

DELLE POMPE DI CALORE
Un nuovo stile di vita





VIA TANUCCI 11, CASERTA








è il risultato della nostra visione. Non solo un modo di fare impresa, ma un modo preciso di stare al mondo.
Stop alle caldaie
a gas
Un’iniziativa che ci ha fornito un ottimo spunto per tornare a parlare di elettrificazione degli immobili e del destino del riscaldamento tradizionale. NUNZIARE MAGAZINE
dal 2040 e già dal primo gennaio 2025 ai loro incentivi fiscali.
Ma perché? E qual è la tecnologia che dovrà sostituirle?
Attrici della transizione green e dell’efficienza energetica, tanto da avere una Giornata Mondiale dedicata (l’Heat Pump Day, celebrato ogni 21 ottobre su iniziativa dell’Heat Pump Association), le pompe di calore sono state le protagoniste assolute dello scorso mese di aprile.
Di questa tecnologia - e del suo ruolo - si è infatti parlato durante la prima edizione dell’Heat Pump Technologies, la conferenza e l’esposizione internazionale, tenutasi a Milano il 2 e il 3 aprile presso l’Allianz MiCo, dedicata alle tecnologie in grado di abilitare la transizione energetica.
Un appuntamento dal quale è nato un paper, promosso dal think tank Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano, con dei risultati estremamente interessanti sull’andamento del mercato italiano, le tendenze emergenti e gli sviluppi futuri delle pompe di calore (PdC), ma anche sugli ostacoli che ancora frenano la loro diffusione nel settore civile.
Per coloro che ancora non lo sapessero, a partire dal 2040 le caldaie alimentate a combustibili fossili saranno infatti bandite dalle vendite. Chi già ne possiede una potrà continuare ad utilizzarla, ma per tutte le nuove installazioni - sia in edifici di nuova costruzione che in quelli ristrutturati -, si dovrà optare per soluzioni più sostenibili anche perché, a partire dalla stessa data, i produttori saranno obbligati a interrompere la commercializzare di caldaie a gas, metano o GPL, anche se a condensazione o in classe energetica elevata, e proporre solo modelli “green gas ready”.
Ma perché questo cambiamento? Va ricordato che il parco edilizio è responsabile di quasi il 40% delle emissioni di gas a effetto serra dell’Unione Europea poiché la maggior parte dell’energia utilizzata, per riscaldare e raffrescare gli edifici, proviene ancora dai combustibili fossili. Le motivazioni di questo switch sono dunque legate al piano di decarbonizzazione delineato a livello europeo, che punta a

ridurre le emissioni di CO2 e la dipendenza dell’Europa dai combustibili fossili per proteggere i consumatori dalle continue oscillazioni dei prezzi del gas.
Questo percorso, come risposta, ha portato la Comunità Europea a concentrarsi in modo deciso anche sul settore edilizio residenziale, con la revisione dei sistemi di riscaldamento e l’introduzione di normative e direttive specifiche, come la recente EPBD IV. La cosiddetta “Direttiva Case Green” che, dal 1° gennaio 2025, vieta gli incentivi fiscali per le caldaie “stand alone” a combustibili fossili e promuove il concetto di “Edificio a emissioni zero”
Cosa prevede la direttiva:
> Ristrutturazioni obbligatorie: entro il 2030, tutti gli Stati membri dovranno migliorare l’efficienza degli edifici più energivori, con un taglio dei consumi del 16% entro il 2030 e con un’ulteriore riduzione del 20-22% entro il 2035.
> Edifici di nuova costruzione a emissioni zero: dal 2030 tutti i nuovi edifici residenziali dovranno essere a emissioni zero, mentre per i non residenziali questa soglia sarà raggiunta già nel 2028.
> Energia solare: la direttiva promuove gli impianti solari sugli edifici, rendendo obbligatoria una progettazione ottimizzata per accoglierli.
> Stop alle caldaie a gas: dal 2025 saranno progressivamente eliminati gli incentivi per l'installazione di caldaie a gas, fino al divieto di vendita nel 2040.
Cosa prenderà il posto delle caldaie?
Tornando alla domanda iniziale, la tecnologia individuata dal legislatore, per ridurre contemporaneamente consumi ed emissioni, è quella delle pompe di calore.
Già ampiamente diffuse in Finlandia, Norvegia e Svezia, dove il ricorso al gas è praticamente nullo, queste soluzioni stanno guadagnando terreno anche in Italia. Tuttavia, i dati a disposizione fotografano una diffusione più lenta nel nostro Paese, frenata - secondo una recente ricerca di Green
Building Council Italia con Eurometra -, da una scarsa cultura energetica e da una conoscenza ancora limitata da parte dei cittadini.
Oltre alla spinta normativa servirebbe quindi un’azione di comunicazione e sensibilizzazione più incisiva. Ecco perché, in questo numero, oltre a presentarvi a pagina 38 la best practice di Cecere Management - che con Nunziare III dimostra come l’elettrificazione residenziale sia già possibile -, approfondiamo tutto quello che c’è sapere sulle pompe di calore: cosa sono, come funzionano, perché convengono e perché rappresentano la scelta più logica per un futuro sostenibile.
Buona lettura!
> Pompe di calore: «Il 79% di chi le usa è soddisfatto».
Lo rileva un’indagine di Altroconsumo, secondo cui la maggior parte di chi ha installato una pompa di calore si dichiara soddisfatto dell’acquisto. Tra i principali motivi di forza emergono la facilità d’uso (80%) e l’efficienza nel riscaldamento e raffrescamento degli ambienti (78%). Chi invece non è soddisfatto lamenta soprattutto consumi troppo elevati, ma - come vedremo nelle pagine a seguire -, su questo aspetto incidono diversi fattori, tra cui la qualità della progettazione e l’efficienza dell’involucro edilizio. Per questo, prima di scegliere, è fondamentale affidarsi a un professionista in grado di valutare la soluzione più adatta, tenendo conto delle specifiche caratteristiche dell’immobile.
È L'ERA DELLE POMPE DI CALORE
> NUNZIARE MAGAZINE N.14
MAGGIO 2025

6. Editoriale
> di Yari Cecere
11. Econews
> Notizie e idee in primo piano
16. Poster Art Exibition
> Yong Nam Kim, il design coreano alla Galleria Rossana Orlandi
23. Inside
> ProbioHouse. Una casa realizzata con batteri buoni
> Bibo Park. Il parco dell’innovazione sull’isola di Ibiza
> Nunziare III. Un edificio 100% elettrico nel centro della città di Aversa
44. Coverstory
È l’era delle pompe di calore
> Cosa sono, vantaggi, incentivi e scenari futuri
55. Istruzioni
Addio al gas
> Come staccarsi dalla rete, gruppi di acquisto e Conto Termico
60. WOW
> District Hive: l’hotel autosufficiente nel deserto
> Chiesa dei Cristallini: la chiesa blu nel cuore di Napoli
62. Casa Grassia
> Dentro una residenza Nunziare
71. Radar
Tendenze, soluzioni e idee dal Salone del Mobile e… molto di più
78. TodoList
Open Air
> È tempo di pranzi sotto il sole
79. People
Salva Milano, 80 anni senza riforme
> L’esperto racconta perché serve una legge urbanistica adesso!
SOSTENIBILITÀ > IMPRESA > INNOVAZIONE
> Numero 14 - Anno III MAGGIO - LUGLIO 2025
Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Napoli Nord n° 56 del 9/9/2022
EDITORE
> Yari Cecere - Cecere Development srl -
DIRETTORE RESPONSABILE E PROGETTO EDITORIALE
> Daniela Iavolato
PROGETTO GRAFICO E DIREZIONE CREATIVA
> Emanuela Esposito
REDAZIONE
> Via Paolo Riverso, 57 - Aversa
STAMPA
> Tuccillo Arti Grafiche Srl - Afragola (NA)
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Il progressivo sviluppo dell'uomo dipende dalle invenzioni. Esse sono il risultato più importante delle facoltà creative del cervello umano. Lo scopo ultimo di queste facoltà è il dominio completo della mente sul mondo materiale, il conseguimento della possibilità di incanalare le forze della natura così da soddisfare le esigenze umane.
< NIKOLA TESLA >
> notizie e idee in primo piano
Le buone pratiche? Esistono!
La scuola del futuro di Fidenza
Non solo un nuovo edificio, ma un nuovo modo di pensare la scuola. A Fidenza, in provincia di Parma, sta prendendo forma uno dei progetti più ambiziosi del PNRR in tema di edilizia scolastica: una scuola immersa nel verde, moderna, sostenibile e pronta ad affrontare le sfide educative di domani.
Il nuovo polo sorgerà nel quartiere Villa Ferro, il più giovane e popoloso della città, e aprirà le porte agli studenti nei primi mesi del 2026. Finanziato con oltre 12 milioni di euro - tra fondi PNRR e risorse statali -, il progetto è tra i 212 vincitori del maxi concorso di architettura promosso nel 2022 per ripensare gli spazi scolastici italiani. E i lavori, iniziati nel 2024, stanno procedendo persino in anticipo rispetto alla tabella di marcia.
La scuola è stata progettata da Incide Engineering in RTP con Vittorio Grassi Architects e si caratterizzerà per un’architettura leggera e flessibile, pensata per adattarsi nel tempo. Avrà un tetto verde, pannelli fotovoltaici, soluzioni passive per l’efficienza energetica e sarà immersa in un ampio parco urbano. Non si tratta solo di una nuova costruzione, ma di un vero cambio di paradigma. Il polo scolastico di Fidenza si candida a diventare un modello da seguire, dimostrando come l’investimento pubblico possa tradursi in spazi educativi accessibili, inclusivi e capaci di coniugare sostenibilità e qualità dell’insegnamento.


immagini > © INCIDE ENGINEERING
EcoDesign
Ontzia la poltroncina nata dalla raccolta differenziata
Che fine fanno i vecchi contenitori per la raccolta differenziata? A Getxo, nei Paesi Baschi, tornano in strada, ma con una forma nuova e una nuova funzione.
Quella che vedete nella foto si chiama Ontzia e fa parte di una collezione di arredi urbanipanche, tavoli e sedute -, nate dal recupero creativo di rifiuti come tappi, bottiglie e bidoni dismessi. Il feltro che la riveste proviene da bottiglie in PET riciclate. I piedini e il piano di appoggio sono realizzati in polietilene ricavato dai tappi. Un esempio concreto di upcycling che racconta, in modo tangibile, cosa può diventare l’economia circolare quando incontra il design.
Dietro il progetto c’è lo studio spagnolo ABAD che, con l’iniziativa Biribil (sostenuta dalla Commissione Europea), sperimenta un’idea tanto semplice quanto potente: trasformare i materiali di scarto in strumenti di dialogo tra cittadini, designer e istituzioni. I prototipi di Ontzia sono infatti frutto di laboratori di coprogettazione pubblica, dove gli utenti finali sono diventati parte attiva del cambiamento grazie a workshop che li hanno coinvolti direttamente nel processo creativo. byabad.com per saperne di più



Energia dal balcone
Il fotovoltaico accessibile e senza ostacoli
Con l’impennata dei costi energetici, torna l’interesse per il fotovoltaico. La novità? Oggi è possibile installare mini impianti solari da esterno , una soluzione a costi democratici pensata per chi vive in città.
Si tratta di dispositivi plug and play, agganciabili alla ringhiera del balcone e collegabili direttamente a una presa elettrica. Una volta installati, iniziano subito a produrre energia e ad alimentare gli elettrodomestici di casa, contribuendo a ridurre i consumi.
Non è richiesta alcuna autorizzazione : questi pannelli rientrano nell’edilizia libera e possono essere montati senza CILA o SCIA , salvo diverse disposizioni locali. L’unico passaggio richiesto è la comunicazione al gestore elettrico.
Overtourism, nasce la “Carta di Amalfi”
I sindaci delle città più amate d’Italia firmano un patto per un turismo più sostenibile
Capri, Amalfi, Cortina, Courmayeur. Luoghi simbolo dell’Italia nel mondo, cartoline perfette che, però, vivono un rovescio della medaglia sempre più pesante: quello dell’overtourism. Troppi visitatori, pochi strumenti per gestirli. Per invertire la rotta, oltre 25 sindaci si sono ritrovati all’Arsenale di Amalfi e hanno firmato la “Carta di Amalfi”, un documento condiviso che punta a riequilibrare il rapporto tra destinazioni turistiche e residenti. L’occasione è stata il summit nazionale “Destinazioni e Comunità per un Turismo più Sostenibile”, tenutosi il 3 e 4 aprile 2025.
Tra le proposte concrete: istituire Zone Turistiche Speciali dotate di poteri straordinari per regolare i flussi, contingentare gli accessi nelle isole, introdurre agevolazioni fiscali e potenziare le risorse umane nei Comuni ad alta vocazione turistica.
«Il turismo è la fortuna dei nostri territori, ma va fondato su sostenibilità, qualità dei servizi e rispetto per l’autenticità dei luoghi», ha dichiarato Daniele Milano, sindaco di Amalfi.
Dal Parlamento è arrivato un segnale di apertura: il presidente della Commissione Turismo del Senato, Luca De Carlo, ha promesso di accogliere le richieste dei sindaci e trasformarle in strumenti legislativi. Un primo passo verso un turismo che non esaurisca, ma arricchisca anche chi quei luoghi li chiama casa.



Una mostra a cura di Maria Vittoria Baravelli
ART EXIBITION
> Durante la Milano Design Week 2025, la Galleria Rossana Orlandi ha ospitato Come Across , personale della designer
sudcoreana Yong Nam Kim. In mostra, una ventina di sculture-installazioni nate dal gesto radicale di riscrivere la grammatica del contenitore domestico per sottrarlo alla sua funzione e restituirlo al linguaggio dell’arte che interroga, ridefinisce, sovverte. Un lavoro che è anche un atto politico.
che cosa può contenere un oggetto?
Un ricordo, una genealogia, un codice invisibile.
Nelle opere di Yong Nam Kim, artista e designer sudcoreana, il mobile smette di essere funzionale per diventare un portale: tra il corpo e lo spazio, tra il rito e la memoria.
La mostra Come Across, a cura di Maria Vittoria
Baravelli, ha occupato gli spazi della Galleria
Rossana Orlandi dal 7 al 13 aprile 2025, nell’ambito di RoCollectible, portando in scena circa venti opere tra armadi, contenitori e tavoli, ispirati alla tradizione popolare coreana, ma carichi di nuove densità semantiche.
Ogni pezzo raccontava una tensione: tra trasparenza
e opacità, tra gesto e concetto, tra infanzia e consapevolezza politica.
Pagoda Oseck, scultura d’apertura, ha dichiarato subito l’intenzione della mostra: cinque elementi in vetro sovrapposti, poggiati su basi metalliche laccate, richiamo diretto alla filosofia dell’Oseck - i cinque colori legati agli elementi naturali nella cosmologia orientale. Un sistema di pensiero che Kim ha rielaborato come impalcatura visiva e concettuale dell’intero percorso.
Centrale nella sua pratica è stata la rilettura degli Ham, gli armadi in Paulownia che in Corea venivano realizzati per contenere la dote delle bambine. Kim li
> Mobili come contenitori dell’invisibile
Come Across ha portato in scena venti sculture che sembrano arredi, ma in realtà attraversano memorie private, rituali collettivi, aspettative sociali, soprattutto femminili, della cultura coreana. Gli Ham , ad esempio, erano armadi ricavati dall’albero di Paulownia realizzati per custodire la dote delle bambine. Alberi che venivano piantati alla nascita di una figlia, con l’attesa - e la pressione - di un futuro già scritto.
Kim li reinterpreta in vetro, nella serie Windows : trasparenti, incisi con motivi di uccelli e piante, evocano la tradizione ma ne liberano il senso. Oggetti che non contengono più obblighi, ma possibilità.




ha svuotati, resi trasparenti, incisi con uccelli, piante, segni di libertà. Non più contenitori di obblighi, ma oggetti liberati.
Il vetro ha amplificato questa fragilità consapevole, mentre la laccatura tradizionale Ottchil, lavorata in decine di passaggi, ha testimoniato la forza del gesto ripetuto come atto di resistenza.
L’intera mostra ha assunto il tono di un attraversamento non solo fisico, ma anche esistenziale.
L’installazione finale, Reflection 2, ha composto una sorta di altare laico: cinque armadi in vetro e un sesto elemento rosso, opaco, isolato in fondo alla sala. Un contrappunto visivo che ha interrogato lo spettatore sulla soglia tra ciò che si mostra e ciò che resta custodito.
Con Come Across, Yong Nam Kim ha trasformato l’eredità della propria cultura in un linguaggio universale, intimo e condiviso. Il design non ha decorato, ma interrogato. L’oggetto ha cessato di contenere cose, per iniziare a contenere storie, corpi, memorie. Ha contenuto noi!
> BIO - In breve
Yong Nam Kim è nata a Seoul nel 1961. Ha iniziato la carriera come interior designer e ha esordito come artista nel 2021 alla 9ª Gwangju Design Biennale, vincendo l’Opencall ufficiale. La sua prima personale si è tenuta nel 2023 a KOTE. Le sue opere sono state scelte come doni ufficiali dalla Repubblica di Corea per il Re del Regno Unito, il Presidente della Repubblica Socialista del Vietnam e il Presidente della Repubblica Francese.



