La Gazzetta dello Sport (05-06-2015)

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mercoledì 6 maggio 2015 anno 119 - numero 105 euro 1,40

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JUVE NO LIMITS SEMIFINALE DI CHAMPIONS IMPRESA A TORINO REAL MADRID BATTUTO 2-1 ORA BERLINO È PIÙ VICINA

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Grande prova di gioco, coraggio e personalità dei bianconeri Apre Morata, pareggia Ronaldo, poi decide Tevez su rigore Allegri: «Loro più ricchi, noi più bravi»

BOCCI, BRAMARDO, D’ANGELO, DELLA VALLE, FROSIO, LAUDISA, MAURO, SCHIANCHI, VERNAZZA DA PAGINA 2 A PAGINA 11

L’ANALISI di Paolo Condo’ Sarà una settimana bellissima. Sarà una settimana in cui la speranza di andare in finale, legittima per il vantaggio acquisito e per la situazione tattica in vista, poggerà su una consapevolezza che nessun risultato, nemmeno un’eliminazione, potrebbe cambiare: la Juventus è diventata una grande squadra europea.

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L'ARTICOLO ALLE PAGINE 2-3

QUANTO PEP C’È SU BARÇA-BAYERN! Messi: «Guardiola? Non lo sento più». Il tecnico: «Se segniamo al Camp Nou esulto» BIANCHI, RICCI ALLE PAGINE 12-13-14 E COMMENTO DI DE CALÒ A PAGINA 25

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GIRO QUIZ A SANREMO CHI SARÀ IL CORRIDORE NUMERO 5000? Tutte le cifre più curiose della corsa rosa dalla prima edizione del 1909 E c’è il debutto di un etiope GREGORI ALLE PAGINE 30-31

PEP GUARDIOLA E LUIS ENRIQUE

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INTER

DA NON PERDERE

Mancini a tutta difesa 1 Mou-Chelsea, altro sì Il club offre 16 milioni Handa per il rinnovo per prolungare al 2019 e mirino su Skrtel DALLA VITE, PESSINA, TAIDELLI A PAGINA 18

MILAN

Pressing cinese su Berlusconi per il club e il nuovo stadio PAGLIARA, PASOTTO A PAGINA 17

w IL ROMPIPALLONE di GENE GNOCCHI Di Caprio avvistato con Barbara Berlusconi. Non sa resistere quando vede una barca che affonda

BOLDRINI A PAGINA 27

2 Alle 15 c’è Toro-Empoli Ventura e Sarri la sfida degli outsider LONGHI A PAGINA 20

3 Bolt-Gatlin: le frecce tra velocità e veleni Il 2015 va già al massimo BUONGIOVANNI A PAGINA 36


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Champions League R Andata semifinali

Galattica Juve L’urlo di Carlos Tevez, 31 anni, dopo il 2-1 bianconero: dietro, Pirlo e Marchisio LAPRESSE

Morata e Tevez matano il Madrid E adesso la finale è quasi... Realtà JUVENTUS

REAL MADRID

2 1

PRIMO TEMPO 1-1 MARCATORI Morata (J) al 9’, C. Ronaldo (RM) al 27’ p.t.; Tevez (J) su rigore al 12’ s.t.

JUVENTUS (4-3-1-2) Buffon; Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini, Evra; Marchisio, Pirlo, Sturaro (dal 19’ s.t. Barzagli); Vidal; Morata (dal 33’ s.t. Llorente), Tevez (dal 41’ s.t. Pereyra). ALLENATORE Allegri PANCHINA Storari, Padoin, Pepe, Matri CAMBI DI SISTEMA 3-5-2 dal 19’ s.t. ESPULSI nessuno AMMONITI Bonucci, Chiellini e Tevez per gioco scorretto, Vidal per proteste REAL MADRID (4-4-2) Casillas; Carvajal, Pepe, Varane, Marcelo; J. Rodriguez, Sergio Ramos, Kroos, Isco (dal 18’ s.t. Hernandez); Bale (dal 41’ s.t. Jesé), C.Ronaldo. ALLENATORE Ancelotti PANCHINA Keylor Navas, Coentrao, Arbeloa, Lucas Silva, Illarramendi CAMBI DI SISTEMA 4-3-3 dal 18’ s.t. ESPULSI nessuno AMMONITI Carvajal, J. Rodriguez e Marcelo per gioco scorretto. ARBITRO Atkinson (Ing). NOTE spettatori 41.011, incasso di 3.305.232 euro. Tiri in porta: 6-4. Tiri fuori: 3-4. Angoli: 1-5. In fuorigioco: 3-0. Recuperi: p.t. 1’, s.t. 3’

PRIMO TEMPO 3’ Subito brivido Contropiede di Tevez e gran botta di Sturaro da fuori. Para Casillas. 5’ Ahi Bonucci... Pirlo perde palla e, per fermare Bale, Bonucci è costretto al fallo. Ammonito. 7’ Morata ci tenta Pallonetto da lontano di Morata: illusione del gol, ma Casillas c’è. 9’ Morataaaaaaa Real scoperto, Tevez scarica un diagonale da destra, Casillas non trattiene e Morata arriva dietro Pepe. 1-0 12’ Kroos prende la mira Tiro da fuori di Kroos, Buffon in angolo. 23’ Ecco CR7 Juve sbilanciata, spazio per C.Ronaldo che entra in area ma colpisce male e il diagonale va sul fondo. 27‘ Ronaldo punisce James da destra con un pallonetto che beffa la Juve: Ronaldo s’infila tra Pirlo e Lichtsteiner e segna di testa. 1-1 41’ James traversa! Cross di Isco, traversa di Rodriguez di testa.

SECONDO TEMPO 1’ Duro Tevez Subito fallaccio su James: giallo.

12’ Tevez rigore-gol!!! All’11’ gran contropiede di Tevez quasi area-area e Carvajal lo atterra. Rigore. E goool! 2-1 19’ Allarme Ronaldo Occasione Real: palla che attraversa l’area ma Ronaldo non ci arriva di poco 42’ Llorente, peccato Real in bambola in difesa, Llorente se ne va e Casillas lo costringe ad allargarsi: non gli resta che il cross centrale 47’ Fernando, altro spreco Palla tagliata di Pirlo in area, Llorente la vede all’ultimo e colpisce debole di testa tra le braccia di Casillas. Era l’occasionissima del 3-1.

1Fantastica

Paolo Condò INVIATO A TORINO

S

arà una settimana bellissima. Sarà una setti­ mana in cui la speranza di andare in finale, legittima per il vantaggio acquisito e per la situazione tattica in vista, poggerà su una consape­ volezza che nessun risultato, nemmeno un’elimi­ nazione, potrebbe cambiare: la Juventus è diventa­ ta una grande squadra europea, merita il posto nel­ la final four della Champions e il mix di sapienza tattica, capacità tecnica e anima guerriera l’ha resa un incubo per ogni avversaria, specie le più nobili.

prestazione della squadra di Allegri, superiore in tutto agli spagnoli. Neanche Ronaldo di testa rovina la festa bianconera

IL MOMENTO CHIAVE Il Real Madrid cade trafitto dalla sua spocchia, che nemmeno le cure di uno storico saggio come Ancelotti hanno disinnescato: quando Marcelo chiude gli occhi e spara da trenta metri quella che vorrebbe essere una bomba da tre punti, e rimbalza invece nel mucchio tornandogli indietro come un maligno boomerang, nei tre quarti di campo liberi staziona il solo Carvajal. Una sentinella in un deserto che improvvisamente di popola di tartari. Tevez è il più lesto a impadronirsi della boccia e a partire, mentre Mo­ rata scatena il suo istinto fast&fu­ rious aprendo il campo nell’altra direzione, e lo sgambetto col quale Marcelo lo toglie di torno — per quanto involontario — VINCE, PAREGGIA O PERDE DI UN GOL (MA NE FA ALMENO 2) merita un cartellino giallo. La ti­  Dopo il 2-1 a Torino, la Juventus si qualifica per la finale di gna con la quale Tevez entra in Berlino se a Madrid: 1) vince; 2) pareggia; 3) perde con un gol area, in apnea totale e con Car­ di scarto segnandone almeno due (3-2, 4-3...). Se perde 2-1 vajal che gli incombe addosso si va ai supplementari. Se perde per 1-0 o con due o più gol come una digestione difficile, è il di scarto al Bernabeu, sarà eliminata dalla Champions 2014/2015 preludio all’intervento da rigore che lo spagnolo non sa gestire. Ma al di là delle Ronaldo quasi: tolto il gol da consumato predato­ debolezze individuali di una difesa troppo permea­ re, il Pallone d’oro combina veramente poco, e quel bile sui lati, è lo squilibrio della fase offensiva — poco lo fa in area da centravanti visto che dei suoi priva dei necessari contrappesi — a mandare a fon­ strappi in progressione non c’è nemmeno l’ombra. do il Madrid. Che merita rispetto per l’ambizione a La Juve soffre un po’ sui lati la vivacità di James e governare ogni partita, anche quelle più difficili Isco, ma la notevole intuizione di Allegri di irrobu­ come una visita allo Stadium; ma che allo stesso stire la mediana con Sturaro evita che il dinamismo tempo alterna vertiginose giocate da playstation ormai troppo ridotto di Pirlo costi un prezzo esor­ (che meraviglia la traversa di James in capo a bitante. La scelta rovinosa di Sergio Ramos mezza­ un’azionissima Marcelo­Isco) a ingenuità come la — ma perché? — finisce di mettere la Juve in quella che costa il 2­1. una posizione comoda, perché Kroos deve dividere i suoi compiti fra regia e copertura e il tandem Mar­ LA MOSSA STURARO La capacità di tenere a bada chisio­Vidal può occuparsi delle discese dei terzini. il palleggio di una squadra tecnicamente così son­ Partita a scacchi complessa, cui Morata e Tevez ag­ tuosa — ce ne fosse uno che stoppi a seguire un giungono un’anima ben più pesante dei 21 grammi lancio di quaranta metri... — è la pietra angolare del film. sulla quale la Juve costruisce il successo più bello della stagione. Bale viene cancellato dalla partita, PARTENZA SUPER I primi 20’ della Juve sono pro­

si qualifica se


MERCOLEDÌ 6 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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fI DUE PROTAGONISTI

LA MOVIOLA di VINCENZO D’ANGELO

MORATA & TEVEZ

IL RIGORE È SOLARE, CARVAJAL DA AMMONIRE

Il Real Baby batte la paura e il proprio passato L’Apache supera se stesso

1Alvaro alla vigilia aveva una faccia timorosa per via dei suoi legami col Madrid Dopo il gol non ha esultato «per rispetto verso tutta la famiglia madridista» migliore di questa. Loro sono i più forti del mondo», dice il nu­ mero 9 bianconero. Il problema è che il Real Baby non ha biso­ gno di coccole e di orsi di pezza. E’ diventato grande e sa che a Madrid l’impresa della qualifi­ cazione sarà molto difficile, ma non ha paura. Figuriamoci se ne ha Carlitos, con quella faccia rubata a un film di Tarantino.

Alessandra Bocci INVIATA A TORINO

L’evidente contatto da rigore tra Carvajal e Tevez AP

babilmente i migliori in assoluto della stagione. La squadra si trova giocando ad alta velocità, affonda nei languori della difesa spagnola, colpisce in prati­ ca alla seconda palla buona: Tevez irrompe in area da destra (con Marcelo doganiere si potrebbe con­ trabbandare un elefante), incrocia il tiro nell’angoli­ no opposto, Casillas si allunga ma la sua deviazione non fa altro che innescare il piede da killer di Mora­ ta. Il sangue blu del Real Madrid si nota dal fatto che lo svantaggio non lo turba per nulla: non cambia ritmo violentemente, lo accentua soltanto azione dopo azione, come un insinuante bolero, convinto com’è che i troppi assassini nelle sue file non perdo­ neranno la prima distrazione. E il pari di Ronaldo arriva esattamente così: Evra e Vidal hanno una fra­ zione di secondo di ritardo sul numero in palleggio di James, che prolunga per un Cristiano sul quale nessun bianconero scala in marcatura. Tanto gioco da una parte, una giocata raffinatissima dall’altra: ma da lì in poi la partita cambia, e se la Juve arriva all’intervallo in piedi è perché Sturaro riesce a spor­ care la conclusione sulla traversa di James. «TRE» IN SOFFERENZA Il 2­1 è un fulminante break nel controllo del Madrid. Subito dopo Allegri muo­ ve ancora, e in modo strano: toglie dal campo la sua brillante intuizione anziché Pirlo, per immette­ re Barzagli e difendere a tre (Ancelotti ha già butta­ to sul tavolo l’inutile Chicharito, farà molta più pa­ ura nel finale il funambolico Jesé). Nei primi minu­ ti viene schiacciato in area come successe a Monte­ carlo, ma stavolta Tevez reclama il pallone e lo porta avanti facendo rifiatare la difesa, e il finale è pure juventino con occasione mancata da Llorente e sacramenti in viaggio verso il cielo. Al Bernabeu sarà una guerra, ma la Juve ci arriva armata fino ai denti. © RIPRODUZIONE RISERVATA

 Arbitra all’inglese Atkinson e non potrebbe essere altrimenti. Una direzione buona, anche se manca qualche giallo. In particolare a Carvajal (graziato anche nella ripresa un paio di volte), nell’episodio chiave che porta al rigore del 2-1, firmato Tevez. L’argentino, infatti, salta il difensore del Madrid in area prima di essere agganciato da dietro: rigore solare, strano che Atkinson sorvoli però sulla sanzione disciplinare, che arriva invece per Vidal — proprio perché chiede il giallo — e per Marcelo, che nell’azione aveva messo giù Morata in ripartenza, e qui è stato bravo l’arbitro a concedere il vantaggio. Azzeccate anche le altre ammonizioni, con Bonucci che rischia per un tocco di mano in chiusura di primo tempo (era già ammonito). Regolari le posizioni di Morata (in linea al momento del tiro di Tevez nell’1-0) e di Ronaldo, che spinge in rete di testa l’assist di James Rodriguez per l’1-1.

IL TABELLONE JUVENTUS

2-1

Real Madrid

Ritorno Madrid, 13 maggio ore 20.45

FINALE

BERLINO, il 6 giugno

Barcellona

-

Bayern

Andata Barcellona, oggi ore 20.45 Ritorno Monaco, 12 maggio ore 20.45 GDS

L

a Royal Baby Charlotte Eli­ zabeth Diana ha trovato degli orsi di peluche gi­ ganti ad aspettarla fuori dalla clinica a Londra. Il Real Baby Alvaro Morata, nome assai me­ no altisonante, troverà al suo ritorno a casa migliaia di fana­ tici sostenitori del madridismo, SFIDE E allora eccoli lì, lo sfron­ religione da lui praticata in pas­ tato e l’educato, sostenuti da sato, e difficilmente il capo del­ tutta la squadra. Finì 2­1 per il la setta Florentino Perez andrà Real Madrid al Bernabeu nella a fargli visita come la bisnonna semifinale del 2003, l’ultima Elisabetta II ha fatto con Char­ giocata dalla Juve, quella che lotte. Aveva un’espressione l’ha condotta a Manchester brutta, diceva qualcuno prima contro il Milan di Ancelotti. Al della partita, avrà paura, è un ritorno quella volta fu 3­1 per la ragazzo, non ce la può fare. Ma Juve e adesso tutto quello che Alvaro Morata possono augu­ non è diventato rarsi i tifosi è che una nuova picco­ IL NUMERO il fattore campo la stella europea non incida. Che da solo. Quando non incida sui ha paura, am­ pensieri di Mora­ messo che ne ab­ ta, sulla rabbia di bia, può guarda­ Tevez, che la sua re quello accanto i gol in Champions f inora unica a lui, Carlitos Te­ di Tevez: l’argentino Champions l’ha vez. Che è più conquistata con vecchio, Scarfa­ ne aveva segnato il Manchester ce invece di Ba­ 6 nelle precedenti United insieme byface, con una 5 partecipazioni al modello Cri­ Champions già stiano Ronaldo e nel palmares e una voglia tre­ all’idolo Wayne Rooney, e lui menda di sgomitare fino alla fi­ era un comprimario. Che non ne in Europa. Morata e Tevez incida sull’abnegazione di hanno fulminato il Borussia Chiellini che ha finito con la Dortmund negli ottavi e hanno benda in testa, un accessorio saputo soffrire nei quarti. Sem­ che fa pendant con la faccia an­ brava che aspettassero questa tica di Tevez. Che non incida serata per ripartire: Tevez ha sulla personalità di Vidal, il più già superato se stesso con i 7 gol spregiudicato, e ci mancava po­ in Champions, migliore cifra di co che alla fine si mettesse a far sempre, Morata ha superato se torello. Intanto la Juve ha mes­ stesso in molti modi, compreso so il muso avanti, di una incol­ quello di ieri. Portare la sua fac­ latura e anche meno, direbbe cia da giovane educato nella l’ippofilo Allegri. E’ poco, ma è battaglia, dimenticare il passa­ già tanto per quelli che vedeva­ to, il diritto di ricompra che il no i bianconeri pronti al massa­ Real Madrid avrebbe per l’anno cro e il Real Baby adatto ancora prossimo a 30 milioni, gli amici per la culla. Alvaro invece ha che a Madrid gli vogliono bene, messo la testa fuori dai pizzi e compreso il difensore Pepe che dalle fasce. A Madrid, la prossi­ alla vigilia lo aveva coperto di ma settimana, gli amici potran­ coccole. «Non ho esultato per no constatare che un po’ è cam­ rispetto della famiglia madridi­ biato. sta. Lì dovremo fare una partita © RIPRODUZIONE RISERVATA

7

I PROTAGONISTI AI RAGGI X MORATA

TEVEZ

TOCCHI PER ZONA

Il colore è più intenso nelle zone in cui ci sono stati più tocchi di palla 2 1

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FALLI SUBITI 3

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GOL 12' ST 9' PT


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Champions League R Andata semifinali JUVENTUS

REAL MADRID

BARICENTRO MOLTO BASSO 45,1 metri 33 27

3 15 21

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ANGOLI

1

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109

5

112

21 13

POSSESSO PALLA 10 9

8 26

7 47,6%

494

52,4%

10

13

PASSAGGI EFFETTUATI

519

TIRI NELLO SPECCHIO

PALLE PERSE

FALLI COMMESSI

CONTRASTI

MEDIO 53,7 metri

BARICENTRO

15 4

PASSAGGI RIUSCITI 10 11

4 85%

86,7%

5

3 1

8

7

2 23 12 GDS

fL’ANALISI TECNICA

vora per il reparto, e pazienza se a volte non ha la lucidità per la giocata di alta classe. Nel Real Ma­ drid, invece, il numero 10 è sulle spalle di James i sono azioni che raccontano perfettamen­ Rodriguez che parte dal settore di destra, si ac­ te il carattere delle squadre che le disegna­ centra, dialoga con Cristiano Ronaldo e con Ba­ no. Prendiamo la Juventus e la volata di le, e in fase di ripiegamento si sacrifica e copre la Tevez che macina metri su metri, portandosi die­ fascia. Il colombiano, decisamente più fantasio­ tro i difensori avversari. C’è, in quella manovra, so e meno aggressivo di Vidal, strappa applausi la rabbia dell’argentino e di tutta la Juve; c’è, an­ quando serve l’assist per il gol di Ronaldo: tocco che, la forza fisica che ti consente un quasi «coast delicato, morbido, preciso. I numeri dicono che to coast»; e c’è, infine, la saggezza di un gruppo la sua è una prestazione di sostanza: 63 tocchi, che ha l’umiltà di rintanarsi davanti al portiere, 50 passaggi (11 sbagliati, e per uno come lui so­ quando le circostanze lo impongono, e lo scatto no troppi), 6 lanci, 4 cross, 3 sponde e 2 occasio­ d’orgoglio di uscire dal guscio e spaventare il ne­ ni create. Ciò significa che in ogni azione perico­ mico. Il Real Madrid, invece, stu­ losa del Real Madrid c’è lo zampi­ pisce per bellezza e per dabbenag­ no di James Rodriguez al quale, gine. Nel primo caso, siamo al 41’ IL NUMERO probabilmente, per rendere al del primo tempo, si resta con la massimo, serve la presenza di un bocca spalancata come accade di centravanti come Benzema che gli fronte ai capolavori: il pallone è faccia da trampolino di lancio. sulla destra, vicino alla bandierina dell’angolo, Carvajal lo recupera e QUALITA’ Vidal, con un Pirlo così lo appoggia a James Rodriguez, il i passaggi sbagliati sottotono, s’incarica di tenere su la colombiano lo fa «girare» fino a da Andrea Pirlo. baracca a centrocampo. Non fa il che non arriva a sinistra dove Isco trequartista puro, anche perché la s’inserisce in velocità e crossa. Il regista Juve non si può permettere di per­ L’incornata di James Rodriguez, a bianconero ha dere un uomo in fase di conteni­ colpo sicuro, sbatte sulla traversa toccato 82 palloni. mento: diciamo che indossa la tu­ per una deviazione, piccola ma ta blu e quando è il caso non va per decisiva, di Sturaro. Azione meravigliosa. Poi c’è il sottile come testimoniano i 3 falli commessi. la follia collettiva in occasione del 2­1 juventino. Sono 84 i tocchi del cileno, 63 passaggi (solo 8 Calcio d’angolo per il Real Madrid, squadra com­ errori), 9 recuperi e 3 contrasti vinti. La sua pre­ pletamente sbilanciata in avanti, pallone conqui­ stazione si apprezza soprattutto dal punto di vi­ stato da Tevez e difesa spagnola in crisi: Marcelo sta della combattività. In termini di qualità, inve­ e Carvajal contro l’Apache e Morata non hanno ce, i numeri sono eloquenti: zero cross, zero lan­ scampo. Grave peccato d’ingenuità che Ancelotti ci, zero passaggi filtranti, zero dribbling tentati. non mancherà di far notare ai suoi ragazzi. D’altronde, non è la serata giusta per cercare il colpo di magìa. La Juve, tenendo il baricentro FANTASIA I riflettori, e anche qui s’intuisce il ca­ molto basso (45,1 metri) come vuole Allegri, di­ rattere delle sfidanti, finiscono sul modo in cui i mostra di pensare prima di tutto a non concede­ rispettivi trequartisti interpretano il ruolo: la Ju­ re spazi agli avversari. Poi, se c’è l’occasione, si ve schiera Vidal e il cileno è in realtà un centro­ punge. Tattica perfetta. E molto italiana. campista aggiunto, si sbatte parecchio, corre, la­ © RIPRODUZIONE RISERVATA

Andrea Schianchi

C Trequartisti diversi James aggiunge qualità Vidal fa pure l’operaio

1Il colombiano pilota la manovra d’attacco: 6 lanci, 4 cross Il cileno è un esempio di sacrificio: 9 recuperi e 3 contrasti LA MOSSA TATTICA

PIRLO: lanci riusciti 11 TEVEZ: tiri effettuati 5 MORATA: falli subiti 3 VIDAL: palloni toccati 84 VIDAL PIRLO MORATA

LICHTSTEINER

TEVEZ

PASSAGGIO MOVIMENTO

La Juve cerca di sfruttare gli spazi che il Real Madrid concede in difesa. E’ fondamentale il lavoro di raccordo di Tevez, che rientra, riceve il pallone dai centrocampisti o dai difensori, e pesca i compagni che s’inseriscono in avanti. Vidal e Morata sono sempre pronti a buttarsi tra le linee avversarie GDS

IN TRIBUNA

La Scala si sposta per una notte E Conte se la gusta

Antonio Conte, 45 anni, e Carlo Tavecchio, 71, allo Stadium IPP

Francesco Bramardo TORINO

R

ecord di incasso, di tv col­ legate, di spettatori in tri­ buna. Il calcio è qui, di nuovo qui, dopo 12 anni di di­ giuno e attesa. Tevez contro Ro­ naldo, l’ Apache, la «garra» con­ tro il Fenomeno borghese. Im­ possibile mancare l’appunta­ mento dal vivo, nello stadio rinato sulle ceneri del Delle Alpi. Si cena con tradizionali agnolot­ ti al plin e barolo al bar dei vip per stemperare la tensione nel prepartita. Sfilano ex giocatori della Juve, c’è l’ex allenatore e ora c.t. Antonio Conte col presi­ dente federale Carlo Tavecchio, altri ex da Maldini a Bobo Vieri, fino a Muriel, veline defilate e appariscenti. Una volta tanto la Scala del calcio si è spostata 100 chilometri più ad ovest. Non manca lo sceicco arabo con con­ sorte, tifoso juventino pronto a sborsare 3000 euro per un palco da condividere. In tribuna i pa­ droni di casa Andrea Agnelli e Lapo, Allegra Agnelli e Lavinia Borromeo, moglie di John

Elkann, assente il presidente della Fiat per impegni di lavoro, hanno avuto problemi opposti, difficile accontentare tutti gli amici e parenti che avrebbero voluto assistere dai palchi al pas­ saggio generazionale nell’Euro­ pa che conta. Il gol di Morata scatena la bolgia , braccia al cie­ lo, pugni chiusi, abbracci, Ma­ rotta­Agnelli­Paratici, secondo cabala. Al gol di Ronaldo spunta uno striscione «Grazie Allegri», comunque. Per la serie «scur­ dammoce o passato» Luciano Moggi raccoglie applausi e sel­ fie. C’è pure David Trezeguet: giovedì presenterà allo Stadium la Unesco Cup: il 18 giugno di fronte le vecchie glorie del Boca e della Juventus. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Venerdì con la Gazza il libro sullo scudetto  Il quarto scudetto di fila della Juventus sarà celebrato dalla Gazzetta con un libro speciale in edicola da venerdì a 7,99 euro. All’interno del volume, l’analisi tecnica, il racconto dei protagonisti, focus su Tevez e Allegri, oltre a tutti i tabellini e la fotostoria con i momenti clou di una stagione memorabile.

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Champions League R Andata semifinali

MERCOLEDÌ 6 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

LE PAGELLE di SEBASTIANO VERNAZZA JUVENTUS

REAL MADRID

7,5

SORPRESONA STURARO OK BONUCCI PIRLO È GIÙ IL TECNICO ALLEGRI

6,5

6,5

7

6,5

BUFFON Una parata sola, ma importante, anzi fondamentale: nel primo tempo, sul tiro di Kroos, si allunga come Eta Beta e va a levare la palla dall’angolino basso. Per il resto molte uscite alte e ordinaria amministrazione, segno che la Juventus ha concesso al Real il minimo sindacale.

LICHTSTEINER Calato bene nella parte di terzino in una difesa a quattro, cosa diversa dall’essere esterno in un 3-5-2, dimentica però di chiudere la diagonale su Ronaldo nell’1-1. Sbaglio che non lo scompone, alla lunga «Licht» molto verticale e poco orizzontale. Sul pezzo e mai disperso, 1-1 a parte.

BONUCCI Appesantito da un giallo per inevitabile fallo su Bale, ammonizione provocata da errato passaggio di Pirlo, si muove con circospezione e perde di rado la posizione. Quasi un paradosso, la sanzione lo costringe a stare più attento. Ma sì che può essere forte anche in una linea a quattro.

CHIELLINI A questo giro niente svarioni o maldestri scivoloni con uso di mano. Concentrato sugli avversari e anche su se stesso, per evitare amnesie che potrebbero risultare fatali. Verso la fine una «ranzata» su Ronaldo con giallo incorporato: che «Chiello» sarebbe senza un colpo di randello?

 PARATE 2  RINVII 13  PRESE ALTE 4

 CONTRASTI 1  CROSS 3  PASSAGGI 49

 CONTRASTI 2  LANCI 1  PASSAGGI 38

 CONTRASTI 0  LANCI 4  PASSAGGI 56

5

5,5

SUPER JAMES BUIO VARANE BRAVO ISCO BALE NON VA IL TECNICO ANCELOTTI

7,5 Ha azzeccato tutto: la difesa a quattro, Sturaro per Pereyra, quel Tevez oscillante tra attacco e trequarti. Ha dato respiro europeo a una squadra che faticava ad averlo. Così è e sarà, a prescindere dal ritorno.

IL MIGLIORE TEVEZ

8 Dal suo piede la sassata che una volta di più scoperchia la «vecchiaia» di Casillas: gesto importante, in quell’attimo la Juve capisce che «sì, se puede». La fuga per il rigore è un’azione da film: «Carlitos vai», il titolo.

6

6,5

7

6,5

EVRA È il principale indiziato sulla scena dell’1-1: esce per l’anticipo e subisce il «posticipo» da Rodriguez, che lo scansa tipo paletto nello slalom. È un momento flop di cui va tenuto conto, ma che non lo scalfisce nello spirito. Evra non se ne va e fa valere la sua esperienza.

MARCHISIO Si gioca al massimo dei giri e neppure lui ha più la gamba dei vent’anni. Così ogni tanto devolve agli avversari qualche palla, specie sul corto, disattenzione tipica di chi ha la vista annebbiata. Restano però la solita sostanza muscolo-tattica e qualche intuizione «pirlesca».

STURARO Ben spesa, questa mossa a sorpresa. Sul centro-sinistra, a tamponare James in prima battuta e a ripartire non appena si creano le condizioni. Allegri stappa Sturaro e stoppa il Real. Il ragazzo gioca come se avesse alle spalle una cifra di gare in Champions. Sarà famoso e titolare, anche in Nazionale.

VIDAL Trequartista o centrocampista aggiunto, a seconda del possesso o meno del pallone: per un tempo la doppia parte in commedia gli toglie forse identità. Nella ripresa si riappropria di se stesso, ridà vita, anzi Vidal, al combattente latino che è in lui. Gli manca soltanto il graffio.

 CONTRASTI 0  CROSS 2  PASSAGGI 37

 TIRI 1  RECUPERI 3  PASSAGGI 34

 TIRI 1  RECUPERI 4  PASSAGGI 12

 TIRI 0  RECUPERI 9  PASSAGGI 55

4,5

CASILLAS Tirate, tirate, qualcosa succederà perché in porta c’è Casillas. Spiace essere crudeli, si parla di un campione del mondo e d’Europa, ma da un pezzo si è capito che Iker non è più super. L’1-0 è tutto suo, il Casillas che fu non avrebbe mai trasformato una respinta in assist.

CARVAJAL Non si entra così su un avversario in area, tanto più se costui si chiama Tevez e se sta incanalandosi verso sinistra: il fallo da rigore è di un’ingenuità disarmante. Nel complesso male lo stesso: se Carvajal è questo osservato allo Stadium, forse non è un difensore da Madrid.

PEPE Il meno peggio dei quattro dietro, perché ha 32 anni, ne ha viste di ogni colore e sa come si fa. Tevez e Morata però fanno venire il mal di testa anche a lui. Non ci sembra in sintonia con Varane. Anzi, ci pare proprio che tra i due non scorra simpatia, ma è un’impressione.

VARANE Qui si è capito che Varane non è Varenne, non è il purosangue che si pensava quando si affacciò sulla scena. A lungo il ventre molle del Real, la porta spalancata da cui Tevez entra e esce a piacimento. Grosse responsabilità sul primo gol e mancante come tutti sul fugone di Carlitos.

 PARATE 5  RINVII 6  PRESE ALTE 2

 CONTRASTI 1  CROSS 2  PASSAGGI 53

 CONTRASTI 3  LANCI 9  PASSAGGI 46

 CONTRASTI 0  LANCI 3  PASSAGGI 36

Non ci capacitiamo di Ramos a centrocampo. Ok, Modric è infortunato e Illarramendi non sarà ad altezza Real, però non si può chiedere a un cantante pop di trasformarsi in tenore. La logicità prima di tutto.

5

6

IL MIGLIORE JAMES RODRIGUEZ

7 Il suo nome è James, James «Bondriguez», e interpreta la parte dell’infiltrato speciale. Va veloce come una spia, serve l’assist per Ronaldo e di testa scuote la traversa. Ci piacerebbe vederlo in tandem con Morata.

6,5

IL PEGGIORE PIRLO

5,5 La difesa a 4 gli accorcia la coperta, lo espone a correnti d’aria. È il prezzo da pagare per una Juve più europea. Rischio calcolato. L’aggravante è che non regala il lancio illuminante e perde palloni pericolosi.

6

5,5

s.v.

MORATA InnaMorata, sempre di più, in fondo a ogni azione ci sei tu: parafrasiamo Battisti per omaggiare Alvaro il corsaro. Il gol da «buitre» da avvoltoio, volatile scelto in onore di Butragueño suo predecessore alla Casa Blanca e tante pennellate: Morata Real, del resto dà lì viene.

BARZAGLI Allegri lo inserisce verso il ventesimo della ripresa, quando l’allenatore decide che è il momento di conservare il 2-1 e ridispone la difesa a tre. Barzagli offre il solito contributo, ma la Juve a tre si fa schiacciare all’indietro e soffre, la prova che è stato giusto partire a quattro.

LLORENTE Spiacenti, ma non possiamo far finta che al 92’, nel recupero, Llorente, a due passi dalla linea, si sia divorato il 3-1. Sarebbe stato il gol che avrebbe permesso alla Juve di volare a Madrid con le ali ancora più dispiegate. È una rete sbagliata che potrebbe essere rimpianta (speriamo di no).

PEREYRA Da sicuro titolare a panchinaro buono per gli ultimi minuti. Lo strano caso del «Tucumano» Pereyra, fin qui tra gli juventini migliori. Allegri gli ha preferito Sturaro, ma non la prenda come una bocciatura. Trattasi di scelta mirata, frutto di accurato studio dell’avversario.

 TIRI 2  SPONDE 0  DRIBBLING 2

 CONTRASTI 0  LANCI 0  PASSAGGI 5

 TIRI 1  SPONDE 2  DRIBBLING 1

 TIRI 0  RECUPERI 0  PASSAGGI 2

IL PEGGIORE SERGIO RAMOS

4,5 Un difensore in mediana: ma si può? Secondo noi, no. A ciascuno il suo vero ruolo. Un conto è avviare l’azione da dietro, appoggiare in fascia o al regista; un altro è fare gioco lì nel mezzo. Ramos secco.  TIRI 0  RECUPERI 4  PASSAGGI 54

ATKINSON Bene nella valutazione degli episodi, meno nella gestione delle ammonizioni. Per esempio al conteggio finale manca il giallo a Carvajal per il fallo da rigore. Considerato che il difensore è stato sanzionato dopo, è lecito pensare che il Real avrebbe dovuto chiudere in dieci.

5

MARCELO In Brasile lo hanno soprannominato «Avenida Marcelo», perché sul suo lato, al Mondiale, gli avversari filavano come auto su un boulevard sgombro. Qui si fa notare perché sbaglia un sacco di cross (li piazza quasi tutti sul portiere). Da un suo tiro murato il «contropiedone» del 2-1.

KROOS Abbiamo visto Kroos migliori, ma se non altro lui sa quello che fa, mentre Ramos poveraccio non ha idea di come ci si debba comportare a centrocampo. Forse è questo il problema: Kroos costretto a fare il badante del compagno. Suo però l’unico tiro serio del Real.

ISCO Si chiama Isco e ha il piede fresco. Non trova collaborazione o appoggi a centrocampo, per cui fa da sé, con rapidi tocchi sulla sinistra. Suoi spunto e cross che generano la traversa di James. Così la sua sostituzione ci lascia un po’ perplessi, a meno che non avesse problemi fisici.

BALE Poche balle, che brutto Bale. Scusate la volgarità, ma altro slogan non ci viene per rendere l’idea della modestia della prestazione del gallese, rientrato di fresco da un infortunio. Lo si nota solo perché fa ammonire Bonucci. Ancelotti gli concede fin troppo minutaggio.

 CONTRASTI 1  CROSS 5  PASSAGGI 60

 TIRI 2  RECUPERI 6  PASSAGGI 62

 TIRI 1  RECUPERI 2  PASSAGGI 39

 TIRI 0  SPONDE 1  DRIBBLING 1

6

5

 TIRI 1  RECUPERI 4  PASSAGGI 39

8

6

5,5

5,5

 TIRI 5  SPONDE 1  DRIBBLING 0

 TIRI 0  RECUPERI 6  PASSAGGI 62

5

s.v.

C. RONALDO Il gol non è farina del suo sacco, ma di Rodriguez: su quel pallone c’era scritto «basta spingere» come su un famoso gol di Rossi al Mondiale del 1982 (assist di Conti, in quell’occasione). Ronaldo poco ribaldo: senza il gol si beccherebbe l’insufficienza come un Chicharito qualsiasi.

HERNANDEZ Dentro per Isco, perché c’è bisogno di maggiore presenza fisica in area avversaria. Ma il «Chicharito» si muove un po’ smarrito, non trova il filo del discorso con Ronaldo e non si fa mai trovare pronto all’appuntamento col pallone nei 16 metri, cosa per cui era stato spedito in campo.

JESÈ Oh Gesù, ma questo Jesé chi è? Straordinaria una sua serpentina sulla sinistra, con palla filante in area non raccolta da nessuno, per fortuna della Juve. Azione che da sola basta e avanza per chiedersi perché Ancelotti non gli abbia concesso più tempo e spazio.

 TIRI 2  SPONDE 5  DRIBBLING 1

 TIRI 1  SPONDE 2  DRIBBLING 1

 TIRI 0  SPONDE 0  DRIBBLING 0

MULLARKEY 6,5 CHILD 6

TAYLOR 6 MARRINER 6


MERCOLEDÌ 6 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

7


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Champions League R Andata semifinali IL FILM DELLA PARTITA

RECORD D’INCASSO ALLO STADIUM Il colpo d’occhio dello Juventus Stadium, con le squadre schierate e la coreografia, è notevole. Tutto esaurito con 41 mila spettatori e record d’incasso di 3,3 milioni LAPRESSE

ANDIAMO!!! GRANDE PARTITA!!!!! AVANTI COSI!!!!! #MAIUNPASSO INDIETRO

LA TRAVERSA DI JAMES: STURARO DECISIVO Lo stadio resta ammutolito al 41’ p.t. Il punteggio è sull’1-1, il Real va vicinissimo al secondo gol. Cross di Isco, James Rodriguez di testa colpisce la traversa: la deviazione di Sturaro è decisiva BOZZANI

GIORGIO CHIELLINI DIFENSORE JUVENTUS

Ancelotti: «Sfortunati, servirà pazienza»

1L’allenatore del Real rende merito alla Juve: «È in un momento di grazia. Da noi più errori del solito» Fabiana Della Valle INVIATA A TORINO

Q

uel coro ormai fa parte del passato. Sono passa­ ti anni da quando Carlo Ancelotti aveva addosso l’etichetta di eterno secondo e i tifosi della Juve, che mai gli hanno perdonato il pedigree da calciatore mezzo milanista e mezzo romanista, gli dedica­ rono il poco simpatico «Un ma­ iale non può allenare». La sto­ ria ha dimostrato che Ancelotti non solo può allenare, ma sa anche vincere, visto che ci è riuscito con Milan, Chelsea, Psg e Real Madrid. La Juve a casa sua, però, resta una pie­ tanza difficile da digerire, an­ che per una buona forchetta come lui. Non aveva vinto l’an­

no scorso, quando sempre alla guida del Real fece 2­2 allo Sta­ dium nella fase a gironi contro la squadra di Conte, e stavolta addirittura ha perso, nono­ stante una rosa ancora più ga­ lattica. Una sconfitta che non compromette niente, perché quel gol di Cristiano Ronaldo (sempre lui) tiene aperta la porta per arrivare alla seconda finale consecutiva, ma che co­ munque è un campanello d’al­ larme per i campioni d’Europa in carica: la Juve è un osso du­ ro, lo è sempre stato per il Real e lo è anche adesso, nonostan­ te la differenza di qualità (e di soldi spesi sul mercato) tra le due squadre. TRAPPOLA BIANCONERA Il bi­ lancio del Real con la Juve in 7 precedenti era di 5 sconfitte,

un pari e una sola vittoria (ne­ gli anni Sessanta). Il Real non prendeva gol in trasferta dal primo ottobre 2014 (nella fase a gironi con il Ludogorets). A Torino ne ha presi due e ha al­ lungato la striscia di mancate vittorie in Italia (3­0 alla Roma nel 2004­05). Certo, ci sono le assenze: Benzema è rimasto a Madrid, Modric è ancora infor­ tunato e a centrocampo Ance­

lotti ha puntato di nuovo su Sergio Ramos, che però di me­ stiere fa il difensore e ieri sem­ brava un pesce fuor d’acqua. Ma con una rosa da 500 milio­ ni si fa fatica a recriminare per gli infortuni. «Il Real è caduto nella trappola», titolava subito dopo la partita il sito di Marca.

ABBIAMO GIOCATO UNA PARTITA D’ATTACCO MA DOPO IL PARI LA JUVE SI È CHIUSA ANCORA DI PIÙ ED ERA DIFFICILE CARLO ANCELOTTI TECNICO REAL MADRID

Carlo Ancelotti, 55 anni FORTE

SFORTUNATI Ancelotti non è felice a fine gara, ma conta an­ cora di arrivare in finale e por­ tare a casa l’undicesima Cham­ pions per il Real: «La nostra partita è stata buona a tratti ­ dice ­, a volte abbiamo forzato un po’ troppo. Abbiamo cerca­ to di controllare il gioco, l’1­1 sarebbe stato buono, abbiamo fatto una partita d’attacco ma dopo il pari la Juve si è chiusa ancora di più e per noi non era facile. Ho visto più errori del

solito perché la Juve faceva molta pressione. Sul rigore ab­ biamo avuto sfortuna, sul rim­ pallo è partito il loro contropie­ de. Siamo stati sfortunati an­ che sulla traversa colpita da Ja­ mes. La Juve era quello che mi aspettavo, organizzata e deter­ minata, brava a sfruttare le sue chance. I bianconeri sono in un momento di grazia, ma noi ab­ biamo grande fiducia nella partita di ritorno perché il Ber­ nabeu ci potrà aiutare. Al ritor­ no ci vorrà un Real paziente». «In Champions chi ha coraggio vince, chi ha paura perde», era stato lo slogan di Ancelotti alla vigilia. Il coraggio non gli man­ ca, ma tra lui e la quarta Cham­ pions c’è di mezzo una Signora che non è mai riuscito a con­ quistare. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LE INDAGINI

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La bomba carta nel derby: denunciati 4 ultrà juventini 1 Acquisiti «elementi fondati» sui presunti responsabili del lancio: la Digos ha perquisito le loro abitazioni Alberto Mauro TORINO

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volta forse decisiva nelle indagini per l’esplosione della bomba carta duran­ te il derby di Torino del 26 apri­ le. Sono stati identificati e de­ nunciati 4 ultrà juventini, i pre­ sunti responsabili del lancio dell’ordigno che ha ferito 10 ti­ fosi granata in curva Primave­ ra. Nei loro confronti, come ri­ sulta dalle indagini coordinate dal pm Andrea Padalino, sono stati acquisiti «fondati e pro­ banti elementi» ora al vaglio dell’autorità giudiziaria: l’iden­ tificazione è avvenuta grazie al­ l’analisi dei filmati delle forze dell’ordine e della sicurezza dello stadio Olimpico. Ad effet­ tuare il lancio verso il settore granata sarebbero stati B.D. (29 anni, residente a Collegno), M.A. (42 anni, residente a Tori­ no), D.D. (28 anni, residente in provincia di Milano) e S.G.E. (28 anni., residente in provin­ cia di Bergamo). La Digos ha perquisito le abitazioni dei quattro, «raccogliendo signifi­ cativi e utili elementi a carico di alcune delle persone perquisi­ te». Un ultrà residente in Lom­

La curva del Toro nel derby IPP

bardia, e già sottoposto in pas­ sato a Daspo, è stato denuncia­ to perché trovato in possesso di tre cartucce calibro 22. In un’al­ tra abitazione è stata sequestra­ ta della cocaina, che ha fatto scattare una denuncia e un ar­ resto. L’analisi dei filmati prose­ guirà per individuare i tifosi ju­ ventini coinvolti nel lancio di fumogeni e altri oggetti esplosi nel settore granata, fortunata­ mente senza provocare feriti. Identificato anche un tifoso del Toro coinvolto nei danneggia­ menti al pullman della Juven­ tus, in via Filadelfia. Al momen­ to, il bilancio delle violenze nel derby è di otto arresti (cinque effettuati nelle prime ore) e più di venti denunce. Intanto la Ju­ ventus è in attesa di conoscere l’esito del ricorso contro il prov­ vedimento di chiusura della curva Sud per i prossimi due turni di campionato. © RIPRODUZIONE RISERVATA


MERCOLEDÌ 6 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

«NOI ABBIAMO UN SOGNO IN TESTA: VINCERE LA CHAMPIONS! ANDARE A BERLINO E VINCERE È L’0BIETTIVO»

MORATA A SEGNO, POI ECCO TEVEZ Morata sblocca il punteggio al 9’ p.t.: tap-in dopo un tiro di Tevez respinto. Lo stesso Tevez firmerà il 2-1: ecco il rigore vincente, con Casillas spiazzato, e Buffon, che non guarda e poi esulta BOZZANI

ARTURO VIDAL CENTROCAMPISTA JUVE

Orgoglio Allegri: «Loro più ricchi, noi più bravi» 1«Abbiamo concesso poco, la vittoria è giusta. E ora Pogba: giovedì in gruppo e sabato in campo» Mirko Graziano TORINO

C

apolavoro di Max. Real Madrid sconfitto con meri­ to, calcio italiano a petto in fuori grazie a una Juventus spa­ valda, organizzata e coraggiosa nei momenti più duri. Di com­ plessi di inferiorità proprio non ne ha Massimiliano Allegri. Lo aveva dimostrato già in rossone­ ro, quando alla guida di un Milan scarsino e pieno di cerotti aveva spaventato eccome il Barcellona di Leo Messi, battendolo netta­ mente all’andata (2­0) e uscendo nella gara di ritorno non senza aver avuto almeno due clamorose occasioni per buttare fuori il dre­ am team catalano. E ieri nemme­ no l’ha sfiorato l’idea di abbassare il baricentro di fronte ai vari Cri­ stiano Ronaldo, Bale, James Ro­ driguez, Isco e Kroos: al via con il «rombo», difesa a quattro e la scelta a sorpresa di preferire Stu­ raro a Pereyra, con Vidal a ridos­ so delle punte. ORGOGLIO MAX «Sono molto

contento di quanto fatto dai ra­ gazzi — dice il tecnico della Juve —. È un giusto premio, meritato. Non era facile giocare così, con questa personalità. È stata una partita straordinaria, abbiamo concesso poco a una squadra pa­ recchio tecnica. Se proprio devo essere pignolo, dico che avrem­ mo dovuto sfruttare meglio il pri­ mo tempo. Con maggiore velocità e qualità nelle giocate avremmo potuto fare altri gol. E poi anche nel finale si poteva colpire con Llorente. Dispiace per quell’ulti­ ma palla, in ogni modo alla vigilia avremmo messo la firma per vin­ cere e presentarci a Madrid in vantaggio. I ragazzi vanno solo ringraziati». E la Serie A tutta

VIDAL HA FATTO UNA PARTITA DELLE SUE. È AL MEGLIO. ED ERA ORA! DOPO SEI MESI DI VACANZE È TORNATO MASSIMILIANO ALLEGRI ALLENATORE JUVE

9

rialza la testa: «Sento spesso dire che il nostro è un campionato scarso, e non è vero. Magari non è il più spettacolare, ma è duro, dif­ ficile. Poi, certo, i grandi calciato­ ri oggi vanno altrove, e la diffe­ renza la fai con i campioni, ma in Italia siamo bravi e la Juve ha una società eccezionale, che per esempio sa andare a pescare gio­ vani del calibro di Morata, Pe­ reyra e Sturaro. I soldi sono al­ l’estero, ma qui abbiamo idee, preparazione tattica e tradizione. Con i fenomeni è più facile vince­ re le partite, noi siamo arrivati in fondo perché la società ha lavora­ to molto bene». VIDAL, COSÌ SÌ «Non faccio per­ centuali — continua Max —, non mi piacciono. Abbiamo un picco­ lo vantaggio, questo sì, però a Madrid servirà una prestazione eccezionale per guadagnarci la fi­ nale. Se non facciamo uno o due gol sarà durissima. Io ci credo, a Berlino ci possiamo andare». A maggior ragione con un Arturo Vidal ritrovato: «Ha fatto una partita delle sue, di grande inten­ sità. Sta bene, è al meglio. Ed era ora! Dopo sei mesi di vacanze (ri­ de) è tornato». Complimenti an­ che a Sturaro, due­tre minuti in Champions prima della maglia da titolare di ieri sera: «Ho scelto Sturaro perché stava bene, per­ ché avevo bisogno di gamba a me­ tà campo e soprattutto perché Pe­ reyra è uno che sa fare la differen­ za anche quando entra dalla pan­ china». POGBA C’È In chiusura di confe­ renza ecco la buona notizia: «I test ci hanno detto che Pogba sta sempre meglio. Da giovedì rien­ tra in gruppo e sabato vorrei uti­ lizzarlo almeno per uno spezzone di gara, perché non è pensabile di schierarlo a Madrid senza rodag­ gio».

Massimiliano Allegri, 47 anni

© RIPRODUZIONE RISERVATA

I LEADER SODDISFATTI

Buffon e Pirlo: «Alla pari col Real, ci siamo anche noi» 1Il portiere: «Vantaggio esiguo e loro sono forti, ma ho fiducia». Il regista «Vogliamo la finale» Francesco Bramardo TORINO

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a faccia nel dopoparti­ ta è di chi deve fare an­ cora la doccia dopo un allenamento infrasettima­ nale. Eppure Juventus­Real valeva tanto, tantissimo e la faccia di Gigi il saggio non lascia trasparire emozioni forti. Non vola, resta con i piedi ancorati a terra Buf­ fon, anche se in cuor suo il capitano assapora profumo di finale. «Siamo stati bravi ad avere un impatto positi­ vo. Potevamo entrare in campo emozionati, così non è stato». Lucida l’analisi del­ la gara. «Potevamo fare il terzo gol come subire il 2­2. Il 2­1 ­ prosegue Gigi ­ alla fine va molto bene. Doveva­ mo solo dare la dimostrazio­ ne a noi stessi di potercela giocare quasi alla pari, di es­ sere competitivi a questi li­ velli. Per come si era messa la partita anche l’1­1 lascia­ va aperte speranze per il ri­

torno. Certo il vantaggio è esi­ guo contro un avversario con giocatori di questa classe ed al Bernabeu, ma sono fiducioso, ce la giocheremo. Oggi dopo l’1­1 abbiamo avuto un mo­ mento di difficoltà come un pugile dopo il cazzotto, dob­ biamo essere più bravi ad as­ sorbire i colpi, a reagire». Un Real sotto tono?. «Sulla carta sono più forti di noi, ma poi se incontri squadre che sulla viva­ cità e voglia di vincere ti metto­ no in difficoltà, come nel caso nostro, meglio così e meno ma­ le». FIDUCIA PIRLO «Ci siamo an­ che noi» il messaggio di Andrea Pirlo. «Vogliamo questa finale e ce la giochiamo con la stessa convinzione e determinazione a Madrid. Berlino è stampata nella mia mente speriamo che la gioia si possa ripetere». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Gigi Buffon, 37 anni GETTY

fLA PARTITA SUI SOCIAL NETWORK

E l’ex Real s’inchina: «La Juve ha le idee chiare» 1Sanchis, bandiera del Madrid: «Tevez e Morata, che coppia!». Lineker ironico: «Se CR7 segnasse di più, sarebbe forte» Alex Frosio Twitter @alexfrosio

L’

hashtag #JuveReal ieri sera era top trend su Twitter. In lingua italia­ na, significa che sul social, in Italia, si cinguettava della par­ tita e di poco altro. Tutta Euro­ pa, in realtà, aveva occhi per lo Juventus Stadium, compresi quelli di chi ci capisce e sfide così le ha vissute in prima per­ sona. MOLTI GOL L’avvio bruciante della Juventus esalta anche i più scettici. E quando dopo no­ ve minuti Morata colpisce, ecco le prime reazioni. «Partita sor­

prendentemente aperta a Tori­ no. Penso che arriveranno mol­ ti altri gol», prevede Edwin Van der Sar, ex portiere della Ju­ ventus e campione d’Europa con il Manchester United. Ru­ ud Gullit va più sul tattico: «Il Real Madrid ha difficoltà con il diamante a centrocampo della Juve. Comunque gran bella partita». Il diamante è quello che noi chiamiamo rombo. AH QUEL RONALDO Poi il Real si sveglia. Un minuto prima del gol di Cristiano Ronaldo, la conduttrice Antonella Clerici, tra un piatto e l’altro postati con foto, fa outing: «Stasera ti­ fo Juve». Il tweet sparisce dopo qualche minuto, resta l’1­1 di

CR7. E Marcus Slaughter, cen­ trone del Real Madrid basket, cioè praticamente l’omologo cestistico di Cristiano, mette a canestro il solito apprezzamen­ to: «Devo dirlo ancora una vol­ ta: mamma, ecco che è arrivato quell’uomo. CR7 con il gol». Gullit aggiunge: «Che partita. Classe e talento fanno sempre la differenza». Anche organiz­ zazione tattica, corsa, voglia di vincere e non mollare, cioè quello che ha messo in campo la Juve, caro Ruud. Gary Li­ neker ci mette l’ironia (che co­ me spesso accade molti non ca­ piscono): «Certo che se Ronal­ do riuscisse a fare qualche gol in più sarebbe proprio un bel giocatore». L’intervallo arriva giusto giusto per tirare un po’ il respiro. E Manolo Sanchis, ex difensore del Real, fa la sua analisi: «La Juve ha le idee chiare, Tevez e Morata intona­ ti. Il Madrid migliora durante la partita, con un gran Isco». Il

STUPIDO CONTRASTO SU TEVEZ. CARVAJAL, NON ERA NECESSARIO FARE QUEL FALLO DA RIGORE

BALE ANONIMO. E IL TACKLE DI CARVAJAL? SONO ARRABBIATO IO CHE NON SONO NEMMENO COINVOLTO!

WINSTON BOGARDE EX DIFENSORE MILAN

ROY KEANE EX MANCHESTER UNITED

miglioramento, però, finisce lì.

stare in piedi. Fagli provare il ti­ ro da posizione angolata», spie­ ga Andy Cole, l’ex Calipso Boy che di giocare in area se ne in­ tende. «Finalmente un arbitro che non applica quella stupida doppia sanzione (rigore ed espulsione, ndr). È così compli­ cato?», si chiede, da ex difenso­

SE LO DICE BOGARDE... Non fi­ nisce invece la Juve. Si rico­ mincia e Tevez si scatena in contropiede. Seguono accuse a Carvajal e complimenti all’ar­ bitro Atkinson. «Gran giocata di Tevez ma il difensore deve

re, Jonathan Zebina. Ma il me­ glio arriva da Winston Bogar­ de: «Stupido contrasto su Te­ vez. Non era necessario fare rigore». E se lo dice lui che al Milan ne ha combinate tante... Non ha un account twitter ma c’è chi cinguetta le analisi (spietate, come i suoi tackle) di Roy Keane alla tv inglese: «Bale anonimo. E il tackle di Car­ vajal? Sono incazz... io con lui e non sono nemmeno coinvolto nella partita!». La tensione del­ la partita inchioda alla tv, più che a computer e smartphone. E allora tutto è rimandato al fi­ schio finale. Quando il ciclista­ milanista Pippo Pozzato am­ mette: «Mi rode il c... dirlo ma da sportivo complimenti alla Juve». E poi salta fuori di nuovo Antonella Clerici: «Felice per la Juve e felice per l’Italia. Anche se non sono tifosa bianconera tifo per la squadra italiana. Ev­ vai contro il grande Real». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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MERCOLEDÌ 6 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


Champions R Andata semifinali

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Pogba a 100 milioni? Il ManCity ci pensa

1Nella corsa al gioiello della Juve che sognano Psg e Barça s’infilano gli inglesi: si prepara un’asta record RGiallo per Raiola,

Carlo Laudisa

avvistato a Torino nel ritiro del Real e poi proprio a casa del bianconero

N

uovi scenari per Pogba, anche se la Juve è decisa a tenerselo stretto. Tutti gli occhi sono per l’atteso duello Barcellona­Real Madrid (com­ plice anche la toccata e fuga di Raiola ieri a Torino) ma lo spa­ simante più agguerrito resta il Paris Saint Germain. Sempre che in Premier League non deci­ dano di avvicinarsi «pericolosa­ mente» alla fatidica quota 100: intesa come i milioni indispen­ sabili per far cadere in tentazio­ ne il club bianconero e la sua stella francese. Il Manchester City è entrato decisamente in scena nelle ultime settimane ed è questa la novità più significa­ tiva di una maratona con tanti pretendenti in corsa. E dire che ieri c’è stato a poche ore dalla semifinale di Champions, un fuori programma che ha ripro­ posto di fatto la candidatura dei campioni d’Europa in carica. IL BLITZ Il passaggio di Mino Raiola non può mai essere inos­ servato. Ieri l’agente di Pogba è stato avvistato al Golden Palace all’ora di pranzo, guarda caso sede del ritiro del Real Madrid, mentre i vertici dei Blancos era­ no impegnati con quelli della Juve nel meeting Uefa. E la coincidenza ha scatenato le vo­ ci più disparate sul futuro del centrocampista. Il bello è che l’agente italo­olandese, accom­ pagnato dal cugino­socio Enzo, subito dopo l’allenamento è an­ che andato a casa Pogba per un summit di un paio d’ore. A sen­ tire gli interessati si è trattato solo di un caso, visto che Raiola il giorno prima era a Barcellona («Ma per dei discorsi con l’Espanyol, non con il Barça...») e non ha trovato il volo per Niz­ za. Da qui la decisione di fare rotta su Milano e il transito in Piemonte. «Tant’è vero che allo Juve Stadium ci va Paul, noi partiamo per Montecarlo». LE MOSSE Un altro bluff dei suoi? Di questi tempi Raiola getta i suoi ami, è il suo mestie­ re. Il segreto istruttorio va tute­ lato al meglio. Ma l’impressione è che questa volta il rappresen­ tante residente a Montecarlo stia giocando una partita a car­ te scoperte con il club biancone­ ro. I rapporti con Andrea Agnel­ li e i suoi collaboratori sono ec­ cellenti. Ma non c’è solo questo aspetto a pesare sul futuro del parigino. Come affermato più volte dal procuratore, la scelta di cambiare avverrà solo in pre­ senza di una super offerta che metta Paul nelle condizioni di fare il salto di qualità definitivo. E la Juve in questa fase fa anco­ ra al caso suo. Di conseguenza gli incontri di questo periodo non hanno un peso particolare. Se mai Pogba e il suo entourage stanno lavorando ai nuovi (e ricchi) contratti pubblicitari: a cominciare dallo sponsor tecni­

33

 le partite stagionali di Pogba: per il francese 22 gettoni in Serie A (1.945 minuti), 3 in Coppa Italia (212 minuti) e 8 in Champions League (684 minuti)

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 i gol del francese quest’anno: nelle prime due stagioni alla Juventus Paul si era fermato a quota 6 (nell’anno del debutto, il 2012/2013) e 8 (2013/2014)

Paul Pogba, 22 anni, ieri in tribuna allo Juventus Stadium LAPRESSE

co appena scaduto. Invece le schermaglie per un eventuale cambio di maglia sinora non hanno prodotto sostanziali pas­ si in avanti. È sempre forte l’in­ teresse del Psg che già la scorsa estate aveva sfondato il muro dei 60 milioni. Ma è chiaro che la prova di forza della Juve e del giocatore hanno di fatto contri­ buito ad alzare il prezzo. E nella vicenda ha pesato non poco an­ che il rinnovo di contratto sti­ pulato a ottobre. Quella firma sino al 2019, con uno stipendio da 4,5 milioni netti a stagione

(più premi), è la prova che Paul a Torino resta volentieri. E i suc­ cessi di bilancio bianconeri raf­ forzano la prospettiva che an­ che quest’estate vengano re­ spinte nuove avance. SCENARI La cavalcata in Cham­ pions incide non poco. Giugno sarà decisivo per capire quale piega prenderà la vicenda. Bi­ sogna fare i conti, infatti, anche con le esigenze dei maggiori club europei. A Madrid come a Barcellona oppure a Parigi, Londra e Manchester stanno per partire i grandi giochi. Le disponibilità finanziarie sono enormi. È il motivo per cui da un momento all’altro Pogba può salire alla ribalta. Ma la Ju­ ve è vigile. Marotta e Paratici sanno che il prossimo mercato dipenderà molto dalla via che prenderà il Polpo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

DOVE VA SE PARTE Psg

30%

Chelsea

15%

Manchester City

20%

Real Madrid

15%

Barcellona

20%

GDS


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Champions R Andata semifinali

Barcellona-Bayern Perché non si vive di solo attacco

INFORTUNATI

Emergenza tedesca: k.o. pure Rode

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LA CURA PEP Il Bayern ha sempre avuto una buo­ na tradizione di solidità negli ultimi tempi, con Heynckes ci teneva a star tranquillo. Ma Guar­ diola ha portato un po’ d’esperienza da Barcello­ na, quella grande attenzione a difendersi fin dal­ le parti alti della squadra. Il centrocampo il ful­ cro della copertura. Poi viene la difesa, che lui di volta in volta decide di schierare a 3 o 4. Non c’è dubbio che la coppia centrale Boateng­Benatia sia il pezzo forte là dietro, anche se a domanda, Pep ha risposto: Benatia è un giocatore molto im­ portante, contundente, ma la cosa più importan­ te resta sempre il sistema difensivo. Se poi ha uno come super Neuer nel sistema è meglio. Pep dice che non crede a «uno 0­0», questa sera. Ma contro il logorio delle serpentine di Messi e la tempesta e impeto dei tedeschi (senza Robben e Ribery in verità) ci sono difese che potrebbero anche riuscire nell’arduo obiettivo.

on sarebbe partito ti­ tolare, però è sempre stato utile a partita in corso. Sebastian Rode non è volato con il Bayern a Barcel­ lona. Il centrocampista, uti­ lizzato anche come difenso­ re esterno destro, è rimasto bloccato da un malanno mu­ scolare al gluteo. Si aggiun­ ge a Franck Ribery, Arjen Robben, David Alaba e Hol­ ger Badstuber, tutti k.o. an­ che per la gara di ritorno. Robert Lewandowski si è al­ lenato anche ieri sera con la maschera che dovrà proteg­ gerlo dopo le fratture al naso e allo zigomo rimediate nel­ la semifinale di coppa di Germania contro il Borussia Dortmund. «Deciderò prima della partita, vediamo come reagisce nel giocare con la maschera», ha detto ieri Pep Guardiola. Ma l’utilizzo del polacco è probabile. Se il Barcellona non ha problemi di formazione e di infortuni, il Bayern è in piena emergen­ za. Guardiola in questi gior­ ni ha provato anche la difesa a tre come contro il Borussia Dortmund la settimana scor­ sa, con Rafinha a sinistra. Ma con Pep i cambi di siste­ ma a gara in corso, anche do­ po soli 10 minuti, sono fre­ quenti. Intanto «Charly» Rexach, ex spalla di Cruijff e ancora nei quadri tecnici del Barcellona, ha detto a Kic­ ker: «Pep tornerà qui, lui sta al Barça come Beckenbauer al Bayern»

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1Al Camp Nou la sfida tra due squadre offensive che sono anche tra le meno battute d’Europa Fabio Bianchi INVIATO A BARCELLONA Twitter @fabiowhites

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i sono casi in cui è inutile disquisire sul­ l’eterna diatriba. Meglio pensare sempre a segnare un gol più degli altri o primo non prenderle? Ci sono squadre che non se lo doman­ dano, perché le abbracciano entrambe quelle fi­ losofie. E sono super squadre. Quando si pensa al Barcellona, la mente va subito al fantastico tri­ dente, al limite al centrocampo degli eccellenti giocolieri guidati da Iniesta. Normale. Quando si pensa al Bayern Monaco, inevitabile concentrar­ si sullo Sturm und Drang che è capace di creare nelle aree avversarie coi suoi fenomeni, alle go­ leade con cui schiaffeggia gli avversari, come è successo al Porto. Normale. Ma le difese di Bar­ cellona e Bayern «segnano» quanto i marziani che hanno davanti. I blaugrana hanno avuto il portiere inviolato in 26 partite sulle 45 stagionali in Liga e Champions, media superlativa del 58%. In Liga hanno subito solo 19 reti e anche in Champions su 10 sfide 5 sono finite senza racco­ gliere palloni dalla rete. Il Bayern in Champions ha fatto meglio: 6 gare immacolate. E nella Bun­ desliga ne ha subiti solo 15, ma con 3 gare in meno. Guardiola è in corsa per il record di Heyn­ ckes che nel 2012­13 ne prese 18 in tutto il cam­ pionato. A sfavore di Pep gioca il fatto che vince il titolo con tanto anticipo: la concentrazione nelle gare seguenti non è al massimo.

LA CURA DI LUIS Ieri Luis Enrique ha riassunto con una semplicità al limite del banale il concetto di grande squadra: «La chiave sta nelle due fasi: se segniamo tanto e prendiamo pochi gol, signi­ fica che siamo completi». Già. Lui ha operato sul­ la falsariga del Barça di Guardiola ma sembra aver fatto meglio a livello di pressing alto in fase di non possesso (vera chicca dei blaugrana) e coinvolgimento di tutti in copertura. Un esempio curioso? Per la prima volta in vita sua Messi ha causato un rigore. A differenza del maestro, pu­ rista, Luis usa la zona mista, e spesso fa fare uno contro uno a Mascherano e Busquets. Ma i suoi veri capolavori sono i portieri e Piquè. Lucho ha una delle squadre meno battute con un portiere

DIFESE AL TOP Juventus Bayern Monaco Barcellona Chelsea Lione Real Madrid Roma Psg Manchester City Wolfsburg

partite giocate

reti subite

media a partita

partite senza incassare reti

% su totale

44 41 45 43 37 45 44 45 43 43

24 23 26 33 31 38 45 48 47 52

0,545 0,561 0,578 0,767 0,838 0,844 1,023 1,067 1,093 1,209

25 27 26 20 16 22 17 14 13 11

57% 66% 58% 47% 43% 49% 39% 31% 30% 26%

(Considerato le prime due squadre in classifica dei 5 maggiori tornei europei - campionato e partite in Europa)

per la Liga, Bravo, e uno per la Champions, Ter Stegen. Nell’ambiente c’era il panico per l’addio della bandiera Valdes. L’acquisto di un tedesco escluso dal Mondiale ha aumentato i timori. In­ vece Ter Stegen è stato la rivelazione e Bravo una garanzia. Non lo era Piquè a inizio stagione, arri­ vato distrutto dal Brasile. Dopo la sconfitta per 3­1 a Madrid – ottobre – Luis lo mette in tribuna col Celta. Poi due panchine di seguito con Ajax e Almeria. Il tempo di cazziarlo, ricaricarlo, fargli riaffiorare l’orgoglio. Beh, da allora Piquè è tor­ nato indispensabile.

Manuel Neuer, 29 anni, campione del mondo per club con il Bayern e con la Germania ANSA


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Leo, era amore «Io e Guardiola? Non lo sento più» 1Messi freddo sull’ex allenatore del Barça «Mai più rapporti con lui da quando andò via» Fabio Bianchi INVIATO A BARCELLONA @fabiowhites

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avuto rapporti con lui. L’ho incontrato soltanto una volta, a un gala della Fifa, ma non l’ho più sentito, anche se quando stava qui avevamo un ottimo fee­ ling. Se il Camp Nou gli renderà omaggio? Beh, mi sembra giusto che lo saluti e lo ringrazi. Ha vinto tutto. È uno di casa. Ma quando comincerà la parti­ ta il pubblico starà con noi e ci spingerà come sem­ pre».

e gocce di sudore che scendono copiose sono quelle riservate alle grande occasioni. Ci met­ te del suo il prefabbricato della Ciudad De­ portiva, ma la sauna che si crea all’interno è più che altro frutto dell’esercito di taccuini in appicci­ SENZA SCUSE Messi nega motivazioni particolari cosa e trepidante attesa. Due an­ per la presenza di Guardiola. Co­ ni dopo, riecco Lionel Messi da­ me dargli torto quando dice: «La vanti a un microfono. Se ci pen­ sfida in sé offre già fin troppe sate, un’eternità. L’ultima volta motivazioni. Sia Barcellona che per la pulga fu il 17 luglio 2013, Bayern, per la loro grandezza, alba della nuova avventura con sono progettate per arrivare in fi­ Martino. Avventura finita male. nale. Chi si gioverà di più della Non è un caso che Messi ritorni a mutua conoscenza? Entrambi, parlare al momento di sfidare il dunque siamo pari. I tedeschi vecchio maestro. Pep parla per il hanno assenze importanti? An­ Bayern nella sua vecchia casa e che noi quando perdemmo con CIRCOLAVANO VOCI l’emozione si diffonderà. Il Barça loro due anni fa (in semifinale, STRANE, MA HO BUONI dà l’unica risposta all’altezza. Ma ndr). Ma non abbiamo cercato RAPPORTI CON IL non è solo questo. Sono passati alibi. Lo stesso vale per il Bayern. TECNICO: FACCIAMO 10 anni dal suo primo gol con il Siamo squadre troppo grandi per Barcellona (1 maggio 2005, al­ QUELLO CHE VUOLE LUI accampare scuse. Ora noi arri­ l’Albacete). Da quel giorno ne ha viamo a questa semifinale con fatti altri 400: una bazzecola. E MESSI SU LUIS ENRIQUE tutt’altra forma». stasera sarà la sua 100a gara in TECNICO DEL BARÇA Europa. Nelle prime 99, ha fir­ LUI E LUIS ENRIQUE Soprattut­ mato 76 gol, vincendo 3 Champions e 2 Supercop­ to lui. «L’anno scorso non abbiamo vinto nulla, e io pe. Altra bazzecola. Dulcis in fundo, davanti si tro­ ho avuto problemi dentro e fuori dal campo. Per verà molti di quelli che dieci mesi fa gli diedero la fortuna ho cominciato bene la stagione e le cose più grande delusione della sua vita calcistica, arbi­ vanno nella direzione giusta». Anche col tecnico, tro incluso. Di certo quando rivedrà Neuer , per un con il quale sembrava non corresse buon sangue. secondo tornerà alla finale mondiale. Come quan­ Leo nega. «Con Luis Enrique ho buoni rapporti, do incrocerà Rizzoli, Lahm, Müller o il giustiziere l’avevo già chiarito quando circolavano strane vo­ Götze. ci. La squadra si è plasmata a poco a poco. Stiamo facendo quello che vuole e lui e ora siamo a un LUI E GUARDIOLA Il reincontro con Pep, l’anniver­ livello molto buono, sia tecnico che fisico, e abbia­ sario del suo primo gol e la candelina delle sfide mo una gran voglia di conquistare quei titoli che europee, l’amarcord Mondiale. Non si può dire che sono così vicini. Ma al triplete non ci pensiamo, questa non sia una partita speciale per Leo. Gli spa­ siamo contenti di essere in corsa su tutto». Il tempo gnoli sorvolano su Argentina­Germania, non è af­ del sudore e delle domande (24 in tutto) è finito. far loro. Puntano forte sul rapporto con Pep, col Più tardi, la corrente emozionale si trasferirà al quale cominciò a segnare caterve di gol. Il tecnico Camp Nou con Guardiola. Che avrà occhi lucidi e che gli aprì gli spazi centrali come falso nueve. Ma parole dolci per Leo: «Quando sta così non c’è dife­ spesso il calcio va veloce, c’è poco spazio per i sen­ sa che tenga, è inarrestabile». Ma conoscendolo, si timenti, e la sorpresa è relativa quando Leo dice: sarà scervellato per trovare una soluzione. «Guardiola? Da quando se n’è andato non ho più © RIPRODUZIONE RISERVATA

fFRATELLI CONTRO

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INVIATO A BARCELLONA

«C

omunque vada, io a Berlino ci sarò». Se la ride Mazinho, padre diviso ma fe­ lice. Stasera al Camp Nou vivrà il pri­ mo scontro tra i suoi due figli: il maggiore, Thia­ go, sarà titolare col Bayern. Il secondogenito, Ra­ finha, andrà in panchina col Barcellona.

SCELTE DIVERSE I due ragazzi hanno la loro per­ sonalità ben distinta e le scelte arrivano di conse­ guenza: Spagna uno e Brasile l’altro, la Baviera

COSÌ AL CAMP NOU, ORE 20.45 ARBITRO Rizzoli GUARDALINEE Di Liberatore-Tonolini QUARTO UOMO Cariolato ADDIZIONALI Banti-D'Amato

TV Canale 5 INTERNET gazzetta.it 18. JORDI ALBA 1. TER STEGEN

14. MASCHERANO 8. INIESTA

3. PIQUE'

11. NEYMAR

5. BUSQUETS

22. DANI ALVES

25. MÜLLER

9. SUAREZ

4. RAKITIC

21. LAHM

31. SCHWEINSTEIGER

10. MESSI 9. LEWANDOWSKI 6. T. ALCANTARA

BARCELLONA 4-3-3

ALLENATORE: Luis Enrique PANCHINA: 13 Bravo, 23 Vermaelen, 21 Adriano 15 Bartra, 6 Xavi, 12 Rafinha A., 7 Pedro SQUALIFICATI: nessuno DIFFIDATI: nessuno INDISPONIBILI: Mathieu

3. X. ALONSO 17. J. BOATENG

18. BERNAT

13. RAFINHA

5. BENATIA

1. NEUER

BAYERN 3-1-4-2

ALLENATORE: Guardiola PANCHINA: 23 Reina, 8 J. Martinez, 4 Dante 14 Pizarro, 19 Götze, 16 Gaudino, 30 Weiser SQUALIFICATI: nessuno DIFFIDATI: nessuno INDISPONIBILI: Badstuber, Alaba, Robben, Rode Ribery, Starke CENTIMETRI

Rafinha sfida Thiago per la gioia di papà Mazinho: «Comunque vada, a Berlino ci sarò»

Filippo Maria Ricci

CUORE DIVISO «Una volta nel 2012 Tito Vilanova li fece giocare insieme in Champions, ma stavolta è diverso... Non ho preferenze, ci mancherebbe. Sarebbe un’altra storia se si trattasse di nazionali, allora non avrei scelta, tiferei per Rafinha». E non per questioni di figli e figliastri. Semplicemente perché il piccolo di casa (nonostante il pressing spagnolo) ha scelto di giocare per il Brasile men­ tre Thiago veste la maglia della Roja: debuttò a Bari, a due passi da dove nacque, in provincia di Brindisi, perché al tempo Mazinho giocava al Lecce dove era arrivato dalla Fiorentina. «La fe­ derazione brasiliana non ha fatto nulla per con­ vincere Thiago, e lui ha fatto la sua scelta, perso­ nalmente nulla da dire né da rimproverargli».

Leo Messi, 27 anni, ieri in conferenza stampa al Camp Nou, assediato dalle telecamere EPA

2

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Sopra 1) Mazinho ai tempi del Lecce (‘90-91). 2) Thiago Alcantara del Bayern, nato in Puglia nel ‘91. 3) Rafinha del Barcellona, nato in Brasile nel ‘93

per Thiago e la Catalogna per Rafinha. Il Camp dre e come appassionato di calcio. Perché questi Nou è diventato lo stadio di casa per Mazinho, sono prima di tutto due ragazzi educati, con prin­ che da Vigo si è trasferito a Barcellona proprio cipi solidi, e poi anche due grandi giocatori. Ri­ per far crescere i promettenti pargoli alla Masia, spetto a me sono più tecnici, più creativi. Io da la cantera blaugrana. I due hanno mantenuto le professionista mi alternavo tra il laterale sinistro promesse, ma l’anno scorso i destini si sono sepa­ e davanti alla difesa. Ripeto, loro hanno numeri rati: Rafinha è andato in prestito al Celta di Luis migliori dei miei». Ok, papà. Però non hanno vin­ Enrique ed è poi tornato a casa con l’allenatore to un Mondiale come lei: «Eh, ma c’è tempo!». (che in lui crede tantissimo), Thiago, rappresentato da Pere TUTTI A BERLINO Sulla sfida in Guardiola, fratello di, è andato famiglia ieri è intervenuto an­ SONO ORGOGLIOSO a Monaco. «Io non c’ero quando che Luis Enrique: «Avranno an­ PERCHÉ PRIMA DI Thiago è andato via – ha detto cor più voglia di battersi a vi­ TUTTO SONO BRAVI ieri Luis Enrique – ma non c’è cenda: avete presente le parti­ RAGAZZI... E SONO nulla di strano: qui al Barça la telle tra fratelli in casa? Ecco, competizione è elevatissima e ANCHE PIÙ FORTI DI ME per me le sensazione sono le non tutti possono giocare». stesse, è la competizione eleva­ Thiago non si fidava e se n’è an­ ta al massimo livello». La casa, dato. «La sua scelta non condi­ MAZINHO la famiglia. E allora Thais, la so­ zionerà quella di Rafinha, le lo­ EX DI LECCE E FIORENTINA rellina dei due, per chi tifa? Ma­ ro vite in questo senso sono au­ zinho scoppia a ridere. «Non so, tonome», dice Mazinho. Thiago forse a pensarci bene preferisce si è fatto male, è tornato da poco ma sembra fon­ il Barça, più una questione di squadra che di fra­ damentale per il Bayern: «Sono contento perché tello». Stasera tutti in tribuna, poi tutti a Monaco: è stato fermo a lungo e come padre ed ex calciato­ la sfida famigliare è anche un viaggio famigliare. re ero preoccupato. È venuto a curarsi a Barcello­ Ultima tappa, Berlino: «Ho già il biglietto d’aereo na, e secondo me gli ha fatto bene l’aria di casa». e l’hotel, e verrà anche il fratello sconfitto». Co­ munque vada, per Mazinho questa Champions «MEGLIO DI ME» Thiago è tornato, e per Mazinho sarà un successo. è il momento dell’orgoglio, doppio: «Sì, come pa­ © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Champions R Andata semifinali

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VITE DA PANCHINA

CONTENUTO PREMIUM

ROMANZO BLAUGRANA 1

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 1 Guardiola, nel cerchietto, con i compagni e la Supercoppa di Spagna vinta nel 1997  2 I due allenatori di oggi al tempo in cui erano compagni di squadra: è il 26 gennaio 1997 e Pep festeggia Luis Enrique, autore di un gol nel 6-0 del Barça contro il Rayo  3 Guardiola lanciato in trionfo dai giocatori blaugrana: è la festa per la vittoria della Champions 2011 a Wembley contro lo United  4 Guardiola con Messi nel 2010  5 L’attuale tecnico del Bayern con Tito Vilanova, suo grande amico e vice dal 2008 al 2012 e poi a sua volta allenatore del Barcellona nel 2012-2013. Vilanova è scomparso per un male incurabile il 25 aprile dello scorso anno

Guardiola

«NON E’ NORMALE TORNARE QUI MA SE SEGNIAMO ESULTO SICURO» LA STORIA di FILIPPO MARIA RICCI INVIATO A BARCELLONA @filippomricci

L’

emozione, i sentimenti, gli abbracci, la nostalgia canaglia che ti fa annac­ quare lo sguardo. «Lo sanno tutti che questa per me non è una partita nor­ male», dice Pep quasi seccato poco dopo l’ingresso in sala stampa, tra migliaia di clic, un tentativo di applauso abortito e lo sguar­ do che se na va in giro per conto suo, incredibil­ mente perso in un luogo che conosce tanto be­ ne. Pep sta cercando di difendersi dall’attacco massiccio dei ricordi. Nemico subdolo, sfuggen­ te, capace di infilarti quando meno te l’aspetti, che ti ruba la palla e te la mette nel cuore del­ l’area, dove sei indifeso. Un po’ come Leo Messi: «Uno che in questo momento è inarrestabile, perché non c’è difesa che possa fermare il talen­ to», ripete Pep addirittura tre volte. Una foto, un posto, un angolo, un corridoio: tutto attacca la memoria di Guardiola, tornato ieri in quella che per 4 anni è stata la sua casa. Lo stadio che guar­ dava dalla finestra della sua stanza di alunno della Masía, il campo dove ha giocato e vinto, la panchina dalla quale ha costruito un Barça da sogno, il centro del campo nel quale ha avviato il girotondo trionfale e dove è stato lanciato in trionfo dai suoi ragazzi dopo le vittorie più gran­ di. Da quando è andato via, 3 anni fa, le foto del tunnel che porta al campo sono state cambiate. Ma chissà che non ne sia rimasta una dei suoi tempi, o ne sia stata messa una di Tito Vilanova, il miglior amico e fedele secondo scomparso un anno fa. Ci mancava solo che suonasse «Viva la vida» dei Coldplay, e probabilmente Pep avreb­ be dovuto chiedere il cambio fatto fuori psicolo­ gicamente dal suo glorioso passato. RISPETTO E CELEBRAZIONE E poi la sala stam­ pa, luogo dove lui, oratore raffinato, ha costrui­ to una parte importante dei suoi trionfi blaugra­

na. «Non sono qui per un omaggio. La gente tife­ rà per il Barça, come è giusto che sia. E io festeg­ gerò i gol dei miei, se saremo in grado di farli. Perché il mio rispetto per questo club non si mi­ sura con un’eventuale celebrazione. Può essere che questa sia la partita più complicata per me sotto il profilo emozionale e sportivo per il pas­ sato che ci lega e per la qualità del rivale, però io sono l’allenatore del Bayern e sono qui per lavo­ rare. Ho una missione, arrivare a Berlino alla fi­ nale, e l’obiettivo non è condizionato dal cuore. Non deve esserlo». Più facile a dirsi che a farsi. APPUNTAMENTO CON LUCHO Pep, Pep, Pep. Non si parla d’altro. «Ci eravamo dati appunta­ mento a Berlino ma il sorteggio ha rovinato i no­ stri piani», ha rivelato Luis Enrique. Lui sì che ha rapporti con Pep, mentre Messi dice di non averlo più incontrato. «Ho sempre detto che per me è il miglior allena­ tore del mondo perché è un amico e io degli amici parlo bene e perché penso sia così per ciò che ha fatto. Ma questa non è una semifinale contro Pep, è un Barça­Bayern, partita enorme che in palio mette una finale di Cham­ pions». Tutti lì impegnati a lottare con i maledetti sentimenti.

Pep Guardiola, 44 anni, con una delle due Champions vinte con il Barcellona AP

partite del Bayern in tv, a volte le registro e le metto su il giorno dopo perché in diretta sono troppo nervoso, immaginate cosa sarà per me questa serata al Camp Nou». CAMERA CON VISTA Andiamo indietro di 31 an­ ni. Il 28 giugno 1984 papà Valentí e mamma Do­ lors accompagnano il 13enne Pep alla Masía. Gli osservatori blaugrana l’hanno visto nel Nastic Manresa e gli hanno offerto di provare a diven­ tare grande con il Barça. Lo portano in quella che dovrebbe diventare la sua stanza: «Mamma guarda: ogni mattina quando mi alzerò e aprirò la persiana la prima cosa che vedrò sarà il Camp Nou». Il giovane Pep era già stato allo stadio, a vedere un Barça­Osasuna. Era rimasto colpito dalla maestosità dell’impianto. Chissà se ieri gli è tornato alla mente quel pomeriggio, o il suo sbarco alla Masía. Non sappiamo nemmeno se ha chiamato Luis Enrique. PEP E LUCHO’ AMICI VERI Altroché. Alla faccia di quello che pensano alcuni. I due hanno passa­ to 5 anni insieme come calciatori, vicini in cam­ po e molto vicini fuori: nel gruppo che trainava lo spogliatoio blaugrana c’erano loro e Sergi Barjuan, Abelardo e l’argentino Pellegrino. I due poi hanno cominciato a studiare calcio e co­ me ricordava ieri il Mundo Deportivo si sono ri­ trovati a fare pratica alla Masia lo stesso giorno: il 29 settembre del 2005, allenamento del Cade­ te B dove giocavano tra gli altri Thiago, Bartra e Montoya. Poi ancora insieme, estate 2008: Pep al primo anno in panchina ha portato il Barça B dalla quarta alla terza serie, è stato chiamato da Laporta in prima squadra e i ragazzi sono stati affidati a Luis Enrique: il Barça inizierà la sua magica epopea, 14 trionfi in 19 tornei disputati nel quadriennio di Guardiola, il Barça B conqui­ sterà un’altra promozione arrivando in Segun­ da. Pep e «Lucho» discutevano perché il primo toglieva giocatori preziosi al secondo con­ vocandoli in prima squadra senza usarli e il secondo, animale competitivo, soffriva e glielo diceva. Poi «Lucho» è andato a Roma chiamato da Franco Baldini, im­ portante trait­d’union italiano tra i due. Ora si sfidano. E ieri era divertente sentirli parlare del possesso palla: «Ce n’è solo una, vediamo chi se la prende», dicevano in luoghi e momenti diversi della giornata. Un’altra maniera per cercare di tenere lontani ricordi ed emozioni legati al ritorno del prodigo Pep. © RIPRODUZIONE RISERVATA

AMBIENTE FAMILIARE Pep è salito sull’aereo per la sua Barcellona con la moglie e i 3 figli. Una volta sbarcati lui è andato in hotel con la squadra, i famiglia­ ri a casa dai nonni, dai genitori, dai suoceri. È arrivato anche il fratello Pere da Londra. Perché questa è una serata speciale per i Guardiola. «Qui a Santpedor sono l’unico che tifa Bayern — ha detto ieri a Marca Va­ lentí, il padre di Pep — non posso fare altri­ menti. Ho il Barça nel sangue ma Pep molto di più. Certo è che per me sarà una soffe­ renza tremenda: sto male solo a guardare le

HANNO DETTO

MESSI È INARRESTABILE, PERCHÉ NON C’È DIFESA CHE POSSA FERMARE IL TALENTO PEP GUARDIOLA SU MESSI

PER ME PEP È IL MIGLIORE ALLENATORE DEL MONDO. NON È UNA SEMIFINALE CONTRO DI LUI LUIS ENRIQUE ALLENATORE BARCELLONA

QUI SONO L’UNICO CHE TIFA BAYERN. HO IL BARÇA NEL SANGUE, MA PEP MOLTO DI PIÙ VALENTÌ GUARDIOLA PAPÀ DI PEP

IL NOSTRO POSSESSO PALLA? C’È SOLTANTO UN PALLONE, VEDIAMO CHI SE LO PRENDE GUARDIOLA E LUIS ENRIQUE SULLA FILOSOFIA DI GIOCO

«HO UNA MISSIONE: ARRIVARE A BERLINO. L’OBIETTIVO NON È CONDIZIONATO DAI SENTIMENTI»


Europa League R Domani andata semifinali

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Benitez, l’Europa è il tuo fortino

1Al S.Paolo in Coppa il Napoli non ha mai perso: la città ci crede, Rafa insegue il terzo trofeo Mimmo Malfitano INVIATO A CASTELVOLTURNO (CE)

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i sono più storie da rac­ contare in questa vigilia di Europa League. Mo­ menti e riferimenti statistici che spiegano e giustificano il motivo di un’attesa così vi­ brante. Domani sera, il San Pa­ olo offrirà il solito colpo d’oc­ chio, quello dei grandi eventi, che spesso crea apprensione negli avversari. Quarantamila o cinquantamila spettatori, cambia poco, perché non è una questione di migliaia in più o in meno. Napoli sa essere particolare ogni qualvolta le viene data l’opportunità di ag­ giungere prestigio alla sua sto­ ria calcistica. E la semifinale contro il Dnipro è senz’altro uno di questi momenti. Il viag­ gio a Varsavia, dove si gioche­ rà la finale, è quotato tantissi­ mo da queste parti, come se il doppio impegno contro gli ucraini fosse pura formalità. Ma non è così, e l’ha spiegato benissimo ai suoi, Rafa Beni­ tez. Per una notte, pure lui metterà da parte l’aspetto per­ sonale, proverà a condurre il Napoli alla vittoria senza con­ dizionamenti: di futuro, pro­ babilmente, ne parlerà oggi pomeriggio il suo agente, Qui­ lon, che ha in programma un incontro con il presidente Au­ relio De Laurentiis. CONCENTRAZIONE Rafa, in­ tanto, è decisamente concen­ trato sulla partita, forte pure del contributo che gli offrono i numeri: nelle 12 sfide europee

disputate a Fuorigrotta, fra Champions, preliminari ed Europa League, il suo Napoli non ha mai perso, ottenendo 9 vittorie e 3 pareggi. L’ultima sconfitta interna risale al feb­ braio 2013, con Walter Maz­ zarri in panchina: quella volta furono i cechi del Viktoria Pil­ zen a violare lo stadio napole­ tano. Le cifre, dunque, sono tutte dalla sua parte, e contri­ buiscono a dare maggiore cari­ ca alla squadra che in tre setti­ mane si giocherà un’intera sta­ gione. E allora, ci sarà il San Paolo a sostenerne lo sforzo, il tutto esaurito è già annunciato da qualche giorno.

