

Galleria Civica d’Arte Contemporanea Viadana Via Manzoni 4 galleriacivica@muviviadana.org


IL REALISMO FANTASTICO DI GIANCARLO MONTUSCHI
Quando mi trovo alla presenza delle opere di Giancarlo Montuschi, rimango sempre piacevolmente spiazzato. Lo spazio e il tempo sono annullati da una commistione entropica di infiniti valori temporali, così in questi luoghi improbabili, con cieli a pois, in cui navigano astronavi e satelliti futuribili, e dove lo spazio è conteso da macchine americane vintage e personaggi dei fumetti di metà novecento, ci si sente immersi in un mondo di ricordi, e gli eroi del nostro passato fanciullo ritornano vividi alla mente: Mandrake, Nembo Kid, Super Man, Felix il Gatto e FRITZ il Gatto, la Pimpa, Daffy Duck, Yoda lo Jedi,..., centinaia di personaggi che hanno fatto la nostra storia attraverso il fumetto, i cartoon, e i personaggi della musica, del cinema, genericamente dello spettacolo in tutte le sue espressioni. È chiaro il riferimento all’America in tutti i suoi contesti, lo dichiara Montuschi stesso in un prologo alla serie Pulp Stories: “…ci sono motel, grattaceli, diner, drive-in, fast food, ponti, parchi, battelli a vapore,... ci sono treni, taxi gialli e aquile solitarie… ci sono Peanuts, Simson, Barbie, nerd, super eroi e ufo… ci sono Elvis, Charlie Parker, Dolly Parton e Billie Holiday… Ci sono Hollywood, Broadway, Dallas, Walker Evans e Edward Hopper, Dean Moriarty, Huck Finn, Gatsby, Achab e Rossella”. Genericamente si classificano le opere di Giancarlo Montuschi come opere di pop-art, ma se pur il rimando immediato risulta corretto, l’attribuzione è senza dubbio troppo riduttiva, perché non tiene conto di tutti i contenuti e i messaggi più o meno nascosti che compongono il bagaglio delle conoscenze espresse, mi riferisco a quell’aspetto esoterico che in esse esiste e che si evince dalla simbologia sottesa e che svela la presenza di aspetti rituali e sciamanici e di alchemiche presenze intuibile nella simbologia magica, nel fantastico mistero dei maghi blu, nei pesci simbolo, nelle stelle a quattro punte, o nelle seducenti sirene. Il sogno è rivelato dai paesaggi fantasiosi e fantastici, ci narra di un mondo pieno di favolosa coscienza dell’essere dove Giancarlo si muove agilmente con la sua creatività in una sorta di magia: di Realismo Fantastico. Di per se favolistico e gioioso, non c’è dramma ed orrore nelle opere di Montuschi, ma una fatua serenità intrisa di molteplici citazioni medianiche realizzate a vividi colori. Giancarlo Montuschi con le sue opere scava nella nostra memoria collettiva, facendo piacevolmente riaffiorare i ricordi, spesso inevitabilmente perduti nei recessi della memoria, immagini e momenti che hanno condizionato la nostra conoscenza, la nostra esistenza culturale, e per questo capaci di suscitare nostalgici e profondi sentimenti di empatia.
Paolo G. Conti
Direttore e Curatore della Galleria Civica di Arte Contemporanea di Viadana
CRITICA DI LUCA BEATRICE CRITIC BY LUCA BEATRICE
Sembravano proprio dei vecchi cowboy con la tuta al posto dello spolverino quegli uomini che si avventurarono nello spazio, girando e rigirando intorno all’orbita celeste prima di mettere i piedi sulla luna, il 21 luglio 1969. Non potendosi portare troppi oggetti da casa, in diverse missioni gli astronauti scelsero di farsi accompagnare dalla musica che con la sua immaterialità può riempire spazi pur non avendo corpo fisico. Si deve ad Alan Bean, quarto uomo a camminare sulla luna che quando si ritirò a vita privata intraprese con una certa qualità l’attività di pittore, la scelta di una raccolta musicale, oggi playlist, niente affatto banale. Swing, lounge, cocktail i generi prediletti nella missione Apollo 12: Fly me to the Moon, cantata tra gli altri da Peggy Lee e Frank Sinatra, alcuni brani bossa nova di Astrud Gilberto. Neil Armstrong, che aveva gusti più classici, si fece riversare su nastro la Sinfonia del nuovo mondo di Dvorak, tranne poi sorprendere i compagni di viaggio con uno strano album di exotica basta cercare su Spotify Music Out of the Moon, inciso nel 1947 da Les Baxter e Samuel J. Hoffman, “il più celebre suonatore americano di theremin”, ribattezzato più tardi Moog dal nome del suo inventore. Proprio questo sottogenere di puro intrattenimento, tornato alla ribalta negli anni ’90 con il diffondersi della moda retrò, in diverse sfumature che vanno dal cocktail alla lounge, dallo space al chillout, risulta la perfetta colonna sonora delle immagini che vediamo nelle opere di Giancarlo Montuschi. Per intenderci, stiamo parlando di un artista dai mille interessi, colto, curioso che di queste sue doti ha fatto tesoro, utilizzandole ampiamente nel suo lavoro e, soprattutto, un gran conoscitore di musica… Esaminiamo intanto il suo metodo: la necessità di procedere per lunghi cicli e non per singoli episodi si motiva dal distri-
