Novembre 2014 - Paesi Etnei Oggi

Anno XX - numero 9- DISTRIBUZIONE FREE PRESS

NOVEMBRE 2014

FOND ATO D A CARMEL O PITROLINO FONDA DA CARMELO

GIOVANNI LA VIA

VALVERDE

GRAVINA

«Eurodeputato sì, ma mi prenderò cura di Catania»

Un paese nel caos politico ed... amministrativo

Problema trasporti «servizi inadeguati»

Simone Olivelli a pag. 7

Carmelo Di Mauro a pag. 6

Andrea Carmelo Piloni a pag. 5

Un’ondata di crimini si è abbattuta nel capoluogo etneo. Una cosa è certa, nessuno può sentirsi al sicuro... neppure tra le mura domestiche!

Insieme al criminologo etneo Salvo Vitale, abbiamo analizzato le possibili cause che danno vita al crescendo di episodi di violenza.

Andrea Pitrolino a pag. 2

OPERE IN CANTIERE

La Provincia Regionale di Catania è ancora viva.. e spende

Che fine hanno fatto i Centri Operativi Misti (COM)?

Nicolosi e Belpasso

Fernando Massimo Adonia a pag. 5

COMe salvarsi sull’orlo del disastro

IL C OMMENT O DI PIETR OA GEN COMMENT OMMENTO PIETRO AGEN

Invitalia chiude le porte a due giovani catanesi. Un progetto respinto in Sicilia e finanziato in California P.E.O. a pag. 7

Andrea Carmelo Piloni a pagina 3

Fernando Massimo Adonia a pagina 3

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CR ONA CA CRONA ONAC

Omicidi, bullismo e violenza: paura tra la gente I fatti di cronaca delle ultime settimane

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ACI SANT’ANTONIO. Rumeno aggredisce e rapina una 81enne

2 CATANIA. La Procura distrettuale di Catania dispone numerose perquisizioni contro la pornografia minorile su internet

SAN GIOVANNI LA PUNTA. Padre accoltella due delle sue figlie. Muore la figlia più piccola di appena 12anni

SAN GIOVANNI LA PUNTA. Rissa tra cittadini dello Sri Lanka in via della Regione

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ACIREALE. Padre abusa della figlia minorenne ma viene incastrato su Facebook

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6 CATANIA. Il maniaco di piazza Lincon ha un volto, arrestato per violenza sessuale su minori

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ZAFFERANA ETNEA. Donna 38enne tanta di uccidere la figlia a martellate

9 CATANIA. Orrore nei pressi della stazione, Mbengue Gora uccide l’ex fidanzata, la 30enne Veronica Valenti, originaria di Belpasso

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CATANIA. Rissa in via del Rotolo nella domenica dello stop al traffico: il ciclista Raffaele Lo Savio viene pestato a calci e pugni da un gruppo di malviventi

CATANIA. Scoppia la rissa in centro storico, due extracomunitari arrivano alle mani, uno di loro viene accoltellato. (foto: Inciviltà Catania)

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CATANIA. Baby gang in azione alla Villa Bellini, rapinano e picchiano 18enne per 10 euro

MASCALI. Due uomini rapiscono ed accoltellano un minore ospite della comunità dove lavorano

Il criminologo etneo Salvo Vitale mette in luce alcuni aspetti oscuri dell’ondata di violenza

«Il 25% degli omicidi avviene in famiglia» Gli episodi di violenza di questi ultimi mesi hanno innescato un dibattito che coinvolge tutti. Indistintamente. Un fenomeno di forte e ormai incontrollabile disagio umano e sociale, che non può, non deve assolutamente essere sottovalutato.

Spinti da questa riflessione, abbiamo deciso di dedicare ampio spazio ai fatti di cronaca e di attualità che più tristemente hanno segnato la recente storia del nostro capoluogo etneo. Ci siamo dunque rivolti ad un esperto del settore, il criminologo Salvo Vitale, per cercare di mettere in luce alcuni aspetti oscuri che riguardano queste terribili e dolorose vicende.

Dott. Vitale cosa fa il criminologo?

La criminologia nasce di fatto nel XIX secolo e precisamente nel 1876 quando Cesare Lombroso (padre della criminologia) pubblica “Uomo delinquente”. In questo studio, lo psichiatra veronese gettò le basi per l’analisi eziologica del crimine.

Nel concreto la criminologia studia il fenomeno criminoso nella sua complessità, considerando qualunque prospettiva attenga il crimine: quindi in essa si sovrappongono diverse discipline e la interdisciplinarietà è una sua caratteristica. Le discipline inerenti sono: Diritto, sociologia, antropologia, psicologia, psichiatria, biologia, medicina, statistica, scienze economiche che si intercalano nello studio del crimine, e al suo interno si operano due linee guida: quello antropologico e quello sociologico. Il primo è finalizzato allo studio della personalità del soggetto delinquente attraverso l’analisi dei fattori organici e ambientali. L’altro approccio studia il crimine come fenomeno sociale, analizzando l’episodio criminoso in relazione alle dinamiche dell’intera società in cui il criminale si trova a compiere i delitti.

Nel nostro paese sta succedendo qualcosa di strano, sembra che si uccida per qualsiasi futile motivo. Chi è l’assassino? Chiunque di noi può trasformarsi in un assassino?

Viviamo in una società che si evolve con una velocità incontenibile e quindi facciamo fatica a starle dietro. Siamo presi dal nostro lavoro e dalle mille preoccupazioni quotidia-

ne che ci stressano profondamente, siamo vittime di un’informazione in tempo reale e non facciamo a tempo a dimenticare un evento criminoso, che subito se ne presenta un’altro che viene trattato, studiato e sviscerato dai media per settimane e/o mesi. Se a tutto questo sommiamo lo stress che ci attanaglia, diventa facile per un individuo psicolabile mettere in pratica l’atto emulativo. Chi è l’assassino? Mi viene spontaneo dire: il vicino della porta accanto. Siamo immersi in un contesto sociale dove la violenza è di casa, non ci meraviglia, non ci spaventa e non ci facciamo più caso. Ognuno dei fatti più crudi e atroci è parte della regola di violenze quotidiane a cui assistiamo e alle quali non ci si fa più caso, ogni evento genera una abitudine che ci prepara al successivo, se non è più crudele, non suscita interesse. La tv ci abitua a sopportare tutto, e ormai, se nell’evento non sono coinvolte decine di vittime, non ci stupisce. Siamo diventati duri di cuore, meno sensibili, ma fortunatamente non commettiamo crimini perché intervengono i nostri freni inibitori che ci bloccano.

Ma se siamo ossessionati da un evento, se viene meno un affetto perché una relazione finisce, e il nostro equilibrio mentale si altera, allora diventiamo capaci di atti estremi.

Come si può arrivare addirittura ad uccidere i propri figli o il proprio genitore?

La cellula famiglia spesso è talmente instabile, che assume il ruolo di vera minaccia per i suoi componenti. I figli possono cadere vittime di sbalzi di umore e deliri dei propri genitori e venire maltrattati e a volte perfino uccisi.

E’ quasi sempre durante stati emotivi estremi che si verifica l’uccisione di un bambino, e a volte subito dopo il parto interviene il “baby blues” che precede la depressione post-parto.

La violenza e gli atti criminosi di tipo omicidiario non sono rari all’interno del nucleo familiare, il 25% circa del totale degli omicidi avviene all’interno della famiglia e il figlicidio rappresenta il 17% di questi. Il fenomeno si verifica anche nel mondo animale e il figlicidio è la regola e basta osservare il cannibalismo dei cuccioli da parte della cagna, quando in condizione di precarietà, di pericolo o di carenza di cibo, oppure i pesciolini rossi che mangiano le uova o i piccoli nati quando lo spazio vitale e le condizioni di sopravvivenza diventano precari. Così riusciamo a spiegare la continuazione della specie e i relativi meccanismi di selezione.

Tra le pareti di casa si consumano alcuni dei crimini più efferati; la notizia più inquie-

tante è che su tre genitori che uccidono i figli, due non hanno alcuna malattia mentale. Il padre omicida può essere catalogato secondo due schemi: quello depressivo e quello pulsionale. Non tutti i depressi poi diventano omicidi ma solo quando si sentono incapaci di svolgere anche le attività quotidiane e dal senso di colpa per questa incapacità, può scaturire l’omicidio. Non posso fare niente per gli altri, li vedo soffrire, quindi li uccido e mi uccido. Chi agisce d’impulso non è depresso. E’ arrabbiato e frustrato. I figli che uccidono un padre padrone, o che ritengono tale, lo fanno per liberarsi dalla schiavitù, soprattutto quando il genitore è un violento, un prevaricatore, o addirittura ha comportamenti incestuosi. Ma ci sono anche figli affetti da disturbi psichici.

Ma cos’è per lei la malattia mentale? E come è cambiata nel tempo?

Stiamo entrando in un campo che non mi appartiene in maniera diretta, perchè di mera competenza degli specialisti del settore come gli psichiatri e gli psicologi, ma se vuole un mio parere posso provare a risponderle. La follia interviene quando determinati equilibri mentali si scompensano e danno luogo a comportamenti inconsueti. L’individuo modifica nel tempo il suo agire e si mostra nel suo contesto con un atteggiamento e delle tesi che ci lasciano perplessi. Molti sono i segnali che enl tempo vengono inviati dal soggetto in questione, e spesso presi dal quotidiano non riusciamo a percepirli, se non quando poi è troppo tardi.

Altre volte invece assistiamo a fenomeni che in un primo momento ci sembrano di estrema stravaganza, fino a quando il soggetto non palesa, a seconda della patologia, strani modi di dire e fare, come riferire di sentire delle voci che lo comandano, o la paura di essere continuamente osservato e controllato da “entità” o persone inesistenti.

Il bullismo nelle scuole rimane un problema da affrontare…

Certo, e proprio a Gravina da 8 anni l’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Domenico Rapisarda, sponsorizza un progetto che viene attuato nelle scuole cittadine dal titolo: “Il Bullismo, la Scuola e la Famiglia, tre realtà a confronto. Internet e telefonino, a scuola come a casa, sono solo strumenti di aggregazione e comunicazione?” proprio per affrontarlo in maniera energica e frontale. Di questo progetto me ne occupo in prima persona, e organizzo in accordo con il dirigente e il corpo docenti, degli incontri con i bambini di IV della scuola primaria e i bambini delle I° classi della scuola secondaria di I°. Il contenuto del pro-

getto si pone diversi obiettivi, primo fra tutti la diffusione del concetto di rispetto delle regole e del vivere civile, infondendo ai ragazzi di scuola elementare e media, motivi di riflessione su argomenti riguardanti il fenomeno del “Bullismo” e delle “Molestie ai minori”, nonché in un successivo momento di incontro con i genitori e i docenti mira ad eviscerare le possibili cause di devianza giovanile e della micro-criminalità, oltre a sensibilizzare i genitori nel supervisionare l’uso di Internet e del telefonino da parte dei propri figli. In ogni caso il “bullismo” è una forma di oppressione, in cui la vittima sperimenta, per opera di un coetaneo prevaricatore, una condizione di profonda sofferenza, di svalutazione grave della propria identità, di emarginazione dal gruppo.

Fra i casi recenti di cronaca vi sono anche quelli di adolescenti che si sono macchiati di orribili crimini. Quanto influisce, in questi episodi, l’ambiente sociale?

Negli anni ’50 e ’60, un gruppo di Sociologi ha studiato il comportamento dei giovani che mostrava una devianza di comportamento a quelle che erano e sono, le regole del vivere civile, e fra questi Cohen ha formulato una teoria che riguarda il modo di infrangere le regole da parte di alcuni ragazzi, che propende dal loro vissuto sociale. Fra l’altro Cohen individua diverse cause della devianza giovanile. “Disagio familiare” derivante da problemi economici, scarsa scolarizzazione, consumo di sostanze alcoliche da parte di uno o più elementi, abuso di sostanze stupefacenti. “Assenza della figura paterna” che ingenera un ambiente familiare monosessuale “gestito da donne”, graduabile per età: nonna, madre, zia, sorella etc. Contribuisce anche il “Gruppo dei pari” che assume il ruolo maschile assente in famiglia, e trasmette motivazioni e comportamenti devianti.

Quanto agiscono nella psiche dei giovani certi programmi o meglio ancora la rete (Facebook, ecc….)?

Da un paio d’anni oltre a raccogliere dati sulle abitudini extrascolastiche dei bambini, durante l’attuazione del mio progetto, mettendo in atto un sondaggio assolutamente anonimo, chiedo ai ragazzini:” Vi siete mai fotografati uscendo dalla doccia e poi avete postato la foto in rete? E se no, conoscete qualcuno dei vostri amici che lo ha fatto? Le devo dire che la percentuale raccolta nell’anno scolastico appena trascorso, relativamente alle classi IV è del 8,55% su un totale

di 152 alunni, mentre quello relativo alle classi di scuola secondaria di primo grado, è pari al 3,53% su una platea di 198 scolari.

E’ evidente che i ragazzini più grandi, anche se garantiti dall’anonimato evitano di rischiare di esporsi. Prima il computer nella stanzetta, poi il telefonino di ultima generazione, hanno fatto sì che i ragazzini avessero lo stesso strumento, solo di dimensioni ridotte e quindi trasportabile a differenza del pc, tanto da permettergli di fare ovunque, quello che prima avveniva nel chiuso della loro stanzetta davanti ad una web cam. Non voglio assolutamente creare allarmismo, ma le cronache ci raccontano di fatti accaduti nella capitale nei mesi scorsi, riguardanti ragazzine che si prostituivano regolarmente, e anche nel nostro contesto sociale ritengo che una ricarica da 50 euro, possa spingere i nostri ragazzini a mandare selfie osè a sconosciuti, incontrati magari su un social network.

Secondo lei dovremmo imporre una regolamentazione al diritto di cronaca su questi aspetti? Ottenere, cioè, meno spettacolarizzazione di delitti efferati?

Su questo punto esprimo il mio disappunto per quello che accade ogni giorno in tv, dove vengono celebrati processi informali ad ogni piè sospinto. Tutto il circo mediatico si mette in moto alla notizia di un crimine, e ogni genere di personaggio dice la sua. Ma quello che mi fa più arrabbiare è il fatto che giornalisti di reti nazionali, hanno in mano puntualmente documenti assolutamente riservati e li sventolano ai quattro venti. Mi chiedo chi e perché fornisce loro queste carte? Per mesi poi, non si parla d’altro che dell’ultimo delitto, offrendo all’autore materiale del crimine la possibilità di essere informato su tutto e sulle indagini in corso, permettendogli magari di crearsi una strategia difensiva, che altrimenti non sarebbe possibile. Il caso di Yara, con Bossetti in carcere, al di là se è colpevole o innocente, ha di fatto letteralmente massacrato e triturato una donna, la madre, che per anni ha custodito gelosamente un suo segreto e che tale doveva rimanere. Si, sono a favore di una Norma che vieti e punisca seriamente le gole profonde, a meno che non si tratti di una strategia messa in atto dagli inquirenti per portare allo scoperto il responsabile. Regolarizzare con punti fermi i limiti, oltre i quali si ha la spettacolarizzazione dell’evento, senza comunque ridurre il diritto di cronaca che deve continuare ad esistere come mero racconto dei fatti.

