La Gazzetta dello Sport (05-25-2015)

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lunedì 25 maggio 2015 anno 119 - numero 121 euro 1,40

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www.gazzetta.it / GazzettaTv canale 59

CON KLOSE-TOTTI GOL OLD FASHION E DERBY D’EUROPA BERARDINO, CATAPANO, CECCHINI, CIERI, PUGLIESE ALLE PAGINE 8-9

L'ARTICOLO A PAGINA 27

CARLETTO ARRIVA GALLIANI

ORIANI A PAGINA 48

2 Tennis al Roland Garros La Giorgi parte a razzo Il papà: «E’ da top ten»

BATTAGGIA A PAGINA 53

DELLA VALLE, GRAZIANO, MAURO ALLE PAGINE 10-11

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TONI, ALTRE DUE RETI IL VECCHIO BOMBER NON SI FERMA MAI Salva il Verona a Parma e sale a 21 centri. Potrebbe diventare il più anziano capocannoniere della A

SABATO JUVE-NAPOLI 3-1 GENOA-INTER 3-2 IERI CESENA-CAGLIARI 0-1 CHIEVO-ATALANTA 1-1 EMPOLI-SAMP 1-1 MILAN-TORINO 3-0 PALERMO-FIORENTINA 2-3 PARMA-VERONA 2-2 UDINESE-SASSUOLO 0-1 OGGI LAZIO-ROMA (2-2) ORE 18

JUVENTUS ROMA* LAZIO* NAPOLI FIORENTINA GENOA SAMPDORIA INTER TORINO MILAN

86 67 66 63 61 59 55 52 51 49

PALERMO SASSUOLO VERONA CHIEVO EMPOLI UDINESE ATALANTA CAGLIARI CESENA PARMA (-7)

*Una partita in meno

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IL ROMPIPALLONE di Gene Gnocchi Yaya Touré fermato dalla polizia mentre andava a 200 km orari: «Scusate ma scappavo da Ausilio»

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GIRO D’ITALIA

F.1 A MONTECARLO

Landa trionfa a Campiglio Ma il padrone è Contador

Casinò Mercedes Hamilton perde Rosberg vince Vettel è secondo

SERVIZI DA PAG. 38 A 47 COMMENTO A PAGINA 27

ALLIEVI, CREMONESI, PERNA DA PAGINA 32 A 35

MARTUCCI A PAGINA 51

3 Vogalonga, che fascino I canali di Venezia conquistati dai remi

Il Matador è caro. Offerta per Khedira. Nei piani una squadra di Anni 90. Dybala: «Con me il 5° scudetto»

La Fiorentina passa a Palermo e blinda l’Europa League

CENITI, GOZZINI, LICARI, OLIVERO, PASOTTO DA PAGINA 5 A PAGINA 7

1 Basket: Trento cade Sassari è in semifinale Altro duello con Milano

JUVE NEL FUTURO: FALCAO O VAN PERSIE PIÙ DI CAVANI

RISULTATI & CLASSIFICA 37a GIORNATA

UN GRANDE EL SHAARAWY NELL’ADDIO DI INZAGHI DA NON PERDERE

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LONGHI, VERNAZZA ALLE PAGINE 20-21

LAUDISA, RICCI, VELLUZZI E COMMENTO DI BOCCI ALLE PAGINE 2-3

Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano

FA BENE AL CALCIO UN DUELLO VERO

La Lazio non deve perdere per andare in Championss Pioli: «Sappiamo dove colpire». Garcia: «Loro favoriti»»

L’a.d. rossonero di nuovo in Spagna per convincere Ancelotti a tornare al Milan. Il tecnico, che oggi riceverà il benservito dal Real, dice che vorrebbe star fermo un anno, ma...

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Abbiamo bisogno di un derby appassionato, bello, vero, pulito. Ne abbiamo bisogno come dell’aria pura, asfissiati dai nuovi miasmi del calcio-scommesse e dalle scorie di una stagione di Optì Pobà, «lesbiche» e curve chiuse. Una finestra aperta su uno spettacolo sportivo affascinante, come lo è stato GenoaInter sabato sera nella splendida cornice di Marassi. L’Olimpico di Roma, se vuole, sa far venire una pelle d’oca unica.

MISSIONE SPECIALE A MADRID

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IL COMMENTO di Luigi Garlando

46 46 45 43 42 41 37 31 24 18


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Primo piano R Le grandi manovre rossonere

Il Diavolo tent Galliani ci prova

L'ANALISI di ALESSANDRA BOCCI

DICHIARAZIONI INCOMPATIBILI: O NO?

Striscione esposto ieri in curva Sud a San Siro ANSA

C’

è un’affermazione ricorrente nel parlare di tanti ex, silurati dal Real Madrid: «Lì è tutto politica». Lo hanno detto in toni diversi, da quello più netto di Sneijder a quello morbido di Kakà, passando per quello asciutto di Huntelaar. «Il Madrid è un club politico». Che sta per potente, ingessato, cerimonioso. E’ il cerimoniale madridista a cristallizzare le parole di Ancelotti, ultima vittima eccellente, o il presagio che sia meglio tenere le carte nascoste il più a lungo possibile? «A Madrid tutto è politico». Non solo a Madrid. Il Milan è riconosciuto dagli anni 90 come il migliore strumento mediatico per Berlusconi, anche se svariati analisti hanno ripetuto che successi e sconfitte del club in realtà hanno influito poco sul voto. Però il Milan è stato il canovaccio sul quale Silvio ha costruito l’immagine vincente, il Milan è stato argomento di battute in tanti comizi e torna in mente il giorno in cui il presidentissimo disse a un anziano interlocutore: «Ma lo sa quanto mi costa Pirlo?». Come finì con Pirlo si sa, solo che poi la colpa fu assegnata ad altri. Le elezioni incombono e molti vedono nelle dichiarazioni d’amore per Ancelotti un tentativo di rabbonire i tifosi. Ancelotti da Madrid rimanda con diplomazia la palla. In questo ping pong che va avanti nel silenzio di Florentino Perez, il gran sacerdote chiamato a proclamare ufficialmente l’adios, uno solo sembra dire la verità, però si sa che negli affari di calcio le verità sono sempre molte e mai raccontate intere. Berlusconi tratta Ancelotti da futuro allenatore del Milan, Ancelotti si finge ovviamente ancora allenatore del Real Madrid, con discreto sussidio di disoccupazione. Nella zona grigia dove i sistemi si intersecano resta la possibilità che le cose cambino. Ora le dichiarazioni di Berlusconi e di Ancelotti sembrano scorrere non intersecabili: ancora una volta toccherà cercare le convergenze parallele, ma i politici italiani ci sono abituati. I politici, appunto.

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Oggi va a Madrid per riportare Ancelotti al Milan 1Si tratta del secondo incontro con l’ex

tecnico dopo quello della scorsa settimana. Già abbozzato lo staff: ci sarà Brocchi

Carlo Laudisa Francesco Velluzzi

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l nuovo blitz di Adriano Galliani è la prova che il Milan è deciso a strappare il sì di Ancelotti in tempi brevi, nonostante le sue ritrosie. Oggi il tecnico emiliano, con la consulenza di Ernesto Bronzetti, conta di risolvere il contratto con il Real. E l’a.d. rossonero è impaziente di tornare a Madrid per il summit decisivo con il suo amico allenatore che Berlusconi ha deciso di riportare in rossonero. I SUMMIT Già una settimana fa, in gran segreto, Galliani è stato nella capitale spagnola per prospettare di persona al tecnico di Reggiolo i nuovi progetti berlusconiani. Nel corso di quell’incontro c’è stato anche il contatto telefonico con il presidente. E si è parlato anche di staff, come svelato dal numero uno milanista nella sua trasferta napoletana. Christian Brocchi, attuale guida della Primavera, è stato designato come trait d’union per la valorizzazione dei talenti del vivaio. Insomma, i vertici di via Rossi hanno in mano più di una carta per affrontare questo nuovo viaggio madrileno con una buona dose di ottimismo. Non a caso ieri a Sky Adriano Galliani ha concesso più di una battuta

ANCELOTTI È UNA POSSIBILITÀ A CUI STIAMO LAVORANDO ALLORA GALLIANI VA A MADRID? DIREI BENE, BENE... SILVIO BERLUSCONI PRESIDENTE DEL MILAN

sullo spinoso argomento: «Sì, domani (oggi, ndr) sono a Madrid, ma lì ci sono due squadre: non ho detto perché vado. In questo momento tecnicamente Ancelotti è l’allenatore del Real come Inzaghi è quello del Milan. Non parliamone ora, vediamo: l’estate è lunga. Intanto mi faccio un giro a Madrid». Lì c’è un solo italiano... «Touché». È anche l’occasione per dare una traccia sul futuro tecnico: «Io e il presidente vogliamo riportare la società in alto: ci sentiamo tre volte al giorno». Il ruolo dei nuovi soci? «In attesa che arrivino a no, le risorse non le farà mancare chi ha sempre messo un’infinità di risorse in questi 29 anni». L’ATTESA In queste ore l’uscita allo scoperto di Berlusconi ha lasciato il segno anche a Madrid. I contatti di queste settimane non hanno prodotto il risultato dato per scontato dal numero uno rossonero e anche per questo la cautela ha preso il sopravvento. In valigia l’a.d. milanista ha un contratto triennale, ma la parte economica non è la questione principale. Piuttosto, Ancelotti vuol vederci chiaro sui rinforzi, indispensabili per ripartire con ambizioni legittime. E ciò spiega perché continui a dire di voler star fermo. I tempi sono ristretti perché Carletto a metà settimana lascerà la Spagna per un bre-

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ve periodo di vacanza in Canada, a Vancouver, città originaria della moglie. Il motivo per cui il braccio destro di Berlusconi si muove in maniera così sollecita. Per lui i viaggi in Spagna sinora sono stati sempre vincenti: da Ronaldo a Kakà, senza dimenticare Ronaldinho e Ibrahimovic. Scaramanzia o no, è evidente la determinazione con cui il Milan si sta muovendo per riportare a casa l’uomo delle ultime due Champions League.

Adriano Galliani, 70 anni, e Carlo Ancelotti, 55: il tecnico emiliano ha allenato il Milan dal novembre 2001 al giugno 2009 OMEGA

BERLUSCONI Ieri il presidente rossonero è stato ospite di Fabio Fazio a «Che tempo che fa», dove ha solo sfiorato il tema calcio: «Sto cercando qualcuno che voglia condividere con me gli investimenti per il mio Milan, che non ho intenzione di lasciare». All’arrivo in via Mecenate, fuori dagli studi della Rai, si era intrattenuto con una ventina di fans in attesa: selfie, autografi, il coro «menomale che Silvio c’è» e le immancabili domande sul Milan. Riporterà Ancelotti in Italia? «È una delle possibilità a cui stiamo lavorando». Allora, Galliani va a Madrid. «Direi bene, bene». Al premio Niccolò Galli ha detto la sua anche Rino Gattuso: «Ancelotti o chi per esso vuole delle garanzie tecniche per venire al Milan perché chi siede su quella panchina vuole una squadra che possa lottare su tutti i fronti». Ovviamente è la preoccupazione di Carletto che nel suo faccia a faccia di questa sera a cena con Galliani chiederà lumi sul nuovo corso prima di prendere la decisione attesa. © RIPRODUZIONE RISERVATA

CHRISTIAN BROCCHI

Dopo aver allenato gli Allievi rossoneri dalla scorsa estate è alla guida della Primavera Il suo ruolo sarà di collegamento fra la prima squadra e il settore giovanile

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LUNEDÌ 25 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

ta Carlo GLI ALTRI BLITZ

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fL’INCONTRO A CENA

IL DILEMMA DI ANCELOTTI

Carletto ha un piano: stare fermo e studiare Ma riuscirà a dire no? 1Deluso dal Real, il tecnico incassa il supporto di Ronaldo e compagni. Pensa di declinare l’offerta e imitare Guardiola

complessa: Luis Enrique dovrebbe andar via (cosa che per quanto possa sembrare assurda non è da escludere a priori) e in Catalogna dovrebbero decidere di cambiare strada allontanandosi dal modello di allenatore «profilo Barça» che tanto piace al club.

16 LUGLIO 2008 ● L’ARRIVO DI RONALDINHO La trattativa tra Galliani e il presidente blaugrana Laporta si era chiusa il 14 a Barcellona.

Cristiano Ronaldo, trent’anni, con Carlo Ancelotti AFP

Filippo Maria Ricci 29 AGOSTO 2010 ● IL COLPO IBRAHIMOVIC Il 25 Galliani vola a Barcellona: dopo 4 giorni Ibra atterra a Milano da giocatore rossonero.

2 SETTEMBRE 2013 ● IL RITORNO DI KAKÀ La trattativa a Madrid dura tutta la notte, poi l’annuncio: Kakà torna in rossonero.

28 GENNAIO 2015 ● A CASA DI DESTRO Per convincere l’attaccante a trasferirsi al Milan, Galliani va a trovarlo a casa a Roma.

CORRISPONDENTE DA MADRID @filippomricci

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arlo aspetta. E lo fa cercando di venire a patti, di controllare, di respingere quel misto di rabbia, tristezza e incredulità che sta accompagnando il finale della sua breve e intensa storia col Real Madrid. Persona educata, di buon carattere e con l’idea del dialogo come regola primaria di gestione dei rapporti Ancelotti fa una gran fatica a capire perché dalla Casa Blanca abbiano deciso di trattarlo così male. Qualcosa d’immeritato sul piano umano, oltre che d’ingiustificato sul piano sportivo. Ancora sabato i dirigenti del Madrid non hanno detto nulla sul suo futuro all’allenatore, nonostante abbiano deciso da tempo di licenziarlo. E ieri se n’è andata via un’altra giornata.

ANNO SABBATICO Oggi però per Carlo sarà un lunedì pieno. La giunta direttiva del Madrid si riunisce per ratificare il suo addio: la comunicazione sarà poi seguita da una cena tra vecchi amici, con Ernesto Bronzetti e Adriano Galliani. Per Ance-

lotti il Real diventerà il passato, il Milan gli chiederà di poter aspirare a un posto nel suo futuro. Per Galliani non sarà facile convincerlo. L’allenatore della Décima ha preso la decisione di fermarsi un anno. Un sabbatico come quello di Pep Guardiola nella stagione 12-13 da spendere a Madrid nella sua meravigliosa casa con vista sul parco del Retiro e la Puerta de Alcalà. In attesa di capire come andrà a finire la burrascosa storia tra Louis van Gaal e il Manchester United e osservando il panorama europeo dalla capitale spagnola. La pazza idea di un eventuale approdo sulla panchina del Barcellona è ovviamente

CARLO, GRANDE ALLENATORE E PERSONA FANTASTICA LA PROSSIMA STAGIONE SPERO DI LAVORARE ANCORA CON TE CRISTIANO RONALDO TWEET PER ANCELOTTI

CARLO ASCOLTA Carlo si vuole fermare un anno, però non può sbattere la porta in faccia al Milan senza far entrare Galliani e ascoltare cosa ha da dirgli. Il dirigente avrà il suo bel daffare per convincere Ancelotti al secondo giro in rossonero: l’allenatore stasera si siederà a tavola convinto di respingere le avances del suo ex boss con un gentile ma fermo: «Thanks, but no thanks». L’idea è quella di non rovinare con un futuro incerto il glorioso passato. Ora sta a Galliani convincerlo. RICORSI STORICI Che intanto incassa col cuore in mano l’affetto dei suoi giocatori. Il tweet di Cristiano Ronaldo di sabato notte, in pochi caratteri elogi alla persona, al professionista e l’augurio-speranza di poter continuare a lavorare con Ancelotti, qui in Spagna ha suscitato scalpore. Sottolinea con penna rossa i già pessimi rapporti tra il simbolo del Real Madrid e il suo presidente e fa tornare alla mente un’altra levata di scudi: nel 2003 quando Florentino decise di cacciare Del Bosque si trovò contro tutta la squadra. I ribelli erano guidati da capitan Hierro che finì per essere cacciato con l’allenatore. Hierro quest’anno è stato il vice di Carlo, e gli ha raccontato quei giorni di dodici anni fa. Sabato al Bernabeu sono apparse lacrime e poi dichiarazioni di appoggio al tecnico italiano, dei giocatori in zona mista e dei soci che hanno risposto all’inchiesta di Marca: la stragrande maggioranza vuole che resti Ancelotti. Perez ha deciso diversamente e non cambia idea. Cosa che invece Galliani spera di far fare ad Ancelotti. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LUNEDÌ 25 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


Serie A R 37a giornata MILAN

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TORINO

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TUTTE LE EMOZIONI DELLA SERATA DI SAN SIRO 1

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PRIMO TEMPO 1-0 MARCATORI El Shaarawy al 18’ p.t.; Pazzini su rig. al 12’, El Shaarawy al 20’ s.t. MILAN (4-3-3) Abbiati; Zaccardo, Alex (dal 1’ s.t. Mexes), Paletta, Bocchetti; Poli (dal 31’ s.t. Mastalli), De Jong, Van Ginkel; Honda, Pazzini, El Shaarawy (dal 23’ s.t. Zapata). PANCHINA D. Lopez, Donnarumma, Felicioli, Piccinocchi, Cerci, Di Molfetta, Mastour, Destro. ALL. Inzaghi. BARICENTRO BASSO 49,2 METRI CAMBI DI SISTEMA 4-4-1 dal 42’ p.t.; 4-2-3 dal 1’ s.t.; 4-4-1 dal 12’ s.t. ESPULSI Zaccardo al 42’ p.t. per gioco scorretto; Inzaghi per proteste nell’intervallo AMMONITI Honda e Van Ginkel per g.sco., Poli e Pazzini per c.n.r.

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TORINO (3-5-2) Padelli; Darmian, Glik, Molinaro; B. Peres, Vives (dal 10’ s.t. Benassi), Gazzi (dal 21’ s.t. Basha), El Kaddouri, Moretti; Martinez (dal 26’ s.t. Rosso), Amauri. PANCHINA Ichazo, Zaccagno, Jansson, Gaston Silva, Gonzalez, Morra. ALL. Ventura. BARICENTRO BASSO 49,7 METRI CAMBI DI SISTEMA 4-3-2 dal 12’ s.t. ESPULSI Molinaro all’11’ s.t. per gioco scorretto. AMMONITI Gazzi e Moretti per gioco scorretto. ARBITRO Valeri di Roma. NOTE paganti 14.205, incasso di euro 305.164,14; abbonati 19.613, quota di euro 456.263,61. Tiri in porta 5-3. Tiri fuori 6-7. Angoli 5-4. Fuorigioco 2-3. Recuperi 1’ pt, 3’ st

● 1 Il vantaggio firmato da Stephan El Shaarawy su cross di Zaccardo (che poi verrà espulso) ANSA ● 2 Giampaolo Pazzini mostra la maglia che celebra il suo gol numero 100 (realizzato dal dischetto) ANSA ● 3 El Shaarawy chiude la gara firmando una doppietta (assisti di Van Ginkel) che sa tanto di liberazione dopo un’ennesima stagione caratterizzata dagli infortuni LAPRESSE

Milan, si risveglia il Faraone

1Inzaghi saluta San Siro travolgendo il Toro: El Shaarawy, a secco da novembre, firma la doppietta, Pazzini a quota 100 gol in A. I granata dicono addio all’Europa

Fabio Licari MILANO

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on servono a niente questi tre punti. Non servono all’Europa League da tempo irraggiungibile, non servono a Inzaghi per il quale al Milan non c’è futuro, eppure qualche suggerimento lo offrono a chi sarà incaricato della ristrutturazione. El Shaarawy, due gol all’ennesimo rientro, è recuperabile al progetto. E la coppia di mezzali Poli-Van Ginkel garantisce movimento e soluzioni tattiche non disprezzabili. Chiaro, poi, che il 3-0 andrà valutato considerando anche l’imbarazzante Torino, il cui campionato pare essersi chiuso con l’orgoglio vincente del derby. Da quel giorno tre k.o. in cinque partite, e quello di San Siro propone almeno un interrogativo: che senso ha, nel giorno in cui un 5-0 vale quanto uno 0-5, giocare così bassi e attendisti? A Ventura, e soprattutto alla lunga sfilata di assenti, l’ardua risposta. Ah, c’è un’altra risposta che i tifosi, quelli del Milan s’intende, pretendono: che cosa succederà alla proprietà e, quindi, al mercato. A giudicare da cori e striscioni non c’è dubbio: Galliani e Berlusconi sono sempre più nel mirino.

MOSSE INZAGHI Naturalmente il successo, il decimo posto e l’Inter (pensa un po’) a tre punti non leniscono il dolore per una delle stagioni più incon-

cludenti. Anche se il Torino ce la mette tutta per restare fuori partita. Un po’ Ventura va capito, perché la coppia Maxi Lopez-Quagliarella dà una pista ai fantasmi di Amauri e Martinez là davanti: ma la doppia assenza in attacco non basta a giustificare l’elettroencefalogramma tendente al piatto. Almeno il Milan ci prova, il Toro no, e va dato merito a Inzaghi di una serie di scelte che incidono sul risultato. Si vede che un anno di schiaffoni ha portato consiglio (ed esperienza). Per esempio, per bilanciare la mediana del Toro, in teorica supremazia col 3-5-2 contro il suo 4-3-3, il tecnico rossonero s’inventa una duplice soluzione in fase di non possesso. E cioè il solito 4-1-4-1 con De Jong «1», quando la difesa è bassa, e un 4-2-3-1, con Poli che va a schermare Gazzi per impedirgli di impostare, quando l’atteggiamento è più offensivo. Sia come sia, il Torino non costruisce e vive degli affondi di Molinaro. EL SHAARAWY Detto che il 3-5-2 del Toro è abbastanza virtuale, e la difesa è spesso a 5, naturalmente è l’altra mossa di Inzaghi quella decisiva: El Shaarawy. Fino a ieri un gol in 16 partite (in realtà 1.061 minuti), ritrova ritmo e voglia col passare dei minuti, il tutto sotto gli occhi di Conte che potrebbe considerare la chiamata nello stage di giugno. Parte largo a sinistra ma si muove bene in orizzontale e trova il primo gol (18’) facendosi trovare libero al centro dell’area, su cross di Zaccardo mal gestito da Vives e Darmian. Poi firma il 3-0, al 20’ della ripre-

LA MOVIOLA di FRANCESCO CENITI

ZACCARDO FUORI: PRIMA C’È AMAURI IN FUORIGIOCO MILAN, RIGORE OK Ci sono errori che incidono sul risultato, ma per fortuna dell’assistente Longo non è il caso della mancata segnalazione del fuorigioco di Amauri, nell’azione che ha portato all’espulsione (giusta) di Zaccardo per aver negato una chiara occasione da rete a Molinaro. Nell’intervallo Inzaghi protesta ed è allontanato (vedrà la ripresa dalla tribuna). Per il resto, ok il rigore dato al Milan: netto il fallo di Molinaro (rosso pure per lui) su Van Ginkel.

sa, dopo un bel triangolo con Van Ginkel e con la collaborazione di Bruno Peres che lo osserva scattare e niente più. L’ultimo centro sei mesi fa, l’ultima doppietta nel novembre 2012. In mezzo, al 12’ della ripresa, il rigore di Pazzini, 100° gol in A, per atterramento di Van Ginkel (espulso Molinaro, fino ad allora il migliore del Toro, essendo chiara occasione da gol). Il 10o stagionale dal dischetto, tutti segnati.

Christian Abbiati, 37 anni FOTOPRESS

ESPULSIONI E OFFSIDE Un capitolo a parte merita il discorso disciplinare. Il Milan resta in 10 a fine primo tempo per «rosso» a Zaccardo che interrompe anche lui una chiara occasione, stendendo Molinaro: solo che l’azione è viziata dal fuorigioco di Amauri. È l’espulsione numero 13, record stagionale nei 5 grandi campionati europei. Il secondo «rosso» va a Inzaghi che, al fischio dell’intervallo, protesta contro Giacomelli per l’offside. Del terzo, Molinaro, s’è detto. Solo che il Torino non approfitta del quarto d’ora di superiorità numerica, mentre Inzaghi s’inventa Poli terzino destro e continua ad attaccare. C’entra forse la tradizione, in fondo il Torino che ha vinto una delle ultime 36 partite contro il Milan (nel 2001), c’entra la stanchezza di fine stagione. Ma che l’unica occasione seria arrivi al 41’ della ripresa, con El Kaddouri, il migliore, ipnotizzato da Abbiati, la dice lunga sul Torino. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LE PAGELLE di G.B. OLIVERO DE JONG SOLITA SOSTANZA, ZACCARDO CROSS OK E POI L’ESPULSIONE. MASTALLI E ROSSO, GIOVANI SORRISI MILAN

6,5

ABBIATI 6,5 Una sola parata, ma bella: su El Kaddouri solo davanti a lui. ALEX 6 Un tempo di totale relax prima del cambio. MEXES 6 Probabilmente l’ultima serata a San Siro: se l’è goduta, quasi quasi non ha nemmeno sudato. PALETTA 6 Grazie al Toro si sente già in vacanza. BOCCHETTI 6 Temeva le discese di Bruno Peres, scampato pericolo. POLI 6,5 Parte a cento all’ora e non rallenta. Inzaghi lo manda in pressione su Gazzi, ma lui fa molto altro. E per una fetta di gara rieccolo di nuovo terzino. MASTALLI 6 La prima azione in

6

Serie A è un tiro: la personalità non gli manca. DE JONG 6,5 Una bella chiusura su El Kaddouri sullo 0-0. Il solito lavoro di sostanza. VAN GINKEL 7 Inizia con un buon intervento in fase difensiva. Si procura il rigore e regala l’assist del terzo gol a El Shaarawy. HONDA 6 Si impegna come sempre, ma resta ai margini della partita. PAZZINI 6 La fascia di capitano è un regalo d’addio di Abbiati. Il rigore è il centesimo timbro in A. L’esultanza è un filo spropositata. ZAPATA 6 Inzaghi gli regala una presenza in più. ALL.INZAGHI 6,5 Discute con l’arbitro che lo caccia nell’intervallo. Bravo a non inserire un difensore dopo il rosso a Zaccardo. Lascia San Siro con grande dignità e una buona prova.

IL MIGLIORE EL SHAARAWY

7 Finalmente due squilli. Prima uno stop-e-tiro che raramente gli abbiamo visto fare. Poi il triangolo con Van Ginkel. Bentornato.

IL PEGGIORE ZACCARDO

5,5 Butta in mezzo la palla dell’1-0: chiamarlo assist è eccessivo. Abbatte Molinaro e viene espulso: è la sua ultima immagine in rossonero.

VALERI Le espulsioni sono giuste ma quella di Zaccardo nasce da un fuorigioco di Amauri non rilevato. Netto il rigore per il Milan.

TORINO

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PADELLI 6 Quando i compagni gli passano la palla, i tifosi granata rabbrividiscono. Ma stavolta non fa danni. DARMIAN 5,5 Fuori ruolo, fa quello che può anche se dovrebbe essere più sveglio quando El Shaarawy stringe per segnare il primo gol. GLIK 5,5 Per una volta poco sicuro e puntuale. MORETTI 5,5 Disattento in marcatura e impreciso. BRUNO PERES 5 Un paio di volate e nulla più. VIVES 5,5 Salta a vuoto sul cross che genera il primo gol rossonero. Combina poco. BENASSI 5,5 Entra per dare qualità, però non ci riesce. GAZZI 5 E’ lo specchio del Torino:

lingua di fuori, non ne ha proprio più. BASHA 6 Crea l’unica palla-gol del Toro con una bella verticalizzazione per El Kaddouri. MOLINARO 5,5 Un bel primo tempo con una spinta continua e il merito di aver procurato l’espulsione di Zaccardo. Ma si sa, chi di rosso ferisce, di rosso perisce: tampona Van Ginkel e va a casa. AMAURI 5 La maglia bianca non gli dona. Assolutamente inconsistente. ROSSO 6 Ecco, questo è San Siro: il Toro torna a casa triste, lui con un sorriso grande così. ALL. VENTURA 5 Mister Libidine stavolta non gode. Dà la colpa all’Europa perduta, in realtà non ha la rosa per ovviare a troppe assenze e alla stanchezza. Ma un atteggiamento meno passivo ce lo saremmo aspettati comunque. STALLONE 6 LONGO 5

IL MIGLIORE EL KADDOURI

6 Nel primo tempo è l’unico granata che dà un senso alla partita. Poi si adegua alla scampagnata. Nel finale spreca un’occasione.

IL PEGGIORE MARTINEZ

4,5 La palla, ragazzo: c’è anche la palla. E va trattata decisamente meglio. Correre non basta. Inoltre bisogna giocare con i compagni. DOVERI 6 MARIANI 6


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Serie A R 37a giornata

fIL PERSONAGGIO

FILIPPO INZAGHI

«Se mi danno tempo e fiducia riporto il Milan dove è stato» 1Pippo non molla: «Ho un contratto, se nessuno mi dice nulla, resto. Ho sempre avuto la squadra

in mano: è la mia soddisfazione. Ancelotti? Parlano di suoi successori, ci sta che parlino anche dei miei...»

Marco Pasotto MILANO

L

a musica è finita, gli amici se ne vanno. Anche se in realtà era finita da tempo, e Inzaghi se n’è pure andato prima del previsto: colpa di un diverbio nell’intervallo con l’arbitro, che Pippo ha pagato con la terza espulsione di questo campionato. L’ultima di Inzaghi a San Siro sulla panchina del Milan è filata via così, con una vittoria che la curva mezza vuota ha fatto oggetto di scherno («Vinceremo il tricolor») e che è rimasta senza epilogo pubblico da parte dell’allenatore. «Avrei voluto salutare la mia gente (che l’ha fischiato quan-

do ha sostituito El Shaarawy, ndr), ma mi è stata tolta questa gioia», racconta lui a fine gara. Attenzione: nella sua idea non un saluto di commiato definitivo, ma semplicemente stagionale. «Ho un contratto, mi auguro di poter continuare. Se mi sarà dato il tempo, penso di poter riportare il Milan dove gli

QUI NON È TUTTO COSÌ NERO. CI VORRÀ QUALCHE INNESTO, MA CI SONO LE BASI PER TORNARE GRANDI PIPPO INZAGHI SUL FUTURO DEL MILAN

compete. Si parla di sostituire Ancelotti, che ha vinto la Champions, figuriamoci se non si può parlare di me». MESSAGGI Pippo va avanti per la sua strada, in attesa di una comunicazione ufficiale del club, anche se le parole di Berlusconi suonano già da tempo come una condanna. Ieri sera Silvio, intervenuto a Che tempo che fa, ha svicolato le domande sull’allenatore. «Si sente un po’ tradito da Inzaghi? Si aspettava qualcosa in più?», gli ha chiesto Fazio. «La prossima domanda?», ha replicato lui, seguito da un laconico «buonanotte» quando il conduttore ha provato a incalzarlo. Quasi un argomento tabù. Intanto il saluto di

Filippo Inzaghi, espulso nell’intervallo, ha finito di guardare la partita dalla tribuna. A dirigere la squadra è rimasto Mauro Tassotti BOZZANI

Pippo ai suoi tifosi è rimandato, giudice sportivo permettendo, domenica a Bergamo: «Mi auguro di esserci, a Valeri ho solo detto “basta” perché ce ne avevano espulso un altro e Amauri era in fuorigioco». Già, con quello di Zaccardo quest’anno fanno tredici rossi. Una nota stonata nella serata in cui Pazzini ha timbrato il gol numero 100 in A («Mi danno tutti per partente, sarebbe bello rimanere») con la fascia da capitano gentilmente concessa da Abbiati, titolare non casuale in quella che potrebbe essere stata — anche per lui — l’ultima a San Siro. Una serata in cui, dopo Felicioli a Napoli, ha esordito in A Mastalli. Ma anche l’ennesima serata di contestazione della Curva Sud: «Campagna acquisti o campagna elettorale?», lo striscione più evidente, diretto a Berlusconi. Poi altri due lenzuoli: «Galliani-Infront solo l’ultima novità. Caro presidente, ma chi comanda in questa società?» e «Totale gestione di stampa, squadra e mercato... Più che un vice vicario Galliani del Milan sembra il proprietario». Si spengono le luci su San Siro, la gente se ne va, e in questo contesto è senz’altro meglio così. © RIPRODUZIONE RISERVATA


LUNEDÌ 25 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

fL’ATTACCANTE TORNA PROTAGONISTA

QUI TORINO

Toh, riecco El Shaarawy «Sono uscito dal tunnel Ora ho un’altra testa»

Cairo garantisce: «Tengo i migliori, compreso Ventura» 1Il numero uno:

«Non abbiamo esigenze di bilancio» Il tecnico: «Ai miei dico solo grazie»

1Doppietta a oltre 2 anni dall’ultimo gol a San Siro: «La prossima stagione? Devo ripartire con la voglia messa in questi mesi»

Alessandra Gozzini MILANO

S

tavolta è andata meglio: dall’ultimo gol rossonero sono passati solo poco meno di 200 giorni. L’ultima volta, nello stadio della Samp, El Shaarawy rompeva un’astinenza molto più prolungata: 622 notti dall’ultima esultanza. Tempi faraonici per ritrovare l’ultimo sigillo a San Siro: si fa prima a scrivere la data, era il 16 dicembre del 2012. Sotto Natale Elsha colpì il Pescara per il 4-1 finale: per riaggiornare il conto delle reti casalinghe (si esclude infatti il gol nel derby del 24 febbraio 2013) basta poi tornare a ieri sera. Molto più frequenti sono stati gli infortuni: una distorsione alla caviglia e parecchi guai ai piedi. Ieri Stephan tornava titolare dopo oltre 4 mesi, e anche qui si registra un bel passo in avanti: allora fu nel tracollo casalingo contro l’Atalanta, stavolta è nella netta vittoria contro il Torino. FINALMENTE Mentre Elsha segna Berlusconi è ospite in tv. «Presidente ha visto, ha segna-

to El Shaarawy?!», chiede Fazio. Replica di Silvio sintetizzata in un paio di parole: «Meno male, finalmente!». Linea condivisa dal capitano Montolivo, assente per infortunio ma presente via twitter: «Bentornato El Shaarawy!». E in settimana anche l’a.d. Galliani si era espresso in termini più o meno simili, dopo il ritorno in campo di Stephan, alla centesima presenza milanista raggiunta contro il Sassuolo. Le parole del dirigente rossonero per l’ingresso nel club dei centenari erano state accompagnate da una medaglia e dall’applauso dei compagni: «Caro Stephan avresti potuto fare molte più gare con meno infortuni. Quello che ti è successo è incredibile ma ora hai pagato il tuo debito con la sfortuna e quindi tornerà il sereno, per il Milan e per te». Det-

9

● le partite senza reti di El Shaarawy, Coppa Italia compresa: l’attaccante rossonero non segnava dall’8 novembre 2014 (gol alla Samp)

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to, fatto: non proprio un tempo bellissimo, ma almeno un raggio di sole si è visto. Vittoria rossonera e doppietta di El Shaarawy, la quarta con la maglia del Milan. ESULTANZA Sarà per la lunghissima astinenza che il primo gol gli riempie subito la pancia: Elsha quasi si dimentica di esultare. Libererà la sua gioia solo dopo la personale doppietta, prima di prendersi gli applausi al cambio e raccontare le emozioni a partita conclusa: «E’ una soddisfazione personale immensa, specie dopo aver sofferto così tanto. Adesso spero nella Nazionale a giugno». Si entra ora in tema futuro, su cui una settimana fa era andato in slalom («Ora voglio recuperare, l’anno prossimo vedremo cosa fare»). Dribbling riuscito anche stavolta (un segnale?): «Il prossimo anno? Devo ripartire con la voglia che ci ho messo in questi mesi, perché sembra scontato ma non lo è. Ringrazio le persone a me vicine per avermi sostenuto». © RIPRODUZIONE RISERVATA

MILANO

P

er provare a chiudere in bellezza, come richiederebbe l’annata, c’è sempre l’ultima contro il retrocesso Cesena: troppo brutto (o forse troppo spuntato) perché quello di ieri sera fosse vero Toro. Quello autentico era stato celebrato dal presidente Cairo ancora prima dell’inizio: «Siamo reduci da una stagione molto positiva in Italia e in Europa».

Stephan El Shaarawy, 22 anni BOZZANI

CONFERME Il Toro potrà poi ripresentarsi nel prossimo campionato più vero che mai, sempre ascoltando le parole del numero uno del club a Sky: «I nostri giocatori migliori? Se arriveranno offerte strepitose vedremo, ma potremo evitare di cederli, non abbiamo esigenze di bilancio». Dunque sarà ancora il Torino di Darmian, di Glik e Peres. Sarà, soprattutto, il Torino di Ventura, ieri sconsolato in panchina. Anche lui avrà modo di ri-

trovare la sua vera creatura: «Abbiamo un accordo fino al 2016 e non ci sono mai stati problemi — sentenzia Cairo —. Il rapporto è eccellente. Poi ne parleremo al momento giusto. Se gli riprenderei Cerci? A lui sono affezionato ma ha due club, Milan e Atletico, che vantano diritti su sul suo cartellino. Però, vedremo...». ORGOGLIO Ventura si ripresenta invece sorridente per l’analisi del match: «Non rido per il risultato ma per tutto quello che abbiamo dato durante l’anno. La partita è stata decisa dal gol di Eto’o: con il pari della Samp ci hanno tolto ogni residua possibilità d’Europa. Sarà nel nostro stadio che chiuderemo tra gli applausi. C’è la possibilità di ripartire tutti insieme, poi dipenderà dal mercato. Ma ai miei intanto dico solo grazie, grazie, grazie». a.g. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Giampiero Ventura, 67 ANSA


8

Serie A R Oggi il derby della Capitale

I NUMERI

COSÌ IN CAMPO, ORE 18

12

TV Sky Sport 1, Calcio 1, Premium Calcio INTERNET gazzetta.it 19. LULIC 22. MARCHETTI 18. GENTILETTI

● I gol segnati da Klose in questo campionato. Ne mancano 3 per eguagliare il suo primato personale in serie A, stabilito nella stagione 2012-13

16. PAROLO 7. F. ANDERSON

3. DE VRIJ 8. BASTA

3

20. BIGLIA

44. MANOLAS 4. NAINGGOLAN

LAZIO 4-2-3-1

23. ASTORI

ALLENATORE: Pioli PANCHINA: 1 Berisha, 77 Strakosha, 2 Ciani, 33 Mauricio, 17 Pereirinha, 39 Cavanda, 5 Braafheid, 23 Onazi, 24 Ledesma, 32 Cataldi, 14 B. Keita, 9 F. Djordjevic SQUALIFICATI: nessuno DIFFIDATI: Cataldi, De Vrij, B. Keita, Ledesma, Radu INDISPONIBILI: Ederson, Radu BALLOTTAGGI Lulic-Cavanda 70-30 %, S. Mauri-Cataldi 60-40%

25. HOLEBAS

ROMA

I

l primo derby non si scorda mai, si dice. Pensa poi se a deciderlo è un tuo gol in pieno recupero, ad una manciata di secondi dal termine. A Miro Klose il destino ha riservato tante incredibili soddisfazioni nel corso di una carriera quasi ventennale. Tra queste, accanto ad un titolo mondiale, a scudetti e coppe varie, a classifiche cannonieri vinte, c’è anche quel gol lì. Era il 16 ottobre del 2011, la Lazio era reduce da un pesantissimo filotto di cinque sconfitte consecutive contro la Roma. Di ribaltare la storia s’incaricò proprio Re Miro, che quando l’1-1 pareva ormai già certificato, con un tocco da biliardo mandò in estasi il popolo biancoceleste. TEDESCO ROMANO Festeggiò come raramente gli si è visto fare (prima e dopo) in maglia biancoceleste. Le sue esultanze soft, mai sopra le righe, sono il marchio di fabbrica di un giocatore che odia gli eccessi e ama la concretezza. Ma quel gol

nel derby valeva un’eccezione. Sì, perché il Totem laziale, pur così freddo e apparentemente distaccato, è in realtà legato a filo doppio con un ambiente con cui è stato subito amore a prima vista. Il derby, la sua liturgia, la sua smisurata importanza sono spesso difficili da comprendere per uno straniero. Figurarsi per uno che arriva dalla Germania e che nella sua carriera ha vinto tutto segnando più di 300 gol. E invece no. Klose quella partita la sente quasi fosse italiano. Di più. Come se fosse romano. La conferma arrivò anche dall’esultanza per il secondo gol segnato in una stracittadina, quello del sorpasso (da 0-1 a 2-1) nel derby poi vinto dalla Lazio per 3-2 l’11 novembre 2012. Anche in quell’occasione Klose festeggiò in maniera molto poco teutonica. Quello, però, è stato anche il suo ultimo gol in una stracittadina. Un digiuno decisamente insopportabile per uno che è il miglior marcatore all time della nazionale tedesca e che è soprattutto il re dei bomber di tutta la storia dei Mondiali.

CONQUISTARE LA CHAMPIONS CON LA LAZIO SAREBBE UN TRAGUARDO DAVVERO STRAORDINARIO IL MIO FUTURO? DECIDERO’ A FINE STAGIONE CON LA MIA FAMIGLIA. NON SARA’ UNA SCELTA FACILE MIRO KLOSE ATTACCANTE LAZIO

ULTIMO REGALO A fine campionato potrebbe lasciare la Lazio. A 37 anni (li compie il 9 giugno) e

IL TECNICO BIANCOCELESTE

dopo quattro stagioni di Lazio il desiderio di tornare in Germania (dove già gli hanno offerto un posto nello staff della nazionale) potrebbe prevalere sulla voglia di restare ancora un anno a Roma (la scelta dipende solo da lui). Segnare ancora in un derby, con un gol che potrebbe valere il secondo posto in classifica, sarebbe il modo migliore per salutare e tornare a casa. Un po’ come ha fatto un anno fa dopo il titolo Mondiale. «Questo è il momento giusto per lasciare la Nazionale», disse. E lo fece, chiudendo la sua storia con la Germania. A MENO CHE... Un altro gol, un altro traguardo storico per poi lasciare da campione. Ma non è detto, perché – se Champions sarà – Klose potrebbe anche decidere di restare alla Lazio. Gli acciacchi dell’età si sentono meno quando hai la possibilità di calcare certi palcoscenici. Come quelli internazionali, per lui abituali fino a quando è stato al Bayern. A 37 anni servono però certezze. Che, tradotto, significa arrivare secondi, con tanto di accesso diretto alla fase a gironi della regina delle competizioni europee. Per chi pensa (o teme) che, in fondo, un pareggio potrebbe andar bene ad entrambe le squadre, la miglior garanzia è proprio Klose. Uno che ha costruito carriera e successi senza scorciatoie, senza mai ricevere (o chiedere) regali. Partendo dalle categorie semi-professionistiche tedesche fino ad arrivare al tetto del mondo, poco meno di un anno fa al Maracana di Rio. Sembrava la degna conclusione di un’avventura unica e inimitabile. La Lazio di Pioli ha invece regalato un altro bellissimo capitolo alla Klose-story. Restano da scrivere solo poche righe. Quelle più importanti, però, perché di mezzo c’è un derby da vincere e una Champions League da conquistare. Klose sa come si fa. © RIPRODUZIONE RISERVATA

ORDINE PUBBLICO

Pioli ha una certezza «So come colpire i loro punti deboli» na doppia chance in 90 minuti per etichettare la Lazio di Pioli. Un derby da vincere e la Champions da conquistare per dare un’impronta storica alla stagione biancoceleste. La finale di Coppa Italia e la qualificazione in Europa League già timbrata non possono aver esaurito le ambizioni coltivate dalla squadra di Pioli, chiamata a riscattare principalmente un’annata senza la vetrina delle Coppe Europee. «Sarà una partita fondamentale per noi. Abbiamo fatto di tutto per arrivare a questo punto. Puntiamo a vincere il derby, a disputare la migliore prestazione possibile. Abbiamo

ROMA 4-3-3

GDS

altro derby. Come quando nel 2011 pose fine alla serie nera biancoceleste Stefano Cieri

26. DE SANCTIS

ALLENATORE: Garcia PANCHINA: 28 Skorupski, 3 Cole, 2 Yanga-Mbiwa, 13 Maicon, 33 Spolli, 42 Balzaretti, 20 S. Keita, 48 Uçan, 32 Paredes, 7 Iturbe, 8 Ljajic, 88 Doumbia SQUALIFICATI: nessuno DIFFIDATI: De Rossi, Maicon, S. Keita e Torosidis INDISPONIBILI: Strootman, Castan, Gervinho, Verde BALLOTTAGGI Astori-Yanga-Mbiwa 60-40%, Pjanic-S. Keita 60-40%, Ibarbo-Iturbe 60-40%

Miroslav Klose, 36 anni, dopo il gol decisivo al 93’ nel derby 2011 ANSA

1Il tedesco può lasciare la Lazio a fine stagione, prima vuole griffare un

INVIATO A FORMELLO (ROMA)

35. TOROSIDIS 16. DE ROSSI

Klose e un punto in regalo La Champions e poi i saluti

Nicola Berardino

15. PJANIC

10. TOTTI

18. IBARBO

4

● Le stagioni con la maglia biancoceleste. È arrivato in Italia nel 2011 dopo 12 anni in Bundesliga tra Kaiserslautern, Werder Brema e Bayern

24. FLORENZI

6. S. MAURI 11. KLOSE

87. CANDREVA

● Le reti realizzate alla Roma: due coincidenti con altrettante vittorie laziali in due derby dell’Olimpico e una con il Bayern Monaco in Champions

U

ARBITRO Rizzoli GUARDALINEE Di Liberatore-Nicoletti QUARTO UOMO Faverani ADDIZIONALI Mazzoleni, Irrati

l’occasione per superare la Roma, per tornare secondi: vogliamo sfruttarla». QUEL GIORNO IN PIÙ Oltre le apparenze, in casa Lazio la tensione c’è e si avverte. Una vigilia di analisi e di aspettative. Da tecnico, Stefano Pioli ha vinto contro i giallorossi solo una volta (3-2 col Bologna all’Olimpico nel 2012) nel raggio di ben 12 incontri. L’ultimo il 2-2 di gennaio, caratterizzato dal doppio vantaggio laziale. «In settimana abbiamo provato diverse situazioni per colpire la Roma nei suoi punti deboli». La Lazio torna all’Olimpico 5 giorni dopo la finale di Coppa persa con la Juve. «Le fatiche sono state superate. Sono contento che il derby sia stato spostato a lunedì, un giorno in più ci serviva. Abbia-

mo recuperato anche dal punto di vista mentale. All’inizio c’è stata la delusione per una sconfitta immeritata, poi è subentrata la consapevolezza di aver giocato alla pari con la Juve, a tratti pure meglio». REBUS FORMAZIONE Sempre pacato nei suoi toni, Pioli non

Stefano Pioli, 49 anni ANSA

riesce tuttavia a corazzarsi dinanzi all’attesa del derby. Capitolo formazione. «Deciderò dopo la rifinitura (alla quale hanno assistito Lotito e Tare, ndr)». A proposito del recupero di Biglia: «Se confermerà le sensazioni degli ultimi giorni, potrà giocare dall’inizio». Qualche minuto dopo il tecnico cade in una lieve contraddizione, figlia dell’emotività del momento: «Ho già deciso la formazione, ma la comunicherò domani mattina (oggi, ndr) ai giocatori». È però categorico sulla ricetta vincente. «Dovremo stare in partita dall’inizio alla fine. Compatti in difesa e in avanti. Con la testa e col cuore, come altre volte. Ci aspetta un avversario motivato e di grandi qualità. Ma anche noi siamo così. Dovremo giocare come con la Juve, quando potevamo comunque fare meglio... E con una prestazione di altissimo livello, avremo tante possibilità di vincere contro la Roma». Anche se un pareggio potrebbe «bastare» per la Champions. Il tecnico ribatte:«Noi giocheremo solo per i tre punti». In ballo c’è quel secondo posto con una vagonata di milioni sicuri. La storia per la Lazio di Pioli passa anche da lì. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Cortei, sit-in e chiusure Il vero nemico è il traffico ● L’unica cosa che si può prevedere con ragionevole certezza è il traffico. E, di conseguenza, i soliti disagi per i cittadini romani, soprattutto i residenti nel quartiere Flaminio. Il classico lunedì romano — scuole e uffici aperti, code più o meno dappertutto, una manifestazione e svariati cortei e sit-in — è aggravato da una partita da 50mila spettatori, oltretutto delicatissima sotto il profilo dell’ordine pubblico. Il derby è abitualmente sfida da rischio-4, il massimo. Questo derby mette in palio l’accesso diretto alla prossima Champions League. Si affrontano la 2a e la 3a della classifica, ad un turno dalla fine: quante altre volte è successo? Perciò, le autorità di pubblica sicurezza non hanno lesinato né sul numero di agenti in servizio (almeno 1200, oltre ai vigili urbani) né sul coinvolgimento degli steward (800). Un intero quartiere blindato,

praticamente in assetto da guerra. Molte strade intorno all’Olimpico chiuse dalle 15, anche ai residenti. Inevitabili i disagi per la viabilità di un intero quadrante della città. Il neo Prefetto Franco Gabrielli, al battesimo nel derby della Capitale, è stato onesto: «Meglio evitare le mazzate tra i tifosi che qualche auto in coda». Alla fine si conterà il numero di vetture imbottigliate. Il piano sicurezza è stato curato nei minimi particolari. La Questura di Roma spera di bissare il successo registrato dall’organizzazione della finale di Coppa Italia, chiusa con nessun incidente, nemmeno un ferito e, in generale, un clima di grande civiltà dentro e fuori l’Olimpico. Sarà difficile, considerata la diversa rivalità in campo oggi pomeriggio. Anche perché resta vivo il rischio di infiltrazioni di ultrà di altre squadre, soprattutto nella curva Nord laziale, convocati per dare man forte in caso di incidenti. a.cat. © RIPRODUZIONE RISERVATA


LUNEDÌ 25 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

I RECORD

IL NAPOLI PUÒ AGGANCIARE SOLO LA LAZIO

11

ROMA PT. 67

37ª LAZIO

38ª Palermo

Roma

NAPOLI

JUVENTUS

Lazio

La 2ª classificata va direttamente alla fase a gironi, la 3ª ai playoff (18-26/8) STATO DI FORMA

LAZIO PT. 66

● I gol segnati da Francesco Totti alla Lazio, di cui 9 in campionato e 2 in Coppa Italia. Come il capitano della Roma soltanto Dino Da Costa

DIFFICOLTÀ

NAPOLI PT. 63

Scarso Facile

Buono

Ottimo

Media

Difficile

In MAIUSCOLO le gare in trasferta JUVENTUS campione d'Italia

3-1

8

ROMA PRELIMINARI AL SICURO Col k.o. di Torino il Napoli non può raggiungere più il 2° posto, ma solo il 3°. La Roma è già certa del 3°. Il derby: se pari garantisce il 3° posto alla Lazio, ma poi occorre aspettare l'ultima giornata per capire chi sarà 2ª. Se vince la Roma è sicura 2ª. Se vince la Lazio per mantenere il 2° posto dovrà almeno pareggiare a Napoli: arrivando a pari punti con la Roma avrebbe il vantaggio degli scontri diretti. Per il 3° posto il Napoli deve augurarsi un k.o. della Lazio oggi e battere i biancocelesti all'ultimo turno per raggiungerli a 66 e superarli per gli scontri diretti

● I milioni di retweet che ha avuto la famosa foto del selfie Francesco Totti dopo il gol del 2-2 dell’andata. Era l’11 gennaio scorso, una foto da leggenda

Dopo l’anticipo Juve-Napoli, ci sono 27 combinazioni di risultati per definire la sorte di Roma, Lazio e Napoli DIRETTAMENTE IN CHAMPIONS

AI PLAYOFF DI CHAMPIONS

IN EUROPA LEAGUE

3

298

11

3 LAZIO

ROMA

NAPOLI

11

16

● I gol segnati in carriera dal capitano giallorosso (di cui 241 in A), anche se Totti ne reclama un altro, quello segnato al Bayer Leverkusen in Champions

13 Probabilità in % 0% 59,26% 40,74%

1Nei giorni in cui si ammainano bandiere come Gerrard, Xavi e Casillas,

il capitano della Roma prepara il 41° derby che vale la garanzia Champions presenze con le proprie squadre e che in qualche modo sono giunti al capolinea del loro rapporto.

ROMA

P

oi un giorno quel giorno arriva. Ci sono lacrime, ricordi, nostalgie e teste scrollate nel dire: «Non ne nascerà mai nessuno uguale». Invece la vita vince sempre, e così anche il calcio. In attesa che il futuro si materializzi, concedeteci però un pizzico di ansia nel pensare al vuoto che segue ogni saluto importante e per questo, per certi versi, stare qui a parlare di oggi e del 41° derby in carriera di Francesco Totti esorcizza malinconie di stagione. Il motivo è semplice: questo periodo sembra essere contrassegnato dalla celebrazione di grandi tramonti. Poco più di una settimana fa il Liverpool ha celebrato l’addio di Gerrard, due giorni fa è stata la volta del saluto di Xavi al Barcellona, a fine stagione in tanti danno ai titoli di coda il rapporto fra Casillas e Real Madrid. Tutti campioni che sono nel club delle (oltre)700

0%

Probabilità in % 11,11% 88,89% GAZZETTA

Il selfie di Francesco Totti, 38 anni, dopo il gol del 2-2 dell’andata ANSA

Massimo Cecchini

24

Probabilità in % 11,11% 40,74% 48,15%

Totti e l’eterna giovinezza Ora il selfie è anti-sorpasso CAPOCANNONIERE DA SELFIE Invece il capitano della Roma non ci pensa affatto. E se gli anni (38) in questa stagione tante volte hanno chiesto il conto soprattutto in caso di prestazioni ravvicinate, il derby, però, è tutta un’altra partita, e in fondo lo si è visto all’andata. La doppietta con cui ha santificato la partita, infatti, lo ha reso padrone – sia pure a pari merito con Da Costa – del titolo di capocannoniere della stracittadina con 9 reti in campionato e 2 in Coppa Italia. Un primato ancora più dolce se si pensa che la sfida all’intervallo sembrava già persa. Invece a volte la fine è l’inizio del principio, e così la partita si è conclusa proiettando il numero dieci giallorosso in tutti i media del mondo, grazie al selfie scattato sotto la curva Sud subito dopo aver realizzato la rete del pareggio. Inutile dire che gli imitatori, dal giorno successivo, sono stati innumerevoli, tanto da suscitare anche discussioni dal punto di vista della giustizia sportiva. «Sarebbe stato da ammonizione», aveva detto il

IL PRIMATO DI GOL NEL DERBY È QUELLO A CUI TENGO DI PIÙ, FORSE IL PIÙ BELLO DELL’INTERA MIA CARRIERA DICEVANO CHE NON ERO DECISIVO NELLE STRACITTADINE, MA QUESTO RECORD ADESSO PARLA CHIARO FRANCESCO TOTTI CAPITANO DELLA ROMA

presidente degli arbitri, Marcello Nicchi. Non solo. Per evitare frotte di imitatori la disposizione in Olanda è andata in vigore perché un cellulare, a torto o a ragione, in panchina ce l’hanno in parecchi. E allora meglio evitare frotte di imitatori, in attesa della prossima evoluzione. ESULTANZE DA DERBY Già, perché la stracittadina per Totti è stata sempre una vetrina con cui raccontare al mondo il suo punto di vista del momento. Tutti, ovviamente, dopo una rete segnata all’avversario di sempre, la Lazio. Ricordate? In principio fu la maglia: «Vi ho purgato ancora» (1999). Quattro anni più tardi, invece, toccò a quella dedicata all’allora fidanzata Ilary Blasi: «6 unica» (2003). Poi gli balzò in testa di improvvisarsi cameraman per riprendere l’Olimpico giallorosso che esultava (2004), mentre poco dopo raccontò al mondo la gioia del suo essere presto padre infilando il pallone sotto la maglia (2005). Dieci anni più tardi tutto sembra essere cambiato e così le esultanze spontanee sono state sostituite dal selfie programmato che ha ottenuto 8 milioni di retweet. Con queste premesse, nessuna sorpresa che anche stasera ci si possa aspettare un guizzo di fantasia. Ciò che conta però è che la Roma abbia la (quasi) certezza di arrivare al 2° posto e accedere così di sicuro alla prossima Champions. Gli anni che passano, infatti, non consentono più al capitano della Roma tanti treni in direzione che l’Europa che conta e quindi un preliminare agostano sarebbe troppo ricco d’incognite per chi sa che il tempo stringe. Immaginiamo che a quasi 37 anni anche Klose – campione del Mondo come lui – abbia pensieri analoghi. Ma il tedesco è un fuoriclasse, mentre Totti anche un pezzo di storia della Roma. E a volte, in un derby, può essere questo a fare la differenza. © RIPRODUZIONE RISERVATA

QUI TRIGORIA

Le bordate di Garcia «Sono i favoriti... Poi piangono e vincono» Andrea Pugliese ROMA

«L

9

a Lazio è favorita, del resto lo dicono un po’ tutti: gioca il miglior calcio d’Italia, ha già vinto il derby e noi siamo scarsi. Ma vedremo martedì...». Ma come martedì? Possibile che Rudi Garcia si sia sbagliato? No, impossibile, il riferimento è studiato e probabilmente concordato con il collega di Roma Tv, autore della domanda. Che, infatti, interviene immediatamente. «Lunedì mister...». «Davvero? Non hanno spostato il derby a martedì perché hanno giocato 120 minuti? Allora se è rimasto di lunedì (oggi, ndr) proveremo a smentire i pronostici». La vigilia di Garcia

comincia così ed è una vigilia in cui il tecnico francese torna finalmente sereno (almeno apparentemente), ironico come ai bei tempi e carico a mille. Ma, soprattutto, pronto a togliersi più di un sassolino dalle scarpe. BORDATE SUL TEVERE Nel ruolo di vittima predestinata Garcia ci si trova ovviamente male. Ed allora va giù duro, «picchiando» come poche altre volte ha fatto prima e tirando una serie di bordate agli avversari quasi senza precedenti. «Ricordo che l’ultima partita la Lazio l’ha vinta con un gol irregolare (il riferimento è alla sfida con la Sampdoria, ndr) dopo aver pianto contro l’Inter. Ma ci sarà Rizzoli, questo è un bene, perché è il miglior arbitro d’Italia e forse del mondo». Ed allora

nessun calcolo, nessun possibile «biscotto», nessun pareggio e tutti contenti. «Con la sconfitta del Napoli in casa della Juventus siamo già in Champions. Ma noi vogliamo vincere, vogliamo il secondo posto, dimostrare che siamo più forti e far sì che l’ultima partita con valore sia proprio questa e non quella

Rudi Garcia, 51 anni GETTY IMAGES

contro il Palermo. Nonostante sembri che per vincere la Roma abbia quasi bisogno di giocare con 12 calciatori... ». IDEA PAZZA MAICON Ed allora Garcia sogna un derby come quello della «chiesa al centro del villaggio», con cui lo scorso anno conquistò la gente giallorossa. «Ma sono situazioni differenti. Tra l’altro stavolta giocheremo in trasferta, anche se cercheremo di uscire con la stessa gioia». Nel caso, per lui sarebbe il modo migliore per cancellare gli strappi di questa stagione. «Ma io amo questa maglia, finché sarò qui darò il meglio di me stesso. Siamo tranquilli: per noi non è una finale, ma la vogliamo considerare come l’ultima partita che vale». Ergo, un derby da vincere, in cui potrebbe riaffacciarsi Maicon. È stato convocato, Garcia accarezza l’idea pazza di buttarlo dentro, magari a partita in corso. Così come fino alla fine si porterà dietro il dubbio a centrocampo tra Pjanic e Keita. Nessuno dei due sta benissimo, entrambi (per motivi diversi) sono fondamentali. Si deciderà in extremis, come per Maicon. Andrà in panchina, poi chissà... © RIPRODUZIONE RISERVATA

I TIFOSI NEL RITIRO GIALLOROSSO Circa trecento tifosi, quelli che ieri si sono presentati a Trigoria per dare la spinta decisiva alla Roma verso il derby di questo pomeriggio. Si sono radunati davanti al cancello principale del Fulvio Bernardini verso le 16.30 aspettando l’ingresso dei giocatori, accolti tra cori, fumogeni e tanto entusiasmo. Poi il gruppone si è spostato all’ingresso del campo Agostino Di Bartolomei, dove si stava allenando la squadra, ottenendo di poter entrare per assistere agli ultimi 15 minuti della seduta (FOTO MANCINI). Nonostante la Roma fosse in ritiro già da sabato pomeriggio, Rudi Garcia ha fatto uno strappo alla regola, anticipato anche dalla mattinata libera concessa ai giocatori.