VERSO VARSAVIA NAPOLI

-

Dnipro

Andata Napoli, domani ore 21.05 Arbitro Moen (Norvegia) Ritorno Kiev, 14 maggio ore 21.05

FINALE VARSAVIA, il 27 maggio

Siviglia

-

FIORENTINA

Andata Siviglia, domani ore 21.05 Arbitro Brych (Ger) Ritorno Firenze, 14 maggio ore 21.05 GDS

COME TRAPATTONI Se per Na­ poli potrebbe essere un evento storico, vincere l’Europa Lea­ gue, per Rafa Benitez sarebbe la terza volta e, per giunta, con altrettanti club: le due prece­ denti le ha conquistate con Va­ lencia e Chelsea. In questo mo­ do, eguaglierebbe il record de­ tenuto da Giovanni Trapattoni che s’è fermato a quota 3 (2 volte con la Juventus e una con l’Inter). Insomma, le sue moti­ vazioni sono quanto meno pa­ ri a quelle dell’intero ambiente napoletano, che vede nella conquista dell’Europa League un’ulteriore possibilità di ac­ cedere alla prossima Cham­ pions League. Traguardo che Benitez sta rincorrendo anche in campionato, dove la contesa è altrettanto complicata do­ vendo la squadra partenopea competere con Roma e Lazio che la precedono in classifica di cinque e quattro lunghezze a soli quattro turni dalla fine. Nulla è precluso, comunque, perché questo Napoli ha dimo­ strato più volte di poter battere chiunque, o quasi, specie quando in palio c’è qualcosa di importante. La sconfitta di Empoli, intanto, ha scosso l’al­ lenatore spagnolo che non l’ha ancora metabolizzata, nono­ stante il 3­0 rifilato al Milan, domenica sera al San Paolo. Ma le prossime ore avranno soltanto un senso europeo, per la città, per la squadra e per l’allenatore conterà soltanto la sfida contro gli ucraini del Dnipro. Per tutto il resto se ne riparlerà a Parma, domenica pomeriggio. © RIPRODUZIONE RISERVATA

I NUMERI

12

 le partite europee di Benitez al S. Paolo: cinque nel 2013-14 e sette in questa stagione. Il bilancio è di 9 vittorie, 3 pareggi e nessuna sconfitta

0

 le partite europee di Benitez al San Paolo chiuse senza aver segnato neppure un gol. Nel 2014-15 le reti sono state 16 in 7 gare interne

1

 il trofeo europeo conquistato dal Napoli. Vinse già questa manifestazione, quando si chiamava Coppa Uefa, nel 1988-89, con Diego Maradona

60

 le partite stagionali del Napoli se andrà in finale di Europa League: 38 in campionato, 5 nelle coppe nazionali, 17 in quelle europee

Rafa Benitez, 54 anni, è al Napoli dalla stagione 2013-2014 GETTY IMAGES

SIVIGLIA-FIORENTINA

Neto e Beto, parate in rima Uno aspira alla gloria dell’altro

1Il viola lascerà Firenze e sogna di strappare il trofeo al rivale di domani sera Il portoghese, in dubbio per la spalla, deve cancellare l’errore con lo Zenit Duccio Zoccolini FIRENZE

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eto e Beto, simili nel no­ me e forse anche nel de­ stino. Almeno questa è la speranza del primo, quello viola, che durante la doppia sfi­ da tra Fiorentina e Siviglia, vor­ rebbe esser protagonista esat­ tamente come Beto un anno fa. Perché è stato soprattutto gra­ zie alle sue parate che nella passata stagione l’Europa Lea­ gue ha trovato casa in Andalu­ sia. Decisivo in partita e duran­ te i calci di rigore, quando il portoghese, tifoso da sempre dello Sporting Lisbona, ha ip­ notizzato per ben due volte i calciatori del Benfica. Soddi­ sfazione doppia, per chi in pas­ sato ha vissuto spesso l’ansia e la paura di essere un eterno 12, quello che gioca solo quando si fa male il titolare. EROE IN SORDINA In patria non lo hanno mai considerato, al Porto, poi, era la riserva e se ne andò fino a Cluj per giocare. Trasferito a Siviglia ha dovuto aspettare che vendessero Die­ go Lopez e che si infortunasse Palop per prendersi definitiva­ mente i pali. Ora invece è un eroe. Grazie soprattutto a quel­

Neto, 25anni, portiere brasiliano arrivato alla Fiorentina nel gennaio 2011 dall’Atl. Paranaense LAPRESSE

Beto, 32 anni, portiere portoghese al Siviglia dal gennaio 2013 ACTION IMAGES

RIl n. 1 del Siviglia

lega. I suoi interventi decisivi hanno salvato la Fiorentina più di una volta, facendo crescere la rabbia dei Della Valle per la perdita di capitale. E non è un caso che sia già promesso alla Juventus. Ora però pensa solo alla Fiorentina. Vuole lasciare da vincente, non da traditore. E già domani al Sánchez Pizjuán potrà guadagnarsi un piccolo pezzo di medaglia. Sarà uno dei punti fermi della formazio­ ne che Montella manderà in campo. Emery, invece non sa se potrà contare su Beto. La spalla del portoghese non è guarita

fu decisivo nei rigori in finale. Il brasiliano ha trovato spazio tardi

lo che ha fatto nella finale di Torino. Strane storie quelle dei portieri. Destinati a vivere sem­ pre in bilico tra la gloria e il fal­ limento, solo per merito o col­ pa di una singola parata. ALTI E BASSI E anche la carrie­ ra di Neto, seppur breve, è stata una montagna russa di emo­ zioni. Da quando è arrivato a Firenze nel gennaio 2011 ha vissuto di tutto, dalle critiche alle lodi, fino ad arrivare alla decisione dello scorso gennaio, quando ha scelto di non rinno­ vare il contratto in scadenza e

lasciare la Fiorentina a fine sta­ gione. Un traditore per la cur­ va, il titolare per Montella. An­ che se all’inizio Tatarusanu, «più sereno e libero di testa»­ secondo il tecnico, aveva trova­ to il suo spazio tra i pali. Poi pe­ rò, la lombalgia che ha fermato il romeno ha cancellato tutte le scelte fatte fino a quel momen­ to. Neto di nuovo padrone della porta viola, a partire dai sedi­ cesimi contro il Tottenham del 26 febbraio. La scelta è stata vincente, come certificato dalla continua conferma di Neto no­ nostante la guarigione del col­

perfettamente ma lui non vuo­ le mancare, soprattutto per ri­ scattarsi dopo il grave errore commesso ai quarti contro lo Zenit: «Spero che la sfortuna mi abbandoni nel finale di sta­ gione ­ha detto ieri il portiere­ voglio essere in porta per difen­ dere il titolo». Non la pensano così i tifosi della Fiorentina, vi­ sta anche la sua fama di para­ rigori. Un’eventualità da evita­ re, soprattutto se nella porta del Siviglia ci sarà ancora Antó­ nio Alberto Bastos Pimparel, semplicemente Beto. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Serie A R La crisi rossonera

MERCOLEDÌ 6 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Montolivo saluta Oggi si opera, in campo a luglio

TORNA ANCHE SUSO

Galliani chiede orgoglio ai suoi Antonelli è ok

1Al capitano del Milan verranno tolte le viti dalla tibia Tornerà per la prossima stagione, col nuovo corso I SUOI NUMERI

Alessandra Gozzini

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i sono stati mesi più for­ tunati nella carriera di Montolivo che per la se­ conda volta di fila, a maggio, fa parlare di sé per problemi alla tibia. Un anno fa, nell’ultimo giorno del mese, il momento peggiore: contro l’Irlanda, ulti­ ma sgambata azzurra con vista Mondiale, Riccardo si procurò la frattura della tibia con dop­ pia conseguenza, l’intervento chirurgico immediato e l’esclu­ sione dal gruppo in partenza per Rio. L’operazione a cui Montolivo verrà sottoposto og­ gi ha la stessa origine ma un differente presupposto: se Ric­ cardo finirà sotto i ferri è per­ ché la frattura si è nel frattem­ po completamente ricompo­ sta, tanto da non necessitare più del sostegno dei mezzi di sintesi, cioè viti e infibulo, che prima invece assicuravano sta­ bilità. Pure le conseguenze so­ no diverse, anche se non trop­ po: l’intervento costringerà il giocatore a un lungo periodo di inattività, non i sei mesi del­

 le presenze stagionali di Montolivo (10 in campionato e 2 in Coppa Italia), per un totale di 809 minuti. Non ha fatto gol e ha una media voto di 5,20

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 le sue presenze complessive nel Milan, con 7 reti messe a segno. Riccardo è arrivato al Milan nell’estate del 2012, a parametro zero dalla Fiorentina

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 le partite che avrà saltato per infortunio quando sarà concluso il campionato (c’è anche una panchina). E’ rimasto vittima di tre distinti infortuni

MILANO

C

la prima volta, ma un paio sì. Dunque campionato concluso con un anticipo di qualche set­ timana e appuntamento ri­ mandato al prossimo ritiro estivo, in programma a luglio. STAGIONE NEGATIVA Nel do­ po partita di Napoli Inzaghi ammetteva che l’assenza del capitano, pur in mezzo a una lunghissima serie di guai fisici, era quella che in assoluto ave­ va sofferto di più. Se affermare che, con Riccardo in campo, il campionato del Milan non avrebbe subito lo stesso tracol­ lo pare un azzardo, nei numeri il ragionamento di Pippo ha in­ vece una sua logica. Montolivo è il più importante tra gli infor­ tunati di lungo corso e insieme quello che si è visto di meno: dieci presenze, nove da titolare più qualche minuto di passe­ rella contro l’Udinese al rientro dopo una lunga assenza; per fare un esempio, sono cinque uscite in meno dello sfortuna­ tissimo El Shaarawy, un altro che entra e esce dall’inferme­ ria. Al recupero dalla frattura alla tibia che lo ha rimesso in campo solo a novembre scorso,

Riccardo Montolivo, 30 anni, contratto in scadenza nel 2016 FORTE

Montolivo ha infatti aggiunto un affaticamento muscolare, riscontrato a inizio febbraio, e una lesione al flessore diagno­ sticata a inizio marzo. Da lì Riccardo non si è più visto e va­ na è stata la speranza di Inza­ ghi, espressa pubblicamente non più di dieci giorni fa: «Montolivo sta bene ed è ormai pienamente recuperato. Ha bi­ sogno di allenarsi un po’ per­ ché è stato tanto tempo fuori e deve ritrovare il ritmo. Ma pre­ sto rientrerà in gruppo e a Na­ poli potrà esserci». FLOP MILAN In realtà il capita­ no non è apparso neppure nel­ la notte del San Paolo, e per tornare protagonista è servita la notizia di ieri circa un nuovo

intervento da sostenere in giornata, evento che però non nasconde alcuna complicazio­ ne particolare. Solo la volontà di presentarsi «ripulito» al prossimo appello estivo: è però evidente che almeno un paio di fattori abbiano contribuito a fissare per oggi la data del­ l’operazione. Primo: la tenuta muscolare non proprio eccel­ lente, e che magari lo avrebbe costretto a qualche altro fasti­ dioso pit­stop, e secondo, an­ cor più decisivo, l’esclusione ormai certificata dalla corsa al­ l’Europa League e da qualsiasi altro obiettivo di squadra. Con molti sarà solo un arrivederci a luglio, con Pippo invece è già addio. © RIPRODUZIONE RISERVATA

 Ancora senza Menez (rientrerà per chiudere a Bergamo con l’Atalanta) ma con Abate e Mexes, loro sì già al rientro dalla squalifica. Soprattutto con Antonelli e Suso, che Inzaghi ritrova dopo i rispettivi guai fisici: il rientro del terzino è il più utile a Pippo che a sinistra era in sofferenza. Ieri anche Suso si è rivisto in campo e di nuovo figurerà nell’elenco dei disponibili in vista della Roma. Senza obiettivi concreti i giocatori dovranno ora dimostrare dignità e orgoglio, che è quello che Inzaghi ripete dal dopo Udine. Concetto ribadito ieri da Galliani presente a Milanello per seguire la seduta: l’a.d. ha pranzato con Pippo e poi parlato con i giocatori. E, casomai non si fosse capito, anche Abbiati a Milan Channel l’ha sottolineato: «In questo finale ogni giocatore deve dimostrare di essere da Milan, e che potrà meritarsi la conferma per l’anno prossimo». a.g.

Suso, 21 anni FORTE


Serie A R Strategie societarie IL BORSINO DELL’AFFARE CINESI AVANTI, BEE ATTENDE MA OCCHIO A SILVIO

MERCOLEDÌ 6 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

LA CORDATA CINESE A differenza della cordata thailandese, non c’è un vero frontman, ma piuttosto diversi – chiamiamoli così – capi area (nella foto Zong Quinghou, presidente di Wahaha Group). Si sono sempre mossi sotto traccia e hanno atteso che Mr. Bee lasciasse Milano per incontrarsi con Berlusconi. Al momento hanno le chance migliori

Pressing su Berlusconi I cinesi pronti all’affondo

LA CORDATA DI MR. BEE E’ uscita allo scoperto con messaggi mediatici piuttosto forti. Bee Taechaubol ha incontrato Berlusconi a Arcore e poi ha atteso a lungo una chiamata. Quando è arrivata, sul piatto non c’era più la maggioranza del Milan, ma il 49%. Il fatto che Mr. Bee si sia esposto così tanto è stata una cosa poco apprezzata a Arcore

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SILVIO BERLUSCONI Cedere la sua «creatura» prediletta equivale ad avere «la morte nel cuore», come racconta chi gli sta vicino. E infatti ha chiarito pubblicamente di voler tenere la maggioranza azionaria e la presidenza. C’è chi si spinge a dire che alla fine si terrà tutto il Milan, ma sembra un’ipotesi quasi impossibile

IL FUTURO DEL DIAVOLO TRA ARCORE E L’ORIENTE 1

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1I contatti con la cordata di Pechino proseguono: in arrivo la controproposta Ma l’obiettivo è la maggioranza del Milan Mario Pagliara Marco Pasotto

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uando sabato scorso la dama cinese ha fatto irruzione sulla scena, da quel mo­ mento si è incominciata a scrivere una storia nuova e dal finale che, in questo momento, sfugge a qualsiasi tipo di pronostico. Perché nei due incontri ad Arcore, nel pomerig­ gio di sabato e all’ora del caffè dopo il pranzo di domenica, Silvio Berlusconi non si aspettava di trovarsi di fronte una cordata così determinata e convinta di raggiungere l’obiettivo della scalata al Milan. Un gruppo che, da più fonti, viene de­ scritto con spalle molto solide e con «argomenti» robusti e capaci – elemento che ha colto di sor­ presa un po’ tutti – di presentare sul tavolo una quantità tali di garanzie da far tentennare anche un Berlusconi che appena poche ore prima ave­ va annunciato la decisione di mantenere per sé la maggioranza della società rossonera. Atten­ zione, però: in questa fase sarebbe un errore spingersi in una serie di considerazioni affretta­ te, pensando che Berlusconi abbia accettato di trattare nuovamente la cessione della maggio­ ranza, ma il pressing cinese è talmente insisten­ te che potrebbe produrre una svolta anche in tempi non particolarmente lunghi. I cinesi sono pronti a un rilancio e la loro forte consistenza sta insinuando un dubbio nella testa di Silvio: da quando la dama cinese (si sussurra che possa trattarsi di un emissario governativo) è sbarcata a Milano le certezze si sono assottigliate. Adesso tutto è tornato ad essere oggetto di valutazioni. IRREMOVIBILI Questi sono i giorni del Dragone, che prova l’accerchiamento. La cordata cinese sta producendo il massimo sforzo per aprire una

breccia in Berlusconi, e chissà che non ci stia riu­ scendo. Anche il calendario degli ultimi giorni conduce in questa direzione: al doppio incontro sono seguiti contatti e scambi di email continui. Il filo tra Arcore e il gruppo cinese è segnalato in queste ore attivissimo. Ieri una fuga di notizie raccontava di una nuova visita di un emissario a Villa San Martino, che al momento non trova conferme, mentre è previsto tra non troppo (for­ se già nel fine settimana) un altro appuntamen­ to. I cinesi si stanno dimostrando disponibili al dialogo su tutto, pur restando irremovibili su prerogative e obiettivi: anche se non subito, puntano alla maggioranza della società e resta quindi da capire se accetterebbero di entrare da comprimari, seppure con prospettive di scalata. CONTROPROPOSTA E allora bisogna fare un pas­ so indietro, tornando al punto di partenza di questa storia: la prima proposta cinese prevede­ va un ingresso nel Milan con un pacchetto­lan­ cio tra il 30% e il 40% e la sottoscrizione di un patto di acquisto per aumentarne il peso in so­ cietà fino a un 70% in 4 anni. Il filo si è interrotto qui ed è da questo snodo che i cinesi hanno riav­ viato i colloqui, trovandosi di fronte un Berlu­ sconi cambiato e non più intenzionato a mollare la maggioranza. Non è stata ancora definita la controproposta, ma sul tavolo i punti chiave so­ no due: primo, da Arcore individuano come so­ luzione migliore l’ingresso con una quota di mi­ noranza (30­40%), così da immettere nel bilan­ cio quei capitali (250­300 milioni) di cui il club ha assoluto bisogno per rilanciarsi. In cambio viene offerto il business per la costruzione del nuovo stadio, che ingolosisce l’immobiliare Wanda Group, dentro la cordata di Pechino. Se­ condo: uno scenario così secco non trova gradi­ mento tra i cinesi. Insistono sull’accordo per ot­

RLa consistenza del gruppo potrebbe indurre Silvio a rivalutare la situazione RDa Milano offrono la costruzione dello stadio: può essere lo snodo cruciale

tenere gradualmente il club entro 4 anni. Ma se la controproposta sarà irrinunciabile, il colpo di scena non sarà più solo una suggestione. «Il brand Milan è forse il più forte del mondo nel calcio: è fortissimo nei Paesi dell’Est, è un pecca­ to non utilizzare questa forza per fare una squa­ dra ancora più forte di quanto non lo sia stata nel passato», ha ricordato Ennio Doris, fondatore del Gruppo Mediolanum, a Ballarò. Silvio però si è isolato da tutti, anche dai suoi fedelissimi storici: deciderà lui, da solo. MR BEE Intanto il rapporto con Bee è in ghiaccia­ ia. Dal 1° maggio nelle relazioni con il thailande­ se sembra essere cambiato non tutto ma quasi, spiazzato dalla svolta di Silvio di non volergli più cedere la maggioranza. Le prerogative dell’at­ tracco del gruppo Bee ad Arcore sono state pre­ cise dalla prima ora, e lo dimostra il preliminare firmato il 5 marzo a Villa San Martino impostato su una cessione subito del 25­30% con dentro un patto per salire col tempo al 60% per un inve­ stimento intorno ai 500 milioni. Le carte sono state ribaltate sabato mattina: Berlusconi ha of­ ferto poco più del 40% valutandolo 300 milioni e minando le certezze dei soci di Bee. Ma, anche qui, non è detta ancora l’ultima parola. © RIPRODUZIONE RISERVATA

1 Silvio Berlusconi, presidente onorario del Milan 2 Wang Jianlin, presidente di Wanda Group, colosso cinese con attività in edilizia, turismo, hotel, intrattenimento 3. Bee Taechaubol, a.d. di Thai Prime, società che si occupa di acquisto di parti di aziende non quotate in Borsa ANSA/EPA/GETTY


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Serie A R L’Inter è già sul mercato

MERCOLEDÌ 6 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Mancio in difesa Skrtel è un’idea E c’è l’incontro per Handanovic

L’EX PRESIDENTE

Moratti: «Icardi è necessario Spero che resti» 1Su Maurito si rifà sotto il Chelsea ma lui vuole i nerazzurri. Firma a breve, senza clausola rescissoria

1Lo slovacco del Liverpool nel mirino Oggi l’agente del portiere vede la società

Samir Handanovic, 30 anni, sloveno. È all’Inter dal 2012. Il suo contratto scadrà nel 2016 LAPRESSE

Luca Taidelli

L’

attacco aiuta a vendere i biglietti, ma la difesa fa vincere le partite. Il pur offensivo Roberto Mancini vuole a tutti i costi Dybala e Ya­ ya Tourè ma non dimentica il famoso detto americano e ha ben presente che per costruire una grande Inter bisognerà mettere mano pure alle fonda­ menta. GIÙ VIDA E DRAGOVIC Anche se nelle ultime uscite ha incas­ sato appena due reti, la retro­ guardia dell’Inter ha bisogno di innesti di qualità e persona­ lità. La certezza si chiama Jei­ son Murillo, 22enne centrale colombiano del Granada, ca­ pace di giocare a tre e a quattro ma soprattutto veloce nel bre­ ve, caratteristica che manca nella rosa attuale. Il nazionale, già bloccato a gennaio, però

non basta. Sia perché nel cuore della difesa sono certe le uscite di Campagnaro e Felipe, pro­ babile quella di Andreolli ­ che ha la pazienza di Giobbe ma ora vuole andare a giocare ­, mentre quella di Juan Jesus è legata a eventuali offerte im­ portanti. Sia perché anche in questo reparto serve un uomo di grande personalità che fac­ cia fare il salto di qualità ai compagni, Ranocchia in pri­ mis. Aspettando di capire il fu­ turo di Vidic, che è in gran ri­ presa ma ha pur sempre un in­ gaggio molto pesante, l’atten­ zione del Mancio si è concentrata su Martin Skrtel, 30enne leader spirituale del Li­ verpool, dove gioca dal genna­ io 2008. Il capitano della Slo­ vacchia ­ nel luglio scorso vici­ no al Napoli grazie al feeling con Benitez ­ ha il contratto in scadenza nel 2016 e malgrado il pressing dei Reds non ha an­ cora rinnovato. L’Inter sta pro­ vando ad inserirsi in questo empasse, anche perché sono in calo le quotazioni di Vida e Dragovic, centrali per i quali la Dinamo Kiev chiede cifre esa­ gerate. Skrtel sarebbe dunque la prima scelta, senza dimenti­ care Thomas Heurtaux, per il quale ci sono già stati dei con­ tatti con l’Udinese. ORE CALDE PER HANDA Nella situazione contrattuale di Skr­ tel si trova anche Samir Han­ danovic. Un nodo da sciogliere in fretta, tanto che oggi sarà a Milano Federico Pastorello, agente dello sloveno, che tra le altre cose incontrerà il ds ne­ razzurro Piero Ausilio. L’Inter ha offerto al portiere un pro­ lungamento a 2,5 milioni a sta­ gione, lui nicchia non solo per i soldi (ne chiede 3) ma anche perché vuole giocare in Cham­ pions. Opportunità che per la prossima stagione potrebbe of­

Massimo Moratti, 69 anni, in tribuna a San Siro con la moglie per l’addio di Zanetti LIVERANI

Matteo Dalla Vite

Q

uando Maurito Icardi esce dalla festa di Zanetti, alla domanda sul rinnovo del contratto dice «questa è una cosa difficile». E lo dice per tagliar corto, non per sotterrare una mina vagante. Perché sul suo contratto manca solo l’autografo, «datemi la penna e firmo», e non c’è alcuna clausola rescissoria in atto. Piuttosto c’è in ballo la classifica marcatori, che permette­ rebbe al bomber di prendersi il bonus­ponte fra vecchio e nuovo stipendio. L’Inter non ha fretta: il contratto fino al 2019 è pronto, Maurito vuole restare assolutamente all’In­ ter.

Martin Skrtel, 30 anni, slovacco, gioca nel Liverpool dal 2008 ACTION

RServe un centrale di personalità, resta viva anche la pista che porta al francese Heurtaux frirgli la Roma, che sarebbe pronta a offrire 8 milioni. Se divorzio sarà, i nerazzurri ­ a meno che non arrivino sorpre­ se sul fronte Neto, che al Man­ cio piace assai ­ andranno sul­ l’usato sicuro, quindi uno tra Cech e Reina, che costerebbero poco o nulla in termini di car­ tellino, ma molto in ingaggio. ALTERNATIVE NEL MEZZO I ra­ dar nerazzurri comunque sono accesi su tutti i fronti e i ruoli. Ribadito che per la mediana i nomi più caldi restano Yaya Tourè e Thiago Motta, nel caso la pista che porta all’ivoriano si

rivelasse troppo costosa po­ trebbe tornare di moda un al­ tro centrocampista molto lega­ to a Mancini dopo l’esperienza insieme al Galatasaray: Felipe Melo. Che alla Gazzetta ha spiegato: «Mancio è un gran­ dissimo, mi piacerebbe lavora­ re ancora con lui». Senza di­ menticare Allan, anche se per il brasiliano l’Udinese chiede troppo. Occhi puntati pure sul 21enne terzino sinistro Arthur Masuaku. Dopo un’ottima sta­ gione all’Olympiacos, il france­ se però adesso viene valutato non meno di 10 milioni. Ester­ no, ma più offensivo, è anche l’ungherese Balazs Dzsudzsak, 28enne della Dinamo Mosca in scadenza a giugno. «Essendo un parametro zero, è normale si parli di me ­ dice il nazionale ­. C’è stata una possibilità di ve­ nire all’Inter, a gennaio erava­ mo vicinissimi all’accordo. Ma anche ora non escludo nulla».

VECCHI RUMORS Cedere Icardi, lo sa anche il club nerazzurro, sarebbe un segnale di de­ bolezza enorme. E lo ripete anche Mancini, che a Thohir ha detto che se ci sono cessioni eccellenti da fare, bé, che non tocchino lui, Maurito. In tal senso si esprime anche Massi­ mo Moratti, socio di minoranza dell’Inter. «Comprammo Icardi perché pensavamo avesse le qualità che ora sta dimostrando, e lo credo piuttosto necessario come punto di riferimento. Detto questo, però, le strategie delle società molte volte vanno più in là e quindi posso solo dire di sperare che riman­ ga». Secondo una riattivazione di vecchie vo­ ci si sarebbe fatto avanti nuovamente il Chel­ sea. Zero conferme: Icardi, sostiene l’Inter, non si vende. Fino a prova contraria. ET E MANCIO NON VOLANO BASSI Nel frat­ tempo, Moratti elogia Mancio e Thohir. «Ve­ do molta professionalità da parte di Mancini, mi affido a lui per sperare nel futuro. Punto molto anche sulla serietà e l’emotività del presidente Thohir: vuole ottenere qualcosa di importante. Touré? Credo insegua qualco­ sa del genere, non è uno che vola basso». STO CON CAIRO Infine, chiosa sul discorso scudetti­Juve. «Inutile – dice Moratti – af­ fron–tare questo tema, mi sembra che il pre­ sidente del Toro, Cairo, lo abbia affrontato».

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SU GAZZETTATV

Paolillo sul Fair play: «Sanzione Inter? Blanda» 1L’ex dg interista (ora consulente Uefa) svela: «Le regole che valgono per chi va in Europa saranno applicate a tutta la A» Luca Pessina

«Q

uando si stabilì nel Financial Fair Play, a suo tempo, che si sarebbero dovute dare delle sanzioni ai club, si è pensato ad applicarle inizial­ mente in maniera più blanda per abituare i club alle nuove regole. Non mi stupirei se nel caso dell’Inter, alla fine, le san­ zioni fossero contenute». Paro­ la di Ernesto Paolillo, ex d.g. nerazzurro e coinvolto in pri­ ma persona nella stesura del

regolamento della Uefa, ospite ieri a CalcioMarket su Gazzet­ taTv. Così l’Inter aspetta per dopodomani una sanzione pe­ cuniaria da Nyon inferiore alle aspettative, intorno ai 2­3 mi­ lioni (rispetto ai 5­10 attesi). Per quanto riguarda la limita­ zione della rosa da 25 a 21 ele­ menti e il mercato perfetta­ mente bilanciato tra entrate e uscite, i nerazzurri potrebbero veder rimandata l’applicazio­ ne della pena alla prossima partecipazione alle coppe eu­ ropee, ancora in discussione in vista della nuova stagione. Ma

per Paolillo non sarebbe una soluzione definitiva per il club di Thohir: «Potrebbe fare co­ modo non solo all’Inter restare fuori dalle coppe, ma il proble­ ma verrebbe solo dilazionato. Quando si riqualificherà, la Uefa controllerà gli ultimi tre bilanci d’esercizio. Senza di­ menticare che in Inghilterra e Germania le regole del Finan­ cial Fair Play sono già applicate a tutti, non solo a chi partecipa alle competizioni europee. E verrà seguita la stessa norma anche in Italia a partire dalla prossima stagione».

ne Moratti, che nel post Triple­ te ha deciso di non cedere i pez­ zi pregiati della rosa allenata da José Mourinho: «Sono sem­ pre stato convinto che sarebbe stato meglio cedere alcuni gio­ catori e non lo dico solo a po­ steriori. Già dopo la vittoria di Madrid qualche dichiarazione a caldo aveva dato credito a questa mia idea. Massimo Mo­ ratti però mi rispose: “Cosa di­ rebbero i tifosi se l’anno prossi­ mo non vincessimo proprio a causa delle cessioni?”. Una scelta coerente, essendo il pri­ mo tifoso del club».

IL DOPO MADRID Un passivo che l’Inter sta cercando di di­ minuire virtuosamente, par­ tendo dall’abbattimento del monte ingaggi. Una mossa in controtendenza con la gestio­

STRADA PER DYBALA Questa la rivelazione di Paolillo, che dice la sua anche sulla corsa a Paulo Dybala, obiettivo dichia­ rato di Piero Ausilio per rinfor­ zare l’attacco in vista della

Ernesto Paolillo, 69 anni ANSA

prossima stagione: «Per per­ mettersi l’attaccante del Paler­ mo, l’Inter deve scegliere chi sacrificare e vendere qualcu­ no. Non esistono altre strade per permettersi certi esborsi. Lo slogan rimane quello del pa­ reggio di bilancio». Chiusura sull’idea di una fusione tra i due club milanesi, motivata in questo modo: «La mia provoca­ zione amara partiva dal pre­ supposto che i due club sareb­ bero finiti in mani straniere. Non seguiva la continuità della tradizione meneghina ed era un rischio. Si veda l’amore che Moratti ha avuto per il suo club nel corso degli anni. Milano, poi, non può reggere due stadi di proprietà. Se Barbara Berlu­ sconi e il Milan lo costruiscono per primi fanno bene». © RIPRODUZIONE RISERVATA


Serie A R Il testa a testa ROMA PT. 64

LA VOLATA CHAMPIONS IN 4 GIORNATE

LAZIO PT. 63 NAPOLI PT. 59

MERCOLEDÌ 6 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

35ª giornata

36ª giornata

37ª giornata

38ª giornata

STATO DI FORMA

MILAN

Udinese

LAZIO

Palermo

scarso

Inter

SAMPDORIA

Roma

NAPOLI

DIFFICOLTÀ facile media

PARMA

Cesena

JUVENTUS

Lazio

In maiuscolo le gare in trasferta

fL’ATTACCANTE GIALLOROSSO

La Roma cerca il suo bomber Per Ljajic cura tedesca

1Il serbo, a secco da 3 mesi in Serie A, è stato a Monaco per la schiena, ma col Milan ci sarà

Adem Ljajic, 23 anni, attaccante serbo al secondo anno nella Roma ANSA

Massimo Cecchini ROMA

L’

uscita del tunnel, forse, era un po’ più in là rispet­ to a quanto aveva pensa­ to. Esattamente in Germania, dove già in passato la sua schie­ na aveva trovato sollievo. Sem­ bra strano, ma in uno sprint per partecipare alla Champions nel­ l’ambiente Roma in tanti paiono avere dimenticato l’attaccante serbo, che resta sempre il capo­ cannoniere giallorosso con 8 gol in campionato e 1 in Europa Le­ ague.

CALVARIO Sgraniamo il rosario dei ricordi. Ljajic in questa sta­ gione ha segnato in campionato più gol di Gervinho (2), Doum­ bia (2), Iturbe (1) e Ibarbo (2 col Cagliari) messi insieme. Detto questo, è innegabile che una flessione nel suo rendimento ci sia stata, e neppure poco eviden­ te, se si pensa che l’ex della Fio­ rentina non realizza reti in cam­ pionato dall’8 febbraio, quindi tre mesi. A frenarlo una piccola serie di fastidi muscolari, che hanno spinto lo staff medico a valutare che i problemi potesse­ ro derivare da fastidi alla schie­ na, con relative ricadute postu­

buono

fL’ATTACCANTE BIANCOCELESTE rali. Per questo Ljajic è volato a Monaco di Baviera, per un con­ sulto col professor Müller­Wohl­ fahrt, ex medico sociale del Bayern (con Guardiola i rappor­ ti non sono idilliaci) e della Ger­ mania, ma sopratutto vero e proprio santone della medicina sportiva tedesca, che già nel pe­ riodo viola lo aveva annoverato tra i propri pazienti. Il responso è stato positivo. Ovvero, Ljajic – dopo essersi scaldato a lungo domenica scorsa e aver compiu­ to il successivo allenamento al­ l’Olimpico – sabato a San Siro sarà disponibile, visto che oggi svolgerà un differenziato e do­ mani sarà riaggregato al grup­ po. Poi toccherà a Garcia decide­ re se tenerlo ancora ai box o ri­ lanciarlo. Inutile dire che Ljajic a giocare ci terrebbe non poco, vi­ sto che nell’estate del 2013 è sta­ to ad un passo dal Milan, perché suo padre aveva gettato le basi di un accordo poi sfumato. Il suo futuro, perciò, è diventato gial­ lorosso, e non risulta che il serbo si sia mai pentito. Anzi. DOUMBIA OK Buone notizie, inoltre, sono arrivate anche da Strootman (controlli ok) e Doumbia. Gli esami strumentali a cui è stato sottoposto ieri l’ivo­ riano, dopo il fastidio ai flessori della coscia sinistra accusato do­ menica, non hanno infatti evi­ denziato lesioni. L’attaccante perciò ha già iniziato il recupero per farsi trovare pronto sabato per la sfida al Milan, dove inse­ guirà il terzo gol consecutivo. Traguardo che piacerebbe an­ che a Iturbe, fermo malinconi­ camente ancora a quota uno, ma che in ogni caso non molla. «Ci aspettano quattro finali – ha scritto sui social – e io non mi da­ rò mai per vinto». Meglio così, ma col via libera definitivo dato a Ljajic – che ha saltato le ultime tre partite – in attacco la concor­ renza aumenterà per tutti. Ciò che conta, però, è la qualifica­ zione in Champions, fondamen­ tale per i conti del club. Meglio non dimenticare che tra i gioielli della corona, uno dei primi è proprio Ljajic, che ha una clau­ sola rescissoria abbordabile e tanti estimatori. Ma questa è tutta un’altra storia. Che alla Ro­ ma tutti sperano non sia mai scritta. © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’IDEA DI MERCATO

Lazio, Felipe si è fermato Ma adesso c’è la «sua» Inter

1Il brasiliano non incide più: all’andata i 2 gol ai nerazzurri lo fecero esplodere

Felipe Anderson, 22 anni, seconda stagione con la Lazio LAPRESSE

Stefano Cieri ROMA

D

ov’è finito Felipe? Se lo chiedono in tanti. Dentro e fuori la La­ zio. I primi sono ovviamen­ te molto più interessati al­ l’argomento. Anche perché senza il miglior Anderson la Lazio rischia di scendere dal treno Champions sul quale è miracolosamente riuscita a salire negli ultimi mesi. LA FRENATA Della scalata alla zona Champions, rea­

lizzata dalla banda Pioli tra febbraio e aprile, Anderson è stato uno dei grandi protagoni­ sti. Se non il protagonista asso­ luto. Con i gol (10 in campio­ nato e 1 in Coppa Italia), gli as­ sist (7) e più in generale con as­ soli che hanno «spaccato» le partite. Tutto questo fino a La­ zio­Empoli di un mese fa, quando firmò la rete che chiu­ se il 4­0 dei biancocelesti. Gli ultimi lampi da vero Anderson ci sono stati in quella partita, nella quale peraltro, a voler es­ sere pignoli, già s’intravide una certa flessione. Che poi si è ma­ nifestata in tutta la sua eviden­

za in quelle successive: a Tori­ no con la Juve, all’Olimpico con Chievo e Parma e domeni­ ca scorsa a Bergamo. Match nei quali Felipe è rimasto a sec­ co, di gol e di assist. E ha forni­ to, nella migliore delle ipotesi, prestazioni normali. E’ chiaro che da un ragazzo che ha da poco compiuto 22 anni non si può pretendere la stessa conti­ nuità di rendimento che garan­ tiscono giocatori più maturi. Però una frenata così netta e improvvisa neanche era pensa­ bile. Anderson ha sicuramente pagato il ruolo di star che gli è stato appiccicato addosso. Gli avversari ora lo temono, lo stu­ diano, lo affrontano come pri­ ma non accadeva. E lui, a que­ sta nuova situazione, non si è ancora abituato. LA RIPARTENZA Alla fine la frenata gli ha anche annullato le già poche chance di essere preso in considerazione da Dunga per la Coppa America di giugno. Ieri il c.t. del Brasile ha diramato le convocazioni per la manifestazione e il laziale non c’è. Non è una bocciatura, visto che Felipe finora non è mai stato preso in considera­ zione per la Selecao (fa parte invece della nazionale olimpi­ ca), però è sicuramente un’al­ tra notizia che all’ex Santos non fa piacere. Anche perché in cuor suo ci sperava in un ri­ pensamento da parte di Dun­ ga. Pioli, ex compagno di Dun­ ga (nella Fiorentina), si augura che questa piccola delusione lo aiuti a rialzarsi e a tornare sui livelli di un mese fa. A dire il vero, a Bergamo, qualche se­ gnale in tal senso c’è stato. Spe­ cie nella ripresa Anderson è in­ fatti tornato, sia pur a intermit­ tenza, a combinare qualcosa da Anderson. La Lazio ne ha bi­ sogno per lo sprint finale. E spera che la rinascita possa es­ serci già domenica sera contro l’Inter. Contro cui all’andata a San Siro realizzò una doppiet­ ta che non bastò alla Lazio per vincere (finì 2­2), ma che bastò e avanzò per lasciare tutti a bocca aperta sul suo conto. Si era già sbloccato, ma quella se­ ra a San Siro per la prima volta incantò davvero. L’Inter lo sve­ glierà di nuovo? © RIPRODUZIONE RISERVATA

QUI FORMELLO

E Sabatini pensa a Gonzalo Rodriguez per la nuova difesa Andrea Pugliese ROMA

C’

Gonzalo Rodriguez, 31 anni LAPRESSE

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è un giocatore che da un po’ frulla nella testa di Walter Sabatini per rinforzare la difesa della prossi­ ma stagione e si chiama Gonza­ lo Rodriguez. È lui, il capitano argentino (con passaporto spa­ gnolo) della Fiorentina il profi­ lo considerato ideale per la re­ troguardia giallorossa. Per qua­ lità tecnica, carisma, senso del­ la posizione e capacità in fase d’impostazione. Un centrale completo, che sa giocare a quat­ tro ma anche a tre, seppur Gar­ cia a tre non ci giochi mai.

LA SITUAZIONE La Roma ci vuole provare, anche se sa che strappare Rodriguez (la valuta­ zione dovrebbe essere intorno ai 10 milioni) alla Fiorentina non sarà facile. Un po’ per il rap­ porto di amore e complicità che si è creato tra il giocatore, il club e l’ambiente viola (e non è un caso che sia proprio lui il capita­ no, in assenza di Pasqual), un po’ perché Gonzalo a Prato ha trovato anche l’amore, con Mar­ tina che presto lo renderà papà. Il contratto di Rodriguez a Fi­ renze scade nel 2017, con un in­ gaggio che gira — bonus com­ presi — intorno al milione e mezzo netto. Ecco, dovesse ave­ re la certezza della Champions la Roma potrebbe proprio far le­ va su questo tasto per convince­ re l’argentino a staccarsi da Fi­ renze, offrendogli un contratto da 2/2,2 milioni l’anno (più bo­ nus). Nel caso, toccherà poi a Gonzalo (e Martina) decidere se accettare o meno. Del resto, è anche una questione di cuore. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Biglia e De Vrij ok però Lulic è ai box Di Biagio in visita Nicola Berardino ROMA

S

Senad Lulic, 29 anni GETTY IMAGES

enad Lulic verso il forfait per la sfida con l’Inter. L’esterno si è fermato per una contrattura al polpaccio. Lesione muscolare esclusa dai primi esami, ma la situazione verrà valutata nelle prossime ore. Uno stop che si è verificato domenica pomeriggio nel ri­ scaldamento della gara contro l’Atalanta. Il bosniaco era can­ didato a un posto da titolare, poi è andato in panchina. Il suo recupero per la gara dell’Olim­ pico di domenica sera appare decisamente difficile. Contro

l’Inter Pioli potrà comunque contare sui rientri di Biglia e De Vrij. Ieri pomeriggio, alla ri­ presa degli allenamenti, il cen­ trocampista, reduce da una di­ storsione alla caviglia destra, è tornato ad allenarsi col grup­ po. Il difensore, fermato da un trauma capsulare al ginocchio sinistro, si aggregherà da oggi. Oggi pomeriggio, intanto, un altro centrale, Gentiletti farà le prove generali per il rientro. Giocherà con la Primavera nel­ la partita di campionato contro l’Avellino, a Formello. L’argen­ tino è out da settembre (lesio­ ne del crociato sinistro). OSPITE DOC Ieri pomeriggio, un ospite d’eccezione a For­ mello. Il c.t dell’Under 21 Gigi Di Biagio ha seguito l’allena­ mento della squadra di Pioli da bordo campo. Non ha però po­ tuto vedere all’opera l’azzurri­ no della Lazio, il centrocampi­ sta Danilo Cataldi, che ha lavo­ rato in palestra. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Magic+3 R Campionato

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LA VOLATA PER L’EUROPA LEAGUE

a 34

35ª

36ª

37ª

38ª

NAPOLI PT. 59

PARMA

Cesena

JUVENTUS

Lazio

FIORENTINA PT. 52

EMPOLI

Parma

PALERMO

Chievo

SAMPDORIA PT. 51

UDINESE

Lazio

EMPOLI

Parma

GENOA PT. 50

Torino

ATALANTA

Inter

SASSUOLO

INTER PT. 49

LAZIO

Juventus

GENOA

Empoli

TORINO* PT. 48

GENOA

Chievo

MILAN

Cesena

GIORNATA *Oggi si gioca Torino-Empoli scarso STATO DI FORMA:

CLASSIFICA SQUADRE

PT

JUVENTUS ROMA LAZIO NAPOLI FIORENTINA SAMPDORIA GENOA INTER TORINO PALERMO MILAN UDINESE CHIEVO VERONA EMPOLI SASSUOLO ATALANTA CAGLIARI CESENA PARMA (-7)

79 64 63 59 52 51 50 49 48 43 43 41 41 40 38 37 33 27 24 16

Giampiero Ventura, 67 anni ANSA

PARTITE

buono

In MAIUSCOLO le gare in trasferta DIFFICOLTÀ: facile

difficile

media

Maurizio Sarri, 56 anni LAPRESSE

CENTIMETRI

RETI

G

V

N

P

F

S

34 34 34 34 34 34 34 34 33 34 34 34 34 34 33 34 34 34 34 34

24 17 19 17 14 12 13 12 12 10 10 10 10 10 7 8 6 6 4 6

7 13 6 8 10 15 11 13 12 13 13 11 11 10 17 13 15 9 12 5

3 4 9 9 10 7 10 9 9 11 11 13 13 14 9 13 13 19 18 23

64 48 64 62 49 41 49 50 40 46 46 38 25 41 38 39 32 42 32 27

19 25 32 43 42 37 40 39 36 48 45 45 33 58 42 52 47 63 61 66

CHAMPIONS PRELIMINARI DI CHAMPIONS EUROPA LEAGUE RETROCESSIONI

PROSSIMO TURNO SABATO 9 MAGGIO, ore 18 JUVENTUS-CAGLIARI MILAN-ROMA ore 20.45 DOMENICA 10 MAGGIO, ore 15 CHIEVO-VERONA ore 12.30 CESENA-SASSUOLO EMPOLI-FIORENTINA PALERMO-ATALANTA UDINESE-SAMPDORIA PARMA-NAPOLI ore 18 LAZIO-INTER ore 20.45 LUNEDI’ 11 MAGGIO, ore 20.45 GENOA-TORINO

(3-1) (0-0) (1-0) (1-1) (1-1) (3-3) (2-2) (0-2) (2-2) (1-2)

MARCATORI 20 RETI Tevez (2, Juventus). 18 RETI Icardi (4, Inter); Toni (3, Verona). 16 RETI Menez (8, Milan); Higuain (3, Napoli). 13 RETI Gabbiadini (Napoli; 7 nella Sampdoria); Dybala (3, Palermo); Quagliarella (3, Torino); Di Natale (Udinese). 12 RETI Klose (Lazio). 11 RETI Callejon (Napoli); Berardi (6, Sassuolo). 10 RETI Maccarone (1, Empoli); Iago Falque’ (2, Genoa); Felipe Anderson (Lazio). 9 RETI Mauri e Parolo (Lazio); Eder (1, Sampdoria); Thereau (Udinese).

