THOUGHT FOR HUMANS. SALONE del MOBILE














In un mondo che ondeggia tra crisi e promesse, il Salone del Mobile.Milano si pianta saldo: 169.000 mq sold-out, un esercito di oltre 2.000 espositori, visitatori e buyers da tutto il pianeta. Non è solo una fiera: è dove il mobile smette di essere oggetto e diventa vita, arte, futuro.
Dall’8 al13 aprile, 63a edizione, Fiera Milano Rho: ad andare in scena è “LA” manifestazione di spicco a livello globale nel settore del mobile. Il 38% dei brand proviene dall’estero, 148 i marchi presenti, tra novità assolute e graditi ritorni. Dei 169.000 mq di pura creatività, più di 32.000 sono legati al ritorno molto atteso – dopo il trionfo dell’edizione 2023 The City of Lights – della Biennale Euroluce (con oltre 300 marchi, provenienti da 25 nazioni).
C’è poi il SaloneSatellite che ospiterà 700 designer under 35 e 20 istituzioni accademiche e universitarie internazionali.
Numeri che riassumono il frutto di un’intensa opera di ricerca e valorizzazione di un evento che, anno dopo anno, guadagna la fiducia della rete produttiva nazionale e globale. Una rete che vede nel Salone una piattaforma chiave per il commercio, l’innovazione responsabile e l’espansione sui mercati esteri, grazie a un impegno continuo nel coinvolgere un pubblico sempre più vasto e qualificato di professionisti provenienti da ogni parte del mondo (oltre 370.000 da 146 Paesi nel 2024).
A fotografare la consistenza della manifestazione un dato: 9.238.429.199 euro. È il fatturato complessivo dei brand italiani che esporranno al Salone, pari al 34% del fatturato dell’intero Macro Sistema Arredo nazionale (oltre 21mila aziende). A questi si aggiungono 6.989.984.073 euro di fatturato complessivo dei brand esteri a conferma della traiettoria positiva del percorso di evoluzione del modello Salone, un ecosistema che sostiene
la crescita, promuovendo un esempio di impresa, innovativo, sostenibile, orientato al futuro. A innestare nuove visioni, ancora una volta, sarà un programma culturale di altissimo livello con 3 installazioni site-specific, al Salone e in città: Pierre-Yves Rochon. Villa Héritage (pad. 13-15), Paolo Sorrentino. La dolce attesa (pad. 22-24), Robert Wilson Mother (Museo Pietà Rondanini – Castello Sforzesco). Intrigante il focus multidisciplinare sul design della luce, protagonista assoluto della prima edizione di The Euroluce International Lighting Forum (il 10-11 aprile presso l’arena “The Forest of Space” by Sou Fujimoto, pad. 2). Tutti da seguire, inoltre, i talk e le tavole rotonde di Drafting Futures che riuniranno alcune delle menti più brillanti del panorama contemporaneo. Infine, una campagna di comunicazione – Thought for Humans. – per ricordare come ogni progetto deve rispondere, nel segno dell’intelligenza emotiva, ai bisogni dell’essere umano.
Luce, suono e l’incompiuto: “Mother” di Robert Wilson
La Dolce Attesa di Paolo Sorrentino
Villa Héritage, viaggio nel tempo 48 Marva Griffin: «Giovani designer e artigiani insieme al SaloneSatellite»
Nuovi mercati e regole certe: la ricetta di Massetti contro la frenata del Legno-Arredo
Annalisa
Mobile: tra i giovani torna il desiderio di imprenditoria
Inserto omaggio al numero odierno di Giornale di Cantù, Giornale di Erba, Giornale di Monza e Giornale di Seregno
Finito di stampare: Aprile 2025
Pubblicità: Publi (iN) - Merate (LC)
Stampa: Cattaneo Editore - Annone B.za (LC)
Foto: Salone del Mobile.MilanoFederlegnoArredo - Fuorisalone.it
Cover: Federlegno Arredo Eventi SpA
Il Salone del Mobile.Milano 2025 raccontato dalla sua presidente,
Maria Porro: «Un luogo di scoperta, dove il talento e l’innovazione trovano spazio per emergere»
Accendere i riflettori internazionali sulle eccellenze di settore. Questa è la mission del Salone del Mobile.Milano secondo la sua presidente, la giovane e talentuosa Maria Porro. Creativa per formazione e visionaria per natura, crede fermamente che il respiro mondiale dell’evento milanese possa assolvere alla funzione di acceleratore di business grazie a contenuti di rilievo. Come sarà il Salone 2025 e cosa il pubblico non dovrebbe lasciarsi sfuggire? Ce lo spiega in questa intervista.
Presidente, può illustrarci le linee guida che hanno ispirato l’edizione di quest’anno? «L’edizione 2025 del Salone del Mobile.Milano
nasce, ancora una volta, con una missione chiara: essere un acceleratore di business, un ponte verso i mercati internazionali e una vetrina strategica per aziende di ogni dimensione, dalle grandi eccellenze consolidate ai talenti emergenti.
Ogni anno lavoriamo per ampliare un ecosistema che supporti le imprese nel loro percorso di crescita, offrendo loro strumenti concreti per accrescere le proprie opportunità di mercato. Il nostro impegno nell’internazionalizzazione si traduce in alleanze strategiche globali, come il recente Memorandum con l’Arabia Saudita, e in iniziative che portano il Salone in tour nei mercati chiave, dagli Stati Uniti alla Cina.
Grazie anche al supporto di Agenzia ICE, quest’anno accoglieremo a Milano un numero ancora maggiore di operatori esteri qualificati, rafforzando il ruolo del Salone come piattaforma per l’espansione globale del settore.
Ma il Salone è anche un luogo di scoperta, dove il talento e l’innovazione trovano spazio per emergere.
Con il SaloneSatellite, continuiamo a investire nelle nuove generazioni di designer, offrendo loro visibilità e occasioni di networking con il mondo imprenditoriale e della produzione».
Perché “Thought for humans”?
«“Thought for Humans.” non è solo uno slogan, è una dichiarazione d’intenti. Abbiamo voluto mettere al centro il dialogo tra design e umanità, consapevoli che ogni spazio, ogni oggetto, ogni luce deve rispondere a un bisogno profondo: quello di bellezza, benessere, connessione. Il nostro è un Salone che accoglie e accompagna il cambiamento, che si fa interprete delle trasformazioni sociali e ambientali. Abbiamo voluto che questa edizione fosse un luogo di scambio e crescita, dove l’innovazione incontra il calore della manifattura, dove la tecnologia non è fredda, ma diventa sensibile, empatica, umana».
Sarà l’edizione di luce e materia?
«Assolutamente sì. Luce e materia sono gli elementi primordiali del progetto e quest’anno abbiamo voluto esaltarli in ogni declinazione. La luce è centrale, con il ritorno della Biennale Euroluce, che esplora il futuro del lighting design tra tecnologia e sostenibilità. Ma anche la materia gioca un ruolo da protagonista: abbiamo voluto raccontare come i materiali possano trasformarsi, come possano diventare espressione di una nuova artigianalità, di un’innovazione responsabile. Ogni installazione, ogni stand, ogni esperienza al
Salone sarà un’immersione in questo dialogo tra tangibile e intangibile, tra fisico e sensoriale».
Quali le novità che il pubblico potrà apprezzare in questa edizione del Salone?
«Ogni edizione è una sfida, un’aspettativa da colmare con qualità e coerenza. Sia a Rho Fiera sia in città, quest’anno le novità sono tante. Torna Euroluce con oltre 300 espositori, confermandosi sempre più come un punto di riferimento globale e inclusivo per il mondo dell’illuminazione, con un’attenzione particolare alla progettazione della luce. Un luogo di incontro e scambio, dove tutti gli attori del settore – dai produttori di corpi illuminanti, compresi quelli più tecnici, ai progettisti – possono dialogare e collaborare, creando connessioni tra realtà diverse. In un mondo sempre più interconnesso, il settore non può più essere frammentato: servono visioni aperte e condivise, capaci di valorizzare ogni competenza e prospettiva. Avremo quindi il primo Euroluce International Lighting Forum, un laboratorio di idee che riunirà designer, architetti, scienziati, persino biologi e psicologi, per immaginare il futuro della luce. Poi ci sono le grandi installazioni: Paolo Sorrentino con La dolce attesa, Pierre-Yves Rochon con Villa Héritage e Robert Wilson con Mother, Es De-
Da sinistra: la moderatrice Monica Maggioni, la presidente Maria Porro e Marco Sabetta, direttore generale del Salone del Mobile.Milano durante la Conferenza stampa dello scorso 4 febbraio
vli con Library of Light. E, ancora, SaloneSatellite, che continua a essere il cuore pulsante della creatività under 35.
E non dimentichiamo il digitale: quest’anno il nostro ecosistema online è ancora più interattivo, con nuove mappe, strumenti di matchmaking, percorsi personalizzati per mettere sempre più in contatto espositori e visitatori, domanda ed offerta».
Vuole parlarci di “Mother” e spiegarci perché avete scelto di dare il via alla 63a edizione proprio con questo progetto di Robert Wilson?
«“Mother” è un omaggio alla vita, al gesto creativo. Robert Wilson ha questa capacità straordinaria di lavorare con il tempo e la luce, di dare voce al silenzio, di costruire emozioni attraverso lo spazio. Abbiamo voluto iniziare il Salone proprio con Mother perché è un’opera che parla di luce, forza, della relazione profonda tra arte e umanità. E lo fa in un luogo iconico: il Museo della Pietà Rondanini, dove l’ultimo Michelangelo ci ricorda la potenza del “non finito”, dell’incompiuto che lascia spazio all’immaginazione.
È un progetto che connette passato e futuro, che invita a riflettere su cosa significa oggi creare, innovare, emozionare».
I contenuti culturali si preannunciano di altissima qualità, vuole illustrarceli?
«Ogni anno il nostro Programma Culturale si arricchisce di nuove voci, nuove prospettive. Drafting Futures torna con cinque giorni di incontri e tavole rotonde che riuniscono pensatori di fama internazionale, da Lesley Lokko a Valeria Segovia, da Stefano Mancuso a Marjan van Aubel. The Euroluce International Lighting Forum sarà un momento di riflessione profonda sul futuro della luce, con
masterclass e talk multidisciplinari. Citavo prima le installazioni: Sorrentino sarà in fiera con un racconto poetico e onirico, Rochon con la sua visione di lusso senza tempo, in città avremo Wilson con la sua intensità visiva. E non è tutto: il Salone si allarga alla città, con The Night Before. Chairs, Objects Opera, uno spettacolo ideato da Robert Wilson per il Teatro alla Scala, e Design Kiosk in Piazza della Scala, un punto d’incontro per la comunità del design. Milano e il Salone sono un tutt’uno, una vibrazione che attraversa ogni angolo della città».
Il Salone e Milano: la città si trasforma?
«Milano è il Salone e il Salone è Milano. Durante la Design Week la città si accende di un’energia speciale, un fermento che coinvolge non solo gli addetti ai lavori ma una community fatta di professionisti, creativi, media e appassionati.
È una settimana in cui la creatività si respira ovunque: negli showroom, nelle strade, nei musei, nelle tantissime location sedi di eventi dedicati al design. Il Progetto Accoglienza coinvolge oltre 100 studenti per aiutare visitatori e operatori a orientarsi tra gli eventi.
Oltre 100 showroom diventano parte di un racconto corale, un invito a scoprire il design nelle sue mille sfaccettature. È un momento di apertura, di scambio, di incontro. È un invito a immaginare il futuro insieme».
Desidera fare una dedica particolare, o ringraziare qualcuno, in occasione del 63° Salone?
«Il Salone è il risultato di un lavoro corale, di una rete di eccellenze che ogni anno si mette in gioco per creare qualcosa di unico. Voglio ringraziare chi rende possibile tutto questo: gli espositori, i designer, le istituzioni, i partner. Ma soprattutto voglio dedicare questo Salone ai giovani. A chi sta entrando oggi nel mondo del design, a chi ha il coraggio di sperimentare, di sognare, di guardare avanti con curiosità e passione. SaloneSatellite è la nostra promessa al futuro, il luogo in cui nascono le idee di domani. Perché il design non è solo estetica, è visione, è responsabilità, è il modo in cui scegliamo di abitare il mondo.
Grazie a tutti coloro che con il loro talento e la loro passione rendono il Salone del Mobile un’esperienza straordinaria, ogni anno più forte, più innovativa, più umana».
Il Centro Studi di FederlegnoArredo evidenzia un fatturato in flessione del 3,1% rispetto al 2023. Le aziende puntano sul Salone del Mobile 2025 come opportunità strategica
Come è andato il 2024 nella filiera Legno-Arredamento? I numeri, pur meno positivi che in passato (nel periodo del covid c’è stato un vero e proprio boom), evidenziano una flessione che assomiglia molto a un assestamento. Dai conti a pre-consuntivo del Centro Studi di FederlegnoArredo, infatti, emerge come il 2024 si sia chiuso con un fatturato alla produzione pari a 51,6 miliardi di euro, in calo del 3,1% rispetto all’anno precedente (53,2 miliardi), ma in continuità con la normalizzazione avviatasi dopo due anni di grande crescita per il settore.
In flessione del 3,5% le vendite sul mercato interno, pari a 32,2 miliardi di euro, che costituiscono oltre il 60% del giro d’affari complessivo. Un calo dovuto in gran parte alla riduzione degli incentivi
fiscali introdotti negli anni precedenti.
Anche l’export, che rappresenta il 38% del fatturato totale della filiera, dovrebbe aver chiuso a -2,3% con un valore pari a 19,4 miliardi di euro. Il saldo commerciale della filiera sfiora gli 8 miliardi di euro (era di 8,4 miliardi nel 2023).
Con questi numeri, cui fa da contraltare un incremento del 3,6% della produzione industriale del mobile in novembre, risulta difficile fare previsioni a lungo termine, ma una cosa è certa: anche in conseguenza di questa situazione le aziende hanno rafforzato la loro fiducia nel Salone del Mobile 2025 quale opportunità strategica. Esporre nei padiglioni di Fiera Milano Rho è la più potente chiave di accesso per il business del settore. «Oggi più che mai, c’è bisogno di Salone del
Mobile», svela Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo, al quale dedichiamo una lunga intervista nelle pagine seguenti. Ma vediamo, con l’aiuto del Centro Sudi com’è andato l’anno filiera per filiera.
Secondo i preconsuntivi, il macrosistema arredamento (cui afferiscono elementi quali le prime lavorazioni del legno, il sughero, i prodotti per l’edilizia, gli imballaggi in legno, finiture per l’edilizia, tende, pannelli ecc.) ha concluso il 2024 con circa 27,5 miliardi di euro di fatturato, pari a un -2,5% sul 2023 quando aveva toccato i 28,2 mi-
liardi di euro. Una flessione dovuta in minor parte all’andamento dell’export (-2,1%) con un valore di 14,3 miliardi sui 14,7 del 2023, ma soprattutto alle minori vendite sul mercato italiano (-2,8%) che arriva a 13,1 miliardi di euro, contro i 13,5 del 2023. Il saldo commerciale si attesta sui 9,2 miliardi di euro, contro i 9,6 del 2023. Se il 2023 si era chiuso con una contrazione del -4% delle esportazioni, nel 2024 questa flessione risulta di intensità inferiore (-2,1%) determinata soprattutto – come evidenzia l’analisi dei flussi commerciali nel periodo gennaio-ottobre 2024 –dalla contrazione verso la Francia, (-3,6%) che si conferma comunque il primo mercato per il nostro design con un valore di 1,96 miliardi di euro. Pesanti le perdite di export verso la Cina (-17,9%) che vale 313,5 milioni di euro. L’Italia si conferma comunque primo fornitore per il mercato cinese, un segnale che il design italiano continua a esercitare un fascino globale, nonostante le difficoltà.
