1 minute read

Una vita a metà

P.C., 54 anni, è un ex tossicodipendente che ha ricostruito la sua vita. Da qualche mese, però, a causa del virus Delta, è peggiorato, ed è costretto a stare a casa

“Ho scoperto di avere l’epatite quando ho fatto la visita per la leva militare, infatti mi hanno riformato. Ma l’infezione da Delta, e anche da C, sono arrivate più tardi: tra gli anni 80 e 90 ho fatto uso di droghe iniettive e sono sicuro che è stato questo a compromettere ancora di più la mia salute. Dopo la disintossicazione mi sono costruito una famiglia e ho trovato un lavoro, anche se al momento sono in “malattia” per via delle mie condizioni. Qualche mese fa, infatti, ho iniziato a stare peggio: ero molto stanco, a volte mi si addormentava una gamba, era dolente, e subito dopo sotto la pelle vedevo apparire delle bollicine che poi diventavano delle vere macchie. Mi sono spaventato e ho fatto delle analisi: gli anticorpi per la Delta sono risultati molto alti, così il medico che mi segue mi ha parlato di un nuovo farmaco che sarebbe stato disponibile nel giro di qualche mese. Fra poche settimane inizierò la cura e spero di poter tornare a vivere la vita come vorrei.”

Con la Delta non si scherza

C.C. ha sottovalutato il senso di stanchezza. Ma ora che sa di avere epatite B e Delta ha deciso di non commettere più errori ed è andato a curarsi in un Centro di riferimento

“Quando lavori in campagna dalla mattina alla sera la stanchezza la conosci bene. Così per molto tempo non ho dato importanza alla mia spossatezza. Ma quando la stanchezza è diventata debolezza sono andato dal dottore perché a quel punto avevo capito che c’era qualcosa che non andava. Ho fatto le analisi e i dottori del piccolo paese dove vivevo sono rimasti sconcertati dai valori di virus B e Delta presenti. Ho iniziato a curarmi per l’epatite B perché per la Delta non c’era una cura, ma gli effetti collaterali erano molto pesanti, tanto che a volte non riuscivo ad alzarmi dal letto. Avevo l’impressione di non essere seguito al meglio: le analisi che ripetevo ogni 3 mesi non facevano vedere alcun miglioramento. Così ho chiesto di andare in un Centro di riferimento, dove infatti ho trovato medici più attenti alla mia situazione. E ora che c’è una cura specifica per l’epatite Delta mi hanno inserito nel protocollo.”

This article is from: