Il cittadino - Giugno 2012

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DIRETTORE RESPONSABILE: Alberto Mesca CAPO REDATTORE: Gilberto Scalabrini IN REDAZIONE: Mariano Angioni, Guglielmo Castellano, Claudio Bianchini, Massimiliano Castellani, Mariolina Savino, Marco Degli Innocenti, Simone Mesca, Emanuele Guerrini, Silvia Nappini e Mauro Bartocci. HANNO COLLABORATO: Ufficio Stampa Ente Giostra Quintana, Mauro Silvestri. Casa Editrice: Nuova PromoEdit s.r.l. Via M. Acuto, 49, Foligno (PG) Tel. 0742/321011 - Fax 0742/321012 www.nuovapromoedit.it - info@nuovapromoedit.it www.ilcittadinoumbria.it - info@ilcittadinoumbria.it P.IVA 02987340540 Autorizzazione: Reg. Tribunale di Perugia n. 35/1989 Reg. Tribunale di Terni n.07/ dall’82 all’1989 . Sped. in abb. post 45% legge 662/96 art 2 comma 20/b filiale di Perugia GRAFICA E IMPAGINAZIONE: Nuova PromoEdit - Marco Properzi Segretaria di Redazione: Cinzia Mancia Foto: Archivio Nuova PromoEdit, Foto Futura di Valeriana Sisti, Andrea Pomponi, Fabio Lupparelli e Marco Ferretti. PUBBLICITÀ: Nuova PromoEdit s.r.l. Tutto quello che viene pubblicato su “Il Cittadino” riflette unicamente il pensiero degli autori. Foto e testi, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Stampa: Grafiche CMF Foligno(Pg) N°1/2012 - Finito di stampare a Maggio

SOMMARIO

Foto di copertina: dipinto di Massimo Botti

In maneggio

di Alberto Mesca

Regione Umbria

Provincia di Perugia

Comune di Foligno

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Trionfo, fede e stile di Gilberto Scalabrini

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Cavalli & Doping di Gilberto Scalabrini

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Il nuovo cerimoniale: tanti effetti speciali di Emanuele Guerrini

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Caccia ai campioni Scarponi e Gubbini di Mauro Silvestri

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L’amore dei rionali, la gioia dell’economo di Silvia Nappini

Programma e Palio

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Gareggiare dei Convivi

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Campo dei Giochi: un medico in prima linea

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di Mauro Bartocci

I dieci rioni di Silvia Nappini

di Mariano Angioni

Unione Europea

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Editoriale

da 30 a 44 46


Editoriale

on il 2012 la Giostra della Quintana disputerà le sue gare numero 104 (giugno) e 105 (settembre) al Campo de li Giochi. Un traguardo importante per una manifestazione iniziata nel 1946, ma è un punto d’arrivo altrettanto significativo anche per il nostro giornale. L’appuntamento di quest’anno de “IL CITTADINO” Giostra della Quintana, rappresenta per noi una grande occasione di festa perché scandisce i 30 anni della nostra rivista. Abbiamo accompagnato la Giostra nella sua seconda epoca moderna, negli anni della “maturità”, delle grandi rivoluzioni e delle conquiste sia in campo tecnico che organizzativo. Abbiamo esultato con i vincitori e consolato i vinti, abbia-

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mo raccontato i protagonisti e innalzato coloro che lavorano in silenzio, dando lustro alle eccellenze e alle piccole e grandi novità della più bella manifestazione storico-cavalleresca d’Italia. E’ un traguardo importante il trentennale, ma la strada non è certo finita! Continueremo il percorso intrapreso affiancati dagli sponsor privati (visto che gli enti pubblici sono totalmente assenti), che come noi, credono nel grande potenziale della manifestazione e della nostra rivista, legata indissolubilmente al nome della Quintana e alla città! Dopo 52 pubblicazioni dal 1982 al 2012 vorremmo festeggiare con tutti i nostri lettori il trentesimo compleanno della rivista “IL CITTADINO” speciale Quintana, ma ci sembra giusto rimandare i festeggiamenti a Settembre, nel mese che ci ha dato le prime soddisfazioni editoriali. In questo numero di giugno, descriviamo i cambiamenti del corteo storico e della cerimonia in piazza della Repubblica; presentiamo i dieci rioni e i rispettivi cavalieri con una riflessione sulla vicenda doping dei cavalli e, come sempre, ci soffermiamo a fare il punto con il presidente Metelli. In ultimo vorrei ringraziare l’artista Massimo Botti che ha realizzato l’opera pubblicata in copertina, proprio come regalo per il nostro trentesimo compleanno. In attesa dei festeggiamenti settembrini del giornale IL CITTADINO auguro un buon divertimento a tutti e… vincano il cavaliere e il rione più meritevoli!

Alberto Mesca


L’INTERVISTA

Domenico Metelli, il capitano della nave della festa barocca naviga in mare aperto col vento in poppa.

trionfo, fede e stile Intervista di GILBERTO SCALABRINI

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a sua storia sta diventando quasi leggenda, eppure lo tradisce ancora l’emozione e la felicità del primo giorno, quando un intero popolo, quello quintanaro,lo chiamò a voce alta a palazzo Candiotti. Era l’anno 2000, ribattezzato l'anno zero, quando il presidente Domenico Metelli riceveva l’abbraccio dei contradaioli, travolti dalle sue idee, dal suo entusiasmo e dalla sua voglia di fare. Per la prima volta, nella storia della Quintana moderna, accadeva qualcosa di magico e straordinario: la passione di un imprenditore di successo faceva scivolare la nave della festa barocca nelle acque del trionfo popolare. A poppa sventolavano le bandiere delle dieci contrade e il capitano riaccendeva i sogni di tutta una città che, quattro anni prima, era stata messa in ginocchio dal terremoto.

La Quintana del futuro vuole l’abbraccio sempre più forte della città 4

Quel sogno d’amore, fede e stile prosegue ancora oggi. Forse non s’interromperà mai, perché nasce dal profondo del cuore antico della città, quando gli uomini si chiamavano Messeri e le donne Madonne. Adesso, basta solamente crederci! «Il successo di questo sogno -spiega Domenico Metelli- è la condivisione delle idee da parte di tutti, il gioco di squadra, il sistema come una pluralità di elementi differenti che, interagendo, riesce a conseguire un risultato comune». Parla senza infingimenti, spiega e argomenta con voce piana e calma, inanellando ogni volta frasi e parole in modo felpato, anche nei toni. Lo fa pure quando lo provoco con qualche domanda incalzante. Se non lo interrompo, è come un tornado che ti travolge con le sue idee e il suo entusiasmo. Presidente, i soldi scarseggiano sempre più nelle casse pubbliche come in quelle private. Come ha preso di petto la situazione? «La crisi cui lei fa riferimento ha lanciato segnali anzitempo, quindi siamo corsi ai ripari cercando più sponsor esterni per raggiungere il budget e abbassando la quota partecipativa. Ci siamo anche dotati di un ufficio marketing e facciamo


tutto in casa, grazie a dei professionisti del settore, coordinati da Manuela Marinangeli e da due magistrati dell’ente. A loro abbiamo chiesto una performance straordinaria, perché dobbiamo superare con un trend positivo anche questo 2012. Molte aziende hanno confermato la loro scelta, altre invece si sono ritirate». Quanto costa la festa di Giugno? «Il bilancio dell’Ente è di un milione di Euro, quindi possiamo dividerlo al 50% fra Giugno e settembre, comprese le spese di gestione che riguardano anche i mutui accesi per gli immobili rionali. Un patrimonio di sedi che ammonta a quasi tre milioni di Euro. L’Ente è amministrato come un’impresa e la strut-

tura è efficiente, operativa e trasparente. Il debito, rispetto al credito, è di un milione e 400mila Euro. Il capitale che abbiamo vale quattro volte il denaro dovuto. Vorrei precisare che i nostri debiti non sono riferiti alle manifestazioni legate alla festa, bensì riguardano solo ed esclusivamente investimenti immobiliari. Basti pensare all’acquisto dell’immobile del rione La Mora. E’ uno stabile di 800 mq ed è costato 400 milioni delle vecchie banconote, trasformati al cambio in 200mila euro. Oggi, possediamo un palazzo intero che costa quanto un appartamento di 70,80 mq. Anche i debiti dei rioni riguardano investimenti importanti, come le cucine delle taverne a norma, le suppellettili. Pertanto, in mezzo a questa crisi globale, che si è affacciata dal 2008, abbiamo tenuto molto bene, senza mai fare tagli ai rioni, perché sono loro i veri deputati alla festa. Noi organizziamo il corteo e qualche evento, mentre il fermento d’idee e colori è trasmesso dalle contrade. Sono loro che entusiasmano tutti quelli che vivono la festa e trasmettono forti emozioni negli spettatori». Come vorrebbe la Quintana del futuro? «Potrebbe essere totalmente diversa, oppure confermare la sua tradizione che dura da più di 60 anni. La pratica Unesco per il riconoscimento della Quintana come patrimonio immateriale dell’umanità, a prescindere se sarà accettata o meno, ci sta indirizzando verso una rigorosità storica senza restare troppo ingessati nel suo contesto. L’Unesco ci chiede garanzia per il futuro. Vuole sapere se la Quintana fra 50 o 100 anni ci sarà ancora. Per assicurare questa continuità occorre non smarrire l’amore per la tradizione storica. La nostra festa di popolo, infatti, non festeggia un santo, come avviene per tutte altre manifestazioni, bensì rispolvera un documento antico del 1613. La Quintana del futuro, dunque, deve trovare l’abbraccio sempre più forte della città. La nostra logica è di proseguire sulla strada del progresso intrapresa dodici anni fa, rapportandoci sempre di più e meglio con tutti i nostri concittadini che sono i primi fruitori della festa. Siamo anche una città molto ospitale e per questo riusciamo a far 5