> Dentro i migliori progetti, idee e iniziative… in giro per il mondo!
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ProbioHouse
> Una casa che contiene probiotici. Ne hai mai sentito parlare?
ideata e realizzata dallo studio SSK di Roma, in collaborazione con ProbioArKS, la casa probiotica fa parte di un progetto sperimentale, curato dall’architetta Simona Kemenater che, da tempo, lavora sull’inserimento di probiotici nei materiali da costruzione e nei prodotti per la manutenzione quotidiana della casa, per garantire ambienti di vita più sani e vivibili. La prima ProbioHouse ha preso vita a Milano, nel quartiere Isola. Un appartamento di 65 metri quadrati, a uso locazione, in cui - durante i lavori di ristrutturazione -, nonostante i tempi e il budget ridotto, sono stati diffusi nell’ambiente microrganismi “buoni” e inseriti nei materiali da costruzionerigorosamente ecosostenibili e biocompatibili -, probiotici capaci di rendere confortevole, viva e salutare ogni abitazione.

foto > © ALVISE SILENZI
MA DI CHE COSA STIAMO PARLANDO CONCRETAMENTE? COME SI INTRECCIANO ARCHITETTURA E PROBIOTICA?
A spiegarlo è la stessa Simona Kemenater, l’architetta che ha firmato il progetto e che si sta impegnando per promuovere in tutta Italia questo tipo di applicazione. «I probiotici sono batteri vivi che, a differenza di quelli patogeni - aggressivi e responsabili di malattie -, esercitano un’azione benefica sulla salute umana. Con l’architettura probiotica realizziamo l’habitat ideale per l’inserimento controllato e la colonizzazione di batteri “favorevoli”, molto simili a quelli conosciuti per ristabilire l’equilibrio nel tratto intestinale, compromesso da stress o da antibiotici. Nella pratica non facciamo altro che creare le giuste condizioni affinché questi microrganismi possano prosperare su arredi e superfici, contrastando la proliferazione di batteri patogeni». Una metodologia che, oltre a migliorare la qualità dell’aria indoor, riduce allergeni, muffe e sostanze nocive, favorendo una maggiore salubrità degli spazi domestici.


in foto > SIMONA KEMENATER
ph > © ALVISE_SILENZI
Gli interventi di Simona Kemenater non puntano a creare abitazioni perfette, ma spazi sani e belli, pensati per essere vissuti ogni giorno

> I BATTERI BUONI
Siamo abituati a pensare ai batteri solo come una minaccia e, in effetti, molti casi lo sono. Tuttavia esistono anche batteri che non sono un pericolo, al contrario, sono un’opportunità!
La loro presenza è fondamentale per lo svolgimento di alcune funzioni metaboliche e per le difese immunitarie. ProbioArKS, con l’integrazione di microrganismi probiotici nei materiali da costruzione e nei prodotti per la pulizia della casa, si è posta l’obiettivo di diffondere un nuovo modo di abitare per molti sconosciuto, ma che in realtà non fa altro che ripristinare un equilibrio naturale.
> I DETERGENTI GIUSTI
I detergenti chimici non hanno una mirata azione biocida, di fatto, finiscono per eliminare anche molti elementi buoni. Per preservare il microbiota domestico dopo il nostro intervento, sviluppiamo detergenti con probiotici, meno dannosi per le persone e l'ambiente, capaci di colonizzare le superfici, competere con i patogeni e limitarne la proliferazione.
LA CASA PROBIOTICA È VULNERABILE AI DETERGENTI CHIMICI
Comprensibilmente l’efficacia di una casa probiotica non si esaurisce con la fase di costruzione. A lavori ultimati, per evitare la ricolonizzazione dei batteri dannosi, la vera sfida diventa la manutenzione. E qui entrano in gioco i detergenti probiotici studiati per mantenere - e non annientare nel tempo -, il microbiota domestico.
«Sentiamo spesso dire - racconta Kemenater - che i prodotti per la pulizia eliminano fino al 99% dei batteri. La loro azione biocida però, oltre ad essere limitata a pochi minuti dall’applicazione, con successiva ricontaminazione delle superfici trattate, distrugge indiscriminatamente anche i batteri benefici, vanificando l’intero lavoro svolto a monte. Per ovviare a questo problema il settore ricerca e sviluppo dello studio SSK ha così sviluppato una nuova generazione di prodotti per la pulizia».
Il “meccanismo” su cui si basano è sempre lo stesso: quello della competizione biologica. Inserendo cioè probiotici con carica non patogena nei detergenti per la pulizia, si dà loro la possibilità, durante le operazioni di igiene, di germinare sulle superfici e di esercitare efficacemente la loro azione competitiva nei confronti dei ceppi patogeni diminuendone, di fatto, il numero e lo sviluppo, con un risultato che non è temporaneo ma duraturo e che aiuta a mantenere un equilibrio microbico stabile nel tempo. Queste procedure, a base di detergenti eco sostenibili con l’aggiunta di probiotici appartenenti, perlopiù, al genere Bacillus sono state sperimentate con successo in ospedali, scuole e carrozze ferroviarie con risultati che hanno confermato una riduzione di oltre l’80% della carica microbica patogena e un abbassamento di oltre il 50% delle infezioni ospedaliere (studi realizzati dalle Università di Ferrara, Udine e Bocconi in collaborazione con il Policlinico Gemelli di Roma, pubblicati sulla rivista scientifica Plos One).



> Prodotti biocompatibili creano l’habitat ideale per integrare i probiotici nei materiali da costruzione.
Nella foto un dettaglio della casa probiotica: una carta da parati firmata dall’azienda austriaca Organoid , realizzata con materiali naturali autentici come fieno alpino, fiori, petali colorati, frutta e muschio verde, pressati e uniti con leganti biologici privi di biocidi, plastificanti e solventi. Gli elementi naturali provengono dal paesaggio tirolese e trasformano le pareti in un’esperienza sensoriale che richiama il fascino di una gita in montagna.

BIBO Park
> Un laboratorio a cielo aperto dove l’innovazione incontra la botanica
aIbiza, nei pressi di San Rafael, c’è un parco che non è solo un centro di conservazione naturale della flora della Isla Blanca, ma un posto tecnologicamente tra i più avanzati d’Europa dove è possibile osservare da vicino come l’innovazione nel campo della biotecnologia stia dando vita a soluzioni che potrebbero rivoluzionare il nostro approccio all’energia e alle risorse naturali, grazie a una serie di partnership con aziende tutte spagnole come Bioo (pioniera dell’energia elettrica dal suolo naturale), Algaenergy (azienda che studia e produce microalghe) e Teexmicron (società di produzione di generatori d’acqua atmosferici).

Piante cantanti, bio pannelli, acqua potabile dal
cielo, batterie biologiche e agricoltura di precisione
BIBO Park è letteralmente un luogo di sperimentazione. Qui si ottiene acqua potabile (fino a 500 litri di acqua al giorno), direttamente dall’atmosfera, tramite macchine Teexmicron che catturano l’umidità e poi generano - attraverso un filtro a carbone -, acqua di alta qualità e a bassissima mineralizzazione che non tocca mai il suolo, ma sgorga direttamente da condotte tubolari presenti nel


pianoforte fiorato (nella foto a destra), in grado di produrre suoni e spettacoli di luci senza pari.
Funziona semplicemente toccandolo «perché, secondo il suo inventore Pablo Vidarte, le piante fungono da antenne biologiche» sono cioè capaci, quando vengono sfiorate da altri corpi, di percepire variazioni di frequenza che si traducono in tensione e poi in suono.
In altre aree del parco, oltre a vedere come la CO2 può essere rimossa producendo microalghe - che poi diventano biostimolanti che migliorano la salute del suolo -, è possibile osservare anche come l’azienda “Bioo” sia riuscita a generare energia elettrica sfruttando i nutrienti e i microbi presenti nel terreno.
Nel parco sono infatti installati pannelli intelligenti, a batterie biologiche, che producono energia sufficiente per illuminare parti del BIBO Park e ricaricare dispositivi elettronici.
Ma la visione è ancora più ambiziosa. Questi pannelli fanno parte di un progetto attraverso il quale l’azienda di Barcellona (Bioo) sta perfezionando, di anno in anno, la tecnologia con l’obiettivo di applicarla su larga scala e realizzare, in futuro, vere e proprie città biotecnologiche in cui gli edifici potranno essere alimentati direttamente dal suolo con energia naturale al cento per cento.

> BIBO è il parco botanico più innovativo d’Europa
Questa combinazione tra biotecnologia all’avanguardia e piante non esiste in nessun altro giardino botanico. Il BIBO Park sta cercando di sviluppare un turismo ecologico e scientifico in grado di far conoscere anche il lato più nascosto di Ibiza.


