Anno 2024-2025

Dossier • Ragazzi 12-16 anni
Strette di pace per… … Costruire oggi il futuro!


Marco Frisina
TESTIMONI DI SPERANZA

Anno 2024-2025
Dossier • Ragazzi 12-16 anni
Strette di pace per… … Costruire oggi il futuro!
Marco Frisina
TESTIMONI DI SPERANZA
Madre di Dio e Madre nostra, tu sei difesa di chi spera in te. Volgi lo sguardo su chi t’invoca, o Mediatrice di grazia.
Madre di Cristo, luce del mondo, tu sei la causa di ogni letizia, nel gaudio dello Spirito Santo tu ci conduci per mano.
O Maria, nostra speranza, Madre e Sorella, prega per noi; Serva e Regina, intercedi per noi.
Vergine santa del Buon Consiglio, Maestra di carità e di fede, verso le fonti dell’acqua viva indichi a noi il cammino.
Dispensatrice di ogni grazia, Madre di misericordia ed amore, Madre dell’unità dei credenti, Regina della pace. Rit.
Madre e Compagna del Redentore, la tua preghiera ci ottiene il perdono: sotto il tuo manto ci rifugiamo, o Madre dei peccatori. Rit.
Paoline, Roma 2025 - Cd € 15,50 • Fascicolo musicale € 20,90
La nuova raccolta di canti è un invito a testimoniare la freschezza del Vangelo, a essere testimoni autentici di speranza in un mondo stressato e stanco. I testi scelti esprimono il valore entusiasmante dell’annuncio evangelico: «Cristo è la nostra speranza». È lui il Risorto vittorioso, che trionfa sul male e sulla morte, a legarci a Dio attraverso la catena luminosa della speranza. La speranza ci orienta al futuro e ci conduce alla meta del cielo, dove è Cristo, nostra Àncora salda, che siede alla destra dl Padre.
Editoriale M. Rosaria Attanasio
Carissimi catechisti e catechiste, con il mese di maggio, ci prepariamo a concludere gli itinerari di fede, vissuti, quest’anno, nella luce di Gesù, nostra Speranza. Chissà quante esperienze significative e belle, arricchite anche dal dono di grazia del Giubileo, avete condiviso con i vostri gruppi di catechesi! E quale stupore vi ha presi, per cui è grande il vostro desiderio di lodare e benedire il Signore, che opera meraviglie.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, alla quale è dedicato il mese di maggio, con la sua presenza sta ritmando questo tempo giubilare, non solo nelle ricorrenze e festività che la celebrano, ma seguendoci e illuminandoci quotidianamente. Lei, come Madre, è protesa verso di noi, suoi figli e figlie, per sostenerci nel cammino, risollevarci dalle nostre sofferenze e delusioni, e condurci, sempre più intensamente, a Gesù.
Maria è Donna di speranza in ogni momento ed evento della sua vita, perché è donna di profonda interiorità, ella vive in comunione e in ascolto costante del Signore presente in lei e, per questo, è aperta agli altri, al futuro, in un dinamismo di vita e di amore. Così nell’Annunciazione, nella visita a Elisabetta, nella nascita di Gesù: è pronta a dire il suo sì, ad accogliere, ad andare…; così durante la vita pubblica di Gesù, alle nozze di Cana: è attenta alle necessità degli altri, per aiutare… Lei spera in Dio e spera tutto da Dio, si fida di lui e si affida a lui, fino ai piedi della croce, contemplando il suo Figlio crocifisso, nella speranza certa della sua risurrezione.
Afferma papa Francesco in Spes non confundit: «La speranza trova nella Madre di Dio la più alta testimone. In lei vediamo come la speranza non sia fatuo ottimismo, ma dono di grazia nel realismo della vita. Come ogni mamma,
tutte le volte che guardava al Figlio pensava al suo futuro e nel cuore restavano scolpite le parole che Simeone le aveva rivolto nel tempio: “Egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti… e anche a te una spada trafiggerà l’anima” (cfr. Lc 2,34-35). Ai piedi della croce, mentre vedeva Gesù innocente soffrire e morire, pur attraversata da un dolore straziante, ripeteva il suo “sì”, senza perdere la speranza e la fiducia nel Signore. In tal modo ella cooperava con il suo Figlio che doveva «soffrire molto… venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere» (cfr. Mc 8,31), e nel travaglio di quel dolore offerto per amore diventava Madre nostra, Madre della speranza» (cfr. n. 24).
In sintonia e in comunione con Maria desideriamo vivere il mese di maggio e, poi, tutta l’estate. Tramite gli itinerari riaccogliamo da Gesù risorto la spinta propulsiva e rigeneratrice, immessa in noi nel battesimo; con il percorso conclusivo e la festa di inizio estate gioiamo al ritmo dei brani biblici, articolati nel percorso della corda/speranza; il ritiro di prima Comunione introduce i bambini a un incontro più intimo con Gesù, Parola e Pane di vita; nelle domeniche di Pasqua incontriamo il Risorto, nella luce dello Spirito Santo; per attuare, infine, una catechesi in stile sinodale… Il Dossier per i ragazzi «… Costruire oggi il futuro», sollecita ad aprirsi al futuro nella libertà, creatività e fiducia. Buona estate di luce e speranza con Gesù e Maria!
