La Gazzetta dello Sport (05-24-2015)

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domenica 24 maggio 2015 anno LXXI - numero 21 euro 1,40

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Contador 3° a Valdobbiadene nella tappa vinta dal bielorusso Kiryienka

LA MAXI CRONO SCUOTE IL GIRO D’ITALIA

Cin cin Contador Domina e va in rosa

L’EDITORIALE di Andrea Monti 19

L’OMAGGIO DI RE ALBERTO Nelle terre benedette del Prosecco, frizzanti di folla e di entusiasmo, il Giro brinda al suo padrone. Alberto Contador, dal palco, risponde all’uragano di applausi e di affetto con un bacio e il gesto del pistolero, il marchio di garanzia sui trionfi che contano.

Nelle terre del Prosecco lo spagnolo vola: Aru ora è a 2’28” Oggi dopo 16 anni si sale a Campiglio nel ricordo di Pantani BERGONZI, GHISALBERTI, GREGORI, MARABINI, PASTONESI, SCOGNAMIGLIO DA PAGINA 22 A PAGINA 29

L'ARTICOLO A PAGINA 19

RILANCIO ROSSONERO IL NUMERO UNO ESCE ALLO SCOPERTO SUL FUTURO ALLENATORE

«TORNA ANCELOTTI» Berlusconi è sicuro: «Se il Real lo libera, Carlo al Milan»

CAMPIONISSIMI!

ALL’INTERNO IL POSTER DEL POKER-SCUDETTO

La Juve batte pure il Napoli e fa festa allo Stadium: al 39’ commovente ricordo dell’Heysel. Il fallimento della squadra di Benitez: follia Britos (testata a Morata) e Higuain offeso per il cambio

Carlo Ancelotti e Silvio Berlusconi

Silvio tra campagna elettorale e voglia di svolta: «Non amo i rientri, ma lui è un super esperto. E avrà ottimi collaboratori». Ancelotti glissa: «O resto a Madrid o sto fermo». Ma Galliani è pronto a partire

RIVIVETE IL TRIONFO COL LIBRO «ALLEGRIA»

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IL ROMPIPALLONE di GENE GNOCCHI Sancito il divorzio tra Benitez e il Napoli. Però Rafa potrà vedere il piccolo Insigne nei weekend

La Roma dice grazie Juve: è in Champions

A MARASSI NON BASTANO I GOL DI ICARDI E PALACIO: FESTA ROSSOBLU’, MA PREZIOSI HA LA GRANA LICENZA

Gasp, papere e pali: Inter in fuga dall’Europa Nerazzurri rimontati 2 volte: Handa e Ranocchia pasticciano e rilanciano il Genoa. Kucka firma il 3-2

9 771120 506000

IERI JUVE-NAPOLI 3-1 GENOA-INTER 3-2 OGGI (ORE 15) EMPOLI-SAMP (0-1) 12.30 CESENA-CAGLIARI (1-2) CHIEVO-ATALANTA (1-1) PALERMO-FIORENTINA (3-4) PARMA-VERONA (1-3) UDINESE-SASSUOLO (1-1) MILAN-TORINO (1-1) 20.45 DOMANI LAZIO-ROMA (2-2) 18

JUVENTUS* ROMA LAZIO NAPOLI* GENOA* FIORENTINA SAMPDORIA INTER* TORINO PALERMO

86 67 66 63 59 58 54 52 51 46

*Una partita in più

32 MILAN VERONA SASSUOLO CHIEVO UDINESE EMPOLI ATALANTA CAGLIARI CESENA PARMA (-7)

46 44 43 42 41 41 36 28 24 17

F1 A MONTECARLO

Hamilton principesco una pole alla Senna Vettel 3° ci prova «Se azzecco il via...» ALLIEVI, CREMONESI, PERNA ALLE PAGINE 32-33-35

FATTI E PERSONAGGI DA NON PERDERE 1 Roland Garros: tutti contro Djokovic Knapp a Parigi da regina di Norimberga SPECIALE DA PAGINA 38 A 45

2 Basket, Cantù accorcia su Venezia Gran finale Brindisi: k.o. Reggio Emilia CANFORA, CHIABOTTI A PAGINA 46

ROTTAMA

BIANCHI, DALLA VITE, D’ANGELO GRIMALDI, TAIDELLI PAG. 10-11-12 . COMMENTO DI CALAMAI A PAG. 19 RISULTATI & CLASSIFICA 37a GIORNATA

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ARCHETTI, BRAMARDO, CECCHINI, D’ANGELO, DELLA VALLE, GRAZIANO, MALFITANO, RICCI, VERNAZZA ALLE PAG. 4-5-6-8-9-15

& RINNOVA

Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano

BOCCI, GOZZINI, G. MONTI, OLIVERO, A LLE PAGINE 2-3


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Primo piano R La voce del padrone

«Ancelotti torna al Milan» Berlusconi è sicuro

«SONO CONTRARIO AI RITORNI, IN PASSATO NON HANNO FUNZIONATO, MA CARLO È UN AMICO»

di riportare Carletto a casa: «Per noi sarà un rientro positivo» 1Il presidente in tv ha

Alessandra Gozzini Gianluca Monti

I

n otto anni al Milan Ancelotti ha vinto lo stesso numero di trofei, tra cui un paio di Champions League. Parlare di ritorno, cioè dell’azione di raggiungere il luogo da cui si era partiti, è opportuno: è qui che ebbe inizio la carriera di allenatore di successo. Berlusconi, presidente in carica dal 1986 con una media di titoli rossoneri vicinissima a quella di Ancelotti, gli concede l’eccezione: «Dico che non sono per i ritorni, li abbiamo già avuti in passato e non hanno funzionato, però sono legato a Carletto da una forte amicizia personale. Avrà anche degli assistenti molto bravi che lo asseconderanno in questo suo lavoro, ha una grande esperienza di grandi squadre con grandi campioni, conosce benissimo il mondo del calcio e credo che tutto sommato questo ritorno sarà un ritorno positivo. È un ritorno che al momento dipende solo ed esclusivamente dal Real Madrid: se lasceranno libero Ancelotti ci sarà il suo ritorno al Milan». OTTIMISMO ELETTORALE Berlusconi ha parlato nella tarda mattinata di ieri a Napolitivu, prima di proseguire il tour elettorale in altre zone della Campania. Berlusconi rivorrebbe Ancelotti per

confermato le nostre indiscrezioni: «Se il Real lo libera, Ancelotti viene da noi». Il divorzio è sicuro, ma il tecnico nicchia. C’è l’ombra della propaganda elettorale. Intanto Silvio ribadisce che cerca soci: «Sennò proseguo da solo con gli italiani»

sottoporlo alla prova del nove: nel Milan rifondato si potrebbe pensare subito alla conquista di un altro trofeo. Il progetto è ambiziosissimo, anche perché a garanzia del ritorno ci sarebbe un solido contratto triennale e un mercato destinato a far girare l’economia interna (con giocatori per lo più italiani) ma comunque milionario. Tutte idee di gloria che in questo momenti si sposano con l’ottimismo elettorale di Silvio. Lo slancio di Ancelotti è, almeno in questo momento, ben più contenuto: il sentimento prevalente è più orientato sullo scetticismo che sull’entusiasmo. Per dire, in questo momento sembra avere più forza l’ipotesi di un anno sabbatico, di cui dopo anni di successi sentì il bisogno anche Guardiola. Certe sensazioni, d’estate e con il calciomercato aperto, sono però destinate a cambiare in fretta. E Berlusconi, come Galliani, sarà attentissimo a ogni minimo cambio d’umore. TRATTATIVA Certi desideri, prima ancora che in pubblico, Berlusconi li aveva espressi in una telefonata privata ad Ancelotti, cinque sere fa. E il tentativo di contropiede del presidente si era aggiunto al pressing continuo di Galliani: l’a.d. non ha mai nascosto il filo diretto con uno degli ex più fedeli. Ma qui, prima ancora dei sentimenti, entra in gioco il denaro: Ancelotti ha un altro anno di contratto al Madrid, con pesante corrispettivo, sette mi-

lioni e mezzo di euro netti più i premi. Nel solito accordo è però inserita una clausola di cinque milioni, vincolo che scatta in automatico con il licenziamento dell’allenatore, destinatario dell’importo. Accattare una proposta successiva, anche molto meno remunerata, gli consentirebbe di mantenere certi livelli di reddito: ovvio, la proposta del Milan, che a bilancio avrebbe ancora per una stagione gli stipendi di Seedorf e Inzaghi, non sarebbe altrettanto folle. Magari crescerebbe nelle stagioni successive, una volta esaurite le buste paga dei predecessori. HOLLYWOOD A breve Ancelotti incontrerà Perez e gli alti stati dirigenziali del Real per scrivere il futuro della storia, peraltro già segnata dal divorzio. Già domani poi potrà essere Galliani a incontrare Carlo a Madrid. Il ritorno al Milan avrebbe qualcosa di cinematografico e magari per questo l’a.d. si cala nei panni di Humphrey Bogart, icona di Hollywood: «Dove sono stato ieri sera? È passato tanto tempo, non me ne ricordo. Ci vedremo questa sera? Non faccio mai piani così in anticipo». È uno dei dialoghi tra Rick Blaine (Humphrey, appunto) e Yvonne (Madeleine LeBeau): alle coppe vanno qui aggiunti gli Oscar di Casablanca, tra le pellicole più celebri di sempre. Dalle parole di Berlusconi emerge anche un’altra volontà: è desiderio del

STASERA IN CAMPO

Inzaghi saluta: «In famiglia non si va sempre d’accordo» PERCHE’ VEDERE MILAN-TORINO E’ l’ultima di Pippo a San Siro: per i tifosi è sempre l’eroe di Atene e verrà salutato con affetto. E’ pure una partita che ha ancora qualche significato in chiave europea per il Torino di Ventura. San Siro, ore 20.45

INVIATO A MILANELLO (VA)

L

a conferenza più rapida di tutti i tempi, tanto ormai le parole non servono. Pippo Inzaghi prova a sorridere, ma non è facile nemmeno

per un ottimista come lui. Pochi minuti per ribadire che si sente ancora l’allenatore del Milan. Pochi minuti per un ricordo che fa tenerezza: «Oggi (ieri, ndr) otto anni fa vincevamo la Champions ad Atene. Era la settima. Arriverà anche l’ottava». In questo momento per crederci serve una professione di fede non indifferente. I GIOVANI La settima Champions rossonera fu firmata da Inzaghi in campo e da Ancelotti in panchina. Già, Ancelotti: l’uomo del giorno grazie alle dichiarazioni di Berlusconi. Pare che il Milan voglia affidare la ricostruzione tecnica a Carletto, anche se lo stesso An-

celotti l’ha probabilmente solo letto sui giornali. Nel frattempo Inzaghi non si scompone: «Ancelotti è un grande tecnico. Ed è normale che si facciano dei nomi: succede anche a lui al Real. A me è stato detto solo di continuare il mio lavoro ed è quello che faccio. Vado avanti per la mia strada, mi sento il tecnico del Milan ancora per un anno. Se poi arriveranno comunicazioni diverse da parte della società, vedremo». Il fatto è che in settimana Berlusconi ha parlato chiaramente di divergenze: cioè non di risultati negativi, che sarebbe normale, ma di indicazioni societarie disattese dal tecnico. Una su tutte, il mancato utiliz-

Pippo Inzaghi, 41 anni AP

R«Berlusconi mi

ha lasciato libero di lavorare, con lui ho parlato tante volte»

zo dei giovani. Pure in questo caso Pippo misura le parole: «Anche in famiglia non si può essere sempre d’accordo. Con Berlusconi ho parlato moltissime volte: spesso la pensavamo allo stesso modo, ogni tanto no, ma il presidente mi ha lasciato sempre libero di lavorare. E per quanto riguarda i giovani io li conosco meglio di tutti. Però vi faccio un esempio: uno dei più bravi è Pinato, l’abbiamo mandato in B al Lanciano e ha giocato pochissimo. Avrei voluto fare esordire qualcuno in un momento positivo, ma non è stato possibile. Ci sono ancora due partite e magari ci sarà spazio per qualcuno. Ma i giovani più bravi del Milan so-

no nati nel ‘98: difficile dargli spazio in questa situazione». ADDIO A SAN SIRO E così si arriva stancamente all’ultima partita casalinga della stagione. Che poi è, quasi sicuramente («Il presidente ha detto che non è stato esonerato nessuno»), l’ultima partita di Inzaghi a San Siro. Tre anni fa, quando salutò lo stadio da giocatore, aveva detto che l’obiettivo era tornarci da allenatore. Ci è riuscito in fretta, ma altrettanto in fretta dovrà nuovamente dire ciao. La storia di Pippo continuerà in altri stadi, San Siro resterà nel suo cuore. gb.o. © RIPRODUZIONE RISERVATA


DOMENICA 24 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA

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fL’ADDIO

L’ULTIMA PARTITA A MADRID

«È SUPER ESPERTO, CONOSCE BENISSIMO IL MONDO DEL CALCIO E AVRÀ ASSISTENTI MOLTO BRAVI»

Carlo Ancelotti, 55 anni, ieri in tribuna perché squalificato: di fianco, da sinistra, Khedira e Modric EPA

«Resto o mi fermo un anno» Il Bernabeu lo applaude ma lui ha già fatto i bagagli 1Prima della gara Ancelotti ha salutato i giocatori del Real. Lo stadio

è schierato con lui, che però frena. E Galliani è pronto a raggiungerlo

presidente avviare in prima persona la rifondazione tecnica del club. Poi, altrettanto decisa, riprenderà la ricerca di un ricco socio. «CERCO SOCI» «Nel calcio in questi anni sono entrati i petrodollari - ha spiegato ieri Berlusconi -, il Paris Saint-Germain riceve ogni anno 250 milioni dal Qatar, una famiglia da sola non può competere con queste spese. I top player hanno quotazioni da 50 a 100 milioni, oggi le condizioni dell’economia e quindi anche delle mie imprese non sono tali da potermi consentire queste spese. Questo è il motivo per cui io ho cercato e sto cercando qualcuno che possa fare con il Milan quello che il Qatar fa con il Paris Saint-Germain. Spero di trovarlo. Se non lo troverò, sarà necessario continuare da parte mia e in questo caso ho un’idea diversa: è quella, giustificata dal fatto dei troppi stranieri che sono entrati nel nostro calcio e che pungono anche la Nazionale in difficoltà a trovare dei campioni soprattutto in attacco, di fare del Milan la nazionale con tutti giocatori italiani. Penso a molti giovani per provare a riportare il calcio italiano a poter essere protagonista in Europa e nel mondo». A Caserta, agli operai della Whirlpool, concede un’ultima battuta: «Insieme al Milan proporrò ai cinesi di acquistare anche la vostra azienda»

COS’HA VINTO COL MILAN

Alessandra Bocci

DA GIOCATORE

T

Scudetti 1987-88 1991-92

Supercoppa di Lega 1988

Coppa dei Campioni 1988-89 1989-90

Supercoppa europea 1989 1990

Coppa Intercontinentale 1989 1990

DA ALLENATORE Scudetto 2003-04

Coppa Italia 2002-03

Champions League 2002-03 2006-07

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Supercoppa di Lega 2004

Supercoppa europea 2003 2007

Mondiale per Club 2007 GDS

INTERVISTATO DALL’EX LIVERPOOL CARRAGHER

Maldini: «Mi rattrista vedere il club così È stata dispersa una grande tradizione» ● Il «Daily Mail» ha mandato un ex giocatore, Jamie Carragher, a intervistare Paolo Maldini. L’ex capitano del Milan ha parlato un po’ di tutto. A partire dal suo mancato sbarco in Premier League: «Avevo un offerta dallo United, ma non mi parlarono mai direttamente. Invece nel 1996 Vialli mi contattò per venire al Chelsea, venivamo da una brutta stagione. Vialli fu l’unico a farmi pensare, avevo qualche problema con squadra e tifosi, per un secondo ho pensato “se lo facessi?”, ma subito dissi di no. Dopo la mia ultima partita col Milan mi chiesero di entrare a far parte del coaching staff del Chelsea, ma non ero pronto. Non volevo

portare la famiglia a Londra. Si vede che non ero pronto». ROSSONERI Naturalmente si è parlato di Milan: «Certo che mi dispiace vederlo così! Ho cominciato lì quando avevo 10

Paolo Maldini, 46 anni BOZZANI

anni e ho finito quando ne avevo 41. Mio padre Cesare era capitano, i miei figli sono nelle giovanili. Il Milan non è solo la mia squadra, ma una parte della mia vita. La mia famiglia ama quei colori. Le cose come stanno ora mi rattristano. Abbiamo costruito qualcosa di unico con altri grandissimi giocatori. Lo sai che ora solo Franco Baresi lavora lì? Nessun altro ex giocatore. Questo è triste. Il Milan ha una grande tradizione e l’hanno completamente lasciata andare. Le nuove generazioni così non capiscono. Rispetto a tutta la grande storia del club ora è tutto differente». © RIPRODUZIONE RISERVATA

INVIATO A MADRID

riste, solitario, y final, anzi semifinal, quella semifinale che ha interrotto la strada del Real Madrid verso il Clasico di Champions League e ha bastonato l’orgoglio del presidente Florentino Perez, uno che non ha mai fatto pace con le sconfitte e dopo questa annata non ha potuto fare a meno di prendersela con Carlo Ancelotti, allenatore a lungo corteggiato e mai veramente amato. Triste e solitario perché Ancelotti, silurato in un silenzio che più eloquente non si potrebbe, è costretto a vedere l’ultima partita, quella contro il Getafe, da un palco, con Modric e Khedira: è squalificato e incassa i cori dei fan in contumacia. Nello stadio che si entusiasma soprattutto per la premiazione dei madridisti campioni europei del basket ci sono posti vuoti, è un turno che chiude la Liga e per i bianchi di Spagna non conta nulla, il secondo posto è blindato e i preparativi per Berlino accantonati. A Barcellona i rivali di sempre salutano Xavi e la vittoria in campionato, a Madrid si ammirano gli ultimi gol stagionali di Cristiano Ronaldo e si assiste senza più stupore alle ultime amnesie di Casillas, che ormai sembra il prigioniero di Zenda e forse farebbe meglio a cambiare aria. Cosa che dovrà fare per certo Ancelotti: dopo aver smaltito la delusione per il trattamento ricevuto alla Casa Blanca dovrà riflettere sulle suadenti proposte del Milan, deciso a riportarlo a casa come fece un paio di stagioni fa con Kakà. Il Milan pensa a un altro colpo di sentimento, Ancelotti tentenna e medita sulla possibilità di prendersi un anno sabbatico, Galliani è pronto a raggiungerlo già domani. Oggi è il primo anniversario della Decima: l’Europa dà, l’Europa toglie. Florentino che poco aveva sottolineato i meriti del tecnico nella conquista del

trofeo ci ha messo dodici mesi per fare quello che voleva fare. A un anno dalla Decima, Ancelotti andrà a prendere le sue cose a Valdebebas. Ieri ha fatto un lungo giro nel centro sportivo con il groppo in gola. SAPERE E POTERE Perché non è abituato a perdere, Ancelotti, esattamente come Florentino. Criticato per la preparazione atletica, trattato con gelido distacco negli ultimi giorni, Ancelotti ha mantenuto la linea di sempre: zero polemiche in attesa della

«NESSUNO MI HA DATO UNA COMUNICAZIONE UFFICIALE. CI INCONTREREMO SETTIMANA PROSSIMA» «RINGRAZIO BERLUSCONI PER LE SUE PAROLE MA IL FUTURO È MOLTO CHIARO NELLA MIA TESTA» CARLO ANCELOTTI ALLENATORE REAL MADRID

decisione ufficiale del capo, zero recriminazioni. La sua ultima partita da allenatore del Real resterà quella vissuta contro la Juve di Allegri, accolta a Madrid con sufficienza dai nativi e tornata a casa con lo scalpo dei campioni d’Europa. La sua ultima vera serata sulla panchina madridista sarà quella del gol di Morata, scartato a inizio stagione senza troppi patemi. Sugli almanacchi resterà invece questa con il Getafe, una squadra che non ha più niente da chiedere alla Liga, esattamente come il Real. Della partita che finisce in goleada (7-3 il finale) e che passerà agli annali solo per l’esordio di Martin Odegaard, il più giovane debuttante nella storia del club, interessa po-

co a tutti, i più entusiasti sono i turisti che arrivano al Bernabeu con le maglie appena comprate alla tienda del club. Non c’è pathos intorno all’amarezza di Ancelotti, che aveva fatto il suo ultimo discorso alla squadra alle cinque della sera, ora topica per la cultura spagnola. I giocatori sono con lui («Grande allenatore e persona fantastica: spero di lavorare ancora insieme a te la prossima stagione», ha twittato CR7), molti tifosi se la prendono con il dispotico Florentino sui social, i quotidiani sportivi fanno a gara a organizzare sondaggi sugli umori della piazza: Ancelotti sì, Benitez no. Ma a Madrid comanda Florentino, che d’altra parte non sarà il primo presidente a agire contro il volere dei tifosi. RIFLESSIONE L’addio al Milan era stato più commosso anche perché quel giorno, a Firenze, fine maggio 2009, si festeggiava un grande campione al passo d’addio, Paolo Maldini, al quale i fiorentini seppero rendere onore senza riserve. Ancelotti lasciò con un successo che consegnava alla squadra il terzo posto, quindi la Champions diretta e il possibile inizio di un nuovo ciclo mai sbocciato. Il giorno dopo cominciò il suo viaggio nelle capitali europee. Londra, Parigi, Madrid. Ogni anno vincendo qualcosa, ogni anno ricevendo offerte più ricche. Fino ad arrivare al delirio della Decima, alle insofferenze di Florentino e a questa notte piatta. «Nessuno mi ha ancora dato una comunicazione ufficiale. Oggi ho parlato con il direttore generale José Ángel Sánchez che mi ha detto che ci incontreremo la prossima settimana. Lunedì, martedì o non so quando. Nessuno ha fretta. Ringrazio Berlusconi per le sue parole ma il futuro è molto chiaro nella mia testa: o resto qui o mi fermo un anno». Nell’anniversario del trionfo, quello che resta è un armadietto da svuotare, e una decisione da prendere. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Serie A R Anticipi 37a giornata ROMA, PRELIMINARI AL SICURO Il Napoli può agganciare solo la Lazio La sconfitta con la Juve cancella ogni possibilità di 2° posto per il Napoli che aggancerebbe il 3° e i playoff di Champions soltanto se domani la Lazio perdesse il derby e la squadra di Benitez battesse poi i biancocelesti nell’ultima giornata. La Roma, al contrario, grazie alla sconfitta del Napoli, è certa almeno del 3° posto e con una vittoria nel derby si garantirebbe il 2°

LA DOPPIA VOLATA PER CHAMPIONS ED EUROPA LEAGUE

e l’accesso ai gironi di Champions. La Lazio, da parte sua, con un pareggio nel derby avrebbe la certezza dei preliminari di Champions ma per arrivare al 2° posto le serve una vittoria e poi lo stesso risultato dei giallorossi nell’ultimo turno. La corsa per l’Europa League, invece, vede ancora in corsa Genoa, Fiorentina e Samp, ma la vicenda della mancata concessione della licenza Uefa ai rossoblù potrebbe tenere in gara Inter e Torino.

ROMA PT. 67

37ª

38ª

LAZIO

Palermo

Roma

NAPOLI

LAZIO PT. 66

NAPOLI PT. 63 JUVENTUS 3-1

Lazio

La 2ª classificata va direttamente alla fase a gironi, la 3ª ai playoff (18-26/8) STATO DI FORMA: scarso buono

ottimo

DIFFICOLTÀ: facile media difficile In MAIUSCOLO le gare in trasferta JUVENTUS campione d'Italia

1

● 1. Massimiliano Allegri, 47 anni, secondo scudetto in carriera dopo quello con il Milan nel 2010-2011 AFP 2. La festa per la conquista della Coppa Italia, la decima nella storia dei bianconeri ANSA 3. Anche i figli dei giocatori in campo per un pomeriggio speciale GETTY 3

Altro che Juve 2: Napoli sbranato 1Campioni d’Italia insaziabili, azzurri molli. Ora per il 3° posto Benitez deve tifare Roma la voglia di sbranare, quindi non riesce a ricucire il match per riuscire almeno a essere responsabile del proprio destino.

Pierfrancesco Archetti INVIATO A TORINO

I

l palco che viene montato in mezzo al prato è il confine tra storie diverse: quella della Juventus che migliora se stessa, perché allo scudetto aggiunge la Coppa Italia e la finale di Champions, e quella del Napoli che si rincorre in un’ormai difficilissima ricerca del terzo posto, lo stesso di un anno fa. Già non peggiorare, considerando la Supercoppa italiana di dicembre al pari di quella nazionale acchiappata dodici mesi fa, non era considerato un passo avanti. Figurarsi adesso, con il playoff di Champions che dipende soprattutto dalla Lazio. Che domenica sarà al San Paolo, ma che se domani non perde il derby, toglie a Benitez qualsiasi opportunità. Nella festa della Juve, nella sfilata prima dell’inizio con il trofeo di mercoledì, nell’entrata con i figli, il Napoli fa la figura dell’invitato rispettoso. E forse per farsi accettare, non ha

I MOTIVI Perché a lungo sembra che sia la Juve quella che deve inseguire ancora degli obbiettivi in campionato e il Napoli invece il gruppo che non vede l’ora di uscire dallo stadio per la baldoria di fine torneo. Le scelte di Benitez poi sono sbagliate: tridente atipico dietro Higuain, con Callejon, Mertens e Insigne. Mai in questo torneo erano partiti insieme, dato che sono tre esterni. Soltanto Mertens, in condizione brillante, si salva. Higuain non ne indovina una e fa infuriare Rafa, che si inventa la sostituzione punitiva. Un tempo e il Pipita sparisce, dentro Gabbiadini e poi anche Hamsik. Ma la Juve tiene grazie a Buffon e dilaga posizionando il suo carattere, la sua sete immensa di successo, davanti al cuore pigro dei rivali. E poi il miglior attacco del campionato, ora a quota 70, non risente della vacanza di Tevez, fuori come Evra, Vidal, Llo-

rente. Infierisce sulle debolezze altrui (50 reti incassate), con alcune cadute dilettantesche dei centrali, con la linea spezzettata per cercare il fuorigioco sul vantaggio, oppure con il nervosismo del finale, quando Britos tira una testata a Morata. Rosso e rigore, che Pepe realizza. NAPOLI NON ALL’ALTEZZA Ma fin dall’inizio si avverte il cambio dei ruoli fra le due squadre. Il vantaggio di Pereyra è il termine di una combinazione in cui Coman, nei suoi spostamenti tra esterno e centro, ha un cerchio di libertà illimitato per disegnare l’assist. Quando poi il Napoli riceve un rigore equivoco ma che riequilibra le sorti, Insigne lo sbaglia e tocca a David Lopez, il più pericoloso, infilare sulla respinta di Buffon. È il primo gol dello spagnolo in A ed è il primo degli azzurri allo Stadium, in quattro passaggi con quattro sconfitte, ma non evita la sesta sconfitta nelle ultime otto trasferte. Le altre davanti hanno frenato, ma il Napoli non ha mai accelerato, iniziata la primavera.

Se davvero ci sarà la «finale» con la Lazio, sarà anche difficile resettare questo spirito di resa e di voglia di cambiare aria, dall’allenatore ad alcuni big. JUVE SERENA Più che spietata, questa Juve è serena, secondo la legge che le vittorie aiutano a vincere. Intanto chiude anche questo torneo con l’imbattibilità interna, che dura ormai dal gennaio 2013 (47 gare, 42 vittorie). E poi fa ruotare gli uomini da mandare sul palco insieme ai leader; vedi Sturaro, ruvido con gli avversari e morbido davanti al portiere. Oppure Coman, motivato da troppe esclusioni. O ancora Asamoah, tonico e coraggioso al rientro. La squadra si adegua alle celebrazioni del pubblico, che dopo i soliti insulti ai napoletani (e al tour operator che gestisce i biglietti per Berlino), rende un commovente omaggio alle vittime dell’Heysel. Non c’è un giorno più adatto degli altri per il ricordo, ma ieri è sembrata una delicatezza opportuna. © RIPRODUZIONE RISERVATA

TRIONFO E COMMOZIONE

Minuto 39, lo stadio ricorda l’Heysel Festa contenuta, la testa è a Berlino Francesco Bramardo TORINO

F

orse lassù, dove il pallone entra in rete senza vincitori né vinti, avranno applaudito al giro di campo di Buffon e compagni e una lacrima sarà scesa per ringraziare i fratelli di sangue bianconero che nel giorno della festa hanno alzato per un minuto gli occhi in su. Al minuto 39 lo Stadium ha smesso i panni della festa e indossato il nero del lutto nel trentennale della tragedia dell’Heysel.

Un brivido lungo la schiena dei 40 mila, tutti in piedi quando in curva Sud è apparsa la scritta «Nessuno muore veramente se resta nel cuore di chi resta, per sempre... rispetto, +39». Nelle mani dei tifosi, su cartelli esposti, i nomi dei 39 tifosi deceduti nella curva Z a Bruxelles, travolti dalla furia degli hooligans inglesi e dalla pessima gestione delle forze dell’ordine nel prepartita contro il Liverpool. Il 29 maggio saranno trascorsi trent’anni, una ferita mai rimarginata, come le polemiche per quella gara comunque giocata e vinta con un rigore di Platini.

Una coppa «maledetta» che la Juve aveva inseguito per 30 anni, sfuggita già due volte, nel 1973 a Belgrado e dieci anni dopo ad Atene. Trent’anni dopo, da Bruxelles a Berlino, la Juve vuole chiudere un ciclo tornando a una vittoria netta, che avrebbe il sapore del trionfo, che varrebbe il triplete, e contro uno squadrone infarcito di fenomeni come il Barcellona. ELKANN ULTRÀ La festa? Contenuta, soprattutto per l’incombere della finale di Berlino. Niente giro per la città sul bus

scoperto, unica trasgressione concessa da Allegri il brindisi in discoteca per giocatori, famiglia, dirigenti e amici sulle rive del Po. Lo show si è consumato nel dopopartita. Il tempo di giocatori e dirigenti di cambiarsi e scendere sul prato per ricevere dalle mani del presidente della Lega, Maurizio Beretta, la Coppa scudetto. Spontanea la gioia di mogli e fidanzate dei giocatori, divertente la fuga a turno dei più piccoli da bordo campo verso il palco per abbracciare papà Pepe, Marchisio, Tevez. Versione inedita, da ultras, per John Elkann, maglia biancone-

Il «39» esposto allo stadio in memoria delle vittime dell’Heysel AFP

ra numero 10 personalizzata per il presidente della Fiat, allo Stadium con tutta la famiglia, l’opposto di Lapo, abito elegante da sfilata, composto il presidente Andrea Agnelli. Alle 21 fuori tutti, in tempo per cambiarsi e proseguire la festa in discoteca. Prima della gara c’era stato il giro d’onore della squa-

dra con la Coppa Italia, la sciarpata di bianconero di mano in mano, da Asamoah a Vidal in ordine alfabetico. Quindi foto di famiglia prima del fischio di inizio, i giocatori in compagnia dei figli con la Coppa Italia, selfie-ricordo. E la festa si è completata con i tre gol al Napoli. © RIPRODUZIONE RISERVATA


DOMENICA 24 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA

Dopo l’anticipo Juve-Napoli, ci sono 27 combinazioni di risultati per definire la sorte di Roma, Lazio e Napoli DIRETTAMENTE IN CHAMPIONS AI PLAYOFF DI CHAMPIONS IN EUROPA LEAGUE

3 11

Probabilità %

ROMA

16

LAZIO

59,26%

Probabilità %

11

13

40,74%

NAPOLI

11,11%

24

11,11%

JUVENTUS

Probabilità % 0%

40,74% 48,15%

0%

2

3

3 1

88,89%

VOLATA EUROPA LEAGUE

NAPOLI PT. 63

La 4ª e la 5ª classificata vanno direttamente alla fase a gironi, la 6ª al terzo turno preliminare (30/7-6/8)

GENOA PT. 59

NAPOLI

PRIMO TEMPO 1-0 MARCATORI Pereyra (J) al 13’ p.t.; David Lopez (N) al 5’, Sturaro (J) al 32’, Pepe (J) su rigore al 48’ s.t. JUVENTUS (4-3-1-2) Buffon; Padoin, Barzagli (dal 1’ s.t. Bonucci), Ogbonna, Asamoah; Sturaro, Marchisio (dal 26’ s.t. Pirlo) Pogba; Pereyra (dal 34’ s.t. Pepe); Morata, Coman. PANCHINA Storari, Rubinho, Chiellini, Tevez, Llorente, De Ceglie, Vidal, Matri, Evra. ALL. Allegri. CAMBI DI SISTEMA dal 34’ s.t. 4-3-3. BARICENTRO MOLTO BASSO 43,3 M. ESPULSI nessuno. AMMONITI Asamoah per c.n.r., Morata per g.s.

NAPOLI (4-2-3-1) Andujar; Maggio, Albiol, Britos, Ghoulam; Gargano (dal 33’ s.t. Jorginho), David Lopez; Callejon, Mertens, Insigne (dal 23’ s.t. Hamsik); Higuain (dal 1’ s.t. Gabbiadini). PANCHINA Rafael, Colombo, Strinic, Henrique, Inler. ALL. Benitez. CAMBI DI SISTEMA dal 47’ s.t. 3-3-3. BARICENTRO ALTO 55,8 M. ESPULSI Britos al 46’ s.t. per gioco scorretto. AMMONITI Ghoulam per gioco scorretto.

ARBITRO Banti di Livorno NOTE Spettatori paganti 13.878, incasso 866.240 euro. Abbonati 26.607, quota 934.056 euro. Tiri in porta 6-7. Tiri fuori 5-5. In fuorigioco 2-0. Angoli 3-8. Recuperi 1’ p.t., 4’ s.t.

PRIMO TEMPO 2’ primo squillo Napoli Juventus ancora ammorbidita dalla festa prepartita, gli avversari ne approfittano. Ha una buona chance Mertens, pescato in area da Insigne, Buffon si oppone con i pugni 12’ Ricreazione finita I campioni d’Italia decidono che la partita è cominciata davvero, splendido passaggio di Coman che smarca davanti alla porta Pereyra, pronto ad approfittarne: 1-0 19’ Esplode il Pipita Blanda reazione del Napoli, al quarto inutile lancio dalla retrovie, Higuain apostrofa apertamente i compagni di squadra 23’ Bersaglio lontano Dopo il tiro da fuori di Mertens, ci prova anche Lopez. Conclusioni che non centrano nemmeno la porta

LA MOVIOLA di VINCENZO D’ANGELO

MAGGIO-MORATA MANCA IL RIGORE ● Direzione non all’altezza dell’arbitro Banti. Diversi errori di valutazione, come sorvolare sui falli di Ogbonna e Sturaro, duri su Callejon e Mertens. E nel finale di partita non vede un rigore netto per la Juve, con fallo di Maggio su Morata. Dubbi sul rigore concesso al Napoli: il tocco di mano di Asamoah c’è, ma il braccio si muove in maniera congrua e il tocco sembra involontario. Dubbi anche su un contatto in area Juve Ogbonna-Gabbiadini: i due incrociano le gambe in corsa. Ok il rigore per la Juve e il rosso a Britos.

34’ Meglio l’originale Britos abbatte Sturaro al limite dell’area, è la posizione preferita da Pirlo, che è in panchina. La punizione la batte Pogba ma non è la stessa cosa, la palla gira alta 39’ Da brividi Al minuto 39 lo stadio ricorda le 39 vittime dell’Heysel. Cori, striscioni, applausi. E’ il calcio che ci piace

SECONDO TEMPO 4’ subito pareggio Mani di Asamoah in area, rigore che Insigne si fa parare da Buffon, irrompe David Lopez e pareggia 23’ E’ un altro Napoli Galvanizzata dal pareggio la squadra di Benitez insiste, da Maggio a David Lopez che sfiora la doppietta con un gran tiro a volo. Altrettanto bella la parata di Buffon 25’ Che portiere Ancora decisivo Buffon su Hamsik che innescato da Mertens cerca di sorprenderlo sul primo palo di testa. Il portiere devia in angolo 31’ Torna avanti la Juve Servito al limite dell’area, Sturaro si beve in un bicchiere d’acqua Albiol punta la porta e poi batte Andujar 35’ Toh, Gigi che sbaglia Buffon esce a vuoto su un corner, David Lopez conclude di pochissimo fuori 43’ Insuperabile Ci prova anche Gabbiadini di testa, su passaggio di Mertens. Buffon respinge 47’ Britos cosa fai? Incomprensibile rigore causato dal difensore del Napoli che in area molla una testata a Morata. Pepe trasforma dal dischetto

37ª JUVENTUS

38ª Lazio

SAMPDORIA PT. 54

37ª EMPOLI

38ª Parma

GENOA

Empoli

5

3-1 Inter

SASSUOLO

INTER PT. 52

3-2

3-2 FIORENTINA PT. 58

PALERMO

Chievo

TORINO PT. 51

MILAN

Cesena

fIL GRANDE FALLIMENTO

TUTTI SOTTO ACCUSA

Britos perde la testa Rottura Rafa-Higuain Squadra da rifondare 1La follia del difensore specchio della tensione del Napoli

Il Pipita offeso per la sostituzione: ora potrebbe andar via

Mimmo Malfitano INVIATO A TORINO

F

uori di testa! E fuori da tutto. La fine del Napoli si consuma in un pomeriggio di pura follia, terminato nella maniera peggiore, con Miguel Angel Britos che rifila una testata in faccia a Morata, meritandosi il rosso diretto. Nel 3-1 finale c’è il fallimento di un’intera stagione, mentre nel fallaccio del difensore uruguaiano c’è tutta la frustrazione di una squadra priva di carattere e di spessore, presuntuosa e poco reattiva, per la quale non ci sono più alibi. In tre settimane, il progetto tanto caro a Aurelio De Laurentiis s’è sbriciolato per la pochezza dei suoi contenuti. Questo Napoli è il riassunto di una gestione di scarso livello, che va dalla discontinuità nel rendimento e nei risultati, a un organico senza anima, fino alla gestione tecnica, condizionata dalle incertezze e, talvolta, dalle scelte sbagliate di Rafa Benitez. Andrà via, l’allenatore spagnolo, le cui responsabilità di questo fallimento non sono di poco conto. Si dovrà rifondare, a questo punto. E senza la Champions League (al Napoli resta appena l’11% di possibilità di centrare i preliminari della coppa più prestigiosa) il progetto sarà per forza di cose ridimensionato. ROTTURA HIGUAIN La notte dello Stadium potrebbe aver sancito la rottura definitiva tra Gonzalo Higuain e il Napoli. L’esclusione dopo i primi 45’ è

La testata di Britos a Morata che causa il rigore per la Juve SKY SPORT

stato il peggior atto d’accusa che Rafa Benitez potesse notificargli. Lasciarlo nello spogliatoio, per fare spazio a Gabbiadini, è equivalso a una bocciatura, non tanto sotto l’aspetto tecnico quanto sotto il profilo caratteriale. Nella partita in cui

avrebbe dovuto fare la differenza, il Pipita s’è fatto fuori, così com’era accaduto nella notte di Kiev, dimostrando quanto poco interesse provasse per questo finale di stagione. Probabilmente, così facendo, ha voluto lanciare un messaggio ben chiaro alla società: chiudere questo rapporto che, senza la Champions, non ha più motivo di esistere, secondo i suoi interessi. TANTA RABBIA E ora, bisogna fare i conti con l’ambiente, con chi ha creduto fino in fondo nell’impegno della squadra. Il fallimento lascerà profonde ferite e nessuno dei responsabili potrà sentirsi esente da colpe.

Rafa Benitez, 55 anni FORTE

© RIPRODUZIONE RISERVATA


Serie A R Anticipi 37a giornata

6

DOMENICA 24 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA

LE PAGELLE di PIERFRANCESCO ARCHETTI JUVENTUS

NAPOLI

7

7

SICUREZZA BUFFON POGBA IN CRESCITA E STURARO SEGNA COME UNA PUNTA IL TECNICO ALLEGRI

7 Mette tante riserve, si gode la festa. E la Juve lo fa divertire. Sembra che non ci sia stanchezza a questo punto della stagione, ma un entusiasmo da tenere alto fino a Berlino.

IL MIGLIORE STURARO

7 Una giravolta da attaccante vero, quasi come i catalani che vedrà a Berlino, gli vale il primo gol juventino e la svolta alla gara quando il Napoli si stava facendo sotto. ● TIRI 2 ● RECUPERI 10 ● DRIBBLING 4

IL PEGGIORE BONUCCI

6 Resta sulla sufficienza, ma è quello meno in vista per un paio di incertezze appena entrato, a inizio ripresa, quando il Napoli spinge. Perde lo sprint con Lopez sulla respinta del rigore. ● TIRI 1 ● RECUPERI 1 ● PASSAGGI 31

5

6

6,5

6

BUFFON Riprende il suo posto dopo due partite a scrutare Storari. Il Napoli non assedia la Juve, però tre volte, rigore compreso, è fondamentale.

PADOIN Manca Lichtsteiner per squalifica, l’uomo ovunque trasloca a destra. Niente incertezze: chiaro, meno cross che con lo svizzero.

BARZAGLI Ancora più minuti per mettere in difficoltà Allegri nelle scelte. Gran sicurezza nel primo tempo, poi si fa da parte per Bonucci.

OGBONNA Chiellini guarda da fuori, lui prende subito in consegna Higuain, lo zittisce nel primo tempo anche se ha due uscite distratte.

● PARATE 6 ● PRESE ALTE 2 ● RINVII 17

● CROSS 1 ● RECUPERI 2 ● PASSAGGI 57

● LANCI 5 ● RECUPERI 6 ● PASSAGGI 42

● LANCI 4 ● RECUPERI 4 ● PASSAGGI 56

6,5

6,5

6,5

6,5

ASAMOAH Non giocava dal quattro novembre, deve dimostrare che i problemi al ginocchio sono un ricordo. Ci riesce e il mani da rigore è casuale.

MARCHISIO Alla 50ª partita stagionale, dà il solito cambio a Pirlo con eleganza ed efficacia. Sbaglia soltanto tre passaggi e non gioca sempre facile.

POGBA Il suo obiettivo è quello di ritrovare la forma per Berlino. Meglio che a Roma, sicuro. Alcune finezze riescono, altre sono superflue.

PEREYRA Pure lui tocca quota cinquanta presenze, anche se molti sono spezzoni. E abbellisce l’anniversario con la terza rete in campionato.

● TIRI 1 ● RECUPERI 7 ● LANCI 2

● TIRI 1 ● LANCI 7 ● RECUPERI 8

● TIRI 4 ● LANCI 10 ● DRIBBLING 5

● TIRI 1 ● SPONDE 3 ● PASSAGGI 30

6

7

6

6

MORATA A intermittenza dopo lo stop dell’Olimpico. Talvolta fuori dal gioco, vi rientra con alcune fiammate da metacampo. Spegne Britos che si vendica.

COMAN Una delle rare occasioni anche per ingolosire eventuali interessati al prestito. Assist a Pereyra, altre fughe con servizi per le punte.

PIRLO Dentro dopo 71 minuti, prende il posto e anche le funzioni di Marchisio. Un paio di lanci alla sua maniera.

PEPE Il regalo della squadra è il rigore che lo porta a segnare dopo oltre 37 mesi. Sbaglia due cross, ma anche il pubblico lo ringrazia con i cori.

● TIRI 1 ● DRIBBLING 3 ● SPONDE 2

● CROSS 3 ● DRIBBLING 4 ● SPONDE 3

● LANCI 4 ● DRIBBLING 1 ● PASSAGGI 18

● TIRI 1 ● RECUPERI 2 ● PASSAGGI 4

5

6

BENE DAVID LOPEZ MERTENS SPRINTA HIGUAIN E INSIGNE NON SI VEDONO MAI IL TECNICO BENITEZ

5 Prova a sorprendere la Juve con un trio inedito dietro al Pipita. Poi ci mette la faccia e toglie l’argentino, ma non basta. Se lascerà l’Italia lo farà senza aver mai fatto punti in casa della Juventus.

IL MIGLIORE DAVID LOPEZ

7 Nella squadra dei 101 gol stagionali, tocca a lui che non è un puntero il 102°. E oltre al centro del pari, è quello che impegna di più Buffon. Tiri al volo, deviazioni di testa, l’uomo in più in area.

BRITOS

Ruba nei minuti di recupero il titolo di peggiore a Higuain. Cade nella provocazione, reagisce con una testata violenta. Ma pure prima è stato messo a sedere più volte dagli juventini. ● LANCI 4 ● RECUPERI 3 ● PASSAGGI 23

BANTI Mancano molti cartellini gialli, manca un rigore alla Juve per fallo di Maggio su Morata. La volontarietà sul mani di Asamoah lascia dei dubbi, l’assistente di porta vede il tafferuglio Morata-Britos.

5,5

ALBIOL Dopo i due gol presi dal Cesena già retrocesso, altri tre dalla Juve già campione. Si fa superare spesso, vedi la scena del raddoppio.

GHOULAM Solito calpestio a sinistra, alcune avanzate non sono precise. Viene ammonito perché non regge lo sprint di Coman.

● PARATE 2 ● PRESE ALTE 1 ● RINVII 7

● CROSS 5 ● TIRI 2 ● PASSAGGI 32

● LANCI 17 ● RECUPERI 4 ● PASSAGGI 40

● CROSS 5 ● RECUPERI 8 ● PASSAGGI 42

5

5,5

6,5

5

GARGANO Preferito a Inler, quanto sbaglia: regala 12 palloni ai rivali, non riesce quasi mai a chiudere sulle ripartenze bianconere. Sostituito.

CALLEJON L’unico sempre presente in campionato, ma la sua resta più che altro una gara statistica: parte trequartista, quattro sponde ma pochi strappi.

MERTENS Dopo i due gol al Cesena dimostra di avere ancora benzina. Fa piegare subito Buffon, riesce a dare anima ad alcune scene offensive anche nella ripresa.

INSIGNE Ritrova il posto, inizia con un paio di passaggi taglienti, poi entra nell’ombra. Si fa parare anche il rigore prima del cambio con Hamsik.

● LANCI 1 ● RECUPERI 5 ● PASSAGGI 36

● SPONDE 4 ● CROSS 4 ● DRIBBLING 1

● TIRI 3 ● CROSS 3 ● DRIBBLING 3

● TIRI 1 ● RECUPERI 8 ● DRIBBLING 1

4,5

4

5

MAGGIO Si rivede dopo la panchina contro il Cesena. Fatica nell’angolo destro: undici palle perse e viene spesso sorpassato.

● TIRI 6 ● RECUPERI 6 ● PASSAGGI 43

IL PEGGIORE

5

ANDUJAR Non perde la presa sul lavoro ordinario, trova avversari liberi davanti a lui e non riesce a compiere i miracoli per impedire le reti.

6

6

5,5

HIGUAIN Dovrebbe avere Doha davanti allo sguardo, quando segnò una doppietta alla Juve. Invece sembra quello di Kiev. Nervoso, molle, cambiato dopo un tempo.

GABBIADINI Tutta la ripresa per Higuain, aveva già segnato alla Juve qui con la Samp, fa il centravanti e di testa rischia di ottenere il bis.

HAMSIK Da metà ripresa per Insigne, fa tornare il trio di mezzepunte alla sistemazione classica. Un paio di spunti quando il Napoli cerca il sorpasso.

JORGINHO Dentro per Gargano quando la Juventus torna in testa, soltanto dieci tocchi di palla.

● TIRI 0 ● SPONDE 4 ● CROSS 1

● TIRI 2 ● DRIBBLING 0 ● PASSAGGI 4

● TIRI 4 ● RECUPERI 5 ● DRIBBLING 1

● TIRI 0 ● RECUPERI 0 ● PASSAGGI 10

MELI 6 VUOTO 6

GERVASONI 6 DI BELLO 7


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Serie A R Anticipi 37a giornata

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DOMENICA 24 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA

fAREA TECNICA

L’ALLENATORE BIANCONERO

DAI FISCHI ALL’OVAZIONE ALLEGRI È AL LUNA PARK «JUVE, QUANTO MI DIVERTO» Noie muscolari per Barzagli: oggi gli esami Marotta si nasconde: «Khedira? Non ne so nulla». Ma in settimana vedrà i suoi agenti Mirko Graziano TORINO

T

re giorni di vacanza, poi da mercoledì ogni carico di allenamento, ogni energia fisica e mentale, ogni esercizio tattico saranno mirati a Berlino. E in questo senso a Verona, ulti-

ma di campionato, andrà in scena una vera e propria prova generale per l’undici anti Barcellona. Formazione che appare piuttosto scontata. Già, sarà 43-1-2, il vestito da Champions dei campioni d’Italia: Buffon in porta a inseguire l’ultimo trofeo che manca a questo straordinario campione; Lichtsteiner ed Evra terzini, con il francese alla sua quinta finale di Champions; Bonucci-Chiellini in mezzo alla difesa; quindi in regia ecco Pirlo, che a Berlino ritrova emozioni mondiali, come Buffon; Marchisio e Pogba interni; Vidal alle spalle di Morata e Tevez. CASA DOLCE CASA Intanto, ieri

la banda Allegri ha inguaiato il Napoli e conservato l’imbattibilità interna in campionato: 16 vittorie e 3 pari. Marcia trionfale anche in Champions: 5 successi e un pareggio. L’unica macchia allo Stadium porta la firma della Fiorentina, semifinali di Coppa Italia, sconfitta però poi cancellata dal trionfo (3-0) del Franchi. Gode Allegri, subito alle spalle di Tevez e Buffon nell’applausometro della festa scudetto. Incredibile, se si ripensa alla volgare contestazione di metà luglio: «E’ stato bello sentire quell’applauso, da parte mia ho sempre rispettato tutti. Sul campo metto lavoro e professionalità, poi magari non

risulto simpaticissimo perché esterno poco le mie emozioni, però posso garantirvi di aver sentito eccome questa giornata. Ai ragazzi dico bravi: oggi mi sono divertito pure io». Ora Max ha in testa solo «i tre giorni di riposo, meritati, fondamentali per recuperare soprattutto mentalmente. La condizione fisica generale è invece buona, sono soddisfatto. Avviciniamoci alla finale senza angosce, il rischio è quello di arrivare scarichi per la troppa tensione. Gli obiettivi già raggiunti non possono non creare attenzioni e tensioni giuste in vista della finale. La stagione è già straordinaria, godiamocela e poi inseguiamo il grande sogno senza troppe pressioni, e con la consapevolezza di potercela fare: il film non è ancora finito. Messi? Non esistono formule per bloccarlo. Quando sta bene è imprendibile». ALLARME BARZAGLI La squadra è in generale brillante, ha detto Allegri, ma c’è un pizzico di apprensione attorno a Barzagli, uscito ieri a fine primo tempo «per un indurimento a una coscia», spiega il tecnico bianconero. Oggi esami strumentali per il difensore azzurro: in caso anche solo di leggero stiramento, la rincorsa verso Berlino si complicherebbe non poco. In ogni modo, per ora le sensazioni non sono così negative. MERCATO Prima della gara, Marotta ha parlato a Sky di Cavani e Khedira: «Con l’uruguaiano non abbiamo fatto passi avanti, non abbiamo avviato alcuna trattativa. Khedira? E’ un nome importante, ma lo abbiamo appreso dai giornali che non rinnoverà». Piccola bugia, in settimana ci sarà un contatto con gli agenti del giocatore per capire la situazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL CAPITANO

Buffon: «A Berlino il 30% di possibilità Ma ci proveremo» Fabiana Della Valle INVIATA A TORINO

C’

è il capitano inossidabile, che a 37 anni ha voluto festeggiare lo scudetto con un rigore parato (il secondo il questa stagione, il dodicesimo in Serie A nella sua carriera), e ci sono le nuove leve, che hanno voluto lasciare un segno sul loro primo tricolore. E poi c’è chi finalmente è rinato dopo un lungo stop ed è tornato a esultare dopo 1.137 giorni. Facce da scudetto, titolarissimi e riserve di lusso. Perché serve l’aiuto di tutti per vincere.

Minacce a napoletano che ha vinto la causa contro la Juventus ● Un tifoso del Napoli che ha vinto una causa contro la Juve è stato minacciato al telefono. A Giovanni De Angelis, avvocato di Castellammare di Stabia che ha curato personalmente la vertenza, la Juve dovrà pagare «danni patrimoniali e disagi morali» per gli episodi (cori contro i napoletani) di Juve-Napoli del 10/11/2013. «Sei pronto? Veniamo a ucciderti» il tenore delle minacce ricevute.

I RIVALI DI BERLINO

BERLINO E PALLONE D’ORO Gigi Buffon nella finale di Coppa Italia aveva lasciato la scena a Storari, ieri se l’è ripresa insieme a Pereyra, Sturaro e Pepe. Lui parava e dirigeva l’orchestra, loro segnavano. «Questi tre giorni di riposo sono meritati, veniamo da un periodo molto stressante – dice Buffon –. Poi comincerà il conto alla rovescia per la finale di Champions. A Berlino ci porteremo dietro tanta positività, ma anche il Barcellona lo farà. È una sfida quasi proibitiva, abbiamo il 30% di possibilità. C’è entusiasmo e dopo il Real si è creata un’onda lunga ma il 6 giugno quando li vedremo in campo torneremo sulla terra. Noi dovremo essere al 100% e avere una dose di fortuna, ma ormai siamo arrivati fino a qui e dobbiamo provarci. Mi fa molto piacere che Allegri mi abbia candidato per il Pallone d’Oro, ma ci tengo a precisare che eventualmente non sarà un premio alla carriera ma alla stagione». Da un veterano a un altro: Pepe ieri ha trasformato il rigore del 3-1: non segnava dall’11 aprile 2012, è tornato a farlo nella serata scudetto. Come Sturaro, che ieri ha festeggiato il primo gol in bianconero. Giovani e senatori, il mix vincente. E dopo la partita tutti a festeggiare in un locale di Torino. Adesso si può, aspettando la Champions. © RIPRODUZIONE RISERVATA

PLAYOFF PRIMAVERA

Lazio-Chievo ok Bianconeri out con il Palermo

Barça, omaggio a Xavi e un messaggio alla Juve «Tra 15 giorni altra festa» 1I catalani hanno celebrato la conquista della Liga

(Valencia quarto) e salutato il mito del tiki-taka che va in Qatar: ora si concentreranno su coppa del Re e Champions BARCELLONA

2

Filippo Maria Ricci INVIATO A BARCELLONA

LA CORUNA

2

PRIMO TEMPO 1-0 MARCATORI Messi (B) al 5’ p.t.; Messi (B) al 15’, Lucas Perez (D) al 22’, Salomao (D) al 31’ s.t. BARCELLONA (4-3-3) Masip; Adriano, Bartra (dal 25’ s.t. Mascherano), Vermaelen (dal 17’ s.t. Douglas), Mathieu; Rafinha, Sergi Roberto, Xavi (dal 40’ s.t. Iniesta); Messi, Pedro, Neymar. PANCHINA Bravo, Montoya, Jordi Alba, Munir. ALLENATORE Luis Enrique ESPULSI nessuno. AMMONITI Mathieu per gioco scorretto. DEPORTIVO (4-1-4-1) Fabricio; Laure, Lopo, Sidnei, Canella (dal 38’ p.t. Medunjanin); Alex; Salomao, Borges, Juan Dominguez (dal 17’ s.t. Oriol Riera), Cavaleiro; Lucas Perez (dal 40’ s.t. José Rodriguez). PANCHINA Lux, Insua, Helder Costa, Helder. ALLENATORE Victor Sanchez. ESPULSI nessuno. AMMONITI Juan Dominguez per gioco scorretto, Oriol Riera per c.n.r. ARBITRO Clos Gomez NOTE spettatori 93.743. Tiri in porta 7-3. Tiri fuori 7-1. Angoli 4-3. Fuorigioco 4-3. Recuperi: 0’ p.t.; 4’ s.t.