Toro-Empoli, viva la gavetta

1Si sfidano due allenatori venuti dal basso

Ventura e Sarri sono protagonisti in A dopo essere partiti dalle squadre dilettanti Guglielmo Longhi

A

lbenga e Stia, Rapallo e Faellese, Entella e Ca­ vriglia: le loro radici so­ no qui, e non le hanno mai rin­ negate. Giampiero Ventura e Maurizio Sarri hanno comin­ ciato ad allenare in tempi e luo­ ghi molto lontani, dal punto di vista calcistico. Un ligure in Li­ guria, un toscano in Toscana: una lunghissima salita, a picco­ li passi, verso l’alto. Si chiama gavetta, merce rara oggi. Chi l’ha fatta, la rinfaccia agli altri dandogli implicitamente del raccomandato. Per chi non l’ha fatta e non ottiene risultati (In­ zaghi per tutti), la colpa è dop­ pia. E invece provate a chiedete se e quanto serve all’allenatore più vecchio del campionato (dopo Reja) e a quello che ha debuttato tardi in A. La rispo­ sta è sempre la stessa: «E’ pre­ ziosa, perché gli errori ti aiuta­ no a crescere poco per volta». Secondo il dizionario Gabriel­ li, la gavetta è un «recipiente di metallo munito di manico e co­ perchio, destinato a contenere il rancio del soldato». E quindi viene dalla gavetta «l’ufficiale che ha percorso tutti i gradi in­ feriori, da soldato semplice in

avanti». Ventura e Sarri sono ufficiali seguiti e amati dalla truppa. Torino­Empoli di oggi è anche un inno alla pazienza. GLI INIZI Torniamo all’inizio. Il genovese Ventura comincia nel 1980 a meno di cento chilo­ metri da casa: Albenga, cam­ pionato Interregionale, oggi serie D. Da queste parti, la gen­ te si ricorda ancora di lui tanto da avergli intitolato, un paio d’anni fa, una corsa di trotto. Sarri, nato per caso a Napoli ma cresciuto in Valdarno, co­ mincia nel 1990 ancora più in basso, in Seconda categoria con lo Stia, che non è un con­ giuntivo ma la frazione di Pra­ tovecchio, provincia di Arezzo, oggi uniti. Sta ancora lavoran­ do in banca (e questo ormai è un particolare entrato nella leggenda del personaggio), quindi fare l’allenatore profes­ sionista è qualcosa che appar­ tiene al mondo delle idee. Sarri così continua il suo giro regio­ nale: Faella, ancora più piccola di Stia, poi Cavriglia fino allo sconfinamento ad Antella, in provincia di Firenze. Anche Ventura non si stacca da casa e un giorno dirà, pensando alla faticosa esperienza con la Sam­ pdoria: «Quanto è difficile alle­

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 Le squadre allenate da Giampiero Ventura dal 1980: Albenga (dil.), Rapallo (dil.), Entella (C2), Spezia (C1), Centese (C1), Pistoiese (C2), Giarre (C1), Venezia (B), Lecce (C1-B), Cagliari (B-A), Sampdoria (B), Udinese (A), Napoli (C1), Messina (A), Verona (B), Pisa (B), Bari (A) e Torino (B-A). In totale, 5 campionati nei dilettanti. È rimasto inattivo solo nel 2000-01

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 Le squadre allenate da Maurizio Sarri dal 1990: Stia (dilettanti), Faellese (dil.), Cavriglia (dil.), Antella (dil.), Valdema (dil.), Tegoleto (dil.), Sansovino (dil.), Sangiovannese (C2-C1), Pescara (B), Arezzo (B), Verona (C1), Perugia (Prima div.), Grosseto (B), Alessandria (Prima div.), Sorrento (Prima div.), Empoli (B-A). In totale, sono 13 campionati con i dilettanti.

nare nella tua città». Lui così gira attorno a Genova: Rapal­ lo, poi Chiavari. Poi, finalmen­ te, il salto in C1 a La Spezia. E’ il 1986. IN A TARDI Tra i due ci sono 11 anni di differenza, uno stacco generazionale che è stato ri­ dotto poco per volta. Due sto­ rie molto simili: Ventura è arri­ vato in A quando aveva 50 anni (Cagliari), Sarri a 55 e ha co­ minciato a stupire con il suo Empoli propositivo e organiz­ zato. Quando ha cominciato il primo, Inzaghi andava in se­ conda elementare; quando ha cominciato il secondo, Pippo giocava nella Primavera del Piacenza. Pietra di paragone inevitabile, il tecnico rossone­ ro, ma non può essere diversa­ mente viste le carte d’identità e il numero di squadre allenate, due variabili che non sono più legate una all’altra come una volta. Ieri Sarri, che in questi mesi è stato accostato più volte alla panchina milanista, ha re­ so omaggio al collega anziano: «E’ un allenatore che può anco­ ra puntare a una grande squa­ dra. Ma il Toro ha fatto la sto­ ria, quindi già ora può conside­ rarsi in una big». Potesse ri­ prendere la bella abitudine di parlare alla vigilia, Ventura ri­ cambierebbe i complimenti. Invece il loro sarà un incontro senza pubblicità: prima della partita si saluteranno ricor­ dando da dove sono partiti. Ma come sono lontane Albenga e Stia. © RIPRODUZIONE RISERVATA

TORINO

(3-5-2)

EMPOLI

(4-3-1-2)

OGGI Ore 15 TV Sky Sport 1, Supercalcio e Calcio 1; Mediaset Premium Calcio 30 PADELLI 25 GLIK

5 BOVO PERES 33

GAZZI 14

94 BENASSI

27 QUAGLIARELLA

24 MORETTI

DARMIAN 7 36 EL KADDOURI

17 MARTINEZ

20 PUCCIARELLI 5 SAPONARA

7 MACCARONE 11 CROCE 21 MARIO RUI

6 88 VALDIFIORI VECINO 19 24 23 BARBA RUGANI HYSAJ 33 SEPE

PANCHINA 13 Castellazzi, 1 Ichazo, 19 Maksimovic, 18 Jansson, 3 Molinaro, 21 Gaston Silva, 4 Basha, 8 Farnerud, 15 Alv. Gonzalez, 11 M. Lopez, 22 Amauri. ALLENATORE Ventura. BALLOTTAGGI Bovo-Maksimovic 60-40%, Martinez-M. Lopez 60-40%. SQUALIFICATI Vives (1). DIFFIDATI Amauri, Maksimovic, Padelli, Quagliarella. INDISPONIBILI nessuno. ALTRI Barreto e S. Masiello. PANCHINA 28 Bassi, 16 Biggeri, 50 Somma, 2 Laurini, 8 Signorelli, 4 Diousse, 30 Gemignani, 27 Zielinski, 9 Mchedlidze, 10 Tavano, 15 Piu. ALL. Sarri. BALLOTTAGGI nessuno. SQUALIFICATI Tonelli (1). DIFFIDATI Maccarone, Mario Rui, Zielinski. INDISPONIBILI Verdi, Brillante, Pugliesi. ALTRI Guarente. ARBITRO Tommasi di Bassano del Grappa ASSISTENTI Pegorin-Musolino IV UOMO Paganessi ADDIZIONALI Peruzzo-Chiffi PREZZI ingresso solo per gli abbonati 1 X 2 1.83 3.55 4.33

TACCUINO GIUDICE SPORTIVO

Dodici squalificati Tre per Samp e Verona  Dodici giocatori squalificati per un turno nella 34a giornata di Serie A, in attesa di completare il quadro dopo Torino-Empoli. La lista: Sportiello (Atalanta), Dessena e Mpoku (Cagliari), De Sciglio (Milan), Romagnoli, Obiang e De Silvestri (Sampdoria), Brighi (Sassuolo), Allan (Udinese), Marquez, Greco e Sala (Verona).

PALERMO

Sorrentino tamponato «Solo una botta»  «Sto benone». Stefano Sorrentino, portiere del Palermo, ha rassicurato sulle sue condizioni dopo il lieve incidente stradale che lo ha visto coinvolto ieri mattina. Il giocatore è stato prontamente ricoverato in ospedale: «Sono solo stato

tamponato e ho preso una piccola botta alla mano destra», ha informato sui suoi profili social Sorrentino, concludendo: «Grazie per il pensiero, un abbraccio». Il contrattempo non avrà ripercussioni sulle scelte di Iachini che per le ultime gare di campionato aveva già deciso di schierare Ujkani.

PRIMAVERA

Oggi due recuperi in campo Roma e Lazio  Oggi due recuperi nel girone C del campionato Primavera. Tornano in campo Roma e Lazio, impegnate venerdì scorso nel ritorno della Coppa Italia. La Lazio ospita l’Avellino, per riprendersi il secondo posto; la Roma va a Latina, per cercare la fuga definitiva in testa. Le romane sono in lotta col Bari per i primi due posti, quelli che danno accesso diretto alle Final Eight scudetto.


Serie A R Il personaggio

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Festa, l’ultima missione del marine

1Pesi, corsa e gran fisico: il nuovo tecnico del Cagliari si gioca così le speranze salvezza Mario Frongia ASSEMINI (CAGLIARI)

I

l marine è tornato. Braccia incrociate, sguardo fermo, la giacca di fresco lana del­ la divisa rossoblù tesa sulle spalle: Gianluca Festa si tiene in forma. anche adesso. Da gio­ catore, era noto per la cura del fisico. Non è cambiato: pesi, corsa e pallone. «Non ho piedi buonissimi, per stare su questi livelli devo lavorare il triplo de­ gli altri», diceva anni fa. Oggi, con 24 punti a quattro match dal termine, l’Atalanta quartul­ tima avanti di sei lunghezze e gli scontri diretti a favore, la classifica è impietosa. E i cam­ pioni d’Italia della Juve sono dietro l’angolo. «Era difficile prima, lo è ancora. Non voglio sentire la parola retrocessione. La vittoria con il Parma è meri­ tata e me l’aspettavo: i ragazzi l’hanno preparata bene». PRECISO Stakanovista, attento ai dettagli, concreto. Da calcia­ tore e da tecnico. Gioca a cal­ cetto e non ci sta mai a perdere. Da appassionato di pesca a bo­ lentino, appena può gironzola per il golfo di Cagliari. Le usci­ te sul suo gommone rimango­ no impresse negli amici. così come le grigliate a base di sara­ ghi e corvine. Gioca anche a tennis, ma è il calcio la sua ma­ lattia. Gianluca Festa è un lea­ der silenzioso. Da giocatore non aveva molte strade: impe­ gno e determinazione per dare

l’esempio anche ai compagni più giovani. Nel Cagliari degli Orrù guidato da Ranieri, vola dalla C alla A. Ha temperamen­ to e forza fisica da vendere, an­ che adesso, che si trova per la seconda volta al capezzale dei rossoblù. In A l’esordio in pan­ ca è del 2010, Cellino silura Al­ legri lo chiama. Coglie quattro pareggi e una sconfitta, con la Roma all’Olimpico. Ricordi, fo­ to e una costante: la Sardegna nel cuore. Non ama se ne parli ma nel 2003 straccia un impor­ tante contratto con gli inglesi del Portsmouth per tornare nel suo Cagliari che deve risalire dalla B. Il passato la dice lunga sulla quotidianità. Ma ora, c’è poco spazio per fantasticare. GRINTOSO Festa non si na­ sconde. La grinta e il coraggio sono nel suo Dna. Intanto, la nuova avventura con Ekdal e soci ha numeri positivi: due vittorie e una sconfitta in 270 minuti. Si guarda avanti. «Sa­ bato sarà difficile, la Juve è la Juve. E se mancherà qualcuno hanno chi li sostituirà bene. Noi perdiamo Dessena e M’Po­ ku, ho una buona rosa, trovere­ mo una soluzione. L’Atalanta? Non ne voglio parlare, diamo tutto quel che possiamo e il 31 maggio si vedrà». Punto e a ca­ po. Il tecnico plaude M’Poku e Farias: «Possono fare male alle difese. Hanno segnato bei gol, un piacere per me e i tifosi». Non ha avuto dubbi dopo la chiamata di Giulini: «Ho detto subito di sì, non ho dato al pre­

L'IDENTIKIT GIANLUCA FESTA NATO IL 15 MARZO 1969 A MONSERRATO (CAGLIARI) RUOLO ALLENATORE

Il nuovo tecnico rossoblù Gianluca Festa, 46 anni, a destra, accanto al suo vice David Suazo, 35 anni GETTY IMAGES

«M’POKU E FARIAS: POSSONO FARE MALE ALLE DIFESE. HANNO SEGNATO BEI GOL, UN PIACERE PER I TIFOSI» «HO TROVATO UNA SQUADRA FISICAMENTE A POSTO. FORSE MANCAVANO LE MOTIVAZIONI» GIANLUCA FESTA ALLENATORE DEL CAGLIARI

sidente il tempo di finire la do­ manda». FIDUCIOSO Ha Suazo al fian­ co. L’inizio è stato confortante, a Firenze arriva il colpaccio inaspettato. Sul tema, il drib­ bling è tanto elegante quanto secco: «Se mi avessero chiama­ to prima? Sono arrivato quan­ do mi hanno chiamato e non minimizzo il lavoro di chi mi ha preceduto. Penso solo a prose­ guire il mio. Ho trovato una squadra fisicamente a posto, forse mancavano le motivazio­ ni. Ci stiamo provando, specie nei momenti di difficoltà. Il gruppo anche col Parma han­

no dimostrato di saperci fare». Un quadro con una cornice chiave: «Nessuno potrà dire: potevo fare meglio. I ragazzi hanno preso coscienza delle proprie potenzialità. Abbiamo ancora qualche speranza. Il ca­ lendario non ci dà alternative: giochiamo provando a vincerle tutte». Gianluca Festa saluta. Accoglie l’ultimo quesito con un mezzo sorriso: «A Verona venivamo dalla grande vittoria con la Fiorentina, la squadra era mentalmente molto stan­ ca. Comunque non siamo stati disastrosi nemmeno con il Chievo». © RIPRODUZIONE RISERVATA

A CAGLIARI Gianluca Festa comincia a giocare a Cagliari nel 1986-1987, poi va a giocare nel Fersulcis (Interregionale) per tornare subito a Cagliari. Coi i rossoblù, il difensore gioca per 5 campionati di fila (153 presenze e 0 gol). Dopo una breve apparizione nell’Inter, passa alla Roma nell’ottobre ‘93, per ritornare all’Inter a fine stagione. Coi nerazzurri, Festa gioca fino al dicembre ‘96, chiudendo con 62 presenze e 3 gol. IN INGHILTERRA Poi decide di provare l’esperienza all’estero, a Middlesbrough, dove resta per 6 campionati (138 presenze, 10 gol) e Portsmouth (27/1). Torna in Italia e dopo una parentesi a Cagliari (26/2), va alla Nuorese, poi al Tavolara dove chiude la carriera nel 2008. DA ALLENATORE Dopo aver sostituito Allegri nel finale del torneo 2009-2010, nel 2012 va al Lumezzane, torna a Cagliari e prende gli Allievi nazionali. Lo scorso 21 aprile gli viene affidata la prima squadra


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Calcio R

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IL BLOG DELLA SERIE A

1GENOA A PORTE APERTE Il Genoa si ritrova oggi per un allenamento a Pegli aperto ai tifosi. Dopo un giorno supplementare di riposo, Gasperini ritrova il gruppo in vista della partita con il Torino di lunedì 11 maggio, nella quale si rivedrà Burdisso dopo la squalifica

1Il presidente pensa a una squadra satellite La società smentisce un’inchiesta sul patron per tasse non versate SAMPDORIA Giuseppe Calvi Alessio Da Ronch

IFERRERO-LECCEI IPASSI AVANTI:I IIL LEGALE CHIEDEI II CONTI DEL CLUBI Il presidente della Sampdoria Massimo Ferrero, 63 anni, romano, produttore cinematografico GETTY IMAGES

ITRENT’ANNI FAI ILO SCUDETTO HELLASI IUN GALA FESTEGGIAI II «BAGNOLI BOYS»I

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L

a caccia all’Europa e non solo. Il presidente della Sampdoria, Massimo Fer­ rero, si muove su più fronti, per il club e pure per se stesso. DUE DILIGENCE Quella di ac­ quisire il Lecce non era solo una pazza idea. Ferrero ha de­ ciso di «studiare» con attenzio­ ne la società pugliese, dopo l’incontro avvenuto nella mat­ tinata di sabato a Genova con Savino Tesoro, il proprietario del club salentino. Ieri Antonio

Romei, l’avvocato di fiducia del «viperetta» e suo braccio destro nell’amministrazione del club, ha richiesto ufficial­ mente di prendere visione del­ la documentazione dello stato patrimoniale (compresi i con­ tratti in essere con i calciatori) del Lecce. Appena Ferrero di­ sporrà dei numeri della società di Tesoro, sarà avviata la due diligence, in parole povere l’analisi dei conti. Evidente­ mente è forte il suo desiderio di rilevare un club di Lega Pro per ampliare il progetto nel mondo del calcio. Come il col­ lega Lotito, che ha festeggiato la scorsa settimana la promo­ zione della Salernitana in B, Ferrero tenta di porre le basi per una squadra­satellite della Samp. E, mentre prima si era limitato solo ad acquisire infor­ mazioni su Arezzo, Lucchese e Piacenza (militante in serie D), ora è andato oltre, perché pun­ tando sul Lecce è sceso in cam­ po personalmente per trattare direttamente con Tesoro.

avanti nel mondo del calcio, Ferrero rischia di dover guar­ dare indietro, con qualche pre­ occupazione, in quello del ci­ nema e dei suoi affari persona­ li. Secondo l’edizione romana di Repubblica di ieri, infatti, il presidente della Samp rischie­ rebbe di finire nei guai per una presunta evasione fiscale. Il pm Antonino Di Maio avrebbe aperto un’indagine sui fatti, ri­ salenti al 2009, che riguarde­ rebbero un mancato versa­ mento di 200 mila euro e sa­ rebbero riconducibili alle ope­ razioni della sua Blu Cinematografica. A fine mese, poi, ci sarà il dibattimento pro­ cessuale per un’altra causa, sempre legata a mancati versa­ menti di imposte. Attraverso il sito della Samp, i legali di Fer­ rero hanno fatto sapere di con­ siderare incomplete e false le notizie. L’11 giugno, invece, ar­ riverà la decisione del tribuna­ le sulla proposta di risarcimen­ to fatta alla curatela della Li­ vingston, fallita nel 2011 sotto la gestione di Ferrero stesso.

FISCO E GUAI Mentre guarda

ICALCIOSCOMMESSEI IILIEVSKI CONFERMA:I ISELFIE CON MAURI,I IINCONTRÒ FERRARIOI

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IGUERRIEROI IACERBI:«LAI IMIA LOTTAI IIN UN LIBRO»I

VERONA

SASSUOLO

Stefano Fogliani SASSUOLO

Bagnoli e i giocatori in trionfo nel 1985

Stefano Mauri, 35 anni, monzese LAPRESSE

Matteo Fontana

Francesco Ceniti

VERONA

INVIATO A CREMONA

E

li incontri in hotel coi giocatori, i loro timori, l’aspetto fisico e i soldi conse­ gnati per Lecce­Lazio. E ancora: il tragitto da Formello al ritiro del Genoa, le parole di Mauri e Milanetto, gli accordi per combinare la gara (pari nel primo tempo, poi over con vittoria laziale) prima dell’of­ ferta degli «Zingari». Cinque ore intense quelle di Ilievski davanti a di Martino, il pm di Cremona titolare dell’inchiesta calcio­ scommesse. Cinque ore nelle quali il capo della banda ha raccontato fatti e gare bal­ zate agli onori della cronaca. A verbale molti dettagli: vanno a blindare le accuse della Procura che tra fine maggio e giugno farà le richieste di rinvio a giudizio per as­ sociazione a delinquere finalizzata alla fro­ de sportiva.

IRIFORME TORNEI:I ILE LEGHE CONTRO,I IE ORA TAVECCHIOI IVA IN PRESSINGI Michel Platini, presidente Uefa, con Carlo Tavecchio ieri a Nyon

ra il 1984­85, il tempo di una Serie A che era il campionato più bello del mondo. E dello scudetto del Verona, un capolavoro della provincia del pallone. Di anni ne sono passati trenta, da quell’im­ presa, firmata da Osvaldo Bagnoli, lo Schopenhauer della Bovisa, a pilotare un gruppo unico, con la forza di Briegel ed Elkjaer, la classe di Tricella e Di Gennaro, i gol di Galderisi, la tecnica di Fanna, l’estro e la follia di Garella, la generosità di Volpati, la tenacia di Fontolan e Ferroni, la corsa di Marangon. Una ricorrenza da ce­ lebrare, e per cui la società di via Belgio ha predisposto delle iniziative ad hoc, pre­ sentate dal direttore generale del club, Giovanni Gardini, e dal presidente dell’as­ sociazione degli ex giocatori, Domenico Penzo: «Il risultato di quel Verona è ecce­ zionale. Nella A a girone unico nessuna città non capoluogo di regione ha mai po­ tuto fregiarsi dello scudetto», le parole di Gardini. Già in vendita la replica «vintage» di maglie, felpe e t­shirt commemorative della vittoria, e pure la collezione di figu­ rine Panini, in un album di produzione speciale. Sabato sarà la Gazzetta a raccon­ tare il trionfo dell’Hellas con un libro di 160 pagine, «Uno storico scudetto». E il 14 e 15 maggio un gruppo di studenti delle primarie locali effettuerà un tour guidato dello stadio Bentegodi. Culmine delle ma­ nifestazioni, il 19 maggio, alle 21, in Gran Guardia, in Piazza Bra: serata di gala, con 600 posti disponibili, a 55 euro l’uno, e l’intero incasso sarà devoluto in benefi­ cenza alle associazioni «Bambini senza confini» e «Noi per Lorenzo». © RIPRODUZIONE RISERVATA

1Promozioni: tra A

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FERRARIO Pesanti dichiarazioni di Ilievski nei confronti di Mauri (confermata dallo slavo l’esistenza di un selfie col capitano la­ ziale) e Milanetto e non si esclude la pre­ senza di altri giocatori di Lazio e Genoa. Si aggrava molto la posizione di alcuni ex Lec­ ce: Ilievski li ha riconosciuti in foto e ha det­ to di averli incontrati, tra loro Stefano Fer­ rario ora al Lanciano. Lo slavo ha pure par­ lato della sua prima combine italiana, Chie­ vo­Novara di Coppa Italia, puntando il dito contro Bertani, Ventola, Fontana e Shala (gli ultimi 3 assolti dalla giustizia sportiva). Il super pentito, considerato più prezioso di Carobbio e Gervasoni, sarà interrogato di nuovo venerdì e lunedì: parlerà di partite e nomi nuovi, come fatto per il Livorno e un giocatore fino a ieri non indagato. © RIPRODUZIONE RISERVATA

e B manca l’intesa, il n°1 Figc «minaccia» il commissario. Vertice con Platini su Uefa e Fifa Fabio Licari-Valerio Piccioni

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azzismo, riforme, posti per l’Europa al Mondiale, ele­ zioni Fifa e altro: ieri pran­ zo Platini­Tavecchio a Nyon, poi incontro al quale hanno parteci­ pato anche il d.g. Uva e il segreta­ rio Uefa Infantino. In agenda, il numero di europee al Mondiale: a fine maggio la Fifa deciderà i posti e l’Uefa teme un ridimensio­ namento. Tavecchio e Uva hanno illustrato le riforme Figc, parlan­ do anche del consolidamento economico dei club e delle misure anti razzismo (plauso Uefa per il ruolo di Fiona May). Si è parlato di riduzioni del campionato (da 20 a 18). In ballo le commissioni Uefa (l’Italia spera di incassarne di più). E, infine, le elezioni Fifa: l’Uefa non ha ancora dato indica­ zioni di voto, se non «contro» Blatter (che comunque vincerà). POSIZIONI LONTANE Intanto la riforma dei campionati tiene ban­ co pure in Italia. L’accordo è fati­ coso, per non dire lontano. E c’è sempre quel «porto tutto al Coni»

con cui Tavecchio ha illustrato la possibilità che senza una sintesi concreta, possa chiedere un com­ missariamento per ridisegnare le norme. Prospettiva sicuramente non augurabile, per tutti. Abodi, il presidente della Lega di B, dice che c’è un «pronunciamento del­ l’assemblea dei nostri club, 22 su 22, che ha fatto una proposta». Quella del 2 (promozioni dirette) più 1 (posto che esce fuori dagli spareggi B/A). «Una cosa è met­ terci al servizio della competitivi­ tà della A, un’altra diventare ser­ vi». La Lega maggiore insiste in­ vece per l’1 (promozione diretta) più 2 (dagli spareggi B/A) con di­ versi soldi in più per la B. «Speria­ mo arrivi un progetto tecnico sportivo», aggiunge Tommasi per l’Aic.

«N

on avevo pensa­ to di scrivere della vicenda, ma quando è arrivata la proposta ho de­ ciso di farlo». E del resto la sua storia vale un roman­ zo. Che si intitola «Tutto bene» e racconta la doppia vittoria sul tumore di Fran­ cesco Acerbi, difensore del Sassuolo. L’ha scritta, Acer­ bi, con la collaborazione di Alberto Pucci, giornalista di Mediaset Premium («Lui dettava – si schernisce Puc­ ci – e io scrivevo») sceglien­ do un registro narrativo il più agile e leggero possibile che tuttavia rende bene, scorrendo le 184 pagine pubblicate da «Sper­ ling&Kupfer», la misura della determinazione di Acerbi in questa vicenda.

AMARO ABODI La scorsa setti­ mana c’è stato pure il caso delle nomine di Federcalcio s.r.l. (la so­ cietà che gestisce il patrimonio immobiliare della Figc). Abodi ha respinto quella di consigliere di amministrazione sentendo tradi­ to il patto della scorsa estate che prevedeva la sua nomina a presi­ dente, carica assunta ora da Ta­ vecchio. Per il leader della Lega di B ora è «un’amarezza superata». Ma certo il quadro non è proprio idilliaco. Ed è in questo quadro che martedì Tavecchio proverà una ricucitura generale per evita­ re il famoso viaggio al Coni.

MANIFESTO DI LOTTA «Mai mollare, mi dicevo, mentre facevo la chemio e mentre provavo a ridiventare un giocatore, né ho mai smes­ so di pensare a quando sa­ rei tornato in campo», ha detto Acerbi, spiegando co­ me quelle pagine vogliano essere «un messaggio di speranza per chi lotta, sta lottando e ha lottato contro questa malattia». La vicen­ da è nota,e il libro la riper­ corre completamente: dal­ la diagnosi (luglio 2013) al primo ritorno in campo, dalla recidiva della malat­ tia (battuta di nuovo a pri­ mavera 2014) scoperta do­ po aver «fallito» un esame antidoping, al rientro defi­ nitivo in campo. Con il Sas­ suolo a settembre, con la Nazionale di Conte a no­ vembre. E l’ultimo capito­ lo, dedicato all’azzurro, chiude il cerchio. E si inti­ tola «Sì, è andato tutto be­ ne».

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Siamo in onda! R

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MATTINA 7 Gazzetta News 7.30 Gazzetta News 8 Gazzetta News 8.30 Gazzetta News 9.05 Campioni a confronto 9.30 Condò Confidential 10.05 The Speedgang 11.05 Perfection: momenti di gloria

11.30 Campioni a confronto 12.05 Bomber 13 Gazzetta News 13.30 Gazzetta News 14 Gazzetta News POMERIGGIO 14.15 Tuttogol 14.45 Autogol News

15 The Speedgang 15.55 Sfide senza limiti 16.20 Pazzi per i derby 17.10 Bomber 18.05 Perfection: momenti di gloria 18.30 Le nuove forze del calcio 18.45 Gazzetta News CorriAmo 19 Calciomarket 19.30 Gazzetta News

SERA 20 Gazzetta News 20.30 Gazzetta News 20.45 Autogol News 21.05 Perfection: momenti di gloria 21.35 Bomber 22.30 Condò Confidential 23 Gazzetta News 24 Calciomarket

Su GazzettaTv, Abodi dalla... B alla Z

1 Il n° 1 della Lega B si confessa sul canale 59. E poi le storie di Inzaghi, Toni e Maradona al Mondiale ’86 clic

Gabriella Mancini

G

azzettaTv tra storie di bomber, parodie e momenti di gloria, tutto sul canale 56 del digitale terrestre. Nel primo pomeriggio si parte con il trio comico Gli Autogol: Alessan­ dro Iraci, Alessandro Trolli e Michele Negroni si confrontano con il sosia di Federico Buffa che con enfasi racconta Roberto Baggio Massimo Moratti. Verso le 16 linea all’avventura: Sfide senza limiti segue la sciatrice freestyle Angel Collinson che affronta per la prima volta l’Alaska e i pendii del Chilkat Range. TONI E MARADONA Alle 17.10 da non perdere Bomber, che ripercorre la stagione 2005­2006 dell’attaccante del Verona. Quest’anno ha trova­ to una seconda giovinezza, sono già 18 i gol rea­ lizzati con il club gialloblù, in questa intervista ricorderà l’annata vissuta con la Fiorentina di Cesare Prandelli, un periodo altrettanto memo­ rabile che si concluse con la vittoria della classi­ fica cannonieri e della Scarpa d’oro. Poi Perfec­ tion: Momenti di gloria che punta il mirino sul fenomenale LeBron James, uno dei giocatori più forti della storia Nba. Una chicca per gli ap­ passionati di basket. Un altro istante da non per­ dere è il record mondiale di Yelena Isinbayeva nel salto in alto, prima donna a valicare la stori­ ca barriera di 5 metri. E, ciliegina finale, il magi­ co Mondiale ‘86 con Diego Armando Maradona che trascinò l’Argentina al successo finale; stori­ ca la sfida contro l’Inghilterra con la Mano de Dios e lo storico gol del fuoriclasse argentino che scartò gli inglesi come birilli.

COME RISINTONIZZARE I VOSTRI TELEVISORI E VEDERE IL CANALE 59

Andrea Abodi, 55 anni, presidente Lega Serie B ANSA

Pippo Inzaghi, 41 anni, è tornato in campo BOZZANI

SERIE B CON ABODI Alle 19 gli aggiornamenti del calciomercato a Calciomarket, con Marilena Albergo e il nostro esperto Carlo Laudisa. Alle 20.15, su Gazzetta News, è in programma un’in­ tervista originale realizzata dal giornalista della Gazzetta dello Sport Nicola Binda ad Andrea Abodi: il presidente della Lega Serie B risponde­ rà a 22 domande, come le squadre di Serie B, in 22 secondi per ogni risposta. In primo piano il bilancio della stagione, le novità in vista dei playoff e tanto altro ancora.

PIPPO GOLEADOR Conclude la serata una nuova puntata di Bomber, il protagonista questa volta è l’allenatore del Milan Pippo Inzaghi, tra i prota­ gonisti della partita in onore di Javier Zanetti. Se in panchina Pippo ha i suoi problemi, può ritrovare il sorriso osservando i suoi gol, spesso sul filo del fuorigioco. Riflettori puntati sul 1996­97, quella vissuta con l’Atalanta, quando vinse la classifica dei capocannonieri con 24 re­ ti. Una stagione d’oro. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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OPINIONI

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Le semifinali Champions

La vignetta

Lettere alla Gazzetta

PIRLO, LE CREATURE E LA CASA DEL PEP

di Stefano Frosini

TONI E CASTORI I «PIU’» DELL’ANNO

IL COMMENTO di ALESSANDRO DE CALÒ

I

l nocciolo duro di queste due semifinali di Champions, in fondo, è lo stesso. Da una parte c’è il padre inventore – calato nei panni del tecnico – dall’altra la sua creatura. Ieri sera, allo Stadium, abbiamo visto in scena Carlo Ancelotti e Andrea Pirlo, che ha vinto il primo round; oggi, al Camp Nou, tocca a Pep Guardiola e Leo Messi. All’alba di questo millennio, Ancelotti ha avuto una illuminazione che ha permesso di trasformare la carriera di Pirlo. Gli ha cambiato ruolo e così, da discreto trequartista si è trasformato in playmaker di livello mondiale. Erano gli anni di un Milan destinato a crescere, a prendersi altri scudetti e coppe, attorno al Barnum dei suoi fuoriclasse. Per Ancelotti il confronto con la Juve è sempre stato un morbido terreno di rivincite – dopo la non felice parentesi in bianconero – consumate alla luce del sole, dalla storica finale italiana vinta a Manchester nel 2003 giù fino al match di ieri, e al ritorno della prossima settimana al Camp Nou. Dopo aver “creato” un fuoriclasse, è possibile, non dico “distruggerlo”, ma almeno disconnetterlo, mandarlo in tilt? Guardiola ha detto un sacco di volte che non c’è modo di arginare Messi, se Leo sta bene non lo ferma nessuno. Immarcabile, come Pirlo del resto, quando sta bene. L’argentino era già diventato il nuovo piccolo Maradona quando, nel 2008, il Pep ha ereditato la guida del Barça da Frank Rijkaard. L’allora presidente blaugrana, Joan Laporta, gli aveva comunicato il nuovo incarico andandolo a trovare nell’ospedale dove era appena nata la figlia Valentina. Subito dopo, Luis Enrique avrebbe

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ereditato da Guardiola la panchina del Barça B. E’ una bella giostra. Al centro di questa giostra, appena comincia a regolarne la velocità, il Pep ci mette Messi. Capisce che il suo enorme talento può essere lo sbocco principale del gioco blaugrana. Per valorizzarlo e andare in fondo su questa strada, Guardiola sgombera il campo da quelli che possono fargli ombra. Via subito Ronaldinho e poi, stagione dopo stagione, partono Eto’o, Ibra, Villa. La voglia continua di cambiare moduli e schemi, il trozkismo calcistico che anima il Pep, spingono Guardiola a disegnare uno spazio vuoto nel centro dell’attacco del Barcellona per lasciare che là possa inserirsi Messi, in un percorso spianato verso il gol. Nasce il Falso Nueve e i numeri confermano la scelta felice. Messi comincia a segnare quasi un gol a partita, diventa il numero uno al mondo e nonostante il pressing di Cristiano Ronaldo continua a esserlo, quando sta bene. La novità è che con Luis Enrique in panchina e con Luis Suarez in campo, Leo si sta trasformando in un fenomeno a tutto campo, nel solco disegnato dal vecchio Di Stefano . Era inevitabile che il “creatore” tornasse prima o poi al Camp Nou da avversario. Credo che un giorno Guardiola chiuderà il giro della chiglia del suo percorso nel calcio rientrando a casa dalla porta principale. Molte cose dicono che è destinato a diventare presidente del Barça: ha la competenza, le capacità e il seguito tra i tifosi (leggi soci) per essere eletto e poterlo fare. Prima di lui soltanto Helenio Herrera e – soprattutto – Johan Cruijff hanno lasciato un segno così profondo nella storia e nello stile del Barça. Nessuno ha mai vinto tanti titoli (14) in così poco tempo alla guida dei blaugrana. Il match di stasera col Bayern sarà un’emozione forte e lunga. Ma resta solo una tappa sul percorso del vero ritorno a casa.

PORTO FRANCO di FRANCO ARTURI email: farturi@gazzetta.it twitter: @arturifra

Twitter

SCUDERIA FERRARI Team di F.1  5 maggio 1951 BRDC International Trophy gara tenuta a Silverstone. Vittoria di Reg Parnell con la 375 F1 #redseason @ScuderiaFerrari

Siete molto infor mati, voi giornalisti, e ci riempite di considerazioni anche interessanti. Ma ho l’impressione che di fronte alle opinioni nette vi nascondiate un po’. Allora la sfido a darmi giudizi secchi, relativi al nostro campionato, ormai vicino alla conclusione. 1) Chi è il suo giocatore «più» (e scelga lei l’aggettivo)? 2) La squadra delusione? 3) La squadra rivelazione? 4) Il giocatore delusione? 5) L’allenatore dell’anno? Maurizio Mora

ROSARIO FIORELLO Showman  Mi è dispiaciuto molto non esserci. UNICO E IRRIPETIBILE! @javierzanetti @Fiorello

FILIPPO POZZATO Ciclista della Lampre  Oggi 3 ore di allenamento con il «compagno di merende» @gatto_oscar... @PippoPozzato

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Non sono titolato a parlare a nome della categoria, raccolgo individualmente la sua sfida e giudichi lei se mi sono «nascosto un po’». Dunque, il giocatore «più»: intanto non aggiungerei alcun aggettivo. Il mio «più» è Luca Toni, 17 gol (con solo tre rigori) nel Verona, in vista dei 38 anni. Mi esalta sia perché sgretola il luogo comune del vecchio­giovane sia per motivi strettamente tecnici: dispone di un campionario di soluzioni straordinarie quando sente odore di gol. Uno dei rari arieti ambidestri (guardatevi le contorsioni di quasi tutti nell’aprire il piatto per concludere dalla parte «sbagliata») e una volontà di ferro. Bravo bravo. La mia squadra delusione è la Roma. Non dico Milan perché con quella rosa ha raccolto appena un po’ di meno di quanto vale. La squadra di Garcia, al contrario, dispone di un organico super e aveva risultati e soprattutto gioco scintillanti nella prima metà di stagione. Poi un’eclissi inspiegabile, almeno per me: qualche errore di mercato non può giustificarla. Ho il sospetto che la preparazione atletica c’entri qualcosa, ma la caduta è stata pazzesca.

La squadra rivelazione? Per me la Juve, che è anche la migliore, d’accordo, ma che ha giocato ad un livello di ferocia e continuità che nessuno, siamo sinceri, avrebbe mai pronosticato. Tanto più con in panchina l’Allegri delle ultime due stagioni milaniste di pieno declino. Un gran contropiede a tutti (a occhio direi persino a Conte...), con meriti suddivisi fra le motivazioni dei giocatori e la capacità del tecnico. Il giocatore delusione lo cerchi quasi a caso fra Milan e Inter, ne troverà manciate. Davvero c’è solo l’imbarazzo della scelta. L’allenatore dell’anno (avendo già ben sistemato Allegri insieme alla Juve) è Fabrizio Castori e non m’interessa se ha giocato e vinto «solo» la B. Da lui partono le suggestioni di calcio meno omologabili. Tutta Europa cerca di imitare il tikitaka del Pep e lui dice: «Il possesso palla mi annoia». E giù lanci lunghi immediati sulla punta che schizza fra i difensori in velocità oppure sui cursori di fascia. Per possesso palla il suo Carpi è fra gli ultimi del campionato, stravinto. Qual è la novità, direte voi, non è il solito difesa­e­contropiede? No, non è così facile, amici: Castori è nato nella generazione degli innovatori Sacchi e Zeman e, per esempio, i quattro difensori in linea non li ha abbandonati nemmeno in un momento in cui la difesa a 5 è diventata quasi uno standard nei campionati italiani. Non solo: la pressione sulla palla e la caccia alla medesima sono «moderni» ed europei, a parte qualche rudezza di troppo. Come pure il dinamismo quasi forsennato. Morale: anche questo è calcio da studiare, potrebbe essere una mediazione interessante, come quella del Bearzot del Mondiale ‘82: il contropiede c’era sempre, ma con evidenti tracce di «zona». Lo vedremo presto in Serie A, dato che il tecnico non abbandonerà di certo la sua idea di calcio, a prescindere dai giocatori che avrà a disposizione. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Verso la discussione sull’emendamento decisivo

LA BUONA SCUOLA DI RENZI, EDUCAZIONE FISICA SEMPRE A RISCHIO L’ANALISI di VALERIO PICCIONI email: vpiccioni@rcs.it twitter: #vaprap

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a «buona scuola» di Renzi e della Giannini ha tanti fronti aperti come dimostrano lo sciopero e le proteste di piazza di ieri. In ballo c’è anche una possibile (ma ora difficile)

svolta epocale: un’ora di educazione fisica e motoria dalla seconda alla quinta elementare. Una specie di terra promessa nel Paese con i bambini più obesi e meno in movimento nella classifica Ocse (cifre fornite dalla stessa ministro dell’Istruzione). Ma in agguato c’è un pasticciaccio. In pratica: mancano i prof. Dei quasi 5300 precari di educazione fisica da assumere, almeno la metà potrebbero diventare insegnanti di sostegno, scegliere le superiori, sostituire colleghi che vanno in pensione.

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Soltanto il 50 per cento delle classi sarebbe coperto. Una beffa. Il confine è l’articolo 8 del disegno di Legge. É il colle decisivo. Basterebbero 8 parole di un emendamento: «fatta eccezione per i docenti di educazione fisica». Senza questa modifica, si rischierebbe il più grande dei «vorrei ma non posso». Peraltro in un contesto in cui non ci sono neanche più i soldi stanziati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per «sport di classe» (il

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contestatissimo progetto Coni­Miur di cui non conosciamo ancora le cifre ufficiali di adesione per quest’anno). Insomma, rischio ritirata completa. Che si unirebbe alla cancellazione della figura del coordinatore provinciale di educazione fisica. E all’ennesimo taglio di risorse per gli Studenteschi. Morale: bisogna muoversi. Le associazioni dei docenti lo hanno fatto. Diverse parlamentari­ sportive ­ Vezzali, Coccia, Idem ­ si stanno battendo. Malagò può uscire allo scoperto per far capire al Governo che si rischia un colossale autogol?

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Calcio giovanile R L’inchiesta Manuel Neuer classe 1986 Figli di Elgert e Schalke. Manuel da piccolo giocava anche da attaccante

CRESCIUTI NELLA RUHR

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Mesut Özil classe 1988 Visto e preso da Elgert. Nel 2008 però è andato al Werder, poi Real e Arsenal

Benedikt Höwedes classe 1988 Capitano dello Schalke. Dice Elgert: «Il suo valore-base è la famiglia. Ci rappresenta»

«Calcio, non scacchi» Neuer nasce da qui 1Elgert allo Schalke ha cresciuto 4 campioni del mondo

Julian Draxler classe 1993 Quarto campione del mondo della lista. Piaceva alla Juve, limitato da un infortunio nel 2014-15

LA CLASSIFICA DEGLI UNDER 21 DI A PER MEDIA VOTO

Come funziona lo scouting? «Fino agli Under 13 guardiamo solo entro 20 chilometri. A 15­ 16 anni andiamo più lontano, ma non troppo». In una intervista ha detto di sentirsi... un giardiniere. «Sì, fa ridere ma un allenatore deve potare, dare acqua, fare tante piccole cose per la crescita dei giocatori. Per prima cosa, bisogna essere insegnanti».

Norbert Elgert, 58 anni, allo Schalke allena l’Under 19, qualificata alle semifinali del campionato SCHALKE

Gazzetta e giovani Ogni martedì in tv, tutti i giorni sul web

U L E N OV E

F RZE CA LCI

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D

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«Le nuove forze del calcio» è il titolo di un approfondimento che la Gazzetta dedica ai giovani. Il quotidiano pubblica pagine come questa ogni due settimane, mentre su Gazzetta.it è attivo un canale dedicato: gazzetta.it/calcio/nuoveforzecalcio. L’appuntamento è raddoppiato, con la trasmissione su GazzettaTv, canale 59 del digitale terrestre: ogni martedì,alle 14.15.

Luca Bianchin INVIATO A GELSENKIRCHEN (GERMANIA) @lucabianchin7

«S

ono nato dal carbone e mi hanno battezza­ to con l’acqua del­ l’Emscher». Norbert Elgert si sente estratto dalle miniere di Gelsenkirchen: un pezzo di Schalke, il club che ha rimodel­ lato il tunnel dello stadio per farlo somigliare alla galleria di una cava. Qualcuno, anche in Italia, lo considera il miglior tecnico da settore giovanile d’Europa. Altri riferiscono che prenderebbe 300mila euro net­ ti l’anno, oltre il triplo degli al­ lenatori top della Primavera ita­ liana. Gossip. Di sicuro Elgert ha allenato Neuer, Özil, Höwe­ des, Draxler: quattro campioni del mondo. In più, Max Meyer, Leroy Sané, Leon Goretzka, la nuova generazione.

Domanda difficile. Sintetizziamo lo stile Schalke in tre frasi? «Impossibile, è domanda da di­ rettore delle giovanili. Però una cosa si può dire: educazione e sviluppo del giocatore sono al centro di tutto». Però che cosa fa la differenza? Su quali aspetti si lavora di più? «La tecnica sotto pressione: pensiamo ad attaccare. La forza mentale: Neuer, Draxler, Meyer giocavano allo stesso modo da­ vanti a 10 o 10mila persone. L’atletismo: Draxler non ha avuto problemi neanche con Magath... La capacità di giocare per gli altri e lo spirito di squa­ dra fanno il resto». Com’era Neuer da ragazzo? «Fortissimo mentalmente. Non sentiva pressione, era ambizio­ so ma si divertiva». Özil è stato il talento numero 1? «Non lo so però ricordo quando

Quali sono le lezioni principali? Cioè, come gioca lo Schalke? «Siamo aggressivi, attacchiamo i difensori per conquistare palla in zona centrale. Poi è fonda­ mentale avere tecnica e capire il calcio. Come Xavi, che fa una scansione del campo al secon­ do. L’importante però è trovare il bilanciamento tra investi­ menti ed educazione». In che senso? «Noi trattiamo i giocatori come uomini, non come macchine. Nei meeting i giocatori parlano dei valori: integrità, sincerità, rispetto. Non hanno diritto di pensare di essere migliori solo perché giocano a calcio». Come vede l’Italia? «Ho letto molti libri, di Sacchi e non solo. Mi hanno formato. Forse avete dimenticato la crea­ tività, il calcio non è scacchi, non si programma tutto». Semplifichiamo. L’Italia è un passato nobile, la Germania il presente. E il futuro? «Il calcio per me si baserà su ve­ locità e tecnica, sulla rapidità nel leggere le situazioni. Si farà più lavoro individuale e le tran­ sizioni saranno sempre più im­ portanti». © RIPRODUZIONE RISERVATA

HOFFENHEIM

1

6,5

PERIN GENOA portiere 1992

6,5

POGBA JUVENTUS centrocampista 1993

6,48

DYBALA PALERMO attaccante 1993

6,44

FELIPE ANDERSON LAZIO attaccante 1993

6,39

SPORTIELLO ATALANTA portiere 1992

6,25

DONSAH CAGLIARI centrocampista 1996

6,25

SALAH FIORENTINA attaccante 1992

6,23

MORATA JUVENTUS attaccante 1992

6,23

NIANG GENOA attaccante 1994

6,21

BERARDI SASSUOLO attaccante 1994

«In Italia troppa tattica. Io invece mi sento giardiniere» l’ho visto per la prima volta, a Essen. Gli ho detto: “Il prossimo anno giocherai per me”».

Thilo Kehrer classe 1996 Play o centrale difensivo, ha firmato clamorosamente con l’Inter. Presto a Interello?

