Dialogo e Famiglia - Dicembre 2017

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DialogoeFamiglia Come hai cercato di trasmettere il progetto di Dio ai ragazzi? Cercando di fargli capire che sono amati...amati da Dio, che Lui vuole bene a loro così come sono e vuole solo la loro felicità. Voglio bene ai ragazzi/e e cerco di essere a loro vicina, anche con l’esempio, cercando di passare il messaggio che non devono fermarsi alle cose o esperienze superficiali. Cerco di parlare di Dio creando occasioni di formazione, di preghiera, esperienze concrete dove possano fermarsi a riflettere, crescere e discernere ciò che è bene e ciò che non lo è. Ti ricordi di quando ti sei accorta che un valore trasmesso a catechismo era passato ai ragazzi? Durante un momento di preghiera nel periodo quaresimale, dopo vari incontri passati a cercare di valorizzarli come persone con qualità da mettere a disposizione degli altri, i ragazzi a turno dovevano portare la luce (un lumino acceso) ad un ragazzo/a sorteggiato e dire una qualità/caratteristica che

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ammirava in lui/lei (che era luce per gli altri). Ho ascoltato delle “dichiarazioni” sentite, vere e profonde che hanno fatto bene a chi le ha ricevute. Penso alle varie esperienze di servizio, la “paura” di non essere all’altezza, ma nello stesso tempo la voglia di mettersi in gioco. La disponibilità nel preparare feste dell’oratorio, la loro “goffaggine” nel cucinare durante il campo estivo e il loro entusiasmo nel vedere il piatto pronto, il farsi coraggio durante le varie tappe dei pellegrinaggi estivi... E per ultimo un episodio di qualche settimana fa... Un ragazzo, alla domanda posta dalla sorella che doveva ricevere la Prima Comunione: “cosa devo dire dopo che ho ricevuto Gesù?”, ha risposto: “la mia catechista mi aveva detto di dire “Grazie Gesù di avermi reso partecipe dei tuoi sogni e dei tuoi progetti”. Ora ci aggiungo qualcosa anche di mio, ma lo dico ancora”. Essere d’esempio....essere sinceri e veri...semplici strumenti nelle mani di Dio”. Anna (educatrice adolescenti)

Dal Consiglio Pastorale: la pastorale sociale

“D

ice il Signore: Praticate il diritto e la giustizia, liberate il derubato, dalle mani dell’oppressore, non frodate e opprimete il forestiero, l’orfano e la vedova e non spargete sangue innocente in questo luogo” Ger 22,3. Così la nostra comunità ha introdotto nel progetto pastorale il tema della Pastorale Sociale, che è stato l’oggetto della riflessione dell’ultimo consiglio.In particolare Don Raffaele ha portato alla nostra attenzione alcuni capitoli del Compendio della dottrina sociale della Chiesa, perché potessero essere oggetto di discussione e di analisi, declinandoli alla nostra realtà sociale e comunitaria. In particolare il documento definisce cos’è la pastorale sociale: “Essa è l’espressione del ministero di evangelizzazione sociale, teso a illuminare, stimolare e assistere l’integrale promozione dell’uomo mediante la prassi della liberazione cristiana, nella sua prospettiva terrena e trascendente.” La pastorale sociale cioè è l’espressione viva e concreta di una Chiesa pienamente consapevole della propria missione evangelizzatrice nel mondo. La Chiesa vive nella storia e ha il compito di inculturare il Vangelo,

cioè far riconoscere i valori evangelici nella cultura odierna.Il messaggio sociale del Vangelo deve aiutare gli uomini a scoprire la verità, così da mettere in atto scelte adeguate per le vie da seguire. Deve inoltre incoraggiare l’impegno dei cristiani a testimoniare il Vangelo in campo sociale. Ma cosa fa la pastorale sociale? Annuncia il Vangelo, confronta il Vangelo con le realtà sociali e progetta azioni finalizzate a rinnovare tali realtà; deve permettere cioè un discernimento dei problemi sociali. Determinante, come in tutti gli ambiti del resto, è la formazione: rendere i laici capaci di affrontare efficacemente i compiti quotidiani negli ambiti culturali, sociali, economici e politici sviluppando in loro il senso del dovere, praticato al servizio del bene comune.La pastorale sociale deve diventare un efficace strumento di dialogo tra le comunità cristiane e la comunità politica e civile, uno strumento adatto a promuovere e ad ispirare atteggiamenti di corretta collaborazione, secondo modalità adeguate alle circostanze. Per il consiglio pastorale - Elena


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