Ottobre 2020 - Paesi Etnei Oggi

SPECIALE ELEZIONI TUTTI I COMUNI AL VOTO Ottobre 2020 Anno XXVI - n° 285 | Free press

Fondato da Carmelo Pitrolino

VIOLENZA DI GENERE BUON COMPLEANNO, LALLA!

MESSAGGIO AUTOGESTITO

SAN GIOVANNI LA PUNTA Elezioni comunali 4 e 5 ottobre 2020

L A L I S TA D I GIUSEPPE TOSCANO

UNA FORZA CHIAMATA PROSPETTIVE PUNTESI

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MESSAGGIO PROMOZIONALE

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peopagine SPECIALE ELEZIONI TUTTI I COMUNI AL VOTO Ottobre 2020 Anno XXVI - n° 285 | Free press

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Fondato da Carmelo Pitrolino

Sport 22 Identità etnea Sport 26 Isidoro Mascali.

Il discobolo Musica 32 Laura vive in me

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Speciale elezioni 38 La mappa dei comuni al voto

VIOLENZA DI GENERE BUON COMPLEANNO, LALLA!

Cover 52 Il fascino della diversità

_38 Rubriche 13 Il direttore 61 Blowindow di Isidoro Pennisi

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62 Letto, riletto, recensito di Salvatore Massimo Fazio

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Paesi Etnei Oggi Free Press Ottobre 2020 - Anno XXVI / n. 285

Registrazione Tribunale di Catania N. 7/95 del 22/03/1995 Redazione Via Principato di Monaco, snc - 95030 Gravina di Catania Tel./Fax 095 396136 - Mobile. 340 6091442 334 924 3912 Distaccamento acese-jonico Via Nicolò Tommaseo, 61 - 95014 Giarre Mobile. 340 6080612 www.paesietneioggi.it redazione@paesietneioggi.it - paesietneioggi@pec.it Paesi Etnei Oggi è organo del

Numero chiuso il 17/09/2020 Direttore Responsabile Fernando Massimo Adonia Collaborano Roberta Fuschi, Nunzio Condorelli Caff, Agata Amantia, Desirée Miranda, Carmelo Di Mauro, Thea Giacobbe, Michele Milazzo, Melania Tanteri, Roberto Quartarone, Isidoro Pennisi, Santi Zappalà, Laura Distefano, Francesca Santangelo, Marco Pitrella, Francesco Ricca, Antonio Giovanni Pesce, Salvo Giuffrida, Salvatore Massimo Fazio, Santo Privitera Foto di copertina Francesca Santangelo In collaborazione con:

Forniture ospedaliere - Sicilia

EDITORE Andrea Pitrolino Mail. editore@paesietneioggi.it Resp. Pubbliche Relazioni Giovanni Leotta Mobile. 340 6080612 Pubblicità Mobile. 348 7904214 commerciale@paesietneioggi.it

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IL DIRETTORE

di Fernando Massimo Adonia / fernandomadonia@gmail.com @fernandomadonia / meridianista

LA GRANDE ASSENZA AL FEMMINILE

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osa c’è di più anti-convenzionale che esprimere un concetto universale con il gergo dialettale? Bedde, sì. Perché «Belle» svuoterebbe un’idea.

Una volta, la professoressa d’Italiano mi disse che noi siciliani abbiamo l’obbligo di leggere Nedda (il verghiano Nedda) alla siciliana: bloccando la lingua sul palato, senza poggiarla in alcun modo sui denti. Una lezione pregna di sentimento, che ci autorizzava e ci autorizza a prendere una licenza colta superando ogni complesso d’inferiorità. Un passo probabilmente oltre il consentito, ma nella giusta direzione di una verità sostanziale. Quella cioè che ogni sapere si dipana nella dizione che gli è propria.

Ma la questione su cui volevamo soffermarci non riguarda né la fonetica, né la linguistica. E francamente neanche Armina, la modella dalla bellezza unconventional scelta da Gucci per spaccare in due il mondo dei social. Quel viso ci ha offerto un’opportunità, quella di poter tornare a parlare «dell’altra metà del cielo». Le donne, cioè. Non però come un oggetto (da usare o contemplare).

Ma in un’altra direzione, totalmente opposta. Vogliamo portare all’evidenza dei lettori un fatto che col tempo diventa sempre più imbarazzante. Guardate a questa tornata elettorale: benché sia un voto amministrativo e quindi limitato a singoli territori, la presenza in rosa resta al limite.

A onor del vero, su questo nodo il Movimento 5 stelle va controcorrente, tant’è che i suoi candidati sindaco sono quasi tutti donna. Dalla candidatura all’elezione, però, ci vuole tant’altro. Dai blocchi tradizionali, invece, poca roba. La presenza maschile è quasi sempre totalizzante, invasiva e traboccante. Un giorno forse le cose cambieranno. Intanto però c’è da riflettere sul momento attuale. Chi vi scrive non crede che le donne siano migliori degli uomini. Ma neanche il contrario.

Il genere non determina il talento. Che se c’è ed è degnamente coltivato produce risultati. Porre la questione di genere, oggi, segnala semmai l’incapacità dei gruppi dirigenti locali di procedere verso un sostanziale rinnovamento. Questa è la vera questione,

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Foto di Francesca Santangelo quella più urgente. Forse siamo pessimisti. Al netto delle solite mosche bianche, pare che la politica sia ridotta a esclusivo calcolo numerico, dove la forma è svuotata assieme alla sostanza.

Troppe gaffe, balletti e teatrini (talvolta imbarazzanti) ci hanno accompagnato verso la presentazione delle liste. Senza avere la sfera di cristallo, vincerà quasi sicuramente chi ha i muscoli più grossi. Affinché ci sia buona politica serve però dell’altro e quell’altro lo si deve cercare con il lanternino.

Torniamo alla storia di copertina. Francesca Santangelo ha scovato cinque storie al femminile (tutte etnee) che hanno qualcosa da dirci. Qualcosa che va oltre i canoni standardizzati a cui siamo abituati, ma che hanno tutto il sapore della femminilità. Senza se e senza ma.

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MESSAGGIO AUTOGESTITO

CITTÀ FUTURA

CITTÀ FUTURA

ELEZIONI DEL SINDACO E DEL CONSIGLIO COMUNALE PEDARA - 4 / 5 OTTOBRE 2020

FRANCESCO

LAUDANI Con l’impegno e la disponibilità di sempre

MESSAGGIO AUTOGESTITO

Mi sono sempre dedicato, con tanto impegno e dedizione alla mia cara Cittadina prima in qualità di consigliere comunale, dopo da consigliere provinciale nonché da assessore e vice sindaco grazie sempre ai Vostri numerosissimi attestati di fiducia. Fin da giovanissimo ho aderito al progetto civico che ebbe inizio con Saretto Pulvirenti e Pippo Pappalardo fino ad arrivare oggi a Alfio Cristaudo; un gruppo omogeneo caratterizzato da sempre da un forte senso civico che, al di fuori delle varie appartenenze politiche, ha sempre messo al primo posto Pedara e i Pedaresi e non i partiti.

Mi conoscete bene ho sempre messo al primo posto Pedara, conoscete la mia instancabile passione, il mio impegno e la mia grande disponibilità. Con la franchezza di sempre. Per Pedara ViviPedara.

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leali alla scuola

ulla scuola si fa un gran parlare.

Di tanto in tanto è giusto chiedersi perché si facciano certe cose. Perché compriamo il pane? La risposta può essere scontata, e tanto lo è, che la domanda rimane in mente un istante, per poi scomparire. Eppure, destare la coscienza e tornare a scegliere di fare qualcosa, o soltanto giustificarla con le solite ragioni, è sottrarre al logorio della ritualità l’azione, che rischia di diventare gesto se ripetuta meccanicamente. E come tutti i gesti – soprattutto i gestacci – inconsulto.

Quando si parla di scuola, però, la prima sensazione che si prova è che sarebbe sconcio discuterne l’utilità, perché quest’ultima categoria, l’utilità, è roba da rigattieri, che provano a cavarne qualcosa dalle cianfrusaglie che la gente dismette.

L’utilità che pensiamo di ricavarne da un’azione ci dice chi siamo e cosa vogliamo, e dunque di utilità della Scuola si può parlare. Tranne poi dover dar conto del signore che si vuole servire.

In Italia se ne discute per la sua utilità di parcheggio sociale, e questo già ci qualifica: non sappiamo dove mandare i pargoli, e li mandiamo a scuola. Ci fosse un altro posto, forse le tante polemiche che hanno visto coinvolta la ministro Azzolina e il governo non ci sarebbero state. Questa utilità ci dice che cosa siamo diventati in cinquant’anni di riformismo scolastico continuo, e purtroppo non serviranno i banchi, anche quelli con le rotelle, a cambiare la situazione.

Davanti a questo spirito di corpo, davanti a questa prova di lealtà alla nazione, non possono che apparire offensive le polemiche sui docenti ‘fragili’.

Ma, per dritto o per rovescio, di scuola si torna a parlare, ed è un bene. Comunque. È ormai, per molti versi, il luogo primario in cui avviene la socializzazione, quel processo in cui i piccoli vengono ‘educati’, cioè interiorizzano le regole, anche quelle non esplicite e senza coercizione ma attraverso l’esempio e la riflessione. Ed è l’unica istituzione che, con abnegazione, ha provato a colmare in poco tempo le proprie deficienze strutturali per salvare il salvabile durante la quarantena. L’Inps andava in panne, l’Istituto Superiore di Sanità non sempre dimostrava di aver chiaro quello che stava accadendo, i ministri si dimostravano confusi e il presidente del Consiglio, dopo le prime smaglianti apparizioni, piangeva in diretta televisiva. L’opposizione, poi, era un apri e chiudi di opinioni sulla chiusura generalizzata. In questo ‘8 settembre’ della nostra generazione – evidentemente ogni generazione di italiani deve conoscere, se non ‘la morte della Patria’, almeno il crollo dello Stato – in cui siamo passati da uno spritz ai Navigli al ‘rompete le righe e si salvi chi può’, la scuola, dopo appena cinque giorni, è ripartita. Un mese dopo, la Scuola ha riunito attorno a sé l’80% dei suoi figli, seppur in modalità

di Antonio G. Pesce

telematica, e il restante lo ha in gran parte raggiunto, anche se non con regolarità, e non certo per suoi demeriti.

Davanti a questo spirito di corpo, davanti a questa prova di lealtà alla nazione, non possono che apparire offensive le polemiche sui docenti ‘fragili’.