amare la nostra Quintana anche a chi viene a trovarci da fuori». Dopo la vicenda doping, gli animalisti hanno chiesto le sue immediate dimissioni e la chiusura della Giostra. Che cosa risponde? «Appena tutti i cavalli che fanno salto ostacoli, trotto, galoppo, oppure quelli utilizzati dall’Esercito e forze dell’ordine non saranno più impiegati in queste attività, la Quintana si potrà anche fermare». Come giudica questa esperienza a palazzo Candiotti? «Molto positiva. Personalmente, mi ha cambiato la vita. Da imprenditore vivo con un altro stile di vita, mentre la Quintana ti riporta con i piedi per terra. Ti fa apprezzare di più tante piccole cose. Ci sono tante storie che non ti lasciano più, come l’operaio che prende le ferie per andare a lavorare in taverna. Resto ogni volta senza fiato». Si è ispirato a qualche predecessore? «Sicuramente ho preso qualche cosa da Ariodante Picuti e da Pierluigi Mingarelli, ma essenzialmente ho fatto di testa mia. In questi anni, ho apprezzato molto quello che hanno fatto i miei due predecessori. Non nascondo che all’inizio c’è stata qualche discussione fuori le righe, perché questa presidenza è solo una carica onorifica, d’immagine, ma con i risvolti della medaglia. Nel senso che l’immagine bisogna saperla mantenere. Lei stesso scrisse che ero un presidente amato e odiato. La verità è che ho voluto sempre intorno a me una squadra forte. Quest’ultima è sicuramente la più forte nella storia della Quintana. Alla vice presidenza ho chiamato Rita Lorenzetti, perché sapevo che avremmo attraversato tempi difficili e a lei ho chiesto di accettare l’incarico per il bene della città». In questi anni ha mai espresso una funzione autoritaria in seno all’Ente? «Forse a qualcuno che non mi conosce, posso dare questa impressione. Nella mia vita, invece, ho sempre usato del savoir faire nell'agire e nel parlare. Lo faccio anche in azienda con i miei 150 dipendenti. La mia arma segreta è la forza di convincere, senza mai obbligare nessuno a fare quello che dico. E’ per questo che le nostre linee di programma, dopo il confronto, sono sempre espresse alla unanimità». Cos’è per lei il corteo storico? «E’ una necessità della città di Foligno, perché storicamente i cortei non c’erano». Le dieci contrade non sono una realtà astratta, bensì reale, formate da un popolo fantastico e fantasioso, ma nei 15 giorni di festa, ci sono pochissimi spettacoli. Perché? «Oggi organizzare uno spettacolo non è facile, perché occorrono i permessi degli uffici competenti e strutture a norma, così come prevede la legge. C’è anche un’altra verità: in questi dieci anni se non avessimo avuto la necessità di investire, dopo 60 anni di Quintana, tanti soldi per sistemare le taverne e acquistare le sedi, sarebbe diverso. Invece, abbiamo usato il buon senso del pater familias. Vede, se oggi la nostra tradizione storica fosse sospesa, sono sicuro che ci sarebbe la 6

rivolta cittadina. Anche se qualcuno la contesta per i tamburi o altri disagi, tutti la amano e l’attendono. A palazzo Candiotti c’è sempre qualcuno che si presenta per darci una mano, come il vigile urbano Claudio Centonervi che è in pensione e si occupa delle pratiche burocratiche. Insomma, siamo una grande manifestazione, alias una piccola azienda». Chi è il suo delfino? «Nessuno, perchè la Quintana non è Metelli. La Quintana è la città intera. Metelli, semmai, la rappresenta come Presidente. Nemmeno nella mia azienda c’è il delfino. Sia io che mio fratello Giuseppe siamo del parere che il futuro lo deve amministrare sempre il migliore. E non è detto che sia un figlio, anche se abbiamo quattro ragazzi stupendi. La stessa cosa dicasi per l’Ente giostra. Se è come una nave, al timone ci deve essere un capitano capace, un marinaio e non alpinista». Se lei diventasse Sindaco di Foligno –come qualcuno già ipotizza- cosa farebbe per la Quintana e cosa farebbe per la città? Sorride e sceglie l’ironia per edulcorare la risposta: «Glielo racconterò se lo farò». Dicono che lei sia la persona giusta. «Io non sono re Mida che tramutava in oro tutto ciò che toccava, né ho intenzione di fare il sindaco, anche se me l’hanno proposto in tanti». Se fosse sindaco, però, cosa farebbe per la città? Reiteriamo la domanda, mentre ci fissa ancora con cortesia, ma intuiamo che ormai ha una riserva limitata per il giornalista curioso: «Lavorerei per rinsaldare la coesione sociale!». Ha ragione Domenico Metelli, perché solo con la coesione sociale si può creare un ponte di fiducia, capace di sconfiggere l'insicurezza che provoca ripiegamenti su se stessi, rabbia e aggressività.



O OPERAZIONE ZODIAC

&

CAVALLI DOPING

LO STRAPPO DELLA BRAMBILLA

Mentre giornali e Tv parlano e sparlano per giorni su cavalli e doping, il ministro al turismo Michela Vittoria Brambilla afferma: «A quanti avevano criticato la mia decisione di non riconoscere alle manifestazioni popolari che vedono coinvolti animali, tra le quali la giostra della Quintana di Foligno, la possibilità di ottenere il prestigioso riconoscimento di "Patrimonio d'Italia per la tradizione", che comporta una valorizzazione strategica anche a livello internazionale - continua il ministro - consiglierei di leggere anche solo il riassunto delle intercettazioni telefoniche che hanno portato il Tribunale di Perugia a condannare per doping dieci tra veterinari, fantini e gestori di scuderie, impegnati nella Giostra. Premesso che la responsabilità penale è personale, la sentenza e le intercettazioni confermano che questo tipo di competizioni siano caratterizzate da un'assoluta mancanza di rispetto nei confronti degli animali "utilizzati", i cui diritti sono sacrificati senza pietà, al solo obiettivo di conquistare il palio». Il sindaco Nando Mismetti, pur sostenendo che «se qualcuno ha sbagliato, deve pagare», chiede di non mettere «sotto accusa un'intera città».

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Servizi a cura di GILBERTO SCALABRINI el 2008, la tempesta mediatica sollevata a livello nazionale dal vento dell’operazione «Zodiaco», lascia la Quintana sotto un ombrello rotto in un diluvio di polemiche che flagella oltre sessant’anni di storia. A settembre 2011, la condanna in primo grado di tutti gli imputati coinvolti nell’inchiesta giudiziaria, è come un tornado che spazza via le speranze e divide la città in giustizialisti e garantisti. Due tifoserie, due schieramenti, due giudizi differenti, che non hanno mai assopito l’amore per la grande festa popolare, semmai hanno solo stigmatizzato la vicenda. D’altronde, dal 1946, la Quintana è gioia, dolore, follia, magia, sudore, adrenalina, liti, generosità, amore e passione. Nessuno può sottrarsi al suo fascino e, nei giorni che precedono la giostra della Sfida o della Rivincita, i folignati tornano indietro nel tempo, entrano nel cuore della città.Anche il forestiero vuole conoscere uomini e ambienti rionali, cavalieri e cavalli. I cavalli di giostra sono tutti un mito, anche quelli che non hanno mai iscritto il proprio nome sull’albo d’oro. Non mi pare che sui cavalli ci siano storie difficili da raccontare, anche se non sono mancati incidenti. Quando è successo, è stata suonata la grancassa della demagogia, ignorando come sia stretto il rapporto fra la contrada e il suo cavallo. Da molto tempo, inoltre, grazie al presidente della Commissione tecnica, Marco Cardinali, la sicurezza dei cavalli è considerata un’assoluta priorità e la pista è perfetta. Per questo, il presidente onorario della

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LA STORIA GIUDIZIARIA a bufera giudiziaria inizia nel 2006 quando i Carabinieri del Nas avviano un’inchiesta nazionale su presunte irregolarità di alcuni veterinari e cavalieri per vincere le competizioni equestri. In Umbria, la chiamano operazione “Zodiaco”, dal nome del cavallo con cui Loris Venturini nel maggio 2005 si piazzò al 2° posto dei Campionati italiani endurance di Castiglion del Lago. E’ un’inchiesta dai grandi numeri, non solo per le quasi 700 pagine di intercettazioni telefoniche, ma anche per i sequestri operati e, cinque anni dopo, il 12 novembre 2008 il gip di Perugia accoglie le richieste del sostituto procuratore Sergio Sottani, rinviando a giudizio il fantino Loris Venturini, 48 anni di Santa Sofia (Forlì-Cesena), il veterinario Umberto Ricci, 46 anni, di Porto San Giorgio ma residente a Bastia Umbra, Marco e Daniele Cuglini, di 52 e 25 anni di Bastia Umbra, Blerim Hoxha, 28enne albanese residente a Bastia Umbra, il veterinario Ugo Carrozzo, 37 anni di Bari ma residente a Argenta (Ferrara), il fantino Willer Giacomoni, 37 anni di Faenza, e i folignati Luca Innocenzi, il 29enne fantino che proprio domenica scorsa si è aggiudicato il Palio della Rivincita, e i gestori di scuderia Maurizio Conti, di 57 anni, il 36enne Alessandro Metelli e Massimo Ballanti di 44 anni. La LAV suona subito i suoi tamburi e chiede la sospensione dei due veterinari coinvolti dall’esercizio dell’attività in attesa dei successivi gradi di giudizio, le immediate dimissioni del presidente dell’Ente Giostra della Quintana, Domenico Metelli, la chiusura della Giostra stessa e la sospensione dei fantini da qualsiasi competizione equestre. A settembre 2011, subito dopo la Quintana della Rivincita vinta dal rione Cassero con Luca Innocenzi,la sentenza di primo grado che giudica tutti gli imputati colpevoli di aver compiuto “atti fraudolenti sui

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LA STORIA... cavalli per raggiungere risultato diversi da quelli conseguenti al corretto e leale svolgimento della competizione” somministrando agli animali “sostanze vietate”. Le condanne più pesanti riguardano i due veterinari: 1 anno e 3 mesi ciascuno di reclusione e una multa di 300 euro. Tutti gli altri, ad eccezione di Giacomoni che aveva patteggiato, riportano pene fra i 6 e i 9 mesi e relative multe da 400 a 600 euro. La notizia fa subito il giro della città, mentre gli avvocati dei condannati preannunciano subito ricorso in appello. Il comitato centrale della Quintana, accusando il duro colpo della condanna in primo grado, deferisce subito alla commissione giustizia e disciplina dell'ente i soci coinvolti nell'inchiesta. A maggio scorso,la commissione, presieduta dall’avvocato Luciano Cicioni e composta dagli avvocati Anacleto Aliventi e Marzio Tullio Corneli, dichiara di non doversi procedere perché l’azione disciplinare è estinta per prescrizione. “L’articolo n. 8 del Regolamento di Giustizia e Disciplina – si legge testualmente nella decisione – sola norma che guida quest’azione disciplinare, dispone che le infrazioni si prescrivono nel termine di un anno a decorrere dall’ultimo comportamento posto in essere dall’incolpato. Nel caso in esame l’articolo n. 8 indica chiaramente non solo il termine, ma anche il momento dal quale esso deve cominciare a decorrere e cioè quello coincidente con l’ultimo atto compiuto dall’incolpato e non con il momento in cui si venga a conoscenza di esso”. «Chiara, dunque, la motivazione che ha condotto a questa decisione secondo cui l’azione disciplinare è estinta per prescrizione. Non abbiamo potuto addentrarci completamente nel merito della vicenda – commenta l’avvocato Cicioni - e abbiamo esaminato solo le intercettazioni. Il regolamento è chiarissimo e non permette interpretazione».

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Quintana, Ariodante Picuti, si batte per la realizzazione di un monumento a questo atleta a quattro zampe. E ricorda: «ai cavalli di giostra è garantita anche una degna vecchiaia, dopo che escono di scena. E’ la dimostrazione che Foligno ama profondamente questo nobile animale». Un tempo, quando fu rispolverato il documento del 1613 sulla nobile tenzone, quello redatto da Ettore Tesorieri, la Quintana era corsa da ronzini. In città ce n’erano molti, perché subito dopo la guerra il cavallo era uno dei mezzi di trasporto più usato. Oggi, Foligno è cambiata, ha un altro organismo, tanti cromosomi sulla strada del DNA della modernità. Qualche Cassandra, però, ha già scritto il suo epitaffio. C’è chi afferma che il centro storico è in agonia, e presto i lavori infiniti della pavimentazione, la crisi globale e il futuro complesso che sorgerà nello spazio dell’ex zuccherificio gli daranno il colpo di grazia. Si sa che il nuovo look cambierà il volto della città, ma non certo il suo cuore antico, che continuerà sempre a pulsare, cercando nel passato le conferme del nostro presente. Non sorprende allora la vivacità del “dibattito” che ha accompagnato la sentenza di primo grado del giudice Alessandra Grimaccia, che ha condannato tutti gli imputati dell’operazione “Zodiaco” a pene che vanno dai sei mesi a un anno e tre mesi di reclusione. «Alla condanna di primo grado –spiega l’avvocato Duccio Caparvi, difensore di Massimo Ballanti del rione La Mora- abbiamo proposto subito appello, perché riteniamo, con la massima serenità, che si tratta di una sentenza assolutamente errata». Può spiegarsi meglio. «Il vizio principale –spiega il penalista- riguarda il fatto che è stata applicata la normativa prevista per reprimere la frode sportiva, per la quale il mio cliente è stato condannato, e che si può applicare e riferire soltanto alle competizioni sportive organizzate dal Coni, Unire o altri enti sportivi riconosciuti dallo Stato o dalle associazioni a essa aderenti. La Giostra della Quintana è assolutamente al di fuori da tale contesto, che è stato introdotto dal legislatore per reprimere il fenomeno delle scommesse clandestine, peraltro oggi di grande attualità per il mondo del calcio. Pertanto, non è ipotizzabile in alcun modo che questo illecito possa trovare spazio in una manifestazione come quella della Quintana, che è una gara fra i dieci rioni della città e non è organizzata dal Coni o dall’Unire». Le 700 pagine d’intercettazioni telefoniche, però, hanno graffiato come gli artigli di una tigre? «Vede, le intercettazioni telefoniche vanno interpretate, non si può sempre vedere dietro ogni frase un doppio senso che nasconda un’attività illecita. Ci sono vizi palesi, perché sono state utilizzate pure quelle disposte illegittimamente. Io parlo per il mio cliente e in appello anche questo tipo di prova verrà sicuramente meno». Le analisi del sangue effettuate sui campioni prelevati dai cavalli della Giostra della Rivincita 2006, da cui è partita l’inchiesta giudi-


Rosella

Mauro

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ziaria, non hanno trovato traccia di sostanze farmacologiche e non, atte ad alterare la performance dell’animale. «Esatto, quel giorno l’Unire-lab, che compie tutte le analisi per l’Unire, ha effettuato tutti i prelievi e non ha trovato nessun cavallo positivo al doping, tanto meno il Colonnello del rione La Mora, Pisys Love. Pertanto, affermare che si sia verificato un fenomeno di doping in occasione di quella giostra, significa essere fuori dalla realtà provata dai fatti». Il processo d’appello, allora, potrebbe ribaltare la sentenza di prima grado se non rischiare addirittura la prescrizione? «Si, c’è il rischio di una prescrizione. Il problema non dipende certamente dagli imputati, ma dalla Procura della Repubblica che per i fatti accaduti nel 2006 ha citato gli imputati soltanto nel 2011, dopo cinque anni. Questi fatti contestati si prescrivono tutti in sette anni e mezzo, quindi è possibile che la prescrizione possa intervenire prima del giudizio d’appello o tra quello d’appello e la cassazione, estinguendo il reato contestato». In questo caso, se intervenisse la prescrizione, resterà una piccola macchia sull’onore degli imputati? «Non resterà alcuna macchia per gli imputati, ma il polverone sollevato dalla vicenda non ha certo giovato a questa splendida giostra, dove i cavalli sono amati e rispettati in tutte le stalle rionali. Basti pensare che Pisys Love, che ci ha regalato tante belle Quintane, trascorre la sua meritata pensione nella stalla rionale, dove è accudito amorevolmente. Nessuno ha mai pensato di venderlo o di abbatterlo. In questo clima, è davvero incredibile sospettare o pensare che questo cavallo possa essere stato oggetto di maltrattamenti attraverso la somministrazione di sostanze dopanti. In una stanza vicino la stalla del rione Badia, per esempio, è stata sequestrata l’aspirina che prendeva il responsabile della scuderia, perché influenzato. L’aspirina è un antinfiammatorio e teoricamente può essere ricondotto nell’elenco delle sostanze dopanti. Questo per dire che se non si è sereni e oggettivi, si possono ricondurre agli schemi delle sostanze dopanti anche situazioni che nulla hanno a che vedere con il doping. Così come possono essere travisate le conversazioni telefoniche in sede di intercettazione». Sulla vicenda, abbiamo sentito anche l’avvocato Giovanni Picuti, legale di Luca Innocenzi. Qualcuno, leggendo le intercettazioni,è rimasto impressionato da 12

frasi pesanti come macigni. «Luca è estraneo agli addebiti che gli sono stati mossi. Il contenuto delle intercettazioni non prova nulla. Il suo cavallo è stato sempre trovato negativo alle rigide analisi a cui è stato sottoposto, prima e dopo la gara. Serviranno pure a qualcosa questi controlli. L’azione disciplinare si è conclusa in suo favore e l’accoglimento dell’appello contro la sentenza del Tribunale porrà la parola fine a questa triste vicenda, che va gestita con giudizio e unità d’intenti da parte di tutti. La nostra manifestazione è sana, a dispetto di chi vuole giovarsi di questi incidenti di percorso. Le illazioni andrebbero rispedite ai mittenti, anche perché il clima che si è creato potrebbe incidere sui provvedimenti di natura giudiziaria. La stessa sentenza di primo grado sembra più il frutto di una generale concitazione mediatica intorno al problema doping, che la conseguenza di fatti realmente accaduti. Credo che la città tutta farebbe bene a difendere il suo cavaliere più bravo, che sta prendendo il posto, nella Quintana moderna, dei grandi del passato. Luca è patrimonio della Quintana, oltre che del rione Cassero, che lo ha sempre sostenuto e creduto, rinnovandogli incondizionata fiducia». Allora, non ci resta che attendere la giostra, anzi i magnifici dieci alla prova del nove. E sarà proprio Luca Innocenzi, il signore degli anelli, il cavaliere da sfidare. La domanda la porrà alla «cittade tutta» il banditore Claudio Pesaresi con l’interrogativo: «Qual dè Rioni appagherà il desio di tor di mano al Cavalier Pertinace il lauro cinto in ultima tenzone?» Il Palio è un misto di abilità, strategia e fortuna. Mettete questi ingredienti nel mixer a forma di otto che è il campo de li giochi, agitate bene ed ecco servito il vincitore della Sfida in notturna di sabato 16 giugno 2012.


Massimo Botti... una vita dedicata all’arte Interno Galleria D’Arte

Dipinto “Bolero”

Montefalco 2011

Citta di Castello 2011 - “Milo” Manara, Vincenzo Mollica e Francesco Guccini

Uno storico dell’arte una volta ha detto: “non si può esprimere un giudizio su un uomo se non lo si conosce da molto tempo. Tutto ciò che viene detto è intuizione, supposizione, citazione e forse un po’ di esperienza... ma non certezza”. Alfred Hohenegger

Studio: Via XX Settembre, 5 - Palazzo Trinci - Foligno (PG) - cell. 347 6122765 - Facebook: Art Gallery Massimo Botti


Il nuovo cerimoniale: tanti effetti speciali di EMANUELE GUERRINI a Quintana cambia pelle. Quest’anno gli addetti ai lavori hanno previsto uno stravolgimento di cerimoniale, quasi una prova generale in vista della rivoluzione epocale prevista per il 2013, quattrocentesimo compleanno della nostra amata manifestazione cittadina. Questo è un po’ il succo di quanto ci ha spiegato l’Arch. Stefano Trabalza, Presidente della Commissione Artistica dell’ Ente Giostra. Nel dettaglio, i cambiamenti, frutto di una minuziosa ricerca storica, riguarderanno in modo particolare il Corteggio che non sarà più una mera sfilata di figuranti, bensì un vero e proprio apparato di Giostra che richiama alla mente l’atmosfera seicentesca, laddove, attorno al torneo cavalleresco,

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nacquero complessi apparati cerimoniali, anche in forma di carosello, con l’introduzione di allegorie, di costumi all’eroica per l’apparato equestre e la variazione della funzione di alcuni figuranti; si pensi, in particolare, al ruolo dei tamburini, cui è stato tolto quello che era la connotazione militare, disponendoli in un ruolo più simile ad una banda musicale, con l’introduzione viepiù di chiarine, pifferi ed altri strumenti sonori d’epoca. Tutto ciò a rispecchiare la pomposità e lo sfarzo tipici del periodo barocco, ove il potere si manifesta soprattutto attraverso lo sfoggio di magnificenza, splendore e ricchezza. Il vero cambiamento, chiarisce l’Arch. Trabalza, è nell’aspetto concettuale che ispira il corteo e che impone un mutamento

nelle ritualità che lo avevano caratterizzato in questi anni, per renderlo più aderente alla realtà storica. Ecco allora che, in quest’ottica, l’arruolamento dei cavalieri e la lettura del bando avvengono quale ultimo atto del corteggio dove le rappresentanze rionali vanno a raccogliere il bando di sfida nella pubblica piazza. Nell’aspetto più prettamente pratico, il corteo verrà “rovesciato” nel suo ordine di sfilata; ad aprirlo sarà, allora, il



rione ultimo classificato nella Giostra precedente, fino ad arrivare al primo classificato, per chiudere, infine, con il Comitato Centrale. Il percorso individuato si svilupperà per le seguenti vie: Via Gramsci, Piazza San Domenico, Via Mazzini, Corso Cavour, Via Piermarini, Via Umberto I°, Largo Carducci, Piazza Faloci, Corso Nuovo, Piazza San Giacomo, Via XX Settembre, Piazza della Repubblica. In Piazza della Repubblica non si fermerà l’intero corteo ma solo alcuni personaggi per rione: quindici nobili, due dame, i priori e gli alfieri, per poi assistere all’entrata di carri allegorici e di araldi, impersonati da attori professionisti, che insceneranno la disputa fra Amore e Potere, ispirati dallo "Stimolo Generoso di Virtute" di Ettore Tesorieri (1613). “fra varie piacevoli questioni proposteci l’altro hieri in uno accorto, non men gradito, ragionamento havuto con i molto Illustri Signori Priori di questa bella et nobilissima città di Foligno, fu a noi dalle Signorie loro dimandato qual cosa, in questo mondo, sia di maggior contento a cavalier d’honore. Al che rispondendosi diversamente, altri dicendo essere la conservatione della gratia del suo Principe et altri il continuato favore di bellissima et gentilissima Dama, fu cagione che, fra noi, nacque uno ostinato et strano litigio. 16

Onde mossi i suddetti Signori con raro accorgimento commandarono che, per via delle arme, si terminasse. Et, con la vittoria, non solo si dovesse l’oscuro dubbio chiarire ma, riuniti gli animi in un voler concorde, accrescere le communi allegrezze del Carnevale”…questa è l’opera alla base della riproposizione della Quintana che pone l'antico quesito intorno al quale ruota la sfida cavalleresca: l'amore della Dama o il favore del Principe? Infine, faranno il loro ingresso i

Cavalieri di Giostra per procedere all’arruolamento, al lancio delle sfide, ricevere la benedizione e assistere all’estrazione dell’ordine di partenza di gara, per poi chiudere con la lettura del bando di sfida. Queste avvincenti novità, oltre a rendere il corteggio più rispondente alla realtà storica, renderanno certamente più coinvolgente la partecipazione del popolo quintanaro e della “cittade tutta”.



Caccia ai campioni

SCARPONI E GUBBINI di MAURO SILVESTRI

embra che il Dio Marte quest’anno abbia apparecchiato per quattro il tavolo della vittoria. Al grande banchetto della Sfida del 16 giugno i posti riservati, quelli più vicino al Palio, sembrano essere davvero pochi. Anche se, non ci stanchiamo mai di ricordarlo, i pronostici della Giostra sono difficilissimi ed è quanto mai rischioso tentare di abbozzarne qualcuno. E’ bene infatti tenere sempre a mente che tutti hanno un decimo di possibilità di vincere e quindi le smentite e le figuracce sono sempre in agguato. Ed è proprio osservando questa regola che ci divertiamo ad analizzare quanto visto in prova al Campo de li Giochi. Le sere di maggio ci hanno già regalato tante emozioni, ma ci hanno anche indicato, cronometro alla mano, che quattro binomi sono andati più forte degli altri. E allora chi siede al tavolo dei quattro? Sicuramente il Fedele, l’Animoso, il Pertinace ed il Moro. Andiamo con ordine. Daniele Scarponi, plurivittorioso cavaliere del Croce Bianca, ha mostrato a tutti la qualità della scuderia girando sotto ai 55 secondi sia con Agresti

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che con Big More, ma molto probabilmente il cavallo di Giostra dovrebbe essere il primo.

Il fedele del Croce Bianca, Daniele Scarponi


Anche Massimo Gubbini del Giotti, è sceso a 54 secondi con Detto Foglietto e Baccani e in questo caso la scelta dovrebbe cadere sul secondo con cui ha già vinto due volte.

Il Moro del Pugilli, Lorenzo Paci

L’Animoso del Giotti Massimo Gubbini

E poi ecco Luca Innocenzi, il campione in carica del Cassero. Per lui buone notizie da Astral Mago che ha fermato i cronometri di pochissimo sopra i 55 secondi e da Torta di Mele, vittoriosa nella Rivincita del 2011, sicuramente la cavalla scelta per giostrare.

L’Ardito del Badia, Pierluigi Chicchini

prova ha mostrato un ottimo feeling con i due cavalli della scuderia: Nitro Horse e Guiglia. Pierluigi è giovane, ha debuttato nella Rivincita dello scorso anno, ma si è presentato con prestazioni autorevoli che hanno riportato l'entusiasmo in via Garibaldi. Anche il narnese Diego Cipiccia del Rione Ammanniti non scherza e può contare sulla velocità e sull'affidabilità di Tirisondola e, soprattutto, su una scuderia con altri 4 cavalli.

Il Pertinace del Cassero, Luca Innocenzi

Al tavolo dei quattro c’è posto anche per Lorenzo Paci del Pugilli. Per lui due opzioni sicuramente competitive: Avantika e Miss Tobug, entrambe hanno girato di poco sopra al 55 con Avantika in leggero vantaggio sulla collega. Poco distanti e pronti a chieder spazio per sedersi al tavolo della vittoria un altro quartetto di cavalieri che potrebbero scompaginare i piani dei più veloci. Chiamateli outsiders, oppure sorprese, i quattro cavalieri in questione sono l'Ardito, il Gagliardo, l'Audace ed il Furente. Partiamo da Pierluigi Chicchini del Rione Badia che nelle sessioni di

Gagliardo dell’Ammanniti Diego Cipiccia

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L’Audace dello Spada Gianluca Chicchini

Il Baldo del Morlupo, Lucio Antici

Poi c'è l'altro Chicchini, quello del Rione Spada. Gianluca dovrebbe affidarsi a Paradise Hours e la Giostra racconta che il nuovo Cavaliere Nero diventa davvero temibile quando cambia casacca. Il quartetto si chiude con Matteo Martelli del Rione Contrastanga. Matteo è arrivato con Il Furente del Contrastanga, Matteo Martelli

Il Generoso de La Mora Andrea Leonardi

molto appassionate gli ingredienti ci sono tutti e possiamo dirvi che a vincere la Giostra sarà... lo splendido spettacolo della Sfida nella notte del 16 giugno.

tanto entusiasmo in via Piermarini dove ha trovato una scuderia nuova e giovane e, soprattutto, dove ha trovato Paolo Margasini, il plurivittorioso della Quintana moderna, pronto a mettere in campo tutta la sua esperienza. Ed ora veniamo al Morlupo dove il Baldo è ancora Lucio Antici. Il veloce cavaliere di San Gemini ha usato le prove per lavorare in vista della gara senza scoprire totalmente le carte. Molto probabilmente il Baldo si affiderà a King Prize. Infine la Giostra dà il benvenuto al giovane Generoso del Rione La Mora, Andrea Leonardi che debutta nell'Olimpiade delle Giostre. Le sue prestazioni in prova sono state di approccio alla gara, ma provando i cavalli della scuderia del Gelso ha dimostrato di saperci fare. Non sappiamo con quale cavallo deciderà di correre tra Sissy Mix, Mary Mary e Bahamian Bounty, ma sicuramente lo vedremo deciso a ripagare la fiducia del suo Rione con un ottimo debutto. A questo punto, tra tavolo della vittoria, posti riservati, invitati che scalpitano ed analisi poco tecniche, ma sicuramente 20

BINOMI: I TEMPI DELLE PROVE LIBERE (le prove ufficiali domenica 3 giugno alle ore 21) Ammanniti - Diego Cipiccia Julian Force (1.02.31) (1.04.85) (59.93) Badia - Pierluigi Chicchini Nitro Horse (55.79)-(55.74) Guiglia (58.04) (55.70)

