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Evv mx0fla, di Letizia Pampana
from Opera Nuova 2019-2
LUV na8na
di Letizia Pampana
« ... rwn sorw forse i macelli, gli allevamenti intensivi e i laboratori di ricerca, così accuratamente nascosti alla rwstra vista, le Auschwitz di oggi? Dolore, violenza e sofferenza sorw più accettabili solo perché inflitti ad animali inrwcenti che a persone inrwcenti?» Steward David, sopravvissuto all'olocausto nazista, attivista per i diritti degli animali
I1 Pianeta Terra ci sta chiedendo aiuto, è un grido soffocato e non ascoltato il suo perché secoli di materialismo, razionalismo, illuminismo ed egocentrismo ci hanno fatto cadere nell'errore più grande di tutta la storia dei tempi, pensare che tutto quello che ci circonda non abbia una vita propria e un'anima che scorre e fluisce e si interseca con la nostra anima, ma sia solo oggetto e soggetto a nostro uso e consumo, privo di ogni energia e di soffio vitale. Anima in latino vuol dire respiro, soffio vitale, e tutto il nostro Pianeta ne è pervaso. Invece l'uomo (riferendomi al genere umano) ha depredato, devastato, sopraffatto, sottomesso e distrutto, pensando che tutto questo fosse giusto, interminabile e a sua totale disposizione.
Abbiamo perso il significato della vita, della propria esistenza e della nostra presenza in questa parte di Universo, non sentendoci parte di un tutto unico e di un amore universale che Dante direbbe «muove il sol e le altre stelle», vivendo in modo alienato e denaturalizzato e staccato da questa Unità Universale.
Evv in greco vuol dire «con» mentre rca0cia è il sentire, il pathos, rca0oç significa «sofferenza», in latino sarebbe cum patior ovvero «con pathos, con sofferenza» da cui deriva la parola compassione (e non simpatia come spesso siamo portati a credere). Ebbene sì, la compassione, ma non nel senso di essere buoni e misericordiosi, ma nel senso di sentire il
dolore dell'altro, qualsiasi esso sia l'altro, sentire, percepire, essere ricettivi alla sofferenza altrui, al dolore di una madre che perde suo figlio durante una guerra, al dramma che prova un orango che non vuole abbandonare il proprio albero, anche se abbattuto, e si avventa contro il bulldozer, provando a fermare a mani nude i denti di metallo che stanno disboscando la foresta, al terrore che può provare un agnello strappato dalla madre e portato in un macello, dove sente grida, odore di sangue e di morte, e guarda con pietà il suo aguzzino che lo tira, lo picchia e lo sgozza lasciandolo agonizzante a testa in giù, alla paura di un bosco centenario che sente arrivare le ruspe.
Soffermiamoci e proviamo ad immaginare tutte queste emozioni dentro di noi, come se le vivessimo noi, saremmo ancora capaci di compiere determinate azioni?
Theodor Adorno nelle sue Minima Moralia diceva «Le atrocità sollevano un'indignazione minore, quanto più le vittime sono dissimili dai normali lettori, quanto più sono more, sudice, dago', animale. Questo fatto illumina le atrocità [ ... ] della cui possibilità si decide nell'istante in cui l'occhio di un animale ferito a morte colpisce l'uomo. L'ostinazione con cui egli devia da sé quello sguardo - «non è che un animale» - si ripete incessantemente nelle crudeltà commesse [ ... ]».
Alphonse de Lamartine scriveva «Non si hanno due cuori, uno per l'uomo e un altro per gli animali... o si ha un cuore o non si ha» Confidences (Livre IV, Chapitre VIII).
Elevandosi sopra i decenni e analizzando la storia da una prospettiva più ampia, è innegabile che nell'ultimo secolo il cibo non sia riuscito a evitare la deriva consumistica e capitalistica che ha coinvolto tutti i campi della vita, prima nel cosiddetto Occidente, e poi nel resto del mondo moderno. Il cibo è stato usato come status symbol di posizione sociale e come mezzo di appagamento di piacere, la sua funzione nutri-

' Termine dispregiativo usato per indicare i latini e in particolare gli italiani.