Andrea Pitrolino

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Parte la conta fra i barbagalliani e intanto il centrodestra si riorganizza

Pedara si prepara al post Barbagallo, tutti i retroscena L

’unica certezza è che il 31 maggio 2015 arriverà la conclusione naturale dell’era targata Anthony Barbagallo, per due volte consecutive sindaco di Pedara ormai a fine mandato. Il post è ancora tutto da disegnare. Ma in un modo o nell’altro, i futuri assetti del comune etneo non potranno non passare dal tavolo di uno dei più giovani primo cittadino della storia siciliana. I numeri ci dicono infatti di una capacità elettorale imprescindibile. Senza andare molto in là nel tempo, alle regionali del 2012, sui 9.694 raccolti da dentro il Pd su tutta la provincia di Catania, ben 2.922 si contano nella sola Pedara.

In altri termini, il 68% del corpo elettorale coinvolto. Una percentuale non distante dai numeri che lo hanno visto eleggere nel 2005 (72,8 %) e nel 2010 (72,0%). Ci sono poi altri numeri a valere: quelli riguardanti la qualità della sua azione di governo. Sono almeno trenta le opere pubbliche realizzate in poco meno di dieci anni. Uno sforzo che, nei fatti, ha trasformato l’intero volto della cittadina etnea.

LO SNODO Insomma, chi verrà dopo Barbagallo si dovrà confrontare con una eredità politica difficile da gestire. In prima battuta c’è da fare i conti con la gestione dell’attuale maggioranza, che va dal Pd agli ex An. Una convergenza civica che il sindaco è stato finora in grado di serrare intorno al suo progetto amministrativo.

Sui nomi, per ora, nessuno a sinistra si scopre ufficialmente. C’è una

doppia variabile indipendente che stoppa ogni fuga in avanti: la possibilità, cioè, che Pedara possa tornare al sistema maggioritario, ma anche quella che l’Ars possa partorire entro breve tempo un disegno di legge che permetta un terzo mandato ai sindaci dei comuni minori. Con buona pace ovviamente di Anthony Barbagallo, ma anche di Pino Firrarello, primo cittadino di Bronte.

CENTROSINISTRA E DINTORNI «Il nostro lo abbiamo già fatto, ma il sindaco lo deciderà il paese», non si sbottona più di tanto Antonio Fal-

lica, vicesindaco, assessore al bilancio e soprattutto “barbagalliano” incrollabile. Uno di quelli, per intenderci, che ha tutti i titoli per strappare il ticket. Pedigree in perfetta regola anche per il cattodem Alfio Cristaudo, già presidente del Consiglio comunale, dimessosi poi per ricoprire l’incarico di assessore all’ecologia. Attualmente è “osservatore” – così si definisce – delle cose pedaresi. Insomma, una figura di prestigio del team Barbagallo. Contattato da “Paesi Etnei Oggi”, preferisce ragionare, appunto, in termini di squadra: «L’unica certezza del momento

– riferisce – è che si parte da un gruppo che ha lavorato bene». Fuori dal recinto democratico, ma pur sempre in area Barbagallo, c’è anche il consigliere Salvatore Torrisi. Da politico navigato, potrebbe far valer sul piatto della bilancia il proprio carisma civico e la profonda conoscenza del territorio amministrato.

IL CANTIERE DEL CENTRODESTRA Sul versante opposto, ha le idee chiare Francesco Laudani: «La disponibilità a candidarmi c’è tutta. La mia uscita non vuole essere, tuttavia, un’imposizione. Se c’è il consenso degli alleati, sarà mio dovere spendermi per il bene del paese». Si torna a dialogare dunque nel centrodestra pedarese. O almeno ci si prova. La possibilità offerta dal momento storico è quella di ricucire la diaspora degli ultimi cinque anni, con l’ex Pdl diviso perfettamente in due blocchi contrapposti. Una frattura figlia della scorsa tornata elettorale, quando lo stesso Laudani, che allora sedeva in Consiglio provinciale, si schierò apertamente contro la riconferma del sindaco uscente.

D’altra, invece, gli ex An rimasero leali all’alleanza con l’allora lombardiano Anthony Barbagallo. Di quella scissione, è a oggi il neonato gruppo consiliare “Cittadini in Azione” a raccoglierne in qualche modo il testimone, esprimendo peraltro – e non senza incertezze di sorta – ben due assessori su quattro in giunta, il “musumeciano” Prospero Testa e Gaetano Petralìa, vicino a Salvo Pogliese, eurodeputato forzista.

«Si sta cercando di costruire un’alternativa seria al nuovo corso democratico», riferisce Edmondo Pappalardo, componente del comitato provinciale di Forza Italia e già consigliere di Palazzo Minoriti. «Siamo moderatamente ottimisti nel pensare che il centrodestra possa ricompattarsi su di una candidatura unitaria. Sono già tanti – aggiunge – i nomi sul piatto».

Pappalardo si tiene tuttavia ben distante dal rivelarne l’identità. Spazio, dunque, alle ipotesi. Si presenta con un profilo amministrativo navigato, Gaetano Petralìa che è stato assessore in tutte e due le esperienze targate Barbagallo. Sotto la lente d’ingrandimento anche l’Ncd (Nuovo Centro Destra) Mario Laudani, leader dell’opposizione in aula. Un posizionamento che lo farebbe rientrare di diritto in una possibile rosa.

Ma lui non ci sta: «Non esistendo il centrodestra a Pedara – taglia corto – non c’è al momento alcuna mia disponibilità ad una candidatura».

GLI ALTRI Fuori dai poli, scende in campo l’outsider Domenico Pappalardo vicino ad Articolo 4. Si tratta addirittura dello zio del sindaco Barbagallo. Uno dei pochi che ha già palesato la volontà di concorrere per la poltrona più alta del Comune.

Nella corsa, sembra che anche il Movimento Cinque Stelle non voglia perdere l’occasione per far valere la propria presenza sul territorio.

Il punto di riferimento è Nuccio Trupo, ma il candidato sindaco, se ci sarà, uscirà dalla consultazione all’interno del meetup, proprio come impone il metodo voluto da Beppe Grillo.

Fernando Massimo Adonia

Che fine hanno fatto i Centri Operativi Misti (COM) di Belpasso e Nicolosi?

COMe salvarsi sull’orlo del disastro Investimenti “allegri” e salvataggi in extremis: la storia delle due strutture della Protezione civile regionale In principio erano COM, acronimo di “Centro Operativo Misto”, oggi sono tutt’altro: la storia è quella di due grandi investimenti, due megastrutture costate complessivamente quasi 4 milioni di euro di soldi pubblici e che hanno rischiato

Il Centro Operativo Misto di Belpasso seriamente di essere l’ennesimo esempio di spreco, di costruzione pubblica realizzata e poi lasciata ad un destino di abbandono e distruzione.

La prima, più contenuta nelle dimensioni rispetto alla prima, si trova in Contrada Iannuzzo nei pressi della Pretura di Belpasso su una strada nuovissima, appositamente realiz-

zata per connettere la stessa struttura al resto del tessuto urbano del paese pedemontano. La seconda, di gran lunga più notevole per dimensioni e impatto visivo, è all’interno del comprensorio dei Monti Rossi, proprio accanto alla piscina comunale di Nicolosi e a ridosso del territorio protetto dal Parco dell’Etna.

Due storie simili e parallele che fanno sorgere alcuni interrogativi sull’utilizzo del denaro pubblico, quello cioè che i cittadini versano dalle proprie tasche alle istituzioni che li rappresentano, in questo caso alla Regione Sicilia negli anni che vanno dal 2005 al 2006: perché due strutture così grandi e per di più molto simili quanto a finalità e destinazione sono state costruite con tanto impegno finanziario? Se esse erano ritenute davvero strategiche per l’incolumità degli abitanti delle zone pedemontane, perché non sono mai state rese operative? Se al contrario non vi era tale urgenza per la salute pubblica, perché sono state finanziate?

Il Centro Operativo Misto di Belpasso è stato finanziato dal

Dipartimento della Protezione civile della Regione Sicilia nel 2005 sotto la presidenza Cuffaro. Da allora l’opera, cosata circa 1,5 milioni di euro, è stata edificata, con un ultima variante di progetto risalente all’ottobre 2008, e di fatto era già pronto per il proprio utilizzo già dai primi mesi del 2010.

Per i successivi due anni la struttura è rimasta però abbandonata e solo l’interessamento del Comune di Belpasso ha scongiurato un destino di decadenza e distruzione: con non pochi intoppi burocratici l’Ente belpassese è infatti riuscito a farsi affidare la struttura per alloggiarvi l’intero Ufficio Tecnico e l’ufficio di Protezione civile comunale. Un lieto fine per una struttura che ha rischiato di

Il Centro Operativo Misto di Nicolosi essere l’ennesimo esempio di sperpero e spreco di denaro pubblico.

Lieto fine che ancora non è stato scritto per la struttura di Nicolosi: qui la struttura è stata progettata nel 2006 e realizzata per un importo a base d’asta di oltre 2 milioni di euro, ma ancora giace in gran parte inutilizzata.

Allo stato attuale infatti solo l’immenso capannone destinato ad ospitare i mezzi pesanti è utilizzato non dalla Protezio-

ne civile regionale, ma dal Corpo forestale che ivi alloggia parte del proprio parco mezzi. Nulla da fare invece per quanto riguarda la struttura interna e gli uffici che giacciono ancora in stato di completo abbandono: nel breve termine pare che non vi siano prospettive concrete di riutilizzo, ma sembra che in futuro la Protezione civile regionale possa trasferirvi il proprio servizio vulcanologico. Speriamo.

Andrea Carmelo Pinoli

L’ex assessore allo Sport, Giuseppe Toscano, rassicura le associazioni locali: abbiamo adeguato la struttura alla normativa

Campo di calcio pronto per l’agibilità, per il rifacimento ci vogliono i fondi daco nella popolosa frazione di Trappeto.

Questa figura, voluta dal sindaco Messina, è prevista nello Statuto comunale all’art.30 ma non era mai stata adottata. Si è sentita la necessità di un confronto più diretto con il cittadino per dare voce alla popolazione ed in particolare in un paese di oltre L’ex assessore Toscano ed il sindaco Messina 25.000 abitanti opo aver ricoperto per la necessità è diventata esigenza. Ma oltre un anno la carica aver dovuto abbandonare proprio di assessore allo Sport, adesso il suo assessorato non è stato Giuseppe Toscano ha dovuto ab- facile per Giuseppe Toscano che nelbandonare l’incarico per ricoprire l’ultimo anno ha dedicato tutto se l’innovativo ruolo di delegato sin- stesso ad un settore, lo sport, che ha

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rappresentato e rappresenta la sua grande passione.

«Ho avuto la fortuna di potermi occupare di un argomento che mi sta molto a cuore – ha commentato Toscano contattato da “Paesi Etnei Oggi” - perché ritengo che le discipline sportive possano forgiare l’individuo sia nel corpo che nello spirito, in quanto richiedono dedizione e sacrifici per ottenere risultati.

Inoltre stimolano lo spirito di aggregazione e tutto ciò è molto importante per la sana crescita dei nostri ragazzi. San Giovanni La Punta, in particolar modo ha dato tanto allo sport ed ha anche ricevuto tanto. Sono innumerevoli - continua Toscano - le vittorie conquistate da giovani puntesi nelle varie discipline sportive esistenti nel territorio. Proprio quest’anno, in occasione dei festeggiamenti per i 100 anni del Coni, abbiamo avuto l’onore di ospitare Rossella Fiammingo, campionessa mondiale di scherma.

Non sono mancati i problemi ma

li abbiamo affrontati con determinazione insieme alle società sportive perché crediamo che migliorarci sempre possa servire a veicolare il nome di San Giovanni La Punta anche attraverso lo sport».

Attualmente il campo di calcio non è utilizzabile dalle squadre locali, che sono state costrette ad allenarsi nei paesi limitrofi. Da tempo si attendono fondi per questa importante struttura...

«Purtroppo - asserisce Toscano non siamo riusciti ancora ad ottenere i fondi necessari per un rifacimento di questo grande impianto sportivo poiché la cifra necessaria è ingente.

Però, per quanto riguarda la momentanea inagibilità, posso dire che è dovuta ad una richiesta di adeguamenti strutturali richiesti dalla Prefettura e per i quali noi abbiamo già da un mese eseguito i lavori necessari per la messa in sicurezza. Pertanto siamo in attesa di un’ispezione da parte di una commissione di vigilanza che

dia il benestare per poter usufruire di nuovo degli impianti e poterli riconsegnare alle società locali».

Adesso che la delega allo Sport verrà assegnata ad un altro componente della Giunta a lei sicuramente dispiacerà di non poter portare avanti i suoi obiettivi…

«I miei obiettivi li ho sempre condivisi con il primo cittadino e sicuramente verranno portati avanti ugualmente. Anzi vi posso anticipare che abbiamo grandi novità in cantiere».

E per quanto riguarda il suo nuovo incarico?

«Mi sento molto gratificato dalla nomina ricevuta perché mi viene affidata una grossa responsabilità che richiede grande competenza. Mi sono candidato per la prima volta alle ultime elezioni amministrative grazie all’incoraggiamento del sindaco Messina ed ho ottenuto un ottimo risultato, arrivando secondo della mia lista civica. Dopo è seguita la mia esperienza di consigliere co-

munale e successivamente di assessore allo Sport. Questo mi ha permesso di conoscere a 360 gradi la vita amministrativa del paese e spero mi aiuterà a dare una mano al sindaco in modo tangibile per risolvere le problematiche del territorio».

In che modo avverrà questo passaggio tra la nuova figura di delegato del sindaco, cittadini e sindaco?

«Riceverò i cittadini presso le delegazioni di Trappeto e Madonna delle Lacrime. Dopo aver raccolto le informazioni necessarie proporrò le soluzioni al sindaco che deciderà sul da farsi. La mia carica non sarà retribuita ma io lo considero un incarico onorario perché mi permetterà di continuare a lavorare per i cittadini che sono poi anche i miei elettori e per questo non finirò mai di ringraziarli.

Continuerò il mio lavoro con la stessa passione e dedizione di sempre».

Agata Amantia

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Misterbianco, interruzione della reperibilità notturna a partire dallo scorso 23 ottobre

Tagli alla Polizia Municipale , i cittadini non ci stanno

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l Comune di Misterbianco con delibera di giunta municipale del 15 ottobre scorso taglia in maniera incauta dei servizi importanti riguardanti le spese del personale della Polizia Municipale ed in particolare agli istituti di reperibilità e dello straordinario. Iniziativa questa che non consente più la presen-

za della polizia locale durante lo svolgimento dei consigli comunali oltre le ore 21. Dopo decenni di ininterrotto servizio di rappresentanza e di ordine pubblico presso il consiglio comunale oggi l’amministrazione comunale è costretta a tagliare anche questo. Ma il danno maggiore è riferito ad interruzione della reperi-

bilità notturna a partire dallo scorso 23 ottobre. Questo comporta che durante le ore notturne, in caso di necessità come calamità naturali o problemi con alienati mentali che necessitano di TSO si resta senza procedura di trattamento sanitario obbligatorio con pericoli per l’incolumità dei familiari e dei passanti. Il TSO può essere eseguito solo dalla Polizia Municipale, in quanto viene effettuato su disposizione del sindaco con un’ordinanza sindacale.

