Marzo aprile 2009

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ASSOCIAZIONE ONLUS

IL POLIZIOTTO CHE SALVÒ MIGLIAIA DI EBREI

Periodico di informazione • anno III • n. 3 marzo/aprile 2009 Direttore Responsabile: Massimo Petrassi - Vice Direttore: Rolando Balugani - Iscrizione al Trib. di Reggio Emilia n. 1186 del 15 maggio 2007 SEDE: Via Panisperna, 200 - Tel. segreteria 06/46535456 Fax 06/46527029 - Tipografia: Direzione Centrale della Polizia Criminale - Viale dell’Arte, 81 Roma www.associazionegiovannipalatucci.it - e-mail:segreteria@associazionegiovannipalatucci.it


Un giorno con la Comunità “Gesù Risorto”

Ricordando Giovanni Palatucci di Claudio Ianniello

di Mons. Pietro Iotti *

Ad un secolo dalla nascita l’esempio del “Questore giusto” Giovanni Palatucci infonde nei giovani una forte speranza nell’avvenire e fa guardare al futuro con ottimismo

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n secolo fa nasceva il Servo di Dio Giovanni Palatucci. A dargli i natali fu la piccola e sconosciuta Montella (AV), terra povera ma orgogliosa di uomini e di donne, votati alla fatica e all’onestà, molti dei quali, spinti dal bisogno, seppero farsi onore come emigranti in Italia e nel Mondo. La caparbietà e la schiettezza della sua gente, rimasero impressi in Giovanni Palatucci tutta la vita. Ne contrassegnarono lo spirito mite ed indulgente, disposto, pur con sofferenza e sacrificio, alla ricerca costante delle ragioni autentiche dell’esistenza. Senza quelle radici non sapremmo spiegarci le sue scelte di vita, la sua coerenza di uomo che non si tirò indietro di fronte al richiamo della propria coscienza. L’ostinazione al Bene, che fu la costante dei suoi ultimi anni di vita, fu comune a quella di tanti “Giusti”. Venne formandosi gradatamente, conoscendo anche cadute e tentennamenti, per poi consolidarsi alla luce della Fede in Cristo Gesù. Gli fecero da esempio gli zii, frati conventuali con la loro specchiata religiosità, la nonna Carmela, terziaria francescana e i genitori, in cui seppe trovare conforto e incoraggiamento costanti. Dalla nonna Carmela, in particolare, apprese soprattutto l’umiltà dello Spirito e la generosità verso il Prossimo, che da sola sa farsi preghiera. Intraprendendo la professione di Funzionario di Polizia intese servire al meglio il suo Paese, attingendo al patrimonio di idealità e alla formazione culturale di prim’ordine, che aveva affinato, nel tempo, grazie a studi seri ed appassionati ed al confronto libero e rispettoso con la gente. Si accorse, tuttavia, che eseguendo fino in fondo i suoi doveri di servizio avrebbe dovuto rinnegare quello in cui aveva creduto fino a quel momento. In un’epoca in cui umanità e giustizia venivano, a poco a poco, oscurati dall’odio razziale e dall’intolleranza politica ideologica, Giovanni Palatucci capì che, limitarsi a fare il proprio dovere, sarebbe stato riduttivo e deleterio proprio poiché l’esecuzione pedissequa delle leggi razziali, che era chiamato ad applicare, prima come responsabile dell’Ufficio Stranieri e poi come Questore reggente di Fiume, sarebbe entrata in contrasto con il diritto naturale e col suo credo religioso. Venne, dunque, il momento della scelta che dovette lacerargli l’anima! Avrebbe potuto attendere che si placasse la bufera, restando a margine degli eventi turbinosi che stavano sradicando le vite e i destini di migliaia di ebrei e di poveri innocenti. Avrebbe potuto pensare alla sua carriera, al suo futuro di marito e di padre, su cui forse stava investendo i suoi sogni e che la Provvidenza non gli avrebbe negato tanto era legittimo e santo. Ma decise diversamente, seguendo la coscienza e la vocazione che gli proveniva dal profondo dell’anima. Quella chiamata all’Amore a cui è difficile resistere, che è impercettibile e silente fintanto che non si sostanzia nel bene che si fa a chi ti chiede aiuto e soccorso ed è in pericolo di vita. Una vita in cambio di tante vite, donare la propria esistenza per la salvezza dei fratelli in Cristo, ecco l’imperativo a cui Palatucci non ha saputo e voluto dire di no! L’ha fatto da patriota ma soprattutto da credente, perché voltare le spalle a quelle esistenze supplichevoli sarebbe stato come negare la propria vita. In tutto questo è racchiusa la bellezza del suo esempio e il messaggio che il suo sacrificio mi ha trasmesso, riesce ad infondermi una forte speranza nell’avvenire e mi fa guardare con ottimismo al futuro mio, della mia famiglia e del mio Paese. –2–

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i voglio raccontare in breve come ho goduto il mio Primo Maggio 2009 a Fiuggi con la Comunità “Gesù Risorto” altrimenti conosciuto come Rinnovamento Carismatico Cattolico. Una meravigliosa espe-rienza spirituale. Non li conoscevo, mi ci ha trascinato un caro amico, Claudio Pelonzi, dinamico Sostituto Commissario di Polizia, - benemerito collaboratore dell’Associazione Giovanni Palatucci il quale mi ha contagiato con il suo entusiasmo. Una folla di credenti in fervorosa preghiera, a braccia alzate verso Il cielo, come Mosè sul monte, a implorare la salvezza da Gesù Risorto. Come nel Salmo 80: “Hai gridato a me nell’angoscia e io ti ho liberato”. Che Gesù, il nostro Divin Salvatore e Maestro, sia Risorto è verità fondamentale della nostra santa Fede, è il sigillo di autenticità della Parola di Dio, è la dimostrazione che Gesù è Dio, Signore della vita che ha sconfitto la morte, ed è tuttora vivo, “Sarò con voi fino alla fine del mondo”. Confesso però che non mi era mai capitato di sentire questa verità di Fede gridata, urlata a gran voce, da altoparlanti a pieno volume, in sintonia con una moltitudine, soprattutto giovani, in atteggiamento quasi di estasi, per ore e ore. Un convegno ben articolato: non poteva mancare il momento formativo, di cultura religiosa, di solida dottrina; il sacramento della Riconciliazione amministrato da cinque sacerdoti (non mi sono potuto sottratte e ho confessato per due ore); per concludere con la solenne concelebrazione della Santa Messa, presieduta dal Vescovo della Diocesi. Una giornata di gioia Pasquale, anzi un’estasi Pentecostale, al grido liberatorio di: Gesù è Risorto! La tomba è vuota! E vuota! Gesù è vivo! È in mezzo a noi! Spirito di Dio! Spirito dì vita! Spirito di Gioia! Spirito d’Amore! Preghiere, implorazioni, Fede entusiasmo, fraternità, come i primi cristiani, un cuor solo e un’anima sola. Deo gratias. Grazie, caro Claudio, a Te, a tutti i partecipanti, in particolare ai “fratelli”: Daniele, Fernando, Vanda, Dino e Mafalda, Rossana, in fine, un abbraccio in “Gesù Risorto” ai Responsabili Paolo e Carmen, ispirati. * Presidente Associazione Giovanni Palatucci


