Dicembre 2020 - Paesi Etnei Oggi

LINGUAGLOSSA IL GENIO ARTISTICO DI SALVATORE INCORPORA Dicembre 2020 Anno XXVI - n° 287 | Free press

Fondato da Carmelo Pitrolino

SPORT QUANDO LA DISABILITÀ È UN’OPPORTUNITÀ

VICINI AL TUO NATALE. Per gli acquisti natalizi scegli i tuoi negozi di fiducia, che ti offrono qualità, attenzione e la massima sicurezza. Non cambiare negozio, cambia giorno!

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PER LA RISTORAZIONE

A Mascalucia quasi 40 anni di storia per una realtà imprenditoriale che coinvolge due generazioni

R I N N O VA R S I NELLA TRADIZIONE L'e-commerce, una strategia aziendale che si è rivelata vincente in questi lockdown, e così i loro prodotti artigianali hanno varcato i confini siciliani e nazionali uasi quarant’anni di storia per una realtà imprenditoriale che coinvolge due generazioni: dai fratelli Angelo e Carmelo Lo Faro, ai loro figli, i due cugini che di nome fanno Giuseppe. L’Ot-

tagono, storico Bar in corso San Vito a Mascalucia, nel tempo è diventato un punto di riferimento per tutti i paesi limitrofi grazie all’apertura tutto l’anno, sette giorni su sette, dalle 5 del mattino alle 2 di notte. Con il rinnovo dei locali avvenuto circa 5 anni

fa si è avviata anche una nuova fase contraddistinta da un ampliamento dell’offerta dei servizi: dalla colazione artigianale e la caffetteria alla tavola calda, passando per la gastronomia con la possibilità di pranzare con piatti espressi. A questo di

Anno 2015 il bar L'Ottagono si rifà il look.

In foto l'allora sindaco di Mascalucia Giovanni Leonardi e la famiglia Lo Faro

aggiunge l’American Bar per gli aperitivi e il forno per la pizza.

Una realtà consolidata che quest’anno ha affrontato la chiusura imposta dalla prima fase dell’emergenza sanitaria con determinazione, riuscendo a trovare le giuste motivazioni per rilanciare l’e-commerce: una strategia vincente che si è rivelata vincente poiché i loro prodotti artigianali hanno varcato i confini siciliani e nazionali. «L’esperienza del commercio elettronico è iniziata circa 5 anni fa – commentano i cugini Lo Faro – ma la vera e propria svolta è arrivata con il primo lockdown, abbiamo cercato di trasformare una situazione di crisi in un’opportunità. Nonostante il locale

fosse chiuso, ci siamo attivati con un’iniziativa di solidarietà a sostegno dei nuclei familiari che si trovavano in particolare difficoltà economica a causa dell’emergenza sanitaria – spiegano – così, in occasione della Pasqua scorsa abbiamo preparato oltre 300 pasti che sono stati poi consegnati dai volontari della Croce Rossa alle famiglie. Da quel momento abbiamo pensato che ripartire con le ordinazioni on-line e l’e-commerce sarebbe stata anche un occasione per dare continuità soprattutto ai nostri lavoratori: i riscontri sono arrivati immediatamente – raccontano ancora – le nostra uova pasquali, rigorosamente artigianali, sono state spedite in tutta

Italia e anche all’estero. In quel momento si è creato un bel clima di speranza per i nostri lavoratori che hanno visto il nostro impegno per garantire i livelli occupazionali nonostante il calo del fatturato complessivo. Con il periodo natalizio c’è un’altra impennata negli ordini on-line, i nostri panettoni al pistacchio stanno avendo un successo impressionante, arrivano ordini da tutto il mondo». «É stata anche l’occasione per riorganizzare e formare il personale per lo svolgimento di attività che non avevano mai fatto. Abbiamo scommesso in un periodo difficile – commentano ancora i cugini Lo Faro – e siamo riusciti a resistere».

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peopagine Lossless 18 di Salvo Giuffrida

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LINGUAGLOSSA IL GENIO ARTISTICO DI SALVATORE INCORPORA Dicembre 2020 Anno XXVI - n° 287 | Free press

Fondato da Carmelo Pitrolino

Università 22 Di Claudia Mirabella Superabili 26 di Roberto Quartarone

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Arte 30 di Andrea G.Cerra Sicilia niura 34 di Salvatore M. Fazio

UN SAN CI RACC A

SPORT QUANDO LA DISABILITÀ È UN’OPPORTUNITÀ

Sandro Vergato vocazione comico 40 di Francesca Santangelo

_30 Rubriche 21 Blowindow di Isidoro Pennisi 37 Frontiera reale di Angelo Capuano

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Dicembre 2020 - Anno XXVI / n. 287

50 Letto, riletto, recensito di Salvatore Massimo Fazio

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Paesi Etnei Oggi Free Press Dicembre 2020 - Anno XXVI / n. 287

Registrazione Tribunale di Catania N. 7/95 del 22/03/1995 Redazione Via Principato di Monaco, snc - 95030 Gravina di Catania Tel./Fax 095 396136 - Mobile. 340 6091442 334 924 3912 Distaccamento acese-jonico Via Nicolò Tommaseo, 61 - 95014 Giarre Mobile. 340 6080612 www.paesietneioggi.it redazione@paesietneioggi.it - paesietneioggi@pec.it Paesi Etnei Oggi è organo del

Numero chiuso il 15/12/2020 Direttore Responsabile Fernando Massimo Adonia Collaborano Roberta Fuschi, Nunzio Condorelli Caff, Agata Amantia, Carmelo Di Mauro, Thea Giacobbe, Michele Milazzo, Melania Tanteri, Roberto Quartarone, Isidoro Pennisi, Santi Zappalà, Laura Distefano, Francesca Santangelo, Marco Pitrella, Francesco Ricca, Antonio Giovanni Pesce, Salvo Giuffrida, Salvatore Massimo Fazio, Santo Privitera Foto di copertina Francesca Santangelo In collaborazione con:

Forniture ospedaliere - Sicilia

EDITORE Andrea Pitrolino Mail. editore@paesietneioggi.it Resp. Pubbliche Relazioni Giovanni Leotta Mobile. 340 6080612 Pubblicità Mobile. 348 7904214 commerciale@paesietneioggi.it

Dicembre 2020 - Anno XXVI / n. 287

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Quest’anno non sarà il solito Natale. Alcuni avranno la fortuna di trascorrere le loro feste in famiglia, altri avranno perso i loro cari e altri ancora saranno costretti a passarlo in ospedale. Non sarà il Natale degli abbracci e delle grandi tavolate, ma del rispetto delle regole e della vita. Quella degli altri, oltre c†he della nostra. Per tanti è stato un anno di sofferenza e di incertezze ma è doveroso non perdere la fiducia e la fede che ci accompagna ogni giorno. Amministrativamente con a capo il sindaco Giammusso, nonostante l'emergenza Covid, si è cercato di mantenere i servizi essenziali e porgere un aiuto concreto a tutte quelle famiglie meno fortunate, abbiamo inoltre, con un pizzico di orgoglio, raggiunto i tanti obiettivi che ci eravamo prefissati all'inizio del nostro insediamento grazie al lavoro di tutti. Come gruppo consiliare "Impegno per Gravina" ci abbracciamo virtualmente ad ognuno di voi augurandovi di trascorrere un Santo Natale in Salute e in Serenità.

Il consigliere comunale Franco Marcantonio 12

L’assessore Maria Battaglia

IL DIRETTORE

di Fernando Massimo Adonia / fernandomadonia@gmail.com @fernandomadonia / meridianista

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eggero cambio di rotta rispetto alle ultime uscite. In questo numero – e in maniera assolutamente meditata – abbiamo preferito non mettere in copertina il Covid. O nulla di riconducibile a esso. Una scelta di salute mentale, di serenità. Pensata per approcciarsi alle festività natalizie con un grado di pesantezza in meno. Con un sorriso. Non è un modo per nascondere sotto il tappeto la polvere di una crisi pandemica che pare non finire mai (e che non finirà neanche quando verrano somministrate le prime ondate di vaccino). Certe cose sono troppo grandi per essere occultate con un colpo di scopa.

Servono nervi saldi, serietà e responsabilità. Ora come sempre.

Senza esasperare ulteriormente gli animi. Abbiamo già criticato la scelta di relegare la Sicilia in zona arancione (non perché fosse sbagliata, ma per come ci si è arrivati). La zona gialla – a quanto sembrerebbe – è arrivata più per decisione politica che tecnica. Una scelta pensata per dar linfa vitale al commercio e alla ristorazione.

Che in sé non è una motivazione sbagliata. O almeno, non lo è totalmente.

Strano è, invece, che appena registrate le prime immagini della via Etnea affollata sia scattato il panico mediatico e il livore di certi profeti televisivi. Poco importa se le persone immortalate fossero tutte provviste di mascherine, proprio no. Il governo intanto sta decidendo se proclamare il coprifuoco nei festivi e nei prefestivi. Un segnale di debolezza che non fa bene agli italiani. Talvolta, giuste o sbagliate che siano, talune scelte vanno tenute fino alla fine. Tenere la barra dritta è una questione di pura e semplice credibilità. Non fosse altro che, oltre ad allentare le maglie della gestione pandemica, il premier Giuseppe Conte ha lanciato la campagna del cashback, la quale, a suo volta, presuppone spese in presenza.

Il ministero dell’Interno ha già annunciato che per le festività saranno schierati 70 mila agenti chiamati a far rispettare i limiti degli ormai famigerati dpcm. La situazione è già parecchio colma,

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sfibrata. Appunto per questo c’è da sperare che non si rivedano le scene della scorsa pasqua, con i droni e gli elicotteri schierati a intercettare quanti si fossero allontanati da casa. Uno sfoggio muscolare inutile e nocivo per la tenuta delle libertà costituzionali.

Dopo questa lunga digressione, possiamo presentare il personaggio (qualora ce ne fosse bisogno!) che ha prestato il volto per quest’ultima copertina. Ci siamo inseguiti per tantissimo tempo e alla fine ci siamo trovati. Ecco Sandro Vergato, campione di comicità e sarcasmo (che non sono la stessa cosa). Siamo orgogliosi di averlo ospitato perché ci ha consegnato una bellissima lezione di “sopravvivenza”, oltre ogni pregiudizio.

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/ TEMPO DI BILANCI PROMOTION

Linguaglossa CITTÀ DI ARTE E CULTURA IL SINDACO SALVATORE PUGLISI: «SE ABBIAMO POTUTO AFFRONTARE TUTTO QUESTO CON SERIETÀ, LO DOBBIAMO AI SACRIFICI A CUI LA NOSTRA COMUNITÀ È STATA CHIAMATA NEGLI ULTIMI ANNI»

Care concittadine e cari concittadini, Affido a questa lettera l’augurio di buone festività per voi e le vostre famiglie, che in questi mesi hanno vissuto momenti delicatinel combattere un nemico invisibile chiamato Covid-19.

