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La centrale termoelettrica di via Santa Radegonda, a pochi passi dal Duomo, svetta con la sua ciminiera (al centro nell’immagine).
La centrale fu inaugurata nel 1883. È stata la prima centrale elettrica continentale alimentata a vapore, la seconda al mondo dopo quella newyorkese di Pearl Street. La centrale elettrica fu operativa fino al 1921 e poi demolita per far posto al Cinema Odeon.
La sera del 26 dicembre 1883 il Teatro alla Scala di Milano si illuminò per la prima volta grazie all’energia elettrica, un evento epocale che rappresentò non
solo un traguardo tecnologico ma anche un simbolo di modernità per Milano e per l’Italia intera. Tra i protagonisti di questo straordinario progresso ci fu sicuramente Giuseppe Colombo, fondatore della Società Edison, ma anche Giovan Battista Pirelli, che giocò un ruolo chiave nella realizzazione delle infrastrutture necessarie per portare l’elettricità nel teatro più prestigioso del Paese. Furono installate 2.400 lampadine per sostituire le tradizionali lampade a gas.
Per rendere possibile l’illuminazione elettrica del teatro, era necessario realizzare
un’infrastruttura affidabile per la trasmissione dell’energia dalla centrale elettrica di via Santa Radegonda al teatro. In questa impresa la Pirelli, già attiva nella produzione di cavi isolati in gomma, ebbe un ruolo fondamentale.
L’inaugurazione avvenne in occasione della rappresentazione della “Gioconda” di Amilcare Ponchielli. La brillantezza della luce elettrica impressionò il pubblico. Il successo dell’illuminazione della Scala confermò la validità delle tecnologie adottate e segnò un punto di svolta nella percezione dell’elettricità come elemento imprescindibile della vita moderna.
1890: Cartolina d’epoca. La ciminiera della centrale elettrica di via Santa Radegonda.
Museo Leonardo3 un patrimonio d’interesse pubblico da tutelare
Museo Leonardo3 un patrimonio d’interesse pubblico da tutelare
IIltermine eccellenza a noi non piace troppo, ma […] il museo Leonardo se lo merita tutto […]. La Galleria è una miniera d’oro per le casse municipali, ma non può essere solo l’odore dei soldi a far ricca una città. Come è stata rinnovata la concessione alla libreria Rizzoli con lo sconto «culturale», così potrebbe continuare anche l’attività di Leonardo3. […] Che cosa pensa l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi?
l termine eccellenza a noi non piace troppo, ma […] il museo Leonardo se lo merita tutto […]. La Galleria è una miniera d’oro per le casse municipali, ma non può essere solo l’odore dei soldi a far ricca una città. Come è stata rinnovata la concessione alla libreria Rizzoli con lo sconto «culturale», così potrebbe continuare anche l’attività di Leonardo3. […] Che cosa pensa l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi?
Giangiacomo Schiavi da Museo Leonardo in Galleria. Le risposte che mancano Corriere della Sera
Giangiacomo Schiavi da Museo Leonardo in Galleria. Le risposte che mancano Corriere della Sera
SScrivo a sostegno di Leonardo3, il museo di altissima qualità dedicato a Leonardo da Vinci. Sono consulente di questa realtà da tre anni e sono rimasto molto colpito dalla dedizione di tutto il suo team, determinato a produrre esperienze di alto livello per un’ampia gamma di visitatori. Apprezzo particolarmente l’ambizione di intraprendere ricerche accurate e l’efficace educazione pubblica. Nel panorama degli spazi espositivi pubblici e privati a Milano e in Italia, Leonardo3 svolge un ruolo prezioso e ineguagliabile nella comprensione pubblica di questo grandissimo artista-scienziato-tecnologo del Rinascimento. Leonardo3 è molto più responsabile di altre esperienze su Leonardo e più audace dei musei statali e locali.
crivo a sostegno di Leonardo3, il museo di altissima qualità dedicato a Leonardo da Vinci. Sono consulente di questa realtà da tre anni e sono rimasto molto colpito dalla dedizione di tutto il suo team, determinato a produrre esperienze di alto livello per un’ampia gamma di visitatori. Apprezzo particolarmente
l’ambizione di intraprendere ricerche accurate e l’efficace educazione pubblica. Nel panorama degli spazi espositivi pubblici e privati a Milano e in Italia, Leonardo3 svolge un ruolo prezioso e ineguagliabile nella comprensione pubblica di questo grandissimo artista-scienziato-tecnologo del Rinascimento. Leonardo3 è molto più responsabile di altre esperienze su Leonardo e più audace dei musei statali e locali.
IIncastonato come un gioiello tra La Galleria Vittorio Emanuele II e Piazza della Scala, proprio di fronte alla statua di Leonardo, si trova il Museo Leonardo3. Colpisce il fatto che Milano non celebri con sufficiente orgoglio un’istituzione come Leonardo3, così vicina alla sensibilità museologica contemporanea. D’altra parte, Platone, nel mito della caverna, ci mette in guardia dagli sguardi innovatori destinati a essere accolti con diffidenza da chi vive all’ombra di schemi consolidati. Leonardo3, invece, rompe l’incantesimo del “museo-tempio”, convertendolo in una fucina di idee, un centro d’indagine e disseminazione, un luogo dove la conoscenza non è imbalsamata, ma viva, umile e al tempo stesso ambiziosa.
ncastonato come un gioiello tra La Galleria Vittorio Emanuele II e Piazza della Scala, proprio di fronte alla statua di Leonardo, si trova il Museo Leonardo3. Colpisce il fatto che Milano non celebri con sufficiente orgoglio un’istituzione come Leonardo3, così vicina alla sensibilità museologica contemporanea. D’altra parte, Platone, nel mito della caverna, ci mette in guardia dagli sguardi innovatori destinati a essere accolti con diffidenza da chi vive all’ombra di schemi consolidati. Leonardo3, invece, rompe l’incantesimo del “museo-tempio”, convertendolo in una fucina di idee, un centro d’indagine e disseminazione, un luogo dove la conoscenza non è imbalsamata, ma viva, umile e al tempo stesso ambiziosa.
L’eventuale chiusura di Leonardo3 pregiudicherebbe irrimediabilmente l’esperienza dei visitatori che cercano avidamente di comprendere le straordinarie conquiste di Leonardo, non ultimi i residenti di Milano, la città in cui ha trascorso gli anni più creativi della sua vita.
L’eventuale chiusura di Leonardo3 pregiudicherebbe irrimediabilmente l’esperienza dei visitatori che cercano avidamente di comprendere le straordinarie conquiste di Leonardo, non ultimi i residenti di Milano, la città in cui ha trascorso gli anni più creativi della sua vita.
La presenza di questo Museo in Galleria arricchisce la nostra esperienza del ruolo cruciale di Milano nella cultura italiana.
La presenza di questo Museo in Galleria arricchisce la nostra esperienza del ruolo cruciale di Milano nella cultura italiana.
Martin Kemp Professore emerito di Storia dell’arte, Università di Oxford
Meno Leonardo3, meno Milano: questa la verità. Grazie a questo museo-laboratorio, la città si arricchisce di una nota di modernità, scardinando un provincialismo che, altrimenti, graverebbe sulla sua identità culturale.
Meno Leonardo3, meno Milano: questa la verità. Grazie a questo museo-laboratorio, la città si arricchisce di una nota di modernità, scardinando un provincialismo che, altrimenti, graverebbe sulla sua identità culturale.
Leonardo3 non è un semplice contenitore d’arte, bensì un laboratorio di conoscenza esperienziale, incarnazione di una museologia interattiva e didattica.
Leonardo3 non è un semplice contenitore d’arte, bensì un laboratorio di conoscenza esperienziale, incarnazione di una museologia interattiva e didattica.
Thomas Villa da Il genio di Leonardo da Vinci in tre disegni. La mostra a Milano Artribune
Thomas Villa da Il genio di Leonardo da Vinci in tre disegni. La mostra a Milano Artribune
“Leonardo3 Museum è esempio di un intervento esclusivamente privato che con le proprie risorse, coniugando cultura, ricerca e innovazione, ha offerto alla Città di Milano un museo che richiama l’attenzione di turisti, esperti, e amanti della cultura scientifica che diventa arte.”
“Leonardo3 Museum è esempio di un intervento esclusivamente privato che con le proprie risorse, coniugando cultura, ricerca e innovazione, ha offerto alla Città di Milano un museo che richiama l’attenzione di turisti, esperti, e amanti della cultura scientifica che diventa arte.”
Luigi Abete
Luigi Abete
Presidente AICC (Associazione delle Imprese Culturali e Creative) dalla conferenza stampa del decennale del Museo Leonardo3
Presidente AICC (Associazione delle Imprese Culturali e Creative) dalla conferenza stampa del decennale del Museo Leonardo3
“Il Museo Leonardo3 è un esempio virtuoso di come la cultura possa rappresentare un motore di crescita e conoscenza, rafforzando il legame tra il nostro territorio e le figure che ne hanno segnato la storia.”
“Il Museo Leonardo3 è un esempio virtuoso di come la cultura possa rappresentare un motore di crescita e conoscenza, rafforzando il legame tra il nostro territorio e le figure che ne hanno segnato la storia.”
Francesca Caruso
FrancescaCaruso
Assessore alla Cultura Regione Lombardia dalla prefazione del catalogo della mostra Il cavallo, il mazzocchio e il volto del Maestro
Assessore alla Cultura RegioneLombardia dalla prefazione del catalogo della mostra Il cavallo, il mazzocchio e il volto del Maestro
Martin Kemp Professore emerito di Storia dell’arte, Università di Oxford
Museo Leonardo3 un patrimonio d’interesse pubblico da tutelare
top 10 dei musei visitati dei tesserati di Abbonamento Musei Lombardia
n°6 di 75 musei specializzati a Milano
n°14 di 349 musei a Milano
n°66 di 2002 attività a Milano (TripAdvisor)
1,9 milioni di visitatori dal 2013
270 mila visitatori nel 2024
Membro di ICOM e AICC
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INDICE | PRIMAVERA 2025
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Direttore Responsabile
Andrea Jarach
Hanno collaborato
Laura Bajardelli, Giacomo Canossa, Andrea Cherchi, Gustavo Cioppa, Bruno Dapei, Enrico Dapei, Carla De Albertis, Anna Maria Di Nunzio, Cristina Garbini, Chiara Giudici, Joy Lacanlale, Dario Luna, Alfonso Miro, Silvia Paterlini, Alberto Soci, Andrea Verdi, Rossella Vitali Fotografie degli eventi: Sergio Frezzolini per Album Italia
Stampa La Serigrafica Arti Grafiche, Buccinasco (MI)
Pubblicità info@wikimilano.it
è dedicato
4 EDITORIALE ANDREA JARACH
FOCUS ENERGIA
6 LUCIA VISCONTI PARISIO IL SETTORE DELL’ENERGIA
8 GUSTAVO CIOPPA IL DILEMMA DELLA DEMOCRAZIA
11 REFERENDUM SUL NUCLEARE IN ITALIA
18 ALFONSO MIRO RITORNO AL NUCLEARE UNA SCELTA PER IL FUTURO
21 FILM: NUCLEAR NOW
22 LUCA SQUERI NUCLEARE IN ITALIA “UNA REALTÀ ENTRO IL 2035”
24 RENATO MANNHEIMER L’OPINIONE DEGLI ITALIANI SUL NUCLEARE
28 LAURA BAJARDELLI UTILE,UTILISSIMO, MA FALLO DA UN’ALTRA PARTE
29 NEWS: I MERCANTI NEL PALAZZO DESK METROPOLITANO
30 ROBERTO MAVIGLIA RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA
PROTAGONISTI
31 FERRUCCIO JARACH E LE BUONE PRATICHE
34 GIOVANNI SANSÒ LA BIOSFERA UN EQUILIBRIO MIRACOLOSO
12 MILANO, UNA STORIA ELETTRICA
42 CARLA DE ALBERTIS BILL NIADA
EMANUELA NIADA
PAOLA AQUARO
ANNARITA BENINCASO
ANGELA MAURO
36 I PROTAGONISTI DELL’ ENERGIA MIAMA
STEFANIA BARTOCCETTI
46 AI TEMPI DI LEONARDO
48 CORSO DI FORMAZIONE POLITICA
50 INTELLIGENZA ARTIFICIALE
51 LIONS E ANGELI DEL BELLO
52 ALIMENTAZIONE CORRETTA 53 NUOVO CLUB LIONS
MILANO 56 AEMUSEUM 58 SCIENZA E TECNOLOGIA
I VOLTI DELL’OSSERVATORIO
Nei precedenti numeri abbiamo parlato di: 1) Osservatorio Metropolitano di Milano
2) Welfare ambrosiano
3) La città che sale
4) Intelligenza artificiale*
Per richiedere arretrati: info@wikimilano.it *numero 4 esaurito - disponibile in digitale
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Archivio fotografico AEM
Questo numero di WikiMilano
Leonardo Da Vinci, da sempre affascinato dall’energia della natura, durante il soggiorno milanese studiò le acque e le macchine che ne avrebbero sfruttato la forza. Particolare dal Codice Atlantico.
EDITORIALE | PRIMAVERA 2025
L’ENERGIA DI MILANO
Una storia di innovazione e risorse naturali
DI ANDREA JARACH
Apartire dal 6 febbraio 2026
Milano accoglierà migliaia di sportivi e il relativo indotto turistico per le Olimpiadi invernali. Uno dei premium partner dei giochi olimpici è Enel. La grande impresa dell’energia che ha annunciato proprio in questi giorni la creazione di una società, con Ansaldo e Leonardo, per lo sviluppo dell’energia nucleare di terza e quarta generazione. Uno sviluppo che gli italiani vedono con favore, come WikiMilano ha verificato con una ricerca esclusiva per Osservatorio Metropolitano, condotta dal professor Renato Mannheimer (a pag 24). L’indagine fotografa un’evoluzione dell’opinione pubblica rispetto ai risultati dei referendum del 1987 e del 2011, che furono totalmente negativi verso il nucleare (a pag 11).
Milano è il cuore pulsante dell’economia italiana e deve parte del suo sviluppo e della sua identità alla gestione e produzione dell’energia. La storia dell’energia nella città è strettamente intrecciata con la sua posizione
geografica, la ricchezza delle sue risorse idriche e la straordinaria capacità della città di reinventarsi, adattandosi alle innovazioni tecnologiche e ai bisogni della popolazione.
L’introduzione della rete elettrica nel XIX secolo permise la nascita di industrie tessili, meccaniche e chimiche. La città divenne uno dei primi centri urbani italiani a illuminarsi grazie alla corrente elettrica. L’energia, prodotta inizialmente dalle centrali idroelettriche delle Alpi lombarde, fu essenziale per alimentare non solo le fabbriche, ma anche la crescita dei trasporti pubblici, come i celebri tram milanesi.
Nel XX secolo Milano continuò a essere un laboratorio per le innovazioni energetiche: le nuove fonti di energia, come il gas naturale e, più tardi, il petrolio, permisero l’espansione urbana e industriale.
Oggi Milano è all’avanguardia nell’adozione di soluzioni energetiche innovative e sostenibili attraverso reti intelligenti, edifici green e una comunità sempre più consapevole.
>> La mattina del 2 novembre 1893 viene inaugurata la prima linea dei tram pubblici a trazione elettrica. I tram rossi fiammanti portano a Milano la modernità.
Tra due ali di folla percorrono le strade da Piazza del Duomo all’Arco della Pace.
>> Un anno alle Olimpiadi. La città si mobilita. In Piazza del Duomo viene inaugurata l’installazione innevata del logo di Milano - Cortina 2026. Spiccano gli orologi digitali del conto alla rovescia di Olimpiadi e Paralimpiadi.
>> Febbraio 2025 davanti al Duomo si inaugurano le strutture sportive del villaggio olimpico che vedono Enel e Samsung come premium partner.
IL SETTORE DELL’ENERGIA
Introduzione
e prospettive
Lucia Visconti Parisio
Professore ordinario di Scienza delle Finanze e membro del Consiglio di Amministrazione dell’Università degli Studi di Milano Bicocca. È esperta di Green Finance, ovvero di investimenti sostenibili e responsabili. Dal 2019 è delegata dal Rettore allo Sport Universitario. È componente del Comitato scientifico dell’Osservatorio Metropolitano di Milano.
A pag. 37 è pubblicata la tabella della produzione e del consumo dell’energia elettrica in Italia, Lombardia, Milano
Per consultare la pagina completa: www.wikimilano.it/wiki/ Lucia_Visconti_Parisio
L’industria della generazione elettrica ha accompagnato lo sviluppo del Paese, e la sua struttura si è adeguata nel tempo alle mutate condizioni economiche e sociali.
La filiera energetica ha una struttura complessa e composta da quattro fasi. L’energia viene generata tramite impianti caratterizzati da tecnologie diverse - idroelettrici, a combustibili fossili (gas e carbone), nucleari e tecnologie rinnovabili (solare, eolico, geotermico ecc.), e da una diversa collocazione geografica. Una volta generata, l’elettricità deve esser trasportata dal luogo di produzione ai luoghi di consumo per mezzo delle linee di trasmissione ad alta ed altissima tensione, e successivamente distribuita localmente. La fase finale è la consegna e la vendita ai singoli consumatori (domestici e industriali) con le connesse attività di misura e fatturazione.
Sino agli anni 2000 tutte le suddette fasi erano gestite all’interno di un’impresa pubblica, Enel, che svolgeva il ruolo di monopolista nel settore. La nazionalizzazione dell’industria e la costituzione di Enel nel 1962 rispondevano alla sfida di completare l’elettrificazione del Paese e di dotarlo di infrastrutture di generazione e trasporto tali da garantire il servizio universale agli utenti a prezzi regolati.
A partire dagli anni ’90 il settore dell’elettricità è stato interessato da una importante evoluzione a livello mondiale a favore della liberalizzazione e privatizzazione. La generazione di energia in Italia avviene ora in regime competitivo tra produttori
privati indipendenti che competono sul mercato all’ingrosso (ItalianPower Exchange), dove vengono selezionate a produrre le unità che hanno presentato l’offerta economicamente più conveniente. La domanda è rappresentata dai grandi consumatori, dai grossisti e dall’Acquirente Unico, ente che vende elettricità ai clienti in maggior tutela e tutele graduali. La trasmissione di elettricità è gestita in regime di monopolio regolamentato da Terna e remunerata in bolletta da una tariffa stabilita dall’autorità di settore (ARERA).
La distribuzione è condotta in regime di monopolio locale da gestori assegnatari del servizio. La vendita ai consumatori finali avviene in regime di concorrenza da parte dei fornitori liberamente scelti dagli utenti (se sul libero mercato) o assegnati tramite procedura competitiva (se sul mercato delle tutele).
La creazione di nuove piattaforme di mercato operanti in regime liberalizzato corrisponde ai più generali obiettivi europei di promozione della concorrenza e di creazione di un mercato unificato dell’energia in grado di garantire il massimo benessere degli utenti, consumatori domestici e imprese, attraverso la fornitura di un servizio al minor costo possibile.
La sfida che il settore sta affrontando in questi ultimi anni riguarda la decarbonizzazione della generazione di energia, che richiede investimenti in una crescente quota di impianti che utilizzano fonti rinnovabili, come solare ed eolico. Questo obiettivo si aggiunge a quelli tradizionali di energia conveniente e di sicurezza nelle forniture, creando così un sentiero di sviluppo molto complesso per la politica industriale ed energetica.
DI LUCIA VISCONTI PARISIO
>> 1928, linea elettrica Fraele-Milano. Lo sviluppo delle industrie lombarde richiede una grande quantità di energia. Sarà l’idroelettrico a costituire la risorsa primaria destinata a sostenere la crescita di uno dei principali poli industriali europei. La centrale di Fraele in Valtellina fu un prodigio di tecnologia per l’epoca.
REFERENDUM Il dilemma della democrazia
DI GUSTAVO CIOPPA
Gustavo Cioppa
(Napoli, 1942) è un magistrato italiano, docente presso l’Academy “Psicologia in Tribunale”, editorialista per il settimanale “Il Ticino” e per l’Osservatorio Metropolitano di Milano. È stato Procuratore Capo della Repubblica di Pavia e Sottosegretario alla Presidenza di Regione Lombardia.