Miranda (IS) presto sarà intitolato a Palatucci il Palazzetto dello Sport di Francesco Petrassi Miranda, delizioso comune montano di origine medievale, distante 6 km da Isernia, collocato ad 860 mt. di altezza e popolato da circa 1100 abitanti, domenica 22 febbraio 2009, si è svolta la Festa dell’UNITALSI di Isernia e provincia. Presenti numerose Autorità, dal Presidente della Regione Molise Dr. Michele IORIO, al Sindaco di Miranda

L’Associazione Palatucci, presso il Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno, era rappresentata dal Presidente Monsignor Pietro Iotti e da personale della Polizia di Stato e dell’amministrazione civile dell’Interno della Tipografia della Direzione Centrale della Polizia Criminale, il Sost. Comm. Claudio Pelonzi, il Sovr.te

Dopo tanto divertimento il giusto ristoro

Massimo Cirone, il Coll.re Amm.vo Claudio Gabrielli. La manifestazione si è svolta presso il Comune di Miranda che ha predisposto per l’occasione un’animazione musicale e di intrattenimento per le persone disabili ed i presenti.

Mons. Pietro Iotti e Domenico Marucci - Sindaco di Miranda

Dr. Domenico Marucci, dal V. Sindaco a numerosi Assessori. La manifestazione nasce da una iniziativa della signora Carmelina del Monaco, volontaria dell’Unitals, che nel 2004 organizza per la prima volta la festa in concomitanza con il Carnevale. Dall’allora tale festa viene ripetuta ogni anno ed è organizzata a scopo benefico per i numerosi disabili della regione Molise. La festa viene svolta presso il Palazzetto dello Sport di Miranda che prossimamente sarà intitolato al martire della Polizia di Stato Giovanni Palatucci in concomitanza con il centenario della sua nascita. Co promotore, insieme alla già menzionata sigora Del Monaco è Luigi D’Andrea, ma doverosamente vanno ricordate anche le signore Maria Domenica, Lucia, Anna, Rosetta, Filomena, Assunta, Rita e Maria.

La festa

Si balla!

Mons. Iotti, Marucci e le attivissime organizzatrici della festa

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“Visita a Bruxelles” di Carmine Granito

“Premio Palatucci 2009”

rande evento per la Città di Campagna si è registrato G il primo aprile, allorquando una delegazione di 25 persone, capeggiata dal Sindaco Biagio Luongo, si è re-

La Commissione del Premio Palatucci, terminato l’esame degli elaborati pervenuti, ha assegnato l’ambìto riconoscimento - edizione 2009 - alla dottoressa Elena Scarano. Alla vincitrice del Premio formuliamo le nostre vive congratulazioni.

cata a Bruxelles in visita al Parlamento Europeo, quel giorno riunito in sessione plenaria. Della comitiva campagnese facevano parte il primo cittadino, assessori e consiglieri del Comune, Dirigenti Scolastici, il Sindaco Junior, il Presidente della Pro Loco, il Comandante della Polizia Municipale, i rappresentanti del Comitato G. Palatucci di Campagna e dell’Associazione Palatucci di Roma. Dall’altra parte del tavolo gli euro deputati italiani: gli onorevoli Vincenzo Aita, Gianni Pittella. Roberto Musacchio e Giusto Catania, Vice Presidente della Commissione Cultura. È stato inoltre affrontata la promozione del Museo di San Bartolomeo - Itinerario della Memoria e della Pace - Centro studi Giovanni Palatucci.

Visite al Museo-Itinerario della Memoria e della Pace di Liberato Trotta

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n attesa dell’inizio dei lavori della fase successiva del progetto relativo al Museo-Itinerario della Memoria e della Pace, nell’ex campo di internamento di San Bartolomeo a Campagna, continuano le visite guidate. Particolarmente rilevante quella organizzata, lo scorso aprile, dal Sig. Liberato Ramarro (collaboratore di questa Associazione) che ha visto la partecipazione di 35 turisti guidati dalla Sig.ra Maria Letizia Sementilli che, pur vivendo a Ferrara - patria del museo Museo Nazionale dell’Ebraismo e della Shoah dedicato alla storia degli Ebrei in Italia e alla tragedia dell’Olocausto -, hanno voluto conoscere quanto sta nascendo a Campagna, spinti anche dalla impareggiabile esclusività del luogo. Altra visita degna di rilievo è stata quella del giornalista RAI Francesco Brancatella, inviato speciale del TG1 e TV7. Osservatore attento, è rimasto affascinato dalla Città e dalla sua storia, ma soprattutto dal modo in cui gli internati vivevano da “uomini liberi” nel campo di San Bartolomeo in una condizione di internamento sui generis, tanto che il giornalista RAI ha manifestato l’intenzione di realizzare un “documentarione” - parole testuali - sulla Città e il San Bartolomeo. Infine segnalo che, durante i “giorni di passione” della Settimana Santa, anche il Rev. Don Antonio Pisani ha voluto ricordare quel luogo e la sua storia visitandolo e dedicando queste due poesie che scaturiscono dall’animo sensibile di quel presbitero: L’Olocausto e L’Ebreo.