Seppur siamo stati costretti a convivere con molti disagi, trovandoci spesse volte a dover affrontare situazioni impensabili fino all’anno scorso, ciò non ha distolto dall’impegno amministrativo me e la maggioranza che mi onoro di guidare, che ha dimostrato in questi anni lucidità e compattezza, allontanando gli spettri del passato. L’emergenza è stata affrontata con serietà e spirito di comunità grazie alla sensibilità dimostrata da tutta la cittadinanza, che si è unita senza distinzioni di parte, affinché nessuna fosse lasciato solo. Una sfida vinta grazie anche al supporto delle istituzioni sanitarie regionali, che ci sono state vicine in questa fase complessa.

Se abbiamo potuto affrontare tutto questo con serietà, lo dobbiamo ai sacrifici a cui Linguaglossa è stata chiamata negli ultimi anni. Se penso alla condizione in cui ritrovammo il nostro amato Comune nell’estate 2017, quando non eravamo in grado di pagaregli stipendi dei dipendenti comunali e i tanti fornitori nel mese di novembre, dicembre, tredicesima 2017 e gennaio 2018 per carenza di cassa e, a questi enormi problemi, andavano ad aggiungersi milioni di euro di debiti che incombevano sulle spalle della nostra comunità, oggi riesco a vedere con speranza e ottimismo il

domani della nostra città. Quell’ottimismo e quella speranza di cui parlo sono legati a risultati concreti di cui ognuno di noi sta già beneficiando, in maniera diretta e indiretta. A partire dai risparmi dell’utenza idrica, infatti ogni singola utenza ha risparmiato circa il 10% rispetto all’annualità precedente. Inoltre, sulla Tari il risparmio medio è stato tra il 12 e il 15%, frutto della scelta lungimirante di puntare su una politica ambientale di lungo periodo, potenziando la raccolta differenziata porta a porta, che ci ha visti premiati dall’assessorato regionale del settore, e con l’attivazione dell’isola ecologica. Questi risparmi significano anche benefici per la comunità tutta. Investimenti sono stati rivolti alle strutture scolastiche di competenza comunale, con l’efficientamento energetico e termico. Parte del centro storico è stato rivalorizzato attraverso i cantieri di lavoro, a cui oltre al miglioramento della rete stradate è stato rinnovato l’intero impianto idrico. La collaborazione costante col governo regionale ci hanno permesso di ottenere importanti finanziamenti: la ristrutturazione dell’immobile sede del dei Vigili del fuoco volontari; l’intervento nella Villa Milana, in cui è stata ripristinata la prestigiosa Fontana dei Mori coi suoi giochi d’acqua e impreziosendola con i giochi di luce. Nella stessa Villa presto sorgerà un parco giochi inclusivo, poichévogliamo essere vicini a tutte le componenti della comunità.

Linguaglossa è città di arte e di cultura: nell’ultimo biennio sono stati investiti

spazio istituzionale autogestito

«QUELL’OTTIMISMO E QUELLA SPERANZA DI CUI PARLO SONO LEGATI A RISULTATI CONCRETI DI CUI OGNUNO DI NOI STA GIÀ BENEFICIANDO, IN MANIERA DIRETTA E INDIRETTA»

oltre 30 mila nel Museo Messina - Incorpora, nuovi impianti di climatizzazione eil finanziamento della prima mostra monografica su Francesco Messina. Abbiamo investito a nella Biblioteca, luogo chiave: 15 mila euro di investimenti in acquisto di nuovi volumi e altri 15 mila euro circa per opere di ristrutturazione. Sulla promozione turistica cito un’iniziativa su tutte: la tappa del 103esimo giro d’Italia ha offerto a Linguaglossa una vetrina unica e internazionale. Da questi eventi riparte la nostra idea di sviluppo turistico.

Nell’elenco delle cose fatte c’è una assenza: l’Etna. Non è una dimenticanza, è un

percorso più impervio di quello previsto ma sul quale l’impegno costante continua, come dimostra l’assegnazionedelle licenze per attività di escursione, sulle quali il Covid pone un importante ipoteca, quantomeno sino a oggi. Non facciamoci intimorire, né dal Covid né dalla rassegnazione, continuiamo insieme a costruire la Linguaglossa del domani.

Auguri a tutti e a tutte Salvatore Puglisi Sindaco di Linguaglossa

SAN GIOVANNI LA PUNTA PROMOTION

«Non posso che essere riconoscente e grato alla cittadinanza puntese che mi ha consegnato un nuovo mandato».

Il primo cittadino Nino Bellia ringrazia e scrive alla cittadinanza

UN IMPEGNO COSTANTE

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ppena qualche mese addietro ho avuto l’onore di essere riconfermato nel ruolo di sindaco di San Giovanni La Punta. Un risultato raggiunto attraverso l’impegno costante, profuso nei 5 anni precedenti di amministrazione, particolarmente apprezzato dai puntesi e dimostrato dall’ampio consenso elettorale attribuito alla mia persona e alla maggioranza politica che rappresento. Un consenso che racchiude un significato importante, poiché testimonia che i nostri concittadini ci hanno riconosciuto un valore che identifica non solo quanto abbiamo programmato e realizzato, ma la capacità di continuare a programmare e realizzare opere e servizi.

COVID Nel 2020 abbiamo vissuto un periodo difficile poiché abbiamo dovuto affrontare gli effetti devastanti del Covid, in un conteso a noi sconosciuto, senza precedenti. Tantissimi uomini e donne, tanti nostri amici e parenti non sono riusciti a vincere la battaglia contro

questo virus, strappati agli affetti dei propri cari. Anche nel nostro Comune tante sono state le persone colpite, ci sono stati periodi dove i soggetti positivi sono stati circa 200, con un numero di soggetti in isolamento domiciliare che ha toccato quasi le 600 unità.

Purtroppo a questi numeri dobbiamo aggiungere il dato riguardante i nostri concittadini che sono deceduti, che ad oggi sono circa 15. Malgrado gli effetti più devastanti sono quelli che hanno riguardato la vita e la salute delle persone, non possiamo trascurare le conseguenze economiche e sociali che hanno messo in ginocchio tutto il sistema. Attraverso le misure emergenziali messe in atto dallo Stato e dalla Regione abbiamo sostenuto tutte quelle famiglie in difficoltà con l’erogazione dei buoni spesa che hanno consentito nel loro piccolo un aiuto immediato in grado di mitigare la mancanza di generi di prima necessità. Vivere questi momenti da sindaco, è stato particolarmente toccante e difficile, poiché in tante occasione non sempre si sono trovate soluzioni semplici e immediate.

Nelle settimane di chiusura totale sono stato personalmente in giro per le vie del paese, con il modulo della protezione civile, ad annunciare con i diffusori acustici l’appello a non uscire di casa se non per cause indifferibili, è stata una emozione forte vedere i miei concittadini affacciarsi dai balconi e in quella inaspettata circostanza, porgere un gesto di saluto. Ricordo con commozione il gesto del dono della fascia tricolore al nostro Santo Patrono San Giovanni Evangelista come segno di affidamento della Comunità puntese in questo momento storico di grande smarrimento. Quanto vissuto e quanto ancora stiamo vivendo, lo consegniamo allo storia di questo territorio, alla memoria dei nostri figli, affinché conoscano come abbiamo vissuto e superato questi difficili momenti. Con questi propositi guardiamo con ottimismo al futuro e soprattutto manteniamo attiva e funzionale la macchina amministrativa.

PUBBLICA ILLUMINAZIONE Avevamo iniziato, nel mese di settembre, la

Il tradizionale presepe in piazza

«Auguro a tutti di vivere un nuovo anno diverso da quello che ci lasciamo alle spalle. Abbiamo bisogno di leggerezza, di libertà, di speranza, di certezze. Che questo 2021 sia per tutti noi un anno degno di essere Vissuto». prima parte della riqualificazione dell’impianto di pubblica illuminazione di alcune strade del nostro territorio, e proprio in queste ultime settimane stiamo completando questa attività, che prevede la sostituzione delle vecchie lampade SAP con lampade con tecnologia LED di ultima generazione su numerose strade. Abbiamo già in programma, di continuare a riqualificare gli impianti di pubblica illuminazione di una considerevole parte delle strade del territorio comunale poiché il Ministero dell’Interno ha previsto di raddoppiare il contributo dell’anno 2021 per gli interventi di efficientamento energetico. Tali azioni ci consentiranno di ridurre i consumi di energia che oltre a determinare un risparmio economico contribuiranno anche a una migliore sostenibilità ambientale.

Il nostro impegno per il futuro sarà quello di continuare a utilizzare tali risorse economiche per estendere tali interventi per riqualificare tutti gli impianti di pubblica illuminazione su l’intero territorio comunale.

MIGLIORAMENTO SISMICO Altre sono le opere che saranno realizzate nei prossimi mesi, infatti già sono stati aggiudicati i lavori di miglioramento sismico dell’edificio della ex scuola Giovanni Falcone, che a lavori ultimati ospiterà la biblioteca comunale, e i lavori di miglioramento sismico dell’edificio scolastico di via Madonna delle Lacrime dell’istituto Carlo Albero Dalla Chiesa.

L’importo totale di queste opere ammonta a

circa 1.500.000 di euro e sono stati finanziati interamente dal dipartimento regionale di Protezione Civile.

ISTRUZIONE Sono state definite le procedure amministrative che, appena approvato il bilancio di previsione del 2021, ci consentiranno di espletare la gara per l’affidamento dei lavori per la realizzazione delle nuove sei aule in aderenza al plesso di via Madonna delle Lacrime dell’Istituto Carlo Alberto Dalla Chiesa, tale opera consentirà di avere a disposizione ulteriori locali. Nello stesso plesso, altresì, sono in itinere le procedure per definire gli atti per la realizzazione di una palestra finanziata attraverso il CIPE per un importo pari 980.000,00 euro.

SPORT Altra opera pronta per l’avvio delle procedure di gara per l’affidamento dei lavori, è quella della ristrutturazione del campo di calcio comunale e la realizzazione della nuova struttura che ospiterà i servizi e gli spogliatoi.

Questo è un progetto a cui tengo particolarmente poiché numerose sono le società sportive che da anni chiedono di potersi allenare e giocare le partite di campionato in una struttura sportiva moderna e funzionale.

CANTIERI LAVORO Nel corso del nuovo anno 2021 inoltre saranno portate a termine, attraverso l’avvio

dei cantieri di lavoro, la realizzazione delle aree di sgambamento e la realizzazione dei marciapiedi di via Taormina e della sistemazione dello spartitraffico all’ingresso del parcheggio di Largo Grecia. Saranno anche avviate le attività di progettazione di opere di maggiore rilevanza quale la riqualificazione di Piazza Regina Elena e Trappeto, il nuovo edificio scolastico di via Verdi a Trappeto e quello della nuova struttura per la realizzazione di un nuovo asilo nido comunale. Questi sono alcuni degli impegni che come sindaco e come amministrazione comunale vogliamo realizzare e consegnare ai nostri concittadini.

TEMPO DI NATALE Come ogni anno, ma in maniera più sobria abbiamo realizzato e allestito il tradizionale presepe in piazza, attorno la rappresentazione della famiglia di Nazareth, è stata realizzata un’area a verde dove sono stati posizionati diversi alberi ai quali simbolicamente abbiano assegnato dei nomi per ricordare tutti i nostri concittadini che non sono riusciti a vincere la battaglia contro questo maledetto virus.