10

Serie A R Il mercato bianconero

LUNEDÌ 25 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Juve all’attacco Frenata per Cavani Falcao o Van Persie 1Il Matador è lusingato, ma il Psg chiede troppo

Occhio a Higuain, ma il Napoli lo ritiene incedibile

Edinson Cavani, 28 anni, attaccante uruguaiano, è alla seconda stagione con il Paris Saint Germain AFP

Carlo Laudisa @carlolaudisa

I

n attesa dello sbarco di Paulo Dybala alla Juve proseguono le grandi manovre per l’attacco. I contatti con Carlitos Tevez e il suo entourage sono costanti, i segnali positivi anche. Rinnovo o non rinnovo l’Apache è destinato a rimanere anche la prossima stagione. Tuttavia i campioni d’Italia sono al lavoro per rendere sempre più competitivo il reparto offensivo. E gli osservati speciali sono tutti di prima

fascia. Aspettando aggiornamenti su Cavani, tornano di moda Falcao e Van Persie, due obiettivi dichiarati del recente passato. Come il feeling per Gonzalo Higuain. In questo caso bisogna fare i conti con la resistenza del Napoli che non solo lo ritiene incedibile, ma al massimo lo manderebbe all’estero. IL MATADOR I vertici dell’ultima settimana con il giocatore non hanno portato ad una promessa in piena regola. A conferma che il Matador è lusingato dal corteggiamento bianconero ma non

PROGETTI

Il tweet d’addio del colombiano, corteggiato già in passato, ha messo in allerta i bianconeri Allo United anche Van Persie ha le valigie in mano: tre anni fa fu sondato da Marotta

vuole fare mosse affrettate. Tanto più che al Psg il caso Ibrahimovic sta inducendo il club a rivedere la posizione dell’ex napoletano. A gennaio Al Khelaifi l’aveva messo sul mercato, l’impressione è che adesso sia molto più rigido. Comunque il suo prezzo non è inferiore ai 55 milioni di euro. E il giocatore fa pochi sconti sul suo ricco ingaggio. EL TIGRE L’emblematico tweet di Radamel Falcao dei giorni scorsi («Cambiare non è mai facile, ma ci sono momenti in cui bisogna farlo») ha preceduto l’addio comunicatogli da Louis Van Gaal. Il Manchester United non lo riscatta e Radamel tornerà al Monaco. Lui vorrebbe rimanere in Premier, magari a Londra: Jorge Mendes, il suo agente, lo sa. Stavolta El Tigre è disposto anche a ridursi lo stipendio (12 milioni di euro), ma è presto per dire dove andrà. La Juve è ben informata su tutto, anche sulla scorta dei buoni rapporti maturati la scorsa estate. Così la candidatura del 29enne colombiano va messa nel conto, nonostante siano cambiate un bel po’ di cose a Torino e le priorità tecniche non siano proprio le stesse. L’OLANDESE Allo United c’è un altro goleador eccellente con le valigie in mano: l’olandese Robin Van Persie. Anche lui ha dei precedenti con i bianconeri, visto che tre estati fa fu ospite del club per un blitz di orientamento. Poi, l’oranje optò per la soluzione in Premier. Adesso ha un solo anno di contratto e 31 anni abbondanti, quando il mercato si riscalderà sarà interessante capire se Marotta e Paratici saranno nelle condizioni di riprendere in considerazione il suo nome. I GIOVANI Nel casting bianconero per l’attacco hanno un posto di riguardo Domenico Berardi e Simone Zaza. È imminente l’incontro con i dirigenti del Sassuolo per definire il da farsi su entrambi. Nelle intenzioni juventine il ventenne calabrese è un punto fermo per il futuro: verrà riscattato entro il 10 giugno. Va valutato il suo inserimento immediato nella rosa di Allegri. Invece la scelta su Zaza è legata al futuro di Fernando Llorente, considerato in uscita. © RIPRODUZIONE RISERVATA

A CENTROCAMPO

Assalto a Khedira C’è l’offerta dei bianconeri 1Entro 3 giorni

Marotta vedrà gli agenti del tedesco Dal Cile: Vidal verso l’Arsenal MILANO

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re caldissime sul fronte Khedira. Nel giro di tre giorni al massimo, l’amministratore delegato della Juventus Beppe Marotta avrà un nuovo e decisivo confronto con gli agenti di Sami Khedira, nazionale tedesco in scadenza di contratto con il Real Madrid: la trattativa con il centrocampista centrale di scuola Stoccarda vive a prescindere da ciò che deciderà Andrea Pirlo, anche perché Khedira non è un regista puro. Naturalmente, in corso Galileo Ferraris vogliono prima avere tutte le garanzie del caso (il giocatore è stato a lungo infortunato), ma di fatto hanno già deciso di affondare il colpo, forti di un sensibile vantaggio rispetto alla concorrenza, Schalke 04 su tutti. L’offerta della Juventus è nelle mani dell’entourage del ragazzo: triennale da quattro milioni più bonus a stagione. C’è grande ottimismo in casa bianconera. DAL CILE Intanto, in Cile sono convinti che dopo la Copa America di questa estate, Arturo Vidal raggiungerà il connazionale Alexis Sanchez all’Arsenal. «Tutto fatto», secondo i media locali,

Sami Khedira, 28 anni EPA

zero conferme da Torino. Le ultime prestazioni del Guerrero di Santiago del Cile, va detto, hanno realmente risvegliato l’interesse di molti grandi club europei, in particolare inglesi. Qualche segnale sarebbe arrivato anche dal Manchester United. Marotta ufficialmente parla di incedibilità del centrocampista cileno, ma l’impressione è che di fronte all’offerta giusta la trattativa scatterebbe automaticamente. Non a caso, i bianconeri hanno già individuato potenziali alternative: Nainggolan, Witsel e Ramires. MAX PREMIATO La Juventus riprende a lavorare mercoledì, ma Massimiliano Allegri non ha molto tempo per staccare. Oggi, a mezzogiorno, il tecnico campione d’Italia sarà ospite al Foro italico del Coni, a Roma, e ritirerà il «premio Enzo Bearzot». m.gra. © RIPRODUZIONE RISERVATA

fUN MERCATO DI PROSPETTIVA

Generazione Anni 90: la Signora è già nel futuro 1 Con il Napoli 4 titolari U23, Berardi e Zaza

in arrivo, presi Rugani, Donsah e Dybala, che dice: «Vengo a Torino per il 5° scudetto»

Mirko Graziano MILANO

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l problema delle altre squadre italiane è che la Juve stravince oggi, ma già costruisce per il domani, impedendo alle big che inseguono di colmare anche solo parzialmente un gap al momento imbarazzante, sia tecnicamente sia a livello organizzativo, di società insomma.

RAGAZZI DEL 90 L’altra sera, contro il Napoli, Allegri ha schierato dal primo minuto quattro Under 23, oltre al 24enne Roberto Pereyra: Pogba (classe ‘93), Sturaro (‘93), Coman (‘96) e Morata (‘92). Titolari del presente e del futuro. Pogba e Morata sono ormai certezze assolute, Pereyra ha disputato una stagione che lo ha definitivamente proiettato fra i centrocampisti più forti del nostro campionato, ha impressionato la crescita di Sturaro, alla Juve da gennaio, inserimento

rapidissimo e ingresso nel clan Conte ormai imminente. Finora poco utilizzato Coman, ma il francesino ha continuato a lavorare molto bene, vista la prestazione contro il Napoli. Possibile una cessione in prestito per velocizzare la maturazione in una realtà che garantisca maggiore spazio ma non è da escludere che Allegri «blocchi» il ragazzo, magari per trasformarlo in trequartista: Marotta e Paratici dietro le punte cercano solo big, Pastore e De Bruyne per capirci, e allora piuttosto che accontentarsi di seconde scelte meglio provare a costruirsi in casa il rifinitore. NE ARRIVANO ALTRI... «Mi di-

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● i giocatori bianconeri nella rosa di questa stagione che sono nati negli Anni 90: Morata, Pogba, Sturaro, Pereyra, Marrone e Coman

spiace per Mattiello, che difficilmente potrà essere a disposizione nella prossima stagione – dice Allegri –. E’ un giovane di qualità, poteva tornare parecchio utile». Mattiello, 19enne esterno difensivo, lo scorso febbraio si è fermato per una frattura esposta di tibia e perone: era in prestito al Chievo. Gli resta la consolazione non da poco di aver conquistato l’attenzione di Allegri: un pieno di motivazioni per lavorare sodo e accelerare il più possibile i tempi di recupero. Intanto, altri due baby entreranno sicuramente in rosa. E che baby. Paulo Dybala, 21 anni, è un gran colpo: sborsati 32 milioni per strappare l’attaccante argentino alla concorrenza di Inter e mezza Inghilterra. «Ho scelto la Juve - ha detto ieri l’argentino dopo Palermo-Fiorentina - perché è la squadra che mi ha voluto di più. Ci vado convinto di poter conquistare il quinto scudetto di fila: gioco sempre per vincere e posso farlo ancora di più con loro. Mi hanno invitato a Berlino per la finale, non so se ci andrò». Là davanti, Tevez è il top, Morata-Dybala un’assicurazione per i prossimi dieci anni. E in difesa rientrerà alla base Rugani, 21 anni a luglio, stagione da incorniciare con l’Empoli.

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Juventus tra presente e obiettivi: 1 Paul Pogba, 22 anni 2 Stefano Sturaro, 22 3 Godfred Donsah, 18 4 Paulo Dybala, 21 FORTE/LAPRESSE/ANSA

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Praticamente conclusa, poi, anche l’operazione Donsah con il Cagliari. Il 18enne centrocampista ghanese costerà circa 6 milioni di euro e firmerà un contratto quadriennale. BERARDI E ZAZA Resteranno infine sotto il controllo della Juventus il 20enne Domenico Berardi e il 23enne Simone Zaza. Il primo è in comproprietà con il Sassuolo, mentre su Zaza la Juve ha un diritto di prelazione. «Berardi ha grandi qualità, è il futuro della Nazionale», le parole di Allegri alla vigilia della gara con il Napoli. Più di un’investitura, quasi un’indicazione agli uomini mercato bianconeri, di sicuro un «invito» in piena regola al campioncino calabrese, che in due campionati di Serie A ha già firmato trenta gol. Le comproprietà vanno risolte entro un mese, difficile pensare che Juventus e Sassuolo non trovino un accordo prima delle buste, i rapporti fra i club sono infatti eccellenti. Detto questo, Marotta ha un paio di possibilità di decidere senza trattativa: fa suo Berardi se versa 15 milioni entro il 10 giugno oppure venti milioni nei dieci giorni successivi. © RIPRODUZIONE RISERVATA


Serie A R Verso la finale di Champions League

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Agnelli: «Bravi tutti, ma ora c’è Berlino»

1Serata in discoteca per giocatori e dipendenti. L’invito di Agnelli: «Restiamo concentrati fino alla fine» similiano Allegri (che durante la festa allo Stadium si è fatto fotografare con i suoi cari: la compagna Claudia, i figli Giorgio e Valentina e alcune nipoti). Il numero uno bianconero ha lodato soprattutto il carattere del nuovo allenatore, che è riuscito a dimostrare che si può vincere anche con il sorriso sulle labbra, e ha ribadito un concetto già espresso nel tweet post scudetto: ci vogliono gli attributi per prendere una squadra il 15 luglio e riportala alla vittoria.

Fabiana Della Valle Alberto Mauro

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on c’è stato il canonico giro sul pullman scoperto come gli altri anni, perché stavolta c’è ancora un obiettivo da inseguire, ma la festa sì. Non solo allo Juventus Stadium, davanti a tutti i tifosi, ma anche in privato, tra le quattro mura del Top Club Banus, nota discoteca di Torino. Canti, balli, brindisi, foto e abbracci fino a notte fonda, perché i due trofei sollevati finora meritano di essere celebrati a dovere. Lo scudetto e la Coppa Italia, una doppietta che alla Juventus mancava da vent’anni (1994-95). Festa senza eccessi, ma comunque festa, con famiglie e non solo. Presenti, oltre ai giocatori, i dipendenti tutti, i tifosi vip (come Gallinari), gli amici di sempre. IL DISCORSO DI AGNELLI Il clou della serata è stato intorno a mezzanotte, quando Andrea Agnelli si è alzato in piedi per il classico brindisi. Accanto a lui c’erano Cristina Chiabotto e Laura Barriales, il vecchio e il nuovo volto di Jtv, il canale tematico ufficiale della Juventus. «Bravi tutti — ha detto il presidente bianconero al microfono — ma adesso restiamo concentrati fino alla fine». Ovviamente il riferimento è alla finale di Berlino del 6 giugno: la Juventus, anche se sa che si troverà di fronte i marziani del Barcellona, ci crede e vuole inseguire il sogno Champions League fino in fondo. Nessuno a inizio stagione immaginava che i bianconeri sarebbero arrivati così lontano in Europa, ma adesso che ci sono, ci credono e vogliono giocarsela fino all’ultimo respiro. GLI ATTRIBUTI DI MAX Agnelli ha dedicato parole al miele a Gigi Buffon, capitano e anima della Juventus, e anche a Mas-

TUTTI IN RELAX PER 3 GIORNI

Ansia Barzagli: guaio muscolare Esami mercoledì ● Tre giorni e mezzo di relax, poi la ripresa: la Juventus da ieri è ufficialmente a riposo, per recuperare le forze in vista della finale di Champions League. I bianconeri si ritroveranno mercoledì pomeriggio a Vinovo: Allegri ha voluto abbondare, considerando la stagione particolarmente stressante di Buffon e compagnia, tra Coppa Italia, campionato e Champions. In casa Juve il clima è molto buono, l’unica nota stonata è l’infortunio di Andrea Barzagli: il difensore sabato contro il Napoli ha giocato solo un tempo, poi è stato sostituito per un problema muscolare al retto femorale della coscia destra. Le sue condizioni verranno valutate mercoledì alla ripresa degli allenamenti, al momento c’è un po’ di apprensione. Barzagli è stato fermo nove mesi dopo l’operazione al calcagno del piede destro per un problema ormai diventato cronico. Rientrato il 9 marzo (Juventus-Sassuolo 1-0), adesso aveva raggiunto una buona condizione e Allegri contava su di lui per la finale di Berlino: senza Barzagli difficilmente il tecnico bianconero si affiderà alla difesa a tre. © RIPRODUZIONE RISERVATA

TRE TORTE PER DUE TROFEI ● Ecco le torte della festa bianconera: una con l’hashtag dello scudetto (4Ju33), una con lo stemma del club e l’altra per la Coppa Italia

COPPE IN MOSTRA Subito dopo il discorso c’è stato il taglio della torta. Anzi, delle torte, visto che sul tavolo ce n’erano tre: una con l’hashtag dello scudetto (4ju33), un’altra con lo stemma del club bianconero e la terza dedicata alla decima Coppa Italia, con la scritta

«campioni». I due trofei, la Coppa Italia e la Coppa dello scudetto, sono stati in bella mostra per tutta la sera e naturalmente sono stati bersagliatissimi dai flash. I CORI DI VIDAL Dopo il discorso i giocatori si sono scatenati in canti e balli. La stagione è stata lunga e faticosa e tutti hanno bisogno di allentare la

Andrea Agnelli, 39 anni ANSA

tensione. Nel clima di euforia generale non potevano mancare cori dedicati alla Champions League. Vidal è stato uno dei più vivaci: a un certo punto della serata ha preso in mano il microfono e ha cominciato a cantare «Ce ne andiamo a Berlino», lo stesso coro intonato da tutta la squadra negli spogliatoi dopo l’1-1 sul Real Madrid nella semifinale di ritorno. La serata si è conclusa con l’inno della Juve mandato a tutto volume e cantato da tutti i presenti. Dopo la festa, i giocatori bianconeri si godranno i tre giorni di riposo concessi da Allegri. Da mercoledì però si penserà solo alla finale di Champions League. Nessuno lo dice, ma tutti sognano un’altra festa così dopo il 6 giugno. Con una coppa in più e una torta ancora più speciale. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Serie A R Il futuro dei nerazzurri

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IN DIFESA

L'IDENTIKIT

Handa ai saluti? Mancini torna sull’idea Begovic

EDER NATO IL 15 NOVEMBRE 1986 A LAURO MÜLLER(BRASILE) RUOLO ATTACCANTE ALTEZZA 179 CM PESO 73 KG

Cresciuto nelle giovanili del Criciuma, Eder nel gennaio del 2005 viene acquistato dall’Empoli, dove gioca due stagioni e mezza, prima di passare al Frosinone. Dopo due anni con i laziali, torna in Toscana. Nel 2010 passa in prestito al Brescia, ma dopo una stagione l’Empoli lo cede al Cesena. La Samp, al tempo in B, lo prende nel gennaio 2012 e in luglio lo compra a titolo definitivo. La terza stagione a Genova è quella della consacrazione: 33 presenze e 12 gol. Quest’anno era a quota 30 con 9 reti prima dell’infortunio al ginocchio. Il 21 marzo è stato convocato dal c.t. dell’Italia, Conte. Esordio con gol alla Bulgaria, il 28 marzo.

Asmir Begovic, 27 anni. Il nazionale bosniaco gioca nello Stoke City ACTION

Inter, sprint Eder Senza Fekir e Pedro mirino sull’oriundo 1Il sampdoriano risponde all’identikit di Mancini. Valutazione sui 10 milioni, ma occhio alla Premier Matteo Dalla Vite Luca Taidelli

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mbelvito e avvilito: ecco il Mancio di Marassi, contento del gioco espresso, delle occasioni avute ma abbattuto e col solito ritornello in allegato. «Ma noooo, non è possibile....», frase snocciolata con intercalari molto più ruvidi. Perché gli errori individuali (dietro e in attacco) bruciano gli strappi in avanti riportando indietro l’orologio della crescita. E questo non è più tollerabile. Roberto Mancini vuole gente con carattere, provata. Da Touré e Thiago Motta in poi. Gente che non sbagli più. E fra questi, il tecnico dell’Inter avrebbe individuato un giocatore che la porta la vede e che «abbattendola» è arrivato pure alla nazionale italiana: Eder.

GINOCCHIO L’interesse dell’Inter non è recente, ma nelle ultime ore pare essere riaffiorato: già prima della gara di ritorno del 22 marzo (decisa proprio dall’oriundo), le voci di un mirino puntato su Eder circolavano veloci. Inter, Roma ma anche Inghilterra erano (e sono) sul brasiliano naturalizzato italiano che ha scalato il nostro calcio facendo la classicissima gavetta farcita di gol, da Empoli a Cesena, da Brescia a Frosinone fino al blucerchiato. Per lui, attualmente, la stagione è già conclusa: nella gara contro il Napoli, il dinamicissimo centravanti della Sampdoria ha riportato un trauma distorsivo del ginocchio sinistro con lesione del collaterale mediale. Nessuna operazione in vista, solo terapie conservative: sarebbe dunque pronto per il raduno-ritiro di luglio. E se nella

RL’operazione potrebbe aver avuto il suo inizio con Bonazzoli ceduto alla Samp Samp, bé, questo è un discorso tutto in divenire. BONAZZOLI E IL WEST HAM Eder, 28 anni, già in passato era stato sondato dal ds Piero Ausilio. Ora l’Inter è in lotta (quasi persa) proprio con la Sampdoria per un possibile posto in Europa, ma resta il fatto che il pensiero sul giocatore c’è e resiste: perché ormai è italiano, perché conosce alla perfezione il nostro campionato e perché risponde all’identikit che ha in mente Mancini. Mas-

simo Ferrero, presidente dei blucerchiati che già ha venduto Gabbiadini in inverno (ma che per la nuova stagione avrà Bonazzoli proprio dall’Inter), vorrà argomenti concreti per pensare di cedere il giocatore. La valutazione di Eder si aggira sui 10 milioni circa, anche perché poche settimane fa dall’Inghilterra era arrivata una proposta reputata interessante: l'aveva avanzata il West Ham, 8 milioni. Piace alla Premier Eder, ma non c’è dubbio che l’Inter ci stia facendo più di un pensiero: e proprio il passaggio di Bonazzoli in blucerchiato (per 7 milioni con diritto di recompra raddoppiato) potrebbe aver messo lo «start» silenzioso a tutta l’operazione. LA LISTA In questo momento, e per l’anno prossimo, Mancini ha un arsenale da gol così composto: Icardi, Palacio, (forse Biabiany) e Shaqiri. Stop. Morale: servono due punte, e una di queste potrebbe proprio essere Eder, tipo che certamente costa meno di altri. Si sa che per Mancini il preferito è Pedro: Ausilio ci ha provato, ma il Barça che non può fare mercato in entrata non ha alcuna intenzione di cederlo. Fekir piace moltissimo, ma è dura che il Lione venda sia Lacazette (al PSG) e sia lui. C’è anche Jovetic: la conferma probabile di Pellegrini al City farà scappare il montenegrino, i contatti fra il suo entourage e Inter sono molto frequenti. Ecco, Eder costa meno di tutti questi, ma il solo Eder non basterà. © RIPRODUZIONE RISERVATA

1L’allenatore

ha nel mirino il bosniaco dello Stoke dai tempi del City

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on serviva l’harakiri di Marassi per convincere Roberto Mancini che soprattutto in difesa servono rinforzi di personalità. Gente che abbia già giocato a certi livelli. Bloccato a gennaio il 23enne Jaison Murillo, centrale del Granada e della Colombia, servono almeno un altro centrale e un terzino, sempre in attesa di capire il futuro di Juan Jesus e Vidic visto che Andreolli saluterà di sicuro. PRIMA FASCIA Come per gli altri ruoli scoperti, ci sono gli uomini di prima fascia e quelli più economici. Senza dimenticare che molto dipenderà anche dalle offerte che arriveranno per chi è già in rosa. Alla prima fascia appartengono Skertl (Liverpool), Felipe Luiz (Chelsea) e Darmian (Torino). Per la seconda i nomi non mancano e uno è già stato bloccato. Si tratta del 27enne bosniaco Ervin Zukanovic, per il quale è stato appena trovato l’accordo con il Chievo sulla base di 500mila euro più Schelotto, che passerà definitivamente ai gialloblù e che ieri ha collezionato la presenza numero 28 come

E Touré sta già cercando casa a Milano 1Ieri l’ultima col City, ma il suo agente

è venuto in Italia per lui. Dal presidente Al Mubarak il via libera per uno sconto

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inuto 66 di Manchester City-Southampton. Yaya Touré lascia il posto a Wilfried Bony e di fatto dà l’addio all’Ethiad e ai Citizens dopo cinque stagioni da leader. Il carisma del centrocampista adesso serve come ossigeno ad un’Inter che anche sabato a Genova ha confermato la propria fragilità, psicologica e difensiva.

SCOMMESSA MANCIO Una scommessa non da poco, quella di Roberto Mancini. Perché il valore di Yaya è fuori discussione, ma i 32 anni appena compiuti e un ingaggio in doppia cifra (al lordo) vanno in

controtendenza con la linea dettata da Erick Thohir. Senza trascurare che l’operazione per portarlo a Milano prosciugherà una parte importante del tesoretto che con ogni mezzo verrà accumulato per il mercato estivo. TRA AMICI Resta il fatto che la fine della Premier darà l’accelerata a un’operazione apparecchiata da settimane, anche attraverso le continue telefonate tra Mancio e il suo pupillo. Più che con il proprietario del City, lo sceicco Mansour Bin Zayed, Touré in queste ore otterrà il via libera dal presidente del club: Khaldoon Al Mubarak. Entram-

bi musulmani, i due sono molto legati e così arriverà la spallata decisiva per abbassare il costo del cartellino dai 32 milioni iniziali ai 18 attuali. Anche se l’Inter, forte del pressing del giocatore, proverà a scendere il più possibile, avendo messo a budget un massimo di 14 milioni. YAYA CERCA CASA A quel punto il più sarà fatto, perché l’accordo con l’Inter c’è già sulla base di un quadriennale sui 5 milioni netti, comprensivi di bonus legati a risultati personali e di squadra. Una cifra inimmaginabile nella rosa attuale, ma quasi dimezzata rispetto a quanto Yaya percepirebbe a Manchester fino al 2017. L’agente dell’ivoriano, Dimitri Seluk, è già stato a Milano più volte e nei giorni scorsi è partito il mandato a cercare casa per il prezioso assistito. Si stringono insomma i tempi perché al

termine delle vacanze Touré sia pronto a trascinare il gruppo sin dall’inizio del ritiro estivo, ai primi di luglio. Magari dopo una presentazione in pompa magna (a San Siro?) per dare la carica a tutto l’ambiente. La voglia di andare a mille Yaya del resto l’ha dimostrata mercoledì scorso, quando è stato fermato per eccesso di velocità: con la sua Porsche 911 andava a oltre 200 all’ora in autostrada appena fuori Manchester. SEGNALE PELLEGRINI Infine, la probabile conferma di Manuel Pellegrini sulla panchina dei Citizens, aspettando che Guardiola onori il contratto con il Bayern fino al 2016, è un elemento in più. L’arrivo di una nuova guida tecnica infatti avrebbe potuto forse dare qualche stimolo in più all’ivoriano. lu.tai. Yaya Touré, 32 anni, ivoriano AP

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da... contratto. PALLINO BEGOVIC E bosniaco potrebbe essere anche il nuovo portiere dell’Inter. A Roberto Mancini infatti piace assai Asmir Begovic, estremo della nazionale e dello Stoke City. Mancio aveva provato a prenderlo già ai tempi del Manchester City. La prima richiesta degli inglesi, qualche settimana fa, è stata di 10 milioni. Si proverà a scendere, sapendo che poi rispetto ai più famosi Cech (il preferito ma diretto all’Arsenal) e Reina (di ritorno al Napoli?) si potrà risparmiare sull’ingaggio. Il tutto aspettando novità sul fronte Handanovic. ANCHE OCHOA Lo sloveno ha ancora un anno di contratto, vuole giocare in Champions League e l’eventuale rinnovo non è semplice. Anche perché prima di tutto dovrebbe convincersi lui del futuro progetto. L’Inter ha provato ad alzare la posta rispetto ai 2,5 milioni iniziali per l’allungamento del contratto in scadenza nel 2016. Nessuna reazione, per ora. E nessuna nuova dall’esterno, nel senso che il Manchester United potrebbe scegliere Lloris e che alla Roma piacerebbe ma la cifra proposta (ritenuta inaccettabile dall’Inter) non va oltre i 5 milioni di euro. Tutto fermo insomma, e l’Inter cerca lo conto dallo Stoke senza dimenticare Romero (parametro zero) e senza scartare il sussurro legato a Ochoa, nazionale messicano ora al Malaga. m.d.v.-lu-tai. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Oggi a Crema Moratti ospite al «Dossena» ● Ci sarà anche Massimo Moratti tra gli ospiti del galà di presentazione del Trofeo Angelo Dossena, stasera a Crema. L’ex patron dell’Inter infatti interverrà insieme al responsabile del vivaio nerazzurro Roberto Samaden, al difensore del Milan Mattia De Sciglio, all’ex rossonero Filippo Galli e ad Emiliano Mondonico, nella serata che introduce la trentanovesima edizione del prestigioso torneo internazionale di calcio riservato alla categoria Primavera, in programma dal 14 al 20 giugno. Il vice presidente dell’Inter Javier Zanetti, invece, oggi sarà ospite a Catanzaro per ritirare il Premio Ceravolo.


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DA BILBAO A KIEV I 3 K.O. INDIGESTI DELLA STAGIONE

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● 1 Il Napoli cade a Bilbao con l'Athletic e manca l'accesso alla fase a gironi di Champions AFP ● 2 La squadra di Benitez sembra lanciata verso la qualificazione alla prossima Champions, ma dopo il k.o. con la Roma... ANSA ● 3 Il gol di Seleznyov che manda il Dnipro in finale di Europa League: Napoli fuori EPA

Napoli, c'è Benitez a processo 1Gol subiti, modulo, incomprensioni: tutte le «accuse» a Rafa. Oggi l'addio alla Champions? Mimmo Malfitano

DOPO IL COLPO A MORATA

NAPOLI

Britos si scusa «La testata? Ho sbagliato»

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oche ore ancora, poi la Serie A emetterà il verdetto più atteso. Bisognerà attendere l’esito del derby romano, infatti, per sapere le altre due squadre che disputeranno la prossima Champions League, insieme con la Juve. Perché in questa sfida, che pare prendere soltanto la Capitale, potrebbe inserirsi il Napoli, ma a una condizione: la Lazio dovrà perdere. Un risultato diverso determinerebbe la partecipazione del club napoletano soltanto all’Europa League, uno degli obbiettivi di quest’anno che, invece, si è trasformata in una cocente delusione, dopo la notte di Kiev. Poche ore, dunque, e si saprà fino a che punto sarà stata fallimentare la stagione del Napoli, anche se dopo la prestazione dello Juventus Stadium è davvero difficile immaginare un colpo di scena.

● NAPOLI (g.m.) Tra giovedì e venerdì Nicola Higuain, fratelloagente di Gonzalo, dovrebbe arrivare in Italia. In programma c’è un incontro con il presidente De Laurentiis per parlare del futuro del Pipita. L’interesse da parte dell’Atletico Madrid per Higuain è concreto (sulle sue tracce c’è anche la Juventus), ma ovviamente il Napoli non svenderà il suo centravanti (pagato 40 milioni di euro due estati fa). Situazione ancora tutta da chiarire, mentre ieri è arrivato il chiarimento da parte di Miguel Angel Britos in seguito alla testata rifilata a Morata contro la Juve: «Chiedo scusa a tutti – ha scritto l’uruguaiano su Twitter -, so di aver sbagliato e mi dispiace». Rafa Benitez, 55 anni, spagnolo, allena il Napoli dalla scorsa stagione. In Italia è stato anche sulla panchina dell'Inter, nel 2010 LAPRESSE

BENITEZ ADDIO L’incertezza sul suo futuro è andata avanti per mesi. Di certo non si sarebbe aspettato un addio triste e privo di significati. Le sue scuse (il sì della famiglia, il business plan, il centro sportivo) per rimandare quella risposta che già conosceva, hanno rappresentato il tormentone di questa primavera. Una partita a scacchi, giocata contro il suo avversario, Aurelio De Laurentiis, col quale è entrato in rotta di collisione nella scorsa estate, quando il presidente lo ha prima illuso, promettendogli un Napoli forte e competitivo, da scudetto, e poi lo ha tradito bocciandogli le sue proposte di

mercato (Mascherano, Fellaini, Gonalons, Reina, Mario Suarez) e garantendogli soltanto delle terze scelte (Koulibaly, David Lopez, Strinic). Da quel momento il loro rapporto si è incrinato del tutto, fino ad arrivare allo scontro finale sulla questione ritiro, ordinato dallo stesso presidente, nonostante il suo parere contrario. INDECISIONE Trentasette formazioni diverse in altrettante partite rendono chiaro un concetto: Benitez non ha mai avuto le idee chiare sulla potenzialità del proprio organico. E come se non bastasse, si è mo-

I DUE ANTICIPI DI SABATO

Juve, tris e festa Tra gli azzurri brilla solo Lopez

Kucka fa gioire il Genoa all'89' Inter sconfitta

JUVENTUS

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GENOA

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NAPOLI

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INTER

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MARCATORI Pereyra (J) al 13' p.t.; D. Lopez (N) al 5', Sturaro (J) al 32', Pepe (J) su rigore al 48' s.t.

MARCATORI Icardi (I) al 19’, Pavoletti (G) al 24’, Palacio (I) al 30’, Lestienne (G) al 41’ p.t.; Kucka (G) al 44’ s.t.

JUVENTUS (4-3-1-2) Buffon 7; Padoin 6, Barzagli 6,5 (dal 1’ s.t. Bonucci 6), Ogbonna 6, Asamoah 6,5; Sturaro 7, Marchisio 6,5 (dal 26’ s.t. Pirlo 6) Pogba 6,5; Pereyra 6,5 (dal 34’ s.t. Pepe 6); Morata 6, Coman 7. All. Allegri 7.

GENOA (3-4-3) Perin 6; Roncaglia 5,5, Burdisso 5,5, De Maio 6; Rincon 6,5, Bertolacci 6,5, Kucka 7, Edenilson 6 (dal 48’ s.t. Tambè s.v.); Iago 6,5 (dal 38’ s.t. Izzo 6), Pavoletti 7, Lestienne 7 (dal 32’ s.t. Laxalt 6). All. Gasperini 7.

NAPOLI (4-2-3-1) Andujar 6; Maggio 5, Albiol 5, Britos 4, Ghoulam 5,5; Gargano 5 (dal 33’ s.t. Jorginho 5,5), D. Lopez 7; Callejon 5,5, Mertens 6,5, Insigne 5 (dal 23’ s.t. Hamsik 6); Higuain 4,5 (dal 1’ s.t. Gabbiadini 6). All. Benitez 5.

INTER (4-3-1-2) Handanovic 6; D’Ambrosio 4,5 (dal 42’ s.t. Puscas s.v.), Ranocchia 4,5, Juan Jesus 5,5, Nagatomo 5,5; Brozovic 6 (dal 31’ s.t. Shaqiri 5), Medel 6, Kovacic 6; Hernanes 6,5; Icardi 6, Palacio 7 (dal 32’ st. Bonazzoli 7). All. Mancini 6.

ARBITRO Banti 5. NOTE Espulso Britos (N) al 46' s.t. per gioco scorretto. Ammoniti Asamoah per comportamento non regolamentare, Morata e Ghoulam per g.s.

ARBITRO Tagliavento 4,5. NOTE Ammoniti Kucka e Brozovic per comportamento non regolamentare, De Maio, Roncaglia, Hernanes, Juan Jesus e D'Ambrosio per gioco scorretto.

strato troppo integralista nel difendere il 4-2-3-1, il modulo che il valore delle individualità non ha saputo supportare. Basti pensare alle 50 reti incassate dalla difesa, che ha fatto peggio di Empoli (48) e Chievo (38) e ai 12 punti in meno rispetto alla classifica dello scorso anno. Condizioni determinate da alcune scelte sbagliate, dalla volontà di non voler modificare il suo credo tattico adattandolo, magari, alle caratteristiche dei singoli. Sono tre, tuttavia, i momenti chiave della stagione, i più deludenti: l’eliminazione dalla Champions League, dopo il

preliminare contro l’Athletic Bilbao; la sconfitta nel sabato santo, all’Olimpico, contro la Roma che l’ha praticamente escluso dalla lotta per il secondo posto e, infine, il mancato accesso in finale di Europa League, con la sconfitta rimediata dal Dnipro. Dietro l’alibi di un increscioso silenzio stampa, il Napoli si è schermato per evitare imbarazzanti confronti. E’ auspicabile che il tecnico pretenda di parlare, perché Napoli ha il diritto di sapere i motivi di questo «tradimento», non solo suo, ma di tutta la squadra. © RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

IN CAMPIONATO NELLE COPPE Vittorie

Pareggi

Sconfitte

Vittorie

6 22

75 PUNTI

9

18

63

Pareggi

Sconfitte

NELLE COPPE 2013-14 2014-15

IN CAMPIONATO 2013-14 2014-15

4

10

PUNTI

15 9

9

PARTITE

4 9

2

21 PARTITE

8

72

RETI FATTE

68

27

RETI FATTE

34

38

RETI SUBITE

50

18

RETI SUBITE

19

Dati alla 37ª giornata GDS

GDS


16

Serie A R La rivelazione

LUNEDÌ 25 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

TACCUINO

IL GENOA DI MILITO E QUELLO DI PEROTTI

IL PRESIDENTE DI INFRONT

Bogarelli: «Un allenatore per i registi della Serie A»

Marco Bogarelli, 58 anni, presidente di Infront Italy IL GENOA 2008-2009, 68 PUNTI, QUINTO POSTO La formazione titolare (3-4-1-2): Rubinho; Biava, Ferrari, Bocchetti; Rossi, Milanetto, Juric, Criscito; Thiago Motta; Sculli, Milito (nella foto).

IL GENOA 2014-2015, 59 PUNTI, SESTO POSTO La formazione titolare (3-4-3): Perin; Roncaglia, Burdisso, De Maio; Rincon, Bertolacci, Kucka, Edenilson; Iago, Perotti (nella foto), Niang.

Un Diego tira l’altro Sei anni dopo Gasp ridà gloria al Genoa

stato semplice. Non solo: nel 2008 non ci furono grandi scossoni a metà stagione. Stavolta, invece, Gasp il camaleonte ha dovuto inserire gli uomini arrivati sul mercato di gennaio.

1Rispetto alla squadra del 2008-09, qui il tecnico

ripartito da zero, ma con risultati ancora più esaltanti. Europa League: a giorni il verdetto del Coni sulla licenza

Gian Piero Gasperini, 57 anni, allenatore del Genoa ANSA

Filippo Grimaldi GENOVA

T

utto è cambiato, nulla è cambiato. Sei anni dopo, nella bacheca (genoana) del Gasp, a fianco al Grifone targato 2008-09 (quello dei 68 punti e del quinto posto, con annesso passaporto all’Europa League) ha trovato posto — legittimamente — pure la squadra di oggi. Pareva un’eresia, un accostamento del genere, sino a poco tempo fa. Invece è successo, e il placet dello stesso tecnico rossoblù — pur con le dovute differenze — certifica la bontà del lavoro compiuto quest’anno dal Genoa. L’EVOLUZIONE Grifone a immagine e somiglianza del suo allenatore, e non è cosa da poco, «anche se quella squadra rappresentava la prosecuzione di un lavoro iniziato nelle stagioni precedenti, su un gruppo già rodato, mentre stavolta siamo a

arrivati a certi risultati così importanti a stagione in corso. Lavorando, per esempio, su un gruppo che conta molti giocatori in prestito, anche se di questo aspetto si occuperà la società a fine stagione»., ad esempio, ha molti giocatori in prestito, e dunque fatalmente a fine stagione la società dovrà intervenire». Solo qualche nome, per avvalorare il concetto: Edenilson e Niang, per esempio, dovranno rientrare alla base, e in teoria pure Pavoletti, anche se è probabile che il presidente Preziosi farà tutto il possibile per prolungare un matrimonio fra l’attaccante e il Genoa che farebbe felici entrambi. Qualche altro — Bertolacci, Perotti — saluterà (comprensibilmente) il Genoa perché certe offerte capitano solo una volta nella vita. Anche se scorrendo la valanga di gol segnati dai rossoblù nell’ultimo mese abbondante di campionato si ha l’impressione di un meccanismo quasi perfetto, di una squadra che gioca a memoria ad un ritmo pazzesco, il compito di Gasperini non è

VOLATA EUROPA NAPOLI PT. 63

38ª Lazio

FIORENTINA PT. 61

Chievo

GENOA PT. 59

SASSUOLO

SAMPDORIA PT. 55

Parma

INTER PT. 52

Empoli

La 4ª e la 5ª classificata vanno direttamente alla fase a gironi, la 6ª al terzo turno preliminare (30/7-6/8) STATO DI FORMA: scarso buono

ottimo

DIFFICOLTÀ: facile media difficile In MAIUSCOLO le gare in trasferta GDS

LA MAGIA Proprio al giro di boa del campionato Gasperini ha compreso che questo gruppo guidato dal clan sudamericano aveva qualcosa di speciale. Fuori dal campo, innanzitutto: «La crescita di tutti sul piano tecnico è stata fantastica, anche se la differenza in questo finale di stagione è arrivata dai gol. Abbiamo segnato davvero tanto». Gasperini non s’è dovuto imporre. La squadra l’ha seguito naturalmente. Sino ad arrivare all’esaltazione massima del collettivo proprio nell’intervallo della gara con l’Inter: «Ho suggerito alla squadra un piano B — ha rivelato Gasp —, ma dai giocatori ho ricevuto un’altra risposta. “Non cambiamo, mister, si va avanti così. Siamo pronti a sacrificarci, ma possiamo vincerla». IL REALISMO La stagione perfetta, certo, se non fosse per l’incognita-ricorso al Coni per l’Europa League. Il presidente Preziosi ha già fatto pubblica ammenda, e nell’attesa del verdetto, atteso in settimana, ha iniziato — in vista del nono campionato consecutivo in A — a costruire il Genoa prossimo venturo. Lazovic, Pandev e Gakpè sono già del Grifone. Nelle casse societarie il presidente ha immesso oltre ventisei milioni. L’amarezza del club, più che dalla licenza-Uefa a rischio, viene dal manipolo di personaggi che l’altra sera ha criticato il presidente per questa storia, mentre altri venticinquemila facevano caroselli in città. Comunque vada, è stata una stagione da favola. © RIPRODUZIONE RISERVATA

● Un mercato da stimolare per far crescere i ricavi, magari aspettando l’ingresso di un operatore telefonico, e il progetto dei registi indipendenti che entreranno in funzione dalla prossima stagione. Marco Bogarelli, presidente di Infront Italy, si toglie anche qualche sassolino in un’intervista all’Ansa: «Leggo che Infront significa monopolio, evidentemente qualcuno non ha capito il nostro lavoro: abbiamo interesse a che i competitor tv per la Lega calcio siano tanti. Proprio stimolando il mercato siamo giunti a 1,220 miliardi di introiti a stagione per la Serie A. E penso sia in arrivo un terzo operatore, telefonico, oltre a Sky e Mediaset». In realtà l’auspicio è per il medio-lungo termine, visto che i diritti del triennio 2015-18 sono stati già assegnati. Partirà la prossima stagione, invece, il sistema di regie e produzioni per le partite di Serie A. «Le regie saranno di professionisti impiegati dalla Lega, non da Infront. Avranno un “allenatore” di provata esperienza, una figura spesso non vicina a noi in passato, che avrà il compito di prepararli».

L’ACCUSA

Il Papa tra calcio e tifosi «Gli ultrà? Solo mercenari» ● Papa Francesco ha parlato anche di calcio in un’intervista al giornale argentino «La Voz del Pueblo», che tra l’altro gli ha chiesto di commentare l’aggressione subita da quattro giocatori del River Plate da parte di un tifoso del Boca Juniors. «Anche in Italia ci sono stati problemi tra gli ultrà, che non necessariamente lottano per il club, la maggioranza sono mercenari», ha risposto il Santo Padre

PLAYOFF ALLIEVI NAZIONALI

Colpo Perugia, Juve fuori Ok Lazio, Chievo e Atalanta ● Il campionato Allievi Nazionali entra nella fase calda della stagione. Nei playoff di ieri colpaccio del Perugia che ha eliminato la Juventus ai calci di rigore; avanti anche Lazio, Atalanta e Chievo. Le Final Eight scudetto si giocheranno dal 10 giugno a Chianciano. Risultati: Lazio-Atalanta 2-1, Fiorentina-Cesena 4-0, Juve-Perugia 6-7 dcr (3-3), Chievo-Parma 2-1. Domenica (gara secca) Lazio-Fiorentina, Chievo-Perugia. Già qualificate Torino, Empoli, Inter, Milan, Roma e Palermo.

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Serie A R 37a giornata

LUNEDÌ 25 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Sampdoria in frenata Altro pari con l’Empoli

LE PAGELLE di A.E. PUCCIARELLI FA TUTTO BENE, VALDIFIORI OK PALOMBO FATICA, ETO’O DECISIVO EMPOLI

1Pucciarelli porta in vantaggio i toscani, più solidi, sul finale

arriva il gol fantastico di Eto’o. E la porta per l’Europa resta aperta EMPOLI

1

SAMPDORIA

1

PRIMO TEMPO 0-0 MARCATORI Pucciarelli (E) al 12’, Eto’o (S) al 46’ s.t. EMPOLI (4-3-1-2) Bassi; Laurini (dal 30’ s.t. Rui), Rugani, Barba, Hysaj; Vecino, Valdifiori, Croce; Saponara (dal 19’ s.t. Zielinski); Maccarone, Pucciarelli (dal 37’ s.t. Tavano). PANCHINA Sepe, Pugliesi, Somma, Tonelli, Signorelli, Brillante, Mchedlidze. ALLENATORE Sarri. BARICENTRO MOLTO BASSO 47 M. CAMBI DI SISTEMA nessuno. AMMONITI Valdifiori e Vecino per gioco scorretto, Maccarone per c.n.r. SAMPDORIA (4-3-1-2) Viviano; De Silvestri, Silvestre, Romagnoli, Regini; Acquah (dal 30’ s.t. Correa), Palombo (dal 20’ s.t. Duncan), Obiang; Soriano; Muriel, Djordjevic (dall’11’ s.t. Eto’o). PANCHINA Romero, Mesbah, Coda, Munoz, Cacciatore, Rizzo, Wszolek, Okaka, Bergessio. ALLENATORE Mihajlovic. BARICENTRO BASSO 49.3 M. CAMBI DI SISTEMA nessuno. AMMONITI Acquah e Muriel per g. scorretto, Romagnoli per c.n.r. ARBITRO Calvarese di Teramo NOTE Paganti 2.883, incasso di euro 30.392; abbonati 6.201, quota di euro 40.135,83. Tiri in porta 4-5. Tiri fuori 6-2. In fuorigioco 4-6. Angoli 4-5. Recuperi: 3’ p.t.; 5’ s.t.

Andrea Elefante INVIATO A EMPOLI

R

isulta che Sinisa Mihajlovic giochi discretamente a tennis, ma come spreca i match point la sua Samp non li spreca nessuno. Quello di ieri è stato il quarto (dopo Cesena, Verona e Lazio) e siccome risulta che il tecnico sappia anche guardare in faccia la realtà, non stupisce quanto ha detto dopo il prevedibile ma non così ovvio epilogo della sfida fra le regine dei pareggi (18-16), che ha fatto scivolare la Samp al settimo posto: «Sono un uomo di campo e guardo a quello che dice il campo: oggi il Genoa ha 4 punti più di noi, dunque è giusto che in Europa League ci vadano loro». Il tecnico dice «è giusto», non «sarebbe giusto», anche se sa che in realtà la sua squadra si ritrova comunque ancora padrona del proprio destino:

17

6,5

SAMPDORIA

5,5

IL MIGLIORE

IL MIGLIORE

BASSI

CORREA

6,5

7 Gli altri calano, lui decolla: copre il palo su Muriel, scoraggia De Silvestri e Soriano e con paratona su Correa rinvia l’1-1, altrimenti chissà come sarebbe finita.

Sarà un caso, ma la Samp si ridesta quando entra. Sfiora al volo l’1-1 (poteva angolarla di più?) e per le palle che mette Eto’o potrebbe pareggiare anche prima

LAURINI 6 Essenziale, affidabile. MARIO RUI 6 Per lui Hysaj si sposta a destra. RUGANI 6,5 Lo stakanovista (37 gare su 37) sfiora anche il gol. BARBA 6 Il baby del futuro non ha paura, ma avrà imparato che a tipi come Eto’ bisogna stare più attaccati per non farli girare. HYSAJ 6 A giocare una marea di palloni (98) non sempre poi si è precisi: 19 passaggi negativi. VECINO 6 Uomo ovunque a caccia della porta (anche una traversa), poi cala un po’. VALDIFIORI 6,5 L’asse con Saponara funziona, sa sempre cosa fare e a chi darla. Alla fine solo crampi: Conte respira. CROCE 6,5 Aggredisce, riparte, ragiona. SAPONARA 6,5 Qualità e gambe: ormai è un giocatore compiuto, tagliente come un coltello. ZIELINSKI 6 Aggredisce gli spazi in ripartenza, così sfiora il gol. MACCARONE 6,5 Giocare tanto per la squadra e il settimo assist valgono il perdono per le 27 palle perse. Ma sbaglia una specie di rigore da 1-0. PUCCIARELLI 7 Si spolmona, gioca di sponda (4), crea 5 occasioni e stavolta fa anche il gol che gli mancava dal 5 ottobre. (Tavano s.v.) ALL. SARRI 6,5 La sua gente applaude, e anche noi.

VIVIANO 6 Bene su Saponara e in uscita, anche di testa. DE SILVESTRI 5,5 Vedi Hysaj: 80 palloni giocati, 23 persi. Meglio la difesa che la spinta, e la Samp non trova sbocco sulle fasce SILVESTRE 6 Un po’ meno reattivo del solito. ROMAGNOLI 5,5 Bene fin lì, ma Pucciarelli lo sorprende in ritardo REGINI 6 Una palla persa delicata, poi chiusure e coperture efficaci ACQUAH 5 Croce e Hysaj lo prendono in mezzo PALOMBO 5 La foto della fatica Samp: insegue Saponara, murato bene solo una volta, e perde troppi palloni, fra cui il padre dell’1-0 DUNCAN 6,5 E’ vivo e ha gamba: 5 cross, 2 sponde, 4 occasioni create OBIANG 6 Cresce solo dopo 30’, e soprattutto da centrale con Duncan SORIANO 5,5 Sgasato da trequartista: poco visibile fra le linee e poco intenso su Valdifiori. Molto meglio da interno MURIEL 5,5 Il primo che tira in porta, è sua la sponda per Eto’o. Però non basta DJORDJEVIC 5 Miha scommette, lui latita un po’ ETO’O 6,5 Per bellezza e importanza gol da 7,5, il resto da 5, fra svagatezze e ritardo su invito di Correa ALL. MIHAJLOVIC 6 Ha la forza di riaggiustare la squadra sconfessandosi

CALVARESE Eto’o chiede il rigore per fallo di Hysaj: il contatto c’è, ma non sembra così solare il danno procurato DE LUCA 6 - RANGHETTI 6 CERVELLERA 6 - CANDUSSIO 6

6

In alto il presidente della Sampdoria Massimo Ferrero, 63 anni, scherza con i tifosi prima del match. In basso Maurizio Sarri, 56 anni, Samuel Eto’o, 34, e Manuel Pucciarelli, 23 ANSA LAPRESSE GETTY IMAGES

«Battiamo il Parma e poi vediamo che succede». In quel caso succederà che la Samp, salvo cataclismi, l’Europa League non la vedrà solo in tv: ma solo grazie ai favori (mancata licenza Uefa per il Genoa) e alle disgrazie degli altri, in questo caso dell’Inter, che ha sfidato i blucerchiati a ciapanò e l’Europa gliel’ha lasciata lì, su un piatto d’argento. GLI ABITI TATTICI Proprio dopo aver battuto i manciniani, il 22 marzo, la Sampdoria era quarta: da allora ha vinto solo una partita su nove, ha preso sempre gol nelle ultime cinque e ha fatto una fatica bestiale a segnarne, a parte il poker di Udine, ritrovandosi a non avere ancora neppure un uomo in doppia cifra. L’assenza di Eder, certo, ma non solo: la squadra è arrivata al dunque con accesa la spia della benzina mentale più che fisica, orfana della for-

za che le veniva dalla possibilità, grazie all’azzurro, di giocare sia con il 4-3-3 che con il 4-23-1. Mihajlovic si è aggrappato al «rombo», ma dovendosi inventare Soriano trequartista: la gara di ieri, duello a distanza fra 4-3-1-2 dal diverso funzionamento, lo ha visto perdere la sfida di ruolo con Saponara e poi risorgere una volta tornato al suo ruolo naturale di interno, quando dietro le punte è andato Correa (detto a posteriori: meritava forse più fiducia?). FACCIO E SMONTO In ogni caso una scelta con doppio effetto positivo. Una di quelle che Mihajlovic, passando un bel colpo di spugna, ha azzeccato: come l’inserimento forse tardivo di Duncan, con Obiang centrale; come il cambio Djordjevic-Eto’o, perché ormai nel recupero il camerunense s’è ricordato di saper essere senten-

za e ha rimediato ai molti errori precedenti segnando un gol fantastico. Così ha di fatto spintonato — proprio lui — l’Inter fuori dall’Europa e alimentato l’autostima di Ferrero, che da Samu si aspettava non per forza tanti gol, ma gol che lasciassero il segno.

IL GENOA HA 4 PUNTI PIU’ DI NOI, GIUSTO CHE VADA IN EUROPA BATTIAMO IL PARMA, POI VEDIAMO CHE COSA SUCCEDE SINISA MIHAJLOVIC ALLENATORE SAMPDORIA

EMPOLI DA MAL DI TESTA E’ stato il morso del vecchio leone al bambino (Barba) promettente ma ancora inesperto. Il colpo impossibile da prendere anche per Bassi, che si era inventato una sfida «io contro di voi» quando, dopo 75’ di dominio dell’Empoli, la Samp aveva tirato fuori almeno 20’ di rabbia. E sfiorato il pareggio con Correa, De Silvestri di testa e lo stesso Eto’o prima di trovarlo al minuto 91, rivelando i pochi punti deboli di questo Empoli: poco cinico, in casa mai blindato fino in fondo — ha sempre preso gol nelle ultime sei partite — e non

per la prima volta calato nel finale. Però dopo aver avuto il record stagionale di possesso palla nei primi 45’ (57%), con almeno tre palle gol più una traversa di Vecino, e aver trovato in avvio di ripresa l’1-0 con una di quelle combinazioni (Pucciarelli-Saponara-MaccaronePucciarelli) che la Samp pare aver perduto. In quel primo tempo l’Empoli, fedele nel giorno dei saluti a tutta la sua stagione, era arrivato sempre prima sulla palla, aveva schiacciato e stordito la squadra di Mihajlovic senza darle mai il tempo di ragionare. La naturalezza contro la fatica del gioco: Eto’o dalla panchina doveva aver pensato «Che bravo questo Sarri» e infatti a fine gara gliel’è andato a dire di persona, abbracciandolo e dicendosi «onorato di conoscerlo». Il tecnico l’ha guardato un po’ strano: «Ma che, mi pigli per il c...?». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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LUNEDÌ 25 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


Serie A R 37a giornata PALERMO

2

FIORENTINA

3

LUNEDÌ 25 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

ILICIC-GILARDINO-ALONSO: IN GOL TUTTI GLI UOMINI DELL’AEROPLANINO LE PAGELLE 1

2

PRIMO TEMPO 1-1 MARCATORI Ilicic (F) al 23’, Jajalo (P) al 26’, Gilardino (F) al 33’ p.t.; Rigoni (P) al 24’, Alonso (F) al 33’ s.t.