«Non è concepibile - sostengono i membri del comitato cittadino “La Voce di Misterbianco” - che nel tavolo tecnico con il confronto dei sindacati, non si sono opposti a questi tagli. E’ doveroso, in questo momento di crisi tagliare i servizi, ma bisogna selezionare i settori ove è possibile ridurli. Tagliando le risorse economiche sulla sicurezza pubblica si lascia il cittadino in preda ad un potenziale pericolo».

«Queste manovre economiche – sostengono alcuni cittadini - non possono andare a discapito della cittadinanza, intaccando la sicurezza e penalizzando i corpi di polizia locale che, quotidianamente, devono fronteggiare notevoli carenze di organico, affrontando situazioni che portano allo svolgimento di orari che vanno ben oltre quelli previsti, senza che sia corrisposto il pagamento dello straordinario».

Il Comitato cittadino “La Voce di Misterbianco” ha preso a cuore la questione ed ha presentato agli atti una apposita richiesta al fine di valutare l’annullamento in autotutela della delibera del 15 ottobre, del 12° Settore Funzionale Attività Produttiva e Affari del Personale, specificatamente nella parte in cui si tratta il taglio delle somme destinate ai servizi suddetti.

«La Polizia Municipale - continua il comitato - è il fiore all’occhiello del

paese, il punto di riferimento del cittadino per superare le difficoltà, è quella grande risorsa che questa giunta ha dimostrato di non considerare.

La realtà misterbianchese della Polizia Municipale sta subendo fortemente la politica di una giunta che, se per un verso sta tagliando le risorse, dall’altro espone sempre più gli agenti di polizia attivi sul territorio a forti rischi, visto che sul piano sicurezza il livello è gravemente insufficiente.

Gli agenti, 36 unità, devono gestire le problematiche di un paese di 50.000 abitanti, con notevoli difficoltà a fronteggiare una mole di lavoro di gran lunga superiore rispetto alle loro possibilità: devono occuparsi dei divieti di sosta, dell’occupazione abusiva del suolo pubblico, dei parcheggi per disabili invasi dai furbetti, dei flussi di traffico davanti alle scivole o di fronte ai

mercatini, del controllo ambientale e degli abusi edilizi. Tutti reclamano una maggiore presenza dei vigili urbani per le vie del centro e delle periferie.

Sindaco, consiglieri di maggioranza, consiglieri di opposizione, assessori - incalzano i membri del comitato - i vigili sono sotto organico da anni, l’età media elevata, il numero insufficiente di agenti ed ufficiali, le pressanti richieste d’intervento e le sempre più complesse competenze, sollevano una importante questione per il paese, ma nessuno, a oggi, si è mai curato di valutare una vera operazione di istituzione di nuovi bandi di concorso.

I nuovi concorsi produrrebbero nuove opportunità per tanti giovani che avrebbero la possibilità di guardare al futuro con ottimismo grazie ad un contratto di lavoro, ma questa è un’altra storia...».

Giusi Letizia Percipalle

Alla fiera dell’innovazione tecnologia spicca il progetto sulla migliore mobilità nell’area metropolitana etnea

Progetto Mig Mob, Battiati premiato allo Smau di Milano Premiato allo Smau di Milano il progetto Mig Mob (Migliore Mobilità) nell’area metropolitana a Nord di Catania – un’iniziativa che ha coinvolto 14 comuni dell’hinterland etneo tra i quali il Comune di Catania.

Di questa aggregazione territoriale, costruita sulla falsa riga di ciò che tra qualche anno potrebbe essere la costituenda città metropolitana, il Comune di Sant’Agata li Battiati è capofila, motore e ideatore di un nuovo modo di concepire la mobilità urbana.

Il progetto Mig Mob è stato già sperimentato con successo nella provincia di Firenze e a gennaio di quest’anno è stata firmata una convenzione tra la provincia fiorentina e l’aggregazione territoriale etnea. La provincia di Firenze ha già avviato le attività necessarie a trasferire e sperimentare alle pendici del

Vulcano le soluzioni già collaudate nell’area metropolitana fiorentina nel settore del controllo dei flussi di traffico veicolare e dell’infomobilità.

Strade mappate e monitorate in tempo reale, sensori di rilevamento del traffico piazzati sui punti strategici, informazioni preziose su cantieri e lavori in corso fornite su tabelloni elettronici e che arrivano fino agli smartphone, tablet o Iphone dei singoli utenti della strada, informazioni su percorsi turistici dal porto fino alla montagna passando per il mare e la collina etnea a disposizione di turisti e tour operator, ma anche informazioni preziose a disposizione di operatori e volontari della protezione civile.

Insomma sarà questo lo scenario delle nuove strade della provincia tra Catania e i 13 comuni dell’aggregazione territo-

riale etnea composti da Aci Bonaccorsi, Gravina, Mascalucia, Nicolosi, Pedara, San Giovanni La Punta, San Gregorio, San Pietro Clarenza, Trecastagni, Tremestieri, Valverde e Viagrande, Sant’Agata li Battiati (capofila).

Un’aggregazione territoriale omogenea e fortemente urbanizzata con circa 160.000 abitanti afflitta da problematiche legate alla mancanza di una efficace politica dei trasporti, alla presenza di una rete viaria obsoleta e a dei flussi di traffico incompatibili con le esigenze di mobilità sostenibile.

L’azione di gemellaggio selezionata e finanziata dal Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica mette assieme un esempio di innovazione tecnologica e organizzativa tra i più avanzati sul territorio nazionale con la domanda di presidio dei

flussi di traffico e delle priorità di fluidità e sicurezza espresse dagli Enti Locali dell’area etnea.

L’iniziativa prevede anche un secondo progetto denominato “Smart Light” che si pone per obiettivo, l’ottimizzazione dell’intensità luminosa diffusa dalla rete di illuminazione pubblica in rapporto ai flussi veicolari effettivamente presenti sulla rete viaria lungo le direttrici di maggiore frequentazione in avvicinamento alla città di Catania. Un progetto particolarmente complesso realizzato d’intesa con il Comune di Catania e che è stato sottoposto al Ministero per lo Sviluppo Economico.

L’iniziativa può fare da apripista per la costituenda città metropolitana di Catania, l’aggregazione territoriale, infatti, che adotta sinergie comuni ed integrate per risolvere i problemi del traffico, potrebbe fare lo stesso

per gestire in modo altrettanto integrato altri servizi pubblici in favore della collettività, consentendo una razionalizzazione delle risorse. ”Nell’ambito delle azioni di Gemellaggio di “Agire Por 2007/2013” - ha detto il sindaco di Battiati, Carmelo Galati – ci è stato consentito il trasferimento delle buone pratiche dalla provincia di Firenze all’area metropolitana etnea, coinvolgendo anche Catania che ha un ruolo centrale.

In pratica il progetto prevede due fasi: la prima, tutt’ora in corso, prevede la formazione del personale e della Polizia Municipale affinchè il modello fiorentino possa essere adattato alla realtà nostra locale.

La seconda fase, quella operativa, con l’installazione delle colonnine di monitoraggio e tutti gli apparati tecnologici, par-

tirà dal 2015. L’iniziativa sarà sicuramente meritevole di un nuovo finanziamento europeo che farà progredire ulteriormente la costituenda città metropolitana.

Un modello di gestione che potrà essere esportato ed adattato alla realtà territoriale di altre province italiane. Il proget-

to è antesignano della costituenda città metropolitana, Sant’Agata li Battiati, in nome e per conto di tutti i comuni, potrebbe assumere un ruolo centrale anche nel dettare le linee guida della ormai imminente riforma della città metropolitana”.

Patrizio Nicolosi

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Nicotra: «a breve risolveremo tutto grazie all’assestamento di bilancio. Al via anche il bus scolastico»

Problema trasporti a Gravina: «servizi inadeguati» I FATTI S’infiamma la polemica sui trasporti a Gravina. La venuta meno del servizio urbano che fino ai primi mesi del 2014, aveva dato la possibilità a studenti e pendolari di raggiungere facilmente la città di Catania, ha messo i gravinesi nella condizione di dover fronteggiare la carenza di un servizio fondamentale per tutti coloro che ogni giorno da Gravina si spostano verso la grande città per motivi di studio o lavoro.

Per far fronte alla sospensione del servizio, il Comune ha provveduto a mettere a disposizio-

Nicolosi

ne delle navette private, ma la soluzione si è ben presto rivelata poco efficiente: i mezzi, infatti, interrompevano le corse già alle 15.

LA PAROLA AI CITTADINI “È una situazione inverosimile dichiara la signora Venturino, 70enne e residente in via Principato di Monaco. Ogni mattina, per recarmi da mia figlia che abita al viale Mario Rapisardi, sono costretta ad arrivare alla fermata di San Giovanni Galermo, mentre un tempo la prima fermata utile dell’Amt si trovava a 20 metri da casa mia. Invece di organizzare feste e festini chi di dovere dovrebbe investire in un servizio sicuramente di fondamentale importanza”.

Dello stesso parere il signor Ardini, residente in via Etnea: “Tutte le mattine, sono costretto ad alzarmi alle 7 per accompagnare i miei nipoti all’Istituto Nautico di Catania.

La cessazione del servizio Amt ha causato un enorme danno non solo in termini di tempo, ma sotto l’aspet-

to economico visto che sono costretto a fare carburante almeno tre volte a settimana”.

Più moderato il sig. Aiello, abitante di via Madonna di Fatima: “Non facciamola cosi drastica, a due passi dal nostro Comune hanno inaugurato da qualche anno la nuova linea Brt (Bus Rapid Transit, ndr) ubicata in prossimità dei Due Obelischi che, nonostante i tempi di attesa a volte troppo lunghi funziona discretamente bene.

L’ATTACCO DELL’OPPOSIZIONE A prendere posizione sulla questione l’opposizione consiliare con il gruppo formato da Claudio Nicolosi, Concetta Cianciolo, Rosario Condorelli e Salvatore D’Urso. I quattro puntano il dito contro l’apparente costante procrastinazione dell’amministrazione: “Durante la nostra manifestazione di protesta organizzata dal nostro gruppo qualche mese fa e a cui hanno partecipato centina-

ia di persone scese in piazza stanche delle solite promesse, avevamo già evidenziato le tante aspettative disattese dall’attuale amministrazione. All’inizio - continua il capogruppo di opposizione, Claudio Nicolosi – ci avevano assicurato che avrebbero risolto il problema dopo che il bilancio fosse stato approvato, cosa che è avvenuta già nel mese di settembre scorso. Adesso, però, dicono di dover prima fare l’assestamento di bilancio, dopo il quale storneranno dei soldi per fare questa manovra”.

Stando all’esponente

dell’opposizione i problemi hanno un’origine lontana: “Tutto inizia da quando fu dato l’appalto all’Amt. Già allora si sapeva che questo costo era troppo oneroso per le casse del Comune. Il nostro gruppo di opposizione - continua Nicolosi - ribadì più volte di non essere d’accordo. Con la stessa spesa (circa 20mila euro, ndr) altri Comuni limitrofi , come San Gregorio o Sant’Agata Li Battiati, avevano assegnato il servizo a BRT, decisione che comportò anche un piccolo risparmio in termini di costi e la possibilità di usufruire di mezzi più idonei”.

Errore che, secondo Nicolosi, oggi i cittadini sono costretti a pagare: “I tanti studenti che frequentano gli istituti del catanese hanno visto sottrarsi un servizio indispensabile per la collettività”.

LA PROMESSA DI NICOTRA Di tutt’altro parere, l’assessore con delega ai Trasporti, Fran-

Nicotra

cesco Nicotra, che replica a un opposizione che, a suo dire, è strumentale e incapace di trovare soluzioni alternative: “Abbiamo approvato il bilancio nel mese di settembre - sottolinea Nicotra - entro il mese di novembre con l’assestamento di bilancio. Preciso che ci vorranno dai 100.000 ai 130.000 euro e il servizio di trasporto pubblico sarà nuovamente attivato.

La cessazione dell’Amt è avvenuta esclusivamente per mancanza del Durc da parte dell’azienda e non per un nostro capriccio, ma siamo stati costretti. Tra non molto, oltre al trasporto urbano, metteremo a disposizione il trasporto scolastico interno utile per tutti quegli studenti che da casa devono raggiungere i plessi scolastici ubicati nel territorio di Gravina. La polemica sui trasporti non ha minato la solidità dell’Amministrazione, è una giunta forte, a partire dal primo cittadino Domenico Rapisarda. E questo nonostante le mille difficoltà economiche”.

Carmelo Andrea Piloni

Spese importanti a Trecastagni, messi a disposizione 800.000 euro per l’ex Ostello della Gioventù

La Provincia è ancora viva... e spende. Tutte le opere in cantiere U

n errore di comuni cazione, per non dire di comprensione. Per molti la Provincia Regionale di Catania doveva essere già dismessa da tempo. Da quando cioè il presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, ne aveva decretato l’abolizione. Ma non è così. Anzi. Nei fatti è cambiata solo la denominazione. In tutti i documenti ufficiali emessi dal centro direzionale di via Nuovaluce, banner del sito compreso, si legge la specificazione «Libero consorzio comunale ai sensi della legge regionale numero 8/2014». Una nomenclatura un po’ goffa, si dirà. Tutto ciò in attesa che possa partire anche la Città metropolitana di Catania. Allora la mappatura del territorio etneo conoscerà definitivamente una nuova configurazione amministrativa. Intanto,

la Provincia c’è ed è pure nel pieno dello proprie competenze istituzionali, edilizia scolastica e manutenzione stradale.

Sul versante economico, la forza di intervento nel territorio rimane invariata. Lo dimostra l’elenco generale dei progetti di opere pubbliche approvati dal commissario straordinario Giuseppe Romano fino al 5 settembre 2014. Sono almeno trenta gli interventi da realizzare e toccano indistintamente tutte le aree che gravitano intorno al Vulcano. Segno dunque di vitalità, che fa il paio con la notizia dell’arrivo del nuovo commissario straordinario, il quarto dopo le dimissioni di Giuseppe Castiglione. Sergio Azzarello, il 4 novembre, ha infatti firmato, nelle mani del segretario generale Francesca Ganci, la presa di possesso dell’Ente. L’incarico

scadrà tra due mesi.

CATANIA ED ETNA SUD Spese importanti a Trecastagni. Messi a disposizione 800.000 euro per la manutenzione e ristrutturazione dell’ex Ostello della gioventù. Restando in zona, per i lavori urgenti di manutenzione straordinaria della sp 4/I, ricadente sia nello stesso comune che in quello di Viagrande, l’importo è di 250.000 euro. Sempre a Viagrande, il rifacimento della pavimentazione stradale a causa della presenza di alberi sulla banchina lungo le strade provinciali 8/II e 8/IV costerà 150.000 euro. Lavori urgenti di manutenzione straordinaria anche per la s.p. 8/IV, nel tratto che ricade nei comuni di Viagrande e Zafferana Etnea. La spesa sarà di 200.000 euro. In agenda c’è pure la sistemazione di un incrocio pericoloso mediante la realizzazione di una rotatoria tra la s.p. 171 e la via Cristoforo Colombo a Nicolosi.