La Germania, terzo mercato, -3,6%, vale 1,1 miliardi di euro. Risultano stazionari gli Stati Uniti, secondo mercato di riferimento, che registrano un +2% e toccano un valore di 1,4 miliardi di euro, ma che già a fine anno potrebbero chiudere in negativo. A contenere la contrazione del macrosistema arredamento sono soprattutto le maggiori esportazioni verso Emirati Arabi Uniti
Tra le prime cinque destinazioni della filiera legno-arredo sono sempre gli USA a performare meglio, almeno in base all’analisi dei flussi commerciali del periodo gennaio-ottobre 2024, con un +3,5% per un valore di quasi 1,8 miliardi di euro. In flessione la Francia, primo paese nella top ten, che registra un -3,2% e vale 2,6 miliardi di euro, mentre la Germania con -6,4% e il Regno Unito con -7,9% fotografano la complessità del momento. La Spagna scende in sesta posizione, con un trend stazionario e valori simili a quelli della Svizzera che occupa la quinta posizione. Crescono ancora gli Emirati Arabi Uniti con un +21,7% (67 milioni di euro in più rispetto al 2023) che si collocano al decimo posto, con un valore pari a 376 milioni di euro; l’Arabia Saudita, infine, si piazza al quattordicesimo posto con una crescita del 25,9% (47,4 milioni di euro in più rispetto allo stesso periodo 2023) per un valore di 230 milioni di euro. Questi numeri, tra alti e bassi, confermano la resilienza della filiera Legno-Arredamento e la sua capacità di guardare oltre le difficoltà. Ora occhi puntati sul Salone del Mobile 2025, pronto a trasformare i padiglioni di Fiera Rho nel palcoscenico perfetto per una ripartenza in grande stile (dazi USA, permettendo).
(+21,6% per 317,6 milioni di euro), che registrano un trend positivo per il quarto anno consecutivo, e l’Arabia Saudita (+22,8%), al tredicesimo posto, che vale 193,5 milioni di euro.
più luci che ombre
Il macrosistema legno – escluso commercio legno pari a 3,6 miliardi di euro – che nel 2023 aveva registrato una flessione a doppia cifra, nel 2024 subisce ancora un calo di fatturato (-5,6%), seppur più contenuto, attestandosi a 20,5 miliardi di euro. Contrazione determinata in larga parte dal mercato nazionale (-6,5%) che contribuisce per oltre il 75% del totale, toccando i 15,6 miliardi di euro. L’export (24% del totale) si attesta a poco meno di 5 miliardi di euro, in flessione del 2,6% sul 2023. Dall’analisi dei flussi commerciali nel periodo gennaio-ottobre 2024, in particolare si segnala la Germania (-11,4% a 588 milioni di euro) e il Regno Unito (-11,3% a 452 milioni di euro): Stati Uniti in crescita (+9,6% a 366 milioni di euro) ma a fine anno il dato potrebbe non essere stato più così positivo, mentre la Francia risulterebbe pressoché stabile (-1,8% a 657 milioni di euro). Anche in questo caso, tuttavia, con ragionevoli possibilità di una flessione in chiusura del 2024.
Salone del Mobile.Milano
Hall 11 / Stand d15 - e18
Showroom Porro Milano
via Visconti di Modrone 29
Porro celebra i propri 100 anni di innovazione, forte di una rete di collaborazioni virtuose che l’hanno accompagnata nel proprio tragitto. Un legame radicato con il proprio territorio d’origine, e relazioni durature con le persone, che accanto alla famiglia fondatrice, ne hanno contribuito attivamente allo sviluppo internazionale.
Radici profonde e visione contemporanea si possono leggere anche nella collezione 2025: dai nuovi divani firmati Piero Lissoni, Christophe Pillet e Francesco Rota, grazie ai quali la zona living Porro parla una lingua tutta nuova di comfort e morbidezza, ad arredi scultorei firmati Piero Lissoni e Dordoni Studio, come il tavolo Tablo o la madia Twin, che completano tasselli mancanti nelle collezioni del brand. Fino all’evoluzione dei sistemi architettonici aziendali in sinergia con le partizioni scorrevoli, fisse e pivotanti Glide, con cui il brand è in grado oggi di proporre soluzioni che abbracciano il concetto di casa fluida.
Porro celebrates 100 years of innovation, supported by valuable collaborations. Deep roots and a contemporary vision also characterize the 2025 collection: the new sofas designed by Piero Lissoni, Christophe Pillet, and Francesco Rota redefine the Porro living area with a new language of comfort and softness, while sculptural furniture by Piero Lissoni and Dordoni Studio, such as the Tablo table and Twin sideboard, complete the brand’s collections.
This evolution extends to the company’s architectural systems, in synergy with Glide sliding, fixed, and pivot partitions, enabling the brand to offer solutions that embrace the concept of a fluid home.
La famiglia Porro: Danilo, Fabio, Beatrice, Lorenzo, Giovanni, Giulio, Giovanni and Maria Porro (ph sfelab)
Il tavolo Tablo firmato da Piero Lissoni
La madia Twin by Dordoni Studio
Con una nuova direzione artistica e un’apertura sempre più globale, Lema evolve senza rinunciare alla propria essenza sartoriale, disegnando ambienti che arricchiscono l’esperienza quotidiana e diventano simboli di emozione e memoria.
Fondata nel 1970 dalla famiglia Meroni, l’azienda si distingue per la capacità di coniugare il savoir-faire artigianale con le esigenze dell’abitare contemporaneo.
Oggi, questa visione si amplia ulteriormente grazie all’ingresso della quarta generazione e alla nuova direzione artistica guidata da A++. Lo studio di architettura di Paolo e Carlo Colombo, noto per l’approccio centrato sull’uomo e sulle sue attività essenziali, accompagna Lema in un percorso che riafferma il valore della personalizzazione e dell’equilibrio, declinando il concetto di abitare in una proposta coerente tra Casa e Contract.
Il nuovo percorso sarà protagonista al Salone del Mobile.Milano 2025 insieme ad una serie di pro-
dotti ideati per rispondere alle più diverse esigenze di progettazione.
All’interno della fiera, lo stand Lema si configura come un percorso immersivo che accompagna il visitatore attraverso i diversi ambienti della casa. Ogni spazio propone una narrazione visiva e sensoriale; tonalità neutre dialogano con accenti cromatici più audaci e materici, dimostrando come contrasti e affinità possano fondersi in un equilibrio raffinato e dinamico.
Tra le novità spicca L25 (by Officinadesign Lema), un innovativo sistema freestanding con montanti in alluminio pensato per adattarsi trasversalmente alla zona giorno e notte. Un arredo sofisticato e flessibile, frutto dell’esperienza Lema nella progettazione di sistemi versatili, progettato per definire e organizzare gli ambienti con coerenza stilistica ed estrema libertà compositiva.
In pagina, in basso a sinistra e in alto a destra The Hill House. Al centro, la cabina armadio Ventitré e l’armadio Tian. In basso a destra il sistema L25
With a new artistic direction and an increasingly global outlook, Lema continues to evolve while staying true to its signature craftsmanship, creating spaces that enrich everyday experiences and become symbols of emotion and memory.
Founded in 1970 by the Meroni family, the company stands out for its ability to blend artisanal savoir-faire with the needs of contemporary living. Today, this vision expands further with the entry of the fourth generation and the new artistic direction led by A++. The architecture firm of Paolo and Carlo Colombo, known for its human-centered approach, guides Lema on a journey that reaffirms the value of personalization and balance, seamlessly integrating the concept of living between Home and Contract projects.
This new chapter will take center stage at Salone del Mobile.Milano 2025, alongside a collection of products designed to meet a wide range of design needs. Within the fair, Lema’s stand will offer an immersive journey through different home environments. Each space presents a visual and sensory narrative, where neutral tones interact with bold, textured accents—demonstrating how contrasts and affinities can merge into a refined yet dynamic balance.
Among the highlights is L25 (by Officinadesign Lema), an innovative freestanding system with aluminum uprights designed to seamlessly adapt to both living and sleeping areas. A sophisticated and flexible piece, L25 reflects Lema’s expertise in creating versatile systems, offering a solution that defines and organizes spaces with stylistic coherence and complete compositional freedom.
InBallo – tavolini. Baleri Italia, design by Odo Fioravanti
Anche quest’anno Oniro Group parteciperà al Salone del Mobile di Milano. La presenza in fiera sarà importante, più di 1000 mq suddivisi tra i diversi marchi in portfolio, per presentare al meglio le nuove collezioni.
«La Milano Design Week, con Salone e Fuorisalone, è l’occasione migliore per le aziende del nostro settore per presentare l’offerta di lifestyle che scaturisce dalle loro collezioni - afferma Massimiliano Ragazzi, General Manager del Gruppo -. Nel nostro caso, il focus non è tanto sul prodotto in sé quanto più sullo stile di vita che esso rappresenta. In un momento di grande
sofferenza per il retail a livello mondiale, la nostra offerta acquista valore nell’ambito dei progetti e dell’interior design, grazie alla completezza dei servizi che offriamo in tutti i settori del Real Estate e ad un esteso network di developer. Il risultato di tutto questo è uno storytelling esclusivo e totalmente Made in Italy». A partire quindi dalle nuove collezioni, i fashion brand Roberto Cavalli Home Interiors, Etro Home Interiors e Gianfranco Ferré Home si preparano a svelare nuovi modi di vivere la casa, aggiornati allo spirito del tempo ma con un occhio di riguardo all’heritage dei marchi.
«La grande novità di quest’anno è l’ingresso di un nuovo luxury brand, il marchio di alta orologeria e alta gioielleria Jacob & Co. Siamo onorati che Mr. Jacob Arabo ci abbia scelto per sviluppare la collezione Haute Living, e per la realizzazione di due grandi progetti a Dubai - aggiunge Moreno Brambilla, Presidente e CEO di Oniro Group - è per noi motivo di grande orgoglio iniziare una nuova collaborazione con questi presupposti».
Reed – poltrona. Etro Home Interiors
Zurich – poltrona. Gianfranco Ferré Home
Sul fronte dei marchi già acquisiti, dopo aver rilevato la totalità delle quote di Baleri Italia e aver completato un importante progetto di rebranding, Oniro riporta il marchio in fiera. Il focus è sul catalogo prodotti, completamente rinnovato, con un occhio di riguardo alla sostenibilità e arricchito da tre nuovi pezzi e da una prestigiosa collaborazione con Odo Fioravanti.
«Fin dal primo istante abbiamo ritenuto che Odo fosse il designer più indicato per tradurre in prodotto il Manifesto della nuova Baleri Italia - commenta Livio Ballabio, AD del brand - e in effetti, InBallo (il nuovo tavolino che presentiamo con la sua firma) rappresenta perfettamente ciò che intendiamo fare nel nostro futuro».
Nel frattempo, il mondo del progetto corre a grandi passi, e Oniro continua a seguirlo con particolare attenzione tramite la divisione Interior Design Service, guidata da Thomas Munafò, General Manager IDS e Brand Manager di Jumbo Collection: «Negli ultimi anni il nostro lavoro non si è mai fermato, anzi ha registrato un incremento notevole. Le residenze private di lusso rimangono il core business della divisione, ma il settore dell’hospitality e dei branded projects è in un momento di particolare vivacità. Il nostro vantaggio competitivo è che da sempre ci occupiamo di luxury lifestyle, e siamo quindi l’interlocutore più qualificato per sviluppare progetti che richiedono un’expertise di alto livello».
«Quanto abbiamo costruito fino a qui è soltanto la base. Quest’anno al Fuorisalone festeggeremo i 40 anni di Oniro Group - conclude Moreno Brambilla - abbiamo ancora tanto da dire e la fiducia che di anno in anno i partner ci confermano è il risultato del lavoro di qualità che stiamo portando avanti, supportati anche dall’entrata in azienda di Alice Ballabio e Federico Brambilla a cui abbiamo trasmesso questa enorme passione fin da piccoli».
Nevada – poltrona. Roberto Cavalli Home Interiors
Ancora una volta all’interno del prestigioso quadrilatero milanese, Provasi torna al fuorisalone con l’ultimo capitolo della trilogia dedicata ai pilastri della sua narrazione creativa. “THE SHOW”, rappresentazione di un antiminimalismo garbato e intrigante, svela scenari d’arredo in cui perdersi con curiosità ed entusiasmo.
L’allestimento prevede un percorso attraverso tre diverse stanze, ciascuna caratterizzata da un elemento protagonista che ne definisce l’atmosfera: una preziosa boiserie di ispirazione francese in cui i sofisticati intagli giocano con le sagome di velluto, una giostra in bianco e nero con i suoi divani circolari, un daybed in stile Luigi XV avvolto nella profondità
vibrante del blu indaco.
L’itinerario si conclude con un angolo dedicato all’outdoor, una piccola oasi di tranquillità che accoglie e invita al relax tra ricerca estetica e comfort. All’esterno, l’artista spagnola Nuria Mora, con il suo stile inconfondibile, trasformerà la facciata dell’edificio in un’opera dinamica e coinvolgente di grande impatto, creando un’interazione tra spazio, colore e forma che introduce i visitatori in un mondo di estrosa eleganza.
Dal 7 al 13 aprile, con il progetto “The Show”, Provasi racconta la propria vocazione a costruire ambienti che suscitano stupore e meraviglia attraverso raffinate connessioni tra passato, presente e futuro.
Milan Design Week, Provasi | Via Borgonuovo 1 www.provasi.com
Un’esperienza immersiva tra le molteplici ispirazioni, la migliore maestria artigianale e la forza trasformativa dei dettagli; la messa in scena di un autentico Made in Italy in piacevole equilibrio tra linguaggio classico e accenti moderni.
SHOW - When tradition enchants
Once again in the vibrant heart of Milan’s design scene, Provasi returns to Fuorisalone with the final chapter of the trilogy dedicated to the pillars of its creative vision.
“The Show”, manifesto of a graceful and intriguing anti-minimalism, unveils furnishing scenarios designed to be explored with curiosity and enthusiasm.
The exhibition unfolds through three distinct rooms, each defined by a signature element that shapes its atmosphere: a precious French-inspired boiserie, where intricate carvings interact with velvet silhouettes; a blackand-white carousel brought to life by circular sofas with a theatrical allure; a Louis XV-style daybed, enveloped in the deep, vibrant intensity of indigo.
The journey concludes with a corner dedicated to the outdoor, an intimate oasis where aesthetics and comfort find their perfect harmony, inviting guests to relax in an atmosphere of effortless sophistication.
The show continues outside, where Spanish artist Nuria Mora will transform the building’s façade into a dynamic and immersive artwork, an interplay of space, color, and form that creates a striking visual dialogue and introduces visitors to a world of bold elegance.
From April 7 to 13, Provasi reaffirms its vocation for crafting environments that inspire awe and wonder through refined connections between past, present, and future. An immersive experience blending multiple inspirations, the finest craftsmanship, and the transformative power of detail—an authentic showcase of Made in Italy, achieving a harmonious balance between classical language and modern accents.
Nel cuore pulsante del design italiano, dove tradizione e innovazione si intrecciano armoniosamente, si distingue una realtà che ha fatto della progettazione tessile un’arte: POEMO DESIGN. Con un’esperienza di quasi cinquant’anni, l’azienda rappresenta un punto di riferimento per aziende e professionisti del settore dell’arredamento, offrendo soluzioni su misura che coniugano estetica, funzionalità e ricerca. Fondata in Brianza negli anni Settanta come Studio Alessandra Comi, POEMO DESIGN ha saputo evolversi. Oggi è guidata con passione e visione da Alessandra Comi ed Emanuela Pozzoli, rispettivamente direttore creativo e architetto. Grazie alla loro expertise, l’azienda trasforma le idee in progetti concreti, dando vita a creazioni uniche caratterizzate da raffinatezza ed eleganza dove l’arte contemporanea rimane sempre una grande ispirazione oltre che ad una passione che viene coltivata e tramandata da generazioni all’interno della famiglia e della realtà lavorativa.
Un know-how che anticipa le tendenze
Da sempre, POEMO DESIGN si distingue per la sua approfondita conoscenza del tessile e del colore, elementi chiave per una progettazione sofisticata. Fin dagli esordi, la famiglia Comi-Pozzoli ha saputo interpretare le tendenze del momento, creando sinergie strategiche tra il mondo della moda e quello dell’arredamento. Inizialmente impegnata nella collaborazione con brand di alta moda, l’azienda ha ampliato le proprie competenze, instaurando partnership di rilievo con i grandi nomi del design e del tessile d’arredo. Oggi, POEMO DESIGN collabora con alcune delle aziende più prestigiose del settore, tra cui un’importante realtà specializzata nella produzione di biancheria per la casa, situata tra Parma e Mantova, e con Molteni&C., leader internazionale nel design d’arredo con sede in Brianza di cui è “textile consultant”. Il suo contributo alla crescita di queste eccellenze si concretizza attraverso consulenze specializzate e soluzioni su misura, pensate per valorizzare al meglio il made in Italy. La fiducia nei confronti di POEMO DESIGN è il risultato della sua raffinata sensibilità cromatica, della maestria progettuale e della capacità di sviluppare collezioni tessili esclusive. Quest’anno, alcune collezioni di tessuti per interni ed esterni, frutto di collaborazioni con importanti realtà nel settore delle tessiture industriali d’arredamento, saranno presentate in anteprima alla Milano Design Week, prima di essere distribuite a livello globale.
Un approccio su misura tra artigianalità e design contemporaneo Oltre alla consulenza per i grandi marchi, POEMO DESIGN porta avanti dal 2001 una produzione sartoriale di pezzi unici, realizzati interamente a mano con dedizione e attenzione ai dettagli. Queste creazioni nascono da un dialogo costante con alcuni dei più rinomati interior designer internazionali, con i quali l’azienda collabora da oltre 25 anni per sviluppare progetti esclusivi e altamente personalizzati. La cu-
Nella pagina a lato, Cuscino Rosa Plissè. Progetto selezionato ed esposto durante la mostra “W.Women in Italian Design”
Xxi Triennale di Milano International Exhibition 21st Century Design After Design 2016.
A destra: Textile Consultancy, un esempio di coordinamento scattato durante l’esecuzione di un progetto su misura.
Sotto, Alessandra Comi ed Emanuela Pozzoli davanti ad un’opera di Franz Stähler.
Photo credits: Emanuela Pozzoli
stomizzazione tessile è un processo che unisce competenza tecnica e visione creativa, dando vita a soluzioni chiavi in mano per ambienti di prestigio. Ville, yacht, jet privati e boutique hotel trovano in POEMO DESIGN un partner d’eccellenza capace di valorizzare ogni spazio con tessuti pregiati e finiture su misura, creando atmosfere uniche e sofisticate.
Un futuro radicato nella qualità e nella sostenibilità
L’approccio di POEMO DESIGN si fonda su un perfetto equilibrio tra artigianalità, ricerca estetica e innovazione tecnologica, con una particolare attenzione alla sostenibilità dei processi produttivi. La selezione dei materiali avviene nel rispetto dell’ambiente, privilegiando fibre naturali e lavorazioni eco-compatibili, in linea con una filosofia aziendale orientata a un futuro responsabile. Grazie a una lunga esperienza e a una continua tensione verso l’eccellenza, POEMO DESIGN non si limita a seguire le tendenze, ma le anticipa, rimanendo fedele ai valori della tradizione italiana. In un settore in costante evoluzione, l’azienda si conferma un interlocutore d’élite per chi ricerca competenza, supporto progettuale e soluzioni esclusive capaci di trasformare ogni spazio in bellezza senza tempo.
www.poemodesign.it.
Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo, fa il punto sulla filiera: il settore tiene, ma ha davanti a sé sfide importanti
Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo, ha le idee ben chiare su presente e futuro della filiera. Presidente anche di Arper Spa, azienda di design che crea tavoli, sedute e complementi d’arredo per la collettività, ci concede una chiacchierata a tutto campo in cui fa il punto sulla salute del comparto, le incognite legate ai dazi di Trump e le difficoltà del ricambio generazionale, senza tralasciare il segreto che si cela dietro alla qualità inarrivabile del Made in Italy.
Claudio Feltrin, presidente FederlegnoArredo
Salone del Mobile.Milano: è solo una vetrina o molto di più?
«Il Salone del Mobile non è semplicemente una vetrina, ma un evento fondamentale per l’intera filiera legno-arredo. È un momento unico in cui tutte le aziende coinvolte - dalla lavorazione dell’albero al mobile finito - hanno l’opportunità di partecipare a un’iniziativa ormai riconosciuta in tutto il mondo: un vero orgoglio nazionale. Il Salone va oltre il business puro: è una celebrazione dell’estro italiano, della capacità di interpretare il prodotto con bellezza, qualità e, negli ultimi anni, anche sostenibilità. L’impatto economico è enorme, soprattutto per Milano e la Lombardia, che durante la settimana del Salone vivono un coinvolgimento totale, con un indotto che supera quello di qualsiasi altra manifestazione italiana. Il Salone di aprile è un distillato di tutto ciò che la filiera produce, un’occasione per mostrare al mondo il meglio delle nostre creazioni».
Numeri. Anche il 2024 è terminato in contrazione: assestamento o campanello d’allarme?
«Il 2024 ha segnato una contrazione, ma è una normalizzazione, non una crisi. Dopo gli anni eccezionali del 2021 e 2022 – prima per una domanda forte con conseguenti volumi di vendita molto elevati e poi per gli aumenti dei prezzi legati al lievitare dei costi di materie prime ed energia – il settore ha subito una frenata attesa. Il 2023 ha chiuso a -8% rispetto al picco di 57 miliardi di fatturato del 2022, scendendo a 53,2 miliardi, mentre il 2024 si è attestato a 51,6 miliardi, con un calo più contenuto (-3,2%). Siamo, tuttavia, sopra i livelli del 2019 (nel periodo pre-pandemia il fatturato era stabile intorno ai 42 miliardi) e, nonostante l’incertezza globale, abbiamo tenuto».
Previsioni per il 2025: quali prospettive?
«Navighiamo a vista. L’anno si apre con lo sconvolgimento geopolitico ed economico seguito alle elezioni americane che hanno avuto il peggior esito possibile in ottica di stabilità dell’economia. Sperando che Trump fosse un po’ meno… Trump, pensavamo a un primo semestre interlocutorio e a una ripresa nella seconda metà dell’anno, ma ora
la parola d’ordine è incertezza. Prevedere il futuro in questo momento è davvero un’impresa da chiromanti».
A proposito di Trump: i dazi USA rappresentano una minaccia reale?
«Per avere un minimo di lettura positiva, l’impatto dei dazi dipende dalla loro entità. Un dazio del 5-10% può essere assorbito: chi ama il mobile italiano di medio-alta qualità, infatti, pur di averlo è disposto a pagare un po’ di più. Arrivando al 20-25%, invece, le cose potrebbero cambiare: a fronte di alcuni che, continuando a riconoscere la qualità del Made in Italy, accetteranno di aprire ugualmente il portafoglio, ci saranno molti altri che decideranno di ritardare l’acquisto in attesa di tempi migliori. Ci sarà poi anche chi, purtroppo, rinuncerà e comprerà altro. Vorrei però sottolineare un altro aspetto di politica economica che rischia di essere ancora peggiore: ritengo infatti che in Europa ci siamo autoinflitti più danni con le nostre regole interne di quanto possano fare i dazi americani. Anche Mario Draghi, in un’intervista, ha sottolineato come normative troppo rigide abbiano penalizzato settori chiave
per le nostre economie come, per esempio, quello dell’automotive.
Trump ci ha tirato una secchiata d’acqua gelata: forse è arrivato il momento di svegliarci, rivedere regole che nell’Europa a 27 ormai sono assurde (non si può pensare che un solo Paese abbia la
possibilità di bloccare l’intera EU) e smettere di sabotarci da soli».
Ricambio generazionale: rappresenta un problema per le aziende della filiera?
«Si tratta di una sfida cruciale per le aziende italiane, aggravata dalla crisi demografica. Non basta il cognome per garantire continuità: personalmente ho due figli, ma non vogliono fare il mio lavoro. A questo si aggiunge il deficit di manodopera: uno studio del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere – Anpal ha stimato per il quinquennio 2024-2028 (dati aggiornati a luglio 2024) bisogni occupazionali per il settore legno-arredo tra le 22mila e le 34mila unità circa. Volendo considerare solo le previsioni relative allo scenario più positivo si parla di più di 8mila lavoratori per le industrie del legno e più di 25mila per il settore del mobile. Gli istituti tecnici formano solo 10-11.000 giovani, ne consegue un consistente gap di addetti. Senza politiche per invertire questa rotta, rischiamo di non riuscire a mantenere i livelli produttivi e di fatturato attuali. Sarebbero importanti politiche atte a promuovere un’immigrazione intelligente e una comunicazione che valorizzi il lavoro manuale, spesso visto dalle famiglie italiane come “brutto, sporco e cattivo”. Iniziative come l’Artwood Academy di Lentate, con 300 ragazzi in formazione già richiesti dalle aziende ancor prima della fine degli studi, sono un passo avanti, ma serve di più per attrarre i giovani e dare continuità a quei mestieri che hanno fatto fiorire la nostra industria e nei quali il Paese eccelle»
Made in Italy, secondo lei perché ci sono settori in cui l’Italia ancora oggi non ha rivali?
«Il Made in Italy è un mix unico di eredità culturale e creatività innata. L’Italia è un incubatore di startup territoriali: ogni regione tira fuori il meglio, anche da materie povere come il legno, che trasformiamo con un moltiplicatore di valore altissimo. La cultura italiana, immersa in un contesto di bellezza storica e monumentale, permea inconsapevolmente il modo di lavorare. Mettiamo fantasia in tutto, dai mobili all’automotive: non possiamo essere giganti come gli americani, ma eccelliamo nel creare bellezza. È questa capacità di interpretare e innovare che pone alcuni i prodotti italiani tra i più ricercati nel mondo».
La sessantatreesima edizione del Salone del Mobile.Milano ospiterà il tradizionale appuntamento con la rassegna biennale Euroluce, autorevole mostra dedicata all’illuminazione che quest’anno si concentra sulla luce non solo come elemento tecnico, ma come dimensione estetica ed emotiva.
Un viaggio tra tecnologia e creatività
I padiglioni di Euroluce 2025, forti del successo dell’edizione-laboratorio del 2023, intitolata “The City of Light”, accoglieranno oltre 300 espositori, di cui il 46,5% dall’estero (significativo il ritorno di importanti brand stranieri).
Intrecciando design, innovazione e benessere, Euroluce offre una visione chiara dei progressi del settore, guidati da tecnologia, sostenibilità e innovazione, sistemi intelligenti, integrazione dell’IA, design biofilico e un maggiore controllo da parte degli utenti, che potranno creare atmosfere e
ambienti su misura. Le proposte riflettono un approccio al lighting design che va oltre la funzionalità: la luce diventa protagonista del nostro mondo iper-connesso, influenzando percezioni, umore e comportamenti, con un’attenzione crescente a sostenibilità e digitalizzazione.
Nuovi format e nuovi concept
Tra le novità, il 10 e 11 aprile debutterà “The Euroluce International Lighting Forum”, un evento che riunirà esperti internazionali per discutere i grandi temi della progettazione luminosa, una grande “prima” di cui proponiamo un approfondimento nelle pagine seguenti.
A Euroluce, invece, i riflettori saranno puntati sull’ampia varietà di soluzioni esposte, capaci di anticipare il futuro del design.
Dai concept innovativi per il benessere abitativo alle tecnologie che rispondono alle sfide ambien-
tali, la mostra proposta nell’ambito del 63° Salone del Mobile.Milano offre uno sguardo completo su come la luce stia trasformando il modo di vivere gli spazi, pubblici e privati.
Euroluce nasce nel 1976 come Salone Internazionale dell’illuminazione, diventando nel tempo un punto di riferimento globale per il settore.
Con oltre 300 espositori a ogni edizione, ha raccontato l’evoluzione della luce nello spazio domestico, accompagnando il progresso tecnologico e stimolando la ricerca. Dalle prime innovazioni funzionali alle riflessioni più recenti su sostenibilità e comfort, la mostra ha sempre saputo interpretare i cambiamenti del design.
Oggi, i lighting designer che animano Euroluce integrano tecnologia e pensiero filosofico, proponendo apparecchi che non solo illuminano, ma emozionano e migliorano la qualità della vita.
Da quasi cinquant’anni, Euroluce resta un laboratorio di idee, dove la luce si fa materia, arte e visione per il futuro.
Euroluce – International Lighting exhibition, biennale dedicata all’illuminazione del Salone del Mobile.Milano, è ospitata nei padiglioni 2, 4, 6 e 10 di Fiera Milano Rho, posizionati sulla destra per i visitatori che accedono agli spazi espositivi dalla Porta Est e facilmente raggiungibile anche da coloro che accedono in Fiera dalla Porta Sud. In questo caso i padiglioni si trovano al di là del Centro Servizi.
Al Salone del Mobile e al Fuorisalone si va in treno: Trenord, l’azienda ferroviaria lombarda, ogni giorno connette 460 stazioni con più di 2300 corse. Tra queste, 250 collegano la stazione di Rho Fiera, a pochi passi dall’esposizione, con Milano, Varese, Novara, Domodossola, Como, Chiasso e l’est della Lombardia.
Il Salone è raggiungibile in treno anche dagli aeroporti milanesi. Il Malpensa Express unisce direttamente Malpensa a Milano con una corsa ogni 15 minuti. Inoltre, la rete ferroviaria regionale è connessa all’aeroporto di Linate, grazie alla metropolitana M4. Da Linate, con un cambio a Milano Forlanini o Dateo, è possibile raggiungere Rho Fiera con le linee S5 e S6. Per spostarsi da Milano al Salone è disponibile il biglietto da 2,20 euro, valido per il servizio ferroviario e metropolitano. “Trenord Day Pass” a 13 euro, invece, è la soluzione ideale per chi va a Rho Fiera dal resto della Lombardia. I biglietti sono in vendita su trenord.it e App Trenord.
Si va in treno anche al Fuorisalone: le corse di Trenord raggiungono 24 stazioni a Milano. Di queste, 16 sono punti di interscambio con le linee metro-
politane.
E chi raggiunge Milano per il Salone può scoprire la Lombardia con “Gite in treno” di Trenord, itinerari treno+esperienza verso laghi, città d’arte, grandi parchi divertimenti in regione.
Trenord manages the regional, suburban and airport train service in Lombardy. You can reach Salone del Mobile by train: on trenord.it and App Trenord enter the destination Rho Fiera and search for the most convenient travel option; the station is just a short walk from the exhibition.
