Nunziare magazine n.10/2024

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Vi presentiamo un futuro ecosostenibile.

L’applicazione di sistemi e di prodotti innovativi, capaci di consumare sempre meno energia e di conseguenza in grado di abbattere sensibilmente le emissioni di CO2 nell’atmosfera, è il principale obiettivo del gruppo Cecere Management, finalizzato al benessere delle famiglie e alla tutela del nostro pianeta.

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NUNZIARE MAGAZINE

è il risultato della nostra visione. Non solo un modo di fare impresa, ma un modo preciso di stare al mondo.

La casa? È tutt’altro che “immobile”, ma in continua evoluzione e l’efficienza energetica non è altro che la punta di un iceberg.

Se fino ad oggi l’investimento di pensiero ha riguardato più la dimensione urbana che la casa, l’accordo sul destino delle performance energetiche dei nostri edifici ha rimesso di nuovo al centro della scena l’abitare facendone un tema estremamente caldo. I dati i raccolti per costruire questo numero confermano l’affezione tipica degli italiani al mattone, ma le cose stanno cambiando e l’edilizia, per rispondere alle reali esigenze della società, ha un disperato bisogno di pensiero innovativo. Il tema dell’energia diventa così l’occasione per guardare oltre, per ricordare - come spiegano gli esempi e gli esperti chiamati in causa -, che l’efficienza da sola non basta perché, per parlare di sostenibilità dell’abitare a tutto tondo, è necessario affrontare con la stessa tenacia il tema dell’accessibilità, del caro-mutui e affitti , dei materiali al servizio della salute dell’ambiente e dell’uomo, dei servizi, dell’uso degli edifici che, aprendosi o ripiegandosi su se stessi, disegnano diverse applicazioni sociali che influiscono sulla vita e il benessere delle persone. Come saranno quindi le nostre abitazioni? Vivremo in case bunker? Oppure in case evolute che ci

permetteranno di realizzare sogni e socialità? A questo proposito Fabio Millevoi - direttore di Ance Friuli Venezia Giulia -, ci spiega perché è importante porsi queste domande e, soprattutto, perché è indispensabile parlare di futuro al plurale e, ove possibile, anticiparlo. Senza una bussola, rischiamo infatti di rispondere a profondi e simultanei cambiamenti con alloggi che, anziché correggere i deficit, ricreano ostinatamente lo status quo. Cosa accadrebbe allora se, anziché guardare solo all’efficienza, fosse possibile rispondere, se non a tutti, ma a molti di questi problemi?

Si tratta di una sfida possibile? Questo numero, nei limiti dello spazio a noi concesso, offre un ventaglio di proposte e visioni.

Vi auguro buona lettura

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La casa è come un attore che trasforma se stesso sul palcoscenico a seconda dell’opera che deve recitare.

Mi piace molto questa suggestione che arriva dalla mia chiacchierata con Fabio Millevoi. Un sentito ringraziamento a tutti i professionisti che ci hanno offerto spunti preziosi per la costruzione di questo numero.

director's note

tents

METTO SU CASA MA...

>

6. Editoriale

> di Daniela Iavolato

12. Events

> Nunziare Magazine a Cava de’ Tirreni per discutere di case green 15. Econews

> Notizie e idee in primo piano 18. Poster Stooping

> La community urbana del riciclo

23. Inside

> Case in 3D, la sperimentazione americana

> Il concergerie di quartiere

32. Coverstory

> Metto su casa, ma…

34. La casa è ancora un sogno per gli italiani?

> Compravendite, tassi e tendenze.

NUNZIARE MAGAZINE N.10 MAGGIO 2024
con-

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«Abiteremo così» pareri a confronto

> Dinamiche e modelli della casa del futuro

40. Yari Cecere

«L’efficienza da sola non basta!»

46. Giuseppe D’Albenzio «Condivisione e flessibilità»

50. Co-living

> La ricerca firmata MVRDV

52. Fabio Millevoi

«La più desiderabile è la casa bicicletta»

66. WOW

> Le case del 2030 secondo Ikea

> Canyon Park, turismo a impatto zero

> Pegasus, lo yacht stampato in 3D

69. Radar

Tutto il meglio che c’è tra…

> progetti, designer, indirizzi, libri, mostre, retail, hotel, rifugi, ecc... ecc...

76. TodoList

> 5 ristoranti che non rinunciano al design

77. People

> Comprare casa col mutuo green, conversazione con Eugenio Alaio

SOSTENIBILITÀ > IMPRESA > INNOVAZIONE

>

EDITORE

> Yari Cecere - Cecere Development srl -

DIRETTORE RESPONSABILE E PROGETTO EDITORIALE

> Daniela Iavolato

PROGETTO GRAFICO E DIREZIONE CREATIVA

> Emanuela Esposito

REDAZIONE

> Via Paolo Riverso, 57 - Aversa

STAMPA

> Tuccillo Arti Grafiche Srl - Afragola (NA)

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Numero 10 - Anno II MAGGIO - LUGLIO 2024 Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Napoli Nord n° 56 del 9/9/2022 le nostre pagine social  Facebook  e  Instagram : troverai contenuti in più rispetto agli argomenti trattati.
MAGGIO 2024 10 Innamorati di casa tua, ogni giorno. www.esagonoceramiche.com | 081 890 11 48 | Aversa, Concept Store | Aversa, Show Room & Contract | Caserta, Concept Store 26 Settembre 2022 Bologna Premio Rivenditori 2022 a CENTRO VENDITE ESAGONO Srl Napoli esagonoceramiche.com AVERSA SHOW ROOM & CONTRACT via delle Industrie AVERSA CONCEPT STORE via della Libertà, 19 CASERTA CONCEPT STORE piazza Sant’Anna, 16A in ItaliaGrazie a voi N. 1 26 Settembre 2022 Bologna Premio Rivenditori 2022 a CENTRO VENDITE ESAGONO Srl Napoli esagonoceramiche.com AVERSA SHOW ROOM & CONTRACT via delle Industrie AVERSA CONCEPT STORE via della Libertà, 19 CASERTA CONCEPT STORE piazza Sant’Anna, 16A in ItaliaGrazie a voi N. 1
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Nunziare Magazine e “Believers” insieme per l’innovazione

> A Cava de’ Tirreni un confronto stimolante sulla sostenibilità immobiliare e la rigenerazione urbana.

quali sono le ragioni per cui risulta ancora complesso orientarci verso l’ecosostenibilità? È stato questo uno dei temi centrali affrontati durante l’evento “Believers Meeting” con il gruppo Cecere Management, editori di questa rivista, nello storico Complesso Monumentale di Palazzo San Giovanni, sito nel centro cittadino di Cava de’ Tirreni.

Believers è la community che nasce per iniziativa di un giovane cavese, Francesco Della Corte, con il supporto di Andrea Coppola e Antonio Armenante, che ha come obiettivo la creazione di un network di personalità unite da un forte senso di curiosità e spirito innovativo.

In questo contesto, l’incontro ha rappresentato un’occasione di riflessione e dibattito appassionato su una tematica di attuale interesse.

La Direttiva “Case Green” compresa nell’Agenda climatica UE, rappresenta, infatti, un monito per tutte le aziende che si impegnano a sviluppare processi produttivi e soluzioni innovative in grado di garantire la realizzazione di nuove costruzioni a zero emissioni a partire dal 2030.

Come è emerso, le motivazioni alla base della scarsa diffusione e conoscenza del concetto di ecosostenibilità sono da attribuirsi principal-

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> events

mente ad una poca consapevolezza del rapporto costi/benefici nella scelta di acquisto nonché all’assenza di interventi legislativi maggiormente efficaci in grado di sostenere i cittadini nell’adozione di comportamenti sempre più consapevoli.

Da questo punto di vista un’azienda già attiva in questo campo è chiamata a profondere il massimo impegno anche per realizzare campagne informative di sensibilizzazione che accompagnino il consumatore in una scelta orientata al futuro.

Particolare rilevanza nel mondo dell’immobiliare, come si è discusso con la community, è la proposta di utilizzare nuovi materiali di costruzione come la canapa che, unita alla calce, consente di dimezzare consumi energetici e l’emissione di CO2. Lo scopo ultimo è quello di sviluppare complessi immobiliari innovativi, progettati per il benessere delle persone.

Tutti gli aspetti evidenziati rientrano nell’ampia nozione di rigenerazione urbana nell’ambito della quale non solo è compreso il concetto di pianificazione territoriale ma anche quelli di efficienza energetica, di compensazione e perequazione, di consumo di suolo, di utilizzo dei beni comuni e di economia circolare.

