti di ricerca pubblici e relative articolazioni organizzative interne (ad esempio Dipartimenti) che siano dotate del relativo potere di rappresentanza nei rapporti con i terzi secondo i rispettivi ordinamenti o in virtù di specifici atti di delega, Università e relativi Dipartimenti universitari, Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico.

Le risorse finanziarie

Per l’attivazione del sistema di collaborazioni è previsto un finanziamento massimo per il primo anno di attività di ricerca pari ad € 3.700.000,00 a valere sulle risorse stanziate per la Missione ricerca nel bilancio di previsione dell’Inail per l’esercizio 2024.

Presentazione delle proposte progettuali

La domanda di partecipazione, unitamente alla proposta progettuale, deve essere presentata, pena l’esclusione, dal soggetto che abbia il potere di rappresentanza del destinatario istituzionale nei rapporti con i terzi, o di un suo delegato, inviando la domanda esclusivamente tramite l’apposita procedura on line dal giorno 3 giugno 2024. Le proposte devono pervenire entro le ore 14:00 del 1° luglio 2024.

Coinvolgimento delle imprese – premialità aggiuntiva. Certificazione della parità di genere Potranno essere coinvolte nel progetto imprese aventi stabile organizzazione in Italia, secondo le modalità previste dal Bando. La previsione della partecipazione delle imprese assicura il riconoscimento di un punteggio premiale, che si massimizza laddove l’impresa sia in possesso della certificazione della parità di genere di cui alla legge 5 novembre 2021, n.162, in conformità alla norma UNI/PdR 125:2022.

SICUREZZA AZIENDALE NEL SETTORE AUTOMOTIVE, ONLINE IL RAPPORTO OPERATIVO

Delineare un modello di riferimento per lo sviluppo di conoscenze, competenze e abilità per le figure della prevenzione aziendale previste dal decreto legislativo 81/2008, focalizzandosi su datore di lavoro, dirigenti e preposti, rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, lavoratori, responsabili e addetti dei servizi di prevenzione e protezione, con l’obiettivo di incrementare la cultura della sicurezza in un contesto aziendale a forte innovazione come quello dell’automotive.

È il tema al centro del rapporto operativo redatto nel 2023, Anno europeo delle competenze, dall’Inail e dall’Anfia (Associazione nazionale filiera industria automobilistica), pubblicato nelle scorse settimane e liberamente consultabile sul sito dell’Istituto.

Il rapporto è stato elaborato da un team multidisciplinare di esperti e ricercatori. Alla stesura del rapporto, frutto del protocollo d’intesa siglato dai due enti nel 2020, hanno partecipato, per l’Inail, professionisti della Consulenza tecnica per la salute e la sicurezza centrale (Ctss) e i ricercatori del Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici (Dit) insieme ad esperti dell’Anfia e di Aptiv Service Italia, Brembo, Meccanotecnica Umbra, SKF Industrie e Stellantis. L’innovazione e l’impatto su salute e sicurezza sul lavoro. Come rilevano gli autori in premessa, i nuovi scenari lavorativi, con i cambiamenti dovuti sia all’introduzione di tecnologie avanzate sia a nuove modalità lavorative, prevedono da parte delle imprese flessibilità e adattabilità dei processi produttivi e, conseguentemente, degli aspetti di sicurezza e salute. Per affrontare questi cambiamenti, proseguono gli estensori del rapporto, l’azienda deve poter attingere alle risorse di cui dispone, tra le quali il capitale umano rappresentato sia dal patrimonio di conoscenze proprie del personale sia dalla capacità di applicarlo alle nuove esigenze industriali.

Il valore di un apprendimento continuo e permanente. Proprio sull’importanza e la necessità di sviluppare le competenze, il documento Inail-Anfia sottolinea che società e

organizzazioni aziendali sono in stretta interazione e che il cambiamento dell’una influenza l’altra. Società e organizzazioni hanno un elemento in comune: l’individuo. Il suo sapere, la sua istruzione, le sue conoscenze, le sue capacità contribuiscono alla costruzione di quel ‘capitale umano’ rilevante per le aziende. Poiché l’ambiente lavorativo incide sul suo processo educativo anche in tema di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, annotano ancora gli autori, diventa importante avere un contesto in cui l’individuo possa apprendere comportamenti sicuri. In un mondo del lavoro in continua evoluzione, l’apprendimento permanente (lifelong learning) diventa una necessità e deve accompagnare il lavoratore per tutto l’arco della vita professionale.

