Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione
A.I.T.I. Associazione Italiana Tesorieri d’impresa
Università Cattolica del Sacro Cuore
Mensile Ufficiale dell’AssoimpresePMI - Associazione Industriali Piccole e Medie Imprese Italiane Il mensile è presente presso l’osservatorio per le piccole e medie Imprese, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Dipartimento per l’Innovazione e le Tecnologie, Dipartimento della funzione Pubblica, Ministero dell’Economia e delle Finanze - Consip, Centro per l’informatica nella Pubblica Amministrazione - Cnipa, Associazione Italiana Tesorieri d’impresaaiti, Associazione Italiana Sistemi Informativi in Sanità e presso la commissione Europea (BRUXELLES)
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Redazione e Impaginazione Grafica Silvia Tira
Area comunicazione marketing relazioni esterne Alberto Di Leo
Hanno collaborato a questo numero Paolo Melissi Fotografie - Mario Carò
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Fotolito e Stampa - PI-ME Pavia
Tutti i marchi, i servizi e interviste appartengono ai rispettivi loro proprietari. Iscritto al tribunale di Milano il 26/02/2001 numero di registrazione 92. ROC n° 21365 Tutti gli speciali sono con uscita decadenza settimanale. “La Grande Industria” inserto
ŠKODA VOLKSWAGEN
GROUP ITALIA
alberTo CesTaro
Head of Škoda fleeT & Used Car bUsiness
SPO RTELLO E UROPA
P residen T e Commissione e U ro P ea Urs U la von der l eyen
TRENITALIA FRECCIAROSSA
eCCellenza del made in iTaly
FOCUS PMI
Transizione green: invesTimenTi a sosTegno delle Pmi
Nuovo Kodiaq: L'impresa viaggia coN ŠKoda
Casa Skoda Italia, brand del Gruppo Volkswagen prosegue nel suo progetto di innovazione della gamma, all'insegna della transizione elettrica presentando l'ultima nata della scuderia Skoda , la nuova Kodiaq, che racchiude dotazioni digitali e di sicurezza della guida, appositamente pensata per chi viaggia per lavoro sulle quattro ruote. Ne abbiamo parlato con Alberto Cestaro, Head of Skoda Fleet & Used Car Business.
Nuovo Kodiaq è l'ultima nata nella scuderia Skoda. Quali sono le caratteristiche salienti
della nuova vettura?
Con la nuova Kodiaq abbiamo lanciato la seconda generazione di questo fortunato modello, il grande Suv della gamma, che si presenta oggi completamente rinnovato, progettato su una nuova piattaforma e quindi completamente ridisegnato sia nella parte esterna sia nella parte interna. In particolare, la vettura si è arricchita di caratteristiche decisamente interessanti: una maggiore connettività, spazi più ampi – grazie anche ai 7 posti offerti di serie – e un ancora più elevato standard di sicurezza. Oggi, Kodiaq si avvale
di tutti i sistemi attualmente disponibili dal punto di vista della sicurezza e dell'assistenza alla guida, che sono anch'essi offerti di serie, per cui parliamo di un'automobile rinnovata sotto tutti i punti di vista. Naturalmente, questo rinnovamento si riflette anche sul piano dell'offerta motori, a partire dal consolidato turbodiesel – da 110 kw, sia in trazione anteriore sia in trazione integrale abbinata al cambio automatico dsg – a cui si vanno ad aggiungere due importanti motorizzazioni a benzina: una mild-hybrid, con un nuovo motore da 1500 cm3, e la versione
AlBerto CeStAro,
HeAd oF ŠkodA Fleet & USed CAr BUSIneSS
ibrida plug-in, con lo stesso motore a cui viene abbinato un propulsore elettrico di circa 25 Kw/h, che consente alla vettura di disporre di un'autonomia che supera i 100 chilometri. L'altra caratteristica da mettere in evidenza è la batteria che può essere caricata sia con corrente alternata sia in corrente continua, il che consente una maggiore fruibilità della modalità di utilizzo dell'elettrico, in relazione quindi a distanze decisamente più lunghe.
Quali sono le altre principali novità di prodotto per il 2024?
Per il marchio Skoda, il 2024 è un anno particolarmente favorevole, inaugurato dal rinnovo dei modelli entry level, ovvero Skoda Kamiq e Skoda Scala, che si sono presentate con un restyling degli esterni – che ne ha aggiornato l'estetica – e un aggiornamento
dal punto di vista dei software e dell'infotainment, insieme a una più ampia dotazione dei sistemi di assistenza alla guida. Queste vetture, tra l'altro, rappresentano un segmento dell'offerta Skoda che ha un notevole peso dal punto di vista dell'offerta alle flotte aziendali. A ciò si aggiunge il lancio di due nuovi modelli: la nuova Kodiaq e la nuova Superb, che è anche la nostra ammiraglia, che sono stati completamente rinnovati. In particolare, la Superb si basa su una nuova piattaforma, per una vettura più spaziosa, connessa e sicura. Inoltre, queste due vetture si avvalgono della tecnologia mild-hybrid e plug-in hybrid, che incrementano l'offerta del prodotto, e del sistema Dcc, sistema dinamico di assetto che permette alle vetture di essere impostate in modalità particolarmente confortevole o, in alternativa, molto più dinami-
ca, a seconda della tipologia di percorso da affrontare: sono queste tutte novità che vanno a innalzare il livello dei prodotti Skoda.
In fine, l'ultima novità di grande rilievo è rappresentata dal restyling di uno dei modelli di punta, Skoda Octavia, che ha beneficiato di un importante face-lifting e di un notevole potenziamento dal punto di vista non solo del design ma anche dal punto di vista delle dotazioni di infotainment e di sicurezza. Quest'ultima vettura rimane un punto centrale della gamma, anche perché continua ad essere la station wagon più apprezzata in tutti i segmenti del mercato, rappresentando per Skoda quello che si può definire un vero e proprio “pilastro” all'interno della gamma; particolarmente richiesta da chi utilizza l'auto nell'ambito del lavoro d'impresa.
In autunno è attesa l'anteprima del nuovo
VolkSwAgen groUP ItAlIA
SpeCIALe FLeet MANAGeMeNt Nuovo Kodiaq
modello elettrico..
Nell'ultima parte dell'anno, lanceremo un nuovo modello elettrico – Skoda Elroq – con cui incrementeremo l'offerta di vetture elettriche. Elroq significa sostanzialmente “Karoq elettrico”, rappresentando una sorta di acronimo di questi due nomi, e lascia comprendere facilmente che va a collocarsi nel segmento dei Suv medi, con una taglia di circa 4,5 metri, consentendo di raggiungere una clientela potenziamento più ampia. Il costo della vettura sarà inferiore a quello di Enyaq, ma manterrà le caratteristiche delle ultime generazioni di modelli elettrici, con elevate autonomie, capacità di ricarica veloci e contenimento del peso grazie anche alle batterie di ultima generazione. Elroq sarà presentata in autunno e introdotta sul mercato agli inizi del 2025.
Mobilità green e digitale: in che modo il marchio si adegua a queste due grandi sfide?
Skoda, in quanto brand all'interno del Gruppo Volkswagen, è già ampiamente in grado di proporsi sul mercato con un'offerta nel senso della transizione elettrica, con motorizzazioni sostenibili. Oggi, gran parte della nostra gamma viene offerta con motorizzazioni mild-hybrid e plug-in hybrid, che offrono caratteristiche e livelli di consumo e di emissioni particolarmente favorevoli. Si arriva poi alle motorizzazioni e ai modelli completamente elettrici, come nel caso di Enyaq – nelle varianti Suv e coupé – e poi la citata Elroq. È questo il percorso che stiamo seguendo verso la transizione elettrica, senza dimenticare che ancora oggi si rileva una elevatissima domanda di motorizzazioni tradizionali termiche sia benzina che diesel, di cui la gran parte dei modelli della nostra gamma ha ancora ampia disponibilità. In particolare, il diesel è presente sui modelli Octavia, Karoq, Kodiaq e Superb, per cui siamo in grado di soddisfare anche questo tipo di richiesta. Per quanto riguarda l'aspetto dell'evoluzione digitale, invece, c'è da segnalare l'introduzione sempre più puntuale e decisa di una connettività portata ai massimi livelli, con la possibilità di viaggiare in modo sicuro, con particolare attenzione ad evitare distrazioni durante la guida. Questo aspetto,
passa anche attraverso soluzioni innovative come l'introduzione dell'Intelligenza Artificiale nei sistemi di bordo – che a breve sarà disponibile su gran parte della gamma – e altre soluzioni particolarmente utili per chi utilizza l'automobile per lavoro come quelle di pay-to-park o pay-to-fuel, che consentono l'accesso a parcheggi o a stazioni di servizio con modalità di pagamento digitali, per facilitare le operazioni e ridurne i tempi. Parliamo anche di una connettività sempre a portata di app – MySkoda, che è stata rinnovata – pronta per recepire anche le più recenti novità in questo campo.
Quali sono i servizi che il gruppo ha messo in campo per supportare le pMI?
Il mondo delle piccole e medie imprese rappresenta una caratteristica specifica del no-
stro Paese, per questo è oggetto di grande attenzione da parte del nostro marchio. Abbiamo da sempre messo a disposizione, tramite la nostra rete di concessionarie, specifiche politiche commerciali dedicate espressamente alle piccole e medie imprese e alle partite Iva, con un'offerta mirata in relazione alle dimensioni dell'azienda e al suo potenziale d'acquisto. Solitamente le PMI sono seguite e gestite dalla rete dei concessionari, attraverso i venditori specializzati “flotte”, che vengono formati e preparati appositamente sia dal punto di vista del prodotto sia da quello della consulenza fiscale, per mettere a disposizione del cliente finale un adeguato quanto efficace supporto. prima di chiudere, quali sono le prossime sfide e le politiche che il gruppo Skoda dovrà
adottare per mantenere la propria leadership?
Quest'anno, la principale sfida è quella di sfruttare al massimo il momento favorevole di prodotto, con un ampio rinnovamento su tutta la gamma che ci consente di proporre ai clienti un assortimento all'insegna dell'efficienza e della modernità. Ciò fa sì che Skoda possa rispondere sul mercato con modelli rinnovati e tecnologicamente avanzati in grado di soddisfare le più nuove esigenze dei driver. L'altra sfida che abbiamo messo al centro delle nostre politiche è quella di accompagnare la clientela sulla strada della transizione elettrica, con un'offerta di motorizzazioni in grado di avvicinare progressivamente chi guida a questo cambiamento epocale.
a cura di cinzia boschiero
Transizione ecologica : finanziamenTi e progeTTi europei
Ci sono nuove sfide aperte per le piccole e medie imprese in tutti i settori per adeguarsi alle normative relative alla transizione ecologica. si stima che il consumo di energia elettrica nell’UE aumenterà di circa il 60% entro il 2030. Le reti dovranno adattarsi a un sistema più digitalizzato, decentralizzato e flessibile, con pannelli solari sui tetti, pompe di calore e comunità energetiche locali che condividano le loro risorse, l’entrata in funzione di un maggior numero di energie rinnovabili offshore, un maggior numero di veicoli elettrici e una crescente
necessità di soluzioni tecnologiche per utilizzare altre fonti quali l’idrogeno. Il quaranta per cento delle reti di distribuzione europee hanno più di quarant’anni e serve una capacità di trasmissione transfrontaliera destinata a raddoppiare entro il 2030, pertanto sono necessari investimenti. Per porre fine alla dipendenza dell'Unione Europea dai combustibili fossili russi, affrontare la crisi climatica e garantire un accesso all'energia a prezzi abbordabili per tutti, il Green Deal europeo e il piano REPowerEU richiedono una profonda trasformazione di -
gitale e sostenibile dell’economia, e del sistema energetico di tutti gli Stati membri dell’Unione europea. Per esempio, dobbiamo installare pannelli solari fotovoltaici sui tetti di tutti gli edifici commerciali e pubblici entro il 2027 e su tutti i nuovi edifici residenziali entro il 2029, installare 10 milioni di pompe di calore nei prossimi cinque anni e sostituire trenta milioni di autovetture con veicoli a emissioni zero entro il 2030. La riduzione del 55 % delle emissioni di gas a effetto serra e il raggiungimento di una quota del 45 per cento di energie rinnova -
presidenTe commissione europea ursula von der leyen
bili nel 2030 possono concretizzarsi solo con un innovativo sistema energetico condiviso come strategie e attuazione comune. Il “Piano d’azione dell’Unione europea” così recita: …”..entro il 2030, saranno necessari circa 584 miliardi di EUR di investimenti nella rete elettrica, in particolare nella rete di distribuzione. Una parte sostanziale di questi investimenti dovrà essere destinata alla digitalizzazione. L'Agenzia internazionale per l'energia (AIE) ha stimato che, a livello mondiale, la gestione della domanda potrebbe evitare investimenti in nuove infra -
strutture elettriche per 270 miliardi di USD. … Utilizzare la rete dell'energia elettrica nel modo più intelligente possibile garantirà inoltre l'utilizzo migliore del nostro territorio quando si intensificheranno gli investimenti nelle energie rinnovabili. ..Gli investimenti nelle tecnologie digitali, quali i dispositivi e i contatori intelligenti dell'IoT, la connettività 5G e 6G, uno spazio paneuropeo di dati sull'energia alimentato da server informatici cloud-edge e i gemelli digitali del sistema energetico, facilitano la transizione verso l'energia pulita, apportando nel
contempo benefici alla nostra vita quotidiana”. In quest’ottica diversi sono i finanziamenti europei e i bandi aperti anche per le pmi. Le previsioni indicano che il numero di dispositivi IoT attivi nel mondo crescerà rapidamente e supererà i 25,4 miliardi nel 2030. Il 51 % di tutte le famiglie e le pmi dell'Unione Europea dispone di contatori elettrici intelligenti. La digitalizzazione dell'energia è già guidata dalle politiche digitali ed energetiche dell'UE, perché aspetti quali l'interoperabilità dei dati, la sicurezza dell'approvvigionamento e la cy -
bersicurezza, la tutela della vita privata e dei consumatori non possono essere affidati al solo mercato e la loro corretta attuazione è fondamentale. Il gruppo di esperti europei in energia intelligente che è stato istituito dalla Commissione come gruppo di lavoro Dati per l'energia (Data for Energy, D4E) ha al suo interno oltre a funzionari della Commissione europea, esperti designati dagli Stati membri dell’Unione europea e i portatori di interessi pertinenti, pubblici e privati; il suo compito è contribuire ad elaborare il quadro europeo per la condivisione dei dati relativi all'energia. Il gruppo D4E punta a rafforzare il coordinamento a livello dell'Unione Europea degli scambi di dati per il settore energetico, definendo i principi guida e garantendo la coerenza tra le diverse priorità e iniziative in materia di condivisione dei dati. Il gruppo D4E aiuta inoltre la Commissione europea ad attuare la governance dello spazio comune europeo di dati per l'energia in stretto coordinamento con il comitato europeo per l'innovazione in materia di dati e con le governance emergenti degli altri spazi europei di dati, al fine di garantire approcci coerenti e integrare processi interoperabili. I programmi di ricerca e innovazione e i programmi di digitaliz -
zazione dell'Unione Europea svolgono un ruolo fondamentale, in particolare il programma Europa digitale, per la realizzazione di uno spazio comune europeo di dati sull'energia, che si baserà sulle dimostrazioni e sui risultati scaturiti da una serie di progetti di ricerca e di sviluppo tecnologico cofinanziati dal programma Horizon Europe e sui casi d'uso elaborati dal gruppo D4E. Ci sono già diversi investimenti europei attivi nei sistemi energetici e nelle reti intelligenti di prossima generazione, nell’adozione di tecnologie digitali emergenti, compresi i gemelli digitali, l'intelligenza decentrata e l'edge computing. La rete europea dei gestori dei sistemi di trasmissione di energia elettrica (ENTSO-E) e l'ente dei gestori dei sistemi di distribuzione dell'Unione (EU DSO) hanno firmato una dichiarazione di intenti per lo sviluppo del gemello digitale della rete elettrica unionale, grazie anche ad un'ampia consultazione degli utenti della rete e di altri portatori di interessi sui risultati concreti da conseguire. Ci sono diversi fondi e progetti europei già avviati in cui c’è spazio per la logistica e per la mobilità e per servizi e investimenti legati alle nuove tecnologie applicate al settore della logistica. Si tratta di programmi comunitari che cerca -
no di incentivare la creazione anche di reti, di progetti di cooperazione tra imprese del settore. Vengono cofinanziati progetti legati a soluzioni in linea con le priorità del Patto europeo conosciuto meglio come Green Deal. Le Regioni hanno diversi fondi europei da gestire e hanno aperto diversi bandi ad esempio per aiutare le pmi al rinnovamento delle auto e dei mezzi di autotrasporto aziendali e per fare ristrutturazioni a capannoni e industrie con investimenti in tecnologie ecosostenibili. Ci sono inoltre nuovi bandi interessanti europei, qui ne menzioniamo alcuni. Rimarrà aperto ad esempio sino al 30 settembre 2024 il bando del progetto 'Skills for Transition' (SKI.F.T.) per servizi di c onsulenza, coaching e formazione per imprese dell'economia sociale (IES). SKI.F.T è un progetto europeo, finanziato dal Programma per il Mercato Unico, mirato ad accompagnare le micro e piccole imprese dell’economia sociale nei loro sforzi per rendere il loro modello di business e le loro attività più sostenibili dal punto di vista ambientale. L'obiettivo del bando di SKI.F.T è permettere alle imprese dell'economia sociale di comprendere meglio le possibilità della transizione verde e aumentare il successo e l'impatto dei loro progetti, con -
tribuendo a rafforzare la resilienza, la capacità di innovazione, la competitività e la sostenibilità delle loro attività.
INTERREG EUROPE
Il terzo bando del programma comunitario denominato Interreg Europe cofinanzia progetti di cooperazione interregionale. Una delle voci concerne la mobilità. Vengono cofinanziate varie categorie di progetti con l’obiettivo di migliorare l'attuazione delle politiche di sviluppo regionale attraverso lo scambio di esperienze e buone pratiche. Sono previsti cofinanziamenti a supporto delle TEN-T (Reti transeuropee di trasporto) per progetti che le rendano sempre più resilienti ai cambiamenti climatici, intelligenti, sicure, sostenibili e intermodali; possono essere cofinanziati progetti di mobilità nazionale, regionale e locale sostenibile, resiliente ai cambiamenti climatici, intelligente e intermodale. Questo programma comunitario interessa i territori di 29 Stati europei, ovvero i 27 Stati membri dell’Unione Europea, comprese le Regioni Ultraperiferiche, più Norvegia e Svizzera; dal 2024 ossia da questo bando, sono stati aggiunti anche i 7 Stati candidati. Il cofinanziamento dei fondi FESR può copri -
re fino al massimo l’80 per cento dei costi ammissibili per singolo progetto approvato dalla Commissione europea.
INTERREG EURO-MED
Includono la mobilità i progetti tematici del programma comunitario di cooperazione transnazionale denominato Interreg Euro–Med. Si tratta di uno strumento di cooperazione interregionale sull’area del Mediterraneo che coinvolge dieci Stati dell’Unione Europea, tra i quali l’Italia e quattro Stati dei Balcani interessati dalla strategia di allargamento. Focus del programma è la transizione delle regioni coinvolte verso una società più resiliente e climaticamente neutra. Verranno cofinanziate due tipologie di progetti tematici : progetti di test e progetti di trasferimento. I progetti di test sono progetti che sperimentano strumenti comuni, politiche, strategie e piani d'azione già sviluppati al fine di validare soluzioni concrete da trasferire a un numero più ampio di beneficiari e territori. Il contributo massimo per questo tipo di progetti è di 2,5 milioni di euro. Mentre i progetti di trasferiment o sono progetti che ottimizzano e condividono strumenti, politiche, strategie e piani d'azione comuni convalidati affinché gli stakeholder li possa -
no adottare; si concentrano sui risultati esistenti, sulla replicabilità e sull'aumento di scala dei risultati dei progetti nell'area di cooperazione del programma e oltre. Il contributo massimo per questo tipo di progetti è di 1,5 milioni di euro.
PROGETTO EUROPEO “Di-PEGASUS”
Terminerà il 30 novembre 2026 un progetto europeo sulla logistica in cui sono coinvolte pure delle pmi. Si chiama Di-PEGASUS e punta a promuovere l’uso dei droni anche autonomi e degli aerei a decollo e atterraggio verticale (VTOL) nel settore della logistica. Questo obiettivo sarà raggiunto attraverso lo sviluppo di una soluzione tecnologica innovativa per la gestione dei droni. Di-PEGASUS intende inoltre sviluppare una piattaforma digitale per assistere le parti interessate nella definizione di modelli di business robusti, in grado di analizzare la redditività degli investimenti, i costi delle tecnologie disponibili e gli indicatori chiave di prestazione (tra cui l'efficacia in termini di costi di investimento, creazione di posti di lavoro, riduzione delle emissioni di gas serra emissioni, ecc.). Lo scopo di questa piattaforma sarà quello di supportare i policy maker e le varie parti interessate nel pro -
da sinisTra a desTra chrisTine lagarde, roberTa meTsola e ursula von der leyen
muovere lo sviluppo del settore. L’Istituto dei Trasporti e della Logistica (Fondazione ITL) sarà coinvolto nella gestione di un caso studio in Emilia-Romagna relativo alla sperimentazione di soluzioni logistiche innovative e sostenibili utilizzando sistemi aerei senza pilota (UAS). In particolare, il caso studio si propone di analizzare come questi servizi innovativi potrebbero sostituire le soluzioni logistiche tradizionali più inquinanti. Verranno inoltre analizzate le soluzioni gestionali più idonee per l’utilizzo di droni autonomi e le soluzioni politiche necessarie per lo sviluppo regionale del settore.