Una vera sfida, quindi, per il mondo dell’immobiliare proiettato verso un futuro “green”, a cui è affidato il compito di garantire un miglioramento complessivo della qualità e del comfort dell’abitare per assicurare a tutti una casa che, in fin dei conti, resta pur sempre il luogo preferito del cuore.

< di FRANCESCA D'ARIENZO >
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> notizie e idee in primo piano

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Case green

Cosa sapere sulla direttiva EPBD.

L’Europa punta a ridurre le emissioni di CO2 prodotte dal parco immobiliare al fine di ottenere, entro il 2050, case ad emissioni zero . Così, dopo una lunga serie di incontri, trattative e votazioni viene confermata la direttiva per la prestazione energetica degli edifici. Allo stato attuale l’Italia è maglia nera per il patrimonio edilizio più obsoleto.

Con più di 12 milioni di edifici di cui solo il 3,1% ha subìto interventi di riqualificazione, gli occhi sono puntati su circa 5 milioni di edifici da ristrutturare prioritariamente (poiché nelle classi F e G) ad eccezione degli edifici storici, delle abitazioni sotto i 50 mq e delle seconde case utilizzate per meno di 4 mesi all’anno.

> COSA SUCCEDERÀ IN SINTESI.

Gli edifici di nuova costruzione dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2030. Per quelli di proprietà pubblica la scadenza è invece anticipata al 2028 . Per le case già esistenti si applicherà un obiettivo di riduzione del consumo energetico del 16% entro il 2030 e del 22% entro il 2035 fino a raggiungere, nel 2050, uno stock abitativo a emissioni zero. Obbligo di pannelli solari e addio alle caldaie a gas, consentite fino al 2040. I 27 Paesi dell’UE potranno definire in autonomia la linea da seguire per raggiungere i target di efficientamento. Al momento la direttiva non prevede alcun obbligo né sanzione per chi decide di non adeguarsi ma, in caso di mancato recepimento o attuazione nei tempi stabiliti, si apriranno comunque procedure d’infrazione a carico del nostro Paese.

A Roma la rigenerazione vale 144 miliardi

Si punta sul Tevere e su 11 kmq di superficie

A Roma il Giubileo, con un investimento di 7,3 milioni di euro, porterà alla creazione di nuove aree verdi d’affaccio sul Tevere, da Ponte Milvio a Ostia. L’Assessora all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti della capitale, Sabrina Alfonsi, ha presentato a inizio anno i progetti esecutivi dei cinque parchi pubblici inseriti nel Programma degli interventi essenziali ed indifferibili della città in occasione dell’Anno santo.

Nelle foto, le immagini del Comune di Roma che rivitalizzeranno il Tevere e le vie d’acqua. Ma non è tutto perché nella capitale i processi di rigenerazione potrebbero interessare, da oggi al 2050, 11 kmq di superficie territoriale, recuperando a usi più attuali oltre 4 milioni di metri quadrati di immobili. Secondo Scenari Immobiliari , se questo dovesse accadere, il valore aggiunto che la rigenerazione porterà al mercato immobiliare sarà pari a 22 miliardi di euro con un impatto sociale ed economico per i cittadini quantificabile in circa 39 miliardi di euro - entro il 2030 -, e un ritorno di 144 miliardi entro il 2050.

01. 02.

Napoli città api-friendly

Grazie a un’iniziativa di Casartigiani e Coldiretti gli edifici si dotano di mattoni alveare.

Era già successo in due città inglesi, per offrire un nido alle api solitarie sempre più scarse a causa dell’urbanizzazione selvaggia, ma sempre più preziose nel processo di impollinazione, anche Napoli - grazie a un accordo tra Casartagiani e Coldiretti -, ha incentivato gli operatori edili ad utilizzare negli edifici superiori ai 5 metri di altezza i cosiddetti “bee bricks”, mattoni che permettono di nidificare. L’obiettivo: proteggere la popolazione delle api solitarie, risolvendo il problema alla radice. Questi insetti si annidano infatti nei vecchi mattoni, così per aiutarle basta utilizzare mattoni forati nei muri esterni degli edifici. ( Un’idea semplice da copiare! ).

Kokono

La culla biodegradabile che protegge i bambini dalla malaria

Kokono, che in dialetto ugandese significa “zucca vuota”, è la prima culla in materiale biodegradabile prodotta direttamente in Uganda per proteggere i bambini da insetti, rischi e malattie. Progettata dall’italiana DeLAB - società Benefit fondata da Lucia Dal Negro -, Kokono è accompagnata da un percorso di educazione (chiamato “EDUKO”) nei villaggi in cui è distribuita, per condividere con le famiglie che la utilizzano buone pratiche per proteggere la salute del neonato e della madre. Tutte le imprese, acquistando culle che sono già in loco, possono sostenere questo progetto: per saperne di più www. kokono.life

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03. 04. SEGUICI SUI SOCIAL: SCOPRI NEWS, FOCUS E APPROFONDIMENTI IN PIÙ! > @nunziaremagazine
MAGGIO 2024 18 La community urbana del riciclo COSÌ MIGLIAIA DI RIFIUTI DOMESTICI TROVANO UNA SECONDA CHANCE > POSTER TU LO BUTTI, IO
LO PRENDO
STOOPING

mentre scriviamo a South Street, nella zona di Lower Manhattan, un intero set da golf è stato appena abbandonato, ma non è solo. In un angolo della Fifth Avenue, accanto a un lampione, c’è una scatola che contiene l’intera Dream House di Barbie, mentre - da qualche altra parte - un quadro con i dischi di Britney Spears, una chitarra classica e una vecchia macchina da scrivere color cipria sono stati appoggiati sul marciapiede in attesa che qualcuno, per zero dollari, possa portarli a casa.

Sì perché a New York il ripescaggio delle cose scartate dagli altri nei propri appartamenti è diventato un trend urbano che va virale.

«Hai visto qualcuno che si è chinato? Scrivici in privato, una foto + una location e non dimenticarti di inviarci il tuo #stoopingsucces», recita così la bio del fenomeno Instagram che porta i newyorkesi a perlustrare i marciapiedi della città. Una specie di caccia al tesoro che coinvolge più di 470mila persone e che sta sdoganando la cultura del riuso, ma… procediamo con ordine.

Nel 2019 una coppia di Brooklyn, dopo aver realizzato che la Grande Mela è una specie di mercato delle pulci a cielo aperto, decide di aprire una pagina Instagram per segnalare, con tanto di geolocalizzazione, tutto ciò che viene lasciato per strada ma può essere riutilizzato da qualcun altro. Dal verbo inglese “to stoop” - che letteralmente significa “chinarsi” -, nasce così @StoopingNYC una forma di riciclo organizzato dal

basso che, passando per i social media - in particolare Instagram -, è in grado di raggiungere una vasta platea di utenti diventando qualcosa di più di una pratica che è sempre esistita ma che mai, prima d’ora, aveva preso la piega di un progetto di upcycling collettivo che mappa gli oggetti, dall’abbandono al recupero, normalizzando qualcosa che si è sempre svolto nell’anonimato a causa di un certo imbarazzo.

UNA RETE DI STOOPERS.

Il popolare account si basa sugli invii, i post e le segnalazioni degli utenti in tempo reale, più volte al giorno e non è un caso che il fenomeno sia nato e attecchito proprio a New York, città di inquilini perennemente in affitto, spesso transitoria, che anziché comprare si affidano alle conquiste fatte per strada per recuperare mobili gratuiti prima che possano finire in discarica; come testimonia l’hashtag della pagina #stoppingsuccess che mostra il percorso, dal marciapiede fino alle case dei nuovi proprietari. Così accade, per esempio, che Abhilasha Sinha, musicista di Brooklyn, sia riuscita orgogliosamente a risparmiare fino a 5.000 dollari di arredo semplicemente recuperando cose lasciate per strada o in veranda, finendo poi a raccontarlo come “Super Stooper” su Fox 5 News. O che arredi trovati per strada diventino oggetti di scena per fotografi, filmmaker o per i luccicanti palchi di Broadway.

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> In Italia la community più grande è quella milanese (+ 62 mila follower).

Nata grazie a due studentesse fuorisede del Politecnico, Sara e Giulia - questi i loro nomi - sono state le prime ad importare il trend per aiutare studenti e persone comuni ad arredare senza spendere per appartamenti che non sono di proprietà. Con gli “swap party” hanno trasformato la community virtuale in una realtà di scambio in carne ed ossa che fa pure molto cool! (Il loro IG è @stooping_milano ).

IN ITALIA.

Come spesso accade, tutto ciò che fa tendenza a New York… fa il giro del mondo! Lo stooping online c’è anche da noi - a Milano, Torino, Firenze, Prato, Napoli e Roma - e si avvale della stessa formula newyorkese «ciò che per te è un rifiuto per altri è un tesoro» che prova a rafforzare la cultura del second hand. Quindi, se dovete liberare il vostro appartamento, per salvare il salvabile dalla discarica, una foto+posizione e ricordatevi di taggare lo stooping della vostra città!