> ELETTRICITÀ DAI MICRORGANISMI
DELLA TERRA.
LA RIVOLUZIONE DI BIOO
Mentre i pannelli solari sfruttano l’energia del sole, le batterie biologiche si concentrano sull’energia nascosta nel terreno, dovuta all’attività metabolica dei batteri che vivono al suo interno. Come funzionano?
A spiegarcelo è Nicolás Otero , business developer di Bioo. «Quando il terreno in cui si trova la batteria biologica assorbe pioggia o acqua di irrigazione, i batteri e i microrganismi del suolo si mettono all’opera. Penetrano nel circuito e iniziano a nutrirsi delle sostanze organiche presenti. Questa attività produce protoni ed elettroni che vengono raccolti dalla batteria e trasformati in elettricità sufficiente per alimentare luci, schermi o piccoli elettrodomestici. I Bioo Panelscontinua Otero -, sono già parte integrante negli edifici e nelle aree urbane di tutto il mondo e potrebbero rivoluzionare il nostro approccio alle energie rinnovabili». Ibiza è stata la prima ad installare pannelli Bioo che attualmente sfruttano il potere naturale dei microrganismi del suolo per illuminare la zona portuale. I progetti di illuminazione portuale su cui in questo momento sta lavorando l’azienda sono ben quattro.



Nunziare III
> Un edificio completamente elettrico nel centro della città di Aversa
eliminare il gas dalle abitazioni? Non solo è urgente, ma è un’opzione assolutamente possibile!
Lo dimostra la Cecere Management, società di sviluppo immobiliare campana, che nel centro di Aversa - a pochi chilometri da Caserta -, ha da poco completato un edificio di quattro piani e nove unità abitative completamente elettriche.
Il progetto, nato in seguito a un intervento di abbattimento e ricostruzione, prende il nome di “Nunziare III”. Una nuova costruzione dal linguaggio architettonico essenziale ma accattivante, concepita per rispondere alle istanze della transizione ecologica, senza sacrificare comfort e qualità costruttiva.
NUOVE TECNOLOGIE E INVOLUCRO PERFORMANTE
Il cuore di questo progetto che raggiunge la classe energetica A4, la più alta della categoria, risiede nell’involucro performante e nel suo impianto full electric.
«Prima di eliminare le caldaie a gas e passare ad impianti alternativi è infatti necessario - spiegano i tecnici della società -, ragionare prima sull’involucro edilizio e poi sugli impianti, per ridurre al minimo le dispersioni termiche ed evitare di sovraccaricare le pompe di calore».

Obiettivo che è stato raggiunto equipaggiando l’edificio di un cappotto termico da 10 cm, tetto ventilato, isolamento interpiano per una maggiore stabilità termica, schermature solari, per la regolazione passiva del calore e della luminosità, e infissi a bassa trasmittanza per un abbattimento dei consumi.
«Fatto questo - continuano i progettisti -, si è passati all’adozione di pompe di calore aria-aria Mitsubishi ECODAN». Un sistema impiantistico, con refrigerante ecologico R32, utilizzato per il riscaldamento e la climatizzazione radiante a pavimento, oltre che per la produzione di acqua calda sanitaria.

In un contesto in cui i costi del gas sono destinati a rimanere volatili, l’adozione delle pompe di caloresul piano economico -, offre vantaggi tangibili e rappresenta un passo decisivo verso la riduzione delle emissioni.



VIVERE SENZA GAS: UNA SCELTA ECOLOGICA CON VANTAGGI ECONOMICI
La scelta di eliminare il gas non è solo ecologica, ma è anche economicamente strategica poiché consente di ridurre sensibilmente i costi, con vantaggi tangibili. «Le pompe di calore impiegate - racconta la società - garantiscono infatti un rendimento nettamente superiore rispetto alle caldaie a gas, a metano o a condensazione. Questo, in termini pratici, si traduce in una minore domanda di energia con una conseguente riduzione dei costi fino al 30-40% per appartamento e una diminuzione delle emissioni di CO2, CO e Nox fino all’80%. Un investimento lungimirante se si considera che in futuro il prezzo del gas non è per nulla destinato a diminuire».
UN MODELLO CHE ANTICIPA IL FUTURO E LE ESIGENZE DEL MERCATO
Nunziare III non è solo un progetto a basso impatto ambientale. Con l’obbligo di eliminare il gas dalle nuove costruzioni a partire dal 2040, l’edificio firmato dalla Cecere Management anticipa il futuro, rivelando una visione concreta di quello che il settore residenziale dovrà diventare. L’assenza di gas garantisce sicurezza, riduzione dei costi di gestione e delle emissioni nocive, mostrando che il settore immobiliare può già innovare e allinearsi alle nuove direttive europee.

>
FOTOVOLTAICO E DOMOTICA AVANZATA
Per completare l’indipendenza dell’edificio
dal gas, Nunziare III è stato dotato di un impianto fotovoltaico condominiale da 15 kW che alimenta le utenze comuni e immette energia in eccesso nella rete, promuovendo un modello di comunità energetica virtuosa.
Ogni unità abitativa è inoltre equipaggiata con sistema di controllo digitale per regolare la temperatura, monitorare i consumi e gestire le funzioni dell'edificio da remoto tramite PC, smartphone o tablet.


SCHEDA PROGETTO
Tipologia di intervento > Residenziale
Posizione > Aversa, Caserta
Committente > Cecere Development
Superficie di intervento > 1.012 mq
Alloggi > 9
Anno di completamento > 2024
Classe energetica > A4
> FORNITURE
Impianti tecnologici > Pravia
Impianti domotici > Comelit
Impianti di sollevamento > Schindler S.p.a.
Infissi, serramenti, porte interne > Serral
Rivestimenti, pavimenti, rubinetterie, igienici > Cervo project
S.r.l . - Esagono S.r.l.
Parquet > Di Caprio
Opere di vetreria, parapetti > Paciello
Tinteggiature e stucchi > R&M pitturazioni
Arredamenti > Cantone S.r.l.
Fotografia > Mario Ferrara


In linea con il Piano europeo REPowerEU, le pompe di calore sono la tecnologia individuata dalla nuova Direttiva Case Green per ridurre la dipendenza del parco edilizio dal gas e accelerare il passaggio verso l’energia pulita.
Centrali per la sovranità energetica e per il raggiungimento degli obiettivi climatici, con un fatturato nazionale di 2,7 miliardi di euro , oltre 110.000 occupati stabili e un potenziale di circa 6,5 milioni di unità da installare già nel breve periodo, le pompe di calore rappresentano anche un volano di crescita economica e sociale per l’Italia.
Ma cosa sono esattamente? Come funzionano? E quanto fanno risparmiare?
< a cura di DANIELA IAVOLATO >
È L’ERA DELLE POMPE DI CALORE

chi non ha mai sentito parlare delle pompe di calore presti attenzione perché è arrivato il momento di scoprire questa tecnologia cruciale per contribuire in maniera attiva alla decarbonizzazione del nostro Paese, ma anche per ridurre costi e consumi in bolletta.
Le pompe di calore sono dispositivi che prelevano energia termica da una fonte naturale rinnovabile (aria, acqua o sottosuolo) e la trasferiscono negli
ambienti interni sotto forma di aria calda o fresca, senza allacciamento al metano e quindi senza bruciare combustibili fossili. Utili per ottenere anche acqua calda sanitaria, il loro funzionamento, senza voler essere troppo tecnici, è simile a quello di un frigorifero, ma invertito. D’inverno sottraggono calore a una sorgente a bassa temperatura per cederlo ad alta temperatura all’interno di un edificio; mentre in estate, grazie all’inversione del ciclo termodinamico, rimuovono il calore dall’aria interna e lo trasferiscono verso l’esterno, garantendo spazi freschi e confortevoli.
Sul mercato, in base alla fonte da cui prelevano e diffondono il calore, esistono diversi tipi di pompe di calore: aria-aria, aria-acqua, acqua-acqua e terraacqua (o geotermiche).
Le più diffuse e conosciute in ambito civile, al momento, sono le versioni aria-aria, spesso installate in ambienti residenziali e commerciali di piccole dimensioni per riscaldare o climatizzare gli ambienti tramite un fluido refrigerante. E le pompe di calore aria-acqua, tra le più comuni e facili da installare, che sfruttano il calore dell’aria esterna per trasferirlo all’acqua degli impianti di riscaldamento (radianti e caloriferi) e ai sanitari (bagno e cucina, fino a 80 gradi).
Meno diffuse ma comunque efficienti, le pompe di calore acqua-acqua prelevano il calore da una sorgente idrica, generalmente l’acqua di falda, per riscaldare l’edificio e produrre acqua calda. La pompa di calore geotermica si serve invece del sottosuolo per estrarre il calore e utilizzarlo per gli scopi finora descritti. Entrambi questi ultimi due sistemi, come è facile intuire, sono molto più complessi da installare, più costosi e pongono esigenze di spazi con determinate caratteristiche.
Ultima frontiera è, infine, il sistema in forma ibrida, una tecnologia meno costosa e più semplice da impiantare, che offre tutti i vantaggi delle pompe di calore aria-acqua, ma con la possibilità di produrre acqua calda sanitaria al bisogno, senza necessità di serbatoi di accumulo.

