Il cittadino montefalco

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Sommario

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Editoriale

di Gilberto Scalabrini

Il programma dell’agosto montefachese Maggiore rigore rievocativo di Decio Barili

Odori, profumi e suoni di festa di Gilberto Scalabrini

Viaggio nei quartieri

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Sant’Agostino - Verde e Rosa due colori... di Claudio Buompadre

San Bartolomeo - L’orgoglio di essere noi!

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di Roberto Micanti

San Fortunato - Continuare a costruire le... di Stefano Falcinelli

San Francesco - New entry e vecchie glorie... di Mirco Calcabrina

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Quando “sparì” l’atleta di san Francesco di Francesco Surano

Montefalco da bere di Gilberto Scalabrini

Un Tuffo nel passato di Remo Falcinelli

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Cultura, turismo, folclore manifestazioni in Umbria Anno 30 - n°2 - Luglio 2012 - Copia omaggio

DIRETTORE RESPONSABILE: Alberto Mesca CAPO REDATTORE E INVIATO: Gilberto Scalabrini IN REDAZIONE: Mauro Silvestri, Simone Mesca, Filomena Calcutto, Marco Degli Innocenti, Mariolina Savino. HANNO COLLABORATO: Decio Barili, Claudio Buompadre, Roberto Micanti, Stefano Falcinelli, Mirco Calcabrina, Francesco Surano, Remo Falcinelli. Casa Editrice: Nuova PromoEdit s.r.l. - Via M. Acuto, 49, Foligno (PG) Tel. 0742/321011 - Fax 0742/321012 - P.IVA 02987340540 www.nuovapromoedit.it - info@nuovapromoedit.it www.ilcittadinoumbria.it - info@ilcittadinoumbria.it Autorizzazione: Reg. Tribunale di Perugia n. 35/1989 Reg. Tribunale di Terni n.07/ dall’82 all’1989 Sped. in abb. post 45% legge 662/96 art 2 comma 20/b filiale di Perugia GRAFICA E IMPAGINAZIONE: Nuova PromoEdit Segretaria di Redazione: Cinzia Mancia Foto: si ringraziano per l a collaborazione offerta a questa edizione straordinaria de ”Il Cittadino”, speciale Montefalco 2012 lo studio “DREAM EYES SRL” Giorgio Valecchi e Pierpaolo Metelli PUBBLICITÀ: Nuova PromoEdit s.r.l. Stampa: Grafiche CMF Foligno(Pg) Finito di stampare Luglio 2012

Unione Europea

Ministero dei Beni Culturali

Camera di Commercio

Comune di Montefalco



di GILBERTO SCALABRINI

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EDITORIALE

orna l’emozionante spettacolo dei quartieri di San Fortunato, sant’Agostino, san Francesco e san Bartolomeo, giunto quest’anno al suo quarantesimo appuntamento. La città del maestro Benozzo Gozzoli, è tutta incorniciata di bandiere multicolori che garriscono giulive per celebrare i 40 anni della manifestazione. Otto lustri che sono l’essenza e la testimonianza della vita montefalchese, avendone segnato lo sviluppo culturale e sociale. Con trasversalità anagrafica, sociale e professionale, la Fuga del Bove ha sospinto i montefalchesi ad avvicinarsi allo studio ed alla comprensione della storia, dell’arte, del costume, delle armi, della recitazione, dello sport e dell’amore per il suo animale simbolo, il toro. In questi 40 anni sono germogliati gruppi di atleti, di sbandieratori, di tamburini, di balestrieri e di giostratori o maestri di corda tutti, ancora oggi, in piena fioritura. La Fuga del Bove è sognare il passato e tornare a vivere in esso nel modo più bello e giocondo, soprattutto stupire chi viene a trovarci in queste sere magiche per la capacità dei quartieri e dell’Ente Fuga del Bove, guidato dall’avvocato DECIO BARILI, di unire laicità e rispetto della religione, vestigia dei tempi più lontani con la vitalità e il dinamismo del presente. Questa sera Montefalco si trasforma in un grande palcoscenico a cielo aperto. Sarà una notte ricca di suggestioni, colori, odori e suoni del primo Rinascimento. Si alza il sipario sulla 40^ rievocazione storica della “Fuga del bove” con la gara fra i quartieri di giochi di bandiere e ritmi di tamburi. Questa sera vedremo un corteo storico ancora più suggestivo degli altri anni, perché rinnovato e ampliato. Un corteo molto solenne, pieno di nuova linfa e nuovo entusiasmo dopo l’elezione al vertice del direttivo dell’Ente Fuga dell’avvocato Decio Barili. Un corteo prestigioso nella scenografia e sontuoso nel corteggio, che riserverà anche grandi sorprese. Questa grande festa in costume, che lega in modo l’Ente Fuga del Bove alla città e al Comune, è bene da amare e tutelare da parte di tutto il popolo. In queste sere, il Rinascimento si respira a pieni polmoni: non solo nella bellissima piazza circolare che diventa teatro a cielo aperto dei nostri eventi, ma anche nelle strette viuzze, nella pietra dei palazzi e nelle raccolte mura medioevali. Ovunque si guardi, Montefalco non è monotona: la varietà di luci e di colori la fanno risaltare ed esaltare in ogni dove. Museo, Chiese ed opere d’arte, si fanno scoprire con ostentazione e poi gustare fino in fondo. Un pò come la sua gente: riservata ad un primo impatto, ma ospitale, autentica ed affettuosa ad un contatto più approfondito. Per la sua posizione in cima al colle, Montefalco si è meritata il titolo di ringhiera dell’Umbria. Il panorama che si apre sulla pianura umbra, delimitata da uno stupendo anfiteatro di colline e monti, è davvero unico. Questa sera, assisteremo prima ad un elegante corteo storico e, subito dopo, ai giochi di bandiere e ai ritmi dei tamburi. Sarà un’esplosione di colori e di suoni, evoluzioni molto suggestive, ma anche uno spettacolo di perizia e abilità dei nostri maestri. Gli sbandieratori e i tamburini di Montefalco, come pure i balestrieri, gli atleti della staffetta e i giostratori per il toro, scendono in campo per la conquista del falco d’oro. Il falco rappresenta la forma simbolica di questa rievocazione del primo Rinascimento, ma è anche l’emblema della vittoria, il trofeo, il premio e la memoria storica di un anno di fatiche per i quartieri. Il falco sintetizza pure l’emozione e l’esultanza dell’evento che, ogni anno, consegna alla festa il sospiro vincente della sfida. 6



IL PROGRAMMA DELL’AGOSTO MONTEFALCHESE Venerdì 3 Agosto ore 21,30 Piazza del Comune - “IL GIULLARE DI ASSISI” Spettacolo teatrale regia di Riccardo Leonelli, attore della Soap opera CentoVetrine e protagonista del film Young Europe.