> Gli hashtag hanno reso il riutilizzo delle cose “chinate” divertente e motivo di orgoglio.

Se prima raccogliere oggetti, mobili e divani di seconda mano dai marciapiedi procurava imbarazzo, Stooping NYC ha avuto il merito di sdoganare la pratica. Seguire le “avventure” di una sedia che, per entrare nell’appartamento di una creator, attraversa tutta Manhattan in skate in braccio alla nuova proprietaria (#stoopjourney), o la trasformazione di una vecchia poltrona in trono reale (#stoopingsuccess) è per la community la parte più divertente della storia. Gli stoopers sono accomunati da una forte coscienza ecologica e contribuiscono a sensibilizzare il riutilizzo in una città che, per la sua natura affittuaria e di “passaggio”, ben si presta al second hand.

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> Dentro i migliori progetti, idee e iniziative… in giro per il mondo!

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“Tutti hanno bisogno di un posto da chiamare casa”

> Così in America la crisi degli alloggi passa per le costruzioni in 3D.

ase dignitose, convenienti, costruite in tempi record, con maggiore efficienza energetica e meno rifiuti.

Di fronte alla grave carenza di alloggi a prezzi accessibili c’è chi sta sperimentando, con flotte di stampanti, modelli che offrono soluzioni innovative per affrontare la crisi della proprietà domestica. Succede negli Stati Uniti e sono due gli esempi più recenti che hanno attirato l’attenzione globale: un’operazione in Virginia e un’altra in Arizona.

IN VIRGINA LA VILLETTA STAMPATA IN 28 ORE

Habitat for Humanity, organizzazione non profit che aiuta - in più di 70 paesipersone svantaggiate e a basso reddito ad ottenere alloggi sani, confortevoli e sicuri, è la promotrice di questa villetta in Virginia - a Williamsburg -, costruita

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> dirittoallacasa
c-

> L’obiettivo di Habitat for Humanity è quello di dare una mano alle famiglie piuttosto che un sussidio. La casa nella foto in basso è stata costruita con l’aiuto di Alquist, società di stampa 3D che punta a rivitalizzare le città della Virginia con la costruzione di altri 200 alloggi stampati in 3D nei prossimi tre anni, con prezzi a partire da 175.000 dollari per restituire alle persone il sogno di un’abitazione.

in 3D con cemento italiano, una malta/inchiostro “Planitop 3D” codificata a livello internazionale e in grado di resistere ai disastri naturali (uragani e tornado). Venduta a una mamma single con un reddito inferiore all’80% del reddito medio della zona, per stampare i muri sono state impiegate solo 28 ore. Il prodotto finale vanta tre camere da letto, un salottino e due bagni. La casa è dotata di una stampante 3D da tavolo che consente di ristampare qualsiasi cosa: dalle maniglie delle porte alle coperture degli interruttori della luce.

> Alloggi più convenienti.

In America la domanda di alloggi a prezzi accessibili è aumentata vertiginosamente. Ridurre i tempi di costruzione, con tecniche e materiali innovativi, significa ridurre i costi, ecco perché le case in 3D potrebbero rappresentare una svolta per l’edilizia. La sfida è riuscire a scalare il modello e iniziare a tarare soluzioni multipiano: funzionerebbe anche da noi? C’è chi ci sta già pensando!

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IN ARIZONA C’È UN INTERO QUARTIERE IN 3D. ICON (leader nelle tecnologie di costruzione avanzate nella stampa 3D) e Lennar (uno dei principali costruttori di case della nazione) hanno invece co-progettato con BIG-Bjarke Ingels Group a Georgetown, in Texas, la più grande comunità di case stampate in 3D. Un “villaggio” di cento alloggi, a prezzi abbordabili, che uniscono estetica e performance energetiche, materiali durevoli e innovazione robotica “Vulcan” di ICON.

> © ICON_LENNAR_BIG

Il concergerie di quartiere

> Dal singolo palazzo a un’intera zona della città, così si trasforma il mestiere del portiere.

c'era una volta il portiere, figura simpatica, tuttofare, socievole e sempre disponibile, capace di risolvere ogni bisogno: dalla custodia di lettere e chiavi, ai piccoli lavoretti di manutenzione. E adesso?

Con i tagli ai budget condominiali, i videocitofoni e le imprese di pulizia, che pure hanno contribuito a ridurne il numero, questo mestiere sta lentamente sparendo ma non del tutto perché, non solo c’è chi ne prevede il ritorno, ma - sul modello francese -, anche in Italia iniziano a moltiplicarsi le prime portinerie di quartiere, servizi innovativi e territoriali che - oltre a diventare un punto di riferimento per la gestione di piccoli bisogni quotidiani -, permettono di creare un welfare di comunità e supporto.

TUTTO PARTE DA PARIGI.

Nel 2016 l’azienda solidale “Lulu dans ma rue” decide di trasformare un piccolo chiosco in una portineria nel 4ème arrondissement, a Saint Paoul.

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> nuovetendenze
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COSA PROPONE.

Offre custodia dei pacchi, lavori di manutenzione, di pulizia, baby sitter e dog sitter, ma anche smontaggio o montaggio dei mobili a prezzi contenuti, rafforzando e attivando risorse, competenze ed economie del quartiere.

Dal successo della sperimentazione francese - che oggi conta una rete capillare di concergerie -, sbarcano in Italia (a Roma, Napoli, Genova, Bologna, Milano e Torino) tentativi simili con il sostegno degli assessorati locali. Piccole attività, ben radicate sul territorio, iniziano ad offrire servizi tipicamente associati alla figura del portinaio, ma in chiave moderna: non più al servizio del singolo palazzo ma di un’intera zona della città.

TOC TOC, l'esempio di Torino

È il caso per esempio di “TOC TOC, la portineria del tuo quartiere”, un progetto ben strutturato, con quattro sedi nella città di Torino, in grado di costruire pacchetti “su misura” di servizi condominiali a prezzi calmierati, ma anche di offrire sportelli di supporto, volontariato di prossimità, spazi di aggregazione e relazioni con il vicinato. (www.toctoc.to)

> La sfida delle portinerie di quartiere

Rivisitare in chiave moderna la portineria di una volta, per renderla un servizio innovativo e territoriale al servizio delle persone e dei loro bisogni.

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Le ultime ricerche confermano il ruolo centrale svolto nella nostra società dal possesso della casa sulla locazione anche tra i più giovani che, se per molti altri beni preferiscono avvalersi dell’affitto, per l’immobiliare sembrano avere tutt’altro genere di idea. Ma… le cose, nell’ultimo decennio, sono cambiate e, oltre ai parametri economici, ci sono anche altri elementi che influenzano scelte, richieste e andamento del mercato.

Quali sono? Come andrà il mattone e come evolverà? Chi sta raccogliendo le nuove esigenze? Dove e come orientarsi?

Per rispondere a queste domande e indagare le trasformazioni domestiche in corso abbiamo interpellato i professionisti del settore che ci hanno raccontato la loro esperienza tracciando così il profilo delle residenze del futuro.

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> coverstory
< a cura di DANIELA IAVOLATO >

METTO SU CASA, MA...

La casa di proprietà è ancora un sogno per gli italiani?

> La fotografia del nostro Paese dice “sì”.

Nonostante il 2023, rispetto al biennio record postpandemia, sia stato un anno segnato dal rallentamento delle compravendite, il sogno in cima alla lista dei desideri degli italiani resta sempre la casa.

A raccontarlo sono i dati disponibili online: per il Rapporto Censis “La casa nonostante tutto”, pubblicato in collaborazione con Federproprietà, la proprietà rappresenta un elemento di stabilità sociale importante per oltre l’80% degli italiani. Un’idea che trova conferma anche nei numeri diffusi da Nomisma e dal 16° Rapporto sulla Finanza per l’Abitare 2023, secondo il quale sarebbero più di 3 milioni le famiglie

interessate all’acquisto di un immobile frenate, anche nella prima metà di quest’anno, dal destino dei mutui che, in molti casi, continuano a spostare la domanda verso l’affitto considerato, al momento, l’unica opzione possibile in attesa di poter comprare.

> - 10%, il calo delle compravendite in numeri.