They looked just like old cowboys wearing jogging outfit instead of, overcoat those men who ventured into space, going round and round the celestial orbit before putting their feet on the moon, on July 21, 1969. Not being able to bring too many objects from home, in their missions the astronauts chose to be accompanied by music, which, with its immateriality, can fill spaces without having a physical body. We have to thank Alan Bean - the fourth man to walk on the moon who, when retired to private life, took up painting with a certain quality, the choice to collect music, today a playlist, not at all trivial. Swing, lounge, cocktails the favorite kinds during the Apollo 12 mission: Fly me to the Moon, sung among others by Peggy Lee and Frank Sinatra, some bossa nova songs by Astrud Gilberto. Neil Armstrong, who had more classical sensitivities, had Dvorak’s Symphony of the New World recorded on tape, except for surprising his fellow passengers with a strange album of exotica - just make a search on Spotify “Music Out of the Moon”, recorded in 1947 by Les Baxter and Samuel J. Hoffman, “the most famous American theremin player”, later renamed Moog from the name of its inventor. Just this sub-type of pure entertainment, back at the fame in the 90s with the spread of retrò trend, in different shades ranging from cocktail to lounge, from space to chillout, is the perfect soundtrack to the images that we can see in the works of Giancarlo Montuschi. In other words, we are talking about an artist with a thousand interests, educated, curious, who has treasured these gifts, using them extensively in his work and, above all, he is a great expert of music. We will shortly discover his predilections in the following dialogue. In the meantime, let’s examine his method: the necessity to proceed in long
buire le idee, dal ragionarci sopra, dall’immaginare ogni quadro come il frame di un film o di una serie televisiva dei primordi. Prima a venirci in mente è The Twilight Zone, prodotta dalla CBS tra il 1959 e il 1964 e nota in Italia con il titolo Ai confini della realtà. “Un susseguirsi di episodi ricchi di inventiva, caratterizzati da un punto di vista pessimista al limite della distopia, che vanno a comporre un puzzle allegorico delle angosce e delle contraddizioni dell’America della fine degli anni ’50. Dalla corsa allo spazio con le incognite legate ai mondi alieni, fino alla guerra fredda e all’incubo dell’atomica, al benessere che porta con sè il crescente potere manipolatore dei persuasori occulti, che hanno proprio nella televisione il loro strumento elettivo d’influenza e che inducono una delle fantasie più ricorrenti della fantascienza del periodo, molto presente anche in Ai confini della realtà: la perdita di identità e il controllo mentale da parte di forze aliene”. Nonostante la “seriosità” di temi e interrogativi sullo sfondo appunto della Guerra Fredda, è la cultura popolare a restituirne le immagini più efficaci. Nessuna prova concreta ma soltanto indizi, supposizioni e domande su ciò che sarebbe stato il mondo: gli uomini avrebbero mantenuto la pace? Siamo soli nell’universo oppure a breve arriveranno gli alieni a invaderci non si sa da dove? E noi, su Marte, sulla luna ci andremo davvero o è tutta una finzione? Non a caso dalla metà degli anni ’50 proliferano le spy-stories e si afferma il cinema di fantascienza mentre un gruppo di giovani artisti inglesi che si ritrovano all’ICA di Londra progettano e allestiscono una mostra alla Whitechapel da titolo This is Tomorrow. La parola futuro entra dunque nel dizionario del decennio, la guerra, le dittature, le distruzioni sono alle spalle e finalmente si respira un’aria nuova, un’idea di progetto. Il piccolo collage di Richard Hamilton, Just what is it that makes today’s homes so different, so appealing, contiene buona parte delle chiavi d’accesso per
cycles and not in single episodes is motivated by the distribution of ideas, by reasoning on them, by imagining each picture as a frame of a film or a television series from the beginning. The first suggestion to come to mind is The Twilight Zone, produced by CBS between 1959 and 1964 and known in Italy as “Ai confini della realtà”. “A sequence of episodes full in inventiveness, branded by a pessimistic point of view, bordering on dystopia, which make an allegorical puzzle of the anxieties and contradictions of America in the late ‘50s. From the space race connected to the unknowns linked to alien worlds, to the Cold War and the nightmare of the atomic bomb, to the well-being that brings the growing manipulative power of the occult persuaders, which have right in television their chosen instrument of influence and which induce one of the most recurrent fantasies of science fiction of such period, also very present in The Twilight Zone: the loss of identity and the mental control by alien forces”.
Despite the seriousness of the themes and questions against the background of the Cold War, it is popular culture that provides the most effective images. There is no concrete evidence but only clues, suppositions and questions about what the world would have been: would men have maintained peace? Are we alone in the universe or will aliens soon arrive to invade us from who knows where? And us, on Mars, on the moon will we really go there or is it all a fiction?
It is not a coincidence that from the mid-1950s onwards, spy-stories boomed and science-fiction cinema established itself, while a group of young British artists, meeting at the ICA in London, planned and set up an exhibition at Whitechapel entitled This is Tomorrow. The word “future” therefore entered into the dictionary of the period, war, despotism and destruction were behind and finally there was a new air, a new idea of design.
Richard Hamilton’s small collage, Just what is it