3

4 5

6

8

10

CENTIMETRI

Julian Nagelsmann, classe 1987

Nagelsmann è il futuro Ha 27 anni

L

o Schalke di Elgert lo scorso anno ha perso Youth League e cam­ pionato in semifinale. In Eu­ ropa, 0­1 dal Barcellona. In campionato, 0­1 e 0­0 dal­ l’Hoffenheim. Hoffenheim, un club senza titoli a livello pro’ che tra i giovani però spiega. Anche in questa sta­ gione ha (stra)vinto il girone in Under 19 e giocherà una semifinale da favorito. La ri­ vincita con lo Schalke può arrivare solo in finale. L’alle­ natore, l’alter ego di Elgert, è il suo opposto. Julian Nagel­ smann è nato nel luglio 1987: nemmeno 28 anni. Ha smesso di giocare per un in­ fortunio a un ginocchio, non voleva più saperne, poi ha svoltato: allenatore. NO TIQUI L’Hoffenheim è convinto legga le partite co­ me nessuno. Anche per que­ sto, l’Amburgo gli ha fatto più di mezza proposta e Ju­ lian a 25 anni era vice alle­ natore in Bundesliga. Ha idee tra l’originale e il rivolu­ zionario. Modelli di calcio: «Thomas Tuchel, Markus Gi­ sdol, Xaver Zembrod». Non Pep, Mou e Carlo. Sistema di gioco di riferimento: «Ne cambio moltissimi in una partita. Il preferito è un 3­ 4­3 col centrocampo a rom­ bo per pressare alto». Gioca­ ta di riferimento: «Lo steil­ klatsch, un passaggio lungo ma rasoterra per portare la palla oltre la linea di difesa avversaria». Tiqui­taka, sei giurassico. l.b. © RIPRODUZIONE RISERVATA


Mondo R Inghilterra

MERCOLEDÌ 6 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Mou-Chelsea, altro sì Per 16 milioni di motivi

1Pronto il prolungamento fino al 2019: ingaggio annuo

monstre, ma lo Special One è già al lavoro per vincere tutto Stefano Boldrini CORRISPONDENTE DA LONDRA

M

ancano solo le firme, ma è già tutto definito nel nuovo contratto che allungherà la permanenza di José Mourinho al Chelsea: durata, stipendio, obiettivi, strategie. L’allenatore porto­ ghese si legherà ai Blues fino al 2019. Lo stipendio, che secon­ do l’accordo attuale viaggia sui 10 milioni di sterline l’anno – 14 milioni di euro – sarà ritoc­ cato: 12,5 milioni, 16 mln di euro. L’obiettivo è quello di continuare a dominare in In­ ghilterra, ma di tornare anche a vincere in Europa, dopo l’eli­ minazione agli ottavi di questa stagione con il Psg. La strategia è quella di rispettare i parame­ tri del fair play finanziario, ma il titolo conquistato domenica, con un saldo di mercato in atti­ vo – 1,4 milioni di sterline per l’esattezza – dimostra che lo Special One riesce a trionfare anche senza buttare i soldi al vento. RETROSCENA La trattativa, condotta da Jorge Mendes, po­ tentissimo manager di Mou, è cominciata in inverno e ha avu­ to un’accelerata negli ultimi quindici giorni, ma l’intesa con il club era quella di aspettare la

conclusione del campionato per gli annunci ufficiali. Nelle 48 ore tra domenica e ieri, ci so­ no stati nuovi contatti e nella notte tra lunedì e ieri sono tra­ pelati i primi rumors. La squa­ dra è a riposo fino a domani, ma Mourinho ha trascorso que­ sto piccolo break a Londra, per definire gli ultimi dettagli del nuovo accordo. Anche Roman Abramovich, avvistato a Cobham per seguire l’Under 21, non si è mosso dalla capitale britannica, a conferma che nel­ le ultime 48 tra le due parti c’è stato un filo diretto. Il Chelsea, secondo abitudini consolidate, non ha voluto commentare ieri i primi articoli diffusi on line, ma è filtrato che siamo davvero ad un passo dalle firme.

FABREGAS Il nuovo contratto di Mourinho è una risposta ai giocatori che, in questi giorni, hanno ricoperto di elogi l’alle­ natore portoghese. L’ultima te­ stimonianza importante è una dichiarazione di Cesc Fabre­ gas: «Mourinho è un vincente. Non dico che gli altri allenatori che ho avuto non pensino ai successi, ma Mourinho ha qual­ cosa in più rispetto ai suoi col­ leghi. La sua forte personalità è presente negli allenamenti e in partita. Ha un tocco di magia. Sa come governare una squa­ dra e ricavare il meglio da cia­ scun giocatore. Ora ho capito la ragione dei suoi trionfi».

POGBA-BALE Mou, ribadendo con i fatti quanto dichiarato su­ bito dopo la conquista del titolo («Per me i festeggiamenti dura­ no solo cinque minuti, poi pen­ so subito al nuovo obiettivo»), sta già lavorando al Chelsea

1,9

 il saldo attivo, in milioni di euro, dell’ultimo mercato del Chelsea: anche nella prossima sessione rispetterà i parametri del fair play finanziario

2015­2016. La mini­tournée di fine stagione in Australia, di cui l’allenatore portoghese e la squadra avrebbero fatto volen­ tieri a meno, servirà a valutare qualche giovane: Loftus­ Cheek, Solanke, Christensen, Brown. Ma è chiaro che per rin­ forzare il Chelsea e puntare alla Champions serve ben altro. Nella lista dei desideri di Mou­ rinho ci sono due nomi su tutti: lo juventino Pogba e il madridi­ sta Bale. Il portoghese vuole un uomo per reparto, ma la priori­ tà resta l’attacco, dove Diego Costa ha mostrato qualche li­ mite fisico, Remy ha problemi al ginocchio di vecchia data e Drogba con i 37 anni già com­ piuti è ad un bivio, tra le offerte che arrivano dagli Usa e la vo­ lontà personale di vivere un’al­ tra stagione con i Blues. Gli altri nomi che circolano nelle stanze del Chelsea sono quelli del cen­ trocampista Koke (Atletico Ma­ drid), del mediano Schneider­ lin (Southampton), del centra­ vanti Lambert (Liverpool), quest’ultimo per rinforzare la panchina. In uscita, Cech che vuole giocare ancora titolare, mentre Mikel e Filipe Luis sono nella lista dei cedibili.

José Mourinho, 52 anni, al Chelsea dal 2013 ACTION IMAGES

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TACCUINO SELECAO PER LA COPPA AMERICA

Dunga non convoca «italiani»  RIO DE JANEIRO (m.can.) Il c.t. della Seleçao Carlos Dunga ha fatto le sue scelte in vista della Coppa America: non c’è nessun italiano nella lista dei convocati, assente anche Oscar del Chelsea, perché infortunato, la sorpresa è Robinho. PORTIERI Jefferson (Botafogo), Diego Alves (Valencia), Grohe (Grêmio). DIFENSORI David Luiz, Marquinhos, Thiago Silva (Paris Saint Germain), Miranda (Atlético Madrid), Marcelo (Real Madrid), Filipe Luís (Chelsea), Danilo (Porto), Fabinho (Monaco). CENTROCAMPISTI Luiz Gustavo (Wolfsburg), Fernandinho (Manchester City), Elias (Corinthians), Casemiro (Porto), Everton Ribeiro (Al Ahli), Douglas Costa (Shakhtar), Willian (Chelsea), Coutinho (Liverpool). ATTACCANTI Neymar (Barcellona), Diego Tardelli (Shandong), Robinho (Santos), Firmino (Hoffenheim).

CHAMPIONS LEAGUE ASIA

Cannavaro col Guangzhou tra le top 16  GUANGZHOU (Cina) Seconda sconfitta per il Guangzhou Evergrande di Fabio Cannavaro, nell’ultima giornata del girone H della Champions League asiatica, ma chiude comunque in testa il suo gruppo e si piazza tra le migliori 16 d’Asia. Eliminati i campioni in carica del Western Sydney Wanderers, che nonostante il 2-0 sul campo del Guangzhou chiudono al 3° posto con 8 punti, uno in meno dei coreani del Seul.

PRESIDENZA DELLA FIFA

Il Principe Ali smentisce il ritiro E Figo è ottimista: «Vincerò»  Il principe giordano Ali Bin Al Hussein continuerà la sua corsa per la presidenza della Fifa (elezione il 29 maggio): lo ha spiegato lui stesso dopo le voci su un suo possibile ritiro, per sostenere un unico candidato contro l’attuale presidente Joseph Blatter. «Continuerò la sfida fino alla fine», ha detto il Principe Ali. Il presidente della federcalcio olandese Michael van Praag e Luis Figo sono gli altri due uomini che sfidano Blatter e l’ex interista, in un’intervista alla rivista «Jogadores», si è detto fiducioso: «Sono molto ottimista sulle mie possibilità di vittoria: ho capito che la gente desidera un forte cambiamento all’interno della Fifa».


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MERCOLEDÌ 6 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


Serie B R L’intervista

MERCOLEDÌ 6 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Catellani vola alto «Spezia, che ritmo Anche noi per la A» 1Il re dei bomber: «Sono più sereno quindi rendo Grande Bjelica: con lui ci alleniamo con il sorriso» Roberto Pelucchi

N

ella squadra più mul­ tietnica della B brilla una stella italiana: An­ drea Catellani, capocannonie­ re con 19 reti (come Granoche del Modena). Sembra un para­ dosso. «Non lo è. Allo Spezia gli stranieri giocano perché bravi. In generale però il calcio italiano va a pescare fenomeni sconosciuti all’estero quando gli basterebbe guardare in ca­ sa, nelle categorie inferiori».

Per questo lo Spezia può diventare favorito ai playoff? «Fisicamente stiamo meglio di tutti, sapevamo che il lavoro avrebbe pagato alla distanza. E

Dopo il Carpi anche il Frosinone è a un passo dalla promozione. «Giusto così, sono le squadre più quadrate e continue. E non è un caso che entrambe abbia­ no sfruttato lo zoccolo duro di giocatori che lavorano assieme da anni. I playoff saranno una lotteria, la logica suggerisce di considerare il Bologna un gra­ dino sopra, ma questo è un pe­ riodo particolare: molti fattori possono scombinare le gare». Il metodo di allenamento di Bjelica è una novità per l’Italia. «Lui ha eliminato la corsa a secco perché priva di obiettivo specifico. Il suo lavoro fisico, che c’è ed è duro, è finalizzato a situazioni di campo, il suo è un allenamento che crea una mentalità competitiva. Il lavo­ ro è sempre con la palla e quin­ di è più divertente, noi calcia­ tori lavoriamo con più felicità».

LAVORIAMO SOLTANTO CON LA PALLA, COME DA TEMPO SI FA IN EUROPA. SITUM ANDRÀ IN UNA GRANDE

Che cosa le piace di più di lui? «E’ di poche parole e molti fat­ ti. La squadra emotiva e passio­ nale. Bjelica ritiene che l’ac­ coppiata lavoro­sacrificio sia vincente. Alla squadra il mes­ saggio è arrivato subito: biso­ gnava solo seguirlo. Bjelica è un grande tecnico e anche un uomo che mette le qualità mo­ rali davanti a tutto». L’emotività di cui parlava si è vista anche in campo. Lo Spezia può stracciare tutti, ma può perdere con chi non ti aspetti. «Siamo una delle squadre più giovani della B, ci sono ragazzi che arrivano dall’estero, maga­ ri alla prima esperienza a certi livelli, è logico che abbiamo avuto bisogno di un periodo di ambientamento. Ma ora molti hanno il picco di rendimento».

quando le gambe girano veloci anche la testa ha dei benefici. Nessuno ci ha chiesto la A, è un sogno, ma con l’entusiasmo possiamo giocarcela».

Metodologie che in Europa applicano da anni: perché l’Italia ci arriva soltanto adesso?

Si aspettava un’annata così? «Bjelica, fin dall’inizio del riti­ ro, mi ha chiesto di essere me stesso, con i miei pregi e i miei difetti. Scendere in campo spensierato mi ha aiutato».

ANDREA CATELLANI ATTACCANTE DELLO SPEZIA

«Perché ha una mentalità anti­ quata e non solo nel calcio. Già a Catania, con Montella, avevo sperimentato un metodo simi­ le e infatti vediamo che carrie­ ra sta facendo il mister». A Catania ha giocato il suo unico campionato di A, come mai? «Montella mi ha dato molte op­ portunità, ma non ero pronto. Con l’età sono maturato e mi sono costruito una strada al­ ternativa. Senza rimpianti». Andrea Catellani, 26 anni, seconda stagione con lo Spezia LAPRESSE

19

 Le reti di Catellani, che guida la classifica marcatori insieme a Granoche (Modena). A quota 18 c’è Maniero, che ha fatto 6 gol nel Catania dopo i 12 di Pescara

5

 Le squadre di Catellani: in C2 la Reggiana (3 stagioni, 15 gol totali), in A il Catania (1, 1), poi in B il Modena (2, 16), il Sassuolo (2, 10) e lo Spezia (2, 20)

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E’ a 19 gol: l’obiettivo è il titolo di capocannoniere? «Baratterei la classifica canno­ nieri con la promozione in A». Faccia il nome di un compagno destinato a una super carriera. «Situm. Serio, gran lavoratore. In questa categoria è devastan­ te. Giocherà presto nelle coppe europee». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Delio Rossi, 54 anni, dirige il suo primo allenamento col Bologna SCHICCHI

Bologna, ecco Rossi «Non sono Mourinho ma accetto la sfida» Andrea Tosi BOLOGNA

A

l suo primo giorno a Casteldebole, il nuo­ vo allenatore rossoblù Delio Rossi va subito all’at­ tacco avendo al fianco l’a.d. Fenucci e il d.t. Corvino, suoi partner nell’ultima promo­ zione in A col Lecce: «Con Ronaldo, Benzema e Bale fa­ rei giocare il Bologna col 4­ 3­3. Ma quei campioni non li ho, perciò prima di espormi lasciatemi il tempo di cono­ scere la squadra e gli uomini disponibili». Al debutto di sa­ bato, in casa contro l’Avelli­ no, il tecnico non potrà di­ sporre degli squalificati Ga­ staldello, Maietta e Sansone e dell’infortunato Matuza­ lem. «Ho accettato una sfida stimolante – continua Rossi che ha firmato per due mesi col rinnovo automatico solo in caso di salita in A – anche se il tempo per fare bene è

Sentenza Concas: due anni di stop  ROMA Due anni di stop per Fabio Concas. Il Tribunale Antidoping ha squalificato l’ex giocatore del Carpi a decorrere dal 13 dicembre 2014: Concas quindi potrà tornare in campo il 12 dicembre 2016. La sanzione è relativa alla segnalazione arrivata dopo un controllo antipoping che ha accertato l’uso di cocaina da parte del giocatore, che dovrà anche pagare la multa di 2mila euro.

poco. Bologna è una piazza im­ portante, il club guarda al futu­ ro e io ero stanco di rimanere a casa, volevo tornare ad allenare perchè è l’unico mestiere che so fare». NIENTE ILLUSIONI Dopo l’eso­ nero di Lopez, società e tifosi gli chiedono di riportare i rossoblù sulla strada della promozione: «Ci sono i margini per farcela, ma per il secondo posto non vo­ glio illudere nessuno, dobbia­ mo giocare una partita alla vol­ ta e alla fine tirare le somme. La situazione è complicata e io non sono Mourinho né Capello, anzi chiedo a tutti aiutarmi a cavare il coniglio dal cilindro. I playoff li ho giocati solo una volta in C1 con la Salernitana e li ho vinti». Unico rilievo: Rossi non allena in B da 12 anni. «In tutte le cate­ gorie e in tutte le leghe del mon­ do vale la legge del campo. Non sono venuto a Bologna pensan­ do di essere in A, mi rimetto in gioco con grande umiltà». © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA SITUAZIONE Così la 40a giornata. Venerdì (ore 20.30) Livorno-Entella (1-1). Sabato (ore 15) Bologna-Avellino (0-1); Brescia-Catania (2-2); Carpi-Lanciano (1-1); Cittadella-Frosinone (1-1); LatinaBari (0-1); Pescara-Perugia (2-2); Spezia-Vicenza (0-1); Ternana-Pro Vercelli (1-2); Trapani-Modena (1-2). Domenica (18) Crotone-Varese (0-1).  Questa la classifica a 270’ dal termine: Carpi p. 78; Frosinone 67; Vicenza e Bologna 63; Spezia 60; Perugia 59; Avellino e Pescara 57; Livorno 55; Bari 51; Lanciano 49; Catania 48; Modena, Latina e Trapani 46; Pro Vercelli e Ternana 45; Crotone 44; Entella 43; Cittadella 40; Brescia (-6) 36; Varese (-4) 32. 

Lega Pro R Verso gli ultimi 90’ LA GUIDA Novara, passa il treno per la B E il Messina è tra due fuochi

LA SITUAZIONE Volatona playoff nel girone C Pordenone, un vero spareggio

IL GIUDICE SPORTIVO Grosseto, Lucchese, Ischia e Savoia: squalificati in tre

Mancano 90’ alla fine della Lega Pro e ancora tanti verdetti sono da scrivere. Ecco la situazione: qui a fianco le classifiche e il programma.

Ecco la situazione nei tre gironi di Lega Pro a 90’ dalla fine:

GIRONE A Da assegnare il primo posto: il Novara è in vantaggio nello scontro diretto con il Bassano, quindi anche se arriva a pari punti (come oggi) è in B. Ai playoff la perdente di questo duello, più il Pavia (gli serve un punto per la certezza) e una tra Alessandria (avanti nello scontro diretto) e Como, che sono a pari. Ai playout una tra Renate e Monza (lo scontro diretto è pari, ma il Monza è in vantaggio nella differenza reti), di sicuro Pro Patria e Lumezzane (possono solo cercare una posizione favorevole) e poi una tra AlbinoLeffe e Pordenone (l’altra retrocede diretta) che si affrontano proprio domenica. GIRONE B Già promosso il Teramo, ai playoff vanno solo in due (la peggior quarta non è ammessa e sarà quella di questo girone, avendo meno punti): Ascoli secondo e Reggiana terza. Ai playout vanno Gubbio e Forlì se non

riescono a scavalcare la Pistoiese (ha tre punti in più), il Santarcangelo o il Prato (un punto in più entrambe); con loro agli spareggi ci sarà anche il Savona e una tra Pro Piacenza e San Marino, oggi divisi da 3 punti e con il San Marino in vantaggio nello scontro diretto (l’altra retrocede da ultima). GIRONE C La Salernitana è già in B, il Benevento è secondo e va ai playoff con due tra Matera e Juve Stabia (oggi appaiati e con il Matera davanti nello scontro diretto), Casertana (a un punto) e anche Lecce (oggi a -3). Ai playout di sicuro il Messina, l’Aversa Normanna, l’Ischia e, a oggi, il Savoia che, se perde in casa con il Messina, può essere scavalcato dalla Reggina (ora ultima e a un punto dal Savoia) che quindi potrebbe fare i playout proprio... contro il Messina.

GIRONE A Così domenica (ore 15) Alessandria-Venezia (3-0); Arezzo-Südtirol (3-4); BassanoFeralpi Salò (1-1); GianaCremonese (0-0); LumezzaneNovara (3-1); Mantova-Como (2-0); Pavia-Real Vicenza (0-0); Pordenone-AlbinoLeffe (4-2); Pro Patria-Monza (2-2); Torres-Renate (0-1). Classifica Novara (-3) e Bassano 71; Pavia (-1) 67; Alessandria e Como 64; Feralpi Salò 56; Real Vicenza 51; Arezzo 49; Torres e Cremonese 47; Mantova (-3) 46; Venezia (-3) e Giana 45; Südtirol 44; Renate 42; Monza (-6) 39; Pro Patria (-1) e Lumezzane 35; AlbinoLeffe 32; Pordenone 31.

PLAYOFF Oggi la griglia del primo turno per l’ultima promozione è: Benevento (2°, 75 punti)-Alessandria (4°, 64), Bassano (2°, 71)-Juve Stabia (4°, 69), Ascoli (2°, 70)-Reggiana (3°, 65), Matera (3°, 69)-Pavia (3°, 67).

GIRONE B Così sabato (ore 14.30) Ancona-L’Aquila (1-1); Carrarese-Prato (1-1); ForlìPisa (1-0); Grosseto-Gubbio (1-1); Pistoiese-Savona (0-2); Pro Piacenza-Lucchese (2-3);

Reggiana-Spal (1-0); SantarcangeloPontedera (1-0); Teramo-Ascoli (0-0); Tuttocuoio-San Marino (1-1). Classifica Teramo p. 74; Ascoli 70; Reggiana 65; Spal e Pisa 59; Ancona e L’Aquila 54; Tuttocuoio 50; Pontedera 48; Lucchese 47; Grosseto (-1) 46; Carrarese 44; Pistoiese 43; Santarcangelo e Prato 41; Gubbio e Forlì 40; Savona (-2) 37; Pro Piacenza (-8) 36; San Marino 33. GIRONE C Così sabato (ore 17.30) Aversa Normanna-Matera (0-1); Benevento-Juve Stabia (2-1); Catanzaro-Lupa Roma (2-1); FoggiaPaganese (4-0); Ischia-Barletta (1-3); Martina-Reggina (0-1); Melfi-Cosenza (0-2); Salernitana-Casertana (0-1); Savoia-Messina (0-3); Vigor LameziaLecce (3-3). Classifica Salernitana p. 79; Benevento 75; Matera e Juve Stabia 69; Casertana 68; Lecce 66; Foggia (-1) 63; Catanzaro 50; Melfi (-2) 45; Cosenza 44; Vigor Lamezia 43; Barletta (-6) 41; Lupa Roma 40; Martina 38; Paganese 37; Messina 34; Aversa Normanna (-1) 32; Ischia (-1) 30; Savoia (-4) 25; Reggina (-6) 24.

FIRENZE Il giudice sportivo della Lega Pro ha squalificato 50 giocatori, tre dei quali di Grosseto, Lucchese, Ischia e Savoia. Curiosamente, non ci sono inibizioni per allenatori (in tre, pur espulsi, hanno soltanto ricevuto un'ammonizione) e dirigenti. Ecco il dettaglio dei provvedimenti. Giocatori espulsi Due giornate a Gambadori (Arezzo); una a Carini (L’Aquila), Perina (Melfi), Ferretti (Pavia), Russo (Salernitana), Zanella (Bassano), Gerevini (Ischia), Forte e Pagano (Lucchese), Scibilia (Lupa Roma) e Sanseverino (Savoia). Non espulsi Una giornata a Bonvissuto (Arezzo), Silva e Bacher (Pro Piacenza), Colombini (Tuttocuoio), Castagnetti (Carrarese), Radi e Quadri (Barletta), Docente (Forlì), Gallo (Melfi), Moracci (Paganese), Benedetti (Reggina), Legati (Venezia), Del Sante e Montella (Vigor Lamezia), Di Ceglie e Dierna

(Ancona), Bovi (Pro Patria), Marotta (Benevento), Cavion (Feralpi Salò), Pinto (Giana), Formiconi, Verna e Volpe (Grosseto), Finizio e Sirignano (Ischia), Jidayi (Juve Stabia), Nolè (Lucchese), Urso (Prato), Carlini e Bruno (Real Vicenza), Bisoli (Santarcangelo), Sirigu e Saric (Savoia), Perrotta (Teramo), Giampà (Catanzaro), Fink (Südtirol), Galuppo (Gubbio), Perna (L’Aquila) e Antonelli (Savona). Ammende a società 2.000 euro al Teramo (accensione di tre fumogeni, uno dei quali lanciato in campo; esplosione di un petardo; qualche decina di sostenitori scavalcava la rete di recinzione per festeggiare la promozione della propria squadra); 1.500 Messina; 1.000 Gubbio; 500 Ascoli, Lecce, Pisa e Salernitana. DISCIPLINARE Trenta giorni di inibizione e mille euro di ammenda per Alberto Cerrai, presidente della Lupa Roma: non ha presentato per tempo la documentazione del campo da gioco per la stagione 2013-14.


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Ciclismo R Sabato da San Lorenzo al Mare scatta la 98a edizione

GIROQUIZ

98 CURIOSITÀ (CHE NON CONOSCETE) DELLA CORSA ROSA

A SANREMO SBARCHERÀ IL CORRIDORE NUMERO 5000 LA RICERCA DI CLAUDIO GREGORI

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l Giro d’Italia si corre da 106 anni. Si fer­ mò solo per le due guerre mondiali. Saba­ to da San Lorenzo a Mare parte la 98a edi­ zione. Il Giro è una favolosa iliade a peda­ li. Ne possiamo cogliere la bellezza attra­ verso 98 numeri che come le stelle sono puntini di luce di un cielo magico e sconfinato. 97 Giri Il primo 106 anni fa, dal 13 al 30 maggio 1909. Non si corre tra 1915­18 e 1941­45. 1 Il re L’1 è di regola il numero del campione uscen­ te. Nel primo Giro tocca al primo iscritto: il brescia­ no Felice Peli. 4968 Corridori Hanno partecipato al Giro 4968 corridori: 2650 italiani, 2318 stranieri. 127 Pionieri 13 maggio 1909, primo Giro: da Mi­ lano partono 127 corridori. Iscritti 166 298 Partenti Nel Giro 1928 partono in 298, record (iscritti 364): lo finiscono in 124. 54 Minimo Solo 54 al via del 1912, nell’unico Giro a squadre della storia, minimo assoluto. 61 Vincitori Solo 61 corridori, l’1,23% dei parteci­ panti, e 12 paesi hanno vinto il Giro. 77 Peso Primo a vincere è Luigi Ganna. Quando è portato in trionfo all’Arena, pesa 77 chili. 68 Tricolori Italia 68 vittorie; Belgio 7, Francia 6, Spagna, Svizzera e Russia 3, Lussemburgo 2, Svezia, Usa, Irlanda, Canada e Colombia 1. 5 Re Binda, Coppi e Merckx, 5 trionfi. Solo Hinault ha vinto tutti i Giri a cui ha partecipato: 3. 786 Lombardi La Lombardia vanta il maggior nu­ mero di girini, 786. 0 Aostani Mai un girino: la Val d’Aosta. 18 Miro Panizza fa 18 Giri e ne conclude 16. 14 In fondo Bartali, Gimondi e Poggiali arrivano alla fine di tutti i 14 Giri che hanno corso. 426 Giorni Il girino che avesse vinto tutte le 97 edizioni sarebbe stato in sella per 426 giorni. 342.628,9 Km Nella sua storia il Giro ha percorso 342.628,9 chilometri. Se avesse pedalato verso la Luna – distanza media 384.400 km – avrebbe com­

NON SOLO LE 42 TAPPE DI CIPOLLINI O LE 12 SU 15 DI BINDA. DAL 1909 IN GARA 4968 GIRINI piuto oltre l’89,13% del cammino. 4 Lenti Per quattro volte non ha vinto il più veloce. Giovanni Rossignoli avrebbe vinto il Giro del 1909 con 23’34” su Galetti e quello del 1911 con 34’ su Galetti: invece, essendo il Giro a punti, fu terzo die­ tro a Ganna e Galetti nel primo Giro e secondo die­ tro a Galetti nel terzo. 1 ora 2’22” Distacco Il 1º giugno 1914 Giuseppe Azzini vince la 5atappa, Avellino­Bari, 328 km, con la scarto più grande: 1 ora 3’22” su Calzolari. 2.53 Notte Il Giro nasce di notte. Alle 2.53 del 13 maggio 1909 in piazzale Loreto a Milano. 3 Auto Quelle ufficiali del 1909: Züst per la giuria, Bianchi per le Case, Itala per i giornalisti. 23 Lire Sin dal 1909, la famosa Agenzia Cook pro­ muove gite, con partenza da Milano, per assistere agli arrivi. Vedere l’arrivo di Genova costa 23 lire con viaggio in treno in seconda classe. 3 ore 8’1” Penalizzati Bari­L’Aquila 1914: Du­ rando, Calzolari e Canepari si aggrappano all’auto dell’inviato dell’”Italia Sportiva” sulla Salita delle Svolte. Sono penalizzati di 3 ore 8’ 1”. 4 Squalificati Dopo 2 tappe del primo Giro, Lode­

sani, Brambilla, Granata e Provinciali sono i primi prima scalata del Cervino – 14 luglio 1865 – ospitan­ ad essere squalificati per aver preso il treno. do per la 4a volta l’arrivo a Breuil­Cervinia: Ka­ 5 Stranieri Solo 5 stranieri partono nel primo Giro zianka 1960, Gotti 1997, Amador 2012. nel 1909: 4 francesi, Petit­Breton, Trousselier, An­ 238 Fuga L’assolo vincente più lungo è di Clemente drè Pottier e Decaup, con l’austriaco Henry Heller. Canepari. 18 maggio 1913, Campobasso­Ascoli Pi­ Nessuno lo finisce. ceno, 313 km: all’arrivo dopo 238 km. 8 Di fila Nel Giro 1929, Binda inanella 8 successi di 350 Da solo Il 28 maggio 1914, Lucca­Roma, fila: mai così alla Vuelta o al Tour. 430,3 km, dopo 14,6 km Lauro Bordin sguscia sotto 11 Minimo distacco Solo 11” separano Cecchi da le sbarre di un passaggio a livello e fugge. Resta solo Fiorenzo Magni nel Giro del 1948. per quasi 14 ore e 350 km. 12 Tista Merckx batte il giovane Gibi Baronchelli 1500 Caduta 1909: dopo 1500 m, ancora dentro per 12” soltanto nel 1974. Milano, in località Molinello, c’è la prima caduta, 13 Leone Magni ‘55 precede Nencini di soli 13”. coinvolti Gerbi e Ganna. 16 Canada Il canadese Hesjedal, 2012, scavalca 4 Morti Quattro girini morti in gara: Orfeo Ponsin Rodriguez nell’ultima tappa per 16”. 1952, lo spagnolo Manuel Santisteban 1976, Emilio 1 ora 55’26” Scarto Alfonso Calzolari vince il Gi­ Ravasio 1986, il belga Wouter Weylandt 2011 ro 1914 con 1 ora 55’26” su Albini: record. 2 Fratturati Due fratturati salgono sul podio al 2° 12 Tappe 1927, Binda vince 12 tappe su 15, l’80% posto: Magni 1956 e Hamilton 2002. 37 Superstiti I superstiti della prima tappa 1914, 4337 Lungo Il Giro più lungo, 4337 km, lo vince lo Milano­Cuneo, 420 km, sono solo 37. Partono in 81: svizzero Carlo Clerici nel 1954. chiodi, pioggia torrenziale, fango, neve. 2439 Corto Il Giro più corto, 2439,6 km, è quello 43 Bondone L’8 giugno 1956, i del 1912, l’unico a squadre. Lo vin­ superstiti della neve del Bondone ce l’Atala di Galetti, Micheletto, sono 43 su 87 partiti. LA CHIAVE Pavesi. 43 Gpm Bartali, primo su 43 col­ 430 Infinita La tappa più lunga li, re degli scalatori: 7 Gpm. del Giro è la Lucca­Roma, 430,3 18 Ginettaccio Bartali vince il km, 28 maggio 1914. 1° traguardo della montagna il 24 1691 Rosa Sono 1691 le maglie maggio 1935 col Passo delle Ca­ rose assegnate: 1004 italiane, 687 pannelle: chiude il 28 maggio Gli arrivi sull’Abetone: straniere. 1953 al Tonale a 39 anni. 8 Tutti rosa Il 21 maggio 1971, 1954, 1959 e 2000. Nel 23 Fausto Coppi vince 3 volte il gli 8 della Salvarani indossano la GPM. Primo su 23 colli, inaugu­ 1940 la montagna toscana rosa nella Brindisi­Bari, dopo aver rando Gardena, Vars, Izoard, battezzò Fausto Coppi vinto la cronostaffetta nella Firenze-Modena Monginevro, e lo Stelvio. 233 Leader Ben 233 corridori 2757 Stelvio E’ la cima più alta indossano la rosa. Primo Learco del Giro: 2757 metri (Coppi ‘53) Guerra a Mantova il 10 maggio 24 Rivoluzione Giro 1956, 2 1931. Primo straniero il tedesco giorni dalla fine: Gaul 24° a Hermann Buse 15 maggio 1932. 16’05” dalla rosa Fornara. L’8 giu­ 78 Cannibale Merckx ha una gno, sul Bondone, vince con 7’44” collezione di 78 maglie rosa, Mo­ su Fantini, e balza in testa ser 57, Bartali 50, Saronni 49, An­ 192 Leggenda La cavalcata più quetil 42, Coppi e Hinault 31. bella è di Coppi. Cuneo­Pinerolo, 23 Nazioni Sono 23 i paesi che 10 giugno 1949. Supera da solo vantano la rosa. L’Italia ne ha Maddalena, Vars, Izoard, Mongi­ 1004 (vestite da 138 corridori), il nevro, Sestriere, fora 4 volte, vin­ Fausto Coppi in trionfo al Giro 1940 Belgio 160 (17 corridori). ce con 11’52” su Bartali. 1888 Tappe Sono 1888 le tappe 49 Oropa L’exploit più spettacolare dell’era tv lo disputate. Il primo Giro d’Italia ha 8 traguardi, quel­ regala Pantani sulla salita di Oropa il 30 maggio lo del 1977 ben 27 1999. Appiedato da un guasto meccanico a 8,5 km 1235 Italiani Considerando solo le vittorie indivi­ dal traguardo, supera 49 corridori, vince. duali, gli italiani hanno vinto 1235 tappe, i belgi 3 Finestre Il 30 maggio, per la 3a volta, il Giro af­ 154, gli spagnoli 100, i francesi 59. fronterà il Colle delle Finestre, 2178 m, Cima Coppi. 31 Nazioni Di 5 continenti hanno vinto tappe. Nel 2005 1° Di Luca, nel 2011 Kiryenka. 635 Bravi Chi ha vinto almeno una tappa 7 Sestriere Quel giorno, per la settima volta, si ar­ 360 Vincenti Sono 360 gli italiani che hanno vin­ riva al Sestriere. to: primo il romano Dario Beni, il 13 maggio 1909 a 2000 Storico Il Sestriere, 2035 m, è il primo due­ Bologna, nella prima tappa della storia, l’ultimo Ste­ mila della storia del Giro: Ezio Corlaita ci passa pri­ fano Pirazzi nel 2014. mo il 24 maggio 1911. 42 Re Leone Cipollini vince 42 tappe, record: su­ 12 Mortirolo Il Mortirolo, 1852 m, rivela Pantani però Binda, 41, a Montecatini il 19 maggio 2003. in salita nel 1994. Il 26 maggio sarà la 12a volta. 2 Ex­aequo A tutto il gruppo: il 30 giugno 1946 19 Abetone Sull’Abetone, il 29 maggio 1940, si ri­ nella Rovigo­Trieste interrotta a Pieris e il 2 giugno vela Coppi: 100 km da solo, conquista a Modena la 1988, per il blocco stradale degli ecologisti, nella prima vittoria e la rosa. Poi altre 18 volte. Parma­Castelnuovo Don Bosco 4 Cervinia La Val d’Aosta celebra i 150 anni della 8 Fratelli Tappe a 8 coppie di fratelli: Ernesto e

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SVIZZERA

3486 KM DALLA LIGURIA A MILANO

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 1 Lo spettacolare sterrato del Colle delle Finestre: il 30 maggio sarà la tappa decisiva BETTINI  2 Eddy Merckx, primatista di maglie rosa: 78  3 Luigi Ganna, il primo vincitore nel 1909  4 Bernard Hinault, tre partecipazioni e tre vittorie: 1980, 1982 e 1985 BETTINI

LE CIFRE Corridori partecipanti dal 1909

4.968 Italiani 2.650

Stranieri 2.318

Distanza Terra-Luna 384.400 km

342.628,9 km

Distanza percorsa nelle 97 edizioni del Giro

Chilometraggio totale 1954: il Giro più lungo 4.33 7k 1912: il Giro più corto 2.43 m

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km La maglia rosa è nata nel 1931 assegnate

Italiane 1.004

1.691 Straniere 687 GDS

Giuseppe Azzini, Alfredo e Albino Binda, Luciano e Sergio Maggini, Piet e Wim Van Est, Guido e Wil­ fried Reybrouck, Rudi e Willy Altig, Eddy e Willy Planckaert, Filippo e Francesco Casagrande. 2 Padre­figlio Padre­figlio capaci di vincere: Pie­ rino e Adriano Baffi, Eddy e Axel Merckx. 44 Città Sono 44 le città che hanno visto la parten­ za dei 97 Giri: Milano 40 volte, Palermo e Roma 4, Genova e Venezia 3, Lecce e Torino 2. 11 Estero Undici le partenze all’estero: 2 Belgio e Olanda, Francia, Grecia, Danimarca, Irlanda del Nord, Montecarlo, San Marino, Vaticano. 73 Arrivo Per 73 volte il Giro è arrivato a Milano. In tutto 15 città e 1 passo, lo Stelvio (1975). 13 Anni Coppi rivince dopo 13 anni (1940­’53).

9 Podio Gimondi è salito 9 volte sul podio: lo ha vinto 3 volte, per 2 è stato secondo, per 4 terzo. 84 Ore Il Giro che dura meno è quello di Nibali 2013: 84 ore 53’28”. Il primo aveva solo 8 tappe e 2445 km, Ganna impiegò 89.48’14” a compierlo. 144 Fatica Binda ha impiegato 144 ore 15’35” nel Giro 1927, quello che ha richiesto più tempo. 23,437 Media La più bassa media si ha nel 1914: Calzolari viaggia a 23,437 km/h. 40,167 Fulmine Menchov nel Giro del 2009 vince con la media più alta: 40,167 km/h. 18,67 Bassa La media più bassa di un vincitore di tappa è di Garzelli: 25 maggio 2010, cronoscalata di Plan de Corones, viaggia a 18,67 km/h. 58,874 Vento Il belga Rik Verbrugghe, il 19 mag­ gio 2001, nel prologo Montesilvano­Pescara, 7,600 km, corre a 58,874 km/h, la media più alta. 5.815 Km In 97 Giri si sono disputati 5.815,55 chi­ lometri a cronometro e 336.813,35 in linea. 182 Crono Sono 182 le crono del Giro: 159 indivi­ duali – tra cui 14 prologhi – e 23 a squadre. 62 km La prima cronometro il 22 maggio 1933, Bo­ logna­Ferrara, 62 km. Vince Binda. 20 Terminillo La prima cronoscalata il 29 maggio 1936 sul Terminillo. Vince Olmo. 12 Tic­tac Il re del cronometro è Francesco Moser con 12 vittorie; Anquetil e Merckx con 6. 1937 Cronosquadre La Legnano di Bartali, 12 maggio 1937, vince la prima cronosquadre Viareg­ gio­Marina di Massa, 60 km, a 43,902 km/h. 12 Sciopero Ben 12 tappe sospese o annullate. 1625 Inutile Fatti invano 1625 km. Esempi: Pesca­ ra­Roma ‘12, straripa un torrente, il gruppo sbaglia strada; Lavaredo ‘67 annullata per le spinte 4 Emergenza Nel 1911, per la folla, la corsa arriva a Pompei invece che a Napoli. Nel ’62 la tappa di Moena è fermata sul Rolle nella neve. La tappa di Briançon ‘95 è fermata a Pontechianale per le valan­ ghe sull’Agnello. Nel 2006, invece che a Plan de Co­ rones, per il maltempo, si arriva al Passo Furcia. 36 Tavolino In 36 tappe la vittoria è stata assegna­ ta a tavolino, per scorrettezze o doping. 3 Fratelli Aldo, Enzo e Francesco Moser hanno ve­ stito la rosa. Exploit ineguagliato. Quattro Moser – Aldo, Enzo, Diego e Francesco – hanno corso insie­ me il Giro del 1973 nella Filotex. 85 Paese rosa Palù di Giovo, 525 anime, è la fra­ zione più rosa d’Italia con 3 vittorie (1 Francesco Moser, 2 Simoni), 4 leader (Aldo, Enzo e Francesco Moser, Simoni) e 85 maglie rosa (57 Francesco Mo­ ser, 2 Aldo, 2 Enzo e 24 Simoni) 20 Giovane Coppi è il più giovane re del Giro: nel 1940 si è imposto a 20 anni 8 mesi 25 giorni. 38 Rosa record Noè è la maglia rosa più anziana: 23 maggio 2007, ha 38 anni 4 mesi e 8 giorni. 34 Anziano Magni è il più anziano re del Giro. Nel 1955 s’impose a 34 anni 5 mesi 29 giorni. 47 Vecchio Giovanni Gerbi, il leggendario Diavolo Rosso, nato il 4 giugno 1885, è il più vecchio parteci­ pante: compie 47 anni nel Giro 1932. 72 Donna Il numero di Alfonsina Strada, unica donna a partecipare al Giro, nel 1924, è il 72. 4000 Soldi E’ il premio­vittoria nel 1909: 3.000 dal Corriere della Sera, 1000 da Vincenzo Lancia. 300 Premi 1909: al vincitore di tappa 300 lire. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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 Il 98° Giro d’Italia che scatta sabato con la cronosquadre di 17,6 km da San Lorenzo al Mare a Sanremo, sulla pista ciclabile della Riviera dei Fiori, si concluderà domenica 31 maggio a Milano, con arrivo in Corso Sempione. In totale 21 tappe per 3486 km, con uno sconfinamento in Svizzera: 17a tappa, TiranoLugano, il 27 maggio. Oltre alla cronosquadre d’apertura, c’è una crono individuale (TrevisoValdobbiadene, 59,4 km). Inoltre: 5 tappe di alta montagna e 7 di media montagna (con complessivi 7 arrivi in salita) e 7 tappe pianeggianti. Due riposi: lunedì 18 maggio, dopo la 9a tappa, e lunedì 25, il giorno dopo la 15a. In totale 39 salite: Cima Coppi (Colle delle Finestre, 2178 metri), 9 di 1a categoria, 8 di 2a categoria, 13 di 3a categoria e 8 di 4a categoria. Abbuoni: all’arrivo (crono escluse) 10” al 1°, 6” al 2° e 4” al 3°; ai traguardi intermedi, 3”, 2” e 1”.

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San Lorenzo al Mare-Sanremo (cronosquadre) Albenga-Genova Rapallo-Sestri Levante Chiavari-La Spezia La Spezia-Abetone Montecatini Terme-Castiglione della Pescaia Grosseto- Fiuggi Fiuggi-Campitello Matese Benevento-San Giorgio del Sannio Civitanova Marche-Forlì Forlì-Imola (Autodromo Ferrari) Imola-Vicenza (Monte Berico) Montecchio Maggiore-Jesolo Treviso-Valdobbiadene (crono individuale) Marostica-Madonna di Campiglio Pinzolo-Aprica Tirano-Lugano (Svi) Melide (Svi)-Verbania Gravellona Toce-Cervinia Saint Vincent-Sestriere Torino-Milano

Km 17,6 177 136 150 152 183 264 186 215 200 153 190 147 59,4 165 174 134 170 236 199 178

Contador, Aru... E c’è anche Grmay il primo etiope 1Oggi l’arrivo delle 22 squadre, domani i controlli, venerdì al Casinò la sfilata dei 198 protagonisti

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ccoci al grande giorno: con l’arrivo al quartier generale di Sanremo delle 22 squadre (9 corridori ciascuna), il 98° Giro d’Italia oggi si mette ufficialmente in moto. Domani mattina i 198 iscritti si sottoporranno ai controlli antidoping del passaporto biologico, quindi nel pomeriggio prime confe­ renze stampa dei big. Vener­ dì mattina le altre operazio­ ni di rito: verifica licenze, riunione della direzione del Giro con giuria e direttori sportivi e, dalle 17, la presen­ tazione delle squadre nel te­ atro del Casinò di Sanremo. Sabato, dalle 13 alle 14.30, i corridori proveranno il per­ corso della cronosquadre. Alle 15.10 la partenza della prima squadra, mentre l’ar­ rivo dell’ultima è previsto in­ torno alle 17.15. Assente il vincitore 2014, il colombiano Nairo Quintana, il lotto degli iscritti è capeg­ giato da Alberto Contador

L’etiope Tsgabu Grmay BETTINI

(Tinkoff­Saxo), già vincitore dell’edizione 2008. Gli altri pre­ tendenti alla maglia rosa: sono il colombiano Rigoberto Uran (Etixx­Quick Step), 2° nelle ul­ time due edizioni, l’australiano Richie Porte (Sky), maglia bianca nel 2010, e il sardo Fabio Aru (Astana), 3° un anno. Altri uomini per la classifica: Dome­ nico Pozzovivo (Ag2R), che ha il numero 1, il belga Jurgen Van den Broeck (Lotto­Soudal), il canadese Ryder Hesjedal (Can­ nondale­Garmin), 1° nel 2012. Tra gli ex vincitori anche Da­ miano Cunego (Nippo­Vini Fantini), 1° nel 2004, e Ivan Basso (Tinkoff­Saxo), 1° nel 2006 e 2010. Altri big al via: il padrone del pavé, il belga Tom Boonen (Etixx­Quick Step), al­ la prima partecipazione; il si­ gnore delle Ardenne, il belga Philippe Gilbert (Bmc); l’au­ straliano Simon Gerrans (Ori­ ca), re della Sanremo 2012 e della Liegi 2014. Per le volate, il tedesco André Greipel (Lotto­ Soudal), l’australiano Michael Matthews (Orica) e lo sloveno Luka Mezgec (Giant­Alpecin) sfidano i migliori italiani: Sa­ cha Modolo (Lampre­Merida), Elia Viviani (Sky), Matteo Pe­ lucchi (Iam), Giacomo Nizzolo (Trek), Davide Appollonio (An­ droni­Sidermec). Sono rappre­ sentate 32 nazioni (di tutti i continenti), tra cui Panama, Costa Rica, Cina, Giappone e la novità Etiopia, con il giovane Tsgabu Grmay Gebremaryam. © RIPRODUZIONE RISERVATA

TRAVOLTO NEL MILANESE

Dramma Noè Il fratello muore in bici  (past) Davide Noè, fratello maggiore di Andrea (il più vecchio corridore in maglia rosa nella storia del Giro d’Italia: nel 2007 a 38 anni) e di Paolo (corridore, poi massaggiatore), è morto lunedì: lui, maglietta Liquigas e mountain bike, contro il rimorchio di un trattore, dalle parti della Abbazia di Morimondo, nella campagna milanese. È stata proprio la maglietta verde, probabilmente ereditata da Andrea, a facilitare un riconoscimento arduo e crudele. La morte è l’atto supremo della vita: stavolta non c’è ragione che possa attenuare la misura del dolore, il peso della sofferenza e il senso di ingiustizia. L’unico aiuto può arrivare dalla poesia, quella che si respira in un campo di grano, fra cascine e conche, vicino a un ponticello ottocentesco e a un ciottolato fiammingo. Quella poesia che ritma i pedali di chi vive, anche nel momento in cui muore. Ad Andrea e alla famiglia le condoglianze della redazione ciclismo della Gazzetta.