Due giornate dense di conferenze, tavole rotonde e workshop: la luce diventa occasione di confronto globale
Il 10 e l’11 aprile 2025, nell’ambito di Euroluce – la biennale dedicata alla luce al Salone del Mobile.Milano – prende vita la prima edizione di The Euroluce International Lighting Forum. Due giornate dense di conferenze, tavole rotonde e workshop animeranno uno spazio appositamente progettato all’interno dell’area espositiva, trasformando la luce in un’occasione di confronto globale. Con un parterre di ospiti internazionali e un programma ambizioso, il Forum si candida a diventare un appuntamento biennale irrinunciabile per la community del design, unendo l’innovazione tecnologica alla riflessione culturale sul valore della luce.
Un programma tra visioni e protagonisti Il Forum si inserisce nel percorso evolutivo di Euroluce, che già nel 2023 aveva segnato una svolta con The City of Lights, un progetto espositivo premiato dall’ADI Index 2024 per il suo layout innovativo. Ora, questa nuova iniziativa amplia l’offerta della manifestazione, proponendo un’esperienza che va oltre la dimensione commerciale. La luce non è più solo un elemento tecnico, ma un linguaggio espressivo che incide sulla qualità della vita e sugli spazi abitativi. Attraverso un approccio integrato, il Forum esplorerà temi come il legame tra luce e architettura e il suo impatto sul benessere, offrendo spunti pratici e visioni per un design più sostenibile e inclusivo.
A guidare il dibattito saranno voci di spicco del panorama internazionale. Tra i primi nomi confermati, il Collettivo DRIFT, celebre per le sue installazioni che fondono natura e tecnologia; A.J. Weissbard, lighting designer e artista poliedrico; Marjan van Aubel, designer olandese pioniera nell’uso dell’energia solare per un futuro consapevole. Il programma promette un viaggio immersivo tra conferenze che
analizzeranno il potenziale della luce come strumento progettuale e workshop che forniranno strumenti concreti ai professionisti. Ogni edizione futura si concentrerà su aspetti specifici del lighting design, consolidando il Forum come piattaforma di ispirazione e innovazione.
The Euroluce International Lighting Forum nasce con l’obiettivo chiaro di promuovere una cultura della luce che trascenda la sua funzione pratica. Non si tratta solo di tecnologia, ma di una riflessione profonda sul suo ruolo nel ridefinire gli spazi e le emozioni umane.
Il Forum si propone di superare i paradigmi tradizionali dell’illuminazione, presentando concept avanguardistici che influenzeranno il design dei futuri apparecchi. In un’epoca in cui la sostenibilità e il benessere sono priorità globali, la luce diventa un alle-
ato chiave per progettare ambienti pubblici e privati più vivibili, come sottolineano gli organizzatori. Inserito nella 63ª edizione del Salone del Mobile.Milano, il Forum completa l’esperienza di Euroluce, trasformando Fiera Milano Rho in un crocevia di idee. Dopo il successo del rinnovato format espositivo del 2023, culminato nella pubblicazione del catalogo The City of Lights edito da Corraini, questa iniziativa segna un ulteriore passo avanti. Architetti, designer, scienziati e professionisti del settore troveranno nel Forum un’occasione unica per dialogare e immaginare il futuro della luce, un elemento che, più che mai, illumina non solo gli spazi, ma anche il pensiero sul nostro pianeta e sul nostro modo di abitarlo.
A dirigere l’iniziativa è Annalisa Rosso, editorial director e consulente per gli eventi culturali del Salone del Mobile.Milano, affiancata da APIL. L’evento si articola in due giorni, accolti nell’arena disegnata dall’architetto giapponese Sou Fujimoto. Sotto il titolo “Light for Life. Light for Spaces”, il programma prevede 6 masterclass, 2 tavole rotonde e 2 workshop, con venti esperti internazionali – tra lighting designer, artisti, scenografi, botanici, scienziati, biologi e antropologi – pronti a offrire spunti, visioni e approcci di ricerca e design interdisciplinari, per approfondire il futuro dell’illuminazione.
In occasione dell’edizione 2025 del Salone del Mobile, il Design Hotel Savona 18 Suites, parte della rinomata BH Collection del Gruppo Blu Hotels, annuncia con orgoglio una nuova e prestigiosa collaborazione.
Dalla fusione tra l’esperienza cosmetica di LA BOTTEGA, azienda italiana leader nel settore cosmetico per hotel di lusso da oltre quarant’anni, e TOILETPAPER, il magazine visivo e studio creativo fondato dall’artista Maurizio Cattelan e dal fotografo Pierpaolo Ferrari, nasce la collezione TOILETPAPER BEAUTY.
Dopo esser stata una linea protagonista al SIXTY LES Hotel a NYC e al THE CONCEPT HOTEL IBIZA, sarà presto presente anche al Savona 18 Suites,
con l’allestimento di due Camere nello stile inconfondibile, surreale e irriverente del Brand.
L’ospitalità tradizionale viene così contaminata da questa sinergia creativa, per un’esperienza immersiva dove design esclusivo e innovazione si fondono per dare vita ad un ambiente unico, in grado di coinvolgere gli ospiti in un’esperienza sensoriale totale. Dall’ 8 al 13 aprile, sarà possibile immergersi nel mondo colorato e originale di TOILETPAPER BEAUTY presso il Savona 18 Suites, dove la linea del brand sarà esposta negli spazi interni ed esterni della struttura. Un’esperienza che unisce creatività olfattiva e narrazione visiva, con ogni prodotto raccontato attraverso lo studio accurato di ogni suo elemento: design, fragranza e packaging.
La rivoluzionaria collezione TOILETPAPER BEAUTY include prodotti per la cura del corpo, della casa e del tempo libero, arricchita anche da capi di abbigliamento, come i pigiami con gli iconici ‘snakes’. Questi articoli saranno disponibili per essere ammirati e acquistati all’interno dell’Hotel durante tutta la durata dell’evento.
Il Garden 18, ampio salotto open air dell’Hotel, sarà la cornice ideale per gustare, dalle 18.00 alle 21.00, cocktail ispirati alle fragranze della collezione TOI-
LETPAPER BEAUTY, creati appositamente per l’occasione dal bartender dell’Hotel. Questi drink saranno in perfetta armonia con le straordinarie essenze di haute parfumerie della collezione, realizzate da Oscar Quagliarini, uno dei bartender più rinomati d’Europa.
Questa collaborazione offre una visione esclusiva della collezione TOILETPAPER BEAUTY, abbinata al mondo dell’hotellerie, creando una connessione tra arte, design e benessere.
Nella pagina a lato, il Garden 18 dell’Hotel. Qui a lato, una delle Suite del Savona 18. Sotto, due articoli della Toiletpaper Beauty Collection
Con il più vasto stock di essenze legno in Europa, Legnomarket è leader nel mercato per la quantità di impiallacciatura naturale pronta a magazzino. L’azienda di Cantù offre dunque la possibilità al cliente di trovare qualsiasi legno stia cercando, partendo da forniture di piccole quantità di specie differenti fino ad arrivare a consegne di interi container di una singola essenza. Siamo di fronte ad una realtà storica, fondata da Alfredo Marson, e che il prossimo anno festeggerà i suoi primi cinquant’anni, impegnata dapprima nei pannelli e in seguito, dagli anni Novanta, dedicatasi ai tranciati. Oggi, grazie ad un team altamente specializzato, è in grado di assistere dal falegname, al commerciante, fino ad arrivare all’architetto e al designer. Per volere di Giorgia Marson, Legnomarket sta cambiando rotta: «Facendo tesoro degli insegnamenti di chi mi ha preceduto sto portando avanti l’azienda con idee molto chiare - ha spiegato - lavoriamo per essere una
viale Lombardia 81 – Cantù via per Meda 33 – Novedrate 031.790670 info@legnomarket.net www.legnomarket.net
realtà moderna, al passo coi tempi, attenta alla qualità, al servizio e ai dettagli, consapevoli di essere apprezzati per ciò che offriamo, specialmente in ambienti dove si tratta l’alta gamma. Qualità, fiducia, affidabilità: sono questi i miei valori, i nostri valori, e siamo riconosciuti per ciò»
Attualmente Legnomarket sta riposizionando il suo brand su un livello più alto: «Riserviamo grande attenzione al mercato di altissima qualità, all’interno del nostro showroom dedichiamo tempo ai designer, li aiutiamo a comprendere il legno, fornendo loro la certezza di trovarlo sia oggi che domani. In sostanza siamo maggiormente propensi a lavorare al dettaglio, puntando sull’ambito di lusso&superlusso, sui contract. Senza tralasciare un nostro storico punto di forza, ovvero il magazzino, presente sia a Cantù che a Novedrate: oggi è un aspetto piuttosto trascurato, ma non è così per Legnomarket perché la mia cultura mi porta a vendere quello che si ha in casa, riuscendo così a fornire continuità».
Il presidente di Assoluce, Carlo Urbinati: «Euroluce evolve, puntiamo a una mostra sempre più completa e attrattiva»
Da alcuni anni, Carlo Urbinati, insieme al Consiglio di Presidenza di Assoluce, sta ridisegnando il format di Euroluce, l’appuntamento iconico del Salone del Mobile.Milano dedicato all’illuminazione, trasformandolo in un laboratorio dove tecnologia e immaginazione si fondono per migliorare la qualità di vita delle persone. Presidente di Assoluce di FederlegnoArredo dal 2020 e socio unico di Foscarini, storica azienda di Murano (Venezia), con i suoi collaboratori sta dando un contributo cruciale nel rinnovamento della mostra biennale dedicata all’illuminazione. Qual è la filosofia che si cela dietro a Euroluce 2025? Cos’è “The Euroluce International Lighting Forum” e quali sono le sfide che si prospettano davanti alla filiera della luce nel prossimo futuro? Il presidente/imprenditore ce lo spiega in questa breve intervista.
Qual è la filosofia su cui nasce Euroluce 2025?
«Durante la pandemia, il Consiglio di Assoluce si è impegnato a rendere Euroluce ancora più attrattiva, soprattutto per i professionisti della luce, per i quali oggi sono richieste competenze tecniche misurabili e certificate.
Proprio l’aspetto tecnico, dunque, è stato quello su cui abbiamo lavorato di più e, grazie anche alla sintonia con la presidente Maria Porro, nel 2023, abbiamo sperimentato un nuovo layout espositivo (The City of Lights, ndr) che ha trasformato la mostra biennale in un evento dinamico, percepito come un’attività in movimento, capace di attrarre un pubblico più ampio e specializzato di quanto accadesse in precedenza».
Si dice che la luce arreda, cosa significa per lei?
«La luce non è solo funzionale: arreda, crea spazi, profondità ed emozioni. Uno stesso ambiente può sembrare vasto o raccolto a seconda dell’illuminazione. È il mezzo con cui percepiamo il mondo. Quest’anno, il tema del primo Lighting International Forum, curato dall’eccellente Annalisa Rosso, esplora proprio come la luce trasformi gli spazi e influenzi il nostro modo di viverli, rendendo gli ambienti più accoglienti o intensi».
Ha accennato al primo “The Euroluce International Lighting Forum”: con quali obiettivi nasce?
«Il Forum, in programma per due giorni durante Euroluce, vuole riunire tutte le anime della luce: designer, tecnici e specialisti. Con masterclass e interventi di esperti, incluso un neurobiologo, puntiamo a riflettere sul ruolo della luce nel benessere e nella progettazione. L’obiettivo è offrire
un momento di sintesi, stimolando i professionisti a ripensare il progetto luminoso in modo consapevole, fuori dai ritmi quotidiani»
Com’è andato il 2024 per la filiera della luce?
«Il fatturato alla produzione del Sistema Illuminazione nel 2024, si mantiene in area stazionaria rispetto al 2023 e si attesta intorno ai 2,3 miliardi di euro (con una leggera flessione del 2%) secondo i dati preconsuntivi del Centro Studi FederlegnoArredo. L’illuminazione italiana si caratterizza per quote di export che sfiorano l’80% del fatturato complessivo, per un valore di quasi 1,9 miliardi di euro. La Francia, uno dei nostri principali mercati, ha avuto un anno difficile, mentre gli Stati Uniti sono andati bene».
Il settore luce italiano teme la concorrenza?
«L’esperienza mi insegna che con il lavoro e la se-
rietà guardando ai più bravi si migliora. Bisogna temere solo chi non rispetta le regole. Dobbiamo crescere ancora, però, dal punto di vista tecnico perché continuiamo a subire il pregiudizio che i tedeschi siano tecnicamente più avanti di noi».
La filiera della luce made in Italy ha vinto la sfida dell’ecosostenibilità?
«L’ecosostenibilità è una sfida continua e il nostro, in Europa, è il settore più preso di mira dalle normative. Siamo stati tra i primi a rispettare le nuove disposizioni sull’efficienza energetica; quindici anni fa, inoltre, il passaggio dalle lampadine tradizionali, che avevano una forma e una diffusione luminosa interessantissime, ai led, ci ha costretti ad entrare nel mondo dell’elettronica, un settore in cui le regole cambiano continuamente e che comporta aggiornamenti costanti dei prodotti. I problemi non mancano perché, se in precedenza la lampadina era universale in tutto il mondo, oggi non è più così e, ogni volta che si lancia un’innovazione per qualche motivo migliore delle precedenti, siamo costretti a cambiare. E’ vero che ormai possiamo realizzare impianti intelligenti che riducono i consumi del 50%, ma c’è ancora molto da fare, soprattutto nel sensibilizzare sul risparmio energetico: insieme ad alcuni imprenditori, per esempio, mi è capitato di passare sotto il palazzo del Parlamento Europeo a Bruxelles e di notare che tutte le luci, ancora a fluorescenza, erano accese nonostante fosse notte».
Cosa si aspetta da Euroluce 2025?
«Mi aspetto un’edizione innovativa. Credo che la capacità creativa degli espositori ci farà vedere qualcosa di straordinario: le nostre lampade sono complementi d’arredo che esprimono personalità. Spero che chi non parteciperà si renda conto di aver perso un’occasione unica.
Come disse Louis Kahn citato dal grande Bob Wilson, ‘Studenti, partite dalla luce’: è un invito che vale per tutti noi, la luce deve guidare ogni nostro progetto».
Massimo Dozio, Direttore Generale della BCC Cantù, ci offre uno sguardo approfondito sulle principali strategie adottate dalla banca a supporto del territorio e delle imprese locali. Con un forte legame con il tessuto economico e produttivo del canturino, BCC Cantù sta affrontando le sfide attuali con soluzioni innovative e concrete.
In che modo BCC Cantù è vicina alle Piccole e Medie Imprese?
BCC Cantù tiene fede alla sua storica impostazione che la vede da sempre impegnata nel garantire supporto finanziario alle piccole e medie imprese del territorio. Il tessuto produttivo è infatti composto da un microcosmo di iniziative che si sono sviluppate e hanno tenuto il passo con i tempi, facendo fronte anche alle pesanti pressioni del periodo pandemico.
Quali strumenti sono disponibili per il supporto alle imprese?
Le forme più diffuse sono rappresentate da finanziamenti artigiancassa, da forme tecniche assistite dai bandi agevolati, regionali e nazionali, da finanziamenti in Leasing e da interventi che garantiscono l’assi curazione e lo smobilizzo dei crediti che veicoliamo anche tramite il nostro Factoring. Gli interventi più importanti sono spesso affiancati da Garanzie del Mediocredito Centrale o da Sace. La nostra BCC, inoltre, si è da tempo organizzata per offrire anche alle imprese più deboli un adeguato supporto finan ziario, attraverso l’intervento di garanzie accessorie, rilasciate dai vari Consorzi Fidi che seguono il nostro territorio. Abbiamo inoltre reso disponibile una linea di finanziamento a tassi van taggiosi per la partecipazione a ma nifestazioni fieristiche.