G

ol, lacrime, parole, canzoni, immagini, tanti brividi e un messaggio ottimista: «Ci vediamo tra 15 giorni», ovvero dopo la finale di Champions. Il Barça ha festeggiato la 23ª Liga e l’addio a Xavi, che prima di andare in Qatar ha ancora due finali da giocare, Coppa del Re sabato prossimo qui con l’Athletic Bilbao e Champions contro la Juventus a Berlino il 6 giugno, ma difficilmente sarà titolare. 765 PARTITE E allora ieri il Camp Nou ha reso omaggio alla sua leggenda: entrato nel club il 1 luglio 1991, se ne va dopo 24 anni, 23 trofei (e due finali da giocare), per ora 765 partite (505 in Liga, record per i giocatori catalani), 85 gol e 173 assist. Per dare un’idea della durevole grandezza di Xavi, il secondo giocatore con più presenze del Barça, Carles Puyol, si è fermato a 593. In Liga il debutto era arrivato il 3 ottobre 1998. LA FESTA Fuori dallo stadio i tifosi facevano la fila per fotogra-

farsi con l’immagine di Xavi, la stessa che poi è apparsa sulla tribuna in forma di enorme striscione. Il Barça è sceso in campo con una maglia commemorativa e lo stesso Xavi ha giocato con sul petto un messaggio che lo ringraziava, i tifosi hanno cantato per lui e si sono alzati tutti in piedi quando all’85’ ha lasciato il posto a Iniesta. Dopo la partita la celebrazione: la Liga alzata, la foto in campo con i figli, poi tutti seduti sul prato per le parole di Luis Enrique, cui il pubblico dedica un’ovazione: «Appuntamento qui tra 15 giorni, perché questi giocatori faranno di tutto per rendervi felici». La chiusura con il video dedicato a Xavi, che lo ha guardato con gli occhi sempre più lucidi, le lacrime che pressavano come il Barça del Pep e poi scorrevano lisce come i suoi passaggi mentre le parole si bloccavano come le offensive avversarie. Il messaggio però è stato chiaro: «Vogliamo la Coppa del Re, vogliamo la Champions!». Il capitano vuole andarsene col «triplete». I VERDETTI Prima turnover scontato e massiccio, partita inizialmente dominata dal

Grosso, tecnico Juve LAPRESSE

In alto la coreografia dedicata a Xavi, che qui sopra si commuove ACTION

Barça in gol con Messi al 5’ e al 60’: per Leo 56 gol stagionali in 55 partite. In campionato sono 43 ma trofeo Pichichi e Scarpa d’Oro andranno a Ronaldo (ieri tripletta e 48 gol in Liga). Il Barça ha smesso di giocare e si è beccato qualche fischio dal Camp Nou per la passività di fronte alla rimonta del Deportivo: gol di Lucas Perez, traversa di Medunjanin e pareggio di Salomao al 76’ che vale la salvezza a spese di Eibar e Almeria. Salvo anche il Granada, Atletico terzo, Valencia quarto (prelimina-

re di Champions) grazie al sofferto 3-2 ad Almeria, Siviglia 5°. © RIPRODUZIONE RISERVATA

RISULTATI 38ª GIORNATA Levante-Elche 0-0; Almeria-Valencia 2-3; At. Bilbao-Villarreal 4-0; Barcellona-La Coruna 2-2; Celta-Espanyol 3-2; Eibar-Cordoba 3-0; Granada-Atl. Madrid 0-0; Malaga-Siviglia 2-3; Rayo-Real Sociedad 2-4; Real Madrid-Getafe 7-3. CLASSIFICA Barcellona 94; Real Madrid 92; At. Madrid 78; Valencia 77; Siviglia 76; Villarreal 60; Ath. Bilbao 55; Celta 51; Malaga 50; Espanyol e Rayo 49; Real Sociedad 46; Elche 41; Levante e Getafe 37; La Coruna, Granada e Eibar 35; Almeria 32; Cordoba 20.

● (v.d’a.) Mentre allo Stadium la squadra di Allegri fa festa per le vittorie di scudetto e Coppa Italia, a Vinovo la Primavera di Fabio Grosso dice addio ai sogni di gloria, perdendo al primo turno dei playoff contro il Palermo. I rosanero si sono imposti per 2-1, grazie ai gol di Toscano e Bentivegna che hanno reso inutile la rete bianconera di Clemenza arrivata a 10’ dalla fine. Sarà dunque il Palermo a giocarsi un posto nelle Final Eight scudetto (in programma a Genova, Savona e Chiavari dal 9 al 16 giugno) nella sfida decisiva di sabato, in casa della Lazio, che ieri ha superato 2-0 la Sampdoria (gol di Fiore e Prce su rigore). Nell’altra parte del tabellone, saranno Spezia e Chievo a contendersi l’ultimo pass per la fase finale. Il Chievo campione in carica ha battuto 3-2 l’Udinese, nella sfida più spettacolare della giornata (doppio Jallow e Ghirradi per i gialloblù; Bochniewicz e Pontisso per i friulani). Avanti anche lo Spezia (sabato giocherà in casa), che ha superato di misura l’Empoli grazie a Vignati. © RIPRODUZIONE RISERVATA


Serie A R Anticipi 37a giornata JUVENTUS

NAPOLI

3

22

8

8 15

27

11 37 9

23 15

POSSESSO PALLA

6

5

131 119

ANGOLI

BARICENTRO MOLTO BASSO 43,3 metri

1

DOMENICA 24 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA

5 56%

7

12

13

PASSAGGI EFFETTUATI

572

BARICENTRO

ALTO 55,8 metri

430 7

PASSAGGI RIUSCITI 9

11 77 19

14

44% TIRI NELLO SPECCHIO

20

PALLE PERSE

FALLI COMMESSI

CONTRASTI

85,1%

83,3%

9

33

45

5

24 31

GAZZETTA DELLO SPORT - DATI OPTA

fLA PARTITA AI RAGGI X

Sebastiano Vernazza @GazzaVernazza

Finalmente Coman: l’assist e tanti spunti Sempre più Sturaro

L

a Juve B aveva vinto a San Siro contro l’Inter, la Juve B ha inferto un duro colpo alle speranze di Champions del Napoli. Non chiamatele seconde linee, aveva detto Allegri a Milano, e in effetti, vista la partita di ieri, bisogna parlare di altri titolari.

1I due giovani decisivi nella Juve di ieri. Per l’ex genoano,

oltre al gran gol, dieci palloni recuperati e cinque falli subiti LA MOSSA TATTICA

COMAN: cross 3 PEREYRA: sponde 3 STURARO: palle recuperate 10 GHOULAM: palle perse 15 PEREYRA STURARO

2

COMAN PASSAGGIO MOVIMENTO

1

Uno dei protagonisti della partita di ieri è stato Coman. Schierato da Allegri come seconda punta al fianco di Morata, di partenza stava a destra e cercava di saltare l’uomo sulla fascia. Spesso però tracciava una specie di virgola all’indietro e si ritrovava sulla trequarti o al limite dell’area, da dove cercava di attivare Pereyra o i centrocampisti nei loro inserimenti. Il Napoli in fase difensiva è stato incapace di prendere le contromisure RCS

ESPLOSIONE Coman è riemerso e Sturaro è esploso. Gol come quello segnato dall’ex genoano fanno pensare che gli autori siano dei predestinati. Una rete del genere è degna di Messi, denota completezza tecnica. Sturaro è in forte ascesa, sta scalando di gran carriera le gerarchie del centrocampo. Il gol bellissimo più dieci palloni recuperati, miglior juventino di tale speciale classifica. Parliamo di un ‘93, di un giovane con ampi margini di miglioramento. Non è difficile pronosticargli un grande avvenire, anche perché il ragazzo sprizza personalità da ogni tacchetto. Gli avversari cominciano a temerlo e a trattarlo di conseguenza: ieri Sturaro è stato il bianconero che ha subito più falli (5), e anche questo dato è significativo.

RIEMERSIONE C’era un ragazzo che ad inizio stagione prometteva moltissimo, tanto che Allegri lo aveva schierato dall’inizio alla prima giornata contro il Chievo a Verona. A gennaio il gol in Coppa Italia contro l’Hellas, qualche altra partita dal principio, ma il 18enne francese Kinglsey CoCONCLUSIONE Non è pensabile che Sturaro e man non sembrava mantenere promesse e Coman partano titolari il 6 giugno nell’euro-fipremesse. Ieri la riemersione completa. Di nale contro il Barcellona. A questo punto, penuovo titolare come seconda punta al servirò, il centrocampista ex Genoa «rischia» di zio di Morata, il ragazzo ha disorientato la entrare nel tris di cambi che Allegri difesa del Napoli. Partiva da destra e non presumibilmente si giocherà. L’imsi capiva mai bene che intenzioni avespiego «part time» dipenderà da se: a volte cercava di saltare l’uomo per molte variabili, non ultimo il andare al cross dal fondo, in altre ocrisultato. In ogni caso per Stucasioni indietreggiava sulla trequarti raro sarà un successo, non è o al limite con una specie di movida tutti guadagnarsi in pochi mesi l’acmento a virgolone, e da lì liberava filcesso alla «distinta» di una finale di tranti per gli inserimenti di Pereyra e Champions League. Di sicuro a Berlino dei centrocampisti. L’1-0 è nato così e avrà un ruolo Roberto Pereyra, ieri in nella circostanza la fase difensiva gol per l’1-0. Il «Tucu» ha confermadel Napoli è stata imbarazzanto di essere una bella risorsa: rete a te. Sull’imbeccata del franceparte, col Napoli ha messo assiesino, Britos e Ghoulam some due occasioni create e tre no saliti e hanno lasciato sponde. Da trequartista si conferche Pereyra filasse come un ma sempre più un ottimo surrogatreno verso Andujar. Un po’ to di Vidal. Sarà difficile per lui attaccante e un po’ trequartiritagliarsi un posto nell’undici di sta aggiunto, il Coman di ieri. partenza all’Olympiastadion, ma Le cifre confermano la bontà della non si può mai dire, in questa Juprestazione: tre cross, due occasioni create ve non c’è nulla di scontato. (incluso l’assist pro-Pereyra), © RIPRODUZIONE RISERVATA quattro dribbling positivi. Britos «appeso» allo scatenato Coman


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Serie A R Anticipi 37a giornata

Cinque gol, pali ed errori Alla fine Kucka stende l’Inter 1Partita spettacolare a Marassi: il Genoa la vince con un gol dello slovacco all’89’ Nerazzurri virtualmente fuori dall’Europa GENOA

INTER

3 2

PRIMO TEMPO 2-2 MARCATORI Icardi (I) al 19’, Pavoletti (G) al 24’, Palacio (I) al 30’, Lestienne (G) al 41’ p.t.; Kucka (G) al 44’ s.t. GENOA (3-4-3) Perin; Roncaglia, Burdisso, De Maio; Rincon, Bertolacci, Kucka, Edenilson (dal 48’ s.t. Tambè); Iago (dal 38’ s.t. Izzo), Pavoletti, Lestienne (dal 32’ s.t. Laxalt). PANCHINA Lamanna, Sommariva, Perotti, Tino Costa, Soprano, Panico, Mandragora. ALLENATORE Gasperini. CAMBI DI SISTEMA nessuno. BARICENTRO ALTO 55,9 METRI ESPULSI nessuno AMMONITI Kucka per comportamento non regolamentare, De Maio e Roncaglia per gioco scorretto. INTER (4-3-1-2) Handanovic; D’Ambrosio (dal 42’ s.t. Puscas), Ranocchia, Juan Jesus, Nagatomo; Brozovic (dal 31’ s.t. Shaqiri), Medel, Kovacic; Hernanes; Icardi, Palacio (dal 32’ st. Bonazzoli) PANCHINA Carrizo, Campagnaro, Andreolli, Kuzmanovic, Obi, Santon, Felipe, Gnoukouri, Donkor ALLENATORE Mancini. CAMBI DI SISTEMA dal 32’ s.t. 4-2-3-1. BARICENTRO MOLTO BASSO 47,2 METRI ESPULSI nessuno. AMMONITI Hernanes, Juan Jesus e D’Ambrosio per gioco scorretto, Brozovic per comportamento non regolamentare. ARBITRO Tagliavento di Terni NOTE Spettatori paganti 10.659, incasso di 170.700 euro; abbonati 16.502, quota di 170.781 euro. Tiri in porta 10 (1 palo)-8 (1 palo e 1 traversa). Tiri fuori 4-3. In fuorigioco 6-2. Angoli 12-5. Recuperi: 0’ p.t., 4’ s.t.

PRIMO TEMPO 8’ Tanto bene e tanto male nella stessa azione. Kovacic disegna un cross per Brozovic che di testa non prende la porta da tre metri. 9’ L’Inter sbanda in difesa Cross di Rincon da destra, Juan Jesus per non saper che fare, liscia, Lestienne di testa obbliga Handanovic a costruire un miracolo in mezzo secondo. 19’ Torna a galla la squadra di Mancini Cross di Hernanes da sinistra, Icardi di testa colpisce la spalla di Edenilson, il pallone resta a metà strada e Mauro anticipa l’uscita di Perin. 24’ Riparte la giostra Bertolacci per Pavoletti, Medel tarda a chiudere e l’attaccante prende il tempo a Ranocchia. Si gira e calcia: gol capolavoro. 30’ Difese senza difese Lungo lancio da dietro, Icardi fa proseguire con un tocco geniale mettendo Palacio davanti a Perin. Gol! 31’ Il Ferraris pensa di illuminarsi d’immenso quando Pavoletti al limite gestisce una palla vagante, la addomestica e colpisce in pieno la traversa dal limite. 38’ Pochi secondi e Icardi si vede annullare due gol. 41’ In scena la tragicomica difesa nerazzurra. Palla in profondità per Lestienne sulla quale sono in vantaggio sia Handanovic (che liscia con i piedi) sia Ranocchia (che scivola senza un perché). A proposito, Lestienne deposita a porta vuota

SECONDO TEMPO 24’ Genoa e Inter vanno di fioretto per un quarto d’ora prima di tornare ad affondare. Bertolacci si costruisce il tiro e Handanovic gli nega la gioia. 30’ Inter falegname! Prima con Hernanes (palo di sinistro), poi con Brozovic (traversa ancora con il mancino). 33’ Il Genoa entra quasi in porta. Il tiro di Bertolacci deviato all’ultimo è un’occasione gustosa. 36’ Serve la qualità all’Inter, prova a dargliela Hernanes che tenta di piazzare col destro sul secondo palo: Perin vola a deviare. 37’ Occasione da sospiro nerazzurro. Shaqiri da destra crossa per Icardi che anticipa il marcatore sul primo palo e di testa gira fuori. 44’ Punizione di Edenilson, Kucka sale più alto di tutti: Genoa in trionfo.

Fabio Bianchi INVIATO A GENOVA @fabiowhites

F

ino all’ultimo respiro al confronto di questo Genoa-Inter fa la figura de «La corazzata Potëmkin». Elogio di una sfida bellissima e imperfetta. Probabilmente bellissima perché imperfetta, con prodezze pari agli errori. Anche di Tagliavento, che non ha visto mani sui gol e rigori. Ma tant’è. Una sfida giocata a velocità inglese e con pressing spagnolo. E mai finita. Persino a una manciata di secondi dalla fine, Maurito Icardi ha la possibilità di segnare ancora e portare l’Inter al pareggio, che tutto sommato lo meriterebbe anche, almeno sul piano delle occasioni. Ma non tira, perché non tira, e alla fine cade toccato da dietro da Burdisso (era rigore). Finisce così, con il pubblico del Grifo esaltato come prima dell’inizio quando ha festeggiato i Gasperini boys coi fuochi d’artificio e una scenografia da Oscar. Chissà se vincono lo scudetto cosa fanno. E invece gli tocca con tutta probabilità l’amaro calice di perdere l’Europa che sul campo avrebbero strameritato. Già. Elogio di una sfida bellissima con considerazioni a margine.

Certi presidenti non meritano la squadra che hanno costruito e i tifosi che si sono trovati. E l’Inter, che si aggrappa ancora a una flebile speranziella per uscire dai confini, se avesse giocato sempre con questa grinta e determinazione (soprattutto in casa) non si troverebbe a sperare in una caduta della Samp a Empoli e/o col Parma. PAVOLETTI SHOW Per chi aves-

RSi è giocato a ritmi

inglesi e con pressing spagnolo. Sembrava una gara infinita

se voglia di vivere 95 minuti di adrenalina pura, cerchi la registrazione della partita e se la goda. Turandosi magari il naso per gli svarioni difensivi (vero Ranocchia, vero Burdisso?). Ma anche questo e il calcio, bellezza. Nei titoli di coda troverà un sommario impressionante: 5 gol che potevano essere quasi il doppio, una traversa per il Genoa, un palo e una traversa per l’Inter. Nella stessa azione. Diciotto tiri in porta in totale, dodici angoli a cinque. E mai un

minuto di pausa. Altro che match di fine stagione. Una condizione fisica da inizio avventura. Il Genoa nel primo round è stato impressionante. Trascinato da un centravanti che abbiamo imparato a conoscere in questo finale di campionato: Pavoletti. E da un diavoletto belga che non doveva nemmeno giocare dall’inizio: Lestienne. Gasperini aveva scelto Tino Costa per una squadra più prudente, ma si è infortunato nel riscaldamento. Così, Lestienne a sinistra del tridente per schiacciare il povero D’Ambrosio. Il solito Handanovic ha tenuto in piedi l’Inter all’alba della sfida, che è addirittura passata in vantaggio con Icardi su un cross di Hernanes. Poi è iniziato lo show di Pavoletti, che giocava per due. Prima, su invito di Bertolacci, ha girato attorno a Ranocchia e ha centrato l’angolino con una sassata. L’Inter è stata brava a non farsi travolgere dal ritmo. È rimasta in partita ed è tornata in vantaggio con Palacio che imbeccato da Icardi ha sfruttato un buco della difesa per piazzare il piatto vincente. Un mezzo regalo in cambio di un regalo intero per il 2-2 di Lestienne che ha approfittato di uno scontro Handanovic-Ranocchia (più colpevole il difensore). Nel mezzo, una stupenda

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IL GOL VITTORIA Al 44’ s.t. Kucka salta più alto di tutti e spedisce in rete la punizione di Edenilson per il 3-2 finale ANSA

fI PERSONAGGI

LO SGARRO DEGLI EX

Gasperini e Juraj, la dolce vendetta dei sedotti e mollati 1Il tecnico a Milano aveva passato 83 giorni d’inferno, il mediano è stato dell’Inter senza mai giocarci: ieri si sono presi la rivincita Filippo Grimaldi GENOVA

E’

traversa in mezza rovesciata di Pavoletti. E ALLA FINE, KUCKA Le difese ne hanno combinate parecchie, ma vuoi per la tattica, vuoi per il gran ritmo, hanno qualche alibi. Per dire, Gasperini usa spesso la formula di far salire il centrale in fase di non possesso per tamponare il portatore di palla e cercare la superiorità numerica e la ripartenza micidiale. Nel caso del gol di Palacio, è andata male: Burdisso è uscito e in mezzo si è creato il vuoto. Il secondo round è stato giocato allo stesso impressionante ritmo ma gli errori, anche degli attaccanti, sono aumentati. A centrocampo il Genoa arrivava spesso primo sui palloni, Kucka è diventato un gigante. Handanovic ha ripreso a fare prodezze. L’Inter si appoggiava su Palacio, uomo ovunque, e alla mezzora ha avuto la possibilità di tornare in vantaggio: ma Hernanes ha colpito il palo e sulla ribattuta Brozovic ha preso la traversa. Al tramonto della sfida Kucka ha saltato più in alto di tutti sulla punizione cross di Edenilson e ha regalato la vittoria al Genoa in una sfida che poteva finire in tanti modi. E forse questo è il più giusto. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA MOVIOLA di V.D’A.

MANCANO DUE RIGORI TAGLIAVENTO DISASTROSO ● Partita non facile per Tagliavento. Che commette errori importanti. A partire dal gol del primo vantaggio dell’Inter, con Icardi che colpisce di testa, manda la palla sul suo braccio prima di infilare di piede Perin. Gol da annullare. Prima l’Inter aveva protestato per un mani di Burdisso (15’) che tocca ma prova a togliere il braccio (dunque involontario). Al 28’ Lestienne calcia sul gomito di D’Ambrosio attaccato al corpo: ok dare angolo. Al 7’ della ripresa Juan Jesus atterra in area Pavoletti su un cross di Lestienne; era da rigore. In pieno recupero, rigore negato all’Inter, con Icardi toccato da dietro da Burdisso. Sui due gol annullati a Icardi, infine, bravo l’assistente Marrazzo.

il cerchio che si chiude. Gasp aspettava una notte del genere dal 21 settembre 2011, quando all’Inter gli chiusero la porta in faccia, senza avergli mai dato – di fatto - la possibilità di iniziare la sua avventura alla corte di Moratti. C’è un tempo per ogni cosa nella vita. Questo è il momento della resurrezione sportiva e del riscatto morale. Lo capisci quando alla fine di questa partita fantastica si materializzano tutti, ma proprio tutti, sul prato del Ferraris, soltanto qualche attimo dopo la zuccata di Kucka che ha mandato il Genoa in paradiso, estromettendo quasi definitivamente l’Inter dall’Europa (oggi sapremo: il Mancio è aggrappato disperatamente all’amico Mihajlovic) e ridando a Gasperini quella dignità che 83 giorni di amarezza interista gli avevano tolto. È la notte della festa del Grifone, è l’ultimo giorno di scuola, è la passerella che celebra una stagione comunque memorabile, con o senza passaporto per l’Europa, e per questo il tecnico s’era portato in panchina anche Perotti (infortunato), prima che sul prato irrompessero fra i vincitori pure Borriello e Niang, fresco d’intervento al menisco, che come d’incanto butta via le stampelle e inizia a ballare. LA VENDETTA È una festa memorabile, che azzera le amarezze di Gasperini. Ce lo

aveva raccontato, un mesetto fa: quel cupo interregno nerazzurro prima dell’esonero-lampo aveva rappresentato un dolore troppo grande da superare, un’umiliazione immeritata, un colpo duro anche sul piano personale a cui solo la chiamata-bis del Genoa era riuscita in parte a rimediare. Adesso la vendetta è compiuta, e pazienza se un manipolo di tifosi (ma quali tifosi?) gli fanno la morale per la storia del rinnovo del contratto (tutt’altro che un tormentone), prima che il resto del Ferraris cancelli uno striscione senza logica con il più lungo degli applausi. Il resto dei veleni – perché ci sono anche quelli: del resto certi genoani, maestri di autolesionismo, non

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● Le vittorie consecutive del Genoa in campionato: la striscia aperta comprende i successi contro Torino, Atalanta e Inter.

Sopra Gian Piero Gasperini, 57 anni, portato in trionfo. E sotto il tecnico con Juraj Kucka, 28 anni GETTY/ANSA

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si smentiscono mai – finisce addosso al presidente Preziosi, per la storia della licenza-Uefa. Dolo manifesto, peraltro, ma a qualcuno evidentemente non interessa: «Non manca la licenza, quanto la vostra coscienza», tuona la gradinata. «Un’altra vergognosa schifezza», recita un altro messaggio: succede, anche nelle migliori famiglie. Il Prez se ne va dalla tribuna d’onore senza parlare. Ma la festa continua, mentre in città esplodono i caroselli. LA SERATA PERFETTA È successo: cancellare quell’onta interista per il Gasp non ha prezzo. E anche i protagonisti sembrano non essere stati scelti a caso. Perché Pavoletti s’è riscoperto nell’emergenza da gregario a primattore. Perché il primo gol di Lestienne meritava una partita del genere per essere celebrato. E perché solo un carrarmato come Kucka avrebbe potuto portare il Genoa quassù. Lo slovacco che ha la vita tatuata addosso, Juraj che ha scelto come simbolo un diamante, segno di chi nella vita non si spezza, lui che virtualmente era stato un giocatore dell’Inter. Il Gasp ha creato un gruppo e Kucka s’è tuffato dentro a meraviglia: «Lo ammetto, questo è il gol più importante che io abbia segnato con questa maglia. All’Europa per ora non penso, guardiamo alla prossima gara. Di sicuro contro l’Inter abbiamo dimostrato ciò che si dice di noi da tempo. Siamo innanzitutto un gruppo fortissimo». GRAZIE RAGAZZI È successo, e un’ora dopo Gasp non riesce ancora a crederci: «Quell’esperienza ha rischiato di tagliarmi la carriera. Era destino, forse, che finisse così». Perché Gasp è questo, è il collante di uno spogliatoio dal quale nessuno, oggi, vorrebbe andarsene: «E’ la serata più entusiasmante della mia carriera alla guida del Genoa, in mezzo a tanti altri momenti belli», e c’è da credergli. Genoa fucina di talenti, «questi ragazzi mi hanno seguito, hanno avuto fiducia in me, ed ora sono felice se i grandi club si sono accorti di loro». Genoa d’alta quota, adesso tutti sanno chi è davvero Gasperini, anche all’Inter: «Non mi hanno aiutato, avrei avuto bisogno di maggiore appoggio». Pausa: «Ma anche le esperienze negative aiutano. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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● I gol di Kucka: in questa A: prima di ieri aveva segnato a Udine il 2 novembre

● I successi di fila in casa per il Genoa con Cagliari, Parma, Cesena, Torino e Inter. Ultimo stop l’1-1 con l’Udinese.

LE PAGELLE di MATTEO DALLA VITE LESTIENNE SCARICA ELETTRICA, BURDISSO CHE RISCHIO! PASTICCIO RANOCCHIA, PALACIO INTELLIGENTE GENOA

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PERIN 6 Quando scocca lo 0-1 fa una mezza uscita che nel caos permette a Icardi di godere. Ma disinnesca Hernanes. RONCAGLIA 5,5 È lui che non la racconta giusta quando Palacio infila tutti e l’1-2. Il resto è lotta scomposta. DE MAIO 6 Rudi colpi di spada su Palacio, che gli sfugge due volte. In una è Rodrigo che scivola e si chiama fuori. RINCON 6,5 Un torello che non ti lascia mai respirare: inizia come un tritacarne, finisce col linguone ma vivo. BERTOLACCI 6,5 Pronti, via e stampa una botta da fuori: con tutti che si inseriscono lui sta più posato del solito e ragiona. Molto bene.

4,5

EDENILSON 6 Salta malissimo in chiusura (?) su Icardi quando scocca lo 0-1. Dopo riparte come un’aspirapolvere. TAMBÈ s.v. IAGO 6,5 Fa quasi più il trequartista che altro: nella ripresa si mangia un gol preferendo un dribbling. Trattasi di giocatore velenoso. IZZO 6 Sui mette largo e alto a destra e dà spinta super. PAVOLETTI 7 Palla, si gira e tira: gol e traversa. Giocatore credibile. Una vera rivelazione. LESTIENNE 7 Fa decisamente impazzire D’Ambrosio, una scarica elettrica continua, costante, pericolosa. LAXALT 6 Si mette interno e fa la legna che può. ALL. GASPERINI 7 Ha un gruppo di assatanati che sanno fare calcio, un flipper di inserimenti, pressing, idee.

IL MIGLIORE KUCKA

7 Partita sontuosa (con assist) incastonata dentro un gol che spezza l’Inter e manda in estasi un Genoa da veri applausi.

IL PEGGIORE BURDISSO

5,5 Alla fine rischia il rigore su Icardi, e prima apre dei Grand Canyon (salendo su Hernanes) che per poco non sono devastanti.

TAGLIAVENTO Serata no: un braccio di Burdisso (palla che schizza), uno di Icardi sul gol, un rigore non dato (su Pavoletti) e un altro su Icardi. I due fuorigioco? Bravo l’assistente Marrazzo.

INTER

6

HANDANOVIC 6 S’incasina (anche per colpa di Ranocchia) sul 2-2 ma prima e dopo dimostra sangue gelido e lucidità. La parata su Lestienne è da Circo. D’AMBROSIO 4,5 Lestienne lo prende e se lo porta a spasso: di qua, di là, su e giù. Errori in serie, di posizione e tocchi. (PUSCAS s.v.) JUAN JESUS 5,5 Torna a mettersi in mezzo alla difesa: non bene. NAGATOMO 5,5 L’inizio di Rincon lo mette nell’angolino anche se ha carattere per reagire. Alla lunga evapora. BROZOVIC 6 Timidi segnali di ripresa, considerando la traversa. Ma una cosa emerge: Kucka lo pialla spesso. SHAQIRI 5 Scivola sette volte nei primi 5 minuti. Un cross ok e

«sgambettatine» inutili quando serve concretezza. MEDEL 6 Si mette anche centrale difensivo: gli passano i razzi genoani ovunque e gli altri coprono poco. Svarione nell’1-1. KOVACIC 6 Inizia con personalità: copre poco (ahi) e perde il pallone che agita i giochi del 2-2. HERNANES 6,5 Ha la capacità di esserci con leggerezza: palo, Perin, punizioni e insomma c’è e fa buone cose. ICARDI 6 Burdisso gli nega il 3-3: doveva tirare prima. Lo 0-1 e l’assist dell’1-2 dicono che è ok, ma anche un colpo di testa fuori grida pietà. BONAZZOLI 6 Prima trequartista poi largo: una discesa. ALL. MANCINI 6 Due fuorigioco, i legni e macro errori dei suoi gli giocano contro. Il solito 4-2-3-1 (ieri confuso) non va. DOBOSZ 5,5 MARRAZZO 6

IL MIGLIORE PALACIO

7 Fa un gol bello ed esulta. Così lo fischiano. Un altro se lo mangia scivolando, ma la sua intelligenza è roba vera.

IL PEGGIORE RANOCCHIA

4,5 Vero: deve anche andare a coprire i ritardi di D’Ambrosio. Ma sul 2-2 fa il pasticciaccio e sull’1-1 fa girare Pavoletti. PERUZZO 5 TOMMASI 5


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Serie A R Anticipi 37a giornata

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fAREA TECNICA

L’ALLENATORE DELL’INTER Roberto Mancini, 50 anni, allena l’Inter da novembre ANSA

MANCINI NON SI DÀ PACE: «ERRORI PAZZESCHI IN DIFESA E RANOCCHIA DEVE MIGLIORARE» «Sono soddisfatto per la mentalità offensiva. Se devo perdere, preferisco farlo così: giocando». Ma la retroguardia allarma Luca Taidelli INVIATO A GENOVA

L

oro due ballano un gran tango, quelli dietro ballano e basta. È il destino di Mauro Icardi e Rodrigo Palacio, coppia argentina e completa che anche nello stadio che è stata la loro casa danno un sag-

gio di classe ed efficacia. Peccato che pure a Marassi vada in scena l’asta benefica della Ranocchia&C., ditta specializzata in regali. Quello confezionato per Lestienne alla fine di un primo tempo da Scherzi a parte aggiorna una galleria di svarioni difensivi ormai infinita. Dopo papere, lisci ed incomprensioni, ieri là dietro si sono inventati l’autoscontro — o anche autoliscio — tra capitano e Handanovic, con il belga a scartare incredulo la caramella a porta vuota. Per poi perdersi Kucka nel finale e dire (quasi) definitivamente addio alle speranze di conquistare un posto in Europa.

FONDAMENTA DA RIFARE Quello della tenuta difensiva è il vero punto su cui lavorare per il futuro. Prima sul mercato, poi sulla testa e sul campo. Mancini è giustamente al limite e ieri ha ripetutamente inveito contro la sua banda del buco. Perché hai voglia di invocare l’attaccante da 15-20 gol, qui il dramma è che hai concesso 45 reti, più del doppio di quelle subite dalla Juventus. Ecco perché il promettente nazionale colombiano Murillo, bloccato a gennaio, non può e non deve bastare. Servono almeno un altro centrale e un terzino di livello, visto che ieri D’Ambrosio e Nagatomo non hanno mai

preso la targa a Iago e Lestienne. Ritrovato Juan Jesus al suo fianco, Ranocchia poi è andato in tilt. Urge un uomo alla Samuel, un duro che prenda per mano il reparto. Quello che dovrà fare Touré a centrocampo. Mancio vorrebbe uno navigato come Skrtel, ma non sarà facile strappare lo slovacco al Liverpool. E anche in porta bisogna uscire dall’equivoco Handanovic. Ora miracoloso ora goffo, lo sloveno resta legato al rebus rinnovo. Probabile che cambi aria. In rialzo le quotazioni del bosniaco Begovic, ma anche lo Stoke City non svende di certo. ERRORI PAZZESCHI Inevitabile che alla fine Mancini si ritrovi a ripetere i soliti concetti: «Abbiamo provato fino alla fine ad arrivare in Europa, ma se nonostante le prestazioni ottime in attacco commettiamo errori pazzeschi è difficilissimo vincere. Se comunque devo perdere, voglio farlo così. È stato bellissimo giocare una partita splendida, peccato averla persa e non vinta. Le ultime due gare sono la fotografia della nostra stagione, noi abbiamo avuto tre palle gol clamorose prima del gol di Kucka, ma alla fine è andata male. Non possiamo dare le colpe solo alla retroguardia, dobbiamo lavorare sulla testa e sulla difesa. Io sono ottimista, anche se i risultati non sono dalla nostra e ci penalizzino. La squadra ha una mentalità solida ed offensiva. Ci dispiace per tifosi e presidente, cercheremo di sistemare gli errori per la prossima stagione. Mercato? I ragazzi hanno lavorato benissimo, cambiando modo di pensare. Ma facciamo errori pazzeschi. Ranocchia deve migliorare per forza. E comunque, oltre a quello su Icardi, c’era un rigore clamoroso per mano di Burdisso». © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’ARGENTINO

L’unico sorriso è di Icardi capocannoniere 1Ha raggiunto il

connazionale Tevez a 20 gol, e poteva pure superarlo. Ora il rinnovo

Mauro Icardi, 22 anni BOZZANI INVIATO A GENOVA

W

anda twitta, lui segna. Con quello d’astuzia realizzato al Genoa, Mauro Icardi è salito a quota 20 gol in campionato. Capocannoniere della A con Carlitos Tevez, nelle ultime uscite invero preservato in vista della finale di Champions. Resta il fatto che Maurito è una sentenza (anche se gli tolgono due reti per fuorigioco millimetrico e si mangia la doppietta allo scadere) e il rinnovo sul contratto diventa ancora più fondamentale

per dare qualche certezza alla banda del buco nerazzurra. Con la moglie (semi) manager che spiega sui social come lui non resti per mancanza di alternative («Lo voleva il Real Madrid») ma per scelta, i tempi si allungano per questioni fiscali legate alla divisione dei diritti d’immagine. FUMATA A GIUGNO A giugno sarà fumata bianca: firma sino al 2019 con ingaggio attorno ai 3 milioni a salire. Mauro comunque continua a pensare soltanto al campo - in totale i centri stagionali sono 25 - e alla sacra famiglia. Tutto il resto è noia, avrebbe detto Califano. Perché Icardi va a nozze con Palacio, anche ieri commovente per generosità e salito a 7 gol in campionato, e con chiunque altro arriverà come vice Dybala. Paulo era il pallino di Mancini per garantirsi un decennio di gol e belle giocate. Arriverà qualcun altro. E forse cambierà anche il vento. «Perché i due gol annullati in un minuto nel primo tempo e i due legni in pochi secondi sono la fotografia della nostra stagione» chiosa un Mancio che ne ha viste davvero troppe. Senza Europa avrà più libertà sul mercato e più tempo per cambiare la testa del gruppo. Soprattutto in difesa. Per fare i gol c’è sempre Icardi. lu.tai. © RIPRODUZIONE RISERVATA


Siamo in onda! R

DOMENICA 24 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA

MATTINA 7.05 Campioni a confronto 7.30 Campioni a confronto 8.05 Perfection: momenti di gloria 9 Gazzetta News 9.30 Gazzetta News 10.05 The Speedgang-La banda dei motori 11.05 Perfection: momenti di gloria 11.30 Campioni a confronto

12.05 Bomber 13 Gazzetta News - Giro d’Italia 13.30 Gazzetta News

19.30 Gazzetta News - Giro d’Italia 20 Gazzetta News 20.30 Gazzetta News

POMERIGGIO 14 Gazzetta Live - Serie A 17.35 Explorers: avventure pericolose 18.05 The Speedgang - La banda dei motori 19 Gazzetta News Sottorete

SERA 20.45 Bebe Vio si racconta 21.05 Perfection: momenti di gloria 21.35 Bomber 22.30 Condò Confidential

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23 Gazzetta News - Giro d’Italia 23.30 Gazzetta News 24 Gazzetta News 0.30 Gazzetta News 1 Gazzetta News 1.30 Gazzetta News 2 Gazzetta News 2.30 Gazzetta News 3 Gazzetta News

La corsa per l’Europa su GazzettaTv

1«Serie A» con Berti e Tramezzani: per vivere ogni minuto dello sprint campionato. E il Giro sale sulle Dolomiti Gabriella Mancini

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ampionato di calcio, pallavolo femminile e Giro d’Italia sono il piatto forte di GazzettaTv sul canale 59 del digitale terrestre. Nel corso di Serie A, il programma che scatta alle 14, tutti gli aggiornamenti delle partite pomeridiane e il punto sulla lotta serrata per un posto in Europa League. Dopo i commenti delle due sfide di ieri e di EmpoliSampdoria all’ora di pranzo, riflettori puntati su PalermoFiorentina con i viola determinati più che mai a rincorrere l’Europa, un traguardo che salverebbe la stagione. Aspettando l’attesissimo derby tra Lazio e Roma di domani che porterà altri scossoni in classifica e che approfondiremo nel nostro programma del lunedì, Senza Appello. BERTI E TRAMEZZANI Tornando a Serie A, conduce in studio Viviana Guglielmi con Paolo Condò e Nicola Cecere, il nostro esperto Carlo Laudisa farà il punto sul mercato, gli ospiti sono Nicola Berti, ex centrocampista nerazzurro, vice campione del mondo con l’Italia nel ’94, e Paolo Tramezzani, ex difensore e vice allenatore della nazionale albanese al

clic COME RISINTONIZZARE I VOSTRI TELEVISORI E VEDERE IL CANALE 59 ● Eseguire le seguenti procedure. Se possiedi Tv o Decoder Digitale Terrestre 1. Premere il tasto MENU sul telecomando 2. Selezionare Impostazioni/Avanzate 3. Posizionarsi sulla voce relativa alla Sintonizzazione automatica dei canali e premere il tasto OK, accedi alla configurazione dei canali 4. Impostare Modalità di sintonia dei canali su DTV 5. Posizionarsi sul pulsante Avvia scansione e premere il tasto OK per avviare la ricerca. Soluzione dei problemi Se avete già provveduto alla risintonizzazione senza esito e il vostro televisore è collegato ad un sistema con antenna centralizzata, fate verificare dal vostro antennista che sia presente nella centralina dell’antenna stessa il modulo (o filtro) necessario per la ricezione dei segnali tv del canale/mux 55 (frequenza 746 MHz), quello che supporta anche il canale 59 di Gazzetta Tv. Se il modulo manca, fatelo inserire: è un’operazione molto semplice. Se possiedi una Sky Digital Key 1. Premere il tasto Menu del telecomando SKY e premere OK per accedere al digitale terrestre 2. Premere il tasto rosso (Ricerca) e lasciare invariata la configurazione 3. Premere due volte il tasto rosso (Avvia ricerca) 4. Attendere il completamento dei canali e quindi premere OK

fianco di Gianni De Biasi. VOLLEY Continua l’appuntamento dedicato al volley con Sottorete alle 19. In primo piano la doppia sfida tra Italia e Cina, ieri a Ravenna, in occasione delle celebrazioni dei 50 anni dell’Olimpia, la società di pallavolo femminile più vincente d’Italia, e oggi a Monza con collegamenti diretti dal palasport. Un bel test per il c.t. Marco Bonitta, che alla guida della Nazionale femminile vin-

se il Mondiale nel 2002, e le sue azzurre. Largo anche alla Nazionale maschile in partenza per l’Australia.

Nicola Berti, 48 anni, ex centrocampista nerazzurro FOTOGRAMMA

CORSA ROSA Alle 13.15 riflettori puntati sulla quindicesima tappa del Giro cadenzata dalla maestosità delle Dolomiti, Marostica-Madonna di Campiglio, 165 chilometri di fatica, in prima serata lo Speciale Giro con i commenti di Paolo Bettini e dei nostri inviati e più tardi il riassunto della giornata. Una data

importante, proprio oggi ricorre il Centenario dell’ingresso dell’Italia nella Grande Guerra, sarà ricordato alle 15 con un minuto di silenzio. Anche GazzettaTv partecipa alla campagna I versi della memoria, articolata in due spot costruiti intorno alle poesie di Giuseppe Ungaretti, scritte dal fronte del primo conflitto mondiale: i versi, intensi e tragici, scorrono sullo schermo fino a comporre la parola Ricorda. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Serie A R Eurocandidate

DOMENICA 24 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA

AL CASTELLANI

AL BARBERA

Sogno coppe Samp-Sinisa, ultima chiamata per l’impresa 1Mihajlovic: «Battiamo Empoli e Parma o guarderemo l’Europa League in tv»

LA (LOGICA) FLESSIONE Resta il fatto che il piatto piange, almeno negli ultimi due mesi: «Se vogliamo giocare in Europa, dobbiamo vincere ancora con Empoli e Parma, altrimenti l’anno prossimo guarderemo l’Europa League in tv». Un’ipotesi che toglie il sonno, soprattutto analizzando il cammino dei blucerchiati per buona parte di questa stagione. Certo, perché ciò non accada la Samp dovrà togliersi da sola dalle secche dell’anonimato, ma è indubbio come il sacro fuoco che ha alimentato la rincorsa sino a marzo, si sia di recente affievolito. «Abbiamo fallito tre match-point nell’ultimo mese per la qualificazione», l’analisi di Mihajlovic.

PERCHÉ VEDERE EMPOLI SAMPDORIA Gli amici, si sa, se ne dicono e se ne fanno di tutti i colori. Sarri e Mihajlovic si conoscono bene e sono bravi in quel che fanno. Ci sarà da divertirsi. Castellani, ore 12.30

L’allenatore della Sampdoria Sinisa Mihajlovic, 46 anni, serbo LAPRESSE

SARRI SCUOTE L’EMPOLI

«Diamo un senso al nostro torneo» ● EMPOLI (g.c.) «Mi aspetto una partita diversa da Verona. Voglio più determinazione e cattiveria, non mi interessano le loro motivazioni. Vogliamo dare un senso al campionato e congedarci bene dai tifosi». Maurizio Sarri tiene a salutare il Castellani con una prova memorabile. L’arrabbiatura dopo Verona? «La squadra si allena bene, ma a Verona ci è mancato lo spirito di sacrificio. Ora non deve mancare. Con la Samp se siamo quelli di Verona sarà una gara impossibile». La visita di Mihajlovic al Castellani. «In tutti i lavori ci sono scambi di opinioni, mi sembra assurdo tenere le cose nascoste. Ma per 90’ saremo avversari. Mi ha rubato dei segreti? Se bastasse guardare gli altri il Barcellona non esisterebbe, perché lo abbiamo studiato tutti». In difesa Rugani, Barba e Tonelli si giocano una maglia.

re, perché a due gare dalla fine la Samp è ancora qui a giocarsi un posto in Europa, e nessuno a inizio campionato se lo sarebbe aspettato». Vero anche questo, compreso il concetto che «su trentasei partite ne abbiamo sbagliate un paio in fatto di atteggiamento». Due o forse poco più, sarebbe un sofismo discutere riguardo a questo dato. Opinabilissimo, peraltro. Una cosa è certa: adesso gli applausi servono a poco, o perlomeno non garantiscono il passaporto per l’Europa, almeno quello sicuro senza sperare nelle disgrazie altrui, dentro e fuori dal campo, e ogni riferimento al ricorso genoano non è affatto casuale.

Filippo Grimaldi GENOVA

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on sparate sulla Samp. Mihajlovic rivendica — a ragione — la paternità di una stagione superlativa da parte della sua squadra, partita a fari spenti e con ambizioni dichiarate di una salvezza assolutamente tranquilla. Il vento, poi, ha iniziato a soffiare nella direzione giusta e il resto è venuto da sé. Il carisma del tecnico, insieme a un sontuoso mercato di gennaio, hanno portato i blucerchiati a poter ambire — era marzo, non una vita fa — persino al terzo posto, così da staccare il biglietto per il preliminare di Champions. Così non è stato, ma comunque vada — domani e fra una settimana contro il Parma al Ferraris — questo rimarrà un campionato da ricordare, Sinisa può esserne certo. LA LUNGA VOLATA «Non bisogna dimenticare quanto abbiamo fatto», è la prima richiesta del tecnico, a cui segue la seconda: «Squadra da applaudi-

GIOCO E PARTITA Postilla: proseguendo con la metafora tennistica di Mihajlovic, se questo è successo senza essere la testa di serie numero uno del torneo, ma una sorta di wild-card della serie A, è bene preoccuparsi e alzare il livello dell’allerta. Nelle ultime otto gare la Samp ha raccolto appena sei punti, vincendo solo una volta (a Udine), a fronte di ben quattro k.o., con dieci reti subite e otto fatte. Mihajlovic fa il parafulmine, ma non serve, perché a Genova, sponda blucerchiata, nessuno ha istruito processi, né mai lo farà. La Samp ha perso il suo proverbiale cinismo, la sorte non le ha dato una mano («non intendo parlare ora degli arbitri», aggiunge l’allenatore), ma oggi ha una carta in più da giocarsi, in attesa di conoscere (nella probabile staffetta) chi partirà titolare fra Eto’o e Djordjevic. «L’Empoli gioca per l’orgoglio, noi per l’Europa», ricorda ai suoi ragazzi Mihajlovic. Che, prima del passo d’addio, vorrebbe essere ricordato come l’allenatore che un anno fa fece un miracolo salvando i blucerchiati, e dodici mesi dopo li ha riportati in Europa. Un degno erede di zio Vujadin, insomma. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Salah a caccia di 10 gol con lode Calvario Gomez: ancora panchina 1Montella: «Il mio futuro alla Fiorentina?

Valutiamo se ci sono ancora i presupposti» PERCHÉ VEDERE PALERMO FIORENTINA La Sicilia saluta Dybala, il suo figlioccio più dotato. Ma ci sono anche Vazquez e Salah sullo stesso campo: alto tasso di tecnica mancina. Barbera, ore 15

L’attaccante della Fiorentina Mohamed Salah, 22 anni LAPRESSE

DAL PALERMO ALLA JUVE

Dybala, addio da capitano ● PALERMO (f.v.) Sarà il giorno di Dybala che torna dal 1’ e con la fascia da capitano per salutare i tifosi. Probabilmente giocherà con Vazquez e Belotti. Iachini ammette che è già pronto per la Juventus. «Paulo ha avuto una grande crescita in questo anno e 7 mesi – dice il tecnico - Abbiamo condiviso un bel percorso, con una promozione, giocando un ottimo calcio che ci ha premesso di battere diversi record. In Serie A ha acquisito la convinzione e la personalità per diventare il giocatore che è. Il segreto è stato dargli la collocazione da prima punta. Gli ha permesso di esprimersi ad alti livelli ed è esploso. È già un giocatore da Juve, peccato che non abbia segnato di più, senza i 7 pali avrebbe aumentato il suo bottino».

Giovanni Sardelli FIRENZE

A

un passo dalla vetta. Recuperando il tempo perduto. La rincorsa di Mohamed Salah alla classifica di miglior marcatore stagionale della Fiorentina è vicinissima dal concretizzarsi. Manca un gol per raggiungere Mario Gomez, fermo a quota dieci e difficilmente in grado di progredire, considerato che anche oggi finirà in panchina. Davvero incredibile per un giocatore, Salah, arrivato a Firenze negli ultimi giorni del mercato di gennaio ed entrato in campo per la prima volta con la maglia viola soltanto l’8 febbraio scorso. Il giorno di San Valentino, contro il Sassuolo, il primo bacio. Con la progressione impressionante prima del sinistro vincente. In tre mesi e mezzo, in pratica, l’egiziano ha segnato sei gol in campionato, uno in Europa League e due in Coppa Italia. Ancora una rete e sarà doppia cifra. Ha 180 minuti per riuscirci. IDOLO Velocità e freddezza ac-

compagnano il suo istinto. La Fiorentina si è trovata in casa un tesoro forse più luccicante di quanto immaginato o sperato. Adesso se lo coccola e con lei i tifosi, che del funambolo egiziano si sono innamorati da subito. Montella ha disegnato i suoi ultimi reparti offensivi partendo da lui. Oggi a Palermo, salvo sorprese, saranno Gilardino e Ilicic ad affiancarlo. Il primo è destinato a sponde e guizzi negli ultimi metri. Lo sloveno, l’uomo forse più in forma della viola, partirà qualche metro dietro, cercando aria fra le linee e palloni giocabili faccia alla porta. Salah avrà la consueta libertà di movimento che ne ha sprigionato il valore. Un po’ attaccante, un po’ esterno: va dove lo portano il cuore e il pallone. GUIDA TECNICA L’obiettivo viola è dichiarato. Quinto posto a ogni costo e qualificazione diretta ai gironi di Europa League. Traguardo obiettivamente più che possibile, guai però a distrarsi. «Non voglio vedere alcun rilassamento – attacca Montella – e nelle ultime gare siamo stati bravi da questo punto di vista. Dobbiamo dimostrarlo ulteriormente contro una squadra forte come il Palermo». La Fiorentina viene da tre successi consecutivi con Cesena, Empoli e Parma. Ma anche da un tourbillon di voci sul futuro dell’Aeroplanino che spaventa qualcuno e stufa molti altri. Compreso il diretto interessato, che temporeggia come il migliore dei difensori nonostante il passato da bomber di razza. «Al momento non abbiamo fissato appuntamenti – spiega —. Ne parleremo quando la società lo riterrà opportuno, io sono a disposizione come è sempre stato. Le mie valutazioni le ho fatte ed anche già espresse alla stessa società perché sono sempre stato corretto con loro e loro con me. E tutti pensiamo esclusivamente al bene della Fiorentina». FUTURO Tentennamenti e omissioni che avvalorano l’ipotesi di un possibile addio a fine stagione. Ma il contratto è lungo (2017) e la clausola rescissoria pari a 5 milioni ancora in essere. In sostanza la soluzione del giallo non c’è, pur essendo vicina. Dieci, quindici giorni al massimo. E poi tutto sarà più chiaro. «Non è una lotta tra un allenatore che vuole una Fiorentina più forte e un club che dice di no – chiude il tecnico sull’argomento —. Bisogna valutare se ci sono o meno i presupposti e le giuste motivazioni per andare avanti insieme ed in serenità. Tutto qua». Oggi testa al campo, al Palermo, al quinto posto. Ma il futuro sta per essere scritto. © RIPRODUZIONE RISERVATA

PRONTO UN BIENNALE

Verona-Mandorlini avanti Verso il rinnovo con sconto PERCHÉ VEDERE PARMA-VERONA Il Parma (squadra) e i suoi tifosi hanno dato una lezione di dignità in una stagione travagliata come poche. L’ultima in casa sarà l’occasione per il saluto alla Serie A. Tardini, ore 15

Francesco Velluzzi

N

essuno si sbottona. Dal presidente, Maurizio Setti, all’interessato, Andrea Mandorlini che oggi a Parma festeggia le 200 panchine con l’Hellas. Ma a Verona è ormai cosa nota che il tecnico rimarrà per altre due stagioni. Per la gioia di una tifoseria che ha un rapporto viscerale con Andrea Mandorlini, in sella dal 2010, autore di due promozioni, fino alla Serie A e di un decimo straordinario posto nella passata stagione. In que-

sta, complici pure le importanti cessioni, non si è ripetuto a quei livelli. E ora l’unico obiettivo che resta è provare a far vincere la classifica cannonieri a Luca Toni, anche lui vicino al rinnovo per un’altra stagione. «Dovremo dare tutti molto di più per aiutare Luca a raggiungere questo grande traguardo, per la squadra e per la città sarebbe come vincere un altro scudetto», dice il tecnico. Che ha anche augurato al Vicenza (allenato in Serie B nel torneo 2002-2003): «Sarebbe bello ritrovarlo, questo è il vero derby».

Andrea Mandorlini, 54 anni GETTY

RINNOVO Del rinnovo di Mandorlini si parla da giorni. Si sa che la proposta è un po’ al ribasso: 450 mila euro a stagione per due anni più premi. Una spalmatura, sostanzialmente, perché le cifre attuali sono superiori di circa 200 mila euro. La società va verso un ridimensionamento perché l’idea di Setti è quella

di «sopravvivere» bene e non rischiare salti nel buio (anche se i proventi della tv dovrebbero aumentare). Ma Setti aspetta per l’annuncio dell’allenatore: «Ci metterò la testa per bene la prossima settimana». I contratti in scadenza al Verona sono parecchi, ma quello più in bilico è quello del responsabile del mercato Sean Sogliano (già nel mirino del Milan la scorsa estate e ora, sembra, corteggiato dal Napoli), che pare deciso a salutare a fine campionato. Il nome più gettonato per il futuro dell’Hellas è quello del collega napoletano Riccardo Bigon. Non ci sono per ora orientamenti precisi di mercato ma l’esterno difensivo Alessandro Agostini potrebbe continuare per un altro anno. © RIPRODUZIONE RISERVATA

ARRIVEDERCI PARMA

«Salutiamo a testa alta» ● PARMA (s.p.) «Esserci, per salutare la A a testa alta»: questo il messaggio che da una settimana viene lanciato ai tifosi del Parma che oggi affronterà il Verona, nell’ultima apparizione nella massima serie al Tardini. Con la sensazione (o forse certezza) che si chiuda un capitolo di storia: 25 anni passati in A (tranne uno) e una sfilza di successi importanti. Inutile guardarsi indietro: oggi i saluti a Roberto Donadoni e a tutta la squadra, poi la speranza di un futuro in B. Ecco perché esserci è importante.


Serie A R Sfida Capitale

DOMENICA 24 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA

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BIANCOCELESTI E GIALLOROSSI A CONFRONTO 24,5

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17.396

LAZIO

8 -24,5

USCITE MERCATO

ENTRATE MERCATO

80,5

48,9

ROMA

DATI SOCIETARI 2014-2015

3

SALDO

ACQUISTI

CESSIONI

19

55,1

68

MONTE INGAGGI

FATTURATO

27.622

13 100*

-31,6

ABBONATI

131,5

*circa, bonus compresi CENTIMETRI

Lazio-Roma da numeri uno I graffi di Lotito e Pallotta

secondo posto. Traguardo che significherebbe un introito sicuro di 40 milioni. E un uomo attentissimo ai conti come Lotito già gongola alla sola idea. Dopo essere stato il protagonista della vigilia, con la battaglia per il posticipo del match a lunedì (e qui le critiche gli sono piovute addosso dai romanisti) spera che in campo protagonista sia la sua Lazio.