La spesa prevista è di 110.000 euro. Lavori anche a Catania, ma di quelli urgenti. E non poteva essere altrimenti. Si tratta della manutenzione straordinaria della s.p. 4 e degli innesti delle strade interferenti. L’importo dell’opera è di 110.000 euro.

curezza del piano viabile cosiddetto della ss.pp. Area Metropolitana zona nord. ss.pp. 5/I - 91 117 - 4/I - 39/II - 116, ricadenti nei Comuni di Acireale, Trecastagni, Milo, S. Alfio, Giarre, Santa Venerina, Viagrande. Si tratta di 300.000 euro di spesa.

Ci sono poi i lavori di manutenzione sempre straordinaria della cucina e della mensa della caserma dei Carabinieri di Acireale. L’importo dell’opera è di 270.000 euro complessivi. Ma la deliberazione del commissario Giuseppe Romano, firmata il 14 maggio del 2014, prevede che soli 130.000 euro siano a carico del bilancio dell’Ente.

Infine, previsti lavori urgenti di manutenzione straordinaria della strada provinciale 117 a Riposto. L’ importo dell’opera è di 170.000.

VERSANTE IONICO Dall’Etna si scende già verso lo Ionio. Ci saranno anche qui lavori urgenti di manutenzione straordinaria per la messa in si-

PEDEMONTANA Si parte dai lavori di ammodernamento della strada provinciale 44, tratto Biancavilla verso la s.p. 167. L’importo del-

l’opera è di quelli importanti, si tratta infatti di 968.925,36 euro.

A Maletto, sulla ss.pp. 159 e 17/II, si procede con i lavori urgenti di ripristino del piano viabile. L’importo è di 99.800. In cantiere anche la manutenzione straordinaria del piano viabile e il rifacimento della segnaletica sulla s.p. 74/II, ovvero nei comuni di Paternò, Belpasso, Ramacca e Palagonia. Importo dell’opera è di 360.000 euro.

Coperti economicamente pure i lavori urgenti per la messa in sicurezza della 137/II (99.000 euro), della 15 (150.000 euro), della 7/I (180,000 euro,) della s.p. 225 e degli innesti delle strade interferenti (110.000 euro) e sulla 94 (150.000 euro).

CALATINO L’area sud della provincia è quella sui cui ricadranno le maggiori risorse, ma anche – e ovviamente – il maggior numero d’interventi. Ci vorranno 160.000 euro per la ricostruzione di un muro di sostegno sulla

s.p. 183 a Mineo. Restando in zona, per i lavori urgenti di manutenzione straordinaria della s.p. 113, che attraversa i territori comunali sempre di Mineo ma anche di Palagonia, è prevista una spesa di 150.000 euro.

Per la messa in sicurezza di tratti di piano viabile della s.p. 24 e della s.r. Ponte Monaci Gabella, si spenderanno 800.000 euro. A Caltagirone, messi a disposizione 100.000 euro per lavori urgenti di messa in sicurezza ed eliminazione carenze igienico-sanitarie presso il cineteatro Metropolitan. L’importo è di 100.000 euro.

Lavori urgenti di messa in sicurezza anche nel tratto che va da Licodia Eubea fino all’innesto della strada provinciale 38/III. L’importo è di 99.000.

Mentre per la manutenzione straordinaria della s.p. 28/II nei Comuni di Militello Val di Catania e Vizzini, si spenderanno 150.000 euro. Spesa importante per garantire l’accesso a Mirabella Imbaccari. Ci vorranno

infatti 500.000 euro per la sistemazione della sp 37/I e della s.p. 37/II. Andando avanti, lavori anche sulla s.p. 48. Più precisamente al km 14 per la realizzazione di un attraversamento con tubolare armo al fine di eliminare i danni alluvionali. La spesa è di 89.000. Non distante da Grammichele, lavori urgenti di manutenzione straordinaria della S.P. 33. Importo: 200.000 euro. In ultimo, ci vorranno 3.000.000 di euro per i lavori di manutenzione straordinaria per l’eliminazione delle frane lungo la s.p 109/I e la ripresa del piano viabile (tratto dalla s.s. 417 alla s.p. 111). È un utilizzo di risorse residue. Il tutto rientra nel piano delle opere previste nel Fesr 2007-2013 - Linea di intervento 1.1.4.1. Ovvero, progetti sulla viabilità di competenza del Libero Consorzio Comunale di Catania contenuti nel Piano della viabilità secondaria già assentito dalla Regione siciliana.

Fernando M. Adonia

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L’approfondimento. Guerra nella cittadina etnea, dove non sono mancati i colpi di scena e gli attacchi

Valverde un paese nel caos politico ed… amministrativo

Non era mai successo che alla convocazione di una seduta consiliare non si presentasse nessun consigliere, né di maggioranza, né di opposizione.

Forse per la prima volta nella storia della nostra Repubblica... E’ successo a Valverde nel giorno di Ognissanti. Ma per capire quanto sta accandendo nella cittadina etnea bisogna tornare indietro di qualche giorno.

Il Tar annulla la delibera di approvazione del Bilancio 2013.

Si è chiusa il 23 ottobre scorso - con la condanna dell’Ente - una vicenda delicata relativa all’attività amministrativa del Comune.

Vicenda nata da un ricorso presentato dai consiglieri di minoranza, Domenico Caggegi, Valeria Finocchiaro, Francesco Freni, Anna Maravigna e Angelo Spina contro la delibera del Consiglio comunale di approvazione del Bilancio di previsione 2013 adottata nella seduta del 30 dicembre scorso con soli 6 giorni di preavviso e con

gli uffici comunali chiusi per le festività natalizie.

L’opposizione, il gruppo di minoranza “Per Valverde”, aveva dato incarico al prof. Emilio Castorina di formulare il ricorso per l’annullamento della deliberazione, ricorso fondato su 6 punti: approvazione illegittima del Bilancio oltre il termine perentorio del 30 novembre; mancata concessione dei tempi previsti per l’esame della documentazione, non inferiori a 15 giorni; assenza di numero legale in quanto hanno votato 8 consiglieri su 15 mentre per regolamento era necessaria una maggioranza di almeno 9 consiglieri; approvazione della delibera di Giunta oltre il termine perentorio del 30 novembre; illegittima nomina di un Commercialista esterno all’ente quale dirigente del settore Finanziario in violazione alla norma in materia di incarichi esterni che prevede l’assunzione solo a seguito di alcune verifiche e procedure.

La sentenza (“breve”) ha respinto tutte le eccezioni e opposizioni e ha riconosciuto la legittimità del ricorso presentato dai consiglieri di minoranza e dei motivi in esso contenuti inglobandoli in un solo punto (in quanto assorbiti), annullando la delibera in questione e condannando il Comune di Valverde e il presidente del Consiglio al pagamento delle spese giudiziali. I consiglieri comunali di minoranza si sono dichiarati soddisfatti: “Abbiamo sempre ritenuto – ha dichiarato il consigliere Angelo Spina - che la legalità avrebbe prevalso. Perciò proseguiremo l’azione chiedendo l’intervento sostitutivo previsto dalla legge”.

Il sindaco D’Agata: “Riappro-

veremo il Bilancio 2013”.

“Di fatto, nulla che già non sapevamo”, è stato il commento a caldo del sindaco Saro D’Agata dopo la lettura della sentenza. «I consiglieri della minoranza - ha proseguito D’Agata - avevamo presentato 6 punti di ricorso 5 dei quali, a nostro avviso, totalmente infondati. Il Tar l’ha pensata come noi, accogliendo l’unico motivo davvero fondato: che “formalmente” i consiglieri avevano ricevuto la proposta di bilancio non nei termini stabiliti dal regolamento».

«Non è stato considerato il fatto – ha proseguito il primo cittadino - che proprio non rispettando i termini, abbiamo dato la possibilità ai consiglieri di proporre emendamenti; cosa che, se avessimo rispettato i termini, non sarebbe stata possibile». «A questo punto – ha concluso - di fatto non accadrà nulla. Riapproveremo il bilancio preventivo 2013 ed andremo avanti».

Si dimette il presidente del Consiglio Di Pietro: “Sono amareggiato”.

Questione chiusa? Niente affatto.

Dopo cinque giorni si dimette il presidente del civico consesso Mario Massimo Di Pietro. E spiega in una lunga nota le motivazioni. “Il giudizio accoglie, dei sei punti proposti, un motivo soltanto, quello che si riferisce al mancato rispetto dei termini previsti per la convocazione della seduta, per gli altri ha adottato la tecnica dell’assorbimento dei motivi. E proprio in merito all’unico punto accolto – scrive il dimissionario Di Pietro -, non posso fare altro che prendere atto di quanto disposto, assumermi tutta la responsabilità e rispettare i termini della sentenza, a mio

avviso più formali che sostanziali”.

Di Pietro dichiara al contempo d’essere fermamente convinto di avere agito nell’esclusivo interesse dell’Ente e riassume i fatti nella loro cronologia. Gli schemi sono stati approvati con delibera di Giunta il 16 dicembre, già oltre i termini previsti. Il 19 dicembre il Presidente riceve una nota del Responsabile del Servizio Finanziario che rappresentava la necessità di provvedere all’approvazione dei bilanci entro 31 dicembre allo scopo di poter assumere impegni di spesa urgenti e indifferibili. “A quel punto - dichiara Di Pietro sono stato obbligato a scegliere se ignorare la nota e convocare la seduta, ma rischiando di mettere l’Ente in difficoltà, oppure, anticipare i tempi e convocare la seduta entro il 31; quest’ultima soluzione in deroga al regolamento di contabilità”. E’ vero - prosegue l’ex presidente -, ho preferito la seconda via, giacché i gruppi consiliari avevano già ricevuto gli schemi di bilancio il 16, anche se per le vie informali, in un tempo comunque congruo per presentare eventuali emendamenti. Una decisione presa dopo aver tentato in tutti i modi di condividerla con i gruppi consiliari convocati il 20 dicembre. In quell’occasione il Capogruppo di maggioranza dichiarava la propria disponibilità alla convocazione del Consiglio per il 30, mentre il Capogruppo di minoranza si riservava di dare una risposta entro il 23, risposta mai pervenuta”.

La maggioranza si spacca. Il sindaco azzera la giunta.

“Poi nel corso della seduta del 30 il gruppo di minoranza abbandonava l’aula, prima della discussione… A quanto pare, davanti al Tar le ragioni

che mi hanno spinto ad agire in deroga al regolamento. Sono deluso e amareggiato”.

“Spero - conclude Di Pietro - che questa mia risoluzione dia a tutti un chiaro e forte segnale di discontinuità, e che possa servire a tutto il Consiglio, al Sindaco e alla Giunta per riprendere il percorso politico e amministrativo all’insegna di un serio confronto sui contenuti e una serena collaborazione”.

Ma il vero colpo di scienza arriva qualche giorno dopo: il sindaco Saro D’Agata azzera la giunta. In seguito a una prova di forza delle due anime che compongono la sua maggioranza. Vanno a “casa” il vicesindaco Lucia Tuccitto e gli assessori Sebastiana Arcifa, Gaetano Spina e Luigi Torrisi.

“Nulla di allarmante – si affretta a rassicurare il sindaco c’è solo la necessità di una riflessione politica. La mia è stata una scelta dovuta all’esigenza di assicurare stabilità e coesione della giunta”, precisando che il provvedimento non ha carattere sanzionatorio, “ma vuole evitare l’insorgere di dannose situazioni di conflittualità già latenti. Valuterò nelle prossime ore il da farsi”. La spaccatura si è consumata nel corso della penultima seduta convocata per il 31 ottobre per eleggere il nuovo presidente. Presenti 5 consiglieri di maggioranza e i 5 di opposizione. Il consigliere di minoranza Angelo Spina ha iniziato a leggere una nota sugli ultimi fatti riguardanti la sentenza del Tar. Ma le sue dichiarazioni sono state interrotte prima

Tremestieri s’infiamma, continuano i movimenti in vista delle elezioni Nonostante manchino ancora diversi mesi alle elezioni amministrative del 2015, a Tremestieri continuano a fervere i movimenti preparativi per una tornata elettorale che si annuncia sin da ora ricca di colpi di scena e agonismo. Con molta probabilità saranno tanti coloro che si impegneranno in prima persona nel tentativo di far ripartire una politica cittadina che, dopo la sfiducia ricevuta

dall’ultima giunta Rapisarda, sta vivendo un periodo di stallo in seguito al commissariamento.

A seguito del servizio pubblicato nel precedente numero di “Paesi Etnei Oggi”, altre due figure si dichiarano disponibili ad avere un ruolo da protagonista alle prossime amministrative. Si tratta di Santi Rando e Massimo Porto.

Porto: «per Tremestieri è l’anno Rando: «pronto a collaborare per la rinascita del Paese» zero, ripartiamo insieme»

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ra i papabili alla candidatu ra a sindaco per le prossi me amministrative 2015, da Massimo Porto arriva un invito all’impegno e alla partecipazione: “Per troppo tempo ci siamo limitati a mettere una croce sulla scheda elettorale per poi trascorrere i cinque anni successivi a lamentarci! La delega in bianco, senza la partecipazione e il controllo da parte dei cittadini, ha creato la peggiore classe politica che la storia di Tremestieri ricordi”. Per Porto fare politica comunale oggi significa prendere atto di una crisi economica che vincola a precisi doveri l’attività amministrativa: “I recenti provvedimenti del governo nazionale – dichiara - rischiano di tagliare drasticamente i già esigui trasferimenti verso le amministrazioni comunali trasformando questi ultimi in veri e propri esattori”.

E ciò vale in particolar modo per Tremestierti Etneo, comune che è alle prese con il piano di riequilibrio: “La passata amministrazione Rapisarda – continua – nonostante abbia tentato di affrontare la crisi che attanaglia le casse comunali nello sforzo di dare riscontro al proprio programma elettorale, si è trovata di fronte ad una situazione difficilissima che si è palesata adesso ma è figlia dell’ultimo vent e n n i o contraddistinto da troppa superficialità programmatica e poli-

tica”. Le conseguenze di questo malgoverno si riassumerebbero nelle tre amministrazioni consecutive conclusesi prima del tempo, nell’arrivo di altrettanti commissari, nei la deficitaria condizione delle casse comunali e nel conseguente aumento delle tasse: “L’ora del cambiamento di passo è giunta – ribadisce -. Noi chiediamo il coinvolgimento dei cittadini veri, quelli che non mirano ad altro, quelli che vivono il territorio e quindi hanno tutto l’interesse a preservarlo”.

In tal senso, Porto vede con favore la politica attiva fatta fuori dai partiti: “Saluto con favore i tanti movimenti civici che stanno lavorando sul territorio, rappresentano un segnale di concreta speranza per la rinascita della nostra comunità. La speranza è che si possa al più presto aprire un confronto franco e leale sulle questioni che maggiormente attengono alle esigenze primarie di Tremestieri in termini di servizi, tutela del territorio e trasparenza, avendo la consapevolezza che il nostro comune è “all’anno zero” e che la situazione di vivibilità va ricostruita senza prescindere da quanto sopra esposto”. Porto, infine, si dichiara disponibile nei confronti di coloro che si riconoscono in questi presupposti chiudendo le porte, sin da subito, a chi crede di potersi ancora ritagliare, con vecchi metodi ormai logori, sciagurate e desolanti rendite di posizione. È l’ora di rimboccarci le maniche”.