Proprietà: Istituto Pia Società Figlie di San Paolo
Direttrice responsabile: M. Rosaria Attanasio
Consiglio di redazione: A.T. Borrelli, G. Collesei, B. Corsano, T. Lasconi, E. Salvatore, M. Tassielli
Progetto grafico e impaginazione: Bard Ziadivi
Copertina Catechisti parrocchiali: Dreams Come True/Shutterstock.com
Foto Catechisti parrocchiali: F. Zubani, pp. 5, 9, 11, 20, 26-31; Archivio Paoline, pp. 12-13, 17, 40, 42-43; Irfan23ahmed/Shutt.com, p. 15; TigerArt/ Shutt.com, p. 17; Thoom/Shutt.com, p. 21; B. Lopez, pp. 21, 23, 25; E. Montagna - P. della Peruta - A.M. Pizzutelli, p. 22; l i g h t p o e t/Shutt.com, p. 24
S. Aiolfi, pp. 24-25; E. Alves, p. 25; F. Velasco pp. 32, 34, 36, 38; Luis Molinero/Shutt.com, p. 47.
Copertina Dossier: metamorworks/Shutterstock.com
Foto Dossier: mangostock/Shutt.com, p. 3; LightField Studios/Shutt.com, pp. 8-9; Dolimac-sdecoret/Shutt.com, p. 12; AlmostJesus.com/Shutt.com, p. 15.
Per immagini legate a eventuali diritti di autore, informarne la Direzione che provvederà a saldare il corrispettivo dovuto.
Direzione e amministrazione: Via Antonino Pio, 75 - 00145 Roma email: ed.riviste@paoline.it - telefono: 06.54.956.416 - fax: 06.54.956.578
Stampa: GB Marketing srls via Monte Bianco, 5 - 00071 Pomezia (RM) - tel. 06.9555014
Finito di stampare il 7 marzo 2025
Spedizione: Poste Italiane s.p.a. - Sped. in abb. post. D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004) art. 1 comma 1 DCB ROMA
PER ABBONARSI
Una copia € 3,00
Abbonamenti - Da set./ott. 2024 a maggio 2025: € 15,50
Paesi europei: € 34,00 - Altri Paesi: € 38,00
Da set./ott. 2024 a maggio 2026: € 26,90
Paesi europei: € 61,00 - Altri Paesi: € 69,70
Cumulativi: ogni 6 abbonamenti sottoscritti, inviati a un unico indirizzo, 1 è in omaggio.
Fuori tempo di scadenza saranno inviati i numeri arretrati.
Un numero arretrato: € 5,00 - Cambio indirizzo: € 0,55
Digitale € 2,00
• Bonifico bancario: IBAN - IT23 S076 0103 2000 0000 0822 007
Periodico Via Verità e Vita - Catechisti parrocchiali
Ist. Pia Soc. F.S.P.
Causale: Catechisti parrocchiali
• Conto corrente postale n. 822007 intestato a:
Via Verità e Vita - Catechisti parrocchiali
Via Antonino Pio, 75 - 00145 Roma
Nella causale del versamento indica se l’abbonamento è nuovo o rinnovato. Per un servizio più celere invia un fax al numero 06.54.956.578 o email a: abb.riviste@paoline.it con la tua richiesta, la fotocopia del versamento, il numero telefonico ed eventuale email. Oppure abbonati online su paolinestore.it / Riviste. Puoi rivolgerti anche alle librerie Paoline e San Paolo.
PER INFORMAZIONI
Servizio abbonati
telefono 06.54.956.590 • fax 06.54.956.578 email: abb.riviste@paoline.it • paoline.it • paolinestore.it
Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
INFORMATIVA SULLA PRIVACY. Ai sensi dell’art. 13 del Regolamento UE n. 679/2016 l’Istituto Pia Società Figlie di San Paolo desidera informare che, secondo la normativa indicata, il trattamento dei dati personali degli abbonati è improntato ai principi di correttezza, liceità, trasparenza, tutela della riservatezza e dei loro diritti. Ai sensi dell’art. 13 del Regolamento UE n. 679/2016 vengono fornite pertanto le seguenti informazioni: 1. Il Titolare del trattamento dei dati personali è l’Istituto Pia Società Figlie di San Paolo, in persona del legale rappresentante p.t., con sede in Roma, Via Antonino Pio n. 75, P. Iva: 00891451007, tel. 06.549561, pec: istpiasocfsp@postecert.it. 2. Finalità del trattamento: I dati personali forniti dagli abbonati sono finalizzati all’esecuzione di rapporti contrattuali in essere o instaurandi. 3. Modalità del trattamento: Il trattamento dei dati avviene con modalità manuali e informatiche; sono adottate misure di sicurezza, atte a evitare rischi di accesso non autorizzato, di distruzione o perdita, di trattamento non consentito o non conforme alle finalità della raccolta. 4. Diritti degli abbonati: L’abbonato può avvalersi in ogni momento della possibilità di ottenere dal titolare la conferma dell’esistenza o meno dei dati che lo riguardano, la logica e la finalità del trattamento, l’aggiornamento, la rettifica e l’integrazione dei dati, attraverso l’invio di una richiesta al seguente indirizzo email: privacy@paoline.it. Per ulteriori informazioni: consultare la privacy policy sul sito paoline.it o paolinestore.it.