Rivolgo a tutta la cittadinanza un augurio di speranza affinché ognuno di noi possa per vivere intensamente questo Natale con i valori della solidarietà, della condivisione e della vicinanza; è un impegno morale e sociale da cui non ci possiamo e dobbiamo esimere.

Il sindaco Nino Bellia

spazio istituzionale autogestito

Piazza Lucia Mangano

Il Santo Patrono San Giovanni Evangelista

Salvo Giuffrida(foto) Lossless

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Il ritratto del Circo Greca Orfei

onostante il periodo, non hanno perso la voglia di divertire e fare ridere. I maestri del “Circo Greca Orfei” stanno subendo gli effetti economici più di altri. Per la seconda volta nel giro di un anno sono rimasti bloccati. Per loro non lavorare significa davvero sfiorare la fame. Sono da tempo fermi in zona Centro Sicilia (ovvero nel territorio di Misterbianco) ed è grazie agli aiuti alimentari messi a disposizione da associazioni, chiese e aziende che stanno superando questi giorni terribili.

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BLOWINDOW

Isidoro Pennisi Opinionista de “Il Quotidiano del Sud” twitter@sognadoro23 / i.pennisi@tiscali.it

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a politica degli esorcismi statistici e dell’astrologia numerica produce vittime e chiede sangue. Produce illusione e chiede vita. «Gli adulti preferiscono i numeri. Quando raccontate loro di un nuovo amico, non vi chiedono mai le cose importanti. Non vi dicono: com’è il suono della sua voce? Quali sono i suoi giochi preferiti?

Fa collezione di farfalle? Le loro domande sono: quanti anni ha?

Quanti fratelli? Quanto pesa? Quanto guadagna suo padre? Solo in quel momento, pensano di conoscerlo» Questo limite dei numeri, nel caso in cui sono utilizzati come unico strumento per rilevare una realtà, non è però il solo. Questo è un limite strutturale.

Esistono anche limiti dovuti a un erroneo utilizzo dei numeri, che sommandosi a quello strutturale, tendono a disconoscere ciò che invece si vorrebbe conoscere.

L’intera crisi sanitaria, in maniera non dissimile però da anni di comunicazione economica e politica, ha, nel numero e nei dati, la colonna vertebrale delle decisioni prese per governarla. La famosa curva dei contagi, ad esempio, su cui tanto si fa affidamento per capire l’andamento dell’epidemia, è in fondo il rapporto tra uno sforzo organizzativo diagnostico casuale (ogni giorno nel nostro Paese si fanno tamponi non secondo un metodo ma secondo le possibilità e le necessità) e il numero dei risultati positivi. Il primo valore non solo è diverso da giorno in giorno, ma è una somma di diagnosi eseguite necessariamente senza un criterio costante (per aree geografiche, per sesso, per età, etc.) perché fatte per rispondere a un bisogno personale di conoscenza e non per capire e conoscere un fenomeno generale.

La curva dei contagi dedotta in questa maniera, attraverso uno strumento di misura elastico, serve solo a comunicare un confuso stato delle cose e non a conoscerlo per poi far seguire decisioni. Pur tutta via si usa.

Nel caso della crisi sanitaria i due limiti dei numeri si evidenziano, soprattutto, nella pretesa di fotografare, prevedere e guidare una realtà molto dinamica, poco statica, ma soprattutto pubblica e non personale. Le decisioni politiche, cioè quelle che riguardano l’intricato intreccio di fenomeni sociali, interessi di classe (perché esse esistono ancora) patrimonio civico accumulato e modi per

implementarlo e non sperperarlo, relazioni extra nazionali (e altro ancora) sono le meno adatte a essere regolate dalla tecnica scientifica, come, per dire il vero, anche da una logica filosofica. La politica ha degli strumenti esclusivi, un‘arte propria, in cui le valutazioni sulle scelte da prendere ubbidiscono a uno scenario di responsabilità molto profondo nel tempo, di genere sovra biografico, che non si presta a previsioni matematiche o, peggio ancora, pseudo matematiche.

La politica è più simile alla navigazione e all’uso che essa fa della meteorologia cui non puoi chiedere previsioni del tempo, e conseguenti decisioni su cosa fare e dove andare, oltre la durata di giorni che compongono una settimana.

Cosa si vuole dire? La crisi sanitaria planetaria evidenzia, come se fosse una normale lente d’ingrandimento di una realtà previgente, forse già matura ma non visibile senza un pretesto come la pandemia, che la scienza (che in sé non si giudica attraverso misure di valore) ha pervaso senza motivi evidenti aspetti importanti della vita sociale.

Aspetti che sono, al contrario, delle arti, delle tecniche, dove ogni parte del corpo umano che corrisponde all’azione è più capace di cogliere oggettivamente un fatto, di pensarlo, di come possa fare la mente attraverso i suoi strumenti scientifici. «Realmente si prevede nella misura in cui si opera, in cui si applica uno sforzo volontario e quindi si contribuisce concretamente a creare il risultato preveduto.

La previsione si rivela quindi non come un atto scientifico di conoscenza, ma come l’espressione astratta dello sforzo che si fa, il modo pratico di creare una volontà collettiva». Ancora oggi, le parole stese nel Carcere di Turi da Antonio Gramsci (quando ancora nessuna lente d’ingrandimento, come una pandemia globale e in tempo reale, lo dimostrasse) spiega molto bene quale sia il vero problema dei numeri e dei dati, quando alimentano un arcaico problema: la presenza, dentro una stessa realtà, di una povertà di concetti che spingono a negarla e di una sovrabbondanza di preconcetti che incitano a rimuoverla. n sostanza, il conflitto tra il senso comune e l’ideologia, anche nel caso di questa crisi sanitaria, ritrova il suo pericoloso teatro storico.

«Se torturiamo un numero con sufficiente costanza, ci dirà ogni cosa che noi vogliamo che dica, ma se lo interroghiamo civilmente, non è detto che ci dica il vero».

Da oltre 40 anni, la famiglia Gravagno offre a San Giovanni La Punta i frutti delle loro continue ricerche al mondo della moda, autentici artisti dell’immagine e delle acconciature per uomo. Grazie ad Alfio che da anni persevera con passione portando avanti l’attività partorita nel lontano 1976 da papà Giuseppe, Special Barber Shop saprà rendere unico il vostro stile in linea con la moda del momento.

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AFFILIATO

SAN GIOVANNI LA PUNTA (CT) Via Duca D'Aosta, 28 T. 338 6539865

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univ ersità

SE LA VICENDA DI ANDREA CARNESECCA PUÒ INSEGNARCI QUALCOSA

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ndrea Carnesecca, studente dell’università di Catania, ha deciso di lasciare questa terra per motivi tutt’ora ignoti. Lo ha fatto a fine dello scorso novembre, lasciando di sasso l’interno Ateneo. Un addio carico di troppi punti interrogativi e altrettanti di sospensione. Forse perché, oggi, sono soprattutto i più giovani a vivere il disagio più grande e molte certezze vacillano. La pandemia in corso, con il suo carico di paura, disorientamento e lontananze, tende ancor di più ad aggravare questa situazione: il futuro può allora sembrarci sfocato, lontano ed insicuro, annientando quel barlume di speranza che dovrebbe accompagnare ogni giovane.

Davanti a ogni crisi, a pagarne il prezzo più alto, sono sempre i più fragili.

«Studente modello, molto apprezzato dai docenti che hanno avuto la possibilità di incontrarlo nelle aule universitarie e di sostenerlo nei diversi passaggi della sua carriera e dai colleghi che ne hanno conosciuto anche il lato umano e l’animo gentile». Queste le parole del rettore Francesco Priolo, che si è sentito in dovere di scrivere all’intera comunità accademica cercando di razionalizzare un fatto già di per sé devastante.

«Caro Andrea, scusaci – scrive Giuseppe Fava, ex studente dell’università di Catania sui social – In fondo la responsabilità di ciò che ti è accaduto è anche nostra.

Rappresentare gli studenti in organi di governo dovrebbe impegnare anche in un lavoro di sensibilizzazione sia nei riguardi

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di Claudia Mirabella dell’amministrazione che ha il dovere di tutelare il benessere psicologico degli studenti, di azzerare quelle “situazioni” che umiliano gli studenti anziché formarli e di potenziare gli organi di garanzia che già esistono ma non vengono valorizzati, sia nei riguardi della comunità studentesca che ha il diritto di conoscere gli strumenti e gli organi che sono deputati a garantire l’assenza di qualunque forma di violenza morale e ad offrire un accompagnamento psicologico».Iscritto alla triennale di Storia, politica e relazioni internazionali, erano ormai pochi i passi che lo separavano dalla laurea.

Quanto accaduto ha però interrotto bruscamente un percorso. Anche per questo, la seduta pubblica di laurea dell’1 dicembre presso il Dipartimento di scienze politiche e sociali è stata dedicata proprio ad Andrea. In quell’occasione, docenti, studenti e amici lo hanno ricordato come la «persona straordinaria che era, dotato di grande sensibilità ed empatia». La sua tesi, precisa il relatore, trattava della povertà in Italia, con particolare riferimento alla Sicilia. A far commuovere tutti i presenti sono state le parole lette da una cara amica: un invito a guardarci intorno e non dare niente per scontato, a fare del bene al prossimo ogni giorno lasciando le persone che incontriamo più serene di quando le abbiamo incontrate, prendendo esempio proprio dal ragazzo che era Andrea, «un ragazzo buono e sempre attento nei confronti di coloro che la società tende a lasciare indietro».

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PROMOTION

Comune Gravina di Catania

Il sindaco Massimiliano Giammusso: ecco le parole d'ordine per Gravina di Catania

PROGRAMMAZIONE DECORO e INNOVAZIONE Ordine, ripristino del decoro e rispetto delle regole con una particolare attenzione alla viabilità e alla sicurezza. Azioni intraprese attingendo sia a fondi comunali "le cui casse stanno abbastanza bene" commenta il sindaco, ma anche a fondi esterni, come quelli regionali. Ecco gli obiettivi principali dell'amministrazione guidata dal primo cittadino Massimiliano Giammusso. Tanti gli obiettivi raggiunti, ancora di più quelli nel cassetto che il sindaco vorrebbe trasformare in realtà entro la fine del mandato.

Qualcosa è già in cantiere.

spazio istituzionale autogestito

DECORO E RAPPORTO CON I CITTADINI «Abbiamo modernizzato - dichiara il primo cittadino - il rapporto con i cittadini cercando di essere pi trasparenti possibile.

Abbiamo rifatto il sito internet, creato un’applicazione per la comunicazione istantanea, creato i profili Facebook e Twitter del Comune e installato un tabellone luminoso al parco Padre Pio. A brevissimo doteremo piazze e parchi di wi-fi pubblico. Vogliamo dare servizi e decoro alla comunità dove viviamo, anche per questo abbiamo posizionato diversi alberi e centinaia di cestini per la spazzatura, rifatto i giochi al parco padre Pio e messo un gazebo per gli anziani a piazza Tricolore del Fasano. Sembrano piccole cose ma hanno migliorato molto l’aspetto del nostro paese».