1I due presidenti, in polemica su bilanci e politica federale, sono però uniti

PALLOTTA CONTESTATO Tutto diverso sarà lo spirito con cui Pallotta si avvicinerà alla Stracittadina. in altri momenti, forse il presidente avrebbe valutato l’idea di un blitz, ma adesso che c’è il secondo posto in ballo, il rischio di un lunedì bollente è altissimo. D’altronde, dal giorno in cui ha dichiarato guerra agli ultrà, Pallotta è sempre stato contestato dentro e fuori lo stadio, con cori pesantissimi. Perciò la visita la riserverà per il 15 giugno, quando sarà presentato in Campidoglio il progetto definitivo. Troppo distaccato? Possibile, ma d’altronde domani tutte le polemiche del genere conteranno poco. Da questo punto di vista Pallotta nel giro di meno di due anni sembra aver capito il derby. Se nel giugno 2013 – un mese dopo la storica e amarissima sconfitta nella finale di Coppa Italia, con seguito di contestazione a Trigoria – diceva stupito «Sono rimasto senza parole. Abbiamo perso per un solo gol e sembrava che il mondo fosse finito per sempre...», a gennaio invece ha scritto ferocemente «Il selfie di Totti (dopo il 2-2, ndr) è stato un gran momento, ma ne avrei preferito uno di Lotito con la sua faccia dopo il gol di Francesco». Ecco, queste sono le dichiarazioni che piacciono ai tifosi della Roma. Almeno fino a domani. Perché poi a decidere gli umori sarà come sempre solo il risultato. E su questo, probabilmente, anche Lotito sarebbe d’accordo.

nella lotta agli ultrà. E un pari nel derby li porterebbe insieme in Champions

Massimo Cecchini Stefano Cieri ROMA

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onostante il fatto che un pareggio nel derby di domani santificherebbe l’approdo in Champions per entrambi, che Claudio Lotito e James Pallotta non si amino, in fondo, può essere persino ovvio visto che rappresentano i leader naturali delle tifoserie di Lazio e Roma. Meno ovvio, invece, è che questo disamore nel breve periodo di colleganza (dall’agosto 2012) si sia trasformato in una sana antipatia che, dopo il derby d’andata, ha mostrato scintille non indifferenti soprattutto sul tema bilanci, senza contare le distanze sulla politica federale – Lazio «al governo» e Roma «all’opposizione» – e la querelle sullo spostamento della partita. Che a ben vedere è stata una fortuna per entrambi, con la Roma che ha avuto addirittura la notizia della qualificazione aritmetica in Champions. In ogni caso, ecco un breve riassunto dello stato dei rapporti a gennaio. Al d.g. romanista Baldissoni, che alludeva a una Lazio «esperta di scommesse», Lotito replicava così: «Se vuole può venire a Formello, così gli facciamo ve-

dere le scommesse vinte ai fini del risanamento e dell’efficienza della Lazio». A quel punto toccava a Pallotta: «La prossima volta che verrò a Roma sarà mia cura cercare di rendere Lotito edotto in merito alla nostra solidità e redditività finanziaria. Lo farò come se parlassi a un bambino, ovvero parlando lentamente e scandendo bene tutte le sillabe. Se non dovesse capirlo neanche questa volta, be’, allora rinuncerò». Finita? Macché. Ecco la parola fine. «Solo nell’arco del 2014 la Roma ha perso oltre 38 milioni di euro… Gli auguriamo pertanto che, a partire dal 1 luglio 2015, sia in grado di rispettare le norme del fair play, che la Lazio rispetta da oltre dieci anni». La diversità in fondo è tutta qui. Da una parte del mondo (negli Usa) c’è un presidente che – per necessità e scelta – ha deciso di delegare tutto; dall’altra ce n’è un altro che invece non c’è foglia laziale che stormisca senza che lui lo sappia. Attenzione però, perché ad accomunarli ci sarebbe una cosa tutt’altro che secondaria, ovvero la lotta agli ultrà violenti – «fucking idiots» direbbe Pallotta – che li vede quasi soli contro il resto d’Italia. LOTITO CRITICATO Una lotta che Lotito conduce da dieci an-

Claudio Lotito, 58 anni, da oltre 10 presidente Lazio e James Pallotta, 57 anni, da circa 4 alla Roma BOZZANI

ni e per la quale ha pagato un prezzo altissimo (da tanto tempo vive sotto scorta). Compresa una complessiva sottovalutazione dei risultati ottenuti dalla sua Lazio (tre trofei e altre tre finali, una ancora da giocare; sette qualificazioni europee). Certo, se dovesse arrivare quella Champions che sotto la sua

gestione è stata conquistata una sola volta (nel 2007) il giudizio cambierebbe. Anche da parte dei suoi detrattori storici, che non sono solo gli ultrà. Dopo il k.o. di ieri del Napoli con la Juve alla Lazio basterà un punto per essere sicura del terzo posto, ma con una vittoria si spalancherebbero le porte del

RGiallorossi già

aritmeticamente certi del preliminare ma i laziali puntano al sorpasso

© RIPRODUZIONE RISERVATA

QUI LAZIO / RADU SI DEVE ARRENDERE

QUI ROMA / IBARBO E ITURBE IN ATTACCO

Biglia migliora: può farcela De Vrij e Gentiletti sono ok

Rudi pensa a Florenzi alto Prevendita a quota 48mila e a Yanga-Mbiwa terzino 1200 agenti e 800 steward

● Biglia migliora, De Vrij e Gentiletti non preoccupano, Radu invece al 99 % è out. Questo il quadro della situazione in casa Lazio dopo l’allenamento di ieri a Formello. La notizia più confortante riguarda Biglia che, dopo i progressi evidenziati venerdì, ieri ha ulteriormente intensificato i carichi di lavoro rispondendo bene alle sollecitazioni. Il ginocchio infortunato (ha riportato una lesione del collaterale tra il 1° e il 2° grado) gli fa ancora male, ma le possibilità che giochi crescono di ora in ora. Sarà sicuramente convocato, in quanto al suo impiego Pioli deciderà solo all’ultimo

● Da ieri la Roma è di nuovo in ritiro a Trigoria, dove resterà fino a questa sera, subito dopo l’allenamento. Poi il trasferimento in un hotel del centro di Roma per preparare al meglio il derby di domani pomeriggio. Rudi Garcia ha ancora qualche dubbio sulla formazione, anche se dovrebbe aver virato definitivamente per la conferma del modulo classico, il 4-3-3, con due esterni d’attacco come Ibarbo e Iturbe pronti a sacrificarsi nei ripiegamenti difensivi per aiutare i terzini in fascia nel contenimento delle folate di due come Candreva e Felipe Anderson.

momento. Nessun problema invece per De Vrij e Gentiletti. Gli acciacchi post-Coppa Italia sono spariti. Saranno loro i due centrali difensivi, con Basta e Lulic sulle fasce. Solo un miracolo può infatti rimettere in pista Radu, alle prese con una contrattura al polpaccio. Pioli pare voler puntare sul 4-23-1, con Cataldi (o Biglia) e Parolo al centro e il trio Candreva-Mauri-Anderson alle spalle di Klose. Ma con Biglia potrebbe virare sul 4-3-3, con Cataldi-Biglia-Parolo in mezzo e un tridente composto da Candreva, Anderson e uno tra Klose e Mauri. Nicola Berardino © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’unica possibile variante, in tal senso, potrebbe essere lo spostamento di Florenzi di nuovo come esterno alto (al posto di uno tra Ibarbo e Iturbe) con il conseguente inserimento come terzino destro di YangaMbiwa. Il francese ha già giocato in quella posizione, anche se sempre a partita in corso e in situazioni di necessità, ma Garcia potrebbe optare per questa soluzione nel caso volesse dare maggiore spessore difensivo alla sua retroguardia. La controindicazione sarebbe una minore spinta sulla fascia, che Florenzi garantisce in modo più efficace di Yanga-Mbiwa. Andrea Pugliese © RIPRODUZIONE RISERVATA

ORDINE PUBBLICO

● (a.cat.) Una preoccupazione delle autorità oltre il livello di guardia non giustificherebbe l’assenso a posticipare l’inizio del derby alle 18, in un orario pericolosamente vicino al calare dell’oscurità. Perciò, ieri, a margine del tavolo tecnico tenutosi in Questura, la preoccupazione c’era, ma era contenuta (anche per la finale di Coppa Italia filata via liscia) . Ma è sempre un derby, e oltretutto con una bella posta in palio, e come tale va preso con le molle: 1200 agenti e circa 800 steward «basteranno» a gestire l’ordine pubblico intorno all’Olimpico.

Inevitabili le solite chiusure del quartiere Flaminio e probabili le serrate anticipate dei negozi della zona, come l’8 aprile di due anni fa, quando si giocò l’unico precedente di un derby di lunedì (con 8 accoltellati). Preoccupano afflusso (potenziati i filtraggi e apertura dei cancelli alle 15) e deflusso (sempre per l’orario di inizio border line). Desta qualche riflessione anche la prevendita, 48mila paganti finora, soprattutto da parte romanista (nemmeno la Sud è esaurita). Nell’ultima riunione del Gos è stata ipotizzata la presenza di ultrà di altre squadre infiltrati nella Nord laziale: un buon motivo perché qualche romanista resti a casa?


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Serie A R La guida

DOMENICA 24 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA

a 37

San Siro porta bene al Milan Toro da 14 anni senza vittorie

CLASSIFICA JUVENTUS ROMA LAZIO NAPOLI GENOA FIORENTINA SAMPDORIA INTER TORINO PALERMO MILAN VERONA SASSUOLO CHIEVO UDINESE EMPOLI ATALANTA CAGLIARI CESENA PARMA (-7)

86 67 66 63 59 58 54 52 51 46 46 44 43 42 41 41 36 28 24 17

Milan

56

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V

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26 18 20 18 16 16 13 13 13 11 11 11 10 10 10 8 7 6 4 6

8 13 6 9 11 10 15 13 12 13 13 11 13 12 11 17 15 10 12 6

3 5 10 10 10 10 8 11 11 12 12 14 13 14 15 11 14 20 20 24

70 51 66 68 61 55 45 55 43 49 50 45 45 27 40 42 36 43 36 29

22 28 34 50 44 44 39 45 42 51 49 61 56 37 51 47 53 65 67 71

CHAMPIONS PRELIMINARI DI CHAMPIONS EUROPA LEAGUE RETROCESSIONI

PROSSIMO TURNO DOMENICA 31 MAGGIO, ore 20.45 ATALANTA-MILAN (1-0) CAGLIARI-UDINESE (2-2) FIORENTINA-CHIEVO (2-1) SAMPDORIA-PARMA (2-0) INTER-EMPOLI (0-0) NAPOLI-LAZIO (1-0) ROMA-PALERMO (1-1) SASSUOLO-GENOA (3-3) TORINO-CESENA (3-2) VERONA-JUVENTUS (0-4)

MARCATORI 20 RETI Icardi (4, Inter); Tevez (2, Juventus). 19 RETI Toni (3, Verona). 16 RETI Menez (8, Milan); Higuain (3, Napoli). 15 RETI Gabbiadini (Napoli; 7 nella Sampdoria). 14 RETI Berardi (6, Sassuolo); Di Natale (1, Udinese). 13 RETI Iago Falque’ (2, Genoa); Dybala (3, Palermo); Quagliarella (3, Torino). 12 RETI Klose (Lazio). 11 RETI Callejon (Napoli). 10 RETI Maccarone (1, Empoli); Felipe Anderson (Lazio). 9 RETI Pinilla (1, Atalanta; 3 nel Genoa); Defrel (Cesena); Paloschi (Chievo); Candreva (2), Mauri e Parolo (Lazio); Vazquez (Palermo); Eder (1, Sampdoria); Zaza (1, Sassuolo); Thereau (Udinese).

IL MONDIALE PONTIFICIO

Collegio Urbano È trionfo bis in Clericus Cup ● Conferma dei missionari del Pontificio Collegio Urbano nella Clericus Cup. I leoni d’Africa vincono 2-1 il derby del cupolone. I gol tutti nel primo tempo: rigore del capitano Ntsama e raddoppio di Ewang, entrambi camerunensi, poi il Mater Ecclesiae riduce lo svantaggio con un gran gol del capitano, il messicano Cervantes. Nella finale 3° posto la Gregoriana batte 3-1 la Sedes Sapientiae. Ultima partita per il portiere della Gregoriana, Kosic, ungherese: a luglio si sposa (i cristiani di rito ortodosso possono farlo prima di diventare sacerdoti). Il suo compagno, il siriano Sado, ha lanciato un appello: «La Clericus è un messaggio di passione internazionale. Il North American Martyrs ha giocato l’incontro col lutto al braccio per solidarietà con i cristiani perseguitati». L’assistente ecclesiastico del Csi, don Alessio Albertini, ha consegnato la coppa saturno (era il cappello che un tempo portavano i sacerdoti). Alessandra Gaetani

Pareggi

50

33. PERES

Ultimo pareggio: 1/2/2014 Milan-Torino 1-1 Ultima vittoria Torino fuori casa: 4/11/2001 Torino-Milan 1-0

PUNTI Nelle ultime 5 giornate

212

3

Milan

7

Torino

135

Torino

TORINO (3-5-2)

PANCHINA 32 Abbiati, 99 Dommarumma, 5 Mexes, 17 Zapata, 81 Zaccardo, 37 Felicioli, 36 Mastalli, 38 Piccinocchi, 9 Destro, 22 Cerci, 35 Di Molfetta, 98 Mastour. ALLENATORE Inzaghi. BALLOTTAGGI El Shaarawy-Cerci 70-30%, Pazzini-Destro 70-30%. SQUALIFICATI Bonaventura, Menez e Suso (1). DIFFIDATI Alex, Bonaventura, De Jong, El Shaarawy, Menez, Paletta. INDISP. Agazzi, De Sciglio, Essien e Montolivo, Antonelli, Bonera

(4-3-1-2)

CESENA

(4-2-3-1)

CHIEVO

SAMPDORIA

(4-3-1-2)

CAGLIARI

(4-3-1-2)

ATALANTA

OGGI ore 12.30 ARBITRI Calvarese; De Luca-Ranghetti; La Rocca; CervelleraCandussio. TV Sky Calcio 1 (and. 0-1)

OGGI ore 15 ARBITRI Abbattista; Di SalvoD’Apice; De Pinto; Guida-Ripa TV Sky Calcio 5, Premium Calcio (1-2)

28 BASSI

11 CROCE

23 HYSAJ

14 OBIANG

8 DE FEUDIS

6 8 VALDIFIORI SIGNORELLI

5 SAPONARA 9 7 MCHEDLIDZE MACCARONE 99 ETO’O

30 AGLIARDI 25 6 CAPELLI LUCCHINI

14 VOLTA

11 BRIENZA

17 FARIAS

30 ACQUAH

23 TABANELLI

3 MURRU

4 CRISETIG

15 ROSSETTINI

OGGI Ore 15 ARB. Sacchi; Tegoni-Di Francesco; Passeri; Rocchi-Pezzuto TV Sky Calcio 4 e Premium Calcio 2 (andata 1-1)

21 FREY

3 DAINELLI

24 SCHELOTTO

(3-4-1-2)

PARMA

(4-5-1)

FIORENTINA

(4-3-1-2)

VERONA

(4-3-3)

OGGI ore 15 ARBITRI Giacomelli; GavaTasso; Iori; Massa-Pairetto. TV Sky Calcio 1 e Premium Calcio 1 (3-4)

34 BIRAGHI

13 IZCO

23 BIRSA

2 VITIELLO 3 RISPOLI 99 BELOTTI

90 COP

27 ROSSETI

99 BOAKYE

9 GILARDINO

16 DESSENA

16 BASELLI

95 GRASSI

16 KURTIC

21 BALZANO

11 MORALEZ 21 CIGARINI

3 13 29 22 DEL GROSSO MASIELLO BENALOUANE ZAPPACOSTA

28 ALONSO

83 MIRANTE

12 4 GONZALEZ ANDELKOVIC

27 RIGONI

69 MEGGIORINI

37 DIAKITÈ

28 JAJALO

20 VAZQUEZ

74 SALAH

7 PIZARRO

14 MATI FERNANDEZ 15 SAVIC

40 TOMOVIC

44 BRKIC

57 SPORTIELLO

1 NETO

PANCHINA 33 Sepe, 1 Pugliesi, 50 Somma, 26 Tonelli, 88 Vecino, 4 Diousse, 25 Brillante, 30 Gemignani, 27 Zielinski, 20 Pucciarelli, 10 Tavano. ALLENATORE Sarri. BALLOTTAGGI Mchedlidze-Pucciarelli 60– 40%SQUALIFICATI: Verdi DIFFIDATI Maccarone, Zielinski, Mchedlidze INDISPONIBILI nessuno

PANCHINA 1 Leali, 81 Bressan, 2 Nica, 15 Krajnc, 17 Magnusson, 20 Mordini, 26 Mudingayi, 77 Ze Eduardo, 9 Rodriguez, 19 Succi, 27 Dalmonte, 32 Moncini ALLENATORE Di Carlo BALLOTTAGGI Capelli-Krajnc 60-40%, CascioneMudingayi 75-25%, Djuric-Dalmonte 5545% SQUAL. nessuno DIFFIDATI Cascione, Krajnc, Perico, Renzetti e Rodriguez INDISP. Cazzola, Giorgi, Marilungo, Yabre, Pulzetti, Perico e Valzania, Carbonero

PANCHINA 25 Bardi, 90 Seculin, 20 Sardo, 87 Zukanovic, 14 Cofie, 11 Vajushi, 18 Feftatzidis, 19 Botta, 31 Pellissier, 9 Pozzi ALLENATORE Maran BALLOTTAGGI FreySardo 55-45%, Paloschi-Pellissier 60-40%, Bizzarri-Bardi 55-45% SQUALIFICATI nessuno DIFFIDATI Izco, Radovanovic, Zukanovic, Dainelli, Biraghi, Cesar INDISP. Mattiello, Hetemaj, Gamberini, Christiansen

PANCHINA 1 Ujkani, 68 Fulignati, 5 Milanovic, 19 Terzi, 22 Ortiz, 13 Emerson, 21 Quaison, 33 Daprelà, 14 Della Rocca, 25 Maresca, 10 Joao Silva, 96 Bentivegna. ALL. Iachini. BALLOTTAGGI Belotti-Quaison 60-40%, Belotti-Della Rocca 60-40 %. SQUALIFICATI Chocev (1). DIFFIDATI Terzi, Vitiello, Vazquez, Dybala, Daprelà, Bolzoni, Morganella. INDISPONIBILI Bolzoni, Makienok, Morganella

PANCHINA 1 Avramov, 2 Stendardo, 20 Biava, 33 Cherubin, 5 Scaloni, 6 Bellini, 93 Dramé, 88 Cavagna, 7 D’Alessandro, 28 Emanuelson, 10 Gomez, 9 Bianchi ALLENATORE Reja BALLOTTAGGI Benalouane-Biava 65-35%, Boakye-Gomez 70-30%, Rosseti-Bianchi 55-45% SQUAL. Denis (1), Carmona (1), Migliaccio (1), Pinilla (1) DIFFIDATI Boakye, Moralez, Dramé. INDISPONIBILI Estigarribia, Raimondi

PANCHINA 12 Tatarusanu, 4 Richards, 38 Rosi, 19 Basanta, 23 Pasqual, 6 Vargas, 20 Borja Valero, 5 Badelj, 10 Aquilani, 17 Joaquin, 29 Bernardeschi, 33 M.Gomez. ALLENATORE Montella. BALLOT. Kurtic– Borja Valero 60% - 40%, Alonso–Pasqual 60% - 40% SQUALIFICATI Diamanti (1). DIFFIDATI Basanta, M.Gomez, Kurtic, Neto, Borja Valero. INDISP. Babacar, Rossi

1 2.45

UDINESE

X 3.40

PANCHINA 27 Cragno, 2 Gonzalez, 8 Avelar, 32 Ceppitelli, 33 Capuano, 18 Barella, 9 Longo, 40 Mpoku, 25 Sau ALL. Festa BALLOTTAGGI Murru–Avelar 60-40%; Joao Pedro–Mpoku 60-40%; CopSau 60-40% SQUAL. nessuno DIFFIDATI Gonzalez, Ekdal, Ceppitelli, Sau, Farias INDISP. Colombi, Pisano, Conti, Cossu 1 2.50

2 2.70

LAZIO

(4-2-3-1)

(4-3-3)

ROMA

(4-3-3)

OGGI ore 15 ARBITRI Abisso; BottegoniBellutti, Preti; Gavillucci-Saia TV Sky Calcio 2 (andata 1-1)

DOMANI Ore 18 ARBITRO Rizzoli; Di Liberatore-Nicoletti, Faverani; Mazzoleni, Irrati. TV Sky Sport 1, Calcio 1, Pr. Calcio (2-2)

31 KARNEZIS 5 DANILO

33 KONE 9 PERICA 17 SANSONE

31 PELUSO

22 MARCHETTI

18 BUBNJIC

6 ALLAN 19 GUILHERME 10 ZAZA

89 PIRIS

8 BASTA

3 DE VRIJ

87 CANDREVA

77 THEREAU

19 LULIC

16 PAROLO

6 S. MAURI

7 F. ANDERSON

11 KLOSE 7 ITURBE

19 4 8 TAIDER MAGNANELLI BIONDINI

15 PJANIC

15 ACERBI

18 GENTILETTI

32 CATALDI

7 BADU

25 BERARDI

28 CANNAVARO

2 2.62

(4-3-1-2)

SASSUOLO

27 WIDMER

X 3.50

21 FONTANESI

35 TOROSIDIS

10 TOTTI

18 IBARBO

16 4 DE ROSSI NAINGGOLAN

23 ASTORI

44 MANOLAS

24 FLORENZI

47 CONSIGLI

26 DE SANCTIS

PANCHINA 22 Scuffet 97 Meret, 2 Wague, 3 Neuton, 66 Pinzi, 8 Fernandes 34, Gabriel Silva, 26 Pasquale, 94 Aguirre, 82 Geijo, 10 Di Natale. ALLENATORE Stramaccioni. BALLOTTAGGI nessuno SQUALIFICATI Heurtaux. DIFFIDATI Pinzi, Kone, Thereau, Wague, Piris. INDISPONIBILI Hallberg, Domizzi

PANCHINA 1 Berisha, 77 Strakosha, 2 Ciani, 33 Mauricio, 85 Novaretti, 39 Cavanda, 5 Braafheid, 20 Biglia, 23 Onazi, 24 Ledesma, 14 B. Keita, 9 F. Djordjevic,. ALL. Pioli BALLOTTAGGI Lulic-Cavanda 70-30 %, Klose-F. Djordjevic 80-20%, Cataldi-Biglia 80-20 %. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Cataldi, De Vrij, B. Keita, Radu, Ledesma. INDISPONIBILI Ederson, Radu.

PANCHINA 1 Pomini, 86 Celeste, 20 Bianco, 3 Longhi, 23 Gazzola, 32 Natali, 6 Chibsah, 30 Lazarevic, 83 Floro Flores 99 Floccari. ALLENATORE Di Francesco BALLOTTAGGI: Zaza-Floccari 55-45 %, Sansone-Floro Flores 60-40%, TaiderChibsah 60-40% SQUALIFICATI Missiroli (1) DIFFIDATI. Biondini, Acerbi, Zaza INDISPONIBILI Terranova, Antei , Donis, Polito, Brighi, Vrsaljko, Pegolo

PANCHINA 28 Skorupski, 3 Cole, 2 YangaMbiwa, 13 Maicon, 25 Holebas, 42 Balzaretti, 20 Keita, 48 Ucan, 32 Paredes, 53 Verde, 8 Ljajic, 88 Doumbia ALL. Garcia BALLOTTAGGI Astori-Yanga-Mbiwa 6040%, Pjanic-Keita 60-40%, Iturbe-Keita 6040% SQUALIFICATI nessuno DIFFIDATI De Rossi, Maicon, Keita e Torosidis. INDISPONIBILI Strootman, Castan, Gervinho

1 1.95

X 3.60

2 3.60

1 2.37

X 3.30

2 2.90

1 2.15

X 3.25

2 3.35

4 MENDES

28 FEDDAL

1 3.30

6 LUCARELLI

18 GOBBI

26 8 80 23 5 VARELA MAURI JORQUERA NOCERINO GHEZZAL

9 DYBALA

72 ILICIC

2 G.RODRIGUEZ

7 LAZAAR

2 VIVIANO

PANCHINA 88 Frison, 33 Romero, 86 Cacciatore, 25 A. Coda, 20 Munoz, 6 Duncan, 77 Mszolek, 22 Rizzo, 8 Correa, 9 Okaka, 27 L. Djordjevic, 18 Bergessio. ALL. Mihajlovic. BALLOTTAGGI Eto’oDjordjevic 60-40%. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Viviano, Duncan, Munoz, Palombo, Silvestre, Soriano. INDISPONIBILI Eder e Mesbah

OGGI ore 15. ARBITRI Minelli; BindoniVilla; Schenone; Damato-Aureliano TV Sky Calcio 3 e Premium Calcio 3 (1-3)

70 SORRENTINO

12 CESAR

8 RADOVANOVIC

PANCHINA 1 Ichazo, 74 Zaccagno, 21 Silva, 3 Molinaro, 4 Basha, 20 Vives, 15 Alvaro Gonzalez, 75 Morra, 90 Rosso. ALLENATORE Ventura. BALLOTTAGGI nessuno. SQUALIFICATI Maksimovic (1). DIFFIDATI Glik, Maxi Lopez, Quagliarella. INDISPONIBILI Bovo, Castellazzi, Farnerud, Maxi Lopez, Quagliarella

PALERMO

43 PALOSCHI

10 JOAO PEDRO

20 EKDAL

19 5 26 29 REGINI ROMAGNOLI SILVESTRE DE SILVESTRI

34 CASCIONE

18 DJURIC

24 MURIEL

21 SORIANO 17 PALOMBO

92 DEFREL

(4-4-2) (4-3-1-2)

1 BIZZARRI 33 RENZETTI

30. PADELLI

24. MORETTI

MILAN (4-3-3)

EMPOLI

19 BARBA

25. GLIK 18. JANSSON

7. EL KADDOURI

Ultima vittoria Milan in casa: 5/5/2013, Milan-Torino 1 - 0

RETI FATTE

Milan

24 RUGANI

94. BENASSI

LE ULTIME VOLTE

31

2 LAURINI

2 2.80

36. DARMIAN

17. MARTINEZ

14. GAZZI

Torino

137

11. PAZZINI

10. HONDA 22. AMAURI

Girone unico RETI

92. EL SHAARAWY

16. POLI

TORINO

PRECEDENTI IN SERIE A

PARTITE

20. ABATE

34. DE JONG

X 3.35

ARBITRO Valeri GUARDALINEE Stallone-Longo QUARTO UOMO Bianchi ADDIZIONALI Doveri-Mariani TV Sky Sport 1,Calcio 1, Premium Calcio (1-1)

21. VAN GINKEL 33. ALEX

cercano un successo per chiudere dignitosamente una stagione tribolata. Ventura prova l’impresa ma non ha Maxi e Quagliarella MILAN

PT

1 2.40 19. BOCCHETTI 23. DIEGO LOPEZ 29. PALETTA

1I rossoneri, in netto vantaggio sui granata negli sconti diretti,

GIORNATA

SQUADRE

OGGI Ore 20.45 a Milano Stadio San Siro Andata 1-1

OCCHI PUNTATI SU...

17 PALLADINO 70 FERNANDINHO

9 TONI

10 77 HALLFREDSSON TACHTSIDIS 33 AGOSTINI

18 MORAS

11 JANKOVIC 8 OBBADI

4 MARQUEZ

26 SALA

1 RAFAEL

X 3.60

2 2.05

PANCHINA 22 Iacobucci, 1 Bertozzi, 2 Cassani, 13 Prestia, 58 Esposito, 37 Broh, 3 Lila, 31 Mariga, 14 Galloppa, 21 Lodi, 34 Haraslin, 88 Coda. ALL.: Donadoni. BALLOTTAGGI Palladino-Coda (55-45%), Mauri-Lila (55-45%). SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Varela, Lodi. INDISP. Costa, Santacroce e Bajza. PANCHINA 22 Benussi, 32 Ferrari, 2 Gu. Rodriguez, 25 Marques, 5 Sorensen, 3 Pisano, 28 Brivio, 19 Greco 20 Christodoul., 27 Valoti, 17 Nico Lopez, 7 Saviola. ALL Mandorlini.BALLOTTAGGI: FernandinhoNico Lopez 70-30%, Tachtsidis-Greco 7030%, JankovicSaviola 60-40%. SQUAL nessuno.DIFF: Martic, Pisano, Hallfredsson, Christodoulopoulos, Nico Lopez, Toni. INDISP Gollini, Martic, Ionita, J. Gomez 1 2.55

X 3.50

2 2.55

CESENA-CAGLIARI

CHIEVO-ATALANTA

Anticipo di B Di Carlo e Festa pronti a restare

Reja col 4-3-1-2 Di Natale fuori Tocca ai giovani Strama schiera Grassi e Rosseti 11 stranieri

UDINESE-SASSUOLO

● Squadre già retrocesse: è un triste anticipo di B. CESENA Il tecnico Di Carlo ha spiegato: «C’è da onorare una volta di più questa maglia, cercando di giocare con concentrazione. Lo meritano i dirigenti e i tifosi del Cesena». Di Carlo potrebbe restare: «Non è giusto che io faccia pressioni alla società, aspetto che siano loro a chiamarmi (in realtà il primo summit c’è stato giovedì, ndr). Ho un rapporto straordinario con Foschi e Lugaresi, accetterò qualunque decisione». CAGLIARI «Ho convocato chi sta meglio ed è più motivato» Gianluca Festa parte all’attacco: «Sì, sarei orgoglioso di guidare la squadra in B. ma queste decisioni non spettano a me». Insomma, la sfida è un match ball per l’eventuale riconferma. Ieri la squadra ha svolto la rifinitura al Manuzzi. Murru pare in vantaggio su Avelar ed è braccio di ferro tra Joao Pedro e Mpoku. «Per risalire servono giovani di qualità e giocatori esperti» Burioli-Frongia

● Altre due squadre senza problemi, Reja ne approfitta per mettere alla prova i giovani. CHIEVO Sarà la domenica dei festeggiamenti. Prima allo stadio e poi a Forte Chievo con la serata organizzata dal Centro coordinamento. «Deve essere un ulteriore stimolo - commenta l’allenatore Rolando Maran anche se non ne abbiamo bisogno perché dobbiamo essere tutti motivati a chiudere alla grande le gare interne». Ci sono molti dubbi di formazione legati al prevedibile turnover. ATALANTA Sette giorni dopo la salvezza, contro il Chievo, Reja può approfittare delle assenze per dare spazio alle seconde linee. Centrocampo e attacco sono decimati (squalificati Carmona, Migliaccio, Pinilla e Denis) e, così, ci sarà spazio per Grassi e Rosseti, 21’ in due fin qui: il primo giocherà dall’inizio con Cigarini e Baselli, il secondo farà staffetta con Bianchi. La novità dovrebbe essere la presenza di un fantasista alle spalle di due punte (4-3-1-2), che rilancerebbe Moralez e Boakye. Spini-Tavan

● Sfida tra squadre appagate, ma la viglia è stata ravvivata dall’annuncio di un’assenza. UDINESE Al Friuli con Totò in panchina. Cosi ha deciso Stramaccioni e la scelta fa scalpore, considerando che il capitano non ha ancora deciso il suo futuro (in teoria potrebbe essere l’ultima di Di Natale dopo 11 stagioni) e che con lui in casa L’Udinese è più incisiva: «Totò sta bene, ha fatto 33 presenze, ma voglio dare continuità a chi ha giocato a Roma», ha detto il tecnico. Ovvero Thereau e Perica. Saranno quindi 11 gli stranieri in campo. SASSUOLO Di Francesco non ha mai vinto tre gare di fila in serie A e non ha mai battuto l’Udinese. Centrare entrambi gli obiettivi sarebbe ottimo argomento da mettere sul tavolo delle trattative sul suo futuro, peraltro già in parte scritto da un contratto in scadenza nel 2016. «Con la società ci incontreremo la settimana prossima, ma ci sono grandi possibilità che resti», concede il tecnico del Sassuolo. Meroi-Fogliani


Mondo R Germania

DOMENICA 24 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA

Salvo? Non ancora All’Amburgo serve un altro spareggio

YAYA COME BALO ANDAVA A 200 ALL’ORA Dopo Mario Balotelli è toccato a Yaya Touré. Il centrocampista del Manchester City, è stato fermato dalla polizia mercoledì sera mentre viaggiava a 124 miglia orarie (200 km/h) al volante della sua Porsche su un’autostrada di Manchester. Rischia il ritiro della patente e dovrà presentarsi in Tribunale.

1Il club mai retrocesso nella storia della

Bundesliga costretto al playoff come l’anno scorso Zeman da Guardiola Vede gli allenamenti e anche la partita ● Visita di Zdenek Zeman al Bayern Monaco di Pep Guardiola. L’ex allenatore del Cagliari ha assistito giovedì scorso all’allenamento dei campioni di Germania a Monaco di Baviera e ieri era ospite del club all’Allianz Arena per la partita con il Mainz (ultima di campionato) vinta dai bavaresi 2-0.

L’orologio che segna i giorni dell’Amburgo in prima divisione ACTION IMAGES

Zeman agli allenamenti del Bayern

con Rajkovic su punizione battuta da Holtby, il sostituto di van der Vaart. Al fischio finale è stata una bolgia, con i 57 mila che avevano riempito gli spalti a festeggiare la scampata retrocessione e il mancato spegnimento dell’orologio che scandisce il tempo dell’Amburgo in Bundesliga.

due giocatori che possono rappresentare il futuro del club che gioca all’ombra degli stabilimenti della Mercedes: Didavi (classe 1990) e Ginczek (1991). Nella giornata che ha visto l’addio di Klopp al Dortmund (il tecnico non ha escluso un futuro al Bayern) e di Kehl (fine carriera), gli ultimi verdetti vedono l’Augsburg in Europa League diretta mentre il Dortmund (settimo, era ultimo alla fine del girone d’andata) andrà ai preliminari se non vincerà la Coppa di Germania. Lo Schalke ha quindi un motivo in più (saltare le qualificazioni) per tifare Wolfsburg sabato prossimo. Il capocannoniere è Meier (Eintracht) con 19 gol.

Gianluca Spessot

L’

orologio più famoso della Bundesliga non verrà spento, almeno per il momento. Alla fine del primo tempo sembrava che l’Amburgo dovesse retrocedere in Seconda divisione e non poter quindi prendere parte alla prossima Bundesliga, il campionato che lo ha visto presentarsi sempre ai nastri di partenza dalla nascita del torneo unico (1963). Dopo i primi 45’ il risultato era inchiodato sullo 0-0 con Lasogga (il realizzatore più prolifico in campionato insieme a van der Vaart, assente ieri per squalifica) costretto a uscire alla mezzora per un dolore alla spalla. La svolta è arrivata all’inizio della ripresa. Adler ha salvato su Huntelaar e Olic ha realizzato la rete del vantaggio su azione di calcio d’angolo. Il croato, arrivato a gennaio dal Wolfsburg, ha messo a segno il suo secondo gol in tutto il girone di ritorno. Lo Schalke ha cercato il pareggio ma sono mancate le idee e l’Amburgo ha trovato il gol del definitivo 2-0

SPAREGGIO Come l’anno scorso, l’Amburgo andrà allo spareggio salvezza contro la terza classificata di Seconda divisione. L’andata si giocherà ad Amburgo giovedì 28 maggio, il ritorno di disputerà lunedì 1 giugno. Per conoscere i rivali, gli uomini di Labbadia devono aspettare l’esito dell’ultima giornata della Seconda divisione che si gioca oggi alle 15.30. Possibili avversari: Darmstadt, Karlsruher o Kaiserslautern. L’anno scorso la salvezza arrivò dopo due pareggi contro il Fürth. Decisivo il gol in trasferta di Lasogga. L’altra grande nobile decaduta, lo Stoccarda, si salva grazie alla vittoria nello scontro diretto contro il Paderborn. Se nell’Amburgo a essere decisivo è stato il vecchio Olic, gli svevi si salvano grazie ai gol di

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34a GIORNATA Borussia D.-Werder 3-2; Borussia M.-Augsburg 1-3; Eintracht-Leverkusen 2-1; Colonia-Wolfsburg 2-2; Amburgo-Schalke 2-0; HannoverFriburgo 2-1; Hoffenheim-Hertha 2-1; Paderborn-Stoccarda 1-2; BayernMainz 2-0. CLASSIFICA Bayern 79; Wolfsburg 69; Borussia M. 66; Leverkusen 61; Augsburg 49; Schalke 48; Borussia D. 46; Hoffenheim 44; Eintracht, Werder 43; Mainz, Colonia 40; Hannover 37; Stoccarda 36; Hertha, Amburgo 35; Friburgo 34; Paderborn 31.

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L’ultima di Premier è la giornata degli addii Stefano Boldrini CORRISPONDENTE DA LONDRA

U

na squadra, schierata con il modulo 4-5-1, è pronta a lasciare la Premier League e le brume inglesi. In porta, De Gea e, alle sue spalle, una riserva di lusso come Cech. In difesa, Kolo Touré, Alderweireld, Vlaar, Isla. A centrocampo Milner a destra, Gerrard e Lampard coppia centrale, Yaya Touré trequartista e Sterling a sinistra. In attacco, Balotelli. In panchina, in ordine sparso, Falcao, Zarate, Vargas, forse Drogba. ULTIMO TURNO Oggi, con l’ultima giornata della Premier in cartellone, tutta questa gente potrebbe salutare l’Inghilterra: leggende del calcio (Gerrard, Lampard e Drogba) all’ultimo giro di giostra per motivi di età, qualcuno con la valigia pronta per questioni di mercato (De Gea, Vlaar, Alderweireld, Milner, Sterling),

altri perché cercano nuove opportunità (Cech), altri ancora (Balotelli e Falcao) messi alla porta perché hanno profondamente deluso. Saluteranno la Premier, per ragioni diverse, anche Hull – molto probabile – o Newcastle, perché manca il nome della terza squadra destinata a retrocedere, mentre Arsenal – favorito, basta un punto – e Manchester United si giocano il terzo posto che porta sparati in Champions. BALOTELLI FLOP C’è un pezzo d’Italia in questa squadra e c’è poco da essere orgogliosi. Il flop di Balotelli a Liverpool è il più clamoroso – per il Telegraph, a dire il vero, l’italiano è al secondo posto nella classifica «bidoni», dopo il tonfo dell’argentino Di Maria al Manchester -, peggio anche del colombiano Falcao, che ha almeno la giustificazione del ritorno in attività dopo il grave infortunio al ginocchio e dell’impatto con un calcio complesso come quello inglese. L’annata di Mario è stata disastrosa. Un gol appena in campionato, quattro in tutte le

competizioni, in un totale di 28 presenze. In Premier, ha giocato meno di 1.000 minuti: 939’ per l’esattezza. Un anno fa, era il centravanti dell’Italia e la nostra grande speranza al Mondiale brasiliano. Oggi, sparito dal radar azzurro, è un problema trovargli anche una squadra di club. Il Liverpool vuole cederlo, ma rischia un bagno di sangue, dopo aver pagato il suo cartellino 20 milioni di euro. Se Mino Raiola, il suo storico agente, dovesse riuscire a trovargli un’altra squadra di livello, meriterà davvero l’Oscar del mercato. 38a GIORNATA Oggi (ore 16): ArsenalWest Bromwich; Aston Villa-Burnley; Chelsea-Sunderland; Crystal PalaceSwansea; Everton-Tottenham; HullManchester United; Leicester-Queens Park Rangers; Manchester City-Southampton; Newcastle-West Ham; Stoke-Liverpool. CLASSIFICA Chelsea 84; Manchester City 76; Arsenal 72; Manchester United 69; Liverpool 62; Tottenham 61; Southampton 60; Swansea 56; Stoke 51; Everton, West Ham 47; Crustal Palace 45; West Bromwich 44; Leicester, Sunderland, Aston Villa 38; Newcastle 36; Hull 34; Burnley, Qpr 30.

FRANCIA

Il Monaco è terzo, Cavani aggancia Ibra: 30 gol ● PARIGI (a.g.) L’ha inseguito fino in fondo il terzo posto, il Marsiglia di Bielsa. Ma il 3-0 al Bastia non è bastato. Sul podio resta il Monaco spietato a Lorient con Carrasco, al sesto sigillo. Quello che vale il terzo turno preliminare di Champions, nonostante l’errore dal dischetto di Martial e un gol valido ma annullato a Wallace. Il Marsiglia scala in Europa League, come il St Etienne, ma senza certezze sul futuro del Loco, mentre dicono addio il bomber Gignac (21 reti) e Ayew, promesso alla Roma. Il Psg festeggia lo scudetto con un gol di Rabiot e una doppietta di Cavani nel 3-2 al Reims. Per l’uruguaiano fanno 18 centri in campionato, 30 in tutto. Stesso bottino di Ibrahimovic. Così

l’ultimo atto, la finale di Coppa di Francia sabato contro l’Auxerre, si trasforma in duello per lo scettro di miglior marcatore parigino. Il capocannoniere di Ligue 1 con 27 reti è comunque Lacazette del Lione. 38a GIORNATA Bordeaux-Montpellier 2-1; CaenEvian 3-2; Lens-Nantes 1-0; Lorient-Monaco 0-1; Marsiglia-Bastia 3-0; Metz-Lilla 1-4; Psg-Reims 3-2; Rennes-Lione 0-1; St Etienne-Guingamp 2-1; Tolosa-Nizza 2-3. CLASSIFICA Psg 83; Lione 75; Monaco 71; Marsiglia, St Etienne 69; Bordeaux 63; Montpellier, Lilla 56; Rennes 50; Guingamp 49; Nizza 48; Bastia 47; Caen 46; Nantes 45; Reims 44; Lorient 43; Tolosa 42; Evian 37; Metz 30; Lens 29.


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Calcio R Il monito del Capo dello Stato

DOMENICA 24 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA

«La mafia nel calcio metastasi da estirpare»

«far germogliare una nuova primavera italiana» e «proseguire la battaglia» di quei magistrati assassinati con le loro scorte.

1Il presidente Mattarella duro sull’ultimo scandalo scommesse

«Le istituzioni dello sport non sottovalutino». Piena sintonia con Renzi

Alessandro Catapano

«V

ergogna, vergogna, madonna che vergogna», cantava Ivan Graziani di un ladro all’autogrill. «Vergogna», dice il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dell’ultimo fragoroso scandalo scommesse emerso dall’inchiesta di Catanzaro. «Che mafie di varia natura cerchino di modificare il risultato delle partite e di lucrare sulle scommesse — tuona il capo dello Stato — è una vergogna. Questa metastasi va estirpata con severità e rapidità».

«SULLA SFIDA DI UNIRE SPORT E LEGALITÀ CI GIOCHIAMO UNA BELLA PARTE DELLA FACCIA DEL PAESE» ANGELINO ALFANO MINISTRO DELL’INTERNO

IL RICHIAMO Non poteva essere più tranchant, Mattarella. Lo sbarco della criminalità organizzata nel calcio ha indignato il semplice appassionato (tifa per il Palermo, simpatizza per l’Inter) prima che la massima carica dello Stato. E anche sul piano politico, Mattarella è in perfetta sintonia con l’interventismo di Renzi, che prenderà di petto la questione calcio — compresa la controversa vicenda dei diritti tv e lo strapotere crescente di Infront — subito dopo le elezioni regionali. Per questo non è un caso il richiamo del presidente ai doveri della giustizia sportiva, accusata

da molti, anche dal presidente dell’Anticorruzione Cantone, di arrivare sempre dopo le inchieste penali. «Non possiamo accettare che la bellezza dello sport, la crescita dei giovani e un divertimento degli italiani vengano così stravolti e sporcati — dice Mattarella — Le istituzioni dello sport non devono commettere alcun errore di sottovalutazione». Un intervento duro, che segue quello simile nei toni e nelle parole di mercoledì. Del resto, anche il contesto ieri richiedeva parole molto coraggiose. Il presidente parlava dall’aula bunker di Palermo, in occasione delle celebrazioni

Sergio Mattarella, 73 anni LAPRESSE

per il 23° anniversario della strage di Capaci. Prima di Falcone e Borsellino, fu suo fratello Piersanti, da presidente della Regione Sicilia, a essere assassinato dalla mafia nel 1980. Mattarella si rivolge ai giovani, invoca un «impegno corale» per

LA VIGILANZA Ed è proprio ricordando gli agenti di polizia caduti sotto i colpi della mafia che pure il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, interviene sull’ultimo orrore del calcio. «Abbiamo uno scandalo dopo l’altro. E devo ringraziare la Polizia perché le ultime operazioni svolte hanno consentito di disvelare quello che spesso si nasconde dietro alcune partite di calcio. Non dobbiamo fare di tutta l’erba un fascio — avverte Alfano — ma sulla sfida di unire sport e legalità noi ci giochiamo un pezzo importante della faccia del nostro Paese». La Figc ne è consapevole. Il problema sarà tradurre tutti gli atti della Procura di Catanzaro in inchieste sportive. Tavecchio ha già studiato il sistema per snellire il lavoro di Palazzi, ma i tempi stringono e Renzi e Malagò vigilano (anche se si attende sempre l’assegnazione della Delega allo Sport). © RIPRODUZIONE RISERVATA

DOPO LA FRASE DI VENERDÌ

Zamparini: «La mafia esiste, io frainteso» ● PALERMO Il presidente Zamparini spiega il suo intervento di venerdì all’Università di Palermo: «La mafia? A volte penso sia stata inventata per dare uno stipendio a quelli che fanno antimafia». Ieri ha chiarito: «Sono dispiaciuto dell’interpretazione errata data a una mia battuta espressa a suo tempo all’amico, allora Procuratore antimafia, Piero Grasso. Il mio intervento è stato un’esortazione agli studenti a riscoprire e vivere nei valori, prendendo a esempio Papa Francesco. A una domanda se avessi mai avuto fastidi per sollecitazioni mafiose, ho risposto no e aggiunto la frase scherzosa a Grasso per rafforzare che il mio no era solo apparenza. La mafia si mimetizza e, per chi la combatte in prima linea come Grasso, esiste eccome. Ecco perché con l’aiuto della nostra supertifosa Mariella Grasso abbiamo dedicato la gara con la Fiorentina a chi la mafia l’ha combattuta, pagando con la vita, con la scritta sulle maglie: “Un calcio alla mafia”. Mi dispiace che la frase abbia potuto far male interpretare il mio pensiero che è contro ogni violenza e contro la mafia». Fabrizio Vitale

COPPA ITALIA DONNE

«Non ci premi» Brescia boicotta il reggente Lnd ● (paglia) Sfiduciato sul campo dalle sue stesse calciatrici. Scena di straordinario imbarazzo, forse un caso unico, quella che si è vista ieri ad Abano Terme per la finale della Coppa Italia di calcio femminile, dove Brescia e Tavagnacco (hanno vinto le bresciane 4-0) hanno rifiutato di farsi premiare dal delegato del calcio femminile Antonio Cosentino, fresco reggente della Lnd dopo la caduta di Belloli. Strascichi, e non di poco conto, dopo l'insulto sessista attribuito a Belloli: Cosentino c’era il 5 marzo nella riunione dove fu verbalizzata l’offesa, una vicenda sulla quale non ha mai preso una posizione anche dopo che il caso era divenuto pubblico. Cosentino ha sempre fatto l'equilibrista: un gruppo di presidenti regionali ne ha chiesto la sfiducia, ora è stato scaricato dal suo mondo.


DOMENICA 24 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA

OPINIONI

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TUTTE LE NOTIZIE SUL NOSTRO SITO

L’impresa al Giro

La vignetta

Uno scatto passato alla storia

L’OMAGGIO DI RE ALBERTO

di Stefano Frosini

ALI! COMPIE 50 ANNI LA FOTO PIÙ FAMOSA

L’EDITORIALE LE di ANDREA MONTI

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elle terre benedette del Prosecco, frizzanti di folla e di entusiasmo, il Giro brinda al suo padrone. Alberto Contador, dal palco, risponde all’uragano di applausi e di affetto con un bacio e il gesto del Pistolero, il marchio di garanzia sui trionfi che contano. Ma più che una pallottola, la sua crono è parsa la mazzata di re Artù, un sovrano medievale deciso a svellere dalla sella gli altri contendenti di un torneo che lo esalta. Un atto d’imperio, certo, ma anche e sopratutto un omaggio alla corsa che ama sopra ogni altra e all’onda di popolo che la accompagna. Comunque vada a finire, grazie Alberto: ci hai regalato un momento di sport da ricordare. E il magnifico racconto degli inviati della Gazzetta nelle pagine che seguono lo testimonia. Non è banale che il più grande campione espresso dal ciclismo negli ultimi quindici anni l’uomo che al Tour del 2009 piegò Lance Armstrong e le sue stregonerie - ripeta, ancora ieri, che la maglia rosa ha qualcosa di abbagliante e inimitabile. Quasi a dire che se la Grande Boucle è il business planetario, il Giro è l’amore che non sente ragioni né dolori. Quest’anno, per la verità, il Fato si è parecchio adoperato per rompere l’idilio. A Contador è successo di tutto. È stato travolto due volte senza colpa, ha rischiato una spalla, ha corso con le scudisciate dell’asfalto sulla pelle. Ma ha sempre reagito con la determinazione e la lucidità del fuoriclasse che ha una missione da compiere. È bastato vederlo l’altro ieri sorgere dal campo di battaglia ingombro di rottami in cui un tombolone di gruppo aveva trasformato l’arrivo di Jesolo, attendere con calma il fido scudiero Tosatto, inforcare la bicicletta del compagno e tirare con grinta spaventosa fino al traguardo per capire che re Alberto, più che limitare i danni, stava caricandosi per la riscossa. La crono di ieri è la diretta conseguenza

di quell’ennesimo sgambetto del destino. Lo sprigionarsi di un’energia quantica che ha origine nel cervello e non nelle gambe, atomi d’orgoglio e di classe che collidono in una pila umana per scaricarsi come plasma incandescente sui pedali. Spettacolo puro. Ma anche la riprova che il confine tra ciclismo e neuroscienze è più sottile di un fotofinish. Intendiamoci, il Giro non è affatto finito a Valdobbiadene. Aru non ha deluso, ha semplicemente fatto il suo, e di più da un ragazzo di 24 anni non si può pretendere. Già oggi, tra i boschi che portano a Madonna di Campiglio, il destino e i pretendenti rimasti in gara saranno in agguato. Torneranno a insidiare il sovrano e il suo trono. L’affascinante cronaca delle prime quattordici tappe ci insegna che questa corsa è davvero una spirale senza fine e un colpo di scena è possibile sino all’ultima pedalata. Ieri, scendendo dal palco, Contador ha pure concesso agli avversari una luce di speranza: «È stata durissima, ho le gambe che mi fanno male». È possibile dopo un toboga di 60 chilometri a manetta. Ma, conoscendolo un po’, non ci meraviglieremmo se la confessione fosse solo astuta pretattica. Un diversivo per preparare la seconda mazzata, l’idea che certamente gli ruzzola nel cervello: duello e vittoria in maglia rosa sul terreno consacrato a Pantani, mito della sua giovinezza. Comunque, che accada oggi, o sul Mortirolo, o al penultimo giorno sul Colle delle Finestre, o che pure non accada affatto, Contador ha già vinto consacrando il suo talento al Giro. E per questo il Giro lo acclama. La gente che ieri si assiepava ai margini dell’ultima salita lo ha riconosciuto, adottato, cantato e sorretto come fosse un italiano. Uno spettacolo per gli occhi. La vera magia del ciclismo, arena a cielo aperto dove - al contrario di quanto avviene negli stadi - si tifa positivo. Per qualcuno e non contro. Dove i fan di Aru e gli aficionados di Contador urlano il loro sostegno spalla a spalla, una sola tribù senza barriere e distinzioni di fede o nazionalità. L’unico sport in cui, alla fine di una giornata così, tutti hanno vinto qualcosa.

NON SOLO CALCIO ALCIO ARDUCCI di FAUSTO NARDUCCI email: fnarducci@rcs.it cs.it twitter: @Ammapp11

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ANDREA LO CICERO Ex azzurro di rugby ● 23 MAGGIO 1992 per non dimenticare Giovanni Falcone come i ragazzi della scorta ASSASSINATI @andrealocicero1

LUIGI MASTRANGELO Campione di pallavolo ● Onoratissimo di ricevere la statuetta in onore del grande RodolfoValentino #PremioRodolfoValentino @gigi1mastro

ANA IVANOVIC Tennista ● Guarda un po’ chi ho avvistato su Avenue des Champs Elysees...!!! @AnaIvanovic

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ella vita di ognuno di noi, nel ricordo dei nostri miti, perfino nelle nostre collezioni di dischi e di libri ci sono le foto e poi c’è LA FOTO. Scelte personali. Ma quando si tratta di eleggere LA FOTO più famosa dello sport, insieme allo scambio di borraccia fra Coppi e Bartali, molti di noi non avrebbero dubbi a scegliere quella che vediamo qui a fianco: il k.o. che Muhammad Ali inflisse a Sonny Liston nella rivincita del Mondiale dei massimi. Ebbene, quella FOTO sta per tagliare un traguardo importante: domani compirà 50 anni esatti. Era il 25 maggio del 1965, infatti, quando alla St Dominic’s Arena di Lewiston (Maine), a un centinaio di miglia da Boston, un giovane fotografo di Sports Illustrated, Neil Leifer, scattò questa immagine destinata a immortalare non solo «Il più grande» ma anche se stesso. Certo bisogna ammettere la bravura del fotografo a scegliere quell’attimo che nella boxe, come in tanti altri sport, è quanto mai fuggente ma non si può negare che quella sera, alle 22.40 di Lewiston, la fortuna girò dalla sua parte. Anche per il fatto che una sede così decentrata gli tolse un bel po’ di concorrenza. In effetti la rivincita fra il pugile sbruffone, che l’America non aveva ancora imparato ad amare, e l’ex campione galeotto, che sembrava ritagliato all’interno della saga dello zio Tom, non poteva avvenire in un momento peggiore. Non per niente Cassius Clay, che aveva aderito ai Musulmani Neri d’America, si apprestava a disputare il primo incontro col nuovo nome di Muhammad Ali, proprio nel momento in cui scompariva Malcom X, padre putativo del movimento. Ma a preoccupare l’America c’era anche la Mafia che agiva sullo sfondo e pare assicurasse guadagni proprio a Liston in caso di sconfitta. Fatto sta che

l’incontro, inizialmente programmato al Boston Garden e rinviato per un’operazione d’ernia del neocampione, si svolse su un ring di periferia circondato dagli agenti in borghese dell’FBI e dagli scudi blindati dei poliziotti. Insomma 2.434 spettatori in tutto, fra cui molti armati di fucili e pochissimi di macchine fotografiche. Di tanta tensione fece le spese proprio Sonny Liston, l’Orso cattivo, che andò giù dopo 2’12” del primo round su un destro d’incontro passato alla storia come il «colpo fantasma». Tanto da prendere di sorpresa anche l’arbitro Jersey Joe Walcott: nel parapiglia generale l’ex campione mondiale concesse a Liston 14” per rialzarsi e riprendere brevemente il match prima di decretare il k.o. Neil Leifer, con la sua Rolleiflex che necessitava di 5” per ricaricare il flash, fu l’unico a cogliere l’attimo per entrare nella storia: il fermo immagine in cui Ali, con Liston steso sul quadrato, gli mostrava il pugno destro piegando il braccio verso la spalla sinistra, esprimeva l’orgoglio e la fierezza del vincitore ma non mancava di rispetto allo sconfitto. L’ex Orso Cattivo steso ai piedi di Ali ormai non faceva più paura a nessuno: aveva perso la sua ultima battaglia e 5 anni dopo sarebbe morto misteriosamente suicida. Un’immagine che sintetizza il rapporto fra dominatori e vinti su tutti i ring della vita. Sports Illustrated aspettò qualche anno per metterla in copertina, a cinquant’anni di distanza noi possiamo invece ancora ammirarla sulle pareti di un ufficio o in strada stampata sulla maglietta di un passante. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Niente Europa nel futuro dei nerazzurri

L’INTER SENZA COPPE VA SFRONDATA: RIPARTA DA ICARDI IL COMMENTO di LUCA CALAMAI

I

l presidente Thohir dovrà a fare a meno degli spiccioli che garantisce l’Europa League. L’Inter è praticamente fuori dalle Coppe. Un risultato che archivia una stagione da

dimenticare e che frena il progetto del patron nerazzurro di sfruttare nel mondo a livello commerciale il prestigioso marchio del club. Non una bella notizia visto i tanti soldi che Thohir dovrà mettere sul piatto per costruire una squadra da Champions. Si è parlato molto delle «stelle» che Mancini vuole, anzi pretende. Ma c’è l’altra faccia della medaglia: quali sono i giocatori dell’attuale rosa che possono far parte del progetto futuro? Pochi, pochissimi. Un nome sicuro è Icardi. Il talento argentino, al suo 20° centro in campionato,

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ha raggiunto Tevez al comando della classifica dei cannonieri. E ha molti anni in meno dell’Apache. Icardi è già una bella faccia dell’Inter del futuro e il titolo di goleador darebbe un’ulteriore spinta alla sua crescita. Da ricostruire quasi in blocco invece il reparto difensivo, sul quale lo stesso Mancini dovrà lavorare con più intensità. C’è un retrogusto amaro nella festa del Genoa. Brucia la bocciatura Uefa. Non resta che aspettare l’esito del ricorso al Coni. A proposito di poltrone europee, solo un filo sottile tiene ancora legato il Napoli all’obiettivo terzo

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posto. Rischia di chiudersi nel peggiore dei modi il ciclo Benitez. Squadra senz’anima, Higuain con tanta voglia di andarsene, Britos protagonista di una testata alla Zidane. I soldi della Champions cambiano la «vita» di una società. De Laurentiis avrà la forza per allestire una squadra ambiziosa? Il mal di crescita tormenta anche la Fiorentina. Montella ha lanciato un ultimatum: o i Della Valle alzano l’asticella oppure si farà da parte. Due casi bollenti. Chi invece passa da un successo all’altro è la Juve. La squadra di Allegri merita un ulteriore applauso per la serietà con la quale ha vissuto un finale di torneo già scritto. Tante vittorie, nessun regalo agli avversari. Chapeau.

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Serie B R La storia

DOMENICA 24 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA

Camplone, il playoff è affare di famiglia

1L’allenatore del Perugia affronta la squadra della sua città: la figlia tifa Pescara ma gli dà le dritte garvi tatticamente la gara v’aspetto al Gilda, per i più duri de coccia ho la lavagnetta».