DIMISSIONI I Signori Bellei Giuliano, Guizzardi Lino e Paterlini Emidio, per sopraggiunti motivi personali, hanno rassegnato le dimissioni da ogni incarico e da Soci dall’Associazione Giovanni Palatucci. Le stesse sono state accolte.

L’Olocausto (don Antonio Pisani) Crollano le sinagoghe avvolte dalle fiamme dell’odio e il silenzio spettrale invade le piazze e le strade. Inizia lo sterminio di massa. Volti pallidi gracili e macilenti con occhi sbarrati guardano nel vuoto l’Infinito. Hanno sul petto attaccato il simbolo giallo

della stella di Davide. Sono uomini donne bambini soli e disarmati. Si ode nella notte oscura della storia il pianto disperato salire verso il cielo e dalle viscere della terra uscire il fumo e il gas dei forni crematori Il ragazzo lituano

suona l’inno nazionale seduto sulla catasta dei cadaveri. Ascolta Israele - il Signore è il nostro Dio gridano e poi muoiono in piedi l’uno accanto all’altro con i bambini tra le braccia. La cenere di sei milioni di Ebrei è sparsa sulle acque della Vistola e i denti d’oro strappati ai morti riempiono la bocca dei carnefici.

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Il francobollo in memoria di Palatucci di p. Piersandro Vanzan - Vice Pres. Associazione Palatucci

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iovanni Palatucci nacque a Montella (Av) il 29 maggio 1909 e, rinunciando a una brillante carriera forense in quel di Napoli - dove godeva vari appoggi -, entrò nella Polizia di Stato, “per stare vicino a chi ha più bisogno”, disse. Il 15 novembre 1937 fu mandato alla Questura di Fiume, proprio quando il regime fascista emanava le nefaste leggi razziali. E così quella destinazione si rivelò la grande opportunità per realizzare quell’umanesimo integrale cristiano nel quale credeva fermamente. Concretamente, schierandosi dalla parte di Abele contro i nuovi Caini, egli visse in mirabile crescendo quel “servire i fratelli” ch’era il suo programma di vita e, come responsabile dell’Ufficio Stranieri, a Fiume, accostò non soltanto la varia umanità di quel crocevia etnico-religioso, ma soprattutto la comunità ebraica, minacciata da ogni parte. Sicché Fiume divenne l’ultima via di salvezza per quanti fuggivano dai Balcani. E quando il 17 novembre 1938 finì la relativa tolleranza fascista verso gli ebrei, Palatucci pronunciò una frase che vale un trattato: “Vogliono farci credere che il cuore sia solo un muscolo e ci vogliono impedire di fare quello che il cuore e la nostra religione ci dettano”. Conseguenza: proprio in Questura, con l’aiuto di fidati collaboratori, organizza una rete che in vari modi aiuta quanti sono in pericolo, e proprio lui - che istituzionalmente avrebbe dovuto contrastare la fuga degli ebrei -, cerca tutti i modi di salvarli: istradandoli con documenti falsi vero la Svizzera, o dirottandoli nei campi d’internamento, primo fra tutti quello di Campagna (Sa), dove lo zio vescovo si prodigò non meno del nipote verso gli ebrei. Però, dopo l’8 settembre ‘43, quando i nazisti si annettono il “Litorale Adriatico” e, mentre Fiume italiana viene a trovarsi nella paradossale condizione di “alleato occupato”, Giovanni è nominato Reggente di una Questura fantasma. Ed in questo frangente Palatucci, resiste alle pressioni del Console svizzero a Trieste perché abbandoni Fiume e si rifugi nella Confederazione Elvetica. Poi, distrugge il materiale relativo agli ebrei custodito negli archivi della Questura e, contestualmente, intima agli uffici comunali di non rilasciare alcun documento riguardante quei cittadini senza previa

informazione del suo ufficio, in modo da poter avvisare in tempo gli ebrei ancora presenti. Infine, le relazioni ufficiali che Palatucci manda alle Autorità germaniche e repubblichine in questo periodo hanno del temerario. Sfidando le ripercussioni che potevano venirgli, difende apertamente i suoi uomini contro gli abusi e le violenze perpetrate non solo dai tedeschi, ma anche dagli ustascia. Leggendo tali relazioni si evince chiaramente quale incredibile libertà di spirito animasse il funzionario (di soli 35 anni) che le scriveva, e quale fede profonda (e coerentemente vissuta) lo sosteneva. Ma, ovviamente, questa chiarezza provocò la brutalità degli “alleati occupanti”. La cui risposta non si fece attendere. La notte del 13 settembre 1944 le SS perquisirono l’abitazione del Reggente e vi trovarono copia del piano riguardante lo Stato libero e autonomo di Fiume, che Palatucci - membro clandestino del Comitato di Liberazione - aveva stilato prevedendo il tragico destino che attendeva gli italiani quando, finita la guerra, sarebbero caduti nelle mani dei titini (le foibe)! Accusato di intelligenza col nemico fu tradotto nel carcere Coroneo di Trieste e, nell’ottobre 1944, istradato a Dachau. Fu l’ultimo suo viaggio, ma alla partenza da Trieste riuscì l’ultimo e più bel gesto del suo cristiano “amore fraterno”. Un suo collaboratore, il brigadiere PS Capuozzo, quando apprese del treno che avrebbe portato a Dachau il suo capo, aiutato da un collega della Polfer raggiunse i carri piombati e, camminando sul marciapiede, lungo i vagoni, discuteva animatamente con l’amico nella speranza che Giovanni lo sentisse e potessero così salutarsi per l’ultima volta. A un tratto gli cadde un bigliettino tra i piedi e sentì la voce di Palatucci: “Capuozzo, accontenta questo ragazzo. Avverti sua madre che sta partendo per la Germania. Addio”. Raccolto sul binario della morte, quel bigliettino - con indicate famiglia e via di Trieste - resta l’ultimo segno e come il testamento spirituale di un Questore che letteralmente ha speso la vita “per gli altri”. E perciò è immortalato dagli ebrei come “il Questore Giusto”, mentre lo Stato gli ha conferito la medaglia al valore e la Chiesa ne ha introdotto la Causa di Beatificazione.