La vostra presenza locale è in crescita, in antitesi con la desertificazione bancaria. Qual è il percorso di BCC Cantù?
L’attuale congiuntura parla di migliaia di sportelli bancari chiusi nell’ultimo decennio, ma l’approccio del Credito Cooperativo sia a livello locale che nazionale è ben diverso: ampliare la zona operativa è una scelta coraggiosa, ma perfettamente in linea con i principi di una BCC. Continuiamo a credere negli ideali che ci rendono “differenti”: vicinanza alle comunità locali, legame con il territorio, facilità di accesso al credito e scambio reciproco di fiducia tra le persone e la Banca. Nel 2023 abbiamo aperto due nuove filiali, mentre il 2024 è stato il momento opportuno per trasferire altri due sportelli in zone più strategiche pur rimanendo negli stessi comuni.
Ogni anno mostrate numeri in crescita: è stato così anche per il 2024? E per il 2025?
Anche il 2024 è stato un anno che giudichiamo con soddisfazione. Le variabili patrimoniali ed economiche, che verranno presentate nel corso dell’Assemblea sociale del 9 maggio, appaiono in ulteriore e positiva crescita. Il nostro modello di servizio, che trova nella mutualità cooperativa le sue ragioni fondanti, appare ancora una volta vincente. Il 2025 presenta qualche elemento distonico, come il nuovo corso politico americano, i conflitti e la battaglia economica dei dazi che vede tutti contro tutti. In ogni caso continueremo comunque a fare la nostra parte.
Sede: Cantù - Corso Unità d’Italia, 11 Tel. 031.719.111 • info@cracantu.it www.cracantu.it •
Robert Wilson. Mother - Museo Pietà Rondanini, Castello Sforzesco, novembre 2024, Visita preliminare al sito ©Archivio Change Performing Arts
Al Museo Pietà Rondanini del Castello Sforzesco, l’installazione, con musica di Arvo Pärt, sarà visitabile fino al 18 maggio
Un evento straordinario sta per illuminare Milano: dal 6 aprile 2025, il Museo Pietà Rondanini nel Castello Sforzesco ospiterà “Mother”, l’ultima creazione del celebre artista americano Robert Wilson. In un connubio di arte, luce e suono, questa installazione aprirà il Salone del Mobile.Milano 2025, intrecciandosi con la Milano Art Week e proseguendo fino al 18 maggio. Un’occasione unica per immergersi in un dialogo senza tempo tra il capolavoro incompiuto di Michelangelo, la Pietà Rondanini, e la visione contemporanea di Wilson, accompagnata dalla musica di Arvo Pärt
Wilson, maestro nell’uso della luce come elemento narrativo, ha concepito “Mother” come un’esperienza sensoriale che valorizza l’allestimento progettato nel 2015 da Michele De Lucchi. La Pietà Rondanini, scolpita da Michelangelo negli ultimi anni della sua vita, è un’icona milanese che incanta per la sua potenza “non finita”. Qui, la luce di Wilson e lo Stabat Mater di Pärt – eseguito dal vivo dal 6 al 13 aprile dagli ensemble Vox Clamantis e La Risonanza – creano un’atmosfera di contemplazione e mistero.
L’artista racconta: «La luce è ciò che dà forma allo spazio. Senza luce, lo spazio non esiste. Albert Einstein diceva che la luce è la misura di tutte le cose. Per me è sempre il punto di partenza. Perché la luce non è solo un elemento tecnico, è una presenza viva, un vero e proprio protagoni-
sta. La luce non è un dettaglio da aggiungere in seguito, è l’inizio di tutto». E aggiunge: «Quando ho visto per la prima volta la Pietà Rondanini di Michelangelo, sono rimasto seduto là davanti per più di un’ora. Poi mi sono alzato e ho iniziato a camminarle intorno. Ho percepito un’energia potente, una presenza quasi mistica. Forse proprio il fatto di essere incompiuta la rende così straordinaria. È come una finestra aperta, uno spazio sospeso tra il visibile e l’invisibile. Mi ha regalato un tempo diverso, uno spazio nuovo in cui pensare, sognare. L’idea di metterla in scena mi ha colpito profondamente. Ma in fondo, la Pietà non ha bisogno di una vera e propria scenografia. Ha solo bisogno di uno spazio, di un respiro, di silenzio, perché chi la osserva possa perdersi nei propri pensieri e nelle proprie emozioni. E allora ho pensato alla musica di Arvo Pärt. C’è qualcosa di comune tra la sua musica e questa scultura: un senso del tempo che si dilata, uno spazio che si apre e accoglie. Insieme, arte e musica non raccontano, non spiegano: semplicemente, ci permettono di provare emozioni».
Maria Porro, presidente del Salone del Mobile.Milano, sottolinea l’importanza del progetto: «Nell’anno di Euroluce, inaugurare il Salone con Robert Wilson è un sogno che si avvera. Mother è un’opera che sfida le convenzioni. Esattamente come la potenza del ‘non finito’ di Michelangelo che ha aperto la strada a una nuova visione della scultura. Ringrazio Robert Wilson per aver accettato il nostro invito, Franco Laera per aver trasformato un sogno in realtà, Comune di Milano | Cultura e il Museo della Pietà – Castello Sforzesco per aver collaborato alla realizzazione di un progetto che segna un nuovo passo nella costruzione di sinergie sempre più solide tra Salone del Mobile, le istituzioni culturali di Milano e la città».
“Mother” sarà un viaggio di 30 minuti tra musica, luci e immagini, accessibile su prenotazione tramite la biglietteria del Castello Sforzesco.
Offre l’opportunità di vivere la fusione tra il passato e il presente, tra il silenzio della pietra e la poesia della luce, in uno dei luoghi più affascinanti della metropoli lombarda.
L’attesa è un’esperienza che accomuna tutti: un momento sospeso, spesso carico di ansia e incertezze. Ma se questo limbo potesse diventare un viaggio dolce e rassicurante?
È questa la sfida che Paolo Sorrentino lancia con La Dolce Attesa, l’installazione che il regista premio Oscar presenta al Salone del Mobile 2025. Un’opera che, dall’8 al 13 aprile, accoglierà i visitatori all’ingresso dei padiglioni 22-24 di Fiera Milano Rho, trasformando il concetto di attesa in una metafora dell’esistenza.
visione di Sorrentino
«L’attesa è angoscia. La dolce attesa è un viaggio. Che stordisce e ipnotizza», afferma Sorrentino. Con il suo stile inconfondibile, il regista dà vita a uno spazio atemporale, un ponte tra presente e futuro dove tutto è possibile.
Pensata come una sala d’attesa d’ospedale, l’installazione non immobilizza chi la vive, ma lo accompagna in un percorso intimo. «Tra le peggiori sventure della vita c’è l’attesa», confida Sorrentino, riferendosi a quei momenti in cui il destino dipende da un responso medico.
La nostra sala d’attesa vuole essere altro: un piccolo viaggio, come su giostre rassicuranti». Un invito a riscoprire la pazienza e la bellezza del tempo che scorre lento.
L’installazione accoglierà i visitatori all’ingresso dei padiglioni 22-24 di Fiera
Milano Rho. L’attesa come metafora dell’esistenza
Per realizzare La Dolce Attesa, Sorrentino si è affidato a Margherita Palli, scenografa con oltre quarant’anni di carriera. Collaboratrice storica di Luca Ronconi, per il quale ha firmato più di sessanta spettacoli, Palli vanta un curriculum impressionante: dalle scenografie per Liliana Cavani e Mario Martone al premio UBU vinto sei volte. La sua sensibilità trasforma l’installazione in un’esperienza visiva ed emotiva sospesa tra realtà e sogno.
Maria Porro, presidente del Salone del Mobile. Milano, è molto soddisfatta: «Aprire le porte a Paolo Sorrentino è un’emozione profonda. Con La Dolce Attesa ci invita a vivere un’esperienza che ci riguarda tutti da vicino. È il narratore di vite ordinarie rese straordinarie dal suo sguardo unico». Per la presidente Porro, l’installazione è più di uno spazio: è un racconto che celebra l’attesa come sentimento universale.
Un luogo dove il passato sussurra al futuro, dove ogni dettaglio racconta una storia e il design diventa un linguaggio universale. È questa la magia di Villa Héritage, l’installazione concepita dall’architetto francese Pierre-Yves Rochon per la 63ª edizione del Salone del Mobile.Milano, in scena dall’8 al 13 aprile 2025 nei padiglioni 13 e 15 di Fiera Milano, Rho, all’interno del nuovo percorso espositivo A Luxury Way. Qui, il design non è solo estetica: è un ponte tra epoche, un dialogo tra tradizione e innovazione che invita a rallentare, osservare e lasciarsi emozionare.
Villa Héritage nasce dall’idea che il tempo sia un alleato del progetto creativo. Rochon, maestro dell’ospitalità di lusso con 45 anni di carriera, reinterpreta la tradizione con una sensibilità contemporanea, trasformando l’installazione in un’esperienza multisensoriale. «L’eredità non è un vincolo; è una fonte di libertà», afferma l’architetto. «Comprendere il lascito del nostro mestiere ci fornisce gli strumenti per reinventare. Villa Héritage celebra questa dinamica tra storia e creatività,
Il design non è solo estetica:
è un ponte tra epoche, un dialogo tra tradizione e innovazione
coinvolgendo tutti i sensi». Non un semplice spazio espositivo, ma un racconto in cui luce, texture e suono si fondono per evocare armonia e suggestione senza tempo.
La forma scelta è il quadrato, simbolo di equilibrio e accoglienza. Ogni stanza della villa è un capitolo: la camera bianca, dove la luce si trasforma in poesia visiva; il giardino d’inverno, un omaggio ai paesaggi italiani con verdi brillanti; il salone rosso, che esplode nella teatralità dell’opera; la biblioteca prugna, rifugio per gli amanti delle idee. Al centro, il patio con un pianoforte Alpange rende la musica protagonista, unendo note e silenzi in un’esperienza collettiva. «L’arte è la nostra eterna fonte di ispirazione», aggiunge Rochon, «elevando il design a un dialogo con l’umanità».
Alla guida del suo studio parigino, Rochon ha firmato interni leggendari per catene come Four Seasons, Ritz e Waldorf Astoria, oltre a ristoranti stellati per chef come Joël Robuchon e Alain Ducasse. Camaleontico e visionario, ha dedicato la sua vita alla ricerca di un lusso che va oltre l’apparenza, fatto di eleganza discreta e profonda armonia. Con Villa Héritage, porta al Salone la sua filosofia: il design come trasmissione di valori, un’eredità che si proietta verso il futuro.
Villa Héritage si trova nei padiglioni 13 e 15 del Salone del Mobile.Milano, parte del percorso A Luxury Way. Un’occasione unica per immergersi in un’esperienza che intreccia memoria e innovazione, dove il lusso diventa poesia e il design parla al cuore. Non è solo una visita: è un viaggio nel tempo, da non perdere.
Nelle foto: Pierre-Yves Rochon. Villa HéritageSalone del Mobile.Milano 2025 ©PYR
Lo scorso 25 febbraio, per l’Italian Design Day, Marva Griffin ha tenuto una presentazione sul tema “Disuguaglianze. Il design per una vita migliore” presso l’Istituto Italiano di Cultura a Città del Messico
«Nuovo artigianato: un mondo nuovo» il tema scelto dalla curatrice per l’edizione di quest’anno della manifestazione
Ventisei anni fa, Marva Griffin Wilshire ha acceso una scintilla creativa dando vita al SaloneSatellite, progetto visionario dedicato ai giovani designer. Venezuelana ma milanese d’adozione, con il suo sguardo sensibile e autorevole oggi continua a plasmare l’evento, intrecciando tradizione e innovazione. Fresca del successo di Hong Kong dove ha presentato “SaloneSatellite Permanent Collection 1998-2024 Exhibition”, Marva ci introduce alla 26ª edizione della “sua” creatura, mettendone a nudo l’anima unica e inimitabile.
Marva, quali sono le novità della 26ª edizione?
«Le novità le scopro sempre il giorno prima dell’apertura, quando i designer sballano le loro casse. È un momento magico. Ogni anno il SaloneSatellite ha un tema: per questa edizione è “Nuovo artigianato: un mondo nuovo”. È un argomento che mi sta a cuore. Già nel 2013 e 2014 avevamo esplorato l’artigianato, portando al SaloneSatellite maestri come un falegname di 90 anni, un tessitore e un vetraio di Venezia. Quando i giovani designer collaborano con artigiani esperti, nasce l’artigianato contemporaneo: le loro idee creative si fondono
con la tradizione, dando vita a qualcosa di unico».
Quanti espositori partecipano quest’anno?
«Circa 700 giovani designer under 35 e 20 scuole e università di design. Fin dall’inizio ho voluto coinvolgere le scuole di tutto il mondo: in questi anni ne sono passate dalla nostra manifestazione più di 350 (e quasi 15.000 designer dal 1998 a oggi, ndr). Offriamo uno spazio gratuito dove gli studenti più meritevoli presentano i propri progetti. Si tratta di un’occasione unica per vivere il Salone e immergersi nella realtà di Milano. Quest’anno arrivano da oltre 45 paesi, portando una straordinaria varietà di visioni e culture».
Ci racconta com’è nato il SaloneSatellite?
«Tutto è iniziato 26 anni fa, quando il Fuorisalone cominciava a prendere forma in città. I giovani designer che potevano permetterselo affittavano spazi per mettere in mostra i loro prototipi, ma non erano soddisfatti. Avrebbero preferito essere “nel” Salone del Mobile, a contatto con i produttori: difficilmente, infatti, questi ultimi giravano per la città durante la fiera. All’epoca ero corrispondente per “American House & Garden” e incontravo spesso questi ragazzi. Conoscevano i miei legami con il Salone e mi chiesero aiuto. Ne parlai con Manlio Armellini, la “mente” del Salone del Mobile per tanti anni. Un giorno mi dissero: “Marva, abbiamo lo spazio”, così nacque il SaloneSatellite. Da allora, i giovani espongono qui i loro lavori: i primi due giorni i produttori si concentrano sulla fiera principale, ma dal terzo giorno arrivano, vedono i pro-
totipi, discutono con i designer e spesso nascono collaborazioni per trasformarli in prodotti».
Negli anni, quanti prototipi sono diventati progetti industriali?
«Tantissimi. Per celebrare questo successo, ho creato la Collezione Permanente del Salone Satellite. Quando un’azienda decide di produrre una sedia, una lampada o un oggetto presentato qui, i designer, felici, mi regalano il prototipo: li ho raccolti in un magazzino e così è nata la collezione, che oggi conta oltre 500 pezzi. L’anno scorso, per il 25° anniversario, l’abbiamo esposta a Hong Kong su invito di un’istituzione locale. E’ possibile visitarla all’Artwood Academy di Lentate sul Seveso, una scuola voluta dal compianto Rosario Messina, ex presidente di Flou, per formare designer e artigiani. Dal Salone Satellite sono passati quasi 15.000 designer, e ognuno ha trovato il suo successo».
In quali paesi il design è più sviluppato?