Il settore residenziale ha chiuso il 2023 con quasi 710 mila abitazioni compravendute, con una riduzione complessiva di circa il 10% rispetto al 2022 (Osservatorio sul mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate). Il calo, dovuto alla fiammata del costo del denaro che ha fatto triplicare i tassi praticati dalle banche sui mutui, secondo la Fabi - Federazione autonoma bancari italiani - ha coinvolto tutto il territorio e ogni tipologia di abitazione, ma a scendere di più sono state le compravendite di abitazioni usate, mentre, il mercato delle nuove residenze, secondo l’osservatorio Abitare Co., a livello generale ha retto meglio con un fatturato totale che ha superato i 43 mld €, con la capitale in testa.

CHE COSA ACCADRÀ?

Se il 2023 è stato un anno complesso e l’inizio del nuovo anno si è mantenuto all’insegna della prudenza, la situazione - secondo gli analisti - potrebbe tornare a vivacizzarsi a partire da questa estate, quando i tassi d’inflazione (salvo imprevisti) dovrebbero tornare più vicini agli obiettivi delle banche centrali portando anche i mutui verso una normalizzazione.

> Tassi più bassi da luglio?

L’ultima riunione della Bce ha lasciato i tassi d’interesse invariati. Christine Lagarde, in conferenza stampa, ha rinviato a giugno l’ipotesi di effettuare una prima revisione al ribasso. Luglio, come da ipotesi dominante degli analisti, dovrebbe essere così il mese della svolta con un primo calo dei tassi dopo due anni, mentre il 2025 dovrebbe essere l’anno del recupero definitivo.

Se questo dovesse accadere, complice una situazione locativa che ha portato affitto e rata del mutuo quasi ad equivalere, unita alla convinzione diffusa che il mattone sia ancora un bene sul quale collocare i propri risparmi, in molte città si tornerà ad investire nell’immobiliare, ma con parametri e filtri di ricerca nuovi che influiranno sull’andamento del mercato escludendo tutto ciò che sarà considerato fuori da alcune logiche.

CAMBIAMENTI IN CORSO.

In linea con la direttiva europea “Case green” uno dei principali requisiti, per chi in questo momento è alla ricerca di una casa, è la classe energetica. Il portale immobiliare Wikicasa.it fa sapere che le ricerche degli immobili ad alta efficienza energetica hanno registrato sui portali immobiliari di tutta Italia un +72,5% spostando, per ovvi motivi, il gradimento

> Case e mutui green, il nuovo trend.

verso tutto ciò che è nuovo o ha subìto interventi di riqualificazione.

Ma non è tutto. Accanto alle performance energetiche emergono nuove necessità.

La casa, tra nuove generazioni di committenti, con abitudini diverse dai loro genitori, e trasformazioni globali e culturali, è destinata a cambiare in maniera significativa. Così, quando si parla di sostenibilità o si vuole tracciare l’identikit dell’abitazione ideale, diventa riduttivo pensare che si faccia riferimento soltanto a spazi che si adeguano, o dovranno adeguarsi, alle normative.

La casa green (o efficiente), secondo una survey del rapporto Censis, è un concetto assimilato dal 73,3% degli italiani ormai a conoscenza delle nuove direttive europee. Questi dati ci fanno capire che il mercato ha già cominciato a percorrere la strada del prodotto di qualità con il rischio di una devalorizzazione del patrimonio immobiliare più obsoleto. Ma non è solo una questione di mercato, a spingere verso questo percorso anche gli istituti bancari che applicano tassi di interesse più convenienti sugli immobili che rendono più solida la garanzia ipotecaria (ne parliamo a pagina 78).

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COSA CERCANO GLI ITALIANI? QUALI SONO I DRIVER CHE COMPONGONO LA DOMANDA DELL’ABITARE FUTURO?

L’aumento del costo della vita, le questioni ambientali, il lavoro, le tendenze demografiche, le dinamiche familiari e non ultima la pandemia, sono tutti temi entrati tra le quattro mura riscrivendo i modelli abitatativi “tradizionali”.

Le famiglie hanno iniziato a ripensare i confini tra lavoro, scuola e tempo libero, a discutere di natura, a desiderare spazi di vicinato e una vita più comunitaria, a parlare di adeguatezza e comfort domestico.

L’evento pandemico - in particolar modo -, ci ha obbligati a stare in casa rendendoci emotivamente fragili e, poiché nessuno è in grado di garantirci che la cosa non si ripeterà, gli stravolgimenti e i comportamenti appresi durante il confinamento sono ancora oggi criteri di ricerca importanti che accrescono il valore di alcune abitazioni e svuotano quelle di altre.

ANCHE LA FELICITÀ DIVENTA UNA RICHIESTA.

Il divario tra case costruite solo per contenere e quelle costruite per accogliere è stato così evidente e sentito che, al modello rigido e seriale di condomini e

abitazioni studiate per lasciare fuori dalla porta molte funzioni, emerge adesso l’esigenza di un modello multifunzionale e flessibile, strettamente connesso al benessere psico-fisico. Architetti e sviluppatori immobiliari lo sanno e queste domande, specie quando saranno i più giovani a dettare i trend futuri, invitano i protagonisti del mercato ad innovare. Come stanno raccogliendo la sfida di rendere edifici e dimore conformi ai nuovi bisogni della società? Abbiamo messo tre diversi pareri a confronto!

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Abiteremo così.

Dinamiche e modelli della casa del futuro

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> 01. YARI CECERE
> Ceo Cecere Management, sustainability ambassador, editore di Nunziare Magazine
L’efficienza energetica non basta!
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e il comparto edile procederà solo sulla strada dell’efficientamento degli edifici, alla lunga, sarà comunque insostenibile e non risponderà all’abbattimento degli impatti più ampi che sono previsti dalla transizione ambientale».

Come deve essere quindi la casa del futuro?

«In primis una casa che va a braccetto con la riduzione di costi e consumi, non solo energetici. A questo proposito non si capisce perché l’Europa sia così severa sul fronte “energia” e meno intransigente con una risorsa altrettanto preziosa come l’acqua. Fortuna vuole che i più giovani siano molto più attenti ai temi ambientali. Sono consapevoli che le risorse sono scarse e a caro prezzo a causa di cambiamenti climatici ed equilibri internazionali, questo come sviluppatore immobiliare sprona me e la mia azienda a inserire nella progettazione soluzioni che vanno oltre l’efficienza energetica, ormai normata, portando i clienti a condividere con noi la

strada del “minimo impatto”».

Che sarebbe?

«Lo spiego per punti: “no suolo”. Gli edifici del futuro devono possibilmente nascere in seguito ad interventi di rigenerazione o sostituzione di ciò che esiste ma è irrecuperabile, al fine di evitare la cementificazione di nuove zone.

“Riciclo dell’acqua”. I condomini hanno la possibilità di raccogliere e poi mettere in circolo l’acqua piovana e allora: perché non farlo?».

Voi lo fate?

«Sì!».

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Come?

«Utilizziamo vasche di accumulo per le acque di pioggia che risultano poi utili per l’irrigazione dei giardini, per esempio, o per la pulizia delle parti comuni dei nostri stabili. Usare acqua potabile per queste attività non è affatto necessario, piuttosto, è necessario educare il mercato. Se il mercato capisce quello che stai facendo e perché lo stai facendo, sarà disposto a seguirti».

Cos’altro?

«“Materiali naturali”. La casa del futuro non deve nuocere all’ecosistema ma nemmeno alla salute dell’uomo. Quindi perché non riscoprire materiali alternativi?».

Tipo?

«Canapa, sughero, legno, scarti agricoli, intonaci e pitture naturali. Nell’inventare il futuro abbiamo dimenticato che l’essere umano ha sempre dovuto proteggersi dal caldo e dal freddo e lo ha fatto usando isolanti naturali,

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privi di derivanti del petrolio, addirittura più performanti rispetto a fenomeni quali l’effetto “isola di calore”. L’innovazione può essere rintracciata anche nelle strategie del passato, noi stiamo allargando la conoscenza di questi materiali e il loro utilizzo per affrontare la sostenibilità da molteplici prospettive e abbracciare una transizione che sia realmente attenta al benessere ecosistemico, dei territori e dei residenti».

Tutta una questione di tecnologie quindi?

«Di tecnologie e qualità della vita. Stiamo lavorando a progetti che rispondono sempre di più al nuovo vivere quotidiano. La pandemia, in questo senso, è stata capace di innescare riflessioni fondamentali. Adesso sappiamo per certo che le abitazioni devono dotarsi di funzioni aggiuntive e servizi che una volta erano solo esterni alla casa».

Quali? Come stanno cambiando i metri quadri delle vostre dimore?