EditorialE
Maria donna di speranza ........................ 3
M. Rosaria Attanasio
GiubilEo 2025 - PEllEGrinando
La porta per la speranza... .................. 6
Tonino Lasconi
S-nodi di SPEranza
Dio ci ha rigenerati
a una speranza viva 8
ContESto bibliCo StoriCo - GEoGrafiCo
Da Roma ai cristiani
dell'Asia Minore ........................................10
PEr voi CatEChiSti
Catechesi che genera speranza .......... 11
Emilio Salvatore
itinErario PEr i GEnitori
La gioia della «speranza viva»! ......... 12
Barbara Corsano
itinErario PEr i bambini
Tu sei la nostra Speranza! .................... 14
Anna Teresa Borrelli
itinErario PEr i raGazzi
Il dono della benedizione .................... 16
Isabella Tiveron
raCContami GESù
La serenità della fede ............................. 18
Arianna Nicora
Colora il diSEGno
«Gesù, grazie per la vita eterna!» .... 20
Redazione
SuSSIDI LITuRGICI E PASTORALI
ritiro in PrEParazionE alla Prima ComunionE
Gesù Pane spezzato per amore! ............. 21
M. Rosaria Attanasio
itinErario ConCluSivo E fESta di inizio EStatE
«Nella cordata della speranza» ........... 26
Emilio Salvatore
il vanGElo dElla domEniCa
Dalla III alla VI Domenica di Pasqua - C ................................................ 32
P. della Peruta - A.M. Pizzutelli
APPROfONDIAmO E ATTIvIAmOCI
SaCramEnti dElla fEdE
Cresima
una celebrazione trasformante .........40
Roberto Laurita
ChiESa in Cammino SinodalE
Sinodalità e catechesi
Documento finale del Sinodo
sulla sinodalità ..........................................42
Salvatore Currò
Giornata mondialE ComuniCazioni SoCiali
Condividete con mitezza la speranza ..................................................44
Redazione
CatEChiSti ProtaGoniSti
Verso nuovi linguaggi ............................46
Redazione
VISUALIZZA LE RU BRIC h E ON LINE SU
PERCORSO DI MAGGIO
Il capo finale della corda dell’itinerario della Speranza, messa in atto da Dio e realizzata in Gesù, è il compimento di ogni attesa del credente e della comunità cristiana. Dal battesimo irrompe, nella vita di ognuno, una spinta propulsiva che, animata dalla fede, va verso il compimento finale (S-nodi di speranza).
La Prima Lettera di Pietro, forse scritta nella comunità di Roma, è indirizzata ai cristiani dell’Asia Minore, che vivono in situazione di persecuzione, lì il cristianesimo si era diffuso largamente (Contesto biblico…).
Per voi catechisti. La/il catechista è chiamata/o a far sperimentare il dinamismo rigenerante che si è attivato nel battesimo, grazie alla presenza in noi dello Spirito del Risorto, «sorgente zampillante per la vita eterna».
L’itinerario per i genitori sollecita, tramite dinamiche, a riscoprire la gioia di sapersi amati, custoditi e chiamati a una speranza viva, nella certezza della salvezza, che ci è donata; e a educare i figli a benedire e lodare il Signore; per i bambini orienta, con attività, a fare memoria e a rendere grazie per il cammino realizzato; a testimoniare la bellezza di essere discepoli di Gesù e comunicatori di amore e speranza;
per i ragazzi conduce, tramite dinamiche, a fare esperienza dei segni di speranza; a bene-dire, dire-bene, specialmente di coloro che ci circondano, a ringraziare il Signore per tutto; a essere gioiosi; per i piccoli sollecita, attraverso esempi di vita; la tabella dei giorni della settimana, dove elencare le cose belle e brutte capitate; le Memory card della vita di Gesù, a scoprire che la fede in Gesù dona serenità e gioia. Colora il disegno: «Gesù, grazie per la vita eterna!». Sussidi. Ritiro per la prima Comunione in quattro tappe, per incontrare più profondamente Gesù, Parola del Padre e Pane di Comunione, spezzato per noi. Itinerario conclusivo e festa, in otto tappe/stand, al ritmo della corda-speranza. Gli altri contributi focalizzano il segno della Porta per la speranza; Vangelo della domenica, con riflessioni, giochi, dinamiche, preghiere; cresima: imposizione delle mani e unzione; Documento finale del Sinodo: una lettura catechistica; 59a GMCS con il Messaggio del Papa; dalle diocesi: convegno sui nuovi linguaggi nella catechesi.
Tonino Lasconi Via Gino Tommasi, 1 60044 FABRIANO (AN) toninolasconi@gmail.com
Èbello e suggestivo immaginare le folle di pellegrini che – dal 1300 fino ai giorni nostri, provenienti dai Paesi dell’ex-impero romano, che stavano diventando nazioni, e poi, dopo la scoperta dell’America, da tutto il mondo – si dirigono verso Roma. Era entusiasmante ascoltare, dopo i loro percorsi, faticosi, lunghi, rischiosi, il grido di gioia e i canti di lode al vedere la città di Pietro. Allora tutte le sofferenze e gli stenti sparivano e i pellegrini si affrettavano a raggiungere il traguardo per il quale avevano sopportato ogni difficoltà: attraversare la Porta santa per ottenere l’indulgenza plenaria, cioè per essere liberati da tutte le pesantezze che i peccati, pur perdonati, lasciano. Oggi non è più così. Si arriva a Roma senza tanta fatica, se non quella di sottrarre qualche giorno al lavoro, alla famiglia; qualcosa al portafoglio; e armarsi di pazienza per le file e i controlli. Però la gioia al vedere la città eterna è sempre viva.