P

er far ripartire Tremestieri ci vuole un progetto serio, che sappia guardare al futuro senza dimenticare per strada le esigenze concrete del presente. Ne è convinto Santi Rando, colui che nel 2012 perse per una manciata di voti la corsa a sindaco del comune etneo.

Un risultato, quello di Rando, che determinò a tutti gli effetti una divisione a metà del consenso cittadino fotografando una situazione che da lì in poi determinò la politica cittadina.

Rando, che nel 2012 guidò una coalizione sostenuta da alcune liste politiche e da altre civiche, guarda all’elezioni del prossimo anno con l’interesse di chi sa l’importanza di questo momento per l’intera città: infatti, se il piano di riequilibrio

da una parte e il commissariamento seguito alla sfiducia nei confronti dell’ex sindaco Rapisarda hanno sicuramente sancito un momento difficile per la politica tremestieresi, dall’altra questi fattori costituiscono i punti e gli spunti da cui ripartire: «Due commissariamenti in tre anni seppur per motivi diversi – spiega Rando – sono senz’altro troppi.

Tremestieri ha bisogno di ritrovare quella stabilità che consente di amministrare la città riuscendo a guardare anche al futuro».

In tal senso, Rando, che al momento non ha sciolto le proprie riserve su eventuali accordi in vista delle elezioni della prossima primavera, ribadisce che l’obiettivo di tutti dovrà essere quello di sviluppare un progetto di valore: «Non c’è più spazio per programmi altisonanti – continua – che poi all’indomani delle urne mettono in mostra tutte le lacune e gli artifici con cui sono stati realizzati. Adesso bisogna pensare con serietà alle soluzioni da dare ai cittadini, soluzioni che dovranno affrontare i problemi sia nell’immediatezza che nel medio termine, perché – prosegue Rando – è fondamentale riuscire a creare insieme un’immagine nuova di ciò che vogliamo Tremestieri sia nel futuro».

Ed è in quest’ottica che Rando si dichiara disponibile a confrontarsi con tutte le forze politiche interessate a un progetto di ampio respiro, annunciando la prossima apertura di una segreteria che farà da raccordo per chiunque vorrà collaborare: «Sarà rivolta non solo a chi fa politica, ma anche a tutti i cittadini che vorranno contribuire. Da parte mia – ha spiegato Rando – posso dire che sono disponibile a mettere il mio impegno a guida di un progetto, che sia portavoce delle istanze della città.

Non vado – conclude Rando – in cerca di protagonismo, non sono più i tempi dell’uomo solo al comando.

Sono qui per parlare soltanto del bene di Tremestieri».

dal vicepresidente Sambataro, poi dal sindaco in quanto non ritenute opportune in quel contesto. Sicchè la minoranza per protesta ha abbandonato l’aula. Seduta sospesa per un’ora. Al rientro però parte della maggioranza ha disertato l’aula (nell’intervallo si era frattanto consumata una vivace discussione fra alcuni suoi componenti). Seduta quindi rinviata all’1 novembre.

Qui la sorpresa: il segretario apre l’aula, i cittadini attendono l’avvio del con-

siglio, ma non si presentano né i consiglieri di maggioranza, né quelli dell’opposizione. Tutto da rifare. Cosa succederà adesso? Che sviluppi prenderà la vicenda?

Carmelo Di Mauro Il dibattito ovviamente è aperto, così il nostro giornale è pronto ad accogliere impressioni, commenti, repliche...

Gli hanno donato un busto raffigurante San Gregorio Magno

Gli anziani di San Gregorio incontrano Papa Francesco Grande trasporto alla gita alla quale un centinaio di anziani sangregoresi hanno preso parte giorno qualche settimana fa presso la capitale. L’evento, pianificato dall’assessorato ai Servizi sociali e diretto da Sebastiano Sgroi, ha visto anche la partecipazione da parte del sindaco Carmelo Corsaro, del Presidente del Consiglio comunale Salvo Cambria, del consigliere Natale Cosentino e di altri sangregoresi.

Gli anziani gitanti hanno fatto sosta a Polla con visita al Santuario di Sant’Antonio, per poi avviarsi verso i castelli romani e l’Urbe. Ma ciò che ha entusiasmato i partecipanti è stata la visita in Vaticano e presso la Basilica di San Pietro per partecipare all’udienza del Santo Padre, durante la quale lo stesso sindaco, insieme a Cambria, al consigliere Cosentino e ad alcuni sangregoresi ha donato un busto raffigurante san Gregorio Magno da far recapitare al Papa. L’opera è frutto della creatività dello scultore Francesco Gennaro, il quale ha modellato il busto del santo durante i festeggiamenti dedicati allo stesso Patrono del paese etneo. Un capolavoro dunque nato tra la gente e per la gente.

Come ha tenuto a spiegare il sindaco Corsaro, “l’umiltà di San Francesco e il senso di giustizia di san Gregorio ben si amalgamano per dare un grande segnale di pace in un mon-

do che ne ha molto bisogno, dunque abbiamo chiesto a Papa Francesco di accogliere questo dono con lo stesso entusiasmo col quale noi tutti abbiamo accolto la sua elezione al Soglio Pontificio”.

Sulla scia di quanto detto dal primo cittadino, il presidente del Consiglio comunale Salvo Cambria ha sostenuto che “queste esperienze sono costruttive e non solo per il centinaio di sangregoresi presenti in Piazza San Pietro, ma per tutta la nostra comunità, che ancora una volta ha mostrato di non limitarsi soltanto al piacere dei divertimenti, bensì possiede un tesoro di emozioni interiori molto forti”.

Non potevano mancare le parole di un soddisfattissimo assessore ai Servizi sociali e alle Politiche giovanili Sebastiano Sgroi, per il quale “questa è stata una gita dalla doppia valenza, in quanto ha sia visto gli anziani godere delle bellezze culturali e artistiche della nostra Italia, appagando così la voglia di girare e conoscere, sia ha coinvolto i presenti emotivamente, soprattutto per il dono che andavamo a fare, sottolineando così la nostra massiccia presenza con molta semplicità”.

Durante il tragitto di ritorno il gruppo ha fatto tappa a Pompei e al Santuario della Madonna del Rosario. Ad accompagnare gli anziani sono stati anche Gregorio Catalano e Vincenzo Romeo.

Francesco Patti

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POLITICA E ATTUALITÀ

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Emerge l’esigenza di essere più presente in prima persona anche nella politica locale del capoluogo etneo

«Eurodeputato sì… ma mi prenderò cura di Catania» G

iovanni La Via, neo euro parlamentare di Ncd (Nuovo Centrodestra), per molti rappresenta la nuova figura di riferimento del centrodestra siciliano. Dopo un lungo percorso accanto al senatore Giuseppe Firrarello e all’attuale sottosegretario alle Politiche agricole, Giuseppe Castiglione, La Via sembra essere sulla rampa di lancia per svolgere un ruolo da protagonista sulla scena politica non solo europea ma anche locale.

La Via, il suo seggio da europarlamentare potrebbe essere ancora in bilico. Su di esso pesa un ricorso presentato dalla Lega con l’onorevole Attaguile…

Al momento, non ci sono novità, e questo perché il ricorso presentato dall’onorevole Attaguile, congiuntamente a quelli presentati ad altri eletti, verranno discussi dal Tar del Lazio del 4 dicembre. Quello che mi riguarda, punta su un’interpretazione del siste-

ma di distribuzione dei seggi che fino a oggi non è mai stato attuato, e che differenzia dalle letture date dal Consiglio di Stato che dal Ministero degli Interni. Se è vero che è giusto che bisogna attendere il pronunciamento dei giudici, mi sento di poter dire che non credo che questo ricorso possa avere successo.

In qualità di presidente della commissione Ambiente al Parlamento europeo, cosa ne pensa dei ritardi che in Sicilia si registrano nella realizzazione dei depuratori. Si rischia non solo di perdere finanziamenti ma anche di subire pesanti sanzioni.

Le multe saranno pesanti. Per l’Italia, infatti, esiste già una procedura di infrazione aperta in seguito alla mancata realizzazione degli impianti di depurazione. La commissione Ambiente da un punto di vista legislativo continuerà a spingere sulla necessità che i reflui vengano lavorati con sistemi

sempre più all’avanguardia, che garantiscano trattamenti di qualità e un più facile riutilizzo degli stessi. Purtroppo, l’Italia e soprattutto la Sicilia stanno perdendo molte risorse perché le opere non vengono realizzate. A tal proposito, un emendamento inserito nello Sblocca Italia punta a dare maggior certezza ai tempi di esecuzione delle opere e impedisce che le aziende non aggiudicatarie possano bloccare l’iter esecutivo attraverso i ricorsi.

Quali sono i rapporti con Castiglione e Firrarello? In una recente intervista ha parlato di andare oltre gli schemi usati in passato...

I rapporti con Firrarello e Castiglione sono ottimi. È certo che dopo una nuova tornata elettorale che mi ha visto vincitore emerga l’esigenza di essere più presente in prima persona anche nella politica locale. Ciò si manifesterà con un mio coinvolgimento attivo nella politica del territorio. Chia-

ramente le mie proposte si muoveranno nel terreno politico del gruppo Firrarello-Castiglione, ma terranno conto anche delle nuove esigenze che emergono dall’attualità. È in questo senso che ho detto che non possiamo rimanere ancorati a vecchi schemi.

Come Nuovo centrodestra, a livello nazionale siete un partito di governo alleato col Pd. Quale futuro politico vede per il partito? Saranno riproponibili alleanze che guardano al centrosinistra o l’auspicio è quello di poter riallacciare i rapporti che Berlusconi?

Partiamo da un punto fermo: siamo una forza di centrodestra e lo rimaniamo anche stando al governo con il Pd. La nostra presenza al governo nazionale è espressione delle nostre politiche e dell’area da cui proveniamo. Tuttavia, c’è da dire che Forza Italia ha dichiarato di non voler fare

alleanze con noi e lo ha dimostrato con le scelte fatte nelle regioni in cui in queste settimane si vota. Nel futuro questo ci porterà a valutare ad aperture di programma anche con forze politiche che stanno più a sinistra.

Ha dichiarato di voler dividersi tra l’impegno in Europa e quello sul territorio siciliano. Come giudica questi anni di amministrazione Bianco? Quali istanze porterete avanti come opposizione?

Nelle ultime elezioni amministrative a Catania abbiamo perso. Gli elettori hanno preferito la proposta del sindaco Enzo Bianco e a noi spetta il ruolo dell’opposizione. Ciò che dobbiamo fare è incalzare la maggioranza su ciò che reputiamo non faccia bene, criticarla se è il caso e soprattutto formulare proposte alternative che possano migliorare la vita dei cittadini. A Catania, riteniamo che siano tante le cose incompiute: dal piano regolatore al pia-

no del porto, dalle infrastrutture ai servizi per i cittadini più deboli, sono tante le cose che andrebbero fatte.

Qual è il suo parere sulla diatriba tra aree metropolitane e liberi consorzi. Al fine di ricevere finanziamenti europei, qual è la scelta migliore?

Bisogna innanzitutto dire che l’Europa non ha fatto una scelta prioritaria. È stata l’Italia che, con il documento di programmazione nazionale, ha individuato nelle aree metropolitane gli enti preferenziali per l’accesso alle risorse finanziarie. In base a ciò, valuterei con attenzione le mosse di quei comuni che vogliono distaccarsi dall’area metropolitana. In ogni caso, bisogna lavorare per far sì che possano crearsi le condizioni anche per i comuni consorziati di avere gli strumenti per operare al meglio in termini di trasporti e infrastrutture. Su questo fronte, c’è ancora tanto da fare.

Simone Olivelli

Un progetto respinto in Sicilia Comunità alloggi per minori e finanziato in California al collasso: la Regione non paga Invitalia chiude le porte a due giovani catanesi, Agen: «la cosa più incredibile? Che ci si stupisca ancora»

«Alcune settimane fa, ha occupato le prime pagine dei quotidiani siciliani la notizia che un progetto di start up di due giovani catanesi era stato respinto da Invitalia mentre aveva trovato soci finanziatori in California. Sull’argomento si sono precipitati ad intervenire la prof. Schillaci, in evidente ricerca di rilancio di immagine dopo le tristi comparsate politiche, ed il giovane Perdichizzi, esperto in molte cose, a cominciare dalla Nuova Dogana!».

A fare un’analisi sulla triste vicenda è il numero uno di Confcommercio Sicilia dott.

Pietro Agen che continua: «non ho potuto evitare un sorriso nel vedere paragonare la vicenda al festival di Sanremo, dove raramente chi vince vende dischi. Mi è parso - lo dico con franchezza - solo un disperato tentativo di giustificare in qualche modo l’operato dei selezionatori.

Mi chiedo ma perché non ci si informa con chi ha dovuto confrontarsi con la burocrazia regionale o con uno dei vari enti creati per favorire l’accesso dei giovani al mondo delle imprese? Qualcuno, fra quelli che pontificano, ha mai provato a presentare una domanda di contributo? Lo ha mai fatto senza l’assistenza di un esperto? Si, perché sperare in un finanziamento ci vuole l’esperto, il cui costo, ovviamente oscilla fra i 5% ed il 15% del valore del progetto!

Un esperto che sappia superare il percorso pieno di trabocchetti (tipo videogiochi, dove finisci sempre per morire),

perché a nessuno interessa più di tanto il contenuto del progetto, importanti sono i punti, le virgole e magari gli asterischi, se sbagli uno di questi sei fuori, game over!

D’altra parte, mi chiedo, chi dovrebbe valutare i progetti?

Pensate, può capitare che la vostra idea per una nuova struttura alberghiera finisca nelle mani di un brillante funzionario regionale che magari è appena arrivato lì dall’assessorato alla cultura o da quello alla formazione (ma la rotazione degli uffici è importante!). Siete molto fortunati vi chiederà di tornare fra un anno, quando avrà cominciato a capire qualcosa, se lo siete un pochino meno deciderà in base a quello che ci capisce (poco più di nulla) ed in quel caso avrete un 50% di probabilità.

Dipenderà se uscirà testa o croce! Se invece siete proprio sfigati vi farà capire che bisognerebbe fare qualcosa per rendere il progetto migliore ed in questo caso vi consigliamo di scappare il più lontano possibile.

Da anni, con coerenza, chiediamo di conoscere i risultati ottenuti dalle imprese finanziate, da anni non otteniamo risposte, il che, se mi concedete di essere cattivo, mi fa capire che presumibilmente ci troviamo ad uno dei fiaschi del secolo! Ricorderò sempre di aver letto il giudizio con cui uno degli enti preposti alla verifica esprimeva parere positivo per un finanziamento a due progetti: diceva che il chiosco, nel primo caso, ed il piccolo negozio di elettrodomestici, nel secondo, avrebbero avuto successo visto che sarebbero usciti con prezzi del 5% inferiori alla concorrenza! Certo - conclude Agen - tutti sanno che siamo pronti a fare magari un chilometro in più per risparmiare 5 centesimi sul mandarino al limone, come tutti sanno che un piccolo operatore riuscirà a far prezzi inferiori a Trony, a Papino e a Mediaworld perché loro sono stupidi e lui è furbo! Solo un esempio di come va l’Italia e la Sicilia in particolare… Il bello però, è che ci si stupisce ancora».