Per consultare la pagina completa: www.wikimilano.it/wiki/ Gustavo_Cioppa
La Costituzione italiana sancisce (art. 1 comma 2 Cost.) che la sovranità “appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.
A questa disposizione introduttiva di grande impatto concettuale ed ermeneutico non corrisponde tuttavia una disciplina organica di quello che comunemente viene chiamato “referendum”, ossia il momento nel quale il popolo stesso è chiamato a “riferire”, ossia a esprimere la propria volontà. Istituto già noto, sebbene in distinte forme e in un distinto assetto ordinamentale, nel periodo romano della Repubblica, con celebri aneddoti (come la secessione dell’Aventino, simbolica manifestazione popolare del dissenso), il referendum, ossia la consultazione popolare tale da consentire al popolo stesso la manifestazione della propria volontà, può caratterizzarsi per diverse forme, nonché per differenti strutture ontologiche (si badi infatti che la legge sul funzionamento e sulla procedura del referendum, la l. 25 maggio 1970 n. 352, si riferisce solo ad un tipo di referendum, quello abrogativo, disciplinato dall’art. 75 Cost.).
Del referendum esistono diverse tipologie, come appena anticipato: il referendum approvativo, volto all’approvazione di una determinata legge (non previsto dalla nostra Costituzione, ma in quelle di altre nazioni, come la Svizzera), il referendum consultivo (previsto, peraltro nella forma del referendum costituzionale, ossia di un referendum incidente su norme di rango costituzionale, dagli artt. 132 e 133 Cost.) e il referendum abrogativo (previsto dall’art. 75 Cost.). Premesse le varie tipologie nelle quali può estrinsecarsi (le quali possono anche combinarsi tra loro, essendo ad esempio prospettabile come legittimo un referendum per così dire “atipico”, che cioè
rechi i tratti di un referendum consultivo o approvativo pur con le modalità di cui all’art. 75 Cost.), è ora d’uopo riflettere da un lato sul suo fondamento ontologico generale e dall’altro se sia ammissibile e in che termini una consultazione popolare su quesiti estremamente tecnici e complessi. Sul tema già Aristotele aveva posto in risalto come la democrazia, che rappresenta a suo dire la migliore forma di governo, perché la più equilibrata quanto a calibrazione del potere, nonché la più idonea a concretare la miglior forma di giustizia distributiva, possa trovare espressione in primo luogo proprio attraverso la deliberazione popolare (seppure non consentita a tutti, posto che donne e schiavi nell’antica Grecia non potevano votare). A dire del filosofo greco, solo in tal senso la volontà, nella sua forma pubblica, avrebbe potuto manifestarsi, ossia nel fondamentale luogo, reale e simbolico al tempo stesso, dell’assemblea popolare, con un vivo e vivace dibattito a più voci. Tali postulati verranno approfonditi e corroborati secoli dopo da Kant ed Hegel. Il primo, in particolare, ne evidenzierà l’inferenza sul piano filosofico e giuridico con il ruolo della volontà e con la forma e la sostanza della realtà fenomenica sub specie politica, nelle sue principali opere (Critica della ragion pura, Critica della ragion pratica e Critica del giudizio), riconnettendo l’istituto referendario alla sfera etica, morale e della decisione, decisione quale espressione, almeno auspicabilmente, di etica e morale, proprio di quella legge morale
>> Il referendum come pura concessione del “mostro” statuale è la visione di Thomas Hobbes nella sua celebre opera sul potere scritta nel XVII secolo, Leviathan (qui a destra la copertina originale).
PUNTI DI VISTA
a noi interna (Critica della ragion pratica) e formulazione di un giudizio pubblico (Critica del giudizio). Hegel, dal canto suo, ne tratterà in relazione alla dialettica della società civile e dello Stato, in maniera copiosa, nella Fenomenologia dello Spirito, vedendo nell’istituto referendario la somma manifestazione della Coscienza rappresentata dalla volontà popolare. Sotto altro, distinto ma connesso, profilo, Hobbes e Shopenhauer vedevano invece l’istituto come una gentile concessione fatta da un tiranno, lo Stato, equiparato da Hobbes al celebre mostro biblico, il Leviatano. La circostanza che nella nostra Costituzione a occuparsi del referendum, peraltro solo di quello abrogativo, sia, in modo tutt’altro che organico, una sola norma, l’art. 75, potrebbe avvalorare tale seconda pessimistica prospettiva. E pur tuttavia le norme giuridiche, come sempre, dipendono dal diritto vivente, e cioè dalla quantità e qualità dell’etica presente in uno Stato (nozione già abbozzata in Hegel, Fenomenologia dello Spirito). E così, ancora una volta, l’etica, l’etica assoluta, l’hegeliano Spirito Assoluto, precede e giustifica l’insieme delle norme giuridiche. Premessi questi brevi cenni sul referendum in generale, si deve ora scrutinare la tematica del referendum su questioni complesse e tecniche, come potrebbe essere, ed effettivamente è stato, in tema di scelta sull’energia nucleare, oppure, in tempi più recenti, relativamente alla separazione delle carriere dei magistrati e alla modifica della norma del codice di procedura penale relativa ai presupposti delle misure cautelari. La Corte Costituzionale, quanto all’ammissibilità del referendum, già in una celebre sentenza del 1978 e con orientamento invariato così si era espressa: “in primo luogo (…) sono inammissibili le richieste così formulate, che ciascun quesito da sottoporre al corpo elettorale contenga una tale pluralità di domande eterogenee, carenti di una matrice razionalmente unitaria, da non poter venire ricondotto alla logica dell’art. 75 Cost.; discostandosi in modo manifesto ed arbitrario dagli scopi in vista dei quali l’istituto del referendum abrogativo è
stato introdotto nella Costituzione, come strumento di genuina manifestazione della sovranità popolare. In secondo luogo, sono inammissibili le richieste che non riguardino atti legislativi dello Stato aventi la forza delle leggi ordinarie, ma tendano ad abrogare - del tutto od in parte - la Costituzione, le leggi di revisione costituzionale, le “altre leggi costituzionali” considerate dall’art. 138 Cost., come pure gli atti legislativi dotati di una forza passiva peculiare (e dunque insuscettibili di essere validamente abrogati da leggi ordinarie successive). In terzo luogo, vanno
delle leggi espressamente indicate dall’art. 75, che la preclusione debba ritenersi sottintesa.” (Corte Costituzionale sentenza n. 16 del 02.02.1978). Ecco allora che il referendum su questioni complesse rischia di tradursi in un inammissibile consultazione popolare su quesiti estremamente diversificati, finendo per divenire un referendum ad oggetto indefinito ed “omnibus”, come tale inammissibile – tale profilo di inammissibilità si poteva peraltro profilare in ordine al referendum, relativamente recente, sulla separazione delle carriere
>> 1987, campagna per il NO all’energia nucleare in Italia
del pari preclusi i referendum aventi per oggetto disposizioni legislative ordinarie a contenuto costituzionalmente vincolato, il cui nucleo normativo non possa venire alterato o privato di efficacia, senza che ne risultino lesi i corrispondenti specifici disposti della Costituzione stessa (o di altre leggi costituzionali). In quarto luogo, valgono infine le cause d’inammissibilità testualmente descritte nell’art. 75 cpv., che diversamente dalle altre sono state esplicitate dalla Costituzione, proprio perché esse rispondevano e rispondono a particolari scelte di politica istituzionale, anziché inerire alla stessa natura dell’istituto in questione. Ma, anche in tal campo, resta inteso che l’interpretazione letterale deve essere integrata - ove occorra - da un’interpretazione logico-sistematica, per cui vanno sottratte al referendum le disposizioni produttive di effetti collegati in modo così stretto all’ambito di operatività
dei magistrati, stante il gran numero e la grande diversità dei quesiti. Un referendum su questioni complesse, dunque, per essere ammissibile e passare così il vaglio della Corte Costituzionale, deve possedere un’anima unitaria, deve cioè avere un oggetto definito e non generalizzato. Quanto al referendum su quesiti tecnici, che può anche combinarsi con il precedente, si devono fare valutazioni affini ma distinte. La questione tecnica richiama infatti, sotto un profilo squisitamente di diritto amministrativo, il tema dell’attività vincolata. Il quesito tecnico risulta allora non solo di difficile comprensione, ma anche quesito che, per sua natura, sarebbe sottratto alla consultazione popolare, stante appunto il suo alto tecnicismo –è per tale ragione, probabilmente, che l’art. 75 Cost. stabilisce che sono sottratte alla consultazione referendaria le leggi tributarie e di bilancio.
Solo infatti la pubblica amministrazione, e in particolare lo Stato, inteso come Stato-apparato, ossia la pubblica amministrazione per antonomasia, può provvedere sull’ambito tecnico, possedendo un apparato tecnico e amministrativo certamente qualificato e adeguato. Si pone comunque, in relazione tanto ai referendum su quesiti complessi che a quelli su quesiti tecnici, il tema della effettiva conoscibilità in capo al popolo, spesso privo di strumenti culturali e professionali tali da consentire un’adeguata comprensione dei quesiti sui quali è chiamato a decidere. Se certamente allora deve essere astretto un ponte concettuale tra l’art. 75 Cost. (referendum) e l’art. 1 comma 2 Cost. (principio della sovranità popolare), è altresì vero che tale legame deve essere veritiero ed effettivo e non solo apparente. La sovranità deve cioè essere effettiva. Se poi, come è vero, l’art. 97 Cost. fissa il principio di imparzialità dell’azione amministrativa, affinché l’azione dello Stato-apparato possa davvero rispondere alle reali esigenze della società civile e dello stesso Stato, inteso come Statocomunità, è allora imprescindibile che non vengano adoperate, nemmeno in forma indiretta, gravi quanto inaccettabili disparità di trattamento. Si torna al tema della centralità dell’educazione e della formazione, nonché alla centralità dell’istruzione e della scuola (art. 34 Cost.). Più e prima ancora delle specifiche norme tecniche (art. 75 Cost.) diviene allora preliminare verificare l’effettività e lo stato del diritto vivente relativamente alle norme sancite nella parte I della Costituzione, che della parte II, relativa al funzionamento dello Stato, costituiscono l’indefettibile premessa e postulato, con particolare riferimento alla consapevolezza e all’autocoscienza in relazione a quesiti referendari complessi e tenici, alla norma costituzionale in tema di educazione, formazione, cultura e istruzione (art. 34 Cost.), posto che solo un’adeguata formazione ed istruzione consentono di possedere adeguati strumenti culturali per vivere e interpretare la vita, individuale e pubblica.
REFERENDUM SUL NUCLEARE IN ITALIA (1987 E 2011)
L’Italia ha affrontato il tema dell’energia nucleare attraverso due referendum abrogativi, nel 1987 e nel 2011, entrambi con esito negativo per il nucleare. Ecco la storia di questi referendum:
1. Il Referendum del 1987
Contesto storico
Dopo il disastro di Chernobyl (aprile 1986), l’opinione pubblica italiana divenne fortemente contraria al nucleare.
All’epoca, l’Italia aveva quattro centrali nucleari attive (Latina, Garigliano, Caorso e Trino Vercellese) e altre in costruzione.
Referendum
L’8 e 9 novembre 1987 si svolse un referendum con tre quesiti relativi al nucleare. Il voto portò alla graduale chiusura delle centrali e al blocco di nuovi impianti.
Esito
Circa l’80% degli italiani votò per l’abrogazione delle norme che permettevano la costruzione di nuove centrali e che regolavano gli investimenti pubblici nel nucleare.
Nei successivi anni, le centrali italiane vennero disattivate e l’Italia divenne completamente dipendente
dall’importazione di energia nucleare, soprattutto dalla Francia.
2. Il Referendum del 2011
Contesto storico
Nel 2008 il governo Berlusconi aveva rilanciato un piano per il ritorno al nucleare, prevedendo la costruzione di nuove centrali.
Il disastro di Fukushima (marzo 2011) riaccese il dibattito e rafforzò l’opposizione popolare al nucleare.
Referendum
Situazione e prospettive future
L’Italia oggi non ha centrali nucleari attive, ma importa energia nucleare da Francia, Svizzera e Slovenia. Negli ultimi anni, alcuni politici e scienziati hanno rilanciato il dibattito sul nucleare di nuova generazione
Il 12 e 13 giugno 2011 gli italiani furono chiamati a esprimersi sull’abrogazione delle norme che consentivano la realizzazione di nuove centrali nucleari.• Il referendum si svolse insieme ad altri quesiti (come quello sull’acqua pubblica e sul legittimo impedimento).
Esito
Il 95% dei votanti disse NO al ritorno del nucleare. L’affluenza superò il 50% + 1 degli aventi diritto, rendendo il referendum valido. Il progetto di rilancio del nucleare in Italia venne definitivamente bloccato.
(reattori più sicuri e più piccoli), soprattutto in relazione alla transizione ecologica e alla riduzione delle emissioni di CO₂.
Conclusione I referendum del 1987 e del 2011 hanno segnato l’abbandono dell’energia nucleare in Italia. Oggi il dibattito rimane aperto.
(testo generato da Intelligenza Artificiale)
>> A pagina 24 i risultati del sondaggio dell’Osservatorio
Metropolitano di Milano per WikiMilano
FOCUS MILANO, UNA STORIA ELETTRICA
Iprimi contatti che i milanesi ebbero con i fenomeni elettrici furono probabilmente riservati ai pochi privilegiati che nei salotti buoni della Milano del ’700 furono partecipi di una delle mode di quel tempo, quella di impressionare dame e cicisbei con qualcuno di quegli strani effetti dell’elettricità statica (scosse, scintille, capelli drizzati) che scienziati professionisti o dilettanti andavano indagando e un po’ alla volta comprendendo. L’illuminazione elettrica fu preceduta da quella a gas, grazie all’ingegnere francese Philippe Lebon (che aveva per moglie una Brambilla, milanese), che nel 1799 illuminò a gas i giardini pubblici di Parigi. Le sue ricerche ed esperimenti furono ripresi da Murdoch che nel 1812 a Londra realizzò la prima illuminazione pubblica a gas. Un tentativo ripreso anche a Milano nel 1818 da uomini passati alla storia per altri motivi: i conti Luigi Porro Lambertenghi e Federico Confalonieri e Silvio Pellico, che fondarono una società finanziaria per dare a Milano l’illuminazione pubblica a gas, alla cui audace iniziativa si era associato, come risultò dagli archivi di casa Porro, anche un famoso scienziato del tempo. Pare si trattasse di Alessandro Volta
Già verso la fine del Settecento ci fu modo di appassionarsi ai dibattiti fra Galvani e Volta sulla natura dei fenomeni elettrici e qualcuno avrà assistito di persona alle dimostrazioni della pila di Volta, un’invenzione fondamentale per innescare nella prima metà dell’Ottocento gli utilizzi pratici delle correnti elettriche “deboli” nel campo della telegrafia e di altre applicazioni, che cominciarono a
coinvolgere un maggior numero di cittadini. Per assistere ad un primo significativo esempio di utilizzo a Milano di correnti elettriche “di potenza” bisogna arrivare al 1877, quando la sera del 18 marzo fu fatta la prima dimostrazione di illuminazione pubblica elettrica con una potente lampada ad arco in cima a una torre appositamente eretta in piazza Duomo. Il primo esperimento di illuminazione a lampadine venne fatto invece nel 1883 nel ridotto della Scala e nei caffé della Galleria, e nel 1893 uscì il primo “tranvai” a trazione elettrica lungo una linea di tre chilometri da piazza Duomo a corso Sempione. Solitamente le fiabe iniziano con il classico “C’era una volta...”. Anche quelle dell’epoca moderna. Una in particolare,
>> UN “MILANESE” D’ECCEZIONE
Thomas Alva Edison, nato nel 1847 a Milan (Ohio - USA), geniale inventore e ispiratore della rivoluzione elettrica della Milano (Italia) di fine ‘800
che ha pure un sapore vagamente lombardo. Thomas Alva Edison, nato a Milan (nell’Ohio, Stati Uniti), fu costretto a lavorare giovanissimo: venditore di giornali sui treni a dodici anni, telegrafista a quindici. Un giorno del 1879 Edison, il più geniale inventore del suo tempo, titolare di circa 1500 brevetti di ogni genere, progettò le prime lampade, dapprima con filamento di carbone, poi di cotone carbonizzato. A lui si deve, inoltre, l’idea della produzione centralizzata dell’elettricità. Con l’aiuto finanziario di J.P. Morgan, Edison nel 1882 impiantò a New York la prima centrale e fondò una società per la distribuzione dell’elettricità, che ben presto arrivò anche in Europa.
Fu Giuseppe Colombo, insigne ingegnere, lungimirante imprenditore e poi Rettore del Regio Istituto Tecnico Superiore di Milano (l’attuale Politecnico) dal 1897 al 1921, a portare in Italia il sistema per l’illuminazione elettrica Edison: aveva avuto modo di osservarlo e studiarlo all’Esposizione di Parigi del 1881 e, ritenendolo superiore a tutti gli altri, iniziò subito le trattative per ottenerne l’esclusiva in Italia. A Milano la Società Edison fu fondata nel 1884. Sarà lo stesso Colombo ad affermare che ‘’l’Italia, circondata dalle Alpi e percorsa in tutta la sua lunghezza dall’Appennino, è uno dei Paesi più ricchi d’acqua e di alte cadute”. E ancora “la regione più ricca è la valle del Po i cui confluenti provenienti dalle Alpi hanno un’abbondanza d’acqua e una regolarità di regime assai maggiore di quelli provenienti dall’Appennino”. Intanto, nel 1883 era stato installato il primo generatore elettrico in provincia di Sondrio, azionato idraulicamente,
presso il cotonificio Amman di Chiavenna. La giunta comunale di Milano, guidata prima da Giuseppe Mussi e poi da Giovanni Battista
Barinetti, in previsione della scadenza della convenzione con la Edison per l’illuminazione pubblica prevista per il 1904, commissionò all’Ufficio tecnico comunale uno studio sulle diverse scelte praticabili per produrre l’energia elettrica necessaria alla gestione diretta dei diversi servizi pubblici. Fra i progetti predisposti venne prescelto quello che prevedeva la costruzione di una centrale termoelettrica della potenza necessaria a garantire il servizio di illuminazione elettrica, la fornitura di energia agli impianti di sollevamento dell’acqua potabile oltre alla possibilità di vendere energia ai privati, sia per la forza motrice che per l’illuminazione.
“Si annunzia che nella sua ultima riunione la giunta avrebbe deciso - si legge sul Corriere della Sera del 19 giugno 1903 - di studiare, allo scopo
di presentarlo ad una delle prossime sedute del Consiglio Comunale, il progetto di diretta produzione di energia elettrica, in vista del fatto che con la fine dell’anno venturo scade il contratto del Comune con la Edison per la illuminazione pubblica. Il Municipio, non avendo potuto trovare una forza idraulica, penserebbe a produrre l’energia stessa con un impianto a vapore e a tal uopo costruirebbe una grande officina su un’area di sua proprietà”.
Nella seduta del 28 dicembre dello stesso anno il Consiglio Comunale deliberò la costruzione della centrale di piazza Trento, nei pressi dello scalo ferroviario di Porta Romana (pag. 57), per avere l’energia necessaria all’illuminazione pubblica, in attesa degli impianti idroelettrici in costruzione in Alta Valtellina. Era un impianto termoelettrico, con funzioni di integrazione e riserva, che entrò in funzione nel giugno 1905.
>> LE DIGHE DI LOMBARDIA
Le prime dighe della Lombardia risalgono alla fine del XIX secolo, ma è nel periodo tra gli anni ’20 e ’50 del Novecento che si registra il massimo sviluppo. In quegli anni, il settore idroelettrico divenne una priorità strategica per l’Italia, che puntava a ridurre la dipendenza dalle fonti energetiche importate.
Le Alpi lombarde, con i loro fiumi e laghi glaciali, offrivano le condizioni ideali per lo sfruttamento dell’energia idrica. Le vallate alpine furono protagoniste di un’intensa attività di costruzione, che portò alla realizzazione di imponenti dighe nei territori di Sondrio, Bergamo e Brescia.
Le dighe lombarde sono il cuore del sistema idroelettrico regionale. La Lombardia, grazie alla presenza di numerosi impianti, è uno dei maggiori produttori di energia idroelettrica in Italia. Questa fonte rinnovabile ha contribuito in modo significativo allo sviluppo economico della regione, fornendo energia pulita e sostenibile a industrie e abitazioni.