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tiva è stata via via sempre più negletta e lo stimolo della fame indotto a comando, il peccato di gola è stato pian piano legittimato e ciò ha comportato una volgarizzazione della coscienza alimentare comune, nonché un abbassamento del livello di salute umano: avendo rinunciato a mangiare cibo sano, naturale e adeguato al metabolismo umano, abbiamo perso per strada la salute.
Scelte alimentari sbagliate (anche in modo inconsapevole), hanno un ritorno devastante su tutto il pianeta Terra: deforestazioni, popoli interi privati di acqua, popolazioni indigene massacrate per sfruttare il territorio, per creare piantagioni sterminate, maltrattamento e uccisione di miliardi animali. È bene ricordare che la deforestazione e gli allevamenti intensivi sono fra le cause maggiori del surriscaldamento globale.
Una nuova coscienza collettiva, un bisogno innato di ritrovare una strada antica e nuova, sempre attuale perché innata nei nostri bisogni ancestrali, è sorta e si sta sviluppando negli ultimi decenni, col veganismo e altre correnti, che non sono solo uno stile di vita alimentare coscienzioso e rispettoso ma in senso più globale uno stile di vita antiviolento ed etico nel rispetto delle persone, degli animali e della natura, vivere avv rra0iia significa fare delle scelte quotidiane nel rispetto del prossimo ovunque esso sia e chiunque esso sia.
In realtà, il veganismo2 non è nato in questo secolo, anzi le sue origini si perdono nel tempo.
Orfici, Pitagorici, Stoici, Esseni, Catari e molti altri gruppi filosofici e religiosi, ognuno a suo modo, condannavano ogni tipo di violenza verso qualsiasi essere vivente.
«L'orfismo è il più grande fenomeno religioso di carattere mistico che si affacci alla Grecia del sec. VI a.C., in quel secolo così importante per

2 Uso il termine vegano o vegetariano parlando dello stesso concetto perché nei tempi passati non esisteva una distinzione, i vegetariani erano anche coloro che mangiavano solo bacche e frutti, al contrario di oggi.
la storia religiosa del mondo, giacché in esso vediamo sorgere Confucio e Lao-Tse in Cina, il Buddha nell'India, Ezechiele tra gli Israeliti, Zarathustra nell'Iran, Pitagora tra gli Elleni». Così introduceva la trattazione dei misteri orfici nel suo testo Le religioni misteriosoJiche del mondo antico del 1923 (p. 35) lo studioso Nicola Turci, sottolineando come quel periodo, così importante per la storia dell'umanità, fu anche per la Grecia ricco di trasformazioni politiche e sociali, segnando la fine del così detto «medioevo greco».
L'orfismo predicò il veganismo, esaltò la Giustizia (L1i,c17) e la Legge (N6µoç), vedendo nella morte del piccolo Dioniso sbranato dai Titani l'immagine di ogni violenza perturbatrice del mondo degli uomini, il simbolo del prevalere del Male sul Bene.
L'immagine di Pitagora come iniziatore del vegetarianismo è legata ai versi delle Metamorfosi di Ovidio, che lo descrivono come il primo a· scagliarsi contro l'abitudine di cibarsi di animali, da lui reputata un'inutile causa· di stragi, dato che già la terra offre piante e frutti sufficienti a nutrirsi senza spargimenti di sangue. A Crotone Pitagora fondò la prima scuola di vegetarismo occidentale che durò circa 300 anni.
Ippocrate, il padre della medicina, mangiava solo vegetali. Nel suo famoso Giuramento si legge «Fa che il Cibo sia la tua Medicina e che la Medicina sia il tuo Cibo». «La natura è Sovrana Medicatrice dei mali. Primo non nuocere. L'aria pura è il primo alimento e il primo medicamento. Nessun veleno serva mai a curare un malato!».