Lunedì 6 Agosto ore 21,30 Piazza del Comune - E’ PROPRIO DOLCE LA TUA CASA? Compagnia “ Piccolo Nuovo teatro” Spettacolo per bambini

APERTURA TAVERNE Le Taverne rimarranno aperte dal 3 al 19 Agosto

Martedì 7 Agosto ore 21,30 Piazza del Comune - MAGO MARVIK Grande spettacolo di magia e illusionismo con Marvik e Daniela

Sabato 4 Agosto ore 21,30 Piazza del Comune - DANILO SACCO La voce dei Nomadi in concerto Cantante del gruppo dal ’93 al 2011 Domenica 5 Agosto ore 18,00 Complesso Museale di S. Francesco UMBRIAN SERENADES Concerto corale

Mercoledì 8 Agosto ore 21,30 Piazza del Comune - SPOLETO BLUE Band Concerto Giovedì 9 Agosto ore 21.30 Complesso Museale di S. Francesco “Un certo sguardo” Narrazione musicata sulla figura di Leonardo da Vinci - ItinerArte 2012


Venerdì 10 Agosto ore 21,30 Piazza del Comune - SAGRANTINO SOTTO LE STELLE Degustazioni dei vini di Montefalco con i cibi tradizionali NATE AND THE DAGOS e MIKE WARREN in concerto A cura del Consorzio Tutela Vini Montefalco Sabato 11 Agosto ore 21.30 Piazza del Comune “L’ARMONIA DEL GESTO” SERATA DANZA Spettacolo di danza classica “Umbria Ballet” con il ballerino di AMICI Francesco Mariottini e “Elisa & Marco Athletic Performers”, ex ballerini del gruppo KATAKLO’. Domenica 12 Agosto ore 21.30 Piazza del Comune GIOCHI DI BANDIERE E RITMI DI TAMBURI Gara dei tamburini e sbandieratori dei Quartieri Lunedì 13 Agosto ore 21.30 Piazza del Comune “I SANTI AGOSTINO, BARTOLOMEO, FORTUNATO E FRANCESCO TRA STORIA, TRADIZIONE E LEGGENDA” - Spettacolo a cura dei Quartieri Martedì 14 Agosto ore 21.30 Piazza del Comune TIRO ALLA BALESTRA E CORSA FRA I QUARTIERI Sfida tra i Quartieri di Tiro alla Balestra e Staffetta Mercoledì 15 Agosto ore 21.30 Piazza del Comune

OLIVER HUTMAN TRIO & DENIS KING IN CONCERTO Tribute to Luois Armstrong Mercoledì 15 Agosto ore 21.30 Piazza del Comune - Oliver Hutman Trio & Denis King in concerto - Tribute to Luois Armstrong Sabato 18 Agosto ore 21.30 Chiesa Museo di S. Francesco “ARTISTI DELLA DIVINA COMMEDIA” A cura dello Studio d’Arte Sansalù al Borgo Lettura ed interpretazione di brani tratti dal poema. Domenica 19 Agosto ore 21.30 Parcheggio di Viale della Vittoria CORSA DEI BOVI

FESTA DI S. CHIARA Giovedì 16 Agosto ore 21.30 Piazza del Comune -- PROCESSIONE DELLE LAMPADE Venerdì 17 Agosto ore 11.00 Chiesa di S. Chiara S. Messa Solenne con le delegazioni dei Comuni di Ferentillo e Montecosaro ore 21.00 Piazza del Comune CONCERTO DELLA FILARMONICA DI SPELLO Ore 22.00 SPETTACOLO PIROTECNICO A cura del Comitato Festeggiamenti S. Chiara Sabato 18 Agosto dalle ore 9.00 Lungo la cinta muraria fiera di Santa Chiara


Maggiore rigore RIEVOCATIVO di DECIO BARILI Presidente Ente Fuga del Bove

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' da quando sono stato insignito della presidenza della Fuga del Bove, ormai due anni fa, che sento parlare del 2012 come appuntamento privilegiato per la storia della manifestazione e come occasione stra10

ordinaria per celebrarne al meglio i “fasti” . In effetti, la premura dei quartieranti e di tutti i sostenitori del nostro splendido evento era pienamente giustificata: la documentazione archivistica relativa

alla Fuga del Bove ne data l'origine al lontano 1972 e, dunque, quest'anno daremo vita alla quarantesima edizione della nostra preziosa festa ! Mi sento di dire che il Direttivo dell'Ente Fuga e, a maggior ragione, i quartieri non si sono fatti trovare impreparati. Nel corso del 2011 si è tentato di gettare le basi per l'auspicato rafforzamento della intera manifestazione ed il bilancio dell'anno passato è straordinariamente positivo: maggiore impegno, maggiori risorse, maggiore attenzione al livello delle prestazioni e maggiore rigore rievocativo hanno prodotto, inevitabilmente, maggiore apprezzamento di pubblico e di “critica”. Ma soprattutto si è creato la solida base per festeggiare degnamente il nostro importante compleanno. Ecco, ci siamo: qualcuno di voi forse ricorderà che nel mio precedente intervento su “Il Cittadino” 2011 anticipai un tema che al Direttivo stava talmente a cuore da evidenziarlo nella sua agenda per l'anno successivo; si trattava del nuovo “palcoscenico” per la manifestazione/gara che, a giudizio di molti, era rimasta un po' “nell'ombra” (...e mai espressione fu più appropriata...) rispetto alle altre, pur avendo straordinarie potenzialità aggregative e rievocative, oltre che spettacolari. Parlavo ovviamente della corsa dei tori del 19 agosto, auspicando per essa un diverso sito e maggiore visibilità. Ebbene, continuando ad incrociare le dita (lo farò sino al termine della tornata finale!!!) sembra che finalmente il sogno si sia materializzato: domenica 19 agosto 2012 la corsa dei tori farà il suo “ritorno” lì dove era partita, quasi per caso e fra mille dubbi ed interrogativi, cioè a due passi dal centro della città, nell'ampio parcheggio di viale della Vittoria, struttura che sin dall'origine sembrava fatta apposta per contenerne le sorti. Nel frattempo erano passati anni, le cose e le strutture erano cambiate e nulla ...e nessuno... più sembrava in linea con l'auspicato ritorno della gara nel suo “naturale” scenario.