FOCUS
La luce elettrica era il più evidente e affascinante frutto del progresso industriale che cominciava a manifestare i propri effetti tra le grandi masse urbanizzate.
L’alimentazione delle lampade che illuminavano la città richiese anche la realizzazione di un impianto per trasformare la corrente alternata in corrente continua. La sottostazione convertitrice di via Gadio a Milano, nei pressi del Castello Sforzesco, venne costruita nel 1907 proprio per trasformare la corrente alternata prodotta in piazza Trento in corrente continua, utilizzata per il funzionamento delle lampade ad arco dell’illuminazione pubblica e, in seguito, per l’alimentazione delle linee tranviarie.
Per garantire lo sviluppo economico e sociale di Milano il Comune scelse di gestire in proprio un settore strategico come la produzione e la distribuzione di energia elettrica. Era il 7 dicembre 1910, giorno del patrono di Milano, Sant’ Ambrogio. E l’8 dicembre i cittadini elettori milanesi, che otto mesi prima avevano approvato per referendum la proposta del Comune di affidare la gestione degli impianti elettrici comunali già esistenti a un’azienda municipalizzata, furono i fondatori.
La consultazione popolare era stata fissata il 10 aprile 1910. Questi i numeri: su 16.562 gli elettori che si presentarono alle urne, 15.059 furono i ‘sì’. Il primo gennaio 1911 l’Azienda Elettrica Municipale iniziò la sua attività con 13.000 clienti privati e 134 comunali.
Si ringrazia AEM e i suoi “pensionati” per la collaborazione.
>> 1877, primo esperimento di illuminazione elettrica in piazza Duomo a Milano
>> In via Santa Radegonda, a pochi passi dal Duomo, s’innalza la ciminiera della prima centrale elettrica in Europa.
>> sopra, Alessandro Volta presenta la sua pila all’imperatore Napoleone Bonaparte
A destra, settembre 1800, la Società Scientifica Britannica dà notizia di Mr. Alexander Volta da Como “in the Milanese”, che informa di aver inventato un mezzo per produrre elettricità.
ALESSANDRO VOLTA, UN PRIMATO LOMBARDO
L’energia diventa scienza: dalla scoperta del metano alla prima produzione di elettricità.
Nel 1776 Alessandro Volta fu informato che sulle rive del Lago Maggiore era stato trovato un gas infiammabile sprigionato spontaneamente dal terreno. Il giovane Volta, frugando con un bastone il fondo melmoso dell’acqua, osservò numerose bollicine gassose che salivano a galla per poi svanire nell’aria. Raccolse tale gas e, scoprendone il carattere infiammabile, parlò di “aria infiammabile nativa delle paludi”: aveva scoperto il metano!
Volta eseguì una serie di esperimenti, riuscendo a produrre l’accensione di tale gas tramite scariche elettriche anche in un ambiente chiuso. All’età di 31 anni isolò dunque il metano, inducendo una reazione chimica che sarà alla base della creazione del
FORSE NON TUTTI SANNO CHE
GIUSEPPE COLOMBO, PIONIERE DELL’INDUSTRIA ELETTRICA ITALIANA
Nacque a Milano in una famiglia della piccola borghesia. Dopo essersi diplomato con lode, studiò all’Università di Pavia, laureandosi a soli 20 anni. Insegnò al Politecnico di Milano dal 1865 al 1911, formando figure di spicco come Pirelli e Forlanini Visionario imprenditore, contribuì alla nascita dell’industria elettrica in Italia. Nel 1883 inaugurò la prima centrale elettrica dell’Europa continentale a Milano, in via Santa Radegonda. Fu deputato, ministro delle Finanze e del Tesoro, e presidente della Edison dal 1896, guidando
lo sviluppo del sistema elettrico lombardo. Dal 1897 fu rettore del Politecnico di Milano. Ricoprì numerosi ruoli istituzionali, tra cui quello di Presidente della Camera dei Deputati e di Senatore del Regno. Fu presidente del Credito Italiano nel 1909.
motore a scoppio.
Alla fine del ‘700 Volta inventò la pila, il primo apparecchio per generare corrente.
Napoleone Bonaparte ne capì subito l’importanza scientifica e insignì Volta di cariche accademiche molto ben remunerate.
Il termine “pila” viene convenzionalmente utilizzato per indicare un generatore di forza elettromotrice costante, e questo nome deriva dalla disposizione a pila del generatore di Volta, costituito appunto da coppie impilate di dischi di rame e zinco e separate da un foglio imbevuto di una soluzione elettrolitica.
Dalla pila di Alessandro Volta trae origine dunque la grande rivoluzione industriale indotta dall’utilizzo dell’energia elettrica.
>> Sotto, Giuseppe Colombo: l’uomo che portò l’elettricità a Milano.
La statua di Colombo sulla facciata principale del Politecnico di Milano in piazza Leonardo da Vinci.
>> L’illuminazione elettrica arriva alla Scala nel 1883. È il segno dell’ingresso di Milano nell’era della crescita industriale.
FORSE NON TUTTI SANNO CHE...
IL RUOLO DI PIRELLI NELL’ILLUMINAZIONE
DEL
TEATRO ALLA SCALA
La sera del 26 dicembre 1883, il Teatro alla Scala di Milano si illuminò per la prima volta grazie all’energia elettrica, un evento epocale che rappresentò non solo un traguardo tecnologico ma anche un simbolo di modernità per la città e per l’Italia intera. Tra i protagonisti di questo straordinario progresso ci fu anche l’industria Pirelli, che giocò un ruolo chiave nella realizzazione delle infrastrutture necessarie per portare l’elettricità nel teatro più prestigioso del Paese. Negli anni ’80 dell’Ottocento, Milano era già un centro nevralgico dell’industria e dell’innovazione italiana. La città stava sperimentando l’introduzione di nuove tecnologie, e l’elettrificazione era al centro di questo fermento. La Società Edison di Milano, fondata nel 1880, era stata incaricata di progettare il sistema che avrebbe portato l’energia elettrica alla Scala, alimentando le 2.400 lampadine installate per sostituire le tradizionali lampade a gas. Per rendere possibile l’illuminazione elettrica del teatro, era necessario realizzare un’infrastruttura affidabile per la trasmissione dell’energia dalla centrale elettrica di via Santa Radegonda (la prima
d’Europa alimentata a vapore) al teatro. In questa impresa, la Pirelli, già attiva nella produzione di cavi isolati in gomma, ebbe un ruolo fondamentale.
I cavi prodotti dall’azienda milanese furono utilizzati per trasportare la corrente in modo sicuro ed efficiente, garantendo il funzionamento del sistema di illuminazione. L’impiego della gomma come materiale isolante, una delle innovazioni introdotte da Giovanni Battista Pirelli, assicurò una trasmissione stabile dell’energia e ridusse il rischio di cortocircuiti, un problema frequente con le tecnologie dell’epoca.
ALBERT EINSTEIN, IL MILANESE
Tra i vari luoghi che hanno segnato la vita di Albert Einstein figura anche Milano, dove il futuro padre della teoria della relatività trascorse alcuni anni fondamentali per la sua formazione personale e intellettuale. Nel 1894, Albert, allora quindicenne, si trasferì a Milano con la famiglia. Suo padre Hermann e lo zio Jakob, imprenditori nel settore elettrotecnico, avevano aperto in città una piccola azienda meccanica, specializzata nella produzione di apparecchiature elettriche. L’impresa aveva sede in via Porta Tenaglia, vicino all’attuale quartiere Garibaldi.
>> Uno dei primi tram elettrici di Milano e il ritaglio di un giornale dell’epoca che ricorda l’emozione con cui fu accolto il nuovo mezzo nel 1893. Una curiosità nelle ultime 3 righe dell’articolo, nulla cambia...
L’esperienza milanese di Einstein fu relativamente breve. Tuttavia, il periodo trascorso a Milano rappresentò un momento di transizione fondamentale nella sua vita, segnando il passaggio dall’adolescenza alla maturità e l’inizio di un percorso che lo avrebbe portato a diventare uno dei più grandi scienziati della storia.
>> Albert Einstein adolescente.
Sotto, la targa in via Bigli 21 a Milano che ricorda la permanenza del giovane Albert dal 1894 al 1900.
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Tra gli elementi architettonici più fragili e caratteristici della Cattedrale, le 135
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RITORNO AL NUCLEARE
Una scelta per il futuro
DI ALFONSO MIRO
Alfonso Miro
Generale di Divisione, vanta una vasta e diversificata competenza professionale, oltre a due lauree e due master. Nello specifico campo tecnologico ha comandato la Brigata Trasmissioni, unità che raggruppa tutti i reparti delle trasmissioni dell'Esercito, e diretto tutti i maggiori progetti tecnologici della Forza Armata, tra cui la creazione dei Centri di sicurezza cibernetica (cyberdefense). Ha prestato servizio in vari teatri operativi, quali l'Albania, la Bosnia e l'Afghanistan. Ha una consolidata esperienza in relazioni internazionali, maturata in diverse situazioni d'impiego, tra cui la frequenza del Centro Alti Studi per la Difesa in Francia. È stato Addetto per la Difesa in Russia, Armenia, Bielorussia e Turkmenistan e per ultimo Comandante dell'Esercito in Lombardia fino al febbraio 2024. È componente del Comitato scientifico dell’Osservatorio Metropolitano di Milano.
Per consultare la pagina completa: www.wikimilano.it/wiki/ Alfonso_Miro
IL CONTESTO GENERALE
La perdurante complessità dello scenario geopolitico e le conseguenti tensioni internazionali hanno riproposto all’attenzione del mondo il tema dell’energia. Si tratta di un fattore fondamentale per la sopravvivenza del genere umano che, come tale, ha assunto un ruolo sempre più rilevante nei rapporti di forze sia fra i vari Paesi, sia nell’ambito del sistema delle alleanze politiche mondiali.
Nello specifico, il conflitto russoucraino ha accentuato il problema della dipendenza europea dal gas russo, senza una valida alternativa, se non con costi superiori che, nel medio termine, sono destinati a determinare effetti molto dannosi per le economie occidentali, peraltro già evidenti. È tempo quindi di riflettere sul tema del nucleare, unica fonte in grado di costituire una reale alternativa agli idrocarburi (pur tenendo conto della crescente diffusione delle fonti rinnovabili). Al riguardo, di recente in Europa si è diffuso un grande interesse per gli investimenti nel nucleare: sia per ridurre l’uso dei combustibili fossili, a cui si deve il cambiamento climatico, sia per limitare la dipendenza dalla Russia, uno dei principali Paesi che esportano gas naturale e petrolio. Molti governi però sono piuttosto frenati nel ricorso a questo tipo di energia per il timore di andare contro una parte della popolazione che la ritiene pericolosa e, in generale, per il fatto che è un tema molto divisivo. Il pericolo risiede non solo nella possibilità che accadano incidenti, quali Chernobyl e Fukushima, ma anche nelle scorie che conservano radioattività per centinaia di anni, necessitando quindi di stoccaggio peculiare e siti dedicati.
LA STORIA ITALIANA
In Italia l’energia nucleare ha avuto un percorso significativo iniziando negli anni ‘60 e attraversando diverse fasi di sviluppo, opposizione e cambiamenti politici.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’Italia ha avviato un programma nucleare con la creazione del Centro Informazioni Studi ed Esperienze (CISE) a Milano, coinvolgendo importanti aziende e scienziati italiani. Nel 1955, con il programma “Atomi per la Pace” degli Stati Uniti, l’Italia ottiene la possibilità di sviluppare il nucleare per scopi pacifici, sebbene con restrizioni sull’uranio arricchito. Nel 1963 viene attivata la prima centrale nucleare a Latina, seguita dalla costruzione di impianti a Garigliano e Trino Vercellese. Nel 1966, l’Italia diventa il terzo produttore mondiale di energia nucleare. Nel 1970 inizia la costruzione della centrale di Caorso, che entrerà in funzione nel 1981. Questo periodo rappresenta il culmine dell’espansione nucleare italiana.
Nel 1986 il disastro di Chernobyl porta a un crescente movimento antinuclearista in Italia. Nel 1987 si svolge un referendum che porta all’abrogazione della legge sul nucleare, chiudendo le centrali esistenti.
Nel 2011, dopo il disastro di Fukushima, un altro referendum conferma l’opposizione al nucleare, spingendo l’Italia a fare affidamento su fonti energetiche fossili e importazioni da paesi vicini.
Negli ultimi anni, il dibattito sul nucleare è tornato in auge in Italia, soprattutto per affrontare le sfide legate alla sostenibilità energetica e alla riduzione delle emissioni. Tuttavia, non sono stati ancora definiti piani concreti per il
rilancio dell’energia nucleare nel Paese. In sintesi, la storia del nucleare in Italia è caratterizzata da una rapida ascesa negli anni ‘60 e ‘70, seguita da un declino drastico a causa di eventi catastrofici e della crescente opposizione pubblica. Oggi, il futuro del nucleare rimane incerto, ma continua a essere oggetto di discussione nel contesto della transizione energetica globale. Non è un mistero che il governo italiano stia da tempo lavorando alla reintroduzione del nucleare in Italia, come apertamente affermato da parte dei Ministri competenti. Ne parleremo nel prosieguo di questo articolo.
UNO SGUARDO ALL’EUROPA
Al momento i Paesi dell’Unione Europea che producono energia nucleare sono dodici su 27, meno della metà del totale. La Francia possiede 56 dei 100 reattori attivi nell’Unione Europea e ne sta costruendo uno nuovo. La Spagna e il Belgio ne hanno 5 ciascuno, la Bulgaria 2, la Finlandia 5 (l’ultimo entrato in funzione l’anno scorso), i Paesi Bassi 1, la Romania 2, la Repubblica Ceca 6, la Slovacchia 5, la Slovenia 1 (condiviso con la Croazia), la Svezia 6 e l’Ungheria 4. Con eccezione della Spagna (che ha approvato lo scorso anno un piano per dismettere le centrali ancora attive entro il 2035) e del Belgio (che terrà aperte le sue per altri dieci anni), tutti questi Paesi si sono presi l’impegno di contribuire a triplicare la capacità di produzione di energia nucleare globale entro il 2050, durante la COP28 di Dubai, l’ultima conferenza sul clima delle Nazioni Unite che si è tenuta poco più di un anno fa. La Germania, invece, è uscita definitivamente dal nucleare nel 2023 dopo la chiusura delle sue ultime centrali e scommettendo sulle rinnovabili.
Nel 2021, prima dell’inizio della guerra in Ucraina, un quarto dell’energia elettrica prodotta nei paesi dell’Unione veniva dalle centrali nucleari. Nello stesso anno il 13 per cento dell’energia consumata era stata prodotta da
centrali nucleari (quando si considera l’energia effettivamente usata si conteggia anche quella comprata da paesi esterni all’Unione). Comunque negli ultimi decenni la quantità di energia prodotta in questo modo è diminuita, sia in termini percentuali, sia assoluti: nel 2021 le centrali europee hanno prodotto 731 terawattora; nel 2004, anno del massimo livello raggiunto, erano stati 900 (un terawattora corrisponde a un miliardo di kilowattora, cioè l’energia che consuma un piccolo asciugacapelli in un’ora).
IL FUTURO DEL NUCLEARE E LE
PROSPETTIVE
ITALIANE
Negli ultimi anni, si è assistito a un crescente interesse anche da parte delle grandi aziende tecnologiche verso l’energia nucleare, specialmente in relazione alla crescente domanda energetica generata dall’intelligenza artificiale (IA). Colossi come Google, Amazon e Microsoft stanno investendo significativamente in progetti nucleari, mirando a utilizzare reattori modulari di piccola scala (SMR) per alimentare i loro data center, che sono sempre più energivori.
L’IA richiede enormi quantità di energia
>> TerraPower: con un investimento miliardario nella nuova centrale, TerraPower ha ufficialmente iniziato la costruzione del suo reattore nucleare avanzato chiamato Natrium, da 345 MW, vicino a Kemmerer, nel Wyoming. Lo ha annunciato Bill Gates promotore dell’iniziativa sul suo blog GatesNotes. La entrata in produzione è prevista per il 2030.
per il suo funzionamento. La domanda di energia per alimentare i sistemi di IA sta aumentando drasticamente, tanto che si prevede che nei prossimi anni i data center rappresenteranno una quota crescente dei consumi energetici globali.
Le tecnologie nucleari sono considerate una fonte di energia a basse emissioni di carbonio. In un contesto in cui le aziende tech si sono impegnate a ridurre le proprie emissioni, il nucleare offre una soluzione che può garantire una fornitura continua di energia senza le fluttuazioni tipiche delle fonti rinnovabili come il solare e l’eolico. Google ha siglato un accordo con Kairos Power per sviluppare reattori SMR negli Stati Uniti, mentre Microsoft sta lavorando per riavviare la centrale di Three Mile Island. Amazon ha anche
FOCUS
investito in data center alimentati a energia nucleare.
L’interesse rinnovato per il nucleare da parte delle Big Tech non è privo di controversie. Sebbene il nucleare possa contribuire alla riduzione delle emissioni di carbonio, ci sono preoccupazioni riguardo ai costi elevati di costruzione delle centrali, ai rischi associati alla sicurezza e alla gestione dei rifiuti radioattivi. Inoltre, l’espansione della domanda energetica legata all’IA potrebbe mettere a rischio gli obiettivi di sostenibilità delle aziende stesse. La sinergia tra nucleare e intelligenza artificiale rappresenta una nuova frontiera nel panorama energetico globale. Le Big Tech stanno cercando soluzioni innovative per soddisfare la loro crescente richiesta energetica, mentre il nucleare emerge come una potenziale risposta alle sfide legate alla sostenibilità ambientale. Tuttavia, sarà fondamentale affrontare le questioni economiche e di sicurezza associate a questa transizione energetica. I reattori nucleari modulari di piccole dimensioni (SMR) offrono una serie di vantaggi significativi rispetto ai reattori nucleari tradizionali, rendendoli una soluzione promettente per il futuro dell’energia nucleare.
Ecco i principali vantaggi:
-dimensioni ridotte: gli SMR sono progettati per avere una potenza compresa tra 10 e 300 MW, rendendoli molto più compatti rispetto ai reattori tradizionali, che possono raggiungere potenze di 1500 MW o più; -sistemi di sicurezza avanzati: gli SMR sono progettati con caratteristiche di sicurezza intrinseche, come sistemi di raffreddamento passivi che non richiedono intervento umano in caso di emergenze. Ciò riduce il rischio di incidenti rispetto ai reattori tradizionali, che dipendono da barriere fisiche e protocolli complessi per garantire la sicurezza;
-costi inferiori: grazie alla loro progettazione modulare e alla produzione in serie, gli SMR possono comportare costi iniziali inferiori rispetto ai reattori tradizionali, che
>> La produzione di Olkiluoto 3 stabilizza il prezzo dell’elettricità e svolge un ruolo importante nella transizione verde finlandese. Gli investimenti del paese scandinavo nel nucleare, insieme a quelli nell’energia idroelettrica e in quella eolica, vanno nella direzione della neutralità carbonica del Paese. Una strada intrapresa già da tempo, che ha permesso alla Finlandia di non subire un contraccolpo in seguito all’invasione russa in Ucraina e alla scelta di Mosca di sospendere le forniture verso il paese di elettricità e gas.
spesso affrontano spese elevate per costruzione e manutenzione; -fabbisogno ridotto di combustibile: gli SMR richiedono rifornimenti di combustibile meno frequenti, con intervalli che possono variare da 3 a 7 anni, e alcuni modelli sono progettati per funzionare fino a 30 anni senza necessità di rifornimento.
Il ritorno al nucleare in Italia passa attraverso la prossima costituzione di una newco formata da Enel (51%), Ansaldo (39%) e Leonardo (10%) e di un provvedimento di legge in itinere. Il disegno di legge sul nucleare ha recentemente fatto un passo significativo, approdando a Palazzo Chigi il 22 gennaio 2025. Questo provvedimento, annunciato dal Ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, sarà discusso prossimamente in Consiglio dei Ministri. Si tratta di un disegno di legge delega che, se approvato, consentirà al governo di emanare decreti esecutivi entro 24 mesi. Esso mira a stabilire un quadro normativo per la produzione di energia nucleare sostenibile in Italia. I principali obiettivi sono:
-lo sviluppo di un Programma Nazionale per il nucleare sostenibile,
che regolerà l’intero ciclo di vita degli impianti nucleari, dalla localizzazione alla costruzione e allo smantellamento; -l’stituzione di una nuova autorità indipendente, che si occuperà della governance del settore nucleare, sostituendo gli organi attualmente esistenti; -la gestione dei rifiuti radioattivi e lo smantellamento degli impianti esistenti. Il disegno di legge rappresenta un passo concreto verso il ritorno dell’energia nucleare in Italia, con l’intento di integrare questa fonte energetica nel mix nazionale senza sostituire le rinnovabili. Il governo sta puntando su un approccio che garantisca elevati standard di sicurezza e una gestione responsabile delle risorse nucleari.