«Progettazione flessibile, revisione delle

dimensioni sufficienti, balconi abitabili, attici che includono vasche per il relax, stanze in più per il lavoro o i propri hobby e desideri, questa è la direzione che stiamo prendendo per ciò che riguarda le singole unità immobiliari. In termini condominiali invece oggi sappiamo che dobbiamo lavorare su tutti gli spazi interstiziali (pianerottoli, cortili, piani terra o tetti-giardino) per nobilitarli a luoghi di relazione e di vita comune. Avere una palestra, un’area giochi o un cortile condiviso e associativo da utilizzare in caso di spazio pubblico negato è un’idea che non solo conforta, ma permette di allargare la vita e la qualità della vita oltre i minimi e le monofunzioni del proprio appartamento».

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> Una proposta evoluta.

Solarium, relax, intrattenimento e servizi sulla scala del condominio.

A Caserta, l’ultima operazione della Cecere Management, un edificio di 4 piani per 10 abitazioni modificabili in base alle esigenze di ogni residente, prevede ( tra le altre cose ) servizi per l’attività fisica, il lavoro, dispositivi intelligenti per la ricezione e la custodia di pacchi. L’edificio utilizzerà, come già sperimentato col precedente Nunziare IV di Aversa, mattoni in canapa intonacati a calce per garantire case naturalmente più fresche d’estate, diminuendo l’uso dei condizionatori.

Scopri il progetto sul sito ceceremanagement.it

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> 02. GIUSEPPE D’ALBENZIO
Founder GDA Architettura, progettista vincitore di concorsi internazionali

Condivisione e flessibilità

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a casa nei prossimi anni diventerà un campo di esplorazione importante, dipenderà sempre di più dai cambiamenti in corso e risponderà a tali cambiamenti con soluzioni non convenzionali. La parola chiave sarà “flessibilità”. Poiché da casa ormai si acquista, si lavora, si coltiva, si esercitano i propri hobby, si evolve rispetto al tempo di acquisto, le abitazioni del futuro dismetteranno gli schemi rigidi e inizieranno a lavorare su spazi facilmente modificabili, con

possibilità di divisione temporanea in base ai bisogni e alle esigenze che sopraggiungono nell'arco della vita. Tra i temi caldi c’è poi sicuramente quello della sostenibilità».

Cosa chiedono in questo senso i suoi committenti?

«Soprattutto case ecofficienti dal punto di vista energetico con controllo dei consumi

> Case che cambiano forma e dimensione.

Una ricerca sviluppata da Mvrdv mostra come utilizzare le pareti mobili per cambiare gli spazi nel tempo, semplicemente spostando o aggiungendo una parete manovrabile. Ne parliamo a pagina 50.

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«l

> Minimizzare gli spazi privati per favorire gli spazi in condivisione

A Barcellona questo edificio, oggetto di una sovvenzione statale, è stato organizzato attorno a un atrio che crea opportunità di incontro tra vicini. L’architetto D’Albenzio ci spiega che l’edilizia del futuro giocherà il suo appeal sui servizi, le esigenze dei residenti e sul rovesciamento del paradigma condominiale classico, espressione della massima privacy. «Il nuovo lusso sarà la vivibilità della casa e degli spazi condivisi in grado di fornire opportunità per residenti e visitatori rispondendo al bisogno di comunità».

in real time e gestione remota dei dispositivi domestici. Ma non dimentichiamo che per sostenibilità si intende anche qualità della vita che coincide con una qualità dell’abitare in senso più integrato».

Ovvero?

«Siamo in un momento in cui anche il perimetro non privato è oggetto di valutazione e credo che lo diventerà sempre di più. Nel futuro dell’abitare vedo infatti sempre più modelli mutuati dal coliving e dal co-housing, condomini cioè capaci di erogare servizi su cui poter contare e in grado di offrire l’autonomia della casa privata e la socialità degli spazi collettivi. Sull’esempio di esperienze estere ben riuscite questo genere di offerta sta guadagnando terreno anche in Italia, al punto che le persone si dichiarano persino disposte a sacrificare spazi privati in favore di servizi condivisi in grado di assolvere bisogni o mancanze. Una cosa che, a ben vedere, per noi architetti non è nulla di nuovo, basti pensare alle iconiche Unité d’Habitation dove Le Corbusier inserì case e servizi sotto lo stesso tetto».

in foto > appartamenti a Barcellona @ claudi.dataae + @narch.eu + @ mairaarquitectes

ph > adriagoulaphoto

in foto > 47 Apartments © DATAAE + NARCH + MAIRA ARQUITECTES ph > Adrià Goula

COME VIVREMO INSIEME NEL FUTURO?

> Anche oltre lo “Stivale” la domanda sembra trovare una sua convincente risposta nel modello del co-living, più adatto a risolvere alcune delle problematiche più sentite.

Nelle immagini il noto studio olandese Mvrdv propone una serie di idee capaci di ampliare le opzioni a disposizione di progettisti e costruttori. Le soluzioni, inserite in un recente studio realizzato con lo sviluppatore HUB e l’investitore Bridges Fund Management, riflettono le esigenze abitative moderne, con proposte ad hoc per stili di vita e target di popolazione che affrontano, contestualmente, il problema della crisi climatica, quello dell’accessibilità economica, della flessibilità e della condivisione (www.mvrdv.com per saperne di più).

> I corridoi diventano le “strade” dell’edificio e dotano gli spazi vuoti di nuove funzioni (aree sportive, biblioteche e vetrine).

> In queste proposte i tetti piani forniscono spazi per la creazione di aree sociali.

Ogni piano ha un carattere distintivo e un cuore vibrante e può essere raggiunto da ogni livello residenziale.

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> 03. FABIO MILLEVOI
Direttore di ANCE Friuli Venezia Giulia, futurista, coordinatore di LICoF, autore del libro “Breve saggio sui futuri della casa”.

La più desiderabile è la casa “bicicletta”

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essuno può dire con certezza come abiteremo nel futuro perché il futuro ancora non esiste se non nella nostra immaginazione è chiaro, però, che possiamo provare a mettere sul tavolo un ventaglio di ipotesi, a domandarci, se non altro, “e se questo accadesse, cosa faremmo?”.

Alfabetizzarsi sui futuri, rigorosamente al plurale, è l’unico modo per renderli visibili e iniziare a muovere il presente verso un domani desiderabile, piuttosto che distopico».

Ed è proprio indagando su più possibilità che, in seguito al primo esercizio sui futuri delle costruzioni al 2040, nato all’interno del Laboratorio dell’Immaginazione delle Costruzioni Future (LICoF, progetto di AREA SCIENCE PARK e ANCE FVG), sono stati individuati ben quattro scenari ripresi nel suo libro “Breve saggio sui futuri della casa”.

«Esattamente, si tratta di quattro narrazioni che non corrispondono a previsioni ma a quattro

diverse fotografie che, a seconda della direzione che il nostro sviluppo societario prenderà, potrebbero verificarsi.

Il punto è che non abbiamo alcuna certezza che la nostra società possa realizzare i 17 obiettivi dell’Agenda 2030, così come non sappiamo ancora come vivranno i prossimi attori del mercato, i giovani. Si stabiliranno in maniera permanente, oppure saranno nomadi a caccia di opportunità? Così nel libro prendono forma quattro possibili visioni, quattro case simbolo che fungono da stimolo per un cambio di prospettiva».

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«n

Dalla casa bunker alla casa bicicletta, dalla casa nido alla casa shuttle, queste le quattro allegorie che “costringono” a riflettere. Lasciando che sia il lettore a scoprirle acquistando il libro, qual è la casa simbolo di un futuro da costruire?

«Io propenderei per la “casa bicicletta”. Lo diceva Enzo Ferrari, la bicicletta è la macchina perfetta perché in sé ha tutto. Non consuma, non inquina, si fa piccola, portatile, trasformabile ed

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in foto > La città dei 15 minuti, il modello di Parigi

è un mezzo democratico capace di mettere in relazione le persone. La casa bicicletta, inserita in un immaginario molto simile alla città dei 15 minuti, potrebbe diventare un luogo che, nella casa nido, collega anche senior e giovani, un’occasione per convivere e sentirsi parte di un progetto comune scongiurando il tema della solitudine».

Ai poli opposti troviamo invece la casa bunker e la casa shuttle. In quest’ultima sarà la tecnologia a prendersi cura delle persone. Ma per chi saranno le case di domani? Il tema dell’accessibilità è un problema che spetta solo alle istituzioni?

«Il caro affitti, come l’invecchiamento, l’inverno demografico e l’immigrazione, sono temi centrali che, a mio avviso, troveranno soluzioni grazie alle idee degli imprenditori più visionari. In questo senso una bella provocazione è arrivata dall’Ad dello studio di progettazione Lombardini22, Franco Guidi,

che contro la crisi degli alloggi abbordabili ha lanciato la suggestione delle case a 10 euro al giorno. Non è uno scenario impossibile ma un futuro impensabile che appartiene al regno del non ancora e che, quindi, possiamo costruire chiamando in causa tutta la filiera».