Sì, è preferibile essere un muratore sessantasettenne su un’impalatura ma in buona salute, che non un cinquantino malato di cancro in didattica a distanza.

Ed ora, in classi che sono tuguri, entrerà il corpo docente più anziano e più sottopagato d’Europa, per svolgere un lavoro senza quelle distanze, che agli altri lavoratori italiani, del settore pubblico come del privato, devono essere almeno formalmente garantite.

C’è da ripartire, e i docenti non si stanno tirando indietro. Ora che la nostra civiltà crolla sotto i pugni della più barbara violenza, interpretata con un tweet di routine da qualche influencer al soldo dei propri followers, c’è ancora bisogno di Omero, di Platone, di Aristotele, di Padre Dante e di Shakespeare. C’è ancora bisogno di tramandare la curiosità che muove verso lo studio dell’infinitesimamente piccolo e grande. C’è ancora bisogno di cantare di quell’«Amor che move il sole e l’altre stelle». Lo chiedono Francesco, Antonietta, Aurora, Paola, Rita e gli altri studenti che, in una banco a rotelle o senza, stanno attendendo una strada, una tradizione che possa rispondere all’esigenza di verità delle loro esistenze.

MESSAGGIO PROMOZIONALE

Cari Mascalesi, la Mascali che oggi si presenta al nostro cospetto è una città rimasta ferma agli anni ’80, un territorio che non ha fatto alcun progresso infrastrutturale, sociale e turistico. La politica ha la responsabilità di non aver saputo guardare avanti, programmando il futuro con azioni precise e volte a consegnare alle generazioni future una città migliore. Oggi, senza torcicollo, abbiamo la necessità vitale di gettare il cuore oltre l’ostacolo, immaginando la Mascali dei prossimi anni a venire, con un respiro ampio, senza avere la paura di pensare che Mascali possa stare al fianco dei maggiori poli turistici e culturali della Sicilia. Bisogna porre le condizioni per creare nuove opportunità di lavoro per i mascalesi, dando anche l’opportunità di fare impresa a chi vorrà venire ad investire sul nostro territorio. Dobbiamo valorizzare la nostra storia, la nostra cultura, dobbiamo curare le infrastrutture esistenti e crearne di nuove; dobbiamo migliorare i servizi essenziali. Per fare tutto questo non basterà la volontà di pochi, servirà un’alleanza di tutte le forze sane della città, sapendo che saranno necessari lavoro, sudore e sacrifici, in una cornice temporale di almeno dieci anni. Due lustri per recuperare decenni di ritardi e omissioni, ma tutto ciò sarà possibile, insieme, con “Amore per Mascali”. E Fratelli d’Italia.

Alberto Cardillo

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MESSAGGIO AUTOGESTITO

L’ O P I N I O N E

Niente ponte, niente tunnel “Faremo il teletrasporto”

di Salvo Fleres

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rmai la notizia appare certa: il ponte sullo stretto di Messina, se dovesse continuare a governare l’attuale maggioranza “giallorossa”, che c’entra con Roma, ma non con la Roma, non si farà. Tuttalpiù si studierà il modo per realizzare un tunnel, ma non si sa ancora se si tratterà di un tunnel poggiato sul fondo del mare, se sarà sospeso sott’acqua, né è noto se sarà foriero di tanti problemi come il tunnel carpale.

Nel caso in cui si scegliesse la seconda opzione si costituirà una commissione composta da alcune centinaia di esperti, per stabilire a quanti metri di profondità dovrà essere realizzato per non disturbare le fughe d’amore del famoso pesce spada, lo stesso divenuto noto nel mondo grazie alla canzone di Domenico Modugno. Gli atti della commissione, ovviamente, saranno secretati.

Per la verità ci sarebbe anche un’altra opzione che riguarderebbe la creazione di un ponte di navi, come quelli costruiti dagli antichi romani. Per la messa in cantiere dell’opera pare che verrebbero utilizzati tutti i traghetti delle compagnie, pubbliche e private, in atto in servizio sullo stretto, compresi i loro equipaggi, ai quali verrebbe riconosciuto uno speciale reddito di galleggiamento.

Purtroppo, però, le notizie non sono finite. Secondo il Ministro delle infrastrutture, sì, quella che ha sostituito Toninelli in gran parte delle barzellette sul ponte e sulle autostrade, la questione che bisognerà dirimere sul piano politico riguarda la Elezioni del sindaco e del consiglio comunale TREMESTIERI ETNEO - 4/5 OTTOBRE 2020

realizzazione di una corsia aggiuntiva da utilizzare come pista ciclabile.

La questione pare che impegnerà una delle prossime riunioni del Consiglio dei Ministri, anche perché si dovrà sciogliere il nodo monopattini e skateboard, i cui costruttori non hanno nessuna intenzione di farsi fregare dai produttori di biciclette e dichiarano di essere pronti alla battaglia.

Il destino del ponte, però, non sta impegnando soltanto la maggioranza, ma anche l’opposizione, che da sempre è stata favorevole alla realizzazione di questa importantissima infrastruttura. Alcuni anni addietro, proprio per annunciare l’avvio dell’opera, a Roma, si tenne un importantissimo convegno presentato da Pippo Baudo, il quale pare non ne voglia sentire di rifare la stessa cosa con il tunnel.

Anche il Papa vorrebbe dire la sua e cambiare la famosa frase “abbattiamo i muri e costruiamo i ponti” con la più attuale e ruffiana “abbattiamo i ponti e costruiamo i tunnel”, ma deve fare i conti con la Conferenza Episcopale, che manifesta dissenso.

I ben informati, però, sono sicuri che, fra qualche mese, quando saranno prossime le elezioni nazionali, a risolvere la questione ed a mettere tutti d’accordo sarà sempre il vecchio Silvio Berlusconi, con una delle sue trovate migliori: niente ponte e niente tunnel, uniremo la Sicilia all’Europa attraverso il teletrasporto. E lui, com’è noto, di teletrasmissioni se ne intende tantissimo.

PIERO COSENTINO 58 anni, sposato con 2 figli, residente da 37 anni. Un’esperienza politica lunga 22 anni, ricoprendo più volte il ruolo di consigliere comunale e assessore. Negli ultimi 5 anni, Piero vede in Alessandra, la persona giusta con la quale poter intraprendere un percorso politico amministrativo, volto al beneficio della comunità tremestierese.

MESSAGGIO AUTOGESTITO

ALESSANDRA CUGNO si è distinta in ambito sociale a sostegno dei più deboli, contribuendo a fornire soluzioni, mentre Piero Cosentino in qualità di Presidente della Commissione ai lavori pubblici, ha espletato con celerità tutte le proposte di deliberazione di consiglio relative ai lavori pubblici, permettendo così il buon andamento della macchina amministrativa.

SCRIVI ALESSANDRA

CUGNO

SCRIVI PIERO

COSENTINO

Si vota scrivendo i COGNOMI dei candidati CUGNO e COSENTINO e barrando il simbolo FRATELLI D'ITALIA

SANTI RANDO SINDACO

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Molti si chiederanno perché votarli?

Perché sono stati bravi, insieme a tutta l'amministrazione Rando sono riusciti a risanare quasi tutti i debiti del Comune e contano di uscire dal Piano di riequilibrio già nel 2021, così da poter avere la piena autonomia. Piero e Alessandra insieme decidono, ancora una volta, di unire le loro grandi potenzialità “Equilibrio e Saggezza". Grazie ai vostri consensi permetterete ad entrambi di continuare il loro cammino per rendere Tremestieri ancora più vivibile.

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PER LA PREVENZIONE

EMBOLIA POLMONARE DALLA DIAGNOSI ALLA TERAPIA Parla l’esperto

L’embolia polmonare è una condizione medica relativamente frequente nella pratica clinica (presenta un’incidenza mondiale stimata di circa 39-115 casi/100.000 pazienti e colpisce con maggior frequenza la popolazione di età > 45 anni), con cui sia il medico ospedaliero che il medico sul territorio si confrontano quotidianamente. La conoscenza degli strumenti diagnostici a disposizione e dei percorsi clinico-terapeutici dei pazienti affetti da questa condizione, permette di affrontare e trattare con tempismo una patologia dai risvolti clinici imprevedibili.

PROF. ANTONIO BASILE

DIRETTORE DELLA SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE IN RADIOLOGIA UNIVERSITÀ DI CATANIA

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on Embolia Polmonare (EP) si indica una patologia vascolare caratterizzata dall’ostruzione, acuta, ricorrente o cronica, completa o parziale, di uno o più rami dell’arteria polmonare da parte di emboli di varia natura (trombotica, gassosa, tumorale, grassosa) provenienti principalmente dalla circolazione venosa sistemica. Qualora tale ostruzione sia causata da un trombo viene definita più precisamente con il termine di Trombo-Embolia Polmonare (TEP). La causa più frequente di embolia polmonare è il trombo-embolismo venoso, clinicamente identificato con la trombosi venosa profonda degli arti inferiori.

Tra le condizioni predisponenti l’insorgenza della patologia vi sono fattori di rischio cardiovascolare (obesità, fumo di sigaretta, ipertensione arteriosa), patologie della coagulazione, tumori, traumi, l’immobilizzazione per periodi di media-lunga durata (pazienti allettati, post-chirurgia maggiore). La sintomatologia d’esordio è aspecifica e si caratterizza per l’insorgenza acuta di dispnea (80% dei casi), dolore toracico, tosse, episodi sincopali od emottisi e di segni clinici come tachicardia (60%) e tachipnea (50%). La valutazione clinica combinata con l’analisi dei fattori di rischio determinano la probabilità pre-test di riscontro di embolia polmonare.

Tale valutazione si avvale sia di strumenti diagnostici – l’esecuzione di un ECG per escludere altre cause di dolore toracio,

l’Rx torace, il dosaggio dei livelli di D-dimero - che di score probabilistici -lo score di Wells e lo score di Ginevra semplificato valutano una serie di parametri clinico-anamnestici che permettono di stabilire la probabilità clinica che il paziente sia affetto da embolia polmonare.

Tra gli esami strumentali a disposizione del medico, l’Angio-TC (ossia una TC con mezzo di contrasto iodato) rappresenta il Gold Standard diagnostico in quanto consente in tempi brevi la valutazione dell’anatomia del circolo polmonare, permette l’esatta localizzazione del trombo e del vaso ostruito, riconosce i segni di sovraccarico cardiaco destro ed identifica l’eventuale presenza di embolia polmonare massiva.