P.E.O.

I Comuni della provincia di Catania interessati: Aci Catena, Acireale, Caltagirone, Catania, Giarre, Gravina di Catania, Mascali, Mascalucia, Palagonia, Pedara, Ramacca, San Giovanni La Punta e Sant’Agata Li Battiati

P

iù di quattro milioni e mezzo di euro. Am monta a tanto il credito complessivo vantato dai tredici comuni catanesi che ospitano comunità alloggio per minori sottoposti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria. Luoghi in cui ragazzi minorenni con alle spalle storie di disagio vengono accuditi e sostenuti nella crescita: dal vestiario alle cure per la persona, dagli studi al sostegno psicologico, le comunità alloggio da anni rappresentano un punto di riferimento nell’ambito del recupero.

A essere in debito è la Regione che, tramite gli enti comunali, dovrebbe finanziare le comunità e le relative attività. Attività che le cooperative che reggono le comunità alloggio portano avanti per conto proprio della Regione, la quale però, imbrigliata tra burocrazia e un bilancio messo alle strette dal Patto di stabilità, sembrerebbe aver accantonato il problema, almeno da un punto di vista istituzionale. Perché di problemi reali e concreti, i dirigenti e gli educatori delle comunità ne hanno invece a iosa giorno dopo giorno.

«Ai problemi siamo abituati – dichiara un educatore –. Il nostro non è di certo un settore in cui si naviga nell’oro e questa non è una novità. Il problema, però, è che adesso tutto sta diventando più difficile. Senza quei soldi, si rischia davvero di imboccare una strada senza ritorno e a farne le spese non saremo solo noi lavoratori ma anche i ragazzi che accudiamo. La società e la politica – conclude – dovrebbero farsi delle domande». Domande che in linea di principio la Regione, e nello specifico l’assessorato alla Famiglia e alle politiche sociali e del lavoro, si è posta trovando peraltro anche delle risposte. Risale, infatti, allo scorso 21 luglio la determina con cui il dirigente del Dipartimento famiglia e politiche sociali decretò lo stanziamento di poco meno di 7 milioni di euro nei confronti dei 27 comuni siciliani ospitanti le strutture

di accoglienza. Atto a cui poi, due settimane dopo, seguì il visto da parte della Ragioneria centrale. Di quella somma – che peraltro era stata già inserita nella Finanziaria 2014 al capitolo di bilancio n. 182526 – però a oggi non vi è traccia nelle casse comunali né di conseguenze in quelle delle comunità. «È davvero dura, i timori di non riuscire a rialzarsi ci sono e non sono fittizi». A parlare è uno dei responsabili della comunità Prospettiva, che opera a Catania: «In questo momento non siamo in una situazione facile.

La difficoltà maggiore è l’impossibilità di certificare il credito davanti alle banche. Questo ci impedisce di ricevere anticipazioni delle fatture».

Un problema, quello delle impossibilità di certificare il credito, che in passato non si era verificato: «Non dipende da noi ma dalla Regione – continua il responsabile –. Rivolgendoci alle banche, chiaramente andremmo a perdere parte dei fondi, ma avremmo la possibilità di usufruire sin da subito di quei soldi che per noi sono essenziali». Per molte comunità alloggio, quella attuale è una situazione nuova: «Le difficoltà ci sono sempre state. Ma a differenza degli altri anni, quando in questo periodo iniziavamo a percepire qualcosa, stavolta l’attesa si prospetta molto più lunga». La conferma arriva anche dalla Comunità dei Giovani di Gravina di Catania, l’associazione che gestisce la comunità di alloggio per minori “Don Bosco”: «La nostra comunità dovrebbe ricevere circa 180mila euro in base a quanto deciso dalla Regione a luglio – racconta un responsabile – ma se mi chiede quando vedremo questi soldi, beh non saprei proprio risponderle. Anzi la paura maggiore sta appunto nel conoscere la risposta. La Regione – continua – pare abbia sforato il Patto di stabilità per quest’anno e questo potrebbe prolungare la nostra attesa fino alla primavera 2015». Uno scenario che più da

navigazione a vista fa pensare al timore di un collasso: «È un’ipotesi che nessuno vuole sentire come reale, ma i fatti parlano chiaro – ammette il responsabile –. La nostra comunità spende mensilmente circa 20mila euro

pubbliche amministrazioni. In altre parole, il debito della Regione potrebbe diventare motivazione valida per il suo mancato saldo: «Al momento questo problema non lo abbiamo avuto perché le banche si sono

e il rischio è di arrivare fino a un anno di arretrati. Sono spese che non si possono sostenere, non si può chiedere a una cooperativa di sobbarcarsi il peso di un servizio regionale».

Per le comunità alloggio il rischio è quello di infilarsi in una spirale burocratica da cui uscirne è quasi impossibile. Tra le conseguenze in cui infatti ci si può imbattere è quello di ritrovarsi con il Durc revocato. Possedere il documento unico di regolarità contributiva è requisito fondamentale per poter lavorare con gli enti pubblici: «Sì, abbiamo anche questo problema – dichiara il responsabile di una comunità operante in un comune pedemontano –. Il Durc è connesso con la regolarità nel pagamento dei contributi previdenziali dei dipendenti. Il problema si pone quando vengono a mancare le risorse finanziarie per ottemperare a questi doveri, per responsabilità di certo non addebitabili alle cooperative». Non ricevendo, infatti, i soldi dalla Regione le comunità potrebbero ritrovarsi nelle condizioni di non pagare i contributi, finendo per veder revocato il proprio Durc, condizione, questa, che impedirebbe la ricezione dei pagamenti dalle

fatte carico dei pagamenti previdenziali, ma fino a quando si potrà andare avanti così?»

Nelle ultime settimane a interessarsi al ritardo nei pagamenti alle comunità alloggio per minori è stato anche il Movimento 5 Stelle che, con un’interrogazione firmata dall’intero gruppo parlamentare dell’Ars, ha chiesto alla Regione di fare luce sulla luce sulla vicenda.

«Nonostante il decreto della Regione – ha dichiarato l’onorevole Angela Foti, prima firmataria dell’interrogazione parlamentare – le somme non vengono accreditate e i comuni non possono che alzare le braccia al cielo lasciando in balia di un governo regionale inefficiente gli operatori che da mesi non ricevono lo stipendio e continuano però ad accogliere minori e mamme con bambini in difficoltà». Per Foti, il rischio della chiusura delle comunità alloggio non è concreto: «La mancata erogazione dei fondi – ha continuato la parlamentare pentastellata – porterebbe alla chiusura di diverse comunità pubbliche e convenzionate. In un momento di crisi sociale come quello che viviamo questo è un pericolo che va assolutamente scongiurato».

S. O.

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ACESE

Acireale ed Aci Catena finalmente si decidono a usare i fondi 2009: tutti i particolari

Torrente Lavinaio - Platani, parte la messa in sicurezza passanti. In quest’ultimo caso, la tragedia è stata soltanto sfiorata – un uomo ha attraversato il piccolo ponte di Capomulini appena pochi secondi prima che il torrente straripasse – ma i danni agli immobili e la paura

D

ue esondazioni in altret tanti comuni, tanta paura e il rischio che ancora una volta potesse scapparci il morto. Il nubifragio dello scorso 4 ottobre ha riportato, con la prepotenza della natura amplificata dall’incuria dell’uomo, l’attenzione sul torrente Lavinaio-Platani, il cui letto attraversa molti comuni pedemontani fino a sfociare nelle acque antistanti la frazione acese di Capomulini.

Ed è proprio Acireale, insieme ad Aci Catena, il comune maggiormente colpito da un evento che se da una parte è stata di portata eccezionale dall’altra ha riportato alla luce una problematica tanto evidente quanto fin troppo spesso messa da parte: il torrente, con una periodicità non trascurabile, si trasforma in una minaccia per residenti e

sono bastati per riaccendere gli animi di chi da tempo reclama una messa in sicurezza dei punti più critici. Messa in sicurezza che, finalmente, potrebbe arrivare sia ad Acireale che ad Aci Catena, dove il corso d’acqua è abbondantemente straripato in via Filippo Montesi rischiando di travolgere alcune auto.

Ad Acireale, il sindaco Roberto Barbagallo ha dichiarato di voler finalmente adoperare un finanziamento di cui il Comune disporrebbe da quasi cinque anni. Risorse stanziate dal ministero dell’Ambiente, ma che fino a oggi sono state inspiegabilmente lasciate da parte dalla passata amministrazione comunale. L’intervento dovrebbe prevedere anche l’abbattimento di un immobile che è stato costruito sul letto del torrente, a pochi metri dalla foce.

Ad Aci Catena, invece, si dovrebbe intervenire – sfruttando un finanziamento simile a quello ricevuto da Acire-

ale e altrettanto inspiegabilmente non utilizzato fino a oggi – allargando il letto del Lavinaio-Platani nell’area in cui confluiscono le acque provenienti da Aci Sant’Antonio. È questo, infatti, il punto dove secondo il geologo Alessio D’Urso sorgono la maggior parte dei problemi: “Ad Aci Catena, nei pressi del tratto che scorre vicino al cimitero, il torrente accoglie tutta l’acqua proveniente da Aci Sant’Antonio.

Ciò - dichiara l’esperto - fa aumentare spropositatamente il flusso che poi, scendendo verso mare, si ingrossa sempre più”. Per risolvere il problema, D’Urso suggerisce la realizzazione di una vasca di espansione: “Pensare di ampliare in maniera adeguata la sezione del torrente è ormai impensabile. Quel che si potrebbe fare – continua il geologo – è realizzare una grande vasca di espansio-

ne a monte, che servirebbe a creare un’area dove il torrente perderebbe velocità e di conseguenza pericolosità”.

Per fare ciò, però, bisognerà espropriare alcuni terreni adiacenti al torrente ma su questo fronte il sindaco di Aci Catena, Ascenzio Maesano, si è detto certo che non ci saranno intoppi: “La messa in sicurezza del torrente è fondamentale e viene prima di tutto. Il finanziamento – ha commentato il primo cittadino catenoto – non è stato utilizzato dal mio predecessore. Noi invece vogliamo fare in modo che l’area diventi più sicura. Già nei mesi scorsi avevamo presentato un progetto che però non ha ricevuto il nulla osta dal Genio civile. Adesso, ci muoveremo in collaborazione con un ingegnere per trovare la soluzione più adeguata”.

Simone Olivelli

Il comitato “Cambiamo Acireale” presenta il registro delle Unioni civili

Tra le polemiche, la giunta Barbagallo apre alla tolleranza

Riconoscere le unioni civili indipendentemente dal genere sessuale, ampliare la tolleranza in attesa che dal parlamento nazionale arrivino concreti segnali di riforma in ottica

legislativa. L’istanza, che ha fatto breccia già in più di 150 comuni italiani, è arrivata anche ad Acireale dove il comitato di “Cambiamo Acireale” - il progetto politico che ha dato il

maggiore sostegno all’attuale sindaco Roberto Barbagallo ha presentato la proposta di istituire il registro delle unioni civili e del testamento biologico. I portavoce dell’iniziativa, Marcello Bonaventura e Rossano Bella, hanno ricordato come non si sia trattato di una novità dell’ultima ora quanto di un punto già inserito nel programma con cui Roberto Barbagallo si è presentato davanti agli elettori lo scorso maggio: “Chi dice che questi non sono atti urgenti – ha dichiarato Bonaventura – non cono-

sce il dramma vissuto dalle persone che affrontano quotidianamente le cure di fine vita o i problemi che devono affrontare le coppie costrette a restare unite solo dal legame affettivo”. Sull’importanza simbolica del registro, si è invece soffermato Rossano Bella: “Siamo convinti – ha dichiarato l’esponente di Cambiamo Acireale – che, nonostante non possano colmare il vuoto normativo dello Stato, sia importante che l’Ente locale dia qualche certezza alle unioni di fatto e dia la possibilità ai malati ter-

minali di scegliere come vivere gli ultimi giorni”. La proposta – che, come prevedibile, è stata osteggiata da chi non accettando un’evoluzione del concetto di famiglia ha ribadito come l’istituzione di un registro non abbia conseguenze legali in mancanza di un intervento legislativo ad hoc – dovrà adesso essere esaminata dal consiglio comunale: “Siamo convinti – ha dichiarato l’assessore alla Solidarietà sociale, Adele D’Anna – che questo provvedimento troverà il favore del consiglio. Da ammi-

Collegamento lungomare Aci Trezza - Aci Castello, una sorta di presa in giro?

Dopo 4 anni di promesse Aci Castello partorisce un “topolino”

Dopo quattro anni di promesse e a seguito del referendum popolare cittadino del 2010 che a stragrande maggioranza si espresse per legare via costa Acicastello ad Acitrezza, l’amministrazione comunale di Aci Castello partorisce un “topolino” ovvero la concessione da parte del Lido dei Ciclopi confiscato dallo Sta-

to alla gestione mafiosa, e dunque oggi di proprietà dello stesso, di poter fare ovviamente attraversare davanti a tale lido solo, naturalmente, cittadini a piedi ma escludendo, per evidenti aspetti strutturali abusivi, ciclisti e disabili. E ciò solo, guarda caso, fino a metà aprile del 2015, ovvero escludendo proprio i mesi primaverili ed estivi quando l’attraversamento sarebbe invece infinitamente più utile e fruito.

Tutto ciò calpestando il famigerato e infinito ecomostro, piattaforma illegale di cemento, che ha devastato l’intera costa lavica adiacente il Lido e inserita all’interno della bistrattata

Riserva marina dei Ciclopi, ovvero l’area di pertinenza del Demanio marittimo statale, il quale fìno ad oggi non pare abbia fatto nulla per obbligare chi ha devastato tale ambito peraltro sotto gli occhi di chi aveva l’obbligo di intervenire a salvaguardia di un bene naturale protetto e irrinunciabile. Per questo aspetto siamo intervenuti più volte negli anni a difesa dei luoghi sacri ad Omero e Verga, denunciando a mezzo stampa tale più che evidente scempio e presentando esposti agli organi giurisdizionali, senza che purtroppo altri movimenti di natura ecologista ne abbiano seguito l’esempio, dando così l’impressione di una sorta di silenzio assenso. La stessa cosa valga per l’allargamento del lungomare di Acitrez-

za a danno della costa ancora più ridimensionata e dello stesso antico porticciolo ridotto a un parcheggio.

Nè tanto meno il sindaco di Acicastello Filippo Drago nelle sue numerose risposte pubbliche ha mai fatto riferimento. Un inganno che continua a perpetrarsi ai danni dei cittadini, abili e meno abili, pedoni e ciclisti, cittadini dei due borghi e non, mentre continua senza sosta quello sul rispetto e sul ripristino della legalità deturpata e sfregiata che include tra l’altro lo scarico infinito a mare di liquami fognari dimostrato per l’ennesima volta dall’allarme e della conseguente sospensione della balneazione avvenuta nell’estate scorsa.

Alfio Lisi Free Green

nistrazione vogliamo che Acireale diventi una città che includa e comprenda le diversità, anche nel caso in cui queste non rientrino nel modello tradizionale, da alcuni considerato l’unico ‘normale’”.

