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Giuliana Pelli Grandini, Andiamo al cinema

Giuliana Pelli Grandini Andiamo al cinema

J1 buio dentro la chiesa ha occhi di fiammelle e gorgoglia giaculatorie.

Anna affonda le dita nella conchiglia di ondoso marmo rosa e sparpaglia luccichii sulla pozzetta che si increspa quando Mario, aprendo e chiudendo i suoi secchi occhi incolori, si specchia nell'acquasantiera e chiama mamà il vuoto attorno.

Cori angelici di stridenti beghine appollaiate nel gineceo invocano Maria che in rima con armonia si crea illusione e consolazione per Anna seduta in disparte, stanca di luce.

Mario toglie dalla tasca destra del mongomery un fazzoletto, dispiegandolo per ripiegarlo e riordinarlo nella tasca sinistra.

Conta i ceri allineati sulla balaustra: uno dieci cento mille e poi ancora mille cento dieci e uno e uno e dieci e ...

Il tempo passa. Tutto si quieta.

L'Immacolata aperta su via Peri rapisce Carlo che si ferma, cerca la mia mano e trascinandomi nella vertigine di stelle che cantano in fondo al buio, (mi) dice: dai nonna, andiamo dentro, andiamo al cinema!

Devozione e magia, conforto e divertimento si intrecciano nella Chiesa un tempo frequentata da mia nonna Anna e oggi sala cinematografica nell'immaginario di Carlo suo bisnipote.

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