La Porta Santa è quella di una basilica romana (San Pietro, San Giovanni, Santa Maria Maggiore, San Paolo fuori le mura), o di una cattedrale diocesana, o di un santuario, oppure anche della chiesa del carcere romano di Rebibbia, che il Papa ha dichiarato santa. Il primo a pro-
clamarne una fu papa Celestino V che, nel 1294, dichiarò santa la porta della Basilica di Santa Maria di Collemaggio a L’Aquila, su richiesta della Madonna che, in sogno, gli aveva dato l’indicazione del luogo e del significato.
La nascita ufficiale, però, avvenne con il primo Giubileo della storia, indetto da Bonifacio VIII nel
1300, da ripetere dopo cento anni, poi ridotti a cinquanta, quindi a venticinque, in modo che ogni generazione avesse l’opportunità di usufruirne. Materialmente essa è una porta costruita o adattata per essere aperta all’inizio di ogni Anno Santo, che si richiude, per riaprirla all’inizio del nuovo Anno Santo. Spiritualmente è il segno di conversione a una vita cristiana, rinnovata dal perdono di tutti «i debiti» e liberata dalle conseguenze dei peccati, sia personali sia dei defunti in attesa di passare dal purgatorio al paradiso.
Come mai a simbolo di un evento così importante come il dono dell’indulgenza plenaria è stato scelto, addirittura su suggerimento della Madonna, un oggetto così comune come la porta? L’ha scelta Gesù, che l’ha eletta a similitudine della sua vita e della sua missione: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli
chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori…». Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore» (Gv 10,1-3.6-7).
La scelta di Gesù è evidente. Egli parla della porta dell’ovile perché il paragone era immediatamente comprensibile agli ascoltatori del suo tempo, quando la pastorizia era una delle principali occupazioni; ed è facilissimo e immediatamente spontaneo passare dall’ovile a ogni altro luogo di vita: la casa, il lavoro, la città, e perfino il giorno che, al mattino, si apre alla luce e, alla sera, conduce al riposo. Il messaggio è, così, molto più vasto, profondo e importante della cosa in sé (cioè la porta), perché il manufatto, oltre a indicare la sua funzione pratica: entrare e uscire da un ambiente, rimanda a valori sociali e spirituali fondamentali, presenti chiaramente anche nelle parole di Gesù. Senza la porta, l’ovile sarebbe o in balia dei ladri, oppure una prigione, o un muro invalicabile contro il quale battere inutilmente la testa.
È chiaro, però, che la Porta santa si differenzia dalle altre. Ce lo rivela un particolare apparentemente di poca importanza: la Porta santa del Giubileo la si attraversa per entrare, ma non per uscire; per tornare fuori è obbligatorio un passaggio diverso. Perché? Perché non si può uscire come si è entrati. Quel passaggio esprime l’incontro con Gesù, un abbraccio per presentargli la propria vita, chiedendo misericordia, per riprendere a essere «sue pecore», con maggiore generosità; e accelerare per i defunti la purificazione verso la pienezza della vita eterna.
La Porta santa, maestosa e bella, come quella delle basiliche romane, oppure semplice e povera come quella del carcere o di altre chiese sparse per il mondo, è il simbolo della Porta che si apre nel cielo quando il Signore radunerà tutti i popoli per pronunciare il suo: «Venite, benedetti del Padre mio», oppure il
«Via, lontano da me» (cfr. Mt 25,31-46). È fantastico pensare che familiari, parenti e amici defunti possano accelerare la chiamata di Gesù al «regno preparato fin dalla creazione del mondo» per la nostra entrata nella Porta santa.
Bisogna attraversarla non come turisti, bensì come «pellegrini», arrivati lì con un lungo e impegnativo pellegrinaggio, spirituale se non è stato possibile realizzare quello materiale. Ciò che è richiesto, non come pedaggio, ma come segno concreto di conversione e di rinnovamento è poco ed è leggero (un Pater, Ave, Gloria, in unione con il Papa e tutta la Chiesa, il Credo, il sacramento della riconciliazione, la Messa), ma è da acquisire con la pratica quotidiana delle opere di carità materiali e spirituali, che ci conducono, con serenità, ad ascoltare il «vieni benedetto dal Padre mio» di Gesù.
Colora il disegno
Redazione
Si consegna a ogni ragazza/o la fotocopia ingrandita del disegno «Gesù, grazie per la vita eterna!», da colorare, ispirandosi all’illustrazione del poster. Ognuna/o, dopo aver ascoltato il brano della Prima Lettera di Pietro (1,3-9) e la riflessione della/del catechista (pp. 8-9), scrive sul proprio disegno una grande gioia che ha sperimentato. Poi la condivide in gruppo.
Redige, quindi, una preghiera di ringraziamento a Gesù, risorto e vivo, che ci dona «la vita nuova», e una richiesta di aiuto per le persone che sono lontane da Dio, perché si aprano a lui e sentano la sua gioia nel cuore.
A ogni preghiera rispondiamo: Lode a te, Gesù, che ci rigeneri a una speranza viva!
COmPLETA IL POSTER Una ragazza scrive sul Poster, vicino al disegno dei «Santi e angeli nella vita eterna», la parola, fra quelle condivise, che il gruppo sente più significativa.
Il ritiro copre l’arco di una giornata. I catechisti, assieme al Don, accolgono i bambini nel luogo stabilito. I genitori raggiungono i bambini nel pomeriggio per la celebrazione penitenziale e le confessioni individuali. Si prosegue, poi, con un momento di convivialità tutti insieme.
Canti da proporre anche per la Messa di prima Comunione: F. Buttazzo - A.M. Galliano, DA C h I AN DREMO, S IG NORE, Paoline.
