Programma di sala OSI 16.06.2022

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Città di Bellinzona

OSI in San Biagio Giovedì 16 giugno 2022 . ore 20.30 Chiesa San Biagio . Bellinzona Orchestra della Svizzera italiana Martijn Dendievel direttore Johan Dalene violino

Una produzione di

Con il sostegno di


Antonio Salieri Les Horaces ouverture (arr. Dendievel) Prima esecuzione: 7 dicembre 1786, Parigi, Théâtre de la Porte Saint-Martin Una rarità, dalla tragédie-lyrique Les Horaces, tratta da Corneille e composta nel 1786 su commissione dell’Opéra di Parigi. Pochi minuti, in forma tripartita, ispirati alla stessa estetica classicista del celeberrimo quadro Il giuramento degli Orazi di Jacques-Louis David, di soli due anni precedente.

Wolfgang Amadeus Mozart Concerto per violino e orchestra n. 3 in sol maggiore KV 216 Prima esecuzione: non nota Il catalogo mozartiano di Concerti per violino conta cinque composizioni, tutte composte nell’arco di pochi mesi: ma è solo con il Terzo concerto che Wolfgang Amadeus Mozart trova uno stile autonomo, specie in un Adagio di incantata meraviglia.

Felix Mendelssohn-Bartholdy Musiche di scena op. 61 per il Sogno di una notte di mezza estate – estratti per orchestra Prima esecuzione: 20 febbraio 1827, Stettino, direttore Carl Loewe (Ouverture) 14 ottobre 1843, Potsdam, Theater des Neuen Palais (Scherzo, Intermezzo, Notturno e Marcia nuziale) Un’ouverture e delle musiche di scena che, nella loro miracolosa unità stilistica, non rivelano affatto i diciassette anni che intercorrono tra le due date di composizione.

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Orchestra della Svizzera italiana Martijn Dendievel direttore Johan Dalene violino

Antonio Salieri (1750 – 1825) Les Horaces ouverture (arr. Dendievel) Wolfgang Amadeus Mozart (1756 - 1791) Concerto per violino e orchestra n. 3 in sol maggiore KV 216 (1775) Allegro Adagio Rondò. Allegro Felix Mendelssohn-Bartholdy (1809 – 1847) Sogno di una notte di mezza estate - Musiche di scena op. 61, estratti per orchestra Ouverture Scherzo Intermezzo Notturno Marcia nuziale

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24’

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Sogni e miracoli di due enfants prodiges

Oberon e Titania fra elfi e fate, dal Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare (illustrazione di Arthur Rackham, 1908).

«Se c’è un miracolo nell’opera di Mozart, è la creazione di questo concerto» ha scritto il biografo mozartiano Alfred Einstein a proposito del Terzo Concerto per violino, KV 216, noto come “Concerto di Strasburgo”: in particolare il secondo movimento, l’Adagio, gli sembrò «come se fosse caduto dal cielo». L’immagine odierna di Mozart è legata in maniera così indissolubile al pianoforte da

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far dimenticare non solo che egli fu figlio dell’autore di uno dei trattati violinistici dalla più pervasiva influenza nei decenni successivi, ma anche che Wolfgang stesso fu Konzertmeister, violinista-compositore al servizio dell’Arcivescovo di Salisburgo. Ricopriva tale carica nel 1775, l’anno in cui scrisse i suoi cinque Concerti per violino, concentrati in circa otto mesi (da aprile