LAVORI PUBBLICI «Abbiamo cercato di fare chiarezza e ordine come ad esempio il ripristino della sosta oraria su via Marconi, via Etnea e via Gramsci. Abbiamo ampliato, coprendone i due terzi, la video sorveglianza al parco Borsellino e abbiamo fatto diversi interventi di manutenzione straordinaria di cui si sentiva davvero bisogno, attraverso l’utilizzo di alcuni fondi comunali. Per fare degli esempi, abbiamo, in larga parte, sistemato il cimitero, bandito la gara per ulteriori 100 loculi e approvato un progetto di finanza per il nuovo cimitero che sorgerà proprio di fronte l’attuale. Ci sono stati interventi anche nel campo sportivo. Sono stati sistemati - continua Giammusso - gli spogliatoi e il campo di gioco. Non solo. Abbiamo anche riasfaltato e riposizionato la segnaletica verticale e orizzontale in due importanti arterie periferiche: via dell’Autonomia, una strada dove regnava l’anarchia e

via Coviello. Sempre nell’ottica dell’ordine e del rispetto delle regole abbiamo anche fatto interventi contro l’abusivismo commerciale rimuovendo i chioschi e i paninari abusivi. Non meno importante è poi la connessione del canale di gronda di San Paolo con quello di Catania sebbene non è completamente attivo perché mancano alcune caditoie».

PIANO REGOLATORE GENERALE (PRG) «Abbiamo approvato le direttive del nuovo piano regolatore che prevede un incentivo alle ristrutturazioni e un disincentivo a nuove costruzioni. Abbiamo inoltre approvato il progetto preliminare del piano di riqualificazione del centro storico che consentirà anche di abbattere e ricostruire gli immobili non di pregio».

CANTIERI LAVORO E DI SERVIZIO «Sono stati finanziati e partiranno la prossima primavera, grazie a questo riqualificheremo i parchi comunali. Abbiamo già svolto i cantieri di servizio che per tre mesi in maniera eccellente ci hanno permesso di dedicarci alla pulizia e custodia sia dei parchi e del cimitero».

FORZE COMUNALI A DISPOSIZIONE «Abbiamo fatto una ventina di nuove assunzioni tramite mobilità o graduatoria di concorsi svolti da altri enti, ma non sono ancora sufficienti - incalza Giammusso - ne faremo delle altre».

MANIFESTAZIONI CULTURALI «Tante sono state le iniziative a sfondo culturale svolte nella Sala

delle Arti fino a che è crollato il muro di contenimento. Abbiamo già trovato le risorse comunali per sistemarlo e da gennaio 2021 avremo a disposizione anche il vecchio municipio che verrà liberato dall’ufficio lavori pubblici nei prossimi giorni.

Covid permettendo torneremo più forti di prima».

VIABILITÀ «Siamo intervenuti pesantemente sistemando i sensi di marcia. In particolare abbiamo messo in sicurezza la via Napoli invertendo il senso di marcia di via Tomaselli. Così sfruttiamo di più alcune arterie cittadine che non venivano utilizzate. Abbiamo anche approvato e c’è il bando in corso, il nuovo mercatino del sabato che sempre covid permettendo partirà in primavera.

La via Dante Maiorana è diventata a senso unico e alcune strade sono adesso accessibili solo ai residenti. Parlo della via Aci e Galatea, via Rosolino Pilo, via Maria Santissima Annunziata e via Manzoni. Per la mobilità pubblica abbiamo il Dinamico bus dell’Ast che attraversa i Comuni di Nicolosi, Mascalucia e Catania e stiamo dialogando con l’Amt per ripristinare la linea urbana».

COVID «La situazione in questo momento non è delle migliori, ma vogliamo aiutare i nostri concittadini quindi stiamo aspettando di avere conferma dal fondo perequativo della Regione Siciliana. Avvieremo procedure di sgravio o di rimborso sulle imposte comunali nei confronti delle nostre attività economiche».

RACCOLTA DIFFERENZIATA «Ci siamo stabilizzati con oltre il 60% - afferma il sindaco - grazie alla nuova gara settennale che è

partita a marzo. Partivamo dal 21% e stiamo lavorando per migliorare anche i servizi accessori di scerbamento, spazzamento e pulizia delle caditoie. Ci sono già stati molti passi avanti, penso sia agli occhi di tutti».

PROGRAMMAZIONE FUTURA «Stiamo programmando tantissimo. Stiamo per esempio portando a compimento, con le procedure di gara, tre finanziamenti che il Comune aveva già vinto.

Uno per la nuova sede della Protezione Civile in via Francesco Crispi che dovrebbe partire a breve grazie a fondi della stessa Protezione, uno per un centro comunale di raccolta dei rifiuti in via Corridoni che faremo con fondi regionali seguito al Patto per il Sud e uno per un nuovo palazzetto dello sport che sorgerà in via Milanese. Abbiamo già i decreti di finanziamento per due dei tre progetti, manca per il palazzetto perché è un finanziamento della Protezione Civile regionale che vuole la gara già espletata, è dunque una questione solo burocratica, di fatto tutti e tre stanno andando avanti. Ci sono stati assegnati anche fondi del bando Sport e periferia che useremo per il campo sportivo, per la palestra di via don Bosco e per la realizzazione dell’attiguo parcheggio. Ulteriori fondi poi, saranno utilizzati per completare il ripristino del teatro comunale su cui siamo già intervenuti con fondi comunali. Siamo inoltre in graduatoria per un finanziamento che ci permetterà di rifare l’illuminazione pubblica.

Potrei aggiungere molto altro conclude Giammusso - come la rimodulazione di un progetto di edilizia privata che ci consentirà di avere un parcheggio pubblico in pieno centro storico».

sport

I L R A C C O N T O D E L L’ E T N A PA R A L I M P I C A di Roberto Quartarone

L’

astronauta Luca Parmitano, il catanese più popolare nel mondo, poco più di un anno fa sfoggiò una canotta azzurra mentre era in orbita. Era quella della Nazionale di pallacanestro della Fisdir, la federazione che permette di competere ai ragazzi con sindrome di Down, che aveva appassionato tutta l’Italia vincendo Europei 2017 e Mondiali 2018. Queste imprese hanno portato alla ribalta gli sport di squadra per disabili, di solito poco noti e considerati meno dal lato strettamente agonistico.

L’UNICA SQUADRA Alle ultime Paralimpiadi, sono stati sei i tornei che hanno incluso delle varianti per disabili degli sport di squadra con la palla: calcio a 5 per ciechi, calcio a 7 -un-lato, goalball, sitting volley, basket e rugby in carrozzina. Nessuna medaglia per gli italiani, anche se in alcune discipline siamo all’avanguardia. A Catania c’è da anni una certa tradizione nel torball, uno sport dedicato ai non vedenti simile al paralimpico goalball, e si sta iniziando lentamente il rugby in carrozzina.

Ma è la pallacanestro che dal 2013 rappresenta la realtà più importante di

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«Quand’ero piccolo non c’erano sport paralimpici. Ho iniziato a 32 anni, prima dovevo fare l’hockey su prato da normodotato. Spero che le nuove generazioni si avvicinino, ma in pochi vogliono fare sacrifici»

questo panorama: il Cus Cus Catania, nato dalla sinergia tra Centro universitario sportivo e Unità spinale del Cannizzaro, rappresenta la provincia etnea in Serie B da allora, con risultati altalenanti ma sempre in crescita. Dal 24 ottobre, complici i dcpm del Governo Conte, i cuscussini sono gli unici rappresentanti della palla a spicchi di Catania a potersi allenare.

«UN PRIVILEGIO ALLENARSI» La squadra in carrozzina è guidata da un gruppo di donne: la responsabile e madre del progetto è Elide La Scala, la consigliera Arianna Rotondo, le allenatrici Gabriella Di Piazza e Ilenia Bulla. «È una fortuna e un privilegio poterci allenare – afferma Di Piazza, palermitana, già allenatrice in Serie A2 e assistente in A1 femminile –. La Fip e la Fipic hanno avuto un atteggiamento responsabile fermando tutto, ci hanno tutelato, ma noi disputiamo la Serie B con squadre del Molise e della Puglia e inizieremo il 7 febbraio.Siamo molto rispettosi delle regole».

«Ci stiamo allenando e siamo gli unici perché la B è nazionale – fa eco il play Angelo Fonte, in squadra sin dalla prima partita –.

Credo che la cosa più bella è poter dire di

aver fatto la squadra e averla portata avanti fino ad oggi. Siamo i secondi in Sicilia dopo Palermo, purtroppo sono scomparsi Trapani e Ragusa e altri che volevano fare una squadra non ci sono riusciti.

Comunque ogni anno impariamo qualcosa in più e cresciamo di livello».

NAZIONALE Nel gironcino meridionale, il Cus Cus

ha sempre fatto la sua figura, senza mai svettare ma evitando sempre l’ultimo posto dopo la prima stagione di rodaggio.

Quest’anno ha ospitato coach Carlo Di Giusto, allenatore della Nazionale, per uno stage, come avviene periodicamente.

«La squadra ha avuto uno step di crescita notevole – prosegue l’allenatrice –.

Il coach della Nazionale ha trovato i ragazzi Foto Aurelia Lombardo

migliorati grazie al lavoro progettuale della società, che ha insistito con impegno e programmazione. Il Cus non ci fa mancare nulla, né strutture né altre necessità».

Angelo Fonte è uno dei quattro catanesi che nell’aprile 2017 a Capo d’Orlando ha giocato al PalaFantozzi l’amichevole tra una selezione siciliana e la Nazionale maggiore. Con lui c’erano il capitano Ivan Messina, Alfio Scuderi e Daniele Pappalardo; quest’ultimo gioca a Reggio Calabria, ammessa alla Serie A 2020-‘21.

«Coach Di Giusto viene una volta ogni due anni – spiega il play –. Gabriella e Ilenia ci ripetono tanti concetti, cercando di dirigerci verso un gioco più semplice, fatto più di blocchi che di uno contro uno, con tanto pressing».

SACRIFICI NECESSARI «Quand’ero piccolo – prosegue Fonte – non c’erano sport paralimpici.

Ho iniziato a 32 anni, prima dovevo fare l’hockey su prato da normodotato. Spero che le nuove generazioni si avvicinino, ma in pochi vogliono fare sacrifici».

Non è infatti facile far parte di una squadra sportiva.«Alcuni nuovi ragazzi si stanno avvicinando – riprende coach Di Piazza –.

Il basket è per diversamente abili, ma loro

Novembre2020 2020- -Anno AnnoXXVI XXVI/ n. / n.287 286 Dicembre

sono più che abili! Ci sono blocchi, regole da rispettare, è molto complesso.

Il progetto va avanti perché ci sono sempre più persone che danno continuità, con gli allenamenti e con la mentalità giusta.

Lo sport è sì terapia e attività inclusiva, ma anche lavoro di squadra, nell’atteggiamento e nell’attenzione tecnico-tattica».

PENSANDO OLTRE L’offerta negli ultimi anni si sta ampliando per i diversamente abili. Fonte per esempio gioca anche a Palermo, per la squadra di sitting volley. «Quest’anno forse partiremo in primavera – spiega –.

