Programma di sala OSI 28.04.2022

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OSI al LAC 10

LAC — Lugano 28 aprile 2022 20.30

Orchestra della Svizzera italiana

Markus Poschner direttore

Francesco Piemontesi pianoforte


Informazioni su Kaupo Kikkas

Foto di Kaupo Kikkas pp. 1, 2, 12-13, 24 (Lugano, sentiero di Gandria. Musiciste OSI Aurélie Adolphe, Irina Roukavitsina, Serena Basandella e Alessandra Russo), pp. 3, 10-11, 14 e 19

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Verso nuovi successi Stimato pubblico, care amiche e cari amici dell’OSI, non so se per voi sia stato lo stesso, ma per me la stagione OSI al LAC 2021/22, che si conclude con il concerto di questa sera, è volata via. Forse ciò è riconducibile al fatto che l’anno passato è stato influenzato da eventi che probabilmente cambieranno, o almeno influenzeranno, la nostra vita sociale nel futuro. O forse era perché eravamo semplicemente felici di poter fare di nuovo musica in condizioni di (quasi) normalità, incontrando il nostro pubblico dal vivo in sala. O forse ancora, semplicemente, sono stati i meravigliosi concerti, i programmi emozionanti e variegati, i fantastici direttori e solisti ospiti e la nostra OSI, con il suo direttore principale Markus Poschner, sempre al massimo della forma in tutte le occasioni! In ogni caso, oggi non ci voltiamo solo a rimirare i successi di una grande stagione al LAC, ma guardiamo anche di nuovo al futuro. Spero che lei abbia già rinnovato il suo abbonamento (o, se non è ancora abbonata o abbonato OSI, mi auguro che l’anno prossimo potremo annoverarla tra i nostri ascoltatori più fedeli...). Un’altra stagione di grandi concerti al LAC ci aspetta. Ma, ancora prima, ci attende il Festival Presenza, quando Sol Gabetta, l’OSI e Markus Poschner ci offriranno una nuova visione dell’esperienza di un concerto, un po’ diversa da quella cui siamo abituati.

Senza dimenticare la Festa della Mamma, domenica 8 maggio, con i nostri Concerti per le famiglie e la famosa Gardi Hutter alle prese con la fiaba musicale Pierino e il lupo. Vi aspettiamo!

Christian Weidmann Direttore artistico-amministrativo Orchestra della Svizzera italiana


Johannes Brahms Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 in re minore op. 15 Prima esecuzione: Hannover, Konzertsaal dell’Hoftheater, 22 Gennaio 1859. Direttore Joseph Joachim, solista Johannes Brahms Malgrado il clamoroso insuccesso del suo Primo concerto per pianoforte, Brahms non si perse d’animo, dichiarò così la sua fiducia: «A dispetto di tutto, il concerto verrà apprezzato quando ne avrò migliorato la forma, ed il prossimo sarà molto differente… dopo tutto, sto ancora sperimentando e cercando la mia strada. Ma tutti quei fischi, non erano un po’ troppo?» (Johannes Brahms, Lettere da e per Joseph Joachim)

Robert Schumann Sinfonia n. 2 in do maggiore op 61 Prima esecuzione: Lipsia, Gewandhaus Saal, 5 novembre 1846. Direttore Felix Mendelssohn La vena artistica di Schumann trovava la sua espressione anche in poesia e nel 1844, davanti alle meraviglie di Mosca, avrebbe descritto il proprio tormento creativo con questi versi: «Come è viva l’opera interiormente, / come si protende verso il compimento! / Il maestro la lavora giorno e notte, / Prendendo tra le braccia a più riprese la sua massa dura / Con calore amoroso e devozione all’arte!» (Robert Schumann, Die Glocke von Iwan Welikii, 1844)

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Orchestra della Svizzera italiana Orchestra residente al LAC

Markus Poschner direttore Francesco Piemontesi pianoforte

Johannes Brahms (1833-1897) Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 in re minore op. 15 (1858) -

44’

Maestoso Adagio Rondò. Allegro non troppo

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Diretta radiofonica su RSI Rete Due (rsi.ch/rete-due).