a dicembre) e che rimarranno gli unici del catalogo: dopo i primi due, ancora prudenzialmente legati al modello italiano di Tartini o Nardini, uno stile conosciuto sia durante i viaggi in Italia che grazie al padre Leopold, la “triade” conclusiva mostra una notevole maturità, sia per quanto riguarda il rapporto tra solista e orchestra che per un carattere complessivo che, pur generalmente connotato da una “disinvolta amabilità mondana” (Carli Ballola), in cui ogni asprezza pare smussata, sa aprirsi a squarci di improvviso, stordente lirismo. Uno di essi è nell’Adagio citato, sorta di cavatina operistica che sembra anticipare quella di Barbarina nelle Nozze di Figaro (pur in tonalità maggiore), mentre nel primo movimento è citato un tema del Re pastore, musicato pochi mesi prima. Come gli altri quattro, anche il Terzo concerto per violino rinuncia al brillante virtuosismo che, in quegli anni, caratterizzava la scuola francese dello strumento, a cui semmai si rifà nel Rondò conclusivo, un vero e proprio alternarsi di variazioni a sorpresa, con continui cambiamenti tonali e ritmici, fino ad un finale quieto e molto poco assertivo, quasi in sordina. Quasi come Mozart, anche Felix Mendelssohn-Bartholdy fu certamente un Wunderkind, un fanciullo prodigio: e l’incontro suo e della sorella Fanny con il teatro di Shakespeare fu molto precoce, grazie alla traduzione fatta da Tieck e Schlegel - tra il 1797 e 1810, e ristampata nel 1825 - di 17 drammi del Bardo. Il 7 luglio 1826 Mendelssohn scrive alla sorella della sua necessità «di sognare il midsummernightsdream [sic]», aggiungendo che però «ci vuole un’audacia sconfinata», e il 6 agosto l’Ouverture è pronta: in mezzo - fatto molto significativo - un concerto cui prende parte come violinista e in cui si suona l’ouverture dall’Oberon di Weber (creato pochi mesi prima), evidente modello musicale e tematico, tanto da essere citata testualmente. Diciassettenne, Mendelssohn concepisce il modello di una

sinfonia da concerto con motivi ricorrenti che corrono «come tenui fili lungo tutta la partitura e la tengono insieme». Aperta da una progressione di accordi dei fiati («una sorta di battito di ciglia», secondo Liszt) che torneranno anche in chiusura, l’ouverture presenta subito i cinque temi principali che si assoceranno rispettivamente all’atmosfera incantata di fate ed elfi (la frase in pianissimo affidata agli archi), alla pompa della corte di Atene (piena orchestra, per la prima volta), alle coppie di amanti (con il tema agli archi, legato e cromatico), agli artigiani, con tanto di raglio d’asino legato alla figura di Bottom e, infine, ai personaggi nobili di Teseo e Ippolita. Diciassette anni dopo, ritroviamo il citato Ludwig Tieck a Berlino alla corte del re Guglielmo IV di Prussia: per una rappresentazione del Sogno shakespeariano da lui curata al teatro di Potsdam, il re invita Mendelssohn a comporre le musiche di scena. Ebbene, senza far avvertire una benché minima discrepanza stilistica, nonostante i tanti anni intercorsi, Mendelssohn scrive otto numeri: pagine sinfoniche, melologhi (ossia recitazione intercalata o sovrapposta alla musica), Lieder (con due voci femminili soliste) e cori. E i quattro brani strumentali presentati in questa suite potrebbero benissimo costituire altrettanti movimenti di una sinfonia: con uno Scherzo permeato da cima a fondo di Elfenmusik, un Intermezzo di passionalità e ansia romantica, quasi stürmisch, un Notturno dominato dalla grande frase di fagotti e corni di morbida, silvestre commozione e la celeberrima Marcia nuziale, una delle pagine più note non solo del suo compositore ma di tutta la musica cosiddetta “classica”. Degno suggello di una partitura che Liszt descrisse mirabilmente come «profumata d’arcobaleno e dai riflessi perlacei». Nicola Cattò

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Johan Dalene violino Riconoscimenti ECHO Rising Star 2022 Equinor Classical Music Award 2020 Rolf Wirtens Kulturpreis 2020 Carl Nielsen Competition Odense 2019 Particolarità Il giovane talento del violino Johan Dalene vive a Stoccolma e studia il violino dall’età di quattro anni. Si definisce “ottimista, testardo e buongustaio”, caratteristiche che lo hanno spinto prima ad entrare nell’Orchestra giovanile di Verbier e poi a prendere parte al Progetto norvegese Crescendo, che consente ai suoi

partecipanti di conoscere e lavorare con i loro idoli: nel caso di Dalene, artisti come Janine Jansen, Gidon Kremer e Leif Ove Andsnes, che lo ha invitato a suonare al suo Festival di Rosenberg e a Bergen. «Janine ha passato anche molto tempo in Svezia e ho potuto suonare un po’ con lei», racconta, alla Wigmore Hall di Londra e al Festival cameristico di Utrecht. Per Dalene suonare il violino è un privilegio che lo rende felice. La voglia di fare quello che fanno i ragazzi della sua età, come giocare a pallone o vedere Netflix, scompare quando ascolta il proprio istinto e quello che realmente lo fa sentire appagato.