Nell'area della Palestina invece, attorno al II secolo a.C., esisteva la comunità degli esseni, gruppo semitico non di spicco, culla di una commistione tra mistica cananea, ebraica, egizia e mitraica, basato su uno stile di vita che oggi diremmo monastico o contemplativo. Gli. esseni sono stati tra i primissimi strettamente vegetariani, nelle loro regoJ·e si rispettava la vita anche quella animale ad esempio non effettuavano i sacrifici (obbligatori per gli ebrei dell'epoca). Da Epifanio si apprende che «Essi erano Ebrei che rispettavano tutte le osservanze
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ebraiche, ma non offrivano sacrifici e non mangiavano carne. Essi consideravano un sacrilegio mangiare carne o fare sacrifici con essa. Affermavano che i nostri Libri sono delle falsità, e che nessuno dei costumi che essi affermano sono stati istituiti dai padri. Questa era la differenza tra i N azareni e gli altri [ ... ]» (Epifanio, Panarion 1:18)
Nel Vangelo apocrifo esseno Gesù condanna chi si sporca l'anima di violenza «Chi uccide un animale uccide suo fratello e la carne degli animali uccisi nel suo corpo diventerà la sua stessa tomba. Chi si nutre della carne degli animali uccisi mangia un corpo di morte. [ ... ] Poiché la vita viene solo dalla vita e dalla morte viene solo la morte. Non uccidete dunque né uomini né animali perché i vostri corpi diventano ciò che mangiate e il vostro spirito ciò che pensate. lo vi chiederò conto di ogni animale ucciso come di ogni uomo».
Nel dodicesimo secolo dopo Cristo si sviluppò in Europa, soprattutto in Occitania, un movimento mistico religioso conosciuto come catarismo, ritenuto eretico dalla chiesa di allora e perseguitato con delle crociate ad hoc che lo spinsero all'estinzione. La mistica dei catari, i ((puri», era basata su un forte manicheismo, secondo il quale la realtà dell'anima era fatta di gioia e perfezione, e quella del corpo di oscurità e dolore. I Catari erano detti i poveri di Cristo e vivevano di pellegrinaggio, digiuno e preghiera, praticando lavori manuali. Erano pacifisti, vegani e non usavano le armi. Le crociate condotte contro questi (<eretici» su istigazione della Chiesa e il loro sterminio, che costò la vita di migliaia di uomini, donne e bambini disarmati, appaiono in questa luce ancora più scandalose.
Il tratto comune di questi due gruppi strettamente vegetariani era la non violenza verso qualsiasi forma di vita per mantenere il più possibile pura l'anima - il soffio vitale.

La storia è piena di personaggi che hanno amato il pianeta e le sue creature da filosofi a mistici, da letterati a scienziati, da artisti a condottieri. Tuttavia mi concentrerò su alcune personalità illustri italiane che nel
corso della storia hanno deciso di vivere in modo non violento cominciando dal rispettare gli animali, perché come diceva Tiziano Terzani in Un altro giro di giostra «Ecco un piccolo, bel modo per fare qualcosa contro la violenza: decidere di non mangiare più altri esseri viventi».
Santa Chiara d'Assisi (1193-1253) e San Francesco d'Assisi (1181-1226) che hanno fatto dell'amore per il prossimo e per la natura tutta la loro vita spirituale, predicavano che niente appartiene all'uomo, tutto fa parte di un Uno inscindibile. L'amica più cara di Chiara, quando ormai paralizzata non si muoveva più dal suo giaciglio di pietre, era una gattuccia che passava con lei delle intere giornate, non è dato sapere molto di più ma questo si apprende dagli atti degli interrogatori fatte alle clarisse dopo la morte di Chiara. Dacia Maraini (anche lei vegetariana) racconta vari episodi dell'amicizia fra Chiara e la gattuccia nel suo Chiara di Assisi. Elogio della disobbedienza. Il Canticum Creaturarum di San Francesco è uno dei testi poetici più antichi della letteratura italiana di cui si conosca l'autore. Una preghiera permeata da una visione positiva della natura, poiché nel creato è riflessa l'immagine del Creatore: da ciò deriva il senso di fratellanza fra l'uomo e tutto il creato, una mistica sublime piena di amore e fratellanza/ sorellanza. Fra le mistiche Chiara da Montefalco (1268-1308) vissuta nel XIII secolo, che si nutriva di frutta ed erbe selvatiche e pur dormendo sopra un giaciglio fatto di sassi si conservò sempre in salute e Caterina da Siena (1347-1380) santa, dottore della Chiesa, una delle maggiori scrittrici del XIV secolo, che rinunciò alla carne fin da piccola nutrendosi di pane, erbe crude e bevendo solo acqua.