Robert Schumann (1810 - 1856) Sinfonia n. 2 in do maggiore op. (1846) -

38’

Sostenuto assai. Allegro ma non troppo Scherzo: Allegro vivace Adagio espressivo Allegro molto vivace

Con il sostegno di

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Il male di vivere e la fatica del comporre: Schumann e Brahms, un crocevia di vite tormentate

Robert Schumann insieme alla moglie Clara nel 1850 (dagherrotipo, Amburgo XIX secolo).

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«Io pensavo che un giorno sarebbe apparso, e sarebbe dovuto apparire improvvisamente, qualcuno chiamato a render palese in modo ideale la più alta espressione del tempo, qualcuno che ci avrebbe recato la perfezione magistrale non attraverso lo sviluppo graduale del suo ingegno, ma di colpo, come Minerva quando uscì interamente armata dal capo del Cronide. Ed è venuto questo giovane sangue, alla cui culla hanno vegliato Grazie ed Eroi. Si chiama Johannes Brahms… Trasparivano dalla sua persona tutti quei segni che annunciano: ecco un eletto». Con queste parole nel 1853 Robert Schumann salutava l’arrivo di un vero genio, colui al quale affidare le sorti della musica pianistica e sinfonica. Ne sarebbe nato un profondo sodalizio artistico, destinato ad interrompersi con la prematura scomparsa del primo: nel 1854 Schumann avrebbe tentato il suicidio nelle acque del Reno, per poi essere internato nel sanatorio di Endenich (Bonn) e morirvi in preda al delirio, perseguitato da ombre e demoni, il 29 luglio 1856. Accanto a lui, a sostenerlo, si alternavano le visite di Johannes Brahms e Joseph Joachim. La composizione della Seconda sinfonia di Schumann, la cui gestazione risale al dicembre del 1845, è figlia della stessa tormentata condizione di salute, accompagnata da sofferenze psichiche e fisiche. Dopo il matrimonio ed un periodo


di relativa serenità che gli aveva permesso di comporre, tra l’altro, la Prima sinfonia, in occasione di una importante tournée russa con la moglie Clara, nel 1844 Schumann era caduto in uno stato di grave malessere: alla “febbre nervosa” si erano aggiunti pesanti attacchi di vertigini ed un persistente stato di prostrazione. Ciò malgrado, la vena creativa non si era assopita; anzi, davanti alle meraviglie di Mosca la scintilla della poesia si era accesa per ritornare con insistenza sulla metafora della creazione che attinge alle profondità della coscienza dell’artista. Al rientro a Lipsia le delusioni avevano condotto Schumann a decidere di trasferirsi a Dresda, dove avrebbe composto la Sinfonia n. 2. Ma il compositore era depresso, debilitato, insonne, affetto da disturbi uditivi, tremori e una serie di fobie che descrisse nei suoi diari: «Sabato 2 agosto [1845] – tendenza alle vertigini. Paura e irrequietezza, soprattutto nelle mani e nei piedi – scatti negli arti – non molto appetito – polso debole, facilmente eccitabile – dolori in vari punti della testa – non forti ma allarmanti». Ciò malgrado, quattro mesi dopo Schumann scriveva a Mendelssohn che stava lavorando ad una sinfonia e di avere in mente squilli di tromba e tamburi. Ma di tutta questa sofferenza poco o nulla si scorge nella sinfonia: dei quattro movimenti probabilmente solo il terzo, l’Adagio espressivo, si presta ad una possibile associazione con le note meste di quel tormentato periodo. Più difficile è trovare un legame con il primo (Sostenuto assai. Allegro ma non troppo) ed il quarto movimento (Allegro molto vivace), ed ancor più con il secondo, un moto perpetuo di irresistibile vivacità (Scherzo: Allegro vivace). Anche tra i critici della Neue Zeitschrift für Musik prevalse questa impressione, che riconosciamo in espressioni come “rappresentazione artistica dell’amore universale” o anche, a proposito dello scherzo, “umorismo fantastico”. Piuttosto, da questa pagina sinfonica emerge la lezione contrappuntistica, alla quale Schumann si era dedicato con disciplina nei due anni precedenti, giungendo a quella svolta che