Filatelia: francobollo commemorativo di Giovanni Palatucci nel centenario della nascita di Francesco Petrassi Poste Italiane comunica l’emissione, per il giorno 29 maggio 2009, di un francobollo commemorativo di Giovanni Palatucci, nel centenario della nascita, nel valore di € 0,60. Il francobollo è stampato dall’Officina Carte Valori dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia, su carta fluorescente, non filigranata; formato carta: mm 30 x 40; formato stampa: mm 26 x 36; dentellatura: 13¼ x 13; colori: cinque; tiratura: tre milioni e cinquecentomila esemplari; foglio: cinquanta esemplari, valore “€ 30,00”. La vignetta raffigura un ritratto del questore Giovanni Palatucci, Funzionario di Polizia durante la seconda guerra mondiale, sul quale si evidenzia la firma autografa. Completano il francobollo la leggenda “GIOVANNI PALATUCCI”, le date “1909 - 1945”, la scritta “ITALIA” e il valore “€ 0,60”. Bozzettista: Giustina Milite. A commento dell’emissione verrà posto in vendita il bollettino illustrativo con articoli a firma del Prefetto Antonio Manganelli, Capo della Polizia - Direttore Generale della Pubblica Sicurezza e di Padre Piersandro Vanzan, gesuita Vicepresidente dell’Associazione nazionale Giovanni Palatucci presso il Ministero dell’Interno e scrittore della Civiltà Cattolica di Roma. L’Ufficio Postale di Montella (AV) utilizzerà, il giorno di emissione, l’annullo speciale realizzato a cura della Filatelia di Poste Italiane. Il francobollo e i prodotti filatelici saranno posti in vendita presso gli Uffici Postali, gli Sportelli Filatelici del territorio nazionale, i Negozi “Spazio Filatelia” di Roma, Milano, Venezia, Napoli e sul sito internet www.poste.it. La filatelia caratterizza la storia e l’attività di Poste Italiane: Business Unit Philately ha tra i suoi compiti la commercializzazione dei francobolli e degli annulli speciali filatelici, delle cartoline, delle buste primo giorno, dei foglietti, dei folder e di altri prodotti specifici. I francobolli sono distribuiti in tutti i 14 mila uffici postali italiani. Gli altri prodotti filatelici sono disponibili nei 294 sportelli dedicati e sul sito www.poste.it

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Omaggio a Palatucci, il Questore "Giusto tra i Giusti" MANTOVANO: PAGINA DI STORIA DA INSEGNARE NELLE SCUOLE

L’On. Alfredo Mantovano intervenuto alla cerimonia

“Giovanni Palatucci è stato un modello, come uomo delle istituzioni, come funzionano dello Stato. Lo è stato per quanto ha fatto per salvare migliaia di vite umane. Sarebbe opportuno studiarlo a scuola, in sostituzione di qualche testo inutile”. Il sottosegretario Alfredo Mantovano, ha ricordato così il valore e la figura di Giovanni Palatucci, il pomeriggio del 30 marzo a Campagna durante il convegno organizzato nell’ambito delle manifestazioni per il centesimo anniversario dalla nascita del Questore di Fiume che, con il suo impegno per gli ebrei, salvò 5000 uomini dalla morte. Un eroe della storia di questo tempo, un figura anche oggi modello per i giovani, ricordato nella città con cui stabilì una rete preziosa, insieme a suo zio, il vescovo Giuseppe Maria Palatucci, alla popolazione locale. “Per cinque anni - come ha sottolineato padre Piersandro Vanzan, il Gesuita che ha cu-

rato la causa di beatificazione dell’ultimo questore di Fiume - è stato un uomo che ha vissuto per gli altri”, e proprio questa connotazione ha fatto di lui “giusto tra i giusti”, per questo si è aperta una causa di beatificazione. A lui è stato dedicato anche un bosco, a Gerusalemme, con cinquemila alberi piantati, tanti quanti gli uomini che ha salvato e per cui si è sacrificato, fino alla morte nel campo di concentramento di Dacau. Campagna celebra quest’anno i cento anni dalla nascita con varie iniziative, ad iniziare da questa che ha visto presenti nell’aula consiliare del Comune tanti amministratori, cittadini e molti anziani che hanno vissuto quell’epoca, che hanno contribuito a realizzare quella rete a Campagna, dove vi erano due campi di internamento, una nell’ex convento della Concezione e l’altro a San Bartolomeo, quest’ultimo divenuto sede del Museo Itinerario della Memoria e della Pace. All’incontro, moderato da Carmine Granito, vi erano anche mons. Alberto D’Urso che ha ricordato come Palatucci “ci fa pensare e sognare una nuova umanità” perché è “un simbolo, un prototipo di tutti i giusti” e il sindaco di Tarsia, in provincia di Cosenza, città sede anch’essa di un campo di concentramento e con cui Campagna sta stipulando un protocollo d’intesa proprio per la comunanza di quell’esperienza. Un momento di ricordo, infine, quello proposto dal Comitato Palatucci, attraverso le parole del Presidente, Michele Aiello, che ha sottolineato le tappe principali della vita di

di Margherita Siani

La deposizione, da parte delle Autorità, della corona davanti al monumento

L’arrivo dell’On. Mantovano nella sede del Comune di Campagna

questo questore morto a soli 36 anni. Campagna, città medaglia d’oro per quanto fece per gli ebrei, fa della memoria e dell’accoglienza un punto di riferimento - così il sindaco, Biagio Luongo che ha anche annunciato che il 31 marzo una delegazione composta da cittadini, dal consiglio comunale, dalla giunta, da sindaco e sindaco-baby, pro loco, Associazione Gio-

Padre Piersandro Vanzan durante la sua relazione che riportiamo integralmente nella pagina accanto

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vanni Palatucci di Roma, Comitato Palatucci di Campagna, sarà a Bruxelles per presentare l’Itinerario della Memoria e della Pace di San Bartolomeo ed il Centro Studi Palatucci Giovanni Palatucci, a una delegazione di europarlamentari, affinché Campagna possa essere inserita in un circuito europeo di visite ai campi di concentramento.

