Conosci l'Epatite Delta?

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CONOSCI L’EPATITE DELTA?

COS’È L’EPATITE DELTA?

L’epatite Delta nella sua forma cronica è la più aggressiva tra tutte le epatiti virali, a più rapida progressione, con un più elevato rischio di evoluzione verso la cirrosi e ulteriori complicanze come il tumore al fegato 1. A causarla è il virus Delta (HDV), che ha bisogno della presenza di un altro virus, quello dell’epatite B (HBV) per infettare le cellule del fegato.

L’infezione da HDV avviene quindi solo nelle persone che contraggono o hanno contratto anche il virus HBV.

Se non sei vaccinato per l’epatite B, se pensi di essere a rischio o se hai già questa forma di epatite, questo opuscolo può esserti utile.

L’epatite Delta si trasmette attraverso il contatto con sangue infetto e altri fluidi corporei2.

Sono considerati fattori di rischio:

uso di droghe iniettive con scambio di aghi, siringhe o qualsiasi altro apparato di preparazione della sostanza

punture o tagli causati da aghi o da oggetti affilati infetti

condivisione di strumenti di igiene personale (come rasoi o spazzolini da denti) con persone infette

rapporti sessuali non protetti

piercing e tatuaggi eseguiti con strumenti non sterili nascita da madre infetta

LE DUE MODALITÀ DI INFEZIONE2

COINFEZIONE SUPERINFEZIONE

infezione simultanea da virus B e Delta infezione da virus Delta avviene in una persona già con infezione da virus HBV

Se l’infezione dei due virus è simultanea, l’organismo è in grado di eliminarli entrambi nel 90%-95% dei casi e quindi l’epatite si risolve spontaneamente. Nel 5% dei casi può diventare cronica e avere un decorso fulminante.

Se l’infezione da virus HDV si aggiunge a quella già presente da virus HBV, l’epatite diventa cronica nel 90% dei casi.

COME
TRASMETTE?
SI
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QUANTO È DIFFUSA L’EPATITE DELTA?

Nel mondo circa 10 milioni di persone vivono con l’epatite Delta (HDV)3. In Italia si stima che circa il 5%-9% delle persone con infezione da virus HBV siano infette anche da HDV, una percentuale che sale fra le persone che provengono da Paesi dove l’epatite Delta è endemica e dove non esistono politiche di vaccinazione contro l’epatite B (HBV)2.

Chi è più a rischio?

Persone che hanno anche il virus HBV

Persone provenienti da Paesi dove l’HDV è particolarmente diffusa come: Est Europa, Africa centrale e occidentale

Tutte le persone non vaccinate HBV

LE CONSEGUENZE DELL’EPATITE DELTA

L’epatite da virus Delta ha un decorso più aggressivo e rapido rispetto ad altre epatiti virali1.

In una piccola percentuale di pazienti l’infezione da HDV provoca un’epatite acuta grave che può diventare cronica o fulminante2. Nella stragrande maggioranza dei casi, invece, l’epatite da virus Delta diventa cronica e può progredire verso malattie più gravi come:

la cirrosi che si manifesta entro 3 anni in circa il 29.7% dei pazienti con infezione HDV cronica e il tumore al fegato che si manifesta nel 5.6% dei pazienti entro 5 anni.

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COME VIENE DIAGNOSTICATA

L’EPATITE DELTA?

I sintomi dell’infezione cronica da HDV sono piuttosto comuni e poco riconoscibili, come dolori muscolari, febbre, spossatezza. Per questo l’epatite Delta viene scoperta quando il virus ha già danneggiato il fegato2. È quindi importante che l’epatite da virus Delta sia diagnosticata il prima possibile. Tutte le persone con epatite B o non vaccinate per l’epatite B dovrebbero sottoporsi al test HDV5.

ESISTONO DUE TIPI DI TEST: ricerca nel sangue gli anticorpi contro HDV6. Se è positivo significa che la persona è stata esposta al virus7.

Test ematico:

Test HDV RNA:

per capire se l’infezione è ancora attiva si esegue un test che ricerca nel sangue l’RNA del virus. La positività di questo test conferma la presenza di infezione Delta attiva6

Oggi la ricerca scientifica mette a disposizione soluzioni contro l’epatite Delta che hanno l’obiettivo di impedire al virus HDV di diffondersi, riducendo il rischio di danni al fegato.

Parlane con il tuo medico.

A chi chiedere aiuto?

Se hai l’epatite B o non sei vaccinato per questa forma di infezione, se pensi di poter essere entrato in contatto con il virus B e D, rivolgiti al tuo medico di famiglia e chiedi dove poter eseguire un test diagnostico.

In caso di positività al test, rivolgiti a un ospedale dove sia presente un centro di epatologia specializzato nelle epatiti virali.