lo aveva messo in condizione di comporre mentalmente, senza l’ausilio del pianoforte. Alla morte di Schumann, Brahms corse in soccorso di Clara, vedova con sei bambini e affranta dal fatto che le era stato impedito di vedere il marito e assisterlo nei suoi ultimi istanti. In questo frangente, tra mille ripensamenti, il giovane Brahms meditava il suo primo concerto per pianoforte e orchestra: le prime bozze risalgono al 1852 e la prima esecuzione pubblica al 22 gennaio del 1859 ad Hannover, con il compositore al pianoforte e l’amico Joachim alla direzione dell’orchestra. Malgrado Brahms si dicesse soddisfatto del lavoro, il concerto fu un fiasco che si ripeté ancor più clamoroso pochi giorni più tardi quando, il 27 gennaio, fu fragorosamente fischiato al Gewandhaus di Lipsia. «Qui il mio concerto ha registrato un brillante, decisivo fallimento… alla fine tre paia di mani si sono levate molto lentamente in un applauso, mentre una serie di fischi si levavano decisamente da ogni parte ad impedire qualsiasi dimostrazione di apprezzamento». Anche la critica si espresse in maniera sfavorevole, e le frange lisztiane della cosiddetta “nuova musica tedesca” produssero una serie di implacabili stroncature. Ma il disorientamento del pubblico non era del tutto infondato e non tutta la critica era prevenuta nei confronti del compositore. Il lungo e tormentato processo creativo, che dall’idea originaria di comporre una sinfonia era passata a quella del concerto attraverso una sonata per due pianoforti, aveva condotto ad una sorta di sinfonia concertante che affidava al pianoforte un ruolo ambiguo e che si apriva con un primo movimento dal carattere rapsodico e dalle dimensioni smisurate. Brahms tornò più volte a proporre il concerto, con modifiche e aggiustamenti, ma la sua consacrazione definitiva sarebbe arrivata solo negli anni Ottanta, sulla scia del successo del Secondo concerto per pianoforte. Massimo Zicari

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Francesco Piemontesi pianoforte Ruoli attuali Direttore Artistico Settimane Musicali di Ascona Riconoscimenti BBC New Generation Artist 2009-11 Concours Reine Elisabeth, Bruxelles 2007 Particolarità Francesco Piemontesi, invitato prima di un concerto a Parigi a rispondere al famoso “Questionario di Proust”, ha rivelato alcune

Cognome Piemontesi Nome Francesco Nascita Locarno 7.07.1983 Strumento Pianoforte

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sue predilezioni: «leggere le Confessioni di un italiano di Ippolito Nievo, guardare la pittura degli artisti italiani del ‘400 (Beato Angelico, Cosmé Tura) e di Tintoretto, vivere a Los Angeles», confessando di «mancare di pazienza e di ammirare la perseveranza e il coraggio» altrui. Piemontesi rivela anche di aver messo nella playlist del momento (gennaio 2020) dopo le Variazioni Goldberg di Bach eseguite dal clavicembalista Jean Rondeau, proprio la Seconda sinfonia di Schumann. Confessa anche un ricordo molto divertente: quando ha dovuto suonare il concerto in do maggiore KV 467 di Mozart in Inghilterra e il meccanismo del pedale si era rotto, costringendolo a suonare sempre senza pedale. Per poi essere criticato l’indomani dall’autorevole Guardian «per aver suonato con troppo pedale».


Cognome Poschner Nome Markus Nascita Monaco di Baviera, 01.02.1971 Ruolo Direttore d’orchestra

Markus Poschner direttore Ruoli attuali Direttore principale Orchestra della Svizzera italiana Direttore principale Brucknerorchester e direttore musicale Landestheater Linz Primo direttore ospite Deutsches Kammerorchester Berlin Riconoscimenti Preis der Deutschen Schallplattenkritik 2020 Professore onorario, Universität Bremen, Institut für Musikwissenschaft 2010 Deutscher Dirigentenpreis 2004

Particolarità In questi tempi difficili bisogna ribadire quanto Markus Poschner dichiarò durante la crisi della pandemia. La cultura in generale non può essere considerata solo «come qualcosa di ricreativo, come si trattasse di un oggetto di lusso da mettere da parte a piacimento. Ci sono discussioni assurde in corso! Si parla molto di rilevanza sistemica, e io dico: più c’è cultura e più rilevante è per l’uomo. Quello che facciamo è esistenziale: il mondo dell’arte è necessario come l’aria per respirare, così come poter entrare in un museo, andare a teatro, in una sala da concerto, all’opera. Per noi esseri umani è importante ricordarlo continuamente».

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Orchestra della Svizzera italiana (OSI) Orchestra residente al LAC Lugano Arte e Cultura, l’OSI prosegue il suo cammino di successo sotto la bacchetta di Markus Poschner, direttore principale dal 2015. Negli ultimi anni si sono moltiplicate le accoglienze entusiastiche di pubblico e critica nei maggiori teatri e sale di tutta Europa, dalla Sala dorata del Musikverein di Vienna alla Philharmonie di Berlino, dal Grosses Festspielhaus di Salisburgo alla Kölner Philharmonie di Colonia, dall’Opernhaus di Francoforte al Brucknerhaus di Linz. Due le rassegne principali di cui è regolarmente protagonista l’Orchestra a Lugano: la prima, OSI al LAC, si svolge da autunno a primavera nella Sala Teatro del LAC; la seconda, OSI in Auditorio, a gennaio e febbraio nella sede storica dell’Orchestra, l’Auditorio Stelio Molo RSI a Lugano Besso. La ricca programmazione concertistica vede l’Orchestra collaborare, oltre che con Poschner, con diversi altri direttori e con numerosi solisti di fama internazionale, sia nella Svizzera italiana sia al di fuori dei confini regionali: tra tutti si ricorda Martha Argerich, con cui l’OSI gode di un rapporto privilegiato da quasi 20 anni (in passato la grande pianista argentina ha scelto Lugano quale sede del Progetto che porta il suo nome). Nel contempo si sta sviluppando una collaborazione stabile con la violoncellista Sol Gabetta, culminata

in un nuovo prestigioso festival musicale pluriennale che si svolgerà a Lugano nel periodo di Pentecoste a partire dal 2022, con una prima anticipazione avvenuta a maggio 2021. Altrettanto intensa l’attività discografica, in collaborazione con la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana (RSI): già insigniti del prestigioso premio internazionale ICMA nel 2018 per l’Integrale delle Sinfonie di Brahms (SONY Classical), l’OSI e Poschner hanno proseguito nella loro originale e intrigante produzione con una serie di CD dedicati alle opere inedite di Rossini (pubblicati dall’etichetta Concerto Classics). Sono inoltre di rilievo le coproduzioni operistiche e di balletto con il LAC e con diversi partner internazionali. Straordinario infine l’impegno dell’OSI per i più giovani: oltre 11’000 bambini seguono ogni anno i concerti-spettacolo ideati per loro a maggio. Nella formazione musicale dei giovani l’OSI si qualifica per una stretta collaborazione a più livelli con la Scuola universitaria di Musica del Conservatorio della Svizzera italiana. Open air, cine-concerti e festival estivi -tra cui il Locarno Film Festival- completano la programmazione, coinvolgendo un pubblico sempre più ampio. Informazioni:

www.osi.swiss

Musicisti OSI VIOLINI Robert Kowalski Konzertmeister, Tamàs Major Konzertmeister, Walter Zagato Sostituto spalla, Vasyl Zatsikha Prima parte, Hans Liviabella Prima parte, Barbara Ciannamea-Monté Rizzi Sostituto prima parte, Irina Roukavitsina-Bellisario, Duilio Galfetti, Fabio Arnaboldi, Katie Vitalie, Denis Monighetti, Piotr

Nikiforoff, Ekaterina Valiulina, Vittorio Passerini VIOLE Jan Snakowski Prima parte, Ivan Vukčević Prima parte, Aurélie Adolphe, Bianca Marin, Andriy Burko VIOLONCELLI Johann Sebastian Paetsch Prima parte, Luca Magariello Prima parte, Felix Vogelsang Sostituto prima parte, Vanessa Hunt Russell CONTRABBASSI Enrico Fagone Prima parte, Jonas Villegas Prima parte, Erick Martínez Olivo FLAUTI Bruno Grossi Prima parte, Alessandra Russo Prima parte OBOI Marco Schiavon Prima parte, Federico Cicoria Prima parte CLARINETTI Paolo Beltramini Prima parte, Corrado Giuffredi Prima parte FAGOTTI Alberto Biano Prima parte, Enrico Bassi Prima parte CORNI Vittorio Ferrari Prima parte, Zora Slokar Prima parte TROMBE Serena Basandella Prima parte, Sébastien Galley Prima parte TIMPANI Louis Sauvêtre Prima parte