Leonardo da Vinci (1452-1519) è stato un genio che ha cambiato il mondo: pittore, ingegnere e scienziato italiano; architetto, scultore, scenografo, anatomista, disegnatore, musicista e trattatista. Ma un aspetto a cui è stato dato poco risalto è la sua alimentazione, Leonardo era vegetariano. Si distingue tra i personaggi del suo tempo, per la pietà verso gli animali «Colui che non rispetta la vita non la merita. Moltissimi cuccioli di que-
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sti animali verranno portati via, squaroat1 e massacrati barbaramente.» (Animali non umani. Pensieri ed aforismi celebri dall'antichità ad oggi di Federico Bartolozzi, 2006 - dal Codex Atlanticus).
Jean Paul Richter, il primo a decifrare i taccuini di Leonardo, scrisse in The Literary of Leonardo da Vinci: «Siamo indotti a pensare che Leonardo stesso fosse vegetariano dal seguente interessante passo della prima lettera [dall'India] di Andrea Corsali a Giuliano de' Medici: Alcuni gentili chiamati Guzzarati non si cibano di cosa alcuna che tenga sangue, né fra di essi loro consentono che si nuoccia ad alcuna cosa animata, proprio come il nostro Leonardo.» In questa e in un altra lettera Leonardo compare come un vegetariano convinto. Le due lettere furono spedite dall'India in patria e subito pubblicate nel 1516 e 1518 in edizioni divulgative, ristampate poi dal Ramusio nella monumentale raccolta Navigationi et viaggi nel 1550.
La prima lettera è diretta a Giuliano de' Medici, figlio del Magnifico e fratello di Leone X, e vi si riferisce sul lungo viaggio compiuto da Lisbona al seguito di un'ambasciata portoghese, della circumnavigazione dell'Africa, della traversata dell'Oceano Indiano fino a porti e terre dell'India. La seconda relazione è indirizzata a Lorenzo de' Medici duca d'Urbino. (<Veramente l'uomo è il re degli animali, per la sua brutalità li supera. Noi viviamo per la morte degli altri. Ci sono luoghi di sepoltura ovunque.»
A Firenze tutti conoscevano bene le abitudini di Leonardo. Era un

fervente vegetariano, amava particolarmente gli uccelli, che non poteva vedere rinchiusi in gabbia, e così nei mercati li comprava per poi liberarli. Giorgio Vasari, nelle Vite, racconta di come Leonardo (<passando dai luoghi dove si vendevano uccelli, di sua mano cavandoli di gabbia e pagatogli a chi li vendeva il prezzo che n'era chiesto, li lasciava in aria avolo, restituendoli la perduta libertà».
Leonardo amava cucinare e inventare ricette rigorosamente vegetariane, si ispirava molto spesso al libro di cucina De Honesta Voluptate, scritto da Bartolomeo Platina nel 1475 e considerato il primo libro moderno di cucina.
A Milano, Leonardo si lamenta delle abitudini alimentari di Ludovico il Moro (<Tutto ciò che viene portato a tavola del mio Sire Ludovico mi turba. Ogni pietanza è di una confusione mostruosa. Tutto è troppo abbondante. In questo modo mangiavano i barbari. Tuttavia come posso convincerlo quando lui disprezza i miei piatti a base di nobili broccoletti e non trova spazio per le mie prugne accompagnate da una bella carota? Perché c'è più beltà in un solo broccoletto, più dignità in una singola carotina che nelle sue dodici pentole dorate, impilate, stracolme di carne e ossa; c'è più austerità in una prugna secca, più sostanza in due fagiolini verdi. Cosa devo fare per convincerlo di questo? La semplicità è tutto quello che il mio Sire deve riscoprire. E non solo lui ma tutto il paese.» (Note di cucina di Leonardo da Vinci, Jonathan e Shelagh Routh, 2005 libro che si basa sui Codex Romano!! e Codex Atlanticus).