L’ecocardiografia permette di valutare i segni di disfunzione e sovraccarico pressorio del ventricolo destro ed inoltre rappresenta la metodica di prima scelta in pazienti emodinamicamente instabili in cui non sia possibile eseguire l’Angio-TC. Lo studio ecocolordoppler degli arti inferiori identifica la patologia trombo-embolica venosa, la più frequente causa di embolia polmonare.

La valutazione della gravità dell’embolia polmonare e la stratificazione del rischio di mortalità a 30 giorni sono parametri di fondamentale importanza in quanto orientano il management terapeutico. In tal senso Il Pulmonary Embolism Severity Index (PESI) e il PESI score semplificato rappresentano dei sistemi a punteggio che, tramite la valutazione di parametri

clinico-laboratoristici, stratificano i pazienti in basso, intermedio, ed alto rischio di mortalità a 30 giorni.

Il trattamento dei pazienti affetti da embolia polmonare prevede misure generali di supporto (ossigeno-terapia) e la terapia farmacologica anticoagulante (NAO, EBPM, fondaparinux, eparina non frazionata). In pazienti ad alto rischio le tecniche di riperfusione si avvalgono della terapia trombolitica sistemica (se l’esordio dei sintomi < 48h), e della trombectomia chirurgica o endovascolare. Il trattamento endovascolare, eseguito principalmente dal radiologo interventista, rappresenta l’ultima frontiera del trattamento dell’embolia polmonare e consente, mediante un approccio mini-invasivo, di superare le controindicazioni e i rischi connessi ad una chirurgia maggiore e di diminuire i costi ed i tempi di ricovero dei pazienti.

Si fonda sull’utilizzo di sistemi coassiali di cateteri e micro-cateteri che, tramite un accesso vascolare venoso, permette l’aspirazione e/o la frammentazione meccanica del trombo. Infine il posizionamento per via percutanea di filtri cavali è indicato in pazienti con controindicazione assoluta alla terapia anticoagulante o in caso di embolia polmonare ricorrente nonostante adeguata terapia antitrombotica.

Prof. Antonio Basile Direttore della Scuola di Specializzazione in Radiologia Università di Catania

Embolia polmonare massiva dell’arteria polmonare destra (freccia bianca) in paziente con segni di scompenso cardiaco destro, dolore toracico e dispnea. Angio-TC con protocollo embolia per lo studio dei vasi del circolo polmonare.

A. Immagine assiale.

B. Ricostruzione multiplanare (MPR) coronale.

A. Embolia polmonare acuta in paziente con rapida insorgenza di dispnea, tachicardia e tachipnea. Lo studio TC con somministrazione di mezzo di contrasto iodato ha dimostrato la presenza di un trombo a livello dell’arteria polmonare destra (freccia piena).

B. Trombo-Embolia polmonare massiva dell’arteria polmonare sinistra con estensione del trombo “a cavaliere” (freccia vuota) tra le diramazioni vascolari segmentarie per il lobo superiore sinistro e per il lobo inferiore sinistro.

Catetere tromboaspiratore meccanico per il trattamento della rimozione dei trombi nell’embolia polmonare.

musica

calc

IDENTITÃ&#x20AC; ETNEA 22

cio L

’abito fa il monaco, quando si tratta di sport. Una maglia con certi colori, dalla fantasia fedele all’originale, definisce un popolo, una tifoseria, una squadra in cui riconoscersi. È così che nel 1929 si decise che l’undici di calcio di Catania dovesse indossare un completino dai colori rossazzurri: maglia azzurra e fascia orizzontale rossa. E nel 1946, alla fondazione del Calcio Catania, era d’obbligo riprenderla, perché ormai in quel simbolo s’identificavano i supporter che, dopo la guerra, volevano tornare a vincere ed esultare al Cibali.

Se si parte da queste premesse, è facile capire perché “Il rosso, l’azzurro. Catania, 90 anni di una maglia” (112 pagine, scritto da Buemi, Fontanelli, Quartarone, Russo e Solarino per Geo Edizioni, 15€) susciti la curiosità del tifoso etneo. Come si è

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evoluto l’abbigliamento sul prato dello stadio di piazza Spedini? Che c’entra il verde? È da daltonici dire che negli anni novanta i giocatori erano quasi in tenuta rossoblù e oggi sembra che vestano il rosso celeste?

A fine agosto, è stata organizzata la prima presentazione del volume, scritto dagli autori di “Tutto il Catania minuto per minuto”, che non hanno mai smesso di lavorare insieme dieci anni dopo la pubblicazione dell’enciclopedia della storia del calcio catanese. Il direttore di “Paesi Etnei Oggi” Fernando Adonia è stato moderatore dell’evento, bilanciando alcuni interventi “istituzionali” con quelli dei quattro autori presenti.

Ad aprire i lavori è stato il presidente dell’ente Parco dell’Etna, Carlo Caputo, accompagnato da Andrea Cerra, già assessore alla Cultura del comune di

Una maglia con certi colori, dalla fantasia fedele all’originale, definisce un popolo, una tifoseria, una squadra in cui riconoscersi.

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Linguaglossa. Maurizio Pellegrino è stato l’ospite d’onore: il direttore dell’area sportiva del Catania non solo ha risposto alle domande, ma anche ha rimarcato le linee guida di Sigi, la Spa che ha salvato la società calcistica da sicuro fallimento.

«Viviamo in una città complicata – ha spiegato –. Abbiamo fatto un percorso pazzesco per salvare la squadra. C’è stato un momento in cui ho pensato d’essermi messo in qualcosa più grande di me. Alcuni imprenditori erano spaventatissimi. Ma ci siamo dati forza e fiducia. Dal comitato alla Spa, abbiamo fatto l’impresa di vincere il bando e iscriverci alla C. Ma tutto questo non è bastato a sensibilizzare il territorio che è ancora diffidente verso chi ha cercato di fare. Basta che arrivi un americano che dice di voler fare Catania grande… quasi la città gli consegna le chiavi. Se non iniziamo ad avere forme d’appartenenza, conoscendo la storia, è finito tutto prima d’iniziare. Lotterò affinché il territorio mostri potenzialità sportive, gestionali e imprenditoriali».

Questa è l’attualità, ma in un’oretta, davanti a un’attenta platea, c’è spazio per parlare d’altro. Uno degli autori, Alessandro Russo richiama alla memoria la figura di Angelo

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Massimino, suo nonno, ricordando anche il periodo di Pellegrino in rossazzurro, tra il CND e la C2. «Era un calcio a cui si dava importanza ad altre cose, rispetto ad oggi. Il calcio si è sviluppato oggi perdendo di vista l’unità d’intenti, il senso d’appartenenza», ricorda ancora l’ex centrocampista. Filippo Solarino ricostruisce come si è passati dai colori della città a quelli della società sportiva catanese, compreso il verde di Sant’Agata. A lui si lega il professore di Storia contemporanea Tino Vittorio azzarda l’idea che i colori rosso e azzurro provengano dal Bologna rossoblù di Leandro Arpinati, il presidente del Coni che dette l’impulso per la nascita della squadra unica di Catania nel ’29. Antonio Buemi invita il direttore Pellegrino a fare una scelta oculata nella scelta delle maglie, per evitare gli errori del passato. Roberto Quartarone, invece, parla più in generale del lavoro del gruppo degli storici catanesi dello sport che si è occupato finora di una decina di pubblicazioni che spaziano da calcio maschile, biografie, pallacanestro e calcio femminile. L’ obiettivo è quello di creare sempre di più un senso di comunità sportiva catanese, che ha delle eccellenze che vanno valorizzate.

L’ obiettivo è quello di creare sempre di più un senso di comunità sportiva catanese, che ha delle eccellenze che vanno valorizzate.

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SPORT

ISIDORO MASCALI IL DISCOBOLO UNA PASSIONE DI FAMIGLIA, IDEE CHIARE, UN RECORD DA BATTERE E LA VOGLIA DI EMERGERE NEL LANCIO DEL DISCO DELL’ATLETA DEL CUS CATANIA di Roberto Quartarone

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l lancio del disco è la disciplina d’atletica più plastica, tanto che duemila e cinquecento anni fa il greco Mirone immortalò il discobolo realizzandone una famosa scultura. Oggi, sono rimasti in pochi in Sicilia a “danzare” con quest’attrezzo: giù di gambe, allungare il braccio, caricare girando su se stessi e lanciare quanto più lontano è possibile.

Con le mani imbiancate dal magnesio, Isidoro Mascali ripete queste gestualità da quando aveva 10 anni, quando suo nonno gli mise in mano il primo disco.

Da allora ha fatto strada. 49,94 metri è il suo record, non così distante dalle prestazioni di Adolfo Consolini, che fu il primo grande campione italiano di questa specialità (oro alle Olimpiadi del ’48 con 52,78), ma ben lontano da Jürgen Schult: 74,08, massimo stabilito nel 1986. Il catanese ha anche conosciuto il recordman, quando ha vestito la maglia Azzurra Under-20, nel 2017. Era a Halle, in Germania, per il triangolare contro i padroni di casa e la Francia. Oggi, ai recenti campionati assoluti di Padova è passato dal 13º posto al 9º posto; inoltre è

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attualmente il secondo miglior Under-23 in Italia. Tuttavia, fa un po’ paura che invece sia l’unico catanese a praticarlo a livello agonistico.

PASSIONE DI FAMIGLIA Una mattina di fine estate, Isidoro Mascali si allena al campo scuola di Picanello; Etna alle spalle, verde spelacchiato del campo davanti a sé. Di solito, lo seguono i prof.

Giuseppe Di Stefano e Federico Apolloni; oggi al suo fianco c’è… Isidoro Mascali, il nonno, che a fine anni ’50 piazzò il record italiano juniores, mentre giocava anche in Serie A di rugby con l’Amatori. Anche il padre Dario dà un’occhiata; lui invece è l’ultimo lanciatore del giavellotto attivo a

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Catania. Con una famiglia così alle spalle, Isidoro jr aveva la strada segnata.

«Ho un difetto: non sono un uomo squadra, non tollero l’errore altrui – ammette l’atleta, idee chiare, schietto e sorridente –. Quando ho iniziato a fare atletica, mio padre mi ha quindi consigliato di prenderla sul serio. Mi disse: “Entri in pedana tu.