comprendere la nuova cultura pop. C’è buona parte dei nuovi mezzi di comunicazione e di riproduzione di massa: cinema, radio, televisione, giornali, registrazione. C’è l’ultimo modello di aspirapolvere per tenere pulita la casa, diversi oggetti di design e arredi, una confezione di carne in scatola, un uomo e una donna seminudi perché l’arte deve essere sexy. C’è la scritta POP che sembra più un logotipo che l’abbreviazione di “popular”, il significato non rende appieno ciò che stiamo vedendo. Da non trascurare, infine, la grande luna e il cielo stellato, quasi contrapponendo alla scena di assoluta modernità l’immobilità, il silenzio, di notti sempre uguali. Di questi cieli blu e profondi chissà quanti ne ha visti Giancarlo Montuschi nella quiete della sua casa in campagna, pochi chilometri dal centro di Anghiari, che gli storici dell’arte riconducono a Leonardo e i beninformati all’autobiografia. Non è detto, infatti, che gli alieni per atterrare scelgano per forza la città, in mezzo al verde c’è più spazio e meno insidie, vuoi mai che si trovino bene con umani pacifici abituati ai lavori campestri e ai tempi dilatati invece dei frenetici e nevrotici metropolitani dai polmoni inquinati. In estate ho visitato lo studio di Giancarlo, un ex fienile attiguo all’abitazione ricavata in una vecchia chiesa, un posto magico dove è facile immaginare quiete e raccoglimento, in mezzo a libri, cataloghi, dischi, una sofisticata collezione d’arte, insomma tutto ciò di cui un uomo ha davvero bisogno per stare bene. Vive insieme a Magda, simpaticissima, complice creativa ed eccellente cuoca. I dipinti della serie Astropop sono nati qui come tutti i loro predecessori, organizzati attraverso un collage di idee e immagini dal sapore vintage e dalle cromie squillanti e fluorescenti. L’artista si è “divertito” (si, passatemi il termine, non intravedo alcun tormento nella sua ispirazione a meno di non considerare tale quel sapore di nostalgia novecentesca che bene o male prende chiunque sia
that makes today’s homes so different, so appealing, contains many of the keys to understanding the new pop culture. There are many new means of communication and mass reproduction: cinema, radio, television, newspapers, recording. There is the latest model of vacuum cleaner to keep the house clean, a lot of design objects and furnishings, a package of canned meat, a half-naked man and woman because art must be sexy. There is the writing POP that looks more like a logotype than the short form of “popular”, the meaning does not fully give what we are seeing. Not to be disregarded, finally, the big moon and the starry sky, almost contrasting the scene of absolute modernity with the immobility, the silence of nights that are always the same. Who knows how many of these deep blue skies Giancarlo Montuschi has seen in the quiet of his house in the country, a few kilometers from the center of Anghiari, which art historians attribute to Leonardo and the well-informed to his autobiography. In fact, it is not necessarily true that aliens choose the city to land in. In the middle of the vegetation there is more space and fewer difficulties. Who knows, maybe they might get along well with peaceful humans familiar with country work and opened time instead of the frenetic and neurotic metropolitans with polluted lungs.
In the summer I visited Giancarlo’s studio, a former barn near to the house in an old church, a magical place where it is easy to imagine peace and quiet, in the middle of books, catalogs, records, a sophisticated art collection, in a word, everything a man really needs to feel good. He lives with Magda, a very nice, creative partner and excellent cook. The paintings of the Astropop series were born here like all their predecessors, organized through a collage of ideas and images with a vintage essence and bright, fluorescent colors. The artist “had fun” (yes, let me tell you, I don’t see any suffering in his inspiration
nato e abbia vissuto parte della sua esistenza nel secolo breve, rispetto a ciò che offre il mondo di oggi) a mettere in fila e combinare una nutrita serie di stereotipi e archetipi originati appunto dalla cultura pop. Le “citazioni” delle pompe di benzina, delle insegne di fast food, i cartelloni pubblicitari, coppie patinate che sembrano uscite da Hollywood, automobili americane, sportive, berline e pickup, razzi, astronavi, navicelle spaziali, insomma tutto l’armamentario utile per una speriamo pacifica invasione della terra. Con la consapevolezza che nessuno potrà mai farci più male di quanto ce ne procuriamo da soli, noi scellerati umani, il peggior pericolo di noi stessi. ...Posso testimoniare di aver incontrato un artista sorprendente, nell’invenzione e nell’umanità. Speriamo di diventare amici, di discutere delle tante passioni in comune, sfogliando un libro, ammirando qualche rara edizione d’arte, buttando l’occhio tra le mille curiosità raccolte e accatastate nelle stanze in un ordinatissimo disordine.
unless I consider that sort of perception of twentiethcentury nostalgia that well or badly takes anyone who was born and has lived part of his existence in the short century, compared to what the world offers today) to line up and combine a large number of stereotypes and archetypes originated precisely from pop culture. The “quotes” of gas pumps, fast food signs, billboards, glossy couples who seem to come out of Hollywood, American cars, sports cars, sedans and pickups, rockets, spaceships, space shuttles, briefly, all the equipment useful for a, hopefully, peaceful invasion of the earth. With the awareness that no one will ever be able to hurt us more than we do ourselves, we wicked humans, the worst danger of ourselves... I can affirm to having met a surprising artist, both in invention and humanity. I hope we become friends, to discuss the many common passions, leafing through a book, admiring some rare art edition, looking through the thousands curiosities collected and piled up in the rooms in a very tidy disorder. In the meantime, let’s go to tell the images of his works through this beautiful book, hoping on the admiration of the Humans and the Martians.

