Panoram Italia Montreal Oct/Nov 2017

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LIFE & PEOPLE

par / di CAROLE GAGLIARDI

Toujours faire mieux Alors qu’il fuit les médias, monsieur Emanuele (Lino) Saputo, fondateur de Saputo, a gracieusement accordé l’entrevue exclusive qui suit à notre collaboratrice Carole Gagliardi. Dans un magnifique bureau où il n’y a pas d’ordinateur – « Je préfère le contact direct du papier, du téléphone et des gens » –, Lino Saputo a été d’une grande générosité et d’une grande sincérité. Rencontre avec un homme inspirant, un philanthrope et un immense entrepreneur à l’aube de sa retraite. Panoram Italia : Lorsque vous avez lancé Les Fromages Saputo, en 1954, vous imaginiez-vous déjà à la tête d’une entreprise qui rayonnerait sur le Québec, le Canada, le monde ? Lino Saputo : Pas du tout. Mon père est arrivé au Canada en 1950 et deux ans plus tard, il a fait venir sa famille. Quand je suis arrivé à la gare et que j’ai vu mon père, mon cœur s’est serré. Il avait 45 ans, il avait perdu sa dignité, c’était affreux. Pour moi, mon père était un grand homme d’affaires en Italie. Alors, quand je l’ai vu comme ça, défait, j’ai décidé de lui redonner ce qu’il avait perdu. J’ai décidé de lui redonner sa dignité. Deux jours après mon arrivée, j’ai trouvé du travail chez Fantino et Mondello, dans la charcuterie italienne. J’ai eu la chance de travailler dans la fabrique et auprès de M. Fantino comme aide-commis de magasin. J’ai travaillé fort, six jours par semaine. En 1954, deux ans plus tard, j’avais amassé assez d’argent pour ouvrir une petite fromagerie, semblable à celle que mon père avait en Sicile. Donc, avais-je une vision nationale ou internationale ? Non, j’avais 15 ans, je voyais mon père travailler dans la construction alors qu’il était commerçant. Je me suis mis dans la tête de permettre à mon père de redevenir l’homme qu’il était. Avec 500 $ en poche et une bicyclette, nous avons ouvert Giuseppe Saputo e Figli Enregistré. C’était en septembre 1954. Je l’ai fait à l’insu de mon père, car lui craignait d’ouvrir un commerce dans un nouveau pays, avec une nouvelle façon de faire, une autre langue. Mais moi, j’ai insisté et persisté. J’ai la tête dure. Nous étions trois : moi, mon père et ma mère. C’était difficile, je n’avais que 17 ans, mais je voulais tellement réussir. J’ai tout fait pour réussir. PI : Monsieur Saputo, quelles sont selon vous les qualités essentielles pour réussir en affaires ? LS : D’abord, il faut bien connaître ce que l’on fait. Même si on a beaucoup de difficultés, si on y croit, on doit persister et continuer. Tous les matins, pendant toutes ces années, je me demandais ce que je pouvais faire pour m’améliorer. Vous savez, il y a des gens qui ont du succès et qui s’en vantent. Ça ne m’est jamais arrivé. Au contraire : chaque jour, je me demande encore ce que je peux faire de mieux. Mais le vrai grand secret, c’est de savoir s’en-

Fare sempre meglio

Sebbene sia piuttosto riservato con i media, il fondatore della Saputo, Emanuele (Lino) Saputo, ha gentilmente concesso quest’intervista esclusiva alla nostra collaboratrice, Carole Gagliardi. Nel corso della loro chiacchierata in un ufficio sontuoso e senza computer, Saputo si è mostrato affabile e schietto. “Preferisco mantenere contatti diretti attraverso la carta, il telefono e la gente,” ha confessato. Riportiamo qui di seguito il nostro incontro con un imprenditore affascinante e stimolante, appassionato filantropo ed agli albori di una ben meritata pensione. Panoram Italia: Quando nel 1954 ha lanciato Les Fromages Saputo, si era mai immaginato di gestire un giorno un’azienda che avrebbe conquistato non solo il Québec e il Canada, ma il mondo? Lino Saputo: Per niente. Mio padre è venuto in Canada nel 1950 e due anni dopo ha richiamato la sua famiglia. Quando sono arrivato alla stazione dei treni ed ho visto mio padre mi è sprofondato il cuore. Aveva 45 anni ed aveva perduto la propria dignità, è stato terribile. I miei ricordi di mio padre in Italia erano quelli di un grande uomo d’affari. Quindi, quando l’ho visto in quel modo, abbattuto, ho deciso di restituirgli ciò che aveva perso. Ho deciso di restituirgli la sua dignità. Due giorni dopo il mio arrivo, ho trovato un’occupazione da Fantino and Mondello, nella salumeria italiana. Ho avuto la fortuna di lavorare nella fabbrica e con il signor Fantino come addetto alle vendite. Lavoravo sodo, sei giorni alla settimana. Nel 1954, due anni dopo, avevo abbastanza soldi per aprire un piccolo caseificio, simile a quello che mio padre aveva in Sicilia. Dunque, avevo in progetto di espandermi nei mercati nazionali ed internazionali? No, avevo 15 anni. Vedevo mio padre lavorare nell’edilizia pur essendo stato un commerciante di successo. Mi sono prefissato di aiutarlo a tornare ad essere il grand’ uomo che era stato. Con 500 dollari a nome mio e una bicicletta, abbiamo aperto la Giuseppe Saputo e Figli Inc. Era il settembre del 1954. L’ho fatto senza che mio padre lo sapesse, perché lui aveva troppa paura di aprire un’attività in un Paese in cui le persone agivano in un modo che non gli era familiare e in una lingua straniera. Ma ero tenace e persistente. Sono un testardo. Eravamo in tre: mio padre, mia madre ed io. È stato difficile. Avevo solo 17 anni, ma volevo assolutamente farcela. Ho fatto di tutto per poter sfondare. PI: Signor Saputo, quali pensa siano delle qualità essenziali per avere successo negli affari? LS: Innanzitutto, bisogna conoscere ciò che si fa. Anche quando si affrontano enormi sfide, se si crede in ciò che si fa, è importante persistere e continuare. Ogni mattina, durante tutti quegli anni, mi chiedevo in che modo potessi migliorarmi. Sa, ci sono persone che hanno successo e se ne vantano. Non sono mai stato questo tipo. Al contrario, ogni giorno continuo a chiedermi cosa potrei

photos / Allen McInnis

LINO SAPUTO


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