Chi sceglie di installare una pompa di calore punta principalmente al salto di classe energetica e al risparmio economico. Sotto quest’ultimo profilo, in condizioni ottimali (involucro isolato, infissi performanti, impianti di riscaldamento efficienti, pompa correttamente dimensionata) una casa alimentata solo a energia elettrica è sempre vantaggiosa, anche quando i prezzi di gas ed elettricità sono simili o aumentano di pari passo. Il perché è presto detto:
L’EFFICIENZA È IL PUNTO FORTE.
Per avere un’idea dei risparmi basti pensare che una pompa di calore per funzionare impiega solo un quarto dell’energia richiesta da una caldaia tradizionale. I modelli più performanti possono, infatti, arrivare a produrre fino a 5 chilowattora di energia termica con 1 solo chilowattora di elettricità. Per conoscere il consumo e l’efficienza di una PdC basta leggere la scheda tecnica del prodotto dove viene riportato il COP, il coefficiente di prestazione che indica il rapporto tra l’energia prodotta e l’energia consumata per produrla. I migliori modelli sono quelli che arrivano a un COP di 4-6. Più alto è il COP, maggiore è l’efficienza, minore sarà il consumo di energia elettrica e, quindi, della spesa energetica. Con un risparmio che può arrivare fino al 50-60% del fabbisogno di energia primaria.
COSTO DELL’ENERGIA E SCENARI FUTURI.
Anche se la convenienza di una PdC dipende dal costo dell’energia elettrica va considerato che, con molta probabilità, il prezzo dell’elettricità - rispetto a quello del gas -, è destinato a diminuire sempre di più grazie alla crescente produzione da fonti rinnovabili come

fotovoltaico ed eolico.
Non solo. A partire dal 2027, l’introduzione del meccanismo ETS2 e le dinamiche dei mercati internazionali, renderanno il gas - come già previsto dagli economisti - sempre più costoso, aumentando i vantaggi economici delle PdC per gli utenti.
L’ACCOPPIATA VINCENTE: PDC E FOTOVOLTAICO.
Trattandosi di tecnologie alimentate elettricamente, il vero potenziale delle PdC consiste nella possibilità


di abbinamento al fotovoltaico. Questa combinazione consente infatti di produrre in autonomia una quota significativa dell’energia necessaria al loro funzionamento, riducendo fino a oltre l’80% l’energia acquistata dalla rete nazionale. Inoltre, con una superficie fotovoltaica adeguatamente dimensionata e un sistema di accumulo proporzionato, non solo si coprono i consumi elettrici della pompa di calore, ma diventa possibile sfruttare l’energia in eccesso per altri usi, inclusa la ricarica dei veicoli elettrici.
L’energia ottenuta con le pompe di calore è sempre superiore a quella impiegata. Un COP pari a 5 fornisce 5 kW di calore per 1 kW di energia elettrica impiegata. Per questo motivo le pompe di calore possono far risparmiare fino al 40-50% in bolletta.
L’integrazione di una PdC con il fotovoltaico può invece portare il risparmio fino all’83%.
TRAGUARDI AMBIENTALI, MERCATI E PROSPETTIVE FUTURE
Non stupisce che, per queste caratteristiche e i molteplici vantaggi che ne derivano, le pompe di calore siano la tecnologia più sostenuta dall’Unione europea per uscire dal paradigma del fossile e contribuire al fatidico Net Zero (emissioni di gas serra pari a zero) entro il 2050.
A CHE PUNTO SIAMO?
Secondo i dati più recenti, diffusi dall’Heat Pump
Association - la principale associazione europea di riferimento di questa industria - ad oggi, nei principali
Paesi del blocco europeo, sono state installate 24 milioni di pompe di calore. Questo ha permesso di evitare il consumo di 5,5 miliardi di metri cubi di gas e
di risparmiare 45 megatonnellate di emissioni di CO2
Tuttavia, la strada verso il target fissato per il 2030 è molto più ambiziosa. L’Ue punta infatti a installare, entro cinque anni, 60 milioni di unità con l’obiettivo

> BENEFICI
Le PdC stanno contribuendo a ridurre le emissioni di gas e anidride carbonica come mai prima d’ora. In Europa hanno impedito il rilascio di 45 megatonnelate di CO2, un impatto equivalente alle emissioni annuali di un intero Paese come l’Ungheria (dati EHPA - Heat Pump Forum 2024).
> L’ITALIA GUIDA IL SETTORE DELLE PDC
Con quasi 320.000 persone, destinate a diventare almeno 500.000 per soddisfare l’aumento della domanda futura, l’industria delle PdC è cresciuta al punto da diventare uno dei maggiori motori occupazionali nel settore delle rinnovabili in Europa. Con il 60% della componentistica prodotta sul territorio nazionale, l’Italia è leader in Ue per numero di imprese e lavoratori impiegati nel settore.
> PERCHÉ SERVE UNO SVILUPPO PIÙ AMPIO
Secondo gli analisti non cogliere l’opportunità di decarbonizzare i consumi termici, metterebbe a rischio non solo la nostra sicurezza energetica, ma anche la solidità e la competitività delle nostre aziende a favore di concorrenti extraeuropei ed europei, come Francia e Germania, che intendono viaggiare a un ritmo di 500 mila installazioni l’anno e che, per questo, hanno già messo in campo aiuti statali per espandere tanto l’offerta, quanto la domanda.


di risparmiare annualmente 13,7 miliardi di metri cubi di gas importato e 112 megatonnellate di emissioni di anidride carbonica.
E L’ITALIA? DOVE SI COLLOCA IN QUESTA
CORNICE?
Sorprendentemente, come è emerso dalla prima mostra internazionale sulle PdC ospitata ad aprile a Milano, l’Italia in questo contesto, occupa un ruolo di primo piano. Tradizionalmente percepita come lenta nell’adozione e nello sviluppo di nuove tecnologie,

vanta invece una cinquantina di aziende manifatturiere e 110 mila posti di lavoro, risultando la seconda industria europea di riferimento e il principale mercato continentale dopo la Francia.
Con quali numeri? Negli ultimi quattro anni il mercato italiano delle PdC ha mostrato andamenti altalenanti, ma performanti. Le vendite, grazie al boom legato al Superbonus 110%, sono passate da 383.000 unità nel 2021, a 520.000 nel 2022, per poi calare - per effetto della riduzione degli incentivi edilizi -, a 343.800 nel
2023 e a 394.367 nel 2024. Una frenata che, secondo l’EHPA, ha però riguardato l’intero mercato europeo per l’incertezza dei regimi di sostegno e l’applicazione dei giusti prezzi dell’energia.
UN MERCATO DESTINATO A CRESCERE
Nonostante questo, trainata dal PNIEC (Piano Nazionale Energia e Clima) e dalle iniziative Ue per la decarbonizzazione degli edifici, la domanda delle PdC elettriche è destinata a crescere anche in Italia. La previsione nazionale (tracciata da Assoclima e Teha) è quella di raggiungere, entro il 2030, 8,6 milioni di unità installate. Uno scenario abbastanza plausibile se si tiene conto del fatto che, attualmente, quasi 7 famiglie su 10 utilizzano come unico vettore il gas e che il mercato potenziale comprende già circa 6,5 milioni di caldaie non a condensazione da sostituire
Ma tutto dipenderà dall’eliminazione di alcune barriere che, in questo momento, fungono da ostacolo per la diffusione di questa tecnologia. Quali? Oggi il principale freno è quello economico. «Le famiglie, per affrontare la spesa iniziale, hanno bisogno di incentivi
stabili e di un prezzo dell’energia più concorrenziale per ridurre i costi di esercizio e rientrare rapidamente nell’investimento. Se le PdC diventeranno la scelta più conveniente per gli utenti, la loro diffusione crescerà spontaneamente» hanno spiegato a Milano, durante l’Heat Pump Technologies, i rappresentanti delle principali associazioni di categoria.
> L’appuntamento per la seconda edizione dell’Heat Pump Technologies, la nuova Exhibition & Conference internazionale dedicata alla pompe di calore, voluta da RX Italy, è già fissato per il 7 e 8 aprile 2027 presso l’Allianz MiCo di Milano. La prima edizione si è chiusa con 116 espositori e oltre 6.000 visitatori, di cui il 10% dall’estero. Numeri importanti per un format appena nato che ha mischiato divulgazione, formazione ed eccellenza tecnologica.
Per maggiori informazioni su Heat Pump Technologies www.heatpumptechnologies.it