Mi sembra di capire che il ruolo degli imprenditori può diventare centrale, se non altro per rompere lo schema del “si è sempre fatto così”. Di che genere di costruttori avremo bisogno nel futuro?

«Di costruttori ribelli, allergici alle narrazioni dominanti, capaci di porsi domande per cambiare le risposte, a caccia di desideri sotto traccia per anticipare le necessità pensando a una casa che non sarà più un sostantivo ma un verbo, anzi tre: nutrire, proteggere, curare».

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Le generazioni passate amavano dire che la casa è un valore. Nel cosiddetto “mattone”, però, può e deve esserci un pregio che è ben più che monetario: nel mondo di oggi, le abitazioni si fanno espressione di nuove necessità concrete e di inedite prospettive, imposte dai profondi cambiamenti del nostro tempo. Spetta ai costruttori (in senso letterale) del futuro il compito di concepire soluzioni tecnologiche, materiali d’avanguardia, ma anche sistemi di business innovativi, aderenti a principi di sostenibilità, sicurezza ed equità, con apertura mentale e senza timore di fronteggiare le inevitabili contraddizioni dell’oggi. Questo saggio, attraverso la descrizione di quattro case simbolo , compie «una panoramica delle sfide e delle opportunità che il settore delle costruzioni dovrà affrontare nei prossimi decenni» per adattarsi a un contesto sempre più complesso e variegato.

Fabio Millevoi, nasce a Trieste, città dallo sguardo presbite, nel 1958. È direttore di ance Friuli Venezia Giulia per professione e futurista per necessità. Consegue la laurea in giurisprudenza nella sua città e il Master in previsione sociale a Trento. Docente a contratto in Futures studies e Sistemi anticipanti nel Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università di Trieste, è autore della teoria casa, acrostico di Creatività, Attrattività, Sensibilità, Azienda.

«Questa casa non è un albergo! E se lo fosse?»

In foto > Breve storia sui futuri della casa , Fabio Millevoi, ed. Graphe.it

Breve storia sui futuri della casa

Prefazione di Angelica Krystle Donati

«La casa non sarà più un approccio costruito unicamente sui volumi, sui metri quadrati o sul numero delle stanze, ma un “servizio” basato anche sui dati dei suoi ospiti, funzionante solo se sarà in grado di offrire soluzioni di innovazione sociale. In questo scenario vinceranno i disruptor, coloro che sapranno prendere decisioni anticipanti per non finire come i costruttori di carrozze che si ostinavano a non capire che, a un certo punto, sarebbe arrivata l’automobile».

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Quella che allʼinizio sembrava solo una piccola impresa a carattere familiare, oggi, dopo anni di impegno e duri sacrifici, è diventata unʼazienda leader nel settore edile in Campania. Padre Antonio Tulipano e i figli Luigi e Alessandro Tulipano, malgrado i momenti difficili, hanno una determinazione rara, e non si arrendono mai di fronte agli inevitabili ostacoli dellʼattuale realtà economica e lavorativa. VIA

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DELLʼINDUSTRIA, 2 AVERSA (CE) EDILIZIA TULIPANO@LIBERO.IT TEL / FAX 081-503-9242 “COMPETENZA, ESPERIENZA E PROFESSIONALITÀ SONO I VALORI CHE CI CONTRADDISTINGUONO”

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STOP GREENWASHING, LA SOSTENIBILITÀ SI MISURA.

Ecco le nostre performance misurate dalla Cerved Rating Agency.

Lo scorso anno, in un’ottica di rendicontazione, trasparenza e miglioramento, abbiamo volontariamente chiesto alla Cerved Rating Agency - l’agenzia leader del rating in Italia, in grado di effettuare valutazioni di sostenibilità in linea con le best practice internazionali - di misurare quantitativamente tutte le nostre attività secondo i criteri ESG per dimostrare l’affidabilità e l’impegno concreto del nostro Gruppo in fatto di sostenibilità, ma anche per conoscere i nostri margini di potenziamento.

Ebbene, l’impegno assunto da tutto il Gruppo Cecere Management (ricordiamo, editori di questa rivista), ha avuto i suoi frutti: siamo infatti lieti di comunicare anche ai lettori di Nunziare Magazine che abbiamo ricevuto, per l’anno 2023, la valutazione ESG sui criteri Environmental, Social & Governance con uno Score ESG di 56/100 corrispondente ad una fascia di performance media.

Particolarmente alta, ben oltre la mediana, la variabile Environmental che ha ottenuto uno score di 70/100 con ben 4 indicatori tematici su 6 che hanno ottenuto un punteggio 100/100 (politiche ambientali, materie prime, gestione energetica, cambiamenti climatici).

La macro sezione Social - rispetto al welfare aziendale - ha ottenuto invece punteggi molto alti (88/100) in quota “formazione” - con un andamento che si ripercuote positivamente su prodotti e servizi - e 100/100 per il criterio “salute e sicurezza dei lavoratori”.

Consapevoli dei punti da migliorare - che ci sfidano a fare sempre meglio e di più -, proseguiamo fiduciosi il nostro percorso con entusiasmo ancor più grande verso il cammino ESG della nostra azienda.

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ESG SCORE

> POLITICHE AMBIENTALI 100/100

> MATERIE PRIME 100/100

> GESTIONE ENERGETICA 100/100

> CAMBIAMENTI CLIMATICI 100/100

> FORMAZIONE 88/100

> SALUTE E SICUREZZA DEI LAVORATORI 100/100

> PRODOTTI E SERVIZI 100/100

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SOCIAL 0 20 40 60 80 100 70% 0 20 40 60 80 100 58%

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attraverso una raccolta

e punti

vista

clienti

tutto il mondo, il colosso svedese ha provato a immaginare con l’AI come sarà la casa del 2030 utilizzando tre personaggi “tipo”: Jin, Angela e Jamie. Qui vi proponiamo la casa di Angela che vive in un’eco-comunità per sole donne nel Massachusetts e utilizza una carta da parati di alghe per generare elettricità. Questo ci fa pensare che le prossime proposte saranno studiate per target e uniranno sotto lo stesso tetto persone con interessi ed età simili, aperte a una vita più felice “insieme”.

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Le case del 2030. Nell’ultimo Life at Home di Ikea, lo studio che da dieci anni racconta la continua evoluzione dell’idea di casa di abitudini, testimonianze di di da

www.canyonpark.it

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WOW
Canyon Park.  Un parco avventura dentro un canyon, esempio italiano di turismo veramente sostenibile e a impatto zero: niente bar e ristoranti, energia solare e sistemi di depurazione naturale. Si trova ai Bagni di Lucca, in Toscana, all’interno di una foresta con ponti, ruscelli e antichi metati.

WOW

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Pegasus 88m lo yacht futuristico stampato in 3D.  Anche i grandi designer nautici si stanno muovendo per sviluppare soluzioni sempre più sostenibili. Premiato con il ‘Good Design Award 2023’ Pegasus, firmato da Jozeph Forakis, è uno yacht audace ma realizzabile, invisibile sia nel design che nell’impatto ambientale. Composto da un mix di tecnologie avanzate che gli consentiranno di raggiungere le emissioni zero, la sua costruzione è prevista per il 2030 e utilizzerà la stampa 3D robotizzata per creare un’intelaiatura a rete che integra sia lo scalo che la sovrastruttura. Per saperne di più forakis.com

> Indirizzi da segnare in agenda. Persone e luoghi, angoli di lusso, sguardi stretti su dettagli che fanno tendenza, libri e designer, fiere e mostre, case con dosi “hot” di ispirazione, architetture straordinarie, interior e materiali ma anche… retail design, hotel ed eco-rifugi, spazi di gusto, di svago e di benessere, giardini fioriti e frivolezze per planare leggeri sulla vita. Radar è un rilevatore di bellezza, la nostra personale selezione di tutto quello che fa bene agli occhi e per questo merita, qualche volta, uno strappo alla regola.

> segnalalo a: redazione@nunziare.it

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01. VIAGGIO NELLA MEMORIA

Per capire com’erano le nostre case, come eravamo noi e quante “rivoluzioni” abbiamo attraversato, basterebbe recuperare e mettere in fila le istantanee del passato. C’è qualcuno che lo ha fatto, andando su Instagram alla pagina @memoryisnotafile è possibile ripercorrere chi eravamo attraverso album di famiglia privati, volti anonimi e foto di vita già vissute. Andando sul sito (memoryisnotafile.com) si scopre che a mettere insieme pezzi di vita provenienti da tutto il mondo - dagli anni ’40 agli anni ’80 -, è Damiano Carrara che ha raccolto più di 600mila diapositive Kodachrome abbandonate per offrire a migliaia di storie destinate all’oblio una nuova vita.