Ma è da tempo che questo Direttivo, forte del pieno sostegno della amministrazone comunale, raccoglie le sfide più ostiche e si impegna al massimo per mettere i quartieri nelle condizioni migliori per celebrare al meglio la festa della città: con questo spirito lavoreremo sin dai giorni precedenti l'evento per realizzare una perfetta pista dove tori, tiratori e pubblico avranno la possibilità di esprimersi al meglio in condizioni di assoluta sicurezza ed in un contesto di particolare spettacolarità. L'opera di uno straordinario artista di fama internazionale come il maestro Tommasi Ferroni impreziosirà poi la consegna del palio al quartiere vincitore !

Dopo il reperimento di una propria sede, il rafforzamento mediatico culminato con la fantastica (ed inaspettata...) diretta televisiva nazionale con la “domenica Sportiva “ del 14 agosto scorso, la razionalizzazione dei cortei e degli spettacoli di piazza, la gara del 13 agosto e tutte le altre “sorprese” delle quali abbiamo goduto l'anno passato, la voglia era quella di celebrare nel migliore dei modi i primi 40 anni della fuga del bove e, dunque, eccoci qui a vivere tutti insieme il clima impareggiabile che segna l'agosto di ogni montefalchese, con la speranza che gli sforzi profusi raggiungano l'obiettivo unico, cioè quello della crescita costante della manifestazione.

Chi mi sta quotidianamente vicino in questa “pazza avventura”, ed in particolar modo gli insostituibili Andrea Locci ed Antonio Barbi (megapresidente di molti dei quaranta anni passati...), sa bene quanto oggi sia complesso occuparsi di organizzazione di eventi in un contesto di certosino volontariato; sa anche però quanto sia stupendo constatare, alla fine, che tutto è pronto e che la festa, la nostra festa, può davvero iniziare ! In bocca al lupo a tutti i quartieranti, nel segno della continuità e nel commosso ricordo di chi, come Simone, ci ha troppo presto lasciato ma che certo ci sosterrà da lassù con la passione che gli era propria ! 11


Odori, profumi e suoni DI FESTA

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dal nostro inviato GILBERTO SCALABRINI

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uando arriva agosto, a Montefalco il tempo si ferma. Non importa se alla guida dell’Amministrazione comunale c’è un uomo o una donna, di sinistra o di destra. L’orologio della storia riporta puntuale le lancette indietro di sei secoli e, fra l’azzurro del cielo e il verde delle colline, la città trasuda profumo di Primo Rinascimento. «La stretta collaborazione con i quartieri della città, con il Presidente Decio Barili e con il direttivo dell’Ente Fuga del Bove –dice il sindaco Donatella Tesei- ci permette ogni anno di far crescere questa splendida manifestazione che fonda le sue radici nel grande spirito di aggregazione dei cittadini di Montefalco. Dal 3 al 19 Agosto le taverne, allestite negli angoli più belli della città, offrono la possibilità di degustare piatti tipici della cucina locale accompagnati dal Montefalco Rosso e dal rinomato Sagrantino. La Città di Montefalco conosciuta come “Ringhierà dell'Umbria” con i suoi balconi panoramici e la sua eccellente enogastronomia è lieta di dare il benvenuto ai tanti turisti italiani e stranieri che, in questo periodo, vivranno con noi la magica atmosfera dell'Agosto montefalchese». Un ristoratore sorride: «La chiamano, sbagliando, la Ringhiera dell'Umbria, lasciando pensare che il bello stia fuori, verso le valli e le colline. Invece, Montefalco è bella dentro». Passeggiando nel dedalo dei vicoli e delle strade imbandierate, senti odori, suoni e colori che sembrano uscire non solo dalle taverne, ma anche dalla pietra delle case e dei palazzi. Incontri gente scherzosa, allegra e accogliente! Rivedi le hostarie (oggi enoteche o cantine), quelle che un tempo offrivano vitto, alloggio e stallatico. Di sera, scorrevano fiumi di buon vino e, se gli avventori erano litigiosi, poteva finire in cagnara.


«Chi ha inventato questo vitigno –dice il professor Luigi Gambacurta- se non è in paradiso, gli è vicino Siamo diventati famosi in tutto il mondo grazie al pregiato Sagrantino secco e passito». A proposito, dimenticavo di dirvi che, nel Medioevo e nel Rinascimento, in alcune di queste hoastarie, era possibile trovare anche compagnia femminile, proposta generalmente dall’hoste, a rischio di sfidare le ire di mariti e fidanzati. Spesso, però, sarebbero state le loro mogli, attirate dai personaggi

più svariati e strampalati che si fermavano per poche ore solamente, a infilarsi nottetempo nei letti dei viandanti per spezzare la monotonia di una vita sempre eguale. Forse spinte anche dal fatto che spesso i loro mariti erano molto più anziani e un giovane viaggiatore rappresentava una ghiotta occasione per estraniarsi dal solito andamento quotidiano dell’esistenza. Oggi, invece, le taverne sono luoghi magici: si beve, si mangia, si canta, si conoscono i protagonisti della festa,

che sono tamburini, sbandieratori, maestri di corda, atleti della staffetta e dame. A Montefalco c’è la più bella gioventù dell’Umbria, forse il miglior ventre del fascino femminile italiano. Per questo, molti giovani indossano il costume della festa per restare accanto a queste ragazze. Hanno volti splendenti, silhouette da top model, simpatia. Negli anni passati è accaduto che la dama sia diventata anche “la donna del cuore” del cavaliere. Forse, succede anche oggi, ma nessuno lo sa. In queste 13


notti s’interrompono tante abitudini e si rientra a casa quando ormai albeggia. E’ la dimostrazione che la festa è così intensa che rivive in ogni sua dimensione quell'atmosfera che l'aveva caratterizzata al tempo di Benozzo Gozzoli. Un autentico mondo, che solo la piccola grande Montefalco riesce a

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far vivere con fascino e suggestione. Una passione davvero unica, un appuntamento da non perdere, un mix tra sacro e profano, che porta sulla scena non solo uno spaccato storico, ma anche il tempo della giovinezza degli avi. E’ una festa popolare molto viva, giunta al suo quarantesimo anno. La città lega la sua storia presente e passata alla piazza che ha un’architettura circolare. Entrando da porta del Verziere o di sant'Agostino, non puoi fare a meno di osservare il grande orologio che scandisce il tempo dal 1543 e il torrione con i merli ghibellini adorno, nella lunetta interna, di un affresco del XV secolo, rappresentante la Madonna in trono con alcuni santi. Sul lato destro, incastrati sul muro esterno di una casa, ci sono frammenti di sculture romane (urne, marmi), stemmi medioevali e anche simboli fallici che – come spiega un medico di Foligno, Sandro De Felicis, appassionato di storia - rappresentavano la fertilità. Pochi si fermano ad osservano, perché agosto è il mese pieno di passioni, slanci, esaltazioni e tripudi, procurati dalla sua stessa spontaneità. E’ rimasto intatto l’orgoglio dei quartieri, anche se i pionieri non sembrano condividere troppo le nuove rotte di chi è al timone dell’organizzazione. Feliziano Ceppi, uno

