Paola Volpato lavora da sempre attorno ai temi della natura e in quest’ultima opera, segnata dal periodo di pandemia, l’artista pare arrivare ad un incontro ancor più ravvicinato.
Quando parlo di “Natura” - dice l’artista - intendo occuparmi di quella che mi è più vicina e - come ho iniziato a fare con le tre diverse installazioni Arbor nel 2014 - tentare di guardare “dal punto di vista della Natura” per intercettare una prospettiva che sposti la mera visione antropocentrica.
Ai margini di una città che avanza con la cementificazione del territorio agreste e che continua a distaccare gli esseri umani dal “vivente” - una Natura residuale, pur intralciata da infiniti manufatti antropici, porta in sé una vita parallela pulsante, inaspettata.
La preziosità delle zone umide, dei paesaggi agresti, delle aree boschive, dei percorsi fluviali che ancora sopravvivono sono elementi costitutivi della nostra cultura profonda, vero habitat in cui l’umanità può ritrovarsi.