Il sistema normativo delle competenze in Europa e in Italia. Dopo aver ripreso la definizione formale di apprendimento permanente, da intendere come “qualsiasi attività intrapresa dalle persone in modo formale, non formale e informale, nelle varie fasi della vita, al fine di migliorare le conoscenze, le capacità e le competenze, in una prospettiva personale, civica, sociale e occupazionale” e averne specificato i contenuti, il rapporto rammenta che la legge ha previsto l’istituzione di un sistema pubblico nazionale di certificazione delle competenze, basato su standard minimi di servizio omogenei su tutto il territorio e in coerenza con gli indirizzi forniti dall’Unione europea per garantire trasparenza e riconoscimento degli apprendimenti.

E’ il Quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente Eqf (European qualification framework), istituito nel 2008 e rivisto nel 2017, a fornire un linguaggio comune per descrivere le qualifiche dei diversi sistemi di istruzione e di formazione nell’Unione europea, aiutando Stati membri, datori di lavoro e individui a confrontarle sulla base di un sistema unitario di riferimento che identifica i risultati dell’apprendimento in termini di conoscenze, abilità e responsabilità e autonomia. Il quadro europeo è costituito da otto livelli basati sui risultati di apprendimento, e altrettanti ne ha il Quadro nazionale delle qualificazioni (Qnq), istituito con decreto interministeriale dell’8 gennaio 2018.

Inail
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Le tappe del progetto Inail-Anfia. Successivamente, il rapporto passa a descrivere analiticamente le fasi del progetto e i risultati ottenuti. Sono state messe a fattor comune le esperienze aziendali raccolte e la relativa documentazione. Attraverso la predisposizione di una scheda di rilevamento compilata dalle aziende partecipanti, sono state acquisite le informazioni disponibili. La scheda era composta da 6 sezioni, incentrate su attività, conoscenze, abilità e competenze attese, analisi del divario rispetto al profilo ottimale, programmi di formazione. La valutazione finale di ciascuna esperienza aziendale è stata ottenuta attraverso l’integrazione delle valutazioni riportate, suddivise in tre classi: da 77 a 105, “significativa”; da 48 a 76, “mediamente significativa”; da 21 a 47, “scarsamente significativa”. La raccolta di queste informazioni per alcune figure aziendali, come i lavoratori e i dirigenti, ha richiesto anche la somministrazione di un questionario appositamente predisposto che ha permesso di ottenere le informazioni sia su ciò che i dipendenti sperimentano e imparano durante l'intero periodo di lavoro sia su come la normativa viene implementata nell’azienda mediante il coinvolgimento del lavoratore.

Dai questionari e dai documenti aziendali l’individuazione di compiti e responsabilità. Inoltre, attraverso i questionari, le figure interessate hanno avuto l’opportunità di sviluppare la consapevolezza del contributo personale al funzionamento del sistema. per la tutela della propria salute e sicurezza sul lavoro e di quella degli altri lavoratori. Con le informazioni raccolte, sia con i questionari sia con la documentazione delle aziende, sono stati individuati compiti e attività per ogni figura oggetto di studio. L’analisi approfondita delle attività ha consentito l’identificazione di conoscenze, abilità e competenze utili allo svolgimento dei compiti e all’assegnazione di un livello atteso tale da contribuire a rendere più efficace ed efficiente l’implementazione. cultura della sicurezza in azienda.

DAL BANDO ISI 2023, 49 MILIONI DI EURO PER LE IMPRESE TOSCANE

Le agevolazioni, a fondo perduto, sono previste per incentivare la realizzazione di progetti di

miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

Con l’avviso pubblico Isi 2023, Inail mette a disposizione delle imprese della Toscana che vogliono investire in sicurezza 49.015.288,00 euro di incentivi a fondo perduto. Il dato è stato confermato nell’ambito del seminario organizzato in collaborazione con Camera di commercio di Firenze e Albo nazionale gestori ambientali, che si è tenuto lunedì 6 maggio nell’auditorium della Camera.