1 Memories by the Pool
“Dear Arthur, you are always so sweet, so attentive, you always take me to fabulous places, beautiful and often mysterious; but for my birthday this year I would like to do something different, very different, will you take me to the movie? I am dying to see Walt Disney Fantasia”.

1 Ricordi ai bordi d’una piscina
“Caro Arthur, sei sempre cosi carino, premuroso, mi porti sempre in luoghi favolosi, belli e spesso misteriosi, ma per il mio compleanno quest’anno vorrei qualche cosa di differente, molto differente, mi porti al cinema? Vorrei tanto tanto vedere Fantasia di Walt Disney”.

2 Today Like Yesterday
(Conversation on board of the space ship, the pilot) “I am sick and tired. We have been going around the Earth for the entire night looking for a place to get a nice cold beer. That’s it! Now we will land here, those smart cars are a promising sign; let’s hope that the terrestrial American girls have already drunk enough not to notice that we have only one eye on our forehead”.
2 Ieri come oggi
Conversazione nel disco volante, il comandante: “Ora basta, è tutta la notte che giriamo intorno alla Terra per trovare un bel posto e farci una bella birra fresca. Ecco, ora atterriamo qui, quelle belle macchine sono un buon segno, e speriamo che le terresti americane abbiano già bevuto abbastanza da non notare che abbiamo solo un occhio in fronte”.


3 One Evening at the Bar
“Ralph, next time we will stay quiet at home. I will be the one to prepare the Bloody Mary. First, I will be more generous with the vodka, no V8 it’s too strong for my taste, then just simple tomato juice, 5 drops of Worcestershire Sauce, all the rest stays the same, traditional”.
3 Una sera al bar
“Ralph, la prossima volta rimarremo tranquilli a casa e i Bloody Mary li preparo io. Per prima cosa sarò più generosa con la vodka, niente V8 che è troppo forte per i miei gusti, solo un semplice succo di pomodoro, 5 gocce di Worcestershire Sauce e poi tutto il resto rimane quello tradizionale”.


4 The Cure
“The grownups are always the same. Do not trust them! Never! At first, they promise us a Coca-Cola and then when we are there, we find a spoonful of cod liver oil in our mouth, disgusting! But after all, how do they pull out the oil from the liver of a fish to annoy the children? Mystery”.
4 La cura
“Ecco come sono i grandi! Non ti fidare! Mai! Prima ti promettono una Coca Cola e poi quando arrivi ti ritrovi in bocca una cucchiaiata d’olio di fegato di merluzzo. disgustoso! Ma poi come faranno a tirar fuori l’olio dal fegato d’un pesce per tormentare i bambini? Mistero!”.


5 The Fabulous ’50

“Guys, now calm down! Let’s solve the problem in a different way. I propose a new kind of competition, no car racing; this time the winner will be the one who eats more hot dogs in 3 minutes and … without drinking… And then?... At the end, she will be the one to choose anyway”.
5 I Favolosi anni ’50
“Calma ragazzi! Risolverete la disputa in una maniera differente, propongo una nuova gara, niente corsa con le macchine; questa volta vince chi riesce a mangiare più hotdogs in 3 minuti e … senza bere. E poi?... In ogni modo alla fine sarà sempre lei quella che sceglie”.

6 The White Deer Night (The Doubts of the White Deer)
“The night is clear and no wind. I came out of the woods and now I am lost; I am tired too. I am wondering if they have a stable and some fresh straw. I am afraid that I will not be welcome. Same old problem wherever I go, people never like albinos”.

6 La notte del cervo bianco. (i dubbi del cervo bianco)
“La notte è serena e senza vento, sono uscito dal bosco e mi son perso e sono anche stanco, a quest’ora mi piacerebbe trovare una stalla con la paglia fresca. Temo che non sarò ben accolto. Ho sempre problemi, ovunque io vada, la gente mi guarda male, sono albino”.

7 Jayne Mansfield’s Death Car
(Her thoughts) “This is our first date, and he, instead of taking me by the lake with the moon shining on the water, brings me to see the death car of the diva, peculiar!” (His thoughts) “I hope that all this will remind her of our own mortality, how fragile is our life and therefore let’s not waste any time, let’s have fun. Carpe diem”.
7

Jayne Mansfield’s death car
(Quello che pensa lei) “Questa è la prima volta che usciamo assieme e lui, invece di portarmi vicino al lago con la luna che brilla sull’acqua, mi porta a vedere la vettura dove è morta la diva. Bizzarro!”. (Quello che pensa lui) “Spero proprio che questo le ricordi la nostra mortalità, come la nostra vita è legata a un filo, non perdiamo tempo, divertiamoci! Carpe diem!”.

8 The Tightrope Walker

“Not everyone can be a tightrope walker, and being one offers some advantages: in fact, if the husband arrives unexpected, I have an easy out. But that rocket worries me: maybe it’s pretending to be an Uber-rocket, but maybe instead it’s the Moral Police always patrolling and looking for unfaithful spouses”.
8 il Funambolo
“Essere un funambolo non è da tutti ed ha i suoi vantaggi; infatti mi è molto più facile scappare quando il marito ritorna a casa inaspettato. Quel razzo però mi preoccupa, ci sono anche quelli mimetizzati, sembrano normali Uber, ma poi sono quelli della Polizia Morale, che fanno la ronda per scoprire i coniugi infedeli”.