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Basket R Intervista al presidente di Euroleague

MERCOLEDÌ 6 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

«Voglio dialogo con Fiba ma i club vanno tutelati»

PLAYOFF NBA

1Bertomeu: «Nazionali in inverno? Sarebbero prive delle stelle Bisogna aumentare i loro ricavi, senza danneggiare le società» Luca Chiabotti

visiva e del pubblico e una spinta al miglioramento degli impianti».

Rose riposato vale il doppio E i Bulls sognano

INVIATO A ISTANBUL (TURCHIA)

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ell’estate del Duemila, 24 squadre europee, capita­ nate dai club italiani, spa­ gnoli e con l’Olympiacos greco, cambiarono strada, lasciando le coppe della Federazione Interna­ zionale per crearne una dove sa­ rebbero state protagoniste anche delle scelte strategiche ed econo­ miche, e non solo di quelle sporti­ ve. Oggi a Istanbul, la celebrazio­ ne del 15° compleanno di Eurole­ ague diventa l’occasione per lan­ ciare un messaggio alla Fiba, che ha annunciato di voler riprende­ re il controllo della massima competizione continentale: l’Eu­ rolega, sostenuta da Turkish Air­ lines, non ha intenzione di torna­ re indietro. Presidente Bertomeu scelga i 3 punti chiave di questi 15 anni. «Il 2000 quando si è formata la nuova lega, il 2005, momento nel quale i club sono diventati pro­ prietari dell’Eurolega, una svolta culturale che resta unica nel pa­ norama dello sport europeo e il 2009, col varo del sistema attuale delle licenze che ha dato una ba­ se molto più solida alla competi­ zione provocando un aumento esponenziale della copetura tele­

BAUMANN PROPONE UNA LEGA CHIUSA «ALLA NBA» O UNA COPPA STILE CHAMPIONS, MA SONO INCOMPATIBILI ECONOMICAMENTE L’EUROLEGA PRODUCE PIÙ DEL MONDIALE FIBA CON I GIOCATORI PROFESSIONISTI JORDI BERTOMEU PRESIDENTE EUROLEAGUE

Cosa accadde nel Duemila? «Ci fu un’esigenza dei club di cre­ scere. Nei campionati, le leghe di­ scutevano con la federazione dei temi cruciali, nella massima com­ petizione internazionale l’unico rapporto con la Fiba era la rice­ zione di un fax, non c’erano mail, con l’ora della gara successiva. Abbiamo voluto esportare in Eu­ ropa un modello di successo nei singoli Paesi».

1Sbancata Cleveland in gara-1 Che differenza nelle cifre del play quando non gioca ogni 2 giorni Massimo Oriani

La Fiba reagì... «Le minacce allora furono impor­ tanti, ma il basket è uno sport di club e, se sono uniti, non puoi co­ stringerli a giocare per forza». Dopo 15 anni, la «guerra» con la Fiba è ricominciata. «E’ un conflitto sulle voci, non c’è nulla di ufficiale se non il fatto che la Fiba, approvando il nuovo calendario che prevede finestre invernali durante la stagione dei club per le partite delle nazionali, ha rotto unilaterlamente l’accor­ do in vigore con noi. Non posso giudicare cose che ho letto solo sui giornali, il segretario genera­ le Baumann, in un’intervista, ha detto di star valutando qualsiasi opportunità, da una coppa aper­ ta a tutti i campioni nazionali sti­ le Champions a una lega chiusa stile Nba. Sono cose diametral­ mente opposte e incompatibili, sportivamente e economicamen­ te, non so cosa pensare». Non crede che ci sia spazio, anche con le «finestre» per un accordo con la Fiba? «Io spero in un dialogo con la Fi­ ba, sinceramente. I club e le leghe nazionali non sono d’accordo col nuovo calendario delle nazionali, chiediamo solo di parlarne e di avere anche in Europa quella flessibilità che la Fiba ha mostra­ to col calendario di altri conti­ nenti. Noi crediamo che le com­ petizioni per le squadre nazionali siano fondamentali, è un vantag­ gio per tutti che i loro ricavi au­ mentino. Ma i club rappresenta­ no il 90% dell’economia del basket, non vanno danneggiati». Anche la Fiba può fare lo stesso discorso: la nazionale in inverno

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successi esterni di Chicago e Clippers in gara­1 delle rispettive semifinali di confe­ rence a Cleveland e Houston, hanno un valore molto diverso, anche se hanno già mes­ so in luce alcune tendenze che possono far in­ tuire quale direzione prenderanno le serie. Chicago sapeva di dover andare a casa di Le­ Bron (troppo passivo in gara­1) e strappare al­ meno un successo, approfittando della squali­ fica di JR Smith, pronto a rientrare per gara­3 allo United Center. Lo ha fatto al primo colpo, grazie a un Pau Gasol che, zitto zitto, è diven­ tato l’uomo chiave dei Tori.

può accrescerne gli introiti. «Si, se giocassero le nazionali ve­ re... Non prive dei giocatori Nba e dei top player. La nostra prima nostra preoccupazione è sempre stata la qualità di una scelta così negativa per i club. Vogliamo che le nazionali abbiano successo e i club devono avere la loro parte». La Fiba fa capire che l’Eurolega con loro produrrebbe più utili.. «Se il paragone che fanno loro per dimostrarlo è tra Champions e Euroleague, allora va fatto an­ che tra le 2 World Cup: quella di basket a Madrid ha avuto dei nu­ meri infinitamente inferiori al Mondiale di calcio in Brasile. Economicamente l’Eurolega pro­ duce più del Mondiale Fiba coi giocatori Nba». Negli anni avete aumentato il numero di partite: questo potrebbe spingere i campionati verso un

progetto che gli dà più spazio. «L’Eurolega quest’anno ha pro­ dotto una media spettatori vicina a 8500, poi vengono Spagna più o meno con 6000, Germania e Italia sui 4000. Il resto delle leghe nazionali porta meno di 2000 spettatori. I nostri club dovrebbe­ ro diminuire le partite da 9000 per lasciare più spazio a quelle da 2000? Il problema è opposto: vo­ gliamo aiutare le singole leghe ad aumentare il proprio pubblico». Come è andata la stagione? «Tutti i nostri dati sono in cresci­ ta:+12% dei ricavi, biglietti delle Final 4 esauriti in 24 ore, quella di Madrid sarà la più vista in tv di sempre in tutto il mondo. Quan­ do si cresce è un bene, siamo gli unici a riuscirci nel basket, Nba a parte. Ma non c’è autocompiaci­ mento, noi non ci fermiamo mai».

Jordi Bertomeu, catalano, 56 anni, presidente di Euroleague, che guida dal luglio 2000, ovvero dalla nascita della lega che organizza le due principali coppe europee, Eurolega ed Eurocup ANSA

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RICORSO RESPINTO

Caserta resta a +1 e con Pesaro è caos biglietti Mario Canfora

S

vanisce per Caserta la possibilità di salvarsi do­ menica contro Pesaro (in trasferta) con la doppia chance, ossia non solo vincendo, ma an­ che perdendo fino a 6 punti di scarto. Il Collegio di Garanzia del Coni (presieduto da Franco Frattini), riunitosi solo ieri e quindi con ingiustificato ritar­ do, ha infatti respinto il ricorso del club avverso la decisione del Consiglio Federale Fip del 21 febbraio, su proposta della Comtec, di deliberare un punto di penalizzazione in classifica per pagamento Irpef in ritardo di ottobre 2014. Il ricorso era stato inviato il 20 marzo, le mo­

Derrick Rose, 26 anni, ha vinto l’mvp nel 2011 AFP

tivazioni si conosceranno in una decina di giorni. Ma, visto che il verdetto è inoppugnabile, conteranno relativamente. TENSIONE Pesaro­Caserta di­ venta così uno spareggio secco: chi vince salva la A. E la tensio­ ne è a mille soprattutto fuori dal campo di gioco: tutto ruota at­ torno alla disponibilità dei bi­ glietti per gli ospiti. La capienza dell’Adriatic Arena da questa stagione è di 6.119 posti (l’inte­ ro anello superiore è chiuso per un problema di agibilità, nello specifico a causa di sediolini non a norma), quindi per gli ospiti tutto si riduce davvero a un mini spazio. Da Caserta c’era l’idea di muoversi almeno in 2.000 (anni fa, a Pavia, per l’ul­

COLPO CLIPPERS Diverso il peso specifico del colpaccio dei Clippers, capaci di sbancare Houston senza l’infortunato Chris Paul, ma con un Blake Griffin spaventoso, che ha bissa­ to la tripla doppia di gara­7 con gli Spurs (26 punti, 14 rimbalzi, 13 assist) diventando il pri­ mo a riuscirci nei playoff da Kidd nel 2002 e il primo lungo da Wilt Chamberlain nel ‘68. Col play non lontano dal rientro, LA è ora la gran­ de favorita per sfidare i Warriors. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Semifinale Est, gara-1: Cleveland-Chicago 92-99 (serie 0-1, stanotte gara-2); Atlanta-Washington 0-1 (ieri gara-2). Ovest, gara-1: Houston-LA Clippers 101-117 (serie 0-1, stanotte gara-2); Golden State-Memphis 1-0 (ieri gara-2).

TACCUINO PLAYOFF A-2

Quarti, Torino e Brescia vanno 2-0

tima gara di regular in Legadue furono oltre 2.200), invece sta­ volta potranno assistere alla ga­ ra solo in 207 (oltre ai 20 bi­ glietti omaggio in parterre che ogni club riserva agli ospiti), come da comunicazione della società pesarese che cita un ver­ bale della questura di Pesaro Urbino di lunedì. I biglietti per la tifoseria ospite potranno es­ sere venduti fino alle 19 di saba­ to, previa esibizione da parte dell’acquirente di un documen­ to di identità, con l’apposizione del nominativo del beneficiario di ogni tagliando e della sua da­ ta di nascita. Si teme ugualmen­ te un esodo di casertani, la spe­ ranza è che si possa assistere so­ lo a una sana giornata di sport. © RIPRODUZIONE RISERVATA

RIPOSO Ma ovviamente a far girare il motore dei Bulls è sempre Derrick Rose. E qui la lettu­ ra del rendimento dell’mvp 2011 non ha segre­ ti, parlano le cifre: con 2 o più giorni di riposo tra una partita e l’altra, il play viaggia a 24.3 punti, 6.8 assist e 2.7 palle perse di media, ti­ rando con il 46% dal campo, quando invece ha solo 24 ore per recuperare, i numeri calano drasticamente: 14 punti, 5.6 assist, 5.7 perse a partita col 36% al tiro. Purtroppo per lui, con­ tro Cleveland si gioca ogni 48 ore sino a ga­ ra­6. Strano il destino di una squadra che po­ trebbe andare in finale con un coach separato in casa. Il rapporto tra Tom Thibodeau e la di­ rigenza è a dir poco logoro e Orlando lo aspet­ ta a braccia aperte non appena verrà licenzia­ to nonostante i due anni di contratto che gli restano, con Fred Hoiberg pronto a sostituirlo.

Ieri due gare-2 dei quarti: Torino e Brescia vanno 2-0, i lombardi con la tripla del sorpasso di Brownlee a 4” dalla fine. Gara-2 (al meglio delle 5, venerdì gara-3): Torino-Ferentino 92-79 (serie 2-0); Brescia-Trieste 79-77 (2-0). Domani prime gare-3 Agrigento-Verona (1-1); Biella-Casale (0-2).

SERIE A

Trento-Bologna su GazzettaTv

È l’andata: Wally Judge difende su Marco Mordente CIAM

Domenica (17.30) ultima giornata di serie A. Alle 20 su Gazzetta Tv differita di Dolomiti Energia Trento-Granarolo Bologna. Così il resto della 30a: Roma-Cantù; Varese-Avellino; Cremona-Sassari; Pesaro-Caserta (dir. RaiSport 1); Milano-Pistoia; Venezia-Capo d’Orlando; Reggio Emilia-Brindisi. Class.: Milano 50; Venezia 42; Reggio Emilia 40; Trento, Sassari 36; Brindisi 32; Cantù, Bologna (2) 28; Pistoia 26; Roma, Varese, Cremona 24; Avellino 22; Capo d’Orlando 20; Caserta (-1) 15; Pesaro 14.


Formula 1 R Verso Montmelò Luigi Perna twitter@pernagazzetta

«N

on c’è politica fra di noi. Se qualcosa con Seb non funziona, ne discutiamo e la risolviamo». Quante volte capita di sentire un compagno di squadra che parla così? La frase di Kimi Raikkonen basta da sola a testi­ moniare l’atmosfera idilliaca che si vive in questo momento alla Ferrari, in fabbrica e nel te­ am. E il finlandese, oltre che più loquace, ha ritrovato anche la voglia di continuare a correre in F.1. Sbandierando la ricetta del­ la felicità: «Io e Vettel cerchia­ mo di batterci a vicenda in pi­ sta, ma fuori siamo amici, e il clima in squadra è il migliore che abbia mai vissuto. Inoltre Maurizio Arrivabene è il team principal di cui la Ferrari aveva bisogno. Ti risponde dicendo sì o no, niente vie di mezzo». SCARAMUCCE La scuderia di Maranello si presenta alla pri­ ma gara europea della stagione come mai ci si sarebbe aspetta­ ti, dopo un 2014 da incubo. Quattro podi, con la vittoria di Sebastian Vettel in Malesia e il secondo posto di Raikkonen in Bahrain. Nessun ferrarista, al­ l’esordio con la rossa, aveva ot­ tenuto 65 punti come Seb nelle prime quattro gare. E Raikko­ nen, in odore di rinnovo con il Cavallino anche nel 2016, ha to­ talizzato finora quasi gli stessi punti (55) dell’intero 2014. In Spagna, dove nell’inverno ha brillato nei test, la rossa prova a mettere ancora paura alla Mer­ cedes, da cui ha ricevuto elogi ma anche qualche dispetto: pa­ re che Toto Wolff non gradisca per esempio il fatto che il Caval­ lino «affitti» al nascituro Team Haas la sua galleria del vento di Maranello. La Ferrari, a quanto pare, non farà il lifting al muso (almeno per ora), ma al Mont­ melò vedremo tante novità. So­ pra e sotto l’abito sexy della SF15­T. Il pacchetto di evolu­ zioni aerodinamiche più gran­ de da inizio stagione. CORSA A DUE Le ali, che subi­ scono interventi quasi a ogni gara, saranno ancora diverse. Il cofano motore potrebbe essere modificato. Ma soprattutto cambieranno il fondo e il diffu­ sore posteriore della monopo­ sto, che dovrebbero garantire maggior carico. Quanto? Tra­ dotto in termini cronometrici sembra ci si aspetti un guada­ gno intorno ai tre decimi, che si­ gnificherebbe arrivare in scia alle Mercedes anche sul giro ve­ loce. Però c’è da scommettere che a Stoccarda non siano anda­ ti in vacanza, nelle tre settima­ ne passate dal trionfo di Lewis Hamilton in Bahrain, per cui è facile prevedere progressi pure sulle Frecce d’argento. Ormai si è capito che la lotta per il Mon­ diale avrà questa chiave. Sarà

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Montezemolo: «Schumi sbagliò a dire sì a Brawn»

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 I podi ottenuti quest’anno dalla Ferrari: Vettel ha vinto in Malesia ed è stato terzo in Australia e Cina; Raikkonen ha chiuso secondo in Bahrain. Sotto Sebastian davanti a Kimi LAPRESSE

 «Quando smise di correre aveva tanta voglia di velocità, di continuare a sentire l’asfalto, che fece delle gare di motocicletta ed ebbe un brutto incidente. Fu quell’incidente che gli impedì di tornare sulla Ferrari». E’ un estratto dell’intervista di Luca di Montezemolo a Sky Sport che andrà in onda stasera alle 19.30 dove spazia da Ferrari ad Agnelli. «Avevo già fatto il contratto con Alonso, lui stette fermo per tre mesi, poi Ross Brawn al GP di Abu Dhabi lo avvicinò e gli fece l’offerta per la Mercedes — ha aggiunto l’ex presidente del Cavallino — Michael, che era come un bambino a cui avevi tolto il giocattolo, era pronto a tornare e tornò, secondo me sbagliando, con la Mercedes. Perché uno Schumacher che torna deve vincere e invece lui non ha vinto. Nel vedere dove sta Michael oggi mi viene un groppo alla gola e veramente mi dispiace tantissimo perché è stata una persona molto importante nella mia vita professionale»..

Ferrari, tanti sviluppi Ma è vietato sbagliare 1La SF15-T con fondo e diffusore nuovo: obiettivo 3 decimi Wolff si lamenta con Maranello per la galleria del vento una corsa parallela fra i due grandi Costruttori alla ricerca di sviluppi più efficaci nel mino­ re tempo possibile. E la Ferrari, che può contare su più «getto­ ni» per migliorare la power unit rispetto alla rivale tedesca, de­ ve approfittarne per cercare di raggiungerla e magari superar­ la nella seconda parte della sta­ gione. Ecco perché a Maranello spingono da inizio anno sull’ac­ celeratore con una strategia molto aggressiva. Tuttavia Ja­ mes Allison e i suoi ingegneri in qualche caso restano prudenti. Ogni errore, ogni soluzione sbagliata si paga infatti con set­ timane di ritardo e i passi falsi vanno quindi assolutamente evitati. Si spiega così la reticen­ za a introdurre il muso corto,

che a Maranello studiano da tempo e che risulta più critico per il crash test. La vettura at­ tuale è infatti nata (bene) con il muso allungato e c’è il rischio, per ottenere un vantaggio nei flussi, di stravolgere l’equilibrio sull’anteriore tanto lodato da Vettel e da Raikkonen, che gra­ zie a esso ha ritrovato feeling. ROOKIE TEST Finora la Ferrari non ha sbagliato un colpo. Tutti gli sviluppi portati in pista han­ no funzionato — la rinnovata galleria del vento fornisce dati finalmente in linea con la realtà — e si spiega anche così la sor­ prendente competitività rispet­ to alla Mercedes. In Spagna po­ trebbero esserci anche piccoli affinamenti sulla power unit: in

particolare un nuovo software, collaudato da Kimi in settimana a Maranello (serve per avere potenza extra in qualifica come le Mercedes?). Mentre il «moto­ rone» di cui si parla da tempo (30 Cv in più) è previsto che ar­ rivi in Canada, nella gara di ca­ sa del presidente Sergio Mar­ chionne. Probabilmente sarà collaudato nei due giorni di test dopo il GP: martedì 12 maggio sulla Ferrari girerà il «rookie» Raffaele Marciello (che farà il bis il giorno dopo sulla Sauber, con cui disputerà anche le libe­ re di venerdì), il secondo giorno dovrebbe toccare al pilota di ri­ serva Esteban Gutierrez, impor­ tante per i piani commerciali della rossa. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA GUIDA Domenica Spagna GP su Sky alle 14 Domenica si corre sulla pista di Montmelò (4.655 m) il GP di Spagna, quinta gara del Mondiale 2015 di F. 1. Tutto in diretta su Sky SKY Sport F1/HD. PROGRAMMA Venerdì: Libere 10-11.30 e 14-15.30. Differita su Rai Sport 1 alle 14.30 e 18.30; Sabato: Libere 11-12. Qualifiche 14-15. Diff. Rai Sport2 alle 16.30 e Rai2 17.50. Domenica: gara 14 (66 giri, 307,104 km). Diff. Rai1 alle 21. CLASSIFICA Piloti 1. Hamilton 93 p.; 2. Rosberg 66; 3. Vettel 65; 4. Raikkonen 42; 5. Massa 31; 6 Bottas 30; 7. Ricciardo 19. Costruttori: 1. Mercedes 159 p.; 2. Ferrari 107; 3. Williams 61.

SUPERBIKE IRIDATA

pole un anno fa, ritrova una Ducati che nel frattempo è tornata vincente Paolo Gozzi

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rima delle due tappe ita­ liane (l’altra a Misano il 21 giugno) per la Super­ bike che sarà di scena a Imola. È la gara di casa per la Ducati

che riabbraccia Davide Giu­ gliano al debutto dopo l’infor­ tunio precampionato. Con il 25enne romano la rossa ripar­ te alla carica sull’entusiasmo suscitato dal successo ottenuto dal gallese Chaz Davies ad Ara­ gon. «Non vado in moto da tre mesi, le due vertebre fratturate sono a posto ma ho potuto fare solo piscina e riabilitazione», dice Giugliano. «La moto nel frattempo è cresciuta, le aspet­ tative sono tante anche perché a Imola vado forte (fece la pole nel 2014; n.d.r.). Riprendere il ritmo non sarà così semplice, servirà pazienza».

LEADER Nel mirino c’è Jona­ than Rea dominatore Kawa­ saki: sei vittorie e due secondi in otto gare. Sul saliscendi imo­ lese il 28enne nordirlandese ha già sbancato quattro volte con la più modesta Honda, l’ul­ tima un anno fa. Rea, che nei giorni scorsi ha annunciato l’arrivo del secondo figlio, è un problema serio anche per Apri­ lia che insegue col britannico Leon Haslam in ritardo di 50 punti. MERCATO Intanto si comincia a parlare di 2016. Marco Me­ landri resta in Aprilia, quasi si­

Lauda: «Hamilton è un marziano Firma sino al ‘18»  Il rinnovo con Hamilton: arriverà prima di Montecarlo. Parola di Niki Lauda: in realtà qualche giorno fa fonti Mercedes parlavano di una positiva conclusione della trattativa con l’iridato entro questo fine settimana. Evidentemente c’è ancora da lavorare anche se Niki all’agenzia stampa austriaca Apa sostiene: «Non c’è alcun problema. Mi aspetto di annunciare qualcosa entro Montecarlo, forse anche prima». Il contratto avrebbe durata triennale (si concluderebbe a fine 2018). «Lewis sta guidando come un extraterrestre, è in una fase in cui fa tutto alla perfezione, non commette errori e può realizzare tempi sul giro che nessun altro è in grado di fare». Lauda spera inoltre che la Mercedes «possa mantenere questo slancio anche dopo la pausa di tre settimane, perché le altre squadre possono avere apportato miglioramenti in vista della gara di domenica. E quei rapporti di forza potrebbero rappresentare il trend per i prossimi 3-4 GP».

TACCUINO

Giugliano torna a Imola «Sarà dura essere al top» 1Il romano, qui in

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GRIGIO PIÙ OPACO

McLaren cambia  Addio argento cromato: dal GP di Spagna, la McLaren adotta una livrea meno brillante per avere una miglior resa sotto il sole e i riflettori artificiali. Intanto Alonso si dichiara ottimista: «Siamo migliorati gara dopo gara, vogliamo continuare così» Davide Giugliano, 25 anni, sulla Ducati prima dell’incidente ALEX PHOTO

curamente in MotoGP, e ciò si­ gnifica che Yamaha dovrà cer­ care un’alternativa per il gran­ de rientro con l’attesissima R1 dopo 4 anni di stop. Per la ge­ stione spunta l’intrigante ipo­ tesi Valentino Rossi, tramite la sua VR46 e l’appoggio della Pa­

ta, già sponsor di VR46 sulla Moto3 di Niccolò Bulega nel campionato spagnolo, nonché sponsor personale di Vale. Che è stato testimonial del lancio R1 e primo tester del nuovo progetto... © RIPRODUZIONE RISERVATA

MONDIALE ENDURO

Tappa a Jerez  (d.a.) Seconda tappa del Mondiale Enduro sabato e domenica a Jerez (Spagna). Si profila un duello tra i nostri Battig (Honda) e Redondi (Beta) nella EJ. Da segnalare tra le donne (EW) il debutto della iridata Laia Sanz (Ktm).


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Alpinismo R La storia

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A TU PER TU CON...

CONTENUTO PREMIUM

Meroi

Nives Meroi con il marito Romano Benet sulla piana di Ramche, ai piedi del Kangchenjunga

«AL RECORD DEGLI OTTOMILA HO PREFERITO MIO MARITO» UNA VITA AD ALTA QUOTA Nives Meroi, 53 anni, è tra le più grandi alpiniste di sempre. Nel 2009 inseguiva il primato di prima donna ad aver salito i 14 Ottomila. Le mancavano solo Makalu, Annapurna e Kangchenjunga. Ciò che avvenne su questa montagna segnò il suo modo di vedere la vita L’INTERVISTA di SIMONE BATTAGGIA

«A

vevo addosso un malessere cui non riu­ scivo a dare un nome. Affrontavo le spe­ dizioni, accumulavo gli Ottomila nel mio stile per diventare la prima donna capace di salirli tutti e 14, eppure il disagio rimaneva. Ora so cos’era: anch’io facevo parte del grande spettacolo, anch’io cercavo gli sponsor e avevo accettato quella gara. Mi sentivo pulita, distaccata dalle logiche commerciali, ma non lo ero. È stata la montagna a pormi davanti a una scelta. E lì ho capito». La voce di Nives Meroi è serena, squillante. Trasmet­ te la serenità di chi ha trovato il proprio posto, il sen­ so del suo essere alpinista. Tutto è iniziato sei anni fa. Erano le 14 il 17 maggio 2009, quota 7500, a portata di mano aveva la vetta del Kangchenjunga, la terza cima più alta del mondo, il 12° Ottomila del suo pal­ marès. A suo fianco, però, il marito Romano stava male. Teneva duro — per amore e ostinazione da montanaro —, ma era totalmente privo di forze. Che fare? Tentare comunque il blitz solitario e recuperar­ lo più tardi oppure rinunciare, alla cima e al record? Non ti farò aspettare è la risposta che l’alpinista diede al marito e il titolo del libro che racconta un percorso

di vita lungo cinque anni, fatto di lotta, di dolore — il malore di Romano era il primo sintomo di una gra­ ve forma di aplasia midollare severa, che lo avrebbe costretto a due trapianti di midollo —, di rinunce, conquiste e rivincite, con la grande montagna a fare da sfondo. «Sì, il libro è ambientato in montagna, ma parla di tutti, delle scalate quotidiane. La vita è fatta di opposti, di luci e ombre. È una commedia, come il mio libro. Una commedia di vita in quattro atti». Bonatti diceva che in montagna ci si conosce. «Io ho sempre interpretato l’alpinismo come un gio­ co, ma con la serietà che i bambini mettono nei gio­ chi. È l’esplorazione di se stessi attraverso la monta­ gna». La particolarità, nel suo caso, è questa esplorazione avviene in due, nel libro e nella vita. «Io e Romano camminiamo insieme, il percorso si è creato sotto i nostri piedi, negli anni, dalle montagne friulane fino all’Himalaya. Ciascuno le vive dalla sua prospettiva, poi mettiamo insieme le sensazioni e abbiamo una visione più ampia. Le spedizioni sono così ricche, nella loro essenzialità, che viverle da soli ti porterebbe a non parlare più la stessa lingua». Lei rinunciò al record «rosa» degli Ottomila rimproverando alle donne di aver imitato gli uomini. Esiste una «via femminile» all’alpinismo? «Posso dire di aver trovato il mio modo di vivere gli Ottomila. Ai campi base non ci si va per contemplare le montagne, la salita deve avere un senso. Dopo quanto è successo a me e Romano credo di averlo trovato». Cosa ne pensa dell’ultratrail, dello skyrunning, dei record di salita alle montagne? «Sono attività molto belle che coinvolgono atleti fortissimi, che ammiro molto, ma sono una cosa diversa rispetto all’alpinismo. I tri­ estini dicono “Pian e ben, e se no se pol ben,

«IL LIBRO È UNA COMMEDIA DI VITA IN 4 ATTI, PERCHÉ L’ALPINISMO È ESPLORAZIONE DI SÉ»

«NON TI FARO’ ASPETTARE» - «Tre volte sul Kangchendzonga, la storia di noi due raccontata da me», di Nives Meroi esce in libreria domani (Rizzoli, 260 pagine, 17 euro). Venerdì sarà presentato al Festival di Trento

almanco pian”. È una massima di vita che ho adotta­ to». Nel libro c’è molto Nepal. Che notizie ha, dopo il terremoto? «So che miss Howley, la giornalista che a ogni spedi­ zione ci intervista, sta bene, così come i responsabili dell’agenzia cui ci appoggiamo. Altri non ce l’hanno fatta. È sconvolgente l’idea che tanto del Paese non ci sia più. Quei posti e quella gente ci hanno dato tanto, ci sentiamo in dovere di fare qualcosa». Che iniziative avete in mente? «Stiamo sostenendo due associazioni. Una è quella di Jorge, spagnolo citato più volte nel libro, medico pediatra. Sappiamo che è lì e sa quali sono le priori­ tà». Tornerete? «Sì, la voglia di stare sui sentieri allo stato brado c’è sempre. Ora creeremmo solo confusione, ma sentiamo di dover dare una mano, anche tornando lì». Le mancano Annapurna e Makalu. Punterete a uno dei due? A entrambi? «Non facciamo progetti, inshallah. Ci è già ca­ pitato di decidere 15 giorni prima di partire». Com’è stato scrivere? «Faticoso. Farsi 2000 metri di dislivello con lo zaino pesante sulle spalle è più facile. Quando siamo via scrivo sempre dei diari. Il difficile è stato capire come raccontare le esperienze, scostarsi e trovare un filo conduttore». © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL PASSO DEL LIBRO

Forse già prima ce ne saremmo dovuti accorgere: capire che l’ordine era ormai turbato e un nuovo equilibrio andava cercato; i segni c’erano da tempo ma avevamo preferito non vederli. E allora la montagna aveva deciso per noi: ci aveva portati alla nostra linea d’ombra e, senza inghiottirci nelle tenebre, ci aveva dato la possibilità di tornare a casa, per vivere il vuoto in cui il nostro mondo si andava dissolvendo. Con pazienza il Kangchendzonga ci ha accompagnati tessendo la tela della nostra storia: ha atteso che scalassimo il “quindicesimo ottomila”.


Pallavolo R Finale donne: gara-2 CASALMAGG.

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NOVARA

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I NUMERI

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(20-25, 31-29, 25-21, 25-18) POMI’ CASALMAGGIORE: Gennari 18, Gibbemeyer 7, Ortolani 13, Tirozzi 19, Stevanovic 17, Skorupa 2; Sirressi (L), Bianchini 3. N.e. Quiligotti, Klimovich e Agrifoglio. All. Mazzanti.

 Le finali scudetto giocate a Cremona prima di questa, arrivata dopo il trasloco di Casalmaggiore da Viadana per il crollo del tetto del Palasport

IGOR GORGONZOLA NOVARA: Signorile, Hill 16, Chirichella 5, Barun 20, Klineman 24, Guiggi 7; Sansonna (L), Partenio, Kim, Bonifacio, Alberti. N.e. Masciullo, Zanette. All. Pedullà.

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 Come i set vinti da Casalmaggiore in stagione regolare contro Novara. Ne ha già vinti 5 in queste due gare di finale la squadra di Mazzanti

ARBITRI: Vagni e Sanpaolo. NOTE Spettatori 3500. Durata set: 27’, 37’, 28’, 28’; totale 120’. Pomì: battute sbagliate 6, vincenti 4, muri 6, seconda linea 10, errori 21; Igor Gorgonzola: battute sbagliate 11, vincenti 2, muri 10, seconda linea 10, errori 22. SERIE Novara-Casalmaggiore 1-1. Gara-3 Sabato a Novara, 20.30: Novara-Casalmaggiore Gara-4 martedì 12 a Cremona: Casalmaggiore-Novara Ev. Gara-5, sabato 16: NovaraCasalmaggiore

Gian Luca Pasini INVIATO A CREMONA

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i sono sogni che non fini­ scono mai. Qui dove la pallavolo odora di provin­ cia in un caldo asfissiante e in un clima sanamente ruspante di emozioni veraci Casalmaggiore, 15 mila abitanti, da poco arriva­ ta sul primo palcoscenico italia­ no, sta facendo paura alla coraz­ zata Novara che in questa sta­ gione aveva perso pochissimo, conquistando tutto d’un fiato la Coppa Italia e il primo posto in stagione regolare, e schiaccian­ do avversari uno dopo l’altro . Ma in questa gara­2 della finale scudetto la piccola Casalmag­ giore ha compiuto un altro pic­ colo grande miracolo, nel mo­ mento più duro, nel momento più difficile di questa serie (cioé dopo aver perso gara­1 e il pri­ mo set di gara­2), sfoderando una prestazione eccellente. PAZZE «Noi siamo pazze, non c’è nulla da fare. É stato così fin dal­ la prima partita della stagione», sorride Serena Ortolani, che co­ me in ogni partita dopo il terzo set finisce la benzina e deve esse­ re sostituita da Marika Bianchi­ ni. «Ci siamo detti che noi le stan­ chiamo con Serena e poi le finia­ mo con Marika», scherza Davide Mazzanti, l’allenatore artefice

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 Come le sconfitte maturate da Novara in stagione regolare. Questa è la prima nei playoff per la squadra che ha vinto stagione regolare e Coppa Italia L’attacco di Alessia Gennari, 23 anni, buca il muro di Novara. Per lei 18 punti, con il 43% in attacco e il 73% di positive in ricezione TARANTINI

Eroica Casalmaggiore Il sogno non finisce mai

1La squadra di Mazzanti stupisce ancora, supera Novara

e porta la serie in parità: «Siamo pazze, niente è impossibile» E’ DALL’INIZIO CHE SOFFRIAMO. CHE CI SONO COSE CHE NON VANNO, CHE ABBIAMO DIFFICOLTÀ POI ABBIAMO DECISO DI COMINCIARE A GUARDARE SOLO A NOI STESSE: E IL RISULTATO SI VEDE VALENTINA TIROZZI CASALMAGGIORE

del miracolo che sorride con quanti più denti può. «L’avevo detto che ci credevo anche nella prima partita, siamo state brave ancora di più questa sera. Penso che in difesa abbiamo fatto la più bella partita dell’anno. Non le avevo mai viste raccogliere pallo­ ni così. Mentre tutto il resto è quello che vedo da settembre». ESCALATION Un’escalation im­ pressionante. Prima agguanta il terzo posto, le finali di Coppa Italia sfiorate e poi ancora il se­ condo posto. A un passo dalla eliminazione nelle semifinali contro Conegliano, prima della incredibile rimonta. Adesso questa finale straordinaria con­ tro Novara. E ancora una volta Casalmaggiore che fa la cosa più difficile nel momento più difficile, quando è sul punto di

crollare, con le spalle al muro. «E i muri di Novara vi assicuro che sono parecchio alti ­ sorride Serena Ortolani, che anche que­ sta sera ha guardato la parte ter­ minale della partita in panchina con l’asciugamano sulla faccia, prima di esplodere in un sorriso e in un abbraccio con la squadra quando anche l’ultimo punto ha toccato il campo ed è esplosa la gioia appiccicaticcia del Pala­ Radi ­. Io una squadra così non l’ho mai vista, non ci ho mai gio­ cato. Diamo sempre il massimo e non molliamo nulla agli altri. Anche quando ci troviamo di fronte a squadroni come quello di Novara e vi assicuro che è davvero tosta questa squadra. Muri alti e grandi schiacciatrici. Ma noi sappiamo farci valere». CLACSON Dopo un primo set

dove l’Igor ha fatto 7 muri le co­ se sono cambiare e nei successi­ vi tre parziali ne ha fatti solo 3. La luce si è spenta con la battuta della Pomì a fare danni mentre il pubblico esplodeva e assisteva a un’impresa incredibile. E’ not­ te quando per le strade di Cre­ mona auto lasciavano il pala­ sport strombazzando. «Gara­3? Noi andiamo per giocare la no­ stra partita. Dobbiamo solo guardare a noi stesse e a quello che dobbiamo fare ­ dice Maz­ zanti ­. Senza preoccuparci di quello che farà Novara». «An­ diamo per giocare la nostra par­ tita come sempre. Sognare non costa nulla e ce la vogliamo go­ dere fino in fondo», chiude Se­ rena Ortolani con il suo solito sorriso di mamma. Il sogno in provincia continua © RIPRODUZIONE RISERVATA

TACCUINO GARA-3 È SABATO La serie dunque arriverà almeno a gara-4 (martedì 12). Sabato (20.30, diretta RaiSport1) gara-3 è NovaraCasalmaggiore.

ITALDONNE: AL RADUNO ANCHE LE SENATRICI Iniziato al PalaPavesi di Milano il raduno dell’Italia femminile, il primo dopo il Mondiale. Al primo giorno in palestra presenti anche le senatrici Centoni, Costagrande, De Gennaro, Del Core, Lo Bianco e Piccinini che si uniranno alla truppa azzurra più avanti nella stagione. MERCATO Perde un colpo Busto: Leonardi va a Piacenza, Cardullo si sposta a Bergamo. In uscita anche Diouf: si parla con insistenza di Modena con Fabris diretta a Bergamo. FINALE A-2 DONNE (m.l.) Vicenza in vantaggio 1-0 nella serie è a un passo dall’A-1. Stasera gara 2 (su 3): 20.30: Monza-Vicenza (diff. RaiSport 2, venerdì ore 21.45, serie 0-1).

FINALE UOMINI- IL CASO

Gara-3 diventa un giallo: quando e dove si gioca? 1La Lega basket domenica non sposta

poi parlato di invertire i campi, e dunque di fare sia gara­2 che 3 a Modena e tornare a Trento per le eventuali gare 4 e 5. Facile in­ tuire le ­ giuste ­ obiezioni trenti­ ne. Altra possibilità è quella di mantenere la domenica, giocan­ do alle 12, orario in cui è da ca­ pire cosa ne sarebbe delle tv, ma che permetterebbe di salvare di­ verse altre situazioni. C’è però il dubbio, parecchio fondato, che la questura non darebbe il per­ messo per due eventi nello stes­ so impianto.

Trento-Bologna. Per ora TrentoModena trasloca o cambia giorno

S

tasera si gioca gara­2 di fi­ nale scudetto: Modena­ Trento, ma quel succede­ rà dà l’impressione di non essere niente in confronto a quanto si sta combattendo in vista di ga­ ra­3. Perché ancora non si sa do­ ve si giocherà, né quando. Ed è una situazione che sta diventan­ do sempre più beckettiana. LA CAUSA Il fatto è che domeni­ ca, giorno designato per gara­3 a Trento, nello stesso palazzetto alle 17.30 in calendario c’è Tren­ to­Bologna di basket, e siccome si tratta dell’ultima di stagione regolare pare, che non sia in al­ cun modo derogabile il princi­ pio della contemporaneità. Tan­ to più che i trentini si giocano con Sassari il quarto posto (le due saranno avversarie nei quarti, si decide il fattore cam­

po) e Bologna lotta con Cantù per il 7° posto (il che significa evitare Milano capolista nei quarti). L’Aquila Trento Basket sarebbe anche stata d’accordo nel trovare una soluzione alter­ nativa, «e anche la Virtus Bolo­ gna, ma la Lega no», spiega l’amministratore delegato della Lega Pallavolo, Massimo Righi. E sembra incredibile che basti quel no, perché che Trento po­ tesse arrivare in finale e giocarsi gara­3 in casa era un’eventuali­ tà. Magari non probabile, ma possibile. LE IPOTESI Tuttavia sembra non esserci soluzione. Una ipo­ tesi è quella di spostare la sede mantenendo giorno e orario, in modo da salvaguardare non so­ lo la diretta tv con la Rai, ma an­ che quelle con le tv di tutti gli

Duello a rete tra i trentini Birarelli e Zygadlo e il modenese Petric TARANTINI

altri paesi (tra i 50 e i 55!) che si collegheranno. Quindi andando a Bolzano o ­ meglio per i tifosi modenesi ­ a Verona. Ma Trento non è d’accordo: ha vinto la sta­ gione regolare, si è guadagnata il diritto a giocare gara­3 sul suo campo, vuole usufruirne. Senza contare che i suoi abbonati sa­

rebbero penalizzati. Altra possi­ bilità è quella di spostare pro­ prio la data, quindi giocare sa­ bato, ma si perderebbe la diretta tv e poi c’è già gara­3 di finale femminile. Meglio, da quel pun­ to di vista, sarebbe lunedì: ma i disagi per i tifosi (specie per i modenesi) sono evidenti. Si è

LA REAZIONE Righi è furibon­ do. «Quello che sta succedendo è profondamente ingiusto, è una barbarie sportiva. Chiunque ca­ pirebbe che l’importanza dei due eventi non è paragonabile. E non può valere la logica del chi ha prenotato prima. Quest’anno noi abbiamo concesso il PalaDe­ sio per la Coppa Italia di basket spostando la partita di Milano, e mille altre volte abbiano fatto prevalere il buonsenso». m.sal. © RIPRODUZIONE RISERVATA

ORE 20.30 Stasera gara-2 Col tutto esaurito Stoytchev osservato (p.r.- niba) Il clima si surriscalda, non solo per la vicenda gara-3. Stasera (20.30, dir.RaiSport1) per gara-2 il Palapanini, che torna ad ospitare una finale dopo 12 anni, è tutto esaurito. I tifosi organizzati invitano tutti i modenesi a presentarsi vestiti di giallo. Trento ha Rado Stoytchev squalificato e sarà osservato speciale in tribuna: circola la voce che sarebbe stata predisposta una telecamera per tenerlo inquadrato. Modena con la formazione tipo: Bruno-Vettori, Ngapteh e Petric i due martelli, Piano e Verhees centrali, Rossini libero. Dario Simoni, che sostituisce Stoytchev, confermerà dall’inizio sia Zygadlo in regia che Djuric opposto. Con Birarelli e Solè centrali e Lanza-Kaziyski schiacciatori, Colaci libero. Trento ha giocato tre volte gara-2 (oltre a 3 V-Day) e tutte e tre le ha perse: sempre contro Piacenza, nel 2008, 2009 e 2013. Circa 200 i tifosi trentini. FINALE A-2 Potenza Picena pareggia la serie (su 5) sull’1-1: Corigliano- Potenza P. 1-3 (28-26, 16-25, 21-25, 17-25)


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Atletica R La sfida degli sprinter

MERCOLEDÌ 6 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Velocità e perfidie Bolt-Gatlin è già caldo

IL 4 GIUGNO A ROMA

1Usain 8”65 lanciato, Justin super: i Mondiali di staffette hanno aperto il 2015 sui 100. Che veleni tra Giamaica e Usa

Salti super e azzurri per il Golden Gala ora «deboltizzato»

Andrea Buongiovanni

D

alla sfida del secolo nella boxe, Floyd Mayweather­ Manny Pacquiao, a quel­ la dell’anno nell’atletica, Usain Bolt­Justin Gatlin. I Mondiali di staffette disputati nel weekend a Nassau, alle Bahamas, hanno acceso i motori dell’attività in­ ternazionale e ribadito che sarà questo il tema dominante della stagione. I confronti tra i re del­ lo sprint, del resto, affascinano da sempre. Quello diretto tra i due manca dal 2013. Quell’an­ no al Golden Gala romano lo statunitense, sui 100, ebbe la meglio del giamaicano con un 9”94. Mai, negli altri sei duelli, è andata così. IL PRIMATO Lo scontro, oggi, si presenta particolarmente at­ traente perché Bolt è... Bolt e perché Gatlin ha dominato il 2014. Imbattuto, ha chiuso con 9”77 sui 100 e 19”68 sui 200 e in questo avvio di 2015 sta riba­ dendo appieno il proprio sta­ tus. Tanto che gli Stati Uniti, a Nassau, han vinto la 4x100 gra­ zie soprattutto a lui, scatenato nel primo rettilineo. Usain, pur con la Giamaica sconfitta (in una manifestazione globale non finiva battuto dal 2007), sul rettilineo opposto ha rispo­ sto da par suo, con il 100 lancia­ to in ultima frazione di staffetta più veloce di sempre (8”65). Il precedente «primato» apparte­ neva al connazionale Asafa Powell che all’Olimpiade di Pe­ chino 2008 venne cronometra­ to in 8”68. Ma dopo le prime uscite individuali dell’anno (10”12 sui 100, 20”20 sui 200) i dubbi sull’attuale condizione di Bolt permangono. Anche per­ ché la veridicità di questo 8”65, comunque non ufficiale benché anche figlio di un transponder inserito all’interno di un testi­ mone chiuso da ambo le estre­ mità, è stata messa in dubbio da più osservatori. In molti,

Alessia Trost, 22 anni: quest’anno 1.97 indoor REUTERS

1Grande alto con la Trost . Poi Lavillenie nell’asta e Tamgho nel triplo (forse c’è anche Donato) Valerio Piccioni

D La sfida Gatlin-Bolt sui 100 a Bruxelles nel 2013: il giamaicano vinse in 9”80, lo statunitense fu quarto in 9”94 EPA

nell’occasione, sembrano esse­ re andati (troppo) forte: lo sta­ tunitense Ryan Bailey, per esempio, in 8”83 (quarto all­ti­ me), il domenicano Yancarlos Martinez, uno con un persona­ le da 10”29, addirittura in 8”92 (settimo). Bolt, fosse tutto rea­ le, oggi varrebbe meglio del 9”58 del proprio record del mondo. SCINTILLE Sia quel che sia, la sua successiva rinuncia alla 4x200, nella quale avrebbe pre­ sumibilmente corso fianco a fianco con Gatlin, non è piaciu­ ta agli statunitensi, che non credono all’acciacco muscolare subito dal sei volte oro olimpico in riscaldamento. Al punto che i social network si sono riempiti di accuse di codardia. Warren Weir, invece, bronzo a cinque cerchi sui 200 e domenica sosti­ tuto di Bolt, del quale è compa­ gno di club, ha invece pubblica­ mente accusato Bailey che, per

celebrare il successo Usa nella 4x100, ha fatto la freccia di Usain. «Quando non sei prati­ camente nessuno — ha dichia­ rato — dovresti essere più ri­ spettoso dei campioni veri e dello sport in generale. Ha per­ sino detto che Bolt è una “spe­ cie” di icona. Una specie? Ma come si permette?». A chiudere il cerchio Tyson Gay, che ha re­ plicato alla critiche mosse dallo stesso Usain sulla sue vicende doping. «Non saranno i suoi commenti a farmi andare più veloce — ha sostenuto —: pensi quel che vuole, è la sua opinio­ ne e la rispetto. Ma sul mio con­ to si sono espresse tre organiz­ zazioni internazionali compe­ tenti». Ovvio, a questo punto, che la voglia di un Bolt­Gatlin (e in qualche modo anche di un Bolt­Gay) aumenti. Quando si incontreranno? Difficilmente prima dei Mondiali di Pechino. E l’attesa monta. © RIPRODUZIONE RISERVATA

I MIGLIORI 100 LANCIATI DI SEMPRE TEMPO ATLETA

SEDE

ANNO

8”65

Bolt (Giam)

Nassau

2015

8”68

Powell (Giam)

Pechino

2008

8”80

Thompson (Tri)

Nassau

2014

8”83

Bailey (Usa)

Nassau

2015

8”85

Lewis (Usa)

Barcellona

1992

8”92

Burrell (Usa)

Stoccarda

1993

8”92

Martinez (R.Dom) Nassau

2015

8”93

Bailey (Can)

Atlanta

1996

8”95

Christie (Gb)

Seul

1988

8”97

Micthell (Usa)

Atlanta

1996

7

 Gli scontri diretti tra Bolt e Gatlin sui 100: sei sono stati vinti dal giamaicano e uno dallo statunitense, che si impose nel Golden Gala 2013: 9”94 a 9”95

eboltizzazione. Le cose stanno più o meno co­ sì: il Golden Gala Pie­ tro Mennea riprova per il se­ condo anno a scavalcare il muro della dipendenza da Usain. Dimentichiamoci gli show con la maglia della Na­ zionale, i massaggi­spettaco­ lo allo stadio dei Marmi, gli sprint gigioneschi al centro di Roma. Il 4 giugno, lui non ci sarà. Ma il pacchetto dello spettacolo promette bene. E non solo per Justin Gatlin, che proverà a fare tris (la pri­ ma volta battè proprio Bolt) sfidando fra gli altri l’immor­ tale Collins, Rodgers e Carter. AZZURRO PIU’ SALTI La for­ mula è: più azzurro, salti su­ per e una vigilia lunga, stile Internazionali, con il Villag­ gio dello stadio dei Marmi Pietro Mennea a fare da «apripista». Il primo e il se­ condo tema s’incrociano nel segno di Alessia Trost. Il cast dell’alto è da finale olimpica: dalla Kuchina alla Shkolina, fra le croate la giovane Simic e la «vecchia» (si fa per dire) Vlasic, poi la Licwinko e la Beitia. « Il Golden Gala lo guardavo da piccola in tv, ga­

reggiare qui è sempre emozio­ nante», dice Alessia. Con lei, ci saranno anche Libania Grenot (sui 400) e Federica Del Buono (1500, però viene monitorato il suo problema al piede destro). Ma c’è un altro azzurro, Fabrizio Donato, possibile. Il suo nome non figura nel triplo di Teddy Tamgho, uno dei tre over 18 al mondo, e Claye, ma una speran­ ziella esiste... Anche la scelta di rinunciare alla Coppa Campioni per club lo fa pensare. Senza di­ menticare l’asta di Lavillenie, con Holzdeppe e Wojcie­ chowski. SIPARTIETTO Nel battesimo di ieri all’Olimpico, c’è stato anche posto per un siparietto fra Mala­ gò e Giomi sulla nottataccia del­ la 4 x 400 femminile a Nassau con la qualificazione per Rio sfu­ mata nella frazione finale della Chigbolu. «Non ho più preso sonno ­ ha detto il presidente del Coni ­ Quindi ho telefonato al presidente della Fidal, più adre­ nalinico di me, ma che è riuscito a trovare un lato positivo della vicenda». Malagò ha anche par­ lato di Roma 2024, «la candida­ tura cresce, in giornata farò il punto con il sindaco Marino». IL «NI» DI MEUCCI Infine i pre­ mi. Quelli intitolati a Bruno Zau­ li sono andati a Daniele Meucci («per i Mondiali di Pechino dico ancora...ni») e ad Arianna Fon­ tana. I premi Alfredo Berra sono stati assegnati a Giorgio Barbe­ ris e al nostro Fausto Narducci. Il riconoscimento intitolato a Pao­ lo Rosi ha premiato invece Nico­ la Roggero di Sky. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Pallanuoto R Il ritorno delle semifinali

Pro Recco-Brescia: la sfida scudetto non cambia Italo Vallebella SORI (GENOVA)

T

ra la Pro Recco e il deci­ mo scudetto consecutivo (sarebbe il ventinovesi­ mo della propria storia) resta soltanto il Brescia, come am­ piamente previsto alla vigilia della stagione e come avviene ormai dal torneo 2011­2012. La Sport Management dalla semifinale esce a testa alta ob­ bligando i campioni d’Italia ai rigori in gara­1, tenendoli con tenacia sulla corda (anche senza spaventarli) nel match di Sori. La differenza la fa il se­ condo tempo. Sul 3­3 i quattro gol di fila realizzati da Prlai­ novic, Figlioli, Fondelli e Pijetlovic decidono il match anche se gli ospiti non si fer­ mano e capitan Tempesti è chiamato a chiudere la porta più volte. Chiusura comunque

in bellezza per lombardo­ve­ neti, al primo anno in serie A­1 e adesso impegnati nella finale per il terzo posto che va­ le l’ingresso in Champions Le­ ague. La Pro Recco ora cerca l’appuntamento con la storia. Brescia permettendo.