PRESENTAZIONE
C. Carissimi bambini e bambine, in quest’Anno santo del Giubileo «Pellegrini di Speranza», riceverete, per la prima volta, il grande dono di Gesù Eucaristia in
voi! La prima Comunione è una tappa importante del vostro cammino di fede, che si inserisce, quest’anno, nella grazia del Giubileo, con la possibilità di attraversare la Porta santa ed essere liberati da tutte le negatività che derivano dalle proprie mancanze e pretese: ci è elargita davvero grazia su grazia… Il Signore vi aiuti a fare tesoro di tale privilegio, per portare frutti di vita e di pace. In questo Ritiro ci incontreremo più intimamente con Gesù per accogliere la sua Parola e com-prendere profondamente il dono d’amore che ci offre: il suo Corpo e il suo Sangue, nei segni del pane e del vino.
T. Signore Gesù, grazie di questa giornata di ritiro, che ci mette in contatto più profondo con te e ci prepara a riceverti nel giorno della prima Comunione. Donaci di ascoltarti con gioia e di accogliere i tuoi inviti al bene, all’amore, all’incontro con te e con gli altri.
L’Eucaristia è il gesto di «amore immenso» di Gesù per noi: egli si rende presente nei segni del pane e del vino, per nutrirci di sé e ricolmarci della sua vita.
Canto: S ENTO LA GI OIA (G. e G. Tittarelli - M. Picotti - M. Danieli, È la musica di festa, Paoline), cerca su YouTube (Guarda, impara e danza!).
Quale messaggio per noi?
Ascoltiamo dal Vangelo: Gv 6,1-15
C. Riflettiamo insieme…
Una grande folla segue Gesù. L’evangelista annota che siamo vicini alla Pasqua, cioè al momento in cui Gesù donerà se stesso nei segni del pane e del vino, e, poi, sulla croce, offrendo la sua vita per noi. Egli ha compassione di noi, delle nostre sofferenze e, quindi, della folla che lo segue, per cui si preoccupa per loro che non hanno da mangiare. Come sfamare migliaia di persone senza avere nulla? Ma ecco…, c’è un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci: cosa sono per tanta gente?
Questi pochi elementi nelle mani di Gesù si moltiplicano, tanto da sfamare tutti e da raccogliere 12 canestri dei pezzi avanzati!
È il miracolo della condivisione! La generosità di un ragazzo permette di sfamare una folla intera. Così è anche nella nostra vita: se ognuno dona il poco che ha, tutti possono ricevere molto.
2Ingredienti
bustine di lievito secco (14 g)
2-3 cucchiaini rasi di zucchero
1 kg di farina 0
3 cucchiaini colmi di sale
600 g di acqua
2 cucchiai di olioextravergine d’oliva
Il miracolo dell’amore e della condivisione: «Nessuno è così povero da non poter donare qualcosa».
Sperimentiamo anche noi il miracolo della condivisione. Ogni ragazzo può portare uno degli ingredienti utili per fare il pane.
Facciamo il pane: mettere la farina in una ciotola, aggiungere il lievito secco, lo zucchero, il sale e l’acqua tiepida. Lavorare l’impasto per 20 minuti. Disporre la pasta in una ciotola infarinata, coprirla con un panno e lasciarla lievitare in un luogo caldo per 2 ore. Quando avrà raddoppiato il volume, darle la forma di piccoli panini. Infornare a 230°, per circa 20-30 minuti. Quando il pane è pronto, si pone, su un tavolo coperto da una tovaglia, la Bibbia aperta: la Parola (cfr. n. 3) con un cero acceso, un piatto con 2 o 3 panini e un bicchiere di vino (solo come simbolo); si spartiscono i panini, dandone un pezzetto ciascuno per sperimentare la condivisione. A pranzo si consuma il pane realizzato! Se non è possibile cuocere il pane, si fa solo l’impasto e a pranzo si offre a ciascun bambino un panino comprato.
GIOCHIAmO
Lasciandoti guidare dal Vangelo, rispondi alle fotodomande. Poi considerato che, a numero uguale corrisponde lettera uguale, scopri un messaggio della festa di oggi!
Nell’ascolto del Vangelo della moltiplicazione dei pani e dei pesci da parte di Gesù abbiamo compreso che il miracolo non consiste nella moltiplicazione, ma nella generosità e nella condivisione. a nche noi possiamo donare tempo, energie, talenti…, tutto noi stessi a Gesù e al prossimo, perché l’amore raggiunga molti e tutti stiano bene. È stato bello fare il pane con l’apporto di tutti, e gustarne il sapore e la fragranza insieme!
Canto: DA C h I ANDREMO, S IG NORE?
Quale messaggio per noi?
Ascoltiamo dal Vangelo: Lc 22,14-20
C. Riflettiamo insieme…
Gesù è al culmine del suo percorso terreno… Si prepara a celebrare il banchetto pasquale degli ebrei, per fare memoria della liberazione dalla schiavitù dell’Egitto. Ma egli darà un nuovo significato e una nuova valenza a questo banchetto. Seguiamolo nei gesti e nelle parole… Quando è a tavola con i suoi discepoli, dice loro: «Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione». Un desiderio che è indirizzato, oggi, a ciascuno di noi: «Desidero ardentemente mangiare questa Pasqua con te, per vivere in comunione d’amore con te!». Noi cosa gli rispondiamo? Lasciare che i ragazzi riflettano e, poi, si invitano a comunicare... Quindi prende il pane e, poi, il calice e dice: «Questo è il mio corpo che è dato per voi… Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi». Con questa Cena la Pasqua ebraica si trasforma nella Pasqua di Gesù: egli offre la sua vita per liberarci dalla schiavitù del peccato e per donarci la vera libertà. Anticipa nei segni del pane e del vino («Fate questo in memoria di me») la consegna che farà di sé sulla croce.