dei primi priori, dice: «Non sempre la gente che esce dalla taverna è soddisfatta. Anche la corsa dei tori è rimasta sempre quella. Non si è mai cercato di migliorarla. Io propongo un corteo dedicato alla corsa dei tori. In altre parole, occorre più impegno!». Ricorda poi gli ostacoli da superare, perché anche allora non mancavano “divieti” o, comunque perplessità, quando qualcuno proponeva eventi nuovi. «Un anno –spiega Ceppi- annunciai che avrei portato in sfilata nel corteo storico i cavalli e subito si affacciarono i bastian contrari. Avevano paura che potesse accadere qualcosa d’imprevisto e cercarono di sbarrarmi la strada, tirando fuori che occorrevano permessi e assicurazioni speciali. In primis i signori del Comune. Allora, un anno mi presi gioco di tutti: annunciai che il quartiere di san Francesco avrebbe fatto sfilare quattro elefanti. Rassicurai che si trattava di animali da circo, quindi addestrati e assolutamente innocui. Abboccarono all’amo e il telefono di casa squillò per giorni al fine di farmi desistere dall’impresa». Ma c’è anche chi, come Gianfranco Zampolini, parla di un vero e proprio salto di qualità della manifestazione, guidata dal bravo presidente Decio


Settimana Enologica dal 14 al 16 Settembre 2012

Barili e dai priori Simone Brauzi per san Francesco, Emanuele Lubricchio (fresco di laurea) per san Fortunato, Fabio Marano per sant’Agostino e Alessandro Filippucci per per san Bartolomeo. L’avvocato Barili, provie-

ne dai vertici della Giostra della Quintana di Foligno ed è un sostenitore delle feste in costume. A Montefalco è anche un trascinatore e lui vorrebbe tutti i suoi concittadini attori più che spettatori. In questo anniversario dei

40 anni, l’avvocato Barili rivolge un pensiero ai tanti collaboratori dell’Ente Fuga del bove che non sono più tra noi. «Inalterato –dice- permane dentro di noi il ricordo del loro luminoso sorriso e della loro fertile passione».


QUARTIERE SANT’AGOSTINO

di CLAUDIO BUOMPADRE

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ome sulla tavolozza di un pittore ogni colore ha il suo significato e la sua storia e tutti servono per dare anima alle sue opere; così la vita del nostro quartiere ha i suoi colori, ma due in particolar modo riassumono la nostra storia e sono la nostra anima: il rosa simbolo dell’ allegria e della capacità di donare e ricevere amore e il verde simbolo della perseveranza, dell’ equilibrio, dell’ armonia e della capacità di avere una grandissima forza di volontà. E proprio nei giorni della manifestazione che questi colori si fondono insieme a tutti gli altri per realizzare il quadro vivente del nostro quartiere. Per dipingere un bel quadro occorre la fantasia per poter realizzare qualcosa di unico, l’ingegno perché l’opera non abbia paragoni ma soprattutto “anima e core” perché possa dire qualcosa a chi la osserva. Nello splendido scenario del chiostro quattrocentesco di Sant’Agostino, nostro quartier generale, questi elementi si trovano tutti. C’è una ventata di fantasia portata da ogni quartierante, l’ingegno perché la nostra unicità non vanta tentativi di imitazione ma soprattutto “anima

Verde e Rosa: due colori per una sola identità 16


e core” perché tanto abbiamo da dire e tanta voglia abbiamo di fare per poter riportare il “Falco” nel suo naturale nido, sopra quel piccolo arco all’interno dell’antico chiostro dove ognuno lo possa ammirare. Proprio per questo motivo l’edizione 2012, che sta per avere inizio sarà sicuramente molto importante per l’amato quartiere verderosa. Sotto la sapiente guida del priore Fabio Marano e del suo direttivo, al terzo anno di mandato, si cercherà in ogni modo di perfezionare i risultati ottenuti nelle precedenti edizioni. Proprio per questo sotto il profilo agonistico i nostri ragazzi ce la stanno mettendo davvero tutta per cercare di aggiungere quel poco che manca ai buoni piazzamenti ottenuti lo scorso anno. Perché solo con i colori delle vittorie che ognuno riuscirà a centrare il nostro quadro assumerà il suo splendore e la sua armonia e l’immagine del Falco non sarà più solo un sogno ma una splendida realtà. E ultimo ma non meno importante non dimenticate che chiunque passi lungo Corso Mameli, e si affaccerà all’interno della nostra splendida taverna, potrà ammirare e “gustare” i colori e i sapori della nostra cucina per poi deliziarsi delle prelibate pietanze tipiche preparate con tanta maestria e innaffiate da ottimo vino. Sarà anche questo un ottimo motivo per lasciarsi trasportare dal magnifico travolgente e coinvolgente spirito che solo un agostiniano può avere e trasmettere, che permette di affrontare ogni situazione con il sorriso sulle labbra e di trasformare e colorare tutto in un’interminabile festa che mai nessuno riuscirà ad smorzare.

Il priore Fabio Marano

Taverna - Per prenotazioni Tel. 340 9044705 17


QUARTIERE SAN BARTOLOMEO

di ROBERTO MICANTI

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e entrerete a Montefalco da Porta San Leonardo e percorrerete via Santa Chiara, vedrete una fiamma che si alza oltre le mura, una fiamma sempre viva che vi segnalerà un posto speciale, un posto dove potreste pensare di essere stati catapultati all’indietro nel tempo, in una dimensione diversa. Quel posto è la “Taverna de lu Bove”, il luogo per eccellenza del quartiere di San Bartolomeo e quella fiamma in qualche modo sta anche a simboleggiare la passione dei quartieranti, una fiamma che arde proprio ai piedi della maestosa chiesa di San Bartolomeo e dell’acropoli cittadina, una terrazza verso la chiesa di Santa Chiara e il panorama della valle umbra. Anni di lavoro e di miglioramenti hanno portato la cucina ad un livello che potrebbe definirsi d’eccellenza, dato dalla specialità delle materie prime, interamente provenienti dal territorio, e dall’abilità delle mani di chi quegli ingredienti va a lavorare. Voglio raccontarvi un aneddoto che più di mille parole vi farà capire l’accoglienza e la qualità del posto: da oltre vent’anni due famiglie di tedeschi vengono a cena da noi durante tutta la loro permanenza montefalchese e la sera della partenza continua ad esserci lo scambio di regali e il commosso