VUOI STACCARTI DEFINITIVAMENTE
DAL GAS?
> Ecco cosa sapere “prima” di fare il passo!
> Passare da una caldaia tradizionale a una pompa di calore è possibile anche negli edifici esistenti, ma prima di fare il salto ci sono alcuni aspetti da considerare.
La buona notizia è che le PdC si adattano a quasi tutte le abitazioni sia nuove che datate, indipendentemente dal tipo di impianto esistente, radiatori compresi. Uno dei miti da sfatare è infatti quello che le PdC non funzionino: negli edifici più vecchi, in quelli non perfettamente isolati e in climi troppo rigidi. Tutte limitazioni che potevano valere fino a qualche anno fa, ma che oggi sono state superate grazie a tecnologie più mature ed evolute. Tuttavia, per evitare di commettere errori e ottenere il massimo dall’investimento, ci sono almeno tre passaggi preliminari da conoscere e seguire.
1.
VERIFICA DELLA FATTIBILITÀ
Il primo step è valutare il livello di isolamento. Se l’immobile disperde troppo potrebbe infatti essere necessario migliorare la coibentazione per ridurre il lavoro della pompa di calore e ottimizzare le prestazioni.
2.
ANALISI DEL FABBISOGNO ENERGETICO E DIMENSIONAMENTO DELL’IMPIANTO
Ogni casa ha esigenze diverse, pertanto, la scelta della PdC dipenderà da vari fattori, primo fra tutti il fabbisogno termico, ovvero, la quantità di energia necessaria per riscaldare o raffrescare gli ambienti. Questo valore varia in relazione alla superficie dell’abitazione, alle abitudini di consumo della famiglia e al numero di stanze che richiedono maggiore climatizzazione e riscaldamento. Una simulazione accurata dei consumi permetterà di definire con precisione la potenza necessaria, il dimensionamento ottimale dell’impianto e a predire l’impatto della PdC sulla bolletta energetica.

> La questione dei professionisti
Sostituire una caldaia a gas con una PdC è un intervento relativamente poco invasivo, ma deve essere eseguito da un professionista. L’efficacia di una pompa di calore dipende infatti da un’installazione corretta e in Italia non sempre si riscontra un livello di formazione adeguato in questo settore.
AFFIDARSI A UN TERMOTECNICO QUALIFICATO
Sostituire una caldaia con una pompa di calore è un processo che richiede una pianificazione attenta e integrata. Non si tratta solo di rimuovere un dispositivo e installarne un altro, ma di scegliere il modello più adeguato in base alle specificità dell’immobile e delle sue esigenze energetiche, cosa che può valutare solo un progettista termotecnico.
Laddove la sostituzione dovesse risultare impossibile la soluzione intermedia, per i proprietari di casa che desiderano fare il salto di qualità, può ricadere sulla caldaia ibrida che abbina alla PdC una caldaia a condensazione riducendo, comunque, costi ed emissioni.
POMPE DI CALORE. APPROFITTA DEGLI INCEN
-
TIVI!
Per alleggerire i costi di partenza, per tutto il 2025, sarà possibile usufruire del Conto Termico 3.0. Un contributo a fondo perduto, non soggetto a scadenza, che copre fino al 65% delle spese sostenute. Tra gli interventi finanziabili rientrano: l’installazione di impianti solari fotovoltaici dotati di batterie di accumulo, la sostituzione di caldaie a gasolio con PdC e gli interventi per l’incremento dell’efficienza energetica. Un’opportunità per chi desidera ridurre subito i costi energetici puntando su una produzione autonoma e sostenibile.
UNISCITI AI GRUPPI DI ACQUISTO!
Un’altra modalità per abbattere i costi è partecipare ai gruppi di acquisto collettivo. L’iniziativa promossa dal progetto Clear-HP di Altroconsumo, co-finanziato dall’Ue, permette ai consumatori di acquistare e installare pompe di calore aria-acqua direttamente dai produttori, beneficiando di condizioni economiche più vantaggiose rispetto ai prezzi di mercato. Per partecipare, basta registrarsi gratuitamente e senza impegno sul portale riscaldaerisparmia.it . La piattaforma, oltre alla compravendita, offre anche sessioni informative con esperti per approfondire i vantaggi di questi sistemi.
SCOPRI SUI PORTALI DEDICATI DETRAZIONI E INCENTIVI
Per ulteriori informazioni su detrazioni e incentivi, è possibile visitare il sito di Assoclima, l'Associazione dei costruttori di Sistemi di Climatizzazione, dove sono disponibili risorse aggiornate.







WOW

District Hive, un lussuoso santuario di ricarica umana. Un minuscolo hotel a forma di pod letteralmente immerso nel nulla. Si trova in Spagna, nel deserto di Gorafe (Granada), ed è completamente autonomo: produce elettricità e acqua da solo. Progettato dallo studio Moho Arquitectos, offre un’esperienza di totale immersione nella natura. Oltre a bagno, cucina, soggiorno e camera da letto, la struttura ha una terrazza per cenare sotto un cielo limpido, privo di inquinamento luminoso e meravigliosamente ricco di stelle.
Si può prenotare qui districthive.com

Chiesa dei Cristallini, la chiesa blu nel cuore della Napoli più autentica. Recuperata con il progetto «Luce al Rione Sanità», promosso da Catacombe di Napoli, Fondazione San Gennaro e dalla cooperativa La Paranza, questo luogo oggi stupisce con i suoi interni dipinti dai giovani del quartiere con venti tonalità di azzurro. Niente santi o martiri sui muri, ma i volti delle persone del rione, ritratti dagli artisti Tono Cruz e Mono Gonzalez.
Via dei Cristallini, 73 Napoli.
CASA GRASSIA
> DENTRO UNA RESIDENZA NUNZIARE
> Nel cuore di Aversa un duplex di 200 mq racconta una visione contemporanea degli spazi abitativi.
Tre camere da letto, quattro bagni e un ampio open space al piano superiore si aprono sull’esterno grazie a una grande vetrata scorrevole che dissolve i confini tra interno e paesaggio. Il progetto porta la firma dello studio 122, composto dagli architetti Giorgio D’Auria e Lorenzo Morra, che hanno disegnato una casa pensata per il comfort, l’estetica e la funzionalità all’interno di Nunziare II , il brand di sviluppo immobiliare del gruppo Cecere Management .

Casa Grassia è un duplex di circa 200 mq situato nel cuore di Aversa. Il progetto nasce da un’esigenza ben precisa dei clienti: avere uno spazio giorno open space, pensato per accogliere amici e coltivare relazioni. Da questa richiesta ha preso forma un intervento volto a rafforzare la longitudinalità dello spazio architettonico preesistente al piano superiore, realizzando un ambiente unico che, a partire dall’ingresso, si apre senza interruzioni verso l’esterno.
Una grande vetrata scorrevole e una linea luminosa sospesa sotto al tetto guidano lo sguardo e la luce lungo tutto l’asse principale. Per valorizzare la forma dello spazio, le falegnamerie - interamente disegnate e realizzate su misura -, contribuiscono a compattare l’ambiente con nuance monocromatiche, rispondendo allo stesso tempo alle esigenze funzionali della committenza.
L’open space si articola attorno alla relazione tra due poli funzionali: la cucina a vista e la grande vetrata sul lato opposto, in dialogo costante con l’esterno. La luce e la sua diffusione diventano il tema progettuale centrale. La scelta dei materiali e delle finiture è infatti pensata per amplificare la percezione spaziale e la luminosità.
Il vetro utilizzato per la cucina, le superfici laccate delle falegnamerie, in continuità cromatica con il tetto, la vetrata scorrevole e l’assenza di interruzioni spaziali permettono alla luce naturale di attraversare l’ambiente in tutta la sua estensione, rispondendo all’obiettivo di aumentare la percezione dello spazio.
Il blocco cucina si configura come una cerniera verticale tra i due livelli, segnando idealmente il passaggio verso la zona notte. La boiserie che riveste i mobili re-
Casa Grassia ha preso vita all’interno di Nunziare II uno degli edifici residenziali sviluppati da Cecere Management all’interno del più ampio progetto Nunziare, un brand immobiliare che unisce architettura contemporanea, sostenibilità e qualità costruttiva.




trocucina si estende infatti nel vano scala, diventando un vero e proprio “fil rouge” funzionale ed estetico che connette i due piani dell’abitazione. La camera matrimoniale, con bagno en suite, rievoca in chiave contemporanea l’intimità e la quiete di un’alcova.
Materiali e finiture accuratamente selezionati, falegnamerie su disegno che celano la porta del bagno, e una delle cabine armadio realizzata con vetro satinato, contribuiscono a creare un ambiente rilassante, accogliente e fortemente personalizzato.