Se vai bene, è merito tuo. Se vai male, è colpa tua!” Così ho voluto provare e sono arrivati discreti risultati. Mi ha seguito mio nonno il primo anno e ho conquistato subito l’accesso ai campionati nazionali Under-15, rappresentando la Sicilia. Sono arrivato quarto con 41,50 m, che per l’età è una discreta misura. Mi confronto sempre con la storia. Mio nonno era una leggenda,

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SPORT

«Ho un difetto: non sono un uomo squadra, non tollero l’errore altrui .

Quando ho iniziato a fare atletica, mio padre mi ha quindi consigliato di prenderla sul serio» l’uomo da battere. È bello tornare in pedana e vincere!»

ASSE PALERMO-CATANIA Isidoro vive a San Giovanni la Punta, si allena tra Cittadella e Picanello, a due passi da dove vive Isidoro senior, ma ha vissuto un biennio a Palermo, dove ha studiato e gareggiato per il Centro Universitario. «Sono andato lì proprio per l’atletica – ricorda “Dodo” –. Mi davano vitto e alloggio, mi allenava il prof.

Nicola Siracusa. Lì sono arrivate delle belle soddisfazioni, con i record regionali Under-18 e Under-20. Sono arrivato vicino alla qualificazione per i Mondiali di Cali, sono stato vicecampione italiano junior e allievi e campione italiano ai giochi studenteschi. A parità d’età, mio nonno però ha vinto di più!»

Nel capoluogo regionale, Mascali ha avuto la possibilità di confrontarsi con una realtà molto organizzata, che partecipava anche alle competizioni nazionali individuali e a squadre con molti altri atleti. «Ho provato sia Cus Palermo che Catania ed entrambi

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sono poli eccellenti – spiega –. Trovare qualcosa del genere al sud è una rarità. Mi sono trovato benissimo a Palermo, mi sto trovando altrettanto bene a Catania, dove c’è la palestra nuova e il campo d’atletica rigenerato. Per chi deve fare atletica al sud è una perla! Avere libertà è impagabile. Ci vorrebbe qualche sponsor a sostenerci. La società però non ci fa mancare niente e chi vuole fare atletica non può trovare di meglio che il Cus, dove le strutture sono perfette».

CAMPIONATI E PROSPETTIVE Gli allenamenti per il lancio del disco sono completi, con tanta palestra, tanto lavoro per le braccia e le gambe, ma per guardare avanti c’è bisogno anche di altro. Isidoro senior entrò nell’aviazione e a Roma poté continuare a fare sport. Il nipote studia Scienze motorie e ha intenzione di costruirsi un futuro solido. «Per diventare un atleta professionista – spiega – bisogna dimostrarlo sul campo, con costanza, ma l’unico modo è entrare nelle forze armate.

Studio e comportamento sono comunque

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valori che mi hanno trasmesso in famiglia e fondamentali per me».

Mascali è reduce dai campionati assoluti d’atletica, in cui ha chiuso nono, e a fine settembre parteciperà alle finali nazionali Under-23 a Grosseto. «Partivo 13º e agli assoluti c’è sempre un imprevisto – racconta –. Tutti puntano a migliorarsi! Io mi sono mantenuto sulle misure standard, magari non eccellenti, ma sono soddisfatto per il miglioramento nei lanci e per la tenuta di gara. L’obiettivo per i campionati U-23 è abbattere il muro dei 50 metri. Mi mancano solo 6 centimetri!»

Il problema grosso però è il ricambio generazionale. «Sono l’unico a Catania che partecipa alle gare – si rammarica –. Ci sono i “master” del professore Di Stefano, ma non ci sono giovani atleti e nemmeno tecnici nei lanci. Ciò che manca nei lanci è la scuola, dovunque. In Sicilia siamo in 12 atleti in tutto di questa specialità!

Spero che se si avvicinerà qualcun altro più avanti, potrò diventare io un buon maestro e trasmettere questa mia passione».

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MESSAGGIO AUTOGESTITO

Chi mi conosce sa quanto per me l’impegno politico sia pari a quello sociale. Basti pensare che ho vissuto l’infanzia, tra l’oratorio salesiano e la parrocchia di S. Caterina e che tutt’oggi la mia formazione è fortemente legata all’ Azione Cattolica, associazione che mi ha accolto da giovanissimo e all’interno della quale ho ricoperto ruoli regionali e nazionali. Un percorso di vita che mi vede ancora oggi in prima linea verso le coppie e le famiglie nella parrocchia e nei seminari e laboratori inerenti la politica intesa come servizio.

Credo infatti fortemente nel concetto della politica al servizio della gente e ho trasferito tale impegno in tutti i ruoli politici al momento ricoperti per il Comune di Pedara: componente della Commissione Edilizia, consigliere, vice presidente e presidente del Consiglio, assessore. La mia formazione culturale e la laurea in Architettura mi spingono a vedere il bello delle cose, sviluppare l’amore per la storia ed il connubio armonico tra passato e contemporaneità. Nasce quindi dalla mia storia politica la voglia di scommettermi per il ruolo di primo cittadino: carica che intendo ricoprire mettendomi al servizio di tutti con l’idea di raggiungere principi di unità, solidarietà e conseguire effetti durevoli. Desidero essere un sindaco prudente ed equilibrato per la gestione quotidiana della cosa pubblica ma nello stesso tempo aperto alle risorse strumentali ed umane.

Vivi Pedara è la mia squadra unita, forte, che ha in sé l’energia dei giovani, la voglia del cambiamento di gente che si scommette per la prima volta al mio fianco e l’impegno di coloro che con l’esperienza sapranno valutare ciò che va modificato e ciò che serve per il rilancio.

Credo nel mio paese, so dire no quando serve, e ho dimostrato negli anni di non essere attaccato a nessuna poltrona. Essere legato ad un progetto politico, non vuol dire non essere liberi. La libertà sta nella coerenza delle scelte.

Nessuno ha la presunzione di dire che alcune scelte vanno riviste, che non sono stati commessi errori, chi non ne fa, e nessuno di noi certamente ha la presunzione di sentirsi infallibile.

Anzi, dirò di più, siamo pronti a ripartire proprio dalle cose che vanno riviste. Ed è per questo che siamo qui tutti insieme per dimostrare che la saggezza non è quella che smorza gli entusiasmi, che la grandezza di un gruppo non sta nell’omologazione di toni e personalità, ma nella consapevolezza che insieme ci completiamo. E soprattutto siamo qui per condividere con voi una squadra che non ha deciso di fare il proprio programma politico su logiche personali, ma sulle vostre richieste.

Grazie infatti ai tavoli programmatici messi a punto con Pedara Lab, - dove si sono confrontanti cittadini, amministratori, imprenditori, artigiani, commercianti, esponenti delle associazioni locali, docenti -, abbiamo un quadro chiaro delle esigenze della gente.

Tra i punti del nostro programma ovviamente in testa ci sarà il completamento dell’azione di risanamento già avviata da questo gruppo in questi anni; La messa in sicurezza del territorio attraverso una maggiore sinergia con le Forze dell’ Ordine e le associazioni di volontariato, con cui valuteremo azioni a supporto della viabilità e sicurezza nelle scuole; Avvieremo una pulizia in tutto il paese da nord a sud senza differenziazioni di aree o zone, attivandoci con il Parco dell’Etna e la forestale per supportare azioni mirate - come le videotrappole - al fine di sanzionare i responsabili delle micro discariche ed incendi dolosi; Sul fronte Strade e viabilità sappiamo bene che servono azioni mirate e ci adopereremo per ottenere fondi ad essi dedicati; Non mancherà l’attenzione alla storia del nostro territorio attraverso il supporto alla tradizione e al ripristino di iniziative che diventeranno appuntamenti fissi e pubblicizzati attraverso tour operator e stampa. Il tutto insieme alla promozione delle feste e tradizioni popolari - folkloristiche, come i carri mariani; Un ‘occhio particolare intendiamo offrirlo alle istituzioni scolastiche in prima linea per fronteggiare le problematiche legate al Covid, e agli studenti con appositi servizi e stage sul bene comune e la formazione civica; Ci attiveremo subito anche per trovare finanziamenti atti al recupero delle strutture sportive che sono da sempre punto aggregativo e salvezza per tanti ragazzi tolti dalla strada.

L’esperienza di condivisione di Pedara Lab e la bellezza del confronto diventerà un punto stabile del nostro lavoro. Che intendiamo ripetere ogni anno. Il nostro programma dunque non è altro che la sintesi delle vostre richieste, e dei vostri suggerimenti , e per noi è il punto di partenza per rilanciare Pedara. Vi chiediamo di dare fiducia alle vostre stesse speranze. Vi chiediamo di offrirci l’opportunità di essere la vostra voce e di avere fiducia nella mia storia personale.

Il 4 e 5 ottobre diventate con noi i protagonisti del rilancio di Pedara.

Alfio Cristaudo

Laudani Leonardo

Bonaccorsi Salvatore

Cavallaro Alessandra

Dal 2010 che siamo a disposizione della cittadina di Pedara. Molte cose abbiamo fatto per rendere grande questo paese. Abbiamo passato bellissimi momenti e momenti difficili ma sempre li abbiamo affrontati con responsabilità verso al nostra collettività. Adesso siamo pronti rimetterci a disposizione per la grandezza del nostro paese, per la grandezza di Pedara.

Riconnettere noi comunità con quel senso di appartenenza che per troppo tempo si è spenta.

Parte da qui la mia decisione di ricandidarmi.

Un entusiasmo riacceso grazie alla candidatura di Alfio Cristaudo, che ha la dote dell’ascolto. La mia candidatura si basa anche sul rilancio ed il recupero di alcuni aspetti: il decoro del centro storico, delle periferie, e il rilancio delle nostre tradizioni religiose folkloristiche.

Ho deciso di candidarmi nella lista Vivi Pedara, a sostegno di Alfio Cristaudo sindaco, perché oltre ad essere molto legata al mio paese credo fortemente nel valore delle persone. Nonostante la mia giovane età, ho voluto assumere questo impegno e sono pronta a mettere a disposizione tutte le mie competenze, la mia trasparenza e il mio impegno al servizio di questa comunità.

Chisari Maria

Un buon amministratore è colui che tratta i suoi concittadini come protagonisti della vita pubblica e nel nostro slogan “Vivi pedata candidato sindaco Alfio Cristaudo”, si parte con questo chiaro indirizzo, partecipazione, condivisione e coerenza. Credo che la politica debba costruire ponti di collegamento tra realtà, persone e necessità diverse e che debba sfruttare le potenzialità che un territorio può esprimere per afre questo.