PREGhIERA DI RINGRAZIAMENTO
Esprimiamo, spontaneamente, il nostro grazie a Gesù per il grande dono dell’Eucaristia e per il suo amore per noi. A ogni rendimento di grazie, rispondiamo insieme: T. Grazie, Gesù, perché ci ami tantissimo!
ATTIvIAmOCI
Ricomponiamo il messaggio di Gesù
Ricostruite le espressioni di Gesù sul suo amore per noi e l’invito ad amare (Gv 15,9.12-13). Mettete le frasi nella giusta sequenza e scrivetele sul cartonci no a forma di cuore, che vi è stato consegnato; sull’altro lato ciascuno racconta un esempio su come ha vissuto l’amore a Gesù e agli altri (Le frasi scomposte sono riportate su un cartellone).
che vi amiate
Come il Padre Rimanete
haNessuno un amore
ha amato me, nel mio amore… gli uni gli altri più grande di questo:
anche io ho amato voi.
per i amicipropri
Questo è il mio comandamento: come io ho amato voi. dare la sua vita
Itinerario conclusivo e festa di inizio estate
Chi ama la montagna e vi si reca, avrà visto spesso un gruppo di persone che fanno scalate. Si tratta di una cordata. Essa rappresenta una sicurezza che nasce dall’essere collegati l’uno all’altro, potendosi aiutare nei momenti di difficoltà e con una possibilità in più di raggiungere velocemente la vetta.
La corda diviene, quindi, uno strumento cui fare riferimento ed essa – come si è detto lungamente quest’anno trascorso insieme – è l’altro significato della parola ebraica con cui è definita la speranza. Tensione verso la meta e comunione fra tutti sono i due grandi valori che desideriamo esprimere nella festa finale dell’anno catechistico.
Ogni corda ha i suoi nodi, che non sono solo complicazioni, ma possibilità di rafforzare la tenuta (il nodo stringe, ma anche concentra); di far riflettere e tenere a mente (non a caso gli antichi facevano i nodi per ricordare!); di fili da intrecciare così da rendere più forte la presa.
La festa, che proponiamo come una giornata (o un pomeriggio) da vivere tutti insieme, ragazzi e genitori, catechisti e sacerdoti, usa l’immagine della corda che può legare materialmente o simbolicamente le persone. La proposta è da adattare al numero dei partecipanti. Se sono molti si possono creare cordate dei gruppi annuali o di tipo misto, per favorire la conoscenza di ragazzi e adulti nelle loro diversità.
Il percorso è ritmato sulle fasi della cordata: inizio, sviluppo, annodamenti, sino alla meta finale. Esso si svolge fra diversi stand, ossia punti-gioco - riflessioni, rappresentati dalla riproposta delle tappe bibliche descritte nel poster annuale, anche esponendo le scritte o gli ingrandimenti dei disegni.
Ogni tappa prevede due momenti principali: uno dedicato al gioco e uno celebrativo. A conclusione non potrà mancare un momento conviviale, volto a sancire la bellezza dello stare insieme. Gli stand. 8 stand, connessi agli s-nodi, i cui temi si sono approfonditi durante l’anno.
Ogni stand è gestito da uno o più catechisti/animatori, che spiegano il momento particolare da vivere insieme.
Le squadre. I bambini/ragazzi si dividono in più squadre fino a un massimo di 7.
La mappa. È bene organizzare la sequenza delle visite agli stand a rotazione sui primi 7, diversa per ogni squadra, per permettere a tutte di giocare contemporaneamente, senza affollare un singolo stand. Lo stand n. 8 è quello finale di arrivo per tutte le squadre: qui ci accolgono gli angeli e i santi nella vita eterna, che gioiscono e fanno festa con noi e per noi.
→ Non da soli ma insieme!
Attiviamoci. I ragazzi ricevono una corda a cui vengono annodati. Il gioco consiste nel non strattonarsi o rompere la corda, ma nel camminare insieme, con tranquillità, lungo un percorso predefinito.
Ascoltiamo dal libro della Genesi (12,1-3)
Riflettiamo. La storia di Abramo narra che Dio si è annodato all’umanità, facendo del patriarca il suo partner dialogico; Dio Padre, in tal modo, si è messo sul nostro cammino.
Canti: PADRE ABRAMO (Padre Abramo - ScoutWiki) - Bans CONFIDO IN TE SIGNORE (G. Candiano - M. Beltrami, Dal principio ti ho amato, Paoline) in cordata con ciascuno di coloro che si fidano di lui. Si tratta di un’alleanza irrevocabile: essa è benedizione per noi e per ogni uomo e donna che, nel suo nome, incontriamo
Con un popolo pellegrinante!