9 The Flying Dutchman
“My name is Willem van der Decken and I am a Dutchman. So much time has passed that I forgot the reason why I was cursed and condemned to sail the Seven Seas for the eternity on a phantom ramshackle vessel. Finally! I succeeded to modernize. I was sick and tired of those ripped off sails; I found a used Boing 314 Clipper Pan Am, what a bargain! So, I still continue to go aimlessly around, but in a new dimension, in the sky”.
9 L’Olandese Volante
“Mi chiamo Willem van der Decken, e sono olandese. È passato tanto di quel tempo che mi son dimenticato perché fui maledetto e condannato a navigare per l’eternità in un vascello fantasma sgangherato. Finalmente son riuscito a modernizzarmi, ero stanco di quelle vele stracciate, son riuscito a procurarmi un Boing 314 Clipper Pan Am di seconda mano, un affarone! Cosi continuo ancora a girare, ma in una nuova dimensione, nel cielo”.
Music For Airport - Brian Eno


10 Sight by John Deer Sign
Night observer: “Once again the satellite is here, like every night and once again they illuminated me with their powerful light beam; but then, nothing happens. I’m tired of being stuck here with cows, trucks and tractors. I very much hope that one day they will invite me to go up and travel with them. The world is vast”.
10 Avvistamento alla John Deer
Osservatore notturno “Ecco anche questa notte è ricomparso il satellite e ancora una volta mi hanno illuminato con il loro potente fascio di luce, ma poi non succede niente. Sono stanco di stare qui, vacche, camion e trattori. Spero tanto che un giorno mi inviteranno a salire e viaggiare con loro. Il mondo è vasto”.


11 Dickens Bar
(Conversation in the lighted room, third floor)
“Glenn, you are not dressed yet! We have to go down to the bar, you promised me a cocktail! I’m ready. Do you like my new tight black dress? And the neckline?”. “Brenda... It is precisely that neckline that gave me some ideas. But why get dressed? We can stay here and ask them to bring the cocktails to the room. I think it’s a better idea, and I’ll take care of the zipper”.
11 Dickens Bar
(conversazione nella camera illuminata, secondo piano)
“Glenn, non sei ancora vestito! Dovevamo scendere giù al bar, mi avevi promesso un cocktail! Io son pronta, ti piace il mio nuovo vestito aderente nero? E la scollatura?”. “Brenda… È proprio quella scollatura che mi ha dato delle idee. Ma perché vestirsi? Restiamo qui, facciamoci portare i cocktails in camera. Penso che sia un’idea migliore, ci penso io alla chiusura lampo”.

A Long Time Ago - Jim Crocew

12 War Movie
The Leopard: “It’s all Giancarlo’s fault. He is the painter and he is responsible. Why did he decide to put me in this painting? I was so happy in Africa. All these people are so relaxed; one is reading the newspaper while the other two are flirting. What am I doing here? I have no intention to go to the movie. If I start to get hungry, which one should I start with?”.
12 War Movie
Il leopardo: “È tutta colpa di Giancarlo, il pittore, e lui deve prendersi tutte le responsabilità. Ma perché gli è venuto in mente di mettermi in questo quadro? Stavo così bene in Africa. Questi signori sono tutti tranquilli. Chi legge il giornale e chi si scambia paroline d’amore. Ed io che faccio? Non ho nessuna intenzione di andare al cinema. Io comincio ad aver fame, con chi comincio?”.


13 The Railways Man
Nocturnal thoughts of the solitary railways man: “And I continue, like every other dark night, to walk along the deserted rails. I check with the help of my light that everything is in place, no distortions or obstacles. Then the train will come, I will hear his whistle from far away and its puffs while approaching and passing by me and I will always remain here, in the dark night, alone”.
13 Il Ferroviere
Meditazione notturne del ferroviere
solitario:
“E io continuo, come in ogni notte buia, a camminare lungo i binari deserti. Con l’aiuto della mia lampada controllo che tutto sia a posto, che non ci siano deformazioni ed ostacoli, poi arriverà il treno. Sentirò il suo fischio da lontano e i suoi sbuffi da vicino, quando mi passerà accanto. Il treno andrà lontano, ed io rimarrò sempre qui nella notte buia, solo”.


14 Sweet Vacations
(On board of the flying saucer)
“I continue to go around with this old and out of fashion flying saucer, how can I hope to pick up a beautiful girl and invite her on board? She would like to cruise around in a cabriolet, latest model, better if yellow, with a couch seat so she can slide next to me, then I can drive with only one hand, slowly. All that is impossible in a flying saucer, to many buttons and little switches!”.
14 Dolce Vacanza
(a bordo del disco volante)
“Io continuo ad andare in giro con questo disco volante fuori moda, ma come faccio a rimorchiare una bella ragazza, ma come faccio a convincerla a salire? Lei vorrebbe fare un giro in una cabriolet ultimo modello, magari gialla, col sedile a divano cosi può scivolare e venire accanto a me, ed io posso guidare con una mano sola, lentamente. Tutto questo è impossibile con un disco volante, troppi bottoni e levette!”.


15 Fortunate Arrivals and Departures
“I was hoping to have a secret and intimate rendezvous. And now what do I do? I do not like that flying saucer which continues to go around and around, and then there is this threatening Batman! Now I will call her, I will tell her to go out from the back door and we will look for another place”.
15 Fortunati Arrivi e Partenze
“Ed io che speravo in un rendez-vous intimo e discreto. Quel disco volante che continua a girare non mi piace. E poi c’è anche Batman minaccioso! Ora la chiamo, le chiederò di uscire dalla porta posteriore, e andremo a cercare un altro posto”.
J’ai rendez-vous avec vous- Georges Brassens