Gaetano Imparato INVIATO A PESCARA

I

l Gilda annega nell’azzurro. Ordinato, pulito, ombrelloni enormi piantati in linee perfette nella sabbia pettinata e d’un beige safari, stile deserto. E’ lo stabilimento dei Camplone. Andrea, tecnico del Perugia, Barbara e i due figli: Erika, curvaiola-ultrà del Pescara, e Dereck, super tifoso del papà, incline a disertare il «suo» stadio se il genitore passa nei paraggi da avversario. Nessun problema, Perugia-Pescara è in programma al Curi. Gara secca, copione da sballo: un pescarese doc come Camplone (188 gare in biancazzurro, due tornei di B vinti con Galeone ed ex capitano) contro il club della sua città, appena consegnato ad un pescarese debuttante – Massimo Oddo, figlio d’arte – che tatticamente l’ha riadattato entrando negli spareggi. In extremis. DALLA SUA INVIATA «Mi ricapita il Pescara da avversario, sempre gare importanti, come qualche anno fa con la Cavese – ricorda Camplone –. Oddo? Ha dato una sterzata, anche tatticamente: rivedrò la gara con il Livorno, ma mia figlia Erika mi ha stupito. Mi ha spiegato la posizione nuova di Bjarnason, Melchiorri unica punta, Politano – che conosco bene – bravo anche in fase difensiva, Torreira che fa reparto. Ho il forte sospetto che, con Barbara, alleviamo un tecnico in gonnella....». E’ sereno, appena sveglio, di ritorno da

Andrea Camplone, 48 anni, allenatore del Perugia LAPRESSE

BARBARA È UN TECNICO IN GONNELLA: MI HA SPIEGATO LA NUOVA POSIZIONE IN CAMPO DI BJARNASON ANDREA CAMPLONE ALLENATORE DEL PERUGIA

Cittadella. L’ouverture dei playoff è una questione di famiglia, ma non un cruccio. Avversario di... Pescara: il suo guscio, il suo nido, dove gioca accese partite a calcetto stropicciando i baffoni dell’amico Totò – ex caporedattore di una testata nazionale –, perché non vuole mai perdere. Dopo il 2-2 all’Adriatico del 9 maggio scorso (recuperò da 2-0 a 2-2 con sua espulsione finale) appena i cronisti-amici iniziarono a scherzare, ribaltò il tutto: «Va be’ ragazzi, per spie-

TRADIRE, MAI Il «Vergogna» di Panucci al suo Livorno di venerdì sera campeggia nei titoli. Chi li legge seduto davanti al Gilda è orgoglioso. «Pescara ce l’ha fatta e pure Andrea. In un mese ha amalgamato la rosa nuovissima, dopo la promozione dalla Lega Pro». Ora lo stimano, ma il suo carattere trasparente, genuino, brusco quanto leale, lo spedì nel mirino della sua gente. Nel 2007 divorziò dal Pescara (in C1) dopo soli 10 giorni di ritiro, anche per questo a riallenarlo ci penserebbe un po’ (ma solo un po’). «Qui, dopo Galeone, s’è bruciata gente come Castagner, Mazzone, la piazza è esigente. Perciò nel 2007 non volli tradire i miei concittadini. Non c’era un progetto, né un dirigente in ritiro, un futuro. Se avessi continuato li avrei pugnalati. Non presi una lira, né la volli e fui chiamato traditore. Rifarei tutto». Infatti, due anni dopo, puntuale arrivò il fallimento. Perugia è la sua seconda casa, ci ha vinto due tornei di C1 (uno, però, annullato per un cavallo regalato da Gaucci all’arbitro Senzacqua). E’ riuscito a portarvi la B dopo 9 anni, fa nulla che Erika tiferà comunque Pescara, sarà anche martedì una gara – delicata – ma come altre. «Barbara tifa per me, guai a toccarle Pescara, ma dice che al cuore non si comanda». E’ derby di famiglia, comunque finirà in casa Camplone qualcuno festeggerà. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA GUIDA AGLI SPAREGGI PLAYOFF

SEMIFINALI

FINALE

Martedi, ore 18.30 PERUGIA

PESCARA VICENZA Venerdi 29, ore 18.30 RITORNO Martedi 2 giugno ore 21

5 e 9 giugno ore 20.30

Venerdi 29, ore 21 RITORNO Martedi 2 giugno, ore 18.30

SPEZIA

AVELLINO Martedi, ore 21

PLAYOUT

BOLOGNA

ANDATA Sabato 30 maggio ore 18.30

ENTELLA - MODENA

RITORNO sabato 6 giugno ore 18.30 GDS

IL REGOLAMENTO Martedì si gioca il turno preliminare Sono due sfide secche sul campo delle squadre meglio classificate. In caso di parità si disputano i supplementari, in caso di ulteriore parità vanno avanti le squadre meglio classificate. LE SEMIFINALI Le vincenti sfidano la terza e la quarta come nello schema qui sopra: prima partita sul campo della squadra che

ha vinto il turno preliminare. In caso di parità dopo il ritorno, va in finale la squadra che si è piazzata meglio in campionato (niente supplementari). LA FINALE Il ritorno viene disputato sul campo della squadra che si è piazzata meglio. In caso di parità, sarà promossa in A la squadra meglio piazzata (nemmeno qui ci sono i supplementari).

DALLE SEDI

Spezia, in poche ore venduti 2.300 biglietti

M

artedì c’è il turno preliminare dei playoff: Perugia-Pescara alle 18.30 e Spezia-Avellino alle 21. Ecco come si stanno preparando le squadre. PERUGIA-PESCARA Sarà record di pubblico al Curi, viste le lunghe file ieri al botteghino per l’intera giornata. Camplone potrà contare sull’intero organico, con i soli Amelia (problemi alla schiena), comunque non titolare, e Fossati (affaticamento muscolare) che non sono al meglio. Rispetto alla gara di Cittadella torneranno titolari Goldaniga, Giacomazzi, Verre e Ardemagni. Oddo, tecnico del Pescara, corre contro il tempo per presentarsi anche a Perugia con una squadra rodata e pronta. Ci sarà certamente un cambio nel 4-2-3-1 iniziale: Rossi (squalificato) dovrebbe essere sostituito a sinistra da Zampano, che però non è ancora al meglio. Se non dovesse recuperare, potrebbe

toccare ad Abecasis il posto a destra, con Pucino spostato a sinistra. In mediana il baby Torreira si giocherà il posto con Brugman. Davanti non dovrebbero esserci modifiche rispetto alla vittoria sul Livorno: Bjarnason partirà alle spalle di Melchiorri, Pasquato e Politano esterni. SPEZIA-AVELLINO Già tutto in movimento per la sfida con l’Avellino. In poche ore ieri sono stati venduti 2.300 biglietti. Torneranno sicuramente a disposizione Juande, Bakic e Migliore, mentre resta in dubbio Datkovic. Cambio di programma, invece, per l’Avellino che è rimasto in provincia di Brescia per evitare i continui spostamenti. Domani pomeriggio poi il trasferimento verso la Liguria. Hanno raggiunto la squadra anche Castaldo e Gomis che erano rimasti in Irpinia. A La Spezia gli unici indisponibili saranno Chiosa e Soumarè. © RIPRODUZIONE RISERVATA

GIUDICE SPORTIVO Vicenza, Di Gennaro e Cocco fuori un turno ● Il giudice sportivo ha squalificato 14 giocatori, tutti per una giornata: Contini (Bari), Cocco e Di Gennaro (Vicenza); Beretta (Pro Vercelli); Boateng (Bari); Busellato (Cittadella); Ciano (Crotone); Ferrario e Troest (Lanciano); Moscati (Livorno); Rossi (Pescara); Salifu e Schiavone (Modena); Volpe (Entella). Ammenda di 3.000 euro al Crotone per la sospensione della partita dovuta all’improvvisa attivazione dell’impianto di irrigazione e 3.000 al Latina per il buco alla rete

che ha richiesto una sospensione della partita per circa due minuti. Ammenda di 1.000 euro a Carpi e Pescara. TESSER E BOJINOV ADDIO (m.l.) Le strade di Tesser e Bojinov si separano da quella della Ternana. Il bulgaro lo ha detto chiaramente alla fine della gara con il Varese, il tecnico ha detto «penso che sia finito un ciclo, iniziato un anno e mezzo fa e culminato con due salvezze. Ad ogni modo non ho ancora parlato con la società».


Lega Pro R L’andata delle semifinali playoff

DOMENICA 24 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA

Como e Reggiana lanciati In città è già euforia da B 1Tifosi anche dalla Germania per il Matera, ma i lombardi sono in forma Cavatorta-Toritto

C

omo-Matera (ore 19) apre le semifinali dei playoff. La gara di ritorno è prevista per domenica 31 alle 16. QUI COMO Grande attesa a Como: in prevendita fino a ieri sera erano stati venduti 4.000 biglietti – molto al di sopra della media stagionale – e per oggi è atteso un grande afflusso di pubblico. Sabatini riproporrà la stessa formazione che ha vinto a Benevento. Ancora assenti in difesa Marchi e in attacco De Sousa, sono stati convocati gli stessi venti giocatori della settimana scorsa. Due di loro dovranno evitare l’ammonizione per non essere squalificati: Crispino e Ganz. Il Como arriva a questa partita dopo il miglior filotto di vittorie di tutta la stagione: quattro successi consecutivi. QUI MATERA A mezzogiorno, appuntamento biancoazzurro

alla stazione San Giovanni di Como. Saranno un migliaio almeno i tifosi del Matera che raggiungeranno il Sinigaglia per sostenere la truppa di Auteri. Sono previsti arrivi dalla Germania, da Monaco di Baviera e Stoccarda. E pure da Padova e Verona, oltre che da Roma, Bari e Bergamo. Intanto, Letizia e compagni fin da ieri pomeriggio sono in ritiro a Como. Il tecnico ha tutti a disposizione, avendo recuperato anche lo squalificato Mucciante in difesa. Pronto anche l’esterno Di Noia. © RIPRODUZIONE RISERVATA

COMO (3-5-2) Crispino; Ambrosini, Giosa, Lebran; Marconi, Castiglia, Fietta, Cristiani, Casoli; Ganz, Le Noci. (Falcone, Cassetti, Fautario, Ardito, Maritato, Rolando, Defendi). All. Sabatini. MATERA (3-4-3) Bifulco; D’Aiello, Faisca, Mucciante; Iannini, Coletti, Bernardi, Mazzarani; Carretta, Letizia, Madonia. (Russo, Letizia, Di Noia, Ferretti, Ashong, Diop, Pagliarini). All. Auteri. ARBITRO Paolini di Ascoli Piceno (Galetto-Baccini).

Simone Ganz, 21 anni LAPRESSE

1Col Bassano quasi in 8.000 Colombo deve recuperare Spanò e Vacca Fanticini-Pittureri

R

eggiana-Bassano (alle ore 18) sarà trasmessa in diretta tv su Rai Sport 2. QUI REGGIANA Vigilia complicata per la Reggiana, che ha due pedine fondamentali alle prese con infortuni. Spanò, autore domenica scorsa ad Ascoli della rete del 2-2, ieri non si è allenato per una distorsione alla caviglia destra subita venerdì. Vacca, invece, si trascina un fastidio muscolare e in settimana ha lavorato a singhiozzo. «Faremo di tutto per recuperarli», ha affermato l’allenatore Alberto Colombo. Rispetto all’undici di Ascoli, in tal caso, l’unica variazione riguarderebbe Giannone, che verrà preferito a Ricci. C’è grande entusiasmo attor no ai granata: alle 19.45 di ieri erano stati acquistati 7.586 biglietti in prevendita, oggi

LA GUIDA AGLI SPAREGGI PLAYOFF 1° TURNO

Benevento

1

Como

2

La vincente viene promossa in Serie B

REGGIANA (4-3-3) Feola; Andreoni, Spanò, De Giosa, Mignanelli; Bruccini, Vacca, Angiulli; Giannone, Ruopolo, Siega. (Messina, Sabotic, Parola, Maltese, Alessi, Ricci, Petkovic). All. Colombo. BASSANO (4-2-3-1) Grandi; Toninelli, Priola, Bizzotto, Semenzato; Davì, Proietti; Furlan, Nolè, Iocolano; Pietribiasi. (Scaranto, Zanella, Stevanin, Cenetti, Cattaneo, Cortesi, Maistrello). All. Asta. ARBITRO Di Martino di Teramo (Hager-Camillucci).

Bassano

Matera

*Reggiana d.t.s

Matera

2

1 Pavia * giocano la prima gara in casa

0

2

Pordenone-Monza

1

0

Lumezzane-Pro Patria

2

1

Pro Piacenza-Forlì

2

1

Savona-Gubbio

4

1

Ischia-Aversa Normanna

Gare di ritorno Sabato 30 maggio

GIRONE B

GIRONE C

26/5 ore 17

Reggina-Messina GDS

SUPERCOPPA Al Novara basta un pari per festeggiare

Alessandro Spanò, 20 anni LIVERANI

Oggi si assegna la Supercoppa (ore 20.45, tv Rai Sport 2). Nel Teramo è infortunato Brugaletta, per Toscano potrebbe essere l’ultima gara con il Novara nonostante abbia ancora un anno di contratto. TERAMO (3-5-2) Tonti; Diakite, Speranza, Perrotta; Scipioni, Fiore, Amadio, Di Paolantonio, Di Matteo; Lapadula, Bucchi. (Cappa, Caidi, Lulli, Masullo, Cenciarelli, Petrella, Donnarumma). All. Vivarini. NOVARA (3-5-2) Tozzo; Martinelli, Vicari, Beye; Dickmann, Faragò, Buzzegoli,

1

PORDENONE

0

PRO PIACENZA

2

SAVONA

2

ISCHIA

4

0

MONZA

2

FORLÌ

1

GUBBIO

1

AVERSA NORMANNA

1

● PIACENZA Buona la prima per la Pro Piacenza, che vince in rimonta e si mette in posizione di forza per il ritorno. Nel primo tempo si fa preferire il Forlì, più compatto, anche se le occasioni sono davvero pochissime: due tentativi dalla distanza di Melandri e Arrigoni, che poi va a segno: calcia dai 30 metri, sulla traiettoria c’è la deviazione di Sall; palla che sbatte sulla traversa e ricade oltre la linea. La Pro Piacenza pareggia nella sua unica occasione: assist di Speziale e battuta di destro di Matteassi, al decimo centro stagionale. Nella ripresa Franzini corregge la Pro, arretrando Silva e mettendo in mediana Schiavini. I padroni di casa tengono meglio il campo e dopo avere reclamato un rigore (Jiday su Alessandro) lo ottengono: angolo di Alessandro sul secondo palo, dove vistosa è la trattenuta di Catacchini su Speziale. Lo stesso Alessandro trasforma, poi offre a Bini un pallone appena impreciso per il possibile 3-1. Paolo Gentilotti

Ascoli Reggiana

GIRONE A

PRO PATRIA

● PORDENONE Un Monza cinico vìola il fortino Bottecchia e mette al tappeto un Pordenone sprecone. Sabato il secondo e decisivo round sul campo, ma nel mezzo i brianzoli dovranno giocare un’altra partita, forse la più importante: martedì, in udienza, al tribunale fallimentare. «Non finisce mai, è dura lavorare così» dice Pea, il tecnico del Monza. Dall’altra parte il patron dei neroverdi Lovisa è un fiume in piena: «Bjelanovic è stato inguardabile. Questa squadra fatica a reggere la tensione». Il Monza ha colpito alla prima occasione al 46’ con Carbonaro che ha raccolto una deviazione di Bjelanovic. Nella ripresa, al 6’, Franchini si è divorato davanti a De Lucia la rete che avrebbe potuto cambiare il match. Gol sbagliato, gol subito: al 13’ Fissore stende Carbonaro, è rigore che Pessina trasforma. Il Pordenone ci riprova più volte, ma De Lucia è determinante e D’Ambrosio al 25’ salva sulla linea una deviazione di Maccan. Alberto Francescut

2 4

PLAYOUT

Gare di andata Sabato 23 maggio

LUMEZZANE

● LUMEZZANE (Bs) Il primo round dei playout è del Lumezzane che batte la Pro Patria grazie a un primo tempo di buona fattura e alle prodezze del portiere Furlan. I locali sfruttano la partenza lenta degli ospiti, ancora con la mente alle vicende accadute in settimana. Dopo 18 minuti un taglio in verticale di Mogos mette solo davanti alla porta Cruz, che anticipa l’uscita tardiva di Perilli. La Pro Patria però cresce e al 43’ Furlan compie un miracolo sul tiro a colpo sicuro da due passi di Giorno. Nella ripresa la gara si infiamma; Potenza impegna Perilli e al 15’ l’arbitro annulla un gol di Pisani per fuorigioco. Il pareggio sembra cosa fatta al 26’, ma Monticone si immola su Candido e al 32’ ancora Furlan leva dall’incrocio una palla calciata da Bacate. Nel finale Lumezzane in dieci per l’espulsione di Alimi. Furioso Montanari: «Meritiamo più rispetto perché almeno noi non siamo dei venduti». Il riferimento è all’arbitraggio e a qualche parola di troppo che i giocatori del Lumezzane avrebbero pronunciato sul calcioscommesse. Sergio Cassamali

d.t.s

FINALE

0 Domenica 7 e domenica 0 14 giugno

1I giocatori del Lumezzane provocano sul calcioscommesse, Montanari si ribella: «Noi non siamo venduti» MARCATORI T. Arrigoni (F) al 35’ p.t. Matteassi (P) al 44’ p.t.; Alessandro (P) su rigore al 17’ s.t. PRO PIACENZA (4-4-2) Alfonso 6; Castellana 6, Sall 5 (dal 1’ s.t. Schiavini 6), Bini 6,5, Sane 5,5; Matteassi 6,5, Silva 6, Bacher 6, Barba 6,5; Speziale 7 (dal 41’ s.t. Caboni s.v.), Alessandro 6,5. (Iali, Petrini, Marmiroli, Mascolo, Giovio). All. Franzini 6. FORLI’ (4-3-1-2) Scotti 6; Jiday 5,5, Catacchini 5, Drudi 6, Pastore 5,5; Casini 5, Pettarin 5 (dal 14’ s.t Hamlili 6), T. Arrigoni 6 (dal 40’ s.t. Fantoni s.v.); Rosafio 6,5 (dal 36’ st Capellini s.v.); Morga 6, Melandri 6,5. (Casadei, L. Arrigoni, Castellani, Turi). All. Firicano 5,5. ARBITRO Cifelli di Campobasso 5. NOTE paganti 700, abbonati 154, incasso 8.604 euro. Ammoniti Sall, Rosafio, T. Arrigoni, Morga, Catacchini, Alessandro e Matteassi. Angoli 3-7.

SEMIFINALI

24/5 e 31/5

Colpaccio del Monza, Ischia a valanga MARCATORI Carbonaro al 46’ p.t.; Pessina su rigore al 13’ s.t. PORDENONE (3-5-2) Maniero 6; Fissore 5, Ferrani 6, Ghinassi 6; Placido 5,5, Fortunato 5 (dal 20’ s.t. Mattielig 6), A. Migliorini 5, Maracchi 6, Bertolucci 5 (dal 1’ s.t. Franchini 4); Maccan 6, Bjelanovic 4 (dal 27’ s.t. Ravasi s.v.). (Bazzichetto, Pramparo, G. Migliorini, Buratto). All. Rossitto 5. MONZA (4-3-1-2) De Lucia 7; D’Ambrosio 6,5, De Bode 6, Martinez 6,5, Pugliese 6; Pessina 6,5, Asante 6, Uliano 6,5; Carbonaro 7 (dal 31’ s.t. De Vita s.v.); Bernasconi 7 (dal 41’ s.t. Gaeta s.v.), Grandi 5,5 (dal 18’ s.t. Cojocnean 6). (Chimini, Lucarini, Acampora, Valencic). All. Pea 7. ARBITRO Dei Giudici di Latina 6,5. NOTE paganti 1.500, abbonati 120, incasso non comunicato. Ammoniti De Bode, Ghinassi, Pugliese e Maccan. Angoli 7-3.

Juve Stabia

Como*

ANDATA PLAYOUT

MARCATORE Cruz al 18’ p.t. LUMEZZANE (4-4-2) Furlan 8; Monticone 7, Belotti 6,5, Nossa 6,5, Pippa 6,5; Mogos 7, Baldassin 6,5, Genevier 6,5, Potenza 6,5 (dal 27’ s.t. Alimi 5); Sarao 6,5, Cruz 7 (dal 18’ s.t. Varas 6) (Bason, Pantano, Gatto, Biondi, Ekuban). All. Nicolato 7. PRO PATRIA (4-3-3) Perilli 5,5; Guglielmotti 6, La Morte 5,5, Pisani 6, Taino 6; Giorno 6, Arati 6, Palumbo 6,5; Candido 7, Serafini 6,5, Terrani 5,5 (dal 24’ s.t. Baclet 7) (De Tommaso, Botturi, Panizzi, Romeo, Calzi, D’Errico). All. Montanari 6. ARBITRO Marini di Roma 5,5. NOTE paganti 1.260, incasso di 7.000 euro. Espulsi D’Errico (dalla panchina) al 31’ s.t., Alimi al 33’ s.t., il tecnico Nicolato al 36’ s.t.; ammoniti Taino, Palumbo, Belotti, Pippa, Arati, Cruz e Baldassin. Angoli 8-4.

Bassano

5 d.c.r

SEMIFINALI

© RIPRODUZIONE RISERVATA

6

24/5 e 31/5

botteghini aperti dalle 10.30. QUI BASSANO Nel Bassano è ancora out il portiere titolare Rossi (c’è Grandi al suo posto, in panchina il portiere della Berretti, Scaranto), mentre l’ammaccato Bizzotto (sciatalgia) ieri ha svolto regolarmente la rifinitura ed è recuperato. Asta si tiene un paio di dubbi in retrovia e a centrocampo, ma pare orientato a proporre il 42-3-1 d’ordinanza. Al seguito circa 200 supporter che occuperanno un settore della tribuna coperta e non della curva.

21

MARCATORI Demartis (S) al 36’, Sanna (S) al 37’ p.t.; Casiraghi (G) al 48’ s.t. SAVONA (4-1-3-2) Rossini 6; Antonelli 6,5, Ficagna 6,5 (dal 34’ s.t. Tonon 6), Marconi 6, Eguelfi 6,5; Cabeccia 7; Taddei 6,5, Demartis 7 (dal 22’ s.t. Giorgione 6,5), Carta 6,5; Sanna 7 (dal 42’ s.t. Giovinco s.v.), Scappini 6. (Addario, Galimberti, Russo, Frugoli). All. Riolfo 7. GUBBIO (4-1-4-1) Iannarilli 7; Rosato 6, Lasicki 5, Galuppo 4, Luciani 5; Loviso 5 (dal 18’ s.t. Manganelli 6); D’Anna 6, Guerri 6, Casiraghi 6,5, Vettraino 5,5 (dal 1’ s.t. Mancosu 6); Regolanti 5,5, (dal 25’ s.t. Cais 6,5). (Citti, Castelletto, Marchionni, Esposito). All. Bonura 5. ARBITRO Tardino di Milano 7. NOTE paganti 813, incasso di 8.927 euro. Espulso Galuppo al 16’ s.t.; ammoniti Eguelfi, Ficagna, Lasicki, Galuppo, Marconi, Guerri, Sanna e Innarilli. ●

SAVONA Il Savona si complica la vita. Complice una leggerezza difensiva, nei minuti di recupero, commessa oltretutto in superiorità numerica, la squadra di Riolfo permette al Gubbio, irriconoscibile e impacciato, di accorciare le distanze. Ora agli umbri basterà vincere la gara di ritorno con un solo gol di scarto per restare in Lega Pro. Il Savona parte bene e dopo aver sovrastato l’avversario concretizza il 2-0 in pochi secondi. Dopo aver fatto miracoli su conclusioni di Cabeccia, Demartis e Scappini, il portiere Iannarilli viene beffato prima dallo stesso capitano savonese e quindi da Sanna che segna il suo primo gol in Lega Pro. La gara per i biancoblù è tutta in discesa, con il Gubbio che in campo fa la figura della comparsa, e che dal 16’ della ripresa gioca in 10 uomini per l’espulsione di Galuppo (doppio giallo in 5 minuti). Ma dopo aver sfiorato il 3-0, per il Savona arriva il pasticcio finale con il gol all’incrocio di Casiraghi. Riccardo Fabri

MARCATORI Sirignano (I) al 6’, Millesi (I) al 29’, Sirignano (I) al 39’ p.t.; autorete di Finizio al 37’ s.t.; Chiavazzo (I) al 43’ s.t. ISCHIA (4-3-1-2) Giordano 6,5; Finizio 6,5, Impagliazzo 6.5, Sirignano 8, Bruno 6,5; Bulevardi 6,5 (dal 30’ s.t. Chiavazzo 6,5), Massimo 6,5, Armeno 6,5; Millesi 6,5; Schetter 6,5 (dal 22’ s.t. Bacio Terracino 6), Infantino 6,5. (Mennella, Bassini, Verachi, Gerevini, Alvino). All. Maurizi 7. AVERSA NORMANNA (4-3-3) Lagomarsini 4,5; Balzano 5, Esposito 5,5, Magliocchetti 5,5, Viglietti 5; Capua 5, Geroni 5, Giannattasio 5 (dal 40’ p.t. De Vena 6); Mangiacasale 6, Personé 5 (dal 16’ s.t. D’Attilio 5), Sassano (dall’8’ s.t. Mosciaro 5,5). (Despucches, Scognamillo, Amelio, De Luca). All. Marra 5. ARBITRO Giovani di Grosseto 6,5. NOTE spettatori 1.300 circa; incasso non comunicato. Espulsi Capua al 10’ s.t., Balzano e Armeno al 26’ s.t.; ammoniti Armeno, Capua, Magliocchetti. Angoli 3-6. ● ISCHIA (Na) L’Ischia supera l’Aversa con tre reti di scarto e vede più vicina la salvezza. Avvio scoppiettante della squadra di Maurizi che va in gol con il difensore Sirignano, autore di un preciso colpo di testa su cross di Millesi. L’Ischia spinge e il 2-0 arriva prima della mezz’ora con un calcio piazzato di Millesi (Lagomarsini si fa trovare impreparato). Il tempo si chiude sul 3-0 grazie a un preciso sinistro in mischia di Sirignano. Aversa in dieci in avvio di ripresa (espulso Capua). Dopo un palo di Mosciaro, al 26’ rosso anche per Armeno e per Balzano. I normanni, in nove, trovano il gol della speranza in seguito ad una deviazione di Finizio nella propria porta. Allo scadere l’arbitro giudica al di là della linea di porta un pallone calciato da Chiavazzo e rimbalzato sotto la traversa. Sabato al Bisceglia il return-match. Giovanni Sasso

Schiavi, Garofalo; Corazza, Evacuo. (Montipò, Gavazzi, Bergamelli, Bianchi, Miglietta, Garufo, Della Rocca). All. Toscano. ARBITRO Fiore di Barletta (GrossiSbrescia). CLASSIFICA Novara (diff. reti +1) e Salernitana (+1) p. 3; Teramo (-2) 0. REGOLAMENTO Con due o tre squadre a pari punti si guardano: differenza reti della fase finale, maggior numero di reti segnate, maggior numero di reti segnate in trasferta o sorteggio.

SERIE D OGGI ALLE 16 POULE SCUDETTO, PLAYOFF E PLAYOUT Alle 16 terza giornata dei triangolari nella poule scudetto, la terza fase dei playoff e le sfide dei playout. POULE SCUDETTO TRIANGOLARE 1 Padova-Cuneo: Cavallina di Parma (rip. Castiglione); classifica: Castiglione p. 4, Padova 1, Cuneo 0. TRIANGOLARE 2 MacerateseSiena: Miele di Torino (rip. Rimini); classifica: Maceratese e Siena p. 3, Rimini 0. TRIANGOLARE 3 Fidelis Andria-Akragas (ore 20.30): Paterna di Teramo (rip. Lupa Castelli); classifica: Lupa Castelli e Akragas p. 3, Fidelis Andria 0. Alle semifinali del 28 (a Macerata e Recanati) le prime di ogni girone e la miglior seconda: in caso di parità valgono gli scontri diretti, poi la migliore posizione in Coppa Disciplina). Finale a Macerata il 30. PLAYOFF TERZA FASE Gir. A Sestri Levante-Borgosesia: Meleleo di Casarano. Gir. B LeccoSeregno: Cipriani di Empoli. Gir. C Altovicentino-Sacilese: Kamal Jouness di Torino. Gir. D Porto Tolle-Piacenza: Nicoletti di Catanzaro. Gir. E Poggibonsi-Ponsacco: Marini di Trieste. Gir. F Fano-San Nicolò: Pasciuta di Agrigento. Gir. G Viterbese-Olbia: Curti di Milano. Gir. H Taranto-Potenza: Marchetti di Ostia. Gir. I RendeAgropoli: Gualtieri di Asti. In caso di parità al 90’, supplementari; persistendo la parità passerà la squadra meglio classificata in campionato. Quarta e quinta fase il 31 maggio e 7 giugno, semifinali il 10 giugno, finale il 14 giugno. PLAYOUT Gir. B Pro Sesto-Caravaggio: Meraviglia di Pistoia. Gir. C Giorgione-Kras Repen: Fichera di Catania; Dro-Triestina: Mansi di Nocera Inferiore. Gir. D FidenzaRomagna Centro: Gosetto di Schio. Gir. E Colligiana-San Donato Tavarnelle: Sozza di Seregno. Gir. F AmiterninaCastelfidardo: Zingarelli di Siena. Gir. G Palestrina-Isola Liri: De Remigis di Teramo. Gir. H Pomigliano-Arzanese: Volpi di Arzano. Gir. I Noto-Tiger Brolo: Annaloro di Collegno; SorrentoBattipagliese: Agrò di Terni. In caso di parità al 90’, supplementari. Persistendo il risultato di parità retrocedono le peggio classificate.


98° Giro d’Italia R 14a tappa, Treviso-Valdobbiadene

22

San Lorenzo al Mare

1 km 17,6

Albenga

Rapallo

2 km 177 Sanremo

TEAM ORICA GERRANS

Paolo Marabini INVIATO A VALDOBBIADENE (TREVISO)

L

a voce del padrone squilla nel giorno più atteso. Alberto Contador picchia il pugno sul tavolo del Giro e si riprende lo scettro rosa, con una tremenda prova di forza nella crono della verità. Quasi 60 chilometri a tutta, «uomo contro orologio» - sotto l’acqua dal primo all’ultimo metro, dal primo all’ultimo in gara - per disegnare il nuovo volto della corsa prima dell’arrivo delle grandi montagne. Ha bruciato le gambe, il Pistolero. Per sua stessa ammissione. Una fatica immane, come da tempo non gli si vedeva, che solo per pochi secondi non l’ha premiato con la vittoria di giornata - terzo a 14” da Vasil Kiryienka e a 2” da Luis Sanchez - ma che sul ring del match per la maglia rosa vale un colpo vicino al k.o., così forte da tramortire tutti: da Fabio Aru, leader per 24 ore, lasciato a 2’47” ma arresosi con onore, a un deluso Rigoberto Uran, arrivato a 2’31”, lui che un anno fa aveva dominato la maxi-crono Barbaresco-Barolo. Per non parlare del depresso Richie Porte, finito - e sfinito - a 4’06”. Così oggi il campione spagnolo ripartirà da Marostica, direzione Madonna di Campiglio, con una dote mica da ridere: 2’28” su Aru, 3’36” sulla rivelazione Amador, 4’14” su Uran, 4’17” sul regolare Van den Broeck, mentre Porte è precipitato addirittura a 8’52”. SENZA CALCOLI Non ha sparato sul traguardo, il Pistolero. Ma l’ha fatto sul podio. Ritrovando subito, dopo quell’ora, diciotto minuti e sei secondi di massacrante esercizio solitario, il sorriso smarrito il giorno prima a Jesolo, dove nella caduta a 3200 metri dall’arrivo aveva lasciato ad Aru 36 secondi pieni di rabbia. E, con quelli, il trono rosa conquistato all’Abetone, dopo soli cinque giorni di corsa. Sì, sulle colline del Prosecco e del Cartizze, del Cabernet e del Merlot, trascinato da un pubblico da stadio (non osiamo immaginare che spettacolo avremmo visto a bordo strada con il sole), Contador ha ubriacato i suoi rivali, come meglio non avrebbe osato sperare. Non ha fatto calcoli, ha soltanto chiesto tutto a se stesso, dall’inizio alla fine. Sapeva che qui avrebbe dovuto infilare tra sé e gli sfidanti un divario tale da mettere il Giro in cassaforte, anche a livello psicologico, alla vigilia dell’ultima settimana, che peraltro si dipanerà sulle montagne, cioè il suo terreno di caccia preferito. Pur sapendo che il Giro si vincerà a Milano. E che ogni giorno sarà pieno di insidie

Genova

Chiavari

3 km 136 Sestri Levante

VIVIANI MATTHEWS

DOMENICA 24 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA

MATTHEWS MATTHEWS

La Spezia

4 km 150

5 km 152 La Spezia

FORMOLO CLARKE

Abetone POLANC CONTADOR

Montecatini Terme

6 km 183 Castiglione della Pescaia GREIPEL CONTADOR

Grosseto

Fiuggi

7 km 267 Fiuggi ULISSI CONTADOR

8 km 186 Campitello Matese

Benevento

9 km 215 10 km 200 San Giorgio del Sannio

INTXAUSTI CONTADOR

BOEM CONTADOR

Nella terra del Prosecco domina Aru e torna rosa Oggi Campiglio: ricordi

1Crono a Valdobbiadene: ora ha 2’28” sul sardo Dopo 16 anni riecco l’ultima salita di Pantani anche a prescindere dagli attacchi che di sicuro gli arriveranno da più parti: quello che è successo finora, ultima la caduta di Jesolo, basta e avanza per non fare abbassare la guardia sino al traguardo finale a un campione esperto come il madrileno. IL CONFRONTO Nel testa a testa con Aru - ma anche in quello con Porte e con Uran, ovvero gli altri due uomini di riferimento per la classifica generale - il Pistolero è sempre stato in vantaggio. E con il passare dei chilometri ha via via incrementato il divario, senza mai dare segni di cedimento. La grande differenza sulla maglia rosa l’ha fatta nella prima metà di gara. Aru gli ha ceduto infatti 2”7

MAROSTICA 99 m GPM 2 La Fricca 1.096 m

R

Vigolo Baselga 490 m

S

MADONNA DI CAMPIGLIO 1.715 m GPM GPM S 1 1 Passo Daone Pinzolo 1.298 m 775 m

Ponte Arche 400 m

al chilometro al primo intermedio (17,6 km), poi 3”2 nel secondo tratto (fino al km 35,1). In quell’infinito rettilineo modello tavolo da biliardo, dalle porte di Treviso a Conegliano, Contador ha giusto faticato un po’ all’inizio ad assumere la miglior posizione aerodinamica, forse perché un po’ condizionato mentalmente dall’infortunio alla spalla. Ma appena ha trovato il ritmo, ha spinto a tutta per far sentire al rivale il fiato sul collo e dopo 7 km si era già ripreso la maglia rosa. Il sardo si è parzialmente riscattato nella terza frazione, quella vallonata dopo il gpm di San Pietro di Feletto (1”5 tra il km 35,1 e il km 49,5), poi ha ceduto di schianto negli ultimi 10 km, perdendo quasi 4” al chilometro. Ma ci sta, se pensiamo che

93

114

OGGI 15ª TAPPA Da Marostica a Madonna di Campiglio, 165 km: prima frazione dolomitica, con arrivo in salita. Negli ultimi 40 km, le salite di Passo Daone (8,4 km al 9,4%, max. 14%) e di Madonna di Campiglio (15,5 km al 5,9%, max. 12%) dove, in località Patascoss, è posto il traguardo. ORARI Ritrovo alle 11 in Piazza degli Scacchi, partenza alle 12.30 da via Panica. Arrivo tra le 17 e le 17.30.

10

60

TIRALONGO CONTADOR

Forlì

Bollicine

QUI, 1999: VITTORIA E DRAMMA DEL PIRATA

km 0

Civitanova Marche

134

148

165

TV Diretta su RaiSport1 dalle 13.10 e dalle 15.05 su Rai3. Eurosport dalle 14.15. Tre appuntamenti su Gazzetta Tv: alle 13.15, 19.30 e 23.15.

PRESTAZIONE DA TOUR Solo un'altra volta si è visto un Contador così straripante a cronometro: Tour 2009, ad Annecy lo spagnolo vince battendo Cancellara, Millar, Wiggins e Tony Martin


DOMENICA 24 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA Forlì

Imola

11 km 153

12 km 190 Imola

ZAKARIN CONTADOR

Vicenza (Monte Berico) GILBERT CONTADOR

Montecchio Maggiore

13 km 147 Jesolo MODOLO ARU

Treviso

Marostica

Pinzolo

14 km 59,4 15 km 165 16 km 174 Valdobbiadene Madonna di Campiglio

Aprica

Tirano

Melide

17 km 134

18 km 170 Lugano (Svizzera)

Gravellona Toce

19 km 236 Verbania

Saint-Vincent

20 km 199 Cervinia

23

Torino

21 km 178 Sestriere

Milano

KIRYIENKA CONTADOR

Contador TERZO E NUOVO RE Alberto Contador, 32 anni, lanciatissimo nella crono: terzo. E’ la sua 16a maglia rosa: 7 nel 2008, 9 quest’anno ROBERTO BETTINI

era alla prima maxi-crono della sua ancor giovane carriera, mentre il Pistolero ha dalla sua una bella valigia di esperienza in materia. TERRENO A questo punto la domanda sorge spontanea. Si può mettere in difficoltà Contador? E se sì: dove? Di terreno ce n’è da vendere. Già da oggi, perché la Marostica-Madonna di Campiglio è tutto fuorché semplice, con il Passo Daone trampolino di lancio, tra salita e discesa, prima dei 15,5 km di scalata finale. E in tanti potrebbero pagare le fatiche della crono. Poi, dopo il riposo, martedì c’è la Pinzolo-Aprica, con lo spauracchio Mortirolo. Quindi la due giorni prima della passerella finale da Torino a Milano: venerdì l’arrivo a Cervi-

nia e, l’indomani, il Colle delle Finestre. Salite da battaglia, ma oltre alle gambe serviranno tanto coraggio e un bel po’ di fantasia. E anche le immancabili «sante alleanze». L’Astana di Aru, che nei primi sette della classifica ha pure Cataldo (a 4’50”) e Landa (a 4’55”), può cercare di isolare il Pistolero. Ma lo deve fare con intelligenza, evitando di buttar via energie: meglio un attacco in meno, ma mirato, chirurgico, deciso. Certo, poi c’è anche lui, l’uomo in rosa. Che magari si inventa un altro numero, se ne va in salita alla sua maniera e chiude il discorso con una grande impresa, per marchiare a fuoco il Giro. Perché no? L’uomo delle emozioni ci ha abituato a tutto. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA GUIDA Vince il bielorusso Kiryienka Uran a 2’45”, Porte a 4’20” CLASSIFICA CRONOMETRO 1. Vasil KIRYIENKA (Bie, Sky) 59.4 km in 1h17'52", media 45,770 km/h; 2. Luis Leon SANCHEZ (Spa) a 12"; 3. Alberto CONTADOR (Spa) a 14"; 4. Gretsch (Ger) a 23"; 5. Kruiswijk (Ola) a 1'09"; 6. Kangert (Est) a 1'17"; 7. Van den Broeck (Bel) a 1'25"; 8. Felline a 1'26"; 9. Ludvigsson (Sve) a 1'27"; 10. Durbridge (Aus) a 1'36"; 23. Uran (Col) a 2'45"; 29. Aru a 3'01"; 55. Porte (Aus) a 4'20"; 76. Formolo a 5'39". CLASSIFICA GENERALE 1. Alberto CONTADOR (Spa, Tinkoff-Saxo) 2242 km in 55h39'00", media 40,287 km/h; 2. Aru a 2'28"; 3. Amador (C.Rica) a 3'36"; 4. Uran (Col) a 4'14"; 5. Van den Broeck a 4'17"; 6. Cataldo a 4'50"; 7. Landa (Spa) a 4'55"; 8. Caruso a 4'56"; 9. Kreuziger (R.Cec) a 4'57"; 10. Konig (R.Cec) a 5'35"; 17. Porte (Aus) a 8'52"; 19. Formolo a 9'05".

SCATTA IL BETTO di PAOLO BETTINI

FABIO, STAI ATTENTO RISCHI IL 2° POSTO

P

er quello che ha fatto vedere ieri, verrebbe facile dire che Alberto Contador ha chiuso il Giro. Ancora di più se si pensa che arrivano le grandi salite, il suo terreno di caccia preferito. Sono convinto che già oggi darà un colpetto agli ultimi due chilometri, tanto per mettere le cose in chiaro. È il più forte, però non bisogna dimenticare che il Giro finisce domenica prossima a Milano e finora nelle tappe che sembravano più semplici e banali è successo di tutto. Su Aru viene naturale chiedersi se rischia il secondo posto. Tra malattia, Trentino che non ha corso e condotta tattica sua e della squadra, cercando cioè di raccattare tutto il possibile, potrebbe pagare. Il secondo posto non è scontato. E gli altri? Landa credevo fosse da podio, ma ieri è andato davvero molto piano. Amador mi incuriosisce: è un lottatore, è sempre andato forte ma non è mai stato nei piani così alti della classifica. Resto dell’idea che Uran, per il podio, possa rientrare.


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98° Giro d’Italia R La sfida per la rosa

DOMENICA 24 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA

«PURTROPPO SONO SCIVOLATO. SONO ANDATO COME MI ASPETTAVO»

«CRONO DIGNITOSA, ORA POSSO PROVARCI PER UNA TAPPA»

DAMIANO CUNEGO 33 ANNI, NIPPO-VINI FANTINI

GIOVANNI VISCONTI 32 ANNI, MOVISTAR

PIANURA, SALITA, STRAPPI: COSÌ IL PISTOLERO HA MESSO IN FILA I RIVALI TREVISO 14 m

VALDOBBIADENE 252 m

km 17,6 Contador 22’20” Aru a 48” Porte a 51” Uran a 1’04”

km 35,1 Contador 46’38” Aru a 1’45” Uran a 1’55” Porte a 2’08”

km 49,5 Contador 1h03’22’’ Uran a 2’06” Aru a 2’08” Porte a 3’

GPM San Pietro di Feletto 4 266 m 9%

Col San Martino 153 m

Arrivo Contador 1h18’06’’ Uran a 2’31” Aru a 2’47” Porte a 4’06”

10%

5%

Ponte della Priula 67 m km 0

10

17,6

30,1

35,1

49,5

59,4 FOTO BETTINI - CENTIMETRI

Alberto, fatica e stupore «Meglio di come pensavo»

1Contador distrutto dopo una crono feroce: «L’ho preparata al

video. Frenarmi non mi piace, a volte la miglior difesa è l’attacco»

Claudio Ghisalberti INVIATO A VALDOBBIADENE

«H

o le gambe rotte, ma rotte davvero…». Alberto Contador parla sottovoce, come per confidare un segreto, e con lo stupore dipinto in volto. Sembra quasi sorpreso che possa esistere un mal di gambe così feroce. Si accarezza le cosce, le comprime leggermente. «Sono dure come se avessi crampi dappertutto, ma il risultato è stato molto migliore di quello che mi aspettavo». Il fuoriclasse spagnolo ha spremuto i muscoli in uno sforzo estremo ed esaltante. Alberto è partito da Treviso filando via subito come un missile e già dal primo intertempo, meno di 17 km dopo il via, si è capito subito che la storia del Giro stava prendendo un’altra strada. Aru, in maglia rosa, era già dietro di 48”. «Quello iniziale è stato un tratto più duro del previsto – confida lo spagnolo – perché contrariamente alle attese mi sono trovato il vento in faccia».

CATTIVO Ma il vero spettacolo è cominciato più avanti, sulle prime rampe delle colline del Prosecco. Contador le ha ag-

Alberto Contador, 32 anni, si alza sui pedali tra i famosi vigneti della zona di Valdobbiadene BETTINI

gredite con una ferocia bestiale, alzandosi sui pedali. Ma stavolta più che un ballo, il suo avanzare sembrava una violenza alla bicicletta. Mordeva l’aria, l’azzannava come una preda. Paolo Bettini ne è rimasto colpito: «Guarda che cattiveria!». Sembrava di rivedere il Contador del Tour 2009 capace di battere addirittura Fabian Cancellara, per 3” ad Annecy. E pazienza se ieri s’è dovuto arrendere a Kiryienka per 14”.

«Sapevo che era una giornata cruciale - prosegue la maglia rosa -. Venerdì sera avrei voluto venirla a rivedere, ma per la caduta di Jesolo ho dovuto cambiare i piani. Stamattina (ieri, ndr) appena sveglio ho fatto un po’ di rulli per vedere come andava la gamba, poi sono salito in auto e sono venuto a fare una ricognizione. Ho registrato il percorso in video con dei commenti. Poi prima di iniziare il riscaldamento l’ho rivisto». Il

grande dubbio era sulla posizione del manubrio. «L’ho dovuta cambiare. Avevo i gomiti un po’ più larghi ed ero un paio di centimetri più alto. Però questa posizione mi ha consentito di stare più comodo». INDURAIN Come ogni giorno la discussione scivola sulla squadra e il differente atteggiamento tattico tra la sua Tinkoff e l’Astana di Aru, che anche ieri non s’è risparmiata

(Sanchez 2°, Kangert 6°). «Ognuno ha la sua strategia commenta Contador -. Io sono felicissimo di come stiamo correndo. Anzi meglio che i miei siano stati più “conservatori”, nei prossimi giorni serviranno molte gambe. I miei compagni sono un esempio di professionalità». E a chi gli chiede se da oggi in avanti correrà alla Indurain, gestendo la corsa e lasciando la vittorie di tappa agli altri, la risposta è… da Contador. «Indurain è unico e nella sua carriera ha fatto qualcosa d’incredibile. Per la mia condotta tattica posso dirvi che a me non piace frenarmi, ma molto dipenderà dalle circostanze di gara, ma sapete benissimo che a volte la miglior difesa è un bell’attacco». E oggi la corsa gli presenta una straordinaria occasione: l’arrivo in salita di Madonna di Campiglio. «Quando ho iniziato ad andare in bici avevo un mito che cercavo di imitare: Marco Pantani, a volte mi chiamavano così. Anche l’idea della doppietta Giro-Tour è per ripetere l’impresa Pantani». Prima di congedarsi, un lungo sospiro: «Sono molto contento perché dopo la caduta di venerdì avevo molti dubbi, il ginocchio mi dava un po’ fastidio, ma dopo che mi sono scaldato bene è andata meglio. Ma ora devo recuperare». Come? «Ah non lo so. “Fante” (il suo massaggiatore, ndr) dovrà lavorare tanto. Poi tranquillità e avanti “dia por dia”, senza troppa euforia». La sua ieri non è stata solo una tappa speciale con la riconquista della maglia rosa e l’ipoteca della vittoria finale. Quello di Contador è stato anche un gesto d’amore verso il Giro. «Probablemente» l’ultimo Giro, ha detto ieri il Pistolero. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL COMMENTO di PAOLO MARABINI

QUEI BIG RITIRATI E IL RISPETTO PER IL GIRO

N

on partiti: Tom Boonen, André Greipel, Michael Matthews (e Gregory Henderson). Archiviata la volata di Jesolo, tre stelle del Giro hanno deciso che restare non aveva più senso e hanno preso la strada di casa: Greipel con in tasca la vittoria di Castiglione della Pescaia, Matthews con il successo di Sestri Levante e due giorni in rosa, Boonen senza soddisfazioni personali. Un grande giro, però, dovrebbe essere onorato fino in fondo, soprattutto da chi porta un nome importante. Boonen, l’imperatore del pavé, era alla prima partecipazione. A spiegazione del suo ritiro, il team manager Patrick Lefevere ha detto che «ormai c’erano solo una crono e le montagne», cioè tappe non adatte a lui. A parte che non è vero (ci sono ancora due arrivi per velocisti), lo stimolo per dare ancora un senso al suo Giro poteva arrivare dal rientro nella lotta per il podio del compagno Rigoberto Uran. A maggior ragione visto che la EtixxQuick Step aveva perso due uomini nelle prime quattro tappe.


DOMENICA 24 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA

«VOLEVO VINCERE DUE TAPPE INVECE DI UNA. ORA PENSO AL TOUR» ANDRÉ GREIPEL 32 ANNI, LOTTO SOUDAL

2009

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● L’anno dell’unica vittoria di Alberto Contador a cronometro in un grande giro: al Tour, ad Annecy (40,5 km), inflisse 3” a Fabian Cancellara

IL MICIDIALE MORTIROLO, LO STERRATO DEL FINESTRE: 130 KM DI SALITE 1715 - Madonna Pinzolo di Campiglio

Marostica

1882 -Tonale

1173 - Aprica

Gravellona Toce

2001 - Cervinia Saint-Vincent

2035 - Sestriere 2178 - Colle delle Finestre Cima Coppi

1664 - Saint Pantaleon 1627 - Saint Barthelemy

1854 - Mortirolo

1298 - Daone

oggi

15ª tappa 165 km

martedì R 16ª tappa 174 km

venerdì

sabato

19ª tappa

20ª tappa

236 km

199 km GDS

Fabio prepara l’attacco «Sulle montagne vere»

1Aru tiene aperti i giochi: «Ho ancora fame e tanta grinta

Quando attacco? Dipende dalle gambe... È uno sforzo nuovo»

Ciro Scognamiglio INVIATO A VALDOBBIADENE twitter@cirogazzetta

Q

uanto detto a caldo – «Non sono contento» – lo ribadisce qualche ora dopo, quando l’adrenalina della cronometro è sfumata. Quella che non sfuma invece è la sua cocciuta determinazione: «Non c’è un motivo specifico. Non sono contento della prestazione in generale, questo perché voglio sempre di più. E’ il mio carattere», ammette Fabio Aru. La maglia rosa per ora è andata. Ma ci sono altre sette tappe e un bel pezzo della storia è ancora tutto da scrivere.

ANALISI «Io ho ancora tanto da lavorare e Contador ha fatto una prestazione super - argomenta Aru, 29° al traguardo a 2’47” dallo spagnolo, 3°, e ora 2° a 2’28” dal primato di Alberto -. Non penso che abbiano influito le fatiche delle prime tappe, quelle le abbiamo fatte tutti. E’ stato uno sforzo prolungato, nuovo per me. Averlo fatto in maglia rosa è stato un grande privilegio, un onore». E a chi comincia a ragionare sul fatto che tutto sommato non è così brutto essere secondo soltanto a que-

sto Contador, il 24enne sardo dell’Astana (che sta correndo il Giro d’Italia con il numero 21, lo stesso di Marco Pantani al Tour 1998) risponde così: «Non sono certo appagato, ho ancora fame e tanta grinta. C’è subito salita a Madonna di Campiglio, non la conosco benissimo, non ho fatto gli ultimi chilometri. E abbiamo tutte le montagne vere del Giro davanti, cercheremo di fare ogni giorno qualcosa anche per fare un bel regalo al

pubblico, ci sarà grande spettacolo». Ma attaccherà subito? E giù un sorriso gigante, le mani appoggiate alle gambe: «Dipenderà tutto da queste!». Al suo fianco ci saranno i genitori, Antonella e Alessandro, che venerdì non hanno vissuto in diretta l’emozione della rosa di Fabio perché stavano prendendo il traghetto dalla Sardegna. Era stato lo zio Luca, il fratello di mamma Antonella, a comunicare a voce alta la

Tanti tifosi sardi per Fabio Aru BETTINI

lieta novella. Sono poi arrivati 100 tifosi del Fan Club della Bergamasca, dove lui ha vissuto per anni, poi verranno la fidanzata Valentina (probabilmente mercoledì) e il fratello minore Matteo, mentre per l’ultimo weekend sono attesi quelli del Fan Club della Sardegna. Tutti per Fabio. SQUADRA In zona mista Aru che adesso rivestirà la maglia bianca di leader dei giovani, ieri “prestata” a Davide Formolo - si è preso pure i complimenti di Oleg Tinkov, il team manager di Contador. La stretta di mano è stata calorosa. E non si è scoraggiato neppure il suo di team manager, Alexander Vinokourov, che al mattino contava di contenere entro il minuto il distacco da Contador. «Ma il giudizio è condizionato dalla prova super di Contador – commenta il d.s. Giuseppe Martinelli -. Anche volendo lasciare perdere Porte, Fabio ha preso pochi secondi da Uran e credo che la sua crono sia stata buona. E’ partito bene, mentre ha perso sicuramente più di quello che pensavamo sulla prima salita. Forse ha pagato il cambio di ritmo tra la parte iniziale piatta e il resto. Analizzeremo il tutto nel dettaglio con i tempi e i dati settore per settore». Rispetto al Giro che verrà, Martinelli la vede così: «Non so cosa aspettarmi da Madonna di Campiglio. Siamo abituati ai colpi di scena ogni giorno, ma penso che molti avranno mal di gambe dopo la crono e ci sarà una gara per la vittoria di tappa e una gara tra i migliori della generale. Ma ricordiamoci che martedì arrivano il Mortirolo e la prima vera tappa del Giro. Un Giro di cui ora Contador è il padrone». © RIPRODUZIONE RISERVATA

fCENTO ANNI FA

Il 24 maggio e la Guerra che cambiò l’Italia Claudio Gregori

C

ento anni fa l’Italia entrava nella Grande Guerra. Con speranza gioiosa. Il titolo a tutta pagina della Gazzetta dello Sport ne è la prova: «Per l’Italia, contro l’Austria hip hip urrà». Era la gioia baldanzosa di Marinetti e dei futuristi, che scesero in lizza nel Battaglione Lombardo Volontari Ciclisti. Era il sogno delirante di D’Annunzio e la disperata speranza di Cesare Battisti, trentino, e di Scipio Slataper, triestino, irredentisti ardenti. Invece fu una carneficina orrenda. L’Italia conobbe la Strafexpedition e Caporetto, il dolore e la miseria. La nostra terra fu devastata. Perirono leggendari campioni dello sport come Giuseppe Sinigaglia, canottiere ineguagliabile, come Carlo Oriani, vincitore del Giro d’Italia del 1913, come tre vincitori del Tour, François Faber, Octave Lapize e Lucien PetitBreton, che avevano vinto anche in Italia, come i futuristi Boccioni, Sant’Elia e Erba.

PARALISI Lo sport subì la paralisi. Il Giro si fermò per 4 anni. Eppure, nel dolore, nuovi germogli spuntarono. Fiorì la favola di Ottavio Bottecchia e anche quella di Alfonsina Strada, piazzata nel Giro di Lombardia proprio nei giorni di Caporetto. L’aviazione e l’automobilismo ebbero un grande impulso. Strade scavate nella roccia salirono le montagne. Lo sci – grazie agli alpini – ebbe un grande sviluppo: a guerra finita divenne uno sport vero, nacquero i Giochi Invernali e le prime stazioni da sci. L’Italia vinse la guerra. Trento e Trieste furono riunite alla Patria. Il Giro rinacque. E la maglia tricolore del campione d’Italia Girardengo, vincitore delle prime due tappe a Trento e Trieste, garrì come una bandiera. © RIPRODUZIONE RISERVATA


98° Giro d’Italia R Casa Sky

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DOMENICA 24 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA

«L'UOMO GIUSTO PER UNA SUPER CRONO! SUPER FELICE PER KIRY» ELIA VIVIANI 26 ANNI, SKY

Giorno alla rovescia I per Vasil e Richie Il gregario diventa re

3

Marco Pastonesi INVIATO A VALDOBBIADENE

1Kiryienka, il bielorusso che ha vissuto in Italia, vince la crono; Porte, il tasmaniano cresciuto in Toscana, perde altri 4’20”

IL GIRO AI RAGGI X MAGLIA ROSA

ROSSA

AZZURRA

BIANCA

9/5

1a SAN LORENZO AL MARE-SANREMO (cronosquadre) 17,6 ORICA

GERRANS

-

-

MATTHEWS

10/5

2 ALBENGA-GENOVA

177 VIVIANI

MATTHEWS

VIVIANI

LINDEMAN

MATTHEWS

11/5

3 RAPALLO-SESTRI LEVANTE

136 MATTHEWS

MATTHEWS

VIVIANI

KOCHETKOV

MATTHEWS

12/5

4 CHIAVARI-LA SPEZIA

150 FORMOLO

CLARKE

VIVIANI

KOCHETKOV

CHAVES

13/5

5a LA SPEZIA-ABETONE

152 POLANC

CONTADOR

VIVIANI

POLANC

ARU

14/5

6a MONTECATINI T.-CASTIGLIONE DELLA PESCAIA 183 GREIPEL

CONTADOR

GREIPEL

POLANC

ARU

15/5

7a GROSSETO-FIUGGI

267 ULISSI

CONTADOR

VIVIANI

POLANC

ARU

16/5

8a FIUGGI-CAMPITELLO MATESE

186 INTXAUSTI

CONTADOR

VIVIANI

INTXAUSTI

ARU

224 TIRALONGO

CONTADOR

VIVIANI

GESCHKE

ARU

DATA TAPPA a

a

a

17/5

9a BENEVENTO-SAN GIORGIO DEL SANNIO

18/5

RIPOSO a CIVITANOVA MARCHE

KM ARRIVO

19/5

10 CIVITANOVA MARCHE-FORLÌ

200 BOEM

CONTADOR

BOEM

GESCHKE

ARU

20/5

11a FORLÌ-IMOLA (Autodromo Ferrari)

153 ZAKARIN

CONTADOR

BOEM

INTXAUSTI

ARU

21/5

12 IMOLA-VICENZA (Monte Berico)

190 GILBERT

CONTADOR

BOEM

INTXAUSTI

ARU

22/5

13 MONTECCHIO MAGGIORE-JESOLO

147 MODOLO

ARU

VIVIANI

INTXAUSTI

ARU

Ieri

14 TREVISO-VALDOBBIADENE (crono individuale) 59,4 KIRYIENKA

CONTADOR

VIVIANI

INTXAUSTI

ARU

a

a

a

a

DATA TAPPA

KM DIFFICOLTÀ e GIUDIZIO GAZZETTA

Oggi

165

****

Ecco le Dolomiti: il Daone - salita e discesa - è da temere più di Campiglio

26/5

16a PINZOLO-APRICA

174

17a TIRANO-LUGANO

134

28/5

18a MELIDE-VERBANIA

170

29/5

19a GRAVELLONA TOCE-CERVINIA

236

30/5

20a SAINT-VINCENT-SESTRIERE

199

31/5

21a TORINO-MILANO

178

***** * ** ***** ***** *

Tonale, Aprica, Mortirolo, Aprica: bastano i nomi. Saranno emozioni forti

27/5

15 MAROSTICA-MADONNA DI CAMPIGLIO a

Domani RIPOSO a MADONNA DI CAMPIGLIO

Giornata di recupero, via libera ai velocisti usciti sani e salvi dalle Dolomiti Il Monte Ologno (10 km al 9%; Gpm a 36 km dall’arrivo) è un trampolino Quasi 4800 metri di dislivello, per lo più negli ultimi 90 km con 3 salite da 20 km Si decide il Giro, il Colle delle Finestre con gli ultimi 9 km di sterrato fa paura Passerella finale a Milano dopo 3 anni: si passa dall’Expo, poi circuito in corso Sempione

LEFT BRAIN: CONTROLLO AFFIDABILITÀ ATTENZIONE AI DETTAGLI

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l gregario e il capitano. Il gregario che corre come un capitano e il capitano che corre come un gregario. Il gregario che arriva primo e il capitano 55° a 4’20”. Vasil Kiryienka e Richie Porte: ieri i loro destini si sono incrociati e sostituiti. La mattina della cronometro, specialità adatta al capitano (campione australiano in carica) ma anche al gregario (tre volte campione bielorusso e un bronzo ai Mondiali 2012), il team manager Dave Brailsford ha aperto i cancelli. Liberi tutti. Liberi di fare la propria corsa, una condizione filosofica che sta anche nella natura della cronometro. «Andiamo a vincere», ha detto Mr Sky. «Ma senza specificare chi», ha confidato Kiryienka. E così è successo che Kiryienka abbia corso da capitano, e Porte, la cui fiducia, e forse anche autostima, in questi giorni è precipitata per cadute e incidenti, da gregario.