L’orgoglio di essere “Noi” 18


arrivederci all’anno prossimo. Diverso dagli altri per definizione e tradizione, San Bartolomeo si presenta come una sorta di enclave delle frazioni di Turrita, Macchie e Cortignano dentro le mura di Montefalco, l’unico tra i quattro quartieri a non avere una rappresentanza corposa di partecipanti provenienti dal centro storico; ciò nonostante, il quartiere si presenta come una realtà compatta, giovane e piena di amici che da sempre sono cresciuti in quest’ambiente e con quella maglietta rosso acceso che, come la fiamma, simboleggia la passione. Sì, va bene, devo riconoscerlo: sono tanti anni che non si vince. Il ricambio generazionale non è mai stato così completo e non si è riusciti a rinverdire i fasti di quegli anni in cui eravamo noi a spadroneggiare su tutti gli altri e a portare il falco a Turrita. Però ci abbiamo sempre provato al massimo e continuiamo a farlo, perché (Marcello Lippi docet) se è vero che l’appetito vien mangiando, è anche vero che la fame viene digiunando. E poi, lasciatemelo dire, chissenefrega! Sarebbe bello vincere, ma resta altrettanto bello stare insieme agli amici, creare un gruppo in allegria e constatare come, alla faccia del tempo che passa, noi siamo sempre qua, insieme.

Il priore Alessandro Filippucci

Taverna - Per prenotazioni Tel. 342 8433152 19


QUARTIERE SAN FORTUNATO

di STEFANO FALCINELLI

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urri…curri… accatastamo ste lena, spannemo la vreccia pu famo scappà lu toru e pu famo la riunione e pu sentimo lu cocu pu chiamamu quistu e quillo e pu e pu e pu… speramo vene”. Non sono le parole di un pazzo, ma la grinta del nostro nuovo priore Emanuele Lubricchio, cui il trascorso Leonardo Orsini ha affidato il compito di continuare un’ opera davvero bellissima costruita con l’impegno e il sudore di tutto il popolo dei gialli, continuare ad innalzare la taverna di San Fortunato. Diverse cose sono cambiate mentre altre sono rimaste le stesse. Il direttivo si è riformato aprendo le porte a nuovi membri così che giovani e meno giovani, nuovi e passati continuino tutti insieme a spingere il quartiere di San Fortunato verso nuovi obiettivi; grande è il legame che tiene unito il quartiere dove fiducia e amicizia fanno di questo gruppo il vero cuore pulsante. C’è chi pensa alla cucina, chi agli sponsor, chi a mettere in ordine e chi invece a mettere tutto sotto sopra come fanno i più piccoli (ma anche i più grandi) sostenitori che durante il giorno si rincorrono tra i

Continuare a costruire le bellissime vittorie 20


Il priore Emanuele Lubricchio

tavoli mentre la sera si dilettano a portare le nostre prelibatezze culinarie a tutti gli affezionati e nuovi clienti che ogni anno tornano e ritornano per assaporare i nostri piatti tipici, quali i famosissimi Gnocchi San Fortunato e la prelibata “porcaccia ” che solo da noi è quella originale, senza contare le nuove pietanze accompagnate dai vini migliori di Montefalco. Ma se da una parte ci sono i nostri aiutanti e sostenitori dall’altra ci sono i gareggianti che anche quest’anno si allenano al massimo per portare vittorie e nuova gloria dopo un decennio da record, vincendo dal 1999 a oggi 8 falchi d’oro, l’ultimo proprio l’anno passato. I tamburini, campioni in carica, battono su pelli e cerchi per onorare la sera del 12, insieme agli sbandieratori che si dilettano nel gioco delle bandiere con lanci precisi e sincronizzati. Gli staffettisti, anch’essi campioni in carica ormai da 4 anni, non mollano nemmeno un centimetro e passo dopo passo, giorno dopo giorno si preparano al meglio per la gara del 14, serata in cui anche i nostri balestrieri faranno sicuramente centro. In ultimo i nostri giostratori che il 19 sera nella nuova arena ovale si affronteranno toro contro toro per tagliar primi il traguardo. Ma non ci dimentichiamo del 13 agosto, serata in cui verrà messo in scena lo spettacolo in cui ogni quartiere rappresenterà il suo santo, quest’anno giovanissime ragazze e ragazzi hanno preso l’impegno di organizzare, preparare, dirigere e allestire lo spettacolo che intratterrà la vostra serata in piazza del Certamen; grande è la fiducia e la stima che tutto il quartiere ha nei loro confronti e il risultato sarà una rappresentazione memorabile. Le premesse sono buone e l’orchestra è pronta, si aspetta il maestro per iniziare il 40°Agosto Montefalchese. Arrivederci a tutti da San Fortunato.

Taverna - Per prenotazioni Tel. 327 3327146 21


QUARTIERE SAN FRANCESCO

di MIRCO CALCABRINA

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abemus Papam”! la quarantesima edizione della Fuga del Bove è iniziata presto per il Quartiere San Francesco che già in Gennaio era alle prese con l’elezione del nuovo consiglio direttivo e del nuovo priore , essendo terminato il precedente mandato che ha visto Enrico Locci ed Alberto Angeli succedersi come priori, un saluto ed un ringraziamento a loro e a tutta la “ squadra “ è doveroso. Congratulazioni al nuovo priore!, Simone Brauzi , che avrà l’onore e l’onere di condurre il quartiere per il prossimo triennio, a lui tutto il quartiere fa un grande” in bocca al lupo”, il Priore sarà affiancato da Lorenzo Caterini come suo vice, e dal consiglio direttivo: Elisabetta “Betta” Montioni, Cesare Montioni, Antonello Valentini, Federico Botti, Andrea Filippucci. Numerosi sono gli interventi operati in taverna con i quali si è completato il rifacimento di tutti gli impianti, luce, acqua, gas iniziati negli anni precedenti, ora terminati in maniera eccellente, il priore ha trascorso intere giornate e notti appeso alla scala, oppure con cazzuola e spatola in mano provetto muratore, di certo