IL PROGETTO EUROPEO “DISCO”
Andrà avanti sino al 30 ottobre 2026 il progetto europeo denominato DISCO che sta per “metamodello di trasporto urbano basato sui dati, integrato, sincromodale, collaborativo e ottimizzato per una nuova generazione di logistica e pianificazione urbana con condivisione dei dati presso gli European Living Labs”. Si tratta di un progetto cofinanziato dal nuovo programma Horizon Europe (HEU) con un budget di circa 8 milioni di euro per 42 mesi, avviato a maggio 2023. Il consorzio DISCO è un gruppo di 47 diversi partner che mira a sviluppare, dimostrare e valutare misure locali per migliorare la logistica urbana, con il coinvolgimento del settore pubblico (città/autorità regionali), del settore privato (fornitori di servizi logistici, operatori dei trasporti, proprietari di edifici e altre infrastrutture private o pubbliche, fornitori di tecnologia, consulenti) e del mondo accademico, istituti di ricerca,
pmi e associazioni. Il consorzio comprende: POLIS (città/regioni), ALICE (logistica), EPA (parcheggi) e IDSA (dati), con un team di esperti composto da 4 professionisti esterni, che fanno parte dell'Impact Creation Board for Transformation, per massimizzare il impatto del progetto anche oltre la sua conclusione. La missione di DISCO è semplice: supportare le città dell’Unione Europea nel raggiungimento dei loro obiettivi climatici entro il 2030, migliorare la qualità dell’aria riducendo gli inquinanti atmosferici nelle aree urbane. Il progetto DISCO infatti guida le città dell'Unione Europea verso un approccio Physical Internet (PI) che mira a superare i possibili compromessi tra accessibilità di beni e servizi, qualità della vita e aspetti ambientali. In pratica, le soluzioni proposte si concentrano sul percorrere meno chilometri per fornire la stessa quantità di beni, con l’ausilio di strumenti digitali e la creazione della Data Model Suite. DISCO mira ad accelerare e organizzare i dati disponibili nelle città per creare una nuova generazione di logistica urbana e un quadro intelligente di logistica e pianificazione delle merci. Le attività di DISCO forniscono strumenti digitali e metodi innovativi alle città coinvolte. Le 23 misure di innovazione basate sui dati sull'innovazione sono organizzate sotto l'eticheta PROXI, DISCOBAY, DISCOESTATE e DISCOLLECTION e saranno dimostrate in otto città e per l’Italia sono coinvolte Padova e Piacenza.
AZIONI INNOVATIVE EUROPEE
E’ aperto il terzo bando per Azioni innovative nell'ambito della European Urban Ini -
tiative (EUI) , la nuova iniziativa comunitaria a sostegno dello sviluppo urbano sostenibile finanziata dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR).
Si può partecipare sino al 14 ottobre 2024. Il bando ha un budget di 90 milioni di euro per sostenere progetti mirati allo sviluppo e alla sperimentazione di soluzioni innovative che affrontino le attuali sfide urbane. In particolare, i progetti da finanziare dovranno concentrarsi su uno dei due seguenti temi prioritari: 1. Transizione energetical’EUI intende sostenere la sperimentazione di soluzioni innovative trasferibili e scalabili in contesti di vita reale per le reti energetiche locali economicamente sostenibili, più intelligenti e integrate, a zero emissioni di carbonio e guidate dalla domanda, coinvolgendo al tempo stesso i cittadini e le parti interessate per contribuire ad accelerare la transizione; 2. Tecnologia nelle città- in questo ambito si intende finanziare progetti per la sperimentazione di soluzioni innovative basate sulle nuove tecnologie in contesti di vita reale, per fornire migliori servizi pubblici ai cittadini e/o potenziare le capacità delle autorità locali di offrire tali servizi, attraverso sperimentazioni che potrebbero essere replicate su scala più ampia con l’aiuto degli investimenti della politica di coesione. Le proposte progettuali dovrebbero essere altamente sperimentali e quindi difficilmente finanziabili con fonti ordinarie o tradizionali. Ciascun progetto dovrà avere una durata non superiore a 3,5 anni e potrà essere cofinanziato dal FESR fino all’80 per cento dei costi totali ammissibili per un massimo di 5 milioni di euro.
meeTing della commissione europea
FrECCIArOSSA: IL PrOgrAmmA trEnItALIA FOr BuSInESS, LA SOLuzIOnE
dI vIAggIO PEr LE PICCOLE E mEdIE ImPrESE
Trenitalia ha lanciato il suo nuovo Frecciarossa 1000 – primo treno ad alta velocità a ricevere la certificazione di impatto ambientale (EPD) – basata su un’attenta analisi del ciclo di vita: dalle leghe leggere di cui è composto, fino ai nuovi motori elettrici che lo spingono, è stato progettato per ridurre al minimo il consumo di energia fino al 30% in meno rispetto ai treni ad alta velocità della precedente generazione. L’attenzione alla sostenibilità non si limita alla riduzione dei consumi ma tiene conto anche della riciclabilità dei materiali di cui è costituito, che raggiunge il 94% al termine del ciclo di vita del treno.
Il treno è dotato di 4 livelli di servizio: Executive, Business, Premium, Standard . In base alle indicazioni del Green Deal europeo il ruolo del trasporto in treno è in crescita: il treno è considerato il mezzo più sostenibile grazie alla riduzione dell’impatto delle emissioni di gas serra rispetto all’auto e agli
aerei. Nei primi 4 mesi dell’anno Trenitalia ha trasportato 150 milioni di viaggiatori che, spostandosi in treno, hanno generato un risparmio di 700 milioni di euro di costi ambientali e sociali (spese per assistenza sanitaria, danni all’ambiente, all'agricoltura, agli immobili e alla biodiversità) ed evitato l’emissione nell’aria di 900.000 tonnellate di CO2 rispetto all’utilizzo dell’auto. Per confrontare i consumi energetici e le emissioni di CO2 di un viaggio in treno rispetto allo stesso tragitto effettuato con altri mezzi, Trenitalia ha recentemente integrato “Ecopassenger” sui propri sistemi di vendita. Scegliere il treno è sempre più vantaggioso, ecco perché anche i programmi Business stanno ottenendo un sempre maggiore interesse da parte delle PMI.
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Frecce. Offre numerosi vantaggi e servizi per i viaggi di lavoro. L’iscrizione è semplice e gratuita e consente di godere di tutti i vantaggi, tra cui sconti fino al 40% con Carnet Aziende non nominativi, offerta Corporate con sconto sempre attivo, cambi illimitati e rimborsabilità prima della
partenza e Call Center dedicato gratuito. Tra le offerte più flessibili presenti all’interno del programma vi è l’offerta Corporate Top che permette: numero illimitato di cambi prenotazione e rimborso al 100% fino alla partenza del treno, accesso ad altro treno fino a 4 ore dopo la partenza, cambio biglietto e cambio nominativo. Tra i principali prodotti che uniscono flessibilità e risparmio vi è il Carnet Aziende.
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Tra i servizi Trenitalia for Business, la
fatturazione mensile con un report dettagliato dei viaggi e delle relative spese. Un’App B2B dedicata che rende ancora più semplice e flessibile la gestione dei viaggi aziendali. Infine, uno sguardo agli aspetti commerciali che stanno alla base dei servizi Trenitalia for Business. Al momento dell'adesione al programma, tramite web form, è possibile scegliere la formula di fatturazione più adatta alle proprie esigenze: la fattura mensile e la fattura a richiesta. La prima consente di ricevere mensilmente nel proprio cassetto fiscale o via PEC una fattura elettronica che comprende tutti i biglietti acquistati nel corso del mese; la seconda, invece, consente di decidere di volta in volta se fatturare o meno un determinato acquisto. Per fare richiesta della fattura durante l'acquisto on-line è necessario scegliere l'opzione “Voglio la fattura” prima di effettuare il pagamento.
4 livelli di servizio: executive, Business, Premium, standard
tranSIzIone dIgItale a Favore delle
PIccole e MedIe IMPreSe
er le Piccole e Medie Impre il 2024 potrebbe essere un anno di svolta dal punto di vista della transizione digitale. Quest'ultima, infatti, è diventata sempre più uno strumento strategico su cui investire per garantire al comparto non solo di adeguarsi a uno scenario in profonda quanto rapida trasformazione, ma anche di riuscire a rimanere attivi in un contesto economico incerto come quello attuale, cercando di acquisire vantaggi competitivi di lungo periodo.
Al momento, il processo di digitalizzazione sembra aver coinvolto la maggior parte delle piccole e medie imprese, che hanno già intrapreso – a vari livelli – un percorso di aggiornamento, ma d'altra parte i rapidi sviluppi che contraddistinguono il mercato rendono necessaria un'accelerazione in tal senso. Il quadro si “complica” ulteriormente se si pensa che questo processo di trasformazione è affiancato da un altro processo, altrettanto impegnativo quanto “prospettico”: la transizione ecologica. A riprova di questo discorso, va ricordata per prima cosa la messa a disposizione delle risorse del PNRR, con una quota ragguardevole destinata appunto a questi due obiettivi. Naturalmente, oltre all'Europa, anche il governo italiano si è mosso dispiegando una serie interventi finalizzati al sostegno della transizione digitale a favore delle imprese italiane, a partire dal Decreto direttoriale del 9 giugno 2020, che è andato a disciplinare le agevolazioni sulla Digital Trasformation, istituita dall'articolo 29, commi 5-8 del Decreto Crescita, finalizzato a so-
stenere la trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi delle micro, piccole e medie imprese attraverso la realizzazione di progetti diretti all'implementazione delle tecnologie abilitanti individuate nel Piano Nazionale Impresa 4.0 nonché di altre tecnologie relative a soluzioni tecnologiche digitali di filiera. Quella misura faceva riferimento a una risorsa finanziaria pari a 100 milioni di euro, per agevolazioni erogabili sulla base di una percentuale nominale dei costi e delle spese ammissibili pari al 50%, in forma di contributo e di finanziamento agevolato. Questo provvedimento seguiva comunque l'erogazione dei cosiddetti “voucher per la digitalizzazione”.
Il Piano Transizione 4.0.
Il Piano Transione 4.0., misura che prevedeva crediti d'imposta per le imprese impegnate nell'investimento in innovazione, prevedendo aliquote diverse a seconda delle varie categorie di beni. A disciplinare il credito d’imposta per gli investimenti nei campi ricerca e sviluppo, innovazione e transizione ecologica è l’articolo 1, comma 45, della Legge di Bilancio 2022, che definisce anche le tempistiche e il tetto massimo dei vari investimenti. Un emendamento al decreto “Milleproroghe” ha cambiato i termini delle scadenze: per il completamento degli investimenti prenotati entro la fine del 2022 la scadenza infatti è passata al 30 novembre 2030. Ad essere agevolabili sono gli investimenti in beni strumentali materiali e immateriali, funzionali alla trasformazione tecno-
•Invest I ment I d I g I tal I 2024 per le I mprese
•I voucher d I g I tal I 4.0
•Bonus e xport dI g I tale p lus 2024
• t rans I z I one dI g I tale – s I mest
logica e digitale delle imprese. Le liste dei beni che beneficiano della misura sono contenute nell'Allegato A e nell'Allegato B della Legge 11 dicembre 2016, n. 232.
Beni strumentali materiali
Le aliquote per l’acquisto dei beni strumentali 4.0 (Allegato A, legge 11 dicembre 2016, n. 232), dal 2022 fino al 31 dicembre 2025, sono state ribassate con percentuali variabili in base all’investimento. E quindi sono riconosciuti i seguenti crediti d’imposta:
• per gli investimenti fino a 2,5 milioni di euro: 40% del costo della quota nel 2022 e 20% dal 2023 al 2025;
• per gli investimenti della fascia da 2,5 a 10 milioni di euro: 20% del costo della quota nel 2022 e 10% dal 2023 al 2025;
• per gli investimenti della fascia da 10 a 20 milioni di euro: 10% del costo della quota nel 2022 e 5% dal 2023 al 2025.
Beni strumentali immateriali
Lo Stato riconosce un credito d’imposta alle
imprese che investono nei cosiddetti beni strumentali immateriali tecnologicamente avanzati, ovvero gli strumenti indicati nell’Allegato B, legge 11 dicembre 2016, n. 232.
Sono agevolabili anche le spese sostenute con servizio di cloud computing per la quota spettante alle competenze.
Il credito d'imposta è applicabile fino al 2026, ma con aliquote differenti a seconda degli anni:
• 2021 - 2023: 20% della spesa fino al tetto massimo di un milione di euro;
• 2024: 10% della spesa fino al tetto massimo di un milione di euro;
• 2025: 5% della spesa fino al tetto massimo di un milione di euro.
• 2026 (fino al 30 giugno): se entro il 31 dicembre 2025 l’ordine di acquisto è stato accettato dal venditore ed è già stato pagato almeno il 20% del costo di acquisizione.
Ai beni strumentali immateriali che non sono ricompresi nell’Allegato B, nel 2022, viene applicato un credito d’imposta del 6% purché
il tetto massimo delle spese non superi il milione di euro. Sono ammesse all’agevolazione le imprese appartenenti al territorio statale, a prescindere dalla tipologia e dal settore economico, incluse le imprese agricole, marittime, i soggetti con regime forfettario e gli esercenti arti e professioni (art. 1, comma 1061, legge n. 178/2020).
Sono escluse, invece, tutte le imprese con sanzioni interdittive (ai sensi dell'articolo 9, comma 2, del Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231), in stato di liquidazione, fallimento, concordato preventivo senza continuità aziendale o soggette ad altri tipi di procedure concorsuali.
Il credito d'imposta a favore degli investimenti in ricerca e sviluppo, beni strumentali e formazione 4.0, introdotto dalla Legge di Bilancio 2022 in sostituzione dell’iperammortamento e superammortamento, può essere utilizzato solamente in compensazione. La compensazione del credito d’imposta viene divisa in tre quote annuali dello stesso importo, a decorrere dall’anno di avvenuta
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interconnessione dei beni e in diretta liquidazione con gli F24. Non è, dunque, possibile usufruire del credito d’imposta, né dall’acquisto dei beni né dall’investimento, ma solamente dalla messa in funzione dei beni stessi secondo gli estremi del paradigma 4.0. Per accedere al Piano le imprese devono presentare una perizia tecnica, rilasciata da un professionista del settore (ingegnere, perito industriale o ente di certificazione accreditato), che dimostri che i beni oggetto dell’agevolazione rientrano nell’elenco di uno degli allegati A o B.
Investimenti digitali 2024 per le imprese Vediamo ora più da vicino quali sono gli incentivi riservati alle imprese che intendono investire in materia di adeguamento digitale in questo 2024.
I voucher digitali 4.0
Istituiti nel 2017 nell’ambito del Piano nazionale impresa 4.0, per continuità rappresentano fino a oggi una delle principali opportu-
nità a disposizione delle PMI per l’acquisto di servizi di consulenza, formazione e tecnologie in ambito 4.0. I bandi, pubblicati dalle Camere di commercio con una cadenza fissa, prevedono un’agevolazione sotto forma di voucher pari al 70% delle spese ammissibili con un importo massimo concedibile di 10.000,00 euro. Questi incentivi sono pensati appositamente per sostenere le imprese nell'avvio del processo di trasformazione digitale.
Bonus Export Digitale Plus 2024
Si è conclusa l'attività dello sportello dedicato al bando che ha di fatto aggiornato il Bonus per l'Export Digitale, gestito da Invitalia, garantito dai fondi MAECI e dall'Agenzia ICE. Questa tipologia di incentivo ha offerto la possibilità a micro, piccole e medie imprese manifatturiere di poter accedere ad un contributo dell’80% a fondo perduto a fronte di spese per 12.500 euro nel primo caso e 22.500 euro nel secondo.
Le spese ammissibili guardavano lo sviluppo
dei mercati internazionali ponendo l’accento sullo sviluppo delle soluzioni digitali, ad esempio: spese per la realizzazione di sistemi di e-commerce verso l’estero, siti e/o app mobile, ivi compresi eventuali investimenti atti a garantire la sincronizzazione con marketplace internazionali forniti da soggetti terzi o spese per il digital marketing, finalizzate a sviluppare attività di internazionalizzazione come campagne di promozione digitale. Inoltre, nell’edizione che si è appena chiusa una parte importante delle risorse è stata destinate alle imprese aventi sedi nei comuni delle regioni Emilia-Romagna, Marche e Toscana, colpiti dall’alluvione lo scorso anno.
Transizione Digitale – SIMEST.
È da segnalare che è ancora aperta una delle principali linee di Simest, che consente a specifiche tipologie di azienda, con almeno 2 anni di vita e principalmente esportatrici, di accedere ad un mix di agevolazioni per realizzare investimenti per favorire l’innova-
zione digitale, con l’obiettivo di migliorare la competitività sui mercati internazionali. L’edizione 2023 ha modificato in maniera importante la percentuale di fondo perduto, riducendolo al 10% e per sole determinate aziende, in particolar modo giovanili, femminili e del mezzogiorno. L’importo massimo ricevibile, diverso in base anche alla dimensione, può arrivare fino a 5 milioni di euro per le GI e copre l’intero investimento tramite un finanziamento agevolato con la scelta del tasso su tre opzioni (10%, 50%, 80%) del tasso di riferimento UE.
B andi regionali, fondi PNRR e POR FESR 21-27
Come si diceva in apertura, il 2024 potrebbe essere l'anno di svolta dal punto di vista delle opportunità offerte in materia di efficientamento digitale, grazie ai fondi del PNRR e
i bandi dei vari attori regionali che stanno finalmente entrando nel vivo. Ad esempio, la Regione Lazio ha lanciato un bando per “Voucher Digitalizzazione PMI”, con una dotazione di 15 milioni di euro riservati alle aziende per l'acquisto di tecnologie digitali e servizi, ma sappiamo che altri fondi arriveranno attraverso lo stesso canale, con una dotazione di 115 mln di euro, nell'ambito del POR FESR 2021-2027.
In Campania, invece, è annunciato l'arrivo del bando per il “Nuovo Fondo Crescita”, in Piemonte è ancora possibile presentare le domande per la misura “Digitalizzazione e efficientamento produttivo delle imprese”, che intende supportare la competitività del sistema imprenditoriale sia attraverso la promozione della transizione digitale che di quella sostenibile.
Transizione 5.0.
Per il biennio 2024/2025 è previsto uno stanziamento pari a 6,3 miliardi di euro messo a disposizione della sfida green e digitale delle imprese italiane, grazie al decreto-legge Pnrr approvato dal Consiglio dei Ministri, che introduce il nuovo “Piano Transizione 5.0”. Questa misura intende sostenere gli investimenti in digitalizzazione, contestualmente alla transizione green, ricorrendo a un nuovo sistema di crediti d'imposta. Il piano prevede quindi uno stanziamento che va a sommarsi ai 6,4 miliardi previsti dalla Legge di Bilancio, per un totale di circa 13 miliardi di euro. Nelle intenzioni del Ministero per le Imprese e il Made in Italy, il “Piano di Transizione 5.0” va a costituire l'architrave della politica industriale italiana, in modo da consentire alle imprese di innovarsi per vincere la sfida della
duplice transizione, nello spazio di un biennio che si annuncia cruciale. Questa misura, inoltre, è orientata anche alla formazione dei lavoratori, dal momento che le competenze rappresentano il fattore in grado di fare la differenza, soprattutto per il Made in Italy. In questo senso, verrà concesso alle aziende un credito d'imposta automatico, senza alcuna valutazione preliminare, senza discriminazioni legate alle dimensioni dell'impresa, al settore di attività o alla sua localizzazione. Saranno quindi agevolati gli investimenti in beni materiali e immateriali, purché si raggiunga una riduzione dei consumi energetici dell'unità produttiva pari almeno al 3% (o al 5% se calcolata sul processo interessato dall'investimento).
Inoltre, saranno ammessi anche investimenti in nuovi beni strumentali necessari all'auto-
produzione di energia da fonti rinnovabili e spese per la formazione del personale dipendente finalizzate all'acquisizione o al consolidamento di competenze nelle tecnologie per la transizione digitale ed energetica dei processi produttivi. Le modalità di fruizione prevedono la compensazione del credito spettante presentando il modello F24 in un'unica rata. L'eccedenza non compensata entro il 31 dicembre 2025 sarà compensabile in 5 rate annuali di pari importo.