● successi di tappa bielorussi al Giro, tutti di Vasil Kiryienka: gli altri, Legnano-Monte Pora 2008 e Verbania-Sestriere 2011

UOMO IMPORTANTE Kiryienka e Porte hanno accettato l’integralismo di Sky, quello che, alla lunga, mette così pressione ai corridori da farli sentire quasi soffocati (Cavendish, Wiggins, Boasson Hagen). «Io sono sempre a disposizione della squadra – ha detto ieri «Kiry», dopo la vittoria – e mi rimetto subito a disposizione. Faccio sempre quello che mi dicono di fare». Per Porte parla il camper per la sua vita notturna, parla anche il viaggio di trasferimento in elicottero, che lo privano della vita comunitaria con i compagni di squadra. «Non so – ha continuato «Kiry» – se la libertà concessa a me e a Konig significasse la rinuncia alle possibilità di Porte. Per me è stata anche l’opportunità per dimostrare il mio valore, per rispondere alla fiducia della squadra, che da qualche anno si aspettava quello che stavolta sono finalmente riuscito a fare. Sono un uomo importante e ho fatto un lavoro importante»

STIMA Porte ha grande stima per «Kiry»: «E’ forse l’uomo più forte che abbia mai conosciuto, capace di tirare il EMISFERI Kiryienka, «Kiry», gruppo per tutto il giorno, 33 anni, nato sovietico e dianche se la mattina dice di ventato bielorusso, uomo non stare bene». «Kiry», forse dell’Est nell’Emisfero Nord, e Vasil Kiryienka, 33 anni, per pudore, non parla volenPorte, 30 anni, australiano terza vittoria al Giro BETTINI tieri di Porte: «E’ andato codella Tasmania, uomo del m’è andato. C’è anche Konig Sud nell’Emisfero Sud. Kiryienka, la prima in classifica». Per Kiryienka è la 3ª vittoria al bici una Sport, fabbricata in Ucraina, vec- Giro: «Nel 2008 la tappa della Presolana, chia e verde, e Porte, la prima bici una nel 2011 quella del Sestriere con il Colle Avanti Corsa, di seconda mano, di un certo delle Finestre. Tutt’e due con fughe partite corridore Mark Jamieson. Kiryienka, che ha da lontanissimo e con un’enorme sofferenabitato anche a Villongo, nel Bergamasco, e za. Questa vittoria è speciale, ho dato il mePorte, nella sua emigrazione ciclistica, ha glio di me, l’aspettavo da tempo». Chissà se, trascorso tre anni in Toscana. Kiryienka, da oggi, i destini di Kiryienka e Porte torneche dice «il mio forte è la determinazione, la ranno a incrociarsi e sostituirsi. «Kiry» non fiducia e la tranquillità» e «il mio debole è si vede, comunque, come un capitano: «Siche non ho uno speciale talento», e Porte, gnifica essere sotto pressione ogni giorno che dice «il mio forte è l’allenamento e il sa- per tre settimane. Non credo di essere capacrificio» e il suo debole lo si è scoperto pro- ce di farlo per più di una settimana». Il re prio in questi giorni, arrendersi e rassegnar- per un giorno torna gregario. si quando le cose non vanno come dovreb© RIPRODUZIONE RISERVATA bero andare.


98° Giro d’Italia R Luci e ombre

DOMENICA 24 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA

«HO SEGUITO HESJEDAL CON UNA MASERATI: LA MIA CRONO PIÙ FACILE» DAVID MILLAR 38 ANNI, PRO' DAL 1997 AL 2014

Uran non si arrende Felline gioia Italia

ha condizionato. Avevo dolore al gluteo, alla spalla e alla schiena sul lato sinistro. Non potevo spingere a tutta come avrei voluto». Mostrava fierezza nella sconfitta e dichiarava: «Non cambio obiettivo. Non rinuncerò alla classifica per puntare alle tappe. Non ho perso la speranza. Ho fiducia nell’ultima settimana. Ci sono difficili tappe di alta montagna. Lotterò con i migliori. Io amo combattere. E so che in una corsa come il Giro le cose possono cambiare».

1Il piemontese chiude la crono

ottavo a 1’26”: è il miglior azzurro Claudio Gregori VALDOBBIADENE (TREVISO)

I

l sorriso e la malinconia. Uran è passato da Pieve di Soligo, corrucciato, cupo come un guerriero sconfitto. Felline, invece, aveva il volto sereno del ragazzo ardito che compie la prodezza. Passavano rapidi, su ruote vorticose, sparando spruzzi contro le case rese musicali dai versi di Zanzotto. Il poeta, cresciuto lì, amava la bicicletta. Pedalava sulla strada del Montello. Esplorava la bellezza: pietre, erbe, acque. Ha scritto: «Da ragazzi si passava sulla riva destra del Piave mettendo la bicicletta sulla barca e dalle rive si giocava con le sguelze…». Le

Rigoberto Uran, 28 anni, 23° a 2'45'' BETTINI

“sguelze” erano i sassi piatti, che Zanzotto faceva danzare sull’acqua del fiume. DELUSIONE Uran sperava di far danzare tra le vigne la bicicletta. Un anno fa stravinse la crono del Giro Barbaresco-Barolo, 42 km, con 1’17” su Ulissi e 1’34” su Evans. Voleva il bis nella culla del Prosecco. Invece ha conosciuto la disfatta: è finito 23mo a 2’45” dal vincitore. Alla fine, deluso, mentre goccioline di pioggia rotolavano tra le rughe del suo volto corrucciato, diceva: «Mi aspettavo moltissimo da questa crono. Ma nella prima parte non sono riuscito a trovare né un buon ritmo, né una buona velocità. Non ero nelle migliori condizioni. La caduta all’autodromo di Imola mi

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«NON AVEVO MAI FATTO UNA CRONO COSÌ LUNGA A TUTTA. ORA PROVO UNA FUGA» FABIO FELLINE 25 ANNI, 8° A 1’26”

«IL BELLO DEL CICLISMO È CHE NON REGALA NIENTE: STAVOLTA HO PAGATO» DAVIDE FORMOLO 22 ANNI, 76° A 5'39''

FIDUCIA Fabio Felline, invece, era sereno, appagato. È stato il migliore degli italiani, settimo, 1’27” meglio del secondo italiano, Manuele Boaro. Confidava: «Ero incerto. Non sapevo se fare la cronometro a tutta. Poi mi sono detto: ‘È una bella occasione. È tutta la stagione che vado bene contro il tempo. Proviamo’. Ne valeva la pena». Era stato terzo, l’8 febbraio, nella crono dell’Étoile de Bessèges a Alès, 11,9 km, vinta dal talento lussemburghese Bob Jungels. Il 28 marzo aveva vinto quella del Criterium International a Porto Vecchio, sui 7 km, con 1” su Bob Jungels. Poi era finito sesto, l’11 aprile, in quella del Giro dei Paesi Baschi, 18,7 km, precedendo Nairo Quintana.«Non avevo mai fatto una crono lunga a tutta. Al massimo ero arrivato ai 20 km. Qui ho scoperto nuovi numeri. Grandi numeri. Mi danno fiducia. Ora proverò la fuga sulle mie strade», prometteva. Torino lo aspetta. Ora che il Giro si avvia alla fine, direbbe Zanzotto, «leggeri ormai sono i sogni». Aerei, certo, ma sempre belli. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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● I podi finali di Rigoberto Uran al Giro: nel 2013 a 4’43” da Vincenzo Nibali e nel 2014 a 2’58” da Nairo Quintana

DORIS E IL SUO GIRO «Il mio campione di sempre è Coppi. Per me, nello sport, prima c’è il ciclismo e poi a lunga distanza tutto il resto». Così Ennio Doris (a destra), fondatore di Mediolanum (sponsor della maglia azzurra), alla presentazione del libro scritto con Pier Augusto Stagi «Un Giro intorno a me» ANSA

PINARELLO E LA F8 DISC Anteprima mondiale a Treviso, della gamma 2016 della Pinarello: strada, crono, pista, mtb, criss, triathlon e turismo. Fausto Pinarello ha presentato la F8 Disc con i freni a disco


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98° Giro d’Italia R La guida

DOMENICA 24 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA

«SAPEVO DI POTER ANDARE COSÌ FORTE. ORA COMBATTO OGNI GIORNO» ANDREY AMADOR 28 ANNI, MOVISTAR

L'ARRIVO Salgono Amador e Van den Broeck

La Trek (qui Marco Coledan) ha montato una luce posteriore BETTINI

POS.CORRIDORE TEMPO 1 KIRYIENKA (BIE) 59,4 km in 1h17’52”, media 45,770 km/h 2 SANCHEZ (SPA) a 12" 3 CONTADOR (SPA) a 14" 4 GRETSCH (GER) a 23" 5 KRUIJSWIJK (OLA) a 1'09" 6 KANGERT (EST) a 1'17" 7 VAN DEN BROECK (BEL) a 1'25" 8 FELLINE (ITA) a 1'26" 9 LUDVIGSSON (SVE) a 1'27" 10 DURBRIDGE (AUS) a 1'36" 11 CHAVANEL (FRA) a 1'41" 12 VANDEWALLE (BEL) 13 KONIG (R.CEC) a 1'44" 14 CLEMENT (OLA) a 1'45" 15 AMADOR (C.RICA) a 1'48" 16 HESJEDAL (CAN) a 1'58" 17 IZAGUIRRE (SPA) a 2'08" 18 KEIZER (OLA) a 2'16" 19 HAGA (USA) a 2'28" 20 MONFORT (BEL) a 2'37" 21 MIHAYLOV (BUL) a 2'40" 22 REICHENBACH (SVI) a 2'43" 23 URAN (COL) a 2'45" 24 PORSEV (RUS) a 2'47" 25 SIUTSOU (BIE) a 2'49"

26 JUUL JENSEN (DAN)

2012

a 2'52"

52 LANDA (SPA)

27 BOARO (ITA)

a 2'53"

53 TVETCOV (ROM)

a 4'17"

79 VILLELLA (ITA)

a 5'43"

28 TJALLINGII (OLA)

a 2'59"

54 TROFIMOV (RUS)

a 4'19"

80 NOCENTINI (ITA)

a 5'53"

29 ARU (ITA)

a 3'01"

55 PORTE (AUS)

a 4'20"

81 CLARKE (AUS)

a 5'57"

30 KOCHETKOV (RUS)

a 3'08"

56 LANCASTER (AUS)

a 4'23"

82 MOINARD (FRA)

a 6'01"

31 MALACARNE (ITA)

a 3'12"

57 SAMOILAU (BIE)

a 4'25"

83 HENAO (COL)

a 6'04"

32 HEPBURN (AUS)

a 3'13"

58 FINETTO (ITA)

a 4'28"

84 GAVAZZI (ITA)

a 6'06"

33 CARUSO (ITA)

a 3'17"

59 ROUX (FRA)

34 DILLIER (SVI)

a 3'18"

60 LAGUTIN (RUS)

35 BELKOV (RUS)

a 3'22"

61 BROECKX (BEL)

36 ULISSI (ITA)

a 3'27"

62 BETANCUR (COL)

37 NIEVE (SPA)

a 3'32"

63 BROWN (USA)

38 CATALDO (ITA)

a 3'34"

64 CUNEGO (ITA)

39 BAK (DAN)

a 3'42"

65 ZAKARIN (RUS)

40 FLENS (OLA)

a 3'45"

78 TIRALONGO (ITA)

a 5'41"

85 MONSALVE (VEN) a 4'30"

86 MARANGONI (ITA)

a 6'12"

87 HERRADA (SPA)

a 6'13"

a 4'34"

88 GROSU (ROM)

a 6'17"

a 4'35"

89 POLANC (SLO)

a 6'23"

a 4'37"

90 PUCCIO (ITA)

a 4'54"

91 FRAPPORTI (ITA)

a 6'32"

66 BURGHARDT (GER)

a 4'56"

92 ZILIOLI (ITA)

a 6'33"

41 HOULE (CAN)

67 MONTAGUTI (ITA)

a 4'57"

93 BOOKWALTER (USA)

a 6'35"

42 GILBERT (BEL)

68 ZEITS (KAZ)

94 SLAGTER (OLA)

a 6'36" a 6'38"

43 KREUZIGER (R.CEC)

a 3'52"

69 NIEMIEC (POL)

a 5'03"

95 LINDEMAN (OLA)

44 PIRAZZI (ITA)

a 3'54"

70 PATERSKI (POL)

a 5'04"

96 TOSATTO (ITA)

45 ROSA (ITA)

a 3'56"

71

a 5'11"

97 BEPPU (GIAP)

46 VISCONTI (ITA)

a 3'57"

72 FISCHER (BRA)

a 5'15"

98 HAUSSLER (AUS)

a 6'46"

47 GENIEZ (FRA)

a 4'00"

73 VAN DER LIJKE (OLA)

99 ATAPUMA (COL)

a 6'50"

48 RUTKIEWICZ (POL)

VERVAEKE (BEL)

a 6'39"

a 4'09"

74 J. PINEAU (FRA)

a 5'24"

100 ROVNY (RUS)

a 6'55"

49 VIVIANI (ITA)

a 4'12"

75 DOMONT (FRA)

a 5'35"

101 DUPONT (FRA)

a 7'00"

50 BERLATO (ITA)

a 4'13"

76 FORMOLO (ITA)

a 5'39"

102 WATSON (AUS)

51 BOUET (FRA)

a 4'14"

77 PELLIZOTTI (ITA)

a 5'40"

103 BOLE (SLO)

a 7'01"

104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130

CLASSIFICA GENERALE POS.CORRIDORE TEMPO 1 CONTADOR (SPA) 2.242 km in 55h39’00”, media 40,287 km/h 2

ARU (ITA)

a 2'28"

3

AMADOR (C.RICA)

a 3'36"

4

URAN (COL)

a 4'14"

5

VAN DEN BROECK (BEL)

a 4'17"

6

CATALDO (ITA)

a 4'50"

7

LANDA (SPA)

a 4'55"

8

CARUSO (ITA)

a 4'56"

9

KREUZIGER (R.CEC)

10 KONIG (R.CEC) 11

a 4'57" a 5'35"

MONFORT (BEL)

a 6'01"

12 VISCONTI (ITA)

a 6'04"

13 TROFIMOV (RUS)

a 7'01"

14 CUNEGO (ITA)

a 7'47"

15 HESJEDAL (CAN)

a 8'05"

16 GENIEZ (FRA)

a 8'13"

17 PORTE (AUS)

a 8'52"

18 IZAGUIRRE (SPA)

a 8'55"

19 FORMOLO (ITA)

a 9'05"

20 MOINARD (FRA)

a 10'52"

21 KRUIJSWIJK (OLA)

a 11'03"

22 NIEVE (SPA)

a 11'21"

23 ATAPUMA (COL)

a 12'45"

24 KANGERT (EST)

a 15'51"

25 TIRALONGO (ITA)

a 20'05"

26 ROSA (ITA)

a 23'31"

27 BETANCUR (COL)

a 25'01"

28 SANCHEZ (SPA)

a 33'28"

29 CARDOSO (POR)

a 38'00"

30 ROGERS (AUS)

a 38'01"

31 REICHENBACH (SVI)

a 38'47"

32 KOCHETKOV (RUS)

a 42'07"

60 MOUREY (FRA)

120 PETACCHI (ITA)

a 2h13'15"

61 ANTON (SPA)

a 1h17'32"

121 REZA (FRA)

a 2h13'28"

62 DE LA CRUZ (SPA)

a 1h19'25"

122 HOULE (CAN)

a 2h14'33"

63 ELISSONDE (FRA)

a 1h21'02"

123 VAN DER LIJKE (OLA) a 2h18'15"

64 HENAO (COL)

a 1h23'01"

124 RICHEZE (ARG)

a 2h18'48"

65 BISOLTI (ITA)

a 1h23'10"

125 VIVIANI (ITA)

a 2h19'14"

a 1h23'38"

126 BUSATO (ITA)

67 STORTONI (ITA)

a 1h25'32"

127 BERARD (FRA)

a 2h19'37"

68 SZMYD (POL)

a 1h25'59"

128 CHERNETSKI (RUS)

a 2h19'39"

69 HERRADA (SPA)

a 1h27'07"

129 MODOLO (ITA)

a 2h20'07"

70 PUCCIO (ITA)

a 1h27'55"

130 COURTEILLE (FRA)

a 2h21'01"

71 DUPONT (FRA)

a 1h30'24"

131 TJALLINGII (OLA)

a 2h21'03"

72 SLAGTER (OLA)

a 1h32'24"

132 BEPPU (GIAP)

a 2h21'26"

73 PATERSKI (POL)

a 1h32'27"

133 BELKOV (RUS)

a 2h21'52"

74 BATTAGLIN (ITA)

a 2h19'24"

a 1h32'33"

134 QUINTANA (COL)

75 MORI (ITA)

a 1h34'18"

135 OWSIAN (POL)

a 2h24'39"

76 BOARO (ITA)

a 1h35'29"

136 FISCHER (BRA)

a 2h25'30"

77 DOMONT (FRA)

a 1h37'16"

137 BEWLEY (N.ZEL)

a 2h27'19"

78 GRMAY (ETI)

a 1h37'25"

138 LANCASTER (AUS)

a 2h29'28"

79 BROWN (USA)

a 1h39'16"

139 FERRARI (ITA)

a 2h30'29"

80 VILLELLA (ITA)

a 2h22'34"

a 1h39'30"

140 PORSEV (RUS)

81 BURGHARDT (GER)

a 1h40'31"

141 MARANGONI (ITA)

a 2h32'15"

82 KIRYIENKA (BIE)

a 1h40'45"

142 NIZZOLO (ITA)

a 2h32'22"

83 CHEVRIER (FRA)

a 1h41'17"

143 MEZGEC (SLO)

a 2h32'31"

84 ARMEE (BEL)

a 1h42'20"

144 FAIRLY (USA)

a 2h33'02"

85 DANIELSON (USA)

a 1h43'06"

145 ROVNY (RUS)

a 2h33'12"

86 GRETSCH (GER)

a 1h43'30"

146 ALAFACI (ITA)

a 2h34'17"

87 LUDVIGSSON (SVE)

a 1h43'56"

147 HOFLAND (OLA)

88 HANSEN (AUS)

a 1h44'40"

a 2h30'51"

a 2h38'51"

149 XU (CINA)

a 2h39'52"

90 MALACARNE (ITA)

a 1h45'40"

150 MIHAYLOV (BUL)

a 2h40'11"

91 ZILIOLI (ITA)

a 1h45'58"

151 MATYSIAK (POL)

a 2h40'18"

a 1h47'26"

152 ZABEL (GER)

a 2h41'01"

33 CLEMENT (OLA)

a 42'19"

93 BOOKWALTER (USA) a 1h49'12"

153 TVETCOV (ROM)

a 2h41'20"

34 INTXAUSTI (SPA)

a 42'27"

94 LOBATO (SPA)

a 1h52'35"

154 J. PINEAU (FRA)

a 2h41'58"

35 GILBERT (BEL)

a 48'27"

95 PAOLINI (ITA)

a 1h53'49"

155 KEISSE (BEL)

a 2h44'00"

36 NIEMIEC (POL)

a 50'03"

96 BERLATO (ITA)

a 1h54'18"

156 SILVESTRE (POR)

a 2h44'54"

37 PIRAZZI (ITA)

a 50'31"

97 ZARDINI (ITA)

a 1h54'29"

157 FLENS (OLA)

a 2h47'06"

38 MONSALVE (VEN)

a 51'56"

98 HAGA (USA)

a 1h54'38"

158 EISEL (AUT)

39 CHAVES (COL)

a 52'14"

99 FAVILLI (ITA)

a 1h54'49"

159 ARNDT (GER)

a 2h47'08"

40 KEIZER (OLA)

a 54'01"

100 NOCENTINI (ITA)

a 1h56'52"

160 VAN POPPEL (OLA)

a 2h49'26"

41 PELLIZOTTI (ITA)

a 54'22"

101 COLBRELLI (ITA)

a 1h57'56"

161 VERVAEKE (BEL)

42 POLANC (SLO)

a 55'21"

102 RUTKIEWICZ (POL)

a 1h58'30"

162 BROECKX (BEL)

a 2h54'05"

a 1h58'53"

163 RUFFONI (ITA)

a 2h55'05"

a 7'13" a 7'14" a 7'17" a 7'19" a 7'22" a 7'27" a 7'29" a 7'30" a 7'40" a 7'41" a 7'45" a 7'46" a 7'49" a 7'56"

131 COURTEILLE (FRA)

a 8'27"

132 ARMEE (BEL) 133 ZARDINI (ITA)

a 8'32"

134 MODOLO (ITA)

a 8'35"

135 DE NEGRI (ITA)

a 8'37"

136 SABATINI (ITA)

a 8'43"

137 ZHUPA (ALB)

a 8'44"

138 FERNANDEZ (SPA)

a 8'45"

139 HANSEN (AUS)

a 8'47"

140 BISOLTI (ITA)

a 8'56"

141 DE BACKER (BEL)

a 9'08"

142 CHAVES (COL)

a 9'12"

143 DANIELSON (USA)

a 9'15"

144 MALAGUTI (ITA) 145 MATYSIAK (POL)

a 9'16"

146 STACCHIOTTI (ITA)

a 9'19"

147 GATTO (ITA)

a 9'24"

148 VAKOC (R.CEC.)

a 9'25"

149 ZABEL (GER) a 8'08" a 8'13" a 8'14" a 8'19" a 8'20" a 8'24" a 8'25"

a 9'32"

150 RICHEZE (ARG)

a 9'37"

151 C. PINEAU (FRA)

a 9'38"

152 PAOLINI (ITA)

a 9'39"

153 SZMYD (POL) 154 REZA (FRA)

a 9'43"

155 STORTONI (ITA)

a 9'48"

156 CHIRICO (ITA)

a 1h01'26"

44 FINETTO (ITA)

a 1h02'33"

104 TOSATTO (ITA)

a 2h01'27"

164 WATSON (AUS)

a 2h55'31"

105 WEENING (OLA)

a 2h02'50"

165 STACCHIOTTI (ITA)

a 2h55'45"

46 SAMOILAU (BIE)

a 1h05'27"

106 BARBIN (ITA)

a 2h04'12"

166 GROSU (ROM)

47 ZEITS (KAZ)

a 1h06'06"

107 ACEVEDO (COL)

a 2h04'48"

167 VEIKKANEN (FIN)

a 2h59'09"

48 ZAKARIN (RUS)

a 1h06'09"

108 SABATINI (ITA)

a 2h05'09"

168 MALAGUTI (ITA)

a 3h01'25"

a 1h07'17"

109 FRAPPORTI (ITA)

a 2h05'53"

169 DE BACKER (BEL)

a 1h07'34"

110 PAULINHO (POR)

a 2h07'01"

170 STAMSNIJDER (OLA) a 3h02'04"

51 GAVAZZI (ITA)

a 1h09'40"

111 DURBRIDGE (AUS)

a 2h07'13"

171 BOEM (ITA)

a 3h02'58"

52 BONGIORNO (ITA)

a 1h10'25"

112 LINDEMAN (OLA)

a 2h07'37"

172 ZHUPA (ALB)

a 3h04'09"

53 LAGUTIN (RUS)

a 1h11'26"

113 BAK (DAN)

a 2h07'39"

173 BANDIERA (ITA)

a 3h04'16"

54 MONTAGUTI (ITA)

a 1h11'33"

114 C. PINEAU (FRA)

a 2h08'32"

174 GATTO (ITA)

a 3h07'56"

55 DILLIER (SVI)

a 1h11'53"

115 CHIRICO (ITA)

a 2h08'37"

175 HEPBURN (AUS)

a 3h07'59"

56 BOLE (SLO)

a 1h12'47"

116 HAUSSLER (AUS)

a 2h10'41"

176 JI (CINA)

a 3h10'12"

57 CHAVANEL (FRA)

a 1h13'44"

117 VAKOC (R.CEC)

a 2h11'46"

177 KLUGE (GER)

a 3h10'26"

58 BASSO (ITA)

a 1h14'16"

118 DE NEGRI (ITA)

a 2h11'49"

178 COLEDAN (ITA)

a 3h22'09"

59 BOUET (FRA)

a 1h15'10"

119 APPOLLONIO (ITA)

a 2h12'38"

179 SARAMOTINS (LET)

a 3h22'20"

ITA FRA COL FRA FRA GER CAN ITA ITA

ANDRONI-SIDERMEC D.S. Savio 11 PELLIZOTTI 12 APPOLLONIO 13 BANDIERA 14 DALL'ANTONIA 15 FRAPPORTI 16 GATTO 17 STORTONI 18 TVETCOV 19 ZILIOLI

ITA ITA ITA ITA ITA ITA ITA ROM ITA

ASTANA PRO TEAM D.S. Shefer 21 ARU 22 CATALDO 23 KANGERT 24 LANDA 25 MALACARNE 26 ROSA 27 SANCHEZ 28 TIRALONGO 29 ZEITS

ITA ITA EST SPA ITA ITA SPA ITA KAZ

BARDIANI CSF D.S. Reverberi 31 BONGIORNO 32 BARBIN 33 BATTAGLIN 34 BOEM 35 CHIRICO 36 COLBRELLI 37 PIRAZZI 38 RUFFONI 39 ZARDINI

ITA ITA ITA ITA ITA ITA ITA ITA ITA

BEL COL USA GER ITA SVI SVI FRA GER

CCC SPRANDI POLKOWICE D.S. Wadecki 51 PATERSKI POL 52 BOLE SLO 53 MARYCZ POL 54 MATYSIAK POL 55 MIHAYLOV BUL 56 OWSIAN POL 57 RUTKIEWICZ POL 58 SAMOILAU BIE 59 SZMYD POL

a 2h57'06"

50 CLARKE (AUS)

AG2R LA MONDIALE D.S. Biondi 1 POZZOVIVO 2 BERARD 3 BETANCUR 4 DOMONT 5 DUPONT 6 GRETSCH 7 HOULE 8 MONTAGUTI 9 NOCENTINI

BMC RACING TEAM D.S. Baldato 41 GILBERT 42 ATAPUMA 43 BOOKWALTER 44 BURGHARDT 45 CARUSO 46 DILLIER 47 KÜNG 48 MOINARD 49 ZABEL

a 2h53'02"

43 ULISSI (ITA)

49 SIUTSOU (BIE)

Ieri al Giro ha debuttato una Ferrari molto... speciale. È una 458, versione ammiraglia per la squadra svizzera Iam. Il bolide, con i colori del team, ha seguito il francese Clement Chevrier per i 59,4 km della cronometro. Chissà se a bordo avranno avuto tempo per guardare il loro corridore... BETTINI

a 2h47'07"

103 ROUX (FRA)

45 FELLINE (ITA)

UNA FERRARI PER AMMIRAGLIA? ECCOLA: È DELLA SVIZZERA IAM

a 2h34'25"

148 JUUL JENSEN (DAN)

89 VANDEWALLE (BEL) a 1h45'07"

92 FERNANDEZ (SPA)

a 7'02" a 7'05" a 7'06"

157 158 159 160 161 162 163 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179

BOEM (ITA) BARBIN (ITA) JI (CINA) CARDOSO (POR) BONGIORNO (ITA) GRMAY (ETI) COLBRELLI (ITA) ARNDT (GER) FAIRLY (USA) PETACCHI (ITA) APPOLLONIO (ITA) BANDIERA (ITA) KLUGE (GER) FERRARI (ITA) ANTON (SPA) XU (CINA) QUINTANA (COL) BEWLEY (N.ZEL) SARAMOTINS (LET) ELISSONDE (FRA) RUFFONI (ITA) EISEL (AUT) MEZGEC (SLO) GREIPEL (GER) HENDERSON (N.ZEL) MATTHEWS (AUS) BOONEN (BEL)

a 9'49" a 9'53" a 9'54" a 9'58" a 10'08" a 10'09" a 10'10" a 10'14" a 10'16" a 10'18" a 10'23" a 10'29" a 10'34" a 10'39" a 10'41" a 10'57" a 11'21" a 11'41" a 11'56" a 12'21" a 12'34" a 12'48" a 14'29" non partito non partito non partito non partito

22 SQUADRE, RESTANO IN 179

a 1h16'13"

66 GESCHKE (GER)

BUSATO (ITA) MOUREY (FRA) FAVILLI (ITA) VEIKKANEN (FIN) LOBATO (SPA) BASSO (ITA) MORI (ITA) KEISSE (BEL) ROGERS (AUS) COLEDAN (ITA) OWSIAN (POL) SILVESTRE (POR) PAULINHO (POR) CHEVRIER (FRA) CHERNETSKI (RUS) HOFLAND (OLA) DE LA CRUZ (SPA) BERARD (FRA) ALAFACI (ITA) STAMSNIJDER (OLA) NIZZOLO (ITA) WEENING (OLA) VAN POPPEL (OLA) INTXAUSTI (SPA) GESCHKE (GER) BATTAGLIN (ITA) ACEVEDO (COL)

● L’anno del miglior piazzamento al Giro (29°) di Andrey Amador, miglior costaricano della storia, oggi 3°

ETIXX - QUICK-STEP D.S. Bramati 61 URAN 62 BOONEN 63 BOUET 64 DE LA CRUZ 65 KEISSE 66 MEERSMAN 67 SABATINI 68 SERRY 69 VAKOC

a 3h01'58"

FDJ D.S. Guesdon 71 GENIEZ 72 COURTEILLE

COL BEL FRA SPA BEL BEL ITA BEL R.CEC

FRA FRA

73 74 75 76 77 78 79

ELISSONDE FISCHER MOUREY PINEAU RÉZA ROUX VEIKKANEN

FRA BRA FRA FRA FRA FRA FIN

IAM CYCLING D.S. Carlstrom 81 CHAVANEL 82 CHEVRIER 83 CLEMENT 84 HAUSSLER 85 KLUGE 86 PELUCCHI 87 PINEAU 88 REICHENBACH 89 SARAMOTINS

FRA FRA OLA AUS GER ITA FRA SVI LET

LAMPRE - MERIDA D.S. Maini 91 ULISSI 92 FERRARI 93 GRMAY 94 MODOLO 95 MORI 96 NIEMIEC 97 POLANC 98 RICHEZE 99 XU

ITA ITA ETI ITA ITA POL SLO ARG CINA

LOTTO SOUDAL D.S. Leysen 100 VAN DEN BROECK 101 ARMEE 102 BAK 103 BROECKX 104 GREIPEL 105 HANSEN 106 HENDERSON 107 MONFORT 109 VERVAEKE

BEL BEL DAN BEL GER AUS N.ZEL BEL BEL

MOVISTAR TEAM D.S. Garcia 111 INTXAUSTI 112 AMADOR 113 ANTON 114 FERNANDEZ 115 HERRADA 116 IZAGUIRRE 117 LOBATO 118 D. QUINTANA 119 VISCONTI

SPA C.RICA SPA SPA SPA SPA SPA COL ITA

NIPPO - VINI FANTINI D.S. Giuliani 121 CUNEGO 122 BERLATO 123 BISOLTI 124 COLLI 125 DE NEGRI 126 GROSU 127 ISHIBASHI 128 MALAGUTI 129 STACCHIOTTI

ITA ITA ITA ITA ITA ROM GIAP ITA ITA

ORICA GREENEDGE D.S. White 131 MATTHEWS 132 BEWLEY 133 CHAVES 134 CLARKE 135 DURBRIDGE 136 GERRANS 137 HEPBURN 138 LANCASTER 139 WEENING

AUS N.ZEL COL AUS AUS AUS AUS AUS OLA

SOUTHEAST D.S. Parsani 141 BELLETTI 142 BUSATO 143 CARRETERO 144 FAVILLI 145 FINETTO 146 GAVAZZI

ITA ITA PAN ITA ITA ITA

147 MONSALVE 148 PETACCHI 149 ZHUPA

VEN ITA ALB

TEAM CANNONDALE - GARMIN D.S. Wegelius 151 HESJEDAL CAN 152 ACEVEDO COL 153 BROWN USA 154 CARDOSO POR 155 DANIELSON USA 156 FORMOLO ITA 157 MARANGONI ITA 158 SLAGTER OLA 159 VILLELLA ITA TEAM GIANT - ALPECIN D.S. Engels 161 MEZGEC 162 ARNDT 163 DE BACKER 164 FAIRLY 165 GESCHKE 166 HAGA 167 JI 168 LUDVIGSSON 169 STAMSNIJDER TEAM KATUSHA D.S. Konyshev 171 PAOLINI 172 BELKOV 173 CHERNETSKI 174 KOCHETKOV 175 LAGUTIN 176 PORSEV 177 TROFIMOV 178 VOROBYEV 179 ZAKARIN

SLO GER BEL USA GER USA CINA SVE OLA

ITA RUS RUS RUS RUS RUS RUS RUS RUS

TEAM LOTTO NL - JUMBO D.S. Boven 181 KRUIJSWIJK OLA 182 BENNETT N.ZEL 183 FLENS OLA 184 HOFLAND OLA 185 KEIZER OLA 186 LINDEMAN OLA 187 TJALLINGII OLA 188 VAN DER LIJKE OLA 189 WAGNER GER TEAM SKY D.S. Cioni 191 PORTE 192 EISEL 193 HENAO 194 KIRYIENKA 195 KONIG 196 NIEVE 197 PUCCIO 198 SIUTSOU 199 VIVIANI

AUS AUT COL BIE R.CEC SPA ITA BIE ITA

TINKOFF SAXO D.S. De Jongh 201 CONTADOR 202 BASSO 203 BOARO 204 JUUL JENSEN 205 KREUZIGER 206 PAULINHO 207 ROGERS 208 ROVNY 209 TOSATTO

SPA ITA ITA DAN R.CEC POR AUS RUS ITA

TREK FACTORY RACING D.S. Baffi 211 NIZZOLO ITA 212 ALAFACI ITA 213 BEPPU GIAP 214 COLEDAN ITA 215 FELLINE ITA 216 SILVESTRE POR 217 VAN POPPEL OLA 218 VANDEWALLE BEL 219 WATSON AUS

A PUNTI

MONTAGNA

GIOVANI

TEAM A TEMPI

TEAM A PUNTI

ULTIMO KM

La maglia rossa «Algida» va al leader della classifica a punti, assegnati a seconda della categoria della tappa su ognuno dei traguardi volanti. Class.: Elia VIVIANI (Sky) 119 punti; 2. Nizzolo 119; 3. Boem 109; 4. Modolo 91; 5. Gilbert (Bel) 83; 6. Ulissi 75; 7. Frapporti 72; 8. Contador (Spa) 64; 9. Bandiera 60; 10. Grosu (Rom) 55.

La maglia azzurra «Mediolanum» va al leader della classifica dei gran premi della montagna, con punteggi diversi a seconda della categoria delle salita; il massimo è previsto per la Cima Coppi, poi 9 gpm di 1a categoria, 8 di 2a, 13 di 3a e 8 di 4a. Classifica: Benat INTXAUSTI (Spa) 61 punti; 2. Geschke (Ger) 53; 3. Betancur (Col) 46.

La maglia bianca «Eurospin» va al leader della classifica (a tempi) dei giovani, nati cioè dopo il 1° gennaio 1990. Classifica: 1. Fabio ARU; 2. Formolo a 6'37''; 3. Chaves (Col) a 49'46''; 4. Polanc (Slo) a 52'53''; 5. Felline a 1h05'; 6. Bongiorno a 1h07'57''; 7. Dillier (Svi) a 1h09'25''; 8. Elissonde (Fra) 1h18'34''.

La classifica per squadre a tempi prende in considerazione i primi tre corridori di ciascuna squadra. La somma dei loro tempi determina il tempo di squadra. Classifica: 1. ASTANA 166h21'46''; 2. Sky a 7'59''; 3. Movistar a 10'37''; 4. Bmc 12'04''; 5. Tinkoff a 32'02''; 6. Cannondale-Garmin a 38'14''.

La classifica a squadre a punti si basa sui punti presi dalle squadre in più classifiche coi piazzamenti dei ciclisti. Classifica: 1. ASTANA 334 punti; 2. Lampre-Merida 242; 3. Bmc 205; 4. Sky 203; 5. Orica GreenEdge 203; 6. Movistar 202; 7. Bardiani 170; 8. Southeast 167; 9. Trek 156; 10. Tinkoff 150; 11. Androni 149.

La classifica Energia «Engie» premia il corridore che, lungo l’intero Giro, avrà percorso più rapidamente gli ultimi 3 km di ogni tappa in linea. A ogni tappa si assegnano punti ai tre corridori più veloci. Class.: 1. Philippe GILBERT (Bel) 7; 2. Felline 5; 3. Lobato (Spa) 5; 4. Hofland (Ola) 5; 5. Aru 4; 6. Visconti 4; 7. Trofimov (Rus) 4.


98° Giro d’Italia R La storia

DOMENICA 24 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA

«BELLA LA SECONDA PARTE, MA CRONO TROPPO LUNGA! PUNTO ALLA TOP 5» DAMIANO CARUSO 27 ANNI, BMC

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● Il Giro è arrivato a Madonna di Campiglio solo una volta, il 4 giugno 1999: Pantani vinse con 1’09” su Codol

Campiglio, una ferita aperta da 16 anni

1Giugno ’99: il 4 l’ultima vittoria di Pantani, il 5 l’inizio del buio. Oggi scopriremo quanto è vivo il ricordo Pier Bergonzi INVIATO A VALDOBBIADENE

M

arco che scende i gradini dell’Hotel Touring nell’occhio di quel ciclone di carabinieri e cronisti. Marco che a testa bassa dice: «Sono caduto tante volte e mi sono sempre rialzato, ma questa volta non mi rialzerò più...». Difficile trovare un’immagine più forte nell’album dei ricordi del ciclismo recente. Sono passati quasi 16 anni e quel momento è ancora un pugno nello stomaco per chi ha voluto bene a quell’omino con la testa pelata che strapazzava le montagne. C’è un prima e un dopo Campiglio nella vicenda umana di Marco Pantani e nella storia del ciclismo. ALBA NERA Oggi il Giro d’Italia torna per la prima volta ad avere uno striscione d’arrivo a Madonna di Campiglio. Il 4 giugno 1999 Marco Pantani arriva solitario e non alza nemmeno le braccia al cielo. Ha già messo in banca la maglia rosa dopo avere conquistato tutti i traguardi in quota: Gran Sasso, Oropa, Pampeago e Campiglio. All’apoteosi manca soltanto il gran finale con Gavia, Mortirolo e Aprica.... Il suo parco giochi. Sembra una storia già scritta, un grande e prevedibile fi-

nale. Ma l’alba nera del 5 giugno ferma il respiro del Giro e cambia radicalmente la sceneggiatura di quel film. Il più popolare dei campioni in bicicletta si trasforma nell’eroe tragico. IL VERDETTO Pantani viene fermato perché il tasso del suo ematocrito risulta «fuori norma». Escluso dalla corsa e sospeso per 15 giorni, Marco non accetta quel verdetto e parla di complotto. La sera prima si era controllato e l’ematocrito risultava intorno ai 47/48. Non poteva essere salito fino a 52... La sua Mercatone Uno decide, in blocco, di non ripartire. La corsa invece va avanti, the show must go on... Paolo Savoldelli, che era secondo in classifica, si rifiuta di partire in maglia rosa. All’Aprica vince lo spagnolo Heras una tappa che rischiava di saltare per la protesta dei tifosi, inferociti, di Pantani. Il Giro va a Ivan Gotti. Quel giorno a Campiglio la vita stessa di Pantani va fuori strada. Sì, perché il ciclismo era la sua vita. La bicicletta e la sua maledetta abilità in salita gli avevano consentito di costruire il suo gigantesco ego, sgretolato da quelle poche righe del comunicato Uci. Purtroppo Marco non si è più rialzato. Tornato a Cesenatico, ha chiuso le porte al mondo rifugiandosi in una realtà parallela fatta di continue cadute nel gi-

Inchiesta di Forlì troppi lati oscuri Novità in arrivo

recenti, hanno chiaramente detto che l’epo (eritropoietina) era consuetudine. Marco non era la pecora nera. Ha commesso gli errori di tanti, ma ha pagato come nessuno. A noi restano le emozioni. Ci restano quelle vittorie che erano imprese, e quelle frasi che erano titoli. Non c’è stato un altro campione così carismatico e così poco omologato. Per questo anche oggi, anzi soprattutto oggi a Campiglio scopriremo quanto è vivo quel ricordo. E quanto ci manca Marco.

● (cen) Sono passati 16 anni, ma su Pantani e Campiglio non c’è la parola fine. Anzi, nonostante il silenzio della Procura di Forlì (ha aperto da settembre una nuova inchiesta sull’esclusione dal Giro del Pirata: ipotesi di reato associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva ed estorsione), l’impressione è che possano esserci sviluppi importanti nelle indagini coordinate dal procuratore capo Sergio Sottani e svolte dal pm Lucia Spirito. Sono state sentite una nuova ventina di persone informate sui fatti. Molte le incongruenze riscontrate rispetto a quanto dichiarato nel processo di Trento 2004 (Pantani assolto dall’accusa di frode sportiva: il reato non esisteva). Nelle scorse settimane interrogati per ore i 3 medici dell'Uci che prelevarono il sangue a Pantani e l’ispettore Coccioni. Pure qui diverse cose non tornano. Ecco perché a breve sono attese novità.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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A sinistra, 4 giugno 1999: Marco Pantani trionfa a Madonna di Campiglio, come aveva già fatto negli altri tre arrivi in salita. Il giorno dopo, il Pirata lascia la corsa rosa circondato dai Carabinieri BETTINI

rone infernale della cocaina. Fino a morire, solo, come quando vinceva in montagna, in una camera del residence Le Rose di Rimini il 14 febbraio 2004. Ma una parte di lui è morta quel giorno a Campiglio. COMPLOTTO La famiglia e i tifosi sono ancora convinti che Marco sia stato vittima di un complotto. Sulla vicenda la magistratura di Forlì ha aperto un’inchiesta intervistando decine di testimoni (compresi i medici del Sant’Anna di Como che fecero l’esame per conto

dell’Uci) e non si escludono clamorosi sviluppi. L’inchiesta deve appurare se qualcuno aveva interessi (la criminalità organizzata al servizio delle commesse clandestine?) ad escludere Pantani. E non è ancora stata archiviata (come annunciato) l’inchiesta di Rimini che ricercava eventuali responsabilità per la morte di Pantani. Giusto che le indagini vadano fino in fondo. La ricerca della verità non ha una data di scadenza. Sappiamo però che Pantani pedalava in un gruppo «malato». Le confessioni, anche


I POSTER DE LA GAZZETTA DELLO SPORT

JUVENT S

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GRANDE FESTA ALLO STADIUM DEI 4 TITOLI La Juve festeggia allo Stadium il 4° scudetto consecutivo: da quando gioca nel nuovo impianto, ha sempre vinto il titolo di campioni d’Italia. Allegri, alla sua prima stagione sulla panchina del club più vittorioso in Italia, solleva il trofeo: con il 3-1 sul Napoli, i suoi hanno mantenuto l’imbattibilità casalinga in Serie A. La Juve brinda alla doppietta campionato-Coppa Italia, impresa riuscita 20 anni dopo, e si prepara all’assalto della Champions League, il 6 giugno a Berlino contro il Barcellona. Tutti felici e contenti, soprattutto Tevez, il capocannoniere, e capitan Buffon, giunto al 6° scudetto con la maglia bianconera. Brindisi, abbracci, giri d’onore, commoventi dediche. E non è finita: in Europa può arrivare un altro emozionante successo, il più sospirato.


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Formula 1 R GP Monaco

IL VIA ALLE 14 DIRETTA SU RAI 1 E SKY SPORT F1 HD 1ª FILA

2ª FILA

3ª FILA

4ª FILA

5ª FILA

6ª FILA

7ª FILA

8ª FILA

9ª FILA

10ª FILA

HAMILTON

VETTEL

KVYAT

PEREZ

VERSTAPPEN

HÜLKENBERG

ALONSO

GROSJEAN*

ERICSSON

MERHI

Mercedes

Ferrari

Red Bull-Renault

Force India-Mercedes

Toro Rosso-Renault

Force India-Mercedes

McLaren-Honda

Lotus-Mercedes

Sauber-Ferrari

Manor Marussia-Ferrari

5

44 1 1’15’’098

26

3 1’15’’849

33

11

5 1’16’’182

7 1’16’’808

9 1’16’’957

14

27

13 1’26’’632

11 1’17’’193

8 15 1’17’’007

9

98

17 1’18’’513

19 1’20’’904

Media: 159,966 km/h

ROSBERG

RICCIARDO

RAIKKONEN

MALDONADO

BUTTON

MASSA

NASR

BOTTAS

STEVENS

SAINZ**

Mercedes

Red Bull-Renault

Ferrari

Lotus-Mercedes

McLaren-Honda

Williams-Mercedes

Sauber-Ferrari

Williams-Mercedes

Manor Marussia-Ferrari

Toro Rosso-Renault

6 2 1’15’’440

3 4 1’16’’041

7

13

6 1’16’’427

8 1’16’’946

22 10 1’17’’093

19 12 1’17’’278

12 14 1’18’’101

*Retrocesso di 5 posti per aver sostituito il cambio

77 16 1’18’’434

28 18 1’20’’655

55 - 1’16’’931

**Costretto a partire dalla pit lane per non essersi fermato al controllo del peso in Q1 METEO: COPERTO, TEMPERATURA DI CIRCA 23°

Hamilton, pole alla Ayrton

1Giro perfetto del pilota Mercedes, come il Senna dei tempi d’oro: non ce n’è per nessuno

Dietro di lui Rosberg, Vettel 3°. Deluso Raikkonen, 6° dietro alle Red Bull di Ricciardo e Kvyat

Pino Allievi

I TEMPI

MONTECARLO (MONACO)

C

hi è un campione se non un atleta ossessionato dalla perfezione? I circuiti moderni, con grandi spazi di fuga invece dei terrificanti muri di una volta contro i quali si andava a sbattere, hanno appiattito i valori. Ma poi, quando a metà primavera il mondiale di F.1 approda a Montecarlo, i nodi vengono al pettine e i campioni escono allo scoperto. Come ha fatto ieri Lewis Hamilton, autore della quinta pole position in 6 gare, con un giro perfetto come mai gli era capitato qui. Giovedì aveva accennato alla lacuna, augurandosi di colmarla. Ce l’ha fatta imponendo una velocità impossibile a chiunque altro proprio come capitava un tempo a Senna, col quale l’inglese condivide caratteristiche di guida che il circuito di Monaco evidenzia. Rosberg, secondo, ha avuto l’onestà di ammettere la superiorità del compagno: «Ho cercato di essere più veloce di lui e ho commesso un errore. Non so cos’altro dire…». LOTTA MERCEDES Povero Nico, in un attimo gli sono crollate addosso le certezze di cui di era armato dopo la vittoria in Spagna. Due «dritti» a Santa Devota lo hanno messo k.o. Ora c’è la partenza a lasciargli una chance: dovesse avere una indecisione Hamilton, lui sarebbe pronto a sfruttarla, in una lotta che sulla carta pare riservata alle Mercedes, avvantaggiate da tutto: erogazione del motore, trazione, efficienza nei tratti stretti e lenti nei quali le SF15-T piangono. Quanto sia importante la vittoria nel GP di Monaco per i ritorni d’immagine, di popolarità, di tecnologia, lo testimoniano i dirigenti di Stoccarda, col presidente Dieter Zetsche in testa, arrivati ad assistere alla gara. Perché nonostante la F.1 sia un po’ appannata, trionfare nel Principato è qualcosa che resta nella storia. L’inglese della Mercedes Lewis Hamilton, 30 anni: per lui quella di Monaco è la quinta pole position stagionale COLOMBO

LAMPO ROSSO La Ferrari ha avuto un lampo nelle libere di IL NUMERO ieri ma in qualifica si è dovuta accontentare del 3° tempo di Vettel, a 8 decimi dal leader, quando un anno fa Alonso Pole in carriera per era 5° a 7 decimi. Lewis Hamilton: Raikkonen non c’è stato: 6° come nel l’inglese della 2014. Le rosse han- Mercedes ha nel no sofferto la tem- mirino le 45 di Vettel peratura bassa dell’asfalto che ne ha pregiudicato l’aderenza. Ma siamo alle solite, è un guaio antico dal quale la Ferrari non riesce a uscire. E quando la macchina va così così, è Raikkonen che soffre più di un Vettel che la sua prestazione l’ha data. Dovesse mettersi alle spalle una delle Mercedes al via, la gara potrebbe prendere una piega diversa. Ma il primo a non illudersi è proprio il tedesco, cui va un premio per la gentilezza con la quale in questi giorni si è prestato a firmare autografi e a fare selfie con i tifosi, a differenza di tanti colleghi sbrigativi o scostanti. Accanto a Vettel, in seconda fila, scatterà Ricciardo, il quale con la Red Bull-Renault modificata nella sospensione posteriore e nell’aerodinamica ha ritrovato il piacere

di guidare. Bene anche Kvyat, che avrà accanto un Raikkonen deluso e rassegnato. Kimi, sulla cui abilità di guida non si può dubitare, è rimasto imbottigliato dietro a una Toro Rosso e ha sbagliato a non distanziarsi. E poi, con la Ferrari difficile da tenere in strada, ha anche dato una «carezza» al guard-rail al Portier, dopo che in mattinata aveva sbattuto a Santa Devota con danni alla sospensione. Brutta giornata, nervosismo, senso di frustrazione per il finlandese. Che si rende conto di come sia difficile eguagliare le prestazioni di Vettel.

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Ayrton Senna, 6 trionfi a Monaco

LUNGHEZZA: 3.340 M GIRI: 78 DISTANZA GARA: 260,286 KM CURVE: 19 PRIMA EDIZIONE: 1950

BATTAGLIA Malgrado le posizioni in griglia siano determinanti, la gara di Montecarlo conserva una buona dose di incertezza legata agli incidenti in agguato e alle conseguenti safety car. Ma la difficoltà dei sorpassi diventa comunque un anestetico per piloti e pubblico. Le qualifiche sono al contrario una palestra di agonismo puro. Ed è in tali condizioni che Perez (7°), Sainz (era 8° ma scatterà dalla pit lane per aver saltato il controllo al peso), Maldonado e Verstappen hanno saputo esaltare il pubblico dando l’anima e il cuore per entrare nella «top ten». Deludentissime invece le Williams, con Massa 14° e Bottas 17°, alle prese con guai di aderenza. Alonso si è fermato in pista per un problema elettrico quando ci si illudeva che potesse lasciare un segno. Peccato. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA GUIDA Live su Gazzetta.it Approfondimenti su GazzettaTv Oggi sul circuito cittadino di Montecarlo (3.337 m) si corre il GP Monaco, sesta tappa (su 19) del Mondiale 2015. Previsti 78 giri per 260,286 km. PROGRAMMA Gara alle 14 in diretta su Rai 1 e Sky Sport F1 HD. GAZZETTA.IT Tempo reale, risultati e notizie sul nostro sito. GAZZETTATV Approfondimenti da studio e collegamenti con i nostri inviati. MONDIALE PILOTI 1. Hamilton 111 punti; 2. Rosberg 91; 3. Vettel 80; 4. Raikkonen 52; 5. Bottas 42; 6. Massa 39; 7. Ricciardo 25; 8. Grosjean 16; 9. Nasr 14; 10. Sainz 8; 11. Verstappen 6; 12. Hülkenberg 6. COSTRUTTORI 1. Mercedes 202 punti; 2. Ferrari 132; 3. Williams 81; 4. Red Bull 30; 5. Sauber 19; 6. Lotus 16.

QUALIFICHE 1 1. ROSBERG 2. HAMILTON 3. VERSTAPPEN 4. KVYAT 5. SAINZ 6. RICCIARDO 7. PEREZ 8. BUTTON 9. VETTEL 10. HÜLKENBERG 11. MALDONADO 12. RAIKKONEN 13. MASSA 14. GROSJEAN 15. ALONSO ELIMINATI: 16. NASR 17. BOTTAS 18. ERICSSON 19. STEVENS 20. MERHI QUALIFICHE 2 1. ROSBERG 2. HAMILTON 3. VETTEL 4. RAIKKONEN 5. KVYAT 6. VERSTAPPEN 7. RICCIARDO 8. SAINZ 9. MALDONADO 10. PEREZ ELIMINATI: 11. GROSJEAN 12. BUTTON 13. HÜLKENBERG 14. MASSA 15. ALONSO QUALIFICHE 3 1. HAMILTON 2. ROSBERG 3. VETTEL 4. RICCIARDO 5. KVYAT 6. RAIKKONEN 7. PEREZ 8. SAINZ 9. MALDONADO 10. VERSTAPPEN

1’16”528 1’16”588 1’16”750 1’16”845 1’17”246 1’17”254 1’17”376 1’17”492 1’17”502 1’17”552 1’17”630 1’17”660 1’17”679 1’17”767 1’17”778 1’18”101 1’18”434 1’18”513 1’20”655 1’20”904 1’15”471 1’15”864 1’16”181 1’16”440 1’16”453 1’16”546 1’16”706 1’16”762 1’16”775 1’16”999 1’17”007 1’17”093 1’17”193 1’17”278 1’26”632 1’15”098 1’15”440 1’15”849 1’16”041 1’16”182 1’16”427 1’16”808 1’16”931 1’16”946 1’16”957


Formula 1 R GP Monaco

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fPERCHÉ È UNA GARA SPECIALE

Le barche, i vip la pista stretta, i prezzi stellari: intramontabile 1

Il ferrarista Sebastian Vettel, 27 anni: ieri il pilota tedesco, quattro volte iridato con la Red Bull, è stato il più veloce nelle libere del mattino COLOMBO

Luigi Perna INVIATO A MONTECARLO

I

n un mondo di ipocriti, Sebastian Vettel è uno che fa fatica a fingere. Ricordate quando in Australia mise pubblicamente in imbarazzo Nico Rosberg chiedendogli: «Ma davvero vorresti che noi della Ferrari fossimo più vicini a voi della Mercedes? Non dirai mica sul serio…». Con la stessa franchezza, ieri il tedesco non ha cercato scuse per una prestazione in qualifica che ha messo in luce tutto il divario attuale fra la rossa e le Frecce d’argento. «Non abbiamo tirato fuori il meglio dalla nostra vettura. Le condizioni atmosferiche? Tutti hanno avuto problemi a scaldare le gomme (specie le supersoft anteriori; n.d.r.) con il cielo coperto, ma credo che ciò non abbia influito sul risultato, anche se la Mercedes ha faticato meno di noi. La verità è che non eravamo abbastanza vicini per mettere pressione a Hamilton e Rosberg». SOLCO PROFONDO L’onda lunga del Montmelò si abbatte anche sulle sponde del porto di Montecarlo e la Ferrari si ritrova indietro come in Spagna. Segno che le ragioni non sono legate alle circostanze o ai circuiti, ma al passo in avanti che la Mercedes ha fatto, più lungo di quello del Cavallino. Che contino il carico aerodinamico, come al Montmelò, oppure trazione e spinta della power unit fuori dalle curve, come qui, il divario resta. L’ultimo pacchetto di sviluppi varato da Aldo Costa ha infatti creato un solco nella lotta per il Mondiale che la rossa fatica a colmare. La pole position è sempre un miraggio (la Ferrari è a secco dal GP di Germania 2012) e il distacco di Vettel da Hamilton (8 decimi) è maggiore di quello che Fernan-

Cavallino col fiatone Seb: «Sono lontano, ma se azzecco il via...» 1Il tedesco: «Non abbiamo tirato fuori il meglio

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dalla Ferrari». Nervoso Kimi: «Risultato disastroso»

Kimi Raikkonen, 35 anni, con la compagna Minttu Virtanen ai box COLOMBO

NON ERAVAMO IN GRADO DI METTERE PRESSIONE ALLE MERCEDES DOVRÒ PARTIRE DAL LATO ESTERNO E INFILARMI TRA LORO DUE SEBASTIAN VETTEL PILOTA FERRARI

do Alonso aveva un anno fa da Rosberg nel Principato, pur essendo tutte le altre squadre alle spalle. «Speravo in qualcosa di meglio dopo le terze libere e forse con più caldo poteva andare meglio. Ma conta poco: non siamo al punto dove vorremmo essere e dobbiamo lavorare», confessa Vettel deluso. KIMI NERVOSO Il primo tempo di Seb al mattino era stato una sorpresa. Ma l’illusione è evaporata quando i rivali di Stoccarda hanno aperto il gas (la famosa mappatura più spinta della power unit) sfruttando tutto il loro potenziale. Mentre

LA TECNICA

Più angolo di sterzo per i tornanti ● MONTECARLO — Le insidie rappresentate dal tracciato cittadino di Monaco, unico al mondo per la sua tipologia, hanno costretto tutte le squadre a modificare la sospensione anteriore, per potere portare l’angolo di sterzata dai consueti 14° circa fino a 20°: una motivazione tecnica che si spiega con la necessità di affrontare senza problemi le insidie rappresentate dai tornanti. Come vediamo nel disegno a lato, per aumentare l’angolo vengono tagliati i triangoli della sospensione nel punto di ancoraggio con la ruota, per evitare così il contatto con il cerchione nel punti di massima sterzata. Altri sviluppi visti nel Principato: la novità maggiore l’ha

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schierata la Red Bull, che ha messo in pista una sospensione posteriore notevolmente modificata per garantire una migliore trazione. La Ferrari ha invece provato due diversi cestelli dei freni anteriori, con Sebastian Vettel che ha portato al debutto una versione con fori ovali di scuola McLaren. Ha funzionato bene la modifica apportata dalla Force India, che dopo ben sei anni ha abbandonato la strana collocazione della pinza dei freni anteriori davanti all’asse, per passare invece alla soluzione tradizionale dietro l’asse che in questo modo garantisce un miglior raffreddamento dell’impianto. Giorgio Piola © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’angolo di sterzata viene portato dai consueti 14° fino a 20°

Raikkonen si è perso: nelle libere ha sbattuto con il retrotreno alla curva di Santa Devota e nell’ultimo turno di qualifica è andato in sovrasterzo al Portier, fallendo l’assalto decisivo. L’impressione è che avesse accarezzato il guard-rail. Ma Kimi, molto nervoso, ha risposto arrabbiato a un cronista: «Non ho toccato le barriere. Capito?». L’umore nero è poi venuto fuori anche negli altri commenti: «È un risultato disastroso. Nel primo tentativo di giro veloce non avevo aderenza e nel secondo ho trovato traffico. La macchina andava bene, ma abbiamo avuto problemi a scaldare le gomme con le temperature basse. In generale andiamo sempre male in qualifica, perciò dobbiamo intervenire. Pagheremo un prezzo salato in gara, avendo davanti pure le Red Bull. Partire così indietro (sesto; n.d.r.) è una grande delusione. L’incidente nelle libere? No, non mi ha condizionato». Sarà, ma il finlandese è l’unico pilota che quest’anno non ha mai battuto il compagno di squadra in qualifica (6-0 per Vettel). AGGUERRITO Raikkonen ha trovato sulla sua strada la Toro Rosso di Carlos Sainz. Il team principal Maurizio Arrivabene però in tv è stato chiaro: «Non ha tenuto la distanza corretta da chi gli era davanti. Ci aspettavamo un po’ di sole, perché la temperatura più alta ci avrebbe aiutati. La Mercedes in ogni caso resta ancora davanti in qualifica». Per chi crede poi alla possibile influenza delle voci di mercato, non è andata meglio al connazionale Valtteri Bottas, candidato al sedile di Kimi per il 2016. Oggi in gara, se non si considerano variabili imponderabili come la pioggia o gli incidenti, ci sarà poco da inventarsi. La strategia prevede una sola sosta e i sorpassi sono quasi impossibili. «Dobbiamo cercare di fare una grande partenza dal lato esterno, infilarci fra le Mercedes e se possibile essere davanti alla prima curva, per impostare poi una gara d’attacco», dice Vettel. Meno male che, oltre a essere sincero, è anche un inguaribile ottimista. © RIPRODUZIONE RISERVATA

● 1. Il regista statunitense George Lucas ● 2. Il principe Alberto di Monaco con il presidente Fia Jean Todt e Graeme Lowdon (Manor) ● 3. Il due volte iridato F.1 Mika Hakkinen con l’attrice Eva Longoria ● 4. Jorge Lorenzo e Max Biaggi

Andrea Cremonesi INVIATO A MONTECARLO

L’

importante è esserci. Malgrado i prezzi da capogiro e una corsa che spesso si risolve in un noioso trenino. Ma Monaco è…Monaco. «Per noi piloti rappresenta la sfida estrema, dal punto di vista dello stress psicofisico — spiega Mika Hakkinen, che qui vinse nel 1998 con la McLaren —; ma è speciale pure per i team, terreno ideale per incontrare potenziali sponsor; e lo è per la gente. In quale altro posto vedi i piloti così da vicino?», aggiunge, osservando chi passa oltre la rete che divide il paddock dal molo. «Monaco è speciale per…le barche, il mare, la pista stretta», dice Jorge Lorenzo dominatore degli ultimi due GP di moto, mentre sfila davanti alla Ferrari accompagnato da Max Biaggi. «Se mi piacerebbe disputarlo? Mah, ho ancora tanto da fare in moto. Macao in moto non è la stessa cosa, quella è una esibizione, non si va al 100%. Forse il Tourist Trophy ha la stessa dose di follia? Sì e io non ci vado perché quelli lì sono davvero matti». A pochi metri due suoi rivali in pista, Andrea Iannone e Andrea Dovizioso, si godono la rossa.