New entry e vecchie glorie

Il quartiere siete voi! 22


Il priore Simone Brauzi

non manca lo spirito di iniziativa, e chi ben comincia . . . A curare corteo il corteo storico, la segretaria del quartiere, Elisabetta Montioni già alle prese con prove costume e figuranti ritardatari, una vera passione ,in tutti i sensi! Nel “reparto gare” non mancano le novità, dal vivaio dei corridori arrivano segnali incoraggianti, i giovani allenati da Claudio e Cesare ormai sono quasi degli uomini , ansiosi di confrontarsi con gli altri. Dalle novità alle “vecchie glorie”, tra gli sbandieratori, concreti come al solito, è tornato a gareggiare Diego Mochetti, classe ed esperienza. Colonne indiscusse Tamburini e Balestrieri ormai veterani della competizione, vamos! Dalle scuderie, come al solito, i tori scalpitano e non mancano abrasioni ed ematomi sulle braccia dei giostratori, segno di tanto impegno e molto coraggio, forza ragazzi. Come sempre la cucina è una sicurezza nel Quartier di San Francesco, esperienza e buon gusto non mancano, intoccabili le celeberrime “Delizie del Gabelliere” ,la polenta , gli strangozzi al tartufo, la carne alla brace ed il Filetto al Sagrantino, lumache in guazzetto e coratella, tutto bagnato da una selezione dei migliori vini di Montefalco provenienti elusivamente da cantine che si trovano nel territorio del quartiere. Tozzetti e Sagrantino per concludere. Quanto scritto fino ad ora non avrebbe senso se non ci fossero Donne e Uomini di tutte le età che durante tutto l’anno, non solo 20 giorni ad Agosto, sostengono il loro quartiere, dalla taverna agli spalti, sempre. Non potendo ringraziarvi uno a uno, a tutti voi un grazie di cuore per quello che fate. Il quartiere siete Voi.

Taverna - Per prenotazioni Tel. 3318412584 - 3318412608

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di FRANCESCO SURANO

Chi l’ha visto

Quando “SPARÌ” l’atleta di San Francesco

C

orreva l’anno del Signore 1991. In quella torrida nottata di quel torrido 14 agosto , Montefalco si preparava alla serata più importante del suo Agosto Montefalchese, la serata della staffetta, la serata dell’urlo liberatorio per chi vince e del pianto sconsolato per chi perde, la serata che dà un senso alle fatiche di un anno o che le vanifica in un momento, la serata in cui il vincitore si sente forte per deridere e chi perde sa di dover subire la derisione. In quella atmosfera gonfia di profumi forti di taverna, in quella atmosfera mista di fruscii di bandiera, di rulli di tamburi e di sudore acre della manovalanza dell’Agosto montefalchese, a Montefalco si consumava un dramma rimasto tutt’oggi irrisolto.Vi racconto i fatti. Durante lo gara della staffetta, un atle24

ta del quartiere di S.Francesco misteriosamente sparì nel tratto più buio del percorso che va da S.Maria del laici ai giardinetti e di lui si persero completamente le tracce. Si trattava di una staffetta tra le più forti che Montefalco avesse mai visto. I nomi erano di atleti di livello internazionale, ogni quartiere aveva possibilità di vittoria ma S.Francesco non completò mai la gara perché il suo quarto staffettista non imboccò mai il Corso stracolmo di gente, mai si involò verso il traguardo con la sua maglia azzurra fra due ali di folla inneggiante perché mai nessuno lo vide sbucare dalla curva della Torre del Verziere. Con sgomento tutti pensarono ad una caduta rovinosa, ma non fu così: semplicemente SPARI’. Tante le ipotesi che si rincorsero nel dopo gara e che tuttora animano le

discussioni dei quartieranti nella speranza che a distanza di venti anni qualcuno che sa possa dipanare quella matassa di congetture. Fu semplice pensare che quel ragazzo sbagliò percorso e decise di andar via per un senso di colpa e di vergogna. Ma c’è chi pensa che quell’atleta fu indotto deliberatamente a sbagliare perché un gruppo di esagitati alterò il percorso in pochi attimi durante il suo passaggio. Qualcuno più maligno crede che quell’errore di percorso avesse un precedente prezzolato, in pratica quel ragazzo sbagliò per un mucchio di soldi. C’è chi giura di aver visto quell’atleta alle due di notte dopo la gara festeggiare nella taverna di S.Agostino mentre il Priore in persona ( immaginate un pò, sarei io Francesco Surano) gli serviva vivande e libagioni. Dove arriva la fantasia!!! C’è chi dice di averli visti nuovamente festeggiare, insieme ad un gruppo di fidati quartier anti rossoverdi, al ristorante il Pescatore di Civitanova Marche il sabato successivo. In pratica chinque pensa al complotto deve spiegarmi perché quell’atleta non deviò direttamente nella mia taverna piuttosto che andare nel vicolo cieco di S.Maria del laici e attendere un’ora nel giardino di fronte alla Chiesa che le acque si calmassero. Chi pensa che io sia l’unica persona che sappia la verità commette un grande errore. Io ho ricordi sbiaditi di quella splendida serata del 14 agosto 1991. Sono fermamente convinto che quel ragazzo sbagliò percorso in buona fede e non ebbe il coraggio di affrontarne le conseguenze. Resteremo con il dubbio su cosa realmente successe quella sera ma vi posso assicurare che quel ragazzo sta bene perché conservo una sua cartolina datata 15-set-1991 in cui mi salutava , e con me il quartiere, calorosamente. Il resto è fantasia.



FALCO D’ORO 2011 Il quartiere di san Fortunato ha agguantato la terza vittoria consecutiva nel Falco d’oro. Appassionato e avvolgente, il popolo giallo ha surclassato tutti gli avversari totalizzando ben 16 punti nella sommatoria delle gare. Sant’Agostino punti 14, san Francesco 13, san Bartolomeo 7. CORSA DEI TORI: 1° sant’Agostino con Mig 28 (peso 4 quintali e 71 Kg), 2° san Bartolomeo con Aaron (4.18), 3° san Francesco con Biribao (3.99), 4° san Fortunato con Garibaldi (4.78). Per la cronoca, in finalissima, sono andati due splendidi esemplari di razza chianina, Mig 28 per sant’Agostino e Aaron per san Bartolomeo. Entrambi sono stati sempre in testa con il tempo, dimostrando di avere una falcata straordinaria, rispetto ai tori Garibaldi di san Fortunato e Biribao di san Francesco. Con Mig 28 i giostratori Michele Ventotto, Alessandro Gubbini, Emanuele Fasci, Giordano Angeletti, Marco Baroni, Pierluigi Curi, Giancarlo Palmaro, Gianluca Falchi e Filippo Gubbini hanno sempre tagliato il traguardo posto sul dosso con tempi che non hanno mai superato i 34 secondi. Un vero Mig supersonico che ha regalato ai contradaioli del priore Fabio Marano lo stupendo palio del maestro Massimo Botti. SBANDIERATORI: 1° san Fortunato con 18 punti, 2° san Francesco con 17, 3°sant’Agostino con 10, 4° san Bartolomeo con 5. TAMBURINI: 1° san Fortunato con 33,33 punti; 2° sant’Agostino con 25; 3° san Francesco con 14,16; 4° san Bartolomeo con 10,83. BALESTRA: san Francesco, san Fortunato, sant’Agostino, san Bartolomeo. Il balestriere più giovane della competizione con i suoi 18 anni è stato Andrea Ciotti. Nella gara trai migliori balestrieri, quelli che hanno totalizzato i punteggi migliori a livello personale, valida per l’assegnazione della “Freccia d’Oro”, è stato Diego Cevabovio, che ha battuto Enrico Locci, Giacomo Tiburzi e Marco Tabarrini. STAFFETTA: san Fortunato 6’47.22; sant’Agostino 6’56.72; san Francesco 7’18.00; san Bartolomeo con 7’29.20. 26



Montefalco

DA BERE

dal nostro inviato GILBERTO SCALABRINI

I

l Sagrantino? Un assoluto fascino internazionale, un piccolo universo fatto di storia e di tradizioni, un’area geografica ricca di vigneti e ulivi, piccoli patrimoni enogastronomici da valorizzare e, infine, uomini. Uomini che hanno anche saputo portare quello che era il vino della loro terra a livelli di eccellenza mondiale e mantenere intatto quell’equilibrio tra natura e opere d’arte che fa di questo angolo dell’Umbria soprattutto un luogo del cuore e dello spirito. Qui in campagna, tra vigneti e uliveti, non si trovano solo casolari e cascine, ma anche ville, pievi ed edifici rurali ristrutturati con cura. In un paesaggio che non lascia nulla al caso, di una bellezza fatta di assoluta perfezione e purezza di contorni, ci si può tuffare in un passato che ha reso questi luoghi, famosi per le loro millenarie tradizioni viticole, una delle aree più rappresentative per il vino italiano. La parola 28

Sagrantino o Rosso di Montefalco rimanda un vino Docg che racconta la storia dell’enologia. Tutto il fortunato territorio è ormai punteggiato da piccoli e grandi produttori vinicoli. Tante sono le soste da non perdere. Tra un’insegna in ferro battuto e scenografiche botti, è un piacere passeggiare in qualsiasi momento dell’anno, ma soprattutto in occasione dell’annuale Festa del vino, che si tiene nella prima metà di settembre e che coinvolge tutti i borghi della zona. Per l’occasione la piazza del Comune, dove oggi si svolge l’agosto montefalchese, ospita carri allegorici che riproducono vecchie cantine, vigneti, osterie per la degustazione di vino, dolci e panini imbottiti con i saporiti salumi, prosciutti e formaggi locali. La festa è accompagnata da canti e danze popolari che si protraggono fino al calar del sole, quando i trattori si rimettono in moto per trainare i carri alla loro destinazione. Fino a due anni fa, sul carro della frazione di Pietrauta saliva anche Antonio Proietti Rebeca, 84 anni, il Re

del Sagrantino. Questo uomo ha consacrato tutta la vita alla terra e alla famiglia. Ci viene incontro sorridente e gli occhi s’illuminano divertiti, quando gli chiediamo questa intervista come memoria storica di una delle prime cantine del Sagrantino. Poi smorza il sorriso e si fa serio in volto. Mi ricorda che ha lavorato anche sotto la pioggia, sfidando il freddo e le intemperie. Infine, sbotta: «Ci sono tanti modi per rovinarsi: le donne, il gioco, i debiti. Uno è più lento, ma sicuro: l’agricoltura». Questa volta gli occhi diventano lucidi, perché da molti mesi la sua artrosi alle articolazioni non gli dà tregua e lo costringe a camminare a piccoli passi con l’aiuto dei bastoni. Tu sei conosciuto come il Re del Sagrantino. Ti piace questa definizione di Re? «Certo che sì e provo anche un profondo senso di gratitudine per quest’ap-


pellativo. Posso dire che è stata l’unica soddisfazione della mia vita per il lavoro che ho svolto sui campi. Il solo riconoscimento virtuale che mi fa ritornare con lo spirito al passato, alla partecipazione puntuale con lo stand alle mostre della settimana enologica; alla diffusione di questo vino di grande struttura, ottenuto esclusivamente da uve Sagrantino e grazie al ricchissimo corredo di polifenoli e di tannini. Quaranta anni fa il Sagrantino rischiava di scomparire dai vigneti di Montefalco, perché in base alla resa pochi volevano coltivarlo. C'è voluta tutta la caparbietà e la tenacità tipica della nostra gente, ma anche la ferma convinzione di tutti noi produttori che da sempre abbiamo creduto nella nostra uva». E’ vero che il Sagrantino è un vino longevo ? «Il Sagrantino ha una longevità straordinaria ed esprime, sin dalla sua giovane età, tratti caratteriali inconfondibili che spesso lo accompagnano per tutto il corso della sua vita». Ci parli della cura e dei segreti del vigneto? «Questi vitigni di Sagrantino e rosso Montefalco nascono e crescono sul nostro territorio, perchè questa terra possiede un humus molto fertile. Giocano un ruolo importante anche l’aria e l’altezza del suolo. Montefalco, infatti, si trova a 472 metri sul livello

del mare, mentre l’altitudine media dei vigneti è sui 350 metri. La fortuna enologica si deve alle colline che circondano la città. Il trionfo di tanto humus è dato dalle caratteristiche geologiche del terreno: argilla, breccia e terra scura, detta forcino». Come si difende il vigneto? «Il vigneto si difende soprattutto con tanto amore. Importante è la potatura: bisogna fare molta attenzione ai tagli che sono praticati tra i mesi di Gennaio e Febbraio. Prima di intervenire sulla pianta occorre verificare la sua reazione. A Gennaio, per esempio, è un azzardo tentare il taglio dei rami, perché il

rischio gelate è sempre in agguato». Qual è la procedura da seguire per un buon Sagrantino? «Dopo aver raccolto l’uva, gli acini si lasciano appassire per due mesi in locali aerati, sopra graticci di camorcanna. Poi l’uva frantumata si mette a ribollire nei tini di legno e trasformata in poltiglia. Mentre bolle, almeno due volte il giorno, si deve affondare con un’asta munita di una tavoletta chiodata. Dopo otto giorni circa occorre verificare i gradi e, se sono tra i 16 e i 18, si può svinare. Subito dopo il vino è travasato in una botte pulita, separandolo dalle bucce dei chicchi. Infine, è lasciato riposare per tre anni e rimboccato quando cala di livello. Dopo questo periodo di maturazione, è pronto per essere imbottigliato». Sono importanti le fasi lunari? «La luna è importante. Quella calante depura, asciuga, trasuda ed espira. In cantina, durante la luna calante si pigia l’uva, la fermentazione del mosto è più lenta e regolare. Si colmano le botti, si rabboccano dove c’è stata l’evaporazione per evitare eventuali alterazioni; s’imbottigliano i primi vini fermi scegliendo giornate soleggiate e non ventose. Se svini quando la luna è crescente, il vino s’intorbida. Il travaso libera il vino dalla feccia e questo si ottiene durante la stagione fredda». 29