Credito d’imposta per investimenti in beni strumentali
Sono stati resi disponibili i nuovi moduli di comunicazione dei dati e delle altre informazioni ai fini della compensazione del credito d'imposta. Il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali ha l'obiettivo di
supportare e incentivare le imprese che investono in beni strumentali nuovi, materiali e immateriali, funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi. La richiesta di compensazione va inviata:
• sia in via preventiva che in via consuntiva, per gli investimenti effettuati a partire dal 30 marzo 2024;
• esclusivamente in via consuntiva, per gli investimenti in beni strumentali nuovi effettuati dal 1° gennaio 2023 al 29 marzo 2024.
A partire dal 18 maggio 2024 la richiesta di compensazione va presentata unicamente tramite la nuova funzionalità semplificata che permette l’invio dei moduli tramite portale, attiva sul sito del GSE. Nella piattaforma, previa registrazione all'Area Clienti, l’utente potrà accedere all'applicazione “Transizione
4.0 – Accedi ai questionari" e, selezionando la tipologia di investimento, compilare in pochi passaggi il modulo per la compensazione dei crediti d'imposta. A tutte le imprese che effettuano investimenti in beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato è riconosciuto un credito d’imposta. La misura si rivolge a tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato, incluse le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, indipendentemente dalla natura giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione, dal regime contabile e dal sistema di determinazione del reddito ai fini fiscali. Il credito d'imposta per gli investimenti in altri beni strumentali materiali tradizionali è riconosciuto anche agli esercenti arti e professioni, ai soggetti aderenti al regime forfetario, alle imprese agricole ed alle imprese marittime. Sono escluse le imprese in stato di liquidazio-
ne volontaria, fallimento, liquidazione coatta amministrativa, concordato preventivo senza continuità aziendale, altra procedura concorsuale. Sono inoltre escluse le imprese destinatarie di sanzioni interdittive ai sensi dell'articolo 9, comma 2, del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231.
La fruizione del beneficio spettante è subordinata alla condizione del rispetto delle normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e al corretto adempimento degli obblighi di versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori. Per i beni tecnologicamente avanzati materiali e immateriali, le imprese sono tenute a produrre una perizia tecnica asseverata rilasciata da un ingegnere o da un perito industriale iscritti nei rispettivi albi professionali o un attestato di conformità rilasciato da un ente di certificazione accreditato, da cui risulti che i beni possiedono caratteristiche tecniche
tali da includerli rispettivamente negli elenchi di cui ai richiamati allegati A e B e sono interconnessi al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura. Per i beni di costo unitario di acquisizione non superiore a 300.000 euro è sufficiente una dichiarazione resa dal legale rappresentante. "Heysun - l’Expo della Transizione Energetica". È stata presentata a Roma la prima edizione di "HeySun- l'Expo della Transizione Energetica", la fiera dedicata alle energie rinnovabili che si terrà dal 25 al 27 settembre 2024 nel polo fieristico SiciliaFiera a Misterbianco (CT). L'iniziativa nasce per valorizzare il ruolo della Regione, e in generale del Sud, nel settore della transizione energetica, fondamentale leva di sviluppo sostenibile per l'Italia. La Sicilia sta divenendo, infatti, sempre più un hub ecologico innovativo, porta culturale e scientifica del Mediterraneo e ponte tra Europa, Medio Oriente e Africa.
Continente, quest'ultimo, a cui è rivolto il Piano Mattei portato avanti dal governo italiano per rafforzare la cooperazione tra l'Italia e i paesi dell'area nei settori strategici, tra i quali l’energia e lo sviluppo di fonti rinnovabili. Tra le tematiche al centro della manifestazione spiccano il solare e il fotovoltaico, l’eolico e il geotermico, l’idrogeno verde e l'agrivoltaico.
HeySun ospiterà la ventitreesima edizione dell'European Mobility Week, iniziativa che si pone l'obiettivo per aumentare la consapevolezza sulla mobilità green e promuovere il cambiamento comportamentale verso pratiche a basso impatto ambientale.
PMI e sostenibilità
Supportare le PMI nella produzione di informazioni attinenti agli impatti ambientali, sociali e di governance (ESG) per facilitare il dialogo con le banche sui temi della sosteni-
bilità: è questo l’obiettivo del documento elaborato dal “Tavolo per la Finanza Sostenibile”, promosso dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, per favorire il coordinamento tra istituzioni e sistema economico del Paese al fine di sviluppare e attuare strategie di finanza sostenibile e mobilitare così le risorse private attraverso il mercato dei capitali a servizio della transizione green e digitale dell’economia reale. Il documento, che sarà in consultazione pubblica fino al 2 agosto 2024 sul sito del Dipartimento del Tesoro si compone di un modello di riferimento per la standardizzazione delle “Informazioni di sostenibilità dalle PMI alle banche” e una dettagliata guida metodologica. Per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile e di neutralità climatica dell'Unione Europea entro il 2050, sarà infatti necessario un significativo impegno da parte del sistema finanziario e delle imprese, comprese le PMI, alle
quali sarà richiesto gradualmente dal mercato (banche, investitori e grandi imprese) di fornire le informazioni ESG delle loro attività.
Il Tavolo per la Finanza Sostenibile, costituito e presieduto dal MEF, è composto da: Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Banca d’Italia, CONSOB, IVASS e COVIP. Il documento è stato elaborato beneficiando anche delle interlocuzioni avute con l’Organismo Italiano Contabilità, diversi stakeholder, e del supporto di consulenti incaricati nell’ambito del programma Technical Support Instrument finanziato dalla Commissione Europea.
NOTIZIE PER LE IMPRESE
Il DL Materie Prime Critiche
Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso e del Ministro dell’ambiente e della
sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, ha approvato il “DL Materie prime critiche”, per adeguare la normativa nazionale sul settore minerario agli obiettivi e standard europei previsti dal regolamento Critical Raw Materials Act, in funzione delle transizioni digitale e green. Il provvedimento promuove un nuovo approccio di sistema all’approvvigionamento di materie prime critiche e strategiche. Il decreto, infatti, ha come obiettivo – da un lato – di analizzare la domanda e i fabbisogni del Paese grazie ad attività di monitoraggio delle catene di approvvigionamenti e – dall’altro – di incentivare l’offerta di materie prime.
Con questa finalità viene avviato un Programma nazionale di esplorazione, vengono semplificate le procedure autorizzative e rafforzato il Fondo Nazionale del Made in Italy.
Infine, il decreto si pone l’obiettivo di elaborare sistemi di monitoraggio in caso di perturbazioni dell’approvvigionamento. In dettaglio, il decreto ha lo scopo di rilanciare il settore minerario italiano attraverso procedure semplificate per gli iter autorizzativi dei progetti strategici. Come previsto dal Regolamento, un progetto per essere definito "strategico" deve essere validato dalla Commissione Europea. Una volta ottenuto il sigillo strategico da parte dell’esecutivo UE, sarà lo Stato a rilasciare le autorizzazioni necessarie, con tempistiche coerenti e migliorative rispetto a quelle previste nel Regolamento. Il testo prevede che spetti allo Stato il rilascio dei titoli abilitativi o autorizzatori. Il MASE è l’amministrazione competente per ogni titolo relativo all’estrazione e alle autorizzazioni al riciclo di materie prime critiche
strategiche: le tempistiche per la durata della procedura non possono superare rispettivamente i 18 e 10 mesi. Al MIMIT compete invece la procedura autorizzativa relativa alla trasformazione di materie prime critiche strategiche, per una durata massima di dieci mesi.
Il provvedimento introduce anche un nuovo sistema di “royalties” per le concessioni minerarie di progetti strategici, che saranno corrisposte annualmente in favore dello Stato e della Regione interessata per progetti su terraferma. Il DL prevede inoltre l’istituzione, presso il Ministero delle imprese e del made in Italy, del Comitato tecnico permanente per le materie prime critiche e strategiche, al quale è affidato il monitoraggio delle catene di approvvigionamento, oltre alla predisposizione di un Piano Nazionale
delle materie prime critiche.
In questo senso, il Mimit dovrà analizzare i fabbisogni, monitorare le catene del valore ed eseguire eventuali prove di stress. Per farlo, sarà realizzato, in linea con il Regolamento, il Registro nazionale delle aziende e delle catene del valore strategiche con l’obiettivo di individuare le grandi imprese che operano sul territorio nazionale e che utilizzano materie prime strategiche in una serie di settori cruciali relativi alle batterie, agli aeromobili, ai dispositivi elettronici mobili e alle apparecchiature connesse alla robotica, alla produzione di energia rinnovabile e ai semiconduttori.
Nasce infine un Programma di esplorazione nazionale delle materie prime critiche che dovrà essere promosso dall'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale
(ISPRA) entro il 24 maggio 2025 e sottoposto a riesame quinquennale come previsto dal Critical Raw Materials Act.
Nuovo Portale “Pagamenti DGTEL”
Il Dipartimento per il digitale, la connettività e le nuove tecnologie informa che, nell’ambito del processo di digitalizzazione dei servizi offerti dalla Direzione Generale per il Digitale e le Telecomunicazioni - ISCTI, è stato realizzato un nuovo portale per i pagamenti digitali, integrato con pagoPA, chiamato "Pagamenti DGTEL". Grazie al nuovo portale, raggiungibile all’indirizzo https:// pagamentidgtel.mimit.gov.it/, i cittadini e le imprese che si avvalgono dei servizi erogati dalla DGTEL potranno effettuare pagamenti utilizzando tutti i canali previsti dalla piattaforma pagoPA. Il portale, sviluppato in colla-
borazione con la Fondazione Ugo Bordoni, è già attivo e tutti gli interessati potranno accedervi sia mediante i sistemi di identità digitale (SPID, CIE, EiDAS), sia attraverso credenziali rilasciate dal Ministero. Al fine di fornire supporto all’utenza, effettuato l’accesso sul portale, sarà possibile prendere visione del “Manuale utente” e della sezione dedicata alle FAQ. Inoltre, per qualsiasi esigenza tecnica sarà possibile contattare l’assistenza attraverso una sezione apposita denominata “Supporto”. Il portale dei pagamenti della DGTEL è uno degli strumenti che il Dipartimento ha adottato al fine di favorire l’innovazione e il miglioramento della qualità dei servizi del Ministero, nonché l’efficienza delle attività degli uffici coinvolti.
Apre “ Specializzazione Intelligente ”
In attuazione del decreto del 14 settembre
2023, il Mimit ha attivato “Specializzazione Intelligente”, lo sportello riservato per l'accesso agli incentivi dei prodotti di ricerca e sviluppo delle imprese del Mezzogiorno. L'intervento, attivato nell’ambito del Fondo per la crescita sostenibile, ha uno stanziamento di oltre 470 milioni di euro, di cui 328 milioni per la concessione di finanziamenti agevolati e 145 milioni per i contributi diretti alla spesa. A partire dal 10 luglio, le imprese di qualsiasi dimensione che esercitano attività industriali, agroindustriali, artigiane, di servizi all’industria e di ricerca potranno presentare istanza per l’accesso agli incentivi allo sportello online di Mediocredito centrale, gestore della misura per conto del Ministero. Già a partire dal 25 giugno i soggetti interessati potranno precompilare le domande tramite la procedura informatica disponi-
bile al link https://fondocrescitasostenibile. mcc.it.
L'apertura della procedura agevolativa prevede il concorso di Cassa Depositi e Prestiti e delle banche finanziatrici convenzionate aderenti all’Associazione Bancaria Italiana. I progetti, che possono essere realizzati anche in forma congiunta tra più imprese, devono prevedere attività di ricerca industriale e sviluppo sperimentale che facciano utilizzo di tecnologie abilitanti fondamentali (KETs), in particolare: nanotecnologia e materiali avanzati, fotonica e micro/nano elettronica, sistemi avanzati di produzione, tecnologie delle scienze della vita, intelligenza artificiale, connessione e sicurezza digitale. Le spese e i costi ammissibili non devono essere inferiori a 3 milioni di euro e superiori a 20 milioni. L’accesso alle agevolazioni avverrà
mediante procedura negoziale. I finanziamenti agevolati sono concessi per una percentuale massima del 50% delle spese e dei costi ammissibili per le grandi imprese e del 40% per le piccole e medie imprese. Gli incentivi concessi nella forma del contributo diretto alla spesa sono articolati sulla base della dimensione dell’impresa proponente: 30% per le piccole imprese, 25% per le medie imprese, 15% per le grandi imprese.
Luglio
Adeguamento magazzino
Gli esercenti di attività d'impresa che non adottano i principi contabili internazionali possono adeguare – ai fini fiscali – le rimanenze iniziali di magazzino, per lo specifico
CALENDARIO FISCALE
periodo d'imposta in corso al 31 dicembre 2023, con metodi diversi che possono portare al pagamento di imposte di tipologia diversa ma, in ogni caso, con irrilevanza a fini sanzionatori. Le imposte dovute vanno versate in due rate di pari importo, di cui la prima con scadenza entro il termine previsto per il versamento a saldo delle imposte sui redditi relative al periodo d’imposta suddetto (1° luglio in quanto il 30 giugno cade di domenica) e la seconda entro il termine di versamento della seconda o unica rata dell’acconto delle imposte sui redditi relativa al periodo d’imposta successivo.
IVA – Fatturazione IVA differita I soggetti sottoposti a regime Iva sono tenuti a procedere all'emissione e alla registrazione delle fatture differite, relativamente a
beni consegnati o spediti nel mese solare precedente, risultanti da documento di trasporto o altro documento idoneo a identificare i soggetti, tra i quali è effettuata l'operazione, nonché le fatture riferite alle prestazioni di servizi individuabili attraverso idonea documentazione effettuate nel mese solare precedente.
La fattura deve contenere la data e il numero dei documenti cui si riferisce. Per le cessioni effettuate nel mese precedente fra gli stessi soggetti è possibile emettere una sola fattura riepilogativa.
Cassa integrazione per eventi non evitabili Imprese industriali e dell'Edilizia devono presentare all'Inps domande di CIGO per eventi oggettivamente non evitabili verificatisi nel mese precedente. La Cassa Integra-
zione Guadagni Ordinaria - CIGO - integra o sostituisce la retribuzione dei lavoratori a cui è stata sospesa o ridotta l'attività lavorativa per situazioni aziendali dovute a eventi transitori e non imputabili all'impresa o ai dipendenti, incluse le intemperie stagionali e per situazioni temporanee di mercato. Da gennaio 2022, sono destinatari della CIGO i lavoratori assunti con contratto di lavoro subordinato (compresi gli apprendisti e i lavoratori a domicilio), con la sola esclusione dei dirigenti. Le domande vanno inoltrate tramite procedura telematica sul portale Inps, indicando la causa della sospensione o riduzione dell'orario di lavoro, la presumibile durata, i nominativi dei lavoratori interessati e le ore richieste. Le domande possono essere presentate entro la fine del mese successivo a quello in cui si è verificato l'evento
Transizione green:
invesTimenTi a sosTegno delle Pmi
negli ultimi anni, il tema della sostenibilità si è affermato in maniera sempre più concreta, non solo nell'immaginario collettivo ma anche, e sopratutto, nell'ambito delle politiche da affrontare da parte di governi e organizzazioni internazionali. Questo tema, in particolare, è diventato uno dei pilastri imprescindibili per l'affermazione delle imprese. a conferma di questa affermazione, secondo i dati diffusi da Kaleidos impact Watch, il 54% degli imprenditori italiani si sta impegnando nell'affrontare investimenti a favore dell'impatto sociale, mentre il 42% è direttamente coinvolto nella transizione green. adottano soluzioni sostenibili, il 93% delle Pmi che hanno intrapreso investimenti per la propria attività, per affrontare le complesse queastioni sociali e ambientali.
Le Piccole e Medie Imprese , infatti, stanno diventando le protagoniste di questo nuovo scenario, dimostrando una nuova sensibilità e un'attenzione crescente nei confronti delle questioni sociali e ambientali. In questo senso, si può già parlare, quindi, di un approccio destinato a diventare di lungo periodo, e non una semplice tendenza temporanea, in un quadro, il conseguimento dei profitti non è disgiunto dall'impegno a contribuire in maniera positiva al benessere della comunità. Così, si è assistito alla nascita, di numerose piccole e medie imprese, di strutture organizzative finalizzate alla gestione delle strategie sostenibili e al varo di progetti di impatto sociale. L'adozione di strategie green, quindi, si sta dimostrando l'elemento innovativo in grado di portare risultati concreti e misurabili, grazie all'utilizzo di materiali a minore impatto ambientale e al miglioramento delle pratiche di gestione, che portano anche a risparmio di risorse e di costi operativi, oltre che un indiscutibile sostegno alla difesa dell'ambiente. Tale aspetto, inoltre, ha una ricaduta anche sulla “reputazione” aziendale: le imprese che adottato pratiche sostenibili, infatti, attraggono attenzione positiva da parte dei consumatori, oltre che da quella dei partner commerciali e delle comunità territoriali, portando vantaggio competitivo sul mercato. Inoltre, questo processo virtuoso tende a coinvolgere anche le filiere dei settori chiave nel processo di sostenibilità, e non solo le singole imprese. Ci sono infatti interi settori produttivi che incominciano a essere coinvolti da queste dinamiche: è il caso della Logistica, dell'Automotive e della Manifattura, filiere all'interno delle quali si sta evidenziando una spiccata sensibilità nei confronti della sostenibilità e della transizione green. Questi settori, hanno già intrapre-
so uno sforzo significativo per ridurre l'impatto ambientale e sociale derivato dalle loro attività. Un numero crescente di aziende della filiera automobilistica, ad esempio, stanno investendo in veicoli elettrici e ibridi, con l'obiettivo di ridurre le emissioni di carbonio, lungo tutta la loro catena produttiva, mentre la logistica sta esplorando le possibili soluzioni per rendere il trasporto merci più sostenibile e meno impattante per l'ambiente. È evidente, quindi, che questi sforzi si riflettano anche su tutti gli attori appartenenti alla stessa catena, sia fornitori sia clienti e, inoltre, è già avvertita da parte delle imprese la necessità di stabilire regole precise a sostegno dell'azione
all'interno delle diverse filiere, con l'obiettivo di creare reti di produzione e distribuzione più sostenibili. Le reti, tra l'altro, sono in grado di accelerare il processo di acquisizione delle pratiche sostenibili, creando inoltre sinergie in grado di generare valore per tutte le parti in causa. Un altro settore che sta dimostrando particolare sensibilità nei confronti di questo tema è quello della Chimica e della Farmaceutica. Ad esempio, l'80% delle piccole e medie imprese ha riportato difficoltà nell'implementare progetti di transizione ambientale, sopratutto sotto l'aspetto dei costi di attivazione, delle difficoltà gestionali e, anche, per la necessità di acquisire nuove
competenze finalizzate proprio alla gestione di queste iniziative. È evidente, quindi, che la transizione ecologica implica la necessità di attivare nuove strutture organizzative, in grado di gestire in maniera davvero efficace le opportunità offerte, ma anche di porre in essere una nuova governance, in modo da superare gli ostacoli che al momento si frappongono su un cammino destinato a proseguire nel tempo.
Questo delicato passaggio che porta verso un sistema produttivo sostenibile sul piano delle risorse energetiche, dell'impiego di materie prime e della gestione degli scarti di lavorazione, richiede la partecipazione di tutti i soggetti istituzionali, economici e sociali. Gli ambiti interessati dal processo devono necessariamente interessare tutti gli aspetti della produzione: dall'impiego energetico alla gestione dei rifiuti aziendali, dalle emissioni alla produzione di imballaggi, dalle procedure produttive alla logistica.
Siamo quindi in una fase in cui la transizione green comporta la consapevolezza della necessità di un profondo cambiamento di paradigma del modello di sviluppo, all'interno della quale la Commissione Europea ha approvato i fondi a sostegno di investimenti per la produzione di attrezzature necessarie a sostenere la transizione verso un'economia a zero emissioni nette. In questo senso, la Commissione Europa ha constatato che il regime italiano rispetta le condizioni stabilite nel quadro temporaneo di crisi e transizione, grazie agli aiuti di Stato che saranno concessi entro il 31 dicembre 2025, considerandolo necessario, adeguato e proporzionato al fine di accelerare la transizione verde e agevolare lo sviluppo di talune attività economiche che rivestono importanza per
l’attuazione del piano industriale del Green Deal.
Il Green New Deal 2024
Il Green New Deal 2024 dispone di un budget pari a 750 milioni di euro, messi a disposizione dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy e provenienti da due fondi principali, ovvero il Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca – FRI – e il Fondo per la crescita sostenibile – FCS -, Queste due realtà sono destinate a finanziare progetti per un valore compreso tra 3 e 40 milioni di euro, e coprono diversi settori come la ricerca industriale, lo sviluppo sperimentale e, in maniera specifica per le Piccole e Medie Imprese, l'industrializzazione dei risulati di ricerca e sviluppo. Per accedere alle agevolazioni offerte dal Green New Deal , le imprese devono soddisfare alcuni specifici requisiti. Le aziende interessate, ad esempio, devono essere legalmente costituite e registrate, non devono trovarsi in stato di insolvenza o altre condizioni finanziarie precarie, e devono essere in regime di contabilità ordinaria. Inoltre, è richiesto che abbiano presentato almeno due bilanci o dichiarazioni dei redditi, ed è imprescindibile anche che non abbiano ricevuto aiuti illegali dalla Commissione Europea e che siano in regola con eventuali restituzioni dovute al Ministero dello Sviluppo Economico. I progetti imprenditoriali finanziati grazie al Green New Deal devono essere allineati con obiettivi specifici, tra cui compaiono:
• la decarbonizzazione dell’economia
• la riduzione dell’uso della plastica
• lo sviluppo dell’economia circolare
• il turismo sostenibile
•la rigenerazione urbana
• attività di ricerca e sviluppo
• investimenti specifici per l’industrializzazione dei risultati della ricerca.