Arrivando ai nostri giorni, Margherita Hack (1922-2013), astrofisica e divulgatrice scientifica italiana. Riporto un estratto del famoso discorso che l'astrofisica tenne il 2 luglio 2011 a Milano nella terza giornata della conferenza ((La Coscienza degli Animali». Oltre ad essere di un rigore scientifico ineccepibile, il disco~o è addirittura commovente e mostra tutta la grandezza della scienziata italiana e la sua forza morale. Il discorso, nel quale l'astrofisica parla (<a braccio», senza leggere alcun testo, è tratto da una registrazione audio, tra l'altro interrotta da frequenti applausi, per cui, ovviamente, ha un carattere familiare e discorsivo, ma, forse, proprio per questo va dritto al cuore.

«Io sono vegetariana fin dalla nascita, quindi non ho alcun merito in questa scelta, però direi che sono l'evidente prova che si possa crescere anche senza le proteine animali, infatti ho fatto atletica, ho vinto due campionati universitari, sono stata terza a due campionati assoluti, a 80 anni ho fatto la Trieste-Grado in bicicletta e ritorno, e sono 100 chilometri, quindi si può vivere benissimo senza la carne e io credo che si dovrebbero portare i ragazzi, i bambini delle scuole elementari con le loro famiglie, a visitare gli allevamenti intensivi, a visitare i macelli, forse questo sarebbe il mezzo più efficace per prendere in orrore la carne.
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Noi ci domandiamo se gli animali hanno una coscienza, ma io mi domanderei : noi abbiamo una coscienza quando sopportiamo le atrocità, le atrocità di questi lager che sono gli allevamenti intensivi, dei macelli che una volta erano in città, ora li hanno portati ben lontani dalle città, che non si veda [ ... ] sono cose atroci, inimmaginabili e noi siamo animali, noi siamo animali come loro, noi facciamo parte della specie dei primati, immaginiamoci uno dei nostri bambini appena nato tolto alla madre, chiuso in una gabbia, legato, rimpinzato di mangiare perché cresca in fretta, perché ingrassi in fretta, è questo quello che succede ai vitelli, quello che succede ai maialini. [ ... ]
Sono cose atroci e d'altra parte il nostro pianeta risente di questa atrocità, perché è noto che gli allevamenti intensivi sono una delle cause maggiori dell'inquinamento del pianeta, [ ... ]. Noi osserviamo oggi e lo vediamo facilmente, l'inquinamento, la desolazione a cui si sta avviando il nostro pianeta, [ ... ] e questo è proprio la prova evidente della distruzione a cui stiamo portando il nostro pianeta proprio per la mancanza di rispetto che abbiamo verso tutti gli animali. [ ... ] I macelli sono lontani, gli allevamenti intensivi sono lontani, non vogliamo sapere, come del resto i tedeschi non volevano sapere dell'esistenza dei lager in cui si massacravano gli ebrei [ ... ] Proprio perché il nostro cervello è più potente ci dovremmo rendere conto delle barbarie che si fanno, si dovrebbe proprio per questa ragione evitare, evitare ogni possibile sofferenza [ ... ]»

Tiziano Sciavi (1953) e il suo Dylan Dog, uno dei fumetti cult più venduti nella storia italiana. Sia l'autore che il famoso personaggio dei fumetti sono vegetariani per etica, oltre che animalisti. Inoltre si sono espressi anche contro la vivisezione. Nell'episodio 2631 La collina dei conigli, la pratica della vivisezione viene raccontata tramite l'immedesimazione. La forza di questa storia sta proprio nel fatto che il lettore è obbligato a calarsi nei panni dell'animale da laboratorio, instaurando così nella mente di chi legge l'idea che l'animale non è nato per i nostri interessi, ma è un essere capace di provare dolore fisico, angoscia e paura. Sul vegeta-
rianismo di Dylan Dog è stato scritto anche il libro Dylan Dog, l'animo degli animali, di Alessandro Paronuzzi.