MILANO E IL NUCLEARE
Il dibattito sull’energia nucleare a Milano è attualmente al centro dell’attenzione politica e scientifica. Diverse iniziative e posizioni sono emerse, evidenziando sia il supporto che l’opposizione a questo tipo di energia. Il Politecnico di Milano, ateneo di assoluta eccellenza, gioca un ruolo cruciale nella ricerca nucleare. È stato designato come Centro Collaboratore dall’Agenzia
Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA) per supportare le attività sulla tecnologia nucleare avanzata. Inoltre, il Politecnico ha recentemente firmato un accordo di cooperazione con Edison e Framatome per promuovere la ricerca e la formazione nel campo dell’energia nucleare. Questo accordo mira a sviluppare competenze tecniche attraverso tirocini e programmi di studio, contribuendo così alla formazione di una nuova generazione di esperti nel settore nucleare. Infine, il Politecnico di Milano, in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), è impegnato nel progetto SELENE, che mira a sviluppare piccole centrali nucleari per produrre energia elettrica sulla Luna. L’ateneo continua quindi ad essere un attore chiave nella ricerca e nello sviluppo delle tecnologie nucleari, suggerendo che la città potrebbe avere un ruolo importante nel panorama energetico italiano del futuro. Altro fondamentale ruolo nel processo di ritorno al nucleare è quello di Assolombarda, l’associazione delle imprese che operano nella Città Metropolitana di Milano e nelle province di Lodi, Monza e Brianza, Pavia e che esprime e tutela gli interessi di 7.101 imprese di ogni dimensione, nazionali e internazionali, produttrici di beni e servizi in tutti i settori merceologici. Conta circa 432.650 addetti. Ebbene, tale rappresentatività potrebbe dare un’accelerazione decisa ad un processo divenuto ineludibile. Il Presidente Alessandro Spada ha recentemente affermato che “solo con il nucleare moderno è possibile raggiungere diversi obiettivi come quello della decarbonizzazione al 2050, governare la sfida della transizione digitale e garantire autonomia, sicurezza e quindi competitività alle nostre imprese. Non c’è più tempo da perdere, il rischio è la deindustrializzazione del Paese e dell’Unione Europea. E senza industria non c’è sostenibilità e progresso civile”.
In questo suo documentario del 2023, il regista affronta con passione il tema dell’energia nucleare, sfidando pregiudizi e paure radicate per presentarla come una soluzione concreta alla crisi climatica. Basandosi su studi scientifici e testimonianze di esperti, il film esplora il potenziale dell’energia atomica, soprattutto attraverso le innovazioni di nuova generazione. Uno degli aspetti più interessanti del documentario è proprio l’incontro di Stone con i protagonisti di questa rivoluzione nucleare. Tra questi spiccano gli ingegneri e gli scienziati impegnati nello sviluppo dei reattori avanzati e delle tecnologie di fusione, che promettono maggiore sicurezza ed efficienza rispetto ai modelli tradizionali. Il regista visita centri di ricerca all’avanguardia, come quelli dedicati ai reattori a sali fusi o a quelli modulari di piccole dimensioni (SMR), soluzioni che potrebbero democratizzare l’accesso all’energia pulita. Un altro punto chiave del film è il confronto con chi ha guidato il settore nucleare negli ultimi decenni. Tra questi, spiccano figure come Bill Gates, che attraverso la sua azienda TerraPower investe in reattori di nuova generazione, e il fisico premio Nobel Steven Chu, ex Segretario dell’Energia degli Stati Uniti, da tempo sostenitore del nucleare come fonte sicura e sostenibile.
Nuclear Now si distingue per il suo approccio diretto e provocatorio: Stone non si limita a raccontare la storia dell’energia nucleare, ma sfida apertamente la disinformazione che ha portato molti governi a rallentare o bloccare lo sviluppo di questa tecnologia. Il documentario diventa così una chiamata all’azione, chiedendo un cambio di paradigma per affrontare il cambiamento climatico in modo realistico.
Grazie agli incontri con gli scienziati e gli imprenditori che lavorano a questa nuova era del nucleare, il film riesce a trasmettere un senso di urgenza e possibilità. Non solo riabilita il nucleare nel dibattito pubblico, ma lo propone come una delle chiavi per un futuro energetico sostenibile.
NUCLEAR NOW: UN OLIVER STONE CHE NON TI ASPETTI
FOCUS
NUCLEARE IN ITALIA “Una realtà entro il 2035”
DI SILVIA PATERLINI
Luca Squeri
(Milano,1961) è un politico e imprenditore italiano, deputato alla terza legislatura. Figlio d’arte (suo padre Carlo Squeri, partigiano cattolico, è stato Sindaco di San Donato Milanese e deputato tra le fila della Democrazia Cristiana), è anche fratello di Francesco, attuale Sindaco di San Donato Milanese. È stato assessore al Bilancio della Provincia di Milano. Alla Camera dei Deputati si occupa di Attività produttive, Trasporti ed Energia. È tra i fondatori del Centro Italiano per la Previdenza dei Gestori Distributori di Carburante (CIPREG), attività che affianca all’impegno in diverse associazioni di categoria e a incarichi in seno a Confcommercio.
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“Il nucleare è fondamentale per il percorso di decarbonizzazione del sistema energetico, da realizzare entro il 2050, ma anche per l’indipendenza energetica del nostro Paese. Non sarà domani, ma nel prossimo decennio potremo vedere finalmente la presenza del nucleare nel nostre Paese. Parlo del nucleare di terza generazione avanzata o quarta generazione, quindi un nucleare molto diverso da quello degli anni Ottanta, che mette al primo posto la sicurezza.” Luca Squeri, deputato alla terza legislatura, responsabile Energia di Forza Italia, già consigliere comunale di San Donato Milanese poi assessore al Bilancio della Provincia di Milano, imprenditore molto attivo nel tessuto economico lombardo, tanto da occupare anche la carica di Consigliere di Confcommercio Milano, istituzione per la quale ha svolto incarichi a livello nazionale soprattutto sul tema della sicurezza, parla degli ultimi sviluppi sul nucleare nel nostro Paese. Il Disegno di Legge quadro sul Nucleare è da poco arrivato a Palazzo Chigi. Il documento, trasmesso il 22 gennaio dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica (MASE) alla Presidenza del Consiglio, per essere messo all’ordine del giorno quanto prima in Consiglio dei Ministri, è stato preparato da una commissione tecnica presieduta dal giurista Giovanni Guzzetta. I decreti attuativi dovranno essere adottati su proposta del MASE, sentiti Conferenza unificata, Consiglio di Stato e Commissioni parlamentari “Questa Legge quadro è un passo fondamentale perché fa parte delle infrastrutture immateriali ovvero va a disegnare la normativa entro cui poi si potrà concretizzare la progettazione e la realizzazione dei reattori nucleari -racconta Squeri-. Oltre alla convenienza, che l’Italia non può utilizzare perché ne siamo usciti con il referendum post Chernobyl e poi
con il tentativo di Berlusconi reso vano dal referendum condizionato dall’incidente di Fukishima. Oggi siamo chiamati al compito della decarbonizzazione a tappe forzate, ovvero l’abbandono di petrolio e gas, che non si può concretizzare senza l’ausilio del nucleare. L’Italia è ricca di energia rinnovabile: una volta che riuscisse a implementare al massimo biomasse, idrico, geotermico e solare, con il nucleare raggiungerebbe l’autosufficienza. Pensiamo solo che il nucleare, con 450 impianti in tutto il mondo, produce il 10% dell’energia elettrica a livello globale, secondo solo all’idrico. L’Italia si sta concentrando sul nucleare di terza generazione avanzata, che è sicuro al 100%: si utilizzano reattori più piccoli, tali da poter essere costruiti in fabbrica e poi portati sul sito e non invece costruiti in loco. Andrebbero poi a usare ciò che oggi è scoria da stoccare, come carburante.” Ma cosa prevede dunque la Legge quadro appena approvata? Il dispositivo parla di un programma nazionale per lo sviluppo della produzione di energia da fonte nucleare sostenibile e strumenti informativi e formativi sul ruolo delle tecnologie nucleari al fine della decarbonizzazione. I decreti attuativi dovranno adeguare la normativa nazionale alle disposizioni dell’Unione europea e agli accordi internazionali, e fornire la disciplina sullo smantellamento delle installazioni nucleari esistenti sul territorio nazionale che non siano destinate alla ricerca. Dovranno soprattutto disciplinare la localizzazione, la costruzione e l’esercizio di nuove centrali nucleari sul territorio nazionale, oltre che degli impianti di fabbricazione e di riprocessamento del combustibile e di stoccaggio temporaneo dei rifiuti radioattivi e del combustibile esaurito. La Legge prevede infine incentivi sulla ricerca e l’istituzione di un’autorità amministrativa indipendente.
>> Nei primi anni ‘50 l’Agip, per volontà di Enrico Mattei, incaricò l’architetto Mario Bacciocchi di progettare una stazione di servizio nell’importante posizione di Piazzale Accursio. L’edificio dalle linee avveniristiche per il tempo fu inaugurato nel 1953. Oltre che un’interessante testimonianza architettonica tuttora esistente, la stazione di servizio Agip di Milano fu uno dei segnali anticipatori del boom economico dell’Italia post bellica che da Milano sarebbe partito proprio in quegli anni.
ENERGIA NUCLEARE: COSA PENSANO GLI ITALIANI
Esclusiva WikiMilano-Osservatorio Metropolitano
DI RENATO MANNHEIMER
Renato Mannheimer
Renato Mannheimer lavora da più di trent’anni nel campo delle ricerche e sondaggi di opinione. Ha fondato l’Istituto per gli Studi sulla Pubblica Opinione (ISPO Ricerche) ed è attualmente membro dell’Advisory Board di Eumetra MR. Ha insegnato all’Università Bicocca di Milano, alle Università di Genova, Milano, Napoli, Salerno ed è stato visiting professor in numerose università europee e degli Usa. È stato collaboratore del Corriere della Sera e dei programmi giornalistici della RAI. Oggi collabora con Italia Oggi e con La 7. Fa parte del comitato scientifico dei Quaderni di Scienza Politica. Ha pubblicato numerosi articoli e saggi su riviste scientifiche italiane e straniere e quindici libri su temi politici e sociali. Ha inoltre realizzato la voce “sondaggi” per l’Enciclopedia Treccani.
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La questione dell’energia nucleare ha una storia travagliata nel nostro Paese. Come si sa, questa tipologia di fonte di energia fu bandita dall’Italia attraverso un referendum popolare svoltosi ormai quasi quarant’anni fa, l’8 novembre 1987. Quella consultazione fece emergere un atteggiamento fortemente negativo degli italiani –certo influenzati allora anche dal disastro di Chernobyl – che si concretizzò nell’80% di voti contro il nucleare.
Negli anni successivi si è discusso a lungo sul fatto che se quel referendum non ci fosse stato o avesse avuto un esito diverso, anche la storia energetica della nostra penisola sarebbe stata differente e, secondo alcuni analisti, probabilmente migliore.
Si tratta tuttavia di mere speculazioni su ciò che ormai è avvenuto.
Da qualche tempo, tuttavia, il tema dell’energia nucleare ricomincia a diventare di attualità anche nel nostro paese. Come si sa, lo sviluppo tecnologico degli ultimi anni ha reso molto più affidabile e sicuro l’utilizzo dell’energia nucleare e ha permesso, in diversi contesti di altre nazioni, di costruire centrali assai più “sicure” di quanto non accadesse in passato. Ciò ha portato diverse aziende e diversi osservatori a considerare la possibilità di un impiego – o meglio di un reimpiego – dell’energia nucleare anche in Italia.
Ma cosa ne pensano oggi gli italiani?
Sono ancora decisamente contrari?
O si è verificato un cambiamento
nell’opinione pubblica? Ce lo svelano i risultati di un recente sondaggio da noi condotto intervistando un ampio campione rappresentativo di cittadini del nostro Paese.
Ne emerge come la maggioranza, sia pur un po’ “risicata” (51,7%), si dichiari in qualche modo favorevole alla possibile produzione in Italia di energia nucleare “al fine – si diceva nel testo della domanda – di diminuire la quantità di energia prodotta con combustibili fossili di tipo tradizionale”. C’è stato quindi un mutamento negli atteggiamenti dei cittadini rispetto al referendum del 1987, ma anche in confronto a qualche anno fa: un analogo sondaggio condotto da chi scrive nel 2008 dava infatti una quota di favorevoli alla produzione di energia nucleare nel nostro paese considerevolmente più limitata, pari al 41%.
In particolare, nel sondaggio odierno, quasi un intervistato su cinque (19,9%) si dichiara entusiasticamente “molto favorevole” e un altro 31,8% sostiene con più cautela di essere comunque “abbastanza favorevole”.
All’insieme di costoro si contrappone una quota minoritaria – ma cospicua–, pari a poco più di un italiano su tre (35,6%), che dichiara invece di essere “poco” o “per niente” favorevole.
Infine, sono relativamente pochi (12,6%) coloro che non vogliono o non sanno rispondere a un quesito siffatto. Ma vediamo le caratteristiche sociali di chi esprime l’una o l’altra opinione. Si riscontra innanzitutto una differenza di genere: i maschi risultano assai più
RICERCHE - OSSERVATORIO
L’opinione sull’impiego del nucleare in Italia
Si parla sempre più spesso della possibile produzione in Italia di energia nucleare per diminuire la quantità di energia prodotta con combustibili fossili di tipo tradizionale.
Molti anni fa, con un referendum, il nucleare fu abolito in Italia, ma oggi diversi analisti propongono di reintrodurlo tra le diverse fonti di energia alternative.
Alcuni sono quindi oggi favorevoli all’impiego (e alla produzione ) di energia nucleare in Italia, altri meno.
Lei è…
L’opinione riguardo una possibile proposta di produzione dell’energia nucleare «leggera»: meno impegnativa e più sicura
In particolare, negli ultimi anni si è sviluppata una tecnologia di produzione di energia nucleare denominata “leggera”, di ultima generazione, per la quale la costruzione di impianti è assai più semplice, meno impegnativa e più sicura.
Alcuni propongono di costruire questi impianti anche in Italia, altri meno.
Lei è…
FOCUS
>> Il noto sondaggista Renato Mannheimer, docente universitario e sociologo, personaggio dei media, collabora da tempo con l’Osservatorio Metropolitano di Milano e WikiMilano
propensi (61,7%) all’introduzione del nucleare di quanto non lo siano le donne (41,9%).
E poi, ancora più considerevole, emerge una differenza di età: i giovani fino a 35 anni appaiono infatti significativamente più favorevoli (62,7%) dei meno giovani.
Ancora, si registra una diversa opinione in relazione al titolo di studio: chi possiede un livello di istruzione più elevato è infatti assai più favorevole (56,5%) rispetto a chi ne ha invece uno più basso (43,7%).
Sul piano dell’attività lavorativa, appaiono più convinti della necessità di introdurre il nucleare anche nel nostro Paese i liberi professionisti e i dirigenti: tra questi ultimi il tasso di favore raggiunge infatti quasi il 70%. Assai meno convinte risultano le casalinghe (34,4%), tra le quali si ritrova tuttavia un numero di risposte “non so” particolarmente alto (32,5%)
In generale, comunque, chi ha uno status socio economico più elevato (lo status è un indicatore combinato di professione e livello di istruzione) risulta nettamente (70,5%) più propenso verso l’introduzione del nucleare. Ma dal sondaggio emergono – e forse sono ancora
più importanti – anche significative differenziazioni delle risposte in ordine all’orientamento politico. Gli elettori del centrodestra appaiono infatti decisamente più propensi ad accettare una rinnovata attenzione al nucleare: lo sono soprattutto i votanti per Fratelli d’Italia (72,6%), seguiti da quelli per Forza Italia (60,6%) e, infine, dagli elettori della Lega (56,2%). Ma ancora più convinti appaiono gli elettori per il cosiddetto “Terzo Polo” (formato da Azione, Italia Viva e +Europa): qui si raggiunge infatti la quasi totalità (88,6%) di favorevoli al nucleare, con solo poco più del 10% di contrari. Viceversa nel centro-sinistra l’opinione appare in qualche modo più controversa, tanto che emerge una quasi parità tra le percentuali di favorevoli e non: ad esempio, tra i votanti per il PD si raggiunge il 47% per entrambe le opinioni contrapposte, mentre tra quelli per il Movimento 5 Stelle si rilevano un po’ di più dei contrari (47,4% versus 45,2%). Con tutta evidenza, si scontano in quest’area politica ancora i residui della polemica passata di tanti anni fa. Ma è in corso una evoluzione, tanto che oggi i favorevoli e i contrari sostanzialmente si equivalgono, mentre nel sondaggio condotto nel 2008 i contrari costituivano ancora la maggioranza assoluta. Una successiva domanda del questionario di Eumetra fa riferimento specificatamente alla tecnologia di produzione di energia nucleare
denominata “leggera”, di ultima generazione e interrogava gli intervistati sull’opportunità di costruire impianti di questo genere anche in Italia.
I risultati appaiono nel complesso grossomodo simili a quelli della domanda precedente: il 56,4% degli intervistati si dichiara d’accordo a introdurre gli impianti “leggeri” nel nostro Paese, contro il 30,4% di contrari. Va rilevato comunque che l’introduzione nel quesito della definizione di energia nucleare “leggera”, comporta un ulteriore incremento dei favorevoli rispetto a quanto emerso dalla domanda precedente (che era volta ad indagare l’atteggiamento in generale verso l’energia nucleare).
Resta il fatto che nell’insieme la gran parte dei cittadini appare favorevole a questo sviluppo nella produzione energetica. Beninteso, si tratta di una preponderanza non enorme, poco distante dal 50%, ma corrisponde comunque alla maggioranza dei cittadini.
Il che conferma l’esistenza di un significativo spostamento dell’opinione pubblica su questo tema, avvenuto in questi ultimi lustri e, forse, accentuatosi proprio di recente. Molti tuttavia, sia tra i favorevoli, sia tra i contrari, hanno ancora una informazione superficiale sulla questione e le sue implicazioni.
Di qui la necessità di una più efficace e documentata azione di informazione al pubblico.
L’Atomium a Bruxelles, costruito per l’Esposizione Universale del 1958, rappresenta un gigantesco modello di un cristallo di ferro ingrandito 165 miliardi di volte. È una struttura futuristica alta 102 metri, e doveva simboleggiare il progresso scientifico e tecnologico dell’epoca, in particolare l’uso pacifico dell’energia nucleare, un tema centrale negli anni ’50.
“UTILE, UTILISSIMO MA… FALLO DA UN’ALTRA PARTE!”
DI LAURA BAJARDELLI
Laura Bajardelli
Manager in una primaria compagnia assicurativa, è componente della Commissione Centrale di Beneficenza di Fondazione Cariplo; negli anni ha maturato una significativa esperienza in enti profit e no profit, con ruoli in organi amministrativi e di indirizzo, in particolare in ambito ambientale, sociale e culturale. Appassionata divulgatrice di queste tematiche, è autore di libri, pubblicazioni e articoli di approfondimento; cura una rubrica su questi temi e sulla conservazione della memoria su WikiMilano. Tra gli interventi, numerose sono le interviste a protagonisti metropolitani e altre personalità che si sono distinte per l’originalità del pensiero o della loro professione. Spunti e riflessioni su questi argomenti sono al centro del suo intervento nel Comitato Scientifico dell'Osservatorio Metropolitano di Milano.
È laureata in Economia aziendale presso l’Università Bocconi con master in Business Administration presso la School of Management del Politecnico di Milano.
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SI chiama effetto NIMBY, in inglese “Not In My Backyard” (Non nel mio cortile), descrive l’atteggiamento di chi si oppone a nuovi progetti di infrastrutture nelle proprie vicinanze, pur riconoscendone l’utilità generale. Che si tratti di autostrade, ripetitori telefonici, turbine eoliche, è un’opposizione di natura più politica che economica e, in alcuni casi, più emotiva che razionale. Uno degli esempi più comuni riguarda la costruzione di termovalorizzatori per incenerire i rifiuti non riciclabili: un termovalorizzatore ben costruito e ben gestito ha un impatto ambientale e sociale molto inferiore a quello di una discarica a cielo aperto, con il vantaggio di poter ricavare energia dalla combustione dei rifiuti.
Le motivazioni che portano alla resistenza locale sono molteplici. Spesso, le preoccupazioni riguardano l’impatto ambientale e visivo delle infrastrutture energetiche, come le turbine eoliche o gli impianti solari. La paura di una svalutazione immobiliare e la percezione di potenziali rischi per la salute sono altre ragioni comuni. Tali preoccupazioni, seppur comprensibili,
possono rallentare notevolmente la transizione energetica necessaria per combattere il cambiamento climatico. Affrontare l’effetto NIMBY richiede un approccio integrato che consideri sia le esigenze della comunità locale sia i benefici globali. Il dialogo trasparente tra autorità, sviluppatori e cittadini è fondamentale. Promuovere la comunicazione e la partecipazione attiva dei residenti può contribuire a ridurre la resistenza e a costruire un consenso diffuso, ma si può vincere il NIMBY e arrivare al PIMBY, “Please In My Backyard” (Per favore nel mio cortile). Nei paesi nordici, questo approccio viene applicato attraverso politiche di compensazione rivolte a territori ogruppi di cittadini. Ad esempio, si offrono riduzioni fiscali, sconti sul costo dell’energia e opportunità di sviluppare impianti che portano benefici all’economia locale, in cambio dell’accettazione di opere pubbliche. Un caso emblematico è il termovalorizzatore di Copenaghen, costruito in centro città grazie a tali incentivi. Questo ha portato addirittura a una competizione tra territori per ospitare infrastrutture che garantiscono vantaggi significativi.
Nel centro di Copenaghen si erge CopenHill, il principale impianto di incenerimento con recupero di calore ed energia della Danimarca. Vera e propria attrazione turistica, sul suo tetto inclinato sono state realizzate piste di sci, con skilift, e un tracciato di trekking, mentre sullo spigolo della struttura si erge una gigantesca parete da scalata.
Partenza col botto per il Desk Metropolitano online
WikiMilano, testata giornalistica e organo ufficiale dell’Osservatorio Metropolitano di Milano, si arricchisce di nuovi contenuti dedicati ai professionisti della comunicazione e del giornalismo (quotidiani, magazine, testate online, radio e televisioni). Con l’obiettivo di dare voce al territorio della Grande Milano – dalle istituzioni civili, militari e diplomatiche alle associazioni di categoria, ordini professionali e realtà del terzo settore – è ora online il Desk Metropolitano, aggiornato più volte al giorno con news, approfondimenti, immagini,
Fareimpresaèanchefarepolitica
Giacomo Mannheimer racconta la genesi di una Legge
Giacomo Lev Mannheimer
Imprenditore e manager. Nel corso della sua carriera ha sempre cercato di aiutare le imprese a capire meglio la politica e viceversa. Lo ha fatto in passato lavorando in Italia e all’estero per startup e multinazionali, società di consulenza e think tank, candidati politici e istituzioni. Lo fa oggi con FutureProofSociety e Upwind, che ha co-fondato nel 2024. Per Osservatorio Metropolitano di Milano è il coordinatore del Comitato scientifico.
Com’è nata la legge che regola i rider del food delivery? In che modo l’approccio alla politica ha riscritto i destini di Uber e delle aziende di micromobilità? Come ha fatto un’azienda di estrazione mineraria a far cadere un governo? Come ha reagito l’industria della plastica alle sfide della sostenibilità? E come avrebbero potuto avere vita più facile in Occidente aziende come Huawei o TikTok? Fare lobby è un’attività manageriale cruciale per gestire un rapporto, quello fra imprese e politica, sempre più strategico. Ma cosa significa in concreto? L’autore risponde attraverso casi pratici ed esempi utili per comprendere perché e come le imprese dovrebbero occuparsi di politica prima che la politica si occupi di loro. Una guida chiara e coinvolgente per manager, imprenditori e professionisti che vogliono navigare con successo il complesso mondo dei rapporti tra potere economico e potere politico.
video e podcast realizzati dal team editoriale guidato dal direttore AndreaJarach. Il bilancio delle prime settimane è andato oltre le aspettative: visitatori in costante crescita (oltre 20mila utenti unici in un solo mese, fonte Google Analytics) e forte interesse da parte di uffici stampa e redazioni.
>>A sinistra, la comunicazione ufficiale di Google sul numero di ricerche effettuate nel solo mese di Febbraio 2025, nelle prime settimane di attività del Desk Metropolitano online.
Giacomo Mannheimer presenta il suo libro sulla tutela degli interessi aziendali in un contesto democratico.
Con lui Sergio Scalpelli e Patrizia Rutigliano CEO di Suez Italy
FOCUS
RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA
per 139 scuole della Grande Milano
DI ROBERTO MAVIGLIA
Roberto Maviglia
(Milano, 1970) è un politico italiano, Consigliere delegato a Edilizia scolastica, Impiantistica Sportiva, Politiche Energetiche, Idroscalo della Città metropolitana di Milano. Laureato in Ingegneria ambientale, inizia la libera professione come consulente ambientale. È stato Sindaco di Cassano d’Adda dal 2011 per due mandati.
Per consultare la pagina completa: www.wikimilano.it/wiki/ Roberto_Maviglia
Apartire dal 2019 la Città metropolitana di Milano ha avviato la riqualificazione energetica di 139 edifici scolastici sul totale di 153 di cui è proprietaria. Si tratta di un intervento di grandi dimensioni, che va sotto il nome di Territori virtuosi e che ha come obiettivo di rendere più efficienti da un punto di vista energetico gli edifici con una età media di 40 anni e molto energivori.
Il progetto ha un valore complessivo di 60 milioni di euro e nasce dalla congiunzione di due finanziamenti: Fondazione Cariplo, che ha messo a bando servizi e consulenza tecnica, e Regione Lombardia, che ha messo a disposizione 14 milioni di euro di Fondi Strutturali di provenienza europea, per coprire 18 progetti. I fondi necessari rimanenti sono stati messi dal privato grazie a un innovativo bando in partenariato pubblico – privato con cui la Città metropolitana ha predisposto una gara in procedura ristretta per contratti
EPC (Energy Performance Contract), cioè contratti di rendimento energetico garantito da stipulare con Energy Service Company (ESCo). Con questa tipologia di contratto il privato che si aggiudica la gara si impegna a realizzare una serie di interventi di riqualificazione a proprie spese a fronte di un corrispettivo annuo correlato all’entità dei risparmi energetici ottenuti: nel nostro caso abbiamo messo a base d’asta un risparmio minimo garantito del 38%, sul quale le ditte partecipanti hanno fatto una offerta in aumento.
Se l’obiettivo di risparmio offerto viene raggiunto, l’ente pubblico paga al privato il canone pattuito, altrimenti c’è una penalità, se viceversa si ottiene una performance migliore, il maggior risparmio viene diviso tra il privato e l’ente committente.
Abbiamo dunque messo a gara 139 edifici divisi in tre lotti e siamo arrivati a completare l’80% dei lavori, considerato lo stop dovuto alla pandemia. Grazie a questo imponente intervento, una volta
>> Il Consigliere delegato di Città metropolitana, Roberto Maviglia, con alcuni studenti del complesso scolastico del Parco Nord, durante la simbolica “cerimonia” di transizione energetica dell’impianto di riscaldamento della loro scuola.
completati tutti i lavori risparmieremo ogni anno all’ambiente 20.000 tonnellate di CO2. I lavori di efficientamento previsti sono i più vari: lavori per rendere più efficiente l’involucro degli immobili per esempio con la realizzazione di cappotti e nuovi infissi, adeguamento dei sistemi di generazione e controllo per la produzione di energia primaria con cogenerazione
e biomassa, fino all’utilizzo di sistemi di illuminazione a risparmio energetico. Questo meccanismo di contratto ha determinato un importante effetto “leva” sui finanziamenti: 14 milioni di risorse pubbliche si sono trasformati in un investimento complessivo di 60 milioni di euro con l’apporto di fondi privati.
PROGETTO “TERRITORI VIRTUOSI”
Promotore:
Città metropolitana di Milano
Investimento: 60 milioni di euro Edifici scolastici coinvolti: 139
Beneficio ambientale: riduzione di 20.000 tonnellate di CO2
LE “BUONE PRATICHE” DI FERRUCCIO
JARACH, PRECURSORE DELL’EDUCAZIONE AL RISPARMIO ENERGETICO.
Ci sono protagonisti che lasciano una traccia nel mondo attraverso l’esempio e l’educazione alle buone pratiche. È il caso di Ferruccio Jarach (1954-2007), ingegnere, laureato al Politecnico di Milano e specializzatosi negli USA, docente per scelta in un
liceo di Laveno Mombello.
Nella scuola nasce la sua idea di risparmiare energia grazie ai comportamenti degli studenti stessi. Il Liceo ha sperimentato un’azione concreta per la modifica del proprio sistema energetico, che ha consentito di ottenere il significativo risultato di una riduzione del 55% dei consumi di energia elettrica dell’edificio scolastico.
Da questa originale idea del professor Ferruccio Jarach
è nato nel 2006 il progetto “Green School Italia: rete di scuole e territori per lo sviluppo sostenibile” che coinvolge oggi, grazie anche all’iniziativa di CAST ONLUS e di Agenda 21 Laghi e di scuole di ogni ordine e grado a livello nazionale. Ad oggi il Progetto Green School di buone pratiche è stato implementato in 803 scuole in tutta Italia, ha coinvolto 295 mila alunni e circa 27.800 insegnanti!
>> La Città Metropolitana di Milano è l’ente locale preposto all’edilizia scolastica per l’istruzione secondaria; gestisce quindi la logistica e la manutenzione dei 153 edifici scolastici disseminati nel suo territorio. Parliamo di 133 comuni grandi, medi e in molti casi molto piccoli, per una popolazione complessiva di 3.200.000 abitanti.
Diamo i numeri 133
Comuni della Città Metropolitana di Milano
Ponti sulla rete stradale extraurbana
La Grande Milano in uno scatto di Andrea Cherchi. Veduta invernale, da Brunate (Como). Obiettivo Canon Zoom 100/400.
PH ANDREA CHERCHI - WIKIMILANO IMMAGINI
PIL della Città Metropolitana di Milano in rapporto al PIL italiano
Imprese attive nella Città Metropolitana di Milano
Centro studi al servizio del territorio della Città Metropolitana di Milano, dal 2014 aiuta pubbliche amministrazioni, imprese e cittadini a capire il presente e a progettare il futuro.
LA BIOSFERA: UN EQUILIBRIO MIRACOLOSO
DI GIOVANNI SANSÒ
L’ambiente è un sistema complesso di fattori fisici, chimici e biologici, di elementi viventi e non viventi tutti più o meno intimamente correlati tra loro. Varia secondo le condizioni geografiche naturali e forma così diversi sottoambienti, l’insieme dei quali costituisce la biosfera. Il bioma è invece l’insieme di comunità animali e vegetali caratterizzato da un determinato tipo di clima e di vegetazione dominante in continua evoluzione. Il termine ecosistema sintetizza il tutto ed è stato coniato dal botanico ecologo inglese Arthur Tansley nel 1936. Tutta la Terra abitata dall’uomo ha visto più o meno profondamente trasformati alcuni o tutti i fattori suddetti per sfruttare le risorse naturali nella costruzione delle civiltà nel tempo. L’interferenza umana sui fattori chimico-fisicibiologici può alterare il loro equilibrio oltre i limiti che garantiscono la vita del bioma.
>> Giovanni Sansò, illustre chimico, durante la sua lezione sulla storia della scienza presso il Museo Leonardo3 di Milano, nell’ambito del ciclo organizzato dall’Osservatorio Metropolitano di Milano “Ai tempi di Leonardo” (vedi pag.46).
L’evoluzione delle specie viventi sulla Terra è condizionata da due fattori capitali, che il pianeta ha in dotazione perenne dal Sole che, con la sua giusta distanza, regola la temperatura nelle varie zone della Terra e le stagioni: la composizione chimica dell’atmosfera e la presenza del ciclo dell’acqua.
La composizione chimica dell’atmosfera nei suoi componenti principali è (in ordine di quantità percentuale in
volume): azoto 78% - ossigeno 20,9%anidride carbonica, oggi 0,04% , oltre al vapor d’acqua, in percentuale variabile in funzione della temperatura. Il ciclo dell’acqua rende possibile la vita degli esseri viventi e dei vegetali sulla sua superficie e nei mari, attraverso cicli regolati da leggi naturali, è componente fondamentale di tutte le cellule viventi e rende possibili tutti i meccanismi vitali biochimici e fisici. L’insieme armonioso di tutti i fattori è la biosfera che permette la vita: il bioma. L’uomo se con la sua azione altera in modo irreversibile l’ecosistema, compromette la sua stessa esistenza. Negli ultimi 150 anni a causa della sempre più intensa industrializzazione l’uomo ha immesso nell’atmosfera una quantità di energia termica
sempre crescente, bruciando sostanze quali il carbone prima ed anche petrolio e gas metano poi, che sono riserve minerali fossili di energia chimica accumulate in milioni di anni, frutto dell’energia del Sole e del calore della Terra.
Queste riserve, impure per la loro natura minerale, specialmente il carbone nella sua lunghissima avventura geoevolutiva a contatto di minerali della più svariata natura e composizione, nella fase di combustione per fornire energia
termica, formano anidride carbonica come prodotto principale, ma liberano anche particelle solide, provenienti dai minerali suddetti di ogni tipo ed altri gas. Questi ultimi derivano da diverse sostanze, sempre presenti in più o meno in piccole quantità, quali lo zolfo a formare anidride solforosa e poi, per ulteriore ossidazione e combinazione con acqua, acido solforico. Altri componenti possono essere piombo, arsenico, cadmio ecc. che sono volatili alle alte temperature. Altre sostanze estranee, o impurità e particelle solide, si liberano e vengono anch’esse trascinate dai fumi. Questi inevitabili componenti della combustione sono molto più nocivi della anidride carbonica e rappresentano seri pericoli sotto l’aspetto sanitario. Le foto satellitari ne danno impressionante documentazione. Tra l’altro risulta come l’emisfero Nord della Terra è molto più intensamente inquinato di quello Sud, com’è del resto evidente per la molto maggiore presenza sia di popoli sia di attività umane. Un’altra fonte di energia termica è prodotta nei Reattori Nucleari a fissione, anch’essa fossile in quanto basata sull’Uranio, che è un minerale, e l’energia prodotta è trasformazione di materia in energia. L’energia termica nucleare o di combustione prodotta da tutte queste fonti, trasferita in un fluido di lavoro, in genere vapore, si trasforma in energia meccanica attraverso una turbina, che mette in rotazione un alternatore per la trasformazione in energia elettrica. Questa è la forma di energia più idonea per essere diffusa tempestivamente dove serve, nell’istante e nella quantità richiesta, naturalmente se sono presenti linee elettriche di trasporto.
(Tratto su licenza dell’autore da ANXA 07-08 Luglio Agosto 2024)
>> Energia e ambiente si influenzano reciprocamente nell’ecosistema terrestre in continua evoluzione.
I PROTAGONISTI DELL’ENERGIA
ENEL
IN PRINCIPIO FU EDISON
La prima società Edison viene formalmente costituita a Milano il 6 gennaio 1884 come Società Generale Italiana di Elettricità Sistema Edison per la produzione e la distribuzione dell’energia elettrica, e Giuseppe Colombo, suo presidente, aveva già costruito nel centro di Milano, al posto dell’ex teatro Santa Radegonda,
Enel S.p.A.(acronimo di Ente Nazionale per l’Energia Elettrica) è tra i principali operatori integrati globali nei settori dell’ energia elettrica e del gas. Istituita come ente pubblico a fine 1962, nel 1992 è stata trasformata in società per azioni e nel 1999, in seguito alla liberalizzazione del mercato dell’energia elettrica in Italia, si è quotata in borsa. Lo Stato italiano, tramite il Ministero dell’economia e delle finanze, ne rimane comunque il principale azionista.
FLAVIO CATTANEO (Rho, 1963)
Laureato in Architettura, a cui segue una specializzazione in Finanza, dal 2023
è amministratore delegato e direttore generale di Enel.
TERNA
la Centrale Santa Radegonda, prima centrale elettrica europea, che incominciò la sua attività il 28 giugno 1883, giorno a partire dal quale venne illuminato il Teatro Manzoni in piazza San Fedele. Dal 22 novembre l’impianto incominciò a fornire energia nelle ore diurne, mentre dal 3 dicembre l’elettricità fu disponibile anche nelle ore
Terna - Rete Elettrica Nazionale S.p.A. è una società italiana operatrice delle reti di trasmissione dell’energia elettrica, quotata nell’indice FTSE MIB della Borsa Italiana. Attraverso Terna Rete Italia gestisce la rete di trasmissione nazionale italiana con 75.140 km di linee elettriche in alta tensione. È il primo operatore di rete indipendente d’Europa e tra i principali al mondo per chilometri di linee gestite.
GIUSEPPINA DI FOGGIA (Roma, 1969)
Laureata in Ingegneria Elettronica con vari master in Management, dal 2023
è amministratore delegato e direttore generale di Terna.
ENI
notturne. Successivamente il servizio si estese ad alcuni locali della Galleria di Milano e, il 26 dicembre 1883, in occasione della Prima, la luce elettrica fece il suo debutto al Teatro alla Scala. Nel 1893 la Edison impiantò a Milano la prima tranvia elettrica sperimentale.
>> Giuseppe Colombo, precursore dell’industria energetica italiana
Eni S.p.A., in origine acronimo di Ente Nazionale Idrocarburi, è un’azienda multinazionale creata dallo Stato italiano come ente pubblico economico nel 1953 sotto la direzione di Enrico Mattei, convertita in società per azioni nel 1992.
Presente in 61 paesi con 33.142 dipendenti nel 2023, l’Eni è attiva nei settori del petrolio, del gas naturale, della chimica, della biochimica, della produzione e commercializzazione di energia elettrica da combustibili fossili, da cogenerazione e da fonti rinnovabili.
CLAUDIO DESCALZI (Milano, 1955)
Laureato in Fisica, è amministratore delegato di Eni dal 2014.
PROTAGONISTI
ENERGIA ELETTRICA IN ITALIA
In Gwh - dati riferiti al 2023
Produzione in Italia: 264.708
Consumo in Italia: 287.732
Produzione in Lombardia: 47.119
(17,8% della produzione nazionale)
Consumo in Lombardia: 63.123
(21,9% del consumo nazionale)
Consumo nella Città metropolitana di Milano: 15.635
(5,4% del consumo nazionale)
Abitanti Milano Città Metropolitana: 3,23 milioni
(5,4% della popolazione nazionale)
PIL Città metropolitana di Milano: 10,3% del dato nazionale
SNAM
Snam S.p.A. è una società di infrastrutture energetiche con sede centrale a San Donato Milanese (MI). È il primo operatore europeo nel trasporto del gas naturale. La società è attiva anche nello stoccaggio (immagazzinamento di gas naturale) e nella rigassificazione del gas naturale liquefatto.
STEFANO VENIER (Udine, 1963)
Laureato in Scienze Matematiche e fisiche con indirizzo Informatica, e master in Economia dell’energia, dal 2022 è amministratore delegato di Snam.
TIPOLOGIA DI PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA IN LOMBARDIA
A2A
A2A S.p.A. è una società multiservizi italiana, quotata alla Borsa di Milano, che opera nei settori ambiente, energia, calore, reti e tecnologie per le città intelligenti. È attiva nella produzione, distribuzione e vendita di energia elettrica (seconda in Italia per capacità installata), gas, gestione rifiuti, nei servizi ambientali e nello sviluppo di prodotti e nei servizi per l’efficienza energetica, l’economia circolare, la mobilità elettrica e le città intelligenti.