Le Autorità presenti alla manifestazione: Sen. Alfonso Andria Sen. Vincenzo Fasano Dott. Carmine Pignata (Pres. Cons. Prov.le) Dott. Nicola Parisi (Cons. Prov.le) Dott. Cannizzaro (Prefetto Vicario di Salerno) Dott. Vincenzo Roca (Questore di Salerno) Dott. Antonio Pagano (Vice Questore di Potenza) Col. Gregorio De Marco (Com. Prov.le Carabinieri) Col. Angelo Matassa (Com. Prov.le G. di F.) Dott. Pio Russo (Com. Prov.le Polizia Stradale) Magg. Nobile Risi (Com. Compagnia CC Eboli) Dott. Antonio Scaglione (Sindaco di Ferramonti Tarsia) Prof. Dell’Angelo Bruno (Sindaco di Bellizzi) Dott. Palmiro Cornetta (Sindaco di Serre) Dott. Lullo Italo (Sindaco di Oliveto Citra) Giacomo Rosa (Sindaco di Contursi Terme) Dott.ssa Antonietta Lettieri (Sindaco di Colliano) Pres. Ass.Naz. P. S. Campagna Cav. Giuseppe De Rosa Pres. Ass. CC Sez. Campagna Amoruso Giuseppe da Montella Comm. Dott. Bruno Cianciulli


Relazione di P. Vanzan a Campagna, 30 marzo 2009

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uando venni coinvolto 11 anni fa, come censore teologo, nella Causa di beatificazione di Giovanni Palatucci, ultimo Questore reggente di Fiume italiana morto a Dachau il 10 febbraio 1945, a soli 36 anni, reo di aver salvato circa 5.000 ebrei, sottraendoli rocambolescamente alle barbarie nazifasciste -, rimasi subito colpito da quell’epopea, che sintetizzo nella formula “essere per gli altri”, come insegna - e lo fu alla grande: fino dare la propria vita “per gli altri” - Gesù di Nazaret: esempio che Palatucci imitò egregiamente. Imitazione talmente egregia che la Chiesa ne ha introdotto la Causa di beatificazione - e la prima fase si è conclusa al meglio l’11 febbraio 2004 -, intestandola al “Servo di Dio Giovanni Palatucci, laico, Funzionario della Polizia di Stato, martire in odio della fede”. Né meno significativo è il fatto che gli ebrei, nostri “fratelli maggiori” nella fede d’Abramo, hanno fatto altrettanto, riconoscendolo “Giusto tra le nazioni” - e immortalandolo tra i primi degli attuali 417 italiani, finora scolpiti nelle grandi lapidi dello Yad Vashem, Memoriale della Shoah a Gerusalemme. Nato a Montella (Av) il 29 maggio 1909 in una famiglia molto religiosa, Giovanni Palatucci si laurea brillantemente in giurisprudenza nel 1932, ma - contro la volontà paterna - rinuncia alla professione di avvocato per entrare nella PS, ritenendo che questa scelta gli offrisse migliori chances per aiutare il prossimo e servire il bene comune. Assegnato come Vice Commissario Aggiunto in prova a Genova (settembre 1936), nella città ligure resterà soltanto 13 mesi dato che, a motivo di un’intervista rilasciata a un giornale locale - in cui lamentava un eccessivo burocratismo nella PS, “invece di mandarci tra la gente” -, si meritò letteralmente “il confine", a Fiume, crogiuolo di nazionalità, culture e religioni. Prima di procedere mi piace sottolineare quel passo dell’intervista - “invece di mandarci tra la gente” -, che anticipa di oltre mezzo secolo quanto poi diventerà il motto e programma della PS: essere “polizia di prossimità”, stare tra la gente, farsi prossimo. Ma questo “profetico” anticipo di Giovanni gli costò, nel 1937, una solenne punizione: letteralmente “il confine”, a Fiume, come responsabile dell’Ufficio Stranieri presso quella regia Questura. Era il 2 novembre 1937 e la routine dell’ufficio cui fu assegnato cambiò radicalmente ben presto, a motivo delle leggi razziali (1938): funeste per gli ebrei e assolutamente offensive per la civiltà dell’Italia. Ma ecco che quella “punizione umana” diventa la “via provvidenziale” dell’Onnipotente per dare a Giovanni “l’opportunità unica” di fare tanto bene e salvare molte vite umane! Ma non da solo, bensì insieme e grazie a una squadra di giovani poliziotti - anch’essi variamenti penalizzati da quella destinazione -, che tuttavia nella loro semplicità intuivano quanto fosse bella e giusta l’impresa del loro Capo. Infatti, per valutare appieno l’epopea palatucciana a Fiume, bisogna ricordare la me-

ravigliosa “squadra” che seppe mettere insieme. Era una “squadra” composta da poliziotti giovani e semplici, ma coraggiosi e fidati, perfettamente affiatati col loro Capo, verso il quale nutrivano una fiducia totale, e soltanto quella sintonia permise di compiere i tanti rocamboleschi salvataggi degli ebrei. Proprio dalle loro testimonianze balzano agli occhi i fattori decisivi per valutare quell’affiatamento e la conseguente buona riuscita di quell’epopea di salvataggio. Anzitutto, il fatto che Palatucci offrì loro una nascosta ma suggestiva bandiera di dignità. Cioè, permise loro di fare del bene, senza dover contravvenire alla regole - leggi razziali - e alle istituzioni (la Questura in primis) preposte a farle osservare. Quelle dilacerazioni - oggi note come “obiezione di coscienza” - le aveva affrontate e risolte lui, Giovanni, in base alla sua grande fede (“bisogna obbedire più a Dio che agli uomini”, diceva!), e loro non avevano problemi: erano sicuri che “così era giusto”! L’altro elemento fu l’unione che Palatucci seppe creare tra loro e con lui, attraverso i mille fili di una relazione amicale eccellente: dalle pizze insieme alle licenze straordinarie; dal rischiare insieme per fare le tante opere buone, al difenderli dai soprusi degli ustascia e dei tedeschi. Risultato: quei giovani poliziotti trovarono in Giovanni non solo un superiore dal cuore grande, ma anche un ideale per cui meritava rischiare. E così Palatucci e i suoi uomini riuscirono a salvare migliaia d’infelici, grazie a rocamboleschi interventi e con l’aiuto di una fitta rete di solidarietà: tanto a Fiume e dintorni (famiglie e conventi disposti a rischiare), quanto a Campagna (Sa), dove il vescovo era proprio suo zio. Infatti, da quando nel maggio 1940 Mussolini aveva istituito campi di internamento per ebrei stranieri ritenuti pericolosi, nasce la collaborazione tra zio e nipote, che istrada a Campagna il maggior numero possibile di ebrei, dove lo zio vescovo non solo era il regista nel coinvolgere i campagnesi e le stesse autorità (nominalmente fasciste) per dar loro buona ospitalità confortandoli e aiutandoli in tutti i modi, come testimoniano i sopravvissuti -, ma anche si prodigava col Ministero dell’Interno affinché le pratiche che riguardavano quegli infelici andassero a buon fine. Non potendo indugiare sui tanti episodi dell’avventura palatucciana, vengo alla tragica conclusione di quell’epopea. Dopo l’armistizio (8 settembre 1943) il litorale adriatico è occupato dai tedeschi e nei primi mesi del 1944 iniziano le retate degli ultimi ebrei presenti nella zona. In questo frangente Palatucci, - diventato reggente della Questura di Fiume - distrugge tutti i documenti riguardanti gli ebrei negli archivi della Questura e ordina all’ufficio anagrafico del Comune di non rilasciare alcun documento riguardante i cittadini di razza ebraica senza averlo prima informato. Ciò gli permetteva di ricorrere subito alle opportune contromosse e, di fatto, tra