Ci sono poche squadre e si gioca anche in quattro normo con due disabili. A Palermo siamo tra i più forti in Italia, ci alleniamo a Sferracavallo. Il presidente è Domenico Arena, poliziotto catanese; sua moglie, Linda Troiano, ha avuto un incidente ed è la responsabile tecnica».

Il catanese Davide Lodico, che è passato anche dal Cus Cus, ha invece giocato anche il Mondiale con la Nazionale di rugby in carrozzina. Fondato da Salvatore Mirabella nel 2016, il Wheelchair Rugby Catania non partecipa però ai campionati, ma ha organizzato varie giornate dimostrative per propagandare questo sport.

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PER LA PREVENZIONE

U

n aneurisma consiste nella dilatazione focale anomala e permanente di un’arteria, causata da un indebolimento della parete. La dilatazione sarà progressiva e la parete delle arterie si può assottigliare rischiando la rottura, specie in corso di episodi ipertensivi. La malattia aneurismatica, più frequentemente a sede aortica, può colpire anche le arterie viscerali, cioè i rami arteriosi che nascono dall’aorta addominale e si distribuiscono agli organi addominali e retroperitoneali. Pertanto potranno essere interessate le arterie renali, spleniche, epatiche, mesenteriche ed anche i loro rami di suddivisione. Quelli splenici sono quattro volte più frequenti nelle donne e peggiorano durante la

gravidanza. Le cause più frequenti sono l’aterosclerosi, l’ipertensione arteriosa, le malattie connettivali, ma anche traumi all’addome e infezioni possono essere implicati nel determinismo.

L’aneurisma viscerale è relativamente raro ma prevalentemente asintomatico quindi la sua evoluzione è spesso subdola: deve essere curato tempestivamente se raggiunge dimensioni superiori ai 2 cm o se sono presenti sintomi, ma soprattutto deve essere trattato per evitare la più temibile complicanza che consiste nella rottura con grave emorragia interna e shock con alti tassi di mortalità.

Sono comunque da considerare diversi fattori, come sesso ed età: il trattamento è particolarmente indicato nei

soggetti giovani, e soprattutto nelle donne in età fertile poiché in corso di gravidanza la presenza di un aneurisma delle arterie viscerali aumenta di molto la mortalità materno-infantile. Essendo frequentemente asintomatico la sua scoperta è spesso occasionale in corso di indagini diagnostiche di imaging, quali ecografie o TC, eseguite per altre ragioni. È possibile tuttavia avvertire dolore (addominale o lombare) quando l’aneurisma cresce rapidamente, oppure in fase di rottura o di trombosi interna.

Il trattamento endovascolare degli aneurismi delle arterie viscerali prevede l’utilizzo di stent ricoperti o (endoprotesi) e materiali embolizzanti (spirali) che vengono rilasciati all’interno del vaso per escludere dal flusso ematico la lesione aneurismatica evitando così che essa possa rompersi. La procedura viene eseguita per via percutanea inserendo un catetere (un sottile tubicino) dalla regione inguinale o ascellare e spingendolo fino a livello dell’aneurisma, osservando tutte le fasi sotto la guida dell’imaging in fluoroscopia a raggi X. Il trattamento viene effettuato in anestesia locale e in genere richiede una permanenza in ospedale di uno o due giorni. Nella maggior parte dei casi i pazienti riprendono la normale routine quotidiana entro una settimana. Il trattamento endovascolare è una procedura sicura e nei casi complessi, ad alto rischio chirurgico, è l’unica possibilità terapeutica.

L’Azienda Ospedaliera Cannizzaro rappresenta un centro di riferimento per il trattamento della patologia aneurismatica grazie alla sinergica collaborazione tra la Diagnostica per Immagini e Radiologia Interventistica, dirette dai Dott. Domenico Patanè e Pierantonio Malfa, e la Chirurgia Vascolare, diretta dal Dott. Antonino Scolaro.

A

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C

D

Fig.2: (A) Angio TC: aneurisma dell’arteria epatica (freccia rossa) con guscio calcifico, ben visibile anche alla ricostruzione VR (B); all’angiografia visualizzazione dell’aneurisma (C): completa esclusione (D) per trattamento endovascolare condotto con il posizionamento di spirali a valle, all’interno ed a monte dell’aneurisma (freccia rossa).

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B Fig.1: Angio TC: (A) aneurisma dell’arteria splenica (freccia rossa).

Corrispettivo angiografico (B) dell’aneurisma (freccia rossa). Esclusione completa dell’aneurisma (C) grazie al posizionamento di una endoprotesi (freccia rossa)

IL TRATTAMENTO VIENE EFFETTUATO IN ANESTESIA LOCALE E IN GENERE RICHIEDE UNA PERMANENZA IN OSPEDALE DI UNO O DUE GIORNI.

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C Fig.3: Angio-TC (A) aneurisma del tripode celiaco; corrispettivo angiografico (B), frecce rosse: trattamento endovascolare (C): completa esclusione dell’aneurisma con posizionamento di spirali (freccia rossa) e di endoprotesi (freccia piena bianca)

arte

di Andrea Giuseppe Cerra

«S

ono cristiano, sono un uomo semplice e mi fa piacere rivivere, a modo mio, il momento del dio uomo in una stalla», poche parole ma cariche di pathos rendono la cifra stilistica dell’esperienza umana e artistica di Salvatore Incorpora (Gioiosa Ionica 1920 - Linguaglossa 2010), intimamente legata alla incrollabile fede in Cristo che lo spinse a dedicare parte della sua produzione al Presepio, forma altissima di rappresentazione iconica e omaggio a uno dei momenti topici dell’umanità: la nascita del figlio di Dio, il Dio che si fa uomo.

ABISSI DI DISPERAZIONE Una lunga peregrinazione la vita di Incorpora, soprattutto nel primo Novecento. Un itinerario artistico il suo che, nutritosi di una forte tradizione verista, di passioni archetipiche, di arcaiche inquietudini, di abissi di disperazione, approda a una moderna visione espressionistica, surreale, di allucinato, straniante, magmatico furore e insieme d’intensa, vibrante, incontaminata liricità, che trova la voce più autentica nella produzione d’ispirazione verghiana, civile, etica, sacra. Popolata di umili e diseredati, dalle mani e dai piedi sproporzionati, contorti, per farsi sostegno e radice, in una rivolta senza tempo e senza luogo, per artigliare l’arcano di un’inconsolabile ingiustizia, di una carsica solitudine, segnati da visionari colori d’ardita valenza evocativa.

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Foto di Rosita Lipari

LA GUERRA Sarà il secondo conflitto mondiale a divenire, per Incorpora, un momento di profonda crescita interiore, in chiave non solo artistica.Il 4 febbraio 1941 la cartolina di precetto militare conduce Salvatore Incorpora su un treno lungo un tortuoso itinerario da Reggio Calabria a Marsala, da Roma a Bari, poi dal porto di Durazzo a Tirana e da Ioannina infine ad Atene. Incorpora partecipa alle operazioni di guerra sul fronte dei Balcani dal 18 novembre 1942 fino al 9 settembre 1943, quando viene fatto prigioniero presso la Centrale Assistenza Volo all’aeroporto di Atene Tatoi, dove prestava servizio in qualità di aviere scelto aiuto marconista.

Seguono i dolorosi anni della prigionia insieme agli altri soldati italiani posti sotto il controllo tedesco (Imi, Internati Militari Italiani): l’illusione del rientro in Italia si

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infrange su quell’andare della tradotta in direzione nord, attraverso i territori dei Balcani, dell’Ungheria, dell’Austria e della Germania.

Il 26 settembre 1943 è registrato nel campo di prigionia di Prostken (l’attuale Prostki, in Polonia): «A Bacuske Prostken, lo Stammlager IT 1° B, campo di internamento per sottufficiali e truppa, appartenente al primo distretto, vide ebrei rinchiusi e torturati che diedero la vita senza sapere il perché, ed è Stalag ora, dove migliaia di italiani per bere e pulirsi, hanno tre fontanelle soltanto e da pompare, a stillicidio d’acqua, mare di fango per giaciglio, tanta umidità per nebbia ch’è di casa, freddo, fame la più struggente, mitraglie puntate sempre, e un reticolato alto che sa di morte». Qui inizia il processo di disumanizzazione del prigioniero, ridotto a essere un mero

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arte

INCORPORA SCELSE LINGUAGLOSSA COME SUA PATRIA D’ELEZIONE. ALLA CITTADINA ETNEA DEDICÒ LE SUE SPERANZE, LE SUE ENERGIE, GLI ANNI PIÙ INTENSI DEL SUO ESTRO ARTISTICO.

numero inciso su una piastrina metallica, quel 14484 lo scorta su un vagone sigillato fino a Gleiwitz Laband l’11 ottobre 1943.

A dicembre segue il trasferimento nel campo di prigionia di Warthenau (Zawiercie in polacco, a poca distanza da Auschwitz) e l’identità negata di Incorpora si assottiglia in un numero di quattro cifre, Arbeiter-Ausweis n.

1728. Nonostante la violenta imposizione del divieto di lavorare l’argilla, alcune figurette clandestine diventano merce di scambio per un magro boccone in più, e così «bimbe dormienti e canarini su fichi d’india o mele di Calabria, romantica memoria, sono i modellati per fette di pane e margarina che non saziano mai» Un barlume di umanità sembra scaturire dall’incontro con alcuni polacchi per un’improvvisata partita di calcio «in un prato erba e fango» o per un’amicizia

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sincera come quella con Stascek Palme (che sarà ospite di Incorpora in Italia alla fine del conflitto), o ancora dalla pietà del sacerdote della cattedrale di Warthenau, che concede una cappella della chiesa per la realizzazione di un presepe con figure in terracotta in occasione del Natale del 1944. Presepe di cui, purtroppo, non si ha traccia fotografica.

Dal gennaio ’45 la nuova destinazione, Cze˛stochowa, costretti a rimanere a disposizione per collaborare alla vittoria finale delle truppe russe, che nel frattempo avevano assunto il Comando di quei territori, dunque i prigionieri rientravano nel bottino di guerra. Poi ancora Neusalz, la Breslavia, Forst, Halbe dove «bombe copiose giorno e notte, inferno», siamo nel febbraio-marzo 1945. L’8 maggio 1945, com’è noto, la storiografia attesta col passaggio dell’Elba una tappa

INCORPORA SCELSE LINGUAGLOSSA COME SUA PATRIA D’ELEZIONE. ALLA CITTADINA ETNEA DEDICÒ LE SUE SPERANZE, LE SUE ENERGIE, GLI ANNI PIÙ INTENSI DEL DAL 2015, INFATTI, A LINGUAGLOSSA HA SEDE IN PIAZZA ANNUNZIATA, IN PIENO CENTRO STORICO, IN UN PALAZZO DI ARTE RAZIONALE, IL MUSEO FRANCESCO MESSINASALVATORE INCORPORA. SUO ESTRO ARTISTICO.

determinante per la fine della Guerra, il giorno della Vittoria. L’insperato ritorno a casa avviene attraverso Dresda, Praga, Vienna, Maribor, ostacolato dal caos in cui versano città e campagne, pochi i mezzi di trasporto e molteplici le difficoltà per ottenere i lasciapassare per il viaggio fino a Trieste, Bologna, Bari. È luglio quando Incorpora bussa alla porta di casa a Gioiosa Ionica e «pagina bianca della vita è la madre che accarezza il figlio mai a lasciarlo. […] In cucina non c’è un tozzo di pane, il fuoco però ella, lo accende lo stesso perché ora, è tornata l’alba».