«Il design è un fenomeno globale. L’Italia ha un ruolo di primo piano, ma ci sono contributi importanti anche dal Giappone, dal Brasile, dal Sud America e dagli Stati Uniti. Non faccio distinzio-
ni: c’è uno scambio continuo di esperienze. Tutti amano Milano perché qui c’è il Salone del Mobile, che in 63 anni è diventato la fiera di design più importante al mondo. Non è solo un evento commerciale, ma un’occasione di marketing e cultura che nessun altro offre. Quest’anno il programma è particolarmente ricco e sorprendente».
Come funziona il Salone Satellite Award?
«Ai partecipanti chiediamo di presentare un prodotto, che viene esposto fin dal primo giorno in una mostra dedicata nel padiglione. Invito una giuria di esperti del design, presieduta da Paola Antonelli, Senior Curator del Dipartimento di Architettura e Design del MoMA di New York. Insieme valutano i progetti e scelgono il vincitore».
Chi decide il tema del Salone Satellite?
«Sono sempre io. Come curatrice scelgo il tema basandomi su quello che succede nel mondo. Giro, leggo, osservo e cerco di percepire quello che si respira nell’aria. Quest’anno ho ripreso per la terza volta il tema dell’artigianato perché ci credo profondamente. L’artigianato va salvato e rinnovato: è una risorsa preziosa per il futuro del design».
Marco Bellasio: «Nel mondo del mobile, la qualità premia sempre chi sa distinguersi»
Effebi Arredamenti è sinonimo di arredi su misura: un’azienda che dal 1980 incarna l’eccellenza del distretto del mobile canturino. Fondata da Pierino Bellasio e Antonio Farina, oggi è guidata dai fratelli Corrado, Marco e Andrea Bellasio, eredi di una tradizione che unisce artigianalità, etica del lavoro e uno sguardo attento al futuro. Qui, la qualità non è solo un obiettivo, ma un valore radicato, capace di rispondere alle esigenze dei clienti senza compromessi.
Nata oltre quarant’anni fa, Effebi ha saputo crescere e affermarsi grazie alla dedizione dei suoi fondatori e alla capacità di adattarsi ai tempi. Il passaggio di consegne ai fratelli Bellasio ha rafforzato una visione che intreccia il rispetto per il sapere artigiano con l’innovazione, pilastri su cui il canturino ha costruito il suo prestigio nel corso dei decenni. Ma oggi, il contesto è cambiato, e l’azienda si trova ad affrontare nuove sfide.
Marco Bellasio, per esempio, pone l’accento su un tema cruciale: la sostenibilità. “Essere sostenibili non è una scelta, ma una necessità”, afferma. Eppure, questo impegno si scontra con un paradosso: «Noi rispettiamo le regole, ma chi opera dove le normative sono più “morbide”, in questo momento è avvantaggiato», sottolinea.
Esistono poi differenze strutturali tra i vari Paesi come Cina, Romania e Polonia ad esempio, dove
il costo del lavoro è più basso: «Anche all’interno dell’Italia si registrano condizioni fiscali diversificate, con il Sud che beneficia di una riduzione del 30% sui contributi previdenziali per favorire l’occupazione. Sarebbe auspicabile un sistema più equilibrato che permetta a tutte le imprese di competere con pari opportunità», sottolinea l’imprenditore. Nonostante le difficoltà, tuttavia, Bellasio resta ottimista: «Abbiamo superato il punto di non ritorno», dice. Presto sarà lo stesso mercato a imporre materiali certificati e standard ESG (Environmental, Social & Governance), che valorizzano ambiente, qualità del lavoro e welfare. «La clientela di oggi è sempre più attenta e consapevole nelle proprie scelte, valutando con cura la qualità e l’affidabilità dei materiali prima di acquistare. C’è una crescente preferenza per prodotti certificati e garantiti, che offrano sicurezza e trasparenza, evitando il rischio di materiali di dubbia provenienza», spiega. Una tendenza per fortuna sempre più evidente, che premia chi, come Effebi Arredamenti, punta sulla qualità, anche a costo di prezzi più alti.
Nel distretto canturino, le imprese resistono e crescono grazie a un’arma insostituibile: l’eccellenza. «Puoi avere contro aziende che godono di sconti sul lavoro o normative permissive, ma se produci qualità, i clienti ti premiano lo stesso», conclude Bellasio. Ed Effebi Arredamenti ne è la prova: una realtà che guarda avanti, forte del suo passato e dei suoi valori.
Dal 1998 un palcoscenico unico per i talenti emergenti.
La 26ª edizione ospiterà 20 tra scuole e università di design e circa 700 giovani designer
La 26ª edizione del SaloneSatellite, appuntamento iconico dedicato ai designer under 35, sarà ospitata nei padiglioni 5 e 7 di Fiera Milano Rho. Fondato nel 1998 da Marva Griffin Wilshire, che ancora oggi lo cura con dedizione, questo evento si conferma un palcoscenico unico per i talenti emergenti, offrendo loro visibilità e concrete opportunità professionali. Per il 2025, il tema scelto è “Nuovo artigianato: un mondo nuovo // new craftsmanship: a new world”, un invito a esplorare l’incontro tra tradizione e innovazione, valorizzando i processi e i materiali artigianali per rispondere alle trasformazioni culturali, digitali, ecologiche e sociali del nostro tempo.
Il SaloneSatellite 2025 riunirà circa 700 designer selezionati e 20 tra scuole e università di design, chiamati a riflettere su come l’artigianato possa evolversi per affrontare le sfide del presente e del futuro. «Attivare un ponte tra eredità del passato (héritage) e visione contemporanea è fondamentale per preservare e reinventare le pratiche artigianali», sottolineano gli organizzatori. L’obiettivo non è contrapporre la produzione artigianale a quella industriale, ma trovare un equilibrio che promuova un design in armonia con la natura e capace di rispondere alle esigenze di un mondo in continua evoluzione.
Dare risposte alle domande “chiave”
I giovani talenti sono invitati a esplorare domande chiave: come trasmettere la sapienza dei mestieri d’arte nell’epoca moderna? Come reinterpretare
Connecting Design since 1998
l’artigianato tradizionale per creare mobili contemporanei? Le risposte potranno prendere forma attraverso progetti che spaziano da collaborazioni con artigiani locali – documentate anche tramite video – a reinterpretazioni innovative di oggetti tradizionali, fino a proposte che esplorano mestieri ancora vitali o emergenti nei loro Paesi d’origine. Insieme, queste visioni progettuali tracceranno una mappa ideale delle sfide future e delle possibili soluzioni, dimostrando come il design manuale possa essere un motore di innovazione e sostenibilità.
Le botteghe artigiane, tradizione che evolve
Il focus sull’artigianato non è una novità per il SaloneSatellite, che già nel 2013 e 2014 aveva indagato l’intersezione tra design e mestieri d’arte con temi come “Design e artigianato: insieme per l’industria e Design”. “Innovazione + Artigianalità”. Nel 2025, questa riflessione si arricchisce con uno spazio dedicato alle botteghe artigiane nel padiglione 5.
Sei realtà imprenditoriali di eccellenza metteranno in mostra prodotti recenti, realizzati con materiali provenienti da diverse aree geografiche, per dimostrare come le tradizioni più antiche possano dialogare con il design contemporaneo, mantenendo intatta la loro vitalità e rilevanza.
Il cuore pulsante degli eventi sarà l’Arena, situata nel Padiglione 7. Il 9 aprile, alle ore 15, si terrà la cerimonia di premiazione della 14ª edizione del SaloneSatellite Award, che celebrerà i tre progetti più meritevoli tra i prototipi esposti, con la possibilità di assegnare fino a due Menzioni d’Onore. Una giuria internazionale, presieduta da Paola Antonelli, Senior Curator del MoMA di New York, valuterà le proposte, esposte in una mostra dedicata nel Padiglione 5.
Il 10 aprile sarà una giornata densa di appuntamenti. Alle ore 15, l’artista e regista Robert Wilson, ex studente del PRATT Institute, renderà omaggio alla sua Alma Mater con un intervento speciale dall’Arena, condividendo ispirazioni e riflessioni
con i giovani designer. A seguire, alle 15:30, Alberto Cavalli, Direttore Generale della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, terrà una lectio sull’artigianato contemporaneo, offrendo spunti preziosi per i creativi presenti.
I partecipanti di questa edizione sono stati scelti da un Comitato di Selezione composto da figure di spicco del design, dell’architettura e dei media: Hiroyuki Anzai, Felicia Arvid, Ricardo Bello Dias (autore del layout espositivo insieme a Hariadna Pinate), Nicole Bottini, Marco Cassina, Tomas Dalla Torre, Beppe Finessi, Ferruccio Laviani, Sergio Nava, Guglielmo Poletti, Marco Romani e Marva Griffin Wilshire
Questo panel garantisce un alto livello di qualità e innovazione, selezionando le migliori idee emergenti da tutto il mondo.
L’ingresso al SaloneSatellite è gratuito, con accesso diretto dal Cargo 3 per chi arriva dall’esterno, mentre i visitatori già presenti in fiera potranno raggiungerlo dai padiglioni 5 e 7. Un’occasione imperdibile per scoprire i futuri protagonisti del design e immergersi in un evento che celebra la creatività giovanile come forza trainante del cambiamento.
In un contesto globale segnato da profondi mutamenti ambientali, economici e sociali, il SaloneSatellite 2025 si pone come un laboratorio di idee, dove l’artigianato non è solo un’eredità da preservare, ma una risorsa per immaginare soluzioni sostenibili e innovative attraverso il talento dei designer under 35.
Da oltre settant’anni l’azienda Molteni Giampaolo trasforma il legno in creazioni su misura, dando vita a progetti unici e raffinati, capaci di rispondere con precisione ai desideri di ogni cliente, dai privati ai grandi marchi dell’arredamento. La realtà canturina ha preso il via con Antonio Molteni, è proseguita con il figlio Giampaolo e continua attualmente con il nipote Massimo: ad essere portata avanti è un’eredità artigiana fatta di passione e competenza, capace di rinnovarsi di generazione in generazione, senza perdere di vista le numerose evoluzioni tecnologiche.
La Molteni Giampaolo rappresenta dunque un’azienda moderna, in grado di dare forma alle idee e di proporre servizi accurati e completi, seguendo ogni fase della realizzazione, dalla progettazione alla produzione, fino all’installazione, garantendo un servizio su misura e curato in ogni dettaglio. Questo approccio sartoriale permette di creare ambienti esclusivi, dove il design incontra la funzionalità e la qualità artigianale si esprime in tutta la sua eleganza, trovando spunti di alto livello negli elementi e nei principi dell’eccellente tradizione mobiliare canturina. Non solo clienti privati: anche importanti brand e realtà del settore contract scelgono la Molteni Giampaolo per progetti di alto livello. Tra le collaborazioni più prestigiose spiccano quelle con hotel di lusso, come un’esclusiva struttura milanese, dove l’attenzione ai materiali e la personalizzazione degli spazi diventano elementi essenziali per garantire un’esperienza unica.
Molteni Giampaolo snc Via Dell’Artigianato 50 22063 Cantù CO tel 031734 919 mail info@giampaolomolteni.it
Il territorio comasco è da sempre la culla della lavorazione del legno, pertanto non stupisce che alle porte di Como, a Novedrate, sia sorta Legnoquattro, una delle poche aziende al mondo in grado di tingere tranciati con spessori variabili da 0,6 a 2 millimetri.
Nel suo recente passato, l’azienda ha centrato numerosi obiettivi rilevanti e ad illustrarceli è il suo presidente, Eugenio Grandinetti, che non nasconde la soddisfazione: «Il più importante è quello della fornitura per la riqualificazione del prestigioso teatro Bolshoi di Mosca, a cui abbiamo consegnato i tranciati ad inizio dello scorso anno - rivela - attualmente il progetto sta continuando e durante il 2024 ci sono stati nuovi ordini di legni pregiati in colori che abbiamo creato appositamente per le esigenze manifestateci dai committenti. Si tratta di un lavoro particolare, per il quale abbiamo dovuto realizzare intarsi e disegni su misura: un progetto di grande bellezza e di notevole valore economico».
Rivolgendo lo sguardo all’andamento generale dell’attività, Grandinetti riferisce una soddisfacente performance nel 2024: «Il fatturato ha fatto registrare una sostanziale tenuta rispetto all’anno precedente, nonostante le difficoltà lavorative causate dagli eventi mondiali. Di certo Legnoquattro lavora con committenti situati in varie parti del mondo, fra cui Russia, Turchia, Stati Uniti, Indonesia e ovviamente Europa. Ma non solo: oltre che con gli Emirati Arabi Uniti, si sta intensificando la richiesta di lavoro dall’Arabia Saudita, mercato fino ad ora non esisteva per la nostra impresa» Sulle prospettive future, il presidente Grandinetti si mostra ottimista: «Sì, se guardiamo avanti, a tutto il 2025, le previsioni sono positive, anche se sta emergenza una certa difficoltà legata all’approvigionamento di legni pregiati»
Artigianato e innovazione, ricambio generazionale e un forte impegno per la sostenibilità ambienta-
le sono i cardini attorno ai quali ruota l’attività di Legnoquattro, un’azienda che punta a confermarsi come affidabile riferimento nel Distretto del mobile canturino.
Il Salone del Mobile è la scintilla che ogni anno traina il settore mobile verso lusinghieri traguardi. E dal Salone del Mobile si dipanano fili che lo legano indissolubilmente ai distretti del mobile più importanti per l’economia italiana e lombarda. Uno di questi fili conduce a Cantù, la Città del Mobile, dove ogni anno si tiene una manifestazione importante per il settore: il Festival del Legno. Per parlare della manifestazione degli obiettivi che si pone abbiamo interpellato l’assessore alle attività economiche del Comune, Isabella Girgi.
Assessore, il primo Salone del Mobile è stato inaugurato il 29.9.1961: perché il Festival del Legno avrà inizio il 24.9.2025?
«Il Salone del Mobile è un evento che ha rivoluzionato il settore del design e dell’arredo a livello internazionale. Abbiamo voluto omaggiare la sua nascita, su suggerimento di Andrea Tagliabue nell’ambito della Consulta per l’Economia, per sottolineare il ruolo di Cantù nella filiera del mobile e del design italiano. La nostra città da sempre rappresenta un punto di riferimento per l’artigianato d’eccellenza e il Festival del Legno è un’occasione per ribadire questo legame con il passato e rilanciare la nostra identità nel presente e nel futuro».
Cantù, sempre più Città del Mobile: cosa fare per rafforzare la sua identità?
«Bisogna investire nella promozione del nostro saper fare, creando opportunità per le imprese, i designer e gli artigiani del territorio. Negli anni abbiamo sviluppato relazioni molto strette con le associazioni di categoria e con l’Ordine degli Architetti. Oggi stiamo lavorando a una sempre maggiore sinergia tra pubblico e privato, coinvolgendo aziende, scuole e istituzioni. Il Festival del Legno stesso rappresenta una delle iniziative chiave per promuo-
vere il nostro distretto. Inoltre, con il MoMe – Museo del Mobile e del Merletto e l’Arena stiamo gettando le basi per un progetto culturale che valorizzi il nostro patrimonio storico e produttivo a 360 gradi».
Qual è il valore della filiera del mobile canturina nei vari comparti e come consolidarlo nel tempo?
«Cantù stessa è una filiera d’eccellenza, un ecosistema produttivo unico che coinvolge l’intero comparto: dai materialilegno, marmo e ferro - fino alle finiture: vernici, maniglie e cerniere. È questa rete di competenze e specializzazioni a rendere il distretto un punto di riferimento per il settore. La nostra forza sta nella capacità di integrare artigianato e innovazione, rispondendo alle richieste anche con soluzioni su misura e di altissima qualità. Per consolidare questa eccellenza, è fondamentale investire nella formazione delle nuove generazioni, un tema di cui si discute da tempo, promuovendo percorsi che le preparino ad affrontare le sfide del settore, e incentivare l’adozione di nuove tecnologie».