Giotti - Massimo Gubbini Baccani (54.91) Detto Foglietto (59.30) La Mora - Andrea Leonardi Bahamian Bounty (57.39)(1.22.89) Mary Mary (57.19)

Cassero - Luca Innocenzi Torta di Mele (56.19)-(55.83) Astral Mago (55.59)-(55.07)

Morlupo - Lucio Antici King Prize (56.84) Eneri (1.03.45) Century Force (1.10.72) (1.08.17)

Contrastanga - Matteo Martelli Poncha City (56.34) (57.87) Bionda Vera (58.02)-(56.00)

Pugilli - Lorenzo Paci Miss Tobug (55.73) (55.93) Avantika (56.96) (55.67)

Croce Bianca - Daniele Scarponi Big More (54.82)-(55.22) Yalong (58.21)-(56.98)

Spada - Gianluca Chicchini Paradise Hours (55.92) Negretti (59.22)-(58.72) All River (1.02.78)



L’amore dei rionali, la gioia dell’economo di SILVIA NAPPINI re 21 e 30, Rione Contrastanga, la mia prima intervista. Incuriosita dalla notizia ricevuta coinvolgo il mio immancabile compagno Leonardo munito di fotocamera: stiamo per incontrare Alda Marchi e Tamara Ceccucci, mi mostreranno la loro preziosa creazione! Andiamo con ordine. La Taverna delle Sette Selle è in pieno clima preGiostra: tutti si danno un gran da fare per gli ultimi preparativi in vista dell'imminente apertura. Siamo accompagnati ai primi piani dello storico Palazzo Deli, dove iniziamo la nostra piacevole chiacchierata. Buonasera Signore! Raccontatemi di voi, che ruolo avete all'interno del Rione? Attacca Tamara: “Mi chiamo Tamara Ceccucci e dallo scorso anno, in occasione del Gareggiare dei Convivi di Giugno, mi sono occupata delle decorazioni per la tavola della Giuria. L'esperienza è stata positiva e, avendo un diploma di stilista e disegnatrice, sono rimasta ad occuparmi della

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Sartoria”. Prende la parola Alda “Io sono Alda Marchi, da più di venti anni faccio parte del Rione occupandomi della Sartoria e della manutenzione costumi. Sono arrivata al Contrastanga per accompagnare mio figlio, aveva più o meno otto anni: poi, però, sono rimasta! Sono Responsabile del Corteo, come autodidatta piena di passione e voglia di creare”. Qual è la novità per la quale sono qui questa sera? “Una mattina di un paio di mesi fa, riordinando la sala per la consueta manutenzione costumi, abbiamo ritrovato della stoffa, una pezza damascata ed una nera, e ci siamo dette di provare a realizzare un vestito. L'idea iniziale era di creare un abito per una delle Manifestazioni Collaterali, come il Gareggiare dei Convivi”. Occupandosi principalmente di manutenzione dei costumi, dato che il Rione si appoggia all'importante Sartoria Gelsi di Gualdo Tadino (è sua la creazione del costume del Priore

dello scorso anno), decidono di mantenere il massimo riserbo circa la loro iniziativa. “In realtà” prosegue Alda “avevo in mente già da diverso tempo di realizzare un abito proprio con quelle pezze di stoffa, ma, non trovandole, avevo accantonato l'idea”. Con davanti a noi lo splendido abito realizzato, l'intervista continua. Vi siete ispirate a qualcosa in particolare? “No, nessun riferimento artistico in particolare.” “Tutti i vestiti che abbiamo sono riproduzioni di affreschi e quadri del '600 perchè la fonte a cui si attinge è sempre e solo quella. Grazie all'esperienza abbiamo potuto dare libero sfogo alla nostra fantasia”. Per quale figura è stato creato questo costume? “Quando il nostro Priore, Franceco Felicioni, ha visto l'abito, portato a sorpresa nel Rione dopo solo due mesi di lavoro segreto, è rimasto a bocca aperta! Ha deciso di farlo sfilare nel Corteo”. “Inserendo questo nuovo abito da Nobile-Borghese e avendo creato delle macchie di colore all'interno del corteo, con gruppo Dama e gruppo Nobiliare al seguito, l'abito andava collocato in un preciso modo, per cui la scelta del figurante che lo indosserà è caduta proprio sul marito di Tamara!” Ci congediamo dalle due gentilissime signore e mentre attendiamo di assistere al Corteo Storico per poter ammirare questo “numero zero”,come lo chiamano loro, vi diamo un piccolo assaggio pubblicando qualche foto scattata nella Sala Consigliare.



IL PROGRAMMA DELLA QUINTANA

Mercoledì 13 giugno Pan - Parata Bucolica Zorba Officine Creative Ore 22.00 Vie del centro storico

Domenica 27 maggio

Ore 22.00 Vie del centro storico

Cena Grande Ore 22.00 - Piazza della Repubblica

8, 9, 10, 13, 14 giugno

Giovedì 14 giugno

Talk Show - Ore 22.30 Largo Carducci

Dal 1 al 15 giugno

Venerdì 8 giugno

Spettacolo di Falconeria Ore 22.00 Piazza della Repubblica

Apertura delle Taverne

Partita Quintana Nazionale Calcio VIP-TV Ore 18.30 Stadio Enzo Blasone

Sabato 2 giugno Scuola Napoletana dei “Madonnari” dalle ore 17.00 alle 24.00 Corso Cavour Piazza della Repubblica

Domenica 3 giugno Prove Ufficiali Ore 21.00 “Campo de li Giochi“

Lunedì 4 giugno Palio di San Rocco Ore 22.00 Piazza San Domenico

Sabato 9 giugno Le stagioni dell’amore Compagnia Atmo Piccolo Nuovo teatro Ore 22.00 Piazza della Repubblica

Domenica 10 giugno Pony…amo la Quintana a cavallo serata dedicata ai bambini Ore 21.00 Piazza della Repubblica

Giovedì 7 giugno

Venerdì 15 giugno Corteo delle rappresentanze rionali ore 21.00 Vie del centro storico Lettura del Bando e Benedizione dei Cavalieri ore 23.00 Piazza della Repubblica

Sabato 16 giugno Annullo speciale Poste Italiane Ore 11.00 – 17.00 - Via Garibaldi Giostra della Quintana “La Sfida” Ore 21.00 Campo de li Giochi “Marcello Formica e Paolo Giusti”

Notte di Stelle, Mistero e Magia

IL PALIO DELLA SFIDA

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E’ una visione romantica e di grande poesia quella che Ubaldo Bartolini ha rappresentato nel Palio della Giostra della Sfida del 16 giugno 2012. L’artista marchigiano, nato a Montappone nel 1944, è uno dei fondatori della corrente battezzata ipermanierismo da Italo Tomassoni. Ed è stato proprio l’avvocato Tomassoni, noto critico folignate e membro della speciale commissione dell’Ente, a scegliere Bartolini per il Palio di giugno. Ubaldo Bartolini lavora in ambito concettuale con l'impiego di pittura, fotografia e materiali vari negli anni 60 e 70. Realizza i Pennelli dipinti dal 1971 e dal 1979 riprende la pittura su tela con motivi figurativi ripresi dal Manierismo del Sei-Settecento. Fa parte del gruppo della Pittura colta di Italo Mussa e degli Anacronisti di Maurizio Calvesi. Espone in rassegne internazionali come la VIII Biennale di Parigi nel 1973, Contemporanea di Villa Borghese a Roma nel 1974, nella sezione Arte come storia dell'arte o come rivisitazione storicistica nel contesto di Linee della ricerca artistica in Italia 1960-80 al Palazzo delle Esposizioni di Roma nel 1981, alla Biennale di Venezia del 1982 nella sezione Aperto, Il tempo dell'immagine a Palazzo Trinci di Foligno nel 1983, mostra curata da Calvesi e Tomassoni che introduce il termine ipermanierismo. “Bartolini è uno dei grandi protagonisti dell’ipermanierismo che interpreta in modo geniale e poetico – afferma Italo Tomassoni spiegando la scelta dell’artista – nelle sue opere emerge l’origine marchigiana e la sua idea leopardiana della natura. Il Palio di giugno – aggiunge – è permeato di grande poesia e offre una visione romantica. Con Bartolini – conclude Tomassoni – la Quintana ha avuto in questi anni tutti i più grandi artisti figurativi contemporanei”.



I pasticci o pastelli

Una coreografia del rione Pugilli durante la finale del Gareggiare dei Convivi

.....Nel presente anchora che è il quinto, insieme con gl'altri (libri ) , vi vengo à mostrare l'ordine che è necessario tenere in fare diverse sorte di pasticci........ Libro V delle paste da " Opera " di Bartolomeo Scappi.

l pasticcio o pastello può essere sia un servito di credenza che di cucina ma per uniformità di giudizio si prescrive di realizzare un servito di cucina (I piatto o II piatto). Il pasticcio può essere realizzato con cassa o senza cassa. I pasticci sono un piatto ereditato dalla tradizione mediovale che nella cucina tardo-rinascimentale si sono molto sviluppati e raffinati. Mentre nel Medioevo il pasticcio era un travestimento creato per eccitare la curiosità dei convitati a cui piaceva scoprire al suo interno animali vivi, il pasticcio del Tardo-Rinascimento è una prelibatezza dal ripieno e dalle paste molto elaborate.