LA CASA DELL’ANNO 2023

La miglior casa del 2023? Secondo il RIBA - Royal Institute of British Architects - che ogni anno premia il lavoro svolto dai suoi membri in tutto il mondo, è una green house piena di piante organizzata attorno a un grande atrio centrale. Nascosta in una stradina di Tottenham a Londra, questa residenza privatarealizzata dallo studio di architettura Hayhurst and Co -, non solo ha mantenuto la serra preesistente sul sito, ma risulta un vero esempio di edilizia sostenibile a costi contenuti grazie al sapiente uso di materiali riciclati (per rivestimento e pavimentazione), tecnologie di recupero dell’acqua piovana e soluzioni creative che sono riuscite a mantenere i costi contenuti. Il riscaldamento è prodotto da una pompa di calore ad aria, mentre al consumo energetico ci pensa l’impianto fotovoltaico sul tetto. Sul sito del RIBA un video ne racconta l’intera storia.

SI TROVA A LONDRA ED È STATA PREMIATA DAL RIBA
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ph > © Kilian O’Sullivan

Partendo dalla tecnica decorativa del Trencadis, tipica della cultura catalana, i progettisti di Synthetic Architecture hanno immaginato, con l’aiuto dell’AI, di riciclare ceramiche per utilizzarle per la facciata e gli interni di una caffetteria. «L’obiettivo di queste visualizzazioni» spiegano «è quello di raggiungere una mentalità sostenibile per la pratica architettonica».

IL SENSO DELLE DONNE PER LA CITTÀ, L’ULTIMO LIBRO DI ELENA GRANATA

«Non potendo costruire hanno scritto. Di case, di città, di quartieri in trasformazione. Tenute lontane dall’architettura si sono dedicate alla fotografia, trovando mille modi per raccontare le persone e gli spazi in città. Si sono dedicate alla scala minuta, granulare, del design dell’abitare e della vita quotidiana, progettando spazi di prossimità e benessere. Oggi la prospettiva da cui guardano il mondo appare cruciale». Elena Granata, docente di Urbanistica del Politecnico di Milano, è tornata in libreria con “Il senso delle donne per la città” (Einaudi editore).

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FACCIATE TRENCADIS A BARCELLONA
03. ISPIRAZIONI
04. BOOK TIPS
© syntheticarchitecture

MALLORCA, DORMIRE NELLA STORIA

Un tempo, durante l’era islamica medioevale delle Isole Baleari, fungeva da palazzo musulmano. Oggi questo gioiello storico, risalente al XII secolo, è stato restaurato e ospita il Nobis Hotel Palma del colosso dell’hotellerie Nobis Hospitality. Trasformato grazie all’intreccio del miglior design scandinavo e spagnolo è il perfetto trait d’union per chi ama soggiornare tra storia e modernità. www.nobishotel.es

TENUTA DI MURLO, IN UMBRIA

LA QUIETE PERFETTA

Miglior hotel in Italia secondo la Condé Nast Gold List 2021, Tenuta di Murlo è un’esclusiva tenuta privata immersa nella quiete di migliaia di ettari di riserva naturale. Dispone di 9 ville di lusso con piscina, 3 camere deluxe e un ristorante il “Caldaro”, attraverso il quale la tenuta offre servizi di chef privato o cene catering. www.murlo.com

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05. INDIRIZZI

Sapevi che a Londra si possono trovare antichi bagni termali? No? Allora segna in agenda questa dritta! A pochi minuti da Covent Garden c’è “AIRE Ancient Baths”, un’oasi situata in una residenza del XVIII secolo - dove visse l’autore di Peter Pan -, trasformata in un tempio del benessere che ha recuperato le antiche tradizioni dei bagni greci, romani e ottomani. www.beaire.com

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AIRE, ANTICHI BAGNI A LONDRA

Una stanza aggiuntiva in legno, estendibile o piegabile all’occorrenza e con tutto quello che occorre per: lavorare, leggere un libro, cucinare per gli amici e poi cenare all’aria aperta. Il progetto è di IWI (www.iwi.design), una soluzione versatile e low cost brevettata e sviluppata in Ecuador, dagli architetti Juan Ruiz e Amelia Tapia, che ha conquistato il mondo!

FINALMENTE SI PRANZA FUORI!

Modulari, movibili, chic e, per questo, smart!

Se (come noi) non vedevi l’ora di organizzare pranzetti e cene all’aperto le soluzioni che ti proponiamo arrivano dall’azienda svedese Röshults. Cucine e barbecue disegnate dal duo Mate Bronberg e Johan Ridderstråle, specialisti dell’outdoor living, realizzate senza lasciare nulla al caso. www.roshults.com

07. OUTDOOR

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UNA STANZA PIEGHEVOLE PER LA VITA ALL’ARIA APERTA
06. SMART IDEA

Lo studio olandese MVRDV per la sua terza collaborazione con la maison italiana Bulgari ha deciso di realizzare, per la boutique di Shangai all’interno del famoso shopping mall “Shangai Plaza 66”, una facciata nata dagli avanzi delle bottiglie di champagne e birra che altrimenti sarebbero finiti in discarica. «Abbiamo trattato la facciata come Bulgari avrebbe trattato un gioiello» spiegano i soci fondatori dello studio «la nostra collaborazione con la maison ha prodotto diversi affascinanti esperimenti sui materiali. L’obiettivo è quello di realizzare negozi sempre più attenti al recupero e al riciclo».

08. TOGETHER CALIFORNIA

L’attore premio Oscar si è fatto promotore di un’iniziativa lodevole: costruire 12 case per mantenere i bambini tolti alle famiglie sotto lo stesso tetto. Il progetto si chiama “Together California”, un vero e proprio villaggio-famiglia per evitare che i bambini affidatari, oltre alla perdita dei propri genitori, subiscano anche la separazione dai propri fratelli. Il complesso sta nascendo fuori Los Angeles, a Palmdale, e sarà composto da due monolocali, un centro comunitario di 7000 mq più 12 abitazioni. Il costo complessivo dell’operazione si aggira intorno ai 22 milioni di dollari e terminerà nel 2025.

75 SIAMO ANCHE SUI SOCIAL CON NEWS, VIDEO, GALLERY E FOCUS IN PIÙ. INSTAGRAM E FACEBOOK > @nunziaremagazine
MVRDV
08. SOSTENIBILITÀ
CHRISTIAN BALE, L’ATTORE DI BATMAN, INIZIA LA COSTRUZIONE DI UN VILLAGGIO PER BAMBINI ADOTTIVI

LONDRA

Florattica.

Un bar sul tetto che nasce da un gioco di parole tra “fiore” e “attico”. Ispirato all’industria tessile dell’East London e ai motivi floreali in seta intrecciata degli ugonotti francesi locali del XVII secolo, si trova all’11° piano del Canopy by Hilton London City - 11-15 Minories, London.

DUBAI

Zenon Restaurant.

Situato nell’hotel Kempinski Central Avenue Dubai è il primo ristorante al mondo ad unire digital art - generata dall’intelligenza artificiale -, con tecnologia, accattivanti display olografici e cucina eccellente. Un esperimento futuristico, dove le pareti si animano e si trasformano in opere d’arte, firmato dall’architetto Davide Algranti.

NEW YORK

Buddakan.

Progettato dall’iconico designer francese Christian Liaigre è uno dei ristoranti più celebri e visitati al mondo grazie a una scena del film “Sex and the City”. Qui, tra icone di Buddha e dipinti baccanali rinascimentali, si incontrano diversi mondi: la Parigi sfarzosa del XVI secolo, la New York industriale e la tranquillità dell’Oriente. Con 260 posti a sedere nel ristornate e 60 nella lounge, si trova al n° 75 della 9th Avenue, New York

TodoList

Food&design. 5 ristoranti diventati spazi di sperimentazione per designer e architetti

> Le stelle Michelin ormai non bastano più, tant’è che ogni anno c’è un premio riconosciuto a livello mondiale, il Restaurant & Bar Design Awards , che celebra bar e ristoranti che al gusto accostano arte, design e creatività per trasportare gli ospiti in un viaggio oltre il palato. Nella lista delle cose da segnare e da cui trarre dosi di ispirazione abbiamo così messo 5 locali degni di queste classifiche!

BANGKOK

The Chrystal Grill House . Sulle rive del Chao Phraya cinque eleganti strutture trasparenti accolgono i clienti in un raffinato salotto con vista.

Scoprilo su Instagram @thecrystalgrillhouse Asiatique Charoenkrung Soi 72-76, Charoenkrung Road, Bangkok.

MELBOURNE

Yugen Dining

Nato a seguito di un progetto di riuso adattivo, si trova in un’ex parcheggio interrato di due piani.