Festival del Legno 2025 e MoMe: può rivelarci qualche novità in anteprima?
«Il tema sarà “Pezzi Unici”, un omaggio al valore dell’artigianato, della creatività e dell’identità di ogni azienda, designer e architetto. Punteremo a raccontare la storia del nostro territorio attraverso il saper fare che lo contraddistingue, mettendo al centro il valore del pezzo unico come espressione di maestria e innovazione. Le aziende, gli artigiani e le scuole saranno protagonisti di un percorso che unisce tradizione e contemporaneità, facendo di Cantù un punto di riferimento sempre più forte nel panorama del design e dell’arredo. Anticipiamo anche che ci saranno nuove collaborazioni e un programma ancora più ricco di eventi e iniziative».
Da “Drafting futures” al primo forum dedicato alla luce: «Il dialogo in presenza è tornato a essere fondamentale»
Annalisa Rosso, Editorial Director & Cultural Events Advisor del Salone del Mobile.Milano, è la regista degli incontri che danno vita al programma culturale dell’importante manifestazione. Vera e propria “donna dei talk”, trasforma idee in tavole rotonde, incontri e iniziative, coinvolgendo personalità di spicco di ogni settore. Con lei esploriamo due progetti chiave: “Drafting Futures. Conversations about Next Perspectives” e “The Euroluce International Lighting Forum”, quest’ultimo diretto con APIL, per scoprire l’evoluzione del Salone e le visioni che lo guidano.
In che direzione sta evolvendo il dialogo, a suo giudizio, nel contesto del Salone del Mobile?
«Negli ultimi anni, i nostri incontri hanno assunto un valore crescente, sia culturale che di business. Dopo la pandemia, il dialogo in presenza è diventato essenziale, riportando l’architettura al centro del dibattito internazionale. Il pubblico risponde con attenzione e il confronto fisico genera approfondimenti che, poi, portiamo avanti tutto l’anno, anche attraverso i canali digitali e i viaggi internazionali. La community del design apprezza questa sensibilità verso temi complessi: l’anno scorso l’Intelligenza artificiale, quest’anno i business del design e dell’hospitality. Con il forum della luce, affronteremo, invece, le tematiche che riguardano l’illuminazione».
Cos’è “Drafting Futures. Conversations about Next Perspectives”?
«Un format di tavole rotonde nato per valorizzare lo scambio di conoscenze. Per noi è molto impor-
tante l’esperienza dell’anno precedente: sulla base di essa mettiamo a punto l’evento successivo. Nel tempo abbiamo capito che la trasmissione di esperienze in modo diretto, tra professionisti, è un tema davvero caldo nel nostro settore. Al di là dell’ottimo lavoro svolto da scuole e accademie, infatti, è cruciale la collaborazione tra architetti. Tra i nostri ospiti
Drafting Futures, curato da Annalisa Rosso, si articola in talk mattutini e tavole rotonde pomeridiane, esplorando come design, arte e creatività decifrino il presente e anticipino il futuro. Tra i protagonisti troviamo Valeria Segovia il 10 aprile, mentre l’appuntamento con Lesley Lokko è in calendario per l’11. Paolo Sorrentino, regista premio Oscar, chiuderà il ciclo il 12 aprile, dialogando con Antonio Monda sul tema dell’attesa. Le tavole rotonde affrontano temi chiave: The Business of Design: Global Perspectives on Trade, E-Commerce, and Distribution (9 aprile) e The Business of Hospitality: Where Design Meets Functionality (10 aprile), con esperti autorevoli. Palcoscenico sarà l’Arena Drafting Futures, firmata Formafantasma, che ospita anche la Biblioteca del Salone, con libri sulla luce scelti dai relatori.
avremo Valeria Segovia di Gensler, studio di architettura tra i più muscolari e attivi della nostra epoca, che ci parlerà dell’impatto globale della progettazione, Lesley Lokko, curatrice dell’ultima Biennale di Venezia, impegnata su temi etici e sociali, Bjarke Ingels, innovatore disruptive, e Paolo Sorrentino, cui spetterà il compito di chiudere gli incontri presentando al pubblico una prospettiva esterna, che intreccerà il design con altre discipline».
Come si articolerà, invece, “The Euroluce International Lighting Forum”?
«Questa prima edizione rappresenta un momento importante per Euroluce e per il Salone tutto. Crediamo che riunire venti esperti - tra architetti, scienziati, biologi e ricercatori - da tutto il mondo sia un’occasione di crescita unica e imperdibile. Tra loro spicca, per esempio, il nome di Patrick Rimoux, lighting designer e scultore della luce, che ha ridisegnato l’illuminazione di Notre-Dame con un progetto poetico e all’avanguardia.
La prima giornata, intitolata “Light for Life”, mette l’uomo al centro. Tra gli eventi in programma segnalo la solar designer Marjan van Aubel che parlerà di luce solare e sperimentazione, il neurobiologo vegetale Stefano Mancuso che esplorerà il ruolo della
Drafting Futures. Conversations about Next Perspectives
luce per la vita delle piante, mentre Piero Benvenuti, professore emerito di astrofisica dell’Università di Padova, affronterà la tutela del buio come risorsa preziosa.
La seconda giornata, “Light for Spaces”, offrirà la masterclass con il lighting designer giapponese Kaoru Mende e tavole rotonde con professionisti come, tra gli altri, Carla Wilkins, presidente eletta dell’International Association of Lighting Designers, e Tim Ingold, professore emerito di Antropologia Sociale presso l’Università di Aberdeen, che discuteranno di luce e spazi abitati. Il Forum è pensato per approfondire temi cruciali come la sostenibilità e il benessere, con un approccio multidisciplinare».
Terminato il Salone, potrà dirsi soddisfatta se… «Sarò soddisfatta se, come in passato, se ne parlerà in seguito per settimane e mesi, lasciando un segno. L’obiettivo è seminare idee che germoglino nel tempo, stimolando una riflessione collettiva».
State già pensando al prossimo anno?
«Sì, lavoriamo a un progetto in crescita. Non si tratta di ripartire da zero, ma di proseguire con coerenza il nostro percorso, portando avanti nuovi spunti di riflessione».
Salone del Mobile.Milano 2024 ©Romano Dubbini
Salone del Mobile.Milano
Tra tavole rotonde, forum e installazioni artistiche non ci sarà un attimo di respiro. In piazza
Della Scala, aperto dalle 10 alle 19, c’è il Design Kiosk
Il programma culturale del Salone del Mobile. Milano 2025 promette di trasformare la fiera in un laboratorio di idee, con progetti speciali, talk, forum e iniziative che si estendono anche in città. Ecco cosa non perdere.
Nei padiglioni 13-15, lungo il percorso A Luxury Way, l’architetto francese Pierre-Yves Rochon presenta “Villa Héritage” (8-13 aprile).
All’ingresso dei padiglioni 22-24, il regista Paolo Sorrentino firma “La dolce attesa” (8-13 aprile), mentre fuori dalla fiera, al Museo Pietà Rondanini del Castello Sforzesco, l’artista Robert Wilson propone “Mother” (aperta al pubblico dall’8 aprile al 18 maggio).
Nel padiglione 14, l’Arena Drafting Futures, firmata da Formafantasma, ospita “Drafting Futures. Conversations about Next Perspectives”, a cura di Annalisa Rosso.
Una serie di talk vedrà protagonisti nomi di spicco: il 10 aprile (ore 11) Valeria Segovia di Gensler London, l’11 aprile (ore 11) Lesley Lokko dell’African Futures Institute e il 12 aprile (ore 11) Paolo Sorrentino con il giornalista Antonio Monda Spazio anche alle tavole rotonde: il 9 aprile (ore 16) si parlerà di commercio e distribuzione nel design, mentre il 10 aprile (ore 16) l’ospitalità sarà al centro del dibattito, sempre in inglese, per un confronto globale sulle tendenze future.
International Lighting
la luce protagonista
Nei padiglioni di Euroluce, l’Arena The Forest of Space, progettata da Sou Fujimoto, accoglie il forum “Light for Life. Light for Spaces (10-11 aprile), diretto da Annalisa Rosso con APIL. Il 10 aprile,
giorno dedicato a “Light for Life”, propone masterclass con la designer solare Marjan van Aubel (ore 10.30), il neurobiologo Stefano Mancuso (11.15) e Robert Wilson (12.15), seguite da una tavola rotonda con esperti del settore. L’11 aprile, incentrato su “Light for Spaces”, vedrà masterclass dei lighting designer Kaoru Mende (ore 10.30), Patrick Rimoux (11.15) e Lonneke Gordijn (12.15) seguiranno una tavola rotonda (14) e un workshop finale (15.45) curato da A.J. Weissbard
Nei padiglioni 5 e 7, il SaloneSatellite celebra i designer under 35 con il tema “Nuovo Artigianato: Un Mondo Nuovo”. Il 9 aprile (ore 15) si terrà la
premiazione del SaloneSatellite Award. Il giorno seguente, alle ore 15, Robert Wilson saluterà i giovani creativi e visiterà lo stand del PRATT Institute, seguito da un talk (ore 15.30) di Alberto Cavalli sull’artigianato contemporaneo.
Dal 1° al 13 aprile, in Piazza della Scala, il Design Kiosk (ore 10-19) sarà un punto d’incontro aperto a tutti, portando l’atmosfera del Salone nel cuore di Milano.
Con questo programma, il Salone del Mobile si conferma un evento unico, dove il design non è solo esposizione, ma dialogo tra culture, discipline e generazioni. Un appuntamento da segnare in agenda per scoprire come il futuro prende forma.
La campagna di comunicazione pensata per Il Salone del Mobile.Milano 2025 s’intitola “Thought for Humans” ed è firmata da Dentsu Creative Italy. Frutto di un lavoro curato nei minimi dettagli, segna un ritorno alle origini del design. La filosofia alla base di “Thought for humans” celebra l’essenza umana del progetto: ogni oggetto nasce da e per l’uomo, rispondendo ai suoi bisogni, valori ed esperienze. Il design non è inteso solo come estetica o funzione, ma un mezzo per migliorare la vita quotidiana, intrecciando corpo, materia e spazio in un dialogo armonioso.
Il cuore della campagna è l’approccio innovativo alla comunicazione, che abbandona l’Intelligenza
Artificiale del 2024 per abbracciare la fotografia, un linguaggio universale e concreto. A guidare questa visione è Bill Durgin, artista visivo celebre per la sua capacità di reinterpretare il corpo umano. Nei suoi cinque scatti, Durgin fonde pelle umana con materiali come legno, metallo, tessuto e bioplastica, creando immagini che evocano sostenibilità e connessione. «Abbiamo esplorato come forme e materiali potessero dialogare con il corpo, con attenzione ai dettagli e un tocco di improvvisazione», racconta Durgin. “Dopo anni di distanza, celebriamo il ritorno al tatto.”
La scelta dei materiali riflette i valori del Salone: sostenibilità e innovazione. «Volevamo un messaggio chiaro e globale», spiega Luca Adornato, Direttore Marketing e Comunicazione. «La fotografia rende tangibile la relazione tra uomo e materia». Per Durgin, «il grande design porta gioia nella vita di tutti i giorni, radicandosi nell’anatomia umana». Con “Thought for Humans”, il Salone si conferma una piattaforma culturale capace di ispirare, connettendo tradizione e futuro.
Secondo l’Ufficio Studi di Confartigianato a risentire di più delle nuove tariffe sarebbe la filiera del mobile nelle province di Milano, Monza e Brianza e Como
I dati negativi riferiti al 2024, inerenti al settore del legno-arredo, uno dei cluster chiave del made in Italy, sono confermati anche dal rapporto congiunturale dell’Ufficio Studi di Confartigianato “Tendenze del legno-arredo nell’autunno 2024”. Crisi geopolitiche e incertezza economica, su cui dominano un ritardo nella ripresa del commercio internazionale e una prolungata stretta monetaria, sono anche in questo elaborato ritenute all’origine dei risultati negativi registrati nell’anno.
L’analisi della congiuntura nei comparti dei prodotti in legno e dei mobili - in
cui operano 52mila imprese, di cui i due terzi (64,7%) sono rappresentate dalle 34mila imprese artigiane – delinea una fase congiunturale critica per il settore legno-arredo, caratterizzata dalla contrazione della domanda estera, il rallentamento della produzione e dal termine di una fase espansiva dell’occupazione. Il fenomeno è diffuso su tutta la manifattura, che nei primi nove mesi del 2024 segna un calo della produzione del 3,4%, con una maggiore accentuazione della flessione per il legno e i mobili che perdono rispettivamente il 4,5% e il 3,8% della produzione. La flessione produttiva è diffusa in Europa. Le stesse vendite al dettaglio di mobili
sono in contrazione, segnando un calo dell’1,1% nello stesso periodo. Anche grazie al sostegno della manovra di bilancio, tuttavia, per il 2025 si prevede una leggera ripresa dei consumi privati (+1,0%).
«Nei primi otto mesi del 2024 – scrive l’Ufficio Studi
- il settore legno-arredo registra un calo dell’export dell’1,9%, che segue una flessione del 5,3% nel corrispondente periodo del 2023: una tendenza negativa per due anni consecutivi non si registrava dal biennio 2008-2009, a seguito della Grande crisi innescata nel mercato dei mutui subprime negli Stati Uniti. In chiave settoriale, l’export registra una tenuta per il legno (+0,3%), mentre è in calo più marcato (-2,3%) per i mobili. Si delinea il termine di un ciclo espansivo dell’occupazione nel settore, con un calo del 16,1% delle assunzioni previste tra novembre 2024 e gennaio 2025. Persistono difficoltà nel reperimento di manodopera, soprattutto nelle regioni del Nord Italia. Le caratteristiche strutturali del settore in Italia delineano un elevata presenza delle micro e piccole imprese (MPI), che costituiscono il 70,2% degli occupati del settore, mentre è rilevante la concentrazione di imprese artigiane (64,7% del totale)». Fin qui l’analisi a livello nazionale. E in Lombardia come vanno le cose? L’Ufficio Studi rivela che nel comparto del legno arredo in Lombardia operano
8.850 aziende, di cui 5.938 artigiane, con 46mila addetti. Secondo i dati disponibili, nella regione, nel terzo trimestre del 2024, la produzione del legno-arredo ha registrato un calo del 3,5% (contro il -4,1% in media nazionale), facendo peggio solo rispetto a meccanica e moda. Da notare l’incognita che pesa sulla voce export: «In chiave nazionale, per le esportazioni di mobili si osserva un calo del 10,4% in Germania, mentre cresce (+4,3%) quello degli Stati Uniti, primo mercato del made in Italy per mobili per la casa, sedie e divani – svela l’Ufficio Studi - Tra le province lombarde, gli USA sono il primo mercato per i mobili di Monza e Brianza, Como e Milano. È proprio su questo mercato che la possibile introduzione di dazi addizionali da parte degli Stati Uniti potrebbe avere impatti significativi».