GETTY LAPRESSE

LUNA DI MIELE Jackie Stewart, che qui si è imposto tre volte (1966, ‘71 e ’73), aggiunge come valore aggiunto il fascino di Cannes e del Festival del Cinema. «Attori e registi, il glamour. Tutto ciò rende questo evento fantastico». Ma Monaco è speciale perché permette di vedere uno accanto all’altro il ragazzo dell’alta società che indossa il blazer, col tifoso in maglietta e short. Monaco come occasione per una seconda luna di miele — perché no? — come per i coniugi Smith, sorpresi in rue Principessa Carolina, con una bottiglia di champagne nel sacchetto della spesa. Vengono dalla contea di York, lui tifa Button, il cuore di lei è tutto per Vettel. In place de l’Armes, Olga Rinaldi a 96 anni suonati osserva il via vai di persone, seduta davanti alla pescheria di famiglia: «Sono arrivata qui a 14 anni da Ventimiglia. Il GP era già allora un evento, c’era tanta gente già allora, ricordo Nuvolari». Pochi metri più in là una bancarella vende l‘abbigliamento dei team: «Il prodotto che tira di più? Il cappellino di Vettel» dice Philip Hurel, monegasco doc. «Questo GP piace perché si corre sulle strade, non su uno dei tanti circuiti anonimi piazzati in mezzo al niente» è la ricetta del successo formulata dal farmacista Roland Facenda che ha avuto tra i suoi clienti Riccardo Patrese e Jody Scheckter. Giù al porto ci sono gli yacht, dove le curve delle ragazze in bikini si confondono… con quelle del tracciato. Peccato solo che il sole quest’anno si sia visto poco! © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Formula 1 R GP Monaco

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fL’INTERVISTA

IL MANAGER EX CAPO BENETTON E RENAULT

MERCEDES W06 IN VERSIONE PRINCIPATO La tecnica RIECCO IL MONKEY SEAT A PIANI RADDOPPIATI Il regolamento non permette sviluppi troppo fantasiosi. Così in casa Mercedes hanno rispolverato il Monkey seat a piani raddoppiati, introdotto nella passata stagione. Nel disegno grande la soluzione 2015, con il singolo pilone di sostegno dell’ala. Nel disegno piccolo la soluzione 2014, che invece prevedeva il doppio pilone. Oggi, Hamilton e Rosberg inseguono la quarta doppietta di quest'anno, dopo quelle in Australia, Cina e Spagna. Giorgio Piola

Il segreto di Lewis «Monaco? È come salire su una scala»

1L’inglese: «Servono ritmo e concentrazione. E poi

ho migliorato in tre tratti dove andavo troppo piano» Andrea Cremonesi INVIATO A MONTECARLO (MONACO)

C

orsi e ricorsi della storia ma con esiti opposti: un anno fa dopo le qualifiche Lewis Hamilton era furibondo, convinto che Nico Rosberg fosse finito dritto nella via di fuga in discesa al Mirabeau col solo scopo di boicottare il suo assalto alla pole; ieri paradossalmente il lungo commesso da Nico in Q2 a Santa Devota, gli ha spalancato le porte verso la pole più importante dell’anno, visto che superare qui è quasi impossibile. RISCOSSA Il tedesco nega che l’errore lo abbia condizionato: «Di certo è meglio evitare certi sbagli durante le qualifiche ma avevo ancora davanti il Q3. No, davvero non ha influito». Ma i fatti dicono che dopo essere stato il più rapido in Q1 e Q2, dopo quell’errore Rosberg non si è ripetuto. Proprio nel momento in cui Lewis ha trovato il ritmo. Una riscossa annunciata via radio, dopo una serie di giri non soddisfacenti: «Ok ragazzi, dobbiamo tranquillizzarci e concentrarci di nuovo», aveva detto l’iridato, che poi ha spiegato così il senso del messaggio. «Qui il segreto è avere ritmo e continuare a migliorarsi. È come salire su una scala, devi farlo passo dopo passo, se sci-

voli da un gradino diventa tutto più complicato. Non è stata una giornata tranquilla, abbiamo avuto guai con gomme, ali e traffico. Farcela, rende ancor più speciale questo momento». INCANTESIMO Per Hamilton, che pure aveva vinto qui nel 2008, la pole era un tabù. «Era dal 2007 che mi sfuggiva». Ma con questa Mercedes, che domina la scena da un paio di anni, non poteva più fallire. «Nelle libere ho lavorato sodo per migliorare in quei due o tre punti del tracciato dove ero consapevole di essere lento in passato. Quali sono? Segreto. Felice di poter abbinare anche in prova il mio nome a Senna?

SOGNO DI RIPETERE LA PARTENZA CHE SONO RIUSCITO A FARE A MONTMELÒ NICO ROSBERG PILOTA MERCEDES

Devo farne di strada per eguagliare le sue imprese qui. Diciamo che resta un giorno speciale, non fosse perché anche per me da 3-4 anni questo è il mio GP di casa e queste sono le strade su cui guido tutti i giorni». SCARAMANZIA A Monaco la pole vuol dire mezza vittoria in tasca ma Lewis evita per scaramanzia: «Non sono neppure a metà del lavoro, ci aspettano tanti giri. Una sfida impegnativa a livello fisico e psichico. Il primo, obiettivo minimo è mantenere la posizione al via». Ed è in quei primi 250 metri che Rosberg si giocherà una buona fetta di storico tris. «È stata una giornata negativa ma ho ancora carte da giocare: la partenza, i pit stop. Se lui si ferma prima e io gestisco meglio le gomme...». Per la Mercedes i due saranno liberi di correre. «Niente ordini di squadra. Non vedo pericoli potenziali — dice Toto Wolff, responsabile del team —, a parte la prima curva». La Ferrari, con Vettel solo a 8 decimi, fa meno paura, malgrado il tedesco fosse stato il migliore nelle ultime libere: «Ma sapevamo di avere in tasca ancora qualcosa e credo che loro abbiano pagato le basse temperature». © RIPRODUZIONE RISERVATA

TRONCHETTI PROVERA: «MICHELIN SI OFFRE GRATIS? PAROLA CHE NON MI PIACE»

«Le Pirelli 2016 le sceglieremo noi» INVIATO A MONTECARLO

● La volontà è di restare in F.1, ma non ad ogni costo. Marco Tronchetti Provera da Montecarlo è categorico: «Se la Michelin dovesse offrire le gomme gratis? La parola gratis non mi piace, io da quell’orecchio non ci sento. Siamo disposti a restare, ma senza alcun aggravio economico». Ma questo

discorso riguarda il bando per il a 2017-19, il problema immediato è trovare un’intesa con la Fia per ottemperare al desiderio dei team di scegliersi le gomme dal 2016. Su questo Tronchetti è stato chiaro: «La decisione deve restare nelle nostre mani», per impedire scelte strampalate da parte di team a caccia di visibilità. Massima apertura riguardo le dimensioni: «Siamo pronti a fornire pneumatici da 18 pollici — spiega Tronchetti

Provera — ma se vogliono, anche di 20». Confermato il sostegno a Monza («ma il nostro margine di intervento è limitato»), mentre sulla trattativa per proseguire la sponsorizzazione con l’Inter aggiunge: «Le discussioni non sono iniziate, abbiamo un anno di accordo. Dipende da prezzo e competitività della squadra». a.cr. © RIPRODUZIONE RISERVATA

BRIATORE «VIA ALONSO, MA LA ROSSA È SEMPRE A 7 DECIMI...» Pino Allievi

tro la Ferrari dovrà guardarsi dalla Red Bull».

MONTECARLO

C’

è poca gente in giro, anche i grandi yacht sono diminuiti al pari degli spettatori. Solo una zona di Montecarlo è affollatissima la sera e la notte: quella dove Flavio Briatore ha posizionato il ristorante Cipriani e la discoteca Twiga, locali davanti ai quali stazionano auto (e donne) da sogno. Per cui Briatore il suo GP lo ha vinto comunque. Flavio, chi vincerà stavolta? «A giudicare dalle prove direi Hamilton. Che secondo me ha ancora qualcosa in tasca da giocare in gara. E poi non solo è il più forte, parte davanti». E Nico Rosberg? «Bravissimo, ma si sta scontrando con un compagno di squadra che è nel miglior momento della sua carriera. Può fargli uno scherzo: scattargli davanti. A quel punto ci divertiremmo». La Ferrari? «So di dire una cosa che mi attirerà critiche, ma da un anno all’altro non è cambiato niente: Alonso nella passata stagione era distante 7 decimi dalla Mercedes e adesso Vettel è a 8 decimi. Raikkonen era, ed è, a 1’’4. Mi dite la differenza tra un’annata e l’altra? Nessuna. Fra l’al-

Alonso però non è che stia molto meglio: i limiti di affidabilità della McLaren-Honda gli impediscono di girare. «Vero, era ampiamente previsto, speriamo che la sofferenza finisca quanto prima». Non si era mai vista così poca gente alle prove di questo GP… «Le colpe vanno divise tra il meteo, i biglietti troppo cari e il fatto che oramai il pronostico sia a senso unico per la Mercedes. La gente fa due conti e vede la gara in tv. Normale». Provi lei a dare qualche idea per riconnettere i tifosi coi GP. «Oggi ci sono tante squadre ricche che si arricchiscono ancora di più ai danni di quelle piccole e medie. Serve una ridistribuzione degli introiti. Poi auto più simili, con motori congelati per evitare che la Mercedes prenda troppo il largo. E comunque bisogna rendere i motori meno costosi. Eliminerei l’aerodinamica attuale nella quale studiare un alettone costa milioni di euro. Appiattendo i valori torna lo spettacolo. E con lo spettacolo torna il pubblico. È più facile di quanto non si creda, ma i cervelli complicati della F.1 non ci arrivano. Io al posto di Ecclestone? Devo pensare a mio figlio». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Motori R Dal mondo

TUTTENOTIZIE

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1MotoGP, tentazione Indonesia Carmelo Ezpeleta vorrebbe riportare il Motomondiale in

Indonesia dal 2017. Il boss della Dorna ha visitato il circuito di Sentul, che è stato nel calendario nel 1996 e 1997: «La pista deve essere migliorata - ha detto - ma ci terremo molto a tornare qui»

SUPERBIKE

RALLY IN PORTOGALLO INDYCAR

Sykes fa la pole, Rea 2° La Ducati in agguato

Latvala leader Ogier risale: ora è secondo Meeke insegue

1A Donington

S

bene Giugliano. Grande Haslam: 4° con una costola rotta

Paolo Gozzi DONINGTON (GRAN BRETAGNA)

D

opo otto vittorie (e due secondi posti) in dieci gare, il cannibale Jonathan Rea stavolta è stretto nella morsa. Davanti c’è il compagno Tom Sykes desideroso di cancellare l’attuale 0-10, dietro Davide Giugliano con la Ducati che su questa pista non vince dal 2011. In agguato c’è anche l’Aprilia con l’eroico Leon Haslam, 4° ma come ritmo vicinissimo ai favoriti. Dai cronologici si direbbe che il 6° round Superbike sarà affare della Kawasaki. Sykes ha firmato la 26a pole (eguagliato Bayliss), stracciando il suo record. «Col cambio di regolamento avevo perso fiducia, adesso la ZX-10R è di nuovo mia», dice Sykes. Rea ha già

La prima fila di Donington: Rea (2°), Sykes (1°) e Giugliano (3°) ALEX PHOTO

scavato il solco nel Mondiale (+87 punti su Haslam, +112 su Sykes) ma non basta, vuole vincere sempre. Monterà l’anteriore più dura sperando che Sykes vada in crisi con la più soffice. Al posteriore monteranno tutti la più soffice. Giugliano vola nel primo tratto veloce «ma nei tornanti perdiamo terreno dalle Kawasaki, bisognerà inventarsi qualcosa». Haslam partirà con la frattura costale, ricordo del terribile botto di Imola. «Ho più male di quanto immaginavo, ma se resto attaccato nelle ultime curve me la gioco». Mina vagante Alex Lowes, 6° con la rediviva Suzuki. In Supersport 21a pole

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per il turco Sofuoglu (Kawasaki), nella Coppa del mondo Stock 1000 Roberto Tamburini (Bmw) precede Savadori (Aprilia) e De Rosa (Ducati).

ebastien Ogier rialza la testa. Il due volte iridato vince le ultime tre speciali di ieri del rally del Portogallo e porta a soli 9’’5 il distacco dal compagno di squadra Jari-Matti Latvala (Volkswagen Polo R) che conserva la testa della classifica. Più staccato Kris Meeke (Citroën DS3), terzo. Ogier è stato il vero protagonista della giornata di ieri con una rimonta che dalla sesta posizione lo ha portato sul secondo gradino del podio. Buona la prova di Robert Kubica (Ford Fiesta RS). L’ex F.1 è nono sugli sterrati portoghesi. Out il nostro Lorenzo Bertelli (Ford Fiesta RS). Oggi le ultime tre speciali per 54,65 km cronometrati e la power stage di mezzogiorno (diretta su Fox Sports 2 HD). an.gat.

Così al via: 1. Sykes (GB-Kawasaki) 1’27”071; 2. J.Rea (GB-Kawasaki) 1’27”308; 3. Giugliano (Ita-Ducati) 1’27”344; 4. Haslam (GB-Aprilia) 1’27”535; 5. A.Lowes (GB-Suzuki) 1’27”554; 6. Davies (GB-Ducati) 1’27”710; 8. Baiocco (Ita-Ducati) 1’28”188; 11. Badovini (Ita-Bmw) 1’28”701. Oggi: Italia 1 trasmette in diretta la gara-1 Sbk alle 13, la corsa Supersport alle 14.30 e la gara-2 Sbk alle 16. Su Italia 2, alle 17.15, diretta della Coppa del mondo Stock 1000. © RIPRODUZIONE RISERVATA

STASERA LA 500 MIGLIA A INDIANAPOLIS Alle 18 ora italiana (in diretta su Sky Sport 2 HD) si corre la 500 Miglia sull’ovale dell’Indianapolis Motor Speedway. La storica gara del campionato IndyCar, giunta alla 99a edizione, vedrà al via 33 piloti. In griglia di partenza ci saranno 6 ex vincitori (Ryan Hunter-Reay, campione 2014, Tony Kanaan, Scott Dixon, Helio Castroneves, Juan Pablo Montoya e Buddy Lazier). In particolare il brasiliano Castroneves punta a entrare nella storia, vincendo la sua quarta 500 Miglia come solo A.J. Foyt, Al Unser e Rick Mears. Al via anche Marco Andretti, nipote di Mario, il monegasco di origini piemontesi Stefano Coletti e due donne, l’inglese Pippa Mann e la svizzera Simona De Silvestro). In pole partirà Simon Pagenaud (Chevrolet), mentre in campionato comanda Juan Pablo Montoya con 171 punti, seguito da Power (166) e Castroneves (153).

TCR MORBIDELLI (HONDA) PARTE DALLA POLE A MONZA (an.gat.) Gianni Morbidelli (Honda Civic) in pole in gara-1 (via alle ore 12.35) della Tcr a Monza. Il pesarese ex F.1 scatterà davanti a Stefano Comini e Pepe Oriola. Nella seconda manche (ore 14) la prima casella dello schieramento è di Grachev.

GP2 A MONTECARLO MARCIELLO 2° IN GARA-2, VANDOORNE ANCORA LEADER (an.gat) Raffaele Marciello secondo alle spalle di Richie Stanaway che ha vinto la sprint race a Montecarlo. Il pilota della Ferrari Driver Academy, che scattava alla pole, è stato battuto al via dal pilota della Status e nel corso della gara si è difeso dal ritorno di Sergey Sirotkin, 3°. In testa al campionato c’è sempre Stoffel Vandoorne, ieri 8° dopo la vittoria in gara-1 sabato.

FORMULA E A BERLINO

La Polo R di Jari-Matti Latvala

della Formula E sul circuito ricavato a Tempelhof, il vecchio aeroporto di Berlino, ma è stato poi squalificato per irregolarità sull’ala anteriore della sua monoposto. La vittoria è così andata al belga Jerome D’Ambrosio, davanti a Sebastien Buemi e Loic Duval. Sfortunato Jarno Trulli, autore della pole position ma poi scivolato sempre più indietro e ritiratosi verso la fine. Primi punti per Vitantonio Liuzzi: 9°. Con tre gare ancora da disputare (una a Mosca e due a Londra), Nelsinho Piquet, ieri 4°, comanda con 103 punti davanti a Buemi (101) e a Di Grassi (93).

DI GRASSI 1°, POI SQUALIFICATO VINCE D’AMBROSIO, LIUZZI 9° (an.gat.) Lucas Di Grassi dalle stelle alla polvere. Il brasiliano del team Audi Abt ha infatti dominato la gara

MONDIALE CROSS CAIROLI VINCE LA QUALIFICA LA FONTANESI CADE (m.z.) Il GP della Gran Bretagna a Matterley Basin si è aperto all’insegna di Antonio Cairoli (Ktm) che ha ribadito il suo stato di forma vincendo la qualifica MXGP davanti a Clement Desalle (Suzuki) e al leader Max Nagl (Husqvarna). Conferma anche nella MX2 con il vincitore del GP di Spagna Valentin Guillod (Yamaha) che ha prevalso su Jordi Tixier (Kawasaki) e Jeffrey Herlings (Ktm); sfortuna per la campionessa della classe femminile, Kiara Fontanesi (Yamaha) caduta nelle prime battute della prima manche e rimontata sino a 16ª dopo uno stop ai box.


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scommettitori a caccia delle quote più ricche azzarderebbero un pronostico sul vincitore del torneo maschile al di fuori dell’asse Serbia, Svizzera, Gran Bretagna e Spagna, in rigoroso ordine di classifica. I Fab Four, insomma, sono tornati. Saranno il figlio (Djokovic), la programmazione (Federer), il matrimonio (Murray) il palmarès inimitabile sulla terra (Nadal), ma è molto difficile immaginare che un intruso possa rovinare la festa a uno di loro, malgrado le insidie di uno Slam reso molto ostico dalla terra rossa, che richiede pazienza, sudore, fatica e spesso ti costringe a ottenere un punto più e più volte.

IL COMMENTO di GIANNI VALENTI

FISICO E MATURITA’ NOLE E’ IL FAVORITO

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hi ci proverà? Chi tenterà di rompere la monotonia dello splendido dominio che Novak Djokovic ha messo in scena nella prima parte della stagione? Questa è la domanda da un milione di dollari che tutti si fanno alla vigilia del Roland Garros, il secondo torneo del Grande Slam ribattezzato come il campionato del mondo sulla terra rossa. Diciamo subito che il primo e forse unico nemico del serbo potrebbe essere proprio lui stesso. E in particolare l’ansia da prestazione che può gravare sulla sua testa. Parigi, infatti, è la perla che manca a una collezione personale di tornei già molto pregiata. Ci prova da anni Nole senza successo , ma stavolta è diverso perché si presenterà in campo da super favorito. Roma ci ha fatto ammirare un campione nel pieno della maturità tecnica assecondata da una fisicità impressionante. Per questa ragione anche la lunghezza dei match al Roland Garros (si gioca al meglio dei tre set su cinque) costituisce un’ altra freccia nel suo arco. Il Nadal che potrebbe incontrare già nei quarti di finale resta uno spauracchio temibile più per l’abitudine dello spagnolo a vincere il torneo (nove volte) che per l’attuale e stato di forma. Dovessimo fare il nome del rivale maggiormente accreditato avanzeremmo la candidatura di Andy oa Murray. La terra rossa sta cominciando ato diventargli familiare come ha dimostrato con i successi di Monaco di Baviera e e Madrid. Ha testa e gambe per arrivare sino in fondo, magari trovando in semifinale quel Roger Federer che ha così ben impressionato agli Internazionali d’Italia. Il nome di un outsider? Segnatevi Monfils.

4 assi

Dietro a Djokovic tornano i soliti noti

FAVORITO Certo, la striscia incredibile (22 successi di fila da febbraio di quest’anno e sette tornei vinti da ottobre) con cui Novak, il numero uno del mondo, si presenta al Bois de Boulogne ne fa l’indiscusso favorito, forse più ancora che nel 2011, quando arrivò a Parigi imbattuto in stagione. Quel precedente, peraltro, potrebbe rappresentare un tarlo, l’unico, nella solidissima corazza fisica e mentale di Nole: allora, finì per non sopportare la pressione e perse in semifinale da Federer. Stavolta, se possibile, l’attenzione sarà ancor più focalizzata su di lui, non solo perché questo è l’unico Slam che continua a mancargli, ma perché se lo vincesse si parlerebbe apertamente di possibile Grande Slam, con tutto il peso del caso. I precedenti, peraltro, lo confortano: il serbo è all’11a partecipazione come Gomez, Agassi e Federer quando conquistarono per la prima volta il torneo.

Riccardo Crivelli

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ettembre, otto mesi fa. Sembra sia davvero cominciata la rivoluzione. Agli Us Open, l’ultimo Slam dell’anno, vince Cilic in finale contro Nishikori. Il croato è soltanto il terzo giocatore in 10 anni a conquistare un Major al di fuori dei Beatles del tennis, cioè Federer, Nadal, Djokovic e Murray. Di più: quando ci riuscirono, Del Potro (nel 2009 a New York) e Wawrinka (2014, Australia) batterono comunque Roger e Rafa. Qui invece, dei Fab Four non c’è traccia. Nole rimane il numero uno del mondo, il più costante, ma gli altri tre paiono accarezzare il declino, seppur onusti di gloria. Infortuni, appagamento, cambi di allenatore e di racchetta. Una nuova era? IL RITORNO Maggio. Adesso. Nel giorno in cui comincia il Roland Garros 2015, solamente gli

GLI AVVERSARI Molto dirà, qualora si concretizzasse, la sfida nei quarti con Nadal, resa possibile dalla classifica impoveritasi dello spagnolo, attualmente numero 7 del mondo ma testa di serie numero 6 per il forfeit di Raonic. Numeri che contano fino a un certo punto di fronte a quelli che puntellano la carriera sul rosso del più grande specialista di sempre: 66 vittorie e una sola sconfitta a Parigi (l’ormai celeberrimo stop contro Soderling negli ottavi del 2009), nove trionfi sul Centrale e il 92% di partite vinte sulla terra. Sarà acciaccato, incerottato, affannato, ma non si può non concedere credito al dominatore parigino dell’ultimo decennio, perché quando le partite diventato battaglia e bisogna saper gestire il momento non solo tecnico ma anche mentale, Rafa resta un guerriero indomabile. Dalla stessa parte, e dunque con un notevole sbilanciamento di valori, il computer ha inserito anche Andy Murray, probabilmente il rivale più accreditato di Djokovic. Di solito, lo scozzese a Parigi si scioglieva sul più bello, malgrado due semifinali, però adesso ci approda con l’abbrivio di 10 vittorie consecutive (e nessuna sconfitta) sulla terra e i successi a Monaco di Baviera e a Madrid. Due perle che lo hanno convinto di poter finalmente arrivare in fondo anche a Parigi, come dimostra il ritiro sostanzialmente tattico agli Internazionali per evitare tre settimane piene di gioco prima del Roland Garros. Lo scozzese, cresciuto da ragazzino sulla terra spagnola, sembra in grado di tornare alle origini, con il non trascurabile aiuto del tifo dei presunti nemici francesi, perché Parigi sarà sicuramente intenerita dalla presenza, all’angolo di Andy, della Mauresmo in dolce attesa. Tifo che certo non mancherà a Federer, il più amato dal mondo intero. La terra, e dunque Parigi, forse non rappresentano più una priorità per lui, ma il tabellone gli dà una mano e il fatto di giocare senza pressioni potrebbe sciogliergli la mano santa come e più di sempre. Roma docet. © RIPRODUZIONE RISERVATA

1Nole non perde da 22 partite ed è il favorito, ma la terra di Parigi da oggi segna il

ritorno dei Fab Four: Murray primo rivale, Nadal è la storia, Federer non ha pressioni

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TENNIS COUNTRY CLUB CORTINA


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clic CHANG E LA SELES I PIU’ GIOVANI AD AVER VINTO IL ROLAND GARROS ● Il più giovane vincitore del Roland Garros maschile è l’americano Michael Chang, nato il 22 febbraio 1972, che si impose nel 1989 in finale contro Stefan Edberg all’età di 17 anni e 3 mesi. Tra le donne, il record di precocità appartiene a Monica Seles, nata il 2 dicembre 1973, che nel 1990, quando era ancora jugoslava, si impose in finale contro Steffi Graf all’età di 16 anni e 6 mesi.

NUOVI EROI Ecco Kyrgios sorrisi e basket Farà bum bum? 1L’aitante 20enne si esalta sul veloce, ma ama la terra. «Quando ho battuto Nadal ho dormito, dopo Federer no»

VINCENZO MARTUCCI @VinceMartucci

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ul profilo Facebook si presenta: «Australian tennis player. Hoop dream». A fotografare la doppia anima sportiva. E puntualizza: «Sono per metà greco, anche se in Grecia non ci sono mai stato, voglio proprio andarci un giorno». Insomma, chi è veramente Nick Kyrgios: una mina vagante, un istrione o uno schiacciatore rubato al basket? Anche il 20enne australiano non conosce la risposta. La lascia ai tanti che parlano già tanto di lui. Kyrgios, che cosa chiede al Roland Garros? «Di divertirmi e di divertire. Nessuno si attende molto da me a Parigi, eppure terra e palle sono veloci, e a me la terra rossa piace. E’ una bella sfida, tecnica, tattica e mentale». Un attaccante australiano che doma la terra sarebbe un salto all’indietro ai padri del tennis. «Conosco la grande tradizione del nostro tennis, noi giovani ce la portiamo dietro, aiuta, anche se il gioco è cambiato tanto, non c’è più il servizio-volée». Tomic e Kyrgios, due australiani teste di serie in uno Slam, non succedeva da Wimbledon 2004, e succede sulla terra del Roland Garros: la nuova Australia fa sognare. «Per me sarà anche la prima volta in assoluto nei Majors. Come gruppo, siamo un bel gruppo e già quest’anno coi quarti di Davis a casa nostra contro il Kazakistan abbiamo un’occasione: Tomic, io, Kokkinakis, Duckworth, Jasika, che ha vinto gli Us Open juniors, siamo tutti giovani e con potenziale». Le superfici ideali per i gran colpitori come lei, sono piuttosto quelle veloci, cemento ed erba. «Se penso al primo Slam da vincere penso e sogno Wimbledon. E poi a Us e Australian Open, ma sono fiducioso su terra, perché fisicamente sono più forte, mi muovo e servo molto meglio, e credo davvero di avere il gioco per far bene anche sul rosso, perché servo forte e ho colpi pesanti da fondo». Delle ultime generazioni d’australiani solo Pat Rafter era un po’ terraiolo.

«Per me non è una superficie nuova, a Canberra, dove sono cresciuto, abbiamo campi in terra. E comunque, in generale, rispetto ad un anno fa, mi sento più maturo, ho l’esperienza di grandi match e ho molta più fiducia». Questanno, sulla terra, all’Estoril ha perso in finale con Gasquet e a Madrid ha battuto Federer. «Appunto, sul rosso, ci sono più scambi, giochi più di fisico, bisogna essere aggressivi con le proprie armi. E, contro Roger, il mio idolo, il mio preferito, ci sono riuscito: ho provato il miglior feeling della mia vita su un campo di tennis. Ci ho ripensato tutta la notte, e non sono riuscito a dormire: quello è il giocatore che ti dà la misura di quanto sei distante dal vertice, tutti vorrebbero incontrarlo e misurarsi con lui. E io ho battuto il più forte di tutti i tempi!». Quand’ha battuto Nadal a Wimbledon l’anno scorso, ha dormito? «Ho dormito come un bambino, ero distrutto dalla fatica».

«Con Roger ho scambiato due parole, è simpatico e disponibile, con Rafa non ho rapporti, non so se è perché l’ha presa male... ». Anche superare Nadal è stato un colpaccio. «Quel match ha cambiato la percezione degli altri nei miei confronti, ma per me il match di Wimbledon più indimenticabile è quello con Gasquet, coi 9 match point salvati. Mi ha motivato molto di più di quello con Rafa. Anche se lui è il più forte di tutti di testa: ha vinto nove degli ultimi dieci Roland Garros, pazzesco». Nadal è sempre stato molto concentrato sul tennis, Kyrgios lo è altrettanto? «Sì, ma la routine del tennis è molto dura: campi da tennis, allenamento, hotel, ti stanchi presto, soprattutto se sei giovane come me, e non hai più le forze di fare altro. Mi sono portato la playstation dall’Australia, giochiamo un po’ a basket, con Monfils, Sock, Isner». Perché Kyrgios sognava la Nba. Lo sport che più mi piace in assoluto è il basket, a 14 anni, pensavo solo a quello, sono stati i miei genitori a spingermi verso il tennis. Sinceramente, ripensando a cinque anni fa, non avrei mai pensato che finisse così. E’ la vita. Mi guardo alla tv i miei Boston Celtics e il mio Garnett». Così giovane, sta già mostrando una gran bella personalità. «Per me, per prima cosa, bisogna vivere la vita, sorridere, godersela, e io amo divertirmi, fare un po’ di spettacolo e intrattenere il pubblico. La mia filosofia è che non bisogna complicarsi le cose: bisogna andare in campo e cercare di vincere. Ma per riuscirci, nello stesso tempo, non si può essere nervosi: questa è la prima lezione da imparare guardando i più forti che ci riescono da tanto tempo. Occorre poi essere un buon perdente, perché la settimana dopo, comunque, si riparte. Quindi è indispensabile rimanere concentrati per lunghi periodi e, quindi, prendere seriamente ogni match. Il tennis è duro duro, e sei anche solo, in campo, non come il basket che hai una squadra attorno».

I RAMPANTI

BORNA CORIC (Cro, 18, n. 53) Per la terza volta al via in uno Slam dopo il 2° turno agli Us Open 2014 (dalle quali) e il 1° turno all’Australian Open 2015.

THANASI KOKKINAKIS (Aus, 19, n. 83) Dodici mesi fa era n. 323 e perse all’ultimo turno delle quali. Oggi è il quarto «aussie» del ranking.

DOMINIC THIEM (Aut, 21, n. 42) A Kitzbuhel nel 2014 ha perso la prima finale in carriera contro Goffin; nel 2015 quarti Marsiglia, Miami e Monaco.

JIRI VESELY (Cec, 21, n. 37) Già due finali nel 2015; ha vinto Auckland partendo dalle qualificazioni e poi ha pers a Bucarest.

Nick Kyrgios, 20 anni, n. 30 mondiale, quest’anno sulla terra dell’Estoril ha perso la prima finale Atp ( con Gasquet), poi a Madrid ha battuto l’idolo Federer GETTY

Fortuna che ci sono le donne. C’è la collega Vika Azarenka: un’amica o qualcosa di più? «Un amico è Andy, Murray, è simpatico, mi ha dato anche un paio di consigli, non tecnici, ci siamo fatti due risate insieme. Le donne sono una distrazione, e io non voglio distrazioni».E sorride: molto scanzonato, molto australiano.

Che rapporto ha con Roger e Rafa?

© RIPRODUZIONE RISERVATA

fI PRONOSTICI DI PAOLO BERTOLUCCI: UOMINI 20%

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NOVAK DJOKOVIC

RAFAEL NADAL

ROGER FEDERER

ANDY MURRAY

Ci sono gli altri e poi c’è lui, il n. 1 del mondo, che guarda tutti dall’alto in basso. Nel pieno della maturità tennistica, tra recuperi impossibili e rincorse prodigiose, inserisce un gioco potente, lineare, solido e produttivo. Unico nella gestione delle palle alte sul rovescio, il serbo riesce a mantenere, per lunghi tratti, un pressing ossessivo che manda in tilt gli avversari. E il 3 set su 5 lo avvantaggia ulteriormente.

E’ vero, non è più quello dei giorni migliori, la palla fatica a trovare velocità e lunghezza ma mai dare per morti i miti. Nessuno è in grado, come lo spagnolo, di districarsi tra le pieghe di una partita complessa e di superare la soglia della fatica e del dolore. Rafa è abile nel superare gli ostacoli e sapiente nel trovare il piano tattico alternativo. A Parigi ha trionfato 9 volte negli ultimi 10 anni.

La carta d’identità e la terra battuta hanno un peso rilevante sulle prestazioni dello svizzero ma nessuno è in grado come lui di esibire un campionario più fornito e più governato dal talento. L’innata capacità di leggere le traiettorie, l’abilità nel sapere interpretare il momento e la magia che esprime ne fanno un giocatore completo. Lui è nato per destabilizzare gli avversari con soluzioni impossibili.

Possiede nelle vene sangue british ma tennisticamente si avvicina agli spagnoli. Ha sempre preferito esibirsi sul veloce, si esprime al meglio nella diagonale di rovescio, è in grado di disimpegnarsi con maestria nei colpi al volo ma mantiene uno spirito fin troppo conservativo nella gestione dello scambio. Gli ultimi positivi risultati potrebbero averlo convinto a osare di più.

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1Ferrer, Berdych, Wawrinka, Nishikori

Il tabellone a 128 giocatori offre spesso spazi invitanti per gli inseguitori e le sorprese sono sempre dietro l’angolo


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clic LA EVERT HA IL RECORD DI SUCCESSI TRA LE DONNE: HA VINTO 7 VOLTE

ATTENTI A NOI GIOVANI AUSTRALIANI, NEGLI SLAM E ANCHE NELLA COPPA DAVIS DI QUEST’ANNO

● Il maggior numero di titoli al Roland Garros è della statunitense Chris Evert, che ha vinto il torneo sette volte: nel 1974 battendo la russa Morozova, nel 1975 battendo la ceca Navratilova, nel 1979 battendo l’australiana Turnbull, nel 1980 battendo la romena Ruzici, nel 1983 battendo la jugoslava Jausovec, nel 1985 e nel 1986 battendo la Navratilova nel frattempo naturalizzata statunitense.

LA DIVINA Maria Sharapova, 28, ha vinto nel 2012 e 2014

Sharapova, cinquanta sfumature di rosso 1Difende il titolo sulla superficie preferita

«Era una debolezza, ora è un punto di forza» LE RAMPANTI Federica Cocchi

A

cavallo dell’onda lunga e vincente del Foro Italico, Maria Sharapova arriva a Parigi per un’impresa: mantenere il titolo del Roland Garros e portare a tre i trionfi in terra parigina dopo quelli del 2012 e dello scorso anno. L’ultima a segnare un triplete sul rosso è stata Justine Henin che però ha centrato l’obiettivo in anni consecutivi: tra il 2005 e il 2007. Sulla strada per il successo, dovesse arrivare in finale, Maria potrebbe scontrarsi con Serena Williams in una riedizione della finale 2013 nell’occasione conquistata dalla numero 1 al mondo. SICUREZZA La numero due al mondo, che ha risistemato Simona Halep sul terzo gradino del ranking, riprendendosi il posto da damigella d’onore di Serena, arriva a Parigi in forma e sicura di sé. Niente a che vedere con la giovane campionessa

di Wimbledon 2011 che a 17 anni riteneva impossibile sollevare il trofeo dello slam terraiolo: «Io sul rosso? Ma sembro una mucca sulla pista di pattinaggio», scherzava Maria, che dal 2011 arriva sempre almeno in finale. «Quando ho vinto Londra ero molto molto giovane -racconta la zarina - e da allora mi sento molto maturata sia come giocatrice che come persona. Non ero ancora abbastanza solida fisicamente, stavo crescendo, non ero pronta a questo tipo di superficie e riuscire in questa transizione ha stupito anche me perché sono riuscita a trasformare un punto debole in un punto di forza». AVVERSARIE La Sharapova debutta contro l’estone Kanepi, numero 49 del mondo, e nei quarti potrebbe incrociare Carla Suarez Navarro, che Maria ha da poco battuto in finale a Roma. Nelle semifinali invece potrebbe vedersela con Simona Halep, sua avversaria lo scorso anno a Parigi. La possibile finale contro la Williams non è det-

MADISON KEYS (Usa, 20 anni, n. 16). Nel 2014 ha vinto sull’erba di Eastbourne, quest’anno ha fatto semifinali in Australia 2015 e la finale a Charleston.

BELINDA BENCIC (Svizzera, 18, n. 35). Nel 2013 ha vinto Parigi junior e nel 2014 nel torneo maggiore ha perso al 1° turno contro Venus Williams.

ANNA K. SCHMIEDLOVA (Slk, 20, n. 51) Nel 2015 prime finali in carriera; a Rio ha perso contro la Errani e a Katowice ha battuto la Giorgi.

KATERINA SINIAKOVA (Cec, 19, n. 72) A inizio 2013 è fuori dalla prime 1000; poi a ottobre 2014 semifinale a Mosca ed entra tra le prime 100

to che abbia un finale già scritto. Anche se Maria è sotto 17-2 nei precedenti con l’americana, la terra potrebbe favorirla: «Di solito non mi chiedo su quale superficie io possa avere più chance - commenta la russa che sia questa, l’erba oppure la luna. Anche il fatto che solo due giocatrici negli ultimi 20 anni abbiano difeso il titolo qui non mi spaventa: è già ottimo che sia arrivata in finale negli ultimi 3 anni». Maria allontana dunque la pressione e, a questo proposito, prende le difese del collega campione in carica Rafa Nadal, nove volte re al Roland Garros e ora scivolato al settimo posto della classifica: «Rafa è un campione straordinario commenta - e tutti si aspettano tantissimo da lui in questa parte della stagione. E’ vero non sta andando bene come al solito, ha perso un po’ di match ma trovo che mettere tutti questi punti interrogativi sulla sua carriera sia piuttosto irrispettoso». VITA Tra le cinquanta sfumature di rosso della Sharapova c’è anche spazio per la vita privata. La storia col collega Dimitrov procede, e sul circuito iniziano a esserci tanti papà. Al momento però una famiglia non è nei suoi programmi: «E’ difficile fare bene in tante cose, e io voglio essere grande in una e non mediocre in dieci», ha proseguito la numero 2 al mondo: «Ho scelto uno sport con cui sono cresciuta e diventata grande. Sono stata molto impegnata cercando di fare il massimo. Quando ho tempo mi piace godere la mia vita ed essere felice lontano dal campo». Maria ha i piedi per terra, quella di Parigi. © RIPRODUZIONE RISERVATA

fI PRONOSTICI DI PAOLO BERTOLUCCI: DONNE 35%

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SERENA WILLIAMS

MARIA SHARAPOVA

SIMONA HALEP

PETRA KVITOVA

Il ritiro di Roma è stato solo precauzionale. Arriva a Parigi da favorita in virtù del suo tennis infarcito di aggressività e ferocia nel colpire la palla e di cattiveria agonistica nel sottomettere le avversarie. Micidiale nell’attaccare lo scambio, perfetta nel servizio per stile, efficacia e varietà di direttrici. Adora il confronto e gestisce con maturità le situazioni critiche.

Sull’onda della vittoria al Foro Italico Maria si propone come la vera alternativa a Serena. Il lavoro e l’applicazione l’hanno portata a esprimersi su ottimi livelli anche sulla terra battuta. Il suo è un gioco semplice e lineare con pochi svolazzi basato su due solidi fondamentali di rimbalzo che le consentono di comandare lo scambio. Ora che ha trovato una certa continuità nel servizio appare anche meno ansiosa.

Conosce il gioco del tennis, si applica con costanza e possiede un perfetto bilanciamento nei colpi da fondo campo. A volte non è in grado di reggere la pressione della partita e non sfrutta a dovere la notevole gamma di soluzioni. Con un pizzico di personalità in più e con meno segnali emotivi potrebbe rivaleggiare alla pari con tutte le migliori del circuito.

Preferisce i tornei sul veloce dove non sono richieste particolari doti di mobilità. Detesta scomodarsi nella fase difensiva, non è costante nelle prestazioni ma è in grado con il suo tennis di tenere in scacco le avversarie. Il servizio mancino apre angoli invitanti e il dritto, esploso da ogni posizione,offre ghiotte opportunità. Possiede la personalità per stare sotto i riflettori e l’esperienza per l’acuto.

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1Errani, Wozniacki, Suarez, Radwanska Sono le prime

inseguitrici, hanno un bagaglio tecnico e di esperienza importante e riescono a portare a casa risultati di rilievo.


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clic GIOCATORI NON TESTE DI SERIE: NELLA STORIA HANNO VINTO IN 5 ● Sono cinque i giocatori che hanno vinto il Roland Garros senza essere teste di serie, quattro tra gli uomini e una tra le donne. Nel maschile, l’impresa è riuscita al francese Bernard nel 1946 e, nell’era Open, allo svedese Wilander nel 1982, al brasiliano Kuerten (foto) nel 1997 e all’argentino Gaudio nel 2004. Tra le donne è toccato alla britannica Scriven nel 1933 e mai nell’Era Open ha vinto una non testa di serie.

JOHN MCENROE «Caro Djokovic J sei il favorito ma attento a te Io mi battei da solo»

Vincenzo Martucci ohn McEnroe è legato al Roland Garros per la finale quasi vinta, ma clamorosamente persa, con Lendl, da due set a zero.

Che successe nel 1984? «E’ stata la peggior sconfitta della mia vita, una sconfitta devastante: certe notti ancora mi tiene sveglio. Il match lo persi sul 4-2 40-30 e servizio al quarto set. Poi non ricordo più niente, e non ho più rivisto quella partita. Ma non fu Lendl a battermi, mi battei da solo».

1The Genius e la finale maledetta del 1984

contro Lendl: «Mi tiene ancora sveglio la notte»

Rafa è ancora il favorito al Roland Garros? «E’ sempre uno dei favoriti, ha vinto 9 volte su 10, prima dell’inizio dei questa stagione avrei puntato ancora su di lui, ora penso che possa ancora vincere, ma non sono così sicuro che sarà al 100% di fiducia e fisico. Non sono preoccupato dai risultati di questi primi mesi dell’anno, ma sembra proprio che abbia perso qualcosa, dentro. Stavolta, davvero, scopriremo strada facendo come sta fisicamente e mentalmente Rafa. Una cosa è certa: ha fatto qualcosa di assolutamente eccezionale in questi ultimi 10 anni a Parigi e merita tutto il rispetto e la considerazione». Quindi, anche McEnroe punta su Djokovic? «E’ così ben preparato, così in fiducia, ha un livello di gioco così consistente e continuo, e una preparazione fisica così accurata che, al meglio di 5 set sembra quasi imbattibile, in questo momento. Se tiene di testa, è il favorito malgrado i 9 successi di Rafa, malgrado lui non abbia ancora vinto i French Open, malgrado Murray abbia vinto il primo torneo sulla terra, malgrado Nishikori stia giocando bene, e malgrado anche altri abbiano credenziali valide. E’ proprio difficile dire che Parigi non lo vinca Djokovic». Che cosa ha dato Becker al gioco del numero 1? «Becker gli ha dato fiducia e gli dà conforto. Novak può diventare un po’ passivo e poco aggressivo, a cominciare dalla risposta, ma, con l’avvento di Boris, è diventato un giocatore più difficile da affrontare proprio come intensità. E poi a tratti fa anche un po’ di servizio-volée, va più avanti, ha più varietà offensiva. Ed è il più completo».

La rabbia di John McEnroe durante la finale del 1984: in vantaggio due set a zero e 4-2 nel terzo, finì per perdere contro l’eterno rivale Ivan Lendl. Così Parigi per lui rimase un sogno irrealizzabile UPI

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La pressione potrà giocare un ruolo importante contro il favorito di tutti? «Molti aspettano il risultato da Novak, mentalmente sarà sotto una grande pressione. Sì, è sempre possibile che succeda qualcosa, che le cose non vadano come devono, che il favorito non reagisca come dovrebbe. Ma credo che Novak possa sostenere questa tensione, che sarà speciale su di lui. Può fare qualcosa di incredibile nella storia del tennis: subito, vincendo l’unico Slam che gli manca, e magari andare oltre, in questa sua annata eccezionale. Parlo di chiudere il Grande Slam».

Che cosa fa oggi di diverso Murray sulla terra per meritarsi i primi successi sul rosso? «Non vedo tante differenze rispetto al passato, ho sempre pensato che avesse l’abilità fisica e tecnica per giocare sul rosso. Lo ha già dimostrato al Roland Garros, la chiave per lui è arrivare ai match più importanti con ancora benzina nel serbatoio, perché nella seconda settimana bisogna cambiare marcia, essere molto lucidi con il gioco, soprattutto il suo, per mettere in difficoltà col servizio e le sue angolazioni avversari come Rafa e Novak, Murray è nella posizione migliore di sempre. Ma dipende molto da lui: riuscirà a salire al livello dei primi due?». Roger ha la possibilità di vincere Parigi? «Al meglio dei tre set è ancora al vertice, sta giocando ancora a livello straordinario, ma al meglio dei cinque, cambia tanto, non so se potrà tenere quel ritmo fisicamente e mentalmente. Bisogna star lì due-tre ore a un livello molto alto, altrimenti non sei competitivo. E due giorni dopo si riparte praticamente da zero, a un livello ancor più alto. Roger ha una possibilità, con la sua varietà tattica, e la capacità di giocare da fondo e avanti». E un attaccante come Kyrgios può fare il colpaccio? «Penso che vincerà almeno uno Slam, e ha anche i movimenti per la terra rossa... Chissà, dipende da tante cose, di sicuro non ce la farà col serviziovolée a ogni punto, ma magari potrà essere proprio il giovane che fa la sorpresa più grossa. E’ quello che dimostra più personalità». Serena è la favorita delle donne? «Per me è la miglior tennista di sempre, con quel servizio ha il colpo singolo più decisivo del gioco e mentalmente è così forte... Anche se Sharapova sta giocando il suo miglior tennis sulla terra». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Diretta Eurosport 400 ore in esclusiva coi grandi campioni ● Da oggi al 7 giugno, il Roland Garros, il secondo torneo del Grande Slam dell’anno, sulla terra rossa di Parigi, è in diretta ed esclusiva tv su Eurosport: 400 ore di programmazione con il commento dei grandi campioni John McEnroe, Chris Evert, Mats Wilander e Adriano Panatta. I canali Eurosport ed Eurosport 2 sono disponibili su Sky, canali 210 e 211, e su Mediaset Premium, canali 384 e 385.

1L’edizione della Grande Sfida in scena quest’anno a novembre:

JohnMcEnroe sarà ancora la grande attrazione insieme a Mats Wilander, Yannick Noah e Henri Leconte. Il 20 novembre le semifinali al Palasport di Verona e il 22 le finali al Palasport di Modena.

Chang, Agassi e Gaudio: quando la finale è un brivido 1Tre momenti

indimenticabili, tre vittorie ottenute dopo aver rischiato la sconfitta

Luca Marianantoni

I

l Roland Garros ha scandito la vita dei più grandi campioni della racchetta. Tre finali simbolo, una per decennio, raccontano la leggenda di un torneo unico e sempre all’altezza delle aspettative. MICHELINO L’11 giugno 1989 il cino-americano Michael Chang conquista Parigi 34 anni dopo Tony Trabert. L’impresa prende corpo dallo strepito-

so ottavo di finale vinto su Ivan Lendl, con tanto di battute dal basso e risposte dalla linea di servizio, ma si concretizza domando in finale Stefan Edberg. Lo svedese arriva a condurre per 2 set a 1, mangiandosi nel del quarto la bellezza di 10 palle break. Edberg è avanti un break anche all’inizio del quinto set, ma Chang non lo molla un centimetro firmando. ANDREINO Il 6 giugno 1999 Andre Agassi ha la possibilità di diventare il quinto della sto-

ria a completare la collezione degli Slam. L’ultimo ostacolo è Andrei Medvedev, numero 100 del mondo ma in grado di lampi di assoluta grandezza. Passano 19 minuti e Medvedev è già avanti un set; piove, match sospeso e alla ripresa l’ucraino fa suo anche il secondo. Sul 4-4 del terzo Agassi concede una palla break che cancella andando a rete. E’ il punto della svolta; Agassi sale in cattedra. OLE’ Ancora il 6 giugno, ma del 2004, Parigi diventa la capitale

Gaston Gaudio con il trofeo vinto nel 2004 battendo Coria: era numero 44 del mondo e appena il 6° giocatore argentino

dell’Argentina. La coppa dei Moschettieri è un affare privato tra Guillermo Coria e Gaston Gaudio. Dopo 61’ Coria ha già vinto i primi 2 set. La svolta è nelle fasi finali del terzo quando Coria è assalito dai crampi e non si muove più; nel quinto ha una reazione, serve due volte per il match (sul 5-4 e sul 6-5) e per due volte arriva al matchpoint senza avere la forza di chiudere. Gaudio, numero 44 del mondo, ringrazia una finale che non dimenticherà mai. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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clic SU GAZZETTA.IT CRONACHE, SERVIZI E RISULTATI IN TEMPO REALE ● Come ogni anno, il sito della Gazzetta offrirà una copertura capillare del Roland Garros, il secondo Slam stagionale che comincia oggi (campione in carica Rafa nadal, nella foto). Su gazzetta.it potrete trovare i risultati in tempo reale di tutte le partite, le cronache e i servizi del nostro inviato subito dopo la conclusione delle partite più importanti, le curiosità e le fotogallery più belle dei campioni.