Il programma della giornata. Articolato in relazioni seminariali e approfondimenti tematici dedicati, l’evento si è svolto a cura delle professionalità della Direzione regionale Inail per la Toscana. Oltre agli incentivi economici previsti dall’Avviso pubblico si è svolto anche un focus sui progetti di bonifica da materiali contenenti amianto, per micro e piccole imprese operanti nei settori specifici individuati e per micro e piccole imprese operanti nel settore della produzione primaria dei prodotti agricoli. I lavori sono stati introdotti da Giuseppe Salvini, segretario generale della Camera di Commercio di Firenze, da Giovanni Contenti, direttore regionale Inail per la Toscana e da Enrico Bocci, presidente Sezione regionale Toscana Albo gestori ambientali.

Contenti: “L’Istituto a sostegno delle imprese”. “Con il bando Isi 2023 – ha spiegato Giovanni Contenti, direttore regionale della Toscana - l’Inail conferma e rafforza il proprio sostegno al mondo delle imprese incentivando la promozione di iniziative progettuali di miglioramento del livello di sicurezza e della salubrità nei luoghi di lavoro. Tali stanziamenti, ripartiti su base regionale, rappresentano una tangibile opportunità per l’attivazione di circuiti virtuosi orientati a promuovere un modello regionale di collocazione a “sistema” della prevenzione. Una misura che, puntando sulla competitività delle imprese ed innalzamento degli standard di qualità della tutela complessiva per i lavoratori, contribuisce al radicamento di una cultura sociale propria di un sistema Paese civile e di avanguardia”.

Bocci: “La collaborazione con Inail rende i processi produttivi più sani e sostenibili”. “Siamo molto contenti della collaborazione con l’Inail - ha dichiarato Enrico Bocci, presidente della sezione

regionale Toscana Albo Gestori ambientali e consigliere della Camera di commercio di Firenze - la cui azione oltre che di controllo, indispensabile per il corretto funzionamento del sistema, è spesso anche di stimolo alla ricerca e all’innovazione tecnologica, come nel caso delle iniziative con l’Università di Pisa e in particolare del bando Bit per realizzare progetti di ricerca industriale e trasferimento tecnologico finalizzati alla riduzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali”.

AVVISO PUBBLICO INAIL PUGLIA 2023: PRESENTATI I PROGETTI A SOSTEGNO DELLA SALUTE E SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO

Le iniziative di prevenzione selezionate per partecipare al Bando 2023, destinatarie di un cofinanziamento Inail pari a quasi 210 mila euro, sono frutto di un attento studio svolto da numerosi professionisti della sicurezza sul lavoro. Un percorso virtuoso che l’ente ha intrapreso da anni e che si è tradotto in un miglioramento reale delle condizioni lavorative. I sei progetti abbracciano diversi settori e si rivolgono a molti destinatari, a partire da “SentirSicuri”, il podcast della sicurezza a cura della Feneal Uil Taranto e da Ciak Si…Curezza, il progetto realizzato da Confcooperative Puglia che promuove la cultura della sicurezza nel comparto agricolo. Seguono “Lo stress lavoro correlato in ambito sanitario e socioassistenziale”, proposto da Cgil Puglia per sensibilizzare il personale infermieristico e gli operatori socioassistenziali al rischio stress lavoro correlato, “Cinzella festival, suoni immagini e parole tra due mari: promozione della cultura della sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro”, il progetto di AFO6 rivolto alle giovani generazioni, Tilt, il cortometraggio di Antonio Palumbo prodotto dalla Seminal Film e “Testimoni della sicurezza”, l’iniziativa a cura della Formedil Cpt Taranto incentrata sulle testimonianze di chi ha subito un infortunio sul lavoro. Per maggiori dettagli è possibile consultare le schede tecniche allegate.

Infortuni e malattie professionali, un fenomeno complesso. Durante l’incontro sono stati presentati anche gli Open data relativi al fenomeno infortunistico e tecnopatico in Puglia. Nel 2023, rispetto all’anno precedente, sono stati registrati la riduzione del 6,19% delle denunce.