Un tuffo nel passato... Ricordi, nostalgie ed emozioni lasciano il posto all’attualità di REMO FALCINELLI

P

ronti… Ecco, i ricordi vanno a 40 anni fa. Quando primo staffettista per sant’Agostino (cioè i verdi), in riga con i miei avversari attendevo il colpo di pistola a salve. Ma quell’anno non avevo udito il colpo di pistola… Ero partito perchè gli avversari erano scappati come razzi. Come avrei potuto sentire il colpo di pistola? Il mio cuore di venti anni batteva più forte e più veloce di un proiettile. Ed era successo che ero partito per ultimo. E fatto il breve tratto che separava la linea di partenza davanti l’ufficio postale dalla prima curva a sinistra, mi ero buttato giù per la discesa a rompicollo così veloce che le gambe non riuscivano a stare dietro il corpo, giù per la discesa per guadagnare la prima posizione alla curva dell’ospedale perchè chi arrivava primo lì curvava aiutandosi afferrando con la mano sinistra il sostegno del segnale che facendo da perno facilitava la curva a gomito. I corridori dietro non potevano più giovarsi di questa presa perchèdopo il primo che sel’era conquistata vibrava troppo pericolosamente. Riuscii ad essere primo alla curva e iniziai la piana che porta verso i giardini pubblici. Ai giardini ero ancora primo ma sentivo il fiatone degli avversari alle orecchie. Di li cominciava e tuttora comincia una lieve discesa che porta all’inizio dalla salitona. E’ il punto in cui ci si rilascia e si cerca di risparmiare energie per affrontare e spenderle tutte sul salitone. E fu cosi’ che per riposarmi troppo fui sorpassato quasi da tutti. 30

Ma all’inizio del salitone ero fresco come se avessi iniziato ora. I miei avversari erano davanti,la gente incitava e quasi ci ostacolava la corsa,ed io ero fresco con tante energie.. Inizio la salitona e con accelerazione crescente e veemente recupero i miei avversari e supero anche quello che era primo (il rosso di san Bartolomeo, Costantino) dando il

tutto per tutto come se il cambio fosse alla fine della salita.. e la salita finisce. E ti sembra di essere arrivato fatta la salita, ma vedi che ci sono ancora piu’ di cento metri di piana per arrivare al traguardo,apparentemente facile dopo quella salitona,ma ti rendi conto che hai dato tutto, la testa vuole andare avanti ma le gambe si bloccano,sono pesanti,non


ce la fanno più… ma il traguardo e il cambio e’ li’ a cento passi. Bisogna portare li’ anche il corpo oltre che la testa.. Allora con grande sofferenza prosegui, ma hai voglia solo di cadere e riposarti un po’. Ma l’incitamento è forte,la gente vuole la gara,un vincitore,devi arrivare,anche morto,c’e’ il compagno che aspetta il cambio,ecco pochi metri, ma non si arriva mai, allora chiami il compagno:” vieni, vienimi incontro icly,avvicinati, vieni a prendere questo tastimone. E l’amico capisce che quei dieci metri sono incolmabili,mi viene incontro fino al limite del cambio,prende il testimone che gli ho passato e sparisce davanti a me….. Ma sono primo. Gli avversari stanno arrivando attorno a me a destra, a sinistra e il mio compagno è già sparito. Sono primo al traguardo. La mia parte l’ho fatta. Adesso tocca ai miei compagni… S’ode lo sparo di pistola. Oggi l’ho sentito,sono partiti, ma oggi non sono alla linea di partenza, sono tra gli spettatori. Ma alla partenza c’è la mia testa, perchè adesso è partito stefano mio figlio. Faccio appena in tempo a rendermene conto che lo speaker annuncia:” già spuntano in fondo la salita dello stradone i corridori, il giallo di san Fortunato, Stefano”. E il vantaggio sugli altri è enorme. E arriva al cambio con 5, 6 secondi di vantaggio e senza grossi sforzi. Ma questi ragazzi sono

atleti. Si allenano tutto l’anno, pioggia, neve, freddo, caldo, tutti i giorni si allenano e hanno raggiunto record da campioni come professionisti. E ricordo ancora che quando iniziammo questa corsa 40 anni fa, noi amici del quartiere ci radunavamo alla partenza pochi giorni prima della gara, alle 5 del mattino cosi’ il percorso era libero da persone e auto, c’era il maestro ( maestro francesco covaccioli gia’ nostro ex maestro di scuola v elementare) col suo orologio da polso.a turno correvamo il percorso della gara e il maestro prendeva i tempi. I migliori 4correranno la gara del 14 agosto. Quella era tutta la nostra preparazione, correvamo perfino con le scarpe di tutti i giorni. Perchè anche se giovani, 20 anni o giù di lì già avevamo grandi impegni. Studiare e lavorare e aiutare i genitori a tirare avanti la baracca perchè la crisi c’era anche allora e forse molto peggiore di oggi. E quella notte del 14 agosto eravamo lì a soffrire messi in strada come burattini non allenati, ma pronti a correre per il nostro quartiere. Sono ricordi, solo ricordi e nostalgia. E insieme il rimpianto che avremmo potuto fare molto meglio; bastava essere allenati e potevamo fare meglio, fare forse come i nostri figli che oggi corrono da campioni,da professionisti. E oggi l’emozione è grande a vedere loro che

danno anche l’anima per essere primi. Sì, potevamo far meglio, ma almeno una cosa l’abbiamo fatta bene. Abbiamo inculcato e insegnato a loro, ai nostri figli la passione per la gara, la competizione, la forza del gruppo unito, l’amicizia, l’aiuto vicendevole,il rispetto dell’avversario l’appartenenza alla squadra e il sacrificio per arrivare lì a quel traguardo,ma anche a tutti i traguardi della vita. Sì, noi potevamo fare meglio, potevamo continuare a correre ancora per molti anni (ancora fino a 10 anni o addirittura 18 consecutivi come ora fanno i nostri figli. Andrea quest’anno corre la sua 18° fuga del bove). Ma nella vita altri compiti ci sono oltre lo sport; e cioè lo studio, il lavoro, la famiglia e noi abbiamo scelto questi ed(in fondo)siamo arrivati uguale al traguardo e abbiamo passato il testimone... Ai nostri figli… E la vita continua... e il mondo va avanti. E auguri a tutti. Ai verdi di san Agostino perchèio correvo per i verdi, ai gialli di san Fortunato perchè mio figlio corre per i gialli, ai rossi di san Bartolomeo e agli azzurri di san Francesco. Perche li ci soni i miei amici e alla fine la festa è per tutti vincitori e vinti perchè in un piccolo paese come il nostro siamo tutti una sola grande famiglia.

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