ELENCO OPERE
YTI⅃AƎЯ # 1
“Ricordi ai bordi di una piscina”, 2022 Acrilico su tela Jiuta cm 200x200
YTI⅃AƎЯ # 2
“Ieri come oggi”, 2022 Acrilico su tela Jiuta cm 130x200
YTI⅃AƎЯ # 3
“Una sera al bar”, 2022 Acrilico su tela Jiuta cm 140x200
YTI⅃AƎЯ # 4
“La cura”, 2022 Acrilico su tela Jiuta cm 140x200
YTI⅃AƎЯ # 5
“I Favolosi anni ’50”, 2022 Acrilico su tela Jiuta cm 140x200
YTI⅃AƎЯ # 6
“La notte del cervo bianco”, 2022 Acrilico su tela Jiuta cm 140x200
YTI⅃AƎЯ # 7
“Jayne Mansfield’s death car”, 2022 Acrilico su tela Jiuta cm 200x200
YTI⅃AƎЯ # 8
“il Funambolo”, 2022 Acrilico su tela Jiuta cm 140x200
YTI⅃AƎЯ # 9
“L’Olandese Volante”, 2022 Acrilico su tela Jiuta cm 200x200
YTI⅃AƎЯ # 10 “Avvistamento alla John Deer”, 2022 Acrilico su tela Jiuta cm 200x200
YTI⅃AƎЯ # 11 “Dickens Bar”, 2022 Acrilico su tela Jiuta cm 180x180
YTI⅃AƎЯ # 12 “War Movie”, 2022 Acrilico su tela Jiuta cm 200x200
YTI⅃AƎЯ # 13 “Il Ferroviere”, 2022 Acrilico su tela Jiuta cm 200x130
YTI⅃AƎЯ # 14 “Dolce Vacanza”, 2022 Acrilico su tela Jiuta cm 180x200
YTI⅃AƎЯ # 15 “Fortunati Arrivi e Partenze”, 2022 Acrilico su tela Jiuta cm 200x200
ELENCO MOSTRE
Di seguito si riporta una cronologia ragionata della sua vita e del suo lavoro d’artista precisando che non riporta tutte le mostre, ma solo le più importanti.
1960
Riceve, giovanissimo, riconoscimenti a premi di pittura a Cesena e al “Romano Brazzi” di Marina di Ravenna.
1972
Tiene la sua prima mostra personale alla Galleria Sire di Faenza. Viene poi scelto a rappresentare, unico giovane di un gruppo di dodici pittori, la provincia di Ravenna per la mostra del gemellaggio con Rijeka.
1976
Espone alla Galleria Sire di Faenza. Esce in novembre un testo Claudio Spadoni che scrive di Post-Pop riguardo al linguaggio dell’artista.
1986
Partecipa ai Premi Internazionali della Ceramica di Faenza e Gualdo Tadino. Espone alla galleria De 20 a Vaxio in Svezia.
1987
Partecipa alla II Triennale Mondiale della Ceramica di Zagabria.
Partecipa con successo per la prima volta all’Arte Fiera di Bologna.
1988
Premiato al Concorso Internazionale della Ceramica di Vallauris.
Personale alla Galleria Selearte. È presente nella Collettiva Tecné, alla Libreria Nanni di Bologna. In questo anno scrive di lui Marcello Venturoli.
1989
Partecipa al Premio Suzzara, curato allora dal meglio della critica italiana, e alla Biennale della Ceramica di Faenza. È anche nella collettiva Eppur si muove Palazzo Pretorio di Sansepolcro e allo Smaland Museum di Vaxio, Svezia.
Personale alla Galleria Ken’s Art di Firenze, curata da Giuliano Serafini. Scrive dell’artista A. Dragone sulla “Stampa.
1990
La sua città natale, Faenza, gli dedica una personale alla Galleria Comunale che riassume e fa il punto del lavoro degli anni Ottanta con un cospicuo numero di opere. Ne scrive Cristina Vignoli. Partecipa a Scarperentola una collettiva ideata da Samuele Mazza che girerà diverse capitali europee ed extraeuropee.
1991
Installazione de “L’opera al Nero”, Galleria Fluxia, Chiavari.
1992
Personale alla Galleria “Il Gianicolo”, Perugia, con Catalogo di presentazione a cura di Giuliano Serafini e alla Galleria “l’Idioma” di Ascoli Piceno.
1993
Personale al Salone della Ceramica Del Novecento di Faenza, presentato dalla galleria Ken’s Art di Firenze. Partecipazione alla mostra all’aperto “Terre Liberate” a Monteroni d’Arbia, presentata dalla Galleria Gagliardi di San Gimignano, a cura di Giancarlo Boiani.
1994
Partecipazione a diverse manifestazioni organizzate dal gruppo “Mano d’Opera” di Firenze. Partecipazione alla Manifestazione Glass and Art, esposizione nazionale di opere pittoriche e scultoree realizzate sui vasi prodotti dalle vetrerie Valdarnesi.
1995
Personale Lontano da Itaca a cura di Susanna Ragionieri alla Galleria Contemporanea di Arezzo. Partecipa a Arezzo 95, collettiva delle ultime generazioni di artisti aretini, curata da Michele Loffredo e introdotta da Enrico Crispolti.
1996
La sua città di adozione, Sansepolcro, gli dedica una grande antologica negli spazi della ex Chiesa di San Giovanni dove anticamente si trovava il Battesimo di Piero della Francesca, intitolata Percorsi 1976-1996.
Partecipa alla collettiva Ricerca e follia creativa nell’arte, organizzata dalla Galleria il Gianicolo di Perugia. L’artista viene indicato come il preferito dei lettori della rivista “Quadri e Sculture” tra quelli proposti a rappresentare le tendenze attuali nell’arte italiana a Palazzo Barberini di Roma.
1997
Partecipa alle rassegne di Art Convention nel cui ambito le gallerie italiane associate ad Altamarea inaugurano presso le loro sedi contemporaneamente e con un catalogo comune la mostra degli artisti. Frequenta la scena artistica parigina dove sarà a lungo presente. Espone così alla Galleria G.N.G. a Saint-Germain. Al Festival di Spoleto è presente con la Galleria Jonnart.
1998
Con la Galleria Navona 42 di Roma partecipa a “Colori su Fonopoli”, in collaborazione con Renato Zero. Tiene una personale alla Galleria Cigarini di Ginevra. Appassionato del “libro d’artista”, del quale è anche raffinato collezionista, espone questi suoi lavori alla mostra internazionale itinerante “Original Book”. Viene nominato membro della “Jurat de Saint-Emillion”, a Saint-Emillion, e contestualmente vengono presentate sue opere negli spazi del Museo della Ceramica, il quale ne acquista alcune.
2000
Mostra “Lo specchio che fugge” al Teatro Valle di Roma, organizzata dalla Galleria “Navona 42”. Mostra: “Bestiari immaginari” a Roma (libreria Bibi). Seguono in questo anno altre partecipazioni a mostre a New York, Londra, Parigi, Vienna, Gent, Strasburgo, Ginevra, Düsseldorf, Milano, Roma, Bologna, Firenze, Perugia, Bari.
2001
Esce per le edizioni de Il Gianicolo Centro d’Arte la monografia dedicata all’artista dal titolo Dipinti, sculture e tecniche miste. Un mondo incantato tra musica e magia con saggio critico di Emidio De Albentiis.
2003 Esce la monografia Montuschi-Dipinti 1975-2003, con testimonianze di E. De Albentiis e di M. Venturoli.
2004