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Comitato Giovanni Palatucci - CAMPAGNA Associazione Palatucci - ROMA

con il Patrocinio:

Ministero dell’Interno Comune di Campagna Questura di Salerno EPT – Salerno ANPS ( Ass.Naz. Polizia di Stato ) – Gruppo Campagna

ORGANIZZANO UN CONVEGNO

NEL 1° CENTENARIO DELLA NASCITA ( 1909 – 2009 )

“L’eroismo della coscienza, il sacrificio per il prossimo, la fedeltà fino al martirio”

lunedì 30 marzo ore 17,00 Aula Consiliare del Comune di Campagna

PROGRAMMA Saluto agli intervenuti PROF. BIAGIO LUONGO – Sindaco di Campagna

Introduzione MICHELE AIELLO – Presidente Comitato Palatucci

Il Martirio Cristiano. L’esempio di Giovanni Palatucci P. PIERSANDRO VANZAN – Prof. di Teologia Pastorale - Pontificia Università Gregoriana

Il Questore “Giusto” PROF.SSA ANNA FOA – Docente di Storia Moderna -Università la Sapienza Roma

Relazione su Giovanni Palatucci MONS. ALBERTO D’URSO – Parrocchia Santa Croce –Bari

Moderatore :CARMINE GRANITO – Giornalista Conclusioni

On.le ALFREDO MANTOVANO Sottosegretario Ministero dell’Interno con delega alla Pubblica Sicurezza

“L’esempio di Giovanni Palatucci per la Polizia di oggi”

gennaio e luglio 1944 Giovanni e i suoi collaboratori misero in salvo altri ebrei. Arrestato da Kappler nel settembre 1944, Palatucci fu ristretto prima nel carcere Coroneo di Trieste - dove pure aiutò non poco gli altri detenuti - e poi messo sui carri bestiame diretti a Dachau. Proprio quel giorno il brigadiere di PS Pietro Capuozzo, uno dei suoi collaboratori, appreso di quella partenza, aiutato da un collega della Polfer raggiunse i carri piombati e, camminando su e giù per il marciapiede, lungo i vagoni, discuteva animatamente con l’uomo della Polfer nella speranza che Giovanni lo sentisse e potessero salutarsi per l’ultima volta. Ed ecco che a un tratto gli cadde un bigliettino tra i piedi e sentì la voce di Palatucci: “Capuozzo, accontenta questo ragazzo. Avverti sua madre che sta partendo per la Germania. Addio”. Raccolto sul binario della morte, quel bigliettino, con indicate famiglia e via di Trieste, resta l’ultimo segno e il testamento spirituale di un funzionario che letteralmente ha speso tutta la vita per gli altri. Infatti, anche in quelle ultime ore non pensa a sé - non dice a Capuozzo “avvisa la mia famiglia” -, ma si preoccupa degli altri: di quel ragazzo che sta partendo con lui, ristretto nel carro bestiame con lui, per Dachau! Ecco perché Giovanni Palatucci è indicato dal Ministero dell’Interno come esemplare di ogni poliziotto, mentre la Chiesa ha introdotto la Causa di beatificazione e lo addita come esempio per ogni cristiano: perché egli imitò al meglio quel Gesù di Nazaret che, per definizione, è “l’uomo per gli altri”, fino “alla morte in croce”. Per saperne di più: P. Vanzan-M. Scatena, Giovanni Palatucci il Questore “giusto”, Pro Sanctitate, Roma 2007 (IV edizione aumentata, maggio 2009) e A. Picariello, “Capuozzo accontenta questo ragazzo”, San Paolo, Cinisello Balsamo (Mi) 2008


Il 25 febbraio si è tenuta a Roma lʼAssemblea annuale 2009 di Sergio Raimo

I

l giorno 25/02/2009, nella splendida sala nella sede dei Salesiani di Roma, sita in via Marsala 42, vicino la stazione Termini, si è svolta l’annuale Assemblea Generale dei Soci dell’Associazione Giovanni Palatucci così come previsto dallo Statuto Costitutivo della stessa. Anche quest’anno nutrita è stata la partecipazione dei referenti regionali e provinciali che hanno raggiunto la Sede romana già la sera precedente, ospiti nelle camere messe a disposizione dall’organizzazione nella stessa sede dei Salesiani.