Consoli Giuseppe

La partecipazione, la condivisione, la consapevolezza sono insite nel nostro slogan: “vivi Pedara”.

Orgogliosi della nostra storia, della nostra cultura, delle nostre tradizioni abbiamo esteso l’invito soprattutto a chi ha scelto volontariamente di vivere a Pedara, perché si possa sentire, vivendola, protagonista nella comunità, tutta la comunità, da nord a sud, tra vecchi e nuovi cittadini. E’ un obiettivo arduo, ma le sfide ci appassionano.

Consoli Marina

L’esperienza maturata è stata per me non solo entusiasmante ma soprattutto produttiva!

Ho cercato di dare il massimo organizzando eventi culturali, avviando un programma dedicato ai bambini in biblioteca, proponendo svariate attività extrascolastiche per contribuire, cosi’, alla formazione dei nostri giovani. Ho deciso di sostenere la candidatura di Alfio Cristaudo, con la consapevolezza di poter dare ancora di più.

Consoli Marisa

Ho scelto di sostenere l’unica nuova proposta a sindaco di Alfio Cristaudo e un programma popolare nato da un confronto diretto e aperto con la cittadinanza. Scendere in campo per me vuol dire essere parte attiva della comunità e non critica e sterile, creare soluzioni concrete e mettere in pratica idee costruttive che mirano allo sviluppo economico del territorio.

De Luca Agnese

Laudani Francesco

Laudani Mario

Mazzella Carmelo

Mi sono sempre dedicato alla mia cara Cittadina prima in qualità di Consigliere comunale, dopo da consigliere provinciale, da Assessore e ViceSindaco.

Fin da giovanissimo ho aderito al progetto civico che ebbe inizio con Saretto Pulvirenti e Pippo Pappalardo fino ad arrivare oggi a Alfio Cristaudo; un gruppo omogeneo con un forte senso civico che, al di fuori delle appartenenze politiche, ha messo al primo posto Pedara e i Pedaresi e non i partiti.

Con Alfio Cristaudo abbiamo condiviso un bel percorso. La gente ora chiede fatti, la risoluzione delle piccole cose: strade pultie, maggiore attenzione ai giovanni e agli studenti, risanamento delle case comunali. Abbiamo presso un impegno con i pedaresi e non possiamo sbagliare. Dimostriamo loro che la fiducia in noi e ben riposta.

Il nostro gruppo è la naturale evoluzione del lavoro quotidiano di persone che si sono espese ogni giorno per la nostra comunità. Tanti obiettivi sono stati raggiunti, molti altri sono rimasti insoluti dobbiamo supportare il commercio, rivalutare il turismo e riscoprire Pedara come paese del Etna. Abbiamo tanta voglia di fare e non ci fermeremo viva Pedara, vivi Pedara.

Pappalardo Domenico

Delle tre proposte politiche in campo la nostra è certamente la più credibile e la più qualificata e quella che, verosimilmente, sarà chiamata ad amministrare nel prossimo quinquennio. Sono consapevole che la fiducia che la Comunità pedarese a breve ci conferirà dovrà essere ricambiata con un impegno tangibile e risultati visibili giorno dopo giorno, perché sarebbe grave un ulteriore fallimento.

Petralia Laura

La passione per l’arte mi ha guidata alla realizzazione di diversi progetti volti alla promozione e alla divulgazione della cultura artistica. Oggi, vorrei mettere la mia esperienza al servizio delle risorse culturali del nostro paese convinta che nella cultura risieda la vera possibilità di costruzione di un senso comune. La medesima intenzione progettuale l’ho vista nell’idea politica di Alfio Cristaudo.

Scirè Domenico

“Lu me paisi é na cosa rara, lu me paisi si chiama Pidara” ho scelto questa frase per consolidare e confermare come io sia legato a questo paese.

Molti di voi hanno avuto modo di valutare il mio operato, la mia coerenza e soprattutto la lealtà nei vostri confronti. Spero vivamente che Pedara possa rifiorire come merita e in questo ognuno di noi ha un ruolo fondamentalmente, il bene di un paese si vede nell’unione e nella collaborazione.

Desiderio mettere a disposizione del mio paese i miei 15 anni di esperienza di Consigliere e di uomo sul territorio 24h su 24h . Il mio obiettivo è quello di avere una sola Pedara... Basta più periferie abbandonate!!! Le piccole cose fanno le grandi cose”.

Corsaro Salvatore

La mia candidatura scaturisce dal profondo legame di appartenenza con la comunità pedarese. Il mio apporto in tal senso è incentrato su un campo in cui ogni giorno opero, ovvero la sfera sociale, in modo particolare all’ascolto dei bisogni delle classi più indigenti. Ho visto la possibilità di poter condividere la mia visione di cittadinanza attiva supportando la candidatura di Alfio Cristaudo e di tutto il gruppo ViviPedara.

Disponibilità impegno onestà trasparenza e metterci sempre la faccia sia quando le cose vanno bene ma sopratutto quando vanno male.

Torrisi Salvatore

musica

LAURA VIVE IN ME Foto e testi di Francesca Santangelo

“I

18 anni sono una festa importante: un evento da organizzare, il vestito da scegliere. Tutte cose che avremmo dovuto fare insieme”. Giovanna Zizzo, mamma di Laura, affronta un altro compleanno senza la sua bambina, il giorno che l’avrebbe resa maggiorenne.

“La festa di Laura” nasce con lo scopo di farle il regalo più bello, la realizzazione del suo sogno. Laura amava gli animali, voleva fare la veterinaria e prendersene cura. La presentazione dell’associazione “Laura vive in me. Il suo sogno nei miei occhi” è

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il primo passo, che partirà da una raccolta fondi, i quali verranno donati a privati che si occupano di animali e necessitano di aiuto per la loro cura ed il mantenimento.

Insieme ai volontari, il sogno di Laura sarà portato avanti.

“Avevo l’idea di realizzare qualcosa per Laura - spiega Giovanna Zizzo ma non avevo la forza di affrontarla.

Fortunatamente sono circondata da tante persone che mi vogliono bene e che tengono a lei ed il progetto è proseguito, grazie anche a Mario Nicotra.

Ci siamo conosciuti dopo la morte di Laura e a lei ha dedicato il nome della

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musica

sede dell’associazione di Acibonaccorsi FRATES Lauretta. Abbiamo fatto un cammino insieme per la sensibilizzazione verso le donazioni di sangue”.

“Un conto è festeggiare un compleanno ad una persona fisica, un altro a chi non c’è più. È stata dura da metabolizzare ma da un’idea all’altra il progetto è andato avanti.

- racconta Mario Nicotra, presidente dell’associazione Frates Lauretta - Nel giorno del suo 18esimo compleanno ricorderemo Laura muovendo i primi passi per la realizzazione del suo sogno”.

Moltissimi gli artisti presenti durante la serata, che a titolo gratuito hanno aderito

all’iniziativa. Ad esibirsi anche la scuola di ballo “Ballet studio” di Serena e Mariella Cavalli.

“Per noi la danza rappresenta un mezzo di comunicazione molto forte. Un movimento, insieme alla musica, potrebbe esprimere ciò che mille parole a volte non riescono a fare - spiega Serena Cavalli, direttrice della scuola - Una delle nostre coreografie lancia un messaggio chiaro: chi ama la vita non muore mai, vive nel ricordo degli altri. Le persone che ci hanno lasciato qualcosa, echeggiano per sempre in noi.”

Ancora una volta il messaggio sociale ha

il fine di sensibilizzare gli altri al dialogo.

“Quando c’è un problema, l’importante è parlarne, per fermarsi un po’ prima, per non arrivare troppo tardi”.

“Un conto è festeggiare un compleanno ad una persona fisica, un altro a chi non c’è più. È stata dura da metabolizzare”.

Elezioni del sindaco e del consiglio comunale TREMESTIERI ETNEO - 4/5 OTTOBRE 2020

Scrivi

ROSSELLA

Scrivi

BENEDETTO

ROMANO MUNZONE

LA FORZA DEI FATTI IL VALORE DELLE IDEE SANT I R AND O SIND AC O

MESSAGGIO AUTOGESTITO

Si vota scrivendo i COGNOMI dei candidati MUNZONE e ROMANO e barrando il simbolo TREMESTIERI VIVA

MESSAGGIO AUTOGESTITO

SPECIALE ELEZIONI

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BALLOTTAGGIO 2015

SAN GIOVANNI LA PUNTA

SANTO TROVATO

NINO BELLIA

Trovato sindaco Unione di centro - Udc Si cambia Puntesi liberi La destra puntese

Onda | Il futuro siamo noi | Messina per San Giovanni La Punta | Punta in alto | Fare | Prospettive puntesi | La punta più bella di sempre | San Giovanni La Punta Più | Famiglia puntese | San Giovanni La Punta protagonista

GIUSY RANNONE Movimento cinque stelle Puntesi in movimento

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PRIMO TURNO 2015

LORENZO SEMINERIO Lega - Salvini Sicilia Fratelli d’Italia Punta e Trappeto

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SPECIALE ELEZIONI

BALLOTTAGGIO 2015

BRONTE

GRAZIANO CALANNA

PINO FIRRARELLO

Coraggio e libertà Partito democratico Bronte uniti al centro Italia viva Guardiamo avanti ancora

Progetto Bronte Giovani per Bronte Uniti per Bronte lista Leanza Amo Bronte lista civica Riparte Bronte Tutti noi Forza Italia Berlusconi

VALERIA FRANCO

GIUSEPPE GULLOTTA

Movimento cinque stelle

Fare Bronte Progetto civico Attiva Sicilia Orgoglio Brontese Giuseppe Gullotta sindaco

ELEZIONI 2015

MILO

ALFIO COSENTINO Uniti per Milo

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PRIMO TURNO 2015

GIUSEPPE MESSINA Milo in comune

BALLOTTAGGIO 2015

TREMESTIERI ETNEO

SANTI RANDO Fratelli d’Italia per Tremestieri Movimento forza Tremestieri Tremestieri viva Andiamo avanti Tremestieri Tremestieri protagonista Tremestieri in primo piano Migliora Tremestieri Volare per Tremestieri