IL RITORNO Un cammino intenso, attraverso l’Est Europa per poi fare ritorno nella sua Calabria, aspra e forte.

Il dramma della guerra non ha spento la volontà d’arte di Salvatore Incorpora, che al suo rientro conclude la formazione

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giovanile conseguendo la maturità presso il Liceo Artistico Statale di Napoli.

Mentre la diaspora del sud conduce artisti e poeti (Salvatore Quasimodo, Giuseppe Migneco, Francesco Messina, Renato Guttuso, Giuseppe Mazzullo, Emilio Greco) verso nord, Incorpora nel 1947 lascia la Calabria. Per amore. A Messina conosce Anna Di Bella, originaria di Linguaglossa in provincia di Catania e, ottenuta l’abilitazione e successivamente la cattedra, chiede il trasferimento in Sicilia.

Nel 1948 si sposa a Valverde con Anna, che gli darà tre figli: Giovanni, Gemma ed Egidio.

Incorpora scelse Linguaglossa come sua patria d’elezione. Alla cittadina etnea dedicò le sue speranze, le sue energie, gli anni più intensi del suo estro artistico. Alle opere in pittura e scultura seguirono anche i versi. La sua poesia è profondamente grata alle suggestioni offerte dal mondo agreste, dalla natura e dalla spiritualità di un piccolo borgo, coi suoi riti, i suoi santi e le sue tradizioni.

L’ETNA Fu profeta nella sua seconda patria. Nel 1997 fu insignito della cittadinanza onoraria. Ci lasciò nel 2010, nella speranza che alcune sue opere, un giorno, potessero essere esposte in museo. Il corso degli eventi volle che quel museo nascesse.

Dal 2015, infatti, a Linguaglossa ha sede in piazza Annunziata, in pieno centro storico, in un palazzo di arte razionale, il Museo Francesco Messina-Salvatore Incorpora. L’esposizione su Salvatore Incorpora vede esposte ben 105 opere divise per temi principali: dalla religione alla guerra, dal mondo verghiano alla Calabria.

La tensione del cammino però non è l’unico tema caro a Incorpora che nella raffigurazione smisurata di piedi e mani sottolinea le radici terrene dell’uomo. E, nello stesso tempo, rammenta a sé stesso il percorso umano di Cristo che nasce nel presepio come creatura mortale e muore Dio sulla croce.

I presepi svariati, eterogenei, imprevedibili nei materiali, nelle dimensioni, nei personaggi, nella geografia del corpo e dell’anima, nell’uso consapevole e simbolico, segnati dalla lacerante espressività, sono frammisti di cose terrene e metafisica, in un grido accorato di fede.

Emerge la capacità narrativa espressa dalle opere del nostro Incorpora, il quale ha narrato il Novecento a suo modo. Il Presepe è stato elemento determinante di una narrazione dal gusto antico, di chi ha saldamente ancorato i suoi piedi nella radici cristiane, caposaldo dell’Occidente.

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editoria

SICILIA NIURA di Salvatore Massimo Fazio

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L’

“Un collettivo, che prenderà la forma editoriale”. Questo si promisero appassionati di scrittura destinati a ricevere proposte da editori, proprio per quella stella, che certamente non manca nel panorama nazionale, ma che sicuramente avvalora la stessa col “noir” siculo, “niuru”, che nel binomio legato al nome della loro terra divenne ‘SiciliaNiura’. È un collettivo appunto divenuto collana editoriale, che Rosario Russo afferma sincero: «Nulla da togliere ad alcuno, tutt’altro, però la scelta non poteva che cadere su una realtà nostrana, ed eccoci con Algra Editore, che ha sede alle pendici dell’Etna». Sono quattro i baldi giovani c’è chi è emigrato, ma torna sempre, c’è chi ‘resiste perché esiste’ (canta Giovanni Lindo Ferretti nel brano PGGGR dei pgr) nell’adorata patria triangolante, che vantano già delle pubblicazioni, dagli etnei Rosario Russo e Gaudenzio Schillaci, il primo ha esordito con “Il martirio del bagolaro”; il secondo è l’emigrato, in una città bella come la sua Catania, a Bologna, e ha esordito con “La felicità si racconta sempre male”. Di città e di approdo a non essere solo scrittori, ma curatori di collana, chiedo loro e sovvertita l’aspettativa di una risposta classica (affermo che c’è classe e impegno) ecco cosa dicono: «Immaginiamo il profilo di una città, quello che gli americani chiamerebbero lo “skyline”» incalza Schillaci «Un cielo smorto, grigiastro, quasi immateriale, dentro cui si perdono le teste di palazzi enormi, grigiastri anche loro ma di un grigio metallico e innaturale. Vuoti e splendenti involucri di lamiera e acciaio.

Immaginiamo ancora dei corpi, uguali ma diversi, caldi e al tempo stesso freddi, che cercano di arrivare alla vita muovendosi frenetici sotto un cielo che di possibilità ne offre poche».

Immagino, cosa succede?

«Che quei palazzi rappresentano gli editori, custodi di un segreto che nella mentalità

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«NULLA DA TOGLIERE AD ALCUNO, TUTT’ALTRO, PERÒ LA SCELTA NON POTEVA CHE CADERE SU UNA REALTÀ NOSTRANA, ED ECCOCI CON ALGRA EDITORE, CHE HA SEDE ALLE PENDICI DELL’ETNA».

comune è quello proprio dell’arte, ovvero l’immortalità a cui qualsiasi artista, in questo caso uno scrittore, aspira. I corpi, invece, sono i personaggi che hanno caratteristiche più o meno definite e tentano di arrivare ad una sopravvivenza di carta che gli garantirebbe l’illusione della vita perpetua. Chiunque si è ritrovato a doversi barcamenare nel mare magnum dell’editoria sa che quei palazzi non si aprono con facilità, eppure sente il bisogno di tentare a dare carnalità a quei corpi figli della sua immaginazione dove il mondo attorno a loro è solo un caos che non riesce a capirli che chissà se alcuno riuscirà mai a decifrarlo» Chi dovrebbe decifrarlo?

«Quel caos per noi non si era ancora delineato del tutto, eravamo stati pubblicati, certo, e ai nostri nomi sulla barra di ricerca sul web ad esempio corrispondevano pagine che riportavano alle nostre opere. Bello si, ma sentivamo ancora di essere sull’uscio di quei palazzi, impossibilitati a salire. Per questo e per l’amicizia che ci legava da prima che iniziasse quest’avventura abbiamo deciso di dare vita al ‘Collettivo’: tentare insieme di piegare una realtà in cui non ci trovavamo comodi abbastanza».

Ci credete?

«Probabile» prosegue Schillaci «dato che abbiamo avuto ragione: la nascita della collana “SiciliaNiura”, ad esempio, ha rappresentato, la prima forma concreta di ordine. Ci siamo lanciati in quest’avventura come demoni, tentando di decifrare il caos e gli abbiamo conferito una vita di carta».

Esito?

«Mettersi in gioco! Lo stiamo facendo, seguendo regole e idee nostre. E in fondo, il caos, si può pure tentare di arredarlo».

Lo chiedo a te Rosario: come arredate la letteratura “niura”?

«Molti credono che il noir, “niura”, sia un sinonimo del romanzo giallo, del poliziesco.

Questo assunto è decisamente fuorviante; il noir è ovunque in nessun luogo. E nessuno

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editoria

sa più cosa sia. Elementi noir si trovano in ogni genere di romanzo ormai».

Tipo?

«Pensa ad “Accabadora” di Michela Murgia o “La Ferocia” di Nicola Lagioia. Il noir è la letteratura dello sconfinamento. E ormai la letteratura poliziesca si avvia a un punto di non ritorno».

Una gabbia, che porta alla nicchia?

«All’interno di tale mondo si è formato un blocco di autori che non ha nessuna voglia di aprirsi, perché ha individuato e perfezionato un modus operandi ormai legittimato dal mercato editoriale. Uno schema narrativo di tipo seriale in cui molte volte il protagonista prende il sopravvento sulla storia. Una vera e propria gabbia...».

Cosa bisognerebbe fare?

«Fare rete, con autori che non hanno molto in comune ma pronti al confronto. Proprio da questa base è nato il collettivo. Prima di conoscere i miei compagni, ne ho ammirato i romanzi, come “Portanova e il cadavere del prete” di Alberto Minnella. Lessi qualche articolo pensando ch’era proprio bravo o scoprivo che Gaudenzio aveva presentato Sebastiano Ambra, l’unico libro dei tre letto in quel tempo: m’illuminai!».

Una luce per abbattere la chiusura?

«Esattamente! Ciò che è avvenuto a noi: quattro voci, un unico inchiostro, noir, che cerca al contempo di destrutturare il genere senza rinnegare il passato».

Teoresi di “SiciliaNiura”?

«Mi piace dire “L’Isola plurale”, luogo di conflitti che stanno alla base del noir, tentando d’indirizzarlo verso altre direzioni».

Come?

«Con la condivisione, invitando tutti coloro che avessero intenzione di raccontare la Sicilia attraverso le trame noir».

Il primo “SiciliaNiura” è firmato da te. «“Effetti Collaterali”, raccolta di sei racconti siciliani di genere. È l’apripista: vi aspettiamo!».

Arditi, decisi e certi delle proprie potenzialità proseguo con Sebastiano Ambra, colui che dell’inchiesta ha fatto lo stile di “niura”, già noto con libri quali “L’enigma del secondo cerchio”: Sebastiano, può dirsi che Rosario s’illuminò grazie alla lettura di quest’ultimo?

«Chissà, la cosa più importante da dire è che camminiamo appena, abbiamo un volto che deve trovare definizione, ossa fragili e capelli disordinati. Quando abbiamo immaginato “SiciliaNiura” spegnemmo le luci, ci escludemmo come singoli, confondendoci in una platea di scrittori siciliani che sapevamo essere ricca ma incastrata sotto il peso dei decenni

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che hanno consacrato i giganti del giallo o del poliziesco, ciò ci ha permesso di spogliarci d’ogni velleità, assumendoci la responsabilità di scelte difficili: creare un collettivo di scrittori significa anche riconoscerli, gli scrittori e dentro una fase storica che ha reso liquida la parola scritta permettendole di avere autorità ovunque, in ogni forma e in ogni luogo. In breve, sapevamo di essere in grado di farlo».

L’altro fondatore è Alberto Minnella, autore di “Il gioco delle sette pietre”, dei romanzi della saga del commissario Portanova pubblicati con Frilli edizioni e del recentissimo “L’amore è tutto qui”.

Alberto è mio collega su SicilyMag, ho preferito non intervistarlo, facendogli la sorpresa dell’anche sua creatura, per non far pensare ad alcuno il conflitto di interesse. Mi perdonerà? Un mistero degno di SiciliaNiura!