Fabio Pettenò BRESCIA

I

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PRO RECCO-SPORT M. 9-6 (3-2, 4-1, 1-2, 1-1) Pro Recco: Tempesti, Prlainovic 1, Figlioli 2, Giorgetti, Felugo, Giacoppo, D.Pijetlovic 2; F.Di Fulvio 2, N.Gitto, A.Fondelli 1, F.Lapenna, Aicardi. N.e. Pastorino. All. Milanovic. Bpm Sport Management: Volarevic, M.Luongo 2 (1 rig.), Binchi, D.Filipovic 2, A.Di Fulvio, M.Lapenna, Bini 1; B.Ivovic, Sadovyy, Zimonjic, C.Di Fulvio, Razzi 1. N.e. Conti. All. Baldineti. Arbitri: Gomez e Calabrò. Note: sup. num. Pro Recco 15 (3 gol), Sport Management 10 (2). Usc. 3 f. N.Gitto 24’50”, D.Filipovic 27’06”, Sadovyy 27’59”, Giacoppo 29’31”. Gara-1: Sport Management-Pro Recco 8-10 rig.

Sopra, un duello Di Fulvio-Razzi. Sotto, Molina BORSARELLI-CIAMILLO

l Brescia accede alla finale battendo anche in gara­2 l’Acquachiara, che però ri­ spetto all’andata della Scando­ ne si dimostra molto più com­ battiva: lo scarto conclusivo non le rende merito, conside­ rando pure l’assenza del can­ noniere Petkovic, febbricitante (oltre a quella già prevista di Scotti Galletta, infortunato). La squadra di Bovo si regge so­ prattutto sulle giocate dello spagnolo Molina e di capitan Presciutti, autori di una triplet­ ta. Ottime le prove anche di Del Lungo e Bruni. Brescia avanti a fatica nel primo quar­ to (4­3) dopo un recupero dal­ lo 0­2 iniziale. Il successo nel secondo quarto (3­1) spiana la strada in via definitiva verso la finale. Accademia negli ultimi

due tempi, a risultato ormai ac­ quisito, anche se non mancano le scintille (duro faccia a faccia tra i centroboa Napolitano e Paskvalin). Bovo non rischia Fiorentini che, dolorante al collo, resta sempre in panchina pensando già alla ennesima sfida con la Pro Recco. Mentre il campo lombardo, per la Car­ pisa, resta ancora tabù. © RIPRODUZIONE RISERVATA

BRESCIA-ACQUACHIARA 13-7 (4-3, 3-1, 3-1, 3-2) Brescia: Del Lungo, Bruni 2, C.Presciutti 3, Pagani 1, Molina 3, Rizzo 1, Giorgi 1, Nora 1, N.Presciutti, Bodegas 1, D.Fiorentini, Napolitano, Dian. All. Bovo. Carpisa Yamamay Acquachiara: Caprani, Perez 2, Rossi 1, Paskvalin, Marziali, Lanzoni, Ferrone 2, S.Luongo 2 rig., Valentino, Astarita, M.Gitto, Lamoglia. All. De Crescenzo. Arbitri: Taccini e Bianchi. Note: sup. num. Brescia 6 (3), Acquachiara 8 (2). Gara-1: Acquachiara-Brescia 7-15.

La serie tricolore al meglio delle 5 Domenica a Sori  La finale torna al meglio delle 5 partite: domenica c’è gara-1 a Sori, il 13 gara-2 a Brescia, il 16 gara-3 in Liguria. L’eventuale quarta partita il 19 in Lombardia, gara-5 il 22 a Sori. Acquachiara e Sport Management alla finale per il 3° posto (10, 16, ev. 17/5). SEMIFINALI 5°-8° POSTO Nelle gare di ritorno, Carisa Savona-Bogliasco 4-5 (sit. 1-1, oggi alle 19 gara-3 sullo stesso campo), PosillipoCanottieri Napoli 7-5 (sit. 1-1, stasera gara-3 alle 20). DONNE Oggi il ritorno delle semifinali: Despar MessinaMediterranea Imperia (ore 14.30, sit. 0-1), BogliascoPadova (19.30, sit. 0-1).


MERCOLEDÌ 6 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

1Hockey pista: semifinali, colpo Cgc Viareggio (m.nan) In gara 1 della semifinale scudetto,

TUTTENOTIZIE

serie 2 su 3, Breganze-Cgc Viareggio 1-2 al golden goal (p.t. 1-1, s.t. 1-1; Cocco; Muglia, Montigel). Serie 0-1, gara 2 giovedì a Viareggio. Già qualificato per la finale il Forte dei Marmi.

SCI E GOLF

«Non dormo da tre giorni» Fine della storia con la Vonn: Woods non si è ripreso 1Tiger torna domani in Florida, prima uscita dopo la rottura «È il periodo più duro». Non solo per l’anniversario della morte del padre Massimo Lopes Pegna CORRISPONDENTE A NEW YORK

L

o aspettavano al varco, Tiger Woods. A Ponte Vedra, in Florida, dove domani tornerà in campo per il Player Championship, dopo il Masters di un mese fa da cui se n’era andato con un 17° posto (visti i risultati dei primi mesi dell’anno, neppure così male) e un pol­ so dolorante che lo aveva costretto a un’altra piccola sosta. Lo aspettava un bel manipolo di giornalisti, per­ ché dopo la rottura ancora freschissima con Lindsey Vonn, postata domenica sui loro social, c’era la curiosità di saperne di più. Dalle pa­ role molto simili, pubblicate dalla sciatrice su Facebook e da Tiger sul suo sito ufficia­ le, pareva una separazione consensuale e amichevole e che pure in questo momen­ to meno felice della loro vita ci fosse totale sintonia. Sol­ tanto l’anticipo di quasi

IPPICA

Bravo Atzeni Domina un GP in Francia

Andrea Atzeni, 24 anni ACTION  Due gruppi 2 nel giro di quattro giorni. Andrea Atzeni è sempre più un fantino di caratura internazionale e lo sta dimostrando anche in questo scorcio di stagione. Dopo il colpo di sabato scorso a Newmarket (Jockey Club Stakes con Second Step allenato da Luca Cumani), si è ripetuto ieri a Saint-Cloud, dove ha conquistato un’edizione tutt’altro che memorabile del Prix Greffuhle (solo tre partenti al via) in sella a Sumbal, un grigio allenato da Francis-Henri Graffard rimasto imbattuto alla terza uscita della carriera e che ora ha come obiettivo il Derby francese. Gli avversari erano chiaramente inferiori dopo il ritiro di Epicuris (che si è rifiutato di entrare nelle gabbie), ma il successo di sei lunghezze, senza impegnarsi più di tanto, è stato indicativo sulle potenzialità di questo figlio di Danehill Dancer della Qatar Racing, di cui Atzeni ha un contratto di prima monta. E a proposito di fantini italiani, da segnalare anche la doppietta di Umberto Rispoli (in una condizionata e in un handicap) sempre nel convegno di ieri a Saint Cloud.

cile. E in cima a quanto succes­ so domenica, questo è il perio­ do dell’anno emotivamente per me più difficile». Perché domenica tre maggio ricorreva il nono anniversario della mor­ te di suo padre Earl. Così, ha aggiunto: «Questi ultimi tre giorni, dal tre al cinque, sono stati brutali: non ho chiuso oc­ chio». GENUINO Non si era mai aper­ to in modo tanto genuino. An­ che quando nel febbraio 2010 si scusò pubblicamente per le sue bravate sessuali, che lo avevano portato a internarsi in una clinica per disintossicarsi, non era sembrato totalmente pentito. Da domani si immer­ gerà nel verde di fairway e gre­ en, il miglior rifugio per isolar­ si dopo queste giornate diffici­ li. Infatti, aggiungeva: «Una volta in campo sai che per al­ meno cinque ore devi pensare soltanto a bastoni e palline, il luogo dove troverò pace». Spe­ rando di non avere gli incubi di inizio anno in cui, prima del Masters, aveva giocato appena 47 buche con esiti disastrosi e si era preso una vacanza di no­ ve settimane, anche per colpa di un cronico mal di schiena.

Lindsey Vonn, 30 anni, e Tiger Woods, 39, qui insieme ad Augusta REUTERS

un’ora con cui Lindsey aveva informato il mondo dell’acca­ duto, aveva inevitabilmente fatto venire il sospetto che il mollato fosse lui. NON ERA IL POLSO «Allora Ti­ ger, come sta?», gli hanno chie­ sto. E lui ha subito intuito che il polso ammaccato (e ora perfet­ tamente guarito) non fosse il proposito della domanda. For­

se la Tigre ancora numero uno del suo sport e non quella ulte­ riormente sprofondata in clas­ sifica al 125° posto avrebbe squadrato con durezza l’inter­ locutore e chiesto di risponde­ re esclusivamente a quesiti sul golf. Ieri, invece, Woods ha sorriso con un pizzico di malin­ conia e ha rivelato: «E’ dura, nessun dubbio. Non sono qui per raccontarvi balle: non è fa­

TENNIS / SULLA TERRA ROSSA

AMBASCIATRICE Intanto, la sua ex dolce metà, Lindsey Vonn, ha raggiunto il suo ango­ lo di pace dall’altra parte del mondo: a Pyeongchang in Co­ rea del Sud, dove ha postato un selfie su Instagram e si è calata nel nuovo ruolo di ambascia­ trice dei Giochi invernali del 2018. Il divorzio e poi il lungo viaggio, come se fosse un piano prestabilito. © RIPRODUZIONE RISERVATA

BOXE

Madrid: la Errani si arrende sfinita dopo aver mancato tre match point Intanto la Sharapova rialza la testa

Pacquiao nascose infortunio: rischia una class action

B

 Dopo la sconfitta con Floyd Mayweather, Manny Pacquiao rischia non solo una squalifica ma anche un procedimento penale per truffa che lo esporrebbe a una class action. Il filippino non ha denunciato, se non poche ore prima del match ma non nei questionari delle settimane precedenti, l’infortunio alla spalla destra risalente a marzo: rischia per questo una sospensione della licenza o una multa. Pacquiao ha detto di aver informato l’Usada, che ricorda di aver solo dato chiarimenti sulla possibilità di usare certe sostanze. «È stato un sotterfugio - dice Travis Tygart, capo Usada - per non dare un vantaggio tattico all’avversario o perché preoccupati che il match sarebbe stato cancellato e non li avrebbero pagati». Accusato di dichiarazione falsa, Pacquiao rischia una class action: per la mancata denuncia dell’infortunio, al pubblico - parte lesa - sarebbe stato negato un match più spettacolare. Il filippino sarà fermo per 9-12 mesi dopo l’intervento alla spalla atteso in settimana: Mayweather ha detto a Espn che lo aspetterà per concedergli la rivincita.

rutta giornata azzur­ ra, nel super «combi­ ned» di Madrid (Spa, 3.700.000e, terra): dopo l’esaltante filotto Vinci­Fo­ gnini­Vanni di lunedì, Sara Errani, n. 15 del mondo e del torneo, cade nel secondo turno dopo 2 ore e 40’ con­ tro la potente Anastasia Pa­ vlyuchenkova (n. 41), dopo aver fallito tre match­point nel secondo set, e dopo che l’aveva battuta due volte, quest’anno, pareggiando il bilancio dei confronti diret­ ti. La romagnola sconta an­ che lo sforzo del primo par­ ziale, che vince, ma compli­ candosi la vita da 5­1. Con il solito via vai di break e con­ tro­break, fino al 6­5 quan­ do l’azzurra, con il servizio a disposizione non sfrutta due match­point. Per mancarne poi un terzo sul 7­6 del tie­ break, poi perso per 9­7. E quindi cedere, sul 4­4 del set decisivo. Oggi, nel 3° turno, Roberta Vinci (n. 32) incro­ cia la mancina ceca Lucie Sa­ farova, n. 14 Wta, contro la quale è 4­2 nei precedenti (2­0 sulla terra). Mentre, nel secondo turno uomini, Fa­ bio Fognini sfida contro pro­ nostico Grigor Dimitrov (n. 31 contro 11 Atp), col quale ha perso due volte su tre, l’ultima al 2° turno di Mon­ tecarlo. Luca Vanni (n. 117), all’esordio in un tabellone Masters 1000, passando per le qualificazioni, è impegna­ to nel derby con Simone Bo­ lelli (n. 63), col quale ha perso l’unico precedente, quest’anno, a Marsiglia, sul veloce indoor.

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Sara Errani, 28 anni, n. 15 Wta

DIVINA Intanto Maria Shara­ pova rialza la testa dopo due mesi difficili, con le sconfitte d’acchito a Miami e Stoccarda. Finalmente la divina vince due match di fila, senza soffrire, in­ filando prima Timea Bacsin­ szky e poi Mariana Duque­Ma­ rino. Più impegnativo sarà il terzo ostacolo, la francese Ca­ roline Garcia, che doma in tre set la rampante Karolina Pliskova, 13 del mondo, regina domenica a Praga. Che test per la più continua sulla terra ros­ sa nelle ultime stagioni (v.m.). © RIPRODUZIONE RISERVATA

Donne, 2° turno: Garcia (Fra) b. Kar. Pliskova (R.Cec) 6-2 4-6 6-1; Pavlyuchenkova (Rus) b. ERRANI 3-6 7-6(7) 6-4; Sharapova (Rus) b. Duque (Col) 6-1 6-2; uomini, 1° turno: Dimitrov (Bul) b. Young (Usa) 6-4 3-0, rit; doppio uomini, 1° turno: Cabal-Mannarino (ColFra) b. BOLELLI-FOGNINI 6-4 1-6 12-10. NUOVI NUMERI Invariati i primi 10 del mondo, Djokovic, Federer, Murray, Nadal, Nishikori, Raonic, Berdych, Ferrer, Wawrinka e Cilic; gli italiani: 31. (29) Fognini; 40. (39) Seppi; 63. (52) Bolelli; 95. (96) Lorenzi; 117. (114) Vanni. Fra le donne, ai primi 9 posti Serena Williams, Halep, Sharapova, Kvitova, Wozniacki, Bouchard, Ivanovic, Makarova e Aga Radwanska, con Petkovic che torna 10; le italiane: 15. Errani; 25. (26) Pennetta; 34. (35) Giorgi; 46. (43) Vinci; 51. (53) Knapp; 73. (71) Schiavone.

Manny Pacquiao, 36 anni AFP

ARCO COPPA DEL MONDO (gu.l.g.) Azzurri a Shanghai (Cina) per la prima tappa di Coppa del Mondo. Il c.t. Wietse van Alten convoca nel ricurvo Massimiliano Mandia, Mauro Nespoli, David Pasqualucci, Marco Morello, Elena Tonetta, Guendalina Sartori, Claudia Mandia e Sara Violi. Oggi il via alla qualifica e alle eliminatorie a squadre miste, domani individuali. 

ATLETICA SPANO’ E LAHBI (si.g.) Nei meeting Usa, bene Jacopo Spanò e Jacopo Lahbi. A Seattle. Uomini. 100 (+1.2)/200 (+1.1): 3./3. Spanò 10”63/21”33. A Baton Rouge. Uomini. 800: 5. Lahbi 1’48”12 (pb). Peso/Disco: 4./5. Ragonesi 16.84/54.64. A Irvine. Uomini. Asta: 3. Colella (j) 4.90. A Nampa. Donne. 400 hs: Rockwell 59”19.  PISTA USA (si.g.) Ad Austin, 5.91 nell’asta del canadese Shawn Barber (mpm ‘15 e r.n.). Uomini. 200 (+1.8): Bromell 20”19. Donne. 200 (+1.8): Ahouré (C. Av.) 22”50. Giavellotto: Patterson 66.47. A Lubbock. Uomini. 100 (+3.7)/200 (+1.8): Robinson 9”96/20”30. A San Marcos. Donne. 200 (+2.9): Ahye (Tri) 22”01.  TURCO RECORD (si.g.) A Mersin (Tur), record europeo under 23 dell’ex keniano Ali Kaya con 27’24”09 (mpm ‘15), davanti a Amos Kibitok (Ken) 27’48”53. 

BOXE WSB (r.g.) Oggi e domani, nella sfida delle Wsb per accedere ai quarti, l’Azerbaijan ospita il Messico a Guba. Nella 1a giornata combattono i 49, 56, 64, 75 e 91 kg, domenica i 52, 60, 69, 81, +91. Extra match 49 kg. La squadra vincente affronta Cuba. Domenica e lunedì a Mosca la squadra russa affronta Thunder Italia. Sabato gli azzurri combattono con Conselmo (49), D’Andrea (56), Benkorichi o Boufrackek (64), Cavallaro (75), Turchi (91), domenica sul ring Bidhuri (Ind) 52; Cosenza (60), Di Russo (69), Fiori (81), Vianello (+91). Extra match 64 kg. Chi vince contro il Kazakistan. Semifinali il 21-22 maggio, finalissima 11-12 giugno in sede neutrale.  ITALIANI (r.g.) A La Garenne di Charleroi (Bel) per il superleggero Eros Marongiu (3-5-2) e il welter Giovanni D’Antoni (6-6-2) pari con Anthony Polizzi (2-0-1) e Mohamed Sder (6-2-1) sui 6 r. A Borgorose (Ri) il welter Stefano Castellucci (24-4) batte Luigi Mantegna (1-47) 6 t., il piuma Mattiasestino Gemini (3) batte Matteo Mammucari(0-3).  KLITSCHKO (r.g.) Le sigle Wba e Wbo hanno sollecitato Wladimir Klitschko (Ucr. 64-3) a difendere a breve le cinture in suo possesso, contro lo sfidante ufficiale Tyson Fury (24) irlandese di origine rom. Il promoter Frank Warren spera di portare il campione per la 2a volta in Inghilterra a settembre dopo aver battuto Monte Barret (Usa) ko 7 nel 2000.  AZZURRI (i.m.) Da oggi nove azzurri al Boxam di Cartagena (Spa). Uomini: 52 Picardi, 56 Maietta, 69 Morello, 75 Munno. Donne: 51 Gordini, 54 Davide, 60 Marenda, 64 Alberti, 75 Amato. 

GHIACCIO TORNA CHAN Il 24enne canadese Patrick Chan, nella figura tre volte iridato (2011-2013) e argento olimpico in carica, ha annunciato il ritorno alle gare dopo una stagione sabbatica. 

Wada-Fmsi a Roma per il passaporto biologico del futuro  Il passaporto biologico del futuro. É il tema che è stato discusso a Roma dagli esperti riuniti dalla Wada e dalla Federmedici sportivi italiana in un simposio internazionale. La discussione, a porte chiuse, è stata riassunta da un comunicato comune. L’obiettivo è andare oltre il modulo ematico (che ha portato dal 2009 a 400 casi sanzionati). Allo studio anche il modulo endocrino e le possibilità di renderlo il più presto applicabile. Jordan Owens. Il Val Pusteria rinnova col 50enne allenatore canadese Mario Richer.

IPPICA IERI 3-11-1-4-7 A Roma (m 1200). 1 Premium Pressure (P. Aragoni); 2 Brigant Dodo; 3 Lettera; 4 Democrito; 5 Green Harbour; Tot.: 11,32; 3,83, 3,69, 1,84 (216,75). Quinté: n.v. Quarté: 7.017,60. Tris: 896,37.  OGGI QUINTÉ A ROMA A Capannelle (inizio convegno alle 15.30) Surprise Ek (18), Shelley Breed (17), St John Verynice (11), Solitario You Sm (10), Surriento (12) e Sky Ok (14).  SI CORRE ANCHE Trotto: Aversa (15.10) e Torino (14.55). Galoppo: Milano (14.30). 

NUOTO DETTI NEL GUADO Ancora problemi legati all’infezione alle vie urinarie per Gabriele Detti: una decina di giorni di allenamenti persi per accertamenti e cure per il primatista e doppio medagliato europeo a Berlino, che dovrebbe farcela a partire per il collegiale a Sierra Nevada dal 17 maggio.  PELLY Matteo Pelliciari, 36 anni, s’è sposato ieri a Milano con Valeria Buttò. «Pelly» con la 4x200 è stato bronzo olimpico ad Atene, argento mondiale, 4 ori europei e iridato di vasca corta.  ADDIO SARAH (m.can.) Sarah Correa, 22 anni, ex staffettista con la 4x200 argento ai Panamericani, è morta travolta da un’auto pirata a Rio: è stata investita da un automobilista ubriaco poi scappato mentre aspettava l’autobus. È morta in ospedale per le ferite riportate alla testa. 

PALLAMANO GARA-2 (an.gal.) Oggi a Noci (Ba) alle ore 20,30 (dir. RaiSport2), Fasano-Carpi per il ritorno della semifinale scudetto (serie 0-1), deciderà la prima finalista. 

RUGBY CONFERME TREVISO (e.sp.) Treviso prolunga di una stagione con i neozelandesi Sam Christie, centro, e Jayden Hayward, estremo e calciatore. Sono 14 i giocatori già in rosa per il 2014-15.  PRIMA RUSSA (i.m.) Per la prima volta in vent’anni di coppe europee la Russia ha una squadra in Challenge Cup. L’Enisei di Krasnoyarsk, dopo aver eliminato il Mogliano nel girone di Qualyfying Cup, nel doppio spareggio decisivo ha battuto il Baia Mare (Rom) 30-20 e 33-12 e si è affiancato al Calvisano. 

HOCKEY GHIACCIO MONDIALI Così ieri ai Mondiali in R.Ceca. Girone A (a Praga): Svizzera-Germania 1-0; AustriaFrancia 0-2. Classifica: Canada 9; Svezia 8; Svizzera 7; R.Ceca 4; Germania e Francia 3; Austria 2; Lettonia 0. Girone B (a Ostrava): Bielorussia-Danimarca 5-1; Slovacchia-Slovenia 3-1. Classifica: Usa 9; Bielorussia e Slovacchia 7; Russia, Finlandia 6; Danimarca 1; Slovenia e Norvegia 0.  NHL Lunedì, in semifinale della Eastern Conference dei playoff, Washington-NY Rangers 1-0 (s.2-1)  SERIE A (m.l.) Il Vipiteno del nuovo coach Clayton Beddoes perde il portiere finlandese Joni Puurula e l’attaccante canadese 

VELA SOLDINI (r.ra.) Maserati e Giovanni Soldini sono in stand by in California pronti a partire appena il meteo lo consentirà, per tentare di battere il record della antica Rotta del Tè, la traversata di 7.315 miglia nell’Oceano Pacifico da San Francisco a Shanghai che veniva effettuata nell’800 per fini commerciali dai più avventurosi e moderni clipper dell’epoca.  CLASSI OLIMPICHE (r.ra.) Inizia oggi sul Garda la seconda tappa del circuito europeo riservato alle classi olimpiche. Al via velisti di 55 nazioni presente la squadra azzurra al gran completo. 


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IL FATTO DEL GIORNO LA LEZIONE INDIGESTA

ALUNNI E PROF A sinistra, il flash mob degli studenti davanti alla sede del Pd a Roma; sopra, un cartello di un insegnante durante il corteo a Milano contro la riforma LAPRESSE/ANSA

preside, promosso in un certo modo a “capo azienda”. Al preside, se la legge passerà senza altre modifiche, sarà affidato il compito di sceglie­ re i professori da sistemare in cattedra, di distribuire i pre­ mi in denaro ai migliori, di valutare i docenti appena im­ messi in ruolo. È un potere notevole, che ricorda quello dei capi d’istituto d’una volta, contro cui si battè con assolu­ ta convinzione il vecchio Pci, in nome della scuola demo­ cratica e partecipata. I dati internazionali stanno lì a di­ mostrare che questo modello di scuola, seducente nell’im­ maginazione degli intellet­ tuali, nella realtà ha funzio­ nato poco. Sforniamo alunni tra i meno preparati al mon­ do, e la classe docente (lo ha ricordato per ultima la scrit­ trice­insegnate Paola Mastro­ cola) è troppo spesso di una mediocrità inammissibile. Il preside forte è la soluzione? Chi sa. Almeno potrà essere un interlocutore.

Come mai la scuola protesta contro Renzi 4 e quali sono i punti dolenti della riforma?

1In migliaia nelle piazze per lo sciopero generale anti-ddl

Tra i nodi discussi le assunzioni e la figura del preside leader di GIORGIO DELL’ARTI gda@gazzetta.it

Lo sciopero della scuola è riu­ scito, decine di migliaia di pro­ fessori, studenti, membri del personale dei vari istituti han­ no sfilato nelle sette città chia­ mate alla mobilitazione, inol­ tre — per la prima volta da tempo immemorabile — i sei sindacati che raggruppano i docenti (i tre confederali, più Gilda, Snals e Cobas) hanno protestato lo stesso giorno e questo fa pensare a una possi­ bile azione unitaria anche fu­ tura.

1

Che cosa ha provocato una mobilitazione così massiccia? Il disegno di riforma che il premier Matteo Renzi ha bat­ tezzato “La buona scuola”. La legge è adesso in commissio­ ne alla Camera, arriverà in aula poco oltre la metà di maggio, Renzi a Montecito­ rio ha i numeri per fare quello che vuole, ma certo una mo­ bilitazione così massiccia nel Paese lo preoccupa. Potrebbe avere ripercussioni sull’im­ minente voto delle Regionali,

potrebbe rendere più difficile la copertura a sinistra a cui il premier si sta dedicando ades­ so dopo la vittoria dell’Itali­ cum, la nuova legge elettorale.

2

Che cosa c’è che non va nella riforma di Renzi? La stranezza è che i sinda­ cati scioperano contro un pia­ no di 100.701 assunzioni, che sarà perfezionato in modo da immettere queste nuove forze nella scuola già dal primo set­ tembre. Noi diciamo “nuove forze”, si tratta in realtà di gen­ te che lavora nella scuola da anni e che adesso viene stabi­ lizzata. Si tratta dei precari di primaria, media e superiore e dei vincitori dell’ultimo con­ corso a cattedre. Senonché un anno fa Renzi aveva promesso molte più assunzioni – 140 mi­ la – e la sistemazione anche de­ gli idonei dell’ultimo concorso. Il sindacato su questo punto fa fuoco e fiamme, con l’aria di dire «tutti o nessuno». C’è an­ che la prospettiva che almeno 50 mila precari, in cambio di questa stabilizzazione, saran­ no allontanati dalla scuola per sempre. Ma il punto davvero dolente è quello dei presidi o dirigenti d’istituto.

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Di che si tratta? Renzi ha una tendenza generale a creare figure di responsabili, singoli indivi­ dui che rispondano di quello che fanno. È la sua idea per la Rai – dove si pensa a un ammi­ nistratore delegato con pieni poteri, svuotando il peso del consiglio d’amministrazione e della commissione parlamen­ tare di vigilanza – ed è la stessa idea per la scuola, dove i vari organismi collegiali introdotti a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta verrebbero depoten­ ziati a favore della figura del

NOI ASCOLTIAMO LA PROTESTA, È GIUSTO AFFRONTARLA ED ENTRARE NEL MERITO MATTEO RENZI PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

E dove si trovano i soldi per questa riforma? Il governo promette in­ vestimenti per tre miliardi. E altri quattro miliardi per ri­ parare le 36 mila scuole disa­ strate (ce ne vorrebbero dieci volte tanti, tuttavia). Poi c’è la possibilità, per ognuno di noi, di destinare, nella di­ chiarazione dei redditi, il 5 per mille alla scuola, e sono ammesse anche donazioni in denaro da parte di privati. Al­ tro elemento di novità che spaventa i sindacati e i pro­ fessori più sindacalizzati, da­ to che tutto ciò a cui è appic­ cicata l’etichetta “privato” desta il massimo orrore.

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L’Ue rassicura l’Italia: «Mini-ripresa» Ma il Paese rimane tra i peggiori in Europa: pesano debito pubblico e buco sulle pensioni

I

l quadro non è diverso da quello dipinto tre mesi fa con le stime d’inverno: a parere della Commissione eu­ ropea, per la congiuntura italia­ na si prospetta una ripresa «graduale», mentre il grado di ottimismo sulla zona euro con­ tinua a crescere. Eloquenti le proiezioni sul Pil, nel caso del­ l’Italia ferme a 0,6% quest’anno e aggiustate al rialzo di un solo

decimo sul prossimo, che passa a 1,4% dall’1,3% ipotizzato a febbraio. Un aggravio sui conti pubblici, con una ricaduta sulla crescita, potrebbe anche arriva­ re dalla bocciatura della Con­ sulta al mancato adeguamento all’inflazione delle pensioni su­ periori a 1.500 euro nel biennio 2012­2013 (si parla di un buco di 11­13 miliardi). Il ministro dell’Economia Pier Carlo Pado­

Il ministro dell’Economia Padoan

DIFFICILI I SOCCORSI

IN ROSSO LE BORSE

Nepal, ritrovati La Grecia torna gli ultimi 3 italiani a spaventare dati per dispersi Milano a -2,63%  L’unità di crisi della Farnesina è riuscita a individuare anche gli ultimi italiani segnalati e non ancora rintracciati in Nepal, dopo il terremoto di magnitudo 7.9 del 25 aprile. Rimangono così 4 le vittime italiane del sisma. La situazione è tragica, con un bilancio di 7.365 morti, e 14.366 feriti. Il primo ministro nepalese Sushil Koirala ha spiegato che la distribuzione degli aiuti ai terremotati sta procedendo ma ha denunciato «la grave mancanza di beni di prima necessità». Le ong lanciano l’allarme per il rischio creato dai trafficanti di giovani donne fra le macerie. Migliaia di ragazze delle zone devastate dal sisma rischiano di essere trasferite a forza nei bordelli dell’Asia meridionale da persone che si spacciano per soccorritori.

Il ministro greco Varoufakis AFP  I rinnovati timori sul debito della Grecia tornano ad affossare i listini europei. Ieri hanno preso forza i dubbi della Commissione europea sui conti di Atene, mentre i ministri delle Finanze tedesco e greco, Schaeuble e Varoufakis, si sono entrambi detti certi che l’11 maggio, giorno del prossimo Ecofin non si arriverà a un’intesa definitiva. Questo è bastato per far chiudere Piazza Affari con un -2,63%, la peggiore in Europa.

I SONDAGGI: DOMANI VOTO IN GRAN BRETAGNA

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Scommetto che un altro punto contestato sono i finanziamenti alla scuola privata, che Renzi avrà di sicuro previsto. Le spese che una famiglia so­ stiene per mandare i figli in una scuola privata si potran­ no dedurre dalla dichiarazio­ ne dei redditi, fino a un mas­ simo di 400 euro (costo per noi: 100 milioni, da aggiun­ gere ai 472 già erogati ogni anno al sistema non statale). Altra misura contestata è quella che obbligherà gli stu­ denti a fare esperienza in azienda: 400 ore per i tecnici e i professionali, 200 ore per i licei. Anche qui si grida al la­ voro gratuito, allo sfrutta­ mento di manodopera. La Ca­ musso, che tratta da un pezzo Renzi come un nemico, ha detto che questa riforma è stata pensata «per i ricchi». Ieri il premier ha commenta­ to: «Andiamo avanti su que­ sta strada, non molliamo di un millimetro» ma ha anche ribadito l’apertura ad alcune modifiche alla riforma.

I NUMERI DELLA CRISI

1Bruxelles vede Pil in rialzo: +0,6% nel 2015

NOTIZIE TASCABILI

an, che ha comunque escluso qualsiasi manovra, è intervenu­ to sulle stime Ue: «I numeri so­ no in linea con quelli del Def e questo ci rassicura. Abbiamo la stessa visione attuale e futura». A frenare l’Italia è l’enorme de­ bito pubblico (133,1% del Pil in calo al 130,6% nel 2016) e una crescita debole. Allargando l’analisi, la stima sulla zona eu­ ro passa a 1,5% da 1,3% sul 2015, attestandosi a 1,9% nel 2016. A esclusione di Cipro, unico Paese in recessione nel 2015, solo Finlandia e Grecia mostrano tassi di ripresa infe­ riori all’Italia.

David Cameron, 48 anni, premier inglese e leader conservatore LAPRESSE

Regno Unito, è testa a testa tra laburisti e conservatori  I conservatori del premier David Cameron e i laburisti di Ed Miliband restano appaiati nei sondaggi in Regno Unito, dove si vota domani: entrambi i partiti sono ben lontani dalla maggioranza di 326 seggi necessaria per evitare governi di coalizione. Secondo gli esperti, tra le soluzioni più probabili c’è anche un governo di minoranza dei laburisti. Un ruolo chiave potrebbe giocarlo lo Scottish National Party mentre i sondaggi attribuiscono un 12% di preferenze gli anti-europeisti dell’Ukip, previsti al 12%. A proposito d’Europa: Cameron, entro il 2017, ha programmato un referendum per decidere se restare o meno nella Ue. Ma i laburisti, in caso di vittoria, lo annullerebbero.

CARABINIERE 42ENNE

Napoli, uccide moglie e figlio e si toglie la vita  «Stiamo ancora cercando di capire la causa di questo gesto folle»: gli abitanti di vico Bagnara, nel cuore di Napoli, non sanno spiegarsi la tragedia di lunedì notte. Un carabiniere di 43 anni, falegname nel tempo libero, ha ucciso la moglie e il figlio undicenne, poi si è tolto la vita. I cadaveri sono

La via della tragedia a Napoli ANSA stati trovati da un parente che ha le chiavi della casa. Gli inquirenti indagano sull’ultimo periodo di vita dell’uomo. «Erano sempre allegri, nulla lasciava presagire un’azione così incredibile», dicono nella zona.

L’ASSALTO AL CONCORSO DI VIGNETTE SULL’ISLAM

Dallas, l’Isis rivendica l’attentato «Ci saranno attacchi più dolorosi»  «Ci saranno attacchi più dolorosi e amari»: attraverso un comunicato diffuso sulla web radio al-Bayan, l’Isis rivendica l’assalto compiuto domenica sera a Dallas contro un concorso di vignette di Maometto (uccisi i due attentatori, Elton Simpson e Nadir Soofi) e minaccia nuove azioni. Si tratta del primo attacco sul suolo statunitense di cui l’Isis si attribuisce la firma, anche se bisogna verificare l’autenticità della rivendicazione. Washington è prudente: «Fbi e intelligence stanno indagando. Potrebbe essere un tentativo del terrorismo di sfruttare l’occasione per farsi propaganda», spiega il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest.


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Offerta su Rai Way La procura indaga il cda di Ei Towers

IDENTIFICATI IN 180

Alfano su Expo: «Polizia perfetta negli scontri»

Francesco Rizzo

S

i chiama Rai Way, è la so­ cietà che gestisce le reti di trasmissione e diffusione radiotelevisiva per la tv pubbli­ ca. È quotata in Borsa e nel 2013 ha raccolto 118 milioni di ricavi, con 8,4 milioni di utili. A fine febbraio Ei Towers, la so­ cietà delle torri che distribuisce invece il segnale tv dei canali Mediaset, aveva lanciato un’of­ ferta mista cassa e azioni (Opas) per acquistare almeno il 66% di Rai Way, mettendo sul piatto 1,2 miliardi di euro, per un valore di 4,5 euro ad azione. «Abbiamo l’ambizione — spie­ gava in marzo l’amministratore delegato di Ei Towers, Guido Barbieri — di proporre un ope­ ratore che possa competere con i concorrenti stranieri, alcuni dei quali già operano in Italia, in un contesto più stabile. In fondo noi e loro siamo gemelli, siamo quotati e facciamo lo stesso lavoro». Ambizione falli­ ta: il governo ha subito chiarito che il 51% doveva restare pub­ blico, Consob e Antitrust (che temeva una concentrazione contraria alla concorrenza) hanno aggiunto il loro “no” e a metà aprile Ei Towers ha rinun­ ciato. «Sull’operazione si è veri­ ficato un fuoco di sbarramento incomprensibile», il commento del presidente di Mediaset, Fe­ dele Confalonieri, anche se Barbieri parlava di «un arrive­ derci, non di un addio». Ma ieri la procura di Milano ha spedito i finanzieri a perquisire la sede di Ei Towers a Lissone (Monza Brianza): tutti i sette compo­ nenti del consiglio di ammini­ strazione della società sono in­ dagati per aggiotaggio infor­ mativo (far circolare informa­

La selva dei ripetitori su una torre di trasmissione della Rai ANSA

RI pm: «La proposta di acquisto ha fornito informazioni non complete» zioni false o incomplete allo scopo di ottenere un rialzo o un ribasso dei prezzi di un deter­ minato titolo in borsa). L’in­ chiesta è partita da un’informa­ tiva della Guardia di Finanza di Milano. Il titolare del fascicolo è il pm Adriano Scudieri. AMNESIA I giudici indagano sul comunicato con cui Ei Towers annunciava l’offerta di­ retta a Rai Way, perché non ri­ cordava che la tv di Stato è co­ munque obbligata a controllare il 51% della società (attualmen­

te la quota è del 65%): per Ei Towers una delle condizioni del buon esito dell’operazione era invece garantirsi una «parteci­ pazione pari almeno al 66,67% del capitale sociale di Rai Way». Insomma, una «amnesia so­ spetta», secondo la magistratu­ ra, sulla cui origine bisogna in­ dagare: dal lancio dell’Opas il 24 febbraio al cda che ha uffi­ cializzato l’addio all’offerta, Ei Towers in Piazza Affari è salita di oltre il 17%, Rai Way più del­ l’8%. In realtà, il 10 aprile, l’azienda controllata da Media­ set aveva accettato di acconten­ tarsi del 40% dei concorrenti. Ieri, dopo le notizie sull’indagi­ ne avviata a Milano, Ei Towers ha chiuso in Borsa con una per­ dita del 2,45% e ha ribadito in un comunicato la correttezza del suo operato; per Rai Way il calo è stato del 2,18%. © RIPRODUZIONE RISERVATA

ANNUNCI DEL VATICANO

Rivoluzione Giubileo «Aborto perdonato» E il Papa vede Castro

Papa Francesco durante l’incontro con le Guardie Svizzere ANSA

U

n annuncio quasi sussur­ rato che profuma di rivo­ luzione. I missionari del­ la Misericordia, gli inviati spe­ ciali che Papa Francesco man­ derà in tutte le diocesi in occasione del Giubileo (8 di­ cembre 2015 ­ 20 novembre 2016), avranno anche il man­ dato speciale di assolvere dal peccato grave dell’aborto. A spiegarlo è stato il presidente

del pontificio consiglio della Nuova Evangelizzazione, mon­ signor Rino Fisichella. «La fa­ coltà di perdono riguarderà in confessione non solo la madre che ha compiuto l’aborto e i congiunti che hanno partecipa­ to alla decisione, ma anche i medici, gli operatori sanitari e le altre persone che abbiano eventualmente concorso a pro­ curarlo». Nella bolla di indizio­

ne del Giubileo, Misericordiae vultus, resa pubblica l’11 aprile scorso, il Papa spiegava che gli speciali missionari sono sacer­ doti «cui darò l’autorità di per­ donare anche i peccati che sono riservati alla Sede Apostolica, perché sia resa evidente l’am­ piezza del loro mandato». Pec­ cati per i quali, cioè, si incorre in una scomunica automatica. La prossima settimana ci sarà, intanto, la «prima riunione bi­ laterale» tra i rappresentati del­ la Città del Vaticano e lo Stato italiano (Comune, Regione e governo), nella quale si parlerà anche di sicurezza per l’orga­ nizzazione del Giubileo straor­ dinario della Misericordia. L’INCONTRO Quella sul perdo­ no dell’aborto non è stata l’uni­ ca notizia rilevante che ha ri­ guardato il Papa. L’entourage di Francesco ha, infatti, annun­ ciato che il Pontefice, domeni­ ca, riceverà in forma privata il presidente della Repubblica di Cuba Raul Castro. «Come sap­ piamo Castro ha ringraziato il Papa per il ruolo da lui avuto nel riavvicinamento fra Cuba e gli Usa», ha spiegato il portavo­ ce della Santa Sede, padre Fe­ derico Lombardi. Francesco re­ stituirà la visita a settembre.