RENATO MAZZONCINI (Brescia, 1968)
Laureato in Ingegneria Elettrotecnica, è amministratore delegato e direttore generale del Gruppo A2A dal 2020.
EDISON
Edison S.p.A. è un’azienda italiana attiva nei settori dell’approvvigionamento, produzione e vendita di energia elettrica e gas controllata interamente dal gruppo francese Électricité de France. Edison è uno dei principali produttori di energia elettrica in Italia: possiede un parco produttivo che comprende impianti a ciclo combinato a gas (CCGT), idroelettrici, eolici, solari e a biomasse.
NICOLA MONTI (Varese, 1962) Laurea in Ingegneria Civile Idraulica, dal 2019 è amministratore delegato del Gruppo Edison.
PROTAGONISTI
>> L’impianto fotovoltaico inaugurato nel 2024 sui tetti della Fiera di Milano (Rho) è una delle realizzazioni più importanti in Italia nell’ambito della trasformazione energetica.
GSE
Il Gestore dei Servizi Energetici è la società pubblica che in Italia promuove e incentiva le fonti rinnovabili, gli interventi di efficienza energetica e la mobilità sostenibile. Nel 2023 ha erogato incentivi per oltre 15 miliardi di euro, contribuendo ad aumentare la potenza rinnovabile a 67 GW e quadruplicando il fotovoltaico, da 3,5 GW a oltre 36,6 GW entro il 2024, con impianti saliti da 160.000 a quasi 1,9 milioni.
Il GSE sostiene le comunità energetiche rinnovabili (CER) e i gruppi di autoconsumo collettivo, che producono e condividono energia pulita, con contributi a fondo perduto (Comuni sotto i 5.000 abitanti) e
tariffe premio ventennali. Per contrastare la povertà energetica gestisce il Fondo Reddito Energetico, che ha erogato, nel 2024, 100 milioni per 12.800 famiglie. Altri 100 milioni saranno messi a disposizione nel corso del 2025.
La Società supporta le imprese con diverse misure, quali ad esempio i Certificati Bianchi, l’Agrisolare, l’Agrivoltaico e l’Energy Release e, tramite 1,92 miliardi stanziati dal PNRR, sostiene lo sviluppo del biometano. Collabora, inoltre, con i settori Hard to Abate e assiste la Pubblica Amministrazione (nel 2024 ha supportato 6.224 Enti pubblici, di cui 4.815 Comuni).
>> Da sinistra, Paolo Arrigoni, Presidente del GSE, e l’A.D. Vinicio Mosè Vigilante
A destra, Carlo Alberto Giusti, presidente di RSE, con Franco Cotana, A.D. I loro profili biografici su wikimilano.it
RSE
Ricerca sul Sistema Energetico, RSE S.p.A., è una società, con sede a Milano, indirettamente controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze attraverso il suo azionista unico GSE S.p.A. ed è da sempre impegnata nell’analisi, studio e ricerca applicata all’intero settore energetico.
L’attività di ricerca riguarda la filiera dell’energia e della sostenibilità, dalle fonti energetiche primarie a tutti i sistemi di conversione e utilizzazione, dai vettori energetici alle tecnologie per l’efficienza e stoccaggio dell’energia.
ARERA
L’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) svolge attività di regolazione e controllo nei settori dell’energia elettrica, del gas naturale, dei servizi idrici, del ciclo dei rifiuti e del telecalore. Istituita con la legge n. 481 del 1995, è un’autorità amministrativa indipendente che opera per garantire la promozione della concorrenza e dell’efficienza nei servizi di pubblica utilità e tutelare gli interessi di utenti e consumatori. Funzioni svolte armonizzando gli obiettivi economicofinanziari dei soggetti esercenti i servizi con gli obiettivi generali di carattere sociale, di tutela ambientale e di uso efficiente delle risorse.
Esercita attività consultiva e di segnalazione al Governo e al Parlamento nelle materie di propria competenza, anche ai fini della definizione, del recepimento e della attuazione della normativa comunitaria. Le risorse per il suo funzionamento non provengono dal bilancio dello Stato ma da un contributo sui ricavi degli operatori regolati.
ENEL CUORE
La Fondazione Enel Cuore sostiene le organizzazioni del terzo settore in modo capillare in tutta Italia, e ha erogato fino al 2024 più di 123 milioni di euro.
Dal 2003 è la Onlus del Gruppo Enel. Con particolare attenzione alle periferie, dove esistono sacche di povertà sociale, educativa e dove il rischio di devianza è elevato.
La missione di Enel Cuore è essere al servizio delle comunità attraverso interventi concreti in grado di rispondere ai bisogni delle persone e di chi vive in condizioni di fragilità e disuguaglianza sociale.
Promuove relazioni con le organizzazioni del terzo settore, costruisce reti di solidarietà e sinergie con le istituzioni locali per mettere in
FONDAZIONE CARIPLO
La Fondazione Cariplo è un’organizzazione filantropica con una missione di sostegno, promozione e innovazione di progetti di utilità sociale. Riserva grande attenziona al settore dell’Ambiente, per protezione e valorizzazione del patrimonio naturale, educazione alla sostenibilità e promozione di energie rinnovabili e della riduzione delle emissioni di gas serra. Tra le tante iniziative, le Comunità Energetiche Rinnovabili Solidali (CERS), che rappresentano un modello innovativo di produzione e consumo di energia rinnovabile.
campo azioni tangibili e costruire un futuro migliore in linea con la visione Open Power del Gruppo Enel.
FILIPPO NICOLÒ RODRIGUEZ
Consigliere delegato di Enel Cuore
ELENA JACHIA (Milano, 1964)
Laureata in Discipline Economiche e Sociali, è direttrice dell’Area Ambiente di Fondazione Cariplo dal 2007.
STEFANO BESSEGHINI (Tirano, 1966)
Laureato in Fisica, è presidente dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente per il settennato 2018-2025.
PROTAGONISTI
FONDAZIONE AEM
Istituita nel 2007, ha come obiettivo la salvaguardia della memoria storica dell’Azienda Elettrica (poi Energetica) Municipale di Milano, per un secolo punto di riferimento imprescindibile per la crescita sociale ed economica della città. Sostiene progetti territoriali focalizzati sul contrasto alla povertà energetica. Agisce con attenzione alla dimensione sociale, promuovendo iniziative culturali come il museo di piazza Po a Milano (vedi pag.56).
BANCO DELL’ENERGIA
Fondazione Banco dell’energia Ente filantropico, istituita da A2A e dalle sue Fondazioni AEM, ASM e LGH, è un’organizzazione senza scopo di lucro dedicata alla raccolta di fondi per supportare, in collaborazione con enti del terzo settore, persone e famiglie in condizioni di fragilità economica e sociale, con un focus particolare sulla lotta alla povertà energetica.
Dal 2016 Banco dell’energia ha raccolto e distribuito oltre 13 milioni di euro e aiutato 13.000 beneficiari, operando attraverso il sostegno per il pagamento delle bollette di qualunque operatore energetico o la sostituzione di elettrodomestici obsoleti, oltre a promuovere iniziative formative e di sensibilizzazione per aumentare la cultura e la consapevolezza sui consumi
>> Banco dell’Energia, per supportare la lotta alla povertà energetica.
LAURA COLOMBO
Segretario generale della Fondazione AEM dal 2015.
e l’efficientamento energetico. Tra queste la creazione del Manifesto “Insieme per contrastare la povertà energetica”, a cui hanno aderito oltre 80 firmatari tra istituzioni, aziende, organizzazioni del terzo settore, associazioni e istituti di ricerca, ha reso possibile lo sviluppo di un network che garantisce la realizzazione di numerosi progetti di solidarietà su tutto il territorio nazionale.
ROBERTO TASCA (Milano, 1962) Laurea in Economia Aziendale, presidente di A2A, dal 2023 è presidente della Fondazione Banco dell’energia.
MEMORIALE DELLA SHOAH BINARIO 21
Già 500.000 visitatori per il grande laboratorio della città di Milano contro l’indifferenza.
Visite su prenotazione.
Per maggiori informazioni:
prenotazioni@memorialeshoah.it
02 2820975
Dal Lunedì al Giovedì dalle 10:00 alle 13:00
Piazza Edmond Safra 1
(via Ferrante Aporti)
www.memorialeshoah.it
MIama, UNA VOCE PER LE ASSOCIAZIONI DEL TERRITORIO
>> Bill Niada, imprenditore, da vent’anni impegnato nel sociale
FONDAZIONE BULLONE E I B.LIVER
Fondazione Bullone è un ente non profit che accompagna giovani con esperienze di patologie importanti alla riscoperta della propria identità oltre la malattia, costruendo insieme percorsi di reinserimento nella vita sociale e professionale. Attraverso il punto di vista dei beneficiari e il loro coinvolgimento in progetti di editoria, comunicazione,
formazione e sensibilizzazione, sviluppati in collaborazione con professionisti, aziende e altre realtà, la Fondazione promuove una prospettiva sulla società dove la trasformazione della fragilità è un valore. Il Bullone nasce nel 2012 per opera di Bill Niada, imprenditore illuminato impegnato da tempo nel sociale con altre fondazioni da lui create: Magica Cleme e Near. Un momento di svolta si colloca nella collaborazione tra Magica Cleme Onlus, creata nel 2004 in onore e memoria della figlia Clementina e l’Istituto dei Tumori di Milano, sul progetto “B.Live”, che aveva lo scopo di guidare i giovani nel percorso della malattia attraverso la creazione di una collezione di moda. Nascono così i B.Liver, nome scelto dai ragazzi della Fondazione, che contiene tre significati: Essere (Be) Credere (Believe) e Vivere (Live).
Il nome è diventato un marchio nel quale i ragazzi che ruotano intorno alla Fondazione, oggi una vera e propria community, hanno deciso di inserire, appunto, un “bullone”. La Fondazione, con i B.Liver, porta avanti numerosi progetti in svariati campi. Si contano 26 attività con le aziende, tra podcast, team building, newsletter o video, 38 attività
sociali, educative e culturali e 6 percorsi di formazione. Collaborando con i principali ospedali di Milano e provincia si realizzano laboratori artistici, di artigianato in reparto, di scrittura creativa e, unico nel suo genere, un progetto di educazione alla bellezza attraverso workshop e consulenze personalizzate, perché la bellezza non è solo ricerca estetica ma possibilità di ritrovarsi, oltre la malattia. Sono poi in essere progetti di editoria e comunicazione che vedono in prima linea la testata giornalistica Il Bullone, ideata e realizzata da B.Liver insieme a studenti, volontari e illustratori e giornalisti professionisti. Il progetto ha rappresentato per i ragazzi un’esperienza di gruppo emozionante e anche un’occasione di crescita personale: essere protagonisti, sentirsi ascoltati e rappresentati. Vedere le proprie storie trasformate anche in una canzone in cui tutti possono riconoscersi, ha dato loro uno slancio importante. L’attività ha permesso di sperimentare il potere della musica come strumento di espressione e trasformazione, dando voce alle loro storie e ai loro talenti in modo nuovo e straordinario.
www.bullone.org
>> Bill con i suoi ragazzi: per andare oltre la fragilità e la malattia. Al centro, la sorella Emanuela
SEZIONE A CURA DI CARLA DE ALBERTIS
IO SONO IO, LA MALATTIA È LA MALATTIA
LA COMPAGNIA DEL BULLONE
«Io sono io, la malattia è la malattia. Siamo due cose diverse», rivendica con orgoglio Eleonora, stanca degli sguardi pietosi e imbarazzati che suscita la sua testa senza capelli. Quell’atteggiamento lo conoscono bene anche Tony, che si è fatto amputare una gamba per un osteosarcoma; Cecilia, che ha lottato per anni contro la leucemia; Giovanni, diviso fra esami medici e universitari; Miriam, che con l’HIV convivrà per sempre. Sono i B.Livers, ragazzi che conoscono gli ospedali fin da piccoli, ma proprio tra le corsie hanno imparato che, più forte del dolore e della paura, c’è la voglia di vivere. Per questo si impegnano a trasmettere il loro entusiasmo in ogni cosa che fanno e non concepiscono la parola
“impossibile”. Vanno in azienda e cercano il lavoro dei sogni, incontrano i loro idoli, si confrontano con gli adulti da pari a pari. Solo un gruppo così testardo e inarrestabile può lanciarsi nell’impresa assurda di creare un giornale dal nulla, arrivando a coinvolgere perfino il Corriere, con lo scopo di raccontare una storia diversa: quella di chi, come loro, nel male ha trovato una forza straordinaria e di fronte alla morte ha capito il valore di ogni singolo istante. In questo libro, i B.Livers (che esistono davvero, sono a Milano) raccontano la loro ultima avventura, ma anche i pensieri, i turbamenti, gli amori e le emozioni di adolescenti, fragili come tutti, ma un po’ più saggi degli altri.
(2017, Sperling & Kupfer)
QUANDO L’ENERGIA INTERIORE GENERA ARTE E FILANTROPIA
Emanuela Manni Niada è un’artista a 360 gradi: pittrice, poetessa, scrittrice e fotografa, sempre in prima linea anche quando si tratta di donare le sue opere a sostegno delle attività filantropiche di varie associazioni, prima fra tutte la Fondazione Il Bullone che accompagna e sostiene giovani con esperienze di patologie importanti. Volontaria VIDAS, Emanuela collabora con un laboratorio di poesia nel carcere di Opera e, tra le altre cose, è trainer di Focusing nella relazione di aiuto e Master Reiki. Dall’indagine del rapporto tra cosmo e persona, tra buio e luce, tra spazio e tempo nasce la sua espressione artistica. Ogni sua opera riflette il suo indagare l’invisibile, la sua consapevolezza che nello spazio vuoto c’è l’energia. Ed ecco il suo personalissimo uso degli specchi alla ricerca della propria immagine e identità che si relaziona con il cosmo e la fascinazione per l’acqua che riflette la realtà esterna nelle sue foto oniriche. L’identità che si disintegra e la ricerca del senso della vita sono invece il filo conduttore delle sue poesie.
PIOLTELLO
DONNE AL CENTRO
Ad opera di Stefania Bartoccetti, fondatrice di Telefono Donna, e grazie al sostegno di Intesa San Paolo, è nato a Pioltello, in via Wagner 25, uno spazio dedicato alle giovani donne e alle famiglie che fa parte di un ampio programma di rigenerazione sociale promosso dalla Benefit Cimarosa, in collaborazione con il Comune di Pioltello e la Prefettura e con referente Paola Aquaro. Il Centro offre una molteplicità di servizi tutti gratuiti e con esperte operatrici. Parliamo di un servizio di ascolto e supporto al quale rivolgersi per intraprendere percorsi di assistenza: corsi di lingua italiana per straniere per renderle autonome nella vita di tutti i giorni, gruppi di sostegno alla genitorialità per accompagnare e sostenere le famiglie nella cura dei bambini e dei ragazzi. Molto importanti anche i corsi di educazione finanziaria di base, per imparare a gestire meglio il denaro e proteggersi dai rischi. È presente anche un servizio di book crossing per prendere in prestito gratuitamente o donare un libro. Questo progetto regala al territorio di Pioltello un punto di riferimento importante, ponendosi come facilitatore di autonomia, integrazione e crescita individuale e sociale: un centro per e con le donne dove si integrano competenze psicosociali, educative e relazionali, che diventa una risorsa anche per le famiglie; un luogo dove condividere tempo, interessi, esperienze, momenti ludicoricreativi e culturali e valorizzare le proprie competenze, creando una rete sociale in grado di prevenire e contrastare fenomeni di solitudine ed emarginazione. donnealcentro@telefonodonna.it
>> Paola Aquaro, referente di Donne al centro
>> Emanuela Manni Niada
>> Io sono Luce, opera di Emanuela Manni Niada
MIama, UNA VOCE PER LE ASSOCIAZIONI DEL TERRITORIO
G.I.O.I.A. ETS: UN PROGETTO DI SALUTE A 360 GRADI PER INFANZIA E ADOLESCENZA
Il Gruppo Interdisciplinare Operatori Infanzia e Adolescenza nasce a Milano nel febbraio 2024 su iniziativa di cinque donne: Anna Rita Benincaso, presidente, medico e pediatra, Angela Mauro, vice presidente, pediatra e reumatologa pediatrica, Alessandra Fornesi, avvocatessa specializzata in diritto di famiglia e curatore per i minori incaricata dal Tribunale Civile e Tribunale per i minorenni di Milano, Chiara Pochetti, esperta di relazioni pubbliche e Sara Landonio, recentemente laureata in Giurisprudenza. Ciò che ha mosso le cinque fondatrici è stato l’aumento dei nuclei familiari presi in carico dai servizi territoriali di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, associato a un costante incremento di accessi in Pronto Soccorso o ricoveri nei reparti di pediatria a seguito di manifestazioni di auto-lesività, disturbi del comportamento alimentare, psicosi, ritiro sociale e dipendenze. La necessità, sottolineano in GIOIA, è quella di mettere in atto una serie di attività di prevenzione fin dalla prima infanzia, ponendo attenzione specifica alle varie fasi dell’età evolutiva.
Ecco allora che il progetto GIOIA prevede, nell’età neonato-infantile, il supporto alla genitorialità e il sostegno nell’orientamento alla sana alimentazione del lattante e nella prima infanzia; nell’età scolare l’accompagnamento all’apprendimento di un sano stile di vita, nella gestione delle emozioni e nello sviluppo delle relazioni extrafamiliari. Nell’età adolescenziale gli interventi riguardano tutto ciò che è disfunzione comportamentale. Tutti i progetti sono a cura di team multidisciplinari di professionisti medici e non, specializzati nelle varie fasce evolutive di intervento. Un vero progetto di prevenzione a 360 gradi per poter cogliere i campanelli di allarme di un disagio giovanile sempre più drammatico, e mettere in atto dinamiche capaci di intervenire per tempo o addirittura in anticipo per invertire la rotta di quello che sembra ora essere uno dei problemi più allarmanti nella nostra società e per migliorare il suo futuro.
www.gioiaets.it info@gioiaets.it
NASCE L’OSSERVATORIO NAZIONALE INDIPENDENTE SUGLI ORFANI SPECIALI
>> Stefania Bartoccetti, protagonista del Welfare.