PALERMO

RIGONI

7 3

1 Alonso festeggiato dai compagni per il gol che dà la vittoria alla Fiorentina (in primo piano Gilardino, anche lui in gol) 2 Il gol del momentaneo 22 di Rigoni che illude il Palermo 3 Paulo Dybala portato in trionfo dai compagni a fine partita: l'argentino andrà alla Juventus ANSA-LAPRESSE-GETTY

Una dolce sinfonia viola per l’Europa e Montella

1Battuto il Palermo che salutava Dybala: più sicuro il 5° posto

che permetterà al tecnico di chiedere rinforzi. Altrimenti è addio

INVIATO A PALERMO

L’

obiettivo ormai è a portata di mano. Montella è più che mai convinto di potersi presentare tra una decina di giorni davanti ad Andrea Della Valle mettendo sul piatto il 5° posto (che garantisce l’accesso diretto all’Europa League) e due semifinali di Coppa. Per il tecnico un bilancio estremamente positivo. L’Aeroplanino chiederà alla proprietà nuovi investimenti per puntare il prossimo anno a traguardi più ambiziosi. In caso contrario dichiarerà chiusa la sua avventura. Il barometro segna tempesta. Il rischio di un divorzio velenoso sta prendendo corpo. Ad esempio, esiste o non esiste la clausola rescissoria sul contratto del tecnico? Ancora qualche giorno di attesa poi i «contendenti» scopriranno le loro car-

te. Nel contratto, però, la clausola esiste. In attesa del faccia a faccia decisivo la Fiorentina batte 3-2 il Palermo. Un successo che è figlio delle scelte di Montella. LAMPO ILICIC Il primo gol lo realizza al 23’ del primo tempo Ilicic con un siluro di sinistro da 30 metri. Un capolavoro. I tifosi rosanero applaudono il loro vecchio pupillo e Josip si lascia scappare una lacrimuccia. Il calcio regala ancora di queste storie. Ilicic è una scommessa vinta del tecnico viola. A gennaio la società lo aveva ceduto al Bologna. Lui lo ha difeso, lo ha rincuorato e, sfidando il parere di tutti, lo ha promosso titolare quasi a tempo pieno. Ilicic ora è un patrimonio importante per la Fiorentina del prossimo anno. Il secondo centro (33’ primo tempo) lo realizza Gilardino. Un regalo di Andrea Della Valle durante il mercato

invernale. Montella e il suo staff ci hanno lavorato a fondo per un paio di mesi. C’erano da rimuovere i «danni» dell’esperienza cinese. Gila ha lavorato sodo, ha accettato la panchina, ha saputo aspettare. Al momento giusto il tecnico lo ha buttato nella mischia sacrificando niente meno che il superbomber Gomez. Risultato: Gila è a quattro centri in campionato, come il pubblicizzato Supermario, ma avendo giocato molte meno partite. Tra un mese Gomez se ne andrà mentre è probabile che Gilardino rinnovi per altri due anni. Il gol del definitivo 3-2 lo realizza nel finale di gara Alonso, entrato al posto di Pasqual. Un sinistro potente e preciso. Imparabile. Anche lo spagnolo ha goduto di grandi attenzioni da parte di Montella. E potrebbe restare se l’Aeroplanino trovasse un’intesa. Ma arriverà questa intesa? Ricordiamo che il tecnico ha ancora due

IL NUMERO

6

gol nelle ultime 5 partite di campionato per Ilicic: da esubero di inizio stagione a uomo chiave per l’attacco viola

Josip Ilicic, 27 anni ANSA

anni di contratto. Se dovesse andarsene la Fiorentina potrebbe orientarsi su Donadoni. Ma per ora è solo un’idea. Prima si parla con l’Aeroplanino. DYBALA CAPITANO Si consuma in bel altro clima l’addio di Dybala al Palermo. Sorrisi e applausi sinceri. La squadra rosanero non riesce a salutare con un risultato positivo il suo pubblico. Anche se ci prova in ogni modo. Jajalo sigla il momentaneo 1-1 con una fantastica conclusione di destro e Rigoni firma il 2-2 con una deviazione in mischia. Nono centro in campionato per il centrocampista, uno dei protagonisti in positivo della stagione del Palermo. Ma dopo la rete di Alonso i padroni di casa non hanno più la forza di reagire. Dybala si batte come una furia alla ricerca del gol da dedicare a una città che lo ha preso ragazzino e ora lo saluta come un potenziale fenomeno. Ma l’argentino, in campo con la fascia di capitano, non riesce a trovare il guizzo vincente. Ora lo aspetta la Juve, matrimonio intrigante. L’ultimo applauso è per i quasi 30mila tifosi che hanno gremito il Barbera per salutare la squadra e dare forza all’iniziativa «Un calcio alla mafia». Missione compiuta. Per una volta il pallone veicola un messaggio importante. Dopo tante storie tristi legate al calcio italiano finalmente un pomeriggio di cui andare fieri. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL TECNICO VIOLA

«Il futuro? C’è un’intesa, io non ho alcuna fretta» 1Montella chiaro: «Obbiettivi raggiunti in anticipo sui tempi. Ora voglio capire se c’è ancora la comunione d’intenti» Francesco Caruso INVIATO A PALERMO

A

lla Favorita va in scena il pomeriggio degli addii. Oltre quello ufficiale di Paulo Dybala, prossimo sposo bianconero, ecco a sorpresa anche quello praticamente annunciato di Vincenzo Montella. Stuzzicato sul suo contratto e sulla possibilità di cambiare bandiera, il tecnico della Fiorentina non si tira indietro e

5,5 IL MIGLIORE

FIORENTINA (4-3-1-2) Neto; Tomovic, Gonzalo R., Savic, Pasqual (dal 23’ s.t. Alonso); Kurtic, Pizarro, Mati Fernandez; Ilicic (dal 42’ s.t. Borja Valero), Gilardino, Salah (dal 30’ p.t. Bernardeschi). PANCHINA Tatarusanu, Richards, Badelj, Vargas, Aquilani, Joaquin, Basanta, Gomez, Rosi. ALL. Montella. CAMBI DI SISTEMA nessuno. BARICENTRO MOLTO BASSO 46,9 M ESPULSI Kurtic al 47’ s.t. per doppia ammonizione (sempre gioco scorretto). AMMONITI G. Rodriguez, Pasqual per gioco scorr., Neto per comp. non reg.

Luca Calamai

di L.CAL.

RIGONI BALUARDO JAJALO GOL SUPER NETO DA PRODEZZE KURTIC DELUSIONE

PALERMO (3-5-2) Sorrentino; Vitiello (dal 12’ s.t. Belotti), Gonzalez, Andelkovic; Quaison, Rigoni, Jajalo, Della Rocca (dal 21’ s.t. Rispoli), Lazaar (dal 32’ s.t. Daprelà); Vazquez, Dybala. PANCHINA Ujkani, Fulignati, Milanovic, Silva, Emerson, Terzi, Otiz, Maresca, Bentivegna. ALL. Iachini. CAMBI DI SISTEMA dal 1’ s.t. 4-4-3; dal 12’ s.t. 4-3-1-2. BARICENTRO MEDIO 51 M. ESPULSI nessuno. AMMONITI Quaison e Rigoni per gioco scorr.

ARBITRO Giacomelli di Trieste. NOTE paganti 17.699, incasso di 63.860,00 euro; abb. 9.730, quota di 115.601,00. Tiri in porta 5-5. Fuori 2-6. Angoli 7-8. Fuorigioco 4-2. Recuperi: 2’ p.t.; 5’ s.t.

19

parla di una postilla non scritta sul contratto che lo lega al club viola fino al 2017: «Eravamo d’accordo da ambo le parti che se non ci fosse stata più voglia e sintonia sui programmi ci saremmo separati anzitempo», rivela. ACCORDI L’allenatore viola lascia chiaramente intendere che le sua strada e quella della Fiorentina molto probabilmente a giugno si separeranno, nonostante ci sia ancora un

contratto in corso: «Evidentemente — spiega Montella — per raggiungere quello che ci eravamo prefissi a inizio rapporto abbiamo impiegato meno tempo di quello che avevamo previsto. Questo è tutto. Intanto per nostra sfortuna, o fortuna, abbiamo un’altra partita da giocare: dopo il posto conquistato in Europa League, possiamo ancora migliorare la classifica e agganciare il Napoli al quarto posto. No, non c’è nessun rammarico per il mancato piazzamento in Champions League perché abbiamo sempre dato il massimo senza snobbare alcuna competizione e alla fine ciascuno si ritrova in classifica i punti che merita».

FINE CORSA Insomma, un ciclo sembra ormai finito, Montella sorride: «Siete molto bravi a mettermi in difficoltà – conclude il tecnico –, e in effetti devo capire se, rispetto a quando ho firmato il contratto, siamo già a fine corsa. Comunque non ho alcuna fretta di liberarmi dal momento che non ho accordi con nessuno, voglio soltanto prendermi tempo per riflettere e valutare se ci sia ancora comunione di intenti e lo stesso entusiasmo sia da parte mia che da parte della società. Non mi sento migliore di quanto mi possa offrire la Fiorentina, è un discorso di valutazioni e ambizione». Vincenzo Montella, 40 anni ANSA

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Nove gol in campionato. Numeri da bomber per il tutto-campista del Palermo. Gran bella stagione la sua. E’ stato uno dei baluardi della squadra di Iachini. SORRENTINO 6 I tre gol della Fiorentina sono tutti imparabili. VITIELLO 5,5 Una prova con tante sbavature. BELOTTI 6,5 Il suo ingresso trasmette una scossa al reparto offensivo. E’ il gioiello del futuro. GONZALEZ 5 Sempre in affanno quando duella con Gilardino. ANDELKOVIC 6 Più a suo agio quando il Palermo passa alla difesa a quattro. QUAISON 5,5 Si vede che ha talento. Ma deve ancora compiere l’ultimo salto di qualità. JAJALO 6,5 Segna un gol fantastico. Un altro giocatore da non perdere di vista. DELLA ROCCA 6 Fa legna in mezzo. Con l’abituale umiltà. RISPOLI 5,5 Si schiaccia troppo sulla linea difensiva. Un cambio che non produce gli effetti sperati. LAZAAR 5 Non convince nei movimenti difensivi e non incide quando prova ad attaccare. Giornataccia. (Daprelà s.v.) VAZQUEZ 5,5 Si muove tra la linee con buon senso tattico. Ma stavolta inventare colpi importanti. DYBALA 6 Cuore di capitano. Cerca il gol da regalare ai tifosi. Invece saluta il Barbera con zero reti e tanti lividi sulle gambe. ALL. IACHINI 6 Presenta la solita squadra tutta grinta. C’è anche la sua mano nell’esplosione di Dybala.

FIORENTINA

6,5

IL MIGLIORE ILICIC

7 Segna un eurogol e poi si commuove per l’applauso dei suoi vecchi tifosi. Nessuno ora a Firenze si lamenta più per i 7 milioni investiti dai Della Valle. NETO 6,5 Compie un miracolo su Belotti. Rimedia un giallo che farà scattare la squalifica. Addio Firenze, la Juve lo sta aspettando. TOMOVIC 6 Bravo soldatino. G.RODRIGUEZ 6,5 L’arbitro di linea gli nega un gol che sembra valido. Attento. SAVIC 5,5 Un’altra prova negativa. Da un mese in crisi d’identità. PASQUAL 6 Macina chilometri sulla corsia di sinistra. Ma i suoi cross stavolta non producono niente di importante. ALONSO 6,5 Solo pochi minuti ma realizza il gol partita con un sinistro imparabile. Chirurgico. KURTIC 5,5 Due gialli in pochi minuti. Lo slavo è una delle delusione della stagione viola. PIZARRO 5 Pasticcia nell’azione che porta al gol di Jajalo e perde Rigoni sul 2-2. Errori gravi. MATI FERNANDEZ 6,5 Tanta quantità. E’ dappertutto. SALAH 6 Un paio di accelerazioni, poi esce per un problemino alla coscia destra. BERNARDESCHI 6,5 Sfiora il gol con un rasoterra. Ha tanto pepe addosso. La Fiorentina farà bene a blindare questo talento. GILARDINO 7 Un gol di rapina e un assist. Il Gila è tornato. E resterà anche il prossimo anno in viola. (Borja Valero s.v.) ALL. MONTELLA 7 Azzecca tutte le mosse. GIACOMELLI Annulla su indicazione dell’arbitro di porta il gol di Gonzalo Rodriguez per una presunta spinta di Gilardino a Gonzalez. GAVA 6 -TASSO 6 MASSA 5,5 -PAIRETTO 6

5,5


20

Serie A R 37a giornata

LUNEDÌ 25 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Parma, gol e lacrime nel congedo al Tardini Poi lo raggiunge Toni 1A fine gara Lucarelli si scaglia contro Cassano e chi se n’è andato: «Deluso dagli egoisti, vogliono il 100% alle spalle di chi prende il 25» PARMA

2

VERONA

2

PRIMO TEMPO 2-1 MARCATORI Nocerino (P) al 21’, Varela (P) al 36’, Toni (V) al 42’ p.t. e su rigore al 35’ s.t. PARMA (4-5-1) Mirante; Cassani, Lucarelli, Feddal, Gobbi; Lila, Mauri, Jorquera (dal 22’ s.t. Galloppa), Nocerino (dal 31’ s.t. Ghezzal), Varela; Palladino (dal 44’ s.t. Esposito). PANCHINA Iacobucci, Bertozzi, Prestia, Broh, Mariga, Lodi, Haraslin, Coda. ALLENATORE Donadoni CAMBI DI SISTEMA nessuno ESPULSI nessuno AMMONITI Lila per gioco scorretto VERONA (4-3-3) Rafael; Sala, Marquez, Moras, Agostini; Obbadi (dal 31’ s.t. Greco), Tachtsidis, Hallfredsson; Jankovic (dal 24’ s.t. Saviola), Toni, Fernandinho (dal 12’ a.t. Nico Lopez). PANCHINA Benussi, Rodriguez, Marques, Ferrari, Sorensen, Brivio, Valoti, Campanharo, Christodoulopoulos. ALL. Mandorlini CAMBI DI SISTEMA nessuno ESPULSI nessuno AMMONITI Obbadi e Moras per gioco scorretto ARBITRO Minelli di Varese NOTE paganti 2.309, incasso di 29.649, abbonati 9.580, quota di 140.052. Tiri in porta 7-6. Tiri fuori 2-3. In fuorigioco 2-1. Angoli 5-3.Recuperi p.t. 0’, s.t. 3’

Il saluto ai tifosi dei giocatori del Parma: il futuro resta incerto ANSA

Guglielmo Longhi INVIATO A PARMA

A

nche adesso vanno sotto la curva, ma piovono applausi, non fischi come a fine gennaio quando Cassano guidava un gruppo di dolenti dopo la sconfitta col Cesena e il capo ultrà lo minacciava con l’indice puntato. Il Tardini saluta la squadra e canta «Torneremo in Serie A», lasciando la sua rabbia a striscioni pieni di veleno. Il Verona, che da settimane ha la testa sgombra da cattivi pensieri, esulta perché ha portato Luca Toni in testa alla classifica dei

marcatori, l’obiettivo di fine stagione. Il Parma giù, Toni su. L’orgoglio e le ambizioni: dallo scontro nasce una partita non banale. Il modo migliore per dirsi arrivederci. LUCARELLI ATTACCA Quegli applausi hanno lasciato il segno. Donadoni è sembrato commosso: «Me li porterò dentro per lungo tempo».Poi ha guardato avanti, concedendosi un po’ di autocritica: «Speriamo che il Parma possa ripartire dalla B, è la categoria giusta per quello che ha fatto vedere». E ha guardato indietro: «Sono stati tre anni importanti, anche dal punto di vista

personale, visto che qui è nata mia figlia. Non cancello niente, tutte le esperienze meritano di essere ricordate». E così dopo un quarto di secolo in A (unica eccezione nel 200910), il Tardini spera almeno di ritrovarsi in B, tra qualche mese, perché non c’è niente di sicuro. Giovedì prossimo è in programma la quinta e ultima asta, tutte le altre sono andate deserte: si partirà da poco più di 6 milioni. Si aspetta, non si può fare altro ma uno striscione ricorda: «Un presidente ladro e una federazione in malafede: solo questa curva non retrocede». E poi la frecciata al presidente della Figc che nel momento più critico aveva chiesto alla squadra di giocare promettendo un’ipotetica cordata: «Tavecchio ve l’ha raccontata, voi gli avete creduto. Cari giocatori, cosa avete ottenuto?». Lucarelli, capitanosindacalista, nel finale si è mangiato il gol della vittoria, poi ha attaccato i dissidenti, quelli che sono andati via senza accettare la riduzione degli stipendi, come Cassano e altri: «Mi sento deluso, non mi aspettavo tanto egoismo. Vogliono il cento per cento alle spalle di molti giocatori che prendono il 25». LA PARTITA Anche Mandorlini pensa al futuro, il suo: «L’ho detto e lo ripeto, non mi vedo in una squadra che non sia il Verona». L’atto di fede basterà per convincere il presidente Setti? Il resto, nel senso della partita, Toni a parte è tutto da dimenticare. Primo tempo «inguardabile»(parole del tecnico), con una difesa in equilibrio instabile e gli altri svogliati. Poi il gol di Toni ha dato la scossa e nella ripresa l’Hellas ha creato molto, meritando il pari arrivato su rigore. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LE PAGELLE di G.LO. MAURI DÀ SPETTACOLO, POI LE LACRIME NICO LOPEZ È UN PERICOLO, MORAS STECCA PARMA

7

VERONA

6

IL MIGLIORE

IL MIGLIORE

NOCERINO

TONI

7

8

Dribbling e gol da attaccante vero, senso della posizione da regista, rabbia da mediano. Esce per una distorsione alla caviglia. Vuol tornare al Milan, Galliani prenda nota.

Ancora lui, che noia... Due gol, un paio di occasioni. A tratti incontenibile, dà la scossa alla squadra. Capocannoniere con merito: domani fa 38. Luca infinito.

MIRANTE 7 Almeno un paio di parate decisive su Toni e Lopez. CASSANI 6 Terzino timido, vedi il voto di Gobbi. LUCARELLI 6 Schierato al posto di Mendes (stop nel riscaldamento). Sciupa un’occasione nel finale. FEDDAL 5 Sovrastato da Toni, provoca il rigore, ne rischia un altro. GOBBI 6 Spinta leggera sulla sinistra, quasi impalpabile. LILA 5,5 La sorpresa di giornata, schierato per Ghezzal. Non si fa notare. MAURI 6,5 Vince il duello con Hallfredsson, pregevole l’assist per Varela-gol. Finisce tra le lacrime. JORQUERA 6,5 L’hombre vertical trascina la squadra nel primo tempo e dà il via all’azione dell’1-0. GALLOPPA 6 Comincia da mezzala, chiude da play al posto di Nocerino. GHEZZAL 6 Entra nel momento più difficile, quando la squadra è in affanno. VARELA 6,5 Inizio choc per l’amico di CR7, si mangia un gol già fatto. Ma poi ne segna uno splendido. PALLADINO 5,5 A disagio da unica punta, entra nell’azione dell’1-0. Troppo poco. (Esposito s.v.) ALL. DONADONI 7 Al di là della retorica, la squadra sta dando davvero lezione di dignità e buon calcio. Complimenti ancora.

RAFAEL 5,5 Avrebbe voluto e dovuto festeggiare meglio le 300 col Verona. SALA 5,5 Riportato terzino, meno brillante del solito. MARQUEZ 5 Non ferma Nocerino, scivola sul 2-0. Imbarazzante. MORAS 5 Anche lui dà un’impressione di insicurezza. E non è la prima volta. AGOSTINI 7 Salvataggio miracoloso su Lila, cross millimetrico per Toni gol. OBBADI 5 Anche per lui un passo indietro: non ce la fa con lo scatenato Mauri. GRECO 6 Coinvolto nel pomeriggio grigio del centrocampo. TACHTSIDIS 5 Passo lento e poche idee: perde il duello con Jorquera. HALLFREDSSON 5 Irriconoscibile: apatico e senza iniziative. JANKOVIC 5,5 Male anche lui, resta ai margini. SAVIOLA 6 Oh, guarda chi si vede? Sufficienza di stima. FERNANDINHO 5,5 Grande corsa, poi il campo finisce. NICO LOPEZ 7 Entra subito in partita: due occasioni limpide che impauriscono Mirante. ALL. MANDORLINI 6,5 Dà la scossa ai suoi nell’intervallo, il pari è meritato. Vorrebbe restare, chiede chiarezza alla società.

MINELLI Partita combattuta, ma non complicata, Il rigore è giusto, ma prima era da fischiare una trattenuta in area su Toni. BINDONI 6-VILLA 5 DAMATO 6-AURELIANO 6

5,5

ZUPPING di VINCENZO CITO

L’UCCELLINO DI VARRIALE E IL MINUTO DI MAZZOCCHI

A

«Novantesimo minuto» (Rai) Marco Mazzocchi nel mostrare la maglia commemorativa che ricorda i 100 anni della Grande Guerra. «Se oggi potete rispettare un minuto di silenzio, fatelo». Purtroppo non lo fa lui. «Il calcio non è una scienza esatta ma a volte è una scienza esatta» (Riccardo Trevisani, Sky, diretta gol serie B, dopo il 2-0 del Pescara al Livorno) La scritta di Sky mentre parla Di Carlo «Massimiliano Allegri, allenatore del Cesena». Il contributo del parterre tifosi a «Quelli che il calcio». (Rai due). Nicola Savino «Chi ha segnato per l’Atalanta?». Francesca Brambilla «Non me ne sono accorta» Enrico Varriale «Un uccellino mi ha detto che vuoi cambiare aria e andare a Milano». Vincenzo Montella «Non so che uccellino usi» («Stadio sprint», Rai Due) Ipocrisia Rai, grandi servizi sul calcio femminile dopo le offese di Belloli, interventi, dibattiti, servizi esterni poi nelle intervista il nome di Sara Gama

storpiato in Sara Gemma, non mandano nessuno a seguire la finale di coppa Italia e in tutto il campionato – al contrario degli anni scorsi – mai trasmessa una partita… «Fallo per il Milan. Per Valeri non ci sono gli estremi per il fallo» (Dario Massara, Sky, MilanTorino) «Impensabile poter pensare di tenere il ritmo alto a questo punto della stagione» (Paolo Tramezzani, finale coppa Italia, Rai) Luca Marchegiani (Sky) «Il Napoli si è accontentato di fare quell’uno-due che lo ha portato in vantaggio poi ha ricominciato a giocare come a inizio partita, cioè senza dare intensità, senza imporre il proprio ritmo alla gara e si espone…..» Riccardo Gentile «a un atteggiamento che può essere pericoloso…» Marchegiani «e’ rischioso, è rischioso….» Gentile «Perché il Cesena è vivo, Volta mette dentro, Defrel! 2-2 del Cesena!». Marchegiani «Questo è bravo». Anche loro due sono bravi, ma forse a Napoli li avranno chiamati in un altro modo… © RIPRODUZIONE RISERVATA


Serie A R 37agiornata

LUNEDÌ 25 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

L’UOMO DEL GIORNO

21

CONTENUTO PREMIUM

TUTTE LE TAPPE DI LUCA-GOL C1

C1

Modena

Modena

B

A

A

A

B

Empoli Fiorenzuola Lodigiani

B

C1

C1

Treviso

Vicenza

Brescia

Brescia

Palermo

A

15

15

30

13

A

A

Palermo Fiorentina Fiorentina 31

BUND.

BUND. BUND./A

Bayern

Bayern

Bayern Roma

A

A/E.A.

A

A

Genoa Juventus Fiorentina Verona Juventus Al Nasr

A

14

16

I GOL DI QUEST’ANNO

Verona

10

9

20

9

Di sinistro

Di destro

24 20

21

8

21 5

5 3

2

GOL 3

2

1 1994-95

1995-96

1996-97

1997-98

1998-99

1999-00

2000-01

2001-02

2002-03

2003-04

2004-05

2005-06

2006-07 2007-08

2008-09

0 2009-10

2

2010-11

2

3

Di testa 2011-12

2012-13

2013-14

2014-15 GAZZETTA

IL RACCONTO di SEBASTIANO VERNAZZA @GazzaVernazza

D

omani Luca Toni compie 38 anni. Se domenica prossima, ultima giornata di campionato, rimarrà in cima alla classifica marcatori, diventerà il più vecchio capocannoniere nella storia della Serie A a girone unico (dal 1929-30). Al momento il primato appartiene a Dario Hubner, re del gol a 35 anni nel 2002 in condominio con David Trezeguet della Juve. Ve lo ricordate Hubner? Lo chiamavano «Tatanka», che nella lingua dei Lakota Sioux indiani d’America significa bisonte. In spogliatoio beveva il grappino e fumava una sigaretta, giocava nel Piacenza allenato da Walter Novellino. Toni c’era già, aveva 24 anni quasi 25, e svettava nel Brescia di Carlo Mazzone. Segnò tredici reti, neppure tante se si calcola che veniva «rifornito» da Pep Guardiola e Robi Baggio, ma si capiva che era bravo e che sarebbe arrivato in Nazionale. Toni ha viaggiato come un diesel. E’ in pista da vent’anni - dal Modena 1994-95, in C1 - e nei primi giri su e giù per l’Italia andava piano, sembrava ingrippato. Come tutti i diesel ci ha messo un po’ a trovare la giusta velocità, però una volta raggiunta non l’ha più mollata ed è arrivato integro alla soglia dei quarant’anni.

RAGAZZI, SVEGLIA Dal 2002 di Hubner sono trascorsi tredici anni - oggi «Tatanka» è proprietario di un bar in Lombardia e i grappini se li serve da solo - e Toni è ancora qua. Per la sesta volta ha sfondato quota 20 in campionato. Gli era successo al Palermo – due volte, di cui una in B –, alla Fiorentina, al Bayern e nella scorsa stagione al Verona. Sta per scattare il refrain: il fatto che Toni nelle ultime due stagioni abbia timbrato tanti gol suona sinistro per il livello della Serie A, secondo molti ne dimostrerebbe la decadenza. Il teorema però è discutibile, i primi inseguitori del nuovo capocannoniere sono il 22enne Mauro Icardi e il 31enne Carlos Tevez, non proprio un matusa. Il 38enne Toni si è messo alle spalle uno che ha 16 anni meno di lui e un altro di sette più giovane. Non è colpa sua se gli sbarbati arrancano, se Zaza, per citare un centravanti della «nouvelle vague», non ha mantenuto quel che prometteva in autunno e oggi boccheggia a nove reti. Tra i ragazzi italiani si sono difesi con onore Gabbiadini e Berardi, ma la miglior difesa è l’attacco, specie se si parla di punte, per cui... Di grandi attaccanti della leva calcistica del ’77 resistono Toni e Di Natale. Più vecchio di loro Francesco Totti, del ’76; un filo più «verde» Miro Klose, del ‘78. Gli indistruttibili.

Toni

38 ANNI 21 GOL IL «GRANDE VECCHIO» E’ ANCORA QUA

IL PASSATO CHE RITORNA Per vincere la classifica cannonieri Toni deve sperare che Icardi e Tevez rimangano a secco nell’ultima giornata e nel contempo, per stare tranquillo, sarebbe meglio se segnasse alla Juve, avversario dell’Hellas al Bentegodi. Forse non tutti ricordano che Toni della Juventus ha fatto parte per un anno solare, il 2012 del passaggio da Delneri a Conte. Con Delneri giocava, con Conte no, anche se si tolse la soddisfazione di realizzare il primo gol nella vita dello Stadium, nell’amichevole inaugurale col Notts County. Il passato ritorna sempre, specie se in passato sei stato in un sacco di posti, ma Toni sa come prenderlo: «Domenica affrontiamo la squadra più forte in Italia, forse in Europa: faccio l’in bocca al lupo alla Juve. Cerchiamo di finire alla grande, dai». La Juve sembrava il capolinea del viaggio di Toni: via da Torino per trasferirsi a Dubai negli Emirati Arabi, viale del tramonto con vista su un mare di euro. Ci sbagliavamo.

SAREBBE BELLO

PUÒ ESSERE IL PRIMO Pare DIVENTARE strano che una squadra come il CAPOCANNONIERE QUI: Verona, campione d’Italia nel AL VERONA NON CI È 1985, non abbia mai avuto un capocannoniere in A, però è RIUSCITO NESSUNO così. L’Hellas ha goduto di grandi attaccanti, per esempio Elkjaer e Galderisi nella stagioDOMENICA ne dello scudetto, torneo in cui GIOCHEREMO CONTRO la classifica marcatori la vinse LA SQUADRA PIÙ FORTE Platini. Nei Settanta impazzaIN ITALIA E FORSE IN va l’inestimabile Gianfranco EUROPA, LA JUVE Zigoni, molto più che un giocatore per la gente del Bentegodi: «Dio Zigo», invocano da quelle parti, e una bestemmia LUCA TONI non è, tutt’altro. Oggi Toni può CENTRAVANTI DEL VERONA riuscire nell’impresa che ai predecessori venne negata. Serve l’ultimo sforzo: «Sarebbe bello, mai nessuno del Verona c’è riuscito. Speriamo, vediamo un po’». Eh già, Toni è ancora qua, col suo minimalismo alla Vasco Rossi. La geografia non mente: tra Serramazzoni, il paese di Luca, e Zocca, il natio borgo di Vasco, scorrono 40 chilometri di strade. Sull’Appennino Modenese li fanno così, duri a ritirarsi. © RIPRODUZIONE RISERVATA

HUBNER NEL 2002 A 35 ANNI IL CANNONIERE PIÙ «ANZIANO» DELLA SERIE A: ADESSO LUCA PUÒ BATTERLO


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LUNEDÌ 25 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


Serie A R 37a giornata

LUNEDÌ 25 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Apre Gomez poi Pellissier Ma c’è aria di vacanza 1Già salve, Atalanta e Chievo si divertono I gialloblù acciuffano il pari nel finale CHIEVO

1

ATALANTA

1

PRIMO TEMPO 0-0 MARCATORI Gomez (A) al 3’, Pellissier (C) al 43’ s.t. CHIEVO (4-4-2) Bizzarri; Frey, Dainelli, Cesar, Zukanovic (dal 7’ s.t. Botta); Schelotto, Izco, Radovanovic (dal 14’ s.t. Cofie), Birsa (dal 25’ s.t. Pellissier); Paloschi, Meggiorini. PANCHINA Seculin, Pozzi, Vajushi, Fetfatzidis, Sardo, Biraghi. ALLENATORE Maran. CAMBI DI SISTEMA dal 7’ s.t. 4-3-1-2; dal 25’ s.t. 4-3-3. BARICENTRO MEDIO 52,1 METRI ESPULSI nessuno. AMMONITI nessuno. ATALANTA (4-3-3) Sportiello; Zappacosta, Benalouane, A. Masiello (dal 23’ s.t. Stendardo), Del Grosso; Grassi, Cigarini, Baselli; Maxi Moralez, Boakye (dal 1’ s.t. Rosseti), Gomez (dal 18’ s.t. Emanuelson). PANCHINA Avramov, Scaloni, Bellini, D’Alessandro, Bianchi, Biava, Cherubin, Cavagna, Dramè. ALLENATORE Reja. CAMBI DI SISTEMA nessuno. BARICENTRO MOLTO BASSO 47,8 METRI ESPULSI nessuno. AMMONITI nessuno. ARBITRO Sacchi di Macerata. NOTE Spettatori 7.000 circa. Tiri in porta 7-5. Tiri fuori 3-3. In fuorigioco 3-1. Angoli 5-5. Recuperi: p.t. 1’; s.t. 4’.

Matteo Brega INVIATO A VERONA

S

e ci pensi bene, quello scricciolo con la maglietta del Chievo che quasi lo fa inciampare ti emoziona di più. Potenza della primavera e di una partita tra due squadre che ormai hanno già preso il codino sulla giostra della salvezza. La festa-famiglia del Chievo prevede i figli dei giocatori in campo prima e dopo la sfida con l’Atalanta. In mezzo, ci sono due gol, quelli di Gomez e Pellissier (nella foto Ansa) che

disegnano l’1-1. L’indolenza è democratica, colpisce prima il Chievo e poi l’Atalanta. BRACCINO ATALANTINO La squadra di Reja mantiene costante il suo andamento lontano da Bergamo, infilando il sesto risultato utile consecutivo (sei pareggi e un successo). Si vede che la saudade non è un problema, tutt’altro. Il 4-3-3 nerazzurro è più elastico del 4-4-2 veneto. O forse semplicemente la qualità atalantina sta un gradino sopra. Fatto sta che il quarto d’ora finale del primo tempo spiega perché Reja avrebbe voluto ritrovare la squadra negli spogliatoi con un gol di vantaggio. Non avviene perché Gomez decide di fare il geometra mettendosi in proprio (incrocio pieno) e perché Bizzarri conferma di avere un curriculum da Serie A (ferma Boakye e Maxi Moralez). Come uno scienziato, l’Atalanta va per esperimenti. Anche se il gol arriva da un errore del piccolo chimico Zukanovic che, invece di cercare un compagno, si fa aggredire da Gomez: destro e ciao. Il problema, se la si guarda dal punto di vista bergamasco, è che l’Atalanta atterra qui. Maran mette mano alla panchina. Fuori Zukanovic (non al meglio), dentro Botta. Si passa al 4-3-1-2 con l’argentino che si sistema dietro Paloschi e Meggiorini. Funziona bene per 20’. Allora Maran sfoglia un’altra pagina varando il 4-3-3 con Pellissier per Birsa. Botta va sull’interno di centrocampo, ma non è un sacrificio oneroso visto che l’Atalanta è ingolfata. E da un corner proprio di Botta arriva il pareggio di Pellissier (perso da Benalouane con Cigarini che scivola sul secondo palo). Festa. E va bene così anche se al 45’ Paloschi di testa avrebbe potuto far girare la freccia delle emozioni verso il Chievo. Finisce 1-1. Se escludiamo i gol dei piccoli gialloblù oltre il triplice fischio. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LE PAGELLE di M.B.

BOTTA MOTIVATO ZUKANOVIC GIÙ BENE SPORTIELLO GRASSI HA QUALITÀ CHIEVO

6

BIZZARRI 6,5 Il pezzo forte è aver deviato sulla traversa il sinistro di Gomez. FREY 5,5 Preso di mira da Gomez e poco intento a ribattere. DAINELLI 6 Un tranquillo pomeriggio primaverile. CESAR 6 Come il compagno di reparto non sbuffa più di tanto. ZUKANOVIC 5,5 L’errore grosso su Gomez costa carissimo. BOTTA 6,5 Sarà perché è in una squadra nuova, ma ha idee e voglia. SCHELOTTO 6,5 Insultato dai tifosi, reagisce con sostanza. IZCO 5,5 Contro una mediana dai piedi buoni si perde un po’. RADOVANOVIC 6 Tiene in mano la bussola della squadra. COFIE 6 Applica la lezione di Radovanovic nell’ultima mezzora. BIRSA 5,5 Ispirato talmente poco da defilarsi troppo. IL MIGLIORE PELLISSIER 6,5 In 20 minuti un gol. L’economia applicata al calcio. PALOSCHI 6 Se avesse avuto più senso dell’orientamento su quell’ultima palla… MEGGIORINI 6 L’uomo nero, ovvero quello del lavoro sporco. C’era rigore su di lui. ALL. MARAN 6 Aggiusta tatticamente il giocattolo in corsa dando un po’ di pepe.

ATALANTA

6

SPORTIELLO 6,5 Primo tempo con la bibita, ripresa indaffarata. Bravo su Botta e Paloschi. ZAPPACOSTA 5,5 Due dardi nel primo tempo, poi sparisce. BENALOUANE 5 Si perde Pellissier sul corner e rischia il rigore su Meggiorini. A. MASIELLO 5,5 Alla distanza patisce, poi esce per una botta. STENDARDO 5,5 Fa in tempo a partecipare al gol subito. DEL GROSSO 5,5 Una punizione, poi sotto coperta per l’avanzare di Schelotto. GRASSI 6 Ha qualità e voglia di pressare. I crampi lo limitano. CIGARINI 6 Mette Maxi in porta, mette il tampone spesso. BASELLI 6 Qualche spunto come qualche virgola fuori posto. MAXI MORALEZ 6 Voto per la dedizione alla fase difensiva. Sbaglia davanti Bizzarri. BOAKYE 5 Una palla in area e mal gestita. Dura un tempo. ROSSETI 6 All’esordio, emozione e margini di miglioramento. IL MIGLIORE GOMEZ 6,5 Fino a quando canta, l’Atalanta resta al centro del villaggio. EMANUELSON 5,5 Serviva brio, porta acqua sgasata. ALL. REJA 6 Primo tempo buono, ai suoi manca un gol. SACCHI Esordiente in Serie A, non fischia il rigore per il Chievo per fallo di Benalouane su Meggiorini. Peccato perché aveva tenuto bene la gara. TEGONI 6 DI FRANCESCO 6 ROCCHI 6 PEZZUTO 6

5,5

Sau consola il Cagliari Il Cesena in B con Di Carlo 1Un gol dell’attaccante sardo decide il

derby delle retrocesse. Bisoli dopo Festa? CESENA

0

CAGLIARI

1

PRIMO TEMPO 0-0 MARCATORI Sau al 47’ s.t. CESENA (4-2-3-1) Agliardi; Volta, Lucchini, Krajnc, Renzetti; De Feudis, Cascione; Tabanelli (dal 28’ s.t. Ze Eduardo), Brienza, Dalmonte (dal 16’ s.t. Djuric); Defrel (dal 42’ s.t. Rodriguez). PANCHINA Leali, Bressan, Nica, Magnusson, Succi, Mordini, Capelli, Mudingayi, Moncini. ALLENATORE Di Carlo. BARICENTRO MOLTO BASSO 47,9 METRI CAMBI DI SISTEMA dal 16’ s.t. 4-3-1-2. ESPULSI nessuno. AMMONITI De Feudis, Lucchini e Cascione per gioco falloso. CAGLIARI (4-3-1-2) Brkic; Balzano, Rossettini, Capuano, Murru; Joao Pedro (dal 28’ s.t. Barella), Crisetig, Ekdal; Mpoku (dal 42’ s.t. Longo); Farias, Cop (dal 16’ s.t. Sau). PANCHINA Cragno, Gonzales, Avelar, Dessena, Ceppitelli, Diakitè. ALLENATORE Festa. BARICENTRO MEDIO 52,6 METRI CAMBI DI SISTEMA nessuno. ESPULSI nessuno. AMMONITI nessuno. ARBITRO Abbatista di Molfetta. NOTE paganti 1.637, incasso di 5.175 euro, abbonati 12.308, quota di 113.872,75. Tiri in porta 2-2. Tiri fuori 4-2. In fuorigioco 0-0. Angoli 4–4. Recuperi: p.t. 0, s.t. 3’.

Alessio D’Urso INVIATO A CESENA

S

aluti, gol e rimpianti. A braccetto nella penultima puntata di Serie A. Il calcio li fa e poi li accoppia: eccoli Cesena e Cagliari, già retrocessi e già proiettati nel futuro. In campo lo scherzetto lo fa Sau, con un tardivo soprassalto di orgoglio e talento nei titoli di coda dell’«anticipo di B» di giornata, fuori dal Manuzzi i titoli li dà il toto-allenatori. I romagnoli, a meno di clamorosi contrordini, proseguiranno l’avvent u r a c o n D i C a rl o i n

panchina, come lascia intendere nel dopo gara il presidente Giorgio Lugaresi, mentre i sardi volteranno pagina: dopo la ridda di voci su Montero, Ventura e Colantuono, ecco spuntare la candidatura forte di Bisoli. Sarebbe un ritorno. IN VETRINA In un clima disteso (emblematica la pacifica invasione di campo dei tifosi bianconeri nel finale), le due squadre in procinto di ricollocarsi ai nastri di partenza della B da protagoniste, giocano in libertà, ognuno coi propri ben conosciuti limiti, esaltando talvolta i riflessi di Brkic e Agliardi con tiri e conclusioni dalla distanza, in un match che fila via con un fruscìo impalpabile fino al 47’ della ripresa, quando il simbolo del Cagliari, Sau (nella foto Ansa), decide di prendersi la copertina infilzando il portiere del Cesena, su assist di Ekdal che manda in tilt Lucchini in chiusura. AVANTI CON FIDUCIA Ma il Cesena, che ne ha prese di bastonate finora (e in partita si permette pure il lusso di schierare a sorpresa dal 1’ il classe ’97 Dalmonte), del nono tracollo interno stagionale se ne fa subito una ragione. E guarda avanti: «Siamo pronti a ripartire – dice Lugaresi -, abbiamo voglia di farlo. Foschi? Per noi è un punto di riferimento. Il d.s. ha già incontrato Di Carlo, i due si rivedranno nelle prossime ore per confrontarsi su programmi e conti, ma ci sono tutti i presupposti per continuare insieme». Il Cagliari, che intende cedere presto gli ingombranti Conti e Cossu (chiave di volta, a dirla tutta, per il ritorno di Bisoli…), si regala invece un acuto intriso di dignità, mentre il profilo per la sua panchina del futuro assume più nitide fattezze. Anche se, è doveroso dirlo, Festa e il suo staff escono a testa alta dal tunnel buio della retrocessione. © RIPRODUZIONE RISERVATA

23

LE PAGELLE di A.D’U.

VOLTA INCERTO DEFREL CONVINCE EKDAL È LUCIDO MURRU ELETTRICO CESENA

5,5

IL MIGLIORE AGLIARDI 6,5 Reattivo su Joao Pedro, Balzano e Farias. Saracinesca. Nulla può sul gol. VOLTA 5,5 Indulgente in chiusura, spesso deve aiutarlo Lucchini. LUCCHINI 5 Ricorrere alle maniere forti con Farias. Responsabilità precise sul gol. KRAJNC 6 Cerca fortuna in attacco, partita onesta. RENZETTI 6 Un cross e sovrapposizioni a getto continuo. DE FEUDIS 5 Falloso, poche le idee. Che fatica. CASCIONE 4,5 Giornata incolore. Mai in partita. Salterà il Torino. TABANELLI 5 Fischiato, perde molti palloni. ZE’ EDUARDO 5 Tanto movimento, non lascia il segno. BRIENZA 5,5 Stavolta è impreciso, mai preponderante. DALMONTE 6 Intraprendente, ci mette muscoli e carattere. DJURIC 5,5 Con lui il Cagliari torna al 4-3-1-2. Qualche sponda. DEFREL 6 Si sbatte lì davanti. Fucilata nel primo tempo. Non dispiace da centravanti. (Rodriguez s.v.) ALL. DI CARLO 5,5 Cambia modulo in corsa, ma non sposta l’inerzia.

CAGLIARI

6

BRKIC 6,5 Vola su Defrel, finale di stagione in crescendo. BALZANO 6,5 Riecco il retrorazzo d’inizio campionato. Accompagna l’azione. ROSSETTINI 6,5 Attento e concreto, è lui che tappa tutte le falle. CAPUANO 6 Risolve qualche mischia in area. MURRU 6 Elettrico, non molla mai. JOAO PEDRO 6 Rodaggio di 20 minuti, poi si fa più incisivo. BARELLA 6 Ha personalità, ci prova anche dalla distanza. CRISETIG 6 Rilancia l’azione, baluardo davanti alla difesa. IL MIGLIORE EKDAL 6,5 Tocca un’infinità di palloni, suo l’assist per Sau-gol. Lucido. MPOKU 5 Gli spazi stretti del Manuzzi non gli consentono le abituali progressioni. Marcato a uomo. (Longo s.v.) FARIAS 6 Frequenze altissime, palla al piede è pericoloso. COP 5 Corsa, movimenti, ma qualche indecisione di troppo nell’ultimo passaggio. SAU 6,5 Gol decisivo, rapace come nelle migliori giornate. ALL. FESTA 6 Cagliari disciplinato e combattivo: merito suo. ABBATTISTA Perfetta applicazione del regolamento, opportuni i gialli. Tira dritto giustamente sul contatto Krajnc-Farias. Senza tensioni, interviene se necessario. DI SALVO 6,5 -D’APICE 6,5; GUIDA 6,5 -RIPA 6,5

6,5


24

Serie A R 37a giornata

UDINESE

0

SASSUOLO

1

LUNEDÌ 25 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

LE PAGELLE di A.FR. SI RIVEDE SCUFFET E FA SUBITO MIRACOLI CANNAVARO SALVA, BERARDI ILLUMINA

PRIMO TEMPO 0-0 MARCATORE Magnanelli al 25’ s.t. UDINESE (4-1-3-2) Karnezis (dal 29’ p.t. Scuffet); Widmer, Danilo, Bubnjic, Piris; Allan; Guilherme, Kone, Badu (dal 32’ s.t. B. Fernandes); Perica (dal 1’ s.t. Di Natale), Thereau. PANCHINA Meret, Wague, Neuton, Pasquale, G. Silva, Pinzi, Geijo, Aguirre. ALL. Stramaccioni. CAMBI DI SISTEMA dal 29’ p.t. 4-4-2, dal 34’ s.t. 4-3-2. BARICENTRO MEDIO 51,6 METRI ESPULSO Guilherme al 34’ s.t. per doppia ammonizione (entrambe per gioco scorretto). AMMONITO Kone per g.s.

UDINESE

L’esultanza del Sassuolo per il gol: Francesco Magnanelli, 30 anni, preso in braccio da Domenico Berardi, 20 GETTY

Magnanelli prima gioia L’Udinese esce tra i fischi

1La bandiera del Sassuolo regala ai suoi la terza vittoria di fila INVIATO A UDINE

D

ieci anni fa Francesco Magnanelli stava concludendo la stagione alla Sangiovannese, in C1. Aveva giocato poco, e allora scelse di scendere di un altro gradino. Andò al Sassuolo, in C2. Ha così vissuto giorno per giorno la scalata del club, ne è diventato capitano e ieri si è tolto la soddisfazione che gli mancava: il primo gol in Serie A. Raccontare Magnanelli è raccontare il Sassuolo, soprattutto nel confronto diretto con l’Udinese. Da una parte una squadra con dieci italiani in campo, che parlano la stessa lingua anche in senso calcistico, e regalano al Sassuolo tre vittorie di fila in A per la prima volta nella sua sto-

ria. Dall’altra una formazione in cui ognuno sembra andare per conto proprio e che comincia con undici stranieri, per poi scoprire che i migliori sono i due italiani che entrano dalla panchina: il portiere Scuffet, il cui talento era apparso lampante già l’anno scorso salvo trascorrere tutta la stagione in panchina, e Di Natale, al quale basta un colpo - un pallonetto salvato da Cannavaro sulla linea - per risultare migliore di tutti gli altri attaccanti.

IL MIGLIORE

SCUFFET

MAGNANELLI

LA PARTITA Il Sassuolo è saldamente disegnato intorno a un 4-3-3 di stampo sì zemaniano, si sa, ma senza squilibri difensivi (non ha preso gol dopo 12 trasferte). La squadra di Di Francesco aspetta, si compatta con il rientro delle punte esterne, non lascia spazi all’Udine-

7

Una stagione in panchina, chissà perché, non ne ha offuscato il talento: entra e sfodera una paratona su Zaza, fermato in uscita anche nel finale.

Prezioso scudo davanti alla difesa, sigilla spazi da difensore aggiunto, come al solito. La novità è il gol, realizzato seguendo l’azione fino all’area avversaria. (Floccari s.v.)

KARNEZIS 6 Finora non aveva saltato nemmeno un minuto, primato condiviso con l’empolese Rugani. Un colpo al ginocchio sinistro lo mette k.o. WIDMER 6 Spinge con continuità, non sempre con precisione al cross. DANILO 6 Meriterebbe il gol di testa, soffre parecchio con Zaza. BUBNJIC 6 Pulito in chiusura, buon piede per i cambi di campo. PIRIS 5,5 Incrocia Berardi e sono dolori, anche se i pericoli si materializzano altrove. ALLAN 6 Davanti alla difesa chiude e riparte, alla lunga perde lucidità. GUILHERME 5 Tanti passaggi, poche idee. E le due ammonizioni in 23’ sono una leggerezza. KONE 5 Da trequartista non dà nulla, a sinistra sparisce. BADU 6 Dinamico, prova anche a inserirsi da destra. Ma davanti alla porta si perde B. FERNANDES s.v. PERICA 5,5 Un’occasione subito, un colpo di testa alto. Pochino. DI NATALE 6 Il pallonetto è un lampo isolato. THEREAU 5 Incisività e velocità zero. ALL. STRAMACCIONI 5,5 Qualche episodio sfortunato, ok. Però l’Udinese non pratica calcio collettivo.

CONSIGLI 6,5 Riflesso super su Danilo e lo aiuta la traversa, scavalcato da Di Natale lo aiuta Cannavaro. FONTANESI 6 La maturità, in campo, se l’è già guadagnata: 19 anni ma gioca con la tranquillità del veterano. CANNAVARO 7 Il salvataggio in rovesciata vale un gol fatto. ACERBI 6,5 Chiude subito su Perica, sempre attento. PELUSO 5,5 Svagato sui piazzati: perde Danilo (traversa) e rischia il rigore di mano. CHIBSAH 6 Mezzala addetta all’inserimento, fa il suo. (Taider s.v.) BIONDINI 6 Sostanza in mezzo, anche una palla buona per Zaza. BERARDI 7 La fionda da cui partono le munizioni dell’attacco. Guadagnerebbe pure un rigore... ZAZA 6,5 Tagli, movimenti, fisico. Se ritrova l’istinto davanti alla porta, è bell’e pronto per la Juve. FLORO FLORES 6 Generoso nelle rincorse sulla fascia, chiude comprensibilmente con i crampi. (Sansone s.v.) ALL. DI FRANCESCO 7 I movimenti del tridente andrebbero studiati: perfetti o quasi. Le tre vittorie di fila, prima volta per il Sassuolo in A, sono il premio.

ABISSO Mal consigliato dall’arbitro di porta Gavillucci, non dà rigore su Berardi aggiungendo la beffa del giallo per simulazione. BOTTEGONI 6 - BELLUTTI 6 GAVILLUCCI 5 - SAIA 6

di, che alza la testa e sa già dove avranno tagliato Zaza e Floro Flores. Il 10 se ne mangia un paio (ma come si muove, ragazzi...), gli altri due costruiscono per il destro vincente di Magnanelli. Allo svantaggio l’Udinese reagisce aggiungendo confusione a confusione, l’espulsione di Guilherme completa il quadro.

se, che solo in avvio riesce a sorprendere la difesa avversaria (Acerbi sporca la conclusione di Perica). Gli uomini di Stramaccioni sembrano anche ben istruiti sul piano individuale ma poco su quello collettivo. Le occasioni da gol lo provano: quella di Perica arriva da un rinvio di Karnezis (che esce alla mezzora, colpito al ginocchio sinistro già dopo 7 minuti), la traversa di Danilo da calcio d’angolo, il pallonetto di Di Natale, beh facile, dalla classe di Di Natale. Un po’ meglio quando Strama passa a un più ordinato 4-4-2, ma l’unica azione collettiva della partita aggiramento da sinistra a destra - porta soltanto a un cross di Widmer spazzato da Acerbi. Il Sassuolo invece sa sempre dove mettere il pallone, soprattutto quando transita da Berar-

7

5

Friulani troppo confusionari: il meglio lo offre ancora Di Natale

Alex Frosio

SASSUOLO

IL MIGLIORE

6,5

SASSUOLO (4-3-3) Consigli; Fontanesi, Cannavaro, Acerbi, Peluso; Chibsah (dal 40’ s.t. Taider), Magnanelli (dal 40’ s.t. Floccari), Biondini; Berardi, Zaza, Floro Flores (dal 32’ s.t. Sansone). PANCHINA Pomini, Polito, Longhi, Bianco, Gazzola, Natali, Lazarevic. ALL. Di Francesco. CAMBI DI SISTEMA dal 40’ s.t. 4-2-3-1. BARICENTRO MOLTO BASSO 47,7 METRI ESPULSI nessuno. AMMONITO Berardi per simulazione. ARBITRO Abisso di Palermo. NOTE paganti 2.693, incasso di 26.529 euro; abbonati 6.206, quota n.c. Tiri in porta 3 (1 traversa)-3. Tiri fuori 7-6. In fuorigioco 1-0. Angoli 11-4. Recuperi: p.t. 3’, s.t. 4’.

5,5

La stagione di Stramaccioni «Voto 6+, giovani cresciuti» ● UDINE (m.m.) Finisce male con i fischi del Friuli che fino al 90’ aveva atteso in silenzio sperando in un colpo di coda. L’Udinese incassa la terza sconfitta consecutiva e non si schioda da quota 41. Andrea Stramaccioni, però, si sforza di guardare il bicchiere mezzo pieno. «Volevamo chiudere con un risultato positivo e il primo tempo l’avevamo anche interpretato nella maniera giusta. Con le occasioni di Perica e la traversa di Danilo avevamo costruito più del Sassuolo. Nella ripresa abbiamo avuto l’occasione

FISCHI Inevitabili i fischi finali: motivo per cui Di Natale deve (deve!) continuare, non può essere stato il suo ultimo saluto. L’Udinese ha appena 41 punti, solo 17 nel girone di ritorno: a oggi, è la peggior stagione dal 2001-02. Stramaccioni si consoli: su quella panchina c’era Ventura, che poi qualche soddisfazione se l’è tolta. © RIPRODUZIONE RISERVATA

del pallonetto di Totò e il fallo di mano in area del Sassuolo». Il tecnico bianconero poi dà un voto alla stagione dell’Udinese. «È di poco superiore alla sufficienza, abbiamo raggiunto l’obiettivo salvezza con anticipo e abbiamo fatto crescere dei ragazzi che avevano avuto meno spazio». Per Eusebio Di Francesco il Sassuolo ha meritato: «È partita meglio l’Udinese, poi siamo cresciuti. Alla fine ha preso il sopravvento la nostra maggiore qualità nella costruzione delle giocate. Peccato non aver sfruttato le occasioni per chiudere prima la gara».

Serie B R Verso i playoff LE GARE DI DOMANI In 15.000 a Perugia Galeone fa il tifoso Avellino, che cabala ●

Partono domani sera i playoff di Serie B, con le due sfide del turno preliminare. Le vincenti vanno in semifinale a sfidare Vicenza e Bologna, come spiegato nel grafico qui a fianco. Ecco come si preparano. PERUGIA-PESCARA (ore 18.30) Ci saranno oltre 15 mila spettatori al Curi e la curva Nord promuoverà una raccolta fondi per Emergency: nel clima di festa anche l’impresa degli Allievi, che a Vinovo hanno eliminato la Juventus nella semifinale scudetto; riguardo la squadra, Camplone ha tutti disponibili. Nel Pescara ce la fa Zampano (Rossi squalificato) mentre il doppio ex Galeone tifa per una delle due in A: «Il Perugia ha sofferto due volte il Pescara e Oddo ha già dato un’impronta alla squadra. Ma occhio a Camplone, non è uno sprovveduto».

SPEZIA-AVELLINO (ore 21) Ci sarà una megacoreografia al Picco e i tifosi si danno appuntamento in Curva Ferrovia un’ora prima della gara: già venduti 4.000 biglietti; riguardo la squadra, solo Datkovic si è allenato a parte. Scaramanzia protagonista per l’Avellino, che oggi lascia Coccaglio (Brescia) per andare a Sarzana nello stesso ritiro del 2 febbraio, quando vinse 1-0; Rastelli dovrebbe puntare sul 3-5-2, mentre i tifosi sono pronti ad affrontare la lunga trasferta: già 800 i biglietti venduti, con supporters in arrivo anche dalla Svizzera. REGOLAMENTO In caso di parità al 90’, si giocano i supplementari: se la situazione non cambia, si qualifica la squadra che si è meglio piazzata in campionato, ossia quella che domani sera gioca in casa. In semifinale e in finale l’andata verrà sempre giocata sui campi delle squadre che si sono melgio classificate: la differenza rispetto al turno preliminare è che, dopo la partita di ritorno, in caso di parità non ci saranno i supplementari.

LA GUIDA AGLI SPAREGGI PLAYOFF

SEMIFINALI

LA PREMIAZIONE C’è il Top 11 a Rimini Carpi protagonista Atteso anche Sacchi

FINALE

Domani, ore 18.30 PERUGIA

PESCARA

C’è tanto Carpi nei Top 11 di Serie B, arrivati all’ottava edizione. I riconoscimenti saranno consegnati questa sera al Frontemare di Rimini nella consueta kermesse organizzata da Beppe Indino, alla quale parteciperanno tutti i premiati e varie autorità, con un ospite illustre: si tratta di Arrigo Sacchi (a inizio carriera iniziò ad allenare proprio nel Rimini), che parlerà anche del suo nuovo libro «Calcio totale» che è appena stato presentato (anche a GazzettaTv).