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LE TESTIMONIANZE DI CHI VIVE CON L’EPATITE DELTA

Delta da sempre

La madre di E.C. aveva sia epatite B sia Delta e le ha trasmesse alla figlia. Oggi, a 50 anni, E.C. ha sviluppato dei sintomi invalidanti, a causa soprattutto del virus Delta

“Ho sempre saputo di essere positiva ai virus B e Delta. Mia madre era positiva, per questo lo sono anche io. Ho convissuto con la malattia senza particolari problemi, e non ho cambiato stile di vita fino a quando non ho cominciato ad avere dei sintomi. Negli ultimi anni, a causa del virus Delta, ho avuto un peggioramento delle mie condizioni: nel fegato si sono formati dei noduli e nell’esofago sono comparse delle varici per colpa delle quali avevo un continuo bruciore alla gola, e la mattina ero senza voce. Mi hanno messo in lista per un trapianto di fegato, ma la prospettiva mi spaventava. Il mio medico mi ha parlato di un farmaco specifico per la Delta, e ho accettato di prenderlo. Ora sto meglio.”

Grazie Italia

Nel Paese da cui viene V.U. non c’è una conoscenza diffusa delle cause virali delle epatiti. Una mancanza di informazione che non aiuta a fermarne la diffusione

“Se fossi rimasta nel mio Paese, nell’est dell’Europa, sarei morta senza sapere di quale malattia. Per fortuna quando sono venuta in Italia ho scoperto di avere l’epatite B durante dei controlli di routine, e a distanza di quasi 20 anni di avere anche il virus Delta. Dove sono nata io si pensa che i problemi di fegato siano legati solo all’abuso di alcol, ma io non ho mai bevuto e quindi non pensavo di poter avere l’epatite. Invece, a causa di queste errate convinzioni, sono stata infettata in famiglia. Quando nel 2018 ho scoperto la Delta mi sono spaventata perché leggendo informazioni su internet ho capito che era una malattia aggressiva. Il mio medico mi ha parlato della sperimentazione di un nuovo farmaco e nel 2020 sono entrata nel trial. Oggi sto bene, i valori si sono abbassati molto e sono molto fiduciosa per il futuro.”

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Una vita a metà

P.C., 54 anni, è un ex tossicodipendente che ha ricostruito la sua vita. Da qualche mese, però, a causa del virus Delta, è peggiorato, ed è costretto a stare a casa

“Ho scoperto di avere l’epatite quando ho fatto la visita per la leva militare, infatti mi hanno riformato. Ma l’infezione da Delta, e anche da C, sono arrivate più tardi: tra gli anni 80 e 90 ho fatto uso di droghe iniettive e sono sicuro che è stato questo a compromettere ancora di più la mia salute. Dopo la disintossicazione mi sono costruito una famiglia e ho trovato un lavoro, anche se al momento sono in “malattia” per via delle mie condizioni. Qualche mese fa, infatti, ho iniziato a stare peggio: ero molto stanco, a volte mi si addormentava una gamba, era dolente, e subito dopo sotto la pelle vedevo apparire delle bollicine che poi diventavano delle vere macchie. Mi sono spaventato e ho fatto delle analisi: gli anticorpi per la Delta sono risultati molto alti, così il medico che mi segue mi ha parlato di un nuovo farmaco che sarebbe stato disponibile nel giro di qualche mese. Fra poche settimane inizierò la cura e spero di poter tornare a vivere la vita come vorrei.”

Con la Delta non si scherza

C.C. ha sottovalutato il senso di stanchezza. Ma ora che sa di avere epatite B e Delta ha deciso di non commettere più errori ed è andato a curarsi in un Centro di riferimento

“Quando lavori in campagna dalla mattina alla sera la stanchezza la conosci bene. Così per molto tempo non ho dato importanza alla mia spossatezza. Ma quando la stanchezza è diventata debolezza sono andato dal dottore perché a quel punto avevo capito che c’era qualcosa che non andava. Ho fatto le analisi e i dottori del piccolo paese dove vivevo sono rimasti sconcertati dai valori di virus B e Delta presenti. Ho iniziato a curarmi per l’epatite B perché per la Delta non c’era una cura, ma gli effetti collaterali erano molto pesanti, tanto che a volte non riuscivo ad alzarmi dal letto. Avevo l’impressione di non essere seguito al meglio: le analisi che ripetevo ogni 3 mesi non facevano vedere alcun miglioramento. Così ho chiesto di andare in un Centro di riferimento, dove infatti ho trovato medici più attenti alla mia situazione. E ora che c’è una cura specifica per l’epatite Delta mi hanno inserito nel protocollo.”

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Bibliografia

1 Indicazioni operative AISF e SIMIT per la diagnosi e la gestione clinica del paziente affetto da epatite Delta. Novembre 2022

2 Focus on “EPATITE DELTA. Fotografia della patologia e presa in carico dei pazienti” - Suppl. al n. 05/2022 di www.pharmastar.it

3 https://www.epicentro.iss.it/epatite/epatite-d

4 Miao Z, et al. J Infect Dis 2020;221:1677-1687

5 SIMIT, Indicazioni operative AISF e SIMIT per la diagnosi e la gestione clinica del paziente affetto da epatite Delta, novembre 2022

6 Shah PA, et al. Gastroenterology Report 2019;7:396-402

7 Rizzetto M. Epatite D (Delta) in Italia 1977-2022: evoluzione epidemiologica e clinica. Suppl. N° 3 alla rivista ReadFiles n°1 marzo

2022 Anno 23 PA2352
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