I 750 milioni di euro stanziati sono così ripartiti:
• finanziamenti agevolati fino al 60% dei costi di progetto;
• contributi a fondo perduto che raggiungono il 15% delle spese ammissibili per progetti di ricerca e sviluppo, e fino al 10% per le
attività di industrializzazione.
Si tratta di agevolazioni pensate per ridurre il carico finanziario sulle imprese, oltre che incentivare l'innovazione.
Per accedervi, le imprese interessate devono presentare domanda di accesso online, seguendo procedure differenziate in relazione all'importo del finanziamento richiesto e la numero di imprese partecipanti. Ogni impresa può presentare una sola domande durante l'anno.
1,7 miliardi per “Net Zero, Rinnovabili e Batterie”
Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ha dato il via libera a uno stanziamento di 1,7 miliardi di euro per i Contratti di sviluppo “Net Zero, Rinnovabili e Batterie”, con l'intenzione programmatica di sostenere il sistema produttivo nella sfida delle transizioni green e digitale. Con un nuovo decreto, infatti, si è provveduto a disciplinare le modalità di accesso ai contratti di svi-
luppo “Net Zero, Rinnovabili e Batterie”, facendo riferimento alle risorse stanziate dal PNRR per agevolare la transizione energetica, dopo il via libera giunto dall'Unione Europea. Dello stanziamento complessivo, 308,6 milioni di euro sono destinati a finanziare programmi di sviluppo relativi alle tecnologie fotovoltaiche ed eoliche, mentre 205,1 milioni di euro sono destinati alle batterie. Il 40% delle risorse, inoltre, sono destinate al finanziamento di progetti da
realizzarsi nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
Questa nuova misura andrà quindi a sostenere la trasformazione delle imprese italiane e il loro sforzo finalizzato a vincere la sfida della transizione ecologica, con uno stanziamento significativo, che va a sommarsi alle risorse già previste dalla Transizione 5.0. Il relativo decreto, infatti, fissa le modalità e i termini di presentazione
delle domande di accesso alle agevolazioni previste per gli investimenti finalizzati al rafforzamento delle catene di produzione dei dispositivi utili per la transizione ecologica, attraverso lo strumento dei Contratti di sviluppo.
I programmi, nello specifico, dovranno avere ad oggetto la realizzazione di progetti di sviluppo industriale o di sviluppo per la tutela ambientale ed eventualmente progetti di ricerca, sviluppo e innovazione fina-
lizzati alla produzione di batterie, pannelli solari, turbine eoliche, pompe di calore, elettrolizzatori, dispositivi per la cattura e lo stoccaggio del carbonio (CCS), nonché programmi di sviluppo per la produzione di componenti chiave e il recupero delle materie prime critiche specificate nel decreto. Le imprese potranno presentare istanza allo Sportello Invitalia, soggetto gestore della misura per conto del Ministero, a partire dalle ore 12.00 del 27 giugno.
La piattaforma sarà aperta sia a nuove domande di Contratto di sviluppo sia a domande già presentate all’Agenzia, il cui iter agevolativo risulti sospeso per carenza di risorse finanziarie.
In quest’ultimo caso le istanze dovranno contenere gli elementi necessari a consentire l’accertamento del possesso di tutti i requisiti previsti dal decreto.
Interventi di sostegno alla Transizione Green Nell'ambito dell'attività del Fondo di
Garanzia per le Piccole e Medie Imprese, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha annunciato un incremento finanziario della dotazione della riserva speciale a valere sul “Programma nazionale ricerca, innovazione e competitività per la transizione verde e digitale 2021-2027”. Il decreto ha disposto, infatti, l'assegnazione delle risorse finanziarie alla riserva speciale del Fondo di Garanzia . A partire dal 27 giugno, le imprese possono presentare domanda di accesso
ai finanziamenti dei contratti di sviluppo per la transizione ecologica ed energetica, grazie ai fondi stanziati dal PNRR. A decorrere da questa data, infatti, è possibile inoltrare le richieste al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, al fine di ottenere le agevolazioni che finanziano i programmi di sviluppo per la transizione ecologica. Tutte le indicazioni sono contenute dal Decreto Direttoriale del 14 giugno 2024, che di fatto va a disciplinare i fondi della Missione 1,
Componente 2, Investimento 7 del PNRR. Questi fondi, sono finalizzati a sostenere un programma di sviluppo industriale e per la tutela ambientale, e vengono impiegati attraverso i Contratti di Sviluppo, regolati dall'articolo 43 del decreto legge 112/2008. I contratti possono riguardare il rafforzamento delle catene di produzione dei dispositivi dedicati alla transizione ecologica, come batterie, pannelli solari, turbine eoliche, pompe di calore, dispositivi per la cattura e
lo stoccaggio del carbonio.
Tra questi, il Decreto Direttoriale n. 18 del 31 maggio 2024 - Fondo per la Transizione Energetica nel settore industriale, ha accompagnato l'avviso pubblico dell'apertura dei termini per la presentazione delle domande di aiuto per la compensazione dei costi indiretti delle emissioni di carbonio, a favore delle imprese che operano in uno dei settori o sottosettori indicati nell'allegato I della Comunicazione europea (2020/C 317/04),
FOCUS PMI
che abbiano sostenuto costi indiretti delle emissioni di carbonio tra il 1° gennaio 2023 e il 31 dicembre 2023. I soggetti beneficiari hanno diritto agli aiuti esclusivamente nei limiti delle disponibilità finanziarie del Fondo che saranno corrisposti, su richiesta. Qualora le risorse non consentano l’integrale accoglimento dei costi ammissibili previsti dalle domande di beneficio, gli aiuti potranno essere concessi in misura proporzionalmente ridotta rispetto all’ammontare dei predetti costi.
La domanda di aiuto può essere presentata a decorrere dalle ore 9:00 del giorno 10 giugno 2024 e fino alle ore 19:00 del giorno 30 giugno 2024, utilizzando il modello reso disponibile sul sito web del soggetto gestore (https://www.acquirenteunico.it/fte ), e deve essere sottoscritta dal legale rappresentante dell’impresa proponente attraverso una delle modalità previste dall’art. 65 del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, e inviata al seguente indirizzo di posta elettronica certificata fondotesi@pec.acquirenteunico.it con i relativi allegati. Si rappresenta alle imprese proponenti di riportare correttamente nel modello di domanda del soggetto gestore, sia il codice Prodcom dei prodotti realizzati nell’impianto che fabbrica prodotti appartenenti ai
settori di cui all’allegato I della comunicazione della Commissione (2020/C 317/04), sia la produzione effettiva o il consumo effettivo di energia elettrica e le relative emissioni dirette, ove richieste, nell’anno 2023, al fine del corretto calcolo dei costi ammissibili. Acquirente Unico S.p.A., in qualità di soggetto gestore della misura di aiuto, provvede a fornire alle imprese proponenti informazioni sui seguenti canali:
• pagina web dedicata alla misura del Fondo per le informazioni generali http://www. acquirenteunico.it/fte
• recapito telefonico 320 0307466 per eventuale supporto legato esclusivamente all’invio della domanda. Il numero sarà attivo dal lunedì al giovedì dalle ore 10:00 alle ore 13:00 e dalle 14:30 alle 16:00.
Le domande per accedere agli incentivi vanno presentate presso lo sportello Invitalia, dalle ore 12.00 del 27 giugno.
I fondi a disposizione sono i seguenti:
• 1 miliardo 738 milioni 770 mila 155 euro a valere sulla dotazione prevista per la Misura M1C2 – Investimento 7, sottoinvestimento 1 del PNRR (“Sostegno al sistema di produzione per la transizione ecologica, le tecnolo-
gie a zero emissioni nette e la competitività e la resilienza delle catene di approvvigionamento strategiche”);
• 513 milioni 770mila 155 euro sulla dotazione della Misura M2C2 – Investimento 5.1 del PNRR (“Sviluppo di una leadership internazionale, industriale e di ricerca e sviluppo nel campo delle rinnovabili e delle batterie”).
Di questi ultimi, circa 308 milioni sono destinati allo sviluppo delle tecnologie fotovoltaica ed eolica, e 205 milioni per il settore delle batterie.
Incentivi per imprese green e giovani
La previsione è quella di una serie di nuovi sostegni indirizzati espressamente ad aziende green e giovani imprenditori che privilegino la sostenibilità ambientale e il risparmio energetico. La tendenza è quindi quella di proporre nuove misure per l'attuazione del Decreto Coesione, che ha introdotto nuovi finanziamenti a sostegno dell'occupazione e dell'autoimprenditorialità, con un'attenzione particolare per innovazione e ambiente. Gli interventi che prevedono contributi a fondo perduto differenzianti a seconda della tipologia di attività da realizzare e di beni da acquistare, sono destinati a promuovere la costituzione di nuove attività da parte dei giovani disoccupati con
meno di 35 anni di età. Saranno ammesse al finanziamento le iniziative economiche finalizzate all'avvio di attività di lavoro autonomo, imprenditoriali e libero-professionali, in forma individuale o collettiva realizzate da giovani disoccupati di età inferiore ai 35 anni, e/o in condizione di marginalità, di vulnerabilità sociale e di discriminazione. Le iniziative per l'autoimprenditorialità sono previste per tutta Italia, sulla base di due diverse misure: Autoimpiego Centro-Nord Italia, e Resto al Sud. 2.0. Gli interventi sono a favore dei singoli che intendono aprire un'impresa, un'attività come freelance con partita Iva, una professione autonoma con iscrizione all'Ordine di riferimento, oppure dei soggetti con gli stessi requisiti, che costituiscono una nuova società. Saranno ammesse le società in nome collettivo, in accomandita semplice, a responsabilità limitata, le società cooperative e anche le società tra professionisti. Per chi parteciperà ai bandi è prevista l'erogazione di servizi di formazione e di accompagnamento alla progettazione preliminare per l'avvio delle attività. In particolare è prevista una fase di tutoraggio, finalizzato all'incremento delle competenze, al fine di supportare i destinatari nelle fasi di realizzazione della nuova iniziativa. Sarà quindi
possibile accedere alle varie forme di sostegno all'investimento previste in via alternativa. Si tratta di un voucher per l'acquisto di beni e contributi a fondo perduto oppure un contributo per la realizzazione dei progetti. L'importo del voucher è più elevato nel caso di acquisto di beni e servizi innovativi, tecnologici e digitali o di beni diretti ad assicurare la sostenibilità ambientale o il risparmio energetico. In alternativa è prevista la possibilità di richiedere finanziamenti a fondo perduto a sostegno dei progetti di investimento.
Per quel che riguarda nello specifico le attività rivolte all'ambiente e al risparmio energetico nel caso del Centro-Nord è previsto il riconoscimento di un voucher di avvio utilizzabile per l'acquisto di beni, strumenti e servizi per l'avvio delle attività per un importo massimo di 30.000 euro, che sale a 40.000 euro in caso di acquisto di beni diretti ad assicurare la sostenibilità ambientale o il risparmio energetico. Nel caso degli interventi al Sud il voucher per gli stessi interventi arriva a 50.000 euro, contro i 40.000 destinati al sostegno delle altre attività. Nel caso invece del contributo a fondo perduto in caso di programmi di spesa di importo fino a 120.000 euro si potrà ottenere fino al 65% in caso di nuove iniziative al Centro-nord, o
al 75% al Sud. Ridotta di cinque punti la percentuale per i programmi di spesa oltre 120.000 euro e fino a 200.000 euro.
La Nuova Sabatini Green
La Nuova Sabatini è una misura di sostegno che offre un accesso agevolato al credito a micro, piccole e medie imprese per l'implementazione di progetti innovativi e green, favorendo al contempo gli investimenti in nuovi macchinari, software e tecnologie digitali. Dal 2023, ha acquisito la denominazione di Nuova Sabatini Green, dal momento che è stata estesa agli investimenti finalizzati programmaticamente alla transizione ecologica, venendo rifinanziata con un budget di 100 milioni di euro. A questo fine, il Ministero delle Imprese e del Made inItaly ha aggiornato la modulistica per la presentazione delle domande in adeguamento alle nuove regole sui contributi alle PMI previste dal Regolamento UE 2023/1315. In pratica, questa misura concede credito per l'acquisto di beni materiali o immateriali ad uso produttivo come impianti e macchinari, attrezzature industriali e commerciali, altri beni come software o tecnologie digitali. Non vengono invece finanziati investimenti per terreni o edifici, beni usati o rigenerati. Sono stati aggiunti, dunque, gli
investimenti su macchinari, impianti e attrezzature nuovi, a basso impatto ambientale, per migliorare l’ecosostenibilità dei prodotti e dei processi produttivi.
Per gli investimenti green è necessario fornire la certificazione ambientale di processo o di prodotto che attesti l’effettiva sostenibilità dell’investimento. La misura eroga finanziamenti da 20 mila euro a 4 milioni di euro (durata massima 5 anni), concessi da banche e intermediari che hanno aderito alla Convenzione “Beni Strumentali”. La Nuova Sabatini prevede anche un contributo in conto impianti da parte del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (ex MISE), commisurato al valore degli interessi, calcolati convenzionalmente, su un finanziamento al tasso annuo del: 2,75% per investimenti ordinari, 3,575% per investimenti 4.0, 3,575% per investimenti green.
Possono godere della misura le micro, piccole e medie imprese La domanda di accesso si presenta tramite procedura online al sito benistrumentali.dgiai.gov.it.
La procedura che porta all'assegnazione dei contributi vede le PMI presentare alla banca o all'intermediario finanziario la richiesta di finanziamento unitamente alla domanda di accesso al contributo ministeriale, attestando il possesso dei requisiti e l'aderenza degli investimenti alle previsioni di legge. La banca/intermediario finanziario verifica la regolarità formale e la completezza della
documentazione trasmessa dalla PMI, nonché la sussistenza dei requisiti di natura soggettiva relativi alla dimensione di impresa e, sulla base delle domande pervenute, trasmette al Ministero richiesta di prenotazione delle risorse relative al contributo. La banca/intermediario finanziario, previa conferma da parte del Ministero della disponibilità, totale o parziale, delle risorse erariali da destinare al contributo, ha facoltà di concedere il finanziamento alla PMI mediante l’utilizzo della provvista costituita presso Cassa depositi e prestiti S.p.A., ovvero mediante diversa provvista. La banca/intermediario finanziario che decida di concedere il finanziamento alla PMI, adotta la relativa delibera e la trasmette al Ministero, unitamente alla documentazione inviata dalla stessa PMI in fase di presentazione della domanda di accesso alle agevolazioni. Il Ministero adotta il provvedimento di concessione del contributo, con l’indicazione dell’ammontare degli investimenti ammissibili, delle agevolazioni concedibili e del relativo piano di erogazione, nonché degli obblighi e degli impegni a carico dell’impresa beneficiaria e lo trasmette alla stessa e alla relativa banca/intermediario finanziario. La PMI, ad investimento ultimato e previo pagamento a saldo dei beni oggetto dell’investimento, compila, in formato digitale ed esclusivamente attraverso la procedura disponibile sulla piattaforma https://
benistrumentali.dgiai.gov.it/Imprese, apposita richiesta di erogazione del contributo (modulo RU) e la trasmette al Ministero, unitamente all’ulteriore documentazione richiesta. Le modalità per richiedere l’erogazione del contributo sono descritte nella sezione Beni strumentali ("Nuova Sabatini") - Erogazione contributo.
Ecobonus 2024 ed Ecobonus Retrofit È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto relativo all'Ecobonus 2024, recante indicazioni sulle misure per il nuovo piano di incentivi auto. La misura conta su uno stanziamento complessivo di 1 miliardo di euro per l'anno in corso, per un contributo massimo ottenibile per l'acquisto di un'auto elettrica che sale da 5 mila a 13.750 euro, a fronte della rottamazione di un veicolo fino a Euro 2. La nuova piattaforma ecobonus. mise.gov.it di prenotazione è attiva dal 3 giugno, e rende disponibili i moduli per la richiesta dei bonus e le tabelle, distinte per categoria di veicoli, che riportano i criteri di attribuzione dei contributi. Ecobonus 2024, promossa dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ha introdotto alcune novità, come la previsione di contributi proporzionali alla classe ambientale di appartenenza dei veicoli da rottamare, incluse le vetture appartenenti alla classe Euro 5. Ad essere agevolato è l'acquisto di automobili elettriche, ibride plug-in e a
motore termico, con un livello di emissioni CO2 fino a 135 gr/Km, e di motocicli e ciclomotori elettrici e non elettrici e di veicoli commerciali leggeri. Il prezzo di listino compresi optional (IVA esclusa) non deve essere superiore ai 35 mila euro per le autovetture delle fasce 0-20 gr/km (elettriche) e 61-135 gr/km (termiche) e ai 45 mila euro per la fascia 21-60 g/km (ibride plug-in).
Il contributo massimo previsto per l'acquisto di veicoli elettrici nuovi, dunque, è stato portato da 5 mila a 13,750 euro per chi sia in possesso di un Isee inferiore ai 30 mila euro, con l'obiettivo di incentivare la rottamazione delle autovetture più inquinanti (le classi Euro 0, 1, 2 e 3), che ad oggi rappresentano ancora il 25% dell'attuale parco auto circolante. Con questo obiettivo, è previsto un contributo fino a 2.000 euro per l’acquisto di veicoli usati di classe Euro 6 con emissioni fino a 160 g/km CO2, a fronte della rottamazione di un'auto fino ad Euro 4. Il provvedimento, inoltre, ha introdotto un contributo all'installazione di impianti nuovi a GPL o a metano per autotrazione su autoveicoli di classe non inferiore a Euro 4: il contributo è pari a 400 euro per gli impianti a GPL e 800 euro per quelli a metano.
Un Decreto Direttoriale ha anche introdotto l'Ecobonus. Retrofit, indirizzato agli impianti GPL e metano, che individua le modalità di attuazione per il riconoscimento – per l'anno 2024 – del contributo riservato all'in-
stallazione di impianti nuovi a GPL o a metano, per l'autotrazione su veicoli di categoria M1 omologati. Le date di avvio dell’accreditamento per gli installatori e per la prenotazione dei contributi saranno rese note con successivo avviso pubblicato sul sito istituzionale del Ministero e sul sito Ecobonus.
La Transizione verde e l'Europa Cambiamenti climatici e degrado ambientale sono da tempo considerati dall'Unione Europea come una minaccia a livello globale. Per questo motivo, l'UE ha adottato il “Green Deal europeo”, strategia di crescita destinato a trasformare la comunità in un'economia moderna, efficiente sotto il profilo dell'utilizzo delle risorse, oltre che competitiva, con l'obiettivo finale di un'Europa “neutra” entro il 2050. In questo senso, le tecnologie verdi sono considerate occasione di rilancio economico, in grado di creare nuove attività, varare sistemi di trasporto sostenibile e, quindi, ridurre sensibilmente i livelli di inquinamento. Così, la Commissione Europea aiuta i membri UE nella progettazione e attuazione di riforme che possano sostenere la transizione verde e che contribuiscano al raggiungimento degli obiettivi previsti dal Green Deal Europeo. Al centro del progetto europeo c'è l'azione per il clima, con alcuni risultati già raggiunti nell'ambito della riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra, anche se nei prossimi
anni l'impegno dovrà essere ulteriore. Ad esempio, la Comunità Europea sostiene la messa a punto della politica climatica, compresi la consulenza per le strategie e i piani d'azienda per il clima e il sostegno per la modellizzazione delle emissioni di gas serra, il sostegno alla decarbonizzazione degli impianti elettrici, compresi la progettazione di mercati e quadri normativi favorevoli alle energie rinnovabili. Inoltre, tra le pratiche messe in atto dalla comunità ci sono anche lo sviluppo di regimi di sostegno bastati sul mercato per gli investimenti nelle energie rinnovabili e nell'efficienza energetica, l'elaborazione di piani nazionali per l'energia e il clima, la valutazione delle politiche a favore di sistemi di riscaldamento e raffreddamento efficienti sotto il profilo energetico. All'interno di questo quadro, ricordiamo che l'insieme degli Stati membri sono chiamati a contribuire alla transizione verso un'economia climaticamente neutra, e supportati dalla Commissione Europa nel mobilitare risorse e ad adottare misure per garantire un sostegno mirato alle regioni e ai settori maggiormente colpiti dalla transizione. L'Unione, inoltre, insieme agli Stati membri, è impegnata nell'attuazione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, che contiene 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, mirati al miglioramento della vita delle persone e alla difesa del pianeta dal degrado. Dal punto di vista energetico, la decarboniz-
zazione è diventata un aspetto fondamentale all'interno degli obiettivi climatici per il 2030 e il 2050, affiancando in tal senso la garanzia a una sicurezza e accessibilità dell'energia per il consumatori e per le imprese.
A tal fine, gli Stati membri sono chiamati a trasformare i loro sistemi energetici in un mercato dell'energia europeo pienamente integrato, digitalizzato e competitivo, basato in larga misura su fonti rinnovabili. Oltre alle riforme normative, gli Stati membri devono agevolare e promuovere ulteriori
investimenti in energia pulita e nell'efficienza energetica. In questo ambito, le principali misure di sostegno e incentivo prevedono l'adeguamento del quadro legislativo e regolamentare al fine di aumentare la quota delle energie rinnovabili prodotte e impiegate, la definizione di misure politiche per promuovere l'efficientamento energetico, la progettazione di mercati dell'energia elettrica competitivi, il sostegno alla pianificazione strategica attraverso la modellizzazione e l'analisi energetica.
La Commissione Europea ha anche prestato
un sostegno al governo italiano per la riforma delle sovvenzioni dannose, della tassazione ambientale e di una riforma fiscale più ampia.
Venture capital: fondi per la transizione ecologica e digitale
Green Transition Fund - GTF - e Digital Transition Fund - DTF - sono due fondi che promuovono l'innovazione in Italia attraverso investimenti di capitale di rischio. I due fondi investono, direttamente o indirettamente, in imprese attive negli ambiti della
transizione ecologica o digitale. Sostenere i processi di transizione con l’impegno di risorse PNRR e attivando capitali privati con competenze specifiche, in tutte le fasi di sviluppo di un’impresa.
Il Digital Transition Fund : ha una dotazione di 300 milioni di euro, il Green Transition Fund di 250 milioni. I fondi sono gestiti per conto del Ministero da CDP Venture Capital SGR nell’ambito degli interventi PNRR “Supporto di startup e venture capital attivi nella transizione ecologica ” e
“Finanziamento di startup”.
L’Osservatorio per le Pmi e la transizione ecologica
Su iniziativa di Tecno e Kpmg, in collaborazione con l'Università Ucl di Londra, è nato il primo Osservatorio ESG per le PMI italiane. Questo progetto ha come obiettivo di porre l'attenzione sullo stato di salute delle Piccole e Medie Imprese italiane. In riferimento all'attuale processo di transizione sostenibile. Gli sponsor dell'Osservatorio hanno messo in evidenza il ruolo sociale
delle aziende, uno dei temi al centro dell'Agenda 2030, da sostenere nella creazione di valore attraverso un processo di trasformazione sostenibile e digitale. Il tessuto economico italiano, infatti, è caratterizzato da PMI che non possono più posticipare l'adeguamento di strategie, processi e investimenti rivolti alle tematiche materiali nell'ambito dell'Environmental Social Governance – ESG – che sono diventate fondamentali per misurare, controllare e sostenere l'impegno in termini di sostenibilità di un'impresa o di un'organizzazione.
Ministero dello Sviluppo Economico
MIMIT: VIA LIBERA A 1,7 MILIARDI PER I CONTRATTI DI SVILUPPO “NET ZERO, RINNOVABILI E BATTERIE”
Il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha emesso il decreto che disciplina le modalità di accesso ai contratti di sviluppo “Net Zero, Rinnovabili e Batterie” per oltre 1,7 miliardi di euro derivanti dai fondi PNRR per agevolare la transizione energetica, su cui a marzo era arrivato il via libera dell’Unione Europea sulla base del quadro temporaneo di crisi e transizione per gli aiuti di Stato. Di questi, almeno 308,6 mln € sono destinati a programmi di sviluppo concernenti le tecnologie fotovoltaiche ed eoliche, e non meno di 205,1 mln € a quelli riguardanti le batterie.
"Con questa straordinaria misura sosteniamo concretamente la trasformazione delle nostre imprese nell’affrontare e vincere la sfida della duplice transizione, digitale e green. Uno stanziamento significativo, che si aggiunge alle risorse previste per Transizione 5.0, che accompagnerà il nostro sistema produttivo verso un’economia più sostenibile, favorendo l’innovazione, la competitività e la creazione di valore” ha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Il decreto direttoriale emanato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy fissa le modalità e i termini di presentazione delle domande di accesso alle agevolazioni per gli investimenti volti al rafforzamento delle catene di produzione dei dispositivi utili per la transizione ecologica, attraverso lo strumento dei Contratti di sviluppo.
I programmi, nello specifico, dovranno avere ad oggetto la realizzazione di progetti di sviluppo industriale o di sviluppo per la tutela ambientale ed eventualmente progetti di ricerca, sviluppo e innovazione finalizzati alla produzione di batterie, pannelli solari, turbine eoliche, pompe di calore, elettrolizzatori, dispositivi per la cattura e lo stoccaggio del carbonio (CCS), nonché programmi di sviluppo per la produzione di componenti chiave e il recupero delle materie prime critiche specificate nel decreto.
Le imprese potranno presentare istanza allo Sportello Invitalia, soggetto gestore della misura per conto del Ministero, a partire dalle ore 12.00 del 27 giugno. La piattaforma sarà aperta sia a nuove domande di Contratto di sviluppo sia a domande già presentate all’Agenzia, il cui iter agevolativo risulti sospeso per carenza di risorse finanziarie. In quest’ultimo caso le istanze dovranno contenere gli elementi necessari a consentire l’accertamento del possesso di tutti i requisiti previsti dal decreto. Le risorse a disposizione, a valere sul PNRR, sono circa 1.739 milioni di euro di cui almeno il 40% destinate a progetti da realizzare nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
A partire dalle ore 12 di giovedì 27 giugno 2024 le imprese potranno presentare domanda di accesso alle agevolazioni per il sostegno degli investimenti volti al rafforzamento delle catene di produzione dei dispositivi utili per la transizione ecologica a valere sullo strumento agevolativo dei Contratti di sviluppo. Con decreto direttoriale del 14 giugno 2024 sono disciplinate le modalità di accesso ai fondi destinati al sostegno di programmi di sviluppo coerenti con le finalità della Misura M1C2 Investimento 7 “Sostegno al sistema di
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produzione per la transizione ecologica, le tecnologie a zero emissioni nette e la competitività e la resilienza delle catene di approvvigionamento strategiche” del PNRR e, in particolare, del sottoinvestimento 1 nella parte che prevede il sostegno agli investimenti privati per il rafforzamento delle catene di produzione dei dispositivi utili per la transizione ecologica.
Il medesimo decreto disciplina, altresì, le modalità di utilizzo delle risorse non già impiegate per il sostegno di investimenti coerenti con le finalità della Misura M2C2 - Investimento 5.1 “Sviluppo di una leadership internazionale, industriale e di ricerca e sviluppo nel campo delle rinnovabili e delle batterie” del medesimo PNRR. Le domande di agevolazioni dovranno essere presentate all’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa S.p.A. – Invitalia, soggetto gestore della misura.
A chi si rivolge
Possono beneficiare delle agevolazioni le imprese che presentino programmi di sviluppo industriale e programmi di sviluppo per la tutela ambientale, ed eventualmente connessi progetti di ricerca, sviluppo e innovazione.
Lo sportello è aperto sia a nuove domande di Contratto di sviluppo sia, previa presentazione di apposita istanza da parte del soggetto proponente, a domande di Contratto di sviluppo già presentate a Invitalia il cui iter agevolativo risulti, alla data della predetta istanza, sospeso per carenza di risorse finanziarie.
Cosa finanzia
Le domande di agevolazioni dovranno avere ad oggetto la realizzazione di programmi di sviluppo concernenti il rafforzamento delle catene di produzione dei dispositivi utili per la transizione ecologica, quali: batterie, pannelli solari, turbine eoliche, pompe di calore, elettrolizzatori, dispositivi per la cattura e lo stoccaggio del carbonio (CCUS).
Potranno, altresì, essere agevolati programmi di sviluppo relativi a:
• la produzione di componenti chiave, elencati in dettaglio nell’allegato n. 1 al decreto direttoriale del 14 giugno 2024, e dei macchinari e delle attrezzature coinvolte nella produzione dei dispositivi utili per la transizione ecologica;
• il recupero delle materie prime critiche, riportate nell’allegato n. 2 al decreto, necessarie per la produzione dei dispositivi di cui sopra e dei relativi componenti chiave.
I programmi di sviluppo devono riguardare progetti in grado di determinare una capacità produttiva o di recupero aggiuntiva rispetto a quella esistente.
Agevolazioni concedibili
Le agevolazioni sono concesse nelle forme del finanziamento agevolato, del contributo in conto interessi e del contributo diretto alla spesa (per i progetti di ricerca e sviluppo). Le imprese possono richiedere di accedere alle
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agevolazioni nei limiti di quanto previsto dal Titolo III del decreto ministeriale del 14 settembre 2023 e del connesso regime di aiuti recentemente approvato a sostegno di investimenti verso un'economia a zero emissioni nette (SA.112546 (2023/N) – Italy) nell’ambito della sezione 2.8 del Quadro temporaneo di crisi e transizione.
Risorse disponibili
Le risorse a disposizione sono complessivamente pari a circa 1.739 milioni di euro.
Modalità e termini per la presentazione delle domande di agevolazione
Le imprese devono presentare domanda in via telematica accedendo, a partire dalle ore 12 del 27 giugno 2024, alla piattaforma predisposta da Invitalia, che curerà l’istruttoria. I modelli per la presentazione delle domande e delle istanze di cui sopra e le modalità di presentazione saranno indicati nell’apposita sezione dedicata ai Contratti di sviluppo del sito internet di Invitalia.
“SPECIALIZZAZIONE INTELLIGENTE”, APRE LO SPORTELLO PER L’ACCESSO AGLI INCENTIVI DEI PROGETTI DI RICERCA E SVILUPPO DELLE IMPRESE DEL MEZZOGIORNO
Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, in attuazione del decreto del 14 settembre 2023 firmato dal ministro Urso, ha fissato i termini di apertura e le modalità di presentazione delle domande riguardanti i progetti di ricerca e sviluppo sperimentale delle imprese localizzate nelle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, coerenti con la “Strategia nazionale di Specializzazione intelligente”.
L'intervento, attivato nell’ambito del Fondo per la crescita sostenibile, ha uno stanziamento di oltre 470 milioni di euro, di cui 328 milioni per la concessione di finanziamenti agevolati e 145 milioni per i contributi diretti alla spesa.
Dal 10 luglio, le imprese di qualsiasi dimensione che esercitano attività industriali, agroindustriali, artigiane, di servizi all’industria e di ricerca potranno presentare istanza per l’accesso agli incentivi allo sportello online di Mediocredito centrale, gestore della misura per conto del Ministero.
Già a partire dal 25 giugno i soggetti interessati potranno precompilare le domande tramite la procedura informatica disponibile al link https://fondocrescitasostenibile.mcc.it.
L'apertura della procedura agevolativa prevede il concorso di Cassa Depositi e Prestiti e delle banche finanziatrici convenzionate aderenti all’Associazione Bancaria Italiana. I progetti, che possono essere realizzati anche in forma congiunta tra più imprese, devono prevedere attività di ricerca industriale e sviluppo sperimentale che facciano utilizzo di tecnologie abilitanti fondamentali (KETs), in particolare: nanotecnologia e materiali
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avanzati, fotonica e micro/nano elettronica, sistemi avanzati di produzione, tecnologie delle scienze della vita, intelligenza artificiale, connessione e sicurezza digitale.
Le spese e i costi ammissibili non devono essere inferiori a 3 milioni di euro e superiori a 20 milioni. L’accesso alle agevolazioni avverrà mediante procedura negoziale. I finanziamenti agevolati sono concessi per una percentuale massima del 50% delle spese e dei costi ammissibili per le grandi imprese e del 40% per le piccole e medie imprese. Gli incentivi concessi nella forma del contributo diretto alla spesa sono articolati sulla base della dimensione dell’impresa proponente: 30% per le piccole imprese, 25% per le medie imprese, 15% per le grandi imprese. Progetti di ricerca e sviluppo nelle traiettorie della Strategia nazionale di specializzazione intelligente o di evoluzione delle stesse.
Cos'è
L’intervento sostiene la realizzazione di progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale di rilevanza strategica per il sistema produttivo. I progetti ammissibili devono essere coerenti con le aree tematiche della Strategia nazionale di specializzazione intelligente (SNSI) ovvero finalizzati a individuare traiettorie tecnologiche e applicative evolutive della stessa.
La misura, attivata nell'ambito del Fondo per la crescita sostenibile (FCS), è destinata al sostegno dei progetti di imprese ammesse ai finanziamenti agevolati del FRI (Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca), accompagnati da contributi diretti alla spesa a sostegno delle attività.
L'intervento, che prevede il concorso di Cassa depositi e prestiti e delle banche finanziatrici convenzionate aderenti all’Associazione bancaria italiana, è disciplinato dal decreto 14 settembre 2023 del Ministro delle imprese e del made in Italy.
L’apertura dell’intervento è destinata al sostegno dei progetti realizzati nelle Regioni meno sviluppate (Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia).
Le risorse
Per l’agevolazione dei progetti, da realizzare nelle Regioni meno sviluppate, sono disponibili:
• 328 milioni di euro per la concessione dei finanziamenti agevolati, a valere sulle risorse del FRI;
• 145,43 milioni di euro per la concessione dei contributi diretti alla spesa, a valere sulle risorse rese disponibili a seguito della chiusura dei programmi operativi 2007-2013.
A chi si rivolge
Imprese di qualsiasi dimensione con almeno due bilanci approvati al momento della presentazione della domanda di agevolazioni, che esercitano attività industriali, agroindustriali, artigiane, di servizi all’industria e i Centri di ricerca, che presentano progetti singolarmente o in forma congiunta.
Cosa finanzia
L’intervento sostiene progetti di ricerca e sviluppo coerenti con le aree tematiche della SNSI, con particolare
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riguardo allo sviluppo delle seguenti specifiche tecnologie abilitanti fondamentali:
• materiali avanzati e nanotecnologia;
• fotonica e micro/nano elettronica;
• sistemi avanzati di produzione;
• tecnologie delle scienze della vita;
• intelligenza artificiale;
• connessione e sicurezza digitale.
Le attività di ricerca industriale e sviluppo sperimentale devono essere finalizzate alla realizzazione di nuovi prodotti, processi o servizi o al notevole miglioramento di prodotti, processi o servizi esistenti.
I progetti ammissibili inoltre devono:
• essere realizzati nell'ambito di una o più unità locali ubicate nei territori delle Regioni meno sviluppate (Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia);
• prevedere spese e costi ammissibili non inferiori a 3 milioni e non superiori a 20 milioni di euro;
• avere una durata non inferiore a 12 mesi e non superiore a 36 mesi;
• essere avviati successivamente alla presentazione della domanda di agevolazioni.
Le agevolazioni
Contributi alla spesa, per una percentuale massima delle spese e dei costi ammissibili di progetto:
• pari al 30 per cento per le piccole imprese;
• pari al 25 per cento per le medie imprese;
• pari al 15 per cento per le grandi imprese, non rientranti nella definizione di PMI;
• pari al 10 per cento quale maggiorazione, spettante, spettante nel rispetto delle condizioni stabilite dal paragrafo 6 dell’articolo 25 del regolamento n. 651/2014 in relazione ai progetti realizzati nelle regioni del Mezzogiorno (regioni meno sviluppate, ricadenti nelle aree dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera a) del TFUE), a quelli che prevedono partenariati con piccole e medie imprese, ovvero condizioni per l’ampia diffusione dei risultati o l’accesso agli stessi a prezzo di mercato e condizioni non esclusive e non discriminatorie.
Finanziamenti agevolati di Cassa depositi e prestiti a valere sulle risorse del FRI, per una percentuale nominale delle spese e dei costi ammissibili pari al 50 per cento. In caso di accesso da parte delle piccole e medie imprese alla maggiorazione del contributo alla spesa del 10 per cento, il finanziamento agevolato è concedibile in misura pari al 40 per cento delle spese e dei costi ammissibili.
Al finanziamento agevolato è associato un finanziamento bancario, di importo non inferiore al 20 per cento delle spese ammesse. Ai fini dell’accesso alle agevolazioni, le imprese devono ricevere una positiva valutazione creditizia da parte di una banca finanziatrice.
L’elenco delle banche finanziatrici aderenti sarà pubblicato sul sito della Cassa depositi e prestiti, una volta
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conclusa la procedura di convenzionamento tra Ministero, Associazione bancaria italiana e Cdp.
Modalità e termini per la presentazione delle domande di agevolazione
Con decreto direttoriale 7 maggio 2024 sono stati stabiliti i termini e le modalità per la presentazione delle domande di agevolazione. Dalle ore 10.00 del giorno 10 luglio 2024 le imprese possono presentare, anche in forma congiunta, le domande di agevolazione per progetti riguardanti attività di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale d’importo compreso tra 3 e 20 milioni di euro.
La procedura di compilazione della domanda di agevolazione e della ulteriore documentazione allegata è resa disponibile nel sito internet del Soggetto gestore a partire dal 25 giugno 2024.
Co-finanziamento delle regioni, province autonome e altre amministrazioni interessate Le regioni, le province autonome e le altre amministrazioni pubbliche dell’intero territorio nazionale co-finanziare la misura ai sensi dell’articolo 2, comma 5, del decreto ministeriale 14 settembre 2023. La procedura per il co-finanziamento è indicata all’articolo 13 del decreto direttoriale 7 maggio 2024. Le amministrazioni interessate devono presentare una manifestazione di interesse per la sottoscrizione dell’intesa con il Ministero, in forma di un accordo quadro redatta secondo lo schema di cui all’allegato n. 19 al decreto direttoriale.
Le manifestazioni di interesse devono essere presentate in via esclusivamente telematica alla Direzione generale per gli incentivi alle imprese del Ministero, all’indirizzo PEC dgiai.fcs@pec.mise.gov.it entro 90 (novanta) giorni dall’emanazione del decreto direttoriale 7 maggio 2024.
Il Ministero concorre al cofinanziamento degli accordi quadro con le amministrazioni co-finanziatrici mediante le risorse del FRI da destinarsi alla concessione dei finanziamenti agevolati. Possono cofinanziare la misura esclusivamente le regioni e le altre amministrazioni pubbliche che, entro 180 (centottanta) giorni dalla presentazione della manifestazione d’interesse hanno sottoscritto l’accordo quadro.
MIMIT, ONLINE DECRETO PER IL FINANZIAMENTO DEI PROGETTI DI RICERCA E SVILUPPO PER IL SETTORE AEROSPAZIALE
È stato pubblicato sul sito del Ministero delle Imprese e del Made in Italy il Decreto Direttoriale che avvia, ai sensi della Legge 808/85, il finanziamento di progetti volti a rilanciare e consolidare le attività di ricerca e sviluppo nel settore aerospaziale afferenti alla Sicurezza Nazionale.
La misura, già prospettata e regolamentata dal ministro Adolfo Urso con il Decreto Ministeriale del 28 settembre 2023, sosterrà lo sviluppo e l'accrescimento della competitività delle industrie operanti nel settore aeronautico
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italiano. Si tratta di un'importante iniziativa che non veniva proposta in termini analoghi da oltre un decennio. I termini per la presentazione delle domande di finanziamento e dei progetti sono fissati dal 1° luglio al 31 ottobre 2024. Il Decreto Direttoriale precisa le agevolazioni concedibili, le spese finanziabili e le modalità di presentazione delle istanze.
PNRR - PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA, COS'É E COSA OFFRE ALLE PMI
Le risorse stanziate per il PNRR sono pari a 191,5 miliardi di euro, ripartite in sei missioni:
• Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura - 40,32 miliardi
• Rivoluzione verde e transizione ecologica - 59,47 miliardi
• Infrastrutture per una mobilità sostenibile - 25,40 miliardi
• Istruzione e ricerca - 30,88 miliardi
• Inclusione e coesione - 19,81 miliardi
• Salute - 15,63 miliardi
Per finanziare ulteriori interventi il Governo italiano ha approvato un Piano Nazionale Complementare (PNC) con risorse pari a 30,6 miliardi di euro. Complessivamente, dunque, gli investimenti previsti dal PNRR e dal Fondo complementare sono pari a 222,1 miliardi di euro.
In aggiunta, il Piano promuove un’ambiziosa agenda di riforme, e in particolare, le quattro principali riguardano:
• pubblica amministrazione
• giustizia
• semplificazione
• competitività
I progetti del ministero
All’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy è titolare di 11 progetti di investimento e di un progetto di riforma, afferenti a quattro delle sei Missioni del Piano.
Ogni progetto, secondo una precisa visione di politica industriale, è stato disegnato per contribuire sia alla realizzazione delle “Raccomandazioni specifiche” della Commissione europea, sia per rafforzare il potenziale di crescita del Paese. L’obiettivo è porre le basi per uno sviluppo duraturo e sostenibile dell’economia, garantendo la rapidità di esecuzione dei progetti attraverso una semplificazione degli strumenti in modo da favorire un aumento della produttività.