Venerdi 29, ore 18.30 VICENZA RITORNO Martedi 2 giugno ore 21

5 e 9 giugno ore 20.30

SPEZIA

AVELLINO Domani, ore 21

Venerdi 29, ore 21 BOLOGNA RITORNO Martedi 2 giugno, ore 18.30

PLAYOUT

ANDATA Sabato 30 maggio ore 18.30

ENTELLA - MODENA

RITORNO sabato 6 giugno ore 18.30 GDS

I PREMIATI A votare sono stati gli allenatori delle 22 squadre, che hanno scelto i migliori ruolo per ruolo. Ecco quindi i vincitori, in una ideale formazione schierata con il 4-4-2: Gabriel (Carpi); Sabelli (Bari), Blanchard (Frosinone), Gagliolo

(Carpi), Mammarella (Lanciano); Di Gaudio (Carpi), Di Gennaro (Vicenza), Viviani (Latina), Gucher (Frosinone); Mbakogu (Carpi), Melchiorri (Pescara). Soltanto Gagliolo e Di Gaudio dovrebbero essere assenti, oltre ovviamente a Melchiorri che domani sera sarà impegnato nel turno preliminare dei playoff. ALTRI RICONOSCIMENTI Il Carpi capolista ovviamente è stato anche eletto come squadra rivelazione del campionato che l’ha lanciato per la prima volta in Serie A. Come miglior allenatore ovviamente è stato scelto Castori (Carpi). Come miglior giovane il più votato è stato Verre (Perugia). Invece il miglior arbitro è Gavillucci di Latina. Scelto anche il miglior direttore sportivo, e il premio andrà ex aequo a Giuntoli (Carpi) e Giannitti (Frosinone). Nel corso della serata ci saranno anche speciali riconoscimenti per i giornalisti che hanno seguito il campionato di Serie B, oltre che per vari enti e associazioni, a cominciare dall’Aia.


Serie A R 37a giornata

RISULTATI

LUNEDÌ 25 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

CLASSIFICA

CESENA-CAGLIARI Sau (C) CHIEVO-ATALANTA Gomez (A), Pellissier (C) EMPOLI-SAMPDORIA Pucciarelli (E), Eto'o (S) GENOA-INTER Icardi (I), Pavoletti (G), Palacio (I), Lestienne (G), Kucka (G) JUVENTUS-NAPOLI Pereyra (J), David Lopez (N), Sturaro (J), Pepe (J) rigore LAZIO-ROMA stasera, ore 18 MILAN-TORINO El Shaarawy (M), Pazzini (M) rigore, El Shaarawy (M) PALERMO-FIORENTINA Ilicic (F), Jajalo (P), Gilardino (F), Rigoni (P), Marcos Alonso (F) PARMA-VERONA Nocerino (P), Varela (P), Toni (V), Toni (V) rigore UDINESE-SASSUOLO Magnanelli (S)

0-1

SQUADRE

MARCATORI

PT

PARTITE IN CASA

1-1 1-1 3-2

3-1

3-0 2-3 2-2 0-1

JUVENTUS ROMA LAZIO NAPOLI FIORENTINA GENOA SAMPDORIA INTER TORINO MILAN PALERMO SASSUOLO VERONA CHIEVO EMPOLI UDINESE ATALANTA CAGLIARI CESENA PARMA (-7)

86 67 66 63 61 59 55 52 51 49 46 46 45 43 42 41 37 31 24 18

RETI

FUORI

TOTALE

IN CASA

FUORI

RIGORI TOTALE

G

V

N

P

G

V

N

P

G

V

N

P

F

S

F

S

F

19 18 18 18 18 19 18 18 18 19 19 18 18 19 19 19 18 18 19 19

16 10 12 11 8 9 7 6 7 9 8 6 7 4 6 6 4 3 3 5

3 7 1 5 6 6 9 7 7 5 6 8 4 9 8 5 7 4 7 4

0 1 5 2 4 4 2 5 4 5 5 4 7 6 5 8 7 11 9 10

18 18 18 19 19 18 19 19 19 18 18 19 19 18 18 18 19 19 18 18

10 8 8 7 9 7 6 7 6 3 3 5 4 6 2 4 3 4 1 1

5 6 5 4 4 5 7 6 5 8 7 5 8 4 10 6 9 6 5 3

3 4 5 8 6 6 6 6 8 7 8 9 7 8 6 8 7 9 12 14

37 36 36 37 37 37 37 37 37 37 37 37 37 37 37 37 37 37 37 37

26 18 20 18 17 16 13 13 13 12 11 11 11 10 8 10 7 7 4 6

8 13 6 9 10 11 16 13 12 13 13 13 12 13 18 11 16 10 12 7

3 5 10 10 10 10 8 11 12 12 13 13 14 14 11 16 14 20 21 24

45 30 39 44 27 33 21 29 20 30 30 22 25 16 26 26 21 20 19 19

11 12 16 24 17 21 13 20 14 19 25 21 28 19 22 29 30 33 31 27

25 21 27 24 31 28 25 26 23 23 21 24 22 12 17 14 16 24 17 12

11 16 18 26 29 23 27 25 31 30 29 35 35 19 26 23 24 32 37 46

70 51 66 68 58 61 46 55 43 53 51 46 47 28 43 40 37 44 36 31

S

DIFF. RETI

22 48 28 23 34 32 50 18 46 12 44 17 40 6 45 10 45 -2 49 4 54 -3 56 -10 63 -16 38 -10 48 -5 52 -12 54 -17 65 -21 68 -32 73 -42

FAVORE

CONTRO

T.

R.

T.

R.

8 7 5 8 7 7 2 7 6 10 6 8 6 2 3 1 5 7 6 2

6 6 3 4 2 5 2 5 3 10 4 7 4 1 3 1 4 4 5 2

5 4 5 2 3 7 7 6 8 6 5 5 7 4 2 9 8 4 10 6

2 4 4 2 3 3 6 2 7 4 4 4 5 2 1 8 5 3 7 5

PUNTI POSIZIONE '13-14 STAGIONE E DIFFERENZA 13-14

99 (-13) 85 (-18) 53 (+13) 75 (-12) 64 (-3) 41 (+18) 44 (+11) 60 (-8) 56 (-5) 54 (-5) in B 34 (+12) 54 (-9) 33 (+10) in B 43 (-2) 50 (-13) 39 (-8) in B 55 (-37)

1 2 10 3 4 14 12 5 6 8 in B 16 9 17 in B 13 11 15 in B 7

A parità di punti e di partite giocate, la classifica tiene conto di quest’ordine preferenziale: 1) punti e differenza reti negli scontri diretti se tutti giocati 2) differenza reti globale 3) gol segnati 4) ordine alfabetico Le ultime tre retrocedono in serie B. CHAMPIONS PRELIMINARI DI CHAMPIONS EUROPA LEAGUE RETROCESSIONI

PROSSIMO TURNO DOMENICA 31 MAGGIO, ore 20.45 ATALANTA-MILAN (1-0) CAGLIARI-UDINESE (2-2) FIORENTINA-CHIEVO (2-1) SAMPDORIA-PARMA (2-0) INTER-EMPOLI (0-0) NAPOLI-LAZIO (1-0) ROMA-PALERMO (1-1) SASSUOLO-GENOA (3-3) TORINO-CESENA (3-2) VERONA-JUVENTUS

(0-4)

GAZZAWEB www.gazzetta.it

LA MOVIOLA di FRANCESCO CENITI FCENITI@GAZZETTA.IT

BEFFA BERARDI: AMMONITO MA ERA RIGORE A PALERMO GIACOMELLI SCONTENTA TUTTI VERONA E CHIEVO SENZA UN PENALTY Ancora un turno non positivo per il gruppo del designatore Messina. Sabato maluccio gli anticipi e anche ieri diverse sbavature con qualche errore pesante in area di rigore.

I I gol e gli highlights della Serie A (nella foto Matri in posta con la coppa dello scudetto) e del calcio estero li puoi trovare su Gazzetta.it, con gli approfondimenti e le reazioni dei protagonisti del fine settimana. Poi le statistiche, i commenti, i video di Gazza Offside e tutte le news sugli altri sport

nsomma, c’è un po’ d’affanno in queste ultime giornate: forse il traguardo vicino e un campionato con quasi tutti i verdetti già emessi, hanno contribuito ad allentare la tensione. Di sicuro non è questo che si aspetta il designatore dalla sua squadra. Finir bene è un buon viatico in vista della nuova stagione e soprattutto anche i fischietti hanno la loro classifica: a fine giugno due o tre saranno dismessi (rischiano Peruzzo, Tommasi, Russo e l’infortunato Celi, mai utilizzato in questa stagione). Certo, oggi c’è la partita più importante della giornata: tocca al «capitano» Nicola Rizzoli gestire il derby tra Lazio e Roma, decisivo per la corsa al secondo posto. In caso di direzione positiva, molti dei dolori arbitrali del fine settimana saranno quasi dimenticati. CONCORSI N. 43 DEL 24/05/2015

Allan su Berardi: rigore non visto SKY

CESENA-CAGLIARI 0-1 Abbattista di Molfetta Tutto facile per l’arbitro della Can B (ben 4 quelli schierati ieri): pochissimi episodi da moviola. Nessun dubbio di fuorigioco sul gol vittoria del Cagliari segnato nel recupero. EMPOLI-SAMPDORIA 1-1 Calvarese di Teramo Altra gara tranquilla, ma c’è un’azione sospetta nella ripresa: Eto’o va giù in area dopo l’entrata di Hysaj. La Samp chiede il rigore, resta qualche ombra. CHIEVO-ATALANTA 1-1 Sacchi di Macerata TOTOCALCIO - COLONNA VINCENTE Non ancora disponibile

Esordio in A per il giovane (ha 30 anni e solo l’anno scorso era stato promosso in B) fischietto marchigiano. Gara gestita anche con personalità, ma c’è un errore: da punire con il rigore l’entrata di Benalouane su Meggiorini. PALERMO-FIORENTINA 2-3 Giacomelli di Trieste Giusto annullare in avvio un gol a Dybala per fuorigioco. Sbaglia, invece, Giacomelli ad annullare la rete di Rodriguez, non c’è nessun fallo di Gilardino su Gonzalez. In precedenza c’era un rigore in favore del Palermo per un tocco di braccio (largo)di Pizarro sul cross di Quaison. Regolare il gol di Gilardino. Ok i due gialli a Kurtic. PARMA-VERONA 2-2 Minelli di Varese Da annullare il 2-0 di Varela: è di poco in fuorigioco sull’assist di Mauri. Verona senza un rigore: fallosa la trattenuta di Feddal ai danni di Toni. Sempre Feddal col braccio sul cross di Saviola: corretto assegnare il penalty. UDINESE-SASSUOLO 0-1 Abisso di Palermo Berardi mastica amaro sul finire del primo tempo: subisce fallo da rigore da Allan, ma l’arbitro lo ammonisce per simulazione. Bravo Cannavaro a salvare sulla linea il pallonetto di Di Natale. Reclama l’Udinese perché Peluso controlla con il petto e poi la palla gli carambola sul braccio: giusto considerarlo involontario. Nulla da dire sui 2 gialli mostrati a Guilherme. MILAN-TORINO PAGINA 5 © RIPRODUZIONE RISERVATA

TOTOGOL - COLONNA VINCENTE Non ancora disponibile

21 RETI Toni (4, Verona) 20 RETI Icardi (4, Inter); Tevez (2, Juventus) 16 RETI Menez (8, Milan); Higuain (3, Napoli) 15 RETI Gabbiadini (Napoli; 7 nella Sampdoria) 14 RETI Berardi (6, Sassuolo); Di Natale (1, Udinese) 13 RETI Iago Falque’ (2, Genoa); Dybala (3, Palermo); Quagliarella (3, Torino) 12 RETI Klose (Lazio) 11 RETI Callejon (Napoli) 10 RETI Maccarone (1, Empoli); Felipe Anderson (Lazio) 9 RETI Pinilla (1, Atalanta; 3 nel Genoa); Defrel (Cesena); Paloschi (Chievo); Candreva (2), Mauri e Parolo (Lazio); Rigoni e Vazquez (Palermo); Eder (1, Sampdoria); Zaza (1, Sassuolo); Thereau (Udinese) 8 RETI Denis (3, Atalanta); Brienza (3, Cesena); Morata e Pogba (Juventus); Destro (Milan; 5 nella Roma); Hamsik (Napoli); Ljajic (1, Roma) 7 RETI Pellissier (1, Chievo); Saponara (1, Empoli); Babacar, Ilicic (1) e Rodriguez (1, Fiorentina); Palacio (Inter); Matri (7 nel Genoa) e Vidal (2, Juventus); Djordjevic (Lazio); Totti (4, Roma); Glik e Maxi Lopez (Torino; 1 nel Chievo) 6 RETI Farias e Sau (Cagliari); Salah (Fiorentina); Bertolacci e Pavoletti (Genoa; 1 nel Sassuolo); Guarin (Inter); Llorente (Juventus); Honda (Milan); Mertens (1) e Zapata (Napoli) 5 RETI Moralez (Atalanta); Ekdal (Cagliari); Rodriguez (1, Cesena); Tonelli (Empoli); Niang (Genoa); Hernanes, Kovacic e Osvaldo (Inter; ora è nel Boca J.); Bonaventura (Milan); Belotti (1, Palermo); Cassano (1, Parma); Florenzi (1), Nainggolan e Pjanic (Roma); Sansone (Sassuolo); Gomez e Nico Lopez (Verona) 4 RETI Avelar (3), Cop e Joao Pedro (Cagliari); Meggiorini (Chievo); Pucciarelli (Empoli); Cuadrado (ora è nel Chelsea), Gilardino e Gomez (Fiorentina); Perotti (2, Genoa); Pirlo (Juventus); Antonelli (Milan; 3 nel Genoa); Muriel, Okaka e Soriano (Sampdoria); Missiroli (Sassuolo) 3 RETI Boakye, Gomez e Zappacosta (Atalanta); Rossettini (Cagliari); Carbonero (Cesena); Rugani (Empoli); Bonucci, De Ceglie (3 nel Parma), Lichtsteiner, Marchisio (1) e Pereyra (Juventus); Biglia (1) e Lulic (Lazio); De Jong, El Shaarawy e Pazzini (2, Milan); De Guzman (Napoli); Chochev (Palermo); Nocerino (1) e Palladino (Parma); De Silvestri e Obiang (Sampdoria); Acerbi e Taider (Sassuolo); Bruno Peres e El Kaddouri (Torino); Tachtsidis (Verona) 2 RETI 55 giocatori 1 RETE 89 giocatori RETI SEGNATE in questo turno 27 (3 rigori); RETI TOTALI 974 (81 rigori, 31 autoreti)

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Siamo in onda! R

LUNEDÌ 25 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

MATTINA 7.00 Gazzetta News 7.15 Gazzetta News 7.30 Gazzetta News 7.45 Gazzetta News 8.00 Gazzetta News 8.15 Gazzetta News 8.30 Gazzetta News 8.45 Gazzetta News

9.05 Campioni a confronto 9.30 Condò Confidential 10.05 The Speedgang-La banda dei motori 11.05 Perfection: Momenti di gloria 11.30 Campioni a confronto 12.05 Bomber 13.00 Gazzetta News 13.15 Gazzetta News 13.30 Gazzetta News

14.00 Gazzetta News Extra Time POMERIGGIO 14.30 Offside 15.00 The Speedgang - La banda dei motori 15.45 Sfide senza limiti - Prima Tv 16.10 Sport Science 17.05 Bomber 18.00 Perfection: momenti di gloria 18.30 Gazzetta News Extra Time

19.00 Gazzetta News SERA 19.30 Gazzetta News Giro d’Italia 20.00 Offside 20.30 Tuttogol 21.05 Perfection: Momenti di gloria 21.35 Senza appello 23.00 Gazzetta News 23.15 Gazzetta News

Gasp! Che ospite a Senza Appello

1Il tecnico del Genoa meraviglia nel salotto di GazzettaTv. Con lui anche il portiere della Samp, Viviano In studio Andrea Berton con interventi del vicedirettore della Gazzetta Pier Bergonzi e il nostro Luca Gialanella. Non mancano i collegamenti con gli inviati Paolo Marabini, Ciro Scognamiglio, Marco Pastonesi, Claudio Ghisalberti, Claudio Gregori e Alessandro Conti.

Giulia Guglielmi

G

asp! Ma è proprio lui? Sì, è Gian Piero Gasperini l’ospite che stasera siederà nel salotto di GazzettaTv. Pronto a dispensare, in diretta sul canale 59, dritte sul suo 34-3 genoano. CAMPIONATI ESTERI Il pomeriggio sul 59 inizia alle 14 con Gazzetta News Extratime, una mezz’ora tutta dedicata ai campionati esteri. In studio il nostro Stefano Cantalupi commenterà con particolare attenzione alcune gare del weekend: Barcellona-Deportivo e Real Madrid-Getafe per la Liga spagnola, Psg-Stade de Reims per il campionato francese e Hully City-Manchester United, Manchester City-Southampton e Stoke City-Liverpool per la Premier League.

SERIE A Mezz’ora dopo (e in replica alle 24) il pomeriggio prosegue con la rubrica settimanale Offside, con una puntata dedicata interamente alla 37a giornata di campionato (che si concluderà oggi con il posticipo delle 18 tra Lazio e

Roma). I commenti saranno concentrati sugli anticipi Juventus-Napoli e Inter-Genoa. Ma anche sulla corsa all’Europa League, ancora aritmeticamente aperta visto il pareggio tra Empoli e Sampdoria (1-1) di ieri. CORSA ROSA Anche durante la giornata di riposo si parlerà del Giro d’Italia. Ieri a Campiglio la vittoria di tappa è andata allo spagnolo Landa (Astana), con la prova di forza della maglia

rosa Alberto Contador, terzo al traguardo. Oggi, giornata di riposo sempre a Madonna di Campiglio in vista della grande giornata di domani: che sarà una giornata tutta in... salita con l’attesissima tappa del Mortirolo. Negli appuntamenti delle 13.15, delle 19.30 e delle 23.15 faremo il punto della situazione, a cominciare dalla maglia rosa indossata dallo spagnolo Alberto Contador, inseguito in classifica generale dal nostro Fabio Aru (a 2’35’’).

Gian Piero Gasperini, 57 anni, tecnico del Genoa che sabato sera ha sconfitto la sua ex squadra, l’Inter ANSA

SENZA APPELLO A tutto calcio in prima serata. E in compagnia di Gian Piero Gasperini. Sarà lui il protagonista di Senza Appello, con un altro ospite che sta sulla sponda calcistica opposta di Genova: il portiere della Sampdoria Emiliano Viviano, in prestito ai blucerchiati dal Palermo. L’appuntamento è per le 21.35 con Viviana Guglielmi e il responsabile della redazione calcio Luigi Garlando. In primo piano i temi del campionato, a partire proprio dall’accesissimo anticipo tra Genoa e Inter e che ha visto protagonista proprio Gasperini. L’ex tecnico nerazzurro si è preso la rivincita sulla sua vecchia squadra — governata in soli 83 giorni di regno — assieme a un altro ex (virtuale) dell’Inter: Juraj Kucka, autore del gol vittoria. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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COME RISINTONIZZARE I VOSTRI TELEVISORI E VEDERE IL CANALE 59 ● Eseguire le seguenti procedure. Se possiedi Tv o Decoder Digitale Terrestre 1. Premere il tasto MENU sul telecomando 2 Selezionare Impostazioni/Avanzate 3. Posizionarsi sulla voce relativa alla Sintonizzazione automatica dei canali e premere il tasto OK, accedi alla configurazione dei canali 4. Impostare Modalità di sintonia dei canali su DTV 5. Posizionarsi sul pulsante Avvia scansione e premere il tasto OK per avviare la ricerca. Soluzione dei problemi Se avete già provveduto alla risintonizzazione senza esito e il vostro televisore è collegato ad un sistema con antenna centralizzata, fate verificare dal vostro antennista che sia presente nella centralina dell’antenna stessa il modulo (o filtro) necessario per la ricezione dei segnali tv del canale/mux 55 (frequenza 746 MHz), quello che supporta anche il canale 59 di Gazzetta Tv. Se il modulo manca, fatelo inserire: è un’operazione molto semplice. Se possiedi una Sky Digital Key 1. Premere il tasto Menu del telecomando SKY e premere OK per accedere al digitale terrestre 2. Premere il tasto rosso (Ricerca) e lasciare invariata la configurazione 3. Premere due volte il tasto rosso (Avvia ricerca) 4. Attendere il completamento dei canali e quindi premere OK


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OPINIONI

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Contador re del Giro

La vignetta

Il campionato

ALBERTO UN SIGNORE ALLA INDURAN MA NON TROPPO...

di Lorenzo Castellani

AL CALCIO MALATO FA BENE UN DERBY D’ARIA PULITA

L’ANALISI ONZI di PIER BERGONZI email: pbergonzi@rcs.it cs.it

C’

è uno stile spagnolo che caratterizza i grandi campioni. È quello dell’eleganza e della signorilità, e per essere più prosaici del calcolo.... Il Pistolero Contador porta a spasso per il Giro una maglia rosa che assomiglia più a quella del generoso Miguel Indurain che a quella del Cannibale Eddy Merckx. Il fine settimana, tra crono di Valdobbiadene e il primo traguardo alpino, ha chiarito molto bene che il Giro è nelle gambe e nella testa di Alberto Contador. Non che ci fossero molti dubbi anche perché stiamo parlando del più grande specialista di Grandi Giri del ciclismo recente. Aspettavamo però il responso della gara contro il tempo e delle prime montagne vere per capire se la crescita di Fabio Aru, l’ipotizzabile riscatto di Porte e Uran, potessero sparigliare le carte e mettere ansia al Pistolero. Ora sappiamo che Contador è stato, nettamente, il più forte a cronometro e tutto fa pensare che sia anche il più forte in salita. Porte irriconoscibile a Valdobbiadene ha mollato il colpo e ora ha oltre mezz’ora di ritardo. Uran, uscito male dalla crono, ha preso una mazzata anche in salita e non porta nemmeno le scarpe del «Ciccio» visto al Giro 2014. L’unico antagonista rimasto a galla è Aru. Tanto di cappello al giovane sardo che ha messo la squadra in testa sognando di isolare Contador per staccarlo, o almeno provarci, sulle ultime rampe di Campiglio. Ecco, diciamo che ci ha provato.... Contador è rimasto effettivamente solo, ma il passo regolare e sostenuto dell’Astana era esattamente quello che sperava. Ma Aru non poteva fare di più.

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Ha avuto, anzi, il coraggio di rientrare su Landa e Alberto e lanciarsi in un attacco che era più cuore che gambe. Fabio merita un applauso lungo fino a Milano perché sta confermando in pieno il suo talento e il futuro dei Grandi Giri è per lui un rigore a porta vuota. Al momento però sa di lottare contro un gigante. Ad un certo punto Contador avrebbe potuto prendere cappello e salutare sia Aru sia Landa. E all’ultimo chilometro quando la partita a scacchi rischiava lo stallo ha deciso che Landa, giovane connazionale che stima, potesse avere via libera per raggiungere Trofimov e volare a braccia alzate sul traguardo di Campiglio. Alberto si è comportato come Indurain. Pensate che Miguel, nei 5 Tour de France come nei 2 Giri d’Italia che ha conquistato, non ha mai vinto alcuna tappa in linea. Si limitava a dominare le cronometro per poi controllare gli avversari diretti in salita decidendo giorno per giorno chi poteva avere via libera per il successo parziale. Era anche un modo per farsi degli amici... Aru ha talento e temperamento e non darà per scontata la soluzione di questo Giro, ma siccome ragiona anche lucidamente sa che da domani sul Mortirolo si giocherà soprattutto la partita delle posizioni sul podio. Una partita che al momento vede il compagno Landa come il primo dei potenziali candidati al suo secondo posto. Sarà bene che l’Astana chiarisca le gerarchie anche se alla fine deciderà la strada. Il Giro si gode oggi il secondo giorno di riposo dopo aver riconosciuto Contador come il re. Non certo un despota, piuttosto un monarca illuminato. Si, alla Indurain, ma non troppo. Alberto usa la zucca alla velocità della nano tecnologia, calcola tutto e sa essere generoso, ma ha pure un super-io molto sviluppato e un rispetto sacro per il Giro. Se lo conosciamo un po’, crediamo che prima di Milano cercherà di vincere una tappa (importante) in maglia rosa.

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IL COMMENTO ANDO di LUIGI GARLANDO

ANDREA DOVIZIOSO Pilota di MotoGP ● Bello avere avuto l’opportunità di entrare nei box Ferrari e scoprire i segreti della Formula1 Grazie a tutta la Scuderia Ferrari @AndreaDovizioso

FABIO FOGNINI Tennista ● AUGURI SORELLINA Ti amo sorellina @Fulvia_Fognini @fabiofogna

CLEMENTE RUSSO Pugile ● Fissate questa data: 5.06 Alcatraz, #Milano. Ho bisogno di voi! #roadtorio2016 #iocimettolafaccia @ClementeRusso

A

bbiamo bisogno di un derby appassionato, bello, vero, pulito. Ne abbiamo bisogno come dell’aria pura, asfissiati dai nuovi miasmi del calcioscommesse e dalle scorie di una stagione di Optì Pobà, «lesbiche» e curve chiuse. Una finestra aperta su uno spettacolo sportivo affascinante, come lo è stato Genoa-Inter sabato sera nella splendida cornice di Marassi. L’Olimpico di Roma, se vuole, sa far venire una pelle d’oca unica. Potremmo sbagliarci, traditi da questa ansia d’aria pura, ma la sensazione è che in questo finale di campionato si respiri qualcosa di nuovo e di piacevole. La proverbiale prevedibilità di certi risultati in coda al torneo pare ridotta. La Juve, di fatto, ha chiuso la porta dell’Europa League all’Inter e poi quella della Champions al Napoli. Non ha regalato nulla, ha continuato a mettere in campo la fame di sempre. Higuain non riusciva a capire perché il Parma, già retrocesso e fallito, ci mettesse tanta foga. Ma i ragazzi di Donadoni, splendido esempio di dignità sportiva, non hanno fatto sconti a nessuno. Anche ieri l’Empoli, già abbondantemente appagato da una stagione di soddisfazioni, ha messo alle corde la Sampdoria, che ha rischiato di compromettere i progetti europei. Nessuno ha frenato, tutti hanno spremuto il massimo dal proprio talento, come pretende lo sport. A dispetto di questa gradevole sensazione, la vigilia del derby

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romano, nei bar e sui social, è stata turbata dal sospetto del «biscotto», cioè dell’intesa più o meno inconscia sul pareggio che traghetterebbe in Champions sia Roma sia Lazio. Naturalmente i due allenatori hanno spazzato in tribuna il sospetto. E non c’è motivo di dubitarne. E’ vero che la Lazio perdendo il derby e l’ultima contro il Napoli al San Paolo si ritroverebbe al quarto posto e fuori dall’Europa dei grandi, ma è sensato barattare la certezza della Champions con la rinuncia, di fatto, al secondo posto? No, perché in termini economici (e non solo) tra arrivare secondi o terzi è tutta un’altra vita. E, poi, soprattutto, sarebbe folle, anche se già successo (2005), rinunciare a priori alla gloria di un derby vinto, che a Roma si prolunga più che in qualsiasi altra città del mondo, come sanno bene Lulic e Balzaretti. Un conto è avere la chiesa al centro del villaggio, un conto è tenerla in periferia. Non c’è pietra dell’Urbe che non lo ricordi: non si biscotta la Storia, la Storia è scritta dagli eroi. E allora, in questo lunedì di barbieri chiusi e traffico impazzito, predisponiamoci al duello nobile tra due gladiatori mondiali, quali Totti e Klose; facciamoci meravigliare da Pjanic e Felipe Anderson; godiamoci le sgommate di Candreva e Ibarbo, le scintille dei tackle di De Vrij e Nainggolan; aspettiamoci coreografie che faranno vibrare. Ma, prima ancora, auguriamoci di assistere a uno spettacolo di lealtà sportiva che l’arbitro riesca a governare grazie alla responsabilità dei protagonisti. Auguriamoci che la gente riesca a raggiungere lo stadio e a tornare a casa senza problemi. Il calcio malato, entrato nel mirino del Governo per la sua malagestione, deve dare una prova di maturità. Serve un derby d’aria pura. © RIPRODUZIONE RISERVATA

La vita per la montagna

VITTIME DELL’ALPINISMO: UN DOVERE NON DIMENTICARE L’AVVENTUROSO di REINHOLD MESSNER

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olevo scrivere ancora del Nepal. Il dramma continua - e presto sarà aggravato dall’arrivo del monsone anche se sempre di meno se ne parla. Per

fortuna c’è chi invece ai nepalesi continua a pensare, come il regista Bernardo Bertolucci, con la proiezione speciale in beneficenza del suo «Piccolo Buddha». Oggi mi occupo di gravi lutti che hanno colpito il mondo dell’alpinismo. Solo di uno molto si è parlato: lo statunitense Dean Potter è morto a 43 anni durante un volo con la tuta alare nel Parco nazionale di Yosemite. Anche se Dean è uno dei grandi della storia, interprete estremo del «Free solo» perfino su pareti come la Nord

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE ANDREA MONTI andrea.monti@gazzetta.it VICEDIRETTORE VICARIO Gianni Valenti gvalenti@gazzetta.it VICEDIRETTORI Pier Bergonzi pbergonzi@gazzetta.it Stefano Cazzetta scazzetta@gazzetta.it Andrea Di Caro adicaro@gazzetta.it Umberto Zapelloni uzapelloni@gazzetta.it Testata di proprietà de “La Gazzetta dello Sport s.r.l.” - A. Bonacossa © 2015

PRESIDENTE Maurizio Costa AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane CONSIGLIERI Gerardo Braggiotti, Laura Cioli, Paolo Colonna, Teresa Cremisi, Dario Frigerio, Tom Mockridge, Stefano Simontacchi DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA Alessandro Bompieri

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dell’Eiger, prima di diventare interprete altrettanto estremo del volo di prossimità, la morte non fa differenze e quindi non bisogna scordare anche chi volava con lui e con lui ha perso la vita: Graham Hunt. E bisogna ricordare che nei giorni scorsi è scomparso a 67 anni l’austriaco Albert Precht: un amico, con oltre un migliaio di prime ascensioni su roccia. È stato uno dei pionieri di uno stile di scalata pulito, sulle orme di Preuss. È rimasto vittima in Grecia, a Creta, di un banale errore

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in una calata a corda doppia in coppia. E in Caucaso ha sacrificato la propria vita Eduard Koblmüller, anche lui austriaco, 69 anni. Guida alpina, autore di importanti scalate in Himalaya, come la prima sulla parete Sud-Est del Cho Oyu, o una nuova via, ancora non finita, sul K2. Era impegnato con un gruppo in una escursione sci alpinistica sul Kazbek, un 5000 al confine fra Georgia e Russia. Sono stati sorpresi da una tempesta. Mentre tutti gli altri si ponevano in salvo, raggiungendo il più vicino rifugio, lui è rimasto accanto a una donna in difficoltà. Non sono sopravvissuti a un bivacco all’addiaccio.

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La tiratura di domenica 24 maggio è stata di 276.810 copie

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Mondo R Spagna

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Il Barça ha due problemi Suarez e la nuova maglia

GERMANIA

1L’attaccante, fermo dal 12 maggio, deve recuperare la condizione

La divisa della prossima stagione, a strisce orizzontali, non va ai tifosi foserie. La squadra di Luis Enrique vuole raggiungere la Juve sul 2-2 come trofei stagionali vinti per giocarsi con i bianconeri il «triplete» a Berlino. E cerca un paio di gol del suo trio delle meraviglie Messi-SuarezNeymar per battere il record di Ronaldo, Benzema e Higuain che nel 2012 chiusero con 118 reti. Il MSN del Barça con la doppietta di Messi al Deportivo è arrivato a 117: 56 in 55 partite per l’argentino, 24 in 41 per l’uruguayano, 37 in 49 per il brasiliano (con i tifosi blaugrana che fanno il paragone con Bale, quest’anno arrivato solo a 17 reti in 48 apparizioni). Il trio del Barça ha due partite per stabilire l’ennesimo primato.

Filippo Maria Ricci INVIATO A BARCELLONA @filippomricci

U

na maglia che fa discutere, due partite per prendersi un altro record, un paio di premi individuali messi in bacheca. Il Barcellona ieri ha riposato, oggi torna al lavoro poi parlerà Dani Alves, uno che non ha paura a dire ciò che pensa, che sta giocando come ai tempi belli e ha il contratto in scadenza tra meno di due mesi. STRISCE ORIZZONTALI Ieri hanno parlato i tifosi del Barça, che via social network hanno criticato la nuova rivoluzionaria maglia: per la prima volta nella sua storia il club catalano avrà una «samarreta» (per dirla in catalano) a strisce orizzontali invece che verticali. Stile Celtic Glasgow, per capirsi. Le giustificazioni di ideatori, disegnatori e approvatori sono due: il disegno ricorda le bandiere che ondeggiano al Camp Nou, l’idea era già stata usata in altre sezioni della polisportiva blaugrana, pallacanestro, rugby e atletica. Senza entrare in meriti legati all’estetica, il passaggio da verticale a orizzontale (o viceversa) è sempre destinato a far discutere. Per la seconda maglia spariscono gli orrendi

Suarez, Neymar, Iniesta, Messi e Piquè con le nuove maglie

IL NUMERO

117

Le reti segnate in stagione dal trio composto da Messi (56 gol), Suarez (24) e Neymar (37)

colori fluo apparsi negli ultimi anni. Si passa al giallo con sulle spalle quattro barre verticali rosse: l’idea è quella di riprendere la Senyera, bandiera catalana. Maglie in vendita da domani, vedremo la risposta del pubblico. IN CERCA DEL RECORD Oggi il Barça inizia a preparare la finale di Copa del Rey con l’Athletic Bilbao, sabato in un Camp Nou diviso equamente tra le due ti-

PREMI A SUAREZ E BRAVO Luis Suarez è fermo dal 12 maggio, quando uscì per noie muscolari nell’intervallo del ritorno col Bayern: «Sta bene – ha detto Luis Enrique – i problemi che aveva sono stati superati. Non è ancora al 100% ma contiamo di farcelo arrivare in settimana». Intanto l’ex Liverpool si è preso il Trofeo Efe per il miglior iberoamericano del calcio spagnolo, succedendo a Diego Costa. Per il cileno Claudo Bravo invece ecco il primo «Zamora» della carriera, il premio al portiere meno battuto della Liga. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Roberto Di Matteo, 44, GETTY

Felix Magath, 61 anni REUTERS

Di Matteo-Schalke 04 La storia è già finita E Magath ripudia Vienna Pierfrancesco Archetti

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l Bayern sale sul balcone di Marienplatz, mostra a 15 mila tifosi i due trofei per gli «scudetti» maschile e femminile e Karl-Heinz Rummenigge non perde occasione per sgridare chi parla di delusione: «E’ una mancanza di rispetto criticarci perché abbiamo preso “soltanto” un titolo». Ma lontano da Monaco sono le storie di allenatori a tenere banco. Roberto Di Matteo è stato accompagnato alla porta ieri. Lo Schalke 04 ha deciso di interrompere il matrimonio con l’ex azzurro, dopo la delusione per il sesto posto in Bundesliga. Il club non ha voluto confermare le indiscrezione di stampa, ma oggi si accorderà per la buonuscita. Di Matteo si è congedato ieri dai giocatori, rendendo operative le parole del club: «Siamo tutti sotto processo» avevo detto il manager Horst Heldt. Che però potrebbe seguire

l’allenatore. Di Matteo era arrivato il 7 ottobre con il club 11°, aveva firmato fino a giugno 2017 e aveva fatto inserire nel contratto un premio per il titolo che i blu non vincono dal ‘58. Ha toccato il terzo posto nel primo weekend di febbraio, poi la discesa. E’ stato accusato di essere troppo buono nello spogliatoio, però aveva lasciato a casa Boateng e Sam. FELIX: CIAO AUSTRIA Troppo buono non è mai stato Felix Magath, passato pure lui dallo Schalke. Il Torturatore, ultima apparizione al Fulham (con retrocessione in maggio ed esonero in settembre), stava per firmare con l’Austria Vienna. Anzi, era fatta per il club e i media. Ma l’autografo non c’è stato: ufficialmente per dissensi sul corposo staff al seguito, ma dietro c’è anche la corte dello Spartak Mosca. L’Austria Vienna è settima in un torneo di 10 squadre vinto ieri in anticipo dal Salisburgo. Però giocherà la finale di coppa con i campioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA


Mondo R Inghilterra

LUNEDĂŒ 25 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

TACCUINO AUSTRIA

Salsburgo campione in anticipo

La gioia di Jonas Gutierrez, 31 anni, argentino del Newcastle, dopo il gol segnato ieri al West Ham AFP

Favola Gutierrez, vince due tumori e salva il Newcastle 1Assist e gol dell’argentino contro il West Ham E il manager Pardew gli disse: Non ci servi

Ham, cori contro Mike Ashley, il discusso proprietario del club, attaccato anche da una leggenda come Kevin Keagan: ÂŤSta mancando di rispetto a tutti, cittĂ e tifosiÂť. Pronta replica di Ashley: ÂŤIo non molloÂť.

Stefano Boldrini CORRISPONDENTE DA LONDRA

J

onas Gutierrez non potrĂ mai cancellare due giorni dalla sua vita: il primo è quando, nel settembre 2013, gli fu diagnosticato il cancro ai testicoli; il secondo, due mesi piĂš tardi, quando gli fu rivelato dall’allora manager del Newcastle, Alan Pardew, che non gli serviva un giocatore reduce da un’operazione per rimuovere un tumore. ÂŤNon dimenticherò mai come sono stato trattatoÂť, le parole di Gutierrez. Il calciatore argentino, dal 2008 nel Nord-Est dell’Inghilterra, ha dato ieri una lezione etica e sportiva ai suoi dirigenti, salvando il Newcastle. Gutierrez ha inventato l’assist dell’1-0 realizzato da Sissoko al 54’ e all’85’ ha piazzato il colpo del 2-0 su un West Ham che, licenziato Sam Allardyce alla fine del match, è ora alla ricerca di un nuovo allenatore.

PARADOSSI La corsa di Gutierrez per festeggiare il 2-0 ha commosso lo stadio. I 52.094 spettatori del St. James’ Park hanno applaudito l’argentino, sopravvissuto due volte al tumore. Dopo l’operazione nell’ottobre 2013 e il trasferimento in prestito al Norwich nel gennaio 2014, Jonas ha avuto

Alan Pardew, 53 anni ACTION

una ricaduta che lo ha costretto a sottoporsi ad una serie di cicli di chemio. Nel dicembre 2014, Gutierrez ha ricominciato ad allenarsi, partecipando anche a gare podistiche legate ad iniziative di solidarietĂ . Il 4 marzo 2015, il ritorno in campo, contro il Manchester United e la prima intervista dopo 17 mesi di calvario: ÂŤEro stato operato in Argentina. Avevo pagato tutto a mie spese. Avevo ricominciato ad allenarmi, quando un giorno Pardew mi chiama e mi dice è meglio che vai a giocare da un’altra parteÂť. Posso capire tante cose, anche che nel calcio la cosa piĂš importante sia ormai il denaro, ma non avrei mai pensato ad una cosa del genereÂť. Gutierrez, con il contratto in scadenza, potrebbe aver giocato l’ultima gara con il Newcastle, regalando la salvezza ad una squadra travolta dalla contestazione. Dopo il 2-0 sul West

VERDETTI L’ultimo turno di Premier ha consegnato i verdetti finali. La terza retrocessa è l’Hull. L’Arsenal va in Champions grazie al 4-1 – tris di Walcott – sul WBA. Il Manchester United, dove è ufficiale l’addio di Falcao, affronterĂ i playoff di Champions. Il Tottenham e il Liverpool parteciperanno alla prossima Europa League, ma l’1-6 incassato dai Reds sul campo dello Stoke potrebbe avere conseguenze imprevedibili. Brendan Rodgers è pronto a farsi da parte: ÂŤSe la proprietĂ vuole cambiare, tolgo il disturboÂť. Per il terzo club in Europa League, bisogna attendere la finale di Coppa d’Inghilterra del 30 maggio: se vince l’Aston Villa, via libera alla squadra di Birmingham, ma se trionfa l’Arsenal, si qualificherĂ il Southampton, settimo in campionato. Aguero con 26 reti è il capocannoniere del torneo, mentre Manuel Pellegrini è ottimista: ÂŤResterò alla guida del Manchester CityÂť. E Balotelli? Non pervenuto: fuori dai 18 anche ieri. Š RIPRODUZIONE RISERVATA

ITALIANI ALL’ESTERO

Chi si rivede? Petrucci-goleador Vanoli perde ma ha vinto la coppa Iacopo Iandiorio

E

roi per un giorno. Come Davide Petrucci (Cfr Cluj, 7,5), ex giovanili della Roma, Manchester United e Charlton, che con un magnifico destro da fuori area condanna il Rapid di Bergodi (5,5) che retrocede in serie B. Petrucci non segnava da piĂš di 2 anni (col Peterborough in B inglese, anche se alcuni riportano un gol, conteso con un compagno, in B belga nel dicembre 2013). Lo Iasi di Napoli (5), raggiunta la salvezza, si fa travolgere dal Pandurii (5-2). In Slovenia Vanoli (7) col Koper perde in casa

col Rudar ma in settimana ha vinto la coppa nazionale in finale contro il Celje, 2° in classifica. Detto in altra pagina di Di Matteo in Germania, nel giorno della festa Verratti (Psg, 7) pur senza obiettivi mostra la solita classe e offre un assist sul primo gol di Cavani; Thiago Motta (Psg, 6,5) autoritario e bonificatore. Sirigu resta in panchina e Raggi è squalificato. PellÊ (5,5, Southampton) chiude senza lode e senza infamia nel k.o. col City: finisce con 12 gol in Premier, non male. Si rivede Mannone (Sunderland) nella sconfitta col Chelsea e fa bella figura di fronte ai ripetuti tentativi dei Blues.

Il Real Madrid di Ancelotti (7, anche se non era in panchina) asfalta il Getafe. In Eibar-Cordoba fuori sia Piovaccari che Fausto Rossi. Criscito (Zenit, 5,5) si spinge e spinge spesso in avanti, ha anche un’occasione in area su assist di Hulk nella sconfitta a Perm (0-1). Pari per Cannavaro (6,5), dopo il k.o. in Champions in settimana, nel derby di Guangzhou con l’R&F, ma va in testa perchĂŠ intanto perde lo Shanghai Sipg di Eriksson capolista. Quinto gol per Giovinco (7, Toronto), contro Portland, e i canadesi iniziano ad ingranare in Mls. Š RIPRODUZIONE RISERVATA

â—? (c.r.) A una giornata dalla fine del campionato, il Red Bull Salisburgo ha ieri vinto il sesto ÂŤscudettoÂť della sua storia nella Bundesliga austriaca, il secondo di fila. Grazie ai gol di Sabitzer, Ramalho e Soriano (31° gol stagionale del capocannoniere) la squadra di Adi HĂźtter ha battuto 3-0 il Wolfsberg fra gli applausi di 18 mila tifosi. Ora il Salisburgo punta come l’anno scorso alla doppietta. Il 3 giugno affronterĂ nella finale della coppa austriaca l’Austria Vienna.

DANIMARCA

Il primo titolo del Midtjylland â—? (ada.) Alla conquista del titolo mancava solo l’ufficialitĂ : con il punto conquistato nel fine settimana sul campo del Vestsjaelland (0-0) il Midtjylland si è laureato campione di Danimarca per la prima volta nella sua storia. La squadra di Glen Riddersholm, 43 anni, di fatto, aveva giĂ chiuso i conti nel turno precedente superando il Copenaghen 2-0 nello scontro diretto, grazie alla grande prova del neonazionale danese Sisto, autore di un gol e un assist. Si è chiuso anche il campionato cipriota con la vittoria dell’Apoel Nicosia

GERMANIA

Darmstadt promosso Karlsruhe-Amburgo � Dopo 33 anni, il Darmstadt torna in Bundesliga. Il club, salito dalla C un anno fa, ha chiuso ieri al secondo posto la seconda divisione tedesca, dietro all’Ingolstadt, promosso in anticipo. Il Karlsruhe, terzo, giocherà lo spareggio con l’Amburgo (giovedÏ e lunedÏ prossimo) per l’ultimo posto in Bundesliga.

BRASILE

Pato gol e assist Il San Paolo vince â—? RIO (m.can.) Pato torna protagonista: scende in campo nella ripresa e serve l’assist all’ex romanista Bastos, autore 2-0; poi è proprio l’ex milanista a siglare il 3-0 finale del San Paolo sul Joinville per il campionato brasiliano. Il ÂŤPaperoÂť è il cannoniere del San Paolo nel 2015 con 13 reti, due delle quali nelle tre giornate della serie A.

Scarpa d’Oro Stravince CR7 Agßero sul podio

29

LE CLASSIFICHE

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CHAMPIONS PRELIMINARI DI CHAMPIONS EUROPA LEAGUE RETROCESSIONI

TOP 11: TRIPLO WALCOTT 9 7,5 CAVANI Psg

8 Ronaldo, 30 anni (AFP) â—? 1) 96 punti Ronaldo (Real Madrid/Spagna), 48 gol; 2) 86, Messi (Barcellona/ Spa), 43 gol; 3) 52, AgĂźero (Man. City/Inghilterra), 26 gol; 4) 46,5, Soriano (Salisburgo/ Austria), 31 gol; 5) 44, Neymar (Barcellona/ Spa) e Griezmann (Atletico Madrid/Spagna) 22 gol

WALCOTT Arsenal

JAVI GUERRA Malaga

OLIC Amburgo

PAYET Marsiglia

MKHITARYAN Borussia D.

8,5 7,5

8

7,5

A. VIDAL Siviglia

7,5 DANILO Porto

7,5 CARVALHO Monaco

8

IRAOLA Athletic B.

VALDES Man. United

7,5

GDS


30

LUNEDÌ 25 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


Lega Pro R Andata semifinali playoff

Il solito Ganz salva il Como Matera, l’1-1 fa ben sperare 1Auteri passa con Carretta ma è ripreso

Sabatini, ora serve un altro colpo esterno

LUNEDÌ 25 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

PLAYOFF 1° TURNO

1

Como

2

Matteo Pierelli INVIATO A COMO

T

utto rinviato a domenica, come voleva il Matera e come temeva il Como, che però può aggrapparsi ai numeri e alla storia del suo campionato, in cui ha vinto ben 13 volte fuori casa, record stagionale in Lega Pro. La partita è stata nervosa e complicata, ed è esplosa nel secondo tempo: al capolavoro di Carretta (gran diagonale all’incrocio dei pali) ha risposto con un bel tocco nell’area piccola il solito Simoneandrea Ganz, già decisivo con la doppietta a Benevento.

EQUILIBRIO Pari giusto, fra due squadre che hanno giocato una gara molto tattica davanti a un pubblico che qui non si vedeva da tempo. Il Matera – seguito da più di 600 tifosi e col presidente Saverio Columella che ha visto la partita defilato (scaramanzia?), vicino a un palo dell’illuminazione – è partito meglio e nel primo tempo ha fatto la partita, senza però creare pericoli. Il Como ha tenuto il baricentro più basso e ha puntato soprattutto sulle ripartenze. Sabatini è stato bravo a bloccare Letizia (che al ritorno

La vincente viene promossa in Serie B

6

Bassano

5

Juve Stabia

d.c.r

SEMIFINALI

SEMIFINALI

Ieri e 31/5

Ieri e 31/5 Como*

1

0

Bassano

Matera

1

0

*Reggiana

d.t.s

Matera

2

Pavia 1 * giocano la prima gara in casa Gare di andata Sabato 23 maggio

COMO-MATERA 1-1 MARCATORI Carretta (M) al 3’, Ganz (C) al 5’ s.t. COMO (3-5-2) Crispino 6; Ambrosini 6, Giosa 6,5, Lebran 6; Marconi 6, Castiglia 7 (dal 43’ s.t. Fautario s.v.), Fietta 6, Cristiani 5,5 (dal 34’ s.t. Ardito s.v.), Casoli 6; Ganz 7 (dal 38’ s.t. Defendi s.v.), Le Noci 6. (Falcone, Cassetti, Berardocco, Maritato). All. Sabatini 6,5. MATERA (3-4-3) Bifulco 6,5; D’Aiello 6, Faisca 6,5, Flores 6; Bernardi 6, Coletti 6, Iannini 6,5, Mazzarani 5,5; Carretta 7 (dal 47’ s.t. Pagliarini s.v.), Letizia 5,5 (dal 34’ s.t. Di Noia s.v.), Madonia 5,5 (dal 25’ s.t. Diop 5,5). (Russo, Mucciante, Ferretti, Ashong). All. Auteri 6,5. ARBITRO Paolini di Ascoli Piceno 6. NOTE paganti 5.246, incasso di circa 80.000 euro. Ammoniti Iannini, Letizia, Mazzarani, Ambrosini e Carretta. Angoli 4-0.

La Reggiana non sfonda Bassano, pari con rabbia

LA GUIDA AGLI SPAREGGI Benevento

FINALE

d.t.s

0 Domenica 7 e domenica 0 14 giugno

2

Ascoli

4

Reggiana

1Asta protesta: «Negato un rigore solare»

Un legno per parte, annullato un gol a Nolè

PLAYOUT GIRONE A

0

2

Pordenone-Monza

1

0

Lumezzane-Pro Patria

2

1

Pro Piacenza-Forlì

2

1

Savona-Gubbio

4

1

Ischia-Aversa Normanna

Gare di ritorno Sabato 30 maggio

GIRONE B

GIRONE C

26/5 ore 17

Reggina-Messina GDS

LA GUIDA Simoneandrea Ganz, 21 anni LAPRESSE

non ci sarà come Mazzarani) e così il Matera, guidato a centrocampo da un ispirato Iannini, si è affidato soprattutto alle sgroppate di Carretta sulla destra. Da quella posizione è arrivato il vantaggio ospite che sembrava aver messo l’ipoteca sulla finale e invece... «Invece subito dopo – dice Auteri – abbiamo commesso una ingenuità con Letizia: ha perso una palla che non doveva mai perdere ed è arrivato il gol di Ganz. Fino a quel momento loro non ci avevano creato problemi». Ecco, il merito del Como è stato quello: non abbattersi e reagire subito. Proprio come aveva fatto a Benevento. E così, con la forza di volontà (palla recuperata da Casoli, splendido cross di Castiglia per Ganz) è arrivato il pareggio di Ganz che poco dopo ha cercato il bis, trovando però sulla sua strada un grande Bifulco. «Abbiamo il 50% di possibilità di andare in finale – dice Sabatini – questa è stata una tipica partita da playoff, molto tattica. Loro sono stati più accorti di come me li aspettavo, ma è giusto così. E al ritorno forse vedremo lo stesso tipo di gara. Ci sarà da soffrire per tutti». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Domenica il ritorno Playout: domani c’è Reggina-Messina ●

Come spiegato nel grafico qui sopra, il ritorno delle semifinali dei playoff sarà domenica: Matera-Como (ore 16, diretta su Raisport) e Bassano-Reggiana (ore 18). FINALE L’andata è domenica 7 giugno sul campo della peggio classificata, il ritorno è il 14. REGOLAMENTO Al ritorno, in caso di parità al 90’ (i gol segnati in trasferta valgono come quelli in casa), si va ai supplementari; se la parità persiste, si va ai rigori (anche in finale).

Andrea Tosi PLAYOUT ● Domani si gioca l’ultima gara di andata, che riguarda il girone C: si tratta di Reggina-Messina (ore 17). Le partite di ritorno sono tutte e sei sabato: quelle del girone A alle ore 16, quelle del girone B alle ore 17 e quelle del girone C alle ore 15. REGOLAMENTO A differenza dei playoff, al ritorno in caso di parità al 90’ (i gol in trasferta valgono come quelli segnati in casa) si salva la squadra meglio piazzata, ossia quella che al ritorno gioca in casa. VERDETTI Già promosse in B: Novara (A), Teramo (B) e Salernitana (C). Già retrocesse in D: AlbinoLeffe (A), San Marino (B) e Savoia (C).

DOPO LE ACCUSE DEL TECNICO DELLA PRO PATRIA

Il Lumezzane: «Quereliamo Montanari» ● LUMEZZANE (Bs) (s.c.) Lo sfogo di Marcello Montanari, allenatore della Pro Patria, dopo la partita dei playout di sabato («Meritiamo rispetto perché almeno noi non siamo dei venduti») non è caduto nel vuoto e potrebbe avere uno strascico. Montanari se l’era presa con l’arbitro, ma anche con i giocatori bresciani, accusati di aver detto qualche parola di troppo agli avversari per la nota vicenda del calcioscommesse. Ieri il Lumezzane ha replicato

REGGIANA-BASSANO 0-0 REGGIANA (4-3-3) Feola 7; Andreoni 5,5, Spanò 6, De Giosa 6 (dal 1’ s.t. Sabotic 6), Mignanelli 6,5; Bruccini 6, Vacca 6 (dal 21’ s.t. Maltese 6), Angiulli 6,5; Giannone 6,5 (dal 35’ s.t. Petkovic s.v.), Ruopolo 5,5, Siega 6. (Messina, Parola, Alessi, Ricci). All. Colombo 6. BASSANO (4-3-1-2) Grandi 6,5; Toninelli 5,5, Priola 7, Bizzotto 6, Semenzato 6; Furlan 7 (dal 42’ s.t. Cortesi s.v.), Davì 6, Proietti 5,5; Nolè 6,5 (dal 27’ s.t. Cattaneo 5); Pietribiasi 6 (dal 35’ s.t. Maistrello s.v.), Iocolano 6,5. (Scaranto, Zanella, Stevanin, Cenetti). All. Asta 6,5. ARBITRO Di Martino di Teramo 5,5. NOTE paganti 9.830, incasso di 167.006 euro. Ammoniti Pietrabiasi, Siega, Proietti, Mignanelli e Vacca. Angoli 5-6.

con un comunicato al tecnico: «Smentiamo categoricamente ci siano stati dei comportamenti irriguardosi da parte dei nostri tesserati nei confronti degli avversari e provvederemo a querelare per calunnia il signor Montanari nelle sedi opportune. La nostra buona condotta è certificata dalla totale assenza di richiami da parte dei quattro arbitri e degli ispettori di Lega». E’ ovvio che prima dovrà essere chiesta l’autorizzazione alla Figc per la clausola compromissoria.

INVIATO A REGGIO EMILIA

A

lla fine di una partita vibrante, Antonino Asta entra in campo per protestare con l’arbitro, il modesto Di Martino. Il Bassano recrimina per un rigore fantasma e per l’annullamento di un gol di Nolè nella ripresa per un lieve fuorigioco, ma il pareggio che esce dal Mapei Stadium non è scandaloso anche se l’allenatore ospite ha un’idea tutta sua: «Ho reclamato per il rigore solare che ci è stato negato, non tanto per il gol annullato. Dovevamo vincere 4-1, abbiamo dominato». La Reggiana, sorretta dal tifo di 10 mila spettatori (tanta gente per una partita interna dei granata non si vedeva dall’ottobre 2004 quando qui venne il Napoli nella vecchia C1), esprime un volume superiore di tiri nello specchio (7-4), i due portieri compiono interventi importanti e anche il computo dei legni (1-1) certifica l’equilibrio del risultato. Il passaggio alla finale per la promozione si deciderà domenica a Bassano. PALO E TRAVERSA In avvio il ritmo è frenetico tra due squadre che stanno bene fisicamente e vogliono attaccare. La Reggiana presenta un tridente vero mentre quello del Bassano è più

SUPERCOPPA

Simone Iocolano, 25 anni LAPRESSE

sui generis con Nolè che agisce come finto centravanti dietro alle due punte molto larghe. La prima occasione è dei padroni di casa con Giannone: il mancino tagliato dai 22 metri dell’ex bolognese scavalca la barriera e si stampa su palo interno e schizzando fuori dalla porta. Il Bassano reclama un penalty per un contatto sospetto tra Siega e Pietrabiasi con quest’ultimo che crolla in area, per l’arbitro è simulazione e giallo. La Reggiana nella prima mezzora preme forte, Grandi ha molto lavoro da sbrigare per neutralizzare le conclusioni di Mignanelli, Bruccini e Angiulli. La reazione del Bassano però è altrettanto pericolosa: Pietribiasi di testa centra la traversa su assist di Semenzato. Nella ripresa Feola sventa un colpo di testa ravvicinato di Priola, il Bassano prende in mano il gioco e sfiora il gol tre volte. Furlan imperversa sulla fascia, bellissimo il suo duello con Mignanelli. Proprio Furlan mette in mezzo per Nolè che insacca, ma per il guardalinee sotto la tribuna è offside. Grandi torna protagonista alzando una punizione di Bruccini. I cambi non incidono e lo 0-0 rimane. © RIPRODUZIONE RISERVATA

SERIE D

Bis Novara: è re della Lega Pro Buzzegoli gol beffa le due rivali 1Altro successo

dopo il 2010. Se fosse finita 1-0 per il Teramo, avrebbe vinto la Salernitana TERAMO-NOVARA

31

1-1

MARCATORI Lapadula (T) al 37’ p.t.; Buzzegoli (N) al 43’ s.t. TERAMO (3-4-1-2) Tonti 6; Caidi 6, Speranza 7, Perrotta 5; Scipioni 6 (dal 41’ s.t. Masullo s.v.), Cenciarelli 6 (dal 28’ s.t. Di Paolantonio s.v.), Amadio 6, Di Matteo 5,5; Lapadula 7,5; Bucchi 6,5 (dal 17’ s.t. Fiore 6), Donnarumma 6. (Cappa, Lulli, D’Egidio, Petrella). All. Vivarini 6. NOVARA (3-5-2) Montipò 6; Vicari 6, Gavazzi 5,5 (dal 17’ s.t. Schiavi 6), Bergamelli 5,5; Dickmann 6 (dal 33’

s.t. Garufo s.v.), Bianchi 5,5 (dall’11’ s.t. Evacuo 5,5), Buzzegoli 7, Miglietta 5,5, Garofalo 6; Della Rocca 6, Corazza 6. (Tonozzi, Ludi, Faragò, Martinelli). All. Toscano 6. ARBITRO Fiore di Barletta 5,5. NOTE paganti 1.500 circa, incasso non comunicato. Espulso Perrotta al 12’ s.t.; ammoniti Bergamelli, Gavazzi, Lapadula, Bianchi e Caidi. Angoli 5-5.