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Il Programma del Gareggiare dei Convivi di Giugno Lunedì 4 giugno - Rione Giotti Martedì 5 giugno - Rione Morlupo Mercoledì 6 giugno - Rione Badia Lunedì 11 giugno - Rione La Mora Martedì 12 giugno - Rione Contrastanga 26

La premiazione dei vincitori 2011

Il giudice della finale Giordano Conti presidente di “Casa Artusi”



Campo de li Giochi un medico in prima linea di MAURO BARTOCCI ttraversando la storia della Giostra della Quintana moderna si sono verificati molti mutamenti che vanno dal regolamento della gara, ai costumi,al corteo, alle intelligenti manifestazioni abbinate; tutti aspetti rivolti al miglioramento e alla divulgazione fuori “ le mura “ della nostra manifestazione. Per ultimo è sorta anche la figura del medico, resasi obbligatoria per la sicurezza dello svolgimento della tenzone e delle sedute delle prove libere ed ufficiali. Dopo molti anni trascorsi fuori Foligno, iniziai come medico a collaborare stando a margine però della manifestazione, fino a quando i componenti della commissione tecnica, notando la mia preparazione anamnestica riguardo ai cavalieri ed ai cavalli storici della Quintana, mi hanno accolto nel gruppo, mantenendo comunque la figura del medico. In questa veste le sensazioni a bordo dell’otto di gara sono svariate: dalla responsabilità puramente clinica, alla apprensione per i cavalieri ad ogni tornata, allo sguardo furtivo sugli spalti, al seguire gli addetti alla sistemazione della pista e non vi nascondo il timore curva dopo curva per l’incolumità del destriero. Questo senso “ d’ansia “ scompare al termine di ogni prova e della sfida di Giugno e della rivincita di Settembre. E’ vero, certe figure navigano dietro le quinte, ma vi assicuro che l’impegno morale e materiale non solo del medico è profondo. Infine, non immagina nessuno, quanta soddisfazione ho provato per l’avvento dell’anello da cinque nell’ultima tornata, per le sporadiche cadute dei cavalieri con leggere conseguenze,per i rarissimi malori sulle tribune e presso i popolani, ma quando capita di perdere un cavallo, il malumore serpeggia tra di noi per giorni ed il dispiacere per sempre.

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I dieci Rioni Servizi di SILVIA NAPPINI


Rione AMMANNITI

arco Guidoni, al suo secondo anno nelle vesti di Priore, ha 30 anni ed è il più giovane Priore della Quintana. Già presente nel cerchio del Consiglio rionale come Responsabile di Taverna, fin da bambino è presente nelle fila del corteo storico per il rione. Il balzo è stato lungo, poiché la novità di quest'anno per il giovane Priore è il prestigioso abito creato dal noto stilista romano Claudio Cordaro (costumista per numerosi progetti televisivi e cinematografici quali “Elisa di Rivombrosa”. Una moglie bellissima”, “Io & Marilyn” e “Il grande sogno” per citarne alcuni). La Prima Dama del corteo sarà la bellissima Giulia Leonardi, già accanto al Priore a Settembre 2011. Per quanto riguarda La Locanda della Rosa anche quest'anno si potrà godere dello spazio all'aperto allestito nella suggestiva Corte di Palazzo Candiotti. Qui, come all'interno della Taverna, si potranno degustare le prelibatezze dello Chef Stefano Marconi. Quest'anno, oltre ai piatti tipici della cucina tradizionale, come la coratella, le lumache e la carne alla brace, per non parlare della sua famosa pasta fatta in casa, avremo modo di assaggiare piatti dal gusto più ricercato, come i ravioli con i fichi.

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LA LOCANDA DELLA ROSA - Via Gramsci Per prenotazioni 339.722994 – 349.8224123

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Rione BADIA

i dice soddisfatto e fiducioso Raoul Baldaccini, al suo quarto mandato da Priore, con la passione per la Quintana che gli scorre nel sangue da quaranta anni. E' soddisfatto del lavoro svolto dalla Scuderia e dall'Ardito Pierluigi Chicchini, il giovane cavaliere che ha esordito nella giostra della Rivincita di Settembre scorso. E' fiducioso per i buonissimi risultati ottenuti dai tre cavalli a disposizione. E' con fervore che annuncia l'ingresso di tre giovani popolani nel Consiglio Rionale: Andrea, Simone e Serena portano con loro una ventata di allegria ed entusiasmo, elementi preziosi per il clima rionale. Vedremo sfilare, accanto al Priore, Elena Patassa, bella ed elegante Prima Dama e potremo anche ammirare i nuovi costumi di cui quest'anno il Corteo Storico darà sfoggio. Quintanaro d.o.c. è pure lo Chef rionale Emanuele Ascani che con le “lumache del contadino”delizierà i nostri palati! La novità più attesa per il rione è l'inaugurazione della caratteristica Tavernetta, a cui si potrà accedere direttamente dall'ingresso di Via San Salvatore Piccolo: i popolani gestiranno questo locale in cui si potranno mangiare piadine e sfiziosità accompagnate da delle ottime bevande. Nel ringraziare tutti i ragazzi e tutti i soci del Rione Badia, il Priore invita tutta la città a partecipare appassionatamente a questo importantissimo evento della città di Foligno, a stringersi intorno alla manifestazione sostenendola, sempre!

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TAVERNA HOSTERIA DEL CENTURIONE Via San Salvatore Piccolo (Piazza Garibaldi) Per prenotazioni: 349.3200237 – 328. 2511015

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Rione CASSERO

' densa di appuntamenti la vita quintanara per il Priore Giorgio Recchioni ed i suoi rionali. Si comincia con la Cena Propiziatoria per proseguire con il Palio di San Rocco e con la Serata di Gala in onore della Prima Dama Elisa Proietti. Il Priore, riferendosi al Palio di San Rocco, ci tiene a ringraziare tutti i colleghi Priori per la continua ed entusiasta adesione all'evento, segno dell'amicizia che li unisce.Durante la Notte Casserina, invece, ci sarà la benedizione impartita al Pertinace Luca Innocenzi ed al cavallo Torta di Mele, il binomio vincente della Giostra della Rivincita dello scorso settembre. Proseguendo con gli appuntamenti verrà presentata la pubblicazione “Il Pertinace”, diretta dal Consigliere Rionale Moreno Chiacchiera e giunta alla sua 14° edizione. Considerato il successo ottenuto lo scorso anno, viene riproposto il Convivio del Corteo, cena che si svolge parallelamente alla sfilata. A proposito di sfilata, il rione ha puntato molto sulla scelta dei personaggi che indosseranno gli abiti, attenendosi scrupolosamente alle direttive impartite dall'Ente Giostra. Una novità di quest'anno relativa agli abiti è il costume realizzato dalla Sartoria Menghini per la Dama Marina Bonamici, donatole da suo marito. Resta, invece, una sorpresa tutta da scoprire e da gustare quella che ci proporrà lo Chef Oriano Broccatelli con lo staff della cucina.

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TAVERNA DEL LEON D'ORO Via Cortella (p.zza S. Domenico) Per Prenotazioni: 349.6940589 – 349.8607942

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Rione CONTRASTANGA

l giovane Priore Francesco Felicioni annuncia una Quintana ricca di novità per il Rione. Prima fra tutte l'arrivo del Furente Matteo Martelli, classe 1983, ma già esperto cavaliere di Giostra. La scelta del cavallo avverrà su un totale di quattro bellissimi esemplari, prime fra tutte le due cavalle Poncha City e Bionda Vera. Con il Priore nel Corteo vedremo sfilare la Prima Dama Francesca Leboroni. Vedremo coinvolta nell'intervista pubblicata in queste pagine la responsabile del Corteo Alda Marchi, che insieme alla new entry Tamara Ceccucci, ha realizzato un abito di tutto rispetto per il proprio Rione. All'interno di Palazzo Denti si trova la Taverna delle Sette Selle dove lo Chef Fabrizio Brinci soddisferà i palati dei commensali con appetitose pietanze, tra cui gli Gnocchi alla Contrastanga e tra i secondi lo Stinco di Maiale ed il Maialino in Porchetta. L'Osteria della Corte dei Miracoli, ricavata da un vecchio lavatoio del Palazzo ed inaugurata nel 1992, offre una speciale atmosfera. Qui si possono incontrare gli storici popolani, ci si può fermare a fare due piacevoli chiacchiere degustando stuzzicherie accompagnate da un ottimo vino rosso.

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TAVERNA DELLE SETTE SELLE Via Piermarini Per Prenotazioni: 339.5499779

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Rione CROCE BIANCA

l Priore Andrea Ponti (fresco sposo) pone subito un riferimento al pensionamento dell'indiscussa regina della Giostra della Quintana degli ultimi anni, Scala Minore, detentrice del record di pista, per annunciare che la scelta del nuovo destriero, cavalcato dal Fedele Daniele Scarponi, avverrà tra una schiera di ben tre cavalli. Il Corteo si arricchisce di nuovi personaggi e la Prima Dama a sfilare al fianco del Priore Ponti sarà la bellissima Annamaria Sette con un costume realizzato dal costumista di successo Daniele Gelsi di Gualdo Tadino. La novità, ormai costante nel rione, è certamente quella del menù che si rinnova ogni anno con una fedele base di riferimento a piatti storici; ricordiamo l' apprezzato tortino di patate che accompagna il gustosissimo stinco di maiale in agro-dolce e le succulente lumache. Una vera goduria per il palato! Anche per quest'anno, fino a tarda notte, resteranno aperte le porte de La Tavernetta del Brigante dove ci accoglieranno i mitici Alessandra e Flavio che con il loro frizzante e coinvolgente entusiasmo ci verseranno dell'ottima sangria o ci riempiranno i boccali di birra a cui accompagnare una gustosa piadina.