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Oggi suonano VIOLINI I Tamàs Major Konzertmeister, Walter Zagato Sostituto spalla, Mirela Lico*, Denis Monighetti, Piotr Nikiforoff, Katie Vitalie, Vittorio Passerini, Francesco Punturo*, Magdalena Langman*, Fulvio Liviabella* VIOLINI II Barbara Ciannamea-Monté Rizzi Prima parte, Vasyil Zatsikha, Irina RoukavitsinaBellisario, Fabio Arnaboldi, Duilio Galfetti, Ildikò Nemes*, Andrea Mascetti*, Fiorenza De Donatis*

VIOLE Ivan Vukčević Prima parte, Jan Snakowski, Bianca Marin, Aurélie Adolphe, Andriy Burko, Giulia Panchieri* VIOLONCELLI Johann Sebastian Paetsch Prima parte, Luca Magariello, Felix Vogelsang, Vanessa Hunt Russell, Valentina Dubrovina*, Matteo Tabbia*

CONTRABBASSI Enrico Fagone Prima parte, Jonas Villegas, Erick Martinez Olivo, Fabio Quaranta* FLAUTI Alessandra Russo Prima parte, Bruno Grossi OBOI Marco Schiavon Prima parte, Federico Cicoria

CLARINETTI Paolo Beltramini Prima parte, Matteo Genini* FAGOTTI Alberto Biano Prima parte, Enrico Bassi

CORNI Zora Slokar Prima parte, Mirko Landoni*, Vittorio Ferrari, Marco Malaigia* TROMBE Serena Basandella Prima parte, Sébastien Galley

TROMBONI Eugenio Abbiatici*, Floriano Rosini*, Fabio Costa* TIMPANI Louis Sauvêtre Prima parte *sostituti e aggiunti

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Incontriamo questa sera Johann Sebastian Paetsch, violoncello prima parte OSI.

TRE DOMANDE A…

Johann Sebastian Paetsch Conosciamo un musicista dell’OSI Strumento Violoncello Attività artistica Primo violoncello OSI Nascita 11 aprile 1964, Colorado Springs Nazionalità Americana

La sua è una vita dedicata al violoncello: com’è iniziata? Quando ero bambino, con entrambi i genitori musicisti, furono mamma violinista e papà violoncellista ad avvicinare tutti noi sette fratelli agli strumenti ad arco. Facevamo musica da camera tutti insieme, tenendo centinaia di concerti (un anno addirittura 300!) in scuole, chiese, sale da concerto e ovunque fosse possibile nel Colorado, il mio Stato di nascita. Ho iniziato il violoncello con mio padre a 5 anni: una persona eccezionale, che mi ha fatto appassionare allo strumento come qualcosa di bello, non come un dovere. Un amore per la musica che non ho mai perso.

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Mi proponeva continuamente nuovi brani da imparare, facendomeli suonare ad amici e conoscenti. Un giorno – avevo 13 anni – mi portò al Colorado College e mi spiegò che avrei dovuto entrare in una sala e suonare nascosto dietro una tenda, davanti a degli sconosciuti, senza dire una parola. Venni poi a sapere che si trattava dell’audizione per entrare nella Colorado Springs Symphony Orchestra: mi presero! Così, a 13 anni iniziai a guadagnare come i miei genitori: ero il più giovane mai assunto nella storia di questa orchestra professionale, dove poi mi seguirono anche due sorelle. Per il resto, a Colorado Springs la mia vita trascorreva fra musica e…cavalli. Abitavamo infatti in una casa fuori città, ai margini della foresta nazionale delle Montagne Rocciose: al mattino suonavamo, mentre i pomeriggi spesso prendevamo i nostri cavalli (avevamo una decina di purosangue arabi) e cavalcavamo tra le montagne, in perfetta solitudine. Ricordo ancora il mio cavallo: lo avevo chiamato Lalo perché era nato la sera in cui mia sorella aveva suonato la Symphonie espagnole con l’orchestra a Fort Collins. Dalle origini americane, oggi lei suona in un contesto europeo: il cambiamento è stato impegnativo? Anche se sono cresciuto negli Stati Uniti, mio padre era tedesco e quindi a casa suonavamo soprattutto musica europea, Bach, Beethoven, Brahms, e naturalmente i russi. In seguito ho provato di tutto, compositori americani, giapponesi, brasiliani… ma le mie radici restano europee. Anche mia madre, americana, veniva dal Vecchio Continente: addirittura, discendeva da quei pionieri che nel 1620 sbarcarono dalla nave Mayflower, tra i primissimi europei a giungere sulle coste americane. Non è possibile del resto essere americani senza racchiudere in sé antenati di zone molto diverse. Lo stesso nome Paetsch viene dall’antica Königsberg, che oggi si chiama Kaliningrad ed è territorio russo. Ormai sono 30 anni che vivo in Svizzera, ma interpreto sempre la musica da un punto di