Attiviamoci. Si coinvolgono i ragazzi per raccontare la storia del popolo di Israele in marcia verso la terra promessa. Essi, divisi in gruppi e annodati, ricevono una delle narrazioni relative al cammino del popolo nel deserto: 1. Il miracolo del mare • Es 14,5-31; 2. Le acque di Mara • Es 15,22-27; 3. La manna e le quaglie • Es 16,1-3.9-26.35; 4. L’acqua dalla roccia • Es 17,1-7; 5. Il combattimento contro Amalek • Es 17,8-16; 6. La teofania del Sinai • Es 19,10-20.20,1-18; 7. L’alleanza • Es 24,3-8; 8. L’arrivo nella terra promessa • Gs 5,9a.10-12. A loro spetta inscenarle o anche solo raccontarle, magari in modo simpatico. Ascoltiamo dal libro del Deuteronomio (7,7-13)
Riflettiamo. Siamo, insieme, alla ricerca di una terra, non solo di un luogo fisico in cui dimorare, ma di una comunità, ossia di una realtà da costruire, in cui sentirci bene, a nostro agio, partecipi di uno stesso cammino e di una speranza. È questa la terra bella, non statica, ma dinamica. Essa è, in definitiva, ciò che riusciamo a diventare lungo il nostro percorso di vita. Si propone il video su YouTube: Il principe d’Egitto - Mosè salva il suo popolo.wmv - Anne Boleyn. Canto: ALL’OMBRA DEL SIGNORE (Gabriella Marolda, Il Signore è con me, Paoline)
L A S pe RA nz A n e C e SS AR i A
Io - Tu - Noi
Franca Feliziani Kannheiser
ne L p R e S en T e
A pe RT i AL FUTURO
Bibbia nella vita
3
Tonino Lasconi 4
U n A V i S i O ne
pien A D i S pe RA nz A
Bibbia nell’arte
Manuela Pitterà
#OR izz O n T i D ip AC e !
Musica e fede
Matteo Zambuto
iL CORAGGiODei SOGni
Ciak, si gira
6
8
Alberto Anile 10
AnTiDOTi ALLA
«pUTReFAziOne CeReBRALe»
Infosfera e Vangelo
Marco Sanavio 12
i COLOR i D e LL ’ALL e A nz A
Percorso finale
Barbara Corsano 13
pe R U n FUTURO
D i p AC e e D i A MOR e
Celebrazione
Francesca Langella
16
… Costruire oggi il futuro! I ragazzi respirano un’atmosfera di scenari apocalittici e il loro disagio assume dimensioni sempre più preoccupanti. L’uso di sostanze e di alcool, l’esercizio irresponsabile della sessualità, la violenza… sono segnali che sollecitano l’impegno degli adulti. Per contrastare tale deriva occorre che coltivino la speranza verso il futuro, alla ricerca di una direzione (Io - Tu - Noi). L’apertura al futuro richiede coraggio e responsabilità, che fa accogliere le differenze, ascoltare con autenticità e agire per il proprio bene, arricchendo gli altri. Con la musica esploriamo questi temi, per crescere insieme (Musica e fede). Il film La storia infinita spinge ad andare, con coraggio, incontro al futuro e a costruirlo. Il Nulla, che avanza, si sconfigge con la testardaggine dei sogni, l’arditezza della speranza, la purezza dei ragazzini (Ciak si gira). Per evitare, poi, «la putrefazione cerebrale», indotta dai media e dai social, è bene seguire alcuni consigli, che vanno dal limitare il tempo trascorso sui social media, al praticare esercizio fisico, al coltivare relazioni in presenza… (Infosfera e Vangelo). Così da ripartire e ricominciare, insieme con Gesù, risvegliando motivazioni e interessi forti (Bibbia nella vita). Nel dipinto Noè e l’arcobaleno ci affascina la volontà della persona di innalzarsi al di sopra della condizione tragica, per librarsi verso la visione di speranza dell’umanità redenta (Bibbia nell’arte). L’itinerario finale invita a rivivere i momenti salienti del cammino nell’anno, tramite giochi, per riscoprire l’alleanza con Dio, che dona la Pace e introduce in un futuro di vita (Percorso finale).
Nella Celebrazione ci lasciamo invadere da Gesù, nostra Pace e Speranza, per costruire insieme con lui ponti di amicizia e di solidarietà.
In ascolto dei ragazzi (12-16 anni) e attenti alle loro esigenze e paure, nella situazione attuale di violenza e di guerre, si propone il tema della PACE, declinato nelle sue diverse connotazioni, per formare in modo integrale alla riconciliazione e armonia interiore, alla luce del Vangelo. L’utilizzo dei diversi linguaggi, che li coinvolge da protagonisti, rende il percorso fruibile nella catechesi, in ritiri, campiscuola e a scuola.
1. ... Custodire il creato 2. ... Ben-volersi 3. ... Riconoscersi nell’alt(r)o 4. ... Scegliere la nonviolenza 5. ... Accogliere con amore! 6. ... Gustare il perdono 7. ... Far rifiorire la vita 8. ... Costruire oggi il futuro!
Franca Feliziani Kannheiser felizianikannheiser@hotmail.com
Perché i giovani possano sentirsi parte attiva nella creazione di un mondo di pace è necessario coltivare per loro e con loro la speranza. Il richiamo alla speranza proviene sia dal mondo laico sia da quello cristiano. Papa Francesco nella Bolla d’indizione per il Giubileo del 2025, «Spes non confundit», «La Speranza non delude mai» indica nella speranza l’orizzonte dell’esistenza cristiana; ma anche nel mondo intellettuale laico troviamo forti richiami alla necessità di vincere l’angoscia che compenetra questo periodo storico con un atteggiamento di speranza che possa bucare l’atmosfera grigia e minacciosa del nostro tempo. Byung-Chul Han, docente all’Università di Berlino, scrive nel suo ultimo saggio, Contro la società dell’angoscia: Speranza e rivoluzione (Function, Kindle Edition): «L’angoscia si aggira come uno spettro. Tutti noi ci troviamo permanentemente faccia a faccia con scenari apocalittici: una pandemia, una guerra mondiale, una catastrofe climatica.