Partecipa alla mostra organizzata dalla Galleria La loggia di Sansepolcro Il Novecento fra epoche, ipotesi e provocazioni, curata da Giovanni Faccenda e introdotta da Vittorio Sgarbi.
2005
Invitato dalla Repubblica del Costa Rica a partecipare alla 51° Biennale di Venezia nel padiglione dell’Istituto Italo-Latino-Americano. Iniziativa promossa dal Museo di Arte Contemporanea Italiana in America e dall’Istituto Italo-Latino Americano di Roma. Per l’occasione è stato pubblicato un catalogo dell’artista con brani di testi critici di Giuliano Serafini. Realizza un bozzetto per la scatola speciale del panettone Le Tre Marie, uno dei numerosi esempi di applicazione all’industria e all’artigianato del suo lavoro artistico.
2006
È presente in una quindicina fra mostre e fiere in Italia e all’estero. Fra queste, la mostra curata dall’Istituto Italiano di Cultura della Finlandia e dal Circolo
degli italiani in Finlandia a Leppavaara. A Insbruck la Galleria Contemporart lo presenta a “10 Art internationale Messe”. L’Ipost- Poste italiane, su proposta della Galleria Navona 42, lo sceglie come artista dell’anno affidandogli la realizzazione dell’immagine per tutta la comunicazione.
2007
Viene scelto come testimonial del 2° Festival nazionale dell’autobiografia di Anghiari. In questo anno partecipa a una decine di mostre e fiere, fra queste Hangzhou, West Lake, in Cina con Artour e alla Galleria Excalibur di Solcio di Lesa.
2008
Collabora con Riccardo Lorenzi al Calendario Ingram.
2009
Personale a Pesaro nella prestigiosa sede dell’ AlexanderMuseumPalaceHotel. Viene invitato al concorso Arte Limen di Vibo Valenzia aggiudicandosi poi un premio prestigioso.
2010
Viene scelto come artista per la realizzazione del drappo in contesa per la storica disfida del Palio della Balestra della città di Sansepolcro.
2011
Viene invitato a presentare la sua esperienza d’artista ai: Racconti di Arte Contemporanea - Ciclo di incontri con gli artisti, con una introduzione di Marcello Duranti, al Museo civico di Sansepolcro.
2012
Viene invitato al Secondo festival internazionale dell’Arte, Ambasciata della repubblica Iraq al Vaticano, Roma.
2013
Viene invitato alla mostra “Permanenze - Appunti di
viaggio e di paesaggio in Turchia” spazio espositivo dell’Ufficio Cultura e Informazioni dell’Ambasciata di Turchia a Roma - curata da Angelo Andriuolo.
2014 Giancarlo Montuschi espone alla David Leonardis Gallery Chicago USA. Donazione di un opera al MACIST Museo D’Arte Contemporanea Internazionale - Biella.
2015
Montuschi realizza il Palio della Carriera per il comune di Carpineto Romano, Montuschi tra i pittori protagonisti 2015, invitati da un comitato di critici d’arte, con la consulenza della Casa d’Aste MeetingArt di Vercelli alla Manifestazione Nazionale “La Modella per l’Arte” a Stresa, Hotel Villa Carlotta di Belgirate sul Lago Maggiore.
2016
Montuschi viene invitato a Rivisondoli (AQ) ad essere il testimonial dell’anno per la manifestazione Il Presepe Rivisondoli, viene acquisita un opera per il Museo del Presepe della città, partecipa ad “Un+Uno” Centre International D’Art Contemporain, Carros (Nice) FR, partecipa a: “I Colori del Rock” - Ameno (No) museo Tornielli.
2017
Personale “Pulps Stories” al Museo Michelangiolesco di Caprese Michelangelo (AR), Montuschi è invitato al progetto “Il Giardino degli Alberi di Natale” dell’evento Mima On Ice a Milano Marittima, Montuschi partecipa a Caserta alla “Biennale d’Arte Contemporanea del Belvedere di San Leucio.
2018
Montuschi è invitato a “Ognuno Il Suo Stile- L’Arte e le sue forme” Rio De Janeiro - Centro Cultural Correios, Personale “Semplice-Mente Pop all’Historiale di Cassino, è invitato al progetto “Il Giardino degli Alberi di Natale” dell’evento Mima On Ice a Milano Marittima.
2019
Montuschi con il collettivo di cui fa parte “La Fabbrica Dei Sogni” a “Sogni senza Confini” Complesso Monumentale di San Severo al Pendino Napoli e nel contempo viene editato il libro/catalogo Fiction Painting sulle sue ultime serie pittoriche a cura di Francesca Bogliolo.
2020
Collettiva “Arte nel Palazzo” Palazzo Mezzacapo - Maiori Collettiva “Di Luci e Colori” Catania Art Gallery Catania.
2021
Viene editato il suo libro/catalogo AstroPop a cura di Luca Beatrice. Partecipa a salone del mobile di Milano nello stand dell’Aston Martin Partecipazione a: Diabolik alla Mole Antonelliana di Torino, a cura di Luca Beatrice, Domenico De Gaetano e Luigi Mascheroni.
2022
Personale “Happiness” Montevarchi palazzo del Podestà a cura di Maria Giovanna Cutini Cesenatico “Tra sogno e realtà” Dall’Olio, Montuschi e Sansavini a cura di Francesca Caldari. Partecipa alla collettiva di Natale della galleria Piero della Francesca di Arezzo.
2023
Personale YTI⅃AƎЯ galleria di Arte contemporanea al Mu.Vi. di Viadana.
Giancarlo Montuschi nasce a Faenza nel 1952 e la sua carriera artistica inizia quando è ancora giovanissimo. Toscano d’adozione (vive e lavora ad Anghiari dal 1976), Montuschi ha al suo attivo numerose mostre in Italia e all’Estero. Nel suo lavoro si percepisce il contatto diretto con la Pop Art respirata negli anni ‘70 e il legame con la ceramica di Faenza, città che gli ha dato i natali. Della ceramica nel suo lavoro trapela la nostalgia del colore per il tipo di impasto e per le tonalità timbriche. La pittura lo conquista con il mondo delle favole, dei bestiari medievali e poi con le saghe dei fumetti, in particolare quella di Flash Gordon. Il blu è un colore a lui caro e le figure blu asessuate di Magi dal cappello conico in comunicazione col macrocosmo stellato, campeggiano nelle sue opere come un marchio di fabbrica e ricorrono in tutta la sua produzione. Oggi, con la serie Astro-Pop, in un paesaggio contemporaneo mutuato dal cinema americano si fondono elementi che provengono dall’immaginario di ispirazione fantascientifica degli anni ’30 e ’40. I differenti esiti a cui è approdato nel corso della sua cinquantennale vicenda artistica, sono oggi una vera, autentica, grande ricchezza.