Gaetano Lombardino TERAMO

V

a al Novara la Supercoppa di Lega Pro 2015. Decisivo il pareggio ottenuto sul campo del Teramo che permette ai ragazzi di Toscano di chiudere con 4 punti il minitorneo: se la partita fosse finita 1-0 avrebbe festeggiato la Sslernitana per la miglior differenza reti. Per il Novara (che

succede al Perugia nell’albo d’oro) è la seconda vittoria nella manifestazione dopo quella del 2010 contro il Portogruaro, con Tesser in panchina: agganciato a quota due lo Spezia (vincitore nel 2006 e 2012). LA PARTITA Il gol che sblocca l’incontro arriva al 37’ del primo tempo ed è un’invenzione del trio d’attacco teramano: Lapadula sfrutta l’assist di Bucchi e trafigge con il destro il portiere piemontese Montipò. Per Lapadula, che resta in attesa di conoscere il proprio futuro (è di proprietà del Parma), è l’ennesima perla di una stagione memorabile. I ragazzi di Vivarini credono

L’esultanza di Daniele Buzzegoli, 32 anni LAPRESSE

nell’impresa (servirebbero quattro reti senza subirne) di aggiudicarsi il trofeo. Il Teramo, in avvio di ripresa, resta però in 10 per l’espulsione del difensore Perrotta (fallo da ultimo uomo) e la strada si complica. Il Novara, in superiorità numerica, prova in tutti i modi a cercare il pareggio, ma Della Rocca e Evacuo si divorano due occasioni. Sul finire della gara il mediano Buzzegoli indovina un gran tiro dalla lunga distanza e consegna la Supercoppa al Novara. Titoli di coda sulla stagione che ha visto le due squadre volare in Serie B. Il Teramo e la società piemontese, in settimana, definiranno il futuro dei due allenatori, Vivarini e Toscano, entrambi sotto contratto per un altro anno. © RIPRODUZIONE RISERVATA

CLASSIFICA Novara p. 4; Salernitana 3; Teramo 1.

Scudetto: la Coppa Disciplina fa qualificare anche il Siena ● Si sono giocate la terza giornata nella poule scudetto, la terza fase dei playoff e i playout che hanno mandato le ultime 10 squadre in Eccellenza. Ecco i risultati. POULE SCUDETTO TRIANGOLARE 1 Padova-Cuneo 2-0. Classifica: Castiglione e Padova p. 4, Cuneo 0. TRIANGOLARE 2 Maceratese-Siena 0-0. Classifica: Maceratese e Siena p. 4, Rimini 0. TRIANGOLARE 3 Fidelis Andria-Akragas 0-0. Classifica: Akragas p. 4, Lupa Castelli 3, Fidelis Andria 1. SEMIFINALI Giovedì a Macerata e Recanati ci vanno Castiglione, Maceratese, Akragas e Siena (come miglior seconda); in caso di parità di punti e scontro diretto, contava la Coppa Disciplina. La finale sabato a Macerata. PLAYOFF TERZA FASE GIRONE A Sestri Levante-Borgosesia 3-1. GIRONE B Lecco-Seregno 1-2. GIRONE C Altovicentino-Sacilese 4-3 d.t.s. GIRONE D Porto Tolle-Piacenza 2-0. GIRONE E Poggibonsi-Ponsacco 2-1 d.t.s. GIRONE F Fano-San Nicolò 5-1. GIRONE G Viterbese-Olbia 1-0 d.t.s. GIRONE H Taranto-Potenza 2-0. GIRONE I Rende-Agropoli 0-0 d.t.s. QUARTA FASE Domenica alle 9 qualificate si aggiunge lo Scandicci, miglior semifinalista di Coppa Italia. PLAYOUT Pro Sesto-Caravaggio 1-0 (gir. B); GiorgioneKras Repen 2-1 e Dro-Triestina 1-3 d.t.s. (C); FidenzaRomagna Centro 1-2 (D); Colligiana-San Donato 2-0 (E); Amiternina-Castelfidardo 1-1 d.t.s. (F); Palestrina-Isola Liri 2-3 d.t.s. (G); Pomigliano-Arzanese 1-0 d.t.s. (H); NotoTiger Brolo 1-0 d.t.s.; Sorrento-Battipagliese 1-2 (I).


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Formula 1 R GP Monaco

clic L’INGLESE DOMINA, LA BEFFA AL 65° GIRO ● Al 65° giro, con la Safety Car in pista, Lewis Hamilton - fino a quel momento leader della corsa viene incredibilmente richiamato ai box dal muretto della Mercedes. L’inglese impiega 25”495 per entrare in pit lane, fermarsi e ritornare in pista. Nel frattempo viene sorpassato sia da Rosberg sia da Vettel (nella foto in basso si nota la linea bianca che delimita la fine della pit lane) IPP-LIVERANI

1”3

● Il secondo pit stop di Hamilton è stato 1”3 più lento rispetto al primo: 25”495 dall’ingresso in pit lane all’uscita in pista, contro 24”181

Gran Casinò Mercedes

Lewis ai box, vince Nico 1Pit stop (con calcoli sbagliati) in

regime di Safety Car: Hamilton si fida ed esce 3° dietro Rosberg e Vettel Pino Allievi MONTECARLO (MONACO)

M

a come si fa a perdere una gara in questo modo? La Mercedes pur avendo vinto il GP di Monaco con Nico Rosberg, si è giocata la faccia davanti al mondo (e anche ai suoi massimi dirigenti schierati ai box) decretando con una decisione scellerata la sconfitta del dominatore assoluto, Lewis Hamilton. Il quale ha una enorme parte di colpa, in quanto ha passivamente osservato l’ordine folle arrivatogli dal box: «C’è la Safety Car in pista, rientra, ti cambiamo le gomme». Sarebbe stato tutto normale se lo avessero fatto anche gli altri. Sarebbe stato quasi accettabile se le sue Pirelli soft fossero state al limite. Sarebbe stato giustificato se avesse avuto un vantaggio tale da permettergli di tornare in gara al comando. Nulla di tutto questo. Hamilton, come un automa, ha detto sì. E da primo si è ritrovato terzo. Un successo buttato via, Rosberg che adesso lo insidia a 10 punti nel Mondiale mentre tutta la Mercedes gli chiede scusa. ARROGANZA Il box di Stoccarda, già «responsabile» di aver regalato la vittoria alla Ferrari in Malesia, ha agito con una superficialità intrisa di arroganza e c’è mancato poco che Vettel non facesse un altro colpaccio. Dinanzi a un ordine assurdo, Hamilton avrebbe dovuto ragionare con la propria testa, non con quella degli altri, continuando la marcia con le stesse gomme. E avrebbe meritatamente trionfato. Perché le sue Pirelli erano ancora in ottime condizioni, tanto che negli ultimi 4 giri aveva guadagnato quasi 4” su Rosberg, mentre

Vettel era più indietro. Chi mai avrebbe potuto superare un duro come lui, una volta ripartita la gara dopo la neutralizzazione, su un circuito dove i sorpassi sono impossibili? PILOTI AUTOMI La sua ingenuità è stata quella di mettersi nelle mani del box, nel senso che i piloti moderni sono oramai abituati a farsi telecomandare coTRIONFO me automi, abdicando alle NUMERO 10 proprie sensazioni e al Nico Rosberg ha proprio istinto. Gente ottenuto ieri il secondo della tempra di Jackie successo del 2015 e il Stewart, James Hunt, decimo in carriera. Il tedesco Mario Andretti, Niki della Mercedes ha Lauda, Jean Alesi, Ayrraggiunto Hunt, ton Senna, mai avrebbe Peterson, Scheckter obbedito. Se c’è una cosa e Berger bella nel GP di Monaco di ieri, è la sconfitta dell’iper tecnicismo che da anni dilaga in questa F.1 artefatta. I sistemi di simulazione della Mercedes hanno fallito facendo saltare certezze, risultato, nervi. In un sol colpo, Hamilton da primo ha rimediando la più grande delusione della carriera. Vabbè, Lauda, Toto Wolff e compagnia si sono cosparsi il capo di cenere, ma adesso Hamilton sa che la prossima volta dovrà riaccendere il cervello e ragionare da solo: gli andrà meglio. PASSERELLA Il fattaccio è accaduto a una manciata di giri dalla fine di una gara che fino a quel momento era stata un Valium. Pronti via, tutti in fila con distacchi crescenti e sorpassi zero, se non quello di Kimi Raikkonen (6°) che aveva scavalcato Daniel Ricciardo al pit stop. Hamilton stava dominando, con Rosberg e Vettel lontanissimi. Nel caos della Virtual Safety Car e poi con l’uscita della Safety Car per il botto rovino-

so di Max Verstappen nel tentativo sguaiato di scavalcare Romain Grosjean (il 17enne olandese è bravo ma deve calmarsi: in Canada sarà penalizzato di 5 posti sulla griglia), Hamilton si è ritrovato primo con 21”: margine che ha illuso i tecnici Mercedes che sarebbe stata possibile una sosta per consentirgli un finale con gomme fresche. Errore: quasi tutti i precedenti pit stop erano «costati» tra 24” e 26”. BEFFA Hamilton ha abboccato e quando è uscito dai box si è visto davanti i due che aveva preceduto sino a un attimo prima. Ripresa la gara per gli ultimi 8 giri, Lewis ha tentato il sorpasso a Vettel ma — a dimostrazione di quanto dicevamo — non ce l’ha fatta, complice la Ferrari che aveva una migliore accelerazione in uscita dalle curve. E così è arrivato per Lewis un k.o. micidiale, con tanto di muso lungo e abbandono della cerimonia del podio. Rosberg, il beneficiato, non credeva ai propri occhi: «Sono stato fortunato, mi godo il momento. Oggi Hamilton era più veloce». Onestissimo. SECONDO Vettel si è visto regalare la piazza d’onore dopo una corsa strepitosa, ma nel finale non ha potuto contrastare Rosberg in quanto le Pirelli Soft sulla Ferrari fanno più fatica ad andare in temperatura che sulla Mercedes. Per cui Nico alla ripartenza ha preso il largo, complice il fatto che aveva ancora un bel margine in tasca da sfruttare. Dopo le ottime Red Bull di Kvyat (4°) e Ricciardo (5°) è arrivato un mesto Raikkonen, arrendevole nelle prime fasi e, globalmente, troppo distante da Vettel. © RIPRODUZIONE RISERVATA

VERSTAPPEN, IL BOTTO CHE RAVVIVA LA CORSA Dall’alto la partenza del GP; l’incidente di Nico Hülkenberg provocato da Alonso; il botto di Max Verstappen; la foto di gruppo della Mercedes, senza Hamilton COLOMBO-AFP-IPP-EPA


LUNEDÌ 25 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

fCHI VINCE...

NICO ROSBERG

«Sono felice, ma non ero io a meritare il successo» 1Il tedesco come

Graham Hill, Senna e Prost a quota 3 successi di fila nel Principato: «Lo sport è fatto di buona e cattiva sorte» Andrea Cremonesi INVIATO A MONTECARLO

raham Hill, Ayrton Senna e Alain Prost: solo questi campioni del mondo erano sinora riusciti a vincere per tre volte consecutive il GP di Monaco. Da ieri pomeriggio si è aggiunto anche Nico Rosberg, tedesco di pas-

G

box argenteo ha preso la decisione suicida di far fermare Lewis Hamilton che Nico aveva ormai perso di vista da un bel pezzo. «Quando ho visto la Safety Car davanti a me non volevo crederci – ha raccontato il vincitore –: Lewis dov’era finito? Poi l’ho visto nello specchietto retrovisore ruota a ruota con Vettel. Incredibile. Nemmeno allora ero convinto di farcela, pensavo che con le gomme supersoffici Hamilton ci avrebbe attaccati e avrebbe vinto, ero preoccupatissimo per l’aderenza dei nostri pneumatici piò duri e ormai consumati». DAL BOX Eppure dal suo ingegnere di pista non è mai arrivata la richiesta di una sosta: «No, mai discusso di fermarci alla fine – ha aggiunto – anche se dai box mi tenevano infor-

mato sulle temperature delle gomme, che erano fredde come pietre. Ho fatto il massimo che potessi per gestirle e poi spingere quando la pista fosse stata libera. E’ andata bene». In effetti alla ripresa dalla corsa, quando ormai mancavano solo otto giri, Nico in 5 tornate ha preso 5” su Vettel, un margine sufficiente per tagliare il traguardo con sufficiente relax: «Sono felice per il risultato ma sono pure consapevole che Lewis avrebbe meritato il successo e quindi posso comprendere come si senta oggi, purtroppo lo sport ci riserva anche momenti dolorosi». DISTACCO Il duplice, consecutivo successo di Montmelò e Monaco ha ridotto il divario di Nico nella generale a sole 10 lunghezze, rendendo ancora più calda la sfida in famiglia. Ma Rosberg non dimentica di aver comunque subito una lezione da Hamilton sia in qualifica sia nei primi 65 giri di gara (il vantaggio dell’inglese prima della seconda, fatale sosta era di 21”7): «Mi godo la vittoria, ma sono conscio che Lewis sia stato più rapido di me questo fine settimana, per cui devo lavorare sodo in vista di Montreal». Intanto, incassa i complimenti di Toto Wolff: «Non aveva il passo di Hamilton qui, ma le vittorie vanno prese co me arrivano e vincere tre volte a Monaco è qualcosa che è riuscita a soli tre piloti nella storia. Per noi come team è stata una giornata pazza perché al tempo stesso abbiamo vinto e perso il GP di Monaco». © RIPRODUZIONE RISERVATA

f...E CHI PERDE

LEWIS HAMILTON

«Non riesco a esprimere come sto Vado avanti» 1L’inglese

oscilla tra lo sconcertato e il furibondo: «Ora dovremo sederci a tavolino e discuterne» INVIATO A MONTECARLO

I

l cappello tirato giù sugli occhi, zero voglia di parlare: mentre le sirene delle barche ormeggiate nel porto festeggiano la terza vittoria di Nico Rosberg nel Principato, lo stato d’animo di Lewis Hamilton oscilla tra lo sconcertato e il furibondo.

Ancora una volta Monaco, che da qualche anno ha eletto a sua residenza, gli ha voltato le spalle. E stavolta in una maniera così incredibile da apparire ancora più crudele. Perché l’inglese non ha perso una gara che stava dominando per un proprio errore di guida o per un guasto meccanico, ma per una stravagante decisione strategica di richiamarlo ai box, mentre il plotone si stava raggruppando dietro la Safety Car. PATATRAC Hamilton sino a quel momento era stato assoluto padrone della corsa: mantenuta la pole, risolti gli iniziali guai ai freni, era riuscito a prendere il largo soprattutto grazie alla incisività nei doppiaggi. Quando Verstappen è finito addosso a Grosjean mancavano solo 15 giri alla fine e Lewis aveva un vantaggio di

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21” su Rosberg. E lì è successo il patatrac, frutto anche di una cattiva comunicazione tra il muretto e il pilota. «Avevo notato su uno schermo che i meccanici erano in corsia box, pensavo che Nico si fosse fermato — ha poi spiegato Lewis —. Ovviamente non potevo vedere chi mi seguiva e immaginavo che si fossero già fermati. Il team mi ha detto di star fuori, “ma queste gomme stanno raffreddandosi” ho risposto, pensando che chi mi seguiva avesse montato le supersoffici e che io mi sarei dovuto difendere da loro con le soft. Sono tornato ai box pienamente convinto che l’avessero fatto prima pure loro». Per questa ragione Lewis non ha fatto resistenza quando ha ricevuto la chiamata (d’altronde era già alla Rascasse), semmai spettava alla Mercedes informarlo correttamente. «Ora dovremo sederci a tavolino e discutere», ha aggiunto. Ma, probabilmente sopraffatto dalla rabbia, dopo le interviste di rito Lewis si è allontanato dal paddock, senza raggiungere di nuovo i box dove era in corso la riunione degli ingegneri. «Gli ho parlato subito dopo la corsa, scusandomi per l’errore. Lewis è dispiaciuto ma è un grande pilota e capirà», ha spiegato Toto Wolff, rigettando ovviamente le strampalate ipotesi di un complotto per favorire Rosberg. «Anche il dottor Zetsche era molto scontento per questa particolare situazione. Qui Nico era il numero 2 in pista, in questo team non facciamo favoritismi di nessun tipo». RIVINCITA A Lewis resta come

SONO TORNATO AI BOX PIENAMENTE CONVINTO CHE LO AVESSERO GIÀ FATTO ANCHE I MIEI RIVALI

HO VISTO LA SAFETY CAR DAVANTI A ME: NON VOLEVO CREDERCI. PENSAVO MI RISUPERASSE saporto ma monegasco di fatto, perché qui è cresciuto e ha studiato e tutt’ora vive con la moglie Vivian Sibolt. Un successo rocambolesco come da ragazzo onesto ammette senza pudore. «Questa vittoria è frutto sicuramente di circostanze fortunate, ma lo sport è fatto anche di buona e cattiva sorte. E vincere a Monaco è sempre speciale». Non ci sperava ormai più quando a 14 giri dalla fine, l’altra parte del

magra consolazione l’applauso del pubblico e degli addetti ai lavori, agli occhi dei quali è il vincitore morale del GP: «Non riesco ad esprimere come mi sento, questa corsa è sempre nel mio cuore, mi sentivo a mio agio in testa, non ho neppure dovuto spingere troppo. Tornerò a combattere un’altra volta». La rivincita a Montreal. a.cr. © RIPRODUZIONE RISERVATA

fI GRANDI CAPI DI STOCCARDA

Wolff ci mette la faccia: «Errore di valutazione» Lauda: «Troppi cuochi!» 1Toto: «Avevamo paura che Seb cambiasse gomme, poteva

essere pericoloso». Niki: «Al muretto deve decidere uno solo»

INVIATO A MONTECARLO

V

atti a fidare dei dati! Se Lewis Hamilton perde in maniera incredibile una gara che ha dominato, è perché in F.1 ormai la strategia la fa da padrona anche contro la logica: sarebbe bastato ricordarsi che superare a Monaco è quasi impossibile e che chi è davanti ha molte armi per difendersi pure con gomme non in buono stato. Eppure il grup-

po strategico Mercedes, diretto da James Vowles, era convinto che la Safety Car, entrata per calmare il gruppo dopo lo schianto tra Verstappen e Grosjean a Santa Devota, avrebbe permesso al leader (incontrastato) della gara di fermarsi ai box, montare un treno di gomme super soft e rigettarsi in pista al comando. Sbagliato! CALCOLI «C’è stato un errore di calcolo — ha ammesso Toto Wolff, mettendoci la faccia in

una domenica in cui la gioia per il successo di Rosberg è sovrastata dall’imbarazzo per la figuraccia di Hamilton — pensavamo di avere un vantaggio che in realtà non c’era». Sono venuti a mancare 2 secondi, quelli che hanno fatto piombare Lewis alle spalle non solo di Rosberg ma pure della Ferrari di Vettel. Per qualche istante Lewis ha affiancato la rossa, c’è stato un conciliabolo col box ma a gara finita l’inglese non aveva più dubbi: «Ero dietro».

CAOS Per giustificare l’errore Wolff ha pure sostenuto che il Gps a Monaco non funziona (ma la Fia smentisce, c’è una versione meno sofisticata) e che in un primo momento era stata segnalata la Virtual Safety Car anziché l’ingresso della macchina della direzione gara, che avviene automaticamente quando va in pista l’auto del medico. ASSURDITÀ Ma l’errore appare ancor più assurdo sentendo la motivazione addotta: «Temevamo che Vettel potesse fermarsi a montare le gomme di mescola più soffice — ha aggiunto Wolff — e ciò avrebbe costituito un potenziale pericolo nel finale». Una mossa, che ha invece rivelato Maurizio Arrivabene, il muretto ferrarista non ha mai considerato. «La decisione va presa in frazioni di secondo — ha provato a giustificarsi Wolff — con Lewis ci siamo confrontati via radio, c’era un drastico calo delle temperature e le gomme non avevano più aderenza. Ma la decisione è stata solo nostra,

PENSAVAMO DI AVERE UN VANTAGGIO CHE IN REALTÀ NON C’ERA. TEMEVAMO CHE VETTEL SI FERMASSE ANCORA

QUANTA GENTE COINVOLTA IN QUESTO TIPO DI DECISIONI. PER ME SPETTANO SOLTANTO A LOWE

TOTO WOLFF TEAM PRINCIPAL MERCEDES

NIKI LAUDA PRESIDENTE MERCEDES F.1

la chiamata finale l’abbiamo fatta a soli 50 metri dall’ingresso della corsia box, con la macchina già alla Rascasse».

gie non funziona come ha chiaramente spiegato Niki Lauda. «L’errore non doveva capitare — è stato l’atto di accusa — il guaio è che ci sono troppi cuochi e questo ha impedito di realizzare un buon pasto. C’è troppa gente coinvolta nelle decisioni, per me deve decidere uno solo, e deve essere Paddy Lowe. Anche se Vowles si è assunto subito la responsabilità». a.cr.

TROPPA GENTE Questo è il secondo, clamoroso abbaglio che Mercedes prende in questa stagione: in Malesia, facendo entrare in contemporanea Hamilton e Rosberg i tedeschi offrirono l’opportunità alla Ferrari di vincere la corsa. Ed è chiaro che qualcosa a livello di strate-

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LE PAGELLE di PINO ALLIEVI

Ricciardo-Kvyat: la Red Bull è tornata

1Una lezione per Verstappen, bravo ma irruento. Sainz, rimonta con punti. Williams, che cosa ti è successo? LA STATISTICA

LEWIS HAMILTON MERCEDES 30 ANNI

8

8

ROSBERG Si è trovato la vittoria tra le mani e non se l’è fatta sfuggire, pur se più lento di Hamilton. Graffiante per 8 giri nel weekend: quelli decisivi! EPA

Un capolavoro rovinato dal box Ma anche lui... Poveretto, chissà come s’è sentito quando si è reso conto che la Mercedes aveva rovinato il suo capolavoro. È ingiusto (nella foto Liverani, il fratello Nicolas lo abbraccia) che non abbia vinto perché aveva dominato e nessuno sarebbe stato in grado di riprenderlo. La sua colpa è quella di essersi piegato a un ordine del box senza la lucidità di accorgersi che era sbagliatissimo. È stato complice. Dovrà meditare

7 PEREZ Un 7° posto prezioso. Di tanto in tanto sembra maturare, salvo poi sconcertare con passi indietro. Speriamo si sia stabilizzato GETTY

GLI ALTRI GROSJEAN 7 Bella corsa, sarebbe andato a punti se Verstappen non lo avesse colpito. NASR 7 Nono con una Sauber che ha faticato parecchio nel Principato. HÜLKENBERG 7 Undicesimo, ma senza venire accompagnato da Alonso a muro al primo giro, chissà dove arrivava. ALONSO 7 Era dietro a Button al momento dell’ennesimo ritiro. Modesto e sfortunato.

GARA

MONDIALE

ARRIVO

PILOTI

POS PILOTA

NAZ SCUDERIA

1. ROSBERG

GER Mercedes

2. VETTEL 3. HAMILTON 4. KVYAT 5. RICCIARDO 6. RAIKKONEN 7. PEREZ 8. BUTTON 9. NASR 10. SAINZ 11. HÜLKENBERG 12. GROSJEAN 13. ERICSSON 14. BOTTAS 15. MASSA 16. MERHI 17. STEVENS

GER Ferrari GB Mercedes RUS Red Bull-Renault AUS Red Bull-Renault FIN Ferrari MES Force India-Mercedes GB McLaren-Honda BRA Sauber-Ferrari SPA Toro Rosso-Renault GER Force India-Mercedes FRA Lotus-Mercedes SVE Sauber-Ferrari FIN Williams-Mercedes BRA Williams-Mercedes SPA Manor Marussia-Ferrari GB Manor Marussia-Ferrari

TEMPO/DISTACCO (PIT STOP) in 1h49'18"420 (1) media 142,874 km/h a 4"486 (1) a 6"053 (2) a 11"965 (1) a 13"608 (2) a 14"345 (1) a 15"013 (2) a 16"063 (2) a 23"626 (2) a 25"056 (1) a 26"232 (2) a 28"415 (1) a 31"159 (3) a 45"789 (2) a 1 giro (3) a 2 giri (1) a 2 giri (1)

● RITIRATI: al 6° giro MALDONADO (VEN/Lotus-Mercedes)

freni; al 42° giro ALONSO (SPA/McLaren-Honda) cambio; al 63° giro VERSTAPPEN (OLA/Toro Rosso-Renault) incidente ● DISTANZA GARA: 78 giri pari a 260,286 km ● GIRO PIÙ VELOCE: il 74° di RICCIARDO in 1’18”063, media 153,891 km/h ● LEADER DELLA CORSA: dal 1° al 64° giro HAMILTON; dal 65° giro al traguardo ROSBERG ● NOTE: 5” di penalità ad ALONSO per aver causato l’incidente con Hülkenberg; 5 posti di penalizzazione in griglia a Montreal (e 2 punti sulla patente) per VERSTAPPEN per aver causato l’incidente con Grosjean; Safety Car dal 64° al 70° giro

POS NOME 1. HAMILTON 2. ROSBERG 3. VETTEL 4. RAIKKONEN 5. BOTTAS 6. MASSA 7. RICCIARDO 8. KVYAT 9. NASR 10. GROSJEAN 11. PEREZ 12. SAINZ 13. HÜLKENBERG 14. VERSTAPPEN 15. ERICSSON 16. BUTTON 17. ALONSO 18. MERHI 19. STEVENS 20.MALDONADO

NAZ GB GER GER FIN FIN BRA AUS RUS BRA FRA MES SPA GER OLA SVE GB SPA SPA GB VEN

PROSSIMA GARA 7 giugno - GP Canada (Montreal)

TI SOLLEVA DAL DOLORE

7 SAINZ Partiva ultimo, dai box. Ed è andato a punti con una gara intelligente e 66 giri con le soft! La Toro Rosso lo ringrazia per il punto prezioso EPA

8 BUTTON Alla sesta gara arrivano finalmente i primi punti con la McLarenHonda. E bravo Jenson, capace di andare oltre la macchina EPA

7,5

7,5

RICCIARDO Su una pista dove il motore conta meno, ecco il vero Ricciardo: coraggio e ritmo. Diabolico con Raikkonen, leale nel restituire il 4° posto a Kvyat GETTY

KVYAT Risorto su uno dei circuiti più difficili, quando pareva che il suo ambientamento in Red Bull fosse impossibile. La sua stagione è cominciata ieri LAPRESSE

PUNTI 126 116 98 60 42 39 35 17 16 16 11 9 6 6 5 4 0 0 0 0

AUS MAL CIN BAH SPA MON 25 18 25 25 18 15 18 15 18 15 25 25 15 25 15 10 15 18 12 12 18 10 8 10 8 12 12 12 8 10 1 8 8 1 2 8 6 10 2 2 1 12 10 4 2 6 6 4 1 4 6 2 4 2 1 6 6 4 1 4 -

242 158 81 52 21 17 16 15 4 0

43 15 12 8 14 7 2 -

33 37 18 3 10 -

43 27 18 2 5 6 -

40 28 13 10 4 6 -

43 25 20 7 4 2 -

40 26 22 2 6 1 4 -

Lewis, stop alla striscia: dopo 12 GP non è 1° o 2° Giovanni Cortinovis

O 5,5 RAIKKONEN Un voto di stima, meritava di meno dopo il botto in prova, la qualifica scarsa, un avvio poco convincente e la porta lasciata aperta a Ricciardo LAPRESSE

5

ltre alla mancata vittoria, Lewis Hamilton ha un altro motivo per essere triste: l’interruzione di una striscia di 12 gare consecutive concluse al 1° o 2° posto, avviata al GP Italia 2014. La sua è la seconda miglior serie di sempre dietro a Michael Schumacher che con la F2002 infilò 15 primi-secondi posti di fila, dal Brasile al Giappone 2002.

4

VERSTAPPEN La smania di far vedere quanto sia bravo (e lo è!) l’ha portato a un rischio che poteva costargli caro. Qualcuno lo calmi prima che esageri ancora GETTY

WILLIAMS La squadra che un anno fa lottava costantemente davanti è giunta impreparata a Montecarlo, mandando a picco i piloti REUTERS

ZOOM SULLA CORSA

COSTRUTTORI 1. MERCEDES 2. FERRARI 3. WILLIAMS 4. RED BULL 5. SAUBER 6. FORCE INDIA 7. LOTUS 8. TORO ROSSO 9. MCLAREN 10. MANOR MARUSSIA

8 VETTEL Non aveva una Mercedes, ma è stato alla pari di quella di Rosberg. Le gomme fredde gli hanno impedito lo sprint finale. Grandissima gara EPA

CAMBI GOMME

GIRI VELOCI

Il primo dato indica la gomma di partenza. SSN=supersoft nuove; SSU=supersoft usate; SN= soft nuove; NC=non classificato. Tra parentesi il giro della sosta. L'ultimo dato, per ogni pilota, indica il numero totale di pit stop.

POS PILOTA

ROSBERG SSU SN (37) 1 VETTEL SSU SN (36) 1 HAMILTON SSU SN (38) SSU (65) 2 KVYAT SSU SN (28) 1 RICCIARDO SSU SN (36) SSU (65) 2 RAIKKONEN SSU SN (37) 1 PEREZ SSU SN (36) SSU (64) 2 BUTTON SSN SN (35) SSU (64) 2 NASR SSN SN (18) SSN (64) 2 SAINZ SSU SN (12) 1 HÜLKENBERG SN SSN (1) SN (31) 2 GROSJEAN SSN SN (17) 1 ERICSSON SSN SN (14) SSN (38) SSU (69) 3 BOTTAS SN SSN (14) SSN (56) 2 MASSA SSN SN (1) SSU (39) SSU (62) 3 MERHI SN SSN (35) 1 STEVENS SN SSN (33) 1 VERSTAPPEN SSU SN (29) SSU (46) 2 NC ALONSO SN SSN (32) 1 NC MALDONADO SSU NC

TEMPO

1° RICCIARDO 1’18”063 (74°) 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20.

ROSBERG HAMILTON VETTEL VERSTAPPEN BOTTAS KVYAT ERICSSON BUTTON RAIKKONEN PEREZ MASSA SAINZ HÜLKENBERG NASR ALONSO GROSJEAN MERHI MALDONADO STEVENS

1’18”599 (76°) 1’18”676 (42°) 1’18”854 (75°) 1’18”873 (49°) 1’18”944 (74°) 1’19”130 (75°) 1’19”285 (75°) 1’19”490 (76°) 1’19”651 (74°) 1’19”657 (74°) 1’19”764 (72°) 1’19”816 (48°) 1’19”921 (46°) 1’20”017 (76°) 1’20”459 (36°) 1’20”483 (40°) 1’21”715 (47°) 1’22”271 (3°) 1’22”693 (58°)

TREDICI Con il 3° posto però l’inglese ottiene il 13° podio consecutivo. Meglio hanno fatto solo Schumi con 19 gare di fila con la Ferrari, dal GP Usa 2001 al GP Giappone 2002, e Fernando Alonso che con la Renault dal GP Turchia 2005 al GP Canada arrivò a 15 podi. UNO SU DUE In totale sono 76 i podi di Hamilton in 154 GP disputati, in pratica uno ogni due gare, come dimostra la percentuale del 49,35%. A qualche decimo di distanza c’è Sebastian Vettel, che con 71 podi in 145 GP è al 48,97%. I due sono in scia ad Ayrton Senna che chiuse la carriera con una percentuale del 49,69% (80 in 161 GP). Leggermente più avanti è Michael Schumacher con il 50,49% (155 in 307 GP). DOZZINA Sono invece già 12 i podi stagionali della Mercedes nei primi 6 GP: un en plein che le consente di sognare di battere il proprio record di 31 podi in un campionato, fatto segnare l’anno scorso. In totale sono 75 i podi complessivi della scuderia tedesca, 52 dall’inizio del 2013: 27 li ha ottenuti Hamilton e 25 Nico Rosberg, che però ne aveva realizzati 2 nel 2012 e 3 nel 2010. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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«Guidavo e pensavo: “Che Montecarlo è senza Safety Car?”» 1Vettel: «Bene il podio, ma la Ferrari vuole di più»

Arrivabene: «Mercedes arrogante, battuta con il c...»

Luigi Perna INVIATO A MONTECARLO

«L

e ho provate davvero tutte stavolta. Al via sono stato aggressivo, ho affiancato Rosberg, ma eravamo troppo vicini e ho dovuto rinunciare al sorpasso. Poi gli ho messo pressione perché non scappasse via. Ho provato ad anticipare la sosta e c’è mancato poco che non gli passassi davanti. A un certo punto ho pensato: non può esserci una Montecarlo senza Safety Car. E improvvisamente è arrivata…». La rincorsa di Sebastian Vettel al secondo posto nel Principato raccontata così ha un sapore molto più avvincente di quanto sembrasse da fuori. C’è voluto il «suicidio» sportivo della Mercedes, che ha richiamato Hamilton ai box mentre era in testa, per innescare le emozioni e divertire almeno un po’ l’ospite juventino Paul Pogba, arrivato a tifare per la Ferrari e per Maurizio Arrivabene. PRESSIONE Negli ultimi giri per Vettel è cominciata un’altra cor-

sa, non più con il piglio dell’inseguitore, ma con l’affanno di chi deve difendersi. Hamilton infatti è rientrato in pista per un soffio dietro al tedesco, dopo la sosta extra, e gli si è accodato sulla salita di Santa Devota. «Era ridicolo quanto andasse piano la safety, infatti la temperatura delle mie gomme è precipitata e alla ripartenza ho fatto tantissima fatica a tenere l’auto in strada – continua Vettel –. Ci sono voluti tre giri perché tutto tornasse normale. Ma ho sofferto una pressione enorme, avendo Hamilton e Ricciardo dietro di me con i pneumatici supersoft. È bello essere sempre lì sul podio, ma è chiaro che come Ferrari adesso vogliamo di più». Vincere in Canada? «Lo spero». COLPO DI C… Per Arrivabene, quello dei rivali è stato un errore di presunzione. «Forse sono stati troppo arroganti, credendo nella loro superiorità – spiega il team principal del Cavallino –. Ma Inaki (lo stratega spagnolo Rueda; n.d.r.) ha fatto un capolavoro. Ha detto di restare freddi e di andare avanti con la tattica decisa per Seb. Alla Mer-

cedes hanno fatto i fenomeni e alla fine sono stati meno intelligenti di noi». Rueda, dopo i disastri del Montmelò, stavolta non ha abboccato all’autogol della Mercedes. «In Malesia li avevamo battuti con i muscoli, qui con il c…», sintetizza Arrivabene. Bernie Ecclestone gli contesta di essere un personaggio più per se stesso che non per la F.1, con il suo stile sopra le righe. «Ma io non cambierò perché me lo chiede Ecclestone – la

La gioia di Sebastian Vettel, 27 anni, dopo il secondo posto a Montecarlo: per lui si tratta del 5° podio stagionale EPA

replica –. Mi tolga pure il pass».

PRIMI PUNTI MCLAREN Primi punti (4) Mclaren con Jenson Button, ritratto con Cristiano Ronaldo, Alonso e Cara Delevingne COLOMBO

MAGO ORONZO La rossa ha bisogno di un «bottone magico», come le Frecce d’argento. Perché, rispetto alle prestazioni in gara, la SF15-T in qualifica è la brutta copia di se stessa. Vettel, al quinto podio in sei GP, ha dimostrato per l’ennesima volta di non essere appagato dai suoi quattro titoli. Però il terzo tempo in griglia a Montecarlo lo aveva già condannato. Quello della rossa è un problema strutturale o di messa a punto? «Se lo sapessi, andrei subito a dare la soluzione agli ingegneri – risponde Seb –. In realtà non è

chiaro, ma ci penalizza. E siccome non sono casi isolati, bisogna risolverlo senza scuse». Si può? Arrivabene non ha la garanzia: «Restano i limiti di telaio, carico e trazione della macchina dell’anno scorso, non potevamo cambiare tutto in tre mesi. Come ho già detto, non sono il mago Oronzo. Il motore però ha fatto un salto avanti impressionante e ci aiuta». PER BRIATORE E in Canada, nonostante le smentite, debutterà la prima vera evoluzione della power unit, con l’impiego di circa la metà dei gettoni di sviluppo. Sarà un braccio di ferro,

Rabbia Raikkonen: «Ricciardo da punire» INVIATO A MONTECARLO

T

orto o ragione? Kimi Raikkonen non ha dubbi, la Ferrari invece sì e forse ieri sera avrà chiarito le idee al suo pilota sull’incidente con Daniel Ricciardo, costato al finlandese una posizione al traguardo e una solenne arrabbiatura. Siamo al 72° giro, ne mancano appena 6 alla conclusione, quando Ricciardo attacca Raikkonen in fondo alla discesa

del Mirabeau, approfittando delle gomme supersoft più performanti. Un colpo di spada e non di fioretto. Ma si sa, sorpassare in guanti di velluto nel Principato non si può. Nella manovra al limite, l’australiano della Red Bull tocca con la ruota anteriore sinistra il pneumatico posteriore destro di Raikkonen, che si scompone e allarga la traiettoria, ritrovandosi poi 6° all’arrivo. CHIARIMENTO Superfluo de-

Ricciardo sorpassa Raikkonen IPP

scrivere la faccia di Kimi dopo l’episodio, ma l’umore si percepiva chiaramente dalle parole. «Normalmente per un’azione del genere un pilota viene penalizzato, invece stavolta non è successo. Per cui alla fine non c’è mai la certezza di che cosa sia consentito fare e che cosa no — l’opinione di Raikkonen —. Dal mio punto di vista è abbastanza ovvio e chiaro. Ma qualcuno ha giudicato in modo diverso». Nella fattispecie, l’esempio di una certa disparità di giudizio potrebbero essere i 5” di penalità inflitti ad Alonso per la toccata con Hülkenberg al primo giro, proprio nello stesso punto. E il team principal ferrarista Maurizio Arrivabene ne ha parlato con Massimo Rivola (sì,

avete letto bene, il d.s. rimasto a casa prima del GP di Spagna e riapparso qui a Montecarlo) per un chiarimento alla Fia: «Non volevo lasciar correre la vicenda. Ma Whiting (il responsabile di corsa; n.d.r.) ha spiegato che basta una ruota all’interno, perché il pilota davanti debba lasciare spazio a quello dietro. È andata così è lo accettiamo». INGENUITÀ Chissà come sarà contento Kimi. Il quale, per la verità, un po’ ingenuo a non tenere la traiettoria stretta lo è stato. Era davanti e Ricciardo avrebbe potuto superarlo solo passandogli sopra la testa. Invece, così, ha avuto l’occasione per infilarsi. E dire che il ferrarista stava rimediando con una

bella gara alla solita qualifica disastrosa. Pure il sorpasso sullo stesso Ricciardo in occasione della sosta ai box era stato in gran parte merito suo, visto che Kimi aveva fatto un gran giro prima di fermarsi. «È un disappunto partire in una posizione sfavorevole e ritrovarsi dietro a vetture più lente, come è successo qui. Purtroppo in qualifica non rendiamo come in gara, per tante ragioni. Dobbiamo lavorare sui piccoli dettagli e far funzionare meglio la macchina sul giro singolo», spiega Raikkonen. Non sarà però la sola ragione, visto che Vettel finora lo ha battuto 6-0. «Kimi in una certa fase di gara faceva gli stessi tempi di Seb. Il suo problema non è quello – ammette Arrivabene –. Devo fargli scrivere cento volte: “Devo migliorare nelle qualifiche”». lu.pe. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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scorretto al Mirabeau. I vertici della rossa: «Accettiamo il verdetto dei giudici di gara»

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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1Il finlandese si lamenta del sorpasso

perché nella stessa gara si vedrà anche il motorone della Mercedes. «L’obiettivo resta vincere tre gare. E valgono anche gli autogol degli altri, come nel calcio – conclude Arrivabene –. Io credo nel team e non solo nei talenti, tanto che in finale di Champions c’è il Barcellona, ma anche un’altra squadra… (la Juve di cui è tifoso; n.d.r.). Non è vero come dicono certe persone che siamo rimasti al punto dell’anno scorso. Basta guardare i podi». Se il messaggio voleva essere per Flavio Briatore e il suo pupillo Fernando Alonso, è sembrato forte e chiaro.

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Un Evento


Motori R Dal mondo

TUTTENOTIZIE

LUNEDÌ 25 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

1Verso la Dakar Sono Paulo Gonçalves (Honda CRF450) e Orlando Terranova (Mini All4 Racing) i vincitori della Desafio Ruta 40, primo evento stagionale della Dakar Series. Per Gonçalves è il primo successo sulle due ruote, mentre per Terranova è la 2a vittoria dopo quella del 2013

SUPERBIKE

Il riscatto di Sykes Doppietta a Donington 1Il leader iridato

Rea sempre dietro al compagno. Ducati ok: Davies due volte terzo

qualche giro, poi vinto dal dolore è finito due volte quarto. Discreto il bilancio Bmw Italia con Ayrton Badovini 5° e 9°. La MV Agusta ha chiuso col 9° (e caduta) di Leon Camier il week end cominciato col primato nelle prime libere. LE ALTRE CLASSI Aprilia fa festa con Lorenzo Savadori al 3° trionfo della coppa del Mondo Stock 1000 davanti a Roberto Tamburini (Bmw) e Raffaele De Rosa (Ducati). Nella Supersport quarto trionfo per Kenan Sofuoglu, il 30enne pilota turco della Kawasaki il cui figlioletto Hamza, di appena nove settimane, è in pericolo di vita per ischemia celebrale. Le condizioni del piccolo restano gravi, ma stabili.

INDYCAR MONTOYA RIVINCE LA 500 MIGLIA A 15 ANNI DAL PRIMO TRIONFO (mar.ge.) Con uno scatto decisivo a tre giri dalla fine, quando ha sorpassato il compagno di squadra Will Power, l’ex pilota di F.1 Juan Pablo Montoya a 39 anni vince la 500 Miglia di Indianapolis. Il colombiano, che partiva dalla quinta fila, e nonostante un contatto che nelle battute iniziali lo ha visto sprofondare al 30° posto, ha messo in fila lo stesso Power, Charlie Kimball e Scott Dixon grazie a una seconda metà di gara strepitosa. Per Montoya, in gara con una Chevrolet del team Penske, è il secondo successo sull’ovale di Indianapolis, dopo quello ottenuto nel 2000.

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Paolo Gozzi DONINGTON (GRAN BRETAGNA)

I

l Cannibale Jonathan Rea ci ha provato anche a sportellate, ma non c’è stato nulla da fare contro Tom Sykes, sempre più Re di Donington. Per lui sei trionfi di fila, come solo l’icona degli anni 90 Carl Fogarty era riuscito a fare, con tanto di triplice record sbriciolato: Superpole, giro veloce e vittoria finale. Le Kawasaki se la sono giocata in famiglia e per Ducati e Aprilia è stata anche stavolta notte fonda.

KAWA CONTRO KAWA Rea è partito aggressivo infilando più volte Sykes per non farlo scappare. Ma dopo un paio di contatti che hanno mandato fuorigiri le coro-

L’inglese della Kawasaki Tom Sykes, 29 anni, vincitore a Donington ALEX PHOTO

narie nel box Kawasaki, il capofila del Mondiale ha mollato la presa e per Sykes è stata poco più di una passerella trionfale. La rivincita si è spenta sul nascere con Tom subito in fuga e Jonathan protagonista di in una paurosa doppia sbandata alla Coppice, la curva dove nel 2007 Troy Bayliss lasciò un mignolo. Sprofondato in sesta posizione, Rea è poi risalito in seconda, quando lo stratosferico Sykes era già scappato. Sconfitta (quasi) indolore per Rea che resta a più 101 punti, oltre

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due gare di distanza, su Haslam secondo in classifica. DUCATI E APRILIA La Ducati ha perso per strada Davide Giugliano affondato da una gomma difettosa con sosta ai box (17°, fuori dalla zona punti) e poi solo 5° «perché senza aderenza è impossibile essere veloci». Salva il bilancio il doppio podio del grintoso Chaz Davies. Recrimina anche l’Aprilia: Leon Haslam, partito con una costola rotta è stato a contatto del duo di testa per

I RISULTATI Così nella 6a tappa (su 13) del Mondiale Superbike a Donington (4.023 m). Gara-1 (23 giri, 92,529 km): 1. Sykes (GB-Kawasaki) in 33’59”865 media 163,297 km/h; 2. Rea (GB-Kawasaki) a 3”743; 3. Davies (GB-Ducati) a 15”140; 4. Haslam (GB-Aprilia) a 18”304; 5. Badovini (Ita-Bmw) a 20”362; 6. A. Lowes (GB-Suzuki) a 20”848; 7. Torres (Spa-Aprilia) a 21”807. Gara-2 (23 giri): 1. Sykes in 33’52”649 media 163,877 km/h; 2. Rea a 9”772; 3. Davies a 12”304; 4. Haslam a 16”601; 5. Giugliano (Ita-Ducati) a 16”779; 6. A.Lowes a 23”136; 7. Torres a 26”674; 8. Guintoli a 27”206; 9. Badovini a 31”469; 10. Baiocco (Ita-Ducati) a 34”669. Mondiale piloti: 1.Rea 280 punti; 2. Haslam 179; 3. Sykes 178; 4. Davies 155; 5. Torres 117; 6. Guintoli 92; 7. Baiocco 72; 12. Badovini 50; 14. Giugliano 40. Costruttori: 1. Kawasaki 290 punti; 2. Ducati 196; 3. Aprilia 195; 4. Honda 117; 5. Suzuki 81; 6. Bmw 60; 7. MV Agusta 40; 8. Ebr 4. Prossima gara: 7 giugno Portimao (Portogallo).

Montoya e il latte del vincitore REUTERS

MONDIALE RALLY LATVALA RE DEL PORTOGALLO IL LEADER IRIDATO OGIER È 2° (an.gat.) Tripletta Volkswagen al rally di Portogallo, quinta prova del Mondiale. Prima vittoria stagionale per il finlandese Jari-Matti Latvala: a 8’’2 c’è l’iridato Sebastien Ogier sempre più padrone del mondiale grazie ai punti intascati vincendo la power stage. Ogier, dopo un avvio sottotono, ha vinto cinque delle ultime sei speciali insidiando il primato di Latvala. Bottino pieno per la Volkswagen che riparte alla grande dopo il flop in Argentina. Andreas Mikkelsen conclude in terza posizione

vincendo il braccio di ferro con Kris Meeke (Citroën DS3) ed è secondo in campionato. Bene Robert Kubica, nono sulla Ford Fiesta RS. In classifica Ogier (FraVolkswagen) primo a 105 punti, Mikkelsen (Nor-Volkswagen) segue a 63, Ostberg (Nor-Citroën) è a quota 57.

MONDIALE CROSS CAIROLI, 2a VITTORIA DI FILA MA NAGL È SEMPRE IN TESTA (m.z.) Seconda vittoria consecutiva per Antonio Cairoli (Ktm) che grazie a un primo e un 3° posto si è aggiudicato anche la settima prova nella classe MxGP diventando il pilota che ha vinto più GP in Gran Bretagna con sei successi. Il siciliano ha preceduto Clement Desalle (Suzuki) e Romain Febvre (Yamaha), mentre il leader Max Nagl (Husqvarna) è 5°. David Philippaerts (Yamaha) ha chiuso 13°, davanti ad Alex Lupino (Honda). Paura per Davide Guarneri (Tm), la cui caduta nella prima manche ha costretto a fermare la gara, anche se poi le sue condizioni fisiche non sono risultate preoccupanti. Nel Mondiale comanda Nagl con 295 punti, Desalle è a 291 e Cairoli a 274. Nella Mx2 altra vittoria dello svizzero Valentin Guillod (Yamaha), che si è imposto sul capoclassifica Jeffrey Herlings (Ktm) e su Jordi Tixier (Kawasaki).

ALTRI MOTORI TCR, MORBIDELLI FIRMA UNA DOPPIETTA A MONZA (an.gat.) Gianni Morbidelli domina l’appuntamento monzese della Tcr. In gara-1 ha preceduto Oriola e Belicchi; in gara-2 si è ripetuto mettendo in riga Gené e Monje. ● WORLD SERIES RENAULT (an.gat.) Jazeman Jaafar vince a Montecarlo e si prende la testa della World Series Renault. Il malese della Fortec ha preceduto Dean Stoneman e Tom Dillmann.


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98° Giro d’Italia R 15a tappa, Marostica-Madonna di Campiglio San Lorenzo al Mare

1 km 17,6

Albenga

Rapallo

2 km 177 Sanremo

TEAM ORICA GERRANS

Genova VIVIANI MATTHEWS

3 km 136 Sestri Levante

Chiavari

4 km 150

MATTHEWS MATTHEWS

La Spezia

5 km 152 La Spezia

FORMOLO CLARKE

Abetone

Montecatini Terme

6 km 183 Castiglione della Pescaia

POLANC CONTADOR

GREIPEL CONTADOR

Grosseto

Fiuggi

7 km 267 Fiuggi ULISSI CONTADOR

8 km 186 Campitello Matese INTXAUSTI CONTADOR

Benevento

Civitanova Marche

9 km 215 10 km 200 San Giorgio del Sannio TIRALONGO CONTADOR

Forlì

BOEM CONTADOR

E adesso se la ride Decide tutto Contador Nasce il patto di Campiglio 1L’Astana lo accerchia, la maglia rosa potrebbe staccare Aru in ogni momento, ma nel finale giochi di sguardi: via libera a Landa

Paolo Marabini INVIATO A MADONNA DI CAMPIGLIO (TRENTO)

E

una è andata. La voleva pure la tappa di Campiglio: Marco Pantani era stato il suo idolo giovanile, la sua ispirazione. E magari ci ha provato davvero a prendersela. Ma i grandi giri si vincono anche ai punti. Con la testa, non solo con le gambe. Con i calcoli, non solo con l’istinto. E quando a 400 metri dal traguardo il basco Mikel Landa ha piazzato un altro attacco, il Pistolero in rosa ha lasciato fare. Basta risposte, poteva bastare. E pace amen per la vittoria di tappa sfumata. Si è messo lì con Fabio Aru, l’ha marcato a uomo e si è accontentato di soffiargli in volata altri 4” di abbuono, alle spalle anche del russo Trofimov, dopo i 2” acciuffati al traguardo volante: un messaggio, più che uno sgarbo. E poi poteva andargli pur bene il successo di tappa di un altro spagnolo, un giovane scalatore di talento, benché compagno del rivale: quello che doveva dimostrare - cioè che per sfilargli la maglia ci vogliono davvero gambe super, tanto coraggio, un gioco di

squadra perfetto e un po’ di fortuna - lo aveva già fatto nei 166 km e 600 metri precedenti. Ebbene sì, ormai è chiaro a tutti, anche all’Astana: Alberto Contador ha le mani sul Giro. E a cercare di soffiarglielo magari finisce peggio. Immaginate un pugile che al decimo round ha riempito di pugni l’avversario. Poi, nella ripresa successiva, non solo gli para ogni colpo, ma gli molla un gancio d’avvertimento, giusto per fargli capire che aria tira, che con lui non conviene scherzare, che forse è meglio accontentarsi di non farsi troppo male. Questo ha detto il terzo weekend di corsa: sabato la maxicrono ha scavato un divario netto tra Contador e gli altri, Aru in testa; ieri la prima tappa di montagne vere - 34 km di ascesa in totale - è servita ad Alberto per legittimare il suo potere. Anzi, lo ha rafforzato. Per blindarlo definitivamente bisognerà attendere ancora. DAL 1999 Il Giro tornava a Madonna di Campiglio 16 anni dopo quelle ore prima magiche e poi tragiche, l’inizio della triste parabola di Marco Pantani. Bandane, cartelli, maglie rosa e gialle, striscioni: quanti ricordi lungo la salita finale. Dopo il

LA CHIAVE

Pensate: al traguardo volante di Pinzolo, Alberto beffa 5 Astana e si prende 2” di abbuono Il Giro tornava a Campiglio 16 anni dopo i fatti di Pantani con il primo arrivo dolomitico

Mikel Landa, 25 anni, è basco di Vitoria. Lo spagnolo è pro’ dal 2010. Quello di Campiglio è il secondo centro stagionale, il quarto da professionista BETTINI

via da Marostica, la tappa si è accesa subito ed è filata a quasi 48 orari sino all’attacco della prima salita. Lì sono cominciati i giochi, trampolino di lancio in vista dell’inedito Passo Daone: 8 km e 400 metri al 9,2%, punte al 14%, quanto basta per mettere in croce tanta gente. L’Astana si è messa in fila indiana e ha inferto un ritmo forsennato, eliminando avversari uno dietro l’altro ad ogni tornante. Compresi Uran, uscito dalla top ten. Compreso Porte, finito alla deriva. E compresi gli uomini di Contador, che però non si è scomposto di una virgola, mai, nemmeno quando nella difficile discesa su Pinzolo ha perso l’ultimo fedelissimo, l’onnipresente Rogers. Diciamo la verità: al Pistolero andava benone quel treno celeste, manco fosse condotto dai suoi stessi compagni. Identica musica verso Madonna di Campiglio. L’Astana ci ha provato, ha alzato di nuovo il passo, sacrificando altre pedine - prima Rosa, poi Tiralongo, quindi Kangert - e perdendo per strada altri pezzi del gruppetto di testa. Ma non il Re. FUOCHI FINALI E quando a 3 km dall’arrivo Landa ha acceso le polveri, più per mirare al suc-

cesso di tappa che non per cercare di mettere in crisi Contador, proprio la maglia rosa ha chiuso in un amen. Ai -2 ci ha provato Aru. Subito dopo di nuovo Landa. E il Pistolero sempre lì: pronto, vispo, quasi a dar l’impressione di potersene andare lui, solo a volerlo. Sino all’attacco all’ultimo chilometro del quarto incomodo di quel poker di testa, il russo Trofimov. E lì la maglia rosa ha detto stop. Volete vincere la tappa, fate voi.

Landa con più gambe di Aru: a quel punto il basco ha rotto gli indugi, a 400 metri dalla linea. Gioco di sguardi tra la maglia rosa e la maglia bianca, forse qualche parola, magari una sorta di patto: «Io vi lascio la tappa, io vi porto sul podio di Milano, voi mi lasciate tranquillo». Ci può stare. Oggi c’è tempo per rifiatare, domani si riparte: Aprica, Mortirolo, Aprica. E se il Pistolero non facesse più sconti? © RIPRODUZIONE RISERVATA


LUNEDÌ 25 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT Forlì

Imola

Montecchio Maggiore

Treviso

Marostica

Pinzolo

Tirano

Melide

17 km 134

18 km 170

Gravellona Toce

Saint-Vincent

39

Torino

Domani 11 km 153

12 km 190 Imola

ZAKARIN CONTADOR

Vicenza (Monte Berico) GILBERT CONTADOR

13 km 147 Jesolo

14 km 59,4 15 km 165 16 km 174 Valdobbiadene Madonna di Campiglio

MODOLO ARU

KIRYIENKA CONTADOR

Aprica

Claudio Ghisalberti

ALBERTO CONTADOR

«Ma io avrei voluto vincere per Pantani, il mio mito» 1Il racconto del Pistolero: «Intesa con

Aru? No, l’ho solo guardato per capire. Ho preferito controllare la generale»

CHE SPETTACOLO A MAROSTICA

106 ● km di grandi salite nelle ultime tre tappe di montagna: Pinzolo-Aprica, GravellonaCervinia, St.Vincent-Sestriere

Il Giro continua ad essere la «festa di maggio»: una grande piazza che racchiude idealmente milioni di appassionati. E in certe occasioni questa sensazione tocca vertici di spettacolare bellezza. E’ successo anche ieri nell’emozionante Piazza Castello (famosa per la partita a scacchi a personaggi viventi) di Marostica. Il Veneto, ancora una volta, ha risposto con emozioni forti SUNADA

LA GUIDA Resiste Amador, 3°. Porte a 27’: si ritira ARRIVO 1. Mikel LANDA (Spa, Astana) 165 km in 4h22’35”, a 37,702 km/h; 2. Yury TROFIMOV (Rus, Katusha) a 2”; 3. Alberto CONTADOR (Spa, Tinkoff) a 5”; 4. Aru a 6”; 5. Kruijswijk (Ola) a 38”; 6. Amador (C.Rica) a 42”; 7. Konig (R.Cec) a 1’; 10. Caruso a 2’13”; 34. Uran (Col) a 8’; 88. Porte (Aus) a 27’04”.