SIMONA PULVIRENTI Movimento cinque stelle

PRIMO TURNO 2015

SANTO NICOSIA Santo Nicosia sindaco

ELEZIONI 2018

SAN PIETRO CLARENZA

Giuseppe Bandieramonte Orazio Borgia

GAETANO ANGEMI

VINCENZO SANTONOCITO

Per San Pietro Clarenza

San Pietro Clarenza al 1°posto

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3.235

82,44

689

17,56

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SPECIALE ELEZIONI

ELEZIONI 2013

TRECASTAGNI

PIPPO MESSINA

MAURETTA FINOCCHIARO

Insieme per Trecastagni

Trecastagni città futura

RAFFAELE TROVATO

CONCETTA AMBRA

Riparte Trecastagni

Movimento cinque stelle

2.518

41,70

Pippo Messina

1.647

27,27

Edmondo Pappalardo

1.628

26,96

Alfio Cavallaro

155

2,57

Maria Rocco

91

1,51

ELEZIONI 2015

MASCALI

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Giovanni Barbagallo

GIUSEPPE CARDILLO

LUIGI MESSINA

Amore per Mascali

Per Mascali

ELEZIONI 2015

PEDARA

ALFIO CRISTAUDO Vivi Pedara

ANTONIO FALLICA Pedara libera

NUCCIO TROPI Movimento cinque stelle

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SAN GIOVANNI LA PUNTA ELEZIONI AMMINISTRATIVE 4/5 OTTOBRE 2020

MESSAGGIO AUTOGESTITO

musica

ELEZIONI AMMINISTRATIVE BRONTE - 4/5 OTTOBRE 2020

VINCENZO

SANFILIPPO

MESSAGGIO AUTOGESTITO

«IO AMO BRONTE» Molti di voi mi conoscono perché oltre a dirigere il Patronato 50&Più ubicato ormai da anni in via Cristoforo Colombo, punto di riferimento di tantissime famiglie brontesi, ho avuto l'onore e il piacere di svolgere il ruolo di amministratore e consigliere comunale nella nostra amatissima Bronte. Quando mesi addietro per un solo attimo pensai che la mia esperienza amministrativa si fosse conclusa, molti dei miei amici e lo stesso senatore Firrarello, mi hanno stimolato a riproporre la mia candidatura in seno al consiglio comunale, è per questo che ancora una volta, come nel novembre del 1994, quando per la prima volta fui candidato al consiglio comunale, con lo stesso spirito di 26 anni fa, torno in campo con la passione di allora, per rimettere in gioco la mia persona insieme agli amici che compongono la nostra lista.

Un atto dovuto nei confronti del mio paese, con l’intento di far nascere un vero e proprio laboratorio di idee che in poco tempo riesca a tramutarsi in fatti concreti. Idee, proposte e fatti che per me, come allora, saranno le colonne portanti di questa mia campagna elettorale con Pino Firrarello sindaco».

Vincenzo Sanfilippo

LE MIE PROPOSTE PER UNA BRONTE PIÙ VIVIBILE

ORDINE E SICUREZZA

«La vita in un contesto urbano come Bronte è diventata insopportabile ed invivibile, la qualità della nostra vita si è ridotta a causa delle scarse soluzioni adottate in questi anni: asfalto mal ridotto e in alcuni tratti inesistente e lunghe code di veicoli spesso costretti ad interminabili sensi unici alternati. Il PUT contiene delle soluzioni che adattate al più presto potrebbero dare ampio respiro soprattutto al centro urbano. Oggi più che mai Bronte necessità di una rivoluzione del centro storico, vedasi piano di recupero, Social and Tourist House, zona a traffico limitato e centro commerciale naturale. Siamo nel 2020 e come ogni campagna elettorale si ripropone lo stesso tema, siamo convinti infatti che attraverso un forte patto pubblico/privato per il centro storico possa diventare argomento principale della prossima amministrazione comunale. "Social and Tourist House", un cantiere a cielo aperto per rifare il nostro centro storico, noi ci crediamo e lo riproponiamo al nostro candidato sindaco».

ACQUA

«Tutti ricordiamo l'estate infuocata del 2002 quando l'acqua non scorreva dai rubinetti. Finalmente nel 2003 arrivò il secondo pozzo Musa, grazie alla perseveranza del sottoscritto e della disponibilità del compianto Lazzaro Carmelo. Bronte deve necessariamente lavorare per la realizzazione del terzo pozzo Musa, le vasche di compensazione ed eliminare il sollevamento “Colla” che costa alla nostra comunità migliaia di euro di energia elettrica. Mi stupisce come in questi ultimi anni qualcuno non se ne sia reso conto».

RANDAGISMO

«In dieci anni sono stati spesi migliaia di euro per questo fenomeno, ma alla fine i fatti raccontano spesso del malcostume di qualcuno di gestire il proprio cane, spesso in giro per le vie del nostro paese senza museruola (per i cani di grossa taglia) e di fastidiosissime deiezioni lungo i marciapiedi. Bisogna riprendere il nostro progetto che risale all’anno 2007.

La realizzazione della “Casa di Pluto” un canile comprensoriale che possa servire i comuni tra il parco dell’Etna e dei Nebrodi. Si potrebbero così risparmiare decine di migliaia di euro. Regole certe per tutti (ordinanze sindacali precise e puntuali) e luoghi pubblici per i bisogni dei nostri affezionati animali. Questi sono alcune semplici iniziative per la nostra città da parte del movimento Amo Bronte».

SPORT

«Ho sempre avuto una visione dello sport come un mezzo di crescita. Permette di raggiungere la maturità con piacere e divertimento se ci si dedica a uno sport sano e non basato sulla sola competizione e sul protagonismo. Per molti giovani brontesi il calcio da anni è punto di riferimento e aggregazione, pensare che il calcio, ancora una volta, nel nostro paese è a rischio estinzione causa la scarsissima presenza di sponsor sarebbe una grossa sconfitta per tutta la cittadinanza. Bisogna intervenire con forza affinché il calcio e tutti gli sport in genere siano temi principali della prossima amministrazione».

QUALITÀ AMMINISTRATIVA

LAVORO

«L'assenza di politiche del lavoro sta producendo gravi danni al tessuto sociale. L'avere appreso ancora una volta delle scelte “forzate” di alcune aziende brontesi di traslocare in altri Comuni, senza che alcun amministratore si fosse posto il problema, ci lascia sconcertati. Da un lato celebriamo ogni anno la festa del Pistacchio e poi costringiamo le nostre aziende a cercare un capannone fuori dal nostro comune?

Ancora una volta qualcuno approfitta della campagna elettorale promettendo posti di lavoro quando contestualmente alcune aziende trasferivano i loro capannoni a Cesarò e Belpasso. Un danno che in numeri conta quasi 350 posti di lavoro».

«La nostra “Amo Bronte” vuole continuare ad essere una lista ed un movimento politico che sia presente sul nostro territorio senza alcun vincolo, senza padrini ne padroni. Pensiamo che l’idea di un centrodestra moderno sia il modo migliore per portare ampio respiro a chi in questa tornata elettorale crederà in noi sposando il nostro progetto. Abbiamo vissuto questi ultimi anni nell’appiattimento più totale, bisogna tassativamente fare ripartire la nostra città con tanto amore, perché tutti desideriamo contribuire a fare Bronte migliore».

FIRRARELLO sindaco

MESSAGGIO AUTOGESTITO

ETNABOOK I

l Covid_19, il lockdown, le paure mai finite, gli eroi. ‘La metamorfosi’ è il tema dell’edizione 2020 del Festival Internazionale del Libro e della Cultura, che si terrà nella Città metropolitana di Catania. «Internazionale» incalzano quasi all’unisono Cirino Cristaldi e Salvatore Massimo Fazio, anime di questa edizione, nonché, il Cristaldi, fondatore e plasmatore dell’idea «è una parola che non può andar scritta così.

Edizioni precedenti di piccoli concorsi, rimedi coi libri piuttosto che coi farmaci, festival e altre realtà che si sviluppavano nella provincia etnea per circa sei anni. In molti c’eravamo noi, ma non ci si conosceva: dialogammo. Fare rete come si suol dire per dare vita a quello che oggi è sì, la seconda edizione, ma sarebbe globalmente la settima o ottava».

Salvatore Massimo Fazio è nostro collaboratore da oltre due anni e col suo blog ‘Letto, riletto, recensito!’ ha conquistato Paesi Etnei Oggi tanto che ogni mese in ultima pagina propone una piccola recensione a non più di 1800/2000 battute, un continuo a ritroso, che dal digitale approda al cartaceo: «Libri di autori etnei, così mi indicò il direttore, di quelli d’adozione o quelli con radici solidificate nel vasto territorio che produce cultura alle falde dell’Etna. Poi arrivò Cirino, e mi coinvolse nel progetto di Etnabook, che a dir il vero era partito da mesi, stavano cercando la struttura, un media partner locale oltre quelli che avevano. Prestai al loro servizio lo staff intero, dopo averne parlato con lo staff del blog. Ecco il mio ruolo, il mio lavoro è più marginale, continua ad essere questo. È lui che mette su tutto». Quest’anno il tema ‘La metamorfosi’ è stata annunciata a dicembre, e a marzo si anticipa una pandemia che produrrà realmente la vita come metamorfosi di tutti gli umani: «A saperlo l’avrei tolto subito. La situazione rimane preoccupante. Per quanto riguarda tutto quanto fa cultura» replica Cristaldi «se ci si attiene alle doverose misure di sicurezza con distanziamenti vari riusciremo in tutte le imprese. Il nostro calendario di ospiti quest’anno vedrà

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personaggi che la quarantena l’hanno fatta e continuano a farla e che si sono esposti dalle loro case e continuano a farlo. Colpi eccellenti sono tutti, ci piace ricordare la presenza di Antonio Caprarica, Luca Vullo, Antonina Nocera... per dire di nomi che negli aspettando Etnabook, fatti in collaborazione con la piattaforma di Massimo, già sono stati nostri ospiti. Etnabook si disloca tra il polo centrale del Palazzo della Cultura a Catania e vari Comuni come quello di Sant’Agata Li Battiati, dove l’intraprendente sindaco ha dato il là per rivoluzionare tutto sulla via della cultura. Mi piace anche ricordare gli sponsor, proprio quest’anno non sarebbe esistito Etnabook e anche l’assessore ai beni culturali del comune di Catania, Barbara Mirabella: quest’anno il festival è infatti coorganizzato col Comune etneo». Una soddisfazione per una terra che produce cultura e riesce a farne cernita tra imbecilli e giullari e gradevoli e piacevoli artisti.