La giornata incomincia con la celebrazione della Santa Messa presso la Basilica Salesiana del Sacro Cuore adiacente la sala della conferenza. Alle ore 10:00 prendono ufficialmente inizio i lavori subito dopo aver dato lettura dell’ordine del giorno ed aver espletato le pratiche burocratiche che lo statuto prevede. A prendere subito la parola è il Presidente, Mons Pietro Iotti che, dopo aver dato un caloroso saluto ai presenti, passa la parola al dott. Raimo Sergio per la lettura della re-

Foto di gruppo dei delegati all’Assemblea 2009

Mons. Iotti con alcuni partecipanti all’Assemblea 2009

lazione annuale esplicativa del lavoro svolto durante tutto il 2008. È la volta poi del tesoriere, Emilio Paterlini, che da lettura del bilancio annuale e spiega in maniera dettagliata le entrate e le uscite dell’Associazione durante il 2008. Il bilancio, sottoposto all’attenzione di tutti i soci presenti, viene approvato all’unanimità. Si inizia poi ad affrontare gli argomenti dell’ordine del giorno che quest’anno vertono principalmente sulle varie iniziative da prendere per i festeggiamenti ufficiali del Centenario della nascita di Giovanni Palatucci. Il primo argomento trattato e l’approvazione di un fumetto riguardante la vita di Giovanni Palatucci da pubblicare e distribuire alle scuole in occasione dei festeggiamenti. Diversi sono i bozzetti presentati ma l’assemblea, impossibilitata a prendere una decisione, forma una commissione di soci esperti in materia per lo studio di un progetto di fattibilità da sottoporre poi in una futura riunione. È la volta poi di prendere in esame il francobollo commemorativo realizzato da Poste Italiane su Giovanni Palatucci.

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Tutto l’evento viene ripreso dal servizio tecnico del Ministero diretto magistralmente dal Sost. Comm. Claudio Pelonzi, una delle colonne portanti della “Palatucci” nonché curatore della stampa del mensile “Associazione Giovanni Palatucci” diretto da Massimo Petrassi. In questa occasione viene presentato ai soci il dott. Carlo Mearilli, funzionario Amministrativo messo a disposizione dal Ministero per rafforzare lo staff della segreteria. Alle 12:30 circa l’assemblea effettua una breve pausa pranzo della durata di circa due ore. I soci tutti, come da programma, vengono invitati a pranzo nella vicina mensa dell’istituto dei Salesiani.

p. Vanzan prepara il suo intervento

Anche in questo caso si decide di formare una commissione di esperti capeggiati da Don Antonello, Cappellano della Polizia di Sato, il dott. Targusi, esperto in marketing e pubblicità, e il Sost. Comm. Angelo Gallo, referente per la provincia di Avellino. La commissione si occuperà di mettere in cantiere tutte le iniziative necessarie per l’emissione e l’annullo del francobollo, compreso la realizzazione di una cartolina commemorativa. Il Presidente decide di fare intervenire tutti i presenti che, con una breve relazione, portano a conoscenza gli intervenuti di tutte le attività svolte nelle province e regioni di appartenenza. Tra i tanti interventi importante è quello del dott. Giacobbe, Direttore degli Affari Generali del Ministero degli Interni, che porta i saluti del Capo della Polizia, Prefetto Antonio Manganelli, impossibilitato ad intervenire. Il dott. Giacobbe, entusiasta per la calorosa accoglienza ricevuta, garantisce una collaborazione fattiva da parte del Ministero nell’organizzazione del Centenario.

Mons. Saia Coordinatore Nazionale dei Cappellani di Polizia e Consigliere “a latere” dell’Associazione

Alle ore 15:30 i lavori riprendono per discutere degli ultimi argomenti presenti nell’ordine del giorno. Alle 17:00 circa si conclude l’Assemblea dopo un breve saluto da parte del Presidente Mons. Pietro Iotti e del Vice Presidente P. Vanzan e i soci che, dopo aver ritirato dal tesoriere il rimborso spese del viaggio sostenuto per raggiungere la capitale, lasciano l’assemblea dandosi appuntamento alla prossima occasione.

Lo storico Rolando Balugani

Mons.Iotti ed il Direttore responsabile Petrassi

Tutte le foto riguardanti la manifestazione sono scaricabili nell’archivio fotografico del sito dell’Associazione all’indirizzo www.associazionegiovannipalatucci.it. –9–


Alcune foto dellʼAssemblea annuale 2009

Paolo Messina, attivo referente nostro per la provincia di Messina ed ex allievo della Scuola di Polizia di RE

Prof. Carlo Melito, segretario, telefonista, sommelier, autista, tuttista.

Dott. Antonio Pagano, Vice Questore di Potenza, dinamico e tenace collaboratore. Ha due tesori: Antonio e Diego (che canta bene)

Il sorriso del fondatore, Mons. Alberto Alberti, ex collaboratore dei Cappellani di Polizia, ora in pensione; lavora per la sua diocesi, Firenze, nel settore pellegrinaggi

Don Antonello Lazzerini, Cappellano di polizia per la regione Marche; gran manager multimediale

Dott. Vincenzo Giacobbe, Dirigente centrale degli Affari Generali del Dipartimento di Polizia; conterraneo e collega di Giovanni Palatucci

Il sorridente massimo Viola, esperto video e radio del Dipartimento, ed il Sostituto Commissario di Polizia Claudio Pelonzi, mago della tipografia Crimnalpol

L’artista Nazareno Giusti, autore del libro “La vita di Giovanni Palatucci” a fumetti ora impegato a difesa della Patria

Sergio e Maria, l’ambo fortunato dell’Associzione

Dott. Angelo Gallo, Sostituto Commissario, Questore di Avellino

Il Dott. Angelo Picariello, giornalista di “Avvenire” e autore del fortunato volume “Capuozzo, accontenta questo ragazzo”, vita di Giovanni Palatucci

Ancora la Dott.ssa Maria Tucci, voleva la foto con il quadro di Palatucci: accontentata

Il Sostituto Commissario di Polizia Dott Rocco Ianniello, padre di Claudio, operatore scelto presso i “Musei Vaticani” e collaboratore del nostro periodico

Il tavolo della Presidenza: da sx il Dott. Rolando Balugani; il Presidente; il Vice Presidente Padre Piersandro Varzan S.J. con il Dott.Sergio Raimo, consigliere

Ha preso la parola il Vice revisore tecnico della Questura di Bologna, il quasi medico Alessandro Ligabue, nostro referente per la stessa provincia

Adesso il gruppo è completo ed è arrivato Claudio Gabrielli

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Sorrento: “Il Questore Giovanni Palatucci Testimone di Speranza di

A

nche la Città di Sorrento scopre Giovanni Palatucci come testimone di speranza ed esempio per le future generazioni affinché