19 km 236 Verbania

20 km 199 Cervinia

21 km 178 Sestriere

Milano

LANDA CONTADOR

fIL LEADER

Alberto Contador, 32 anni, in rosa davanti a Fabio Aru, 24 anni BETTINI

Lugano (Svizzera)

CLASSIFICA 1. Alberto CONTADOR (Spa, TinkoffSaxo) 2407 km in 60h01'34", a 40,099 km/h; 2. Fabio ARU (Astana) a 2'35"; 3. Andrey AMADOR (C. Rica, Movistar) a 4'19"; 4. Landa (Spa) a 4'46"; 15. Uran (Col) a 12'15". OGGI Riposo DOMANI 16ª tappa Pinzolo-Aprica 174 km, partenza 11.50

INVIATO A MADONNA DI CAMPIGLIO

«A

vrei voluto vincere perché questa è una cima storica, ma sono contento lo stesso». Alberto Contador sorride anche se gli è sfuggito quel colpo che lui stesso, prima del via di Marostica aveva definito «un sogno perché lì l’unica volta che è arrivato il Giro ha vinto Pantani che per me era un mito. Quando ero ragazzino, per imitarlo dopo avere visto le tappe del Giro in televisione uscivo in bici e mi aggrappavo alla parte bassa del manubrio. Volevo essere come lui». Mentre lo spiega imita il gesto. È come se le immagini di sedici anni fa gli scorressero di nuovo davanti agli occhi. La tappa gli ha riservato immagini già viste. La sua Tinkoff che sparisce dagli schermi nonostante la divisa giallofluo e l’Astana che, viceversa, si dimostra uno squadrone. Quella dei kazaki ormai non si può più chiamare superiorità numerica, ma vittoria per cappotto. Cinque di loro contro nessun Tinkoff. Contador, pur difendendo a oltranza i suoi compagni di squadra («Ho piena fiducia in loro, sono dei grandissimi professionisti, non si discutono»), riconosce il gran valore dei rivali. «Mi sembrava di essere a ruota di una cronosquadre dell’Astana», dice il Pistolero. Unico fuoriprogramma: iprogramma: uno spettatore che, sul passo Daone, si è sporto o verso la strada con in mano o un supporto per l’autoscatto. La maglia rosa non ha avuto alternativa se on un colpetnon farsi largo con to. Contador, lo sforzo zo della crono sorbito bene... di sabato pare assorbito «Sì, il mio massaggiatore aggiatore ha fatto un lavoro eccellente. o salito sul Tra quando sono ndo sono suo lettino e quando ella difsceso c’era una bella ferenza». A poco più di un chilordo metro dal traguardo è sembrato che lei me abbia avuto come eun gesto cavalleretsco e abbia aspetel tato Aru che in quel ava momento pedalava un po’ in affanno. «No, l’ho solo guardato uardato per capire. Lui è il mio più a una salita grande rivale. Era ndenze e a senza grandi pendenze

OGGI RIPOSO, DOMANI MORTIROLO PINZOLO 816 m GPM 2 Campo Carlo Magno 1.681 m

Passo del Tonale 1.883 m GPM 2

R

Edolo 688 m

km 0

Aprica 1.173 m S GPM S 3

GPM 1

Corteno Golgi 935 m

APRICA 1.173 m GPM 3 Passo del Mortirolo 1.854 m

Tirano 433 m

10

13

55

84

94

102

120

142

177 GDS

«FABIO È IL MIO PIÙ GRANDE RIVALE. ERA DIFFICILE CONTROLLARE LA CORSA E AVERE LE FORZE PER VINCERE» «MI SEMBRAVA DI ESSERE A RUOTA DI UNA CRONOSQUADRE ASTANA MA HO FIDUCIA NEI MIEI, NON SI DISCUTONO» ALBERTO CONTADOR 17 MAGLIE ROSA, 10 QUEST’ANNO

ruota si sta molto comodi. Era complicato controllare la corsa e conservare forze per vincere. Ho preferito controllare la generale». Dopo che a Pinzolo ha guadagnato i due secondi di abbuono ha fatto uno scarto sulla sinistra. Qualcuno lo ha interpretato come una presa in giro ai rivali. «No assolutamente. Ero ben messo e quei 2” non mi sono costati nessuno sforzo. Anche al traguardo ho preso senza fatica altri 5”, ma non erano gli abbuoni il mio obiettivo. Però non si sa mai che mi vengano utili». Si sente più sicuro ? «Vediamo… ogni giorno che avv passa ci avviciniamo a Milano, ma resta ta tantissimo Giro davanti e può succedere di tutto. Sono con contento che sia arria vato un altro giorno di ripoma so, ma manca tanto». Si parla di un Giro duro, eppure sono st stati superati solo 4 d 1a categoria, più la dei 9 gpm di Cima Coppi, in programma. «Giro duro? Durissimo. Incredibili gli sf sforzi che si stanno accumuland accumulando. Forse non è il miglior Giro che io potessi sperare per il m mio obiettivo (doppietta col Tour, T ndr). Però sto recuperand recuperando bene. Sono ottimista, ma prima p devo vincere qui, non bisogna correre troppo in avanti». E questa m mattina, prima di una sgambata leggera ra, come quando è ca casa a Lugano… ccappuccino e Gazzzetta. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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98° Giro d’Italia R Casa Astana «NON MI SONO SENTITO BENE FIN DALL’INIZIO: FATICAVO A RESPIRARE»

«IL GIRO MI HA DATO LA POSSIBILITÀ DI MANDARE UN BACIO AL NONNO SEPOLTO»

RIGOBERTO URAN 28 ANNI, ETIXX-QUICK STEP

FABIO FELLINE 25 ANNI, TREK

Un giorno da torero per il basco Landa «Stavo meglio io» 1Architetto mancato, è stato voluto in squadra da Martinelli: «Il capitano è e sarà sempre Aru»

Marco Pastonesi INVIATO A MADONNA DI CAMPIGLIO

N

on una corsa, ma una corrida. L’ultimo chilometro si è trasformato in un’arena verticale. Quattro corridori, quattro personaggi, quattro protagonisti a giocarsi i ruoli di picador, banderillero, torero e toro. E un finale che non è mai stato scritto. Fiato sospeso, aria sanguigna, pura avventura. TORERO Mikel Landa è, stavolta, il torero. Scatta, attende, insegue, aspetta, si allarga, si sfila, attacca, infilza, allunga, trionfa. Da solo. E «mata», di poco, di niente, ma per sempre, Trofimov, Contador e Aru. Madonna di Campiglio è una «plaza de toros» dolomitica. Basco (di Vitoria: una città-destino), 25 anni (al sesto di professionismo), tre squadre (Orbea, Eu-

skaltel e Astana, ma in scadenza di contratto) e quattro vittorie (le precedenti: tappe nella Vuelta a Burgos 2011, nel Giro del Trentino 2014 e nei Paesi Baschi 2015), Landa è un architetto mancato («L’università era inconciliabile con lo sport professionistico») e uno scalatore nato («La prima corsa a 15 anni, ma per i primi cinque anni è stato soltanto un gioco»). Da torero, guarda diritto negli occhi: «Questa vittoria è molto importante per me e per la squadra. Quando si lavora così, la vittoria non deve scappare. L’intenzione era vincere con Aru. Abbiamo gestito la corsa, organizzato il treno in salita, imposto un ritmo altissimo. Nel finale stavo meglio io di Fabio. Comunque eravamo in superiorità, dovevamo attaccare a turno». Da torero, sostiene lo sguardo: «Con Contador non ho parlato. Non c’è stato alcun accordo». Da torero, studia le

mosse: «Aru era, è, sarà il capitano. Siamo in Italia, lui è italiano. E’ giovane e forte, non ha quasi mai giornate negative, dispone di una resistenza eccezionale, ci sono ancora tre o quattro arrivi in salita, dobbiamo provare a vincere il Giro con lui, non importa in quale tappa». Da torero, provoca le vittime:

clic PROPRIO 60 ANNI FA IL PRIMO SPAGNOLO VINCITORE DI TAPPA ● Ventiquattro maggio 1955, 10ª frazione del Giro d'Italia: a Frascati trionfa Bernardo Ruiz, primo re di tappa spagnolo. Il connazionale Mikel Landa ha vinto nello stesso giorno, 60 anni dopo.

«Sarò mai capitano? Forse sì, forse no, magari alla Vuelta, anche se ancora non so se la farò». Da torero, conosce le regole della «ley taurina»: «Non mi sono mai sentito così bene. Ma per guadagnare 5’ a Contador, bisognerebbe essere un campionissimo. E io non lo sono. Nulla è impossibile, ma questa impresa sarebbe quasi impossibile». SCALATORE Se è vero che, come si dice in Spagna, ognuno è figlio delle proprie opere, Landa è uomo da passi e vette, da valichi e montagne: «Conosco la storia del ciclismo, e quella degli scalatori, da Bahamontes a Gaul. Ricordo Pantani per quello che ho visto in tv, accendeva le corse, divertiva la gente. Gli attacchi in salita, le mani basse sul manubrio, il lancio della bandana». Un gesto da torero. «Paolo Slongo, il nostro preparatore, dice che se perdessi qualche chilo, andrei più forte in salita. Non sono d’accordo. La differenza, quest’anno, sta nella maggiore maturità e freschezza, e nei migliori allenamenti. E’ il mio momento perfetto. E sono certo che non nascerà alcuna rivalità con Aru. Dopo l’arrivo ci siamo parlati per raccontarci quello che abbiamo fatto. Non c’è rimasto male per la mia vittoria, anzi, si è complimentato». Un gesto da signore. «Nelle mie speranze avevo, come obiettivo, vincere una tappa. E questo mi dà il sollievo per aiutare Aru e raggiungere l’obiettivo della vittoria finale con lui». Oggi niente corrida: la «plaza de toros» è chiusa. Domani il torero giura di tornare «picador» o «banderillero». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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LUNEDÌ 25 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

«STO CERCANDO DI RECUPERARE OGNI SECONDO DOPO LA CADUTA» LEOPOLD KONIG 27 ANNI, SKY

Essere Aru fino alla fine: «Arrendermi? Mi gioco tutto» 1Il sardo: «Davanti a me ho il più forte nei grandi giri dell'ultimo decennio»

Ciro Scognamiglio INVIATO A MADONNA DI CAMPIGLIO Twitter @cirogazzetta

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Mikel Landa, 25 anni, sulla salita di Campiglio con la maglia rosa Contador a ruota. Aru cede qualche metro BETTINI

desso ha anche un nuovo simbolo da indossare. È il cavaliere dei quattro mori. Lo hanno disegnato per lui i tifosi della Sardegna, quella terra meravigliosa circondata dal mare che Fabio Aru ha dovuto lasciare per diventare uomo che scala le montagne più ardite. Ieri erano a Madonna di Campiglio e hanno visto il loro eroe tenere fede all’immagine che hanno scelto assieme. Fabio le ha tentate tutte per incrinare le certezze di Alberto Contador. «Ma la spiegazione di tutto è proprio nell’unico corridore di questo Giro che mi sta davanti in classifica…». MOTIVI La frase accompagna un sorriso che sfocia in risata. Aru, che dopo la premiazione

per la maglia bianca dei giovani si è trattenuto negli studi televisivi del Processo alla Tappa, respinge con determinazione qualsiasi critica alla tattica dell'Astana: «Abbiamo fatto un ritmo incredibile tutta la giornata, meritavamo di vincere la tappa. È bello che ci sia riuscito Mikel, ha lavorato tanto per me, l’aveva già sfiorata una volta. Sulla sua lealtà non ci sono dubbi, quando si è trovato con Alberto in testa è sempre stato

Il nuovo simbolo in onore di Aru

15 dietro, non ha collaborato. Contador è davvero difficile da staccare, abbiamo cercato di fare di tutto, Mikel ci è riuscito nel finale, è stato bravissimo». AFFETTI In zona mista per Fabio c’è stato il bacio dolce della fidanzata Valentina, che alla fine ha tenuto fede al programma originario, raccontato da Aru nel giorno di riposo, ed è arrivata ieri a sostenerlo (con i genitori di entrambi). «Può essere soddisfatto di quello che ha fatto, ma potrebbe pure essere che riesca in qualcosa di più…», ha detto la ragazza piemontese. Attualmente si tratta di speranze, perché il Giro che resta di terreno per i colpi di scena ne offrirebbe eccome, se non fosse che il Contador di questi giorni non lasci sperare chissà che cosa. A cominciare dal tappone di domani con il totem-Mortirolo, la montagna dei sogni che Fabio mai in gara ha affrontato. «Fatemi prima godere del giorno di riposo, ne ho bisogno – e giù un altro sorriso del sardo, l’anno scorso 3° nella classifica finale -. Non c’è solo il Mortirolo. Pensate a Cervinia, al Finestre, al Sestriere. Davanti a me c’è soltanto il corridore più forte per i grandi giri dell’ultimo decennio direi, se guardiamo gli albi d’oro. È una situazione buona, questa tappa di Campiglio la temevo un po’ perché veniva dopo lo sforzo della crono che non avevo mai fatto. Invece ho reagito bene. Il fatto che sia difficilissimo staccare Contador non significa che ci siamo arresi. È l’unica cosa che, questo sì lo posso garantire, non faremo fino a Milano». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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● Le maglie bianche indossate da Fabio Aru nei tre Giri d’Italia disputati: 4 nel 2013, nessuna nel 2014, 11 quest’anno

SCATTA IL BETTO di PAOLO BETTINI

ORA TOCCA ALL’ASTANA GESTIRE GLI EQUILIBRI

PORTE CROLLA: SI RITIRA AVEVA PERSO OLTRE 27’ Niente da fare. Prima che di fisico, Richie Porte ha mollato di testa (proprio quello che temeva, pur senza mai dirlo, la sua squadra, il team Sky). Il tasmaniano, 30 anni, è arrivato al traguardo con un ritardo di 27’04” (88°) e domani non ripartirà da Pinzolo. Il suo Giro finisce qui BETTINI

A

nche a Madonna di Campiglio Alberto Contador ha dimostrato di essere il più forte. A questo punto, si fa dunque interessante la lotta per il podio, e per capire come andrà a finire servirà vedere cosa farà l’Astana. Ieri Aru ha barcollato su un finale non difficile. Normale per un corridore che, a causa di problemi fisici, ha dovuto recuperare in tutta fretta una condizione accettabile. Landa non lo scopriamo oggi: se andasse in un certo modo potrebbe uscire da questo Giro con nuove prospettive di carriera. Ora bisogna vedere se gli verrà data via libera o se invece sarà costretto ad aiutare Aru costi quel che costi, e cioè anche a rischio di andare male. Dovessero lasciargli carta bianca, per Milano vedo nell’ordine Contador, Landa e Amador.

ECCO IL MONUMENTO DEDICATO A MARTINI Alla Rosina di Gaetano Lunardon, a Marostica, inaugurata ieri una stele di Paolo Brentel dedicata ad Alfredo Martini. Con le figlie Silvia e Milvia e il nipote Edoardo, c’erano gli autistiamici Franco Vita e Marco Mordini, Moser, Saronni, Ballan, Battaglin, Motta, Zandegù, Sgarbozza, Bontempi e l’ex arbitro Agnolin.


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LUNEDÌ 25 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


98° Giro d’Italia R Il personaggio

LUNEDÌ 25 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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«PRIMA SONO CADUTO, POI HO BUCATO: È STATA UNA GIORNATA NERA» DAMIANO CUNEGO 33 ANNI, NIPPO-VINI FANTINI

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● Le vittorie di Martinelli da corridore, con 3 tappe al Giro: Piediluco 1978, Treviso 1979 e Gatteo a Mare 1980

Prima e dopo, sempre Martinelli 1Pantani, Kreuziger, Landa: a Campiglio vince solo lui in ammiraglia. Tra le emozioni 1

Ciro Scognamiglio

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INVIATO A MADONNA DI CAMPIGLIO twitter @cirogazzetta

O

gni volta è così. Ritorna su queste strade, guida su quei tornanti, sbircia con la coda dell’occhio uno striscione. E pensa. Pensa a quello che è stato e a quello che poteva essere, ai perché e ai percome, al passato che non se ne va perché semplicemente non può andarsene. Succede a Giuseppe Martinelli, a Madonna di Campiglio. Era qui che Marco Pantani vinse in maglia rosa il 4 giugno 1999 e lui c’era. Era qui che il Pirata, il giorno dopo, fu fermato per un valore troppo alto dell’ematocrito e escluso dalla corsa fino a quel momento dominata. Il Giro d’Italia non c’era più venuto. Nemmeno prima del 1999, per la verità, c’era mai stato un traguardo di tappa a Madonna di Campiglio. Ci è tornato ieri, quasi 16 anni dopo, e ha vinto il basco Mikel Landa, un altro corridore guidato del tecnico bresciano. Una sua scommessa personale. «Non sapete quanto ho rotto le scatole a Mikel perché venisse a correre con me. L’ho scoperto grazie a un mio amico dei Paesi Baschi. Questo è forte davvero…». Chiamarla casualità, coincidenza, destino o chissà cos’altro, a ben pensarci, è la parte meno importante di tutta la storia. EMOZIONE «Sì, ci ho pensato — ammette nel dopo-gara Martinelli, dal 2010 sull’ammiraglia Astana —. E forse non tutti si ricordano che il Giro del Trentino venne qui nel 2011 e vinse Roman Kreuziger, che era con me. Se vi racconto che Campiglio è un posto come un altro, ci credereste? No. Infatti non ve lo dico. Certo che è speciale. Marco resta dentro il mio cuore». Martinelli ha un certo pudore a parlare dell’argomento. Forse preferirebbe virare subito su Contador, su Aru, su Landa, su tutto quello che sta succedendo adesso. Ma non si può. «Ne ho visti anche stavolta, di striscioni. “Marco vive”, “Pantani vive”, sono i più belli perché esprimono quello che penso io. E sull’asfalto a un certo punto c’era scritto, bello grande, “Ieri oggi domani sempre Forza Pan-

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Dal 1986 a oggi, Beppe Martinelli ha seguito dall’ammiraglia i grandi del ciclismo. ● 1. E’ con Fabio Aru, che porta subito al terzo posto nel Giro 2014 ● 2. Con Marco Pantani, in maglia rosa, alla Mercatone Uno: il Pirata vinse Giro e Tour ● 3. Astana 2010: per una stagione guida Alberto Contador, ora rivale al Giro BETTINI

IL NUMERO

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I grandi giri vinti come d.s. da Martinelli: 5 Giri (Pantani ’98, Garzelli 2000, Simoni ’03, Cunego ’04 e Nibali ’13) e 2 Tour (Pantani ’98 e Nibali 2014)

,Martinelli e Nibali al Tour BETTINI

tani”. Lo so benissimo che molte persone, è successo ancora stamattina (ieri mattina, ndr) vengono a cercarmi perché sono stato il suo direttore sportivo e non per quello che faccio adesso. Va bene così, mi fa piacere». Sull’argomento se ne sono dette tante e tante se ne diranno. Non è la sede per approfondire. Tantomeno per schierarsi da una parte o dall’altra. Però una cosa «Martino» sì che ci tiene a dirla. «Possono dire o pensare quello che vogliono. Ma Marco, mi voleva bene. Mi vuole bene». TATTICA L’analisi tecnica della giornata lo ha chiamato una volta di più a rispondere agli interrogativi. Perché quel ritmo dell’Astana così forte fin dall’inizio, della tappa e di tutto il Giro. Se Landa con quegli scatti secchi non ha messo in difficoltà Aru stesso. Chi sia ora il vero capitano della squadra kazaka. «Fabio stava bene, è uscito me-

glio di quanto mi aspettassi da una cronometro a dir poco esigente — argomenta Martinelli —. Abbiamo cercato di vincere la tappa con lui. Poi però quando si è mosso Landa, Contador ha risposto subito e Fabio ha patito un pochino, così abbiamo cambiato. Per tutto il lavoro che avevamo fatto, e perché questo è un arrivo speciale, non potevamo permetterci di perderci la vittoria. Se avessimo portato in carrozza Contador all’ultimo chilometro, temevo che avrebbe potuto beffarci. Alberto lo conosco, a vincere ci teneva eccome. Ho sentito che ha ricordato Pantani, la sua fonte d’ispirazione. Nel 2010, quando abbiamo lavorato insieme, ne abbiamo parlato spesso». C’è pure una valutazione più globale: «Abbiamo la squadra più forte, e abbiamo rafforzato le nostre posizioni. Uno come Uran, per dire, non c’è più. Contador è un campione ma non è una nostra colpa, è un suo merito».

FUTURO E adesso? Adesso a bocce ferme — leggi secondo e ultimo giorno di riposo — si riflette su una classifica che recita così: Contador padrone assoluto, ben oltre i 2’35” di margine che ha sul secondo posto di Fabio Aru. E Landa risalito fino alla quarta piazza: a 4’46” da Contador, ma ad appena 27” dal terzo gradino del podio di Andrey Amador. «Fabio sta bene. Resta il nostro leader. Solo Contador, il padrone del Giro come avevo già detto, ha dimostrato di essere più forte. Sapevo che quella cronometro avrebbe potuto farci male, ma è passata e mi sembra che abbiamo tenuto botta più che dignitosamente. Se Landa dimostrerà di andare meglio di Aru… lo gestiremo giorno per giorno. Vedremo. È sulla strada che si scrive la verità». Poi Martinelli è andato in albergo. Ieri, come tutta l’Astana, ha dormito proprio a Madonna di Campiglio. © RIPRODUZIONE RISERVATA

L'IDENTIKIT GIUSEPPE MARTINELLI NATO IL 11 MARZO 1955 A LODETTO DI ROVATO (BRESCIA) CORRIDORE DAL 1977 AL 1985 DIRETTORE SPORTIVO DAL 1986

DA CORRIDORE Squadre: 1977 Jolly Ceramica, ‘78 Magniflex, ‘79-‘80 S.Giacomo, ‘81 Santini, ‘82 Selle S.Marco, ‘83-‘84 Alfa Lum, ‘85 Alpilatte. Successi: 1 argento olimpico (1976); 3 tappe al Giro (‘78, ‘79, ‘80); 1 alla Vuelta (80) DA D.S. Squadre: 1986-‘87 Ecoflam, ‘88-‘96 Carrera, ‘97-‘01 Mercatone Uno, ‘02-‘04 Saeco, ‘05-‘07 Lampre, ‘09 Amica Chips, dal 2010 Astana. Successi: 5 Giri d’Italia(‘98 Pantani, 2000 Garzelli, ‘03 Simoni, ‘04 Cunego, ‘13 Nibali); 2 Tour de France (1998 Pantani, 2014 Nibali)


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98° Giro d’Italia R Altri mondi in gruppo

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ORA IL RIPOSO, MA IL PROFILO DELLA PROSSIMA TAPPA MI FA RABBRIVIDIRE» SIMON GESCHKE 29 ANNI, GIANT

TERZO A 4’19”

Amador, l’uomo che sfuggiva ai coccodrilli 1Andrey è nato in Costa Rica tra vulcani e

animali: la mamma è russa. Vinse a Cervinia

MADONNA DI CAMPIGLIO

«L

a vida es sueño», dice Calderón de la Barca. Ma un costaricano sul podio del Giro sembrava un’ipotesi surreale. Invece Andrey Amador è terzo in classifica a una settimana dalla fine del Giro. Alto 1.81 per 69 chili, è nato a San José, capitale della Costa Rica, il 29 agosto 1986. Ha 28 anni. Studente del primo anno della facoltà di ingegneria industriale all’“Universidad Fidélitas”, ha lasciato gli studi per la bicicletta. Più forte del suo nome galante ha una massima semplice: «Fare le cose bene senza far male a nessuno. La vita ti ripagherà».

IN PATRIA

Così la Naciòn celebra l’«eroe» Il giornale di San Josè applaude

Andrey Amador, 28 anni, pro’ dal 2009, sempre con il team di Unzue BETTINI

● «Storico» è definito Amador dalla Naciòn, quotidiano costaricano. Il ciclista è atteso da una «settimana chiave».

ese tropicale, tra il Pacifico e il Mar Caraibico. La Costa Rica è grande un sesto dell’Italia. Ha 5 milioni di abitanti ed è scossa dai vulcani. «Anche adesso il “Volcán Turrialba” rende inquiete le notti a San José. Il vulcano distrugge i raccolti. Poi ci vogliono 10-15 anni perché la terra, resa fertile dalle eruzioni, torni a produrre. Le ceneri danneggiano gli occhi e danno fastidio», racconta Andrey. Negli ultimi 73 giorni il Turrialba, 3340 m, che ha la stessa base del “Volcán Irazù”, 3432 m, — li chiamano “vulcani gemelli” – è eruttato 6 volte: il 12 marzo, il 5, 9, 13 e 24 aprile, il 4 maggio. «Non è l’unico pericolo. Ci sono coccodrilli e caimani. Se ne incontri uno mentre nuoti, devi battere il record del mondo per fuggir via…», sorride Amador. «La na-

tura è stupenda. La Costa Rica sta sul ponte tra le due Americhe, quindi è ricchissima di specie animali e vegetali. Ci sono colibrì e tucani, serpenti boa e rane arboricole. Il Parco Tortuguero è famoso per le tartarughe marine…». Tra i frutti tropicali del suo paese Amador ama su tutti «la sandía o melón de agua», cioè l’anguria, «il frutto migliore dell’estate, ricco di valori nutritivi e dissetante. D’estate fa molto caldo».

ETIOPIA (1) Tsgabu Grmay (LampreMerida), 23 anni, 89° a 2h09’04”

ROMANIA (1) Serghei Tvetcov (Androni), 26, 150° Eduard Grosu (Nippo), 23, è 162°

ORIGINI Andrey è figlio di una russa e di un costaricano. La madre, Raissa Bikkazakova Latitova, è moscovita. Il padre, Rodolfo, ha geni galiziani: sua nonna Josefina lasciò la Galizia per l’America. Sbarcò nella Costa Rica, piccolo, bellissimo pa-

● I centramericani al via del Giro: oltre ad Andrey Amador, il panamense Ramon Carretero (ritirato dopo la cronosquadre)

ama il Giro d’Italia più di ogni altra corsa. «È la più bella delle grandi corse a tappe. Molto migliore del Tour e della Vuelta», dichiara. «Le montagne italiane sono le più belle del mondo e il cibo è senza uguali». Preferisce naturalmente gli spaghetti. La rinuncia di Nairo Quintana al Giro gli ha spianato la strada. «L’anno scorso eravamo tutti per Nairo. Ho tirato molto sul Gavia. Alla fine abbiamo vinto il Giro», racconta Amador, che ieri ha allontanato in classifica Uran, Van den Broeck, Cunego. Poiché nelle ultime due tappe anche Visconti è retrocesso, ora è la punta della Movistar. Davanti a lui si alzano severe le montagne. Dichiara: «Ho rispetto per le montagne. Ma non mi fanno paura». Tre anni fa ha vinto a Cervinia, la sua unica vittoria da professionista. Sogna il replay? «Certo che sì. Mi piacerebbe molto».

fLA SORPRESA

Claudio Gregori

2

CAPITANO Ha lasciato quel paradiso per l’Europa nel 2006. «Però ci torno spesso, ma durante la stagione ciclistica, con la mia fidanzata Laura, vivo a La Garriga a 40 km da Barcellona», dice Amador e spiega: «In America ci sono molti talenti, ma se vuoi che sboccino devi portarli in Europa». Andrey

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OBIETTIVO I genitori di Amador, Raissa e Rodolfo, sono approdati dall’America sulle strada del Giro. «Mi danno la carica. Non voglio deluderli e spero che alla fine, per loro, sia valsa la pena di fare un viaggio così lungo». Il podio è possibile? «Il mio obiettivo è arrivare nei primi cinque. O almeno nei primi dieci. Credo che Contador, Aru e Landa siano i corridori più forti del Giro. In ogni caso darò tutto per fare bene», risponde Amador. Porta al Giro una cultura lontana e ricca di fascino. Racconta dei «Bruncas» o «Borucas», indigeni, un tempo signori dei luoghi, ridotti a duemila superstiti nella provincia di Puntarenas. Famosi per i tessuti e per le maschere dipinte di legno di balsa. Nel vento della sua bicicletta ci sono i riflessi del «juego de los diablitos de Boruca», la cerimonia rituale che rappresenta la lotta degli indigeni, «diablitos», contro i conquistatori spagnoli. Ma porta nei geni anche i grandi spazi della Madre Russia. Solido e audace come Michele Strogoff, il corriere dello zar, galoppa fiero per le strade d’Italia. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL GREGARIO SPECIALE

Visconti ci prova sempre «Ora cambio» ● «Io sento che c’è qualcosa che mi lega a Marco», dice Giovanni. Marco è Pantani. Giovanni è Visconti. Ieri il 32enne torinese della Movistar ha risposto ancora una volta presente, andando in fuga, in un Giro d’Italia che sta conducendo su livelli molto buoni, e il nono posto della generale (a 9’53” dal leader della corsa Contador) lo dimostra. «Sono nato il 13 gennaio come Pantani, due anni fa avevo vinto sul Galibier, una montagna-simbolo del ciclismo e della storia di Marco. Ed era sempre la quindicesima tappa - è il ricordo di Visconti -. Così ho cercato la fuga, ma era un po’ strana, l’ho portata a spasso io, ma c’era gente che non tirava». E adesso la tattica potrebbe cambiare. «Sì, perché mi pare di andare forte e non so quante fughe arriveranno al traguardo. Aru vorrà tentare di vincere una tappa, Contador pure, io potrei cercare di tenere duro invece di stare in ballo tanti chilometri al vento, e giocarmi le mie carte nel finale». ci.sco. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Giovanni Visconti, 32 anni BETTINI

ALTRI MONDI AL GIRO

ALBANIA (1) Eugert Zhupa (Southeast), 25 anni, 168° in classifica a 3h35’48”

BULGARIA (1) Nikolay Mihaylov (CCC), 27 anni, 147° in generale a 3h11’50”

CINA (2) Xu Gang (Lampre), 31 anni, 145° Ji Cheng (Giant), 27 anni, 171°

GIAPPONE (1) Fumiyuki Beppu (Trek), 32 anni, 113° a 2.38’44”. FOTOSERVIZIO BETTINI


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98° Giro d’Italia R La guida

LUNEDÌ 25 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

«HO MALE AL GINOCCHIO DALLA 2a TAPPA, MI SONO DOVUTO RITIRARE» TOM DANIELSON 37 ANNI, CANNONDALE-GARMIN

POS.CORRIDORE LANDA 1 (SPA/ASTANA)

L’ARRIVO Petacchi ultimo a 33’ Gatto-Ruffoni ritirati

TEMPO

a 5'47"

50 LAGUTIN (RUS)

102 MARANGONI (ITA)

a 27'20"

128 PINEAU (FRA)

154 EISEL (AUT)

25 DUPONT (FRA)

a 6'17"

51 VILLELLA (ITA)

77 GILBERT (BEL)

103 ULISSI (ITA)

a 27'33"

129 MATYSIAK (POL)

155 FERRARI (ITA)

26 SIUTSOU (BIE)

a 6'32"

52 ZILIOLI (ITA)

78 BELKOV (RUS)

104 MORI (ITA)

130 ROUX (FRA)

156 KEISSE (BEL)

53 CHEVRIER (FRA)

79 HERRADA (SPA)

105 PAULINHO (POR)

131 PINEAU (FRA)

157 VEIKKANEN (FIN)

a 6'55"

54 MALACARNE (ITA)

80 VERVAEKE (BEL)

106 VAKOC (R.CEC)

132 DURBRIDGE (AUS)

158 GESCHKE (GER)

2

TROFIMOV (RUS/KATUSHA) a 2"

28 ATAPUMA (COL)

3

CONTADOR (SPA/TINKOFF)

a 5"

29 ROSA (ITA)

a 7'21"

55 BOUET (FRA)

81 ARMEE (BEL)

107 LOBATO (SPA)

a 28'11"

133 ACEVEDO (COL)

159 COURTEILLE (FRA)

4

ARU (ITA)

a 6"

30 NIEMIEC (POL)

a 7'50"

56 KOCHETKOV (RUS)

82 HANSEN (AUS)

108 SABATINI (ITA)

a 31'38"

134 VIVIANI (ITA)

160 HAGA (USA)

5

KRUIJSWIJK (OLA)

a 38"

31 FELLINE (ITA)

83 ELISSONDE (FRA)

109 MALAGUTI (ITA)

135 WEENING (OLA)

161 MEZGEC (SLO)

6

AMADOR (C.RICA)

a 42"

32 DE LA CRUZ (SPA)

110 BARBIN (ITA)

136 STAMSNIJDER (OLA)

162 FAIRLY (USA)

7

KONIG (R.CEC)

a 1'00"

33 CUNEGO (ITA)

59 NOCENTINI (ITA)

a 16'49"

85 BERLATO (ITA)

111 HOFLAND (OLA)

137 TOSATTO (ITA)

163 PAOLINI (ITA)

8

KANGERT (EST)

a 1'10"

34 URAN (COL)

60 LINDEMAN (OLA)

a 17'17"

86 GRETSCH (GER)

112 LUDVIGSSON (SVE)

138 BAK (DAN)

164 APPOLLONIO (ITA)

9

GENIEZ (FRA)

a 1'49"

35 BOLE (SLO)

61 FRAPPORTI (ITA)

87 SLAGTER (OLA)

113 GRMAY (ETI)

139 HAUSSLER (AUS)

165 MODOLO (ITA)

10 CARUSO (ITA)

a 2'13"

36 FORMOLO (ITA)

62 VAN DER LIJKE (OLA)

88 PORTE (AUS)

114 HEPBURN (AUS)

140 BOARO (ITA)

166 NIZZOLO (ITA)

11

MONFORT (BEL)

a 2'18"

37 FINETTO (ITA)

63 BERARD (FRA)

89 DE NEGRI (ITA)

115 ALAFACI (ITA)

141 HOULE (CAN)

167 SARAMOTINS (LET)

12

HESJEDAL (CAN)

a 3'11"

38 PIRAZZI (ITA)

64 BONGIORNO (ITA)

90 FAVILLI (ITA)

116 PUCCIO (ITA)

142 SILVESTRE (POR)

168 BOEM (ITA)

a 32'02"

13 VISCONTI (ITA)

a 3'48"

39 MOUREY (FRA)

65 BROWN (USA)

91 OWSIAN (POL)

117 STACCHIOTTI (ITA)

143 ZHUPA (ALB)

169 BANDIERA (ITA)

a 32'05"

14 TIRALONGO (ITA)

a 3'50"

40 CARDOSO (POR)

a 8'55"

66 BEPPU (GIAP)

92 CHERNETSKI (RUS)

118 GROSU (ROM)

144 JUUL JENSEN (DAN)

170 DE BACKER (BEL)

a 32'11"

15 BETANCUR (COL)

a 4'46"

41 ZARDINI (ITA)

a 9'36"

67 KEIZER (OLA)

93 ROVNY (RUS)

119 PORSEV (RUS)

145 MIHAYLOV (BUL)

171 KLUGE (GER)

16 REICHENBACH (SVI)

a 5'05"

42 INTXAUSTI (SPA)

a 11'18"

68 RUTKIEWICZ (POL)

94 SANCHEZ (SPA)

120 POLANC (SLO)

146 ZAKARIN (RUS)

172 ARNDT (GER)

17

SZMYD (POL)

1

CONTADOR (SPA/TINKOFF)

43 BOOKWALTER (USA)

a 12'05"

69 ZEITS (KAZ)

95 BATTAGLIN (ITA)

121 LANCASTER (AUS)

147 CLARKE (AUS)

173 RICHEZE (ARG)

a 5'11"

44 CHIRICO (ITA)

a 14'02"

70 CHAVANEL (FRA)

96 SAMOILAU (BIE)

122 TJALLINGII (OLA)

148 TVETCOV (ROM)

174 PETACCHI (ITA)

45 BISOLTI (ITA)

71

97 DILLIER (SVI)

123 BEWLEY (N.ZEL)

149 COLEDAN (ITA)

GATTO (ITA)

non partito

46 BASSO (ITA)

72 FERNANDEZ (SPA)

98 BUSATO (ITA)

non partito

124 FLENS (OLA)

150 JI (CINA)

VANDEWALLE (BEL)

47 DOMONT (FRA)

73 QUINTANA (COL)

99 PATERSKI (POL)

125 ZABEL (GER)

151 BROECKX (BEL)

RUFFONI (ITA)

ritirato

48 CATALDO (ITA)

74 GAVAZZI (ITA)

a 17'48"

100 XU (CINA)

126 WATSON (AUS)

152 VAN POPPEL (OLA)

CLEMENT (OLA)

ritirato

23 KREUZIGER (R.CEC)

a 5'33"

49 ROGERS (AUS)

75 KIRYIENKA (BIE)

a 17'55"

101 COLBRELLI (ITA)

127 CHAVES (COL)

153 FISCHER (BRA)

DANIELSON (USA)

ritirato

58 BOUET (FRA)

Nove Colli, è una festa In 8500 sotto la pioggia

a 1h31'45"

116 BAK (DAN)

a 2h39'18" a 2h39'20"

118 QUINTANA (COL)

a 2h39'52"

2

ARU (ITA/ASTANA)

61 BISOLTI (ITA)

a 1h37'13"

119 PINEAU (FRA)

a 2h40'11"

3

AMADOR (C.RICA/MOVISTAR) a 4'19"

62 ZAKARIN (RUS)

a 1h37'48"

120 BELKOV (RUS)

a 2h41'28"

4

LANDA (SPA)

a 2h42'20"

5 6 7 8 9

a 4'46"

63 MONTAGUTI (ITA)

a 1h38'38"

121 HAUSSLER (AUS)

KONIG (R.CEC)

a 6'36"

64 DILLIER (SVI)

a 1h38'58"

122 APPOLLONIO (ITA)

a 2h44'17"

TROFIMOV (RUS)

a 6'58"

65 CLARKE (AUS)

a 1h39'13"

123 HOULE (CAN)

a 2h46'12"

CARUSO (ITA)

a 7'10"

66 STORTONI (ITA)

a 1h42'10"

124 PETACCHI (ITA)

a 2h46'22"

MONFORT (BEL)

a 8'20"

67 ELISSONDE (FRA)

a 1h45'08"

125 BUSATO (ITA)

a 2h46'29"

VISCONTI (ITA)

a 9'53"

68 HERRADA (SPA)

a 1h46'43"

126 CHERNETSKI (RUS) a 2h46'44"

10 GENIEZ (FRA)

a 10'03"

69 DOMONT (FRA)

a 1h51'19"

127 VIVIANI (ITA)

11

a 10'05"

70 GESCHKE (GER)

a 1h55'17"

128 OWSIAN (POL)

a 2h51'44" a 2h51'46"

a 2h50'53"

a 10'31"

71 VILLELLA (ITA)

a 1h56'05"

129 RICHEZE (ARG)

13 HESJEDAL (CAN)

a 11'17"

72 BROWN (USA)

a 1h56'34"

130 MODOLO (ITA)

14 KRUIJSWIJK (OLA)

a 11'42"

73 CHEVRIER (FRA)

a 1h57'52"

131 COURTEILLE (FRA)

a 2h52'40"

15 URAN (COL)

a 12'15"

74 KIRYIENKA (BIE)

a 1h58'41"

132 TJALLINGII (OLA)

a 2h52'42"

16 IZAGUIRRE (SPA)

a 14'10"

75 SLAGTER (OLA)

a 1h59'29"

133 FISCHER (BRA)

a 2h57'09"

17 CUNEGO (ITA)

a 15'48"

134 BEWLEY (N.ZEL)

a 2h58'58"

18 MOINARD (FRA)

a 16'07"

135 MARANGONI (ITA)

a 2h59'36"

19 NIEVE (SPA)

a 16'33" a 17'01"

22 CATALDO (ITA)

a 18'53"

23 ATAPUMA (COL)

a 19'41"

24 TIRALONGO (ITA)

a 23'56"

25 BETANCUR (COL)

a 29'48"

26 ROSA (ITA)

a 30'53"

27 PORTE (AUS)

a 35'57"

28 REICHENBACH (SVI)

a 43'53"

29 CARDOSO (POR)

a 46'56"

30 ROGERS (AUS)

a 52'04"

31 INTXAUSTI (SPA)

a 53'46"

32 MONSALVE (VEN)

a 57'17"

33 NIEMIEC (POL)

a 57'54"

34 PIRAZZI (ITA)

a 58'32"

35 KOCHETKOV (RUS)

a 58'42"

36 SANCHEZ (SPA)

a 1h00'33"

37 GILBERT (BEL)

a 1h08'03"

38 FELLINE (ITA)

a 1h10'24"

39 FINETTO (ITA)

a 1h10'34"

40 PELLIZOTTI (ITA)

a 1h11'00"

76 PATERSKI (POL)

a 1h59'32"

77 PUCCIO (ITA)

a 1h59'34"

78 BATTAGLIN (ITA)

a 1h59'38"

79 BURGHARDT (GER)

a 2h00'07"

80 BOOKWALTER (USA) a 2h01'16" 81 MORI (ITA)

a 2h01'52"

82 MALACARNE (ITA)

a 2h02'15"

83 ZILIOLI (ITA)

a 2h02'33"

84 ZARDINI (ITA)

a 2h04'06"

85 FERNANDEZ (SPA)

a 2h04'44"

86 ARMEE (BEL)

a 2h06'26"

87 BOARO (ITA)

a 2h07'08"

88 HANSEN (AUS)

a 2h08'46"

89 GRMAY (ETI)

a 2h09'04"

90 GRETSCH (GER)

a 2h10'35"

91 NOCENTINI (ITA)

a 2h13'42"

92 LUDVIGSSON (SVE)

a 2h15'35"

93 RUTKIEWICZ (POL)

a 2h15'48"

94 LOBATO (SPA)

a 2h20'47"

95 BERLATO (ITA)

a 2h21'23"

96 FAVILLI (ITA)

a 2h21'54"

97 CHIRICO (ITA)

a 2h22'40"

136 ROVNY (RUS)

a 3h00'17"

137 LANCASTER (AUS)

a 3h01'07"

138 FERRARI (ITA)

a 3h02'08"

139 PORSEV (RUS)

a 3h02'30"

140 NIZZOLO (ITA)

a 3h04'01"

141 MEZGEC (SLO)

a 3h04'10"

142 FAIRLY (USA)

a 3h04'41"

143 ALAFACI (ITA)

a 3h05'56"

144 HOFLAND (OLA)

a 3h06'04"

145 XU (CINA)

a 3h06'57"

● La pioggia non ha frenato l'entusiasmo delle migliaia di cicloamatori che ieri hanno preso parte alla 45a Nove Colli, la più antica e affascinante Granfondo al mondo, organizzata dal Gruppo Ciclistico Fausto Coppi di Cesenatico. Iscritti 13.000 ciclisti, provenienti da 48 nazioni e in rappresentanza di tutti e 5 i continenti. Al via si sono presentati in 8500, che hanno affrontato due percorsi: 210 km (con 3840 metri di dislivello) oppure 130 km. Per tutti, una festa di sport iniziata alle prime luci dell'alba. La corsa si è messa in moto alle 6: in testa Renato Di Rocco, presidente della Federciclismo, Roberto Sgalla, direttore della scuola superiore di Polizia e Cristian Zorzi, olimpionico di sci di fondo.

Il «fiume» di cicloamatori alla partenza della Nove Colli: il via è stato dato alle 6 del mattino

146 JUUL JENSEN (DAN) a 3h10'30" 147 MIHAYLOV (BUL)

a 3h11'50"

148 MATYSIAK (POL)

a 3h11'57"

149 ZABEL (GER)

a 3h12'40"

150 TVETCOV (ROM)

a 3h12'59"

151 PINEAU (FRA)

a 3h13'37"

152 KEISSE (BEL)

a 3h15'39"

153 SILVESTRE (POR)

a 3h16'33"

154 VERVAEKE (BEL)

a 3h17'08"

155 FLENS (OLA)

a 3h18'45"

156 EISEL (AUT)

a 3h18'46"

98 FRAPPORTI (ITA)

a 2h23'11"

157 ARNDT (GER)

a 3h19'20"

a 2h24'55"

a 1h11'19"

99 LINDEMAN (OLA)

158 VAN POPPEL (OLA)

a 3h21'05"

42 SIUTSOU (BIE)

a 1h13'47"

100 COLBRELLI (ITA)

a 2h25'08"

159 BROECKX (BEL)

a 3h25'44"

43 BOLE (SLO)

a 1h20'48"

101 PAOLINI (ITA)

a 2h25'28"

160 WATSON (AUS)

a 3h27'10"

44 ANTON (SPA)

a 1h22'47"

102 HAGA (USA)

a 2h26'17"

161 STACCHIOTTI (ITA)

a 3h27'24"

45 ZEITS (KAZ)

a 1h23'24"

103 ROUX (FRA)

a 2h30'32"

162 GROSU (ROM)

a 3h28'45"

46 CHAVES (COL)

a 1h23'53"

104 REZA (FRA)

a 2h30'46"

163 VEIKKANEN (FIN)

a 3h30'48"

47 MOUREY (FRA)

a 1h24'14"

105 TOSATTO (ITA)

a 2h33'06"

164 MALAGUTI (ITA)

a 3h33'04"

48 LAGUTIN (RUS)

a 1h25'29"

106 WEENING (OLA)

a 2h34'29"

165 STAMSNIJDER (OLA) a 3h33'43"

49 POLANC (SLO)

a 1h27'00"

107 PAULINHO (POR)

a 2h34'35"

166 DE BACKER (BEL)

50 DE LA CRUZ (SPA)

a 1h27'26"

108 VAN DER LIJKE (OLA) a 2h35'33"

167 BOEM (ITA)

a 3h35'01"

51 GAVAZZI (ITA)

a 1h27'29"

109 BARBIN (ITA)

a 2h35'51"

168 ZHUPA (ALB)

a 3h35'48"

52 BONGIORNO (ITA)

a 1h27'43"

110 ACEVEDO (COL)

a 2h36'27"

169 BANDIERA (ITA)

a 3h36'22"

53 BASSO (ITA)

a 1h28'19"

111 SABATINI (ITA)

a 2h36'48"

170 HEPBURN (AUS)

a 3h39'38"

54 ULISSI (ITA)

a 1h29'00"

112 BERARD (FRA)

a 2h36'55"

171 JI (CINA)

a 3h41'51"

55 HENAO (COL)

a 1h29'34"

113 BEPPU (GIAP)

a 2h38'44"

172 KLUGE (GER)

a 3h42'38"

56 CHAVANEL (FRA)

a 1h31'02"

114 DURBRIDGE (AUS)

a 2h38'52"

173 COLEDAN (ITA)

a 3h53'48"

57 SZMYD (POL)

a 1h31'10"

115 DE NEGRI (ITA)

a 2h38'54"

174 SARAMOTINS (LET) a 3h53'59"

41 KEIZER (OLA)

a 27'11"

LA GRANFONDO A CESENATICO

117 VAKOC (R.CEC)

a 17'06"

a 32'57" a 33'06"

a 5'20"

IZAGUIRRE (SPA)

a 1h32'32"

21 FORMOLO (ITA)

REZA (FRA)

22 MONSALVE (VEN)

a 1h36'38"

20 KANGERT (EST)

a 27'04"

a 5'14"

60 DUPONT (FRA)

VAN DEN BROECK (BEL)

84 MONTAGUTI (ITA)

58 STORTONI (ITA)

a 5'10"

59 SAMOILAU (BIE)

12 KREUZIGER (R.CEC)

a 8'00"

a 16'37"

19 MOINARD (FRA)

2.407 km in 60h01’34”, media 40,099 km/h a 2'35"

57 PELLIZOTTI (ITA)

a 24'05"

18 NIEVE (SPA)

CLASSIFICA GENERALE TEMPO

a 19'35"

27 HENAO (COL)

21

POS.CORRIDORE

76 BURGHARDT (GER) a 16'34"

165 km in 4h22’35”, media 37,702 km/h

20 ANTON (SPA)

Così Contador beffa i 5 dell'Astana e si prende 2'' di abbuono IPP DALLA TV

24 VAN DEN BROECK (BEL)

124

● Le maglie rosa spagnole, con 15 corridori: il 1° Miguel Poblet il 20 maggio 1961 a Torino, Indurain ne vanta 29

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a 3h34'10"

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22 SQUADRE, RESTANO IN 174 AG2R LA MONDIALE D.S. Biondi 1 POZZOVIVO 2 BERARD 3 BETANCUR 4 DOMONT 5 DUPONT 6 GRETSCH 7 HOULE 8 MONTAGUTI 9 NOCENTINI

ITA FRA COL FRA FRA GER CAN ITA ITA

ANDRONI-SIDERMEC D.S. Savio 11 PELLIZOTTI 12 APPOLLONIO 13 BANDIERA 14 DALL'ANTONIA 15 FRAPPORTI 16 GATTO 17 STORTONI 18 TVETCOV 19 ZILIOLI

ITA ITA ITA ITA ITA ITA ITA ROM ITA

ASTANA PRO TEAM D.S. Shefer 21 ARU 22 CATALDO 23 KANGERT 24 LANDA 25 MALACARNE 26 ROSA 27 SANCHEZ 28 TIRALONGO 29 ZEITS

ITA ITA EST SPA ITA ITA SPA ITA KAZ

BARDIANI CSF D.S. Reverberi 31 BONGIORNO 32 BARBIN 33 BATTAGLIN 34 BOEM 35 CHIRICO 36 COLBRELLI 37 PIRAZZI 38 RUFFONI 39 ZARDINI

ITA ITA ITA ITA ITA ITA ITA ITA ITA

BMC RACING TEAM D.S. Baldato 41 GILBERT 42 ATAPUMA 43 BOOKWALTER 44 BURGHARDT 45 CARUSO 46 DILLIER 47 KÜNG 48 MOINARD 49 ZABEL

BEL COL USA GER ITA SVI SVI FRA GER

CCC SPRANDI POLKOWICE D.S. Wadecki 51 PATERSKI POL 52 BOLE SLO 53 MARYCZ POL 54 MATYSIAK POL 55 MIHAYLOV BUL 56 OWSIAN POL 57 RUTKIEWICZ POL 58 SAMOILAU BIE 59 SZMYD POL ETIXX - QUICK-STEP D.S. Bramati 61 URAN 62 BOONEN 63 BOUET 64 DE LA CRUZ 65 KEISSE 66 MEERSMAN 67 SABATINI 68 SERRY 69 VAKOC FDJ D.S. Guesdon 71 GENIEZ 72 COURTEILLE

COL BEL FRA SPA BEL BEL ITA BEL R.CEC

FRA FRA

73 74 75 76 77 78 79

ELISSONDE FISCHER MOUREY PINEAU RÉZA ROUX VEIKKANEN

FRA BRA FRA FRA FRA FRA FIN

IAM CYCLING D.S. Carlstrom 81 CHAVANEL 82 CHEVRIER 83 CLEMENT 84 HAUSSLER 85 KLUGE 86 PELUCCHI 87 PINEAU 88 REICHENBACH 89 SARAMOTINS

FRA FRA OLA AUS GER ITA FRA SVI LET

LAMPRE - MERIDA D.S. Maini 91 ULISSI 92 FERRARI 93 GRMAY 94 MODOLO 95 MORI 96 NIEMIEC 97 POLANC 98 RICHEZE 99 XU

ITA ITA ETI ITA ITA POL SLO ARG CINA

LOTTO SOUDAL D.S. Leysen 100 VAN DEN BROECK 101 ARMEE 102 BAK 103 BROECKX 104 GREIPEL 105 HANSEN 106 HENDERSON 107 MONFORT 109 VERVAEKE

BEL BEL DAN BEL GER AUS N.ZEL BEL BEL

MOVISTAR TEAM D.S. Garcia 111 INTXAUSTI 112 AMADOR 113 ANTON 114 FERNANDEZ 115 HERRADA 116 IZAGUIRRE 117 LOBATO 118 D. QUINTANA 119 VISCONTI

SPA C.RICA SPA SPA SPA SPA SPA COL ITA

NIPPO - VINI FANTINI D.S. Giuliani 121 CUNEGO 122 BERLATO 123 BISOLTI 124 COLLI 125 DE NEGRI 126 GROSU 127 ISHIBASHI 128 MALAGUTI 129 STACCHIOTTI

ITA ITA ITA ITA ITA ROM GIAP ITA ITA

ORICA GREENEDGE D.S. White 131 MATTHEWS 132 BEWLEY 133 CHAVES 134 CLARKE 135 DURBRIDGE 136 GERRANS 137 HEPBURN 138 LANCASTER 139 WEENING

AUS N.ZEL COL AUS AUS AUS AUS AUS OLA

SOUTHEAST D.S. Parsani 141 BELLETTI 142 BUSATO 143 CARRETERO 144 FAVILLI 145 FINETTO 146 GAVAZZI

ITA ITA PAN ITA ITA ITA

147 MONSALVE 148 PETACCHI 149 ZHUPA

VEN ITA ALB

TEAM CANNONDALE - GARMIN D.S. Wegelius 151 HESJEDAL CAN 152 ACEVEDO COL 153 BROWN USA 154 CARDOSO POR 155 DANIELSON USA 156 FORMOLO ITA 157 MARANGONI ITA 158 SLAGTER OLA 159 VILLELLA ITA TEAM GIANT - ALPECIN D.S. Engels 161 MEZGEC 162 ARNDT 163 DE BACKER 164 FAIRLY 165 GESCHKE 166 HAGA 167 JI 168 LUDVIGSSON 169 STAMSNIJDER TEAM KATUSHA D.S. Konyshev 171 PAOLINI 172 BELKOV 173 CHERNETSKI 174 KOCHETKOV 175 LAGUTIN 176 PORSEV 177 TROFIMOV 178 VOROBYEV 179 ZAKARIN

SLO GER BEL USA GER USA CINA SVE OLA

ITA RUS RUS RUS RUS RUS RUS RUS RUS

TEAM LOTTO NL - JUMBO D.S. Boven 181 KRUIJSWIJK OLA 182 BENNETT N.ZEL 183 FLENS OLA 184 HOFLAND OLA 185 KEIZER OLA 186 LINDEMAN OLA 187 TJALLINGII OLA 188 VAN DER LIJKE OLA 189 WAGNER GER TEAM SKY D.S. Cioni 191 PORTE 192 EISEL 193 HENAO 194 KIRYIENKA 195 KONIG 196 NIEVE 197 PUCCIO 198 SIUTSOU 199 VIVIANI

AUS AUT COL BIE R.CEC SPA ITA BIE ITA

TINKOFF SAXO D.S. De Jongh 201 CONTADOR 202 BASSO 203 BOARO 204 JUUL JENSEN 205 KREUZIGER 206 PAULINHO 207 ROGERS 208 ROVNY 209 TOSATTO

SPA ITA ITA DAN R.CEC POR AUS RUS ITA

TREK FACTORY RACING D.S. Baffi 211 NIZZOLO ITA 212 ALAFACI ITA 213 BEPPU GIAP 214 COLEDAN ITA 215 FELLINE ITA 216 SILVESTRE POR 217 VAN POPPEL OLA 218 VANDEWALLE BEL 219 WATSON AUS

A PUNTI

MONTAGNA

GIOVANI

TEAM A TEMPI

TEAM A PUNTI

ULTIMO KM

La maglia rossa «Algida» va al leader della classifica a punti, assegnati a seconda della categoria della tappa su ognuno dei traguardi volanti. Class.: 1. Elia VIVIANI (Sky) 119 punti; 2. Nizzolo 119; 3. Boem 109; 4. Modolo 91; 5. Gilbert (Bel) 83; 6. Contador (Spa) 77; 7. Ulissi 75; 8. Frapporti 72; 9. Bandiera 60; 10. Grosu (Rom) 55.

La maglia azzurra «Mediolanum» va al leader della classifica dei gran premi della montagna, con punteggi diversi a seconda della categoria delle salita; il massimo è previsto per la Cima Coppi, poi 9 gpm di 1a categoria, 8 di 2a, 13 di 3a e 8 di 4a. Classifica: 1. Benat INTXAUSTI (Spa) 85 punti; 2. Landa (Spa) 54; 3. Geschke (Ger) 53.