SOGNI ITALIANI Knapp, un sorriso francese 1Karin vince la finale

fTABELLONE UOMINI DJOKOVIC, Novak SER [1]

NIEMINEN, Jarkko FIN

MULLER, Gilles LUS

LORENZI, Paolo ITA

BASILASHVILI, Nikoloz GEO

KOKKINAKIS, Thanasi AUS (W)

VANNI, Luca ITA

TOMIC, Bernard AUS [27]

GASQUET, Richard FRA [20]

GIGOUNON, Germain BEL

MARCHENKO, Ilya UCR

BERLOCQ, Carlos ARG

KAVCIC, Blaz SLO

a Norimberga battendo la Vinci: «Wozniacki a Parigi? Posso farcela»

fTABELLONE DONNE WILLIAMS, Serena USA [1]

HLAVACKOVA, Ilona CEC

FRIEDSAM, Anna-Lena GER

GLATCH, Alexa (USA)

ZHENG, Saisai CIN

HRADECKA, Lucie CEC

TORRO-FLOR, Maria-Teresa SPA

AZARENKA, Victoria BLR [27]

STRYCOVA, Barbora CEC [22]

PIRONKOVA, Tsvetana BUL

ALLERTOVA, Denisa CEC

KONTA, Johanna GB

LU, Yen-Hsun TPE

JOHANSSON, Mathilde FRA (W)

WATSON, Heather GB

SMYCZEK, Tim USA

ANDERSON, Kevin RSA [15]

STEPHENS, Sloane USA

WILLIAMS, Venus USA [15]

DIMITROV, Grigor BUL [10]

SOCK, Jack USA

PETKOVIC, Andrea GER [10]

ROGERS, Shelby USA

CARRENO BUSTA, Pablo SPA

ESTRELLA BURGOS, Victor DOM

DOMINGUEZ, Lourdes SPA

MCHALE, Christina USA

CORIC, Borna CRO

QUERREY, Sam USA

WITTHOEFT, Carina GER

SINIAKOVA, Katerina CEC

GOLUBEV, Andrey KAZ

ROBREDO, Tommy SPA [18]

RISKE, Alison USA

ERRANI, Sara ITA [17]

MANNARINO, Adrian FRA [30]

MELZER, Jurgen AUT

JANKOVIC, Jelena SER [25]

KARATANTCHEVA, Sesil BUL

KUZNETSOV, Andrey RUS

JAZIRI, Malek TUN

FALCONI, Irina USA

ARCANGIOLI, Manon FRA (W)

ALMAGRO, Nicolas SPA

DOLGOPOLOV, Alexandr UCR

VANDEWEGHE, Coco USA

GOERGES, Julia GER

HALYS, Quentin FRA (W)

NADAL, Rafael SPA [6]

KNAPP, Karin ITA

WOZNIACKI, Caroline DAN [5]

MURRAY, Andy GB [3]

ARGUELLO, Facundo ARG

KVITOVA, Petra CEC [4]

ERAKOVIC, Marina NZL

POSPISIL, Vasek CAN

SOUSA, Joao POR

Roberta Vinci, 32 anni, a sinistra e la vincitrice Karin Knapp, 27 EPA

SOLER-SPAINOSA, Silvia SPA

PARMENTIER, Pauline FRA

EDMUND, Kyle GB

ROBERT, Stephane FRA

GASPARYAN, Margarita RUS

KONJUH, Ana CRO

ISTOMIN, Denis UZB

KYRGIOS, Nick AUS [29]

MATTEK-SANDS, Bethanie USA

BEGU, Irina-Camelia ROM [30]

GOFFIN, David BEL [17]

KRAJINOVIC, Filip SER

BACSINSZKY, Timea SVI [23]

ARRUABARRENA, Lara SPA

GIRALDO, Santiago COL

YOUNG, Donald USA

SMITKOVA, Tereza CEC

TOWNSEND, Taylor USA

CHARDY, Jeremy FRA

BERRER, Michael GER

SEPPI, Andreas ITA

ISNER, John USA [16]

molta confidenza in vista di Parigi». Anche la sconfitta le fa i complimenti: «Partita dura, ma si sapeva: alla fine, lei ha giocato meglio e quindi si merita tutta la gioia di questo momento»

CILIC, Marin CRO [9]

HAASE, Robin OLA

DUCKWORTH, James AUS

ARNABOLDI, Andrea ITA

JANOWICZ, Jerzy POL

HAMOU, Maxime FRA (W)

VESELY, Jiri CEC

MAYER, Leonardo ARG [23]

TROICKI, Viktor SER [31]

STRUFF, Jan-Lennard GER

BOLELLI, Simone ITA

DARCIS, Steve BEL

GIMENO-TRAVER, Daniel SPA

SOUZA, Joao BRA

LACKO, Lukas SLK

FERRER, David SPA [7]

NISHIKORI, Kei GIAP [5]

MATHIEU, Paul-Henri FRA (W)

MATOSEVIC, Marinko AUS

BELLUCCI, Thomaz BRA

BEMELMANS, Ruben BEL

BECKER, Benjamin GER

DANIEL, Taro GIAP

VERDASCO, Fernando SPA [32]

BAUTISTA AGUT, Roberto SPA [19]

MAYER, Florian GER

YMER, Elias SVE

ROSOL, Lukas CEC

MONACO, Juan ARG

DELBONIS, Federico ARG

GABASHVILI, Teymuraz RUS

LOPEZ, Feliciano SPA [11]

TSONGA, Jo-Wilfried FRA [14]

LINDELL, Christian SVE

KUKUSHKIN, Mikhail KAZ

SELA, Dudi ISR

RAMOS-VINOLAS, Albert SPA

ANDUJAR, Pablo SPA

SOEDA, Go GIAP

KOHLSCHREIBER, Philipp GER [22]

FOGNINI, Fabio ITA [28]

ITO, Tatsuma GIAP

ELIAS, Gastao POR

PAIRE, Benoit FRA

DODIG, Ivan CRO

STEPANEK, Radek CEC

NISHIOKA, Yoshihito GIAP

BERDYCH, Tomas CEC [4]

WAWRINKA, Stan SVI [8]

ILHAN, Marsel TUR

LAJOVIC, Dusan SER

GONZALEZ, Maximo ARG

BERANKIS, Ricardas LIT

STAKHOVSKY, Sergiy UCR

JOHNSON, Steve USA

GARCIA-LOPEZ, Guillermo SPA [26]

GULBIS, Ernests LET [24]

SIJSLING, Igor OLA

MAHUT, Nicolas FRA (W)

COPPEJANS, Kimmer BEL

TIAFOE, Frances USA (W)

KLIZAN, Martin SLK

POUILLE, Lucas FRA (W)

SIMON, Gilles FRA [12]

MONFILS, Gael FRA [13]

ROGER-VASSELIN, Edouard FRA (W)

SCHWARTZMAN, Diego ARG

HAIDER-MAURER, Andreas AUT

THIEM, Dominic AUT

BEDENE, Aljaz GB

GROTH, Sam AUS

CUEVAS, Pablo URU [21]

KARLOVIC, Ivo CRO [25]

BAGHDATIS, Marcos CIP

DZUMHUR, Damir BOS

YOUZHNY, Mikhail RUS

GRANOLLERS, Marcel SPA

BACHINGER, Matthias GER

FALLA, Alejandro COL

FEDERER, Roger SVI [2]

Riccardo Crivelli

C

he strani destini si incrociano a volte nei cognomi. In tedesco, Knapp significa scarso. Ebbene, non deve essere facile portarsi dietro un simile fardello, soprattutto se fai sport ad alto livello e poi quando la vita, matrigna, ti sbatte in faccia il dolore che ti piega. Ma Karin Knapp, alla faccia dell’albero genealogico, ha saputo risorgere almeno un paio di volte, da un martirio alle ginocchia e da un cuore pazzo. E poi c’è stato il viaggio, da Brunico ad Anzio, dai fratelli Piccari, l’ultima porta scorrevole di una carriera che nel 2008, appena 21enne, l’aveva portata fino al numero 35 della classifica e con un gran carico di speranze.

RESISTENZA Un obiettivo che si avvicina dopo il successo di ieri a Norimberga, il secondo in carriera dopo Tashkent l’anno scorso: domani Karin sarà la 42a giocatrice al mondo. Una finale tesa e tirata, come possono esserlo quelle tra due connazionali e due amiche, che a Parigi giocheranno insieme il doppio. Forse Roberta Vinci dovrà rimpiangere quel primo set in cui, avanti 3-0 e poi 5-2, non sfrutta due set point nel nono gioco e finisce per perdere al tiebreak, prima di una reazione da campionessa consumata. Dall’1-0 (con vantaggio) per la tarantina nel terzo set, però, in campo c’è solo la Knapp, più solida fisicamente, più resistente, più concentrata, fino ad inanellare sei game consecutivi. Una splendida esibizione di forza, il 66° successo di sempre di un’italiana sul circuito: «Non è mai facile giocare una partita contro una tennista che conosci e che ammiri e poi con la classe di Robi. Infatti è stato un match molto equilibrato, ma non posso nascondere tutta la felicità per quetso successo che mi dà

VERSO LA FRANCIA Karin, in Francia, deve difendere il terzo turno dell’anno scorso (miglior risultato in uno Slam), ma il tabellone le fa subito ingoiare il rospo della Wozniacki, testa di serie numero 5: «Sto giocando bene, ho fiducia in me stessa, match sicuramente difficile ma non è un ostacolo insuperabile». A Roma, non dimentichiamolo, la Knapp era avanti 5-2 al terzo con due break contro la Kvitova. Oggi, intanto, nella prima giornata del Roland Garros, vanno in campo già due azzurre: la Giorgi affronta la tedesca Maria e la Pennetta incrocia la polacca Linette. Tra i big, subito in scena Fe d e r e r c o n t r o Fa l l a , Wawrinka contro Ilhan, Nishikori contro Mathieu e la halep contro la Rodina. Che la festa cominci. Come i sogni italiani. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Finale (220.000 , terra): KNAPP b. VINCI 7-6 (5) 4-6 6-1

Sulla terra di Nizza la prima vittoria del talento Thiem ● A Nizza (439.405 , terra) primo titolo in carriera per Thiem. Finale: Thiem (Aut) b. Mayer (Arg) 6-7 (8) 7-5 7-6 (2). BRASILE SVIZZERO A Ginevra (439.405 , terra) quarto titolo in carriera (ma primo dopo 3 anni) per il brasiliano Bellucci. Finale: Bellucci (Bra) b. Sousa (Por) 7-6 (4) 6-4. RIECCO STOSUR Torna al successo la Stosur a Strasburgo (220.000 , terra). Finale: Stosur (Aus) b. Mladenovic (Fra) 3-6 6-2 6-3.

BENCIC, Belinda SVI

HANTUCHOVA, Daniela SLK

LEPCHENKO, Varvara USA

KEYS, Madison USA [16]

PLISKOVA, Karolina CEC [12]

ZHANG, Shuai CIN

MITU, Andreea ROM

LIM, Alize FRA (W)

WANG, Qiang CIN

SCHIAVONE, Francesca ITA

BERTENS, Kiki OLA

KUZNETSOVA, Svetlana RUS [18]

DIYAS, Zarina KAZ [32]

PFIZENMAIER, Dinah GER

SCHMIEDLOVA, Anna Karolina SLK VAN UYTVANCK, Alison BEL KOUKALOVA, Klara CEC

KOVINIC, Danka MNG

MLADENOVIC, Kristina FRA

BOUCHARD, Eugenie CAN [6]

IVANOVIC, Ana SER [7]

SHVEDOVA, Yaroslava KAZ

CETKOVSKA, Petra CEC

DOI, Misaki GIAP

JOVANOVSKI, Bojana SER

TSURENKO, Lesia UCR

VEKIC, Donna CRO

GARCIA, Caroline FRA [31]

PENG, Shuai CIN [24]

HERCOG, Polona SLO

FLIPKENS, Kirsten BEL

VESNINA, Elena RUS

FERRO, Fiona FRA (W)

PEREIRA, Teliana BRA

CHIRICO, Louisa USA (W)

MAKAROVA, Ekaterina RUS [9]

RADWANSKA, Agnieszka POL [14]

BECK, Annika GER

KANYA, Paula POL

BARTHEL, Mona GER

KRUNIC, Aleksandra SER

PUTINTSEVA, Yulia KAZ

WICKMAYER, Yanina BEL

SVITOLINA, Elina UCR [19]

CORNET, Alize FRA [29]

VINCI, Roberta ITA

DULGHERU, Alexandra ROM

GIBBS, Nicole USA

LUCIC-BARONI, Mirjana CRO

DAVIS, Lauren USA

RODINA, Evgeniya RUS

HALEP, Simona ROM [3]

SUAREZ NAVARRO, Carla SPA [8]

NICULESCU, Monica ROM

RAZZANO, Virginie FRA (W)

CEPEDE, Veronica PAR

RYBARIKOVA, Magdalena SLK

ROGOWSKA, Olivia AUS

LINETTE, Magda POL

PENNETTA, Flavia ITA [28]

MUGURUZA, Garbine SPA [21]

MARTIC, Petra CRO

MARIA, Tatjana GER

GIORGI, Camila ITA

DELLACQUA, Casey AUS

TOMLJANOVIC, Ajla AUS

BABOS, Timea UNG

KERBER, Angelique GER [11]

SAFAROVA, Lucie CEC [13]

PAVLYUCHENKOVA, Anastasia RUS

DODIN, Oceane FRA (W)

NARA, Kurumi GIAP

LARSSON, Johanna SWE

GAVRILOVA, Daria AUS

PUIG, Monica P. RIC.

LISICKI, Sabine GER [20]

STOSUR, Samantha AUS [26]

BRENGLE, Madison USA

HESSE, Amandine FRA (W)

GAJDOSOVA, Jarmila AUS

VOEGELE, Stefanie SVI

DIATCHENKO, Vitalia RUS

KANEPI, Kaia EST

SHARAPOVA, Maria RUS [2]


46

Basket R Quarti playoff, gara-3

DOMENICA 24 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA

CANTÙ

90

VENEZIA

80

BRINDISI

62

R. EMILIA

58

(30-15, 48-41; 67-63)

(20-21, 30-36; 42-45)

ACQUA VITASNELLA CANTÙ: Johnson Odom 13 (3/6, 1/3), Feldeine 15 (4/8, 1/5), Abass 3 (0/1, 1/3), World Peace 16 (2/7, 4/7), Shermadini 13 (5/8); Gentile 4 (0/1, 0/3), Williams (0/1), Buva 14 (2/6, 2/3) Jones 12 (5/6, 0/1). N.e.: Bloise, Zugno, Maspero. All.: Sacripanti.

ENEL BRINDISI: Pullen 10 (2/4, 1/5), Denmon 21 (2/3, 5/8), Cournooh (0/1, 0/4), James 6 (3/4), Mays 12 (3/6, 0/1); Eric 2 (1/1), Turner 11 (4/5, 1/2), Bulleri (0/1 da tre), Zerini (0/1), Harper (0/1). N.e: Pacifico, Morciano. All.: Bucchi.

UMANA VENEZIA: Stone 4 (2/5), Goss 17 (3/9, 3/9), Viggiano 17 (4/8, 2/6) Peric 5 (1/4, 1/2), Ress 11 (1/1, 2/6); Jackson 6 (0/1, 2/4), Dulkys 6 (0/1, 2/5), Ortner 6 (2/4), Nelson 2 (0/3), Aradori 6 (2/3, 0/2). N.e.: Caron, Ruzzier. All.: Recalcati. ARBITRI: Martolini, Rossi, Paglialunga. NOTE - T.l.: Can 21/24, Ven 14/17. Rim.: Can 44 (Buva, Shermadini 9), Ven 44 (Stone 15). Ass.: Can 19 (Johnson-Odom, Feldeine 4), Ven 17 (Goss 7). Progr.: 5’ 14-7, 15’ 37-25, 25’ 58-53, 35’ 79-68. Spett.: 3887 per 62.330 euro.

GRISSIN BON REGGIO EMILIA: Cinciarini 6 (1/3, 1/4), Diener 15 (3/5, 1/3), Kaukenas 5 (1/4, 1/3), Polonara 3 (1/3, 0/1), Cervi 4 (2/2); Lavrinovic 15 (7/10, 0/2), Della Valle 8 (0/2, 2/5), Silins (0/2, 0/1), Mussini (0/1 da tre), Chikoko 2 (1/3, 0/1). N.e.: Pini. All.: Menetti. ARBITRI: Mazzoni, Baldini, Filippini. NOTE - T.l.: Bri 11/17, Reg 11/15. Rimb.: Bri 28 (James 8), Reg 35 (Polonara 7). Ass.: Bri 10 (Pullen, James, Cournooh 2), Reg 6 (Cinciarini 3). Progr: 5’ 9-12, 15’ 2526, 25’ 35-38, 35’ 49-52. Spett.: 3500. Gara cominciata con 7’ di ritardo per guasto temporaneo alle attrezzature elettriche.

Metta World Peace, 35 anni, contro Tomas Ress (34) CIAMILLO

Delroy James, 28 anni: suoi i canestri decisivi di gara-3 CIAMILLO

Effetto Pianella DOMANI A CANTÙ E BRINDISI Venezia k.o. Cantù accorcia con i lunghi FINALE

QUARTI 1. MILANO

3

8. BOLOGNA

0

Dal 14 al 26/6

2

1. MILANO

differenza. Recalcati: «Noi poco maturi»

-

-

-

-

Dal 29/5 al 10/6

1

1

2

2

3. REGGIO EMILIA

Oggi e 26/5 5. SASSARI

7. CANTÙ

SEMIFINALI

Dal 29/5 al 10/6

4. TRENTO

Domani e 27/5

1

SEMIFINALI

1Metta, Shermadini e poi Buva fanno la

QUARTI 2. VENEZIA

Domani e 27/5 6. BRINDISI

Brindisi, altro sprint vincente Adesso vede la semifinale 1Reggio cede nel finale. Denmon è super Menetti: «È dura, ma crediamo nel 2-2»

GDS

Luca Chiabotti INVIATO A CANTÙ

C

antù cambia tutto, all’inizio con Metta e Abass in quintetto e alla fine, quando l’eroe della partita, Ivan Buva, gioca assieme alla stella della squadra, accoppiando due mezzi lunghi contro i quali Venezia non riesce più a giocare. Soprattutto, cambia la testa di una squadra che vive il rapporto con la sua casa in maniera spasmodica e sa trarre energia dalla difesa, non certo la specialità della squadra, soprattutto in trasferta. Così, adesso tutto sembra ancora possibile per Cantù, resta in vita seppur con lo spauracchio di un’altra sfida dentro o fuori domani, riscopre ectoplasmi eccellenti come DeQuan Jones sparito dai radar nei quarti, mette sul piatto per 20’ uno Shermadini dominante nelle due aree. Venezia non è pronta, come gli avversari in gara-2, va sotto di 19 punti prima di mettersi a giocare. A quel punto, dice Pino Sacripanti: «La partita ha mostrato quanto caspita è forte la Reyer, tornata sotto sen-

Oggi c’è gara-4 Se Sassari vince è in semifinale ● Stasera è in programma ga-4 Sassari-Trento (ore 20.45, diretta Rai Sport 1, arbitri: Lamonica, Di Francesco, Lo Guzzo). Serie 2-1. Entrambe le squadre sono al completo. ● IN VTB In gara-2 di semifinale, il Cska non dà scampo a Nizhny Novgorod. Finisce 97-77 per l’Armata Rossa (Weems 20, De Colo, Teodosic e Jackson 15; Kinsey 15, Thompkins 14, Mekel e Rochestie 9); il Cska è sul 2-1. Nell’altra semifinale Khimki e Lokomotiv Kuban sono 1-1.

za fare cose particolari, di talento, esperienza, con un 6/10 da tre nel 2° quarto. E sono stato veramente contento della reazione che la squadra ha avuto quando si è trovata solo +1, ha attaccato bene la zona, difeso bene, chiudendo con sei uomini in doppia cifra. Buva è stato veramente bravo, determinante anche quando l’ho fatto giocare centro».Carlo Recalcati non assapora la vittoria n.63 dei playoff e il sorpasso a Ettore Messina, un altro record di un anno strepitoso. «La sconfitta la spieghiamo nel nostro inizio, abbiamo concesso troppo. Poi sprechi troppe energie per recuperare, soprattutto giocando ogni 48 ore. Abbiamo sofferto la loro fisicità e in certi momenti ci siamo affidati troppo e troppo presto al tiro da tre. Adesso? Dobbiamo dimostrare una maggiore maturità, anche se è una squadra di giocatori esperti non l’abbiamo fatta vedere in campo». STRAPPO Sacripanti parte col suo miglior quintetto difensivo (Metta è solo per la 2a volta nello starting five) e ottiene dall’energia che viene trasmessa anche il miglior attacco. Venezia, sommersa dalle triple (3/3 di World Peace), incapace di trasformare i buoni tiri da sotto che costruisce in punti per il dominio di Shermadini in area, dopo 9’ è sotto di 19 punti (30-11) e nulla in difesa. Così, anche quando i tiri da tre cominciano a entrare con Dulkys e Goss, l’Acqua Vitasnella controlla un vantaggio, prima con Metta che ferma un 8-0 della Reyer, poi con le incursioni di Johnson Odom, mentre Shermadini fa la guardia. Il collettivo di Venezia lascia il segno nel 3° quarto spinta da Viggiano, arriva a -1 con l’unica cosa buona di Peric (64-63). Buva risponde con una tripla sulla sirena del 30’ e ne aggiunge un’altra per 8 punti totali nel 12-3 che chiude la gara. Una grande gara, da playoff. Serie e emozioni si allungano. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LE PAGELLE

LE PAGELLE

di CHIABO

JONES RINATO ORTNER CROLLA CANTÙ

7.5

JOHNSON-ODOM 7 Primo tempo eccellente (13 punti) poi si ferma anche perché lo marca Viggiano. FELDEINE 7.5 Con Buva è l’uomo dell’allungo decisivo: 10 punti nella ripresa, 5 rimbalzi. ABASS 6.5 Importante l’apporto difensivo nel quintetto che parte sparato all’avvio, tre assist. JONES 7 Il missing in action della serie si fa finalmente vedere, alla fine surclassa Aradori. SHERMADINI 7 Dominatore assoluto del 1° tempo (13 con 7 rimbalzi e 2 stoppate) poi scoppia. BUVA 7.5 IL MIGLIORE È l’mvp nella accezione più classica: con Venezia a -1 segna 5 punti in fila e, poi la tripla del +10 della staffa. GENTILE 6 Non sta bene, vuole giocare lo stesso, dà un contributo tangibile. WILLIAMS 5 Per caratteristiche, non è la sua serie e si vede. WORLD PEACE 7 Ottimo primo tempo, dà un contributo costante anche in difesa. 5 rimbalzi

VENEZIA

Mario Canfora

di CANF

6.5

STONE 6.5 Prende rimbalzi (15) con 4 assist, ma fatica a tenere la palla in mano in attacco. PERIC 5 Combina poco, all’inizio su Metta e poi è colpevole su Buva nel riallungo decisivo di Cantù. GOSS 6.5 Sarebbe una super partita se non forzasse quando Cantù sta riprendendosi la partita. JACKSON 6.5 Fa il suo lavoro, mette un paio di triple e difende. RESS 6.5 Soffre anche lui Shermadini, ma è indispensabile visti gli altri lunghi. Gioca 27’. ORTNER 5.5 Stavolta è surclassato. NELSON 5 Fisicamente in difficoltà contro Metta e Buva. ARADORI 5.5 Partita modesta in difesa. In attacco, poco. VIGGIANO 7 IL MIGLIORE Segna 10 punti nel 3° quarto propiziando il -1. Quando esce, Venezia crolla. Anche 9 rimbalzi. DULKYS 6 Inizia benissimo con 2 triple che mettono in partita la Reyer, poi sbaglia quelle del riaggancio.

INVIATO A BRINDISI

JAMES, CHE FINALE CERVI È TRAGICO BRINDISI

6.5

PULLEN 6 Sembra fuori partita, dà poco ritmo ai suoi. Ma nel finale si sveglia eccome. DENMON 7 IL MIGLIORE Mvp della serata, all’inizio sostiene da solo Brindisi, gara di grande sostanza (7/11 dal campo con 5/8 da tre). COURNOOH 4,5 Non è quello delle sfide precedenti: 0/1 da due, 0/4 da tre e pochino in difesa... JAMES 6.5 Dà l’impressione di essere stanco, ma alla fine mette 4 punti fondamentali. MAYS 6 Si fa beffe di Cervi in men che non si dica, ma ai liberi è una sciagura (6/10). TURNER 6.5 Ultimo quarto di grande livello, sua la tripla del sorpasso a 4’ dalla fine. ZERINI 4.5 A questi livelli fa fatica, falloso, alla fine resta a guardare. ERIC 5 Dentro per i due falli di Mays, combina pochino. HARPER 4.5 Si nasconde, va in affanno su Kaukenas: 10’ con 4 perse..

REGGIO EMILIA 6 MUSSINI N.G. Apparizione di 4’ con una tripla errata. CHIKOKO 4.5 Un tiraccio da tre, in difesa non tiene nessuno. CINCIARINI 6 Si prende pochi tiri, pensa a far giostrare al meglio i suoi. Pur sufficiente non incide. KAUKENAS 6 Difesa tostissima ma in attacco non ci siamo: 2/7. SILINS 4.5 Gomiti alti in difesa, spende 2 falli in pochi attimi. POLONARA 5.5 Parte spumeggiante, poi si eclissa. CERVI 4 Tragico: due falli dopo 18”, il terzo dopo 3’14”. Male male... LAVRINOVIC 6.5 IL MIGLIORE Grandissimo impatto, chiuderà con 15 punti e 7/10 da due. Tiene botta praticamente da solo. DELLA VALLE 5.5 Una cosa buona e l’altra cattiva. Perde una sanguinosa palla in contropiede sul +7 di fine terzo quarto. DIENER 6.5 Per metà tempo è il migliore, poi cala vistosamente e nell’ultimo quarto combina poco.

Q

uando James, a 4 secondi dalla sirena, realizza il canestro (con fallo subito) del 62-58, sembra venire giù tutto. L’antico Palapentassuglia si trasforma in un catino greco, con la gente che impazzisce dopo la clamorosa rimonta di Brindisi che porta l’Enel a una sola vittoria da una storica semifinale scudetto. Tutto accade negli ultimi 5’, tanto per non cambiare. Dopo una gara di grande sofferenza, sempre a rincorrere Reggio Emilia, dal 45-52 ecco il 9-0 del 54-52 (tripla di Turner), si ricomincia. E per gli emiliani tutto si fa più complicato, la palla in mano sembra quella medica per come diventa pesante. Lavrinovic non molla, rintuzza ogni colpo, ma James (sonnecchiante fino a quel momento) decide che è il momento di chiuderla lì: schiaccione a -1’20”, quindi un bel po’ di errori col punteggio sempre fermo sul 60-58. La tabellata da tre di Polonara del sorpasso a -6’93” arriva fuori tempo massimo (Mazzoni lo conferma con l’instant replay), prima del k.o. firmato da James. «Sono contentissimo commenta il tecnico dell’Enel, Piero Bucchi - perché non si è solo visto Denmon, nonostante i suoi 21 punti, ma tutta la squadra. Non era facile recuperare, sotto di 8 a 8’ dalla fine con una gara dal punteggio basso...». FILO LOGICO Primi 20’ con Reggio molto più dentro al match degli avversari che perdono spesso il filo logico dell’attacco, mentre Pullen è incapace di dettare i ritmi e dare palla sotto. La Grissin Bon (che dopo 18” si ritrova con Cervi a quota due falli: Menetti non lo toglie e al lungo così gli fischiano il terzo dopo 3’14”) difende duro e capisce che può farlo perché il metro arbitrale permette mani addosso e ogni genere di contatto. In queste condizioni, Kaukenas e

soci vanno a nozze e provano l’allungo a negli ultimi 5’ prima dell’intervallo lungo: dal 25-26 il tabellone indica 25-34 per l’8-0 di break. Ci pensa allora Pierino Bucchi a scuotere l’ambiente protestando vivacemente con la terna arbitrale: Baldini lo ammonisce, da quel momento l’Enel prova il recupero con 5 punti di fila di Denmon (mentre Lavrinovic fa 0/2 dalla lunetta) prima del canestro finale di un immenso Diener che chiude con 11 punti e il 100% dal campo (2/2 da due e 1/1 da tre) fissando il 30-36. Brindisi è invece solo Denmon che dopo la virgola di gara-2 ne segna 15 dei 30 totali della squadra. Nel 3° quarto si gioca a ciapanò (12-9 il parziale per l’Enel), ed è quello dove forse Reggio (che negli ultimi 10’ non ha tirato un libero...) avrebbe potuto osare di più. «Gara maschia, ottima da parte nostra - dice Max Menetti - decisa da pochi dettagli. Si è sgomitato tanto, ma ho visto grande correttezza grazie anche ad un ottimo arbitraggio. Ora è dura, ma crediamo ancora nel 2-2...». © RIPRODUZIONE RISERVATA

A-2: Agrigento il sogno continua È la prima finalista ● Ieri gara-4 di semifinale playoff (al meglio delle cinque partite): Agrigento-Casale Monferrato 80-72 Agrigento: Piazza 29, Dudzinski 15, De Laurentiis 13, Saccaggi 11, Evangelisti 7, Chiarastella 3, Williams 2. Casale: Blizzard 25, Samuels e Amato 11, Tomassini e Martinoni 8, Fall 5, Marshall 4. Serie 3-1. Agrigento è la prima finalista per la promozione in Serie A. Oggi (ore 18) invece si gioca-4 Torino-Brescia. Serie 2-1. Mercato: Trapani non conferma Lino Lardo.


Basket R Nba: finale Est

DOMENICA 24 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA

Cleveland: LeBron è solo Ma i cambi stupiscono

1James super: senza Love e Irving, i Cavs vanno 2-0 con Atlanta

Coach Blatt: «Il merito è anche di chi riesce a tenere il suo passo»

Massimo Oriani

T

utto merito di Bryce Maximus. Tra le tante doti di LeBron James, prima della nascita del primogenito nel 2007, non c’era la pazienza. Ma, quando diventi padre, entra a far parte del tuo dna, giocoforza. Merito di Bryce perché un conto è giocare con Wade e Bosh, ma anche con Irving e Love, un altro con Matthew Dellavedova e Tristan Thompson. Il Prescelto è uno scienziato del basket, il suo innato talento si sposa a un’intelligenza cestistica ben superiore alla media. Ci vuole quindi calma e sangue freddo quando accanto hai gente che fatica a tenere il tuo passo. Ma quando vinci anche grazie a loro, la soddisfazione è doppia.

GARA-2 Così è andata gara-2 di finale Est in casa di Atlanta, dominata nuovamente dai Cavs, costretti a lasciare a riposo Kyrie Irving col suo ginocchio malconcio (a questo punto sarebbe logico fargli saltare anche gara-3 visto che nelle 14 precedenti serie di playoff quando LBJ si è trovato sul 2-0, 14 volte ha chiuso trionfatore), ma esaltati dal supporting cast. Iman Shumpert (4 triple), Thompson (16 rimbalzi), Dellavedova

LeBron James, 30 anni, in palleggio contro Mike Scott, in gara-2 vinta da Cleveland contro Atlanta AFP

(partito in quintetto, 9 punti, 6 rimbalzi, 4 assist), il fidato scudiero James Jones (3 triple). Tutta gente che beneficia enormemente dal giocare accanto a King James. Era la grande forza di Jordan: dominare alzando il livello dei compagni. Il terzo titolo nel ‘93 lo ha vinto lasciando a John Paxson l’ultimo tiro.

INGLESE «Credo di avere una discreta padronanza della lingua inglese – scherzava poi coach Blatt – ma sto esaurendo i superlativi per descrivere LeBron». Glielo leggi negli occhi, vive per le sfide, per quel momento in cui si sente solo nell’angolo, preso a cazzotti da sorte e avversari. E’ lì che dà il me-

RLa stella: «Fare un

passaggio perfetto per un compagno mi esalta più che segnare»

glio di sé. «Più che segnare, mi esalta fare un passaggio perfetto a un compagno per dargli la possibilità di far canestro — spiegava The Chosen One —. Così mettiamo più pressione sulla difesa». «E’ stato un onore guardarlo giocare» ha commentato il gm dei Cavs, Griffin. Con 30 punti (ai quali ha aggiunto 11 assist e 9 rimbalzi) LeBron ha raggiunto Jerry West a quota 74 gare di playoff con almeno 30 punti segnati. Davanti ha solo Kareem (75), Kobe (88) e MJ (109). Lui a questi livelli è abituato, per i compagni è tutto nuovo. «Ma penso che buona parte del merito vada anche a loro – chiudeva Blatt – perché tengono il suo passo. La sua grandezza è lampante ma gli altri lottano con lui. In questo momento siamo “The Big One”, dove One sta per team». 60 PUNTI LeBron ha sempre avuto in mano gara-2. Ha contribuito a 60 dei 94 punti dei suoi con canestri o assist. E’ partito attaccando il ferro, segnando 13 punti con zero assist nel 1° quarto, collassando la difesa avversaria nell’area. Poi, nei 2 successivi, ha servito 9 dei suoi 11 assist a compagni smarcati sul perimetro. E quando gli Hawks hanno perso Korver (caviglia), con Horford (ginocchio) zoppo e Carroll, a cui spetta l’ingrato compito di marcarlo, miracolosamente recuperato dalla distorsione a un ginocchio ma neppure al 30%, ha sentito l’odore del sangue e li ha finiti senza pietà. Poveri Hawks: 60 vittorie in stagione regolare non sono servite a nulla. Ora dovrebbero vincere 4 delle prossime 5,comprese 2 a Cleveland. Good luck. Ma soprattutto, good night. ●

Finale Est: Atlanta-Cleveland 82-94 (serie 0-2, gara-3 stanotte). Finale Ovest: Golden State-Houston 2-0 (ieri notte gara-3).

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TACCUINO

Marques Haynes con gli Harlem

GLOBETROTTERS

E’ morto Haynes il re del palleggio: 6 al secondo ● E’ morto a 89 anni Marques Haynes considerato il più grande palleggiatore di tutti i tempi, conosciuto come una leggenda degli Harlem Globetrotters ma anche come fondatore dei loro rivali degli anni Cinquanta, i Fabulous Harlem Magicians, per i quali rinunciò ad un contratto nella Nba con i Philadelphia Warriors da 35 mila dollari che l’avrebbero fatto diventare il secondo giocatore più pagato della lega. Noto per i suoi palleggi ubriacanti, è stato calcolato che riuscisse a farne fino a 6 al secondo. Si è ritirato nel ‘92 a 66 anni, è nella Hall of Fame di Springfield.

DOPING

Ex di Treviso e Milano M. Bonsu positivo in Grecia: anfetamine ● Pops Mensah Bonsu, pivot inglese visto anche in Italia a Treviso e, per 9 partite, nel 2013 a Milano, è stato trovato positivo alle anfetamine mentre giocava con l’Aek Atene nel campionato greco. Lo ha annunciato il club ora in attesa delle controanalisi. Pops ha giocato dal 2006 al 2011 nella Nba


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Pallavolo R In amichevole

DOMENICA 24 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA

Italdonne: che festa Tante giovani, Cina k.o.

1La Nazionale dei nomi nuovi si impone con un netto 3-0 nella serata che celebra i 50 anni di Ravenna. Il c.t. Bonitta: «Meglio del previsto» ITALIA

3

CINA

0

(25-22, 25-22, 25-14) ITALIA: Guerra 9, Calloni 7, Sorokaite 12, Egonu 13, Folie 10, Malinov 5; Spirito (L), Melandri 3, Perinelli. N.e. Pisani, Sylla, Camera, Loda, Parrocchiale (L). All. Bonitta. CINA: Liu Yunhan 20, Zheng Yixin 4, Chen Xintong 1, Song Meili 2, Xu Jiujing 7, Qin Siyu 4; Wang Mengjie (L), Duan Fang, Cheng Long. N.e. Zhang Yu, Wang Jamin, Wang Weiyi, Huang Liuyan, Gong Xiangyu. All. Xu Jiande. NOTE Spettatori 3400. Durata set: 29’, 24’, 22’; totale 75’. Italia: battute sbagliate 10, vincenti 7, muri 12, 2a linea 9; Cina: battute sbagliate 5, vincenti 3, muri 3, 2a linea 7.

GIAN LUCA PASINI INVIATO A RAVENNA

L’

ieri, oggi e domani, il premio Oscar di Vittorio De Sica, ha rivissuto la sua versione pallavolistica al PaladeAndrè di Ravenna, una delle culle storiche della pallavolo italiana che ospitava – davanti a un tutto esaurito come ai ben tempi targati Messaggero (al maschile) e Olimpia al femminile – l’esordio dell’Italia don-

Il gruppo azzurro, un mix di giovani e veterane, festeggia il netto successo sulla Cina a Ravenna ZANI

ne versione 2015, davanti alle telecamere di Gazzetta Tv, opposta in amichevole alla Cina. Non a caso questa partita doveva anche celebrare i cinquant’anni della gloriosa società romagnola. E l’ieri, oggi e domani è stato festeggiato sul campo nella maniera migliore per i colori azzurri. Con le ragazzine, giovani talenti dell’Olimpia, sotto gli occhi della presidentessa Alfa Garavini (90 anni e ancora sulla breccia) che assediavano per un autografo, o meglio un selfie, le protagoni-

sta della Nuova Italia guidata da Marco Bonitta, da Ofelia Malinov, la regista, alla schiacciatrice Anastasia Guerra, che con Miriam Sylla (una stagione da protagonista a Bergamo), al termine del match, ci hanno messo molti minuti a guadagnare la via degli spogliatoi. REDUCI Sotto gli occhi di tante delle azzurre di ieri o dell’altro ieri, da Diouf a Leo Lo Bianco, Piccinini e tutte le altre reduci del Mondiale 2014 che erano

state convocate per questa grande festa del volley, un ideale ponte levatoio con il Mondiale di ottobre chiuso con il quarto posto in campo, ma una grande popolarità sugli spalti e davanti alle tv. Quel legame è rimasto intatto e presente. «E’ stato tutto molto emozionante – ha detto Raffaella Calloni –: diventare a 32 anni capitana di una squadra di ventenni è una di quelle cose che non mi sarei mai aspettata, anche perché questa per me è la prima convocazione. Ma è stato davvero

molto bello, anche perché Ravenna ha risposto ancora una volta alla grande. E’ stato molto divertente anche in campo per noi». Tre juniores fra le sette titolari e in totale quattro ragazze che arrivavano dal Club Italia di A-2 lanciate al primo livello internazionale, seppure dall’altra parte della rete ci fosse la Cina (campione del mondo sì, ma under 23) EMOZIONI «E’ andata anche meglio di quello che mi aspettavo – dice sorridendo alla fine Marco Bonitta –. Non solo per il risultato ovviamente, ma soprattutto per quello che si è visto. Questa è una squadra che ha centimetri, ha tecnica e ha anche un grande spirito. Deve lavorare su questo con la necessaria fusione del gruppo delle senatrici, per cercare di fare una stagione di vertice che punti a vincere, ad esempio, il Grand Prix». Non si nasconde il c.t., che come sempre nella sua carriera cerca di lanciare giovani sulla ribalta. E queste, anche se l’esordio non può essere un vero esame, hanno dato tante indicazioni positive. NOVITA’ Dalla regia di Malinov, all’impiego di Sorokaite come opposto (nel club gioca schiacciatrice ricevitrice), dalla prova delle centrali, per finire con libero e schiacciatrici, che spesso sono andate sopra al muro con le bordate di Paola Egonu, italianissima di Bassano del Grappa, ma di chiare origini nigeriane. E’ questa un’altra caratteristica di questa Italia del volley che è anche la faccia esatta del nuovo Paese: multietnico, multiculturale, giovane e determinato ad arrivare molto lontano, per il momento a Rio. Bella serata, bella festa: un po’ Ieri, un po’ Oggi e un po’ Domani, appunto... © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL DIVORZIO

Macerata Via Giuliani A sorpresa Blengini?

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n mese dopo l’eliminazione dai playoff scudetto salta la panchina di Alberto Giuliani che, dopo 4 stagioni e 2 scudetti, non è più l’allenatore della Lube. Lo ha ufficializzato ieri la società con uno scarno comunicato. La sorpresa riguarda il suo sostituto: pare che la società abbia “scippato” Blengini (ex Latina e vice del c.t. Berruto), e Urnaut già annunciati da Perugia. Rabbia del presidente Sirci che ha rilanciato con lo stesso Giuliani e il martello Lanza. an.me. - m.giu.

LORENZETTI RESTA (p.r.) A Modena in partenza il preparatore de Lellis, resta il tecnico Lorenzetti. MERCATO DONNE (m.mar. g. gar. a.p.) Maja Ognjenovic è la nuova regista di Piacenza che ha confermato anche Indre Sorokaite. A Casalmaggiore ufficializzato Massimo Barbolini. Marika Bianchin passa al Cannes. Emilya Nikolova, schiacciatrice, passa a Scandicci, dove sarà utilizzata come opposto. JUNIOR LEAGUE (an.gal.) Sarà la sfida tra i campioni uscenti del Trento e Castellana Grotte ad assegnare la Del Monte Junior League 2015. La finale del torneo Under 19 dei club di Superlega e A-2 si gioca oggi a Castellana Grotte (Ba), alle 15,30. Così in semifinale: Trento-Modena 3-0 (25-19, 25-23, 25-16), CastellanaTreia 3-1 (25-23, 24-26, 25-21, 25-13). IN AUSTRALIA L’Italia è partita per l’Australia dove venerdì esordisce in World League. Convocati gli alzatori Travica e Giannelli; gli opposti Sabbi e Vettori; i centrali Alletti, Anzani, Bossi e Mengozzi; i martelli Antonov, Botto, Lanza e Randazzo; liberi Colaci e Giovi.


Golf R A Wentworth

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Molinari è pronto per la sfida finale Jimenez che show 1Chicco leader dopo 3 giri a -14 con An: «L’esperienza in Usa è servita». Buca in uno dello spagnolo: sono 10 Federica Cocchi

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na settimana da pendolare. Alzarsi la mattina, andare al lavoro e tornare a casa a cena dalla famiglia. Un’esperienza insolita se ti chiami Francesco Molinari e fai il golfista. Ma tornare a casa da Valentina e Tommaso, dopo aver chiuso la giornata lavorativa in testa alla leaderboard del Pga Championship, ha un sapore ancora più dolce. Anche se è una leadership in condivisione. Francesco Molinari ha chiuso a -14 dopo il terzo giro del torneo che si gioca al prestigioso Wentworth Club di Virginia Water. Tre giorni di fila sempre in testa, anche se ieri è stato raggiunto nel finale dal giovane sudcoreano Byeong Hun An. Oggi Chicco correrà per conquistare il titolo più prestigioso dello European Tour, trofeo già nella bacheca di due italiani: Costantino Rocca nel 1996 e Matteo Manassero nel 2013. LA GARA Francesco è andato in progressione con tre birdie nel-

la prima parte del percorso e con altri due alle buche 12 e 13 che l’hanno lanciato fino a -15 con tre colpi di vantaggio su An, l’inseguitore più insidioso. Alla 14 (par 3) però ha fallito un putt per il par, e il coreano con il birdie ha ridotto il distacco a un solo colpo. Alla buca successiva altro colpo di scena: palla in acqua di An e nuovo allungo di Molinari sul bogey dell’avversario. Francesco nel finale ha rallentato chiudendo con un -4 di giornata e An ha terminato in crescendo, con due birdie che gli hanno permesso di agganciare il torinese. SODDISFATTO Chicco è soddisfatto a fine giornata: «Mi avessero detto che avrei chiuso a -14 avrei messo la firma - racconta dalla macchina mentre torna verso casa -. Certo, sono un po’ dispiaciuto per qualche colpo perso nel finale ma non mi do grosse colpe: nelle ultime buche col vento contrario è stato piuttosto complicato». Molinari non sa molto del suo coinquilino in clubhouse: «Non avevo mai giocato con lui - continua - so che ha vinto lo Us

Fleetwood segna un albatross Manassero 35° ● Tommy Fleetwood ha firmato un albatross, il terzo nella storia della gara, alla buca 4 (par 5 di 505 metri) mettendo a segno il secondo colpo dalla distanza di 178 metri dall’asta con un ferro 7. Matteo Manassero, vincitore a Wentworth nel 2013 a 20 anni, ha risalito la classifica di 27 gradini con un parziale di 69 (-3) sul terzo giro. In uscita ha infilato dalla buca 3 la sequenza bogeyquattro birdie-bogey-birdie per un passaggio alla 9 in 32 (-3) colpi e nel rientro ha fissato lo score con un birdie e un bogey. Oggi l’ultimo giro con la partenza di F. Molinari alle 14.15 italiane Classifica: Pga Championship, Wentworth Golf Club (par 72): 1. -14 (202) F. MOLINARI, An (S.Cor); 3. -12 (204) Jaidee (Thai); 4. -11 (205) Fleetwood (Ing); 5. -10 (206) Jimenez (Spa). 35. -2 (214) MANASSERO. IN TV Dir. dalle 13.30 Sky Sport 3.

Francesco Molinari, 32 anni, per il terzo giorno consecutivo in testa alla classifica. Ha vinto due Ryder Cup GETTY

Amateur, è abbastanza forte». Quella che manca al sudcoreano forse è un po’ di esperienza che oggi, andando all’attacco della vittoria, sarà fondamentale. «Non ho fatto programmi per l’ultimo giro - spiega ancora il più giovane dei Molinari - , la tattica la deciderò strada facendo, anche considerando l’andamento dei miei rivali». Il lungo periodo trascorso negli Stati Uniti giocando sul Pga Tour è stata una grande lezione: «Ho visto altri campi, mi sono confrontato con giocatori diversi e molto forti. Ho sempre pensato che stare un po’ là sarebbe stato utile per migliorare, e penso che anche questa

ne sia la dimostrazione». SHOW Tra i protagonisti della giornata a Wentworth impossibile non citare Miguel Angel Jimenez che ha realizzato la decima hole in one della carriera nel circuito, addirittura la seconda consecutiva dopo quella nell’Open di Spagna, e la terza in stagione, superando in questa speciale classifica Colin Montgomerie, a quota 9. L’ace è stato segnato alla buca 2, par 3 di 141 metri, in cui ha centrato il bersaglio con un ferro 9. Per festeggiare un bel balletto e la doccia di champagne. La classe, infatti, non è acqua. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il sudcoreano Byeong Hun An, coleader insieme a Francesco Molinari, ha vinto lo Us Amateur AP

Atletica R Il caso e il meeting

Wells, altre accuse doping «Sono solo malignità» 1La Bbc scozzese

sostiene che il rivale di Mennea fece uso di steroidi Accuse dalla 4x100

L’arrivo dei 200 all’Olimpiade di Mosca 1980: Pietro Mennea (20”19) precede Allan Wells di 2/100. Lo scozzese tre giorni prima aveva vinto i 100 in 10”25 ANSA

Andrea Buongiovanni

L

e accuse, ancora una volta, sono pesanti e circostanziate. E Allan Wells, lo sprinter che duellò con Pietro Mennea all’Olimpiade di Mosca 1980, oggi 63enne, è nella bufera. Stavolta l’attacco arriva dalla Bbc di Scozia, il suo Paese, che gli ha fatto recapitare una lettera nella quale sostiene che lui, al pari di sei altri atleti, fece uso dello steroide anabolizzante vietato Stromba su somministrazione del dottor James Ledingham, referente medico dei velocisti britannici ai Giochi sovietici. L’ATTACCO Il problema è che Drew McMaster e David Jenkins, compagni di Wells nella 4x100 d’oro ai Giochi di Commonwealth di Edmonton 1978, avevano in precedenza ammesso di essersi dopati. McMaster, in particolare, ha ora ripetuto quanto già dichiarato negli anni Novanta, ovvero che anche Wells e Cameron Sharp, il quarto frazionista di quella staffetta, fecero pratiche illecite. Entrambi questi ultimi da sempre negano e smentiscono. «Ancora una volta – ha detto

Wells al Daily Telegraph – mi vedo costretto a replicare a voci false e maliziose che causano danni enormi alla mia reputazione e alla mia immagine. Ho sempre respinto ogni accusa e continuerò a farlo». La Bbc non ha ancora mostrato i documenti che avrebbe in suo possesso. «E’ triste constatare come queste bordate continuino ad arrivare dalla stessa fonte – sostiene il rivale di Mennea – soprattutto considerando che né il dottor Ledingham, né Sharp sono più in grado di replicare come invece posso fare io». Ledingham è morto e Sharp è mentalmente e fisicamente inabile dal 1991, quando fu vittima di un incidente d’auto. LA DIFESA Quel che nella carriera di Wells ha lasciato perplessi più d’uno è che la sua esplosione agonistica avvenne in tarda età, a scoppio ritardato. Intorno ai 26 anni: prima di allora non vantava meglio di un 10”55 nei 100 e di un 21”10 nei 200. Fino a che, nel 1978, nella sua Edimburgo, volò in 10”15 e poco dopo, agli stessi Giochi del Commonwealth, secondo nei 100 di Don Quarrie (10”03 a 10”07 con vento oltre il limite), vinse i 200 con un clamoroso 20”12, seppur ventoso. «Allan crebbe dal non essere nessuno a uno degli sprinter più forti del mondo molto in fretta, semplicemente perché prese ad allenarsi più duramente di chiunque altro» sostiene Margot Wells, moglie di Allan, affermato tecnico di velocisti e di giocatori di rugby. Da quei giorni sono trascorsi 35 anni e le immagini della rimonta di Mennea nei 200 di Mosca (lui in ottava corsia, Allan in settima) rimarranno comunque indelebili. Doping o non doping. © RIPRODUZIONE RISERVATA

La Schippers è a un bivio Prove multiple o velocità? 1I 100 del meeting di Hengelo oggi l’aiuteranno a decidere. C’è la Viola nei 3000

Dafne Schippers, 22 anni, campionessa europea di 60 indoor, 100 e 200, sul traguardo dei 150 del meeting di Manchester del 9 maggio scorso ACTION IMAGES

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l tempo stringe e Dafne Schippers presto dovrà decidere. Le converrà concentrarsi sulle prove multiple, come da dna o puntare sulla velocità, come la scorsa stagione? La scelta – finalizzata ai Mondiali di Pechino di fine agosto e più ancora ai Giochi di Rio del prossimo anno – è difficile. E comporta tanti rischi. Ecco perché anche l’odierna volata sulla distanza breve al meeting casalingo di Hengelo, tappa del World Challenge (diretta Fox Sports 2 alle 17.30), sarà determinante. L’olandese, oro europeo su 100 e 200 l’agosto scorso a Zurigo, sarà la protagonista del pomeriggio. Ma già il prossimo weekend sarò in gara nel prestigioso eptathlon del 41° Hypomeeting di Götzis, in Austria, mecca della specialità, dove incontrerà le migliori interpreti del mondo. A quel punto, forse, finirà di sfogliare la margherita. Tenendo presente che dodici mesi fa, nell’ultima esperienza sulle sette prove, chiuse col record nazionale di 6545 punti, ma poi preferì puntare sullo sprint. E fece molto bene. LA STAGIONE «Nessuno può aiutarmi nella scelta – ha detto nelle scorse ore – nemmeno il

mio allenatore. E’ una decisione che devo prendere da sola. E non voglio attendere a lungo, perché continuare a pensarci mi fa disperdere preziose energie, fisiche e mentali. Ho il fiato sul collo di media e appassionati, non posso andare avanti così». La 22enne di Utrecht, reduce dallo splendido oro sui 60 degli Euroindoor di Praga con un eclatante 7”05, come da abitudine, nella prima parte di stagione ha già gareggiato molto. Durante il tradizionale stage al caldo della Florida, il 18 aprile a Clermont ha corso due 100 (in 10”90/+3.3 e 11”03/+2.2) e il 24 a Gainsville un 200 (22”63/ -1.1) e un 100 hs (13”28/+1.0). Poi il 9 maggio, su pista e pedana stradali, a Manchester, un 150 (16”95/+0.3 con passaggio ai 100 in 11”21) e ha saltato 6.40 (0.0) in lungo. Infine, il weekend scorso, ha incocciato una barriera, s’è sbucciata un ginocchio e s’è fermata (senza conseguenze) in un altro 100 hs. Nei 150 inglesi è stata preceduta dalla britannica iridata junior Dina Asher Smith (16”82) che ritroverà oggi insieme alla giamaicana Sherone Simpson. IL MEETING «Decidi col cuore, non in base a motivazioni economiche» le suggerisce lo statunitense Ashton Eaton, olimpionico e iridato del decathlon che oggi, come riscaldamento a Götzis, farà i 100 e il lungo col sudafricano Rushwaal Samaai (8.38 di stagionale). Tra le altre stelle la britannica Christine Ohuruogo nei 400, l’olandese Sifan Hassan nei 1000, la bielorussa Alina Talay nei 100 hs e la cubana Denia Caballero nel disco. Un po’ d’Italia nei 3000: Giulia Viola insegue il personale di 8’56”23 centrato indoor in febbraio a Padova. a.b. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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IL PERSONAGGIO

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CONTENUTO PREMIUM

In gabbia LA TIGRE ROUSEY FA PAURA A TUTTI «SONO PERFETTA NON SPACCONA» Q

uando la mettono in gabbia, Ronda Rousey aggredisce le avversarie come una tigre. Poche manciate di secondi ed è tutto finito. Turni di lavoro che si concludono con lo stesso ripetitivo finale: l’armbar. Una presa da judoka, diventata suo marchio di fabbrica, che non lascia scampo. Se chi le sta di fronte non picchiasse la mano sul tappeto in segno di resa, salterebbero i legamenti del braccio, arpionato da quella leva micidiale. A volte succede e paragonano quel rumore sordo alle corde di una chitarra quando saltano. Lei con un ghigno ha trovato un esempio più creativo: «Sembra di staccare un’ala dal tacchino di Thanksgiving». Più brutalizza le rivali — lo strombazzato match contro l’imbattuta Cat Zingano è durato 14” — più conquista follower (oltre 1 milione su Twitter) e tifosi. Più si comporta da arrogante, più diventa attraente: «Ok, senza falsa modestia penso che ogni secondo del mio ultimo fottuto incontro sia il più bello show mai visto nelle arti marziali».

PAROLACCE Colorisce i suoi proclami con numerose parolacce e più le usa, più diventa sexy. La settimana scorsa, si è arreso Sports Illustrated, che già un paio di anni fa ne aveva raccontato la storia: stavolta l’ha piazzata sulla sua celebre copertina. Succede esclusivamente ai grandi. E come se non bastasse, si è sbilanciato: Ronda è l’atleta più forte del momento. Non solo quando si muove nell’ottagono, ma soprattutto fuori. L’anno scorso ha debuttato sul grande schermo al fianco di Sylvester Stallone in Expendables 3 e quest’anno è in Furious 7. Ha fatto cambiare idea persino a Dana White, il burattinaio della Ufc, la potentissima orga-

nizzazione che negli Usa ha lanciato in orbita le arti marziali e rinchiuso il pugilato all’angolo di una nicchia. Su una cosa White era stato chiaro, l’ultima volta nel 2010: «Non farò mai entrare le donne nella gabbia». Poi ha visto Ronda in azione su un ring di provincia ed è partito il contrordine. Nel 2012, il suo match contro la quotatissima Sarah Kaufman, la sua prima difesa del titolo iridato dei gallo, era già finito in 54”, radunando davanti ai teleschermi 636 mila spettatori, il 6° show più visto di sempre, uomini o donne. La cosa più dura è convincere le altre ragazze a battersi con lei. Perché Ronda è una vera, mica la bionda solo curve e fama fasulla. Nel 2007 aveva vinto l’argento al Mondiale di judo e l’anno dopo il bronzo ai Giochi di Pechino, prima americana ad andare a medaglia a un’Olimpiade. La mamma Ann Maria, che ha un dottorato in psicologia, era stata la prima judoka in assoluto (uomini e donne) a vincere un mondiale per gli Usa: nel 1984 a Vienna. E’ lei armbar. Glielo che le ha insegnatoo ll’armbar. faceva di mattina per costringerla to o in qualunad alzarsi dal letto onda fosse dique momento Ronda stratta. «Se non loo impari e non re, non vincesei pronta a reagire, a. Ma il comrai mai», le diceva. battimento ce l’haa nel dna. A 3 anni, rifiutò una Barbie perché voleva un bambolotto di Hulkk Hogan a cui poi strappava continuamente un braccio. A 8 suo padre, con cui aveva un bellissimo rapporto, da tempo malato,, si de suicidò. A 14 girava per la promenade di Santa Monica in cerca di vagabon-di da sfidare per 5 dollari: «Andavamo in qualche parchetto remoto e li n mettevo spalle a terra. Tutto per un ta frappuccino da Starbucks», racconta fiera. DEPRESSIONE A 21, dopo l’Olimpiade, impiade,

DA BAMBINA RIFIUTAVA LE BARBIE. ORA CON UNA PRESA DA JUDOKA BRUTALIZZA LE RIVALI. DA’ DEL VIZIATO A PHELPS. IL SUO MANTRA? «PERDERE E’ MORIRE»

Ronda Rousey, in 3 momenti diversi: icona sexy, diventata sempre più popolare nonostante le parolacce

Ronda andò in crisi. La patologia si chiama PostOlympic Depression. Si rifugiò nell’alcol e nel fumo, ma si salvò entrando poco tempo dopo in una piccola palestra di arti marziali gestita da armeni: la sua carriera si è avviata così. «Avrei preferito che mia figlia fosse andata all’università», dice sua mamma. Lei ribatte: «Forse se avessi vinto l’oro olimpico, mi sarei accontentata e sarei tornata sui libri. Invece, è come se fossi rimasta incompiuta: perdere è un po’ come morire». morire Quella frase è un mantra. Nella gabbia si trasforma, trasfor ma anche fuori non scherza. Rivela: «Se facci faccio la spaccona non è per mancanza di umiltà, ma solo perché quando preparo un match giuro a me stessa s di non mollare mai ed essere perfetta». Così, ora le sue esternazioni pepate l’hanno fatta diventare diventa una delle atlete più cliccate: niente male per una un che da bambina aveva difficoltà nel linguaggio (colpa del cordone ombelicale che le strinse il collo al momento della nascita). Se l’è presa con Kim Kardashan: «Una che ha successo solo per l’aspetto sexy è un pessimo esempio per raga le ragazzine». E ha apostrofato pure Michael Phelps «E’ un viziato: a Pechino pretendeva la Phelps: stanza privata. Ma chi si crede di essere?». Per non parlare p delle sue avversarie che spaventa a morte ancor prima del gong. Ora ha scr scritto un libro con la sorella giornalista, Ma Maria: My Fight/Your Fight. Una sorta di co confessione in cui racconta dei suoi amori ri, quasi tutti finiti male. Il primo fidanz zato la tradiva, il secondo abusava di eeroina, l’ultimo aveva postato foto di lei nuda. Nella biografia ammette: «Sono forte fisicamente, ma debole nell’anima: quando non combatto, mi lascio m maltrattare». E’ la promessa che ha fatto a se stessa: capire come evitare di trasforma da tigre bellicosa in gattina indifesa. marsi © RIPRODUZIONE RISERVATA

L'IDENTIKIT RONDA ROUSEY NATA IL: 1° FEBBRAIO 1987 A: CONTEA DI RIVERSIDE (USA) SPECIALITA’: ARTI MARZIALI MISTE

Ronda Jean Rousey, soprannominata Rowdy, è una polivalente atleta di arti marziali. E’ stata bronzo ai Giochi di Pechino nel judo (70 kg) dopo aver a lungo primeggiato a livello di continente americano tra il 2001 e il 2008: ha un record di 52 vittorie, 19 sconfitte e un argento mondiale nei medi nel 2007. Imbattuta nello strikeforce nel 2012, ha fatto l’allenatrice nel reality show The Ultimate Fighter. Ha partecipato a 3 film con Sylvester Stallone in Expendables 3, nel cast di Furious 7 e in Entourage di Doug Ellin. Per le classifiche unificate, nei gallo è la lottatrice più forte. Ronda, è figlia di Ann Maria Rousey DeMars, di origini venezuelane e campionessa mondiale di judo nel 1984 come Ann Maria Burns. Nel 2004 Ronda si qualifica ai Giochi di Atene, dove fu la più giovane judoka; viene eliminata al primo turno dalla forte austriaca Claudia Heill, poi argento. Lo stesso anno vinse l’oro ai Mondiali jr in Ungheria.