Progettato dallo studio australiano EAT Architects è ispirato alla cultura dell’Asia ed è semplicemente ricco di dettagli preziosi, dal lampadario dell’artista britannica Jennifer Conroy-Smith, composto da duemila componenti in porcellana lavorati a mano, alla sfera dorata al centro, simile a una gabbia per uccelli che ospita un tavolo.

606 Chapel St, South Yarra, Melbourne.

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> Persone, personaggi, changemakers, esperti raccontati o intervistati

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> IL MERCATO DEL CREDITO SARÀ SEMPRE PIÙ VERDE. COME COMPRARE CASA COL MUTUO GREEN.

Fino al 2023, per effetto del superbonus, la conoscenza e la domanda dei mutui green è stata blanda. Adesso che il 110 è stato ufficialmente mandato in soffitta, ma si fanno sempre più stringenti e vicine le scadenze che spingono per l’efficienza energetica immobiliare, anche il mercato dei mutui sarà sempre più dominato da finanziamenti che premieranno gli immobili in classe A o B. Per capire meglio come andranno le cose, cosa sono e come è possibile ottenere un mutuo green, ne abbiamo parlato con Eugenio Alaio - Dirigente Banca di Credito Popolare -.

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Il settore del credito si sta muovendo nella direzione dei mutui green ci spiega brevemente come mai e cosa sono?

«I finanziamenti cosiddetti “green” sono caratterizzati dalla specificità della finalità del mutuo che deve essere indirizzata ad investimenti sostenibili, ossia destinati ad accrescere l’efficienza energetica o il percorso di transizione verso minori emissioni di Co2. Ne consegue che si tratta di tradizionali finanziamenti bancari con finalità specifica e quindi dove sia presente una capacità di rimborso misurata attraverso il rapporto rata/ reddito o - se si tratta di imprese -, da un DSCR superiore a 1,1. Quest’ultimo è il rapporto tra

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in foto > Eugenio Alaio Dirigente Banca di Credito Popolare DANIELA IAVOLATO

tutti gli impegni rateali e il margine reddituale realizzato con l’attività (cosiddetta EBITDA)».

I mutui verdi sono esattamente come quelli tradizionali, cioè proposti a tasso fisso o variabile, dov’è il vantaggio?

«Il beneficio principale è un vantaggio in termini di prezzo che si sostanzia in una riduzione del prezzo del mutuo, conseguito solo nei casi in cui si realizzi un obiettivo sostenibile. Nel caso dei mutui destinati ad accrescere l’efficienza energetica, l’obiettivo viene misurato attraverso l’APE - Attestato di Prestazione Energetica - che indica la classe energetica di un appartamento. Solitamente, ed in relazione alla finalità per cui viene concesso il finanziamento, le erogazioni conseguenti sono effettuate per pagare i costi sostenuti in seguito a presentazione fattura e attraverso bonifico cosiddetto “parlante” che consente la deducibilità fiscale dei costi sostenuti. Quest’ultimo è un ulteriore vantaggio conseguito dal mutuatario che si aggiunge ai benefici in termini di prezzo del mutuo».

Oltre all’acquisto un mutuo green può finanziare lavori di ristrutturazione per salire di classe?

«È proprio questa la finalità del mutuo green, permettere di realizzare interventi di ristrutturazione che consentano un miglioramento della classe energetica».

Che classe bisogna avere (in caso di acquisto) o a che classe bisogna arrivare (in caso di ristrutturazione) per accendere o richiedere un mutuo green?

«Come è noto, le classi energetiche previste sono dieci e sono espresse con lettere che vanno

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da “A” (migliore classe, a sua volta suddivisa in quattro classi da A1 a A4) a “G” (peggiore classe). La classe energetica è desumibile dall’APE, richiesta obbligatoriamente in occasione del rogito del contratto di acquisto dell’immobile. Solitamente le banche, per far sì che il mutuatario possa beneficiare di uno sconto sul tasso globale applicato al mutuo, richiedono almeno un miglioramento di due classi energetiche in seguito ai lavori di ristrutturazione. Da un esame delle principali caratteristiche degli immobili italiani si desume che la maggior parte degli immobili sono in classe “E” (terzultima classe), per cui un miglioramento può definirsi tale già raggiungendo la classe C a cui conseguono minori effetti in termini di efficienza energetica di almeno del 30%».

Quali sono le banche più organizzate in questo momento?

«Tutte le banche hanno arricchito la propria offerta con i mutui green, per cui non può dirsi che una sia migliore dell’altra. L’offerta è indirizzata, per il segmento privati/retail, con mutui per ristrutturazione o per acquisto casa che abbia determinate caratteristiche di efficienza energetica. Naturalmente l’offerta si differenzia per condizioni economiche di partenza, tipologia di tasso (fisso o variabile), stratificazione delle spese accessorie che possono essere previste in misura maggiore o minore di quelle di cartello».

Quali requisiti e documenti bisogna avere sia per l’acquisto che per la ristrutturazione?

«Gli elementi principali che vengono valutati

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da una banca, in seguito a richiesta di un mutuo sia esso finalizzato a ristrutturazione che ad acquisto, sono la capacità di rimborso e la congruità della garanzia immobiliare che viene formalizzata attraverso l’acquisizione dell’ipoteca sull’immobile oggetto di finanziamento. La congruità è condizionata ad un rapporto tra l’ammontare del finanziamento al netto di interessi ed il valore dell’immobile, quest’ultimo da accertarsi con perizia che solitamente viene fatta dalla banca. Detto rapporto, che tecnicamente viene denominato Loan to Value, non deve superare l’80%. Invece la capacità di rimborso viene valutata attraverso il rapporto tra l’importo della rata del finanziamento comprensiva di interessi ed il reddito complessivo al netto di altri eventuali impegni rateali del mutuatario. Dal punto di

vista temporale si fa riferimento all’anno. Detto rapporto in media deve essere non superiore al 30%. Valori maggiori potrebbero indicare una situazione di sovraindebitamento.

Ne consegue che i documenti da presentare per la richiesta di un mutuo devono essere quelli reddituali (Unico o CUD recenti ovvero riferiti all’ultimo anno) a cui è bene aggiungere anche copia delle ultime tre buste paga, se lavoratori dipendenti. Ad essi è da aggiungere l’atto di

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provenienza dell’immobile e un preventivo dei lavori da eseguire, se si tratta di un mutuo per ristrutturazione o di un compromesso nel caso di mutuo per acquisto

È naturale che, trattandosi dei mutui in argomento, è da produrre anche l’ormai nota APE di partenza».

Fino ad oggi la richiesta dei mutui green ha rappresentato un mercato di nicchia, dal suo osservatorio qual è la previsione nei prossimi anni? Come vi state muovendo per far conoscere lo strumento?

«In considerazione degli obiettivi di sostenibilità che caratterizzano lo scenario attuale e mi riferisco all’Accordo di Parigi 2015 e all’Agenda 2030, detto mercato avrà forti tassi di sviluppo anche perché le stesse banche, come i privati e le imprese, hanno obiettivi analoghi in termini di minor impatto climatico da asseverarsi con la rilevazione di quanto prodotto in tale ambito.

L’interrelazione con la clientela, che mira alla diffusione culturale del tema della sostenibilità, consente in primis di diffondere consapevolezza e conoscenza per la materia.

A ciò si aggiunge la pratica di corredare le richieste di finanziamento da questionari sulla sostenibilità che hanno l’obiettivo di sistematizzare le informazioni necessarie in tal senso e di consentire a tendere di determinare un profilo di rischio della clientela privati e imprese».

Essere sostenibili non è più una scelta ma

> ALTERNATIVE

Finita l’era dell’agevolazione al 110% (il superbonus da quest’anno scende al 70%, mentre nel 2025 è già confermata un’ulteriore riduzione al 65%), chi affronta un lavoro dovrà trovare soluzioni diverse che non sono soltanto bancarie. Collegandosi al sito della Confcommercio è possibile risalire alle detrazioni fiscali dedicate alla casa e al condominio: dagli incentivi per le ristrutturazioni, a quelle per mobili ed elettrodomestici, fino agli interventi antisismici o ai bonus barriere architettoniche.

un dovere anche per le banche. Gli istituti di credito smetteranno di proporre mutui tradizionali? Se sì a partire da quando?

«L’attività di lending svolta dalle banche ha subìto soltanto un incremento dell’offerta che non modifica i prodotti tradizionali. Naturalmente immobili non efficienti dal punto di vista energetico o ambientale e attività inquinanti saranno sempre meno oggetto di finanziamento poiché drenano, per normativa di Vigilanza, maggior capitale. Risulteranno quindi non convenienti per una banca».

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