EMERGENZA MIGRANTI

Una nuova strage nel Canale di Sicilia «Decine di vittime» 1 Un’altra tragedia

1Perquisizioni nella società delle torri tv di Mediaset L’ipotesi di reato: l’operazione condizionò il mercato

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Il ministro dell’Interno Alfano  Doveva essere una visita ufficiale ma c’era aria di festa, ieri, a Palazzo Odescalchi, a Milano dove il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, è arrivato per esprimere il suo ringraziamento alle forze dell’ordine impegnate durante i disordini del corteo No Expo del Primo maggio: «Un grazie a tutti poteva andare molto peggio, i manifestanti puntavano alla Scala e alla Borsa». Con lui il capo della polizia, Alessandro Pansa, che ha annunciato di aver promosso sul campo Alessio Padovano, agente ferito da una molotov. Alfano ha respinto le polemiche su un uso troppo morbido della forza: «Sono tutti diventati esperti di ordine pubblico, ma perché non prendevano l’idrante, ma perché non mandavano i vigili del fuoco... cioè tutti allenatori di calcio durante i Mondiali e tutti esperti di ordine pubblico durante le manifestazioni». Il ministro ha poi rivelato che «prima del corteo, avevamo già identificato un’ottantina di persone e poi, durante quanto accaduto, altre cento», aggiungendo che «oltre alle immagini, abbiamo acquisito dei Dna». Il leader dell’Ncd ha invocato anche nuove regole per il futuro, durante l’informativa alla Camera: «Bisogna dare ai prefetti più potere di vietare i cortei quando c’è il rischio di infiltrazioni e introdurre l’arresto differito». Le opposizioni hanno chiesto le sue dimissioni. Nel finale c’è stato pure uno scontro tra Ignazio La Russa (Fdi) e la presidente della Camera Laura Boldrini. Il deputato è stato espulso dall’Aula.

raccontata da alcuni sopravvissuti arrivati a Catania Sbarchi anche ieri Daniele Vaira @danvaira

L

a lentezza con cui i mec­ canismi e le politiche europee stanno gesten­ do l’emergenza migranti, stride con la velocità degli sbarchi e delle tragedie quo­ tidiane sulle coste del Sud Italia. Ieri un gruppo di mi­ granti approdati a Catania ha parlato di alcune decine di morti, «almeno quaranta», a seguito di un incidente avve­ nuto su un gommone poco prima di un’operazione di salvataggio. «Il mezzo si sa­ rebbe sgonfiato o sarebbe av­ venuta un’esplosione», han­ no riferito i sopravvissuti al­ l’organizzazione Save the Children. L’esodo dei mi­ granti non conosce, del resto, alcuna sosta. A Lampedusa sono stati portati, ieri, 43 im­ migrati e 250 in Calabria, a Crotone. Sbarchi anche in Campania, a Salerno, dove sono giunti 652 profughi pro­ venienti da Ghana, Togo, Ni­ geria e Gambia. La Marina Militare li aveva individuati e soccorsi su due barconi e due gommoni carichi di persone 60 miglia a Nord dalla Libia, in acque internazionali. Tra loro c’erano nove donne in­ cinte e cinque persone ustio­ nate. La polizia di Ragusa, in­ tanto, ha arrestato 3 scafisti per lo sbarco avvenuto lunedì a Pozzallo (Ragusa) di 877 migranti che si trovavano su diversi barconi in legno. E proprio il sindaco della citta­ dina Luigi Ammatuna in un’audizione davanti alla commissione Affari Costitu­ zionali ha portato i numeri dell’emergenza. «L’anno

Migranti sbarcati a Catania LAPRESSE

scorso sono arrivati 30 mila mi­ granti, quest’anno già quasi 3.500, contro i 2 mila dello stes­ so periodo del 2014». Si chiame­ rà, intanto, Gift (Dono, in ingle­ se) la bambina nigeriana nata su un barcone ed arrivata lunedì proprio a Pozzallo con la madre. La neonata era stata battezzata provvisoriamente Francesca Marina. Ad Augusta (Sr) 150 migranti sono stati isolati per ca­ si sospetti di scabbia e varicella. LE CAUSE In un’altra audizione davanti alla Commissione Affari Esteri del Senato è intervenuto sul tema degli sbarchi e del traf­ fico di esseri umani anche Ro­ mano Prodi: «L’instabilità politi­ ca in Libia e l’emergenza sono frutto di una tragica asimmetria nella politica europea che negli ultimi venti anni si è occupata molto di allargamento e poco di Mediterraneo, insieme al pro­ gressivo disimpegno nell’area di Usa e Russia». L’ex premier ha fornito un disegno preciso e ha criticato il disinteresse europeo: «In Libia si incontrano interessi regionali estremamente forti e diversi tra loro. Abbiamo Egitto e Arabia Saudita che appoggia­ no il governo di Tobruk. Qatar e Turchia appoggiano quello di Tripoli. Basterebbe un impegno di Usa, Russia e Cina per mettere fine alla situazione». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il caso 0rlandi Per la Procura è da archiviare  Non c’è un colpevole per la scomparsa di Emanuela Orlandi Mirella Gregori, avvenuta nel 1983. La Procura di Roma chiede l’archiviazione perché «non ci sono elementi idonei a richiedere rinvii a giudizio» malgrado «riscontri sul coinvolgimento della Banda della Magliana». Verrà processato Marco Fassoni Accetti, autoaccusatosi di aver preso parte al rapimento di Emanuela, a suo dire organizzato per indurre il terrorista turco Alì Agca, feritore del Papa, a ritrattare le accuse di complicità con i bulgari. Le famiglie chiedono che si indaghi ancora.

Emanuela Orlandi, 15 anni PROTO

L’ADDIO AL LETTERMAN SHOW E OBAMA GLI RENDE OMAGGIO «Siamo cresciuti con te. Ci hai regalato gioia e un sacco di risate»: Barack Obama, ospite per la terza volta al David Letterman Show (nella foto Reuters) ha voluto rendere omaggio al «Re dei talk show» della tv americana, che il prossimo 20 maggio dirà addio al suo Late Show, in onda da 33 anni. Il programma, seguito in tutto il mondo, è stato in tre decenni una passerella di tutte le personalità più famose della politica, dello spettacolo, della cultura, dello sport. Letterman ha di fatto inventato un modo nuovo di fare televisione, e di fare comicità in televisione, ispirando decine di giovani comici e intrattenitori tv in tutto il mondo. L’ultima puntata (che vedrà la partecipazione di ospiti d’eccezione tra cui George Clooney, Tom Hanks, Bill Murray, Julia Roberts) andrà in onda sulla Cbs in Usa il 20 maggio e su Rai5 il giorno successivo.


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MERCOLEDÌ 6 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


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MERCOLEDÌ 6 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

NUOVE ABITUDINI DALLA BICI ALLE SCARPE: TUTTO SI PUÒ SPARTIRE 1

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SHOWBIZ AL MET, GALÀ PER LA MOSTRA AL METROPOLITAN

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 1 Su Facebook aumentano i gruppi attraverso i quali scambiarsi ogni tipo di oggetto, come «Te lo regalo se vieni a prenderlo»; 2 Sul fronte dei trasporti, anche il bike-sharing è sempre più utilizzato; 3 La schermata del sito «aupair-world» per trovare una ragazza alla pari FOTOLIA/FOTOGRAMMA

Con(dividere) alla grande Ecco come si batte la crisi

1Boom dello “sharing”: crescono gruppi web per scambiare oggetti e servizi, dal divano alla baby sitter. L’esperta: «Serve un buon sito» avanti alle difficoltà si di­ venta creativi, sperimen­ tatori, audaci. Gli italiani negli ultimi anni hanno messo a punto decine di stratagemmi per difendersi dalla crisi. E la chiave di tutto resta una: la condivisio­ ne. Sul fronte trasporti si sono scatenati, dal car sharing fino a Blablacar. Da Roma è partita una app per i passaggi in scooter: si chiama Scooterino, per il mo­ mento ha poco più di duemila iscritti, ma nelle grandi città po­ trebbe avere successo.

no che non mi serve più e che magari non è proprio perfetto e pure un po’ pesante? Scatto una foto e la posto sul gruppo. Qui gli iscritti si limitano a rispondere all’annuncio con un «mi preno­ to». Il donatore sceglie poi libe­ ramente a chi assegnare l’ogget­ to. La cosa interessante è che qui puoi trovare davvero di tutto, dalle tinte per capelli a un’intera cameretta. Il gruppo più nume­ roso è quello di Roma, ideato nel novembre 2013 dal 29enne An­ tonio Cardinale: «Regalare può essere più facile che vendere. Questo gruppo funziona perché aiuta tutti».

RISPARMIO Sono tante però le cose su cui si può risparmiare. Non è facile oggi arredare casa, comprare un’aspirapolvere, rin­ novare il guardaroba. Per aiuta­ re questo tipo di problemi, si stanno diffondendo in tutta Ita­ lia i gruppi Facebook «Te lo rega­ lo se vieni a prenderlo». Il mec­ canismo è semplice: ho un diva­

ALLA PARI È possibile anche ri­ sparmiare sull’educazione dei fi­ gli? Forse sì, se non altro su alcu­ ni particolari aspetti. Tutti sap­ piamo quanto sia importante og­ gi imparare le lingue, ma far frequentare ai bambini una scuo­ la inglese o americana è impe­ gnativo. Molti italiani hanno così scelto di puntare su una ragazza

Elisabetta Esposito

D

Per il nostro cinema un altro anno nero: incassi ridotti del 7%  Il cinema italiano naviga in cattive acque. Nel 2014 i biglietti venduti sono stati 91.465.599, 6,13% rispetto al 2013 e gli incassi sono stati pari a 574.839.395 euro, con una flessione del 7,09%. Il box office registra anche un -8% nei primi tre mesi del 2015 rispetto allo stesso periodo del 2014. Il quadro emerge dai dati di Anica e Mibact. L’unica notizia positiva è l’aumento, nel 2014, del numero di film italiani prodotti (201 contro i 167 del 2013). Nel complesso si fanno più film nostrani rispetto al passato, ma i budget medi sono limitati e le coproduzioni diminuiscono. E le reti tv generaliste trasmettono sempre meno film italiani: solo 62 in prima serata nel 2014 tra quelli prodotti dal 2000.

OROSCOPO LE PAGELLE di ANTONIO CAPITANI 21/4 - 20/5 TORO

21/5 - 21/6 GEMELLI

22/6 - 22/7 CANCRO

23/7 - 23/8 LEONE

24/8 - 22/9 VERGINE

8

6-

5,5

6-

7+

6-

Le paranoie non aiutano. E una noia di soldi ingrigisce e fa caracollare gli zebedei. State su. Anche se amor e fornicazion procurano qualche conato.

Il lavoro funzionerebbe, ma la motivazione crolla. E certa gente pesa come una cucina componibile appesa agli zebedei. C’è pure deserto suino.

La fiducia latita, il lavoro vi lega mani, piedi e persino gli zebedei. Concentratevi, pazientate, curate la forma fisica. Così magari fornicate pure: vi ci vuole.

Mercoledì di recuperi, grazie alla Luna che spiana la strada a pubbliche relazioni fruttuose, colloqui proficui e fornicazione creativa. Bene.

Non scalpitate, concentratevi sugli impegni, curate i dettagli. E date aria al sudombelico. Così (forse) la giornata andrà bene. Recuperi finanziari.

23/9 - 22/10 BILANCIA

23/10 - 22/11 SCORPIONE

23/11 - 21/12 SAGITTARIO

22/12 - 20/1 CAPRICORNO

21/1 - 19/2 ACQUARIO

20/2 - 20/3 PESCI

7+

7

7,5

6

7+

6-

Input in linea con le vostre corde animano il lavoro. Che magari arriva o migliora. L’amor rinfranca, la fornicazione è ripetuta e un po’ «cerebral».

GAZZA METEO

a cura di ILMETEO.IT

Il fronte finanziario porta buone nuove. Ma amministratevi comunque con rigore e fate i passi secondo la gamba. Il sudombelico pilucca volentieri. Assecondatelo...

OGGI Milano MAX 25° MIN 17°

La Luna è lo sponsor ideale per lavoro, amore e soldi. Il vostro fascino spicca e la camera da letto diventa il luogo più vissuto della casa. Che suini.

Roma

MAX 26° MIN 15°

Per la fatica dovrete forse farvi il sedere come il padiglione della Finlandia all’Expo. Ma verrete premiati, tranqui. La fornicazione esige fantasia.

DOMANI Milano MAX 25° MIN 16°

Roma

MAX 29° MIN 17°

© RIPRODUZIONE RISERVATA

CONSIGLI

21/3 - 20/4 ARIETE Nel lavoro, in amore e in fatto di soldi la spunterete su tutto/i. Il suino che c’è inside you, poi, si mostra aperto a ogni evenienza. E che fighi che siete!

alla pari, risolvendo in un sol col­ po (e spendendo poco) il proble­ ma baby sitter e quello della lin­ gua. Allo stesso modo molte gio­ vani hanno deciso di andare al­ l’estero offrendo il loro lavoro a una famiglia straniera. Secondo il sito aupair­world, nel 2011 le famiglie italiane iscritte erano 4.664, nel 2014 8.887; le nostre ragazze pronte a partire sono passate nello stesso periodo da 10.598 a 33.037. «Il fenomeno della condivisione è molto più ampio di quanto di creda — spie­ ga Gea Scancarello, che sul tema ha scritto Mi fido di te (Chiarelet­ tere, 235 pagine, 13,90 euro) — soprattutto nelle grandi città. E i dati sorprendono: l’Italia è il 3° Paese al mondo per case su Air­ bnb.it; nel 2013, a Milano, grazie allo sharing, le auto immatrico­ late sono state meno dell’anno prima. Ma per avere successo nel settore bisogna proporsi bene su Internet e non tutti hanno il tem­ po o i mezzi necessari».

Ottima per realizzare progetti e ottenere credito, in senso lato, la Luna accresce anche il vostro charme. E opulenze sudombelicali saziano. Gnam.

L’intasamento degli impegni rende la giornata un pochino faticosa. E forse qualcosa resta indietro. L’amor risarcisce, ma la fornicazione è colonstimolante.

DOPODOMANI Milano Roma MAX 25° MIN 16°

MAX 28° MIN 15°

Rihanna gialla, Beyoncé nuda A New York devi farti notare  Con il cinismo tipico dei social network, l’abito con cui Rihanna (foto in alto, Afp) è apparsa lunedì al gala che inaugura la mostra annuale di moda del Metropolitan Museum di New York è diventato il “frittatone”: in realtà è un abito con tre metri di raso firmato dalla famosa stilista cinese Guo Pei e omaggia il tema della mostra, ovvero proprio la moda cinese. Ha invece risparmiato sulla stoffa Beyonce (sopra a sinistra con il marito Jay Z, Afp), che ha scelto il nude look firmato Givenchy Couture, dopo essere apparsa senza reggiseno a Las Vegas, al match di boxe tra Mayweather e Pacquiao. Jennifer Lopez (sopra a destra, Afp), in Atelier Versace, finisce per apparire la meno stravagante della comitiva.

IL GIORNALISTA

A Ruotolo di La7 Pezzali svela minacce dai clan la copertina È sotto scorta di Astronave Max  Il giornalista Sandro Ruotolo, volto di «Servizio Pubblico» su La7, è sotto scorta: il capo del clan dei Casalesi, Michele Zagaria, lo ha minacciato di morte. «Lo voglio squartare vivo», ha detto in un dialogo intercettato in carcere. Ruotolo, già minacciato in passato, si era di recente occupato della Terra dei Fuochi proprio per La7.

ALBERTO E ANA QUELL’AMORE NON È FINITO... Si intitola «L’ora delle verità» la puntata di stasera di «Velvet 2», in onda su Rai1 alle 21.10: vedremo come, durante il party per il contratto tra la Velvet e la compagnia aerea, Alberto finalmente confesserà ad Ana di essere ancora innamorato di lei. La serie spagnola, ambientata in una lussuosa casa di moda di Madrid, è già stata rinnovata in patria per una terza stagione. DA VEDERE STASERA SU RAI UNO ALLE 21.10

 Svelata sui social la copertina del nuovo album di Max Pezzali che uscirà il 1° giugno per Warner e si chiamerà «Astronave Max». Il cd di brani inediti, prodotto da Claudio Cecchetto e Pier Paolo Peroni con Davide Ferrario, arriva a 4 anni di distanza dall’ultimo lavoro e dopo «Max 20», la raccolta uscita nel 2013. Ad anticiparlo il singolo «È venerdì», già in radio.

LO SPORT IN TV CALCIO

LA FICTION «VELVET 2»

L’ALBUM IN ARRIVO

spAgnA-AustrIA Europeo U17. Fase a gironi 13.45 - EUrosport tOrInO-empOLI serie A 15.00 - sky sport 1, sky sUpErcAlcio, sky cAlcio 1, Mp cAlcio BeLgIO-germAnIA Europeo U17. Fase a gironi 17.45 - EUrosport BAYerLeVerKusenBAYernmOnACO Bundesliga (replica) 19.45 - sky sport plUs BArCeLLOnABAYern mOnACO champions league. semifinale di andata 20.45 - cAnAlE 5

BAseBALL mILwAuKeeBrewersLOsAngeLesDODgers MlB (replica) 19.00 - Fox sports 2

BAsKet HOustOnrOCKetsLOsAngeLesCLIppers nBA. playoff. Gara 1 (replica) 11.00 - sky sport 2

AtLAntAHAwKswAsHIngtOnwIzArDs nBA. playoff. Gara 2 (replica) 22.30 - sky sport plUs CLeVeLAnDCAVALIersCHICAgOBuLLs nBA. playoff. Gara 2 1.00 - sky sport 2

CICLIsmO

4gIOrnIDIDunKerque 1a tappa 15.15 - EUrosport 4gIOrnIDIDunKerque 1a tappa (replica) 20.00 - EUrosport

gOLF

wOrLDgOLF CHAmpIOnsHIps Da san Francisco, stati Uniti (replica) 22.15 - EUrosport

HOCKeY gHIACCIO

ItALIA-uCrAInA Mondiale (replica) 15.00 - rAi sport 2

HOCKeY prAtO

ACeArOmAsAnVItO serie A1 (replica) 19.45 - rAi sport 1

pALLAmAnO

JunIOrFAsAnOterrAquILIACArpI playoff scudetto. semifinale. Gara 2 20.30 - rAi sport 2

tennIs

wtAmADrID 11.00 - sUpErtEnnis AtpmADrID 13.00 - sky sport 2, sky sport 3 wtAmADrID 15.00 - sUpErtEnnis AtpmADrID 15.00 - sky sportplUs AtpmADrID 19.00 - sky sportplUs wtAmADrID 20.00 - sUpErtEnnis AtpmADrID 20.00 - sky sport 2

VOLLeY

CAsALmAggIOrepOmÌIgOrgOrgOnzOLA nOVArA playoff scudetto femminile. Gara 2 (replica) 17.30 - rAi sport 1 pArmAreggIOmODenAenergY t.I.trentO playoff scudetto. Gara 2 20.30 - rAi sport 1


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MERCOLEDÌ 6 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

GAZZA SPECIAL LA COLLANA

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 Libri con 55 ricette in uscita ogni settimana. Gli chef di Eataly aprono le loro cucine e svelano i loro segreti

Verdure, carne, pesce, dolci. Ma anche formaggi e salumi. Impariamo con i consigli degli chef Ilaria Morani

C

on il tempo abbiamo im­ parato a mangiare meglio e a stare di più a casa in­ torno a una tavola. A capire che è meglio abbondare con le ver­ dure e rinunciare qualche volta in più a carne e pane. A cucinare scegliendo le materie prime di qualità e preferire quelle pro­ dotte vicino a casa nostra. Gli chef sono i maestri di tutti, e se poi pubblicano le loro ricette su un libro, ecco che la Grande Cu­ cina entra nelle nostre pentole. L’appuntamento Ed ecco che Gazzetta dello Sport e Corriere della Sera in collaborazione con Eataly lanciano «Le ricette di Eataly». Appuntamento fisso ogni martedì per 20 settimane con i trucchi del mestiere degli chef della catena, che presenta­ no ogni volta 55 ricette. Il primo numero sulle verdure firmato dal piemontese Ugo Alciati è già in edicola, poi la pasta, il pane e la pizza, il pesce, i salumi fino ai fritti. E nel libro dedicato ai for­ maggi si spiega anche come fare lo jogurt in casa. C’è la cucina tradizionale e quella regionale. E ci sono venti grandi chef, co­ me Viviana Varese, Alessandro Frassica e Lucio Pompili. Consigli di chef Per ogni ricetta si racconta la storia dei prodotti. Oppure ci sono appuntati consi­ gli perché la preparazione sia più semplice. Come per la caponata di melanzane: se non la si vuole mangiare subito come la si con­ serva? In barattoli di vetro, pri­ ma bolliti per 20 minuti per steri­ lizzarli. O ancora, come è meglio cuocere gli asparagi? Lessati al vapore per 10 minuti, meglio se in posizione verticale legati così che le punte, le più delicate, ri­ mangano lontane dalla fonte di calore. Poi un tuffo nell’acqua ghiacciata per mantenere un co­ lore brillante. E come accompa­ gnarli? Vince l’uovo, ma gli chef consigliano anche il pesce. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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1Al termine di ogni libro lo chef cinese Kunihiro Hagimoto (Eataly Milano) rivisita un piatto in chiave fusion 1 L’appendice è dedicato ai prodotti della terra utilizzati nelle ricette 1 Una sezione di ogni libro è su una cantina vinicola e un laboratorio artigianale di birra

Ora si cucina...

1In edicola «Le ricette di Eataly»:

il primo volume è dedicato alle verdure Piatti semplici e veloci da preparare, attenti alla dieta Mediterranea e al km 0 La copertina del primo volume in edicola da ieri: piatti a base di verdure da gustare in primavera e in estate

Come diventare chef in meno di quattro mesi

IN EDICOLA Ogni martedì fino a settembre a 7,90 euro Un’uscita alla settimana, 55 ricette ogni martedì. Il tempo di impararne qualcuna alla perfezione e poi arriva il nuovo libro (al prezzo di 7,90 euro). Ogni volume tematico ha come protagonista uno chef della catena Eataly, e nelle ultime pagine ampio spazio ad approfondimenti su birra e vino. FINO AL 2 GIUGNO Da ieri in edicola il primo volume dedicato alle Verdure; poi la Pasta secca il 12 maggio, il 19 sarà la volta di Torte e biscotti; il 26 gli Antipasti e il 2 giugno il Riso. 

FINO AL 7 LUGLIO Giugno prosegue dolce, il 9 con il Cioccolato; il 16 spazio alla Carne; la Pasta fresca e i suoi segreti il 23. Il 30 giugno ecco Pane, pizza e focacce, ma è con luglio, il 7, che l’estate si fa avanti con il Pesce. 

COUS COUS DI VERDURE CON SALSA DI PEPERONI Bollite e salate l’acqua, poi versateci il cous cous e coprite per farlo gonfiare aggiungendo olio d’oliva. Cuocete i peperoni interi a 180°, poi metteteli in un sacchetto di carta e una volta freddi eliminate la pelle e togliete i semi. Affettate un cipollotto e brasatelo con olio, frullatelo con i peperoni, brodo vegetale, menta e sale. Mescolate le verdure e il cous cous accompagnando il tutto con la salsa ai peperoni. Per 4 persone.  Preparazione 20 minuti.

PANZANELLA E CIPOLLE ROSSE Tagliate il pane a pezzi, ammorbiditelo con acqua, strizzatelo e sbriciolatelo. Affettate cetriolo, pomodori, poca cipolla rossa. Unite al pane qualche foglia di basilico, quindi condite con olio d’oliva, aceto, sale e pepe e riponete il composto in frigo. Tagliate altra cipolla, passatela nella farina, friggetela (5 min.), scolatela. Infine impiattate coprendo la Panzanella con cipolle fritte. Per 4 persone.  Preparazione 15 minuti.

SFOGLIATA CON POMODORO, PECORINO OLIVE Tagliate a cubetti i pomodori, salateli e metteteli a gocciolare in un colino. Tagliate a lamelle sottili il pecorino e tritate le olive denocciolate. Nel forno a 200° per 15 minuti cuocete la pasta sfoglia e tagliatela in due rettangoli. In una terrina mescolate i pomodori, il pecorino e le olive. Condite con olio d’oliva e erbe aromatizzate. Farcite la sfoglia con il composto. Per 4 persone.  Preparazione 15 minuti.

FRITTATA ASPARAGI, ZAFFERANO E PECORINO Pulite gli asparagi e sbollentateli in acqua salata, raffreddateli con acqua ghiacciata e affettateli. In una terrina sbattete le uova con latte, zafferano, parmigiano, sale, pepe, poi gli asparagi. A parte, scaldate la panna con il pecorino grattugiato fino a creare una crema densa. In una padella oliata il composto di uova per la frittata. Servitela con la crema di pecorino. Per 4 persone.  Preparazione 15 minuti.

FINO ALL’11 AGOSTO I salumi entreranno nelle nostre case il 14 luglio; Zuppe e minestre il 21 (per prepararsi all’inverno). Il 28 luglio è il turno delle Torte salate perfette per la spiaggia; Gelati, dolci al cucchiaio e frullati il 4 agosto e i cereali, perfetti per la dieta estiva, l’11 agosto. 

FINO AL 15 SETTEMBRE Ricette autunnali di verdure il 18 agosto; avanti con i Legumi il 25, mentre per i Formaggi si aspetta il primo settembre. L’8 escono i Panini e, gran finale, il 15 settembre, con i Fritti. 


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MERCOLEDÌ 6 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


A Z Z A G FORMULA E Mercoledì 6 maggio 2015

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2-3

PARLA AGAG: «PUNTIAMO SUI GIOVANI»

DAI CAVALLI LE CORSE AI KILOWATT: ARRIVANO POTENZA PULITA IN CITTÀ

L’IDEA AUTO, PILOTI, REGOLAMENTI: ALLA SCOPERTA DEL NUOVO CAMPIONATO

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I BOLIDI LE PISTE

La rivoluzione «silenziosa» nel Principato

1Anche senza benzina le corse possono essere spettacolari: la Formula E attira nuovi appassionati e conquista i costruttori

L'ANALISI di VITO SCHEMBARI

BENVENUTA IN EUROPA A QUANDO L’ITALIA?

S

barca in Europa la Formula E e si esibisce subito su una pista che trasuda storia da ogni singolo metro d’asfalto: Montecarlo. Il campionato per le vetture elettriche arriva sulle onde dell’entusiasmo suscitato nelle due ultime gare sul continente americano: 30mila presenze medie sui circuiti di Long Beach e Miami e sul gradino più alto del podio cognomi pesanti come quelli di Nelsinho Piquet e Nicolas Prost. Nel Principato di Monaco tutto è pronto, il circuito è stato adattato alle esigenze delle monoposto a batteria e sono state superate quelle iniziali perplessità dell’Automobile Club. Ci si aspetta un vero bagno di folla, vista la decisione del Ceo Alejandro Agag di consentire l’ingresso gratuito alla manifestazione: già tutto esaurito. Una bella scelta di marketing, un investimento per gli anni a venire. Sono attese tante famiglie e tanti giovani “multimediali” visto l’interesse destato dal... Fan Boost. Poi sarà la volta di Berlino, Mosca e Londra per chiudere la prima stagione, ma già è bagarre tra altre città europee per entrare nel calendario. La città di Lugano sembra certa della propria presenza, ma c’è anche tanta Italia pronta a rimboccarsi le maniche: Roma, che opterebbe per un circuito nel Villaggio Olimpico anziché quello del progetto originale al Circo Massimo; Siena che mette sul piatto una location eccezionale come Piazza del Campo; Firenze e Napoli assolutamente non da meno per bellezza. Sarà una bella lotta, ma le risorse economiche non dovrebbero mancare visto l’interesse mostrato da brand di livello mondiale per questa nuova frontiera dell’automobilismo e della sponsorizzazione. Così come, dall’anno prossimo, sono pronti a entrare nella competizione i colossi dell’automotive. In primis i tedeschi (Bmw che produce le rivoluzionarie i3 e i8...), ma anche i giapponesi. Intanto, godiamoci la competizione. Che anche senza rumore e benzina — sembrava impossibile a tutti, anche a Ecclestone — è di primissimo livello. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Formula E R ePrix Montecarlo

FORMULA E CAMPIONATO 2014-15

LA GUIDA COME FUNZIONA L’E-PRIX  L’ePrix di Montecarlo si corre al sabato. Al mattino si tengono le qualifiche (due turni liberi da 45 e 30 minuti, seguiti dalle qualifiche vere e proprie). Le prove durano 55 minuti (di cui 40 vedono le auto girare effettivamente in pista) e vedono i piloti divisi in quattro gruppi. Ciascun gruppo ha 10 minuti per mettere a segno il tempo migliore per formare lo schieramento in griglia, usando l’auto con la massima potenza disponibile (200 kW/270

LE CLASSIFICHE Cv). Chi segna la pole guadagna tre punti in classifica piloti. In gara invece le auto possono usare al massimo 150 kW di potenza, mentre i tre piloti premiati dal Fan boost possono sfruttare 5” di potenza maggiorata (fino a 180 kW/243 Cv)). L’assegnazione dei punti avviene con gli stessi criteri della Formula 1, mentre chi segna il giro veloce viene premiato con 2 punti in classifica.

Si parte!

Questa la situazione del campionato alla vigilia dell’ePrix di Montecarlo. PILOTI 1. Lucas di Grassi (Bra-Audi) 75 punti; 2. Piquet (Bra-China R.) 74; 3. Prost (Fra-Renault) 69; 4. Buemi (FraRenault) 55; 5. Bird (GB-Virgin) 52; 6. Da Costa (Por-Amlin) 43; 7. D’Ambrosio (Bel-Dragon) 42; 8.

TEAM E PILOTI AMLIN AGURI

ANTONIO FELIX DA COSTA 23 anni Portogallo Vincitore del GP Macao nel 2012

SALVADOR DURAN 30 anni Messico Ex pilota Nascar

AUDI SPORT

LUCAS DI GRASSI 30 anni Brasile Ex F1 (Virgin) e nel Wec con Audi

DANIEL ABT 22 anni Germania Ex pilota in GP2 con la Art

DRAGON RACING

Velocità democratica Formula E, il debutto a Monaco è per tutti 1Ingresso libero nel circuito cittadino di Montecarlo per far conoscere i bolidi elettrici al grande pubblico Marco Gentili @marcogentili80

I

mmaginate il fascino di un GP cittadino, con strade che passano all’interno dei centri urbani più suggestivi del mondo, solcate da bolidi che sfrecciano a tutta velocità. Im­ maginate un intero campiona­ to che si svolge non solo a Mon­ tecarlo ma anche a Londra, Mosca, Berlino, Miami, Long Beach e via discorrendo. Im­ maginate che, per farsi cono­ scere meglio, questo campio­ nato dia la possibilità di vedere gratis il GP cittadino per eccel­ lenza, quello di Montecarlo. Adesso basta immaginare: per­ ché la Formula E è tutto ciò che vi abbiamo appena raccontato. E il prossimo 9 maggio aprirà le porte a costo zero a tutti i fan delle quattro ruote e agli scetti­ ci. FUTURO Non è una frase fatta quando diciamo che la Formu­

la E, che nel principato mone­ gasco fa il suo debutto euro­ peo, è il futuro. Lo è perché l’applicazione delle tecnologie più avanzate nel campo della trasmissione elettrica si riflet­ terà nel giro di pochi anni an­ che sulle vetture di serie. E i da­ ti parlano chiaro: in tutto il mondo la mobilità alternativa non è più solo una cosa che ri­ guarda qualche eccentrico au­ tomobilista che vuole inquina­ re meno e aggirare i blocchi del traffico antinquinamento. Tan­ to vale familiarizzare quanto prima con la Formula 1 elettri­ ca. Dove lo spettacolo non manca e i grossi nomi neppure. LE STELLE Basta dare un’oc­ chiata alla griglia di partenza per vedere chi sono i piloti che animano la alla stagione: tanti ex habitué del circus della F.1 (Nick Heidfeld, Jarno Trulli, Jean­Eric Vergne, Lucas di Grassi, Sebastien Buemi, Tonio Liuzzi e Jaime Alguersuari) e tre figli o nipoti d’arte il cui co­

gnome fa palpitare il cuore de­ gli appassionati, ossia Nicolas Prost, Nelsinho Piquet e Bruno Senna. LE AUTO Anche in Formula E sono 20 i piloti che si danno battaglia in pista (anzi, in stra­ da). Il resto è tutto nuovo e di­ verso. A partire dalle auto, co­ struite dalla Spark Racing in­ sieme a Renault, mentre il tela­ io è stato disegnato da Dallara. Il motore elettrico è stato svi­ luppato dalla McLaren Electro­ nic System mentre le batterie sono fornite dalla Williams. Le F.E in accelerazione hanno un suono particolarissimo, che le fa assomigliare quasi a dei jet al decollo. Il che ha suscitato qualche perplessità tra i puristi delle corse, alla ricerca di un rombo simile a quello delle au­ to «tradizionali». L’AIUTINO DA CASA Negli ePrix le auto usano due map­ pature: una per le qualifiche (con la potenza massima di­

LA CIFRA

200

In chilowatt, la potenza massima delle auto di Formula E in qualifica (equivalenti a 270 cavalli)

Formula E in azione a Miami

sponibile, 200 kW) e una per la gara, con potenza fissata a 150. Chi supera la potenza consenti­ ta viene punito. Eccezion fatta per quei piloti premiati dal pubblico col Fan boost. In pra­ tica si tratta dell’aiutino di cui possono approfittare i tre piloti più votati da fan e appassionati via internet prima della gara. I «prescelti» possono usare 180 kW per un massimo di cinque secondi per ciascuna vettura. L’altra grande differenza ri­ guarda il pit stop obbligatorio che, come è ovvio, non serve per fare il pieno di carburante, ma per cambiare auto. IL CIRCUITO La configurazio­ ne dell’ePrix di Montecarlo, lungo poco meno di due chilo­ metri, replica in buona parte il percorso del GP di Formula 1 (le auto svoltano a destra a Santa Devota per raccordarsi con la parte finale del circuito). Le vetture di Formula E useran­ no la stessa linea di partenza e arrivo prima di girare a destra e immediatamente verso il por­ to, dove dovranno affrontare un nuovo tornante prima di ri­ congiungersi con la configura­ zione della pista più familiare, tra cui le storiche curve del ta­ baccaio e delle piscine. EQUILIBRIO Di fatto il neonato campionato di Formula E è un trofeo monomarca nel quale le gomme fornite da Michelin. Ma le caratteristiche stesse del­ le vetture e del format garanti­ scono un equilibrio e uno spet­ tacolo che altre discipline del motorsport si sognano. Dati alla mano, nei primi sei ePrix dell’anno ci sono stati altrettanti vincitori. Chi sarà il primo a impor­ si sulle storiche strade della darsena monegasca, nel campionato dei bolidi a zero emissioni? © RIPRODUZIONE RISERVATA

JEROME D’AMBROSIO 29 anni Belgio In Formula 1 con Marussia e Lotus

LOIC DUVAL 32 anni Francia 1° alla 24 Ore di Le Mans 2013

MAHINDRA RACING

KARUN CHANDHOK 31 anni India In Formula 1 con Hrt e Lotus

BRUNO SENNA 31 anni Brasile In F1 con Renault e Williams

VENTURI

NICK HEIDFELD 37 anni Germania Dal 2000 al 2011 in Formula 1

STEPHANE SARRAZIN 41 anni Francia Ex pilota Wec e Rally


MERCOLEDÌ 6 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Vergne (Fra-Andretti) 32; 9. Alguersuari (Spa-Virgin) 30; 10. Senna (Bra-Mahindra) 28. COSTRUTTORI 1. Renault 124 punti; 2. Audi 97; 3. Virgin 82; 4. Andretti 80; 5. China R. 74; 6. Dragon R. 66; 7. Amlin Aguri 46; 8. Mahindra 46; 9. Trulli 12; 10. Venturi 9. IN TV L’ePrix di Montecarlo va in onda in diretta su FoxSports 2 HD (collegamento a partire dalle 14.30)

LE PISTE  Con sei tappe già disputate, il campionato di Formula E entra nel vivo: restano ancora da correre quattro gare. Una cavalcata che si concluderà con le due gare di Londra (27-28 giugno)

9/5 MONACO MONTECARLO

23/5 GERMANIA BERLINO

6/6 RUSSIA MOSCA

27-28/6 G.BRETAGNA LONDRA

LUNGHEZZA 1,76 km GIRI CIRCUITO 12

LUNGHEZZA 2,469 km GIRI CIRCUITO 17

LUNGHEZZA 2,39 km GIRI CIRCUITO 13

LUNGHEZZA 2,922 km GIRI CIRCUITO 15

fIL BOSS DELLA FORMULA E

4 DOMANDE A...

ALEJANDRO AGAG

ANDRETTI

MARCO ANDRETTI 28 anni Stati Uniti Ex pilota IndyCar

JEAN-ERIC VERGNE 24 anni Francia Ex Toro Rosso e tester Ferrari

CHINA RACING

«Tanti dubbi all’inizio ora siamo di moda» 1L’imprenditore spagnolo: «Riceviamo due richieste al giorno. Voglio portare la serie in Italia, magari di notte» L'IDENTIKIT

NELSON PIQUET JR 29 anni Brasile Ex Renault (F.1) e Nascar

ALEJANDRO AGAG

CHARLES PIC 25 anni Francia Ex Marussia e Caterham in F.1

NATO A MADRID IL 18 SETTEMBRE 1970 RUOLO A.D. DELLA FORMULA E, IMPRENDITORE ED EX POLITICO

Figlio di un banchiere di origini algerine e belghe e di madre spagnola, Agag inizia da giovanissimo la sua attività politica nel Partito popolare in Spagna e in Europa, dove riveste il ruolo di segretario generale nel 2000.

E.DAMS RENAULT

NICOLAS PROST 33 anni Francia Ex Le Mans Series e Wec

AFFARI Agag è socio e presidente della Addax capital, società di investimenti con base a Londra.

SEBASTIEN BUEMI 26 anni Svizzera Ex Toro Rosso 1° nel Wec 2014

TRULLI Alejandro Agag, 44 anni; l’uomo d’affari spagnolo è l’anima della nuova serie dedicata alle auto elettriche

Paolo Ianieri JARNO TRULLI 40 anni Italia Dal 1997 al 2011 in Formula 1

VITANTONIO LIUZZI 34 anni Italia Ex Red Bull, Toro Rosso, Force India

VIRGIN RACING

JAIME ALGUERSUARI 25 anni Spagna Dal 2009 al 2011 in Toro Rosso

SAM BIRD 28 anni Inghilterra Ex Formula 3 e GP2

S

ei gare alle spalle e le cifre che crescono con una rapidità impres­ sionante. Trentamila spetta­ tori (paganti) a Miami, 20 mila (gratuiti) a Long Beach un mese fa. E i 18 mila bi­ glietti, anche qui gratuiti, della gara di Monaco già esauriti da due settimane. La Formula E ovunque sbar­ chi raccoglie successo: dal parco olimpico di Pechino a Putrajaya, in Malesia, dal tracciato lungo la spiaggia di Punta de l’Este in Uru­ guay a quello in un parco de­ dicato agli uccelli nel cuore di Buenos Aires. Fino al­ l’esplosione statunitense, coincisa con l’ingresso del fondo di investimento Liber­ ty, il più grande gruppo di comunicazione al mondo (Discovery Channel è suo) come socio di maggioran­ za. Gli ePrix funzionano, incuriosiscono la gente e, soprattutto, hanno aperto una nuova strada tecnologica. Scommessa vinta, quella di Alejandro Agag, ex politico spagnolo (fu consigliere economico

III

a soli 25 anni dell’ex premier Aznar, poi diventato suo gene­ ro nel 2001) businessman e og­ gi papà della Formula E.

condizione: se noi offriamo un campionato spinto da energia pulita, anche quella che illumi­ na lo deve essere».

«Sorpreso? No, perché questo è quello che volevamo fare. E lo abbiamo fatto. Però confes­ so di aver superato le aspettati­ ve. Era un salto nel vuoto, ci siamo affidati a una tecnologia nuova, la sfida era enorme. Nel febbraio del 2013 non c’era nulla, solo i disegni pubblicati sul sito internet».

Altro aspetto: il rumore. Anzi, il non rumore. «Nessuno si è mai lamentato. Anche perché nessuno se ne aspetta da una macchina elet­ trica. Per avere l’ok di Londra nel parco di Battersea ci hanno fatto fare un test alle 5 del mat­ tino: “Se qualcuno si lamenta non se ne fa nulla”. Non si è svegliato nessuno. Eppoi in te­ levisione si sente il rumore del­ le frenate, degli organi mecca­ nici. È divertente».

Quanto avete investito? «Una cifra vicina ai 100 milioni di dollari. Ma la maggior parte sono già rientrati». La sfida più difficile? «Convincere le città a ospitare una gara. Abbiamo offerto la nostra presenza quasi gratis, ora la lista di chi vorrebbe un e­Prix sfiora quota 200. Rice­ viamo due richieste al giorno». Roma era nella lista iniziale. «Con il cambio di sindaco tutto si è fermato. Ma voglio l’Italia, oltre a Roma parliamo con Sie­ na, Firenze, Napoli». Si correrà di notte? «L’idea mi affascina. Ma a una

Altra novità che spezza la tradizione: il cambio di monoposto. «Con la durata delle batterie li­ mitate a 25minuti non aveva­ mo altra scelta. L’idea è che con lo sviluppo un domani questo non sarà più necessario, però più andiamo avanti e più que­ sta soluzione piace. Quindi perché non mantenerla? An­ che perché questo porta ad avere gare più lunghe o mono­ posto più veloci. Potendo, scel­ go la seconda, 50’ di durata so­ no perfetti per la tv». Dove si deve lavorare di più?

SPORT I suoi interessi professionali sono sempre stati legati al mondo dello sport: ha lavorato per far crescere la popolarità dell Formula 1 in Spagna, ha avuto incarichi dirigenziali nel club inglese del Queen’s Park Rangers ed è stato proprietario di un team in GP2 e GP3, prima di prendere in mano la neonata serie della Formula E

«Ovviamente a livello tecnolo­ gico. Ma a me piace puntare l’attenzione sullo sviluppo di­ gitale. Voglio un campionato a metà tra gare e videogiochi». Ma le gare sono una cosa seria, non un videogame. «Non me ne frega niente se si dice che la Formula E non è se­ ria. Io voglio catturare i giova­ ni, quelli che oggi hanno 10­15 anni. Sono loro il target di tutti e per loro i videogiochi sono più seri della vita reale. Non ho paura di provare ad aprire una strada nuova. Nelle prime gare abbiamo avuto un’interazione sociale di 1,45 miliardi di uten­ ti sui social media (con la novi­ tà del Fan Boost, che consente ai tifosi di votare quale pilota avrà un’iniezione di potenza in gara; n.d.r) e oltre 100 milioni di spettatori in tv. La strada è giusta».

JARNO TRULLI

PILOTA E MANAGER

«Spettacolo e tanta adrenalina Le monoposto eco, che scoperta!»  Jarno Trulli, com’è questa prima esperienza da pilota e team manager? «Decisamente impegnativa: quando correvo in Formula 1 dovevo concentrarmi solo su quello che facevo al volante. Adesso invece mi devo preoccupare di tutta una serie di aspetti commerciali e burocratici. È comunque una bella sfida personale, anche perché siamo l’unico team italiano in Formula E».  Da pilota, che sensazioni dà una vettura di Formula E? «Devo dire che all’inizio ero molto scettico. In fondo è una monoposto che non fa il rumore di un bolide da Formula 1... Però, una volta al volante sono rimasto sorpreso. La potenza espressa è impressionante e lo stile di guida è lo stesso che si ha nel Mondiale di Formula 1. Ma guai a fare paragoni: questa è una nuova categoria, in cui le auto assomigliano alle vetture da Formula 1, ma è uno sport differente, altrettanto adrenalinico per chi guida. In più il fatto di correre con la stessa base tecnica permette di dar vita a gare equilibrate e sempre emozionanti, piene di sorprese».  Qual è il lato bello della Formula E? «Abbiamo ancora moltissimi margini di miglioramento dal punto di vista delle tecnologie. Questo ci fa ben sperare di avere macchine sempre più veloci, potenti, affidabili. In altre categorie come la stessa Formula 1 l’innovazione tecnologica è già spinta all’estremo, alzare l’asticella è sempre più difficile».

Quanto costa una stagione? «Sui 4­4,5 milioni. Noi aiutia­ mo molto a livello di logistica, in più ci sono i premi: 2 milioni per i team e 4 per i piloti. Un punto vale 4.000 euro. E ades­ so che stanno capendo questa formula, vedo negli occhi dei piloti sempre più fame».

 Cosa si aspetta dall’ePrix di Montecarlo? «Finora abbiamo riscontrato un successo sempre crescente di pubblico in tutti i Paesi nei quali abbiamo corso. Adesso siamo attesi al banco di prova più difficile, quello europeo. Siamo ansiosi ma anche fiduciosi di conquistare nuovi spettatori. Dal punto di vista personale, spero che le auto non soffrano i problemi di affidabilità che ci hanno colpito nelle prime 6 uscite. In queste settimane abbiamo lavorato duro, sono ottimista».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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