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TAVERNA DEL FEDELE Via Butaroni Per Prenotazioni: 349.2887831 – 338.4135237

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Rione GIOTTI

Leonardo Dolci, reduce dalla vittoria IannoldellaPriore Giostra della Sfida di Giugno dello scorso riportata dall'Animoso Massimo Gubbini in sella a Baccani, è al secondo anno del primo mandato, ma è presente da oltre trenta anni nel Rione. Novità generale per il Corteo è l'ordine con cui sfileranno i protagonisti: per primo il Rione ultimo classificato nella Giostra di settembre e così via fino a chiudere con l'Ente Giostra. Per quanto riguarda l'ordine di sfilata il Rione si atterrà scrupolosamente alle nuove direttive impartite dall'Ente Giostra, come conferma la Responsabile della Commissione Artistica Azzurra Rossetti: i personaggi principali, il Cavaliere, il Priore e la Prima Dama Matilde Doni, elegantissima nell'abito bianco, sfileranno chiudendo il Corteo Rionale. Al Giotti quest'anno spetta il compito di aprire il Gareggiare dei Convivi: fervono i preparativi, con l'aiuto dei Rionali, come il Vice Priore Lidia Doni e i Consiglieri Aggiunti Augusto Arcangeli e Bruno Baldini. Si occupano anche quest'anno degli allestimenti, le bravissime Claudia Angelini e Cecilia Cairoli. Attivo da diversi anni nella cucina della Taverna del Prete di Rostoviglio lo Chef Francesco Sarti quest'anno ci propone, oltre alle squisite Lumache, due nuovi piatti estremamente “golosi”: come primo, un inebriante Strangozzo al Tartufo e come secondo, una prelibata Tagliata di Chianina. Sarà possibile, anche per quest'anno, banchettare all'esterno della Taverna, in una festosa Piazza Faloci Pulignani debitamente preparata per l'occasione. TAVERNA DEL PRETE DI ROSTOVIGLIO Piazza Faloci Pulignani Per Prenotazioni 340.5977340 – 348.2618966

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Rione LA MORA l secondo anno da Priore per Massimo Ballanti è un anno ricco di novità. Certo, ne avrà visti di cambiamenti all'interno del rione, dato che è dal 1996 che ne fa parte. Le novità di quest'anno partono senza dubbio dal Generoso Andrea Leonardi, al suo debutto a soli 24 anni, ma già forte delle sue esperienze nelle competizioni di Ascoli e Narni. Anche per i costumi avremo modo di apprezzare il sapiente lavoro portato a termine dalla Sartoria Rionale che ha realizzato i nuovi abiti per i Tamburini. Mentre è il noto costumista Daniele Gelsi ad aver creato l'abito della Prima Dama Eleonora Donati, che lo indosserà con la sua raffinatezza ed eleganza.Viene confermata la squadra della cucina dove, da cinque anni ad oggi, capacità, intuizione e massima dedizione permettono allo staff di introdurre nuovi piatti per i palati più selettivi. Infatti, da quest'anno, sono stati inseriti nel già ricco menù de Le Cantine del Gelso, l'Antipastone vegetariano ed il primo piatto Ravioloni Ciuccaioli, ravioli ripieni di ricotta accompagnati da una delicata salsa di zucca gialla. E' in continuo fermento la taverna, tanto che anche quest'anno vedremo rinnovata L' Osteria della Cuccagna, in cui il Mastro Nazzareno affiancato dall'oste Stefano Falasca, ci delizierà con le specialità eno-gastronomiche tipiche umbre. Si occuperà invece del prossimo Gareggiare dei Convivi il più che noto Chef Marco Bistarelli, presente anche nell'edizione dello scorso anno.

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TAVERNA LE CANTINE DEL GELSO Via Colomba Antonietti Per Prenotazioni: 328.8145270

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Rione MORLUPO

empre attivissimo all'interno del Rione il Priore Marco Bosano, molto apprezzato dai suoi rionali soprattutto perchè con il suo modo di fare riesce ad esaltare le qualità di ognuno di loro. Quest'anno lo vedremo sfilare con la Prima Dama Roberta Polli, che avrà il pregio di indossare il raffinato costume creato, per la nuova edizione, dalla Sartoria Menghini di Foligno. Nuova organizzazione, rispetto agli anni precedenti, del servizio ai tavoli. Questo permetterà un lavoro più snello e veloce con minore attesa da parte dei commensali giunti alla Tana del Lupo Nero per assaporare le specialità preparate dagli Chef Alberto Alessi ed Alessandro Zuccarelli. Presenze costanti del Rione, hanno viziato i nostri palati con il Tortino di Ceci, il Crostone con Pancetta e Pecorino che fanno da antipasto a dei gustosi Maltagliati al Cinghiale. Quest'anno presentano due piatti inediti: gli Strozzapreti al Serpullo in Sugo di Lumaca ed il Petto di Vitello Porchettato. Dettaglio assolutamente da non sottovalutare riguarda i popolani addetti alla preparazione delle carni alla brace di ottima qualità: si danno sempre un gran da fare per la passione che li lega al Rione.

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TAVERNA LA TANA DEL LUPO NERO Via Del Campanile Per Prenotazioni: 338.6779443 – 347.5317886

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Rione PUGILLI

utta la città potrà ammirare le nuove bandiere rionali che inonderanno il Ponte di Viale Firenze e le vie del Rione coi colori nero bianchi dell'Aquila Nera. Un rinnovarsi confermato anche dal nuovo parco cavalli. Infatti, dopo il commovente pensionamento di Go Betty Go, al quale tutti abbiamo potuto assistere nell'ultima Giostra della Quintana, è il momento di Anantika, femmina di 5 anni, al suo debutto. Il Priore Stefano Mattioli sfilerà al fianco della bellissima Federica D'Alessio, in un corteo rionale che vede rinnovati, grazie ad un sapiente lavoro di restyling, i costumi. Il consolidato Chef Daniele Bianchini, che con la collaborazione dei rionali ha contribuito alla vittoria del gareggiare dei Convivi, è un veterano del Rione. Da diversi anni delizia i nostri palati con le sue specialità culinarie: oltre ai deliziosi Gnocchi alla Puellara e alla famosa e appetitosa Bistecca alla Porcona, senza dubbio i piatti forti del Rione, Bianchini affiancherà nuove prelibatezze come ogni anno.

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TAVERNA DELL'AQUILA NERA Via Mentana Per Prenotazioni 338.1039676 – 393.4288404

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Rione SPADA

lessio Castellano, al suo secondo anno di mandato come Priore, può contare sul valido aiuto di un Consiglio Rionale tra i più giovani di tutta la Quintana. Come conferma il Vice Priore Marco Bizzarri, si è dato vita ad un progetto a lunga scadenza con l'ingresso dei giovani rionali all'interno del Consiglio. E' stato ricostruito l'assetto della Scuderia rionale: la novità di questa Giostra 2012 è l'arrivo del folignate Gianluca Chicchini, l'Audace che correrà su Paradise Hour. Recentemente rinnovati i costumi del Corteo Storico, in cui vedremo sfilare il Priore Castellano accanto alla Prima Dama Roberta Sabatino, presenza rionale dalla raffinata bellezza. Alla Taverna de Le Conce lo Chef affiancherà ai piatti consueti del giugno quintanaro gli inediti Strangozzi con Barbatta, gli Gnocchi all'Agnello e Zafferano e un delicato Risotto ai Gamberi di Fiume e Verdure. Per i secondi piatti, oltre a quelli già presenti nel menù, come la Padellaccia d'Agnello, si aggiungeranno i succulenti Bocconcini di Chianina. Appuntamento fisso ormai per i Rionali e tutti i cittadini di Foligno è la “Formella's Cup”,che si svolge nel mese di Settembre, in cui simpatiche e arrangiate barchette si sfidano scivolando sulle acque del fiume. Presenti all'edizione dello scorso anno, come spettatori, il Presidente dell'Ente Giostra Domenico Metelli e il Vice Presidente Maria Rita Lorenzetti.

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TAVERNA DE LE CONCE Via Delle Conce Per Prenotazioni 347.5047762 - 333.7365603

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In maneggio di MARIANO ANGIONI uest’anno com’è spesso mia consuetudine, nella speranza di riuscire a trasfondere qualche teorica nozione equestre fra gli appassionati della Giostra e dei cavalli, vorrei riproporre ai lettori uno studio di ippotecnia, ovvero di quel complesso di norme che concernono l’allevamento e l’addestramento dei cavalli; per far questo ho sfruttato, come già in passato, le opere di Senofonte (ca. 430/425-355/354 a.C.) dalle quali ho tratto tutte le citazioni che si trovano in corpo di testo, con particolare riferimento a L’Arte di Cavalcare o Sull’Equitazione e all’Ipparchio, nonché i lavori di numerosi altri scrittori greci e latini citati in seguito. Chiunque si appresti a praticare l’equitazione sa che andare a cavallo necessita, innanzitutto, di un paziente lavoro in maneggio ed è dai tempi di Senofonte che gli esercizi che vi vengono svolti sono la ricerca della perfezione dei movimenti e della sintonia con l’animale. Ogni cavaliere dei giorni nostri troverà assai interessanti e ancora oggi attuali i consigli che l’autore