«DATO CHE ABBIAMO AVUTO RAGIONE: LA NASCITA DELLA COLLANA “SICILIANIURA”, AD ESEMPIO, HA RAPPRESENTATO, LA PRIMA FORMA CONCRETA DI ORDINE. CI SIAMO LANCIATI IN QUEST’AVVENTURA COME DEMONI, TENTANDO DI DECIFRARE IL CAOS E GLI ABBIAMO CONFERITO UNA VITA DI CARTA».

FRONTIERA REALE

Angelo Capuano Giornalista instagram@angelo_capuano

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o visto giocare Diego Armando Maradona il 1° marzo del 1989. La partita era Juventus-Napoli, andata dei quarti di finale di Coppa Uefa, giocata allo Stadio “Comunale” di Torino. L’occasione mi fu “regalata” dalla buonanima di mio zio Nino, sfegatato tifoso bianconero. Avevo 13 anni, l’età in cui si giocava al calcio nel campetto del quartiere dalle tre del pomeriggio fino al tramonto, con buona pace dei vicini che minacciavano di tagliarti il pallone e, in casi estremi, promettevano denunce per disturbo alla quiete pubblica. I fuoriclasse del calcio, per noi adolescenti, non erano “modelli” da seguire, rappresentavano piuttosto un’ispirazione, e avere la possibilità di vedere giocare “dal vivo” quello che era considerato già allora “il giocatore più forte del mondo” era una questione che andava al di là della fede calcistica. La passione per il calcio era totalizzante: dal campetto con fondo in terra e pietre, dove una scivolata poteva procurarti una ferita lacero-contusa, alle figurine Panini che venivano usate come “moneta” da gioco, passando per le domeniche pomeriggio trascorse ad ascoltare alla radio “Tutto il calcio minuto per minuto” e, naturalmente, “90° minuto”.

Anche io ero juventino, ma non ero in grado di dare una motivazione della scelta: tanto arbitraria quanto comune a tanti ragazzini che tifavano Milan o Inter. Per la prima volta però mi si presentava l’occasione di andare a vedere la mia “squadra del cuore” proprio a Torino, al Comunale e in curva Filadelfia, la postazione dei “Drughi”. Siamo partiti qualche giorno prima: il treno era l’espresso Siracusa-Torino, la famigerata “Freccia del Sud” delle “Ferrovie dello Stato”. Un viaggio interminabile che iniziava con le due ore necessarie a traghettare i vagoni per lo Stretto e proseguire poi per le “calabrie”. Indimenticabili gli scompartimenti di seconda classe con le poltrone in simil-pelle marrone popolate da centinaia di emigrati che viaggiavano verso nord per tornare sui luoghi di lavoro. Il treno risaliva la penisola

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e tanti tifosi partenopei cominciarono ad affollare i corridoi dei vagoni: “Uagliò, sei catanese e vai a tifare per una squadra del nord?”.

Il calcio allora era più “politico”, gli anni del Napoli campione d’Italia posero realmente la questione del “riscatto” del sud nei confronti dello strapotere settentrionale, e non solo in chiave calcistica: Diego era un ragazzo del “sud” che armato del solo talento divenne campione del Mondo con la sua Argentina. Con il Napoli alla ribalta, le partite contro il Milan di Berlusconi e la Juve di Agnelli si trasformarono in “derby” nazionali, riportando, nel caso dei bianconeri, a un conflitto “risorgimentale” ancora irrisolto. Una questione di identità sulla quale ho seriamente iniziato a riflettere proprio in quella occasione. A Torino lo Stadio era strapieno, con i tifosi del Napoli ospitati nella curva “Maratona”, quella dei ultras del “Toro”. La Juventus conduceva 2 a 0 (marcatori: Pasquale Bruno e autorete di Corradini) e alla ripresa, con il cambio campo, Maradona era proprio lì, sotto porta. È stato un lampo: mentre Diego dalla bandierina del calcio d’angolo convergeva in area, dribblando 3 giocatori come se niente fosse, sentivo i cori contro i “terroni” che provenivano proprio dalle mie spalle. A quel punto mi sono reso conto che forse mi trovavo dalla parte sbagliata.

La partita di ritorno al San Paolo si giocò due settimane dopo e segnò un vero e proprio miracolo degli azzurri che riuscirono a ribaltare il risultato, infliggendo ai bianconeri un 3 a 0 (con gol di Renica all’ultimo minuto dei tempi supplementari) che spianò la strada verso la conquista della coppa Uefa contro contro lo Stoccarda. La partita di ritorno la vidi in televisione, ma non confessai subito agli amici e a mio zio che la fede bianconera iniziò a vacillare proprio dopo aver visto giocare Maradona. Per me, ragazzino 13enne, era diventata una questione di identità, da allora mi rimase in testa un coro: “Il lunedì, che umiliazione, andare in fabbrica al servizio del padrone, oh juventino ciuccia piselli, di tutta quanta la famiglia Agnelli”.

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il resoconto PROMOTION

il sindaco Rubino: «ci stiamo riuscendo senza accumulare debiti»

Il modello virtuoso di Battiati

spazio istituzionale autogestito

M Il campo Molon che a breve sarà consegnato alla comunità

arco Rubino, primo cittadino di Sant’Agata Li Battiati ha l’obiettivo di cambiare il territorio e rimanere nella storia del Comune. Festeggiando i tre anni e mezzo dalla sua proclamazione si dice soddisfatto del fatto che pian piano la sua “tela” sta incominciando a prendere forma.

Il suo segno sono le opere che restano a Battiati e tutto senza spendere soldi comunali, né facendo debiti, sostiene, ma partecipando ai bandi pubblici. “Il 2021 sarà l’anno delle inaugurazioni” annuncia, ma una piccola anticipazione ci sarà già nel mese di dicembre.

NUOVI SPAZI CULTURALI «Non avevamo un teatro, ma grazie al finanziamento, per un milione e cento mila euro, di un bando dello Stato, abbiamo trasformato la vecchia biblioteca. Sono molto orgoglioso - continua Marco Rubino - di dare ai miei concittadini un luogo di cultura così. Sarà un cineteatro con 150 posti con un anfiteatro esterno con circa 400 posti. La biblioteca sarà invece spostata all’interno del palazzo municipale, anch’esso oggetto di ristrutturazione in chiave antisismica. Sarà poggiato su sospensori di gomma capaci di attutire ogni tipo di scossa. I lavori sono in corso. All’intero del parco comunale, questa volta con fondi regionali, 150 mila euro, abbiamo realizzato un palco attorno al quale si possono mettere fino a 800 sedie. Un lavoro realizzato da 36 concittadini di Battiati durante un cantiere scuola. Con lo stesso bando abbiamo anche creato un piccolo campo da bocce, rifatto un muro del prospetto comunale e un marciapiede».

LAVORI PUBBLICI «Abbiamo ristrutturato completamente e reso finalmente sicuro - incalza Rubino l’asilo nido.

Un vecchio bando, per 700 mila euro, che sono riuscito a recuperare all’inizio dell’amministrazione. I bambini, durante i lavori, hanno frequentato l’asilo in uno degli appartamenti sequestrati alla criminalità organizzata di proprietà del Comune dal 1998. L’altro appartamento è stato assegnato all’Associazione nazionale dei Carabinieri che ci aiuta nel presidiare il territorio il sabato pomeriggio. La ristrutturazione è stata effettuata con fondi comunali per 14 mila euro. Non meno importante è il canale di gronda. Aspettiamo la notizia della conferma di un finanziamento da 2 milioni di euro di fondi co-

I lavori di adeguamento sismico all'interno del palazzo municipale

munitari che ci permetterà di dire basta ai fiumi di pioggia a Battiati. Realizzeremo tre condotte per intercettare l’acqua che arriva da Gravina, San Giovanni la Punta e Tremestieri per convogliarle nel canale di gronda principale. Le gare dovranno essere bandite entro settembre del 2021. E poi ci sono tanti piccoli finanziamenti per lavori molto utili. Parlo del secondo ingresso per la scuola media, della palestra per la scuola elementare, del rifacimento dell’asfalto in tanti piccoli tratti, ma anche del rifacimento del parco e di un paio di dog park».

RACCOLTA DIFFERENZIATA «Il servizio è cresciuto. Adesso il porta a porta dell’umido è effettuato tutti i giorni.

In generale riusciamo a differenziare il 69 per cento e vogliamo crescere di più».

CITTÀ MODERNA «È uno dei punti cardine della mia amministrazione. Proprio in questi giorni viene pubblicato un bando da 3 milioni di fondi europei per una smart city. Rifaremo totalmente l’illuminazione pubblica riuscendo anche a risparmiare sulle bollette future e sulla manutenzione. Avremo,inoltre, il wifi gratuito anche nelle scuole. Ci saranno anche 5 colonnine per la ricarica delle auto elettriche e soprattutto avremo più sicurezza. Monteremo infatti delle telecamere per la lettura delle targhe per il controllo del territorio. Ammodernamento anche per la macchina amministrativa con un solo software che fa comunicare gli uffici.

Uno strumento che permette anche uno buono smart working. Tra gli obiettivi anche l’efficientamento energetico di tutti gli edifici comunali. Con il nuovo piano regolatore che stiamo redigendo inoltre, vogliamo ridurre il cemento e aumentare il verde».

BILANCI E CASSE COMUNALI «Uno degli aspetti più importanti è che i miei bilanci sono assolutamente veritieri e puntuali. Anche grazie a questo abbiamo potuto partecipare a tanti bandi. Ne avevamo i requisiti. Siamo anche riusciti a chiudere il bilancio in positivo, seppure non di molto. I nostri creditori vengono pagati subito. Tuttavia le casse comunali non stanno al meglio, stanno sicuramente migliorando ma abbiamo sulle spalle una montagna di debiti che incidono per circa 1,5 milioni l’anno. Abbiamo mutui fino al 2045. In diversi casi abbiamo effettuato delle transazioni risparmiando molto».

PERSONALE «Non è sufficiente e ha un’alta età media.

Poca forza anche nel corpo della polizia municipale. Sono in 7 compreso il comandante. Tuttavia, grazie a tre anni di amministrazione virtuosa, abbiamo finalmente previsto dei concorsi per il 2021 e 2022.

Dal 2023 si attiverà il turn over».

COVID «Stiamo facendo lo screening di massa allargato anche ai cittadini dei comuni limitrofi. Per aiutare la comunità dal punto di vista economico, stiamo aspettando i soldi del fondo perequativo da parte della Regione di cui abbiamo fatto richiesta. Con questo stanziamento le partite iva ricadenti nel territorio di Battiati pagheranno solo un dodicesimo della Tari di quest’anno».

Il palco realizzato con fondi regionali all’interno del parco comunale, grazie al lavoro di 36 concittadini che orgogliosamente hanno costruito l’opera

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SANDRO VERGATO FOTO E TESTI di Francesca Santangelo

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apere e saper fare. Ognuno di noi ha un dono, un talento, qualcosa in cui eccelle. A volte è solo questione di tempo prima che questo si manifesti. «Penso che siamo nati sulla Terra per capire chi siamo, per fare conoscenza di noi stessi e ho scoperto fin da subito che la mia vocazione fosse quella di fare sorridere gli altri».