Inail
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RICERCHE

IN COLLABORAZIONE, CON IL

BANDO BRIC DALL’INAIL 3,7 MILIONI DI EURO DI FINANZIAMENTO

Le proposte progettuali devono essere presentate entro il 1° luglio 2024 alle ore 14.00 e saranno oggetto di una procedura di valutazione tecnicoscientifica su diversi criteri, quali originalità, qualificazione del partenariato, anche con l’innovativa previsione premiante in caso di coinvolgimento di imprese in possesso della certificazione della parità di genere, e grado di trasferibilità, oltre alla coerenza con i programmi del piano di attività 2022-2024-Ricerca scientifica Immagine ricerca

Collaborazioni e sinergie per sviluppare e potenziare la ricerca scientifica. È questo lo spirito del bando BRiC 2024 appena pubblicato sul portale dell’Inail. L’avviso pubblico per l’affidamento di ricerche in collaborazione dirette al raggiungimento degli obiettivi programmati dall’Istituto e al consolidamento della rete scientifica, in attuazione del Piano di attività 2022-2024 - Ricerca scientifica, prevede un finanziamento, per il 2024, di 3,7 milioni di euro.

I destinatari del bando.

I soggetti istituzionali a cui il bando si rivolge sono gli enti di ricerca pubblici e i relativi dipartimenti dotati di autonomia gestionale, gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, le università e i dipartimenti universitari. Nell’ambito delle proposte progettuali presentate possono anche figurare, in qualità di enti partner: Regioni, Province autonome e Pubbliche amministrazioni ad esse afferenti, strutture di ricerca delle associazioni di categoria e delle parti sociali e le fondazioni a carattere nazionale, iscritte all’Anagrafe nazionale delle ricerche con esperienza nell’ambito della salute e sicurezza sul lavoro e/o in studi sociali.

Coinvolgimento di imprese. All’interno dei parternariati costituiti dai destinatari istituzionali viene mantenuta, come nel precedente bando, la possibilità di un coinvolgimento, nel progetto, di imprese con stabile organizzazione in Italia e nessun impedimento a contrarre con la Pubblica Amministrazione. L’individuazione delle imprese da parte dei destinatari istituzionali dovrà

avvenire mediante manifestazione pubblica di interesse preferibilmente prima della presentazione della domanda di partecipazione e, comunque, non oltre la sottoscrizione della convenzione.

Certificazione della parità di genere. Centrale novità di questa edizione è la valorizzazione del coinvolgimento, da parte dei destinatari istituzionali, di imprese che adottino, al loro interno, policy connesse alla parità di genere: il punteggio premiale aggiuntivo correlato a tale coinvolgimento si massimizza per le imprese in possesso, alla data di presentazione della domanda, della certificazione della parità di genere di cui alla legge 5 novembre 2021, n.162, in conformità alla norma UNI/PdR 125:2022, rilasciata dagli organismi di certificazione accreditati ai sensi del regolamento CE 765/2008.

Progetti in coerenza con i programmi di ricerca del Piano triennale.

Le collaborazioni devono riguardare proposte progettuali coerenti con i programmi di ricerca ricompresi nel Piano di attività dell’Inail 20222024 - Ricerca scientifica.

I contenuti sono orientati verso lo sviluppo di soluzioni innovative e ad alto valore tecnologico per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, con particolare interesse al design cognitivo applicato alle macchine, ai sistemi robotizzati e alle macchine a guida autonoma per la sicurezza nei cantieri, ai rischi nei veicoli di piccole dimensioni per lavoratori e disabili, ai rischi emergenti dovuti a fenomeni meteorologici estremi connessi ai cambiamenti climatici, all’evoluzione del rischio correlata a nuove modalità organizzative, alla correlazione tra efficacia della formazione e sfera cognitiva ed emozionale del lavoratore e all’utilizzo di strumenti di intelligenza artificiale, realtà virtuale e machine learning.

Modalità di partecipazione.