vista che racchiude in sé diverse origini e componenti culturali. E il bello della musica è che si possono affrontare i pezzi più disparati evidenziandone le differenze di stile, ritmo, armonia. Senza contare che mi piace molto anche trascrivere per violoncello pezzi nati per altri strumenti, come la Sonata in si minore di Liszt oppure la Ciaccona di Bach. Questa sera come vede il suo ruolo in Brahms e Schumann? Per me Brahms è uno dei compositori più incredibili che esistano: il suo Concerto per violino è uno dei miei preferiti e trovo un peccato che non ne abbia composti per violoncello (anche se a dire il vero il Doppio concerto nasce per violoncello, poi esteso al violino). Quello per pianoforte in origine era una sonata per due pianoforti, poi una sinfonia in quattro movimenti e infine un concerto per piano, in cui Brahms si preoccupò molto di trattare pianoforte e orchestra alla pari. Questa sera lo ascoltiamo con uno dei miei pianisti preferiti, Francesco Piemontesi: suonare insieme a un artista di questa grandezza, sentirlo dal vivo a pochi passi di distanza mentre interpreta Brahms è meraviglioso. Anche Schumann lo trovo fantastico e il mio ruolo questa sera, come primo violoncello, è di fare da “base” all’orchestra: insieme ai contrabbassi, noi violoncelli siamo le fondamenta dell’OSI. Ed è bellissimo perché Poschner di solito tiene i violoncelli proprio davanti a sé: mi trovo così nel bel mezzo dell’orchestra, totalmente immerso nello spartito e nella musica. Sono sicuro che renderemo al meglio i due autori, per la gioia del pubblico che ci ascolta.

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Istantanee da OSI al LAC 09 Tracce #04 31 marzo 2022

Orchestra della Svizzera italiana Markus Poschner direttore La Sinfonia n. 2 di Čajkovskij è stata al centro dell’ultimo concerto del progetto Tracce nell’ambito della Stagione OSI al LAC 2021/22. I prossimi due concerti Tracce si svolgeranno nella nuova Stagione 2022/23, per un totale di sei appuntamenti dedicati al progetto di rilettura delle opere sinfoniche (e non solo) del grande compositore russo. La Seconda sinfonia, detta Piccola Russia o Piccola russa, è stata affrontata con un inevitabile riferimento alla drammatica realtà di questi mesi: prima di dirigerla, il direttore principale OSI Markus Poschner ha pronunciato un toccante messaggio sulla musica come forza di unione fra i popoli. Nella prima parte della serata, tre preludi di Wagner, Wantenaar e Debussy (foto © OSI / L. Sangiorgi).

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Prossimamente... Orchestra della Svizzera italiana Philippe Béran direttore Gardi Hutter voce narrante

Carla Norghauer presentatrice

Orchestra della Svizzera italiana

LAC — Lugano 8 maggio 2022 15:00 e 17:00 Entrata libera su iscrizione

Robert Kowalski direttore Lugano, S. Maria degli Angioli 22 maggio 2022 15:00 Musiche di W. A. Mozart e F. Janiewicz

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Prevendita e riservazioni: www.osi.swiss



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SRG SSR e RSI sostengono l’OSI in qualità di acquirenti di prestazioni

Sponsor Principale Iniziative per bambini e famiglie e sponsor di serata Musikvermittlung sowie Jugend- und Talentförderung Eine kulturelle Stiftung

OSI – Locarno Film Festival

Hospitality Partner

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