L’Assistente Capo Carmela Vespoli

mai più si ripetano gli orrori del passato. “Il Questore Giovanni Palatucci Testimone di Speranza”: questo è il titolo del convegno svoltosi, lo scorso 24 aprile, nel Teatro S. Antonino annesso alla Cattedrale di Sorrento. L’evento, organizzato dalla Parrocchia della Cattedrale

L’Attrice Silvia Frasson

con la preziosa collaborazione dell’Assistente Capo di PS Gianluca Laudonia (che si è prodigato per l’ottima riuscita) ha visto la partecipazione, quale relatore, di Padre Piersandro Vanzan, Vicepresidente dell’Associazione “Giovanni Palatucci” di Roma; di S.E. Rev.ma Mons. Felice Cece, Arcivescovo di Sorrento e Castellammare di Stabia; di Vespoli Carmela, Assistente Capo del locale Commissariato di PS, che ha letto l’intervento preparato dalla Prof. Anna Foa non presente per motivi di famiglia, e del Parroco della Cattedrale, Don Luigi Di Prisco, che ha fatto da moderatore. Il convengo, incentrato sul ricordo della figura del Questore Giovanni Palatucci a cento anni dalla nascita, è stato caratterizzato dal clima “familiare”, nel quale si è svolto, e dalla partecipazione attenta, a tratti commossa, dei presenti che, al termine, si sono soffermati a lungo con Padre Piersandro Vanzan per degli approfondimenti. Durante la manifestazione l’artista locale, Fernando Corcione, ha donato al Vicepresidente dell’Associazione una propria opera raffigurante il Martire Irpino realizzata su un pezzo di legno d’ulivo, simbolo di pace;

Liberato Trotta

Convegno a Sorrento - Foto di Gruppo

Il Maestro Fernando Corcione consegna l’opera a p. Vanzan

successivamente il Sig. Lino Bogian, Presidente della locale sezione dell’ANPS (dedicata a Paola Pasquale agente di PS caduto durante un agguato) è intervenuto per leggere un testo preparato per l’occasione ed ha chiesto un minuto di raccoglimento in memoria del Questore Giusto. Infine il soprano Ilena Cafiero ha eseguito, cantato in maniera incantevole e

struggente, l’Inno a Giovanni Palatucci composto da Padre Franco Stano e musicato dal M.° Antonello Gibboni di Campagna. Gli effetti dell’evento culturale non sono tardati, tant’è che nei giorni successivi sono state formulate varie proposte per diffondere ulteriormente la conoscenza dell’opera di Palatucci soprattutto coinvolgendo le scuole.

Il Presidente dell’ANPS di Sorrento Lino Bogian durante il suo intervento

Gli utili della pubblicità vanno esclusivamente allʼAssociazione Onlus di “Giovanni Palatucci”

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Comunicazione e fede di

IV edizione della biografia di Palatucci

Massimo Petrassi

La comunicazione è una componente fortemente caratterizzante del nostro tempo. Anche i critici più severi di questa invasione dei mass media, sono, loro malgrado, condizionati da immagini o notizie flash che abituano ad una forma di recepimento delle informazioni breve, efficace e visiva. Riflettendo, nella storia della Chiesa, esistono esempi di comunicazione affidati a mezzi multimediali ante litteram. Il prezioso rotolo pergamenaceo dell’Exultet, risalente all’XI secolo, custodito fino ad oggi nell’Archivio storico diocesano di Avezzano, ne è un esempio. Questa pergamena veniva “srotolata” per tradizione nella Notte Santa dal Diacono che faceva vedere pian piano il testo e le miniature della pergamena. Il rotolo dell’Exultet diventava così uno strumento funzionale e comunicativo che, riunendo in sé immagine, parola e musica si costituiva come “annuncio” e conferiva solennità al mistero celebrato. Anche la Passione di Gesù non si sottrae e non si è sottratta a questa impostazione. Un esempio sono le numerosissime processioni del venerdì santo, che nascevano con l’intento di tramandare la tradizione. Altro esempio sono le raffigurazioni dell’arte pittorica di cui, la più alta espressione, è l’Ultima Cena affrescata da Leonardo da Vinci nel refettorio del convento domenicano di Santa Maria delle Grazie, a Milano. Una via artisticamente sublime per capire quell’atto d’inizio della Passione di Gesù che è la sua ultima cena e che ci coinvolge come ogni grande opera Particolare dell’Exultet d’arte sa fare.

IV Edizione ampliata del libro di Piersandro Vanzan S.J. e Mariella Scatena, "Giovanni Palatucci il Questore “giusto”; Edizioni Pro Sanctitate, anno 2009, pagg. 285, € 13,00. La vicenda di Giovanni Palatucci, che solo negli anni Ottanta era quasi sconosciuta in Italia, è negli ultimi dieci anni divenuta nota non solo agli specialisti ma ad un largo pubblico, grazie alle associazioni che sono nate a perpetuarne la memoria, agli scritti che si sono moltiplicati intorno alla sua figura, allo sceneggiato televisivo a lui dedicato, e più in generale all’interesse suscitato dalla riscoperta dell’opera dei salvatori, dei Giusti. Un forte impulso alla conoscenza della sua figura è venuto anche dall’apertura nel 2008 a Campagna, in provincia di Salerno, di un Museo, intitolato Itinerario della memoria e della pace, nel convento di San Bartolomeo, il luogo che fra il 1940 e il 1943 ospitò un campo di internamento per ebrei stranieri e dove Giovanni Palatucci riuscì a far inviare numerosi ebrei da Fiume, fidando sulla rete di protezione creata dallo zio Giuseppe Maria Palatucci, all’epoca vescovo di Campagna.

Prof.ssa Anna Foa

opera di Raffaella Tovo

PREGHIERA Signore Gesù, ti preghiamo: glorifica il Servo di Dio Giovanni Palatucci, che uomo giusto, esaltò il tuo nome al servizio degli umiliati e consumò la vita per amore. Per sua intercessione, donaci la grazia che ti chiediamo. Tu, puoi tutto, Signore e noi, per questo, restiamo fiduciosamente in attesa Amen tre Gloria al Padre... Chi ricevesse grazie per intercessione del Servo di Dio ne dia notizia al Postulatore. Tel. 3313747590

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