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greco elargisce nel suo manuale di equitazione, ed è certo che un allievo digiuno di tecniche equestri diventerebbe, alla scuola di Senofonte, presto un cavaliere provetto. La prima raccomandazione riguarda la sensibilità della mano che, dice l’autore, deve essere fine e precisa affinché gli ordini che il cavallo riceve per mezzo delle redini siano efficaci, e le redini debbono, a loro volta, essere “esattamente aggiustate”. Infatti, se disuguali, cioè una più lunga e una più corta, o fluttuanti (lente), esse trasmetteranno al cavallo indicazioni confuse e spesso violente a causa di goffi strattoni. Senofonte definisce quello che oggi chiamiamo “contatto” come “quel rapporto morbido che deve esistere tra la mano del cavaliere e la bocca del cavallo”: «Bisogna evitare», scrive, «ogni tensione delle redini che sia troppo severa al punto da farlo battere in mano, o troppo dolce al punto da essere impercettibile; ma quando si piazza su una tensione delle redini, bisogna subito rendergli la mano…. Quando ci si accorge che al cavallo piace la posi-

zione piazzata e la leggerezza del contatto, allora non bisogna trattarlo severamente come se lo si obbligasse a lavorare, ma coccolarlo come se si volesse terminare il lavoro». Appare evidente che non si può governare un cavallo se gli si brutalizza la bocca ed è invece proprio questo l’errore commesso, di solito, dai giovani cavalieri che si aggrappano alle redini quando un cavallo troppo vivace «prende la mano». Non è vi nulla di più efficace che appendersi alla bocca dell’animale per eccitarlo ulteriormente, tanto che per calmare un cavallo imbizzarrito bisogna al contrario rendergli le redini. Il cavaliere antico, dovendo spesso tenere nella mano destra la frusta o un’arma, si abituò a condurre il cavallo non soltanto a due mani ma anche con una sola, a volte la destra ma più spesso la sinistra, che veniva appositamente esercitata. In ogni caso per il cavaliere era ed è punto d’onore riuscire a indirizzare il suo cavallo con “aiuti” discreti, lasciando a conduttori di muli e carri la forza e le grida di incitamento. L’equitazione mette al bando i modi volgari, è silenzio, equilibrio e abile gioco di redini e gambe, solo così si può condurre il proprio cavallo: «Quando si è messo il morso a un cavallo, è alla sua bocca che si parla, e non alle sue orecchie». In ogni maneggio moderno è regola cominciare al passo, facendo decontrarre l’animale e portandolo a rilassare la muscolatura per prepararlo gradualmente a sforzi più sostenuti. I primi giri di maneggio, effettuati al passo o al piccolo trotto, sono anche il momento per verificare l’aggiustamento delle redini e per “raccogliere” bene il cavallo. Ciò è quello che consiglia Senofonte: «Quando si ordina al cavallo di portarsi avanti, bisogna cominciare con il passo, che è l’andatura più tranquilla.. Si tengano le redini un po’ alte se il cavallo lascia ricadere l’incollatura, un po’ basse se la rileva troppo; è così che avrà la postura più bella. Dopo di che, prendendo con naturalezza il trotto, si distenderà senza fatica


e potrà passare nel modo più piacevole al galoppo». La scuola del cavaliere antico comportava numerosi esercizi, per esempio lanciare al galoppo un cavallo e poi fermarlo bruscamente come vediamo fare oggi in alcune nuove discipline come il Reining . Veniva anche imposta quella classica prova di padronanza di sé che si domanda ancora agli allievi contemporanei e nella quale eccelleva Giulio Cesare (ca. 100/102-44 a.C.), come riportato da Plutarco (ca. 46-127 d.C.) in una delle sue opere “Vite Parallele”: «Montare a cavallo gli era facile fin dall’infanzia. Poiché aveva l’abitudine di lanciare la sua cavalcatura ventre a terra portando le mani indietro e incrociandosele sulla schiena». In cambio, il salto degli ostacoli, che oggi si pratica anche nei maneggi per mezzo di barriere e altri ostacoli mobili, nell’antichità si praticava solo sugli ostacoli naturali incontrati sul terreno. In maneggio si lavorava principalmente sulle volte, esercizio assai utile specie per chi, come i cavaliere antichi, monti senza staffe. Si obbliga sostanzialmente

il cavallo a trottare e galoppare in cerchio, lo si porta a curvarsi lateralmente aumentandone in tal modo la scioltezza, variando le volte a destra e a sinistra, con circonferenze più larghe e poi più strette, combinandole fra loro, si rende l’animale adatto ad eseguire con docilità e precisione tutti i cambiamenti di direzione anche in velocità; nello stesso tempo, il cavaliere impara a modificare continuamente la sua posizione in sella o “assetto” per restare in equilibrio e in accordo col cavallo. Per questo Senofonte si da la pena di descrivere accuratamente questo esercizio: «Raccomandiamo l’esercizio che si chiama pastoia, perché abitua a girare sulle due barre (della mascella del cavallo); va altrettanto bene lavorarvi a due mani, perché le due barre diventino simili nei due sensi del lavoro. Raccomandiamo anche la pastoia allungata a preferenza della pastoia arrotondata. In questo modo, infatti, il cavallo, già saturato dalla linea retta, girerà più volentieri, e si eserciterà nello stesso tempo a correre in linea retta e a piegarsi in dentro. Bisogna

ancora, nelle volte, sostenere il cavallo, perché per lui è disagevole e pericoloso girare stretto alle andature veloci, soprattutto se il terreno è duro e scivoloso. Quando lo si sostiene, bisogna il più possibile evitare di inclinare il cavallo con la briglia, e inclinarsi in¬vece quanto si può; se no, è bene sapere che basterà una causa infima per cadere, e perché cada anche il cavallo. Quando, dopo una volta, il cavallo si trova di fronte una linea retta, lo si spinga al galoppo allungato; perché è evidente che anche in guerra le volte preludono all'inseguimento e alla fuga. È dunque bene allenare il cavallo ad allungare l’andatura dopo aver girato». Nulla si può aggiungere ai consigli di Senofonte, veri fin nei minimi dettagli. Resta invece da spiegare cosa lui intenda per “pastoia”, a mio avviso, per analogia con i due cappi che stringevano gli anteriori dei cavalli (appunto pastoie), essa altro non è che l’otto degli esercizi odierni, cioè il movimento di maneggio disegnato effettuando due “mezze volte” consecutive.


Le volte erano anche uno degli esercizi abituali della cavalleria romana, infatti il poeta Lucano (39-65 d.C.) riferisce che i cavalieri di Pompeo (106-48 a.c.), assediati da Cesare a Durazzo, si ostinavano a imporre alle loro cavalcature il lavoro di maneggio e le gambe dei cavalli spossati dalla mancanza di foraggio «si piegavano in mezzo alle volte». Infine, anche i cavalieri sequani, popolazione di origini celtiche, sarebbero stati celebri per la loro abilità nelle volte. I precetti dati da Senofonte sull’assetto del cavaliere sono di un’esattezza e chiarezza ammirevoli, privo di staffe il cavaliere antico tendeva senz’altro meno dei contemporanei ad alzare le ginocchia e ad allontanarle dai fianchi della sua cavalcatura. Oltremodo importanti sono il busto diritto e la scioltezza della muscolatura della vita, adatta ad ammortizzare continuamente ogni scossa. «Quando il cavaliere è seduto, a pelo o su una sella, non raccomandiamo che sia messo come su una sedia, ma come se fosse in piedi, con le gambe divaricate. In questo modo, avrà le cosce più a contatto... È bene anche lasciar ricadere liberamente la gamba a partire dal ginocchio, insieme al piede; perché, tenendo la gamba rigida, se la si urtasse contro qualcosa, potrebbe esserne spezzata, mentre, se la si tiene morbida, se qualcosa vi urtasse contro, essa cederebbe 48

senza affatto spostare la coscia. Il cavaliere deve anche esercitare la parte alta del corpo, sopra alle anche, a essere il più sciolta possibile; può così resistere meglio alla fatica, e, che lo si tiri o lo si spinga, rischia di meno di venire disarcionato». L’assetto impeccabile descritto da Senofonte non trova sempre riscontro sulle immagini dell’epoca, su alcuni vasi corinzi e attici dei secoli VII e VI a.C., e quindi anteriori a Senofonte, alcuni cavalieri sono seduti troppo indietro e hanno le reni inarcate come dei principianti, mentre sul fregio del Partenone di Atene (447-432 a.C.) la posizione dei cavalieri è perfetta. Qualità e difetti si ritrovano nelle figure romane, la statua equestre dell’imperatore Caligola (12-41 d.C.) a Villa Farnese, ad esempio, ha un’eccellente posizione delle gambe ma una seduta troppo arretrata. Di contro altre sculture rappresentano cavalieri dall’assetto impeccabile. È palese che non si possano trarre deduzioni di carattere tecnico dalle raffigurazioni equestri antiche ne si può valutare l’evoluzione della tecnica equestre, prima di tutto perché l'artista antico poteva, come quello moderno, ignorare le finezze dell’equitazione e, talvolta, la fantasia e la moda estetica lo portava a dipingere o scolpire i cavalieri in posizioni scorrette senza rendersi conto che queste modifiche violavano

e violano le rigide leggi dell’equilibrio equestre. È impensabile che un cavaliere antico potesse cavalcare con un assetto imperfetto per la sua epoca, mentre è nei maneggi moderni che si vedono cavalieri prendere l’abitudine a posizioni errate, meno evidenti grazie all’uso delle staffe una volta assenti. Peraltro, senza staffe, il cavaliere moderno, come quello antico, è costretto, pena la caduta, a “calarsi nella sella” lasciando pendere gambe e cosce sotto il loro stesso peso. Molto presto, dopo le cadute obbligatorie dei primi tempi, egli si legherà al movimento della sua cavalcatura e la posizione a cavallo diventerà più equilibrata. L’apprendistato del cavaliere antico era durissimo, il maestro di equitazione non poteva metterlo a suo agio come accade oggi facendogli fare qualche giro di pista iniziale con i piedi saldamente appoggiati nelle staffe, egli doveva affrontare, senza altri aiuti che la forza delle sue cosce e l’elasticità ancora incerta dei muscoli dorsali, lo scomodo trotto e, soprattutto, dopo l’effimera soddisfazione di un primo tempo di galoppo riuscito, il temibile passaggio dal galoppo al trotto. Le cadute dei principianti nei maneggi antichi dovevano essere assai numerose, e più di un allievo doveva provare l’inquietudine che lo scrittore greco di origini siriane Luciano di Samosata (ca. 120-180/192 d.C.) presta a uno dei suoi eroi: «Sono uno spregevole scudiero», dice questo novizio timoroso, «non ho neanche mai montato un cavallo fino ad ora... Bisognerà che mi aggrappi alla sella se si vuole che rimanga sulla mia cavalcatura e che tenga le redini in mano». Ma, superate le paure e al termine di una dura scuola, il cavaliere antico, costretto a cavalcare senza staffe su ogni terreno, non poteva essere mediocre, per questo ancora oggi è importante che i giovani lavorino spesso senza staffe, ciò li renderà una sola cosa con il loro cavallo, un vero binomio in grado di proporsi nelle più difficili competizioni.




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