La maglia bianca «Eurospin» va al leader della classifica (a tempi) dei giovani, nati cioè dopo il 1° gennaio 1990. Classifica: 1. Fabio ARU; 2. Formolo a 14'31''; 3. Felline a 1h07'49''; 4. Chaves (Col) a 1h21'18''; 5. Polanc (Slo) a 1h24'25''; 6. Bongiorno a 1h25'08''; 7. Henao (Col) a 1h26'59''; 8. Dillier (Svi) a 1h36'23''.

La classifica per squadre a tempi prende in considerazione i primi tre corridori di ciascuna squadra. La somma dei loro tempi determina il tempo di squadra. Classifica: 1. ASTANA a 179h30'47''; 2. Movistar a 19'05''; 3. Sky a 19'26''; 4. Bmc a 25'10''; 5. Tinkoff a 50'26''; 6. CannondaleGarmin a 57'04''; 7. Katusha a 1h39'42''.

La classifica a squadre a punti si basa sui punti presi dalle squadre in più classifiche coi piazzamenti dei ciclisti. Classifica: 1. ASTANA 418 punti; 2. Lampre-Merida 242; 3. Sky 221; 4. Movistar 219; 5. Bmc 216; 6. Orica GreenEdge 203; 7. Tinkoff 180; 8. Katusha 173; 9. Bardiani 170; 10. Southeast 168; 11. Lotto-Jumbo 161.

La classifica Energia «Engie» premia il corridore che, lungo l’intero Giro, avrà percorso più rapidamente gli ultimi 3 km di ogni tappa in linea. A ogni tappa si assegnano punti ai tre corridori più veloci. Class.: 1. Philippe GILBERT (Bel) 7; 2. Trofimov (Rus) 6; 3. Felline 5; 4. Lobato (Spa) 5; 5. Hofland (Ola) 5; 6. Aru 4; 7. Landa (Spa) 4; 8. Visconti 4.


98° Giro d’Italia R La rivelazione

LUNEDÌ 25 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

4

«SONO STATO FERMATO ANCORA DALLA SFORTUNA. MA GUARDO AVANTI» STEFANO PIRAZZI 28 ANNI, BARDIANI

che questo Giro è stressante come i Tour. Ma non ci voglio pensare. Devo recuperare e poi affrontare la tappa del Mortirolo, forse la più dura».

ecimo all’arrivo, a 2’13” da Mikel Landa. Settimo nella generale, a 7’10” da Alberto Contador. Secondo degli italiani, a 4’35” da Fabio Aru. A 27 anni, al settimo da professionista, Damiano Caruso sta finalmente scoprendo se stesso.

Che cosa le dà fiducia? «Me stesso, la squadra, i compagni, uno come Gilbert che, ex campione del mondo e già vincitore di una tappa, certe volte potrebbe starsene tranquillo in fondo al gruppo e invece sta davanti e mi dà una mano«.

Caruso, finora un giorno sì? «Quello di Vicenza, quello di Philippe Gilbert. Come diciamo noi, non sentivo la catena. Come sogniamo tutti, volavo. Lo chiamano stato di grazia».

Che cos’ha imparato? «Da Gilbert che la classe è una dote innata. Da Burghardt che il mestiere è un’arte. Da Atapuma che nella vita ci vuole sempre coraggio. E da ‘Zabellino’ che l’umiltà è una qualità che si coltiva anche da giovani: oggi (ieri, ndr), due gocce di pioggia e lui mi ha subito portato la mantellina senza che chiedessi nulla. Nel ciclismo c’è da imparare da tutti«.

Caruso prende la mira per scoprire se stesso D «Vado all’attacco» secondo italiano dopo Aru: «Temo il Mortirolo, mi ispira Verbania»

IL GIRO AI RAGGI X MAGLIA ROSA

ROSSA

AZZURRA

9/5

1a SAN LORENZO AL MARE-SANREMO (cronosquadre) 17,6 ORICA

GERRANS

-

-

MATTHEWS

10/5

2 ALBENGA-GENOVA

MATTHEWS

VIVIANI

LINDEMAN

MATTHEWS

11/5

3 RAPALLO-SESTRI LEVANTE

136 MATTHEWS

MATTHEWS

VIVIANI

KOCHETKOV

MATTHEWS

12/5

4a CHIAVARI-LA SPEZIA

150 FORMOLO

CLARKE

VIVIANI

KOCHETKOV

CHAVES

13/5

5 LA SPEZIA-ABETONE

152 POLANC

CONTADOR

VIVIANI

POLANC

ARU

14/5

6a MONTECATINI T.-CASTIGLIONE DELLA PESCAIA 183 GREIPEL

CONTADOR

GREIPEL

POLANC

ARU

15/5

7a GROSSETO-FIUGGI

267 ULISSI

CONTADOR

VIVIANI

POLANC

ARU

16/5

8a FIUGGI-CAMPITELLO MATESE

186 INTXAUSTI

CONTADOR

VIVIANI

INTXAUSTI

ARU

224 TIRALONGO

CONTADOR

VIVIANI

GESCHKE

ARU

200 BOEM

CONTADOR

BOEM

GESCHKE

ARU

DATA TAPPA a

a

a

KM ARRIVO 177 VIVIANI

BIANCA

17/5

9a BENEVENTO-SAN GIORGIO DEL SANNIO

18/5

RIPOSO a CIVITANOVA MARCHE

19/5

10 CIVITANOVA MARCHE-FORLÌ

20/5

11 FORLÌ-IMOLA (Autodromo Ferrari)

153 ZAKARIN

CONTADOR

BOEM

INTXAUSTI

ARU

21/5

12a IMOLA-VICENZA (Monte Berico)

190 GILBERT

CONTADOR

BOEM

INTXAUSTI

ARU

22/5

13 MONTECCHIO MAGGIORE-JESOLO

a

a

a

147 MODOLO

23/5

14a TREVISO-VALDOBBIADENE (crono individuale) 59,4 KIRYIENKA

Ieri

14a MAROSTICA-MADONNA DI CAMPIGLIO

DATA TAPPA Oggi

165 LANDA

ARU

VIVIANI

INTXAUSTI

ARU

CONTADOR

VIVIANI

INTXAUSTI

ARU

CONTADOR

VIVIANI

INTXAUSTI

ARU

KM DIFFICOLTÀ e GIUDIZIO GAZZETTA

RIPOSO a MADONNA DI CAMPIGLIO

Domani 16a PINZOLO-APRICA

174

27/5

17a TIRANO-LUGANO

134

28/5

18a MELIDE-VERBANIA

170

29/5

19a GRAVELLONA TOCE-CERVINIA

236

30/5

20a SAINT-VINCENT-SESTRIERE

199

31/5

21a TORINO-MILANO

178

***** * ** ***** ***** *

Tonale, Aprica, Mortirolo, Aprica: bastano i nomi. Saranno emozioni forti Giornata di recupero, via libera ai velocisti usciti sani e salvi dalle Dolomiti Il Monte Ologno (10 km al 9%; Gpm a 36 km dall’arrivo) è un trampolino Quasi 4800 metri di dislivello, per lo più negli ultimi 90 km con 3 salite da 20 km Si decide il Giro, il Colle delle Finestre con gli ultimi 9 km di sterrato fa paura Passerella finale a Milano dopo 3 anni: si passa dall’Expo, poi circuito in corso Sempione

● I corridori siciliani al via del Giro, tutti in gara: Salvatore Puccio, Damiano Caruso, Paolo Tiralongo e Giovanni Visconti

INVIATO A MADONNA DI CAMPIGLIO

Marco Pastonesi

1Nono alla Vuelta 2014, il ragusano della Bmc è 7° in classifica e

47

Finora un giorno no? «Oggi (ieri, ndr). Tappa adatta, ultima salita adatta, gambe inadatte. Forse perché siamo andati sempre a tutta, forse perché ho bevuto poco e mi sono alimentato male. Speravo meglio. Magari fosse stato questo il giorno di crisi del mio Giro». Un giorno così così? «Ma no, sempre bene, forse i primi giorni in Liguria ho sofferto un po’, poi però mi sono sempre sentito e sono sempre andato meglio».

Damiano Caruso, 27 anni, tricolore Under 23 nel 2008, è pro’ dal 2009: 1 vittoria BETTINI

A questo punto, si aspettava di più o di meno? «Di meno. Progettavo di lottare per i primi 10, mi trovo a sperare fra i primi cinque». Che cos’ha scoperto di sé in questo Giro? «Ho avuto la conferma della Vuelta 2014, in cui ho chiuso nono. Se mi preparo bene e ho la fiducia della squadra, posso lottare per la classifica generale. Contador e Aru hanno una marcia in più, poi però ci sono anch’io». Che cosa teme? «Gli imprevisti. Alcuni colleghi mi hanno detto

Quale tattica userà? «Parafrasando: il migliore attacco è la difesa. Più ragione che sentimento, più raziocinio che istinto. Anche se c’è una tappa che vorrei provare a vincere: quella di Verbania».

Caruso, che corridore è? «Quest’anno vorrei fare una prova: al Tour o alla Vuelta correre senza pensare alla classifica, ma cercando di vincere una tappa. Nella mia carriera ho vinto solo una volta. Troppo poco». Quali regali porterà a casa? «A mia moglie Ornella un mazzo di fiori, magari non acquistati dal fiorista ma ricevuti sul podio. E a mio figlio Oscar me stesso: ha due mesi e, per ciclismo, tra corse e ritiri e allenamenti, ho dovuto trascurarlo. E a tutti e tre una vacanza, anche di soli 3-4 giorni, ma insieme, da soli, a goderci la vita». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Basket R Quarti playoff, gara-4

LUNEDÌ 25 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Logan: Sassari vola in semifinale Ora sfida Milano

STASERA LE GARE-4

Cantù, Gentile è disponibile Brindisi mai nelle top 4

S

tasera le gare-4 che per Venezia e Brindisi potrebbero voler dire semifinale scudetto.

1Chiude 3-1 la serie con una Trento da applausi

E Sacchetti motiva la sua squadra citando McAdoo...

LE PAGELLE

EA7 E BANCO RIPARTONO VENERDÌ

di M.O.

PROBLEMA DYSON MITCHELL DELUDE SASSARI

TRENTO

3

8. BOLOGNA

0

6.5

MITCHELL 5 Va al riposo con 14 punti, resta a secco nella ripresa prendendo 2 soli tiri. Playoff non da mvp, 15 perse nelle ultime 2 gare. SANDERS 6,5 Non si arrende mai, bene anche a rimbalzo. Sanguinosa palla persa sul -7 a 90” dalla fine. PASCOLO 7 IL MIGLIORE Non fosse per quel turnover che ha fermato la rimonta di Trento, la sua partita sarebbe da applausi. Resta la grande crescita di un talento ancora da scoprire nella sua interezza. GRANT 6 In quintetto in avvio di ripresa, fa la sua parte. FORRAY 6 Dà l’anima, ma non è facile resistere al backcourt sassarese. FLACCADORI 6 Entra e trova 4 punti in 2” (rimessa rubata da Forray). OWENS 7 Doppia doppia d’autore, nel primo tempo spadroneggia. Speriamo di rivederlo a Trento o comunque nel nostro campionato. Il livello è da Eurolega. BALDI ROSSI 5,5 Un po’ pasticcione soprattutto in difesa. SPANGHERO 5,5 Solo 3 punti in 18’.

Dal 14 al 26/6

QUARTI 2. VENEZIA

2

Oggi e 27/5

7.5

LOGAN 8 IL MIGLIORE Senza la spalla Dyson, fa da solo e per tre. SOSA 7 Una scintilla, viene da chiedersi dove sarebbe la Dinamo oggi senza il perdono a taglio avvenuto. Confusione alla fine. FORMENTI 7 Mr. Utilità. Fa tutto giusto in difesa, le 2 triple sono la ciliegina sulla torta, il rimbalzo offensivo finale vale il 3-1. SANDERS 5 Invisibile. Entra e sparacchia una tripla. Solo 5’. DEVECCHI 7 Spaventoso in difesa su Mitchell, apre la gara con 2/2 da tre. LAWAL 7 Bravissimo nei raddoppi su Mitchell. Bene anche in coppia con Kadji. DYSON 4 Un problema in chiave semifinale. Non ne azzecca una nemmeno per sbaglio. SACCHETTI 5 Non trova mai il canestro dall’arco (0/4). BROOKS 6,5 Ancora bene anche da centro. Sempre «sul pezzo». KADJI 6.5 Nel quintetto della rimonta, molto attivo in difesa.

FINALE

QUARTI 1. MILANO

1

SEMIFINALI 1. MILANO

-

-

-

-

Dal 29/5 al 10/6 5. SASSARI

7. CANTÙ

SEMIFINALI Dal 29/5 al 10/6

4. TRENTO

1

1

3. REGGIO EMILIA

5. SASSARI

3

2

6. BRINDISI

Oggi e 27/5

GDS

Massimo Oriani INVIATO A SASSARI

E

adesso avanti verso Milano con la testa sgombra. Comunque vada a finire la stagione di Sassari è storica. Supercoppa e Coppa Italia in bacheca, semifinale in campionato, nella peggiore delle ipotesi. Non è stato facile arrivarci, perché Trento ha coronato la sua fantastica avventura da matricola facendo soffrire una squadra superiore per talento ed esperienza sino all’ultimo minuto. C’è voluto un Logan di un altro pianeta per mettere sotto i ragazzi di coach Buscaglia, quasi commosso nel dopogara: «Non posso che iniziare parlando della stagione, meravigliosa dentro e fuori dal campo, un lavoro quotidiano incredibile, con giocatori che dal primo giorno hanno accettato la sfida di dimostrare di poter giocare in serie A. Un’annata di storie personali incredibile su cui costruire». HORROR I 5’ da «cinema horror» come li ha definiti Meo Sacchetti, con 8 palle perse e troppi liberi concessi, hanno rischiato di rovinare una partita che la Dinamo aveva in tasca sul +17 a 6’30” dalla fine, facendo rientrare Trento sino a -5 nei secondi finali. «Vorrei capire cosa

è successo – dice il coach sassarese – Forse hanno spento la luce». «Capita, fa parte del gioco, per fortuna non ci è costato la partita» aggiunge Logan. Vizi in cui troppo spesso cade questa squadra e che contro l’Armani non potrà permettersi. L’Aquila era partita forte, toccando il +8 sul 30-22 con uno spettacolare Owens. Ma era il solito gioco corale dei trentini a scavare il

SASSARI

84

TRENTO

80

(18-24, 46-40; 64-52) BANCO DI SARDEGNA SASSARI: Logan 27 (4/6, 3/5), Dyson 9 (3/8, 0/6), Devecchi 8 (1/1, 2/4), Kadji 4 (2/4, 0/1), Lawal 10 (4/5); Sosa 11 (1/3, 2/4), Formenti 6 (2/5 da 3), R.Sanders 2 (1/1, 0/2), B.Sacchetti 2 (1/1, 0/4), Brooks 5 (2/2). N.e.: Chessa, Vanuzzo. All.: R.Sacchetti. DOLOMITI ENERGIA TRENTO: Forray 6 (1/4, 1/2), J.Sanders (14 (5/8, 1/3), Mitchell 14 (4/8, 1/7), Pascolo 15 (7/13, 0/2), Owens 18 (9/11); Grant 2 (1/2, 0/3), Flaccadori 4 (2/2, 0/1), Baldi Rossi 4 (1/3, 0/2), Spanghero 3 (0/1, 1/2), Armwood (0/2). All.: Buscaglia. ARBITRI: Lamonica, Di Francesco, Lo Guzzo. NOTE - T.l.: Sas 19/29, Tre 8/11. Rimb.: Sas 36 (Lawal 9), Tre 45 (Owens 11). Ass.: Sas 17 (Dyson 6), Tre 22 (Mitchell, Forray 5). Progr.: 5’ 8-13, 15’ 26-32, 25’ 57-46, 35’ 75-61. Usc 5.f.: Sanders 39’55” (82-77). Spett. 3948.

David Logan, 32 anni, miglior realizzatore di Sassari: 16.4 punti di media CIAM

solco, come dimostravano i 13 assist sui 16 canestri del 1° tempo. Al riposo però Sassari era avanti, grazie al 24-8 di parziale arrivato col solito Sosa e Logan che andava al riposo con 16 punti in 17 minuti. «Ha fatto canestro – prosegue Sacchetti – ma sono state importanti anche le triple di Devecchi e Formenti». Prosegue invece l’invisibilità di Dyson. «Ha un probema a

PLAYOFF A-2

Brescia eliminata Torino-Agrigento la finale per la A ● Ieri gara-4 di semifinale (al meglio delle 5 gare): Torino-Brescia 91-86 dts Torino: Rosselli 23, Giachetti 19, Mancinelli 17, Lewis 15, Miller 9, Bruttini e Fantoni 4. Brescia: Fernandez 22, Cittadini 18, Nelson e Brownlee 12, Alibegovic 9, Benevelli 7, Passera e Loschi 3. Serie-3-1. Torino raggiunge Agrigento in finale per la promozione in Serie A. Gara-1 (al meglio delle cinque partite) a Torino domenica prossima. MERCATO Ugo Ducarello, vice di Pozzecco e Caja quest’anno a Varese, è il nuovo tecnico di Trapani.

una spalla ma finché non fa canestro non si sbloccherà. Abbiamo però visto tanti giocatori disputare una brutta serie e poi entrare con prepotenza in quella successiva». MILANO La testa è già a Milano, per cui si ragiona in quei termini. E contro i campioni serviranno il miglior Dyson e un Sanders ben diverso da quello visto ieri. «Nei playoff gioca chi ha la faccia e la grinta per stare in campo – punge Meo –. Porto sempre come esempio McAdoo: in stagione non difendeva mai, poi nei playoff si tuffava per recuperare un pallone». Uomo avvisato... E’ brutto abusare di frasi fatte e luoghi comuni, ma il cuore di Trento ha commosso non solo il suo allenatore. «Ci dicono “non mollate mai”. E ci mancherebbe. E’ il rispetto per quello che abbiamo fatto, una stagione dentro la stagione per rimanere in zona playoff». Anche Sacchetti li applaude: «Ho fatto i complimenti a Forray alla fine, non pensavo potesse giocare così anche in serie A». Lui, Pascolo molto più dell’mvp Mitchell, peraltro frenato nella ripresa da una botta a un ginocchio, sono l’anima di Trento, che non sarà una «one hit wonder». Sassari ha tracciato la strada. Ora ne vuole aprire un’altra. © RIPRODUZIONE RISERVATA

CANTÙ-VENEZIA Si gioca al Pianella (ore 20.45, arbitri: Sahin, Seghetti, Bettini), con Cantù che ha accorciato nella serie (1-2) e punta sul fattore casalingo, visto che alla Mapooro Arena non perde dall’ultima giornata del girone di andata contro Roma. Sacripanti avrà Stefano Gentile anche in gara-4, nonostante le noie dovute al trauma distorsivo alla spalla sinistra. Pure Venezia si presenta al completo. Il quarto atto vivrà sulla sfida a distanza tra Johnson Odom (20 punti di media nei playoff) e Goss, in doppia cifra per l’ottava partita consecutiva, anche se sono stati i lunghi a spostare l’ago della bilancia nelle tre gare precedenti: dominanti quelli veneziani in gara-1 e 2, altrettanto quelli canturini (Metta, Buva e Shermadini) in gara-3. BRINDISI-REGGIO EMILIA L’Enel può, questa sera (ore 20.45, diretta Rai Sport 1, arbitri: Martolini, Rossi, Paglialunga) centrare la prima semifinale scudetto della sua storia. Conduce 2-1 su Reggio Emilia ed entrambe le squadre saranno al completo. Piero Bucchi, che supererà Peterson e Bucci per numero di gare giocate nei playoff, la descrive così: «Portiamo tutti l’elmetto perché sarà una battaglia, ma noi siamo carichi, abbiamo voglia. La continuità è stato il nostro problema per tutta la stagione. Ci è mancata in gara-1 e 2, mentre l’ho vista in gara-3 con i ragazzi sul pezzo per 40 minuti. Se il processo di maturazione arriva ora, ben venga». (g.m.-f.p.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Stefano Gentile, 25 anni CIAM


Basket R Nba: finale Ovest

LUNEDÌ 25 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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LA CHIAVE

L'IDENTIKIT

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STEVE KERR

Punti di Steph Curry in gara-3 contro Houston. Nelle prime tre gare ha una media di 35.6 punti con 18/31 da tre

NOME: STEVE COGNOME: KERR NATO IL: 27/9/1965 A: BEIRUT (LIBANO)

GIOCATORE Steve Kerr ha vinto 5 titoli Nba, tre con i Chicago Bulls di Michael Jordan (dal ‘96 al ‘98) e due con i San Antonio Spurs (1999-2003). Nel 1986 ha vinto l’oro mondiale con gli Stati Uniti. Uscito dall’università di Arizona, seconda scelta Nba di Phoenix, ha giocato 1038 partite in 15 anni di carriera. COMMENTATORE E GM Nel 2003 si è ritirato, accettando un ruolo di commentatore per la rete televisiva TNT. Nel 2007 è diventato general manager dei Phoenix Suns (con allenatore Mike D’Antoni) fino al 2010 quando ha lasciato l’incarico per tornare alla TNT dove è rimasto fino al 2014. quando ha accettato il posto di head coach dei Warriors.-

Stephen Curry, 27 anni AFP

Kerr, il segreto dei guerrieri

1Golden State va 3-0 contro Houston con un’altra prova straordinaria di Curry Che dice al coach esordiente: «Sei l’enorme ragione per la quale noi siamo qui»

Riccardo Pratesi HOUSTON (TEXAS)

S

teph Curry, certo. E l’altro Splash Brother, Klay Thompson, per carità. Sono loro le facce dei Golden State Warriors che dopo aver vinto 67 partite di stagione regolare, su 82, sono a un passo dalla finale Nba, avanti 3-0 su Houston in quella dell’Ovest. Ma lo stratega dietro ai successi dei californiani, colui che ha trasformato una squadra bella e impossibile in una macchina da canestri micidiale, è Steve Kerr. Che al primo anno da allenatore di pallacanestro, e lui ne ha 49, ha fatto fare il salto di qualità a un gruppo di talenti che nella Baia della California raccoglieva tanti complimenti e pochi successi. Cittadino del mondo: da ragazzo ha vissuto in Francia, dove ha imparato il tedesco, mentre al Cairo ha condiviso barbecue con i reali egiziani. Dietro al padre, accademico giramondo. Assassinato da un estremista islamico nel 1984, da presidente dell’università americana a Beirut. «Sono grato per averlo avuto 18 anni. La mia infanzia mi ha aiutato nel basket, a capire meglio la gente». Quel dramma ne ha forgiato la durezza mentale. Ma non gli ha tolto il sorriso. Kerr non è un duro alla Popovich. Ha la forza dei nervi distesi. ESORDIENTE L’estate scorsa gli propongono due panchine. Phil Jackson, suo coach ai Bulls, ora dirigente dei Knicks, lo vuole a New York. Golden State invece vuol farne l’erede di Mark Jackson, che ha plasmato un gruppo giovane e di talento, ma non è riuscito a vincere. Kerr sceglie la Califor-

nia. Non sbaglia. Un altro esordiente, Coach Bud, di Atlanta, gli soffia il titolo di allenatore dell’anno. Ma lui guida la favorita per il titolo. LeBron permettendo…Il segreto? Aver convinto a difendere una squadra spettacolare in attacco. Spiegava felice, al Toyota Center dopo Gara 3 con Houston: «Il tabellino di meta’ partita diceva tutto. Sopra di 25 punti tirando male. Ma avevamo difeso come pazzi. E perso un solo pallone. La squadra cresce. Impara. Questa è una bella lezione. Se difendiamo cosi siamo a posto. E quando poi a Steph sono entrati i tiri…». I Warriors sono esondati. ORGANICO I membri del quintetto di Golden State, Curry e Thompson le guardie, Barnes e Green le ali, Bogut il centro, giocano insieme da tre stagioni. Ma due anni fa avevano perso dagli Spurs al 2° turno playoff, la scorsa stagione al primo coi Clippers. Kerr ha sostituito l’attaccante Lee col cagnaccio Green e promosso titolare pure Barnes. Ma soprattutto con lui si è consacrato fenomeno Curry. «Steph ha giocato da Steph – raccontava commentando i 40 punti con 7 triple della sua stella -. E’ l’Mvp. Non ho mai visto nessuno tirare così. Con questa rapidità e fiducia. Si crea spazio dal palleggio e non ha distanza di tiro». GIOCATORI Kerr, dopo aver giocato in Nba dal 1988 al 2003, e vinto tre titoli con i Chicago Bulls e due con i San Antonio Spurs, micidiale tiratore da 3 sotto pressione, regala parole al miele ai suoi ragazzi: «Thompson fatica al tiro? Ma avete visto come difende su Harden? Green? Miglior difensore Nba. Ci serve la sua ruvidezza». I Guerrieri

clic RECORD ALL’ESORDIO SEI DEBUTTANTI HANNO VINTO IL TITOLO ● Steve Kerr vincendo 67 partite in stagione regolare, è diventato l’allenatore più vincente nella stagione di esordio su una panchina Nba superando Paul Westphal (Phoenix ‘93) e Tom Thibodeau (Chicago 2011) fermi a 62 successi. Sono sei gli allenatori nella storia della Nba ad aver vinto il titolo alla loro prima stagione da head coach, l’ultimo è stato Pat Riley coi Los Angeles Lakers nel 1982. Ma la particolarità di Kerr non è solo che è un debuttante come capo allenatore, ma soprattutto che prima di sedere sulla panchina dei Golden State Warriors, non aveva mai allenato nessuna squadra nella sua carriera.

apprezzano. Green: «Quando se n’è andato Jackson, temevo mi rimettesse in discussione. Invece c’è grande chimica con Kerr. Sarà anche una matricola, ma è un coach per cui vuoi vincere». I buoni rapporti sono estesi ai giornalisti. Kerr ha lavorato da analista televisivo dal 2003 al 2007 e dal 2010 fino alla scorsa estate. A San Antonio, dopo le classiche interviste pregara chiacchierava con i cronisti sparlando allegramente degli arbitri. Quando ha visto trafficare col telefonino, ha precisato: «Discorsi off record, eh». Post partita, dopo una ripassata subita dagli Spurs, non gli ha fatto perdere la pazienza neanche una domanda un po’ così: «Quanto sono preoccupato dopo questo k.o.? Abbiamo il miglior record Nba, se mi devo preoccupare io, figurarsi i miei colleghi…». E una risata. VINCENTE Final Four raggiunte al college, per Arizona University. Collezione di anelli Nba. Kerr è un vincente. Curry, pretoriano di Jackson, l’ha ringraziato durante la premiazione per l’Mvp. «Sei l’enorme ragione per cui siamo qui oggi. Grazie per essere quel che sei». Stimato non solo per il passato da campione. «Se racconto ai giocatori storie sui miei titoli? Sì, stanno attenti se nomino Jordan». Un cronista di Houston si fa audace, gli chiede se vuole raccontare un aneddoto particolare: «No. Però, ehi, buon tentativo». L’allenatore gentile non si smentisce mai. © RIPRODUZIONE RISERVATA

FINALE OVEST Gara-3 Houston-Golden State 80- 115. Serie 3-0. FINALE EST Atlanta-Cleveland 0-2. Ieri notte gara-3.

In alto, Steve Kerr, 49, con la sua stella Steph Curry. Sotto ancora il coach dei Warriors AP-AFP


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LUNEDÌ 25 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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Tennis R Roland Garros

LUNEDÌ 25 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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«Fidatevi, Camila sarà una top ten» 1Sergio Giorgi e la figlia, già al 2° turno: «Io insegno disciplina, ma non sono mai violento» très vite

Vincenzo Martucci INVIATO A PARIGI twitter@VinceMartucci

L

PENNETTA, VITTORIA CON IL BATTICUORE «ORMAI CONVIVO CON IL BRACCINO»

a solita, inguaribile, Camila Giorgi, che tira solo vincenti, che non ha un piano B e che avrebbe bisogno di un allenatore diverso da papà Sergio. Questo è il pensiero del web e di chiunque guardi una partita dell’unica attaccante del nostro tennis, che, anche sotto il sole intermittente di Parigi, va tre volte avanti di un break e tre volte si fa riprendere e poi sul 5-5 rischia una palla-break, prima di lasciare sui pedali la passista Tatjana Maria siglando il 7-5 6-3 all’esordio al Roland Garros. Ora sfiderà Garbine Muguruza, partendo da 2-0 nei precedenti e dai quei colpi velocissimi, come le risposte: «Sbaglio perché rischio, anche i doppi falli sono così, il mio gioco mi piace, lo guardo volentieri, quello degli altri no, nemmeno al maschile, il tennis è bello perché è veloce, puoi rischiare, mentre nella vita devi riflettere, e se sbaglio è colpa solo mia: comincio ad accelerare e faccio errori a catena». Ma se la gente sapesse che c’è una Camila fragilissima che sta soffrendo questi 23 anni come una condanna, ripensando tutti i giorni all’amatissima sorella Antonella, maggiore di tre anni e mezzo, scomparsa in un incidente d’auto proprio alla stessa età? Se la gente sapesse che sforzi fanno in famiglia per rasserenarla? Se papà non sfuggisse anche lui? Sergio, la sua Camila sta attraversando un momento difficile. «Sta crescendo, forse è un po’ più giovane dei suoi 23 anni, e deve superare certi traumi, deve trovare un equilibrio. Fortuna che ha una madre fantastica, mia moglie, Claudia, il cuore e il cervello della nostra famiglia. Anche se non si vede mai al tennis, senza di lei Camila avrebbe forse mollato».

Camila Giorgi, 23 anni, con il padre Sergio, argentino, che da sempre è il suo allenatore: mamma Claudia invece è italiana

Quello che, d’aspetto, fa più paura è lei, il papà. «Lo faccio apposta, a cominciare dai capelli, alla Mozart, il musicista che adoro e ascolto sempre, tanto che uno dei miei figli si chiama Amadeus: a giugno andrà in prova due mesi al Panathinaikos, come centravanti di calcio, è alto 1.90, è forte, anche se meno del fratello, Leandro, che tira di boxe amatoriale e vive a Miami». Invece Camila è così delicata di lineamenti, così deliziosa con quei completini disegnati dalla madre. «Subisce tantissime avances, troppe, bisogna stare sempre attenti». Papà è oppressivo... «Nello sport, con loro, lo sono stato, con disciplina, orari, alimentazione. Ma ora tutti i miei figli sono begli atleti». Papà, argentino, che ha fatto la guerra delle Falkland, è mai stato violento con Camila?

OGGI GIOCANO 5 ITALIANI

ROLAND GARROS (28.028.600 , terra). Principali risultati. Uomini, primo turno: Tsonga (Fra) b. Lindell (Sve) 6-1 6-2 6-2; Gulbis (Let) b. Sijsling (Ola) 6-4 6-4 7-6 (3); Nishikori (Giap) b. Mathieu (Fra) 6-3 7-5 6-1; Andujar (Spa) b. Ramos (Spa) 6-2 6-4 7-6 (3);

«Fisicamente no, mai; verbalmente l’ho anche cacciata dall’allenamento. A me interessa soltanto che lei e Amedeus arrivino, ma la violenza non ha mai risolto un problema».

che entri fra le prime 10 del mondo. E’ nell’evoluzione naturale».

Papà ha insegnato il tennis a Camila. All’esordio a Parigi: 46 vincenti e 49 errori! Papà ha avuto una denuncia da un finanziatore. «E in quest’esordio a Parigi, pur essendo molto ner«E’ stata una vendetta: hanno aspettato che lasciassi vosa perché non sta giocando benissimo, è andata gli Usa, mi avevano minacciato, volevano diventare 35 volte a rete (!), ci dovrà andare anche di più, se gli agenti di mia figlia, gliel’ho imsarà solida da fondo. Con lei non pedito e hanno fatto quell’interviè un problema di superficie, ansta, ma la Usta, la federtennis che se sulla terra fa più fatica». HO CRESCIUTO FIGLI americana, conosce la verità ed ATLETI: AMADEUS FARA’ ha assolto Camila». Papà sta insegnando a Camila il UN PROVINO AL piano B a quel solo tirare il vincenPANATHINAIKOS, Papà non firma il contratto d’abbite... LEANDRO FA PUGILATO gliamento per Camila e così perde «Non proprio, deve continuare ad un sacco di soldi. accelerare, ma deve farlo anche «Io chiedo una base, di sviluppare aprendosi il campo colpendo in un marchio suo, le royalty e un SERGIO GIORGI top». bonus. Se mi offrono 50.000 dol- ALLENATORE DI TENNIS lari e anche un accordo di 3-4 anPapà fa da parafulmine, e qualche ni non basta, sono convinto che in sei mesi-un anno volta prende anche la scossa, come quando ha ipotizne può guadagnare 600mila». zato di legalizzare il doping nello sport. «Volevo togliere pressione su Camila, ma comunque Papà mette tensione a Camila, in campo, parlandole a la penso così. Tanto il potere, a tutti i livelli, l’ha semogni punto. pre vinta. Quel che conta è dare una mano a Camila, «Sì, devo essere più calmo, così da infonderle calma. farle pesare di meno la lontananza da casa, farla senNoi due siamo molto simili e vicini, ed io avverto tire sempre strafelice e straconvinta di giocare a tenmolto la responsabilità enorme che ho nel gestirla. nis». © RIPRODUZIONE RISERVATA Con quella velocità di braccio e di gambe, è logico Granollers (Spa) b. Bachinger (Ger) 6-4 6-3 7-6 (7); Baghdatis (Cip) b. Karlovic (Cro) 7-6 (5) 6-4 6-4; Federer (Svi) b. Falla (Col) 6-3 6-3 6-4; Wawrinka (Svi) b. Ilhan (Tur) 6-3 6-2 6-3; Kohlschreiber (Ger) b. Soeda (Giap) 6-1 6-0 6-2. Donne: Ivanovic (Ser) b. Shvedova

(Kaz) 4-6 6-2 6-0; Hercog (Slo) b. Peng Shuai (Cina) 6-0 2-0 rit.; Rybarikova (Slk) b. Rogowska (Aus) 0-6 7-5 6-2; PENNETTA b. Linette (Pol) 6-3 5-7 6-1; Vekic (Cro) b. Garcia (Fra) 3-6 6-3 6-2; Muguruza (Spa) b. Martic (Cro) 6-2 7-5; GIORGI b. Maria (Ger) 7-5 6-3;

Makarova (Rus) b. Chirico (Usa) 6-4 62; Halep (Rom) b. Rodina (Rus) 7-5 6-4. OGGI (dalle 11, diretta Eurosport ed Eurosport 2). Centrale: Cornet (Fra) c. VINCI; Pouille (Fra) c. Simon (Fra); Kanepi (Est) c. Sharapova (Rus); Murray (Gb) c. Arguello (Arg).

● (lu.mar.) La paura nel tennis si chiama «braccino» ed e’ qualcosa che Flavia Pennetta conosce molto bene e che ha provato nuovamente ieri nel vittorioso match con la polacca Linette. «L’ho sempre avuto e non mi abbandona neppure con l’eta’ che avanza. Ormai ci convivo e sulla terra e’ una sindrome molto pericolosa». CALZINI Ogni anno arbitri di sedia, giudici di linea e raccattapalle del Roland Garros indossano una nuova mise. La piu’ curiosa del 2015 riguarda i raccattapalle che sfoggiano calzini alti scuri fin quasi al ginocchio che ricordano quelli indossati dalla tennista statunitense Bethanie Mattek Sands e della maratoneta britannica Paula Radcliffe. FIDANZATI Donna Vekic, 18 anni, croata di Osijek, è la nuova fiamma di Stanislas Wawrinka. Entrambi hanno esordito ieri al Roland Garros: la croata ha avuto in regalo il palcoscenico del Centrale dove ha superato in tre set la francese Caroline Garcia, testa di serie numero 32. Stan, invece, sul Lenglen, ha lasciato appena 8 game al turco Ilhan.

Flavia Pennetta, 33 anni

Lenglen: Nishioka (Giap) c. Berdych (Cec); Razzano (Fra) c. Cepede (Par); Monfils (Fra) c. Roger Vasselin (Fra); Stephens (Usa) c. V. Williams (Usa). Gli italiani: FOGNINI c. Ito; VANNI c. Tomic (Aus); BOLELLI c. Darcis (Bel); ERRANI c. Riske (Usa).

IN CAMPO

Federer, selfie di rabbia Un ragazzo invade il campo «E la nostra sicurezza?» PARIGI

«N

o, grazie, il selfie mi rende nervoso». Il ragazzetto che invade il famoso Philippe Chatrier, il Centrale del Roland Garros, per catturare il sensazionale autoscatto col telefonino, non è davvero pericoloso. Ma quella dopo l’agevole esordio contro l’acciaccato Alejandro Falla, è un’intrusione che si ripete e Roger Federer non gradisce: «Non sono affatto contento, non lo sono stato anche solo per un secondo, anche se non è successo

niente di grave e sono sollevato, ma non è stata una bella situazione. Era già successo nell’allenamento di sabato, era solo un ragazzo, ma poi ne sono arrivati altri tre. S’è ripetuto sul Centrale, dove pensi che non possa entrare nessuno e dov’era già successo nella finale del 2009, perciò penso che si debba trovare una soluzione, e in fretta. Non parlo solo per me, parlo per il bene di tutti i giocatori perché lì facciamo il nostro lavoro e vogliamo sentirci al sicuro». COLTELLO Ovviamente, il pensiero del re di 17 Slam va al 30

aprile 1993 quando un folle ammiratore di Steffi Graf accoltellò Monica Seles sul campo di Amburgo. E lo svizzero con 15 milioni di seguaci Facebook e 2.74 milioni su Twitter sa di essere un bersaglio ideale, da numero 1 del tennis di sempre. Anche per allentare la pressione dei tifosi aveva aperto il canale Instagram e, soprattutto, il popolare Twitter, per «comunicare in modo diverso con gli appassionati, e insieme divertirmi e scaricare qualche foto, che mi è sempre piaciuto fare». Con moderazione, si diceva: «Non voglio diventarci pazzo, cerco di

Roger Federer, 33 anni, con l’innocuo invasore dopo la partita AP

RIntanto, dopo mille problemi, si rivedono i talenti inespressi Gulbis e Baghdatis

seguirle tutte, ma ho una vita e voglio passare il tempo con la famiglia e gli amici e non al telefono». RIECCOLI I telefono, oggi, è avversario implacabile? «Io non mi preoccupo. Io reagirei, di sicuro. Forse fosse uno grosso mi

metterei a correre, se invece fosse piccolo rimarrei lì», scherza quel mattacchione di Ernests Gulbis che già in passato ha dato dei noiosi ai Fab Four, Federer, Nadal, Djokovic e Murray. Lui e Marcos Baghdatis, due dei talenti più inespressi del tennis, si regalano un giorno di serenità, superando Sijsling e Karlovic in tre set corposi. «Forse ho giocato il match più bello dell’anno», racconta il lettone, che, dopo 6 sconfitte di fila in torneo, è tornato con l’allenatore di sempre, Gunther Bresnik. «La mia felicità viene dal successo, e ultimamente la mia felicità non è ad altissimo livello, non uso parole come depressione perché ho sempre un buono spirito. L’unica risposta è l’allenamento», riassume anche per il cipriota. Che, fra distrazioni ed infortuni, per recuperare il numero 59 del mondo, è dovuto tornare a giocare i Challenger. v.m. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Atletica R World Challenge Iaaf a Hengelo

La Schippers vola Sui 100 fa 10”94 L’orgoglio bianco 1Da 10 anni non c’era un’europea così veloce

Ma fra una settimana «tradirà» con l’eptathlon

Andrea Buongiovanni

S

empre più sulle orme di Fanny Blankers-Koen, la connazionale olandese che all’Olimpiade di Londra 1948 vinse quattro ori e che agli Europei di Bruxelles di due anni più tardi centrò la doppietta 100-200 (oltre al titolo degli 80 hs), giusto come è riuscito a lei l’agosto scorso a Zurigo. Dafne Schippers, al meeting di Hengelo, tappa orange del World Challenge che celebra proprio la leggendaria mammina volante (fuori dallo stadio, a ricordarla, c’è una statua a lei dedicata), sfrutta al meglio una folata di vento generoso, ma entro la

norma (+1.8 m/s) e, sui 100, vola in uno strepitoso 10”94. Era da dieci anni, dal 10”93 della francese Christine Arron al meeting di Montecarlo del 9 settembre 2005, che un’atleta europea non correva così forte.

sarebbe servita come preparazione al prestigiosissimo eptathlon di Götzis, in programma il prossimo weekend, specialità nella quale tornerà a cimentarsi un anno dopo aver portato il personale a 6545 punti.

IL DILEMMA Non male per chi, nonostante sia oro continentale in carica anche dei 60 indoor, ancora non sa se decidersi se dedicarsi a tempo pieno alla velocità, oppure rimanere al suo primo amore, le prove multiple. La prestazione centrata ieri, forse l’aiuterà a scegliere. Anche in vista dei Mondiali di Pechino di fine agosto e dell’Olimpiade di Rio 2016. E dire che, nelle intenzioni, quest’uscita

L’IMPRESA La volata, sul far della sera e quasi in chiusura di meeting, è ai limiti della perfezione. Dafne, in quinta corsia, data anche la mole (è alta 1.80) non ha una messa in moto strabiliante. Ma l’accelerazione, a frequenze molto rapide, è superba. Dai 40 metri in poi è spettacolo puro. Miss Schippers, body arancione d’Olanda e scarpe bianche, è una furia. La chiusura è da urlo. Dafne, in un

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colpo solo, si migliora di 9/100 (il personale di 11”03 risaliva al meeting di Glasgow del 12 luglio scorso, quando dopo 28 anni tolse il primato nazionale a Nelli Cooman), trascinando la 19enne Dina Asher Smith, già iridata junior, a un altrettanto sensazionale 11”02, record britannico. Buono anche l’11”10 dell’altra inglese Asha Philip, a conferma di condizioni particolarmente favorevoli. IL MEETING Il resto della giornata è inevitabilmente oscurato. Anche se Siffan Hassan, altra olandese, nei 1000, compie un mezzo capolavoro. Con 2’34”68 toglie dopo 22 anni il limite nazionale a Ellen Van Langen, campionessa olimpica degli 800 a Barcellona 1992 e oggi organizzatrice del meeting. Di valore il 3’33”64 nei 1500 del keniano Robert Biwott (miglior prestazione mondiale dell’anno), l’8’36”90 della connazionale Irene Jelegat nei 3000 (altro miglior crono dell’anno) davanti all’8’38”47 di Laura Muir, miglior prestazione all’aperto britannica da 10 anni a questa parte (con Giulia Viola 13a in 9’17”34) e il 12”70 della bielorussa Alina Talay nei 100 hs (+1.4). Da notare, infine, il successo nel lungo del 26enne tedesco Markus Rehm con 8.07 (+1.0), atleta amputato sotto il ginocchio destro da quando aveva 14 anni. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Usain Bolt, 28 anni, detiene i primati mondiali di 100, 200 e 4x100 AP

Bolt sui 200 a Ostrava «Sono pronto» 1Usain per un

gran tempo: «Mi farà effetto tornare a correre a Pechino»

U

I RISULTATI La Hassan è veloce sui 1000: 2’34”68 UOMINI 100 (-0.3): Uhjah (Gb) 10”09; 7. Eaton (Usa) 10”42. 200: Martina 20”66. 800: Lewandowski (Pol) 1’45”46; Schembera (Ger) 1’45”48. 1500: R. Biwott (Ken) 3’33”64; Musagala (Uga) 3’35”02. 110 hs (+0.5): Clarke (Gb) 13”54. Alto: Semenov (Rus) 2.23. Lungo: Rehm (Ger) 8.07 (+1.0); Jaszczuk (Pol) 8.05 (+1.2); Eaton 8.03 (+0.7). Peso: Szyszkowski (Pol) 20.42. Disco: Malachowski (Pol) 65.87. DONNE 100 (+1.8): Schippers 10”94; Asher Smith (Gb) 11”02. 400: Zemlyak (Ucr) 52”13; Ohuruogu (Gb) 52”27. 1000: Hassan 2’34”68; Jozwik (Pol) 2’35”57. 3000: Jelagat (Ken) 8’36”90; Muir 8’38”47; 13. VIOLA 9’17”34. 100 hs (+1.4): Talay (Bie) 12”70; Roleder (Ger) 12”92. Asta: Kyriakopoulou (Gre) 4.60. Lungo: Moguenara (Ger) 6.77. Disco: Caballero (Cuba) 65.46.

DOMANI IN GARA

Dafne Schippers, 22 anni, ha anche personali di 22”03 (200), 6.78 (lungo) e 6545 punti (eptathlon)

sain Bolt è atterrato a Ostrava sabato per la sua prima gara europea, ha cenato con Asafa Powell e ha voluto vedere la pista nel nuovo stadio della località ceca. «Qui fa sempre freddo, ma mi diverto e spero in un grande risultato», ha detto il giamaicano. E’ la settima volta che Bolt apre la stagione europea a Ostrava, tre volte ha corso i 100, due i 200 e una i 300. Domani sarà in pista sui 200, la distanza al centro della sua stagione. «E’ in questa specialità che voglio andare forte e migliorarmi, quello che succederà sui 100 sarà solo una conseguenza». Non troverà grandi avversari, il più temibile è lo statunitense Isiah Young, 19”86 di personale, tanto che c’è chi sussurra

che non voglia duelli veri prima dei Mondiali di Pechino, ma Usain smentisce: «Chi vuole sfidarmi sa dove vado, a Parigi ad esempio...» L’ASSENZA Per Bolt, 28 anni, è praticamente il rientro dopo due anni di assenza: è rimasto al 19”66 della finale dei 200 ai Mondiali di Mosca. Per ora, in stagione, ha corso in 10”12 i 100 a Rio, in 20”20 i 200 a Kingston e una frazione di 4x100 a Nassau. «Ho subìto infortuni e devo stare attento. Non so se sono gli anni che passano, ma continuo a controllarmi per prevenire le situazioni difficili. Per evitare problemi ho pure ridotto la mia vita sociale e sono molto più attento all’alimentazione. Sì, ho cambiato la mia vita». Tutto è finalizzato ai Mondiali di fine agosto a Pechino. «Mi farà effetto tornare a gareggiare in quello stadio dove tutto è partito – afferma ancora – per questo il risultato di Ostrava è importante. Quando smetterò? Non mi sono ancora posto il problema, so solo che correrò ancora a Ostrava dopo i Giochi dell’anno prossimo». © RIPRODUZIONE RISERVATA

TACCUINO A PORTORICO

Merritt ancora k.o. (si.g.) A Ponce (P. Rico), LaShawn Merritt battuto nettamente da Machel Cedenio nei 400. E’ la terza sconfitta dell’ex campione olimpico in stagione. Uomini. 100 (-0.8): Bledman (Tri) 10”17. 400: Cedenio (Tri) 44”97; L. Merritt

(Usa) 45”42; 5. Santos (Dom) 46”19. 800: Jock (Usa) 1’45”40. 110 hs (-0.8): Richardson (Usa) 13”34; O’Farril (Cuba) 13”35. 400 hs: Gibson (Bah) 49”19; Culson 49”31. Donne. 800: Almanza (Cuba) 1’59”35 (mpm ‘15); Diago (Cuba) 1’59”91. A Chula Vista (Usa). Uomini. Triplo: Claye 17.50 (+3.1, r. 17.38/+1.5).

IN BELGIO

Bene La Rosa e Bazzoni (si.g.) A Oordegem (Bel), 13’30”83 di Stefano La Rosa nei 5000 e 53”00 di Chiara Bazzoni nei 400. Uomini. 400: J. Borlée 44”91. 1500: 4. Abdikadar 3’41”29. 5000. I: 5. La Rosa 13’30”83; 14. Salami 13’42”10; 23. S. Dini

13’50”13. II: 9. Guidotti Icardi 13’54”91; 22. D’Onofrio 14’07”91. 3000 sp: 10. Quazzola 8’57”64. 110 hs (-0.6): 6. Fofana 14”06. 400 hs. II: Diaz 51”23. Donne. 400: 2. Bazzoni 53”00. II: Altimari 55”66. 3000 sp: 14. Fascetti 10’23”66. A Monaco (Ger). Uomini. 400 hs: 3. Capotosti 51”54.

● VICAUT (l.e.) Jimmy Vicaut, con un eccellente 10”02 nei 100 (+0.7), batte Christophe Lemaitre ai Societari francesi di Tourcoring. Uomini. 100 (+0.7): Vicaut 10”02; Lemaitre 10”23. 200 (+1.8) : Anouman 20”89. Asta: V. Lavillenie 5.60. ● BRIXIA MEETING Due migliori prestazioni italiane allievi al 33°

Brixia Meeting di Bressanone (Bz): autori Marco Leone con 6581 punti nel decathlon e Sydney Giampietro con 16.75 nel peso (indoor vanta già 17.12). Di valore anche l’impressionante finale di Marta Zenoni nei 1500 (4’30”94), il 56.28 nel giavellotto della 14enne Carolina Visca e il 2.17 in alto di Stefano Sottile.


L’appuntamento R Partenza e arrivo a San Marco

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L’EVENTO

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CONTENUTO PREMIUM EDIZIONE N. 41, ERA NATA COME PROTESTA PER IL MOTO ONDOSO A Venezia, ieri, la 41a Vogalonga, «maratona del remo» che parte e arriva a San Marco e si sviluppa per 30 km lungo i canali della Laguna Nord fino a Burano. Nata come corteo di protesta contro il moto ondoso, è diventata un’attrazione turistica per gli appassionati degli sport del remo di tutto il mondo. L’abbiamo vissuta a bordo della «Resi», una gondola a sei remi. l’anno, fermano il traffico a motore e organizzano un giro della Laguna a remi, aperto a tutti. Il percorso è clamoroso: si parte da bacino San Marco, si saluta l’Arsenale e ci si inoltra tra le isole a Nord: le Vignole e Sant’Erasmo, gli antichi orti della città; San Francesco del Deserto, Mazzorbo e Burano, con le sue case colorate e il suo isolamento struggente; Murano e infine ancora Venezia, ma entrando da Cannaregio, il sestiere più popolare. Dalla fine degli anni Ottanta, anno dopo anno, la Vogalonga si sarebbe aperta al mondo. «Quest’anno sono iscritti equipaggi dalle Isole Falkland, dal Sudafrica, dall’Australia, dagli Stati Uniti – racconta Duilio Stigher, del comitato organizzatore della manifestazione –. Siamo attorno alle 1750 imbarcazioni e agli 8000 iscritti. Il 70% sono stranieri». E allora largo a dragon boat, kayak, tavole, jole, imbarcazioni di tutti i tipi. «Come si fa a fermare lo sport? – continua Stigher –. Chi viene una volta si appassiona, si rende conto di quanto bello sia vedere Venezia da questo punto di vista. Ritorna e passa la parola».

Vogalonga

BABELE E così, al colpo di cannone delle nove di mattina, si voga verso Sant’Elena in una babele di suoni e lingue. Da una parte i tamburi dei dragon boat, dall’altra una barca di francesi che cantano la Marsigliese. Sulle gondole i poppieri comandano la «sciata» per frenare la barca e non andare sopra a qualche kayak, oppure fanno una deviazione «a prèmer», o «a staìr», cioè a sinistra o a destra, a seconda del movimento che la pala del remo fa in acqua. Lungo il percorso si socializza, si scherza, ci si incuriosisce per i cento tipi diversi di barche che si incrociano. Qualche canoa si rovescia, una jole si riempie d’acqua e affonda. Non manca chi approfitta di un’isola abbandonata per fare i propri bisogni. A Murano, quando ormai suona mezzogiorno e le vesciche incendiano le mani, c’è il rito dell’alza remi. Lino Toffolo, sul terrazzo della propria casa, ringrazia dell’onore con un saluto. E poi avanti per gli ultimi chilometri, con il poppiere che fatica sempre di più a tenere la LA CHIAVE prua verso Sant’Alvise, la «sentina» – il suo alter ego che sta davanDragon boat, kayak, a lui con il remo in acqua a sinijole: 8000 partecipanti tistra invece che a destra – che non e polemiche tra riesce a «tenere» la barca e i remi veneziani e turisti che, per la fatica e la disattenzione, «escono» sempre più spesso da quello scalmo artistico che è la for«Diamo agli altri la cola. I volontari, poco prima del possibilità di vivere ciò Rio di Cannaregio, chiedono a tutche è nostro e non lo ti di fermarsi. «C’è il ponte chiuso, bisogna aspettare». Li ascoltano in viviamo più noi» pochi, dopo 30 km. E tra una jole che si mette di traverso e una canoa che si intrufola, ai veneziani sembra di essere in Lista di Spagna, imbottigliati nell’ingorgo dei turisti di un giorno d’estate, alla ricerca di un modo per farsi strada e tornare finalmente a casa. Prigionieri di una città troppo bella per poterci vivere serenamente.

LA CARICA DEI REMI INVADE LA LAGUNA GLOSSARIO VOGA ALLA VENETA E’ il tipo di voga nato e diffuso nella Laguna di Venezia. Ha tre caratteristiche principali: si voga in piedi, guardando avanti e con un solo remo a persona. E’ il gesto tipico dei gondolieri, ma è comune anche ad altre barche. Dalle “caorline”, un tempo usate per i trasporti pesanti, alle “mascarete” per gli spostamenti quotidiani. FORCOLA E’ lo scalmo aperto usato nella voga alla veneta, il supporto in legno sul quale si appoggia il remo, che non è fissato perché nei rii più stretti può servire toglierlo. Secoli di uso ne hanno ottimizzato la forma. POPE E’ chi sta a poppa, il “comandante” e la guida della barca. Ha il remo in acqua a destra, ma i movimenti della pala in acqua gli consentono di andare in entrambe le direzioni. PROVIN E’ chi sta a prua, il motore della barca. Ha il remo in acqua a sinistra. Da’ il ritmo, ma aiuta anche il pope in alcune manovre.

IL REPORTAGE di SIMONE BATTAGGIA INVIATO A VENEZIA

R

io di Cannaregio è una tonnara. Gondole che reclamano spazio, barche da canottaggio che si mettono di traverso, canoe che si intrufolano e «tolgono acqua», un mulinare rabbioso di remi che sfida la corrente contraria della marea che cresce. Sotto le volte del ponte c’è un sommozzatore: dirige il traffico, raddrizza le prue, cerca di dare un briciolo d’ordine alla più completa anarchia. I Tre Archi stanno alla Vogalonga come la curva di San Martino sta al Palio di Siena. Tutti vogliono passare per primi, ma si passa uno alla volta. E allora urla, barche che si incagliano, un florilegio di insulti in veneziano che gli stranieri incassano con un sorriso, ancora abbagliati dalla bellezza di una giornata in mezzo alla Laguna. DA CORTEO A GIOSTRA Altro che grandi navi. Bisogna venire qui, a due passi dal Ghetto e provare a navigare in mezzo a questo caos, per capire tutte le contraddizioni di Venezia, una città di sessantamila abitanti che ogni anno è invasa da 25 milioni di turisti e che cerca, disperatamente, uno spazio per vivere, un’occasione per essere se stessa. Era nata così, 40 anni fa, la Vogalonga.

Non una gara, ne’ un’attrazione turistica. Era un corteo. Una manifestazione di protesta contro il moto ondoso che erode le fondamenta e per la salvaguardia di una civiltà, di un sapere, che per secoli aveva dato agli abitanti della Laguna la possibilità di spostarsi, di commerciare, di vivere insomma e che stava scomparendo con la motorizzazione di massa dei trasporti acquei. «Tope, peate, s’cioponi, gondole, caorline, mascarete: le barche che non erano state riconvertite al motore marcivano nei rii oppure venivano demolite – racconta Giovanni Giusto, presidente del coordinamento delle società remiere –. I veneziani stavano dimenticando la voga. Un gruppo di appassionati riaccese l’orgoglio della città. Si recuperarono le vecchie barche, nacquero club in ogni campo, tutto per poter partecipare alla Vogalonga. Quel giorno, lungo le fondamenta del rio di Cannaregio si accalcava tutta Venezia. Se oggi esiste ancora la voga alla veneta, lo dobbiamo alla Vogalonga. Ora, però, è diventato solo un giro della giostra lagunare al costo di venti euro a remo. Diamo agli altri la possibilità di vivere ciò che è patrimonio culturale nostro, e così non lo viviamo più noi. Per questo, il giorno della Vogalonga è l’unico giorno dell’anno in cui non vogo». TAM TAM La voce si sparse in fretta, anche grazie al tam tam ambientalista. A Venezia, una volta

© RIPRODUZIONE RISERVATA

UNA GIORNATA NEI CANALI DI VENEZIA: UNA FESTA (O UNA TONNARA) CON MIGLIAIA DI STRANIERI. E LE REMIERE DI CITTA’ VOGANO ALLA VENETA

Alcuni suggestivi passaggi della 41a edizione della Vogalonga, tradizionale appuntamento remiero andato in scena ieri in Laguna con il coinvolgimento di 1750 imbarcazioni e circa 8000 partecipanti REUTERS, AFP, MANENTE


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Pallavolo R Mercato bollente

LUNEDÌ 25 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Blengini, il tecnico «sottratto» in aereo

Prosecco Zonin Insieme a chi ami.