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TUTTENOTIZIE RUGBY

Rovigo prima finalista Oggi CalvisanoMogliano ● (i.m.) Rovigo è la prima finalista del campionato di Eccellenza. Al Battaglini, avanti a circa 3000 spettatori, ha battuto 17-10 le Fiamme Oro nella semifinale di ritorno dopo aver vinto 33-31 l’andata. Conteggio finale dei punti 9-2. Una meta per parte (McCann, Amenta) entrambe concesse dal tmo, poi punti al piede di Basson (9, ha toccato i 1008 in carriera rossoblù), Rodriguez (un drop) e Benetti (5). Oggi alle 18.10 (diretta Rai Sport 1) Calvisano-Mogliano (andata 30-15 per Calvisano). SCUDETTO DONNE AL VALSUGANA Al Valsugana Padova, per la prima volta nella storia, lo scudetto femminile: in finale, a Parma, battuto 9-5 il Monza campione uscente. ● FINALE PRO 12 E’ MunsterGlasgow la finale del Pro 12, sabato a Belfest. Semifinali: Munster-Osprey 21-18; Glasgow-Ulster 16-14. ● FINALE INGLESE E’ Sarecens-Bath la finale della Premiership inglese, il prossimo weekend a Twickenham. Semifinali: Northampton-Saracens 24-29; Bath-Leicester 47-10. ● FRANCESI Tolone (1°) e Clermont (2°) in semifinale. Barrage Tolosa-Oyonnax e Stade Français-Racing Parigi.

EQUITAZIONE

Piazza di Siena Oggi chiusura col Gran Premio

Giulia Martinengo, 36 anni AP ● (ro.pa.) Dominio italiano nella penultima giornata di gare allo Csio di Piazza di Siena. Tre vittorie su tre per gli azzurri: Giulia Martinengo e Pop Lady D’Elle hanno vinto il concorso numero 7, Juan Carlos Garcia e Moka de Mescam hanno vinto il Piccolo Gran Premio, Emanuele Gaudiano (che con Admara aveva chiuso secondo il Piccolo Gran Premio) e Caspar si sono imposti nella Sei Barriere, la prova che ha preso il posto (dopo ben 82 anni) della prova di Potenza. Oggi a Piazza di Siena gran chiusura con il Gran Premio Roma. In gara il meglio del panorama, con tre campioni olimpici, lo svizzero Steve Guerdat (2012), il canadese Eric Lamaze (2008) e l’olandese Jeroen Dubbeldam (2000), che è anche il campione del mondo in carica. E in gara ci sarà anche il britannico John Whitaker, una vera e propria icona del Salto Ostacoli, che dopo avere vinto la Coppa delle Nazioni venerdì, cerca un bis che già gli riuscì nel 2007.

1BASEBALL: VINCE LA PIOGGIA (m.c.) La pioggia stravolge il 9° turno. Rinviate ad oggi 3 delle 4 sfide. A

Roma, il Nettuno 2 batte 7-6 al 10° il Parma con un doppio di Mercuri, che ha fatto segnare Mario Trinci. La formazione laziale di D’Auria taglia il lanciatore Ibarra, sostituito con l’esterno cubano Onelio Fondin.

HOCKEY PISTA

Il Viareggio batte Forte nel silenzio Tricolore alla bella 1Nella sfida a porte chiuse, il Cgc vince 5-3 e porta la serie scudetto a gara-5 martedì

Così il PalaBarsacchi di Viareggio ieri senza la cornice di pubblico CATTINI

Michele Nannini VIAREGGIO

L

a finale scudetto più pazza degli ultimi anni arriva a gara 5. Nel deserto del PalaBarsacchi a porte chiuse (per motivi di ordine pubblico), il Cgc Viareggio piega il Forte dei Marmi per 5-3, pareggia la serie sul 2-2 e rimanda ogni discorso per il tricolore a

IPPICA

Aversa: Tinamo è troppo forte Suo il GP Stabile Aveva fallito a Bologna nel GP Italia ad aprile (rottura al via), ma stavolta Tinamo Jet non ha tradito le attese e ad Aversa, sulla pista di casa, ha dominato in lungo e in largo il GP Stabile (m 1660), prima classica conquistata nella sua carriera. Il figlio di Naglo ha preso il comando in 200 metri, ha graduato (chilometro in 1.15.9) e nel finale ha fatto passerella alla media di 1.14.1, concludendo davanti a Tudor Dany Grif e Tatoo del Ronco, mentre il controfavorito Timone Ek ha sbagliato al via. GP Stabile - m 1660: 1 Tinamo Jet (R. Gallucci) 1.14.1; 2 Tudor Dany Grif; 3 Totoo del Ronco; 4 Truman Luis; Tot.: 1,71; 1,52, 3,08, 3,88 (22,63) Trio: 103,72. ● ATZENI SECONDO Nelle 2000 Ghinee irlandesi bel secondo posto di Andrea Atzeni in sella a Endless Drama, dietro al favorito Gleneagles (R. Moore, trainer Aidan O’ Brien). ● COPPA D’ORO A San Siro oggi c’è la Coppa d’Oro (listed, metri 3000) per i fondisti: Duca di Mantova, Vado di Stella e il ceco Cheeky Chappie tra i favoriti.

Tinamo Jet ha tre anni GRASSO

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martedì sera. L’ennesimo colpo di scena di un confronto che non smette di regalare emozioni ad ogni sfida, perché con i campioni d’Italia in carica avanti nella serie e il pubblico viareggino costretto al divano di casa, tutto sembrava indicare una serata in discesa per Pedro Gil e compagni. Che, invece, si sono ancora una volta complicati il cammino rimettendo in vita un Viareggio mai domo.

PALLAMANO: DONNE

Il Conversano vince a Cassano Primo scudetto

Giusy Ganga, 26 anni, Conversano ● (a.g.) L’Indeco Conversano conquista il primo scudetto di pallamano femminile. A Cassano Magnago (Va), in gara-2 della finale, le pugliesi superano 26-24 le varesine (gara-1 28-19) portando la serie sul 2-0 e dopo Supercoppa e Coppa Italia conquistano anche il tricolore L’impresa è stata tutt’altro che semplice, perché il giovane Cassano, che aveva chiuso la stagione regolare al 4° posto, ha reso la vita difficile alla più esperta Indeco. Avvio a tutto gas delle varesine che sorprendono le pugliesi con difesa aggressiva e ripartenze; all’8’ è già 6-3. Il Conversano sembra in affanno, Ganga non riesce ad organizzare l’attacco e al 15’ le pugliesi perdono Ceklic per infortunio. Sejmenovic rimescola le carte e sposta contromano Rotondo. E’ la scelta decisiva: il terzino della nazionale (9) dà vivacità all’attacco e nel finale di tempo con le sue 4 reti aggiunte alle 4 di Barani (8° scudetto) chiude la frazione avanti di 3 (11-14). E’ il break decisivo. Nella ripresa le locali vanno il 23 pari con Clerici al 51’ ma nel finale Albertini mette il sigillo.

Oltre al pubblico al PalaBarsacchi infatti non è arrivato nemmeno il Forte dei Marmi, perlo meno nel primo tempo. I padroni di casa hanno letteralmente dominato i primi 25’ di gioco con una manovra fluida, una difesa diligente e soluzioni tattiche azzeccate. Che la serata fosse a senso unico si è intuito immediatamente, con il tapin di Mirko Bertolucci in area che sblocca il punteggio dopo solo 8”. Ed al 4’ siamo già sul 2-0 con un’azione personale di Montigel che arriva indisturbato in area avversaria. La traversa di Orlandi l’unico sussulto fortemarmino, poi solo e soltanto Cgc con il 3-0 ancora di Montigel su tiro libero e poker di Palagi che insacca al 21’ l’assist di Mirko Bertolucci. STESSO COPIONE Anche nella ripresa il copione sembra non cambiare di una virgola, nel Forte il solo Pedro Gil cerca di dare la scossa mentre il Viareggio attende sornione. La manita arriva al 4’ con un’azione personale di Mirko Bertolucci, poi però, in tre minuti, il Forte prova a cambiare lo spartito della serata e si porta in un amen a -2: prima Cancela segna su azione personale, poi Torner sigla in contropiede, infine Motaran indovina lo spiraglio da fuori. 5-3 con più di 10’ da giocare, che però non mutano di una virgola la sostanza della sfida: vince il Viareggio, si va a gara 5. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Cgc Viareggio-Forte dei Marmi 5-3 (p.t. 4-0; 2 M. Bertolucci, 2 Montigel, Palagi; Cancela, Torner, Motaran). Serie 2-2, gara 5 martedì 26 a Forte dei Marmi.

BOXE: JUNIORES

Testa e Carini ori mondiali e dedica a Falcone ● (m.mor.) Due ori, un argento-beffa e una dedica speciale. E’ un grande bottino quello dell’Italia a Taipei dove si sono conclusi i Mondiali youth/juniores femminili. La conferma è venuta da Irma Testa, 17enne poliziotta cresciuta alla Boxe Vesuviana di Torre Annunziata che ha bissato l’oro del 2013. La sorpresa è Angela Carini, appartenente alle Fiamme Oro e figlia di un poliziotto a riposo dopo un ferimento. La campana di Marcianise, che è stata seguita su un maxischermo dai compagni del liceo classico e Scientifico «Quercia», ha dedicato il titolo al giudice Falcone nell’anniversario dell’attentato di Capaci. Sconfitta per preferenza, invece, la terza campana Concetta Marchese. Risultati. Youth. 54: Muzdiman (Kaz) b. Marchese pari (preferenza). 57: Testa b. Bondarenko (Ucr) 3-0; 64: Caroini b. Nemtseva (Rus) 3-0. PRO DONNE (m.mor) Seconda sconfitta europea per Anita Torti (9-5-1) dopo quella di marzo a Milano. A Hauts-deSeine si è arresa alla francese Maiva Hamadouche (7) ai punti.

Chicago-Anaheim 1-2 (serie 1-2).

ATLETICA HOOPER, UN 400 IN 53”12 A Tampa, in Florida, buon 400 (praticamente d’esordio) di Gloria Hooper, capace di un 53”12. A Monaco (Ger), successo nei 200 di Benedicta Chigbolu con 24”04 (0.9). A Oordegem (Bel) 10’05”84 di Martina Merlo nei 300 sp. A Bressanone (Bz), nel Brixia meeting junior (oggi gli allievi) 13”41 (+0.5) di Giada Carmassi nei 100 hs e 59”90 di Eleonora Marchiando nei 400 hs. ● UNIVERSITARI Così nella 2a e ultima giornata degli Universitari a Salsomaggiore (Pr). Uomini. 200 (+0.1): G. Tortu 21”22. 800: Gabriele 1’48”91. 5000: El Mazoury 14’06”03. 400 hs: Lambrughi 51”70. Martello: Falloni 73.29. Donne. 200 (+0.6): Bongiorni 24”08. 800: Baldessari 2’07”50. ● SEMENYA K.O. Al meeting di Dakar (Sen), tappa del World Challenge, Caster Semenya 5a negli 800. Uomini. 100 (+5.1): Gittens (Bar) 10”08. Disco: L. Martinez (Cuba) 62.54. Donne. 100 (+2.1): Ta Lou (C.Iv) 11”08. 800: Santiusty (Cuba) 2’02”12; 5. Semenya (Saf) 2’04”19. 3000 sp: M. Masai (Ken) 9’31”55. Alto: Amata (Nig) 1.94. Triplo: Costa (Por) 14.22 (0.0). Giavellotto: Muze (Let) 60.48; 6. BANI 51.89. ● MEZZA MOONLIGHT Così ieri a Jesolo (Ve) nella mezza Moonlight. Uomini: Ghebrehiwet (Eri) 1h05’34’’; Bona 1h05’37’’; Pertile 1h’05’37’’. Donne: Pizzato 1h19’09’’. ● LUTTO DEMATTEIS Gravissimo lutto per Martin Dematteis, specialista azzurro della corsa in montagna: a soli 11 mesi è scomparso il figlio Matteo.

BEACH VOLLEY ●

INGROSSO IN SEMIFINALE (c.f.) Paolo e Matteo Ingrosso sono in semifinale al Masters Cev di Jurmala (Let): 2-1 su Losiak-Kantor (Pol) e 2-0 su Horrem-Eithun (Nor). Per la finale contro SamoilovsSmedins (Let). L’altro match è tra Fijalek-Prudel (Pol) e KrouRowlandson (Fra).

BOXE ● BASSI CONFERMA (r.g.) A S. Benedetto del Tronto il pugliese Roberto Bassi (8-1), residente nell’ascolano, mantiene il Tricolore supermedi, con un verdetto generoso, contro Roberto Cocco (16-13-1), 38 anni, ex campione (2012-2013), che ha attaccato per tutto l’incontro. Il pari sarebbe stato il risultato più equo. Risultati Lega Pro. Superwelter: Ruggiero (1) b. Kourouma (0-3); welter: Digianberardino (1) b. Papasidero (0-1); medi: Salici (1) b. Ieva (0-1); mediomassimi: Failla (2-0-1) b. Secchiaroli (1) p. 4. ● POVETKIN MICIDIALE (r.g.) A Mosca, lex iridato massimi Povetkin (29-1) mantiene la cintura Silver Wbc, spedendo il cubano Mike Perez (21-2-1) clamorosamente ko al primo round, diventando sfidante ufficiale di Deontay Wilder (Usa 33) titolare Wbc. Grigory Drozd (40-1) resta titolare massimi leggeri Wbc battendo il polacco Janik (28-3) kot 9; Rakhim Chakhkiev (23-1), oro ai Giochi 2008, su Anthony Wright (Usa, 13-1-1), per la cintura Ibo cruiser. Charr (Ger, 28-3) b. Leapai (Sam, 30-7-3) 10 t. ● CHE CUBA (r.g.) All’Avana, 10-0 di Cuba al Messico nella semifinale Wsb. Ad Astana, il Kazakistan affronta la Russia. Chi vince, disputerà con i caraibici la finale l’11 e 12 giugno, in sede neutrale.

CANOA COPPA MONDO: CRACIUN E’ 4° Italia ad un passo dal podio a Dusiburg in Coppa del Mondo con Sergiu Craciun che nel C1 1000 (olimpico) è 4° in 3’57”500 dietro Brendel (Ger), Queiroz (Bra) e Oldershaw (Can). Nel K2 200 (olimpico) vinto dai serbi Novakovic e Grujic in 31”669, Rizza e Florio quinti (32”483) e Cecchini-Bertolini ottavi. Finale B nel K4 1000 per Ricchetti, Torneo, Dressino e Pra.

HOCKEY GHIACCIO ●

Da sin. Testa, Marchese e Carini

PLAYOFF NHL Così nelle finali di Conference dei playoff Nhl. Eastern - Gara-3: Tampa Bay-NY Rangers 65 3 t.s. (gol decisivo di Nikita Kucherov dopo 103’33” di gioco); gara-4: Tampa Bay-NY Rangers 1-5 (serie 2-2). Western - Gara-3:

IPPICA ●

IERI 10-17-18-9-5 Ad Aversa (m 2060): 1 Memor Roc (A. Di Nardo); 2 Langlo Mn; 3 New York Times; 4 Ransom; 5 Panther Pride; Tot.: 7,12; 2,56, 4,19, 1,99 (88,24). Quinté: n.v. Quarté: 727,27. Tris: 200,86. ● OGGI SI CORRE A Trotto: Bologna (14.55), Napoli (15.05) e Torino (15.10).

JUDO ●

GIUFFRIDA VERSO RIO (e.d.d.) Terzo posto di Odette Giuffrida a Rabat nel World Masters tra i migliori 16. Nei 52 kg la ventenne romana supera Kraeh (Ger), Gneto (Fra) e Chitu (Rom), sconfitta solo da Misato Nakamura (Gia). Mai atterrata l’azzurra: ipoteca su Rio. Quinto posto per Edwige Gwend nei 63. Oggi Galeone (78) e Facente (90).

MOTONAUTICA ACQUABIKE IN PUGLIA A Castro (Lecce), seconda prova del Mondiale di acquabike con 64 piloti di 15 nazioni (numeri giustamente sottolineati dal presidente mondiale Raffaele Chiulli). Ieri successi di Michael Poret (Fra) su Reiterer (Aut) nell’AB Ski Division (5° Monti) ed Estelle Poret (Fra) su Ortendhal (Sve) nella Ski Division donne. Oggi chiusura.

NUOTO ●

RECORD GIAPPONESE (al.f.) Agli open giapponesi di Tokyo cade il record nazionale dei 100 sl: il 21enne Katsumi Nakamura tocca in 48”41 (prec. Fujii 48”49, 2009) e precede Shioura (48”79). Doppietta McKeon. Uomini: 100 sl Nakamura 48”41 (r.n.; 8° t. 2015), Shioura 48”79; 400 sl D. McKeon (Aus) 3’48”51, Ehara 3’49”16; 200 do Irie 1’55”38; 50 ra Nomura 27”90; 50 fa Kawamoto 23”77; 400 mx Seto 4’10”04, Hagino 4’14”22. Donne: 100 sl E. McKeon (Aus) 53”32, Uchida 54”39; 400 sl Ashwood (Aus) 4’09”30; 200 do Sakai 2’10”80; 50 ra Vasey (Gb) 30”83, Suzuki 30”97 (r.n.); 50 fa Ikee (15) e E. McKeon (Aus) 26”35; 400 mx Shimizu 4’36”63. ● MANAUDOU E HOSSZU (al.f.) A Nancy (Fra), Florent Manaudou vince i 50 farfalla; tris per la magiara Katinka Hosszu. Uomini: 200 sl Biedermann (Ger) 1’47”42; 100 do Stravius 53”96; 200 ra Koch (Ger) 2’09”68; 400 mx Verraszto (Ung) 4’15”26. Donne: 200 sl Bonnet 1’56”89; 1500 sl Balmy 16’20”78, Hosszu (Ung) 16’36”43; 100 do-200 ra-400 mx Hosszu 1’00”48, 2’29”12, 4’40”96; 50 fa Henique 26”29. ● A BARI Memorial Lorusso a Bari. Donne, 50 sl Di Pietro 26”25, Ferraioli 26”45, Gemo 26”94. 100 sl Ferraioli 56”72, Di Pietro 57”06, Di Liddo 57”73; 50 do Gemo 28”99, Ferraioli 30”68.

TRIATHLON ●

GRAND PRIX (al.f.) Dario Chitti vince il GP Italia a Rimini su De Ponti e Hofer; ritirato Fabian (ginocchio infiammato). Tra le donne, vince la slovena Mateja Simic su Horvath (Ung) e Papais. ● DEGASPERI (al.f.) Alessandro Degasperi domina l’Ironman Lanzarote in 8h56’50”. Dopo Fontana e Passuello, è il terzo italiano a vincere nel circuito.

VARIE ● PERRI Oreste Perri è il nuovo presidente del comitato olimpico della Lombardia. Candidato unico, l’ex c.t. della canoa, è stato eletto ieri a Milano con 45 voti e 5 schede bianche: toccherà a lui ricostruire il Coni lombardo dilaniato dopo la caduta di Marzorati e i 3 mesi di commissariamento.

VELA ●

COPPA AMERICA (r.ra.) Francesco Bruni ex tattico di Luna Rossa è alle Bermuda insieme ad Artemis Racing. Secondo indiscrezioni lo skipper palermitano (3 precedenti potrebbe partecipare alla Coppa America con il sindacato svedese. David Tyler, portavoce di Artemis ha specificato per adesso Bruni è stato invitato per una sessione di allenamento di una settimana.


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LA MADRINA

Fiona May, 45 anni, a sinistra, madrina a Firenze

«Ora facciamola lo stesso giorno in mezza Europa» 1La proposta della May: gara

in contemporanea in tante città

Firenze corre e scherza «Mancava solo il viola» 1In ventimila alla Color Run in riva all’Arno fra sole e pioggia Per ora non c’è la tinta del cuore ma «com’è bello sporcarsi» TUTTI INSIEME Famiglie intere con bambini, studenti e tanti ragazzi, tutti con un unico obiettivo: correre, divertirsi e farsi colorare dai volontari disposti lungo il percorso di cinque chilometri. Un quadro in movimento, completamente bianco all’inizio (ogni runner indossava una t-shirt bianca) e versione arcobaleno alla fine della corsa.

DUCCIO ZOCCOLINI FIRENZE

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ro, argento e bronzo? No, al massimo rosso, blu e giallo. Sono queste le medaglie speciali consegnate alla fine della «The Color Run», corsa ieri pomeriggio a Firenze da COME FUNZIONA Visto l’alto 20.000 podisti improvvisati. Già, perché la Color Run, organumero dei partecipanti gli ornizzata da Rcs Sport e arrivata LA CHIAVE ganizzatori hanno previsto due ormai alla terza edizione in Itapartenze (15.00 17.00). Ogni lia, non è affatto una corsa agochilometro è stato posizionato nistica. C’è chi corre e chi pasun punto colore (blu, rosso, seggia, con l’unico obiettivo di giallo, rosa e la novità glitterarrivare al traguardo non prima brillantini) nel quale i corridori degli altri ma semplicemente Le tappe mancanti alla sono stati sommersi dai vari co«più colorati». Nata negli Stati fine della stagione che si lori. E poi il gran finale, il Color Uniti d’America questa corsa orFestival. L’apice della manifeconclude il 12 settembre a mai colora più di duecento città stazione in cui tutti i corridori, nel mondo. E ieri pomeriggio, Milano. La prossima il 6 completamente bagnati e colodopo il successo di Torino con giugno a Trento rati, si sono scatenati fino alle 25.000 iscritti, a Firenze sono 10 di sera ballando sotto il palarrivati in tantissimi, accolti nello splendido par- co e sotto la pioggia. Un successo previsto, quelco della Cascine, valorizzato dal festival «Vivi Ca- lo della Color Run di Firenze, che ha portato in scine». Tanti, colorati e soprattutto coraggiosi. La riva d’Arno cittadini e corridori da tutta la Topioggia insistente, infatti, ha rischiato di rovinare scana. Alla fine il sole e i colori hanno vinto conla manifestazione ma alla fine non è stato così. I tro la pioggia fiorentina, lasciando spazio ad un runner non si sono spaventati e fin dalla mattina unico arcobaleno. In cielo e sulla magliette. Unihanno ballato sotto il palco del Color Village ac- ca nota negativa, a sentire i corridori di Firenze, compagnati dalla colonna sonora di Radio105, la mancanza del color viola. «Un suggerimento media partner. per il prossimo anno». Ma tra i tantissimi che ieri

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TI SOLLEVA DAL DOLORE

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entimila maglie colorate. Tutte nella stessa direzione per correre e divertirsi. Tra questi ieri spiccava anche quella di Fiona May, madrina della manifestazione. Lei di corse e di atletica se ne intende, ma mai si era ritrovata a vivere un’esperienza così unica. LA FELICITÀ «Mi sono divertita tantissimo a correre e farmi dipingere durante il percorso anche perché qui non c’è competizione e non ho avuto l’assillo di arrivare prima. Mi sono goduta la vicinanza delle persone e la bellezza della città di Firenze. Difficile chiedere di meglio». Tanto speciale questa opportunità che l’ex campionessa del salto in lungo non ha corso sola: «Ho portato con me le mie due bambine che già da tempo mi chiedevano di portarle a questa gara così strana. Siamo arrivate al traguardo di mille colori, anzi, abbiamo fatto una gara a chi arrivava con la maglietta più colorata. Mi sa che mi hanno battuto». Già, i colori. I veri protagonisti della corsa. «Secondo me non sono mai abbastanza. E’ brutto e triste vivere solo in bianco e nero. Tante persone hanno corso con la scritta “happy” ben impressa in testa. Eventi come la “The Color Run” regalano dei momenti di gioia e condivisione che servono anche a dimenticarsi dei problemi di tutti i giorni».

CALENDARIO Il calendario è già stato stabilito, così come le prossime tappe: Trento il 6 giugno (già sold-out), Trieste il 20 giugno, Genova il 27 giugno, Bari 11 luglio, Rimini 1 agosto e Milano 12 settembre. Eventi da non perdere, adatti anche ai più piccoli. Come Alice (8 anni) che ieri ha corso insieme a tutta la famiglia: «Che bello sporcare senza dover pulire!». Impossibile darle torto.

RAZZISMO E poi c’è un’altra corsa, quella da fare con forza contro il razzismo, per cui la May ha combattuto da sempre: «E’ stata una corsa al femminile per le tante donne che ho visto durante il tragitto. Una giornata di gioia e di unione tra tutti quelli che hanno voglia di fare sport divertendosi e soprattutto senza distinzione di razza e di colore. Queste giornate ti fanno stare bene con tutta la comunità». E figuriamoci se una che ha vinto due Mondiali di atletica si è fermata davanti alla pioggia: «Che me ne frega a me del tempo brutto, anzi, a me piace ancora di più correre sotto l’acqua». C’è spazio anche per una proposta, subito dopo aver tagliato il traguardo in versione arcobaleno: «Perché non organizzare “The Color Run” lo stesso giorno in tante città europee? Saremmo tutti insieme a correre all’insegna dello sport, del divertimento e dei colori.» Bella idea, Fiona. d.z.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Un’immagine festosa prima della partenza dei 20.000

hanno corso in riva d’Arno c’è anche chi non si accontenta e si proietta al futuro: «Correre e sporcarsi — ha detto Marco, 27 anni da Lucca — è il sogno di ogni bambino. Per questo mi iscriverò anche alle prossime corse colorate così visiterò altre belle città». E le occasioni non mancheranno.

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NOTIZIE TASCABILI

IL FATTO DEL GIORNO I CONTI CON IL PASSATO

IL PRESIDENTE BCE

I cent’anni dall’entrata nella Grande Guerra: avremmo potuto evitarla? 1Enorme il prezzo pagato dall’Italia: 1,2 milioni di vittime e umiliazioni al tavolo delle trattative. La maggior parte del Paese era contrario

gda@gazzetta.it

Cent’anni fa — 24 maggio 1915 — l’Italia entrava in guerra, cioè si schierava con Francia, Regno Unito, Serbia, Belgio e Giappone contro Austria, Germania e Impero Ottomano. Stiamo parlando della Prima guerra mondiale, detta anche Grande Guerra. Oggi un minuto di silenzio in tutta Italia ricorderà i caduti.

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L’Italia avrebbe potuto evitare di entrare in guerra? Avrebbe potuto, sì. Gli austriaci, dopo un paio di mesi di trattative, s’erano rassegnati a regalarci il Trentino comprese Gradisca e Cormons e le isole Curzolane compresa Lissa. Poiché avevamo già occupato Valona in Albania, questo ci avrebbe reso padroni dell’Adriatico e infatti in un primo momento Vienna aveva detto di no. Ma poi, il 10 maggio, disse di sì, e aggiunse all’offerta Pelagosa, chiedendo solo che la cessione fosse garantita da una commissione mista guidata dai tedeschi. In cambio avremmo solo dovuto restare neutrali. Gli inglesi invece, promettendo che a vittoria conseguita ci avrebbero dato più o meno gli stessi territori, ci chiedevano di intervenire. Scegliemmo gli inglesi, con conseguenze che è difficile non considerare nefaste: 1,2 milioni di morti alla fine del conflitto (651 mila militari), umiliazioni a non finire al tavolo delle trattative (anche per la nostra superbia cretina), strada aperta al fascismo

POLEMICA SU RENZI

Draghi sferza l’Ue Sindacato unico «Colmi le lacune Camusso: «Roba e punti a crescita» da regimi totalitari»

Oggi alle 15 un minuto di silenzio in tutt’Italia per ricordare le vittime della Grande Guerra ANSA

di GIORGIO DELL’ARTI

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e a tutto quello che successe dopo. Fossimo rimasti neutrali...

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La Storia non si fa mica con i «se»... Fino a un certo punto era sembrato che alla Camera la decisione di entrare in guerra non sarebbe passata. A casa di Giolitti, neutralista convinto, 320 deputati, cioè la maggioranza, avevano lasciato il loro biglietto da visita in segno di solidarietà. Ma la stampa interventista, e Mussolini sul Popolo d’Italia, e D’Annunzio ogni volta che parlava, attaccavano a testa bassa. Ardengo Soffici scrisse su Lacerba: «La vile canizza giolittiana, l’ignobile, losco, vomitativo Giolitti; gli analfabeti dell’Avanti!; i preti, i giornalisti venduti [...] la melma fetente universitaria, professorale, filosofica; la ciurmaglia cancrenosa, bavosa, laida del Senato... con che moneta pagheranno prossimamente, quando l’Italia, raggiunti a dispetto della loro vigliaccheria e infamia, i suoi fini di nazione civile e fatta per l’avvenire, troverà il momento di fare i conti con essi?». Il re fece sapere che se la Camera avesse respinto la legge sull’intervento avrebbe abdicato. Così, il 20 maggio, il

LA CHIAVE

L’Austria ci aveva offerto la possibilità di restare neutrali: il rifiuto ebbe conseguenze nefaste Il primo caduto fu un alpino di Udine, colpito sul monte Colovrat: aveva appena 19 anni

«Conferimento al Governo del Re di poteri straordinari in caso di guerra» passò con 407 sì e 74 no. Votarono contro solo i socialisti (i comunisti ancora non esistevano). Giolittiani e cattolici erano spariti. Noti che un minimo di galateo diplomatico avrebbe dovuto indurci a stare, casomai, con austriaci e tedeschi: eravamo loro alleati dal 1882 (Triplice Alleanza). Il Patto di Londra, che ci legò all’Intesa, era infatti segretissimo e fu Lenin a renderlo pubblico nel 1917. Niente rappresenta meglio la nostra ambiguità di una battuta pronunciata dal marchese di San Giuliano, in quel momento ministro degli Esteri, l’estate prima, quando eravamo ancora neutrali: «L’ideale per noi sarebbe che fossero battute da una parte l’Austria e dall’altra la Francia».

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A che punto era la guerra in quel momento? Si combatteva già dappertutto, oltre che nel cuore dell’Europa, al largo del Cile, nel Togo e nel Camerun, dove i tedeschi avevano le loro colonie; l’ingresso della Turchia aveva aperto il fronte in Mesopotamia, i giapponesi avevano invaso la Cina. A Bolimów i tedeschi avevano provato una prima volta i gas, e gli era andata male per via del vento. L’asso francese Roland Garros aveva abbattuto il suo primo aereo. De Gaulle era già stato ferito, e Hitler aveva rinunciato alla cittadinanza austriaca per arruolarsi con i tedeschi.

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Una cronaca di quella prima giornata? Il nostro primo colpo di cannone partì dal forte che si trova a 2.019 metri d’altezza in

cima al monte Verena, sulla linea del confine italiano con il Trentino austriaco. All’alba l’esercito aveva varcato la frontiera sul fiume Isonzo. Gli austriaci bombardarono Ancona e Brindisi, navi dell’Impero vennero a cannoneggiare Ancona, Rimini, Pesaro, Senigallia, Porto Recanati, le Tremiti. Nel suo proclama, Vittorio Emanuele III, disse fra l’altro: «Soldati di terra e di mare! [...] A voi la gloria di piantare il tricolore d’Italia sui termini sacri che la natura pose ai confini dell’Italia nostra. A voi la gloria di compiere, finalmente, l’opera con tanto eroismo iniziata dai nostri padri!». Cioè, quella sarebbe stata, secondo la vulgata dell’epoca, la nostra IV Guerra d’indipendenza. Francesco Giuseppe rispose: «Il Re d’Italia mi ha dichiarato la guerra. Un tradimento di cui la Storia non conosce l’esempio fu consumato dal Regno d’Italia contro i due alleati, dopo un’alleanza di più di trent’anni, durante la quale l’Italia poté aumentare i suoi possessi territoriali e svilupparsi a impensata floridezza. […] Prego l’Onnipotente che benedica le nostre bandiere e prenda la nostra causa sotto la Sua benigna protezione».

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L’Onnipotente punì duramente sia i vinti che i vincitori, mi pare. Il nostro primo caduto? Un povero ragazzo di Udine, Riccardo Di Giusto, alpino. Un proiettile austriaco lo colpì sul monte Colovrat, nel comune di Drenchia (Udine), alle 4.30 di quel mattino. Aveva 19 anni e mezzo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

● Correggere i conti pubblici con misure pro-crescita e «non abbassare la guardia» su governance delle riforme strutturali, unione di bilancio e condivisione dei rischi. Perché «prima o poi» si arriverà a «un’ulteriore condivisione di sovranità» per i Paesi dell’Eurozona che va considerata una «opportunità» e non una «minaccia». Ieri Mario Draghi è tornato a parlare della necessità che, per il risanamento dei conti di Paesi ad alto debito, si punti a «misure favorevoli alla crescita». Nel nuovo affondo, il presidente della Banca centrale europea esorta a colmare le «lacune» istituzionali europee e punta il dito contro le resistenze di quei governi nazionali che guardano con sospetto all’integrazione economica e di bilancio, nel timore di ritrovarsi a fare i conti con «ingerenze scomode».

Susanna Camusso, leader Cgil ● Si alzano le polemiche sull’idea del «sindacato unico, senza più sigle su sigle» lanciata da Renzi. Durissimo il segretario generale Cgil Susanna Camusso: «Una simile concezione è concettualmente sbagliata, esiste solo nei regimi totalitari». Una tesi condivisa anche dal leader Uil Barbagallo, che aggiunge: «Sembra che Renzi voglia esportare il modello dell’uomo solo al comando anche nel mondo del lavoro e del sociale».

L’IMPIANTO DI OVULI DONATI E FERTILIZZATI

Anngret Raunigk (in basso, con i capelli rossi) e i suoi figli nel 2005 AFP

Mamma tedesca di tredici figli partorisce 4 gemelli a 65 anni ● Nel 2005, a 55 anni, diede alla luce il suo tredicesimo figlio (da due uomini). Non contenta, ieri ha partorito quattro gemelli prematuri, tre maschi e una femmina. Una gravidanza da record, trattandosi di una 65enne. È la storia di Anngret Raunigk, una signora di Berlino, insegnante di tedesco appena andata in pensione. il cui primogenito oggi ha 44 anni e ha anche sette nipoti. La “supermamma” è andata all’estero per farsi impiantare ovuli donati e fertilizzati perché una figlia piccola «voleva tanto un fratellino». Polemiche in famiglia: uno dei figli più grandi, Velten, di 27 anni, non è d’accordo: «So che mia sorella più piccola, Leila, che ha 10 anni, subisce del bullismo a scuola perché le dicono che ha una mamma che assomiglia a una nonna».

DOMANI LA PROTESTA

Sciopero Alitalia «Irrispettoso dopo l’incendio» ● «Irrispettoso». Così Alitalia bolla lo sciopero indetto per domani dall’Anpac, sigla sindacale di piloti e assistenti di volo. Si legge nel comunicato diffuso dalla compagnia: «Alitalia considera le motivazioni basate su falsità, quando si evoca il rischio di licenziamento di mille addetti, ma soprattutto ritiene irrispettoso per i consumatori che si sia

Parte dei danni del rogo di Fiumicino voluto confermare lo sciopero a pochi giorni dall’incendio al Terminal 3 dell’Aeroporto di Fiumicino, che ha generato notevoli disagi ai passeggeri e complicazioni ancora non risolte per le compagnie».

LA TRAGEDIA IN UN HOTEL DI MILANO

Il giallo dello studente morto in gita Sentiti di nuovo i compagni di classe ● Proseguono le indagini per capire che cosa sia accaduto la notte del 10 maggio a Domenico Maurantonio, lo studente padovano di 19 anni morto dopo essere precipitato dal quinto piano dell’albergo milanese in cui era in gita con la sua classe. Sono stati nuovamente ascoltati venerdì pomeriggio negli uffici della Squadra mobile di Milano i compagni del ragazzo. Appurato che non aveva assunto lassativi, gli investigatori si riservano di appurare la presenza nel corpo di qualche altra sostanza somministrata per scherzo. Quanto all’alcol, il cui livello è risultato piuttosto basso, resta da capire quanto ne fosse stato assorbito o espulso per risalire all’esatta quantità ingerita.


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EVENTO STORICO

Svolta Irlanda Dal referendum sì alle nozze gay 1Il 62% approva

la modifica della Costituzione. Solo 9 Paesi Ue, tra cui l’Italia, senza legge

A sinistra, il capo dello Stato Sergio Mattarella, 73 anni, con i bambini a Palermo; a destra, i giovani di Napoli si uniscono alla commemorazione ANSA

Capaci, il giorno del ricordo «La mafia è una zavorra»

1In migliaia a Palermo per il 23° anniversario della morte di Falcone Mattarella: «Cosa Nostra si batte con il nostro impegno quotidiano» cortei partiti da via D’Amelio — dove morirono Borsellino e cinque agenti — e dall’aula bunker dell’Ucciardone, per arrivare in via Notarbartolo e portare circa 6 mila cittadini davanti all’“Albero Falcone”.

to ai ragazzi «al mafioso non va chiesto nemmeno il prezzemolo perché vi condizionerà la vita». Ma a Palermo c’era anche Sergio Mattarella (primo capo dello Stato siciliano, fratello di Piersanti, ammazzato da Cosa Nostra nel 1980), che all’UcCALCIATORE Il ciardone, rivolto filo ideale di ai tanti giovani LA CHIAVE #PalermoChiapresenti, ha detmaItalia ha infat- Manifestazioni to: «La mafia ti legato altre setostacola lo svite città, grandi e da Milano a Napoli. luppo ed è una piccole, coinvol- Renzi lancia l’hashtag zavorra non solo gendo 40 mila #ionondimentico per il Sud», però persone. Da Mi«la nuova quelano («Oggi il La Borsellino: «Ora stione meridioproblema è la nale è una quei bimbi ricordano tendenza delle stione nazionale mafie a infiltrarsi i fatti, la memoria perché da essa ovunque ci siano è stata trasmessa» dipende il nostro soldi, ma a Expo futuro e la colloil monitoraggio finora penso cazione dell’Italia in Europa» abbia funzionato», spiega l’ex Combattere Cosa Nostra «è un procuratore di Palermo, Gian impegno da affrontare insieme Carlo Caselli) a Napoli, ospite nei comportamenti, da applicaPaolo Siani, fratello di Giancar- re anzitutto a noi stessi. Per batlo, cronista assassinato dalla ca- tere il cancro mafioso bisogna morra, fino a Gattatico (Re), affermare la cultura della Costidove il prefetto Ruberto ha det- tuzione, cioè del rispetto delle

regole. Sconfiggeremo la mafia, perché è incompatibile con libertà». Infine, citando Falcone che, insieme a Borsellino, ha portato sul banco degli imputati 475 mafiosi: «Gli uomini passano, le idee restano. Quelle idee, quelle speranze, hanno bisogno delle vostre gambe». Gambe giovanissime e incerte, un po’ per l’emozione, un po’ per l’età, se fra loro c’è chi, come Andrea, davanti alla domanda «cosa vuoi fare da grade?», risponde candido «un po’ il calciatore, un po’ il magistrato». Ma contro la mafia di oggi che, per il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando «si è camorrizzata» ed è fatta di «enormi capitali gestiti da professionisti in giacca e cravatta», occorrono energie fresche. «Le manifestazioni di questi anni sono servite — conclude allora Rita Borsellino, sorella del giudice — Perché se ci sono bambini che ricordano Falcone e Borsellino, vuole dire che la generazione passata ha consegnato una memoria».

Siria, sventola su Palmira la bandiera nera dell’Isis

simbolo di civilità preislamiche. Tra rilievi funerari, mosaici e vetri «ho paura che tanto verrà distrutto e tanto messo sul mercato per autofinanziare l’Isis», spiega all’Ansa Maria Teresa Grassi, ultima archeologa italiana ad aver lavorato a Palmira. Il rischio è dimenticare la sorte della popolazione: sarebbe cominciata la caccia, casa per casa, dei sostenitori del regime siriano.

Francesco Rizzo

P

er evitare che la memoria di Giovanni Falcone sia come la lapide di Capaci sull’autostrada verso Palermo, si guarda (se si nota) poi si scappa via, prende la parola Tina Martinez Montinaro: «Se oggi esiste un movimento capace di scendere in piazza per dire no alla mafia è perché ci sono state le stragi del ‘92. Falcone e le altre quattro vittime vanno ricordati ogni giorno». Tina, che ha creato un giardino della memoria dietro quella lapide, è la vedova di Antonio Montinaro, caposcorta del giudice ucciso dalla mafia il 23 maggio di 23 anni fa e la sua voce vuole dare un senso alla giornata di ieri. Che ha riacceso il ricordo di Falcone (e di Paolo Borsellino, ucciso il 19 luglio ‘92) su piazze vere e virtuali. Non solo Twitter, dove viaggiavano gli hashtag #Capaci e #ionondimentico (lanciato dal premier Renzi). E non solo Palermo, attraversata da due

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Ha votato sì al referendum il 62,1% dell’elettorato irlandese

F

ino a 20 anni fa essere omosessuali nella cattolica Irlanda era reato. Ieri lo stesso Paese è entrato nella storia per essere stato il primo al mondo ad approvare attraverso un voto popolare le nozze gay. Al referendum sono arrivati «una valanga di sì» (come ha ammesso lo stesso fronte dei «no» nella tarda mattinata di ieri), grazie soprattutto ai giovani elettori. Il 62,1% dell’elettorato si è detto infatti favorevole a inserire nell’articolo 41 della Costituzione la clausola che recita: «Il matrimonio può essere contratto per legge da due persone, senza distinzione di sesso». Per il premier Enda Kenny con questo referendum gli irlandesi hanno mandato «un messaggio pionieristico» verso la comunità internazionale, mentre Leo Varadkar, il ministro che per primo ha dichiarato al mondo la propria omosessualità, scrive: «Qualcosa si è risve-

gliato nel popolo irlandese. Non si è trattato solo di un referendum, è stato più una rivoluzione sociale». L’EUROPA E L’ITALIA L’Irlanda, in cui l’aborto è ancora vietato, diventa così il 22° Paese nel mondo (il primo fu l’Olanda nel 2001) e il 14° dell’Unione Europea a riconoscere i matrimoni gay. Molti, tra cui Israele, riconoscono quelli celebrati altrove. In altri, come in Germania, si può accedere alle unioni civili. Dei 28 paesi della Ue solo nove non prevedono alcuna tutela per le coppie omosessuali: Grecia, Cipro, Lituania, Lettonia, Polonia, Slovacchia, Bulgaria, Romania e ovviamente Italia. Una situazione che, alla luce della rivoluzione dell’Irlanda considerata da sempre bigotta, mostra tutta la necessità di una legge che porti anche nel nostro Paese alla parità di diritti. Il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova è tra i primi a commentare l’esito del referendum: «Irlanda: L’Europa dei diritti corre veloce. Per l’Italia ormai il ritardo sulle coppie gay è da giurassico. Diamoci una mossa in Parlamento!». E Laura Boldrini: «Dall’Irlanda una spinta in più. È tempo che anche l’Italia abbia una legge sulle unioni civili». Anche Fabrizio Cicchitto azzarda un mezzo passo avanti: «La vittoria del sì deve essere motivo di riflessione per tutti. Nel nostro Paese, in modo equilibrato, bisogna identificare un percorso reale per le unioni civili che nel tempo stesso non ne faccia un doppione del matrimonio». E Matteo Salvini: «Rispetto le scelte di chiunque, ma il matrimonio, quello che tende a far nascere dei figli, prevede la presenza di un uomo e di una donna». Ma il Pd ora vuole stringere sulle unioni civili per arrivare all’ok del Senato prima dell’estate. e.e. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL CALIFFATO AVANZA

1I jihadisti hanno

occupato il museo: salve molte opere E in Libia i miliziani sarebbero duemila

N

ell’arco degli ultimi sei mesi, almeno 2269 miliziani dell’Isis sono stati uccisi dai raid aerei che la coalizione a guida americana conduce sulla zona della Siria occupata dal califfato. Ma l’esercito di alBaghdadi ha issato una bandiera nera sulla cittadella di Palmira (così dicono le foto circolate su Twitter), può dire di trovarsi vicino sia a Damasco che a Bagdad, si espande tra Siria e Iraq. E, secondo l’ex-premier libico Mahmud Jibril, ha già «più di 2 mila uomini» in Libia, Paese che diventerà «una seria minaccia in pochi mesi» se non nascerà un governo unico, prevede l’inviato

La foto, circolata su Twitter, della bandiera dell’Isis a Palmira, in Siria

Onu Bernardino Leon. Proprio l’Onu condanna la presa del gioiello archeologico di Palmira (costata la vita ad almeno 150 persone), ma intanto i miliziani dell’Isis hanno fatto irruzione giovedì nel museo della città: le autorità avevano già fatto portar via tutti i reperti trasportabili e, come spiega Maamoun Abdulka-

rim, archeologo a capo del dipartimento delle antichità di Damasco, i jihadisti «hanno rotto delle repliche in gesso, sono ritornati venerdì, hanno chiuso le porte e posto delle guardie di fronte». Restano sarcofagi di 3-4 tonnellate che non è stato possibile mettere al sicuro dalla furia dell’Isis, che vuole eliminare ogni

ATOMICA Il califfato deve inoltre difendere Ramadi (Iraq centrale) da una nuova offensiva dell’esercito di Bagdad: qui e a Palmira sono stati 22 i raid della coalizione negli ultimi due giorni e le forze irachene hanno ripreso Husaybah, città a 7 km da Ramadi. Bombardata anche Kobane, in Siria, dove almeno 25 miliziani sono morti. Kobane è stata riconquistata dalle forze curde il 26 gennaio ma i jihadisti continuano a minacciarla. Intanto, sul periodico dell’Isis Badiq, impazza la propaganda: l’”esercito nero” avrebbe tanti soldi da poter comprare un’atomica dal Pakistan. «E se non avessimo un’atomica, cosa ne pensate di poche migliaia di tonnellate di nitrato d’ammonio?», conclude l’articolo. f.riz. © RIPRODUZIONE RISERVATA

I BIG DELLE NEWS USA A BAGNAIA DIBATTITO SUL PALCO E POI SELFIE... «Il futuro è di chi ha coraggio e quel futuro può essere dei giovani. La primavera dell’editoria è alle porte». Con questo messaggio pieno di speranza Andrea Ceccherini ha chiuso «Crescere tra le righe», il convegno organizzato a La Bagnaia (Siena) dall’Osservatorio Giovani-Editori di cui è presidente e che quest’anno ha assegnato il suo premio a John Elkann, presidente della Fiat Chrysler e Exor ed editore de «La Stampa». A consegnarlo quattro illustri direttori americani, Gerard Baker («The Wall Street Journal»), Dean Baquet («The New York Times»), Martin Baron («The Washington Post») e Davan Maharaj («Los Angeles Times»), protagonisti di un dibattito sul palco e di un selfie finale (nella foto con il presidente dell’Osservatorio Ceccherini).


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OGGI LA PALMA D’ORO

Cannes, Italia in pole Ma la giuria dei Coen vuole sorprendere

1,4

â—? La pagina ufficiale di Gianni Morandi è stata aperta da una fan nel 2009, ma è decollata soltanto nel 2012: adesso Il selfie di Gianni Morandi, 70, col pubblico della Wired Next Fest. A destra, la foto della locandina dell’incontro milanese ÂŤpiaceÂť a 1,4 milioni di persone

Morandi, il re di Facebook ÂŤI miei trucchi per piacereÂť

1Il cantante sui Social è diventato un idolo da 4 “likeâ€? al secondo ÂŤSono disponibile e non mi arrabbio: per questo la gente apprezzaÂť RIl bolognese ospite

Filippo Conticello @filippocont MILANO

della festa di Wired ÂŤUna foto nell’orto è piĂš efficace della mia musica...Âť

C’

è un grande prato verde dove nascono ÂŤmi piaceÂť. Tonnellate di like, al ritmo di quattro al secondo: certi numeri da vertigine in Italia ce li ha solo lui, cantante che piĂš nazionalpopolare non si può e prof ad honorem in Social media marketing. Su Facebook Gianni Morandi ha trovato una nuova felicissima vita e ormai custodisce il segreto per moltiplicare condivisioni e interazioni: lo seguono in 1,4 milioni nelle piĂš bizzarre scorribande giornaliere. Un eroe della Rete arrivato ieri da superospite anche al Wired Next Fest di Milano, dove gli esperti discutono di innovazione e cultura digitale: lĂŹ tutti hanno scoperto che sull’argomento un 70enne curioso può insegnare piĂš di certi master altisonanti. Incontro partecipatissimo, spazio riempito fino a scoppiare da giovani hipster devoti a un nuovo, inconsapevole eroe: ÂŤNon so davvero perchĂŠ sono quaÂť, ha detto subito il cantante bolognese. Di fronte a lui un pubblico diverso dai suoi concer-

ti: mamme e nonne sono ormai in netta minoranza. IMPERATORE C’è Gianni nell’orto, Gianni che butta la spazzatura, Gianni che selfa (tanto), Gianni con la chitarra mentre scende la pioggia, ma in principio c’era solo una fan: ÂŤSi chiama Katy, ha aperto una pagina Facebook nel 2009 con numeri piccoli anche perchĂŠ avevo un’idea vaga di questo mondo. Poi il 7 novembre 2012 mia moglie Anna mi ha fatto una foto mentre correvo e, dopo le prime centinaia di commenti, mi sono appassionato: ho trasferito online il diario cartaceo che tengo da 50 anniÂť. Nel tempo, è diventata una faticosa professione perchĂŠ ogni giorno Morandi risponde a tutti, con pazienza certosina e soprattutto garbo. Anche a chi insulta, perfino ai razzisti che gli hanno augurato la morte

perchĂŠ in un post affrontava con umanitĂ il dramma dei migranti. Per non scontentare nessuno ha scritto in un quaderno i nomi degli ÂŤamiciÂť con cui ha giĂ interagito. E, vista la pratica giornaliera, ha voluto rivelare i trucchi per ingolosire la gente: ÂŤLe cose tristi non funzionano, c’è voglia di allegria e serenitĂ : chi viene da me sa che una ca..ata la trova sempre. E poi devi essere presente, far vedere che ci tieni e, soprattutto, non arrabbiarti maiÂť. Ecco, messaggi positivi, quotidianitĂ , ricordando le cose che contano davvero dopo 50 anni di onorata carriera: ÂŤSe posto una foto in cui sbuccio i piselli è boom, se racconto qualcosa della mia professione non frega a nessuno... Poi, se si vede mia moglie, che di solito fotografa, i like si moltiplicanoÂť. Visti i numeri impetuosi, le piĂš grandi case editrici vorrebbero scrivere un libro su Gianni, imperatore di Facebook, ma è arrivato un no, garbato anche in questo caso: ÂŤDeve rimanere un giocoÂť, ha raccontato tra gli applausi milanesi. L’insegnamento migliore per tanti nativi digitali (e canterini): C’è un grande prato verde a cappella piace a tutti pure in un mondo 2.0. Š RIPRODUZIONE RISERVATA

OROSCOPO LE PAGELLE di ANTONIO CAPITANI 21/4 - 20/5 TORO

21/5 - 21/6 GEMELLI

22/6 - 22/7 CANCRO

23/7 - 23/8 LEONE

24/8 - 22/9 VERGINE

8

6-

7+

7

7,5

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La domenica è un cicinÏn scialba. Siete pure stanchi. Oltre che vicini alla retrocessione nel campionato dei suini. E la famiglia stressa. Rilassatevi.

Il morale è alto, la vita sociale ve gusta, voi viaggiate e entrate nelle simpatie di tanti. L’amor conforta, ma il sudombelico is too much sbrigativ.

Dal poltrire al lavorare, dal fare sport o shopping, tutto vi riuscirĂ bene. La fornicazione ha un lieve malore, ma si ripiglia quasi subito, tranqui.

La Luna vi conferisce un fiuto efficace. E solleva gli zebedei. Tutto fila! Il sudombelico, poi, giubila per la tanta carne disponibile. Pure esotica.

Arginate i rompizebedei, lo spleen, chi apre bocca a sproposito (pure suinamente). E vi godrete una domenica super. Anche nel caso in cui foste da soli.

23/9 - 22/10 BILANCIA

23/10 - 22/11 SCORPIONE

23/11 - 21/12 SAGITTARIO

22/12 - 20/1 CAPRICORNO

21/1 - 19/2 ACQUARIO

20/2 - 20/3 PESCI

7+

6-

7,5

7

6-

6

Amici, partner e squadra cooperano. CosĂŹ vi rasserenate e vi fortificate. I progetti domenicali riescono, per la fornicazione tira aria di abbondanza.

Difficile, oggi, per chi vi sta attorno, star dietro alle vostre esigenze. E indurvi a essere ottimisti. L’intuito fallisce, il sudombelico un cicinÏn pure.

Ogni successo è raggiungibile e durevole, in questa domenica che vi diverte, vi bea e vi energizza. Il suino in voi, però, stenta ad espletare con perizia.

La cura del dettaglio e del complesso mentecorpo-spiritosudombelico vi fa bene. Lavoro in rilancio o in arrivo, svaghi organizzati e riusciti.

â—? Domani sera Fabrizio Frizzi presenta su Rai 1 il Premio Regia Televisiva ideato nel 1961 da Daniele Piombi. La giuria composta da un centinaio di giornalisti e critici tv ha eletto i personaggi e i programmi del 2015. Maria De Filippi e Carlo Conti sono risultati i numeri uno dell’anno, Frank Matano la rivelazione, la miglior fiction è ÂŤBraccialetti rossiÂť, l’evento ÂŤI dieci comandamentiÂť di Roberto Benigni. Ci sarĂ un riconoscimento anche per il miglior servizio giornalistico. In finale venti programmi, dal Festival ad ÂŤAmiciÂť, da ÂŤCrozza nel Paese delle meraviglieÂť a ÂŤLe Iene ShowÂť: a decretare i dieci top ten sarĂ il giudizio dell’Accademia. E durante la diretta i telespettatori potranno eleggere il migliore attraverso il televoto.

CONSIGLI

21/3 - 20/4 ARIETE Potete inaugurare con successo ciò che volete, oggi. Anche perchÊ fiuto e fascino abbondano. E la fortuna agevola lavoro e sudombelico.

Conti e De Filippi personaggi 2015 Domani su Rai 1

La Luna mette in crisi certi vostri rapporti. Compreso quello col partner. Ed è complesso organizzare, trovar tempo libero, fornicare. Don’t romp, smile.

Doveri e noie sfigoingrigiscono la vostra domenica. Ma con fiducia, pelo sullo stomaco e sugli zebedei risolvete tutto. Penurie fornicatorie.

Nanni Moretti è tra i favoriti

Q

uesta sera Cannes avrĂ i suoi vincitori. Si chiude dunque l’edizione piĂš italiana degli ultimi vent’anni (premiazione in diretta su Sky Cinema 1 dalle 18.40) ed è inevitabile tentare un totopalma meno semplice del solito. PerchĂŠ quest’anno non c’è stato un film due spanne sopra gli altri come capitato in passato: il livello dei 20 in concorso era a detta di tutti piĂš basso del solito, anche se (a fronte pure dei francesi piuttosto deludenti) i tre italiani, Garrone, Moretti e Sorrentino hanno alzato la media. Prenderemo dunque qualcosa? Il piĂš apprezzato è stato Mia Madre di Moretti che, in particolare per la critica francese, merita la Pal-

IN UNA FAVOLA IL RISCATTO DEGLI UMILI Forrest Gump è un ragazzo del Sud, un po’ tardo: parla lentamente ma, grazie alla sua bontĂ e a un inguaribile ottimismo, diventa una star del football, un eroe di guerra, un atleta, un milionario, sposa la ragazza dei sogni e incontra un mucchio di gente importante. Questo gioiellino di film del ‘95, che ha vinto 6 Oscar, è davvero un ritratto americano: riesce a stare in perenne equilibrio tra spettacolo e sensibilitĂ . DA VEDERE STASERA SU RETE 4 ORE 21.10

ALTRI PREMI Con Youth Sorrentino potrebbe prendere il Grand Prix o il premio per la regia, riconoscimenti a cui si candida anche Garrone con il suo coraggioso Il Racconto dei Racconti. Quanto ai migliori attori, se Sorrentino non prendesse altro Michael Caine è favoritissimo e lo stesso discorso vale per la Blanchett di Carol. Difficile però che la Francia resti a bocca asciutta e in queste categorie tra Vincent Lindon, Vincent Cassel e Emmanuelle Bercot qualcosa potrebbe arrivare. e.e. Š RIPRODUZIONE RISERVATA

EUROFESTIVAL IL VOLO SOLO TERZO Sul podio, ma sul gradino piÚ basso il trio italiano Il Volo terzo all’Eurovision Song Contest, a Vienna. Ha vinto lo svedese Mans Zemerlow con Heroes, piazza d’onore alla russa Polina Gagarina. Ignazio Boschetto, Piero Barone e Gianluca Ginoble hanno presentato la canzone vincitrice di Sanremo Grande Amore. L’ultimo nostro successo risale a 25 anni fa con Toto Cutugno.

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IL FILM FORREST GUMP

ma (e che ieri ha conquistato il premio della giuria ecumenica). DovrĂ vedersela con il maestoso The Assassin del cinese Hou Hsiao-Hsien (Leone d’Oro ‘89 con La cittĂ dolente) e Carol di Todd Haynes, con Cate Blanchett e Rooney Mara protagoniste di una contrastata storia d’amore negli Anni 50. Occhio però anche a The Lobster del greco Yorgos Lanthimos e The Son of Saul, opera prima dell’ungherese Laszlo Nemes: per motivi diversi potrebbero piacere molto ai fratelli Coen, presidenti di una giuria comunque difficile da decifrare.

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DOMENICA 24 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA


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