> TESTO A CURA DEGLI ARCHITETTI
ph > Carlo Oriente
architetti > Giorgio D’Auria e Lorenzo
Morra | Studio 122, Aversa sviluppo Immobiliare > Cecere Management
forniture >
Esagono Ceramiche, Davide Groppi
Valcucine, Immagini Arredi, Vescom, R&M Pitturazioni







> Indirizzi da segnare in agenda. Persone e luoghi, angoli di lusso, sguardi stretti su dettagli che fanno tendenza, libri e designer, fiere e mostre, case con dosi “hot” di ispirazione, architetture straordinarie, interior e materiali ma anche… retail design, hotel ed eco-rifugi, spazi di gusto, di svago e di benessere, giardini fioriti e frivolezze per planare leggeri sulla vita. Radar è un rilevatore di bellezza, la nostra personale selezione di tutto quello che fa bene agli occhi e per questo merita, qualche volta, uno strappo alla regola.
> segnalalo a: redazione@nunziare.it
R A D A R R A D A R R A D A R R A D A R R A D A R R A D A R R A D A R
“MOGLI”
L’AVVENTURA DENTRO CASA
01. DESIGN FOR KIDS
Un rifugio segreto e uno scivolo per portare la vita all’aria aperta tra le pareti di casa. Mogli è una micro-architettura ispirata al Libro della Giungla, pensata per stimolare l’immaginazione e il movimento dei più piccoli anche quando non si può uscire di casa.
www.circu.net
BUBBLE GUM GYM
UNA MINI PALESTRA INDOOR

Colori pop, corde sospese, altalene, tappeti e strutture da scalare: Bubble
Gum Gym è un sistema modulare ispirato ai playground urbani, ma progettato per spazi interni. Una vera e propria palestra domestica per bambini, dove ogni elemento è pensato per garantire sicurezza, libertà di movimento e divertimento. Una soluzione intelligente e stilosa per chi vuole integrare il gioco motorio nel living contemporaneo.
www.circu.net



BY AQUA CREATIONS
Firmata da Albi Serfaty per Aqua Creations, Lake Doiran Mirror 2 è molto più di una semplice lampada da parete. È un’opera visiva che unisce luce e riflessi in un equilibrio scenografico. I suoi paralumi in seta regolabili, proiettano la luce su una superficie specchiata, creando un effetto ipnotico in continuo mutamento. Disponibile in sedici nuance e due finiture metalliche questo oggetto scultoreo reinventa l’idea di applique, portando arte, emozione e materia luminosa negli spazi domestici. www.aquagallery.com

BY BOMMA
La collezione Dew Drops di Bomma, disegnata da Boris Klimek, evoca la bellezza effimera delle gocce di rugiada adagiate sui fili d’erba al mattino. Ogni elemento in vetro soffiato brilla di una luce interna e si fonde con fasce tessili cucite a mano, creando un effetto visivo etereo e raffinato.
www.bomma.cz
LAKE DOIRAN MIRROR 2
GOCCE DI RUGIADA DEW DROPS
> © BILL DURGIN
03. A CASA
Comfort è la poltrona disegnata da Pino Vismara per le sale cinema domestiche più esclusive. Linee eleganti, dettagli sartoriali e una struttura ergonomica danno forma a un prodotto che unisce estetica e funzionalità. La reclinazione sincronizzata di schienale, seduta e poggiapiedi si controlla con un pannello discreto integrato nel bracciolo. Completano l’esperienza i due portabicchieri in acciaio cromato e un cuscino aggiuntivo per il massimo comfort anche durante le maratone cinematografiche. www.vismara.it


HOME CINEMA
IL LUSSO FIRMATO VISMARA

HOME FITNESS
L’ALLENAMENTO DOMESTICO NON È MAI STATO COSÌ
ELEGANTE
Ciliegio, noce, rovere, acciaio nichelato e pellami pregiati. Dimenticate le attrezzature spartane e gli angoli improvvisati: il fitness domestico secondo WaterRower | NOHRD è un connubio di tecnica ed estetica. Tutti i prodotti sono realizzati con legno proveniente da foreste gestite responsabilmente e con una cura artigianale che trasforma ogni singolo attrezzo in un pezzo d’arredo. www.waterrower.it
LLAMA UN ESOTICO HOME BAR
Stravagante, scenografico e decisamente fuori dagli schemi: Llama è il mobile bar firmato Kenneth Cobonpue, tornato protagonista al Salone del Mobile con una collezione che esplora materiali e suggestioni esotiche. Realizzato intrecciando a mano il rattan su una struttura in metallo, Llama ospita due scomparti laterali, un baldacchino rivestito con nappine decorative e portabicchieri da vino integrati. I ripiani in legno levigato completano l’insieme, offrendo piani d’appoggio eleganti e funzionali. Un oggetto che racconta storie di viaggio, convivialità e artigianato, ideale per chi cerca un bar domestico scenografico e originale.
www.kennethcobonpue.com

foto > © ANTONIO CANGIANIELLO
Si chiama ComfortLift ed è la prima lavastoviglie al mondo dotata di un sistema che permette di sollevare il cestello inferiore all’altezza delle mani. Niente più piegamenti scomodi: il design intelligente di AEG, con un semplice gesto, cambia la postura e migliora la qualità della vita in cucina. www.aeg.it


LIBRI E APPUNTAMENTI
VIVERE SENZA GAS
LA GUIDA PER UNA CASA 100% ELETTRICA
Con la prefazione del climatologo Luca Mercalli, Vivere Senza Gas è il libromanifesto dell’ingegnere e divulgatore Samuele Trento, che spiega in modo chiaro e accessibile come abbandonare le caldaie a combustibile e vivere in una casa completamente elettrica grazie alle pompe di calore. Il volume affronta le sfide energetiche e climatiche attuali, proponendo soluzioni concrete per ridurre le bollette e le emissioni. Attraverso esempi pratici e testimonianze, Trento guida il lettore nella comprensione e nell’adozione di tecnologie sostenibili per il riscaldamento domestico.
Disponibile in formato cartaceo e Kindle su Amazon.


MANUALE PER IL RESTAURO E LA MANUTENZIONE
DELLE FACCIATE
MAGGIOLI EDITORE
Segnalato alla nostra redazione dallo stesso Luigi Vantangoli, geometra con lunga esperienza in cantiere e product manager, questo manuale - firmato insieme all’architetto Emma Francia -, unisce teoria e pratica in un approccio completo al restauro delle facciate.
Pensato per progettisti, tecnici e imprese, offre strumenti per impostare interventi intelligenti e programmati nel tempo: dalla diagnosi delle patologie alla scelta dei trattamenti, con focus su umidità e preparazione dei supporti. Un apparato iconografico ricchissimo accompagna l’intera trattazione, che si conclude con 14 casi studio esemplificativi - residenziali, industriali e monumentali - per applicare le conoscenze acquisite in contesti reali.
Disponibile su maggiolieditore.it

Dal 24 maggio al 1° giugno torna Open House Roma, il grande evento gratuito che apre le porte dell’architettura nella Capitale. Per nove giorni sarà possibile visitare oltre 200 luoghi emblematici, normalmente inaccessibili, grazie a tour guidati condotti da architetti, storici e volontari. Palazzi d’epoca, studi professionali, musei e residenze private diventano protagonisti di un racconto urbano diffuso. Per accedere ai siti aperti in esclusiva è necessaria la prenotazione tramite il portale ufficiale: openhouseroma.org
OPEN HOUSE ROMA
NOVE GIORNI PER SCOPRIRE IL VOLTO PIÙ SEGRETO DELLA CAPITALE

3. PHIL
BY GORDON GUILLAUMIER - ETHIMO
Il barbecue salva-spazio
Anche quando lo spazio è poco, non mancano le soluzioni per cucinare all’aperto. Ethimo, con il suo primo progetto legato al mondo della cucina, ha realizzato, in collaborazione con Gordon Guillaumier, Phil: tre moduli (brace, piano a induzione e lavabo) pensati per adattarsi a contesti diversi grazie a un design compatto e facilmente spostabile. www.ethimo.com

5. CICLOPE CAPRI BY BASAGLIA + ROTA NODARIFAS PENDEZZA
Il calciobalilla dedicato alla città di Napoli
Dopo la grigliata, una partita a calciobalilla è d’obbligo. Capri, edizione speciale del calciobalilla Ciclope, è l’aggiunta ideale a qualsiasi spazio all’aperto. Ispirato alle “spiaggine” anni ’50, con struttura azzurra, inserti in legno chiaro e piano in stampa intreccio vimini, è un omaggio di FAS Pendezza alla città di Napoli, al suo amore per il mare e per il gioco. www.faspendezza.it
2.
Quel “dolce far niente”
Una chaise longue perfetta per una siesta all’ombra, per leggere un libro o prendere il sole. La serie include anche sedie, poltrone, panche e tavolini che donano un tocco di colore e allegria allo spazio outdoor. www.paolalenti.it


TodoList
OPEN AIR
> È arrivato il momento di trasformare gli spazi esterni in oasi di puro benessere, dove vivere pranzi al sole, aperitivi al tramonto e serate in compagnia sotto le stelle. Tra luci soffuse, divani accoglienti e barbecue di design, abbiamo selezionato 5 novità, firmate dai migliori brand, per aiutarti a creare l’atmosfera perfetta. Ispirati!