Altra importante novità del bando BRiC 2024, nell’ottica della progressiva informatizzazione del rapporto dell’Istituto con i suoi partner/utenti, è il completamento della digitalizzazione della procedura avviata nella precedente edizione. Le proposte progettuali saranno presentate, da parte dei destinatari istituzionali, tramite un

apposito applicativo che sarà on line dalla giornata del 3 giugno 2024. Ciascun destinatario istituzionale potrà presentare al massimo tre proposte, da inviare attraverso la procedura informatica entro le ore 14.00 del 1° luglio 2024. Qualora uno stesso destinatario istituzionale presenti più di tre proposte, saranno prese in considerazione le prime tre ammissibili secondo l’ordine cronologico di arrivo.

Selezione delle proposte.

La selezione delle proposte sarà curata da una Commissione, per entrambi i Dipartimenti di ricerca, composta da esperti dell’Istituto di particolare e comprovata qualificazione professionale nelle materie oggetto della collaborazione richiesta. Al termine della valutazione sarà predisposta una graduatoria dei progetti finanziabili, con l’indicazione del relativo importo di finanziamento riconoscibile. I destinatari istituzionali ammessi al finanziamento dovranno presentare, entro trenta giorni, il progetto esecutivo, redatto in collaborazione con una specifica unità operativa Inail, in relazione al quale l’Istituto stipulerà un’apposita convenzione.

Finanziamento.

Come avvenuto nei precedenti bandi BRiC, potranno beneficiare dei finanziamenti previsti e concorrere, attraverso il cofinanziamento, alla realizzazione delle attività di ricerca, esclusivamente i soggetti individuati come destinatari istituzionali o quali enti partner, e non le imprese. Il finanziamento verrà erogato in due tranches per ciascuna delle due annualità previste; per la seconda annualità l’erogazione è subordinata alla disponibilità di bilancio per l’esercizio finanziario di competenza

Pubblicazioni e diritti di proprietà intellettuale. I documenti e i risultati del progetto potranno essere divulgati e pubblicati senza alcuna restrizione dall’Inail, con l’indicazione di quanti ne hanno curato la produzione. Potranno inoltre essere divulgati dal destinatario istituzionale, dietro espressa autorizzazione dell’Istituto, riportando l’indicazione: “Progetto realizzato con il supporto finanziario dell’Inail”. La proprietà delle metodologie, degli studi e dei prodotti sviluppati nell’ambito del progetto è regolamentata dalla normativa vigente in materia e sarà dettagliatamente disciplinata.

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PER LE INDUSTRIE
INFORMAZIONI

Cos’è

Il Contratto di sviluppo, introdotto nell’ordinamento dall’articolo 43 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, ed operativo dal 2011, rappresenta il principale strumento agevolativo dedicato al sostegno di programmi di investimento produttivi strategici ed innovativi di grandi dimensioni.

La normativa che regola lo strumento ha subito, nel corso degli anni, sostanziali modifiche volte a garantire una maggiore celerità delle procedure di accesso ed una migliore risposta alle esigenze manifestate dal tessuto produttivo nazionale.

La normativa attualmente in vigore (decreto del Ministro dello sviluppo economico del 9 dicembre 2014 e s.m.i.), valevole per il periodo di programmazione 2014-2020, consente la finanziabilità di: programmi di sviluppo industriali, compresi i programmi riguardanti l’attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli; programmi di sviluppo per la tutela ambientale; programmi di sviluppo di attività turistiche che possono comprendere, per un importo non superiore al 20% degli investimenti complessivi da realizzare, programmi destinati allo sviluppo delle attività commerciali.

Nell’ambito dei suddetti programmi, lo strumento può finanziare, altresì, programmi di ricerca, sviluppo e innovazione nonché opere infrastrutturali nei limiti previsti dalla normativa di attuazione. L’importo complessivo delle spese e dei costi ammissibili alle agevolazioni non deve essere inferiore a 20 milioni di euro, ovvero a 7,5 milioni di euro qualora il programma riguardi esclusivamente l’attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli.