Nel 2006 la FAO ha pubblicato il Livestock 's Long Shadow, un report scientifico di 390 pagine in cui viene accuratamente valutato l'impatto globale del settore zootecnico sui problemi ambientali. Nell'introduzione gli autori affermano: «Il settore dell'allevamento emerge come una delle prime due o tre più significative cause dei più gravi problemi ambientali, a tutti i livelli da locale a globale. [ ... ] L'impatto è così rilevante che deve essere affrontato con urgenza.»
La zootecnica globale è ritenuta un fattore centrale nell'uso di risorse alimentari e idriche, inquinamento delle acque, uso delle terre, deforestazione, degradazione del suolo ed emissioni di gas serra. Nonostante spesso sia un fattore trascurato, anche il consumo degli animali marini incide in maniera significativa sull'equilibrio ambientale, e la pesca e l'acquacoltura sono ritenuti anch'essi responsabili di diversi problemi di natura ambientale. L'insieme di questa situazione si ripercuote anche sulla fauna e sulla flora selvatica impoverendone la biodiversità. Il 70% dell'acqua utilizzata sul pianeta è consumato dalla zootecnia e dall'agricoltura (i cui prodotti servono per la maggior parte a nutrire gli animali d'allevamento). Si stima che la media mondiale è di 15.415 litri di acqua per 1 chilogrammo di carne bovina. Inoltre la deforestazione e gli allevamenti intensivi sono fra le cause maggiori del surriscaldamento globale.

Vi sono diversi fattori responsabili della generazione di gas serra implicati nella produzione zootecnica. Il metano originato dal processo digestivo e prodotto dalle flatulenze e dalle deiezioni degli animali allevati rappresenta il fattore principale, contribuendo per il 55% del totale delle emissioni prodotte nel settore zootecnico. Un'altra importante causa di emissione di gas nocivi collegata all'allevamento è la distruzione delle foreste: la deforestazione e la desertificazione provocate dall'industria zootecnica contribuiscono per il 35% del totale delle emissioni prodotte nel settore dell'allevamento. Le piante assorbono e convertono C02 nel processo di
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fotosintesi clorofilliana: quando muoiono, o quando vengono abbattute o bruciate, rilasciano nell'atmosfera il carbonio accumulato anche nel corso di centinaia di anni. La sola foresta amazzonica contiene, nei propri alberi, circa 75 miliardi di tonnellate di carbonio: quando gli alberi vengono abbattuti e bruciati per fare posto al pascolo o alle coltivazioni ad uso zootecnico, emettono nell'atmosfera elevate quantità di C02. Inoltre, il vasto impiego di fertilizzanti petrolchimici per le coltivazioni intensive ad uso zootecnico è causa dell'emissione di ossido di azoto, ossido di diazoto e ammoniaca.
Adottare uno stile alimentare incentrato sui vegetali allevia sensibilmente la pressione a carico dell'ambiente, del clima e della nostra salute.
Eliminare il consumo di carne, e compiere acquisti alimentari che premiano le fonti ecologiche, aiuta a combattere il cambiamento climatico, fa bene alla salute e non solo.
Gli animali hanno bisogno del nostro aiuto, soffrono dei martiri e delle atrocità inaudite. Una gran parte di esseri umani sono ugualmente vittime di violenze e di un sistema economico e politico completamen _ te folle e devastatore. Il Pianeta è lacerato da tutte le parti. Dietro ogni nostro gesto c'è un effetto domino che si può ripercuotere in modo positivo o negativo su migliaia e migliaia di esseri viventi.
Rimettiamo in discussione le nostre abitudini, inventiamoci un nuovo modo di vivere, diventiamo il cambiamento che vogliamo. Salvare il nostro Pianeta è ancora possibile.

•Quando a tavola ci si trova davanti ad una bistecca, non si pensa che quella parte apparteneva a un animale da accarezzare e da amare.• Prof. Umberto Veronesi, oncologo, vegetariano
Letizia Pampana è vegana dall'età di II anni per amore verso il pianeta e tutti i suoi abitanti.