Le risorse assegnate al MIMIT per l’attuazione degli investimenti ammontano a 19,648 miliardi, a cui si aggiungono 7,68 miliardi previsti dal Fondo complementare, per un totale di 27,328 miliardi.
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Missione 1: Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo
I progetti nella missione “Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo” hanno l’obiettivo di favorire l’innovazione in chiave digitale, sostenendo l’infrastrutturazione del Paese e la trasformazione dei processi produttivi delle imprese.
Il Ministero punta, attraverso gli interventi afferenti a questa linea di azione, a sostenere: gli investimenti strategici nell’ambito della Transizione 4.0; i progetti innovativi per le filiere strategiche del Made in Italy; lo sviluppo del settore spaziale; il sistema della proprietà industriale.
Per le linee di intervento promosse dal MIMIT nell’ambito della Missione 1 sono stanziati complessivamente 21,528 miliardi di risorse previste dal PNRR e dal Piano Nazionale Complementare (PNC), così ripartite:
• Competitività e resilienza delle filiere produttive: 750 milioni PNRR
• Tecnologia satellitare e economia spaziale: 1,487 miliardi PNRR + 800 milioni PNC
• Investimento nel sistema della proprietà industriale: 30 milioni PNRR
I progetti di investimento sono, inoltre, accompagnati dalla riforma sulla proprietà industriale, che mira a definire una strategia pluriennale per promuovere la cultura dell’innovazione e gli strumenti di protezione e valorizzazione della proprietà industriale.
Missione 2: Rivoluzione verde e transizione ecologica
I progetti previsti nella missione “Rivoluzione verde e transizione ecologica” hanno l’obiettivo di favorire la transizione verde del Paese puntando su energia prodotta da fonti rinnovabili, aumentando la resilienza ai cambiamenti climatici, sostenendo gli investimenti in ricerca e innovazione e incentivando il trasporto pubblico sostenibile.
Per queste linee di intervento sono stanziati complessivamente 1,25 miliardi, con l’obiettivo di rafforzare gli investimenti nelle principali filiere della transizione ecologica, anche favorendo i processi di riconversione industriale e la nuova imprenditorialità.
La misura “Rinnovabili e batterie”, per la quale è stanziato 1 miliardo di euro a valere sulle risorse PNRR, mira a sviluppare le filiere industriali nei settori fotovoltaico, eolico e delle batterie. I progetti saranno realizzati attraverso lo strumento dei contratti di sviluppo.
La crescita di startup innovative nell’ambito della transizione ecologica è supportata con un investimento di 250 milioni (fondi PNRR) per la creazione di un Green Transition Fund (GTF), gestito da CDP Venture Capital, che effettuerà investimenti nel capitale di rischio di start-up attive nei settori delle rinnovabili, dell’economia circolare, della mobilità, dell’efficienza energetica, dello smaltimento dei rifiuti, dello stoccaggio di energia e affini. Inoltre, il MIMIT è soggetto attuatore di una misura, Bus elettrici, di cui è titolare il MIT, per la quale sono stanziati 300 milioni di euro a valere sulle risorse PNRR.
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Missione 4: Istruzione e ricerca
Gli interventi del Ministero nella missione “Istruzione e ricerca” mirano a potenziare le competenze presenti nel nostro Paese e a cogliere le sfide tecnologiche e ambientali.
L’obiettivo è incrementare gli investimenti in ricerca e sviluppo, anche attraverso una migliore interazione tra il mondo delle imprese e gli enti pubblici.
Le misure previste nel Piano sono finalizzate a favorire un’efficace interazione tra mondo della ricerca e mondo produttivo, a migliorare la propensione all’innovazione delle piccole e medie imprese e la loro partecipazione a filiere strategiche per la competitività nazionale ed europea, dagli IPCEI (batterie, microelettronica, idrogeno) ai Centri di trasferimento tecnologico.
Per questi interventi sono stanziati complessivamente 2,35 miliardi di risorse previste dal PNRR, così ripartite:
• IPCEI - 1,5 miliardi PNRR
• Partenariati Horizon Europe - 200 milioni PNRR
• Finanziamento di start-up - 300 milioni PNRR
• Rifinanziamento ed estensione tematica dei Centri di trasferimento tecnologico - 350 milioni PNRR
Missione 5: Inclusione e coesione
Nell’ambito della Missione 5, Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy è titolare di un’unica misura, “Creazione di imprese femminili”, per la quale sono stanziati 400 milioni di euro a valere sulle risorse PNRR, che ha l’obiettivo di stimolare e promuovere l’imprenditorialità femminile attraverso strumenti agevolativi e campagne di comunicazione.
Il Piano Nazionale Complementare
Il Governo italiano integra e potenzia i contenuti del PNRR attraverso il Piano Nazionale Complementare (PNC) stanziando ulteriori 30,6 miliardi di risorse nazionali, disponibili in aggiunta alle sovvenzioni e ai fondi previsti nell’ambito del Recovery and Resilience Facility (RRF). Il piano è istituito attraverso il decreto-legge n. 59 del 6 maggio 2021, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 101 del 1 luglio 2021, dove sono individuate le risorse e i programmi in cui è articolato.
La complementarietà del PNC rispetto al PNRR si manifesta a livello:
• progettuale, con una integrazione delle risorse per gli interventi già previsti nel PNRR (i c.d. programmi e interventi cofinanziati);
• di missione o di componente della missione, con la previsione di ulteriori investimenti (i c.d. programmi e interventi del Piano) che contribuiscono al raggiungimento delle finalità del PNRR.
Il decreto legge individua 30 interventi, suddivisi in 24 programmi del Piano, finanziati esclusivamente dal PNC, e dunque a carico del bilancio dello Stato e 6 programmi cofinanziati con il PNRR, ossia già previsti nel PNRR e per i quali il PNC prevede risorse aggiuntive.
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Il MIMIT è titolare dei due seguenti interventi nell’ambito del Piano complementare:
• Polis: 800 milioni di euro;
• Accordi per l’innovazione: 1 miliardo di euro.
Inoltre, il PNC co-finanzia con risorse nazionali due interventi a titolarità MIMIT già finanziati dal PNRR: Transizione 4.0 e Tecnologia satellitare e economia spaziale.
KNOWLEDGE SHARE 2.0
Knowledge Share è un progetto congiunto del Ministero delle Imprese e del Made In Italy – Ufficio Brevetti e Marchi (MIMIT – UIBM), Associazione Netval e Politecnico di Torino, che vuole rappresentare per le imprese italiane il punto d’incontro con la conoscenza sviluppata dalla ricerca universitaria e dei Centri di Ricerca, che può essere oggetto di applicazione concreta. Ad oggi è la più grande piattaforma a livello nazionale dedicata alla valorizzazione della ricerca pubblica. Il portale è nato con l’obiettivo di rendere disponibili in modo chiaro e comprensibile informazioni relative a progetti che rappresentano l’eccellenza del know-how scientifico delle Università italiane e dei Centri di Ricerca, al fine di risolvere le principali criticità legate al processo di trasferimento tecnologico e di fornire uno strumento consolidato per canalizzare e semplificare le interazioni tra mondo della ricerca, quello delle imprese e degli investitori.
L’accesso è gratuito e aperto a tutte le grandi imprese, le PMI, i fondi di investimento, gli acceleratori e gli incubatori italiani ed esteri ed avviene previa registrazione. Attraverso la registrazione alla piattaforma gli utenti avranno la possibilità di interagire con il team di progetto, accedere ai contenuti relativi ai progetti pubblicati, inviare richieste di contatto per tecnologie e realtà di loro interesse da cui potranno nascere eventuali collaborazioni e sinergie. La piattaforma KS 2.0 rinnova l'obiettivo di ottimizzare il contatto tra Ricerca e tessuto imprenditoriale ma con esperienza utente e contenuti nuovi e in costante aggiornamento.
Tra le grandi novità infatti, la sezione brevetti è stata affiancata da quelle delle Start-Up e Spin-Off: implementazione di grande risalto soprattutto per il mondo dell’innovazione attuale. Non solo, per agevolare l'utente nella ricerca dei progetti, KS 2.0 usufruisce dell'IA per migliorare il "match" tra ciò che si sta cercando e i progetti presenti in piattaforma. Oltre ad ulteriori implementazioni della piattaforma, l'obiettivo del progetto KS è quello di poter replicare il modello della piattaforma KS 2.0 a livello internazionale attraverso dei progetti scalabili e replicabili. Un punto di arrivo a cui si sta lavorando per generare impatto attraverso un vero e proprio ecosistema, oltre a quello già esistente grazie alla community di KS in Italia.
Knowledge Share è stata riconosciuta come best practises dall’Unione Europea: https://ec.europa.eu/researchand-innovation/en/research-area/industrial-research-and-innovation/eu-valorisation-policy/knowledgevalorisation-platform/repository/promoting-ip-valorisation-through-ip-platform-knowledge-share-run-nationalnetwork-netval La piattaforma è un progetto finanziato all’interno del PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E
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RESILIENZA, MISSIONE 1 “DIGITALIZZAZIONE, INNOVAZIONE COMPETITIVITÀ, CULTURA E TURISMO” - COMPONENTE 2 “DIGITALIZZAZIONE, INNOVAZIONE E COMPETITIVITÀ NEL SISTEMA PRODUTTIVO” – INVESTIMENTO 6 “SISTEMA DELLA PROPRIETÀ INDUSTRIALE” FINANZIATO DALL’UNIONE EUROPEA – NEXTGENERATIONEU, grazie al supporto ed alla collaborazione del MIMIT.
L'iniziativa è stata un'occasione unica per presentare le nuove funzionalità e i nuovi contenuti della piattaforma, con un focus particolare sulla sezione dedicata agli Spin-Off di Università, Centri di Ricerca e IRCCS – Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, elemento di grande risonanza nell'attuale panorama dell'innovazione.
L'evento, aperto al pubblico, ha ospitato una varietà di partecipanti provenienti da ambiti diversi, con la presenza di rappresentanti delle imprese, del mondo degli investimenti, delle istituzioni e della ricerca pubblica. Tra gli ospiti illustri, il Vice Ministro Valentino Valentini, che ha contribuito ad enfatizzare l'importanza di Knowledge Share 2.0 nel contesto dell'innovazione e del trasferimento tecnologico in Italia come parte integrante della forza del Made in Italy.
«L'innovazione è fondamentale per lo sviluppo competitivo delle imprese ed è al centro dell’agenda politica del governo». - commenta Valentino Valentini, Vice Ministro del Ministero delle Imprese e del Made in Italy – che continua: «Le strutture di ricerca del Paese assicurano la disponibilità di una materia prima (l’innovazione) che, ancorché immateriale, è fondamentale per i percorsi di crescita e sviluppo imprenditoriale ma occorre fare in modo che i risultati della ricerca siano inseriti in processi di valorizzazione che possano consentire di portare sul mercato tutto il patrimonio innovativo disponibile. In quest'ottica la piattaforma Knowledge Share 2.0strumento informativo unico al mondo, citato anche come “best practice” dalla Commissione Europea – è uno strumento utile e potente che, sono certo, imprese e investitori sapranno sfruttare al meglio».
Knowledge Share (KS), è una piattaforma digitale che permette a imprese, investitori e innovatori di ogni provenienza di settore, di conoscere ed entrare in contatto con le migliori tecnologie, Start-Up e Spin-Off provenienti dal mondo della ricerca, per sviluppare insieme prodotti e servizi innovativi, che possano contribuire al benessere sociale attraverso l’evoluzione scientifica tecnologica.
Un progetto, KS, dell’Associazione Netval in collaborazione con il Ministero delle Imprese e del Made In Italy – Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (MIMIT – UIBM) e nato da un’idea del Politecnico di Torino, finanziato nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Questo investimento, parte del progetto dell’Unione europea – NEXTGENERATIONEU, promette di contribuire significativamente al progresso tecnologico e digitale e all'innovazione in Italia.
«Fin dalla sua nascita Netval si è fatta promotrice dello sviluppo e della crescita economica del sistema Paese, attraverso attività di formazione, networking e sostegno alle istituzioninazionali, in materia di valorizzazione della ricerca» – afferma l’Ing. Giuseppe Conti, Presidente Netval e Direttore Generale IUSS Pavia. «Knowledge
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Share, nello specifico, è un caso di successo italiano: best practice fortemente riconosciuta anche all’estero e che può aiutare concretamente le nostre imprese e istituzioni accademiche e di ricerca a collaborare più efficientemente. Siamo molto orgogliosi e grati di poter servire i nostri associati e tutta la nazione contribuendo a questo importante progetto».
L'Associazione Netval, rappresentante il network italiano degli uffici di Trasferimento Tecnologico e Terza Missione della ricerca pubblica, insieme alla Fondazione Giuseppina MAI di Confindustria, hanno svolto un ruolo fondamentale nell'organizzazione dell'evento, coinvolgendo attivamente i rispettivi ecosistemi anche attraverso un ciclo di sessioni online e in presenza. Il Comitato Scientifico, composto da rappresentanti di associazioni e realtà di riferimento nel sostegno all'innovazione, ha contribuito a definire l'agenda e il format dell'evento, garantendo una discussione approfondita e stimolante.
L'evento ha incluso momenti di grande interesse, tra cui la presentazione della piattaforma "KS 2.0" e sessioni verticali dedicate a casi virtuosi di successo della piattaforma e del progetto Knowledge Share insieme con interventi dedicati a strumenti di finanziamento dedicati a realtà - come Spin-off e Start-up – che muovono i loro primi passi nel mercato dell’innovazione.
Ne è un esempio il progetto relativo ai “Materiali da costruzione da fanghi da segagione”. Portato sul palco dell’evento di lancio di KS 2.0, che rappresenta un caso riuscito di contatto tra la Ricerca pubblica – Politecnico di Torino nello specifico – e una realtà imprenditoriale – Marazzato, punto di riferimento nell’industria della gestione e smaltimento di rifiuti e di materie prime seconde (MPS). Dalla partnership tra l’Ateneo torinese e il player vercellese nasce infatti un percorso di ricerca e sviluppo per implementare progetti e tecnologie sulla trasformazione di scarti e fanghi da segagione in materiali da costruzione, ma anche complementi per l’arredo e il design in un’ottica di circolarità e sostenibilità, che sta progressivamente coinvolgendo anche altre imprese più piccole della filiera estrattiva.
Knowledge Share 2.0 si conferma come uno strumento chiave nel connettere la ricerca con le esigenze concrete delle imprese, sostenendo la crescita e l'innovazione del panorama italiano.
VOUCHER PER CONSULENZA IN INNOVAZIONE – SECONDO SPORTELLO
Cos’è
La misura Voucher per consulenza in innovazione è l’intervento che, in coerenza con il Piano nazionale “Impresa 4.0”, sostiene i processi di trasformazione tecnologica e digitale delle PMI e delle reti di impresa di tutto il territorio nazionale attraverso l’introduzione in azienda di figure manageriali in grado di implementare le tecnologie abilitanti previste dal Piano Nazionale Impresa 4.0, nonché di ammodernare gli assetti gestionali e organizzativi dell’impresa, compreso l’accesso ai mercati finanziari e dei capitali.
La dotazione finanziaria è pari a 75 milioni di euro.
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A chi si rivolge
Possono beneficiare delle agevolazioni di cui al Voucher per consulenza in innovazione le imprese operanti su tutto il territorio nazionale che risultino possedere, alla data di presentazione della domanda nonché al momento della concessione del contributo, i requisiti di seguito indicati:
• qualificarsi come micro, piccola o media impresa ai sensi della normativa vigente;
• non rientrare tra le imprese attive nei settori esclusi dall’articolo 1 del Regolamento UE n. 1407/2013 della Commissione, del 18 dicembre 2013 “De Minimis”;
• avere sede legale e/o unità locale attiva sul territorio nazionale e risultare iscritte al Registro delle imprese della Camera di commercio territorialmente competente;
• non essere destinatarie di sanzioni interdittive ai sensi dell’articolo 9, comma 2, del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231 e risultare in regola con il versamento dei contributi previdenziali;
• non essere sottoposte a procedura concorsuale e non trovarsi in stato di fallimento, di liquidazione anche volontaria, di amministrazione controllata, di concordato preventivo o in qualsiasi altra situazione equivalente ai sensi della normativa vigente;
• non aver ricevuto e successivamente non rimborsato o depositato in un conto bloccato aiuti sui quali pende un ordine di recupero, a seguito di una precedente decisione della Commissione Europea che dichiara l’aiuto illegale e incompatibile con il mercato comune.
Possono inoltre beneficiare del Voucher anche le reti d’impresa composte da un numero non inferiore a tre PMI in possesso dei requisiti descritti, purché il contratto di rete configuri una collaborazione effettiva e stabile e sia caratterizzato dagli elementi di cui all’articolo 2, comma 2, del decreto 7 maggio 2019.
Spese ammissibili
Si considerano ammissibili al contributo le spese sostenute a fronte di prestazioni di consulenza specialistica rese da un manager dell’innovazione qualificato, indipendente e inserito temporaneamente, con un contratto di consulenza di durata non inferiore a nove mesi, nella struttura organizzativa dell’impresa o della rete. Per manager dell’innovazione qualificato e indipendente si intende un manager iscritto nell’apposito elenco costituito dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy oppure indicato, a parità di requisiti personali e professionali, da una società iscritta nello stesso elenco e che risulti indipendente rispetto all’impresa o alla rete che fruisce della consulenza specialistica. La consulenza deve essere finalizzata a indirizzare e supportare i processi di innovazione, trasformazione tecnologica e digitale delle imprese e delle reti attraverso l’applicazione di una o più delle tecnologie abilitanti previste dal Piano nazionale impresa 4.0 individuate tra le seguenti:
• big data e analisi dei dati;
• cloud, fog e quantum computing;
• cyber security;
• integrazione delle tecnologie della Next Production Revolution (NPR) nei processi aziendali, anche e con particolare riguardo alle produzioni di natura tradizionale;
• simulazione e sistemi cyber-fisici;
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• prototipazione rapida;
• sistemi di visualizzazione, realtà virtuale (RV) e realtà aumentata (RA);
• robotica avanzata e collaborativa;
• interfaccia uomo-macchina;
• manifattura additiva e stampa tridimensionale;
• programmi di open innovation.
Gli incarichi manageriali possono inoltre indirizzare e supportare i processi di ammodernamento degli assetti gestionali e organizzativi, compreso l’accesso ai mercati finanziari e dei capitali, attraverso:
• l’applicazione di nuovi metodi organizzativi nelle pratiche commerciali, nelle strategie di gestione aziendale, nell’organizzazione del luogo di lavoro, a condizione che comportino un significativo processo di innovazione organizzativa dell’impresa;
• l’avvio di percorsi finalizzati alla quotazione su mercati regolamentati o non regolamentati, alla partecipazione al Programma Elite, all’apertura del capitale di rischio a investitori indipendenti specializzati nel private equity o nel venture capital, all’utilizzo dei nuovi strumenti di finanza alternativa e digitale quali, a titolo esemplificativo, l’equity crowdfunding, l’invoice financing, l’emissione di minibond.
Le specifiche circa contenuto e finalità delle prestazioni consulenziali, nonché durata e compenso, devono risultare da un contratto di consulenza sottoscritto dalle parti successivamente alla data di presentazione della domanda di ammissione al contributo.
Agevolazioni
L’agevolazione è costituita da un contributo in forma di voucher concedibile in regime “de minimis” ai sensi del Regolamento (UE) n. 1407/2013. Il contributo massimo concedibile è differenziato in funzione della tipologia di beneficiario:
• Micro e piccole: contributo pari al 50% dei costi sostenuti fino ad un massimo di 40 mila euro
• Medie imprese: contributo pari al 30% dei costi sostenuti fino ad un massimo di 25 mila euro
• Reti di imprese: contributo pari al 50% dei costi sostenuti fino ad un massimo di 80 mila euro
Con decreto direttoriale 5 febbraio 2024 è stato definito, sulla base dell’ordine cronologico di presentazione delle istanze, dell’ammontare delle risorse finanziarie disponibili e dell’applicazione delle riserve previste nell’ambito dell’intervento, l’elenco delle domande di agevolazione che risultano finanziabili, di quelle in approfondimento istruttorio e di quelle che non trovano copertura.
BLUE ECONOMY E MATERIE PRIME CRITICHE NEI FONDALI OCEANICI
Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy assieme all’International Seabed Authority, organizzazione
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autonoma delle Nazioni Unite per la gestione delle risorse minerarie nei fondali oceanici, hanno organizzato un simposio sul futuro delle materie prime critiche, sulla Blue economy e sulla protezione ambientale degli oceani.
L’evento internazionale si è tenuto il 14 giugno 2024 a Roma ed ha visto delegati di diversi ministeri, diplomatici, ricercatori universitari, esperti di diritto internazionale, scienziati e rappresentanti dell'industria discutere dell’'importanza delle risorse minerarie presenti nelle profondità dei fondali marini e necessarie per la transizione verde verso un futuro privo di emissioni di carbonio.