1Macerata ingaggia l’azzurro

che avvisa Perugia con un sms

Gian Luca Pasini

LA NAZIONALE

U

L’Italdonne vince ancora con la Cina

n sms: «Sto partendo per l’Australia, non vengo più da voi, ma ho firmato con Macerata». Il numero di partenza è quello di Gianlorenzo Blengini e il destinatario del suddetto «messaggino» è Gino Sirci presidente di Perugia, con cui il tecnico piemontese, già secondo della Nazionale di Mauro Berruto aveva un’accordo, non firmato, appunto per via di alcuni dettagli da sistemare. Ma a quello che risulta l’allenatore era già di fatto stato annunciato dallo stesso numero 1 umbro e lui stesso aveva «fatto mercato» per la Sir Safety. Invece... COLPO DI SCENA Invece il colpo di scena. Sabato mattina Macerata, eliminata da Blengini con Latina nei playoff, rescinde il contratto che aveva con Alberto Giuliani e si trova senza allenatore. Allo stesso tempo realizza che oltre a non avere il tecnico a Perugia andrà anche Tine Urnaut, il talentuoso schiacciatore sloveno, che fa parte della stessa scuderia (come procuratore, il re dei manager italiani come numero di atleti e tecnici in casa, Luca Novi) di Blengini. Perché lo stesso tecnico torinese si è già speso con Urnaut (si dice) e gli ha parlato per indurlo ad andare a

● (giu.ma.) L’Italia di Marco Bonitta concede il bis. Ieri a Monza seconda vittoria 3-0 (2523, 25-17, 25-17) contro la Cina. Partita dominata dalle azzurre, scese in campo con un sestetto di partenza nuovo in cui brillano la schiacciatrice Sylla (16 punti) e la centrale Pisani (12 punti di cui 5 muri). «La squadra è pronta per Montreux, sono fiducioso, ho visto tutte le ragazze con il ritmo partita giusto» commenta Bonitta. JUNIOR A TRENTO (an.gal.) Per il secondo anno di fila Trento conquista la Del Monte Junior League, il torneo riservato alle Under 19 dei club di Superlega e A2. Nella finale di Castellana (Ba), Trento ha superato Castellana 3-1 (19-25, 25-23, 1625, 20-25), pallone d’oro dell’mvp a Oreste Cavuto, schiacciatore del ’96 di Lanciano (Ch), 20 punti in finale e 6° titolo nazionale per coach Francesco Conci, 28 anni. Nella finalina Macerata-Modena 3-0. STAROVIC A VERONA (r.p.) Sasha Starovic sarà il nuovo bomber della Calzedonia Verona che a questo punto avrà un alzatore italiano.

Gianlorenzo detto Chicco Blengini, 43 anni, piemontese TARANTINI

Perugia con lui... In questa situazione la Lube chiama Blengini che si trova appunto in aeroporto, qualcuno dice già sull’aereo in partenza per l’Australia, dove la Nazionale debutterà la prossima settimana: «Vieni da noi?», gli chiedono dalle Marche. In pochi istanti arriva la conferma telefonica, mentre il contratto viene formalizzato con il suddetto procuratore successivamente, dopo che questo ha informato al telefono Perugia del cambio di «programma» del suo assistito. URNAUT Adesso non resta che vedere se tra qualche giorno anche lo schiacciatore in questione seguirà Blengini oppure no. E Perugia? Gino Sirci uffi-

cialmente non sbotta e non si arrabbia. Si lascia andare solo a un: «Ci cannibalizzano...». E chiude il capitolo. Con ogni probabilità affiderà la panchina che era stata di Nikola Grbic proprio ad Alberto Giuliani (che aveva già avuto contatti con Perugia, quando sembrava che non sarebbe stato confermato alla Lube). L’alternativa, ma con percentuali in calando, era Lorenzo Bernardi. Il mercato quindi entra nella fase più calda e scoppiettante con un bel botto: la parola data, il fatto che la Lube è anche la società del presidente di Lega, una certa etica nelle procure e bazzecole del genere in questa pallavolo 2.0 non vanno più di moda. Sono già state rottamate.

Equitazione R Chiusura svedese

Von Eckermann sbanca il GP a Piazza di Siena Nicola Melillo ROMA

P

iazza di Siena chiude in bellezza, con un tutto esaurito come non si vedeva da tempo e con il Gran Premio Roma andato allo svedese Henrik Von Eckermann, che in sella a Cantinero ha vinto una sfida palpitante battendo il campione del mondo, l’olandese Dubbeldam, e l’altro orange, Van der Vleuten, solo grazie al tempo: due percorsi netti per tutti, ma una sola penalità per Von Eckermann contro le 2 e le 3 dei suoi rivali. E brava, bravissima, la campionessa italiana Giulia Martinengo, quinta con un errore in due round tostissimi contro il gotha mondiale dei salti.

CHE GARA Lo chef de piste Uliano Vezzani ha disegnato un percorso importante, con una doppia gabbia impegnativa seguita da un verticale complicato da af-

fatto esplodere Villa Borghese, Filippo Moyersoen alla fine 13° con due errori nel 2° giro. La Martinengo: «La mia Funke è stata fantastica, quest’anno ci divertiremo, dispiace per l’errore nel primo giro, ma va benissimo così». L’Italia resta a digiuno dal 1994. Henrik Von Eckermann, che proprio oggi compie 34 anni, è il secondo svedese che vince il GP dopo Lisen Bratt nel 2000: «Bravo Cantinero, cavallo delle forze armate del Qatar, che l’hanno affidato a Ludger Beerbaum col quale lavoro a Riesenbeck, in Germania. Vincere a Roma è fantastico: nell’ultimo giro non ho fatto calcoli per il tempo. Francamente ero già felice di finire terzo. Due anni fa fui 5° col migliore tempo ma con un errore. Stavolta...»

Von Eckermann in azione ieri FAMA

ORLANDI Il presidente Fise: «Volevo gioia e sorrisi. Li abbiamo avuti, col presidente Malagò ci siamo divertiti come la tanta gente venuta. Adesso sotto coi lavori per il 2016».

frontare gestendo i passi e con una combinazione finale che ha mietuto vittime a go go. Solo 4 i netti su 50 nel primo giro, fra questi da urlo quelli delle amazzoni Laura Kraut e soprattutto Edwina Alexander, poi però cadute in errore al secondo giro. E due azzurri fra i 13 qualificati. Giulia quinta con un netto che ha

GRAN PREMIO ROMA: 1 H. Von Eckermann (Sve-Cantinero) 0-1, 48”67; 2 J. Dubbeldam (OlaZenith) 1-1, 48”10; 3 M. Van der Vleuten (Ola-Vdl Groep Arera) 1-2, 54”57; 4 S. Alvarez Moya (Spa-G and C Quitador Rochelais) 4-0, 41”53; 5 G. Martinengo (Ita-Funke Van’t Heike) 4-0, 43”26.

IPPICA: SAN SIRO Coppa d’Oro Victory in fuga (e.lan.) Terza Coppa d’Oro (lr m. 3000) «tedesca» per Luca Maniezzi, che, dopo le vittoriose edizioni 2012-2013 in coppia con Caudillo, ieri a San Siro ha vinto in sella a Victory Song. Decisiva la scelta di correre in testa, con i soli Duca di Mantova (2°) e Autor (3°) generosi nel provare a tenergli testa. Intanto Felice Villa (scud Effevi) è intenzionato a far disputare il Prix de Diane a Sound Of Freedom (seconda del Derby) e le King George a Dylan Mouth. ● ELITLOPP Fatto l’Elitlopp (m 1609) di domenica a Stoccolma: 1 batt.: Univers de Pan (Daugeard); 2 Support Justice (Gundersen); 3 Vincennes (Kihlström); 4 Mosaique Face (Kolgjini); 5 Ustinof du Vivier (M. Abrivard); 6 Royal Fighter (Tillman); 7 Nuncio (Melander); 8 Wind Of The North (Palone). 2 batt.: 1 BBSS ugarlight (Untersteiner); 2 Nahar (Bergh); 3 Bret Boko (Moilanen); 4 Maven (J. Takter); 5 Magic Tonight (Kihlström); 6 On Track Piraten (Adielsson); 7 Timoko (Goop) 8 Voltigeur de Myrt (G. Gelormini). ● OGGI PALERMO QUINTE’ (ore 19, inizio 15.25). Una volata per 18: indichiamo Salice del Rum (15), Saphira Rob (9), Stile del Nord (14), Sachs del Ronco (17), Sissi Holz (5), Saetta Jet (13). ANCHE Gal.: Merano (15.15), Napoli (16.10). Tr.: Follonica (15.05), Taranto (15.10).

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Golf R Pga Championship

L'ANALISI DI STEFANO CAZZETTA

LUNEDÌ 25 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

I PROTAGONISTI DELLA SETTIMANA 1

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CHE BRUTTO RISVEGLIO DOPO L’ILLUSIONE

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tavolta ci siamo rimasti male. Avevamo accarezzato l’idea di un trionfo al Pga Championship. Invece quello che è andato in campo nell’ultimo giro era una controfigura scarsamente somigliante del Francesco Molinari che aveva dominato i primi tre. Un brutto 74 nel giorno dei fenomeni. Per trovare un altro protagonista sopra par bisogna scendere al 27° posto. A Wentworth abbiamo visto due giocatori diversi. Anzi, due personalità opposte: il Molinari chirurgico e sicuro che da dominato da giovedì a sabato e quello impreciso e fragile della domenica. Un bel rompicapo che ripropone l’annosa questione delle capacità di Francesco sul green. Non è un dibattito specioso. Il problema è capire se gli errori col putter sono la causa di certe prestazioni opache o - piuttosto - la conseguenza. La sensazione è che sotto stress la pallina diventi un macigno troppo pesante e troppo grande per un buca così piccola, vanificando anche la più meticolosa delle routine. L’ultima vittoria di Francesco (Open di Spagna 2012) era arrivata in rimonta, quando la testa, probabilmente, era affrancata dal peso della responsabilità. Resta il rimpianto per quello che avrebbe potuto essere e non è stato. Ma non è certo finita: il 2° posto a Barcellona e il 5° di ieri riaprono le porte dello Us Open a Chambers Bay. Non è poco. E non è da tutti. A questo punto non resta che rimettere le cose al proprio posto. A partire da una buca che deve tornare a essere più grande della pallina. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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1 Francesco Molinari, 32 anni, numero uno italiano, ha chiuso al 5° posto. 2 Miguel Angel Jimenez, 51 anni, festeggia le dieci buche in uno in carriera. Lo spagnolo ne ha segnate tre solo in questa stagione 3. e 4 Chris Wood e Andrew Johnston posano con le auto Bmw vinte grazie alla hole in one alla buca 10 e alla 14. In totale sono state 5 durante il torneo GETTY

An domina, Molinari cade 1E’ il primo asiatico a vincere Wentworth. Chicco, giornata no: chiude 5° Federica Cocchi

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iente terzo nome italiano nell’albo d’oro di Wentworth, almeno per questa stagione. Francesco Molinari non è riuscito a completare l’opera chiudendo al 5° posto dopo tre giornate in testa al torneo. In compenso la storia del Bmw Pga Championship si arricchisce di un sacco di record. A partire dal vincitore An Byeong-hun, il 23enne sudcoreano che diventa il primo asiatico a sollevare il trofeo di Wentworth. Baby An (il nostro Matteo Manassero il Pga Championship lo aveva portato a casa a 20 anni appena compiuti) ha segnato il miglior score della storia del torneo con -21 totale. Al secondo posto un grande Miguel Angel Jimenez che, dopo la buca in uno di sabato (altro record: ovvero 10 in carriera, tre solo in questa stagione), ha girato cinque colpi sotto par. Insieme a lui c’è il 45enne thailandese Jaidee, anche lui autore di una bella progressione. DELUSO Il nostro Chicco, che centra comunque un ottimo risultato dopo il secondo posto in Spagna, ha iniziato col piede sbagliato piazzando un bogey alla prima buca, a cui è seguita

«QUESTA E’ UNA DI QUELLE VITTORIE CHE CAMBIANO LA VITA» BYEONG HUN AN VINCITORE DEL TORNEO

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● I colpi sotto il par con cui ha chiuso il torneo Byeong Hun An, sudcoreano 23enne. Lo score è il più basso realizzato nella storia del torneo di Wentworth

una buona reazione con due birdie. I successivi tre bogey tra la 8 e la 11 hanno stroncato le sue speranze. Alla fine del giro è arrivato il 74 (+2). A differenza degli altri giorni, ieri il nemico numero uno di Francesco è stato il putter. Manassero, che ha vinto il Bmw Pga Championship nel 2013, secondo italiano a riuscirci dopo Costantino Rocca (1996), ha chiuso al 46° posto. Naturalmente deluso Molinari: «Troppi errori, troppi bogey - ha detto subito dopo le sue 18 buche -, mi sembra chiaro che non fosse la mia giornata. Certo, dopo tre giorni in testa non mi aspettavo che la vittoria sarebbe arrivata facilmente, sapevo che c’era ancora molto lavoro da fare». Alla fine i complimenti al suo compagno di gioco: «Non lo conoscevo, non avevamo mai giocato chiude - certamente in questi due giorni non ha sbagliato nulla, è stato quasi perfetto e quindi merita il titolo al cento per cento». FAMA An, sudcoreano di Seul, aveva già alle spalle un altro record, ovvero quello di più giovane vincitore dello Us Amateur nel 2009. Con questo successo oggi dovrebbe entrare tra i primi 50 al mondo: «Questa è una di quelle vittorie che ti

cambiano la vita - ha detto dopo la premiazione -. Sono il primo asiatico a conquistare questo torneo e non avrei mai immaginato di poterci riuscire». Niente festeggiamenti però, lui è un tipo di basso profilo (e di alto conto in banca dopo aver incassato gli 800.000 euro della prima moneta): «Non credo che farò nulla di particolare, avevo in programma di partecipare alle qualificazioni per lo Us Open ma pare che adesso non ne avrò più bisogno... In generale quando vinco vado a cena con la famiglia, nulla di più. Non sono un tipo festaiolo». BUCHE Tra i record della settimana c’è quello delle buche in uno: sono state cinque in totale, due delle quali hanno regalato una prestigiosa auto. Chris Wood e Trevor Fisher Jr hanno centrato l’ace ieri ma solo Wood, che ci è riuscito alla 14 (par 3 di 164 metri), ha ricevuto la Bmw i8. Fisher l’ha siglata alla 2 (par 3, 141 m) e si è dovuto accontentare degli applausi. Le altre sono state messe a segno nel primo giro da Johnston (anche lui è tornato a casa con la macchina nuova) e Craig Lee (buca 2). Nel terzo giro il decimo ace in carriera di Jimenez. Una settimana da ricordare. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA GUIDA Wood finisce terzo Manassero scivola e chiude al 46°posto Matteo Manassero ha chiuso al 46° posto perdendo undici posizioni per una partenza con un bogey e un doppio bogey che è riuscito solo parzialmente a compensare (quattro birdie e altri due bogey nello score per il 73, +1). Classifica finale del Bmw Pga Championship. 1. -21 An (S.Cor, 71 64 67 65, 267); 2. -15 Jaidee (Tha, 70 66 68 69, 273), Jimenez (Spa, 68 70 68 67, 273); 4. -13 Wood (Ing, 68 73 68 66, 275); 5. -12 MOLINARI F. (65 69 68 74, 276); 6. -11 Fleetwood (Ing, 69 71 65 72, 277), Lowry (Irl, 74 67 67 69, 277); 8. -10 Noren (Sve, 72 67 68 71, 278), Quesne (Fra, 72 70 68 68, 278); 10. -9 Cañizares (Spa, 72 71 68 68, 279); 46. -1 MANASSERO (75 70 69 73, 287). ELVIRA VINCE SUL CHALLENGE Lo spagnolo Nacho Elvira è andato a segno per la seconda volta in stagione vincendo con 263 colpi (64 67 67 65, -21) il Kärnten Golf Open, sul tracciato del Golfclub Schloss Finkenstein (par 71), a Gödersdorf in Austria. Con una buona rimonta finale sono saliti verso l’alta classifica Nicolò Ravano, 11° con 269 (66 71 67 65, -15), Andrea Rota, 16° con 270 (65 73 66 66, -14), e Matteo Delpodio, 22° con 271 (69 69 69 64, -13). Sono rimasti in bassa Nino Bertasio, 62° con 279 (69 67 72 71, -5), Filippo Bergamaschi, 64° con 280 (61 74 73 72, -4), e Niccolò Quintarelli, 66° con 281 (70 68 72 71, -3).


LUNEDÌ 25 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

TUTTENOTIZIE

1SINCRO TRICOLORE CON MINISINI (al.f.) Ai Tricolori di Terni, doppietta per Linda Cerruti, nel solo e

nel duo con Costanza Ferro; in gara Giorgio Minisini, 7° a squadre e combinato e 12° nel solo. Solo: Cerruti 90.900. Duo: Cerruti-Ferro 92.267. Squadra e libero combinato: Fiamme Oro Roma 90.700 e 90.100.

NUOTO

Magnussen, niente Mondiali Dovrà operarsi a una spalla L’Australia senza il Missile 1Stagione finita e addio al tentativo del tris iridato a Kazan nei 100 sl

«Se voglio tornare al top a Rio non ho alternativa». Problemi per la 4x100 Stefano Arcobelli

S

enza Missile. I Mondiali di Kazan perdono il re della gara regina: James Magnussen. Niente operazione-tripletta dopo Shanghai e Barcellona, ma operazione vera, necessaria cui l’australiano dovrà sottoporsi ai primi di giugno in una clinica di Melbourne. Il gigante di 195 centimetri le ha «provate tutte» pur di non interrompere la preparazione ma si è arreso ai tormenti provocati dalla spalla sinistra, il cui uso al 70% condizionava il movimento naturale della bracciata.

FUTURO Carriera a rischio? I medici lo escludono, anzi optano per l’operazione proprio per non pregiudicarla: il delicato intervento chirurgico, secondo uno dei suoi allenatori, Lach Falvey, «farà tornare James al 100%». Al suo posto il c.t. Jacco Verhaeren dovrebbe promuovere per i

BASEBALL

Per Bologna vittorie pesanti Guai San Marino ● (m.c.) Bologna firma la quarta e la quinta vittoria di fila e spedisce all’inferno il San Marino tricolore. Gli emiliani, sorretti prima da Fleming e poi Da De Santis, firmano 2 successi pesantissimi. In gara1 i campioni segnano 9 punti in 2 turni e fanno scendere Rodriguez dopo un inning con 7 valide; in gara-2 decisivo un 5° inning da 4 punti. Rimini fa sua la prima partita con Padova, grazie al solito Candelario e con un attacco da 19 valide, che ha travolto i pitchers italiani spediti sul monte da Smith. Per i romagnoli è la quinta gara con il lanciatore straniero vinta senza subire punti. 9° turno, Angel Nettuno 2Parma 7-6 (10°), 3-1 (v. Andreozzi, p. Rivera); GodoNettuno rin.; UnipolSai Bologna-T&A San Marino 12-1 (7°, v. Fleming 1bv-6so, p. Rodriguez; hr Mazzuca), 5-3 (v. De Santis, p. Pizziconi); Rimini-Tommasin Padova 8-0 (v. Candelario 2bv-6so), p. E. Crepaldi). Class.: Bologna 722 (13-5); Rimini 705 (12-5); Padova 588 (10-7); San Marino 555 (10-8); Nettuno 467 (7-8); Godo 400 (6-9); Nettuno 2 333 (6-12); Parma 222 (4-14).

Ambrosino e Santora CB-OLDMAN

lia è sempre stata competitiva. La patria dello stile libero spera di lottare per l’oro più prestigioso adesso con Cameron McEvoy, 2° al mondo in 48”06 (solo il russo Morozov nel 2015 vale 47”98). CAMBI E SCHIENA Ai Trials, Magnussen aveva perso proprio da McEvoy e non era stato in grado di trovare la velocità delle ultime 4 stagioni, chiuse in testa al ranking mondiale (47”10 il personale). Aveva cambiato allenatore, lasciando Brant Best per affidarsi ad una coppia di vecchi amici, e professava ottimismo: «Vorrei nuotare in 46” i 100 sl, mi piacerebbe fare qualcosa che nessuno ha mai saputo fare. E’ un sogno da quando ho 16 anni». Anche se dopo l’aspirazione era arrivata l’ammissione: «Sono afflitto da un problema alla schiena con cui dovrò convivere». Ora l’ha tradito la spalla. © RIPRODUZIONE RISERVATA

James Magnussen, 24 anni, bicampione del mondo e argento olimpico 100sl

100 sl Tommaso D’Orsogna, 3° ai trials di Sydney, e nei 50, Matt Abood. «Se voglio tornare al top a Rio non ho alternative alla chirurgia: avrò più tempo per concentrarmi sui Giochi e non vedo l’ora di poter muovere la spalla in modo regolare» commenta triste il velocista costretto a rinviare a Budapest 2017 i piani di conquista del terzo titolo (ma non più consecutivo), mai riu-

scito finora ai Mondiali. Magnussen mancherà anche alla 4x100 sl aussie rimasta senza leader. James cerca la rivincita non solo olimpica individuale (bruciato da favorito a Londra dall’americano Adrian) ma col quartetto sia ai Giochi che ai Mondiali (per 14/100, quarto a Barcellona 2013). Un’Australia penalizzata apre scenari nuovi per la staffetta veloce in cui l’Ita-

LOTTA: SABATO LA PRIMA VOLTA A NEW YORK

Il confronto della riconciliazione a Times Square tra Usa e Cuba finisce 9-4 e con tanto spettacolo

Ecco il suggestivo scenario di Times Square trasformato in pedana ● (r.r.) Anche «Salsa in the squadre», ovvero un confronto esibizione di lotta, può servire al disgelo tra Cuba e Usa. Sabato sera a Times Square, tra taxi in coda e molti curiosi, la nazionale cubana che tornava negli Usa dal Mondiale di 12 anni fa, è stata battuta 9-4.

Tra i big, il bronzo olimpico Livan Lopez (74) battuto dal campione Usa David Taylor, l’olimpionico Jordan Burroughs (74) ha chiuso lo show battendo Luis Esteban Quintana, l’argento mondiale Reineris Salas ha steso il medagliato 2009 Jake Herbert (86). La visita verrà ricambiata nel torneo Granma.

RUGBY: ECCELLENZA

Calvisano perde in casa con Mogliano ma sabato sfiderà il Rovigo in finale (i.m.) Calvisano è la seconda finalista d’Eccellenza. Nella semifinale di ritorno perde in casa 24-23 contro il Mogliano, per una meta d’intercetto all’ultimo minuto, ma in virtù della vittoria 30-15 all’andata, passa per differenza punti. Per Calvisano m. Di Giulio, Mbandà, 3 c.p. e 2 tr. Seymour; per Mogliano m. Ceccato, Van Zyl (2), 1 c.p. e 3 tr. Barraud. Nell’intervallo consegnata in campo la cittadinanza italiana a Paul Griffen. Sabato, alle 18.10, al Battaglini finale Rovigo-

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Calvisano, la stessa del 2014 a campi invertiti. ● LYONS PROMOSSI Dopo 22 anni i Lyons Piacenza tornano in Eccellenza: a Viadana nella finale di serie A hanno battuto 26-19 il Pro Recco. ● CHAMPIONS CUP GloucesterConnacht 40-32 t.s. nella prima sfida playoff per l’ultimo posto in Champions Cup. Domenica decide Gloucester-Bordeaux. ● SEVEN OLIMPICO (i.m.) Nuova Zelanda, Canada, Australia e Inghilterra donne qualificate ai Giochi di Rio 2016 dalle Seven Series.

SPRINT NIPPO-RUSSO (al.f.)Shinri Shioura vince i 50 sl all’Open di Tokyo in 22”04, il russo Morozov a Irvine (Usa) in 21”95. A Tokyo. Uomini: 50 do Koga 24”73; 200 ra Kohinata 2’09”51, I. Watanabe 2’09”75 (r. mond. jun.); 100 fa Kawamoto 52”08; 200 mx Seto 1’57”63. Donne: 50 sl Uchida 25”14; 50 do Takemura 28”36; 200 ra K. Watanabe 2’22”13; 100 fa E. McKeon (Aus) 57”62; 200 mx Ohmoto 2’12”05. METELLA 48”44 (al.f.) A Nancy (Fra, Medhy Metella domina i 100 sl in 48”44. Florent Manaudou (24”98) si dedica al dorso e batte l’iridato Stravius nei 50 (24”05); a Feldher (Ger) i 50 rana (27”78. Tra le donne, cinquina di Katinka Hosszu (Ung) nei 100-400 sl (55”60, 4’08”83), 50 do (28”30), 50 ra (32”31) e 200 mx (2’11”69).

BASEBALL ●

MALEDIZIONE INTERROTTA Dopo 94 sconfitte consecutive dall’ottobre 2010, la Tokyo University torna a vincere 4-2 contro Waseda University. ● MORALES E HARPER (r.r.) Il cubano Kendry Morales (Kansas) batte 5 pbc (2 fuoricampo) ovvero, tutti i punti segnati dai Royals con S.Louis, e ora è in testa ai pbc con 37 nell’American. Harper (Washington) batte l’11° fuoricampo in 14 partite contro Philadelphia.

Gli Ingrosso al primo centro in Lettonia ● (c.f.) Ancora Italia in evidenza sulla sabbia. Ad una settimana dal successo di Ranghieri-Caminati nella tappa del World Tour di Lucerna (Svi), l’Italia ha concesso il bis con Paolo e Matteo Ingrosso (coppia che al momento non fa parte del programma federale della Fipav nel beach volley) nel Masters Cev di Jurmala (Let). I 27enni gemelli italiani nativi di Fortaleza (Brasile), al primo centro a livello internazionale, ieri hanno prima superato 20 (21-19 21-18) in semifinale i padroni di casa SamoilovsSmedins, vincitori della classifica generale degli ultimi due World Tour della Federazione mondiale e in finale hanno superato KrouRowlandson (Fra), 2-0 (21-15 21-17). I fratelli Ingrosso, lo scorso anno, come migliore risultato, avevano chiuso al secondo posto il torneo Open di Puerto Vallarta (Messico). DONNE A PRAGA (c.f.) Nell’Open di Praga, terza tappa femminile del World Tour, affermazione di AgathaSeixas (Bra), 2-0 a BansleyPavan (Can), per la prima volta in finale.

MATANO E BRUZZESE (r.g.) A Ferrara (Loreni), il superwelter Marcello Matano (15-1) conferma l’Intercontinentale Ibf costringendo il tedesco Mahias Zemski (15-3) all’abbandono alla fine del settimo round, dopo una ripresa con due conteggi all’ospite. Damian Bruzzese (14-1) riconquista il vacante tricolore massimi leggeri, battendo per k.o. a pochi secondi del decimo round un generoso David Rettori (7-4-1). Un gancio destro al mento ha deciso il match. Risultati. Welter: Frezza (23-2-2) b. Brussolo (10-82) p. 6; mosca: Obbadi (2) b. Sabljov (Ser, 1-2) kot 5; piuma: Rigoldi (3-0-1) b. Cosovic (Ser, 1-2); piuma: Tiganas (1) b. Musacchi (02-1); superleggeri: Grandelli (1) b. Iuculiano (2-1), tutti punti 4. ● DEGALE MONDIALE (r.g.) A Boston (Usa) l’inglese James DeGale (20-1), oro ai Giochi di Pechino, conquista il vacante Mondiale Ibf supermedi, battendo il locale Andre Dirrell (Usa, 24-2) con verdetto unanime. Il clan di Dirrell ha contestato il verdetto. ● BOSCHIERO (i.m.) Ad Albignasego (Pd) l’ex campione europeo dei superpiuma Devis Boschiero (37-3-1) ha battuto per kot 4 Tallosi (Ung, 7-4).

RECORD ARGENTINO (al.f.) A Santa Fè (25 m) Santiago Grassi migliora il record argentino di 100-200 fa (52”16, 1’56”30).

SETTEROSA Da oggi, per una settimana, 18 azzurre in collegiale a Roma (Ostia). Il c.t. Conti ha convocato Teani, Gorlero, Queirolo, Dario, L.Barzon, A.Millo, Aiello, Radicchi, Garibotti, Lavi, Cotti, Frassinetti, Emmolo, Pomeri, C.Tabani, Galardi, Di Mario e Palmieri. ● DONNE A-2 Bologna e Milano a un passo dall’A-1. In gara-1 il sette emiliano ha superato, con il vantaggio del fattore campo, Pescara 11-6. Le lombarde hanno espugnato Napoli, battendo l’Acquachiara 11-10. Domenica 31 gara-2, ev. gara-3 il 7 giugno.

SCHERMA ●

GAROZZO QUINTO Il bronzo mondiale Enrico Garozzo col quinto posto è stato il miglior azzurro in Coppa del Mondo di spada a Rio de Janeiro: il siciliano è stato eliminato ai quarti, dal polacco Radoslaw Zawrotniak 1514, al minuto supplementare. Dopo aver sconfitto 15-6 l’israeliano Herpe, Garozzo aveva superato il sudcoreano Jongkwan Na 15-10 e negli ottavi il francese Roman Gustin 15-13, quando si erano fermati pure Gabriele Cimini e Matteo Tagliariol. In semifinale Heinzer (Svi) b. Kneip (Ger) 15-11, Borel (Fra) b. Zawrotniak (Pol) 1511; trionfo di Borel su Heinzer 1510.

COPPA DEL MONDO (a.fr.) Secondo posto di Irene Burgo in Coppa del Mondo a Duisburg nel K1 1000 (non olimpico): in 04’04”013 è preceduta dalla romena Caminescu in 04’03”138. Secondo anche il K4 200 (non olimpico) di Rizza, Chierini, Cecchini e Bertolini. Quarto il C2 200 (non olimpico) di Santini e Incollingo, mentre Sergiu Craciun è sesto nel C1 500 (non olimpico). Nel K4 1000 (olimpico) sussulto di Ricchetti, Torneo, Dressino e Pra Floriani, che vincono la finale B.

CANOTTAGGIO EUROPEI JUNIORES SEI PODI AZZURRI Nove barche in finale e sei sul podio a Racice agli Europei Juniores, con quattro medaglie d’oro: singolo, doppio e quattro con uomini, quattro senza donne. Argento per il quattro di coppia maschile e l’otto femminile. Italia prima nel medagliere davanti a Germania e Romania.

FOOTBALL ●

WEEK 10 (m.l.) Week 10 Ifl: primo k.o. per i Marines Lazio. Il derby milanese va ai Rhinos. Risultati: Seamen Milano-Rhinos Milano 22-30; Dolphins AnconaMarines Lazio 45-32; Giants Bolzano-Giaguari Torino 22-14; Lions Bergamo-Panthers Parma 0-38; Aquile Ferrara-Briganti Napoli 55-7. Classifiche. Nord: Parma 778 (7-2); Seamen Milano, Bolzano 667 (6-3); Rhinos Milano* 625 (5-3); Bergamo* 125 (1-7); Torino 111 (1-8). Sud: Lazio 889 (81); Ancona* 875 (7-1); Bologna* 500 (4-4); Roma* 375 (3-5); Ferrara 333 (3-6); Napoli* 0 (0-8). (*una partita in meno).

HOCKEY GHIACCIO ●

PLAYOFF NHL Nuova maratona nelle finali di Conference dei playoff Nhl, stavolta nella Western: Chicago, in gara-4, batte Anaheim 5-4 dopo 85’37” di gioco grazie a un gol di Antoine Vermette al 5’37” del secondo t.s. La serie, al meglio delle 7, è ora sul 2-2.

JUDO I gemelli Ingrosso

NUOTO ●

PALLANUOTO BOXE

CANOA BEACH VOLLEY

a La Coruna per Claudio Pepoli, che si impone nei 100 kg nell’European Cup Junior con 273 atleti e 22 nazioni. Tre vittorie ed una sconfitta per il ventenne romano. Sul podio anche Giulia Pierucci, seconda nei 52 kg, Romina Passa, terza nei 48 kg e Ilaria Silveri, terza nei 78 kg.

VAI PEPOLI (e.d.d.) Primo posto

SOFTBALL ●

PRIMA DI RITORNO (m.c.) Prima di ritorno. Girone A: Rovigo-Staranzano 2-1, 0-7 (6°), Caronno-Nuoro 7-0 (5°), 0-1; Legnano-Bollate 0-11 (5°), 1-5 (8°). Class.: Bollate 928 (13-1); La Loggia 750 (9-3); Staranzano 571 (8-6); Caronno 428 (6-8); Legnano 357 (5-9); Rovigo 285 (4-10); Nuoro 214 (3-11). Gir. B: BolognaSestese 5-3, 2-1; Parma-Bussolengo 6-9, 3-6; Class.: Forlì 900 (9-1); Bussolengo 750 (9-3); Collecchio 700 (7-3); Bologna 416 (5-7); Sestese e Parma 166 (2-10).

TENNIS ●

BONFIGLIO Al Tennis Club Bonacossa di Milano conclusa l’edizione n. 56 del Bonfiglio. Tra gli uomini, successo del brasiliano Luz (il primo per il paese sudamericano) che batte il francese Denolly 6-4 6-7 7-6; tra le donne, vittoria per la ceca Vondrousova sulla canadese Robillard-Millette con un secco 6-2 6-2.

VARIE CAMPIONATI UNIVERSITARI MILANO DOMINA CON 21 PODI Milano campione universitario con 21 titoli dopo le ultime gare di judo. Bologna, Udine e Bari con 7 al secondo posto quindi Pisa, Roma e Torino 6, Tor Vergata e Napoli 5, Genova, Modena, Foggia e Parma 4. Nel judo uomini successi per: 60 kg Andrenelli (Tor Vergata) 66 kg: Piras (Roma) 73 kg: Melegari (Parma) 81 kg: Setti (Parma) 90 kg: Munghai (Torino) 100kg Cavanna (Genova) 100 kg: Battistoni (Perugia). Donne: 48 kg: Giannattei (Benevento) 57kg Giorgis (Torino) 52 kg Moretti (Roma) 63 Regis (Torino) 78 Sala (Cosenza) 78 Tangorre (Roma) 70 Ferrari (Roma). La 69a edizione dei Cnu ha visto 6 mila presenze in 185 gare di 23 sport, 49 Cus.

VELA ●

TP52 (r.ra.) Ran di Niklas Zennström ha vinto a Valencia la prima tappa del circuito europeo di Tp 52. 2° Alegre di Andres Soriano 3° Sled di Takashi Okura. Così gli italiani: 4° Azzurra, 12° Xio.


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LUNEDÌ 25 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

il responsabile del gruppo. L’hanno invitato a seguirlo. Il responsabile era Boscardin (l’insegnante di Disegno, ndr). L’ho accompagnato. Fuori dall’hotel ci hanno mostrato dal cellulare la foto di un volto. Il volto di un ragazzo. “Lo abbiamo trovato cadavere, si è suicidato”, ci ha detto un agente. Boscardin ha avuto un malore, si è poggiato a terra». Si era pensato che Domenico avesse avuto qualche problema con la fidanzata, Anna. Ma la madre del ragazzo ha detto che con Anna non c’era nessun problema. «Venerdì sera, prima della partenza, hanno cenato insieme, qui a casa nostra. Poi lui l’ha riaccompagnata a casa con la mia auto. Andavano d’accordo, si erano messi insieme al secondo anno». La madre è la professoressa Antonia Comin dell’istituto Fermi. La famiglia abita in una villetta nel quartiere padovano di Altichiero. I ragazzi erano andati a Milano per vedere l’Expo, che a Domenico era tanto piaciuta (stando a una sua conversazione con i genitori la sera di sabato). Direi che gli inquirenti sono abbastanza convinti che non sia stato un suicidio.

IL FATTO DEL GIORNO IL GIOVANE PRECIPITATO

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Domenico Maurantonio, 19 anni, lo studente padovano precipitato da un hotel milanese il 10 maggio ANSA

E se non è un suicidio, che cos’è? Pensano tutti che si tratti di uno scherzo, uno scherzo imbecille finito male. E che i responsabili dello scherzo se ne stiano zitti, e che gli altri li coprano per paura. Ferdinando Camon, che ha insegnato e se ne intende, ha scritto che in gita diventano leader del gruppo i peggiori. I peggiori esistono, è questa la realtà difficile da ammettere anche per la scuola.

Domenico è morto 4 da due settimane: perché i compagni non ci dicono la verità? 1Non sono neppure andati alla veglia per il povero ragazzo. I magistrati credono che nascondano i colpevoli per paura: il liceale in gita sarebbe stato vittima di uno stupido scherzo

za «l’omicidio colposo a carico di ignoti». Cioè, è stato ucciso. Magari senza che i suoi assassini lo volessero («colposo»), ma è stato ucciso.

di GIORGIO DELL’ARTI gda@gazzetta.it

La polizia s’è insospettita ancora di più per il fatto che alla veglia per il povero Domenico Maurantonio non si sono presentati che tre studenti e nessun professore. La famiglia Maurantonio è stata messa in una specie di quarantena: a quanto pare, quasi nessuno di quelli che frequentano il liceo scientifico Ippolito Nievo di Padova ha intenzione di averci a che fare.

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Domenico Maurantonio è lo studente misteriosamente precipitato dal quinto piano dell’hotel Leonardo da Vinci di Bruzzano (provincia di Milano)? Sì, all’alba di domenica 10 maggio, tra le cinque e le sei e mezza di mattina. Vicenda avvolta nel mistero più fitto, che i compagni di scuola di Domenico raccontano tutti nello stesso modo e con qualche particolare sconcertante, fatto che ha indotto la polizia a ritenere la versione concordata. Se la versione è concordata, c’è qualcosa da nascondere. Il fascicolo ipotiz-

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Perché non potrebbe essersi ucciso? All’inizio s’è pensato al suicidio. Il professore di Educazione fisica Fabio Coppo, uno degli accompagnatori, ha raccontato: «L’appuntamento per la colazione era tra le sette e massimo le otto, le otto e un quarto. Abbiamo iniziato a mangiare. Sono entrati in sala quattro poliziotti. Uno ha domandato chi fosse

HO AFFIDATO IL MIO UNICO FIGLIO, SANO ED IN BUONA SALUTE, ALL’ISTITUZIONE SCOLASTICA. MI È STATO RICONSEGNATO CADAVERE ANTONIA COMIN LA MAMMA DI DOMENICO MAURANTONIO

Insomma, lo scherzo in che cosa sarebbe consistito...? A una prima indagine non hanno trovato tracce di lassativo nel corpo di Domenico, sottoposto ad autopsia. Ma devono avergli dato qualcosa per farlo sentir male. Poi devono averlo preso per le braccia e per le gambe, gli devono aver tolto le mutande e i pantaloncini, lo devono aver trascinato fino a quella finestra e devono aver tentato di farlo defecare nel vuoto, con il sedere che sporgeva fuori dal davanzale. Non hanno saputo sorreggerlo o il ragazzo s’è agitato troppo... È caduto giù, e quelli hanno tirato in cortile le mutande e i pantaloncini e sono corsi a rintanarsi nelle loro camere. Ci sono tracce di cacca lungo il corridoio, e il davanzale della finestra è troppo alto perché uno caschi dall’altra parte per via di un malore. Deve essere andata per forza così. Individuare i responsabili veri, cioè quelli che hanno fatto questo, è tutta un’altra faccenda. Se nessuno denuncia con i nomi e con i cognomi, non si può incriminare nessuno.

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Non potrebbe essersi arrampicato sul davanzale da sé? Magari era ubriaco. Nel sangue gli hanno trovato un tasso alcolemico inferiore a un grammo per litro. Sono quantità da due-tre bicchieri di birra, troppo poco per una sbornia che induca a fare fesserie di questa portata. Gli avevano assegnato la stanza 516, ma lui era andato a dormire con tre suoi amici nella stanza 533 (a pochi metri da quella finestra) dove hanno trovato alcune bottiglie di alcol. Ma in ogni caso, il suo tasso di ebbrezza era basso. Piuttosto: come mai erano quasi tutti svegli e in giro alle cinque di mattina? E la sorveglianza dei professori? La professoressa Comin, la madre, una collega, aveva scritto: «Ho affidato il mio unico figlio, sano ed in buona salute, all’Istituzione Scolastica, per un’uscita con pernottamento. Mi verrà riconsegnato, cadavere, tra alcuni giorni». Un atto d’accusa. Forse anche per questo i professori e gli studenti del liceo scientifico Nievo l’hanno isolata. © RIPRODUZIONE RISERVATA

RIVOLUZIONE SOCIALE

La Chiesa irlandese: «Nozze gay una realtà» 1Il sì al referendum scuote Dublino. Ora il Parlamento accelera l’iter: «Il via a Natale»

«L

a Chiesa in Irlanda «deve fare i conti con la realtà. Non si può negare l’evidenza», ha detto a caldo l’arcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin. Il giorno dopo la sbornia del referendum che ha legalizzato i matrimoni omosessuali con un 62,1% (1,2 milioni di sì e 700 mila no), la «cattolicissima» Irlanda si è svegliata con la sensazione di aver

compiuto una svolta. Una virata della quale vuole una parte consistente del merito anche il partito conservatore Fine Gael del premier Enda Kenny, che ha preso la guida di una campagna spinta inizialmente dai laburisti. E la macchina politica si è già messa in moto: il Parlamento di Dublino, per bocca di un portavoce citato dall’Irish Times, fa sapere che le due Camere daranno il via all’iter del “Marriage Bill 2015”, con una modifica della Costituzione irlandese di cui il ministero della giustizia redigerà in settimana il testo. L’obiettivo è l’approvazione prima delle ferie estive di un emendamento all’art.41, che reciterà: «Il matrimonio può essere contratto secondo i termini

di legge da due persone senza distinzione di sesso». I contraenti potranno dichiarare di essere «marito e moglie» oppure «vicendevolmente sposati». Dal

Gioia a Dublino dopo il sì al referendum per le nozze gay GETTY

momento dell’entrata in vigore, non ci saranno nuove unioni civili e quelle esistenti potranno rinforzare il legame con le nozze. Si prevede di fare tutto entro Natale. Un cambiamento percepito come una «rivoluzione generazionale». Il referendum ha conosciuto una corsa alle urne fra i 18 e i 30 anni, nell’ambito di un’affluenza da record (oltre il 60%): molti elettori espatriati sono tornati per votare, visto che non si poteva farlo dall’estero. E il tema è arrivato anche in Italia. «Dopo la pausa elettorale ripartirà in Parlamento il dibattito sulle unione civili», ha detto il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi. dan. va. © RIPRODUZIONE RISERVATA

TASCABILI LE AMMINISTRATIVE IN SPAGNA

Podemos vola a Madrid ed è primo a Barcellona ● Il duello tra «vecchia» e «nuova politica» in Spagna vede emergere le forze venute dal basso. Podemos conquista Barcellona ed è vicino al Pp, del premier Mariano Rajoy, anche a Madrid. Il Pp resta il primo partito a livello nazionale, ma in netta flessione. Sono i primi risultati delle elezioni amministrative spagnole che si sono svolte in 13 delle 17 comunità autonome del Paese e in più di ottomila comuni. A Barcellona la lista «Barcelona in Comu», formatasi attorno a Podemos, è il primo partito. A Madrid la lista del Pp, che controlla la città dal ‘91, è in testa dopo lo spoglio del 99% delle schede, ma ha solo un seggio in più della coalizione Ahora Madrid appoggiata da Podemos che, secondo diversi analisti, potrebbe però guidare la città con i socialisti.

L’EX-CAV A «CHE TEMPO CHE FA»

Berlusconi-show da Fazio «Un erede? Non si è visto»

Silvio Berlusconi, 78 anni, con Fabio Fazio, 50 ANSA ● Prima volta a «Che Tempo Che Fa» ieri per Silvio Berlusconi. Scatenato su più fronti. Matteo Renzi («Non è più comunista ma è sempre di sinistra e non ha portato nessun vantaggio alla nostra economia: bisogna riformare la macchina dello Stato, il fisco e la magistratura»); Beppe Grillo («Ferita nella democrazia»); il calo dei consensi («Renzi e Salvini sono stati presenti sulla tv nazionale 6 ore alla settimana, io ero confinato a casa mia»); il futuro del centrodestra («Un mio erede non si è ancora fatto vivo, spero accada presto. Alfano? Attaccato alla poltrona. Chi ha lasciato Forza Italia l’ha fatto per tornaconto. Serve una nuova alleanza ma niente primarie»). E sul Patto del Nazareno parte l’ultima stoccata: «Renzi ha chiesto ben 17 modifiche al patto iniziale».

LA DIFESA: «L’ITALIA PUÒ FARE DI PIÙ»

Isis, 400 vittime a Palmira «Tra loro donne e bambini» ● Almeno 400 civili, anche donne e bambini, sono stati uccisi dai jihadisti dello Stato Islamico nella città siriana di Palmira, conquistata nei giorni scorsi. La notizia, non confermata da fonti indipendenti, arriva dalla tv siriana; l’agenzia Sana parla di «corpi mutilati» di persone che «collaboravano con il governo» o «non eseguivano ordini». Intanto, in Iraq, Bagdad starebbe pensando ad una controffensiva dopo la caduta di Ramadi, che dista solo 110 km dalla capitale irachena. Sia in Iraq che in Siria proseguono gli attacchi aerei della coalizione a guida Usa. «Se servirà, daremo un aiuto più forte contro l’Isis», spiega intanto il ministro della Difesa, Roberta Pinotti.

IN MEMORIA DEI CADUTI ITALIANI

Centenario Grande Guerra Cinquemila al Milite Ignoto ● L’Italia ha ricordato ieri l’ingresso nella Grande Guerra, a cento anni da quel famoso 24 maggio in cui «il Piave mormorava...». Oltre 5 mila persone hanno reso omaggio ai caduti italiani di fronte al Milite Ignoto, ma le manifestazioni in ricordo del milione e 200 mila vittime, tra cui 651 mila militari, della Prima Guerra Mondiale si sono svolte in tutta Italia. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è andato a Monte San Michele (Gorizia): «I caduti, di ogni nazione e di ogni tempo, ci chiedono di agire, con le armi della politica e del negoziato, perché nel mondo si affermi la pace. Il tricolore che oggi sventola è il simbolo delle sofferenze di chi ha combattuto e del desiderio di pace».


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LUNEDĂŒ 25 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

La Grecia si arrende: Niente soldi per l’Fmi

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CHE DELUSIONE

Cannes, l’Italia resta a secco Vince Audiard

1L’annuncio del governo Tsipras

ÂŤNon possiamo pagare 1,6 miliardiÂť

R Varoufakis lancia

Filippo Conticello @filippocont

l’allarme sull’euro: Se usciamo noi, salterà per intero la moneta unica

Ăˆ

ÂŤl’ultimo miglioÂť, il piĂš faticoso, quello in cui rischia di crollare un Paese e con lui mezzo continente. L’ammissione candida del ministro dell’Interno greco, Nikos Voutsis, ieri ha terrorizzato tutti i sacerdoti della moneta unica: ÂŤNon ci sono i soldiÂť. Si riferiva alle tranche da 1,6 miliari di euro che Atene non può restituire al Fondo monetario internazionale: le 4 rate previste non saranno versate entro il 5 giugno perchĂŠ, semplicemente, sono finiti i denari. CosĂŹ,

mentre in Europa è sfibrante il lavorio per un compromesso sulle riforme, tra la Grecia e l’Fmi lo stop pare drammatico. In caso di ÂŤGrexitÂť – nome tenebroso scelto per l’addio greco all’euro –, c’è in gioco l’unione monetaria stessa e non solo il default di un Paese giĂ devastato. Non a caso, dopo l’annuncio

Il ministro greco delle finanze Yannis Varoufakis e il premier Alexis Tsipras

dell’insolvenza nei confronti del Fondo, ecco l’Sos del ministro delle Finanze, Yannis Varoufakis. Lui ha ricordato che, in fondo, siamo sulla stessa barca: ÂŤL’uscita della Grecia sarebbe l’inizio della fine per l’euro. Ăˆ catastrofico: se si mette nella testa degli investitori che l’euro non è indivisibile, è una questione di tempo prima che tutto inizi a disfarsiÂť. POCO TEMPO Sullo sfondo, il solito braccio di ferro: da un lato Atene che chiede tempo e ripete di non poter piĂš accettare altra austeritĂ ; dall’altro gli interlocutori che vogliono fatti e non piĂš chiacchiere. ÂŤLa Grecia

ha fatto enormi passi avanti raggiungendo un accordo. Spetta ora alle istituzioni fare la loro parte. Noi li abbiamo incontrati a tre quarti del percorso. Ora devono venirci incontro loro nell’ultimo quartoÂť, ha aggiunto Varoufakis, parlando delle trattative in corso. Certo, il tempo è una sentenza: questa settimana Tsipras dovrĂ pagare salari e pensioni, in quella dopo avrebbe dovuto restituire soldi al Fondo. Nel mezzo, giovedĂŹ e venerdĂŹ, a Dresda, si riunisce il G7 economico. Tradotto: nella Germania della Merkel il club dei grandi che aspetta di essere pagato da Atene. Š RIPRODUZIONE RISERVATA

SCOMPARSO A 86 ANNI

Addio a Nash, il genio di “A beautiful mind� 1Morto in un incidente d’auto il matematico

premiato con il Nobel per l’Economia nel 1994 Crowe lo aveva interpretato in un celebre film

A sinistra John Nash, a destra Russell Crowe in ÂŤA beautiful mindÂť EPA/AP

C

ome a volte capita, i piĂš conoscono meglio il suo alter ego cinematografico: John Nash, matematico dell’UniversitĂ di Princeton e premio Nobel dell’Economia nel 1994 era diventato popolare grazie al film A beautiful mind, interpretato da Russel Crowe nel 2002. Ieri Nash, 86 anni, è morto insieme alla moglie, Alicia Larde, 82 (fisico, sposata due volte): il taxi su cui viaggiavano, nel New Jersey, si è schiantato contro il guard raid. Nash, che fra il 1959 e gli Anni 80 aveva sofferto di una grave forma di schizofrenia (ÂŤsentivo delle vociÂť), ha rivoluzionato

OROSCOPO LE PAGELLE di ANTONIO CAPITANI

CONSIGLI

21/3 - 20/4 ARIETE

21/4 - 20/5 TORO

21/5 - 21/6 GEMELLI

22/6 - 22/7 CANCRO

23/7 - 23/8 LEONE

24/8 - 22/9 VERGINE

7,5

6,5

7

7

7+

7

Sereni, affascinanti e combattivi brillerete in ogni contesto. Riscuotendo successi super. E se il romanticismo latita, il suinismo v’agita. Piacevolly.

Mattinata con lo zebedeo piezoelettrico, facile all’accensione. Calmatevi e organizzatevi bene. Tutto migliora dalle 11. Sudombelico tradizionalista.

La faccia di glutei vi fa portare dalla vostra parte anche BelzebĂš. Ma dalle 11 non diventate piaghe sociali coi vostri lamenti, pure suini. UssignĂšr.

Notizie dal fronte economico vi rinfrancano. Un po’ stanchi lo siete, ma dalle 11 vi ripigliate. Anche il cuore e il corpo turgido di chi ve gusta. Bene.

Luna portatrice di intuizioni finissime e di una creativitĂ furba, utile al vostro successo. Pomeriggio fattivo, serata di piaceri suinamente molteplici.

Mattinata idonea ad agire indisturbati con successo. Pomeriggio OK per varare, ideare, progettare, anche per le vacanze. Sudombelico sgasato, però.

23/9 - 22/10 BILANCIA

23/10 - 22/11 SCORPIONE

23/11 - 21/12 SAGITTARIO

22/12 - 20/1 CAPRICORNO

21/1 - 19/2 ACQUARIO

20/2 - 20/3 PESCI

6,5

6+

7-

7

6

7-

Il lavoro di squadra produce esiti eccelsi. Ma dalle 11 potreste sentirvi sfigopenduli. Smettetela. E fornicate, chĂŠ vi viene bene, in ‘sto periodo.

Il gracidio non vi sarĂ utile. Lo spirito rinunciatario nemmeno. Siate invece furbi e tempisti. Dalle ore 11 le notizie (e le impudicizie suine) migliori.

Darete il meglio, con quella genuinitĂ che a volte vi rende buffi, altre da dare in pasto agli emĂš. Don’t romp, però, e non chiedete troppo al sudombelico.

Machiavellici e luciferini, potete rivolgere a vostro favore questioni intricate, anche di soldi. OK viaggi, preparativi, prove di studio. Ormone cheto.

matematica ed economia con i suoi studi sulla teoria dei giochi, in particolare elaborando il concetto di “Equilibrio di Nashâ€?. Che lo stesso matematico spiegò cosĂŹ: ÂŤUn gioco può essere descritto in termini di strategie, che i giocatori devono seguire nelle loro mosse: l’equilibrio c’è, quando nessuno riesce a migliorare in maniera unilaterale il proprio comportamento. Per cambiare, occorre agire insiemeÂť. Tra i primi a porgere le sue condoglianze proprio Crowe: ÂŤSono senza parole. Sono vicino a John, Alicia, e alla famiglia. Beautiful minds, beautiful heartsÂť.

Potreste doverle impiegare le vostre energie per cose meno prioritarie di quanto vorreste. Pianificatevi bene. Fornicatoriamente siete in zona Champions.

Stamane potete quagliare e vincere perchĂŠ affronterete ogni compito in certi dettagli che altri non noteranno. Mosceria (pure sudombelicale) dalle 11.

IL FILM TRANSFORMERS 4

UN MIX UNICO DI ROBOT E DINOSAURI Poche cose sono popolari quanto i dinosauri e i robot. E se le metti assieme il mix è irresistibile. Lo sa bene Michael Bay, regista di ÂŤTransformers 4 - L’era dell’estinzioneÂť, film in prima visione tv oggi alle 21.10 su Sky Cinema 1 HD. Nel 4° capitolo della saga dedicata ai robottoni della Hasbro, si vedono i Dinobot. Cosa sono? Robot come gli altri Transformers, ma che diventano dinosauri. DA VEDERE STASERA SU SKY CINEMA 1 ALLE 21.10

Trionfo francese: oltre ad Audiard (al centro), premiati Bercot e Lindon

L

a delusione è tanta. Doveva essere l’edizione degli italiani con i nostri tre registi di punta in concorso, invece il 68° Festival di Cannes ci ha lasciato a bocca asciutta. Nulla, nemmeno a Moretti e Sorrentino che sembravano, in particolare il primo, in pole per la Palma. Nulla anche per il fantasy di Garrone, che aveva però diviso anche la critica. Nulla. ÂŤNon avevamo premi per tuttiÂť, hanno detto i fratelli Coen presidenti di giuria. La Palma d’Oro resta in Francia: a conquistarla è stato Jacques Audiard (che l’aveva giĂ vinta nel 2009 per Il Profeta) con Dheepan, film sociale su un uomo che scappa dallo Sri Lanka e si ritrova a combattere una guerra diversa nelle banlieu francesi. Un’opera di estrema attualitĂ sull’immigrazione in Europa, che deve aver attirato l’attenzione dei giurati, a partire da Sophie Marceau, il cui lavoro dev’essere stato particolarmente valido. I padroni di casa si sono presi infatti altri due premi importanti: quello del miglior attore, andato ad un commosso Vincent Lindon per La Loi du MarchĂŠ, film sulla disoccupazione per lui ÂŤdi grande peso politicoÂť, e quello per la miglior attrice, vinto da Emmanuelle Bercot per Mon Roi a pari merito con la Rooney Mara di Carol di Todd Haynes, opera che sembrava destinata ad altri riconoscimenti. E viene da pensare che con un italiano in giuria forse le cose sarebbero andate diversamente.

TUTTI I PREMIATI Il Grand Prix lo conquista Son of Saul, opera prima dell’ungherese Laszlo Nemes, un punto di vista inedito sui campi di concentramento; miglior regia al cinese Hou HsiaoHsien per il maestoso The Assassin; premio della giuria al surreale The Lobster del greco Yorgos Lathimos; miglior sceneggiatura al messicano Michel Franco per Chronic; la Camera d’Or per miglior opera prima è andata a La Tierra y la Sombra del colombiano Cesar Augusto Acevedo, mentre il premio per il miglior corto spetta al libanese Ely Dagher per Waves 98. e.e. Š RIPRODUZIONE RISERVATA

Ferro e Lo stadio Il video in anteprima oggi su gazzetta.it â—? Oggi su gazzetta.it anteprima esclusiva del video de ÂŤLo stadioÂť, il nuovo singolo di Tiziano Ferro estratto da ÂŤTZN The Best of Tiziano FerroÂť, giĂ 5 volte disco di Platino. ÂŤHo scritto questo brano tre anni fa all’alba del mio primo concerto allo Stadio Olimpico — dice —. Ero nervoso, pieno di speranze, punti interrogativi. Una volta realizzato il demo lo proposi a Jovanotti che mi disse che non era nelle sue cordeÂť. Ferro sta per iniziare un tour negli stadi da Torino (20 giugno) con doppia data a Roma (26 e 27 giugno) e Milano (4 e 5 luglio). ÂŤQuesta canzone è perfetta per esaltare il mio stato d’animo. SarĂ una festaÂť.

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LUNEDÌ 25 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT


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