La legge 30 dicembre 2020, n. 178 (articolo 1, commi da 85 a 87), ha introdotto specifiche disposizioni finalizzate a sostenere il settore turistico facilitando, per determinate categorie di investimenti, l’accesso allo strumento agevolativo e l’integrazione settoriale. In particolare, la soglia di accesso per i programmi di sviluppo di attività turistiche, ordinariamente pari a 20 milioni di euro, è stata ridotta a 7,5 milioni di euro per i programmi di investimento che prevedono interventi da realizzare nelle aree interne del Paese ovvero il recupero e la riqualificazione di strutture

edilizie dismesse. La medesima disposizione ha, inoltre, stabilito che i programmi di sviluppo riguardanti esclusivamente l’attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli possono essere accompagnati da investimenti finalizzati alla creazione, alla ristrutturazione e all’ampliamento di strutture idonee alla ricettività e all’accoglienza dell’utente, finalizzati all’erogazione di servizi di ospitalità, connessi alle attività di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli.

Con la Direttiva del Ministro dello sviluppo economico del 19 marzo 2021 sono state fornite le opportune direttive per perseguire la corretta attuazione delle previsioni recate dalla predetta disposizione normativa ed è stata prevista la pubblicazione dell’elenco dei comuni rientranti nelle aree interne del Paese.

Soggetto gestore

La gestione dei Contratti di sviluppo è affidata all’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa S.p.A. – Invitalia, che opera sotto le direttive ed il controllo del Ministero dello sviluppo economico.

A chi si rivolge

I programmi di sviluppo possono essere realizzati da una o più imprese, italiane o estere, di qualsiasi dimensione (compatibilmente con i regolamenti comunitari di volta in volta applicabili). Il programma di sviluppo può, altresì, essere realizzato in forma congiunta anche mediante il ricorso allo strumento del contratto di rete di cui all’art. 3, comma 4-ter, del decreto-legge 10 febbraio 2009, n. 5. Fermo restando l’importo delle spese e dei costi ammissibili alle agevolazioni previsto per il complessivo programma di sviluppo, il programma del soggetto proponente deve presentare spese ammissibili non inferiori a 10 milioni di euro per quanto riguarda i programmi di sviluppo industriali e per la tutela ambientale; non inferiori a 3 milioni di euro per quelli che riguardano esclusivamente attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli; non inferiore a 5 milioni di euro per i programmi di sviluppo delle attività turistiche ovvero 3 milioni di euro per i programmi di sviluppo delle attività turistiche che riguardano le aree interne del Paese o il recupero e la riqualificazione di strutture edilizie dismesse.

Gli investimenti proposti dai soggetti aderenti (ivi

compresi i programmi di ricerca, sviluppo e innovazione) devono presentare spese non inferiori a 1,5 milioni di euro.

Le agevolazioni

Le agevolazioni sono concesse nelle seguenti forme, anche in combinazione tra loro: finanziamento agevolato, nei limiti del 75% delle spese ammissibili contributo in conto interessi contributo in conto impianti contributo diretto alla spesa

L’entità delle agevolazioni, nel rispetto dei limiti delle vigenti norme in materia di aiuti di Stato, è determinata sulla base della tipologia di progetto, dalla localizzazione dell’iniziativa e dalla dimensione di impresa, fermo restando che l’ammontare e la forma dei contributi concedibili vengono definiti nell’ambito della fase di negoziazione.

Particolari criteri per la determinazione delle agevolazioni concedibili sono previsti, sempre in attuazione dei vigenti regolamenti comunitari, per i programmi di sviluppo per la tutela ambientale e per i programmi riguardanti l’attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli.

Come funziona

Le istanze di accesso devono essere presentate all’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa S.p.A. – Invitalia, soggetto gestore della misura agevolativa, con le modalità e secondo i modelli indicati nella sezione dedicata del sito web dell’Agenzia.

L’Agenzia procede allo svolgimento delle attività istruttorie di competenza nel rispetto dell’ordine cronologico di presentazione delle domande di agevolazioni, tenuto conto delle risorse finanziarie disponibili.

L’attivazione dell’Accordo di Sviluppo consente una riduzione dei tempi per la valutazione del programma ed un maggior coinvolgimento delle amministrazioni coinvolte.

Per i programmi di sviluppo concernenti la trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli deve essere, altresì, verificata la capacità del programma di determinare positivi effetti o sinergie con i sistemi di filiera diretta ed allargata.

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