I lavori sono stati aperti dal Capo di Gabinetto Federico Eichberg del MIMIT e dal Capo di Gabinetto del Ministero della Protezione Civile e delle Politiche del Mare Riccardo Rigillo e dal Segretario Generale della International Seabed Authority S.E. Michael Lodge. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy è stato rappresentato dagli interventi di Paolo Casalino, Direttore Generale Politiche per le Imprese, Luca De Angelis, Direttore Generale per le Nuove Tecnologie Abilitanti e Amedeo Teti, Capo Dipartimento Politiche per le Imprese. Tra gli intervenuti anche il Sottocapo di Stato Maggiore della Marina Militare ammiraglio Giuseppe Berutti Bergotto
Il dr. Eichberg ha evidenziato l’importanza dei minerali critici per il raggiungimento degli obiettivi delle transazioni verdi e digitali specificando che “solo la cooperazione Internazionale tra gli Stati può aiutare a raggiungere questi obiettivi. L’Italia continuerà a supportare il lavoro dell’ISA nel negoziare il Codice Minerario”. Ha anche evidenziato come “si dovrà autorizzare il mining dei fondali oceanici solo dopo l’approvazione di una robusta ed adeguata regolamentazione internazionale che garantisca di prevenire le conseguenze dannose per l’ambiente dall’attività dell’uomo”. Infine, il Capo di Gabinetto del MIMIT ha espresso soddisfazione per il crescente interesse al tema da parte delle imprese italiane augurandosi un maggiore coinvolgimento nelle attività di ricerca ed esplorazione nell’Area al fine di far avanzare la ricerca scientifica oceanica e lo sviluppo di capacità di sfruttamento delle risorse. Ciò anche in previsione di un futuro inserimento di queste attività nel Piano Mattei per l’Africa recentemente approvato dal governo italiano.
Michael W. Lodge, Segretario Generale dell'ISA, ha accolto con favore l'impegno dell'industria italiana e delle agenzie governative nelle discussioni sul ruolo potenziale dei minerali presenti nelle profondità marine nel contesto di una blue economy sostenibile. "Lo scopo principale del Codice minerario in fase di elaborazione da parte dell'ISA” ha affermato “è quello di garantire l'effettiva protezione dell'ambiente marino attraverso la rigorosa applicazione di un approccio precauzionale allo sviluppo delle risorse presenti nelle profondità oceaniche. La tecnologia e l'innovazione, insieme alla ricerca scientifica, svolgeranno un ruolo determinante nel ridurre al minimo qualsiasi potenziale impatto ambientale negativo.
Ciò richiede un'ampia cooperazione e collaborazione internazionale e maggiori investimenti nella scienza e nella tecnologia marina".
Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e l’International Seabed Authority hanno convenuto di rafforzare la collaborazione futura sui temi di comune interesse.
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VIA LIBERA DEL CDM AL DL MATERIE PRIME CRITICHE : RIPARTE LA POLITICA MINERARIA DEL PAESE
Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso e del Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, ha approvato il “DL Materie prime critiche”, per adeguare la normativa nazionale sul settore minerario agli obiettivi e standard europei previsti dal regolamento Critical Raw Materials Act, in funzione delle transizioni digitale e green.
Questo provvedimento promuove un nuovo approccio di sistema all’approvvigionamento di materie prime critiche e strategiche. Il decreto, infatti, ha come obiettivo – da un lato – di analizzare la domanda e i fabbisogni del Paese grazie ad attività di monitoraggio delle catene di approvvigionamenti e – dall’altro – di incentivare l’offerta di materie prime. Con questa finalità viene avviato un Programma nazionale di esplorazione, vengono semplificate le procedure autorizzative e rafforzato il Fondo Nazionale del Made in Italy. Infine, il decreto si pone l’obiettivo di elaborare sistemi di monitoraggio in caso di perturbazioni dell’approvvigionamento.
Più in dettaglio, il decreto ha lo scopo di rilanciare il settore minerario italiano attraverso procedure semplificate per gli iter autorizzativi dei progetti strategici. Come previsto dal Regolamento, un progetto per essere definito "strategico" deve essere validato dalla Commissione Europea. Una volta ottenuto il sigillo strategico da parte dell’esecutivo Ue, sarà lo Stato a rilasciare le autorizzazioni necessarie, con tempistiche coerenti e migliorative rispetto a quelle previste nel Regolamento.
Il testo prevede che spetti allo Stato il rilascio dei titoli abilitativi o autorizzatori. Il MASE è l’amministrazione competente per ogni titolo relativo all’estrazione e alle autorizzazioni al riciclo di materie prime critiche strategiche: le tempistiche per la durata della procedura non possono superare rispettivamente i 18 e 10 mesi. Al MIMIT compete invece la procedura autorizzativa relativa alla trasformazione di materie prime critiche strategiche, per una durata massima di dieci mesi.
Il provvedimento introduce anche un nuovo sistema di “royalties” per le concessioni minerarie di progetti strategici, che saranno corrisposte annualmente in favore dello Stato e della Regione interessata per progetti su terraferma.
Il DL prevede inoltre l’istituzione, presso il Ministero delle imprese e del made in Italy, del Comitato tecnico permanente per le materie prime critiche e strategiche, al quale è affidato il monitoraggio delle catene di approvvigionamento, oltre alla predisposizione di un Piano Nazionale delle materie prime critiche.
Sono stati individuati, inoltre, tre “punti unici di contatto". I primi due presso il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica per la presentazione delle istanze relative a progetti di estrazione e riciclo. Il terzo è istituito presso il Ministero delle imprese e del made in Italy per la presentazione dei progetti strategici aventi a oggetto la trasformazione.
OSSERVATORIO SUL PRECARIATO: I DATI DI MARZO 2024
Sono stati pubblicati i dati di marzo 2024 dell’Osservatorio sul precariato.
Le assunzioni nel settore privato nei primi tre mesi del 2024 sono state complessivamente 1.925.762, in modesta flessione rispetto allo stesso periodo del 2023 (-1,1%).
LA DINAMICA DEI FLUSSI
Variazioni negative si registrano per le assunzioni in apprendistato (-10,8%), in somministrazione (-8,2%), a tempo indeterminato (-5,1%) e a tempo determinato (-1,5%); per gli altri contratti si registra un incremento significativo, pari al +17,8% per gli stagionali e al +10,2% per gli intermittenti.
Le trasformazioni da tempo determinato del primo trimestre 2024 sono risultate 194.773, in flessione rispetto allo stesso periodo del 2023 (-11%). Le conferme di rapporti di apprendistato giunti alla conclusione del periodo formativo risultano in flessione rispetto al corrispondente trimestre dell’anno precedente (-4%).
Le cessazioni nei primi tre mesi del 2024 sono state 1.519.066, in diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-1%). Concorrono a questo risultato i contratti in apprendistato (-6%), i contratti in somministrazione (-4%), i contratti a tempo determinato e indeterminato (-1%). In controtendenza invece, agganciati alla dinamica delle assunzioni, risultano i contratti di lavoro intermittente (+5%) e i contratti stagionali (+3%).
IL LAVORO OCCASIONALE
La consistenza dei lavoratori impiegati con Contratti di Prestazione Occasionale (CPO) a marzo 2024 si attesta a 17.989 unità, in aumento del 19%, rispetto allo stesso mese del 2023; l’importo medio mensile lordo della remunerazione effettiva risulta pari a 248 euro. A marzo 2024 i lavoratori pagati con i titoli del Libretto Famiglia (LF) risultano 12.556, in diminuzione del 2% rispetto a marzo 2023; l’importo medio mensile lordo della loro remunerazione effettiva risulta pari a 182 euro.
PENSIONI INPS: NESSUN ALLARME, CONTI IN ORDINE
Con riferimento alle comunicazioni del presidente
del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza (organo di rappresentanza delle parti sociali) Roberto Ghiselli rese nell’audizione odierna alla Camera dei Deputati, l’INPS precisa che non si tratta di dati e numeri inediti, ma di valori previsionali di medio periodo che sono già prudenzialmente valutati negli strumenti economico-finanziari dell’Istituto e in linea con le previsioni macroeconomiche della programmazione di bilancio dello Stato.
Il tema che si pone è quello di una loro lettura corretta e contestualizzata, ricordando che –come affermato dallo stesso presidente Ghiselli – abbiamo a che fare con uno scenario di medio e lungo periodo che potrebbe prendere forma solo in assenza di efficaci politiche di contrasto.
L’inverno demografico, il trend inflazionistico, le profonde trasformazioni della nostra società sono tutti fenomeni ampliamente attenzionati e affrontati con un’articolata strategia. Proprio per questo l’INPS, in piena sinergia con il legislatore, è attuatore di iniziative volte a favorire la stabilità e la sostenibilità del sistema, assicurando una rete di protezione e di sicurezza per il Paese.
In tal senso ricordiamo che il bilancio per l’anno 2023 restituisce la fotografia di un Istituto con i conti in ordine e ben governato: lo certifica lo stesso recente voto positivo del CIV.
Tra le principali inversioni di tendenza che possiamo registrare: l’allargamento della base contributiva sostenute dalle politiche governative sul mercato del lavoro e la costante attenzione al contenimento della spesa pensionistica.
La coesione sociale è la missione che ci affida il dettato costituzionale, in questo senso l’INPS invita tutti ad avere fiducia nella capacità del sistema Paese nel saper affrontare le sfide di cambiamento, grazie anche a un avanzato sistema di welfare, efficacemente presidiato da 126 anni dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale e garantito dallo Stato italiano.
INPS IN ASCOLTO: LA NUOVA GOVERNANCE PUNTA ANCOR PIÙ SUL TERRITORIO
Con questa iniziativa prende il via la nuova campagna d’ascolto del personale e della
dirigenza da parte della nuova Governance dell’INPS, un’attività che si propone di valorizzare e migliorare le relazioni interne con l’obiettivo di offrire un servizio sempre più qualificato ai cittadini.
L’Istituto, il più grande ente previdenziale d’Europa, infatti, attualmente eroga 440 diversi servizi socio assistenziali e previdenziali a una platea di 42 milioni di utenti attraverso una rete capillare di 671 sedi e sportelli in tutto il territorio nazionale.
A Catanzaro, nella sede della Direzione regionale, alla presenza del Direttore regionale, Giuseppe Greco, il Presidente Gabriele Fava e il Direttore Generale Valeria Vittimberga hanno incontrato il personale (presenti anche il Direttore centrale delle Risorse umane, Giuseppe Conte, il vicario e Direttore centrale Entrate, Antonio Pone e il Direttore centrale Comunicazione, Diego De Felice).
Il confronto con gli oltre 1000 dipendenti, sia in presenza che collegati dalle sedi provinciali, è stato preceduto da quello con le rappresentanze sindacali. Durante la riunione sono stati anche sottolineati gli importanti risultati raggiunti dall’Istituto nella regione; nel dettaglio, da gennaio, a titolo esemplificativo, sono state lavorate 358.160 domande di prestazioni pari al 5,23% del dato nazionale e 4.475 NASpI (3,13%).
Inoltre, il grande numero di domande di lavoro inserite nella piattaforma SIISL, quasi 24mila, in una regione dal contesto sociale così difficile, può essere letto come una volontà di riscossa e di partecipazione al tessuto economico-produttivo del sistema Paese, al di là della mera assistenza.
In questo senso, la Direzione regionale ha raggiunto un indice sintetico di “valore pubblico” del 5,43%, più del doppio della media nazionale pari al 2,26%.
“Le persone, i cittadini-utenti, innanzitutto, ma anche i dipendenti dell’Istituto, la nostra vera forza, sono al centro della mia visione dell’INPS. I cambiamenti imposti dalla digitalizzazione impongono un ripensamento delle relazioni interne e con gli stakeholder. La parola chiave che accompagnerà tutto il nostro mandato è ‘ascolto’.
La scelta della Calabria non è stata causale. Abbiamo voluto cominciare da qui per dare un segnale forte al Paese, da un territorio complesso e con tante criticità in cui l’INPS rappresenta una presenza strategica dello Stato”, ha affermato il Presidente INPS Gabriele Fava.
“I risultati sull’operatività nei primi mesi del 2024 sono molto soddisfacenti e sono un chiaro indicatore che stiamo andando nella giusta direzione. Non è un punto di arrivo ma un incentivo a fare sempre meglio. Questi obiettivi sono stati raggiunti anche grazie allo spirito di squadra e alla passione profusa da tutti i colleghi”, ha aggiunto il Direttore Generale Valeria Vittimberga.
“Al di là dei numeri positivi della produzione, voglio evidenziare che il nostro obiettivo rimane quello di avvicinare sempre più l’INPS al cittadino e proprio per questo saremo sempre disponibili alla sperimentazione e all’innovazione, a partire dalla rivoluzione che il cosiddetto ‘metaprocesso’ porterà nell’Istituto”, ha sottolineato il Direttore regionale Giuseppe Greco, “Ringrazio il Presidente Fava e il Direttore Generale Vittimberga che hanno scelto la Calabria per la prima visita ufficiale sul territorio”.
AREE DI CRISI COMPLESSA: ALTRE RISORSE PER GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI
Con il messaggio 20 giugno 2024, n. 2304 l’Istituto annuncia che sono stati prorogati e rifinanziati anche per il 2024 i trattamenti di integrazione salariale straordinaria, nonché i trattamenti di mobilità in deroga, per le aree di crisi industriale complessa.
La legge di bilancio 2024 ha stanziato ulteriori risorse per un importo pari a 70 milioni di euro per il Fondo sociale per occupazione e formazione. Le regioni possono utilizzare queste risorse, finalizzate al completamento dei piani di recupero occupazionale, in aggiunta a quelle residue dei precedenti finanziamenti.
DISTRIBUZIONE DELLE RISORSE PER REGIONE
• Abruzzo
• Campania
• Lazio
• Molise
• Piemonte
• Puglia
• Sardegna
• Sicilia
• Toscana
• Totale
€ 3.569.409,31
€ 3.569.409,31
€ 9.637.405,13
€ 3.212.468,38
€ 22.130.337,69
€ 70.000.000,00
L’INPS ricorda che la normativa in materia di trattamenti di mobilità in deroga prevede che a ogni singolo lavoratore possa essere concesso un periodo massimo di 12 mesi di mobilità, purché risulti beneficiario di un trattamento di mobilità ordinaria o in deroga, a condizione che ai lavoratori siano contestualmente applicate le misure di politica attiva individuate in un apposito piano regionale da comunicare al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Pertanto, a un lavoratore già beneficiario di un trattamento di mobilità in deroga/ordinaria possono essere concessi ulteriori 12 mesi, fermo restando il requisito della continuità.
SGRAVIO CONTRIBUTIVO PER IMPRESE CHE HANNO STIPULATO CONTRATTI DI SOLIDARIETÀ
Su richiesta del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali è stata effettuata la rilevazione contabile delle somme complessivamente fruite a titolo di sgravio contributivo sullo stanziamento relativo al 2019, in favore delle imprese che hanno stipulato contratti di solidarietà.
Dalla rilevazione è emerso che le misure autorizzate nei decreti ministeriali sono risultate superiori a quanto effettivamente speso.
Quindi, il citato Dicastero ha adottato i decreti di ammissione allo sgravio contributivo nei confronti di ulteriori imprese, in possesso dei requisiti richiesti, a valere sulle risorse residue delle somme stanziate per il 2019.
effettuate entro il giorno 16 del terzo mese successivo a quello della sua pubblicazione.
OSSERVATORIO CIG: I DATI DI APRILE 2024
€ 1.427.763,72
€ 7.018.729,40
€ 13.794.810,36
€ 5.639.666,70
L’Istituto, con il messaggio 10 giugno 2024, n. 2179 illustra le modalità di esposizione nel flusso UNIEMENS delle quote di sgravio spettanti alle imprese, contiene in allegato l’elenco degli aventi diritto, le istruzioni contabili nonché gli adempimenti in capo alle Strutture territoriali.
Il messaggio ricorda, inoltre, che le citate operazioni di conguaglio dovranno essere
È stato pubblicato l’Osservatorio sulle ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni con i dati di aprile 2024.
Ad aprile sono state autorizzate in totale 38.108.523 ore, il 4,5% in meno rispetto a marzo 2024 (39.923.312 ore).
Le ore di Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria autorizzate sono state 24.904.330. A marzo 2024 erano state autorizzate 24.679.419 di ore: di conseguenza, la variazione congiunturale è del +0,9%.
Il numero di ore di Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria è stato pari a 11.731.641 (di cui 7.815.892 per solidarietà). La variazione congiunturale rispetto a marzo 2024 è pari a -14,0% (13.643.573 di ore).
Gli interventi di Cassa Integrazione Guadagni in Deroga sono stati pari a 683.091 ore, mentre a marzo 2024 erano pari a 631.952.
Il numero di ore autorizzate nei Fondi di solidarietà è pari a 789.461 e registra un decremento del -18,5% rispetto a marzo 2024.
RICHIESTE DI ACCERTAMENTO SANITARIO: ONLINE LE NUOVE FUNZIONALITÀ
Con il messaggio 24 giugno 2024, n. 2343 l’Istituto comunica che sono disponibili ulteriori funzionalità che permettono di semplificare e velocizzare la presentazione delle domande di accertamento sanitario e di migliorare la gestione delle attività da parte delle amministrazioni e degli enti datori di lavoro.
In particolare, sono state attivate le funzionalità che consentono di presentare le domande di rivedibilità e di annullare la domanda per permettere all’ente di eliminare la richiesta presentata alla Commissione medica di verifica (CMV), qualora non sia più necessaria.
NEL NUOVO NUMERO DI DATI INAIL UN FOCUS SULLA FABBRICAZIONE DI MOBILI E LA LAVORAZIONE DEL LEGNO
Nel 2022 gli infortuni denunciati nel settore della fabbricazione di mobili sono stati 3.450, il 2,3% in più rispetto ai 3.373 dell’anno precedente, a conferma della ripresa del fenomeno già registrata nel 2021, dopo la sensibile contrazione delle denunce rilevata nel 2020 per lo stop delle attività lavorative durante la pandemia. Con 343 casi in meno rispetto al 2018, le denunce del 2022 restano comunque al di sotto del dato registrato negli anni pre-Covid.
A rilevarlo è l’analisi condotta dalla Consulenza statistico attuariale per il nuovo numero del periodico Dati Inail, che scatta la fotografia dell’andamento di infortuni e malattie professionali in questo settore, che comprende il 4,3% delle aziende assicurate dell’industria manifatturiera (circa 17mila su un totale di quasi 399mila) e con oltre 130mila addetti-anno assicurati rappresenta poco più del 3% dei lavoratori di tutto il comparto.
Gli infortuni concentrati soprattutto nel Nord e Centro Italia. L’85,6% degli infortuni denunciati nella fabbricazione di mobili nel quinquennio 2018-2022 sono avvenuti in occasione di lavoro e la quota di quelli fuori azienda – costituita dalla somma degli incidenti in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro, e di quelli con mezzo di trasporto in occasione di lavoro – si mantiene intorno al 15-16%.
Quasi tutto il decremento del quinquennio è da attribuire agli infortuni avvenuti durante lo svolgimento dell’attività lavorativa (299 in meno rispetto al 2018), mentre l’incidenza delle denunce che riguardano il tragitto casa-lavorocasa rimane pressoché invariata, con l’eccezione del forte calo registrato nel 2020 a causa della pandemia.
Gli infortuni si concentrano nel Nord e Centro Italia, le due zone che insieme registrano più del 90% delle denunce nella media del quinquennio, e il 76,2% riguarda lavoratori italiani, mentre il residuo si distribuisce fra comunitari (circa il 20%) e non comunitari (80%). La stragrande
maggioranza (90% circa) sono lavoratori di genere maschile.
Dopo la pandemia in crescita anche le malattie professionali. La frequenza infortunistica per il triennio 2019-2021 è pari a 15,71 infortuni indennizzati ogni mille addetti, superiore al 12,74 del manifatturiero ma in linea con il 15,26 dell’Industria e servizi, mentre il rapporto di gravità per lo stesso periodo di tempo indica 1,65 giornate perse per addetto, leggermente superiore sia al totale del manifatturiero sia all’Industria e servizi, che registrano rispettivamente 1,26 e 1,48.
Per quanto riguarda le cause di infortunio, più dell’80% dei casi accertati in occasione di lavoro deriva dalla perdita di controllo delle macchine e anche da movimenti del corpo che portano a lesioni fisiche sia interne che esterne. Le malattie professionali denunciate nel 2022 sono state 546, 96 in più rispetto al 2018 e in crescita negli ultimi due anni del quinquennio. Il 65,8% della media di quelle definite positivamente riguarda il sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo, secondo la classificazione internazionale Icd-10 (178 su un totale di 260 per il 2022), seguite dalle patologie del sistema nervoso (22,0%) e da quelle dell’orecchio e dell’apofisi mastoide con 21 eventi nel 2022 (9,1% in media nei cinque anni).
Nell’industria del legno livelli di rischio e gravità superiori alla media. Oltre alla fabbricazione di mobili, la Consulenza statistico attuariale si sofferma anche sull’andamento di infortuni e malattie professionali nel comparto della lavorazione del legno, che comprende sia attività che hanno ancora le caratteristiche del prodotto artigianale fatto a mano sia altre più industrializzate e automatizzate per produzioni su larga scala. Nel 2022, anno in cui risultavano assicurate all’Inail 25.298 aziende con 94.384 addetti (oltre 2.200 in più dell’anno precedente), sono stati denunciati 3.002 infortuni, un numero in crescita dopo la contrazione registrata nel 2020 ma ancora al di sotto dei livelli del 2018 e 2019.