Cognome Dalene Nome Johan Nascita Norrköping (Svezia) 05.08.2000 Strumento Violino

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Cognome Dendievel Nome Martijn Nascita Ostenda (Belgio) 27.12.1995 Ruolo Direttore d’orchestra

Martijn Dendievel direttore Ruoli attuali Direttore assistente Flanders Symphony Orchestra Gand Riconoscimenti Deutsche Dirigentenpreis 2021 Tonhalle & Paavo Järvi Conductors Academy 2021 Goudend Label Debuut 2020 Louis Spohr Dirigentenpreis Kassel 2019 MDR Dirigentenpreis 2018

Particolarità Martjin Dendeviel ha studiato al Conservatorio Reale di Bruxelles prima il violino, poi violoncello, percussioni, flauto dolce, clavicembalo, conseguendo inoltre una laurea in teoria musicale. Parla fluentemente inglese, tedesco, olandese, francese, italiano e svedese. Studente di direzione d’orchestra a Weimar, ha frequentato masterclasses beneficiando dei consigli di Bernard Haitink, Christian Thielemann, Paavo Järvi e Ivan Fischer. Già vincitore di numerosi concorsi, a inizio giugno è stato finalista al prestigioso Concorso internazionale di Direzione d’orchestra di Rotterdam, vincendo il premio “Proms Open Air Concert”.

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Orchestra della Svizzera italiana (OSI) Orchestra residente al LAC Lugano Arte e Cultura, l’OSI prosegue il suo cammino di successo sotto la bacchetta di Markus Poschner, direttore principale dal 2015. Negli ultimi anni si sono moltiplicate le accoglienze entusiastiche di pubblico e critica nei maggiori teatri e sale di tutta Europa, dalla Sala dorata del Musikverein di Vienna alla Philharmonie di Berlino, dal Grosses Festspielhaus di Salisburgo alla Kölner Philharmonie di Colonia, dall’Opernhaus di Francoforte al Brucknerhaus di Linz. Due le rassegne principali di cui è regolarmente protagonista l’Orchestra a Lugano: la prima, OSI al LAC, si svolge da autunno a primavera nella Sala Teatro del LAC; la seconda, OSI in Auditorio, nella sede storica dell’Orchestra, l’Auditorio Stelio Molo RSI a Lugano Besso. La ricca programmazione concertistica vede l’Orchestra collaborare, oltre che con Poschner, con diversi altri direttori e con numerosi solisti di fama internazionale, sia nella Svizzera italiana sia al di fuori dei confini regionali: tra tutti si ricorda Martha Argerich, con cui l’OSI gode di un rapporto privilegiato da quasi 20 anni (in passato la grande pianista argentina ha scelto Lugano quale sede del Progetto che porta il suo nome). Nel contempo si è sviluppata una collaborazione stabile con la violoncellista Sol Gabetta, culminata in un nuovo

prestigioso festival musicale pluriennale che si svolge a Lugano nel periodo di Pentecoste, a partire dal 2022, con una prima anticipazione avvenuta a maggio 2021. Altrettanto intensa l’attività discografica, in collaborazione con la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana (RSI): già insigniti del prestigioso premio internazionale ICMA nel 2018 per l’Integrale delle Sinfonie di Brahms (SONY Classical), l’OSI e Poschner hanno proseguito nella loro originale e intrigante produzione con una serie di CD dedicati alle opere inedite di Rossini. Sono inoltre di rilievo le coproduzioni operistiche e di balletto con il LAC e con diversi partner internazionali. Straordinario infine l’impegno dell’OSI per i più giovani: oltre 11’000 bambini seguono ogni anno i concerti-spettacolo ideati per loro a maggio. Nella formazione musicale dei giovani l’OSI si qualifica per una stretta collaborazione a più livelli con la Scuola universitaria di Musica del Conservatorio della Svizzera italiana. Open air, cine-concerti e festival estivi -tra cui il Locarno Film Festival- completano la programmazione, coinvolgendo un pubblico sempre più ampio. Informazioni:

www.osi.swiss

Musicisti OSI VIOLINI Robert Kowalski Konzertmeister, Tamàs Major Konzertmeister, Walter Zagato Sostituto spalla, Vasyl Zatsikha Prima parte, Hans Liviabella Prima parte, Barbara Ciannamea-Monté Rizzi Sostituto prima parte, Denis Monighetti, Piotr Nikiforoff, Katie Vitalie, Fabio Arnaboldi, Duilio Galfetti, Irina Roukavitsina-Bellisario, Vittorio Passerini, Ekaterina Valiulina VIOLE Jan Snakowski Prima parte, Ivan Vukčević Prima parte, Bianca Marin, Sostituto prima parte, Aurélie Adolphe, Andriy Burko VIOLONCELLI Johann Sebastian Paetsch Prima parte, Luca Magariello Prima parte, Felix Vogelsang Sostituto prima parte, Vanessa Hunt Russell CONTRABBASSI Enrico Fagone Prima parte, Jonas Villegas Prima parte, Erick Martinez Olivo, Sostituto prima parte FLAUTI Bruno Grossi Prima parte, Alessandra Russo Prima parte OBOI Federico Cicoria Prima parte, Marco Schiavon Prima parte CLARINETTI Paolo Beltramini Prima parte, Corrado Giuffredi Prima parte FAGOTTI Alberto Biano Prima parte, Enrico Bassi Prima parte CORNI Zora Slokar Prima parte, Vittorio Ferrari Prima parte TROMBE Sébastien Galley Prima parte, Serena Basandella Prima parte TIMPANI Louis Sauvêtre Prima parte

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Oggi suonano VIOLINI I Robert Kowalski Konzertmeister, Walter Zagato Sostituto spalla, Denis Monighetti, Vittorio Passerini, Piotr Nikiforoff, Ekaterina Valiulina, Hans Liviabella, Mirela Lico*, Leonard Simaku*, Marina Bertolo*

VIOLINI II Vasyil Zatsikha Prima parte, Barbara Ciannamea-Monté Rizzi, Fabio Arnaboldi, Irina Roukavitsina-Bellisario, Ildikò Nemes*, Ludovica Lorenzini*

VIOLE Ivan Vukčević Prima parte, Jan Snakowski, Bianca Marin, Aurélie Adolphe, Andriy Burko VIOLONCELLI Johann Sebastian Paetsch Prima parte, Felix Vogelsang, Vanessa Hunt Russell, Màtyàs Major* CONTRABBASSI Enrico Fagone Prima parte, Jonas Villegas, Erick Martinez Olivo FLAUTI Alessandra Russo Prima parte, Bruno Grossi OBOI Marco Schiavon Prima parte, Federico Cicoria

CLARINETTI Paolo Beltramini Prima parte, Corrado Giuffredi FAGOTTI Alberto Biano Prima parte, Enrico Bassi

CORNI Zora Slokar Prima parte, Giuseppe Russo*

TROMBE Sébastien Galley Prima parte, Serena Basandella, Niccolò Ricciardo* TROMBONI Eugenio Abbiatici*, Floriano Rosini*, Fabio Costa* TUBA Rino Ghiretti

TIMPANI Louis Sauvêtre Prima parte PERCUSSIONI Danilo Grassi* *sostituti e aggiunti

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AMICI DELL’ORCHESTRA DELLA SVIZZERA ITALIANA

ISCRIVITI ALL’ASSOCIAZIONE DEGLI AMICI DELL’ORCHESTRA DELLA SVIZZERA ITALIANA IN QUALITÀ DI

Simpatizzante da CHF 50.– anno Sostenitore da CHF 100.– anno Donatore da CHF 500.– anno Benefattore da CHF 3’000.– anno Mecenate da CHF 10’000.– anno Leggio d’oro contributi straordinari nel segno della continuità

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