La fine del mondo o della civiltà umana viene sempre più spesso evocata come un qualcosa di incombente, imminente» (p. 10).
Gli adolescenti respirano inconsapevolmente tale atmosfera. Ogni giorno giornali e televisioni evidenziano un disagio del mondo giovanile, che assume dimensioni sempre più preoccupanti. L’uso di sostanze e di alcool, l’esercizio irresponsabile della sessualità, la violenza verso le cose e le persone, la ricerca ostinata del rischio sono segnali che sollecitano, prepotentemente, l’attenzione e l’impegno degli adulti: genitori, docenti, psicologi, operatori sociali.
GIoVANI APERTI AL FuTuRo
Per contrastare tutto questo è necessario coltivare la speranza. Essa apre al futuro, indica
una via. Invita a guardare lontano. Chi spera scruta l’ambiente che lo circonda e se stesso alla ricerca di una direzione. Guardare lontano, cercare nuove strade e nuove soluzioni è la prima funzione della speranza: si può fare, si può cambiare, si può sognare. Byung-Chul Han suggerisce l’immagine della talpa della storia che, piena di fiducia, scava infinite gallerie nell’oscurità. In tal senso la speranza è giovane e ha molto da dire ai giovani.
La seconda funzione della speranza è quella di creare il Noi. Se l’angoscia isola, nell’illusione di contatti superficiali ed effimeri (quelli di un like), la speranza, di contro, ha in sé una dimensione di comunità. I social media connettono, ma non uniscono. Essere in relazione è molto diverso dall’avere migliaia di contatti superficiali, cercati e vissuti in un’ottica di vantaggio personale. Essi non trasformano il nostro modo di pensare e, soprattutto, non sollecitano lo sviluppo di atteggiamenti di responsabilità e di cura rispetto al bene comune. Educare alla speranza è, prima di tutto, aiutare i ragazzi a uscire dalla strisciante atmosfera che spinge a credere che niente può cambiare e che si può emergere dalla passività soltanto assoggettandosi alla logica della performance a tutti i costi.
La speranza apre alla fiducia nelle proprie e nelle altrui possibilità, dando spazio alla curiosità, all’inventiva, alla creatività.
Celebrazione
Francesca Langella fransua80@libero.it
Si prepara l’angolo della preghiera: Bibbia aperta, icona di Gesù, lampada accesa. Ci si dispone in cerchio. Al centro si pone un muro costruito con mattoni di cartone in 3D; su ogni mattone è scritta una parola contro la pace (es. vendetta, odio, violenza, guerra, omertà, inganno…). Nei mattoni si può mettere della terra per rendere più resistente il muro.
Preghiera. Signore Gesù, tu sei la pietra angolare su cui ogni costruzione cresce ben ordinata. Spesso sentiamo che la nostra vita è instabile e precaria, abbiamo paura del futuro e non sappiamo in chi confidare. Sentiamo, perciò, il bisogno di affidarci a te. Donaci la forza di sperare, di amare, di credere che il nuovo è possibile, che ogni via con te è più facile perché tu sei Dio sempre con noi. Amen.
Catechista. Gesù è la nostra pace ed è venuto nel mondo per abbattere, attraverso il dono di sé sulla croce, il muro di separazione che divide, ancora oggi, i popoli e le persone. I cristiani sono chiamati a essere suoi collaboratori, buttando giù le pietre che non costruiscono futuro, come l’odio, la guerra, la violenza… Costruire oggi il futuro significa poggiare la propria vita su Gesù, sulla sua Parola e sui valori che generano vita: pace, giustizia, perdono, comunione. Il male, che incombe nel mondo, si può contrastare ed è sempre possibile costruire la pace e battersi per la giustizia. Si possono lanciare, ogni giorno, ponti di amicizia e di solidarietà a scuola, in famiglia, con gli amici. Occorre fede e tanto coraggio: credere che Gesù ha vinto la morte e il peccato, e che l’ultima parola è la speranza. È importante non lasciarsi abbattere dallo scoraggiamento, ma «vincere il male con il bene».
1 Ragazza. Signore, quando il mio cuore si chiude agli altri, abbatti in me, con il tuo amore, il muro del giudizio e della discriminazione.
2 Ragazzo. Signore, quando il mio cuore si allontana da te e dal tuo amore, abbatti in me, con la tua misericordia, il muro della vendetta e della ribellione.
3 Ragazza. Signore, quando il mio cuore vuole prevalere su tutti, abbatti in me, con la tua tenerezza, il muro della superbia e dell’ingiustizia. g estO. Ogni ragazzo, a partire dai mattoni posti più in alto, ne butta giù uno, per significare che si costruisce il futuro solo abbattendo ciò che ci divide!
Preghiera. Signore nostro, Gesù Cristo, quanto sei grande! Con le tue parole e le tue opere ci riveli chi è Dio: Padre tuo e Padre di tutti noi; e chi sei tu: il nostro Maestro e Salvatore. Ci chiami a rimanere con te. Desideriamo seguirti ovunque tu ci indichi. Tu sei la Via e la Vita. Il nostro pensiero, il nostro amore e le nostre opere abbiano in te le proprie radici. Tu sei la nostra roccia! La fede in te sia il fondamento solido di tutta la nostra vita! (cfr. Preghiera, GMG di Madrid, 2011).
Canto: ChRIST IS My hOPE (M. Frisina, cfr. II cop. CP 4/gen. 25