Circa un infortunio su 10 avviene nelle fasi di taglio e piallatura, il resto durante la lavorazione del legno. Nel 2022, in particolare, 1.556 casi si sono verificati durante la fabbricazione di altri
prodotti di carpenteria in legno e falegnameria per l’edilizia, per lo più porte e finestre (1.051 casi). Analizzando l’indice di frequenza infortunistica emerge che l’industria del legno, con 21,81 infortuni indennizzati ogni mille addetti, presenta per il triennio 2019-2021 una rischiosità elevata, superiore al 12,74 del manifatturiero e al 15,26 dell’Industria e servizi. Stesso discorso per la gravità con 2,92 giornate perse per addetto contro, rispettivamente, 1,26 e 1,48.
Per quanto riguarda le malattie professionali nel 2022 ne sono state denunciate 447, il numero più alto dal 2018. L’uso di strumentazioni spesso di tipo artigianale e manuale favorisce l’insorgenza di patologie del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo, che nel 2022 rappresentano il 70% del totale delle denunce.
Le novità legislative per la tutela della salute dei lavoratori. Il nuovo numero di Dati Inail approfondisce anche le novità per la tutela della salute dei lavoratori esposti alle polveri di legno, da cui possono derivare patologie tumorali e malattie di tipo irritativo-allergico della cute e delle mucose respiratorie e oculari.
Il decreto interministeriale del 10 ottobre 2023, in particolare, ha modificato e integrato le tabelle delle malattie professionali nell’Industria e nell’Agricoltura, agli articoli 3 e 211 del dpr 1124/1965, ricomprendendo, per lavorazioni che espongono all’azione delle polveri di legno, l’asma bronchiale causato dall’azione delle polveri di legno allergizzanti in aggiunta alle malattie neoplastiche (carcinoma delle cavità nasali, carcinoma dei seni paranasali e carcinoma del nasofaringe).
Se da un lato le principali misure di prevenzione e protezione, generali e specifiche, utili alla gestione del rischio di esposizione a polveri di legno, sono facilmente individuabili, dall’altro sono ben evidenti e comprensibili le difficoltà che le micro, piccole e medie imprese incontrano nell’attuarle alla luce dell’evoluzione legislativa e normativa, che negli ultimi anni è stata particolarmente veloce. Dal gennaio 2023, per esempio, il Valore limite di esposizione professionale (Vlep) alle polveri di legno duro è stato abbassato da 5 a 2 mg/m3.
SICUREZZA SUL
LAVORO,
A BRESCIA UN INCONTRO PER LA VERIFICA E LA MANUTENZIONE
DEGLI IMPIANTI
Si è svolto lo scorso 31 maggio presso l’Auditorium della Camera di Commercio di Brescia il convegno: “La manutenzione e la verifica periodica di macchine, attrezzature e impianti nei luoghi di lavoro, pilastri del far bene”. Una giornata di studio, aggiornamento professionale e approfondimenti, promossa da Ats Brescia in collaborazione con Inail Direzione territoriale di Brescia, Ispettorato nazionale del lavoro, Confindustria, Confapi, Associazione Artigiani e Confartigianato con il patrocinio della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Brescia.
Una giornata destinata a tutti gli operatori della sicurezza sul lavoro. L'aggiornamento professionale è stato dedicato in particolare a coloro che si occupano della gestione manutentiva di macchine, attrezzature e impianti ma l’iniziativa è stata aperta anche ai datori di lavoro, ai responsabili dei servizi di prevenzione e protezione, ai funzionari verificatori di Inail e Ats/ Asl, agli organi di vigilanza e ai soggetti privati incaricati delle verifiche.
La partecipazione e gli interventi dei ricercatori Inail. Al convegno, accreditato per le figure professionali iscritte agli ordini professionali e associazioni di categoria (ingegneri, periti industriali, Rspp, geometri) è intervento il direttore dell'Unità territoriale di certificazione, verifica e ricerca di Brescia, Fabio Rossetti che ha approfondito il tema delle riparazioni di attrezzature a pressione: dalla disamina della normativa (dm 329/04) con le precisazioni sui casi in cui una riparazione va effettuata e in quali no, passando poi per la circolare interpretativa ripresa nel dettaglio. In programma anche gli interventi di Sara Anastasi, primo ricercatore presso il Dit -Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici, con una relazione sulle novità della “Nuova Direttiva Macchine” di prossima attuazione; di Luigi Monica, primo tecnologo presso il DIT, che ha esposto l’attività di accertamento tecnico delle macchine e di Gianluca Saputi della Direzione centrale ricerca che ha introdotto tutti gli sviluppi dell’applicativo
CIVA e del nuovo applicativo ASA per le verifiche periodiche svolte dai soggetti abilitati.
L’Istituto al servizio della comunità per la sicurezza sul lavoro. Nel seminario sono stati illustrati anche dei casi pratici su come un utente/riparatore deve presentare la richiesta con l’utilizzo dell’applicativo CIVA e su come si svolge l’iter completo fino alla conclusione della riparazione con la verifica finale del tecnico. Con queste iniziative l’Inail si conferma al servizio della comunità, condividendo conoscenze ed esperienze, partecipando sul territorio a ogni occasione utile per promuovere la cultura della sicurezza sul lavoro e il valore della consapevolezza del rischio nella propria professione.
“LAVOROSICURO”, UN ACCORDO PER FAVORIRE L’ADOZIONE DI SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA SUL LAVORO E/O DI RESPONSABILITÀ SOCIALE D’IMPRESA
È stato sottoscritto lunedì 27 maggio il rinnovo del progetto “LavoroSicuro - edizione 2024” promosso dalla Direzione regionale Veneto dell’Inail e dall’Organismo paritetico regionale per la sicurezza (Opr), formato da Confindustria, Cgil, Cisl e Uil Veneto. Già avviata già nel 2006 grazie alla collaborazione con Confindustria Veneto, l’iniziativa ha consentito di accompagnare oltre 350 aziende nell’adozione di un Sistema di gestione della sicurezza sul lavoro (Sgsl) conforme alle linee guida Uni-Inail, aiutandole anche a migliorare la sicurezza in azienda e a ridurre gli infortuni e i costi diretti e indiretti, oltre che ad aumentare standard di produzione e competitività.
Previsti programmi di prevenzione partecipati. Sono coinvolte in particolare le imprese appartenenti ai settori della metalmeccanica, trasporti, logistica e pesca, ossia quelli maggiormente esposti al rischio di infortuni. Le aziende rafforzano la cultura della sicurezza attraverso dei programmi di prevenzione partecipati in cui sono coinvolti, oltre il datore di lavoro, le lavoratrici, i lavoratori e i diversi soggetti con un ruolo in materia di salute e sicurezza, a partire dal Responsabile del servizio di prevenzione e protezione (Rspp) e dal Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (Rls).
Maggiori gli interventi nell’ambito dei Pcto. La nuova edizione del progetto prevede, inoltre, interventi più mirati nell’ambito dei percorsi per le competenze trasversali e l'orientamento, per promuovere il miglioramento delle condizioni di sicurezza degli studenti negli ambienti di lavoro, rafforzando le competenze dei tutor aziendali interni e coinvolgendo il personale che affiancherà gli studenti con l’obiettivo di trasmettere la consapevolezza dei rischi e le procedure necessarie per garantire la loro incolumità.
Scarpa: “Il tempo ha dimostrato l’efficacia dei Sistemi di gestione”. “I Sistemi di gestione per la sicurezza sul lavoro sono strumenti organizzativi a cui l’Istituto ha creduto fin dal 2001”, ha spiegato il direttore regionale dell’Inail, Enza Scarpa. “Insieme all’Uni, infatti, l’Inail ha redatto le linee guida che hanno aiutato le aziende a fare prevenzione. Oggi, a distanza di anni, verifichiamo un’effettiva diminuzione degli infortuni per le aziende che li hanno adottati – ha sottolineato – e abbiamo quindi deciso di rinnovare il progetto ponendo l’attenzione anche ai rischi degli studenti durante i Pcto in azienda”.
INFORMAZIONE STATISTICA, ONLINE LE NUOVE SCHEDE INFOGRAFICHE DELL’INAIL
L’informazione statistica dell’Inail si arricchisce di un nuovo prodotto. A partire da oggi, infatti, nell’area “Dati e statistiche” del portale dell’Istituto è disponibile la sezione “Schede infografiche”, che contiene un set di 24 schede settoriali dedicate alle tre gestioni assicurative Industria e servizi, Agricoltura e Conto Stato e ai 21 settori (sezioni Ateco) della gestione Industria e servizi. L’obiettivo è fornire una fotografia, estremamente sintetica ma allo stesso tempo il più completa possibile, dell’andamento di infortuni e malattie professionali, oltre che delle aziende e degli addetti assicurati, in ciascuno degli ambiti presi in considerazione.
Il periodo di riferimento è l’ultimo quinquennio disponibile. Ognuna delle schede infografiche elaborate dalla Consulenza statistico attuariale Inail è composta da quattro pagine. La prima è dedicata all’analisi temporale nell’ultimo quinquennio disponibile,.
RICERCHE
IN COLLABORAZIONE, CON IL
BANDO BRIC DALL’INAIL 3,7 MILIONI DI EURO DI FINANZIAMENTO
Le proposte progettuali devono essere presentate entro il 1° luglio 2024 alle ore 14.00 e saranno oggetto di una procedura di valutazione tecnicoscientifica su diversi criteri, quali originalità, qualificazione del partenariato, anche con l’innovativa previsione premiante in caso di coinvolgimento di imprese in possesso della certificazione della parità di genere, e grado di trasferibilità, oltre alla coerenza con i programmi del piano di attività 2022-2024-Ricerca scientifica Immagine ricerca
Collaborazioni e sinergie per sviluppare e potenziare la ricerca scientifica. È questo lo spirito del bando BRiC 2024 appena pubblicato sul portale dell’Inail. L’avviso pubblico per l’affidamento di ricerche in collaborazione dirette al raggiungimento degli obiettivi programmati dall’Istituto e al consolidamento della rete scientifica, in attuazione del Piano di attività 2022-2024 - Ricerca scientifica, prevede un finanziamento, per il 2024, di 3,7 milioni di euro.
I destinatari del bando.
I soggetti istituzionali a cui il bando si rivolge sono gli enti di ricerca pubblici e i relativi dipartimenti dotati di autonomia gestionale, gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, le università e i dipartimenti universitari. Nell’ambito delle proposte progettuali presentate possono anche figurare, in qualità di enti partner: Regioni, Province autonome e Pubbliche amministrazioni ad esse afferenti, strutture di ricerca delle associazioni di categoria e delle parti sociali e le fondazioni a carattere nazionale, iscritte all’Anagrafe nazionale delle ricerche con esperienza nell’ambito della salute e sicurezza sul lavoro e/o in studi sociali.
Coinvolgimento di imprese. All’interno dei parternariati costituiti dai destinatari istituzionali viene mantenuta, come nel precedente bando, la possibilità di un coinvolgimento, nel progetto, di imprese con stabile organizzazione in Italia e nessun impedimento a contrarre con la Pubblica Amministrazione. L’individuazione delle imprese da parte dei destinatari istituzionali dovrà
avvenire mediante manifestazione pubblica di interesse preferibilmente prima della presentazione della domanda di partecipazione e, comunque, non oltre la sottoscrizione della convenzione.
Certificazione della parità di genere. Centrale novità di questa edizione è la valorizzazione del coinvolgimento, da parte dei destinatari istituzionali, di imprese che adottino, al loro interno, policy connesse alla parità di genere: il punteggio premiale aggiuntivo correlato a tale coinvolgimento si massimizza per le imprese in possesso, alla data di presentazione della domanda, della certificazione della parità di genere di cui alla legge 5 novembre 2021, n.162, in conformità alla norma UNI/PdR 125:2022, rilasciata dagli organismi di certificazione accreditati ai sensi del regolamento CE 765/2008.
Progetti in coerenza con i programmi di ricerca del Piano triennale.
Le collaborazioni devono riguardare proposte progettuali coerenti con i programmi di ricerca ricompresi nel Piano di attività dell’Inail 20222024 - Ricerca scientifica.
I contenuti sono orientati verso lo sviluppo di soluzioni innovative e ad alto valore tecnologico per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, con particolare interesse al design cognitivo applicato alle macchine, ai sistemi robotizzati e alle macchine a guida autonoma per la sicurezza nei cantieri, ai rischi nei veicoli di piccole dimensioni per lavoratori e disabili, ai rischi emergenti dovuti a fenomeni meteorologici estremi connessi ai cambiamenti climatici, all’evoluzione del rischio correlata a nuove modalità organizzative, alla correlazione tra efficacia della formazione e sfera cognitiva ed emozionale del lavoratore e all’utilizzo di strumenti di intelligenza artificiale, realtà virtuale e machine learning.
Modalità di partecipazione.
Altra importante novità del bando BRiC 2024, nell’ottica della progressiva informatizzazione del rapporto dell’Istituto con i suoi partner/utenti, è il completamento della digitalizzazione della procedura avviata nella precedente edizione. Le proposte progettuali saranno presentate, da parte dei destinatari istituzionali, tramite un
apposito applicativo che sarà on line dalla giornata del 3 giugno 2024. Ciascun destinatario istituzionale potrà presentare al massimo tre proposte, da inviare attraverso la procedura informatica entro le ore 14.00 del 1° luglio 2024. Qualora uno stesso destinatario istituzionale presenti più di tre proposte, saranno prese in considerazione le prime tre ammissibili secondo l’ordine cronologico di arrivo.
Selezione delle proposte.
La selezione delle proposte sarà curata da una Commissione, per entrambi i Dipartimenti di ricerca, composta da esperti dell’Istituto di particolare e comprovata qualificazione professionale nelle materie oggetto della collaborazione richiesta. Al termine della valutazione sarà predisposta una graduatoria dei progetti finanziabili, con l’indicazione del relativo importo di finanziamento riconoscibile. I destinatari istituzionali ammessi al finanziamento dovranno presentare, entro trenta giorni, il progetto esecutivo, redatto in collaborazione con una specifica unità operativa Inail, in relazione al quale l’Istituto stipulerà un’apposita convenzione.
Finanziamento.
Come avvenuto nei precedenti bandi BRiC, potranno beneficiare dei finanziamenti previsti e concorrere, attraverso il cofinanziamento, alla realizzazione delle attività di ricerca, esclusivamente i soggetti individuati come destinatari istituzionali o quali enti partner, e non le imprese. Il finanziamento verrà erogato in due tranches per ciascuna delle due annualità previste; per la seconda annualità l’erogazione è subordinata alla disponibilità di bilancio per l’esercizio finanziario di competenza
Pubblicazioni e diritti di proprietà intellettuale. I documenti e i risultati del progetto potranno essere divulgati e pubblicati senza alcuna restrizione dall’Inail, con l’indicazione di quanti ne hanno curato la produzione. Potranno inoltre essere divulgati dal destinatario istituzionale, dietro espressa autorizzazione dell’Istituto, riportando l’indicazione: “Progetto realizzato con il supporto finanziario dell’Inail”. La proprietà delle metodologie, degli studi e dei prodotti sviluppati nell’ambito del progetto è regolamentata dalla normativa vigente in materia e sarà dettagliatamente disciplinata.
CONTRATTI DI SVILUPPO
Cos’è
Il Contratto di sviluppo, introdotto nell’ordinamento dall’articolo 43 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, ed operativo dal 2011, rappresenta il principale strumento agevolativo dedicato al sostegno di programmi di investimento produttivi strategici ed innovativi di grandi dimensioni.
La normativa che regola lo strumento ha subito, nel corso degli anni, sostanziali modifiche volte a garantire una maggiore celerità delle procedure di accesso ed una migliore risposta alle esigenze manifestate dal tessuto produttivo nazionale.
La normativa attualmente in vigore (decreto del Ministro dello sviluppo economico del 9 dicembre 2014 e s.m.i.), valevole per il periodo di programmazione 2014-2020, consente la finanziabilità di: programmi di sviluppo industriali, compresi i programmi riguardanti l’attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli; programmi di sviluppo per la tutela ambientale; programmi di sviluppo di attività turistiche che possono comprendere, per un importo non superiore al 20% degli investimenti complessivi da realizzare, programmi destinati allo sviluppo delle attività commerciali.
Nell’ambito dei suddetti programmi, lo strumento può finanziare, altresì, programmi di ricerca, sviluppo e innovazione nonché opere infrastrutturali nei limiti previsti dalla normativa di attuazione. L’importo complessivo delle spese e dei costi ammissibili alle agevolazioni non deve essere inferiore a 20 milioni di euro, ovvero a 7,5 milioni di euro qualora il programma riguardi esclusivamente l’attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli.
La legge 30 dicembre 2020, n. 178 (articolo 1, commi da 85 a 87), ha introdotto specifiche disposizioni finalizzate a sostenere il settore turistico facilitando, per determinate categorie di investimenti, l’accesso allo strumento agevolativo e l’integrazione settoriale. In particolare, la soglia di accesso per i programmi di sviluppo di attività turistiche, ordinariamente pari a 20 milioni di euro, è stata ridotta a 7,5 milioni di euro per i programmi di investimento che prevedono interventi da realizzare nelle aree interne del Paese ovvero il recupero e la riqualificazione di strutture
edilizie dismesse. La medesima disposizione ha, inoltre, stabilito che i programmi di sviluppo riguardanti esclusivamente l’attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli possono essere accompagnati da investimenti finalizzati alla creazione, alla ristrutturazione e all’ampliamento di strutture idonee alla ricettività e all’accoglienza dell’utente, finalizzati all’erogazione di servizi di ospitalità, connessi alle attività di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli.
Con la Direttiva del Ministro dello sviluppo economico del 19 marzo 2021 sono state fornite le opportune direttive per perseguire la corretta attuazione delle previsioni recate dalla predetta disposizione normativa ed è stata prevista la pubblicazione dell’elenco dei comuni rientranti nelle aree interne del Paese.
Soggetto gestore
La gestione dei Contratti di sviluppo è affidata all’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa S.p.A. – Invitalia, che opera sotto le direttive ed il controllo del Ministero dello sviluppo economico.
A chi si rivolge
I programmi di sviluppo possono essere realizzati da una o più imprese, italiane o estere, di qualsiasi dimensione (compatibilmente con i regolamenti comunitari di volta in volta applicabili). Il programma di sviluppo può, altresì, essere realizzato in forma congiunta anche mediante il ricorso allo strumento del contratto di rete di cui all’art. 3, comma 4-ter, del decreto-legge 10 febbraio 2009, n. 5. Fermo restando l’importo delle spese e dei costi ammissibili alle agevolazioni previsto per il complessivo programma di sviluppo, il programma del soggetto proponente deve presentare spese ammissibili non inferiori a 10 milioni di euro per quanto riguarda i programmi di sviluppo industriali e per la tutela ambientale; non inferiori a 3 milioni di euro per quelli che riguardano esclusivamente attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli; non inferiore a 5 milioni di euro per i programmi di sviluppo delle attività turistiche ovvero 3 milioni di euro per i programmi di sviluppo delle attività turistiche che riguardano le aree interne del Paese o il recupero e la riqualificazione di strutture edilizie dismesse.
Gli investimenti proposti dai soggetti aderenti (ivi
compresi i programmi di ricerca, sviluppo e innovazione) devono presentare spese non inferiori a 1,5 milioni di euro.
Le agevolazioni
Le agevolazioni sono concesse nelle seguenti forme, anche in combinazione tra loro: finanziamento agevolato, nei limiti del 75% delle spese ammissibili contributo in conto interessi contributo in conto impianti contributo diretto alla spesa
L’entità delle agevolazioni, nel rispetto dei limiti delle vigenti norme in materia di aiuti di Stato, è determinata sulla base della tipologia di progetto, dalla localizzazione dell’iniziativa e dalla dimensione di impresa, fermo restando che l’ammontare e la forma dei contributi concedibili vengono definiti nell’ambito della fase di negoziazione.
Particolari criteri per la determinazione delle agevolazioni concedibili sono previsti, sempre in attuazione dei vigenti regolamenti comunitari, per i programmi di sviluppo per la tutela ambientale e per i programmi riguardanti l’attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli.
Come funziona
Le istanze di accesso devono essere presentate all’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa S.p.A. – Invitalia, soggetto gestore della misura agevolativa, con le modalità e secondo i modelli indicati nella sezione dedicata del sito web dell’Agenzia.
L’Agenzia procede allo svolgimento delle attività istruttorie di competenza nel rispetto dell’ordine cronologico di presentazione delle domande di agevolazioni, tenuto conto delle risorse finanziarie disponibili.
L’attivazione dell’Accordo di Sviluppo consente una riduzione dei tempi per la valutazione del programma ed un maggior coinvolgimento delle amministrazioni coinvolte.
Per i programmi di sviluppo concernenti la trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli deve essere, altresì, verificata la capacità del programma di determinare positivi effetti o sinergie con i sistemi di filiera diretta ed allargata.