È stato presentato a Palazzo Lombardia su iniziativa di Telefono Donna Italia, e della sua presidente Stefania Bartoccetti, con l’obiettivo di monitorare e sostenere i figli delle vittime di femminicidio, i cosiddetti Orfani Speciali. L’Osservatorio, forte di un comitato scientifico di esperti qualificati, mira
a sostenere le famiglie affidatarie dei bambini che hanno vissuto il trauma del femminicidio, formare specificamente gli operatori dei servizi al sostegno di questi orfani, elaborare ricerche sul fenomeno e sensibilizzare la cittadinanza perché spesso, dopo il clamore mediatico del momento, questi piccoli diventano dei fantasmi per la società. L’Osservatorio lavorerà quindi per promuovere ricerche e influenzare le politiche pubbliche per migliorare il sistema di welfare e garantire diritti e servizi adeguati alle vittime invisibili della violenza domestica. Il progetto potrà avere una partenza immediata grazie al sostegno della Fondazione Bambini nel Cuore, che finanzierà due borse di studio per ricercatrici che lavorino al censimento degli Orfani Speciali e dei bisogni sommersi sui quali poter intervenire in maniera mirata. La tempestività degli interventi sulle vittime di violenza assistita è estremamente importante per il futuro di questi bambini. Già dal 2018 la Legge 4 sugli Orfani Speciali affronta il tema in maniera ampia ed esaustiva, ma
è l’applicazione a essere carente, sia per mancanza di fondi che di coordinamento. A questo proposito, la Prefettura di Milano ha promosso la firma di un protocollo tra la Prefettura stessa, Regione Lombardia, Comune di Milano, Città Metropolitana, Tribunale, Ordine degli Psicologi e Ordine degli Avvocati, Telefono Donna ed altre associazioni proprio per colmare le lacune in merito di interventi e coordinamento. In questo contesto, il censimento attuato dall’Osservatorio e sostenuto dalla Fondazione Bambini nel Cuore sarà un utilissimo strumento di lavoro. Hanno espresso il loro sostegno e plauso all’iniziativa l’assessore alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità di Regione Lombardia Elena Lucchini, il presidente del Tribunale Fabio Roia, il Garante dell’Infanzia e Adolescenza di Regione Lombardia Riccardo Bettiga, il vice prefetto Alessandra Tripodi e molti altri illustri relatori. info@telefonodonna.it
>> Anna Rita Benincaso, presidente
>> Angela Mauro, vicepresidente
NEWS DALL'OSSERVATORIO
AI TEMPI DI LEONARDO
LA RASSEGNA, GIUNTA AL QUINTO APPUNTAMENTO, È PROMOSSA DA WIKIMILANO, OSSERVATORIO METROPOLITANO E LEONARDO3 MUSEUM
ENERGIA, ACQUA, CITTÀ
di Alberto Soci, architetto e docente
Leonardo da Vinci lega il proprio nome a straordinarie intuizioni, invenzioni e ricerche che hanno posto le basi per quello che ancora oggi riconosciamo come il metodo induttivo, contrapposto al sillogismo aristotelico altrimenti definito metodo deduttivo. L’attenta osservazione e una rigorosa sperimentazione (esperienza) permettono a Leonardo di giungere a dei modelli teorico-matematici, d’indirizzo, nell’indagine della realtà e nella lettura fenomenologica della natura. Ecco come gli studi sulle molteplici forme di energia che caratterizzano manifestazioni fisico-naturali, con particolare attenzione verso quelle legate ai moti dell’acqua (Codice Leicester e Arundel), divengono un passaggio di eccezionale interesse per comprendere il lavoro del “Maestro dell’acqua” (Firenze 1500-1506). Il disegno, infine, quasi fosse uno strumento di riscontro, è il mezzo con il quale Leonardo definisce l’applicazione dei risultati degli studi da esso stesso svolti ai suoi geniali progetti. Appare così chiaro come l’acqua, per Leonardo, non sia unicamente il mezzo con il quale pianificare nuove vie di trasporto o organizzare funzionalmente su livelli la sua città ideale, ma sia altresì la forza motrice della natura. Una fonte di energia capace di regalare il moto alle sue macchine – da barche a propulsione a ruote, ad apparecchiature per prosciugare i porti; da battipali, a cannoni navali a retrocarica o a vapore; da campane d’aria per consentire l’immersione prolungata in acqua, a draghe lagunari e marittime; e ancora, imbarcazioni a pale e pompe idrauliche –precorrendo di secoli princìpi e teorie generali posti a fondamento della moderna concezione delle scienze naturali e della fisica. Un approccio, quello di Leonardo, che potremmo definire di moto perpetuo (suo grande sogno) nello studio (vedi pagina 4), dove a ogni osservazione, sperimentazione o progetto ne segue uno nuovo, quale diretta conseguenza-applicazione del primo e dove la sua straordinaria capacità di pensiero in termini di interdisciplinarietà e multiscalarità diviene espressione insuperabile del suo genio.
>> Dall’alto a sinistra: Massimiliano Lisa, direttore del Leonardo3 Museum. Luisa Barbieri, conduttrice degli eventi, nota giornalista televisiva, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, Bruno Dapei, direttore dell’Osservatorio Metropolitano, Andrea Jarach con il professor Folco Vaglienti, medievalista, che ha parlato di giustizia ai tempi di Leonardo, Mattia Abdu, Presidente del Municipio 1, al centro il maestro Adriano Bassi e il professor Alberto Soci che hanno trattato i temi di musica e città ideale.
NEWS DALL'OSSERVATORIO
CORSO DI FORMAZIONE E CULTURA POLITICA
Grande successo per la prima edizione del Corso gratuito di Formazione e Cultura politica organizzato da Osservatorio Metropolitano di Milano, Lions Distretto 108 lb4, Rotary Distretto 2041, Associazione Amici dell’Osservatorio, Associazione MI’mpegno e Crescere con la buona politica, presso la sede di Assimpredil Ance. Il ciclo di 11 incontri, iniziati il 4 ottobre 2024, conta ancora 3 appuntamenti in calendario fino all’11 aprile ma ha già visto alternarsi alcune tra le voci più autorevoli della scena politica, accademica e istituzionale lombarda, facendo il pieno di partecipazione. Il corso ha preso le mosse dai principi costituzionali, per proseguire poi con l’ordinamento dello Stato e delle Istituzioni nel quadro dei principali avvenimenti della politica italiana ed europea a livello storico e più recenti. Il programma ha visto incontri anche su temi di attualità con dimostrazioni di attività politica pratica. Per citare solo alcuni degli argomenti, si è parlato di diritti e doveri nella Costituzione con Maria Agostina Cabiddu moderata da Rossella Vitali e Michele Catarinella; di funzionamento dello Stato con Andrea Orsini, Nicolò Zanon e Diego Masi moderati da Carmelo Ferraro; dei grandi testimoni politici di ieri e di oggi con Nicola Pasini in dialogo con Enrico Marcora; delle grandi scuole politiche europee e istituzioni europee con Pierfrancesco Maran, Massimiliano Salini, Giovanni Crosetto e Benedetta Scuderi moderati da Giannino Della Frattina. Tra gli ultimi appuntamenti quello dedicato ai reati contro la pubblica amministrazione, in cui sono intervenuti Gabriele Albertini, Maura Carta e Antonino La Lumia moderati da Rossella Vitali e Carmelo Ferraro (immagine grande a destra). Il 31 gennaio si è parlato del futuro della Giustizia in un panel moderato da Vincenzo Di Vincenzo con Giuseppe Lucibello, Giuseppe Bana e Stefano Dambruoso
“Una classe dirigente solida, consapevole e dotata di adeguati strumenti è fondamentale per un Paese che può e vuole crescere ed essere leader, e il successo di questo corso conferma quanto ci sia bisogno di buona politica – affermano i promotori –. Ci siamo pertanto uniti sulla base del perseguimento del “bene comune” e abbiamo pensato di costruire questa prima edizione chiedendo a tanti importanti personaggi di mettere a disposizione le loro conoscenze ed esperienze per fornire utili strumenti a chi vorrà entrare in politica, o a chi di politica si interessa e vuole meglio conoscerla e capirla”.
Alla fine del corso verrà consegnato un attestato di partecipazione e verranno agevolati i contatti con i responsabili dei partiti politici a cui eventualmente i partecipanti vorranno aderire.
>> Dall’alto a sinistra nella foto grande la sala affollatissima per dialogare con Gabriele Albertini. Nelle immagini di queste pagine
Camillo de Milato, Bruno Dapei, Rossella Vitali, Carla de Albertis, Michele Catarinella, Carmelo Ferraro, Antonino La Lumia, Enrico Marcora, Maria Agostina Cabiddu, Maura Carta e Gabriele Bisio.
NASCE L’OSSERVATORIO DEI LIONS SULL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
L’iniziativa, promossa dal Governatore del Distretto dei Lions Milano Città metropolitana, Rossella Vitali, ha l’obiettivo di garantire un’analisi costante degli impatti sociali, etici e culturali delle tecnologie digitali. In partnership con l’Osservatorio Metropolitano di Milano, il progetto riunisce esperti di IA, etica, diritto, sociologia, nonché rappresentanti delle principali Università di Milano e provincia, Ong, Ordini professionali e della società civile. L’Osservatorio si è dotato di un comitato tecnico scientifico formato da Sonia Stefanizzi (Università di Milano Bicocca), Michele Meoli (Università di Bergamo), Emanuele Pavolini (Università Statale di Milano) che sarà coordinato da Flavio Ceravolo (Università di Pavia). Questo primo gruppo di esperti accademici sarà chiamato a coinvolgere altri colleghi, ma anche esperti dal mondo delle imprese private, delle grandi organizzazioni pubbliche e della società civile. “In questo primo anno - dice Rossella Vitali - i temi esplorati saranno: gli ambiti di applicazione e impatto dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie intelligenti sulle politiche per la qualità della nostra vita quotidiana; la trasformazione dei mercati economici e del lavoro nel mondo algoritmico fra paure e opportunità; il mondo della salute e le tecnologie Al per la prevenzione e la cura; le sfide algoritmiche ai modelli di comunicazione”.
>> Appuntamento il 4 aprile 2025 a Palazzo Marino, in sala Alessi, per la firma del protocollo tra i soggetti che faranno parte della Consulta dell’Osservatorio permanente sulla sostenibilità sociale dell’Intelligenza artificiale. Si terrà in questa occasione l’incontro nazionale dei Lions sul tema “Innovazione responsabile e sostenibilità dell’AI - Un viaggio tra presente e futuro”.
Gli Angeli del Bello Milano hanno siglato un accordo di collaborazione con il Lions Club Città Metropolitana di Milano, che comprende 49 club e oltre 1.100 soci. Questa partnership mira a promuovere il decoro urbano, la cura del verde e il recupero degli spazi pubblici, rafforzando il senso di appartenenza e partecipazione nella comunità milanese. Le attività congiunte sono già iniziate, con interventi al Parco Sempione e negli spazi esterni dell’Ospedale Niguarda.
L’intesa tra gli Angeli del Bello Milano e il Lions Club Città Metropolitana di Milano è stata promossa con il patrocinio dell’Osservatorio Metropolitano di Milano. Sia Rossella Vitali, Governatore del Distretto Lions, sia Andrea Jarach, co-fondatore dell’Associazione Angeli del Bello a Milano, collaborano attivamente con l’Osservatorio. Rossella Vitali è membro del Comitato Scientifico dell’Osservatorio, mentre Andrea Jarach è membro del Consiglio Direttivo e del Comitato Scientifico.
Per partecipare: www.angelidelbello.org
>> Al servizio della città con il sorriso Elena Grandi assessore milanese al Verde, Simone Lunghi, fondatore e presidente di Angeli del Bello Milano con Federica e Sonia tra le prime attive volontarie. In basso a destra Lidia Brischetto, musicista diplomata al Conservatorio mentre allieta il lavoro degli Angeli con le note swing.
>> L’obiettivo di Angeli del Bello è educare al decoro e al rispetto coinvolgendo cittadini volontari. Sopra: firma del protocollo tra Lions e Angeli del Bello in una fredda sera di inverno al Parco Sempione. Il Governatore Lions, Rossella Vitali con Simone Lunghi, Roberto Binaghi, Matteo De Paolis, Angelo Marra per AMSA, Simone Lunghi, Andrea Jarach e Bruno Dapei. È partita in gennaio la collaborazione con frequenza settimanale. A sinistra, i volontari Lions al primo service al Parco Sempione. A sinistra nella foto Giorgio Mangiaracina, coordinatore Alert per Lions.
FIRMA DEL PROTOCOLLO D’INTESA TRA LIONS CLUB E ANGELI DEL BELLO MILANO
RICERCHE - OSSERVATORIO
>> Firma del protocollo d’intesa presso la sede dell’Osservatorio Metropolitano di Milano.
UN’ALLEANZA PER LE BUONE
ABITUDINI ALIMENTARI
Firmato il protocollo di intesa che dà il via al progetto “Educazione
Alimentare: per un’alimentazione sana, sicura e sostenibile”. Alla firma del documento erano presenti Camillo De Milato, presidente di Osservatorio Metropolitano di Milano, Carla De Albertis per l’associazione Amici dell’Osservatorio, Evelina Flachi, presidente FEI e supervisore scientifico del progetto, Rossella Vitali, Governatore Lions, Eleonora Pellegrini De Vera, Presidente UNVS. In linea con gli obiettivi delle linee guida del MIUR, che ha condiviso il progetto sin dall’inizio, l’iniziativa ha diversi obiettivi tra i quali sensibilizzare sul tema del rapporto cibo-salute incoraggiando comportamenti alimentari sani, diffondere cultura della qualità del cibo approfondendo la conoscenza delle sue origini territoriali, della sua filiera, della sua sostenibilità e la sua corretta conservazione, senza dimenticare la lotta allo spreco alimentare.
IN ARRIVO UN’INDAGINE SUGLI
ITALIANI A TAVOLA
Il progetto sarà completato da una indagine sulle abitudini alimentari degli italiani che l’Osservatorio ha affidato al professor Renato Mannheimer L’indagine sarà condotta a livello
nazionale su un campione significativo di 3mila persone e sarà una fotografia dei gusti del bel Paese a tavola con particolare riferimento alle buone o cattive abitudini. I risultati del sondaggio saranno presentati in occasione del lancio della Giornata dell’Educazione alimentare.
>> Dedicata all’alimentazione la nuova ricerca dell’Osservatorio Metropolitano di Milano.
FIOCCO ROSA IN CASA LIONS
Grande affluenza di ospiti, lo scorso 16 gennaio, nella sala Venere dell’Hotel Enterprise per festeggiare la nascita del nuovo Lions club Milano Missione Sport Il governatore Rossella Vitali, emozionata, ha”pinnato” il nuovo presidente Carla De Albertis, gli altri 25 soci fondatori e il socio onorario Marco Giachetti, presidente della Fondazione IRCSS Ca’ Granda Ospedale Policlinico di Milano. Il nuovo Club ha il suo focus nello sport, come potente strumento di educazione, formazione, inclusione , crescita personale e sociale e salute. La cerimonia si è svolta alla presenza di molte autorità lionistiche, tra cui Alberto Soci e Danilo Guerini Rocco, e civili: il Sottosegretario allo Sport e giovani di Regione Lombardia Federica Picchi, l’on. Andrea Orsini, la vicepresidente del Consiglio comunale di Milano Annarosa Racca, il direttore del settore Attività Filantropiche di Fondazione Cariplo Andrea Rebaglio, la delegata del Rettore dell’Universita Bicocca allo Sport Universitario prof.ssa Lucia Visconti, il presidente di Panathlon Milano e vicepresidente di ConfCommercio Milano Simonpaolo Buongiardino, il presidente di UNVS Eleonora Pellegrini De Vera, il presidente dell’Osservatorio Metropolitano di Milano Camillo de Milato, il vicepresidente Filippo Grassia e il direttore Bruno Dapei
PROTAGONISTI
IL ROTARY INTERNATIONAL E I SUOI SCOPI
DI MICHELE CATARINELLA
afferente alla Città Metropolitana di Milano.
Il Rotary International è il primo service club mondiale, nato nel 1905 a Chicago, diffuso in tutti gli Stati del mondo: annovera circa 1.400.000 soci, di cui 200.000 giovani del Rotaract (dai 18 ai 32 anni), che si ispira agli stessi valori del Rotary di cui fa parte a pieno titolo dal 2022.
I Rotary nel mondo comprendono oltre 46.000 club organizzati in 540 distretti:
tra questi vi è il distretto metropolitano 2041, che riunisce 47 club e 1900 soci di Milano.
Proprio a Milano fu fondato nel 1923 il primo Rotary Club italiano, uno dei più antichi d’Europa, la cui apertura segna la nascita della prima grande associazione internazionale del nostro Paese durante il XX Secolo, nel segno della internazionalità che è connotazione essenziale del Rotary. Service Club è un’associazione il cui scopo non è l’utilità personale degli associati, bensì il perseguire un interesse generale, che per il Rotary è quello delle comunità locali e internazionali: tutti conoscono la campagna contro la poliomielite, iniziata dal Rotary a metà degli anni ‘80, poi condivisa con le più grandi istituzioni mondiali (OMS, Unicef, Bill & Melinda Gates Foundation, etc), e dal 1999 principale programma umanitario della Rotary Foundation, una delle più grandi Fondazioni private del mondo, con oltre 2 miliardi di dollari di fondo di dotazione, operante nelle sette aree della Pace e Prevenzione dei Conflitti, Prevenzione e
cura delle malattie, Acqua, servizi igienici e igiene, Salute materna e infantile, Alfabetizzazione ed educazione di base, Sviluppo Economico e Comunitario, e dal 2021 Ambiente. La Rotary Foundation finanzia ogni anno decine di progetti dei club in questi ambiti, con vincoli stringenti di elevatissima efficienza, rigore nella rendicontazione e sostenibilità.
Obiettivo del Rotary è la pace e la comprensione internazionale, da ottenere avendo come guida i 5 valori rotariani: il Servizio, l’Amicizia, la Leadership, la Diversità e l’Integrità.
Il Rotary milanese agisce nell’ottica della continuità di leadership, strategie ed obiettivi, collaborando con le principali istituzioni pubbliche e private, e opera occupandosi di Giovani, Lavoro e Ambiente ideando, gestendo e realizzando progetti proposti dai club milanesi in sinergia e collaborazione tra di loro, nel rispetto della professionalità che è prerequisito di base per essere rotariani, e del motto che riassume il credo rotariano “Service above self”: servire al di sopra di ogni interesse personale.
>> La fondazione del Rotary Club Milano, il primo in Italia, avviene il 20 novembre 1923 presso il Caffè Cova. I soci fondatori sono: Alberto Edoardo Bianchi, Senatore Borletti, Achille Bossi, Gianni Caproni, Primo Crivelli, Leo Giulio Culleton, Enrico De Giovanni, Beniamino Donzelli, Federico Guasti, Gaspare Guasti, James Henderson, Carlo Mira, Girolamo Moroni, Reginald Mountey, Giorgio Mylius, George Taylor. Intorno alla componente anglosassone si consolida un gruppo di imprenditori e professionisti milanesi. Alla serata inaugurale partecipano numerosi delegati di varie nazioni, secondo lo spirito internazionale del Rotary, e i discorsi vengono tenuti in quattro lingue. James Henderson è il primo presidente: gli succederà il medico e futuro sindaco Luigi Mangiagalli
>> Michele Catarinella (1965) è un avvocato italiano, Governatore del Distretto 2041 del Rotary Club,
100 ANNI DI ECCELLENZA CHE PARTONO DA MILANO DI STEFANO ZUFFI
>> Stefano Zuffi (1961), milanese, storico dell’arte indipendente. Autore di oltre 100 volumi di divulgazione culturale, curatore di mostre di arte antica e moderna. Socio Rotary di lunga data, ha curato la mostra milanese per il centenario del Club.
La presenza del Rotary in Italia ha avuto inizio con il Club Milano, nato nel novembre del 1923. Gli esordi sono difficili, caratterizzati dai delicati rapporti con la monarchia sabauda, con il regime fascista, la Chiesa cattolica: il Rotary viene visto come un’emanazione della massoneria; un’associazione elitaria e chiusa, indifferente, per non dire addirittura ostile ai valori nazionali o anche religiosi.
In anni sempre più cupi, le riunioni del Rotary erano un’oasi di dialogo, di relazione, di intelligenza fattiva. Imprenditori, professionisti, docenti universitari, scienziati, ricercatori, uomini di cultura: l’annuario del Rotary Milano accoglie molti dei protagonisti della società, dell’economia e della crescita della città. Soprattutto, li accoglie “insieme”: l’aspetto della condivisione, dell’incontro, dello scambio di idee è la dimensione più significativa, un “Convivio” che rimanda ai modelli classici, ed è lontanissimo dallo stereotipo stucchevole dell’allegra brigata di attempati ghiottoni. Al contrario: sono occasioni fondamentali per gettare le basi di progetti destinati a radicarsi nella città, dagli istituti ospedalieri alle università, dai musei alle infrastrutture, nella sincera convinzione della ricerca del bene comune. Per fare un paio di esempi, la fondazione dell’Istituto dei Tumori da parte di Luigi Mangiagalli, secondo presidente del Rotary Milano;
o la realizzazione del planetario, voluto da Ulrico Hoepli e costruito da Piero Portaluppi. Si arriva alle drammatiche decisioni del 1938, con lo scioglimento del Rotary in Italia. L’ultimo bollettino, con la profonda commozione del presidente, l’architetto Piero Portaluppi, è una lezione di dignità e fa comprendere il senso vero della presenza del Rotary nell’Italia di quegli anni. Dal 1938 al 1946, il lungo sipario scuro. Ovviamente non solo sulla vita del Rotary a Milano e in Italia, ma su tutto il mondo. Poi, ancora una volta da Milano e in parte con gli stessi protagonisti del 1923, viene il momento della ripresa, del rilancio. La presidenza viene affidata all’ingegner Arturo Danusso, uno dei protagonisti della Milano che risorge: sarà lui a compiere i calcoli statici per monumenti-simbolo come la Torre Velasca e il Grattacielo Pirelli, oltre a curare il consolidamento postbellico del Duomo. Piace ricordare che nell’immediato dopoguerra sedessero alle convivali rotariane, fianco a fianco, il coraggioso sindaco Antonio Greppi e il visionario Paolo Grassi: a loro si deve la nascita del Piccolo Teatro, uno dei simboli culturali della città che rinasce. Il Rotary rappresenta l’ideale punto di snodo e di efficienza tra pubblico e privato. I settori di intervento sono i più diversi, dalla salute alla viabilità urbana ed extraurbana, ma l’attenzione si concentra soprattutto sulla formazione e sulle scelte universitarie. Molti protagonisti del boom milanese degli anni Cinquanta sono rotariani di spicco, fra cui numerosi architetti, designer e progettisti (Portaluppi, Giò Ponti, Noorda, Gardella, e poi ancora Sambonet, Gae Aulenti, Bellini, Zavelani Rossi). La storia del Rotary Club Milano prosegue attraverso i nomi dei presidenti che si avvicendano con cadenza biennale (una caratteristica che contraddistingue il club rispetto all’abituale rotazione annuale), e si riassume nell’immagine del gonfalone, su cui sono raffigurate le sei storiche porte della città: un simbolo di accoglienza, di apertura, di dialogo, di amicizia tra le persone.