Sandro Vergato, attore comico siciliano, è ancora ragazzino quando capisce che l’umorismo sarebbe stato il suo compagno di viaggio in questa vita.

«Molte volte a scuola mi facevo buttare fuori pur di fare la battuta e sentire il boato della classe». Ma la sua ironia gli ha anche permesso di farsi accettare e di non venire emarginato. «Sono figlio di genitori grandi, nato dopo 18 anni di matrimonio. In casa si parlava in siciliano – racconta – poichè, ai tempi della guerra, i miei non avevano avuto la possibilità di istruirsi. Quindi, non avevo una grande dimestichezza con la dialettica. Un po’ per questo, un po’ per le mie orecchie a sventola, ero bersaglio della classe». Un periodo che trovò la svolta quando si servì della sua simpatia come arma contro l’emarginazione, riuscendo a farsi accettare e apprezzare dai compagni di classe.

SAPER RIDERE In fondo, siamo un po’ tutti alla ricerca di qualcuno che ci faccia ridere.

Questo vale per tutte le occasioni, non solo nel rapporto sentimentale.

Cerchiamo sempre quella persona che attraverso l’allegria sia capace di trasportarci in una dimensione diversa. «L’allegria è spesso sottovalutata, ma è una magia. Se riesci a provocarla, sei capace di sedurre. La seduzione non è soltanto qualcosa di passionale. Sedurre deriva dal latino indurre a sè.

Dunque, se riesco a trasportarti nel mio mondo, ti ho sedotto».

Grazie alla sua poliedricità e il suo spiccato senso dell’umorismo, Vergato è capace di caratterizzare diversi e bizzarri personaggi in una visione pirandelliana stupefacente. Ma chi è Sandro Vergato? «Sono essenzialmente una persona molto curiosa che ha come obiettivo l’evoluzione interiore e la conoscenza di me stesso».

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QUESTIONE DI SPIRITO Un connubio dunque tra essere spiritoso ed essere spirituale. «Facendo delle ricerche ho capito che esiste una bella relazione capace di unire l’uno e l’altro al di là di una semplice etimologia comune. Ad esempio, nonostante le apparenze, i più grandi uomini illuminati che abbiamo avuto sulla Terra sono state delle persone molto spiritose».

Una carriera ricca di esperienze, spettacoli, opportunità che lo portano a conoscere i più grandi maestri della comicità, dei quali Vergato porta con sé molti ricordi. «La prima volta che incontrai Pippo Franco, fu circa 25 anni fa. Lo accompagnavo ad un suo spettacolo ad Enna e mentre eravamo in macchina mi fece una battuta alla quale io, per non restare da meno, risposi con una controbattuta. Capì felicemente il mio stare al gioco, «SONO FIGLIO DI avendo appreso la sua ironia, e GENITORI GRANDI, da lì si ebbe chiara la sintonia NATO DOPO 18 ANNI DI da cui ne nacque un’amicizia MATRIMONIO. IN CASA SI straordinaria. Abbiamo fatto diverse tournée insieme, mi PARLAVA IN SICILIANO, ha insegnato tantissime cose e POICHÉ, AI TEMPI DELLA sono felice di avere al mio fianco GUERRA, I MIEI NON un maestro di tale grandezza, AVEVANO AVUTO LA un riferimento comico che rappresenta la storia del cinema, POSSIBILITÀ DI ISTRUIRSI. della televisione, del teatro».

QUINDI, NON AVEVO UNA Così come il grande Gigi GRANDE DIMESTICHEZZA Proietti, tristemente scomparso CON LA DIALETTICA. recentemente. «Un uomo così umano, disponibile. Andai a UN PÒ PER QUESTO, trovarlo in occasione di uno UN PÒ PER LE MIE spettacolo a Taormina. Quel ORECCHIE A SVENTOLA, giorno gli chiesi come si andasse avanti in questo lavoro, al ché mi ERO BERSAGLIO DELLA rispose ‘Con la volontà fai tutto. CLASSE».

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«SONO ESSENZIALMENTE UNA PERSONA MOLTO CURIOSA CHE HA COME OBIETTIVO PER QUESTA ESISTENZA ATTUALE L’EVOLUZIONE INTERIORE DEL MIO SPIRITO E LA CONOSCENZA DI ME STESSO».

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Volere è potere’. Questa è una cosa che mi porterò sempre nel cuore».

IL CONDOMINIO Gli attuali progetti lavorativi sono legati alla seconda serie di Condomio Vergato - Un Pazzo Palazzo in Smart Working un esilarante format televisivo in programmazione su Bom Channel in tutta Italia su canale 68 del digitale terrestre e su Video Mediterraneo in Sicilia. «Guardavo il telegiornale, ascoltando le critiche mosse al Governo, a parer di popolo inesperto e incapace di gestire la pandemia. ‘Questa gente non riuscirebbe a governare nemmeno un condominio’ la battuta più ricorrente. Allora io - spiega Vergato - senza entrare nel merito, perché il comico dev’essere super partes, ho pensato di realizzare davvero ciò che era stato detto a voce».

E così prendono vita i «LA PRIMA VOLTA personaggi interpretati da Vergato: da Pippy Contè CHE INCONTRAI a Vincenzo De Buca, PIPPO FRANCO, FU da Giorgia Dumeloni a CIRCA 25 ANNI FA. LO Matteo Frenzy, passando ACCOMPAGNAVO AD per Renato Vero e Franco Battezzato, per citarne UN SUO SPETTACOLO alcuni. Figure che non AD ENNA E MENTRE sono imitazioni ma ERAVAMO IN MACCHINA caricature tali per cui, MI FECE UNA BATTUTA anche il ruolo che svolgono è stato reinterpretato.

ALLA QUALE IO, PER «È un progetto al quale NON RESTARE DA MENO, sono molto legato e non RISPOSI CON UNA posso non ringraziare due persone fondamentali che CONTROBATTUTA. CAPÌ ne hanno preso parte: La FELICEMENTE IL MIO Russo Morosoli Group che STARE AL GIOCO, AVENDO ha creduto fin dall’inizio APPRESO LA SUA IRONIA, al progetto, tanto da sostenerlo economicamente E DA LÌ SI EBBE CHIARA e Piero Cassisi, geniale LA SINTONIA DA CUI NE regista che con montaggi, NACQUE UN’AMICIZIA grafiche ed effetti speciali STRAORDINARIA». ha arricchito la potenzialità del programma».

In merito alla situazione pandemica Sandro Vergato esprime l’ingiustizia della situazione in cui versa il mondo dello spettacolo, ampiamente lasciato all’abbandono da parte dello Stato. «La civiltà di un popolo si vede dal grado di interesse che esprime attraverso i luoghi per la cultura. Quando chiude un cinema e apre un supermercato, questo è segno di una civiltà in decadenza. E a Catania ne abbiamo un esempio. Ma, per quanto riguarda la pandemia, spero che finisca molto presto per tutti, ma a maggior ragione per ridare vita ai teatri, ai cinema e tutti i luoghi di cultura, i quali rappresentano l’anima di un territorio».

UNA TV DIFFERENTE Una decadenza culturale che purtroppo è presente anche nella Tv di oggi. «Se la televisione è quella che ci propinano oggi determinate figure, questo non può che essere un segno dei tempi. Evidentemente le persone amano questo tipo di situazioni. Ridotti a questo, non ci si può che fare un’idea di quanta pochezza di animo e di spirito sia presente nelle persone».

Sandro Vergato non può dunque che ricordare con enfasi e gioia la televisione degli Anni 70 e 80, dai quali schermi Raimondo Vianello e Sandra Mondaini accompagnavano egregiamente le giornate degli spettatori. «Era una televisione scritta – spiega Vergato – copioni ben studiati e preparati, dove tutto ritornava, le battute erano straordinarie e loro rendevano tutto molto più bello. Adesso ogni cosa viene improvvisata, si ride poco e si litiga tanto».

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LIBRI

LETTO, RILETTO

RECENSITO

di Salvatore Massimo Fazio È il filosofo che ha fondato la corrente del nichilismo cognitivo. Poco avvezzo alla mondanità, vive a fasi alterne tra Sant’Agata Li Battiati, dove mantiene la residenza, Roma e Torino.

Titolo: Il cielo sopra Bellini Autore: Salvatore Giglio Edizioni: Algra Editore 2020 Numero pagine: 89 Prezzo di copertina: € 10,00

L'acqua e la lava

il libro di Ignazio Cilia Un’antologia da leggere parola per parola

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osì come il titolo prafrasa un famosissimo film (Il cielo sopra Berlino, n.d.r.), alla stregua l’autore può essere parafrasato nella galanteria e nella freddura anglosassone di in un lord. Aforismi e pensieri brevi, intuizioni sull’avvenire, rivelazioni agli occhi del mondo catanese che raccoglie nella propria personalità sfumature verdeggianti.

Salvatore Giglio è tutto questo. È si un cittadino del vero capoluogo di regione, è anche il proseguimento di altre illustri figure che la città dell’elefante ha donato alla cultura mondiale. Educato ma luciferino con gentilezza distrugge la potenza germanica dei tempi attuali e anche ante litteram a favore dell’ergersi potente del più alto vulcano d’Europa: “Un gruppo di turisti tedeschi / guardano smarriti la danza di una candelora / sembra che tutte le loro certezze / siano a un tratto svanite” (p.

34). Ai topolini francesi, senza chiamarli in causa, che del cinema onorarono la ratatouille, contrappone l’essenza migliore e reale di un

luogo, il sud, Catania, dove lo sfregio razzista che subisce il cittadino agatino altro non è che la diagnosi di ogni psicologo per supportare il paziente chiuso e asociale (così dicono gli inetti!): “non si vergogni, vada, si ‘lanci’ nei luoghi, cos’ ha lei meno di un altra?”, e allora Giglio lo spiega in un’azione: s’entra al bar e s’ acquista l’arancino, fieri s’esce a mangiarlo nel sociale, senza cercare bigotteria d’eleganza che sempre trita con la storia del galateo culinario.

C’è del poetico quando s’annuncia: “Ciascun catanese conserva nella propria memoria un angolo della città / dove da bambino durante le celebrazioni agatine / aveva ordine di recarsi in caso di smarrimento nella folla”. È proprio vero: uniti dal sangue della libertà concessa dai genitori durante la festa abbiamo tutti un punto dove ritrovarci se dovessimo smarrici: e ci si smarrisce per Sant’Agata. Il cielo sopra Bellini vale la rinfrescata del mandarino al limone che solo ‘nde cioschi di Catania creano.

Il turista, quel buontempone, che è diventato un amico col quale ci si vede quotidianamente, ha scelto il cielo sopra Bellini, senza lavoro, senza perfezione di quello che magari gli diede, una metafora, un esempio la perfezione tedesca.

Con tono leggero e disincantato, "L'acqua e la lava" di Ignazio Cilia scorre tra "Acquerelli letterari" brevi storie e versi sciolti in lingua siciliana e italiana, tutti improntanti a una filosofia di vita rassicurante e incoraggiante originata da grande apertura mentale e d'animo. Con garbo suggerisce e propone di affrontare le vicende della nostra vita con modalità intelligente, interessante, rivenendovi poesia, applicando e liberando fantasia.

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