Giancarlo Montuschi was born in Faenza in 1952 and his artistic career began when he was still very young. Tuscan by adoption (he has lived and worked in Anghiari since 1976), Montuschi has to his credit numerous exhibitions in Italy and abroad. In his work we perceive the direct contact with the Pop Art breathed in the 70s and the link with the ceramics of Faenza, the city that gave him birth. In his work, the nostalgia for color transpires from ceramics due to the type of mixture and the timbre tones. Painting conquers him with the world of fairy tales, medieval bestiaries and then with the sagas of comics, in particular that of Flash Gordon. Blue is a color dear to him and the asexual blue figures of the Magi with a conical hat in communication with the starry macrocosm stand out in his works as a trademark and recur throughout his production. Today, with the Astro-Pop series, a contemporary landscape borrowed from American cinema blends elements that come from the science fiction-inspired imagery of the 1930s and 1940s. The different outcomes to which he has arrived in the course of his fifty-year artistic career are today a true, authentic, great wealth.
Fausto Braganti è nato a Sansepolcro. La sua curiosità lo ha portato in giro per il mondo fin quando si è fermato a Marblehead lungo la costa atlantica a nord di Boston, USA. Poi ci ha ripensato ed è ritornato in Europa per buona parte dell’anno, vivendo a Tuchan in Languedoc ai piedi dei Pirenei. Ha lavorato nell’industria del turismo ed ama scrivere, si autodefinisce uno “Scrittore Volante”.
Fausto Braganti was born in Sansepolcro. His curiosity brought him around the world until he stopped in Marblehead on the Atlantic coast, north of Boston, USA. Then, he had an afterthought and went back to Europe. He now lives a good part of the year at the foot of the Pyrenees in Tuchan, Languedoc. He worked in the tourist industry and loves to write; he describes himself as a “Flying Writer”.
Pubblicato in occasione della mostra Giancarlo Montuschi YTI⅃AƎЯ 21 gennaio - 4 marzo 2023 Galleria di Arte contemporanea Mu.Vi. Viadana Italia
15 microstorie di: Fausto Braganti Testo critico: Luca Beatrice Introduzione: Paolo Conti
Progetto grafico: Giancarlo Montuschi
Ringraziamenti: Fausto Braganti Tanya Braganti Magda Garulli Pascale Quéval
Crediti fotografici:
@Riccardo Lorenzi @Elisa Nocentini
Finito di stampare nel gennaio 2023 presso Arti Grafiche Castello Viadana (MN)