Sulla questione, ha detto la sua anche il deputato regionale Nicola D’Agostino che ha sottolineato come “le tante unioni di fatto che esistono sul territorio hanno bisogno di essere riconosciute tramite un registro comunale per semplici motivi di umanità, che però si traducono in piccoli diritti quo-

tidiani essenziali che altrimenti vengono disconosciuti e questa è un’unitile crudeltà”.

Intanto, in attesa che il consiglio comunale si pronuncerà sulla proposta, ad Acireale si è levato il coro di chi è contrario alle unioni civili. Tra di essi, Forza Nuova che all’indomani della presentazione del registro ha indetto una manifestazione di protesta. per il partito di estrema destra, però, la parata si è trasformata in un boomerang a livello di immagine con un’affluenza pressoché irrisoria.

S. O.

Aci Sant’Antonio, le sale dell’ambulatorio dedicate a due soci fondatori

25 candeline per l’associazione che lotta i tumori

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enticinque anni di attività sono tantissimi per qualunque real tà. Figuriamoci cosa possa voler dire festeggiare un quarto di secolo per un’associazione che ha il proprio obiettivo nell’aiutare, in ambito prettamente medico, la collettività. L’Associazione santantonese per la lotta ai tumori del presidente Pippo Musumeci ha voluto festeggiare questo importante traguardo in modo diverso rispetto ad altre simili realtà: “Abbiamo deciso - ha spiegato Musumeci - di non spendere soldi per ricchi festeggiamenti. Crediamo nella nostra realtà e abbiamo voluto investire in essa le nostre risorse”. Per questo motivo i festeggiamenti si sono limitati a pochi pasticcini ma sono stati arricchiti da un’importante novità: “Siamo riusciti ad ampliare i nostri storici locali e abbiamo voluto intitolare le due nuove sale dell’ambulatorio a due soci fondatori che sono scomparsi prematuramente. Abbiamo voluto che a tagliare il nastro fossero, tra l’altro, proprio i loro parenti più stretti”. L’ampliamento dei locali migliorerà i già numerosi servizi offerti alla collettività che vanno dalla mappatura dei nei a esami specialistici: “A tal proposito ha spiegato ancora Musumeci - possiamo già annunciare che a gennaio riusciremo, finalmente, a raggiungere un sogno rincorso da anni: acquisteremo in leasing un complesso macchinario per la mammografia digitale che consentirà di effettuare accurati esami destinati alle donne. Si tratta di un macchinario decisamente raro di cui andremo sicuramente orgogliosi”. Insomma, dopo ben venticinque anni di attività l’Associazione santantonese per la lotta ai tumori non smette di stupire e rilancia in vista già del trentesimo anniversario.

Davide Quattrocchi

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JONICA

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Tutti i particolari sulla trasformazione in unità operativa ospedaliera di terapia integrata per l’assistenza domiciliare

Presidio ospedaliero di Giarre: The end!

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ra si chiama “rifunzionaliz zazione”. E’ un “progetto” che potrebbe mantenere in vita quel che resta dell’ex presidio ospedaliero “San Giovanni di Dio e Sant’Isidoro” di Giarre. Proprio così, ex! Perché la sua fine ormai è certa alla luce di quanto accadrà a partire dal prossimo gennaio 2015.

I FATTI In queste settimane, si sono susseguiti ancora sussulti e grida e belle lettere d’intenti, ma nessuno dei cittadini del Distratto sanitario si illudono sulla sopravvivenza del nosocomio di via Forlanini. Soprattutto alla luce dell’atteso vertice sul presidio ospedaliero di Giarre svoltosi nei giorni scorsi nel Municipio di Giarre, alla presenza dei sindaci del distretto sanitario e del

direttore provinciale dell’Asp Franco Luca. Un incontro triste e consueto che si è concluso, ancora una volta, con un deludente nulla di fatto sul futuro dell’ospedale e del pronto soccorso. Un pronto soccorso depauperato assieme all’ospedale anno dopo anno, conducendo alla morte come una sottile eutanasia studiata a tavolino.

LA TRASFORMAZIONE Il direttore sanitario provinciale Franco Luca, ha preconizzato una eventuale rifunzionalizzazione, che sembra possa trovare il “placet” della Regione, la quale, però, sino ad oggi, non ha ancora approvato il Piano per la rimodulazione degli ospedali. L’ex ospedale di Giarre, dunque, si appresta a fare una ingloriosa fine, divenendo una semplice propaggine del-

l’ospedale di Acireale. In che cosa consiste questa trasformazione in Unità operativa ospedaliera di terapia integrata per l’assistenza domiciliare (U.O.O.T.I.) già intitolata a “Tiziano Terzani”?. Siamo in grado, in esclusiva assoluta di farlo sapere ai nostri lettori. Essa prevede la trasformazione del presidio in una struttura attrezzata e di supporto per i pazienti inseriti nel programma A.D.I. (Assistenza domiciliare integrata).

L’U.O.O.T.I. interagisce rispettivamente con il PTE (per l’emergenza territoriale e accettazione che si sostituisce all’attuale pronto soccorso) cui dà supporto con il proprio organico medico e interagisce con il PTA (già operativo e a regime a Giarre) con cui condivide attività di consulenza e/o diagnostica e suppor-

to programmatico organizzativo per l’ottimizzazione delle risorse e della qualità dei rispettivi servizi. La Geriatria già dotata di personale e organizzazione di U.O.C. occuperà un’area nell’organizzazione per l’assistenza e l’accettazione di pazienti da inserire nell’ADI, nonché nella programmazione dei piani di assistenza terapeutica domiciliare, compresi gli interventi previsti in regime di ricovero e/o Day Hospital. Interviene in sintonia con l’U.O.O.T.I. all’assistenza qualificata nella fase preterminale dei lungodegenti e nei servizi integrativi necessari per ottimizzare l’attività diagnostico-terapeutica-preventiva-ambulatoriale.

Importante è la collocazione dei servizi di riabilitazione, patologie dell’alimentazione (statisticamente importanti nel nostro territorio), piastra chirurgica (l’organizzazione è già a regime da 3 anni), cardiologia, radiologia, laboratorio analisi, servizio di patologia ginecologica tutti già funzionanti a regime, dotate di locali e personale medico e paramedico.

Fa eccezione il servizio “patologie dell’alimentazione” che si pone non solo come elemento strategico di notevole valenza nell’assistenza alimen-

tare (di difficile applicazione nelle cure palliative) dei pazienti dell’U.O.O.T.I., geriatria, lungodegenza ma si inserisce anche in un programma più ampio diagnostico-terapeutico-preventivo nel territorio su patologie emergenti gravi come la bulimia e l’anoressia che completano e implementano le finalità dell’U.O.O.T.I..

Sono inclusi nel progetto numerosi servizi, tra cui il trattamento protetto in regime di ricovero di patologie con impossibilità di terapia eziologica e quindi a prognosi progressivamente sfavorevole; cure palliative; riabilitazione in chirurgia generale, ortopedia e in patologia neurologica centrale e periferica; medicazioni chirurgiche; terapia del dolore; formazione e preparazione dei familiari per l’assistenza domiciliare; pausa di “ristoro” per i familiari di pazienti affetti da gravi patologie che richiedono particolare impegno assistenziale a domicilio; monitoraggio delle malattie e follow-up programmato; attenuazione e prevenzione delle recidive; piano di assistenza preventivo per le riacutizzazioni; terapia nutrizionale enterale e parenterale; terapie parenterali e chemioterapie; formazione personale OSA e

La ricetta del neo presidente di “Confcommercio Giarre” Francesco Candido

«Un pizzico di follia ragionata, ecco la nostra carta vincente» «Fare il commerciante, anche nei momenti floridi, è una sfida ed un confronto con un mondo variegato e con mille sfaccettature. Nel mio modo di vedere il commercio preferisco sempre vedere il bicchiere mezzo pieno, anche se a volte nel bicchiere c’è poco o nulla. Questo mette nella condizione di affrontare con quel pizzico di follia ragionata i momenti particolari che viviamo. Oggi questa scommessa ha virato verso Confcommercio. Abbiamo costruito con i ragazzi del direttivo un bel gruppo che ha tanta voglia di scommessa. Ho detto proprio ieri ai ragazzi: ci vogliono morti commercialmente? Bene.

Abbiamo due possibilità: aspettare l’evento o aggredirlo. Così almeno abbiamo il 50 percento di possibilità di sopravvivere». Questo è lo spirito nuovo di “Confcommercio Giarre”. A parlare è Francesco Candido, 48 anni, padre di una bimba di 11 anni. Con 49 voti su 50 (una scheda nulla) è stato eletto presidente della Confcommercio di Giarre, la più importante sigla sindacale del territorio, associazione che rappresenta 2.919 attività commerciali e artigianali che danno lavoro a 9.258 unità. Subentra ad Armando Castorina, che lo scorso marzo aveva preso il posto del dimissionario presidente con l’obiet-

Giarre comune in mora pagherà 1mln e 200mila euro

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na mora di un milione e duecentomila euro. E quan to dovrà pagare il Comune di Giarre come penale per i ritardati pagamenti della fornitura di energia elettrica. Un caso clamorosamente scoppiato in Consiglio comunale, dove cinque consiglieri di opposizione, Tania Spitaleri, Gabriele Di Grazia, Giovanni Gulisano, Salvo Zappalà, Giannunzio Musumeci, venuti a conoscenza della questione attraverso un maxi emendamento presentato dalla maggioranza che sostiene il sindaco Roberto Bonaccorsi allo scopo di sanare questo debito, hanno chiesto i revisori dei conti di analizzare il caso e se vi fossero dei responsabili denunciarli per danno erariale. Il sindaco, dal canto suo, ha fatto sapere di avere avviato una indagine sul caso, richiedendo relazioni dettagliate ai responsabili dell’area finanziaria e dell’area tecnica, per verificare le cause che hanno portato a questa situazione, non preventivata al momento dell’approvazione del bilancio di previsione da parte della giunta.

M. P.

Lavori pubblici di Mascali, Impellizzeri: “no alla generalizzazione sulle inefficienze di un settore”

«IlIl centro sociale e il parco annesso rimangono off limits limits»

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Il nuovo direttivo. Da sx: Saro Previtera (segretario Confcommercio), Sebastiano Bonanno, Alessandra Raciti, Orazio Puglisi, Francesco Candido (Presidente), Piera Scuderi(vicepresidente), Nino Scuderi, Armando Castorina, Adriano Guzzino, Dario Previtera (funzionario Confcommercio)

tivo di traghettare l’associazione alle nuove elezioni.

Assieme al neo presidente è stato eletto il nuovo direttivo, la cui età media, anche in virtù dei nuovi ingressi, è scesa sensibilmente; i nuovi componenti del consiglio, lavorano già da qualche mese assieme al vecchio e ciò garantirà coesione e forza nell’azione che il neo direttivo sarà chiamato a svolgere.

I componenti eletti dall’assemblea dei soci sono (in ordine alfabetico): Sebastiano Bonanno, Armando Castorina, Adriano Guzzino, Salvatore Lizzio, Orazio Puglisi, Alessandra Raciti, Nino Scuderi, Piera Scuderi (vicepresidente). Francesco Candido, che ha tanti anni di esperienza nel campo lavorativo, non è nuovo nella Confcommercio, in quanto ha già operato nei direttivi che si sono susseguiti dal 2012 ad oggi.

Parlando di sé dice: «Non adoro fare passerella, ma operare concretamente. Del resto ho iniziato la mia professione di orefice a 18 anni, anche se già da piccolo trascorrevo i periodi estivi qui in negozio per apprendere dagli adulti il mestiere. Ho scelto questo lavoro per dare seguito ad una tradizione familiare lunga quasi cento anni, ma soprattutto, pur avendo la possibilità del famoso posto fisso,

per una scommessa con me stesso». Gli chiediamo di illustrarci quale sia, a suo avviso, lo stato del comparto commerciale, che tradizionalmente a Giarre ha sempre svolto un ruolo di primissimo piano.

Spiega: «Giarre attraversa un periodo storico che non si scosta da quella che è la realtà nazionale. Nonostante ciò rimane nella fascia tra Catania e Taormina la città dove ancora si nota un certo fermento commerciale. Bisogna lavorare sotto questo aspetto in sinergia per confermare e rafforzare questa vocazione. In una situazione commerciale complessa e in rapida evoluzione come quella che stiamo vivendo, ci sarà molto da fare e gli obiettivi si potranno raggiungere solo con la collaborazione con le altre associazioni presenti nel territorio di Giarre e del suo hinterland, le amministrazioni comunali principalmente di Giarre e Riposto, e tutti quegli altri soggetti che operano a vario titolo a sostegno della cittadinanza e del commercio».

La carica impone un programma di lungo, medio e breve termine con obiettivi precisi e raggiungibili. A questo proposito il neo presidente non ha dubbi: «Fare progetti a lunga scadenza oggi risulta difficile ed

è inutile lanciarsi in proclami laddove oggi l’unica politica che può pagare è quella dei piccoli passi. La strategia che adotteremo nella nostra azione sarà più o meno simile a quella del mio predecessore, anche perché fondamentalmente già espressione del direttivo appena eletto. Come è nel nostro stile, ci occuperemo anche della realizzazione di eventi che abbiamo come obiettivo l’attrazione della clientela.

Non trascureremo l’attività sindacale e non verranno disattese tutte quelle opportunità di crescita che ci si presenteranno e su alcune di queste si sta già lavorando.

A breve termine ci aspetta l’appuntamento con il Natale.

Si sta già lavorando intensamente per proporre un calendario già nei prossimi giorni.

Forse è la prima volta nella storia recente di Confcommercio che ad inizio novembre si dispone di un programma natalizio». Quanto ai rapporti con altre organizzazioni del territorio, poche, importanti parole, che suonano come un messaggio cifrato: «La sinergia con le altre associazioni del territorio è di fondamentale importanza. Continueremo il dialogo con chiunque voglia condividere un percorso comune».

M. P.

OSS. Il progetto è stato presentato ai sindaci del distretto, nel corso di incontri personalizzati, dal dott. Enzo Venuto e sembra che abbia trovato positivi riscontri.

L’APPELLO DELLA POLITICA Il primo cittadino di Giarre Roberto Bonaccorsi, ha fatto sapere che «chiederò, al nuovo governo regionale – ha commentato il primo cittadino Roberto Bonaccorsi - una audizione urgente per comprendere gli intendimenti per il nosocomio di via Forlanini, annunciando battaglia nel caso in cui fosse messa in discussione l’operatività del pronto soccorso. Invito la politica ad assumersi la responsabilità delle scelte». A prendere posizione anche il senatore Pippo Pagano, «ho ribadito - dichiara Pagano che occorre verificare se la rimodulazione approvata dalla Giunta regionale conferma quanto assicurato dall’assessore Borsellino a Giarre». Sulla vicenda interviene il sindaco di Riposto, Enzo Caragliano, «Giarre è più distante dai grandi ospedali rispetto ad altri presidi e quindi questi ultimi hanno meno ragione di esistere per collocazione geografica».

Mario Pafumi

n una recente intervista ai Commissari del Comune di Mascali, apparsa sulla stampa, e nella quale è stato fatto il punto sulla situazione dell’Ente, si rimarca l’inefficienza della macchina burocratica e situazioni definite addirittura “patologiche” soprattutto nel settore dei Lavori pubblici.