Dal 25 al 27 settembre dalla mattina alla sera nel polo centrale di Catania e in tanti comuni della provincia etnea: presentazioni di libri di ospiti eccellenti, premiazione del concorso annesso ‘Cultura sotto il vulcano’, laboratori, esposizioni et alii.

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musica

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ELEZIONI AMMINISTRATIVE CONSIGLIO COMUNALE San Giovanni La Punta, 4/5 ottobre 2020

PROMOTION

Michele Gugliotta

«DA QUINDICI ANNI AL SERVIZIO DELLA BUONA POLITICA»

M

MESSAGGIO AUTOGESTITO

ichele Gugliotta, classe 49, è entrato in politica nell’anno 2005, durante la prima sindacatura del sindaco Andrea Messina, alla guida di importanti assessorati quale la Polizia Municipale ed Ufficio Commercio. Nella successiva legislatura, assume la mansione di controllo di Responsabile del Verde Pubblico in capo alla Società Multiservizi.

In ultimo con il sindaco Antonino Bellia, ha rivestito il ruolo di Assessore alla Protezione Civile, Commercio, Fiere e Mercati, Arredo Urbano e Recupero delle Periferie ed al randagismo.

«Ritengo di essermi distinto sin da subito per il mio modo di dialogare con i cittadini, con i dipendenti comunali e con i miei colleghi amministratori, sempre alla ricerca di una giusta soluzione ai problemi che mi venivano esposti.

Ed ora – continua Gugliotta - una nuova esperienza, con il sindaco Antonino Bellia.

Parlo di una nuova esperienza perché ritengo che il contributo femminile in politica sia fondamentale per ricercare soluzioni anche in alcuni settori che spesso possono essere meno conosciuti, come le problematiche legate alle famiglie, ed in particolar modo quelle più numerose e con figli piccoli, il disagio sociale nelle famiglie, spesso dovuto alle precarie condizioni economiche ed infine, ma non per ultimo in ordine di importanza, il problema dell’evasione scolastica, che è un tema molto importante per la crescita ed il benessere dell’intera comunità.

Ed ecco pertanto, e desidero pubblicamente ringraziarla, che entra in politica attiva Laura Zappalà, soprano al Teatro Massimo Bellini di Catania ed imprenditrice economica nel fiorente paese di Mascali.

La mia lealtà politica con il mio leader l’avv. Mario Brancato, noto penalista del Foro di Catania ed ideatore della lista elettorale Onda, risale oramai a più di 15 anni. Sono – incalza Gugliotta - molto legato a lui, poiché reputo la mia visione di fare politica dettata dalla coerenza, con quanto ha sempre sostenuto l’avv. Mario Brancato: fare politica soprattutto per un fine sociale, scevro alle poltrone ed ai compromessi. Ovviamente – conclude Gugliotta - saranno poi gli elettori a giudicare l’operato svolto fino ad ora ed a darci fiducia con il loro sostegno».

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Foto e testi di Francesca Santangelo

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«S KHADY GUEYE

ei grassa», «sembri anoressica», «ma mangi?», «come sei pallida», «hai la pelle scura», «testa rugena», «sembri sporca con quei tatuaggi».

Sei diversa. Così diversa da sentirti sbagliata. Inadatta. Imperfetta. Così diversa da provare disagio. Così diversa da aver paura di non essere accettata.

Ognuno di noi ha subìto nel corso della propria vita degli attacchi legati ad aspetti del proprio corpo. Si parla di Body Shaming, di cui l’avvento del web e dei social ne ha diffuso in maniera esponenziale la crescita.

Partendo con un esempio su ampia scala, recentemente è stata presa di mira per il suo aspetto, la modella Armine Harutyunyan, 23enne di origini armene. Le sopracciglie troppo folte, il naso adunco, i tratti lontani dai canoni di bellezza in vigore.

Questo è solo uno dei tantissimi casi legati alla critica esteriore. La verità è che viviamo in una società in cui l’apparire conta più dell’essere, in cui il viaggio verso la perfezione è un percorso necessario da intraprendere per essere accettati. Canoni estetici che non rispecchiano la molteplicità della gente.

Cos’è poi la perfezione? Perché limitarsi a canoni di bellezza standard, quando è proprio la diversità a rendere unici e speciali?

Cinque bellezze che vivono nel territorio etneo si sono messe in gioco: complici, diverse, uniche. Il messaggio che hanno voluto lanciare è chiaro: uno schiaffo a quella società che ci vuole stereotipati, che ci obbliga quasi a ricorrere ad ogni tipo di strumento per raggiungere la meta

Cos’è poi la perfezione?

Perché limitarsi a canoni di bellezza standard, quando è proprio la diversità a rendere unici e speciali?

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GIAELE SARANITI Ottobre 2020 - Anno XXVI / n. 285

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Lasciarsele scivolare addosso è la migliore arma contro chi spesso, senza neanche pensare tanto alle conseguenze, critica il prossimo.

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di quella perfezione propinata in ogni circostanza.

Forti e decise loro, non si sono mai fatte sopraffare dalle critiche ricevute. Lasciarsele scivolare addosso è la migliore arma contro chi spesso, senza neanche pensare tanto alle conseguenze, critica il prossimo. Affermazioni di poco gusto, dette quasi per gioco, nascondendo velati insulti dietro un’ironia che lascia poco spazio al divertimento. Cristina Gemmellaro, Khady Gueye, Giaele Saraniti, Greta Raineri e Ambra Pirri rappresentano la bellezza della diversità e ne vanno fiere.

“Sono stata testimone di questi atti nei confronti di alcune mie amiche che spesso cercavo di difendere. Provavo a dire quanto fosse sbagliato dare certi appellativi ad una ragazza ma in generale a un essere umano.

- racconta Giaele, studentessa 22enne di giurisprudenza dell’Università di Catania Vedevo nel viso delle mie amiche le lacrime agli occhi nascoste dai sorrisi finti per non dargliela vinta a chi voleva ferirle, anche se facevano male. Ho ascoltato parole di sconforto. Alcune di loro volevano cambiare per non sentire più quelle frasi spregevoli e io provavo rabbia mista a impotenza perché potevo solo abbracciarle e spiegargli che a cambiare non dovevano essere loro ma la mentalità di chi si permetteva ingiustamente di giudicare. Determinata, creativa, altruista, vorrebbe dunque rimuovere il concetto di diversità inteso in senso negativo ed abbattere ogni tipo di stereotipo sul fisico.

GRETA «Mi piace valorizzare e lavorare con la mia immagine.» Greta Raineri, 21enne catanese ha la passione per il ballo ed il mondo della moda.

Estrosa e stravagante, viene spesso giudicata per il suo vestiario ed i tatuaggi. «Non tollero l’essere criticata per il mio look, per il mio fisico prorompente o accusata di essere poco femminile per i miei tattoo. Ogni individuo deve essere valutato per ciò che ha dentro.»

La verità è che viviamo in una società in cui l’apparire conta più dell’essere, in cui il viaggio verso la perfezione è un percorso necessario da intraprendere per essere accettati.

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CRISTINA «Dai 13 ai 17 anni non sono andata al mare perché odiavo essere giudicata per il mio fisico troppo magro per gli altri.» Cristina Gemmellaro, 23enne paternese, lavora come barlady.

Caparbia è testarda, è riuscita a superare questo ostacolo, imparando a fregarsene del parere altrui.

KHADY Studentessa presso l’Accademia di Belle Arti di Catania, Khady Gueye studia grafica per la comunicazione.

Il culto del bello dunque fa parte della sua forma mentis. Sguardo profondo e modi eleganti, lavora spesso come modella. «Viviamo in una società in cui ancora si viene giudicati per il colore della pelle. Gli ultimi avvenimenti mondiali ne sono testimonianza.»

AMBRA Studentessa presso una Beauty School catanese, Ambra Pirri lavora nel mondo del Makeup, un settore che vive di estetica. «Il corpo femminile ha sempre rappresentato per l’essere umano un modello di bellezza.

Una figura armonica, le cui forme, appagano i sensi. Ogni donna, è bella a modo suo. E dietro ogni corpo c’è una storia, con una crescita personale. - il

AMBRA PIRRI

CRISTINA GEMMELLARO messaggio di Ambra - La donna che si sforza per la conoscenza e la bellezza, che si rende conto della sua elevata responsabilità, innalzerà di molto il livello intero della vita.

Il body shaming - conclude - è una piaga sociale da non sottovalutare e va debellata per sempre. Dietro c’è spesso ignoranza, inconsapevolezza e sofferenza. Non giudicare il corpo degli altri è un inizio verso l’unicità dell’individuo».

«Non tollero l’essere criticata per il mio look, per il mio fisico prorompente o accusata di essere poco femminile per i miei tattoo. Ogni individuo deve essere valutato per ciò che ha dentro.»

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musica

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BLOWINDOW

Isidoro Pennisi Opinionista de “Il Quotidiano del Sud” twitter@sognadoro23 / i.pennisi@tiscali.it

LA PANDEMIA CI HA RIVELATO LA NOSTRA DEBOLEZZA CULTURALE

L

’insorgere di una crisi sanitaria diffusa, assolutamente non nuova nella storia dell’umanità, del tutto non apicale nella graduatoria delle calamità naturali cui la storia ci ha sottoposto, ha messo tra le altre cose in luce la debolezza culturale, scientifica e organizzativa del sistema universitario globale e di quello italiano in particolare.

Una debolezza che non ha precedenti nei momenti in cui il sistema accademico e il suo personale sono stati chiamati direttamente in causa. Una debolezza che si evince, soprattutto, dalla mancanza di un piano epistemologico su cui concordare nel rilevare la natura del fenomeno e nel comporre una strategia per affrontarla. Su questo basta notare le contraddizioni, più volte manifestatesi e maturate tra gli addetti ai lavori, i competenti, gli esperti, su un fenomeno con alti livelli di oggettività, che in nome della libertà di pensiero o delle differenze di approccio alla ricerca, si è trasformato in un problema in cui è lecito avere punti di vista ben oltre il consentito o il sopportabile. Sembra del tutto evidente, che non è l’oggetto a essere diventato fonte soggettiva di deduzione ma sono i soggetti che la studiano e la spiegano a non avere alcuna struttura epistemologica comune e, quindi, a essere inaffidabili su un argomento in cui, al contrario, serve uno sforzo probatorio al momento del tutto inesistente. Se questa è la cifra generale e globale che caratterizza il sistema universitario e di ricerca, poi esiste una realtà italiana in cui si sommano anche abitudini morali non straordinarie, confluenti nell’incapacità, ormai decennale, di assunzione di responsabilità circa la comunicazione del vero o del verosimile. Il Mondo Accademico italiano, nella sua quasi interezza e con poche eccezioni, divulga le proprie idee sugli stessi strumenti di comunicazione di massa, senza distinguersi con le altre parti, ma condividendone metodi e caratteristiche, tanto da apparire simili ad altre, oppure, come in questo caso, del tutto sopra le altre. L’Università un tempo aveva la funzione di elevare la consapevolezza di una comunità, e non di confondersi con essa oppure di elevarsi sopra di essa. Era un lievito.