>> Luigi Mangiagalli (Mortara 1850 – Milano 1928) è uno dei grandi protagonisti nella storia della città. Ginecologo di fama, senatore del Regno d’Italia, sindaco di Milano dal 1922 al 1926, e primo rettore dell’Università degli Studi. Fra le molte iniziative che legano Mangiagalli al Rotary Club Milano, di cui nel 1925 è stato il secondo presidente, va senz’altro ricordato l’Istituto dei Tumori.
>> 1924, Mangiagalli accompagna la Regina Elena in visita all’Ospedale Maggiore.
MUSEO MILANO
MUSEO AEM
Custodire la storia per interpretare e costruire il futuro significa anche trasmettere e divulgare la straordinaria ricchezza dei propri archivi in maniera dinamica e con linguaggi differenti. Filmati storici, exhibit interattivi ed esposizioni di oggetti accompagnano i visitatori in un percorso di scoperta della straordinaria storia di AEM dalle origini dell’illuminazione pubblica alla trasformazione in Life Company e del suo ruolo fondamentale per l’industrializzazione di Milano e del Paese. I visitatori sono accolti da un video immersivo ed emozionale che evoca l’epopea dell’industrializzazione elettrica grazie all’unione di natura, impegno e ingegno umano: una linea del tempo contestualizza e storicizza l’evoluzione dell’azienda nella sua storia centenaria che scorre parallela allo sviluppo industriale di Milano. All’interno della sala principale due installazioni
multimediali sono dedicate a due asset fondamentali del patrimonio storico della Fondazione, ovvero l’archivio fotografico e l’archivio filmico. Il primo “vive” attraverso l’esposizione di più di 300 fotografie raccolte tematicamente attorno a quattro grandi argomenti al fine di rappresentare la ricchezza di un fondo straordinario che vede la presenza dei più importanti fotografi del ’900, oggi disponibile online con sito degli Archivi Storici AEM. Il secondo viene animato e proposto al grande pubblico grazie ad un quadro interattivo che permette al visitatore di compiere un vero e proprio viaggio nel tempo attraverso una straordinaria quantità di contenuti multimediali: muovendo una cloche l’utente potrà comandare il “rattin”(o topolino – quello stesso prodigio della tecnica meccanica che da solo permetteva l’accensione di oltre 600 becchi a gas poste su un binario di
Il progetto MuseoMilano nasce in occasione di EXPO 2015 su iniziativa del Rotary Club Milano Arco della Pace e grazie al sostegno della associazione culturale Milano Loves You. Dall’idea
>> In alto a sinistra, il direttore del museo, Fabrizio Trisoglio, grande conoscitore di fotografia e cinema, attivo nella valorizzazione del prezioso archivio di Fondazione AEM.
Galleria Vittorio Emanuele) che andrà ad attivare diversi contenuti multimediali. Un viaggio interattivo tra montagne, acqua, energia, realizzazioni ingegneristiche e storie di uomini e imprese.
originale è nato un sito entrato nel 2023 nell’orbita di WikiMilano Edizioni. Ogni numero del WikiMilano Magazine vedrà un incontro esclusivo alla scoperta di uno degli 80 musei cittadini.
AEMuseum. Piazza Po 3, Milano - www.fondazioneaem.it/aemuseum
Direttore: Fabrizio Trisoglio
>> Al Museo della Scienza e Tecnologia, nella nuova area dedicata a Leonardo Da Vinci, spicca l’installazione multimediale su Leonardo e le acque, tra cui il fiume Adda, qui in un rilievo a mano del Maestro, disegnato nei primi anni del 1500. Tratto dal Codice Atlantico e conservato in originale presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano
MUSEO MILANO
MUSEO NAZIONALE DELLA SCIENZA E DELLA TECNOLOGIA LEONARDO DA VINCI
Via San Vittore 21, Milano www.museoscienza.org
Direttore: Fiorenzo Galli
Il museo chiude il 2024 con oltre
600.000 visitatori, di cui circa 90.000 ospiti di eventi. Sono stati più di 46.000 coloro che hanno partecipato alle attività nei laboratori interattivi e alle visite guidate durante il weekend. Numeroso il pubblico proveniente dall’estero che ha rappresentato il 53% del totale.
Al Museo della Scienza e Tecnologia
Leonardo Da Vinci di Milano gli appassionati di storia e di tecnologia possono trovare reperti unici e avvincenti soluzioni multimediali. Nell’immagine sotto, una delle sale dedicate a Leonardo Da Vinci (che lavorò nei primi anni del ‘500 nel Ducato di Milano). In originale le chiuse del Naviglio Martesana e l’installazione con i suoi studi sull’acqua e l’energia. Il settore energia del Museo espone anche la centrale di controllo della SNAM in funzione a San Donato fino a poco tempo fa oltre a diorami e macchinari giganteschi utili a comprendere l’affascinante storia dell’energia.
REGINA MARGHERITA
Tra questi spicca la centrale termoelettrica Regina Margherita (sopra a destra), che accoglie i visitatori all’ingresso del Museo e che racconta una tappa fondamentale dello sviluppo industriale d’Italia. Progettata al Politecnico di Milano e utilizzata nel setificio Gavazzi di Desio per azionare elettricamente 1800 telai e illuminare i locali, venne inaugurata nel 1895 alla presenza di re Umberto I e Margherita di Savoia, a cui la macchina è intitolata, e ci parla di un’epoca in cui l’industria italiana andava gradualmente elettrificandosi. La sua motrice a vapore rappresenta un’eccellenza nella storia dell’industria meccanica: le Officine Franco Tosi di Legnano. La vita lavorativa della centrale è terminata nel 1954.
>> Sopra, la centrale termoelettrica Regina Margherita all’ingresso del museo. Sotto, Portelli lignei della Conca di San Marco del Naviglio Martesana. Questa coppia di portelli costituisce il sistema originale di chiusa superiore della Conca di San Marco, nel tratto cittadino del
Naviglio di Martesana, costruito tra il 1457 e il 1471 su ordine del duca Francesco Sforza per collegare il fiume Adda a Milano. Sono fra le testimonianze più significative del sistema di “porte vinciane”, ossia quel complesso sistema idraulico di chiusa disegnato da Leonardo a Milano ai primi del Cinquecento.
I VOLTI DELL'OSSERVATORIO METROPOLITANO DI MILANO
"Conoscere per deliberare". Le parole del presidente Luigi Einaudi sono il motto che riassume la vocazione con cui è nato nel 2014 l'Osservatorio Metropolitano di Milano: offrire strumenti di riflessione e analisi alle istituzioni, al mondo produttivo, delle professioni e dell'associazionismo. Un centro studi indipendente premiato con l’Attestato di Benemerenza Civica dal Comune di Milano nella tradizionale cerimonia di conferimento degli Ambrogini d'oro.
Giovanna Iannantuoni Presidente onoraria
Rettrice dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, è presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane. Economista, ha pubblicato i suoi studi sulle più importanti riviste internazionali ed è membro di numerosi CdA di prestigiose fondazioni ed aziende pubbliche e private.
Bruno Dapei Direttore Generale
Editore, manager, già presidente del Consiglio provinciale di Milano. Esperto informatico, è ideatore e cofondatore di WikiMilano. È amministratore di diverse aziende dedite allo sviluppo immobiliare e socio dell’azienda di famiglia, operante a livello internazionale nel settore chimico cosmetico da oltre mezzo secolo.
de Milato Presidente
Generale di divisione (riserva), commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica, è stato Comandante dell’Esercito - Lombardia, sub commissario all’Ambiente di Roma Capitale, presidente della Fondazione Asilo Mariuccia di Milano. Ambrogino d’Oro nel 2009. È presidente dell’Associazione Regionale Pugliesi di Milano.
Carla De Albertis
Presidente Associazione Amici dell'Osservatorio
Imprenditrice e filantropa, è responsabile Cultura e Sociale dell’Osservatorio. Già consigliera e assessore del Comune di Milano, presidente di associazioni e onlus nel settore sociale e sportivo. È organizzatrice del concorso letterario internazionale "Ceresio in Giallo", siede nel comitato organizzatore di liberaMente ODV ed è fondatrice della Fondazione Bambini nel Cuore.
Filippo Grassia Vicepresidente
Giornalista, scrittore e dirigente sportivo, è past-president di Panathlon Club Milano. Voce e volto del giornalismo sportivo italiano, è stato presidente nazionale dell’Unione Stampa Sportiva Italiana. Anconetano di nascita ma milanese di adozione, è stato assessore allo Sport e Giovani della Regione Lombardia in un esecutivo tecnico e presidente del CONI provinciale di Milano. Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana e Stella d’Oro del CONI.
Avvocato giuslavorista esperta in diritto societario e della crisi di impresa, è Governatore Lions del Distretto di Milano Città metropolitana. Presidente di AITD Onlus, associazione con status consultivo presso l’ONU sul tema della lotta alla violenza di genere. Svolge attività di volontariato e consulenza legale presso la Fondazione Asilo Mariuccia, dove è presidente del Comitato dei Benemeriti.
Camillo
I VOLTI DELL'OSSERVATORIO METROPOLITANO
Manager, è componente della Commissione Centrale di Beneficenza di Fondazione Cariplo: ricopre anche ruoli di amministratore di società. Attualmente è consigliere di Concessioni Autostradali Lombarde e nel Collegio dei probiviri di City Angels Lombardia. Mentore in programmi di sviluppo al femminile. Autrice di testi dedicati a innovazione sociale, ambiente e sostenibilità.
Musicologo, concertista di pianoforte, compositore e direttore d’orchestra, è presidente del Comitato di Milano della Società Dante Alighieri. Autore di numerosi saggi e biografie di musicisti, è un appassionato divulgatore della storia culturale di Milano.
Manager, direttore amministrativo con esperienza nel settore di organizzazioni non profit e di bandi europei. È direttore tecnico del Gruppo Cooperativo CGM. È stata direttore generale dell’Asilo Mariuccia di Milano.
Avvocato, esperto di politiche pubbliche di area vasta, ex amministratore locale del Comune di Milano e della Città metropolitana, è stato recentemente scelto dal sindaco Giuseppe Sala come suo Capo di gabinetto.
Imprenditore e manager di un gruppo societario operante nel real estate a livello nazionale, le cui principali piazze di sviluppo sono Milano e Firenze.
È presidente del Forum Battanta, centro studi nato nel 2017 per offrire un contributo alla cultura politica ed economica italiana. Esperto di urbanistica e sviluppo immobiliare.
Commercialista, revisore legale e docente di diritto ed economia politica. Revisore dei conti FIDAPA BPW Italy. Presidente Associazione “Insieme Con Merito” e direttrice Award al Merito.
Giurista e dirigente penitenziario. Dal 2019 al 2022 è stata vicedirettrice della Casa di Reclusione di Opera a Milano e direttrice dell’Istituto penitenziario minorile Cesare Beccaria. Concluso il mandato presso la Casa Circondariale Lorusso e Cotugno di Torino, dal 2023 è tornata a dirigere l’Ipm Cesare Beccaria insieme alla Casa Circondariale di Monza.
Segretario Generale del Forum ANIA – Consumatori, fondazione promossa dall’Associazione Nazionale tra le imprese Assicuratrici, di cui è dirigente. Componente dell’Osservatorio Nazionale sull’Inclusione Finanziaria dei Migranti promosso dal CESPI (Centro Studi di Politica Internazionale).
Laura Bajardelli Comitato Scientifico
Adriano Bassi Comitato Scientifico
Filippo Barberis Comitato Scientifico
Rachele Capristo Comitato Scientifico
Giacomo Carbonari Consiglio Direttivo
Cosima Buccoliero Comitato Scientifico
Fabrizio Battanta Comitato Scientifico
Sabina Bellione Comitato Scientifico
I VOLTI DELL' OSSERVATORIO METROPOLITANO DI MILANO
Gustavo Cioppa Editorialista
Magistrato e docente, è stato Procuratore Capo della Repubblica di Pavia e Sottosegretario alla Presidenza di Regione Lombardia. Autore di interessanti e seguitissimi articoli per il sito dell’Osservatorio, oltre che per la nostra e per altre testate giornalistiche.
Studi informatici, esperto di formazione e politiche del lavoro, è stato amministratore locale con il ruolo di assessore allo Sviluppo economico, Formazione professionale e Lavoro della Provincia di Milano.
Dal 2016 al 2021 è stato direttore di "Città dei Mestieri di Milano e della Lombardia".
Imprenditore attivo nell’ambito delle investigazioni e della protezione personale, nonché titolare di licenza per svolgere indagini civili e penali. Dal 2023 è responsabile Area Sicurezza dell’Osservatorio Metropolitano.
Ingegnere, libero professionista ed ex amministratore locale, è stato consigliere provinciale e comunale. Esperto di urbanistica, di tutela paesistico-ambientale e in materia di Sicurezza e Salute.
Scienziata di fama internazionale, è co-fondatrice e presidente Onorario di "Women in Aerospace Europe" e direttore di Space Economy Evolution Lab–SEELab presso la SDA dell’Università Bocconi di Milano. Ha diretto l’Ufficio per gli Affari dello Spazio Extra-Atmosferico delle Nazioni Unite (UNOOSA) dal 2014 al 2022.
Direttore dell'Ordine degli Avvocati di Milano, è anche presidente del Comitato MI'mpegno, associazione apartitica e senza scopo di lucro impegnata sui temi della cultura e della solidarietà, e consigliere di amministrazione della Fondazione Don Gnocchi.
Giornalista, è caporedattore e responsabile della sede di Milano dell’Agenzia Ansa dal 2018. Sotto la sua guida si è sviluppata l’area multimediale dell’agenzia, dove nascono le notizie per web, sms, tg web e sito ansa.it.
Docente, giornalista e formatore, fondatore e presidente dei City Angels dal 1994. Coach motivazionale per primarie aziende nazionali, ha scritto numerosi libri sul tema.
Simonetta Di Pippo Consiglio Direttivo
Paolo Del Nero Consiglio Direttivo
Fabio Di Venosa
Comitato Scientifico
Mario Furlan Comitato Scientifico
Carmelo Ferraro Comitato Scientifico
Vincenzo Di Vincenzo Consiglio Direttivo
Mauro De Simone Consiglio Direttivo
Roberta Garibaldi
I VOLTI DELL'OSSERVATORIO METROPOLITANO
Esperta di turismo e cultura, autrice di numerosi libri e saggi. Vicepresidente del Comitato Turismo OECD, è docente di Tourism Management presso l’Università degli Studi di Bergamo.
Leo
Medico specializzato in chirurgia oncologica dal 1982, dal 1998 dirige la struttura di chirurgia colo-rettale presso l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Nel 2003 è stato nominato dal Ministero della Salute esperto del Consiglio Superiore di Sanità. Nel 2004 il presidente Ciampi gli ha conferito, al Quirinale, la Medaglia d’oro al merito della sanità pubblica.
Fabio Massa
Comitato Scientifico
Giornalista, scrittore e imprenditore nella comunicazione, è presidente della Fondazione Stelline, direttore responsabile della testata “True” e coproprietario di Affaritaliani.it. Ideatore e coordinatore dell’evento ItaliaDirezione Nord, è cofondatore di WikiMilano.
Giacomo Lev Mannheimer Coordinatore del Comitato Scientifico
Jole Milanesi
Magistrato, già consigliere di Corte d’Appello e giudice penale. Esperta in materia di tutela vittime di maltrattamenti e violenze, sia donne che minori. Nominata commendatore. Già presidente dell’associazione Piri Piri. Oggi consigliere di Società Umanitaria, Terre des Hommes e Fondazione Negroni Prati Morosini.
Editore, imprenditore, è tra i fondatori di WikiMilano e responsabile Turismo dell’Osservatorio Metropolitano. Esperto di comunicazione multicanale. Nel 2012 ha fondato l’Associazione Culturale Milano Loves You e dal 2020 è presidente dell’Associazione degli Amici Italiani della Ben Gurion University del Negev (Israele).
Dirigente d’azienda e research fellow dell’Istituto Bruno Leoni, da marzo 2021 è Head of Government Relations and Public Policy di TikTok con responsabilità su Italia, Spagna, Grecia e Portogallo. Di questi e altri temi scrive regolarmente per diversi quotidiani, tra cui "Il Foglio" e "Il Giornale". Coordina il Comitato Scientifico di Osservatorio Metropolitano dal 2018.
Dirigente Medico presso l’ ASST Fatebenefratelli-Sacco è pediatra e reumatologa pediatrica, responsabile scientifica della “Casa senza dolore”.
Generale di divisione, ha svolto svariate missioni in Italia e all’estero. Prima di assumere il Comando dell’EsercitoLombardia è stato addetto militare all’Ambasciata d’Italia a Mosca. Da qualche mese nella Riserva, è grande esperto di politica internazionale.
Alfonso Miro Comitato Scientifico
Angela Mauro Comitato Scientifico
Comitato Scientifico
Andrea Jarach Consiglio Direttivo
Ermanno
Comitato Scientifico
Comitato Scientifico
I VOLTI DELL' OSSERVATORIO METROPOLITANO DI MILANO
Medico cardiologo, è presidente
Nazionale ANMCO (Medici Cardiologi Ospedalieri). Professore a contratto presso la Scuola di Specializzazione in Malattie dell’Apparato Cardiovascolare dell’Università di Milano-Bicocca. Revisore del British Medical Journal, dell’European Journal of Heart Failure e del Giornale Italiano di Cardiologia.
Membro della Commissione
Cardiocerebrovascolare di Regione Lombardia.
Ingegnere urbanista, dal 2005 coordina piani territoriali per diverse province, studi e piani per regioni e comuni. Ha promosso numerose pubblicazioni, convegni e iniziative culturali sui temi di governo del territorio. In precedenza, dirigente Provincia di Milano, progettista del Gruppo ENI.
Psicologa e psicoterapeuta, esperta in diritti umani, dell’infanzia, dell’adolescenza e diritti di genere, è consigliera dell'Ordine degli Psicologi della Lombardia. Ha lavorato con UNICEF in Bolivia sui temi della difesa dei minori e contro la violenza di genere. È presidente di ReDiPsi, rete di psicologi per i diritti umani.
Chirurgo, già Viceministro della Sanità nel periodo della pandemia, è presidente della Commissione Didattica presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
Parma
Dopo oltre 15 anni di esperienza imprenditoriale nei ruoli di amministratore delegato e presidente, si è dedicato al mondo della cooperazione internazionale in diversi Paesi africani, in qualità di esperto dell’AICS (Agenzia Italiana per la Cooperazione e lo Sviluppo) del MAECI. Da sempre attivo in attività associative e di volontariato, è stato tra le altre cose direttore generale di Fondazione Asilo Mariuccia.
Consulente aziendale e presidente di Active Ageing Academy, è stato Direttore Risorse Umane in importanti multinazionali.
Professore di Reward Management presso Luiss Business School e vicepresidente di Adam Smith Society, è stato consigliere della Provincia di Milano e membro CDA di Amsa.
Divulgatrice, giornalista, manager ed ex amministratrice locale italiana. È la referente per l’Asia dell’Osservatorio. È stata assessore al marketing territoriale del Comune di Genova.
Cura blog molto seguiti su social e siti di informazione. Collabora, tra l’altro, con la tv israeliana I24News e la tv India Today.
Docente universitaria, è professore ordinario di Scienza delle Finanze e membro del Consiglio di Amministrazione dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Esperta di Economia dei mercati energetici, dal 2019 è delegata dal Rettore allo Sport Universitario.