In merito a questo passaggio, il coordinatore del Movimento civico Giovanni Pellizzeri prende posizione: «un giudizio generalizzato di questo tipo – commenta Pellizzeri - non aiuta a migliorare la situazione all’interno di un Comune. Se nel settore strategico dei Lavori pubblici vi sono delle inefficienze tali da pregiudicare il corretto funzionamento della macchina burocratica inevitabilmente le presunte colpe ricadono anche su quei lavoratori che espletano il proprio lavoro nella massima correttezza. Nel caso vi fossero unità lavorative che lamentano incompatibilità ambientali lavorative – osserva Pellizzeri - sarebbe allora il caso di trasferirli in altri settori. Addossare responsabilità di inefficienze su un intero gruppo di lavoro provoca soltanto disaffezione lavorativa con ricadute negative sull’utenza.

Dal consuntivo dei tre Commissari dell’Ente - prosegue il coordinatore Pellizzeri - apprendiamo che sono state ottimizzate le spese, ridotti gli sprechi. E inoltre: l’avvio di una convenzione per la manutenzione della pubblica illuminazione, gli interventi di riqualificazione in piazza Duomo. Nessun cenno è stato invece fatto su alcune importanti infrastrutture pubbliche come il Centro Sociale con il suo auditorium che continua a rimanere inagibile – pare a causa di inghippi burocratici sul rilascio della documentazione tecnica - e che per lunghi anni è stato il punto di riferimento dei cittadini mascalesi. Ancora più cocente è la delusione per l’immotivata chiusura dell’annesso parco comunale. Una vasta area a verde attrezzata con spazi ludici che continua a rimanere chiusa. La riapertura del parco annesso al centro sociale, cosi come sostenuto nei mesi scorsi, rappresenta un modo per aprirsi alla città».

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SPORT

Giovani motori di un progetto ambizioso, la scommessa dei fratelli Sapienza

Basket Club Zafferana, una storia lunga 40 anni

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ll’interno del panorama ce stistico siciliano siamo an dati a scovare una realtà che ha fatto poco rumore nel corso degli anni, ma che si è mossa silenziosamente, cercando di lavorare molto sul proprio settore giovanile.

Parliamo del Basket Club Zafferana, squadra che nasce alle pendici dell’Etna, fondata nel lontano 1975.

Dall’anno di fondazione la società ha basato il proprio lavoro sulla crescita dei giovani. Dagli anni ‘85/ 90 la società ha visto una crescita anche dal punto di vista economico, grazie soprattutto all’ingresso di due importanti figure nella dirigenza: Salvatore e Giuseppe Sapienza, fautori

della crescita di questa squadra.

I due fratelli hanno giocato per molti anni nella squadra e, adesso, occupano un importante ruolo dal punto di vista amministrativo, per la precisione presidente e dirigente responsabile.

Abbiamo avuto il piacere di parlare con il presidente, Salvatore Sapienza: “Quando io e mio fratello abbiamo sposato questo progetto, la società possedeva solo una prima squadra che partecipava al Campionato di Promozione Maschile, ma a causa della mancanza di strutture le partite si svolgevano in luoghi scomodi come il cortile delle Scuole Elementari o nella Piazza Belvedere

con evidenti problemi di tipo logistico, quali sospensione di partite dovute a condizioni atmosferiche avverse. Decidemmo allora di adoperarci per chiedere uno spostamento in una struttura che fosse coperta.”

Una soluzione seppur limitata arrivò, infatti, negli anni ’90, quando la società si spostò, con il benestare della FIP., presso l’Istituto Comprensivo Federico De Roberto che, però, non poteva ospitare pubblico per la minima distanza fra linea di campo e i muri della palestra. “Fu allora che tutti i dirigenti della società – continua Sapienza - decidemmo di realizzare un progetto importante grazie all’accordo con l’allenatore ex Giarre Stefano Privitera, attuale Head Coach della prima squadra e del gruppo Under 19, portando avanti quello che è diventato adesso il nostro obiettivo primario, cioè l’inserimento dei giovani nel mondo della pallacanestro e la loro valorizzazione”.

Nel nuovo Millennio la società ha cambiato di nuovo palestra trasferendosi nelle Scuole Elementari “Matteo Maglia” ma, a causa della

pericolosità per la limitata distanza muro-campo di questo nuovo centro sportivo, la Federazione non ha consentito alla prima squadra di giocare a Zafferana le partite casalinghe...

“Non poter avere un campo a disposizione nel nostro comune dove consentire alla prima squadra di giocare il campionato è un grosso deficit per noi, ma nonostante tutte le difficoltà del caso siamo riusciti negli ultimi 8 anni a portare la squadra maschile nel Campionato Regionale di serie D mettendoci a confronto con altre formazioni dai nomi importanti.

Fortunatamente la FIP ha omologato il campo per le giovanili che comprendono un grande numero di ragazzi, che sono riusciti a farsi notare nella provincia. Infatti negli ultimi anni il gruppo Esordienti-Under 13 guidato dal coach Massimo Privitera.

Dopo le delusioni delle ultime stagioni che hanno visto la prima squadra composta quasi interamente dai propri giovani patire le avversità di un campionato regionale che anno-

vera nelle varie formazioni molti giocatori di valore, quest’anno la società Basket Club Zafferana ha deciso di cambiare rotta, affiancando ai promettenti giovani, per lo più classe ’97, alcuni giocatori di esperienza, per cercare di migliorare i risultati in campionato e regalare maggiori soddisfazioni con una squadra che adesso ha tutte le carte in regola per ben figurare nel campionato di serie D che si appresta a disputare.

Nel roster infatti sono stati inseriti nell’ordine: Seby Re (classe ’86), Andrea Privitera (classe ’85), Salvatore Raciti (classe’84), Mariano Torrisi (classe ’88), Antonino Maugeri (classe ’91), tutti provenienti dall’Aci Bonaccorsi, squadra con cui hanno conquistato la promozione in C regionale per due stagioni consecutive e con la quale hanno disputato proprio il campionato di C regionale lo scorso anno, Daniele Signorelli (classe ’92), ragazzo cresciuto nel Basket Acireale, con cui ha affrontato vari campionati di C nazionale, prima di approdare al Cus Catania dove ha disputato il campionato di C regionale, oltre alle conferme di

Mascalucese doc, classe 78 e una carriera pluriventennale ricca di successi

Circuito Elite full kontact, Liotta unico siciliano in finale Il mascalucese Luca Liotta è l’unico siciliano in finale nel “Circuito elite”, il circuito professionale creato nel 2013 dalla “Fikbms” (Federazione italiana kickboxing) e dalla Wako (la internazionale World association of kickboxing organizzations), aperto solo ad atleti di primo livello professionisti o prima serie sia italiani che stranieri. Luca Liotta, classe 1978, è un fighter con una lunga carriera pluriventennale ricca di successi: nel 1992 partecipa ai campionati italiani di karate, due argenti e un bronzo nel 20072008 di full contact, campione Suditalia MMA; ma anche pugile con venti incontri di cui 18 vinti, un pareggio e una sconfitta. Nel 2011 ha vinto il titolo italiano professionisti, disputato a Tremestieri Etneo, contro il laziale Michele Ar-

bau. Il 19 luglio 2014 ha perso ai punti contro il romano Riccardo Giustiniani, gareggiando col Centro sportivo “Okinawa”, team Carmelo Strano. A bordo ring c’era il boxer Riccardo Fiore, già campione europeo con le “Fiamme oro Polizia”, oggi preparatore atletico di giovani promesse del pugilato siciliano. “Sono arrivato in finale contro il campano Matteo Spurio - ci dice Luca Liotta - nella categoria 63,5 kg che, tuttavia, il giorno prima del match si è rotto la mano e all’ultimo momento mi hanno cambiato lo sfidante e fat-

to gareggiare contro Riccardo Giustiniani, qualche chilo in più di me, incontro che ho comunque accettato: ho perso ai punti contro il romano, che giocava in casa, ma-

tch duro di altissimo livello”.

Che tipo di incontri sono?

“I matches si svolgono sul ring, i round durano 3 minuti a ripresa con un minuto di recupero per 4 riprese, invece le finalissime sono di 3 riprese. Sono incontri molto duri e di alto rilievo sportivo: i guantoni sono quelli da otto once, quindi un pugno si sente e non c’è caschetto. Il circuito elite dura due anni, ogni match vinto o perso c’è una borsa in denaro, sono ad eliminazione diretta, quindi se perdi esci dal circuito. Ho accettato la finalissima con l’attuale campione del mondo e intercontinentale di full contact della mia categoria

Giuseppe Di Cuia, che ho incontrato nell’ultimo campionato elite a Roma. Dovrebbe disputarsi a metà novembre. A ottobre ho iniziato la preparazione per l’incontro”.

Qual è il rapporto con gli sfidanti?

“Sono avversari non nemici, c’è la massima lealtà e onore fra noi. Del resto, le competizioni sono strettamente regolamentate e difficilmente ci sono colpi bassi o scorrettezze”.

Che tipo di allenamento fa?

“Atletico, con una dieta stretta per mantenere il peso forma. La mattina presto, intorno le sei, mi alleno sull’Etna, anche in inverno con temperature rigide. La sera in palestra allenamento specifico: sacco, ring e tanto sparing”.

Nunzio Condorelli Caff

“Orizzonte Volley” la scommessa di ragazze promesse

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iparte la grande pallavolo fem minile a Tremestieri, con la for mazione dell’Orizzonte Volley che per il quarto anno consecutivo si presenta ai nastri di partenza della serie B1. La società del patron Antonino Romano e dell’amministratore delegato Enzo Pulvirenti nasce nel 2006 come ramo sportivo dell’Associazione ‘Oriz-

zonte Tremestieri Onlus’, che già da diversi anni operava – e continua ad operare – nel territorio attraverso iniziative di beneficenza e solidarietà. E sin dall’esordio in serie C, il club tremestierese fa capire di voler fare sul serio agguantando un inatteso terzo posto. Ma è l’annata 2007-08 a sancire la svolta: in quel campionato, infatti, l’Orizzonte Volley conquista la promozione in serie B2 concludendo il campionato con una serie entusiasmante e ininterrotta di vittorie. Il passaggio in B2 vede un anno di stabilizzazione, con una meritata salvezza, che funse da trampolino di lancio per la stagione 2009-10 dove il team di Romano stupì tutti con un ottimo secon-

do posto e con una promozione che sfumò soltanto ai play-off. Passaggio di categoria che però era oramai solo questione di tempo e così la stagione successiva l’Orizzonte Volley stravinse il campionato vincendo 24 partite su 25 e approdando per la prima volta nella sua storia in B1. Nella nuova categoria, il club tremestierese disputa tre campionati, l’ultimo dei quali finito con una retrocessione poi colmata dal ripescaggio deciso negli scorsi mesi dalla Federazione Italiana Pallavolo.

In questa stagione l’obiettivo sarà quello di fare bene, puntando sulla freschezza di un gruppo già affiatato. A guidare la squadra sarà coach Corrado Scavino, tecnico dalla ventennale esperienza sui campi pallavolistici con un lungo trascorso a Modica.

Scavino dispone di un organico giovanissimo, dall’età media di venti anni, così composto: Roberta Liguori (schiacciatrice, N° 1); Lucia Oliva (opposto, capitano, N° 2); Pamela Salamone (centrale,

N° 3); Giorgia Avenia (palleggiatrice, 3° anno consecutivo all’Orizzonte, N° 4); Marta Todaro (centrale, 2° anno consecutivo, N°5); Rebecca Surace (palleggiatrice, N°8); Ylenia Morfino (centrale, 3° anno consecutivo all’Orizzonte, N° 9); Chiara Scirè (opposto, N°10); Chiara Vinciguerra (centrale, N° 11); Federica Foscari (schiacciatrice, N°12); Alice Barbagallo (libero, N° 14); Alessandra Camarda (schiacciatrice, N°17).E se come si suol dire chi ben comincia è a metà dell’opera, il cammino dell’Orizzonte Volley riserverà forti emozioni al proprio pubblico. La squadra, infatti, ha iniziato il nuovo campionato nel migliore dei modi, con due vittorie e una sconfitta: al debutto in casa le atlete tremestieresi hanno sconfitto nettamente la formazione del Terracina, andando poi a perdere sul campo del Montella per poi rifarsi la settimana successiva nel derby contro il Siracusa.

Francesco Mannino

Mario Giuffrida (classe ’89) e Gianluca Pistarà (classe ’81), entrambi presenti anche la scorsa stagione.

“Lo sforzo economico della società, visti i parametri Nas cui abbiamo dovuto far fronte per tesserare i nuovi elementi, è volto ad aiutare i più giovani a crescere – ci dice Sapienza - per dar loro l’esempio sia in allenamento che durante le partite.

Siamo consapevoli che spostarsi a Giarre per vedere le partite non è comodissimo, ma il nostro obiettivo resta quello di chiedere un piccolo sforzo ai tifosi e portare quanta più gente al palazzetto per tifare e divertirsi. L’entusiasmo per questa nuova avventura è alto, grazie anche all’esperienza e alla saggezza di un fidato coach come Stefano Privitera, all’intraprendenza e alla competenza del preparatore atletico Massimo Privitera e alla voglia di tutti i ragazzi che stanno mettendo davvero tanto impegno e dedizione per regalare soddisfazioni ad una piazza e ad una società che ha l’obiettivo di affermarsi sempre più nel panorama cestistico siciliano.”

Mariano Torrisi

Grande prestazione al “6th World Traditional Wushu Champion ship”

Kung fu wushu, medaglia di bronzo per Cosentino in Cina

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ato a Catania 19 anni fa e cresciuto a Tre mestieri Etneo, Francesco Cosentino ini zia nel 2004 a praticare “kung fu wushu”, disciplina nota maggiormente in occidente per l’esercizio fisico eseguito con abilità e particolare destrezza. Per kung fu si intende, infatti, in senso esteso, la capacità di eseguire un compito o un lavoro grazie all’abilità acquisita nel tempo con un duro addestramento. Così, il giovane Francesco, spinto dalla passione per questa disciplina, inizia a praticare kung fu wushu a soli 9 anni e già allora capisce che sarà quella la sua strada. Cresciuto tra le mura della palestra “Ascam” di Tremestieri Etneo del maestro Francesco Spampinato , l’atleta ha rappresentato la Sicilia al “6th World Traditional Wushu Champion ship”, campionato che si è svolto in Cina, nella città di Chizhou. In Cina, Francesco ha agguantato il terzo posto aggiudicandosi la medaglia di bronzo. Un piazzamento importante, specie se si considera che il 19enne è stato l’unico siciliano selezionato.

“Un esperienza veramente unica – ha commentato con un pizzico di commozione il giovane atleta. Ho trascorso 10 giorni importanti, incontrando gente proveniente da tutto il mondo.

Etnie diverse, legate però da un unico linguaggio: lo sport e la nostra disciplina. Un ringraziamento doveroso va alla mia famiglia, al maestro Francesco Spampinato per l’insegnamento datomi, al segretario generale della F.I.W.U.K. per l’organizzazione e a Santi Rando del “Gruppo Rando” per la sua managerialità”.

N.C.C.