Al momento, sia quando è riunita intorno ad un tavolo di supporto decisionale alla politica, sia quando guida l’opinione pubblica,

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sembra una parte in causa con tutte le caratteristiche di questo ruolo, compresa la polemica, la rissa, lo scontro sguaiato. Sin dall’inizio della vicenda, pur avendo al suo interno non solo dei medici e dei biologi, ma anche il resto del sapere, ha deciso di sospendere ogni giudizio sociale, antropologico, economico, artistico, tecnico, accettando pareri settoriali e ignari delle altre dimensioni del quadro vitale e sociale. Una situazione reale che si ripercuote soprattutto sul momento che stiamo vivendo, in cui la ripresa di alcune attività, sospese durante la Primavera, stanno avvenendo dimenticando che esse hanno un ruolo pari o maggiore alla salute. La scuola, come si è detto retoricamente, non è la discoteca, ma proprio per questo, di conseguenza, non solo va distinta per via della sua necessaria riapertura ma anche salvaguardando la natura delle attività che vi si compiono che non possono essere deformate per andare incontro a norme sanitarie su cui tra e altre cose esistono palesi contraddizioni ed evidenti e note discordanze. La scuola non può trasformarsi da luogo in cui si compie una fondamentale esperienza di vita, di formazione e di costruzione della consapevolezza personale e sociale in un luogo in cui sperimentare norme di contrasto al contagio comunque perdenti da quel punto di vista, perché nessuna norma o prassi farà sì che un certo numero di studenti e docenti contrarrà il virus. Non è possibile che in un momento in cui per dei giovani inizia l’avventura della conoscenza, essa invece sia offerta a loro come un’abitudinaria e quotidiana lotta senza senso contro il contagio.

Questa incongruenza un tempo sarebbe stata alla portata del mondo Accademico, che l’avrebbe segnalata, censurata, indicando la strada da seguire, mentre oggi esso si limita solo a segnalare la rilevanza di ciò che si perde senza dire nulla sui motivi per non farlo e dei pericolo nel farlo per il futuro dei giovani in età di studio. E’ così vero quello che dico che anche nell’organizzare la riapertura delle attività universitarie, che permetterebbero di far vedere come sia possibile studiare con delle precauzioni non invasive, le Università stanno applicando senza alcuna riflessione sapiente, norme, comportamenti e forme organizzative che deturpano senza rimedio, e non sappiamo nemmeno per quanto tempo, la conoscenza.

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LETTO, RILETTO

RECENSITO

di Salvatore Massimo Fazio È il filosofo che ha fondato la corrente del nichilismo cognitivo. Poco avvezzo alla mondanità, vive a fasi alterne tra Sant’Agata Li Battiati, dove mantiene la residenza, Roma e Torino.

Titolo: La Luna Viola Autore: Andrea Serra Edizioni: Miraggi Edizioni Numero pagine: 144 Prezzo di copertina: € 14,00

L'acqua e la lava

il libro di Ignazio Cilia Un’antologia da leggere parola per parola

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E

silarante quanto riflessivo, il nuovo romanzo del torinese, con radici parentali nel mascaluciese, Andrea Serra, sembra proprio bissare il successo di Frigorifero Mon Amour (Miraggi, Torino, 2018). Un legame importante quello con la terra siciliana, madre indiscussa degli albori filosofici (Lentini con Gorgia, Sgalambro e i sofisti, n.d.r.), per lo scrittore e filosofo che durante il lockdown e il grande rumoreggiare di piattaforme a presentare autori in streaming, ha battezzato la prima nazionale proprio nel nostro blog, cui questa pagina è la versione cartacea. Testamento per le figlie (non solo le sue), dalle quali nasce il nome del titolo, una si chiama Viola, l’altra Luna, Andrea Serra, ripercorre la carriera di ometto al liceo annoiato da una disciplina che gli pareva non giovare a nulla. Un dì (di gioia, stupore e sputacchiate) la classe frequentata riceve la notizia che le lezioni della madre di tutte le scienze, non saranno più tenute dalla professoressa che della filosofia

nulla faceva per farla amare ai suoi alunni, bensì da un supplente. Eccolo entrare per nulla imponente, col volto butterato un giovane che quando parlava emetteva lapilli di salivazione.

Divertente in parte, con la sua serena e armoniosa dialettica, mista a quei missiletti che lanciava nolentemente, il giovane supplente, sbarlordiva gli studendi con domande semplici per risalire a tesi e pensieri di filosofi col fine unico e indissolubile che la filosofia giovava a rendere libere le persone. Da questo incipit la vita dell’autore/protagonista cambia. Dalla conoscenza della compagna, oggi moglie nonché madre della Luna di colore Viola, ai dialoghi con alcuni suoi amici, coi quali ad oggi mantiene strettissimi legami nonostante ve ne siano alcuni nati a.C., la vita di Andrea, ‘scivola a cunette’: chiede consiglio a Giordano (Bruno) su come si agisce in certi momenti, o si ubriaca con Søren (Kierkegaard) quelle volte che si incontrano e non tornano più a casa per l’ora di cena, perché si iniziano a bere nozioni di inquietudine per risalire allo svelamento che tutto può trovare una via, una strada ben oltre quella che si pensa di conoscere. Uno scrittore coltissimo che dell’ironia ha fatto la chiave del suo successo, facendo amare la filosofia per ciò che giova: essere liberi, senza calpestare l’altro.

Con tono leggero e disincantato, "L'acqua e la lava" di Ignazio Cilia scorre tra "Acquerelli letterari" brevi storie e versi sciolti in lingua siciliana e italiana, tutti improntanti a una filosofia di vita rassicurante e incoraggiante originata da grande apertura mentale e d'animo. Con garbo suggerisce e propone di affrontare le vicende della nostra vita con modalità intelligente, interessante, rivenendovi poesia, applicando e liberando fantasia.

PREZZO 14,90 €

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Gianpiero Scuderi

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VICE SINDACO DI SAN GIOVANNI LA PUNTA

PIÙ VALORI E COMPETENZE AL TUO SERVIZIO Anche in questo periodo difficile - dichiara Gianpiero Scuderi - abbiamo lavorato senza sosta per migliorare i servizi ed assistere i bisognosi. Infatti abbiamo dovuto gestire l’emergenza sanitaria ed economica con le risorse disponibili nel momento in cui sono notevolmente aumentate le esigenze. Ci siamo riusciti anche grazie alla preziosa e leale collaborazione delle associazioni di volontariato del territorio così come di tutti i miei collaboratori che hanno fatto la propria parte anche lavorando a distanza.

Periodo di lavoro ed intensa attività amministrativa del Comune di San Giovanni La Punta. La scadenza elettorale del 4-5 ottobre 2020 sullo sfondo non distoglie dall’impegno quotidiano la Giunta ed il lavoro del vice sindaco Gianpiero Scuderi con deleghe alla Programmazione, al Bilancio, ai Tributi, al Commercio ed alla Pubblica Istruzione.

Nel frattempo abbiamo curato la programmazione dello sviluppo futuro che vede senz’altro prioritaria quella delle infrastrutture e della disciplina del territorio con il nuovo PRG in corso di approvazione. Per alleviare il disagio economico dei cittadini, oltre ad aver erogato tutti i bonus previsti per legge, sono state approvate quattro mie iniziative in campo fiscale: è stato varato il nuovo Regolamento IMU che recepisce le ultime novità legislative e mantiene al minimo le aliquote; la seconda ha rinviato all’anno prossimo il Piano Economico Finanziario per la nuova Tari in attesa dei risultati della raccolta differenziata in costante ascesa e poter ridurre il carico sulle famiglie; la terza ha introdotto una ulteriore rata di acconto TARI a partire dal 31 agosto; la quarta ha determinato il rimborso TARI agli imprenditori e commercianti dell’importo pari a quella relativa la periodo di sospensione delle attività durante la pandemia. Misure, queste ultime, richieste da molti cittadini e ritenute da me necessarie in un periodo di difficoltà come quello che stiamo vivendo.

Abbiamo confermato la concessione a titolo gratuito, per i commercianti che

hanno fatto richiesta, di spazi pubblici per le loro attività ed approvato un regolamento per l’adozione da parte di privati delle aree a verde, delle rotatorie e degli spazi di pubblica utilità cambio di pubblicità e sponsorizzazione gratuite.

Sul fronte scolastico stiamo lavorando per garantire il rispetto delle linee guida per la ripresa delle lezioni limitando i rischi sanitari e con investimenti per la migliore fruizione degli edifici e degli spazi.

La testimonianza quotidiana di fiducia da parte dei cittadini per la concretezza mostrata nell’azione amministrativa ci consente oggi di affermare con orgoglio che i risultati ottenuti sono lusinghieri ed apprezzati.

Di prossima attivazione saranno: A) I cantieri di lavoro per disoccupati che consentiranno, con il finanziamento regionale, di realizzare piccoli interventi mirati sulle infrastrutture e sul territorio tra cui l’area di sgambamento per i nostri amici a quattro zampe.

B) Gli interventi di riqualificazione energetica e strutturale delle scuole con i fondi della democrazia partecipata e la manutenzione stradale.

Sul piano politico, voglio ribadire che il movimento civico “San Giovanni La Punta Più” che ho l’onore di coordinare, sarà a sostegno del Sindaco uscente Nino Bellia con un gruppo di candidati che intende contribuire in modo sensibile alla crescita di questo paese e di una nuova classe dirigente. La forte connotazione civica della coalizione a sostegno di Bellia, che raccoglie diverse esperienze politiche e culturali, può rappresentare un punto di forza per il progetto di sviluppo del nostro territorio soprattutto per l’affidabilità mostrata. D’altronde le alternative in campo, le medesime di cinque anni fa e pregiudizialmente contrarie sono già state respinte al mittente con il voto democratico dei puntesi».

MESSAGGIO AUTOGESTITO