1. ANAMON PARASOL BY ROYAL BOTANIA
Il primo ombrellone da giardino che si apre (e si chiude) senza il minimo sforzo
Con il suo sistema di apertura scorrevole dal basso verso l’alto, Anamon reinventa l'ombra all’insegna della semplicità. Si apre con una mano, si richiude senza fatica. E, quando la sera cala, scompare nel suo cilindro con un solo, semplice gesto, trasformandosi in un piccolo lampioncino da giardino grazie a un anello di luce, integrato nel baldacchino, che diffonde una piacevole illuminazione soffusa. www.royalbotania.com
4. ARENA BY GANDIA BLASCO Guarda come dondolo
La sedia a dondolo, almeno per noi, è un musthave. ARENA è un elemento chiave della collezione di arredi outdoor firmata Søren Rose per GANDIABLASCO. La struttura in doghe di alluminio curve e il volume generoso invitano a sprofondare nei morbidi cuscini per godere di un’accoglienza avvolgente. Evoca la tradizione del vimini e della cestaia, ma richiama anche il design scandinavo grazie alle sue doghe ampie e curve, simili all’impiallacciatura di legno. Può essere sospesa al soffitto o al suo supporto. www.gandiablasco.com

FRAME BY PAOLA LENTI
> Persone, personaggi, changemakers, esperti raccontati o intervistati
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> L’URBANISTICA ITALIANA È FERMA AL 1942. SERVE UNA VERA
RIFORMA STATALE
Negli ultimi mesi il dibattito sulla rigenerazione urbana in Italia si è acceso attorno a un provvedimento controverso: il decreto Salva Milano . Una misura voluta dal governo per snellire le procedure burocratiche e sbloccare 150 progetti immobiliari fermi nel capoluogo lombardo. Ma anziché accelerare i lavori e risolvere le criticità legali, il decreto si è trasformato in un caso giudiziario, sollevando accuse di abusi edilizi e dubbi sulla trasparenza dell’intera operazione. La questione ha presto superato i confini della città, riaccendendo la disputa tra tecnici e giuristi su un problema molto più profondo: l'inadeguatezza della legislazione urbanistica italiana risalente alla legge 1150 del 1942. Il nodo su cui si discute è che le normative italiane sulla trasformazione urbana siano obsolete e contraddittorie , pensate per un'Italia che non esiste più. E che Milano , più che un caso isolato, sia solo la punta di un iceberg di un sistema legislativo che si regge su deroghe, proroghe e interventi tampone capaci solo di gestire l’emergenza , senza mai affrontare i problemi alla radice. Un groviglio normativo che negli anni ha finito per frenare l’edilizia e ostacolare la rigenerazione urbana , rendendo il settore sempre più difficile da navigare. In questo quadro si inserisce la riflessione ( che riceviamo e pubblichiamo ) di Mattia Coppola , esperto in pianificazione urbana e territoriale, che va oltre la vicenda giudiziaria della città meneghina.
Più che proporre “toppe”, il suo intervento invita a tornare alle basi : ripensare la legge urbanistica per restituire all’Italia uno strumento finalmente adeguato alle sfide del nostro tempo!
una legge scritta sotto il Fascismo, ancora in vigore
Era il 17 agosto del 1942 quando fu approvata la Legge Urbanistica Statale n. 1150/1942, tuttora vigente. Da allora sono passati quasi ottantatré anni. C’era il fascismo. C’era la monarchia.
Da 77 anni c’è la Repubblica. Da 55 anni, in attuazione della Costituzione, la competenza in materia urbanistica è stata trasferita alle Regioni diventando, nel 2001, “materia concorrente” come “governo del territorio”. Eppure quella legge è ancora lì, con i suoi articoli scritti in un’epoca completamente diversa.
Le varie modifiche apportate nel tempo, dalla
“Legge Ponte” del 1967 alla “Legge “Bucalossi” del 1977, ne hanno lasciato pressoché intatto l’impianto originario.
È ancora in vigore, per esempio, l’articolo 32 rubricato: “Attribuzione del podestà per la vigilanza sulle costruzioni”.
Il tentativo fallito di Sullo e la paralisi del Parlamento
Nel 1963 ci provò il Ministro democristiano
Fiorentino Sullo a introdurre una vera riforma

urbanistica, la prima del dopoguerra. Per farlo mobilitò le migliori intelligenze del Paese, ma fu fermato dalla sua stessa parte politica, non ancora pronta ad aprire una nuova stagione di riforme generali, poi avviate con il centrosinistra.
I ritardi e le inadempienze del Parlamento su un tema così cruciale per il Paese - specie oggi, in un momento storico di particolare sensibilità ambientale -, dimostrano che manca la Politica, quella con la “P” maiuscola, anche nel governo del territorio.
Non esistono né una volontà politica, né un progetto istituzionale e normativo in grado
> È ancora possibile “costruire” futuro su fondamenta scritte in epoca fascista? Ha ancora senso ricorrere a scorciatoie normative per affrontare le problematiche delle singole città? Oppure è arrivato il momento di pensare a una riforma radicale e uniforme del diritto urbanistico degna del XXI secolo?
A queste domande, ripercorrendo i dati storici, risponde Mattia Coppola , dottore in Giurisprudenza e in Pianificazione Territoriale iscritto, in qualità di pianificatore, all’Albo degli Architetti e pianificatori della provincia di Napoli.
di sostituire, dopo oltre ottant’anni, una legge ormai superata con una norma nuova e moderna, necessaria per rispondere alle mutate condizioni sociali, economiche e ambientali della nazione.
Le Regioni si muovono, ma con le mani legate
In assenza di una legge “cornice” statale le Regioni tentano, per quanto possibile, di legiferare, ma restano vincolate ai limiti imposti dalla legge del 1942.
Periodicamente, a livello statale o regionale, si prova a rilanciare l’edilizia con provvedimenti estrapolati da una normativa urbanistica sempre più incoerente.
La confusione normativa: dal Piano Casa al “Salva Casa”
È il caso delle varie leggi regionali sul cosiddetto “Piano Casa” che hanno generato un’applicazione incerta, spesso oggetto di interpretazioni creative da parte della magistratura e dei suoi consulenti.
Poi è arrivata la legge n. 105 del 2024, nota come Salva Casa, che, anziché chiarire le ambiguità del d. P. R. n. 380/2001 (Testo Unico dell’ Edilizia), come previsto dal Ministero proponente, ha finito per aumentare la confusione, disorientando cittadini, tecnici e pubbliche amministrazioni.
Il pasticcio della “Salva Milano” e il clima di terrore applicativo
Da ultimo, il recente pasticciaccio della cosiddetta legge “Salva Milano” ha
confermato l’inattualità e la confusione di una normativa che, secondo una certa interpretazione, ha consentito a Milano la realizzazione di edifici alti oltre 80 metri, in sostituzione di preesistenti piccole abitazioni unifamiliari.
La magistratura penale, come prevedibile, non ha condiviso l’interpretazione, determinando un clima di “terrore applicativo”, forse giustificato, che ha spinto alcuni parlamentari a proporre una “interpretazione autentica” di parti di una legge ormai inservibile, nel vano tentativo di offrire certezze agli operatori dell’edilizia e agli uffici tecnici comunali, al fine di evitare la paralisi di ogni nuova iniziativa.
Una riforma vera, non una toppa
Servirebbe una legge nuova e moderna, che disciplini, a livello statale, i nuovi Istituti della perequazione e della compensazione, oggi regolati solo su iniziativa regionale.
Una legge che affronti seriamente il tema della riduzione del consumo di suolo, magari, anche attraverso forme di premialità che incentivino un’edilizia “per sottrazione” e non solo, come spesso accade, “per addizione”.
Nel frattempo… in materia urbanistica si naviga a vista, su una barca vecchia di ottantadue anni.
< di MATTIA COPPOLA >




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