Confartigianato ha già fatto i conti: «L’Italia sarebbe tra i Paesi più colpiti dall’applicazione di dazi USA sui prodotti europei. Gli Stati Uniti rappresentano infatti il secondo mercato, dopo la Germania, per il maggior valore del nostro export – 66,4 miliardi, pari al 10,7% del totale – e hanno visto un boom delle nostre vendite (+ 58,6%, pari a 24,9 miliardi di euro) tra il 2018 e il 2023. Nel 2024 il made in Italy ha conquistato il mercato statunitense soprattutto con i prodotti farmaceutici (+19,5%), alimentari, bevande e tabacco (+18%), apparecchi
elettrici (+12,1%), macchinari (+3,7%), gomma, plastiche, ceramica e vetro (+3,2%), legno, stampa e carta (+2,4%). Ora l’imposizione di dazi addizionali, nelle ipotesi del 10% o del 20% (ma potrebbero attestarsi persino su percentuali superiori, ndr), farebbe calare le nostre esportazioni verso gli Stati Uniti, rispettivamente, del 4,3% o addirittura del 16,8%», spiega in un apposito comunicato
stampa l’Ufficio Studi di Confartigianato. «A risentirne sarebbero, in particolare, i settori con la maggiore presenza di micro e piccole imprese nella moda, mobili, legno, metalli, gioielleria e occhialeria… A livello territoriale, le regioni più esposte per la maggiore quota delle esportazioni negli Usa sono la Lombardia con 13.510 milioni di euro (20,5% del totale nazionale), Emilia-Romagna con 10.754 milioni (16,3%), Toscana con 10.251 milioni (15,6%), Veneto con 7.174 milioni (10,9%), Piemonte con 5.189 milioni (7,9%) e Lazio con 3.344 milioni (5,1%)».
È utile concludere questa sintesi con le parole del presidente di Confartigianato, Marco Granelli: «La politica dei dazi – sottolinea – può forse pagare nel breve periodo, ma l’esperienza insegna che le sfide commerciali si vincono garantendo la libera circolazione delle merci. Per le nostre imprese si apre una sfida da affrontare intensificando gli sforzi per assicurare l’alta qualità della manifattura made in Italy, arma vincente e distintiva che i mercati sanno riconoscere ed apprezzare».
52.153 Imprese registrate
220.399 Addetti in imprese attive
33.738 Imprese artigiane attive
64,7 % imprese artigianato su imprese
87.446 Addetti imprese artigiane attive
39,7 % addetti artigianato su addetti del settore
70,2 % addetti in MPI <50 addetti
46,1 miliardi di euro di fatturato
14,0 miliardi di euro in made in Italy
82,4 % mobili su esportazioni legno-arredo
Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat e Unioncamere-Infocamere
N.B. Imprese al III trimestre 2024, addetti totali e artigianato e fatturato 2022, export 2024 (ultimi 12 mesi ad agosto) Ateco2007 16 e 31
Il presidente di Confartigianato Lombardia invita a guardare con più interesse alle aree in cui la ricchezza sta crescendo: Turchia, Paesi Arabi e Sud America
Eugenio Massetti, bresciano, è dal 2013 presidente di Confartigianato Lombardia, l’organizzazione che rappresenta oltre 95.000 imprese, tra micro, piccole e medie (MPI) e 15 realtà territoriali. Guida con consapevolezza un settore cruciale per la tenuta economica e sociale della regione, difendendo gli interessi degli artigiani e delle loro realtà imprenditoriali, autentico motore del territorio. Oggi, il comparto legno-arredo attraversa una fase complessa: dopo anni di crescita, trainata anche dall’export e dal prestigio del Made in Italy, si trova a fare i conti con la frenata che colpisce l’intera economia italiana. Massetti analizza con lucidità la situazione e propone una visione pragmatica, invocando certezze da parte di chi governa e invitando gli artigiani ad aprire gli occhi sui nuovi mercati.
Il settore legno-arredo è in frenata: le MPI e le imprese artigiane soffrono più delle altre? «Essere piccoli nel settore legno-arredo offre un vantaggio rispetto alle grandi aziende che, ormai, si limitano a produrre e vendere. Le nostre imprese, infatti, curando direttamente anche i servizi post-vendita, hanno sempre quel “qualcosa in più” da fare.
Da circa due anni, purtroppo, il comparto, che in precedenza non aveva mai conosciuto crisi, sta rallentando, in linea con l’intera economia italiana, dall’automotive al manifatturiero. È preoccupante, perché, anche grazie al potente traino del Salone del Mobile.Milano nel corso dei decenni, il settore aveva sempre avuto successo nel mondo. Ora serve un cambio di passo per affrontare questa fase un po’ complicata».
Gli Stati Uniti sono il primo mercato: i dazi fanno paura?
«Viviamo una situazione particolare. Prima di addentrarmi nella risposta, però, vorrei dire che, nel comparto del turismo, gli americani quest’anno hanno compensato, nelle località del Nord Italia, il calo di afflusso dalla Germania (i turisti tedeschi sono stati vittima della crisi economica del loro paese). Sul fronte dell’export l’ipotesi dei dazi crea apprensione anche perché non sappiamo ancora in quale percentuale saranno applicati. Detto ciò, i nostri prodotti sono di fascia alta, sinonimo di eccellenza: i nostri migliori artigiani, che sono da tempo orientati al mercato del lusso, troveranno sicuramente ancora acquirenti anche negli USA dove chi può spendere certamente non manca. Più che il timore di vendere meno, è lo spettro dell’incertezza a pesare, insieme ai costi di produzione che rischiano di esplodere».
Ci sono mercati che invece stanno crescendo?
«Per fortuna, sì. Turchia e Paesi Arabi, per esempio, grazie alla clientela alto-spendente si stanno affiancando a USA, Germania, Francia e Paesi
nordici. Noi italiani, quando le cose vanno bene, tendiamo a sederci e vivere di rendita. Per non restare spiazzati nei momenti di difficoltà, invece, dovremmo continuare a esplorare nuovi mercati, proseguendo nella valorizzazione del Made in Italy, il cui appeal è sempre straordinario. Non dobbiamo temere un calo in America, ma guardare dove la ricchezza sta crescendo.
Mi rifaccio ancora al turismo perché è lo specchio della possibilità di spendere di un popolo: ebbene, stiamo assistendo a un netto aumento di afflusso turistico dall’Argentina. Questo mercato, e il Sud America più in generale, è in crescita: se non possiamo più contare sugli sbocchi tradizionali, meglio guardare altrove».
La concorrenza extra-UE sta penalizzando l’export del legno-arredo?
«Un altro tema importante. Abbiamo investito molto sulle certificazioni del legno, rispettando regole severe, ma competiamo con Paesi extra-UE che non le seguono, portando sul mercato mobili di bassa qualità, realizzati con componenti scadenti, che vengono però preferiti per via del prezzo fina-
le. Lo stesso presidente Trump dovrebbe considerare queste dinamiche e non fare di tutta l’erba un fascio. Temiamo solo la concorrenza sleale, di chi spaccia compensato per noce o aggira le regole: fortunatamente, i nostri prodotti hanno un valore unico che ci protegge».
Guardiamo in casa nostra. Il Bonus Mobili è ancora efficace o servono nuovi strumenti di incentivazione?
«Il mercato interno è quello che ci preoccupa di più. È in calo e per le piccole imprese è un problema serio: se il mercato è fermo, infatti, non si fattura. Sul Bonus Mobili c’è troppa incertezza: la politica non chiarisce dove vuole portarci. Rischiamo un flop come per il Superbonus, modificato mille volte e utilizzato più che altro da chi non aveva problemi economici. Il governo deve dire chiaramente ai cittadini fino a che tetto è consentito detrarre: 5, 10, 20 mila euro? I contribuenti devono avere la certezza del beneficio promesso, senza che nessuno cambi le carte in tavola all’ultimo momento. L’incertezza intorno alla possibilità di poter godere di un beneficio alla fine blocca gli acquisti».
Ecosostenibilità e deforestazione zero: in che direzione stiamo andando?
«Le regole, spesso, sono state messe da chi in un primo momento voleva guadagnarci, ma poi ne è stato danneggiato. Guardo nuovamente le cose dal punto di vista del cittadino che è sempre più avanti di certe speculazioni. Se gli si dice che l’ambiente deve essere salvaguardato e gli si impone di cambiare l’auto passando all’elettrico, più costoso, ma poi mancano colonnine o energia veramente pulita (ottenuta da una fonte rinnovabile, non da nucleare o combustibili fossili, ndr), sicuramente si arrabbia e si tiene la vettura che aveva. Lo stesso vale per il legno.
Penso a una storia: due fratelli abitavano vicino a un fiume e si scaldavano gratuitamente durante l’inverno bruciando la legna che raccoglievano sulla riva. Un giorno, però, arrivò la forestale, li multò e loro smisero di raccogliere la legna. Sapete cosa accadde? Che al primo nubifragio il fiume straripò, facendo ingenti danni, a causa degli scarichi intasati dalla legna in eccesso non più raccolta dai due fratelli. Inconsapevolmente, i due, per anni, avevano fatto vera sostenibilità, tenendo pulita la riva di un fiume. Purtroppo, però, sono stati multati a causa di regole assurde. Io, figlio di contadini, dico: la sostenibilità vera è buonsenso, non quello che ci impongono dall’alto».
Marco Bellasio, presidente Legno Arredo di Confartigianato Imprese Como, nonostante il presente un po’ complicato, guarda al futuro con fiducia
Marco Bellasio, presidente Legno Arredo di Confartigianato Imprese Como, guarda con fiducia al futuro, nonostante, negli ultimi due anni, il settore del mobile abbia segnato numeri in flessione. Dal suo osservatorio privilegiato, nel cuore del distretto del mobile lombardo, ricava una visione lucida e concreta del presente e del futuro del comparto: la forza dell’asse produttivo del nord-est, il mercato che è in continua trasformazione, la carenza di manodopera endemica (ma per la quale s’incomincia a intravedere un’inversione di tendenza), la ritrovata voglia dei giovani di fare l’imprenditore e il ruolo di traino per il settore del Salone del Mobile.
Per ripartire Bellasio punta sull’orgoglio del Made in Italy e sulla capacità delle imprese artigiane di adattarsi alle situazioni.
Le aziende delle 12 province della Pianura Padana - dalla Lombardia al Friuli-Venezia Giuliaproducono quanto Spagna, Danimarca e Francia messe insieme: qual è il loro segreto?
«I distretti dalla Brianza al Triveneto sono il motore di questo mestiere. Non ci sono segreti, vincono la voglia di fare, una tradizione radicata e il fatto di essere la culla del Made in Italy. Abbiamo avuto la capacità di creare una rete integrata: la forza è quella di poter collaborare tra aziende dello stesso settore e con realtà complementari come quelle del metallo, del marmo o dei tessuti, racchiuse nel raggio di pochi chilometri. Io, per esempio, con i miei fratelli ho un’azienda di arredi su misura: non lavoriamo solo il legno, ma gestiamo il progetto a 360 gradi grazie alla presenza di specializzazioni uniche, fornitori a un passo, un ecosistema nato per fare arredamento. La vicinanza di Milano, con i suoi capitali e la passione per l’architettura d’interni, ha fatto il resto: ha attirato talenti e creato opportunità, come il Salone del Mobile, che ci rende il centro del mito».
Vi preoccupa di più la contrazione dell’export o quella del mercato interno?
«Il mercato interno è in calo da vent’anni, con qualche ripresa legata a fattori esterni: nel 2021-22, per esempio, la gente, chiusa in casa a causa del covid, ha cominciato a desiderare abitazioni più vivibili spingendo il nostro settore. Finita la pandemia si è tornati in flessione, complice anche il cambio di abitudini: una volta si acquistavano arredi di qualità, per esempio per la sala da pranzo, spinti dal desiderio di ricevere ospiti a casa; oggi si punta
Polonia
Germania
Asse 12 province Italia
Paesi Bassi
Restanti 95 provincie Italia
Spagna
Danimarca
Francia
Lituania
Svezia
Romania
Belgio
Portogallo
Repubblica
Ceca
Austria
Ungheria
Repubblica
Slovacca
Slovenia
Bulgaria
Estonia
Finlandia
Lettonia
Croazia
Grecia
Irlanda
Lussemburgo
Cipro
Malta
L’export mobili delle 12 province della Pianura Padana è pari a quello di Spagna, Danimarca e Francia insieme
Le dodici province sull’«Asse dei mobili» della Pianura Padana che comprende Udine, Pordenone, Venezia, Treviso, Padova, Vicenza, Verona, Brescia, Bergamo, Milano, Monza e Brianza e Como, nel loro complesso sono il terzo esportatore europeo di mobili, dietro a Polonia e Germania.
Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat e Istat
sulla tecnologia preferendo l’acquisto di televisioni sempre più grandi, computer o smartphone e rivolgendosi, invece, alle grandi catene low-cost per gli arredi. I bonus edilizi? Aiutano, ma non bastano. L’export? Cambia di continuo: prima era la Russia, poi l’Arabia, ora tocca a India e Cina. Quello che mi spaventa davvero è cosa succede in America: gli USA sono un mercato di riferimento, e i dazi potrebbero complicare tutto. Noi artigiani non possiamo ignorare il mondo: la guerra in Ucraina o la crisi energetica ci colpiscono. Dobbiamo essere creativi, reattivi, e fare rete, perché da soli non si va lontano».
La carenza di manodopera specializzata è una sfida anche in Lombardia: perché mancano nuove leve in un settore d’eccellenza, simbolo di tradizione?
«Ci siamo raccontati male per anni. Ai miei tempi, a Cantù, i genitori spingevano i figli a studiare o a cercare un posto in banca, vedendo l’artigianato come un ripiego. Oggi le banche chiudono, il terziario perde colpi, e si torna a guardare ai mestie-
ri. Un articolo recente sul Quotidiano Nazionale lo conferma: i giovani riscoprono l’artigianato, e il settore cresce. Non siamo più i falegnami con le mani sporche di trucioli: oggi ci sono macchine moderne, sicurezza, uffici tecnici con intelligenza artificiale. Le aziende sono più strutturate, gli addetti stabili… I ragazzi, però, scarseggiano ancora, anche per il calo demografico. Dobbiamo attrarli mostrando che questo lavoro è tecnologia e creatività, non solo fatica. E poi c’è il tema della paga e dell’ambiente lavorativo: nel nostro settore si guadagna bene e le soddisfazioni non mancano. D’altra parte, molte imprese artigiane della filiera del mobile si stanno impegnando con investimenti importanti in ottica di welfare aziendale e qualità del lavoro. Questi sforzi non resteranno inascoltati a lungo».
Tra i giovani è tornata la voglia di fare l’imprenditore nel settore del legno?
«Sì, sta tornando. Secondo una rilevazione Ipsos, i ragazzi della Gen Z vedono nell’imprenditoria stabilità e progettualità: il 96% la considera un modo per essere indipendenti, il 94% un’opportunità di crescita. Vogliono lavori che li realizzino (90%) e siano un trampolino per il futuro (89%). L’artigianato del legno, con la sua tradizione e innovazione, risponde a queste ambizioni. È un segnale positivo, ma serve tempo per colmare i gap strutturali».
Presente e futuro del Salone del Mobile.Milano?
«Il Salone di quest’anno sarà decisivo. Anche per chi, come me, non partecipa direttamente, resta un appuntamento fondamentale: dà centralità al nostro mestiere e fa di Milano il fulcro dell’arredamento mondiale. Ha il compito di continuare a evolversi, ascoltare le imprese e stimolarle».
Per Bellasio il settore legno-arredo lombardo ha radici solide, un presente in evoluzione e un futuro d’eccellenza, a patto di sapersi raccontare e adattare. Un messaggio di ottimismo, ma con i piedi per terra.
Attiva dal 2007, l’azienda Tlt di Orsenigo è il punto di riferimento per la lavorazione laser del tubo in Lombardia e, ovviamente, anche nel distretto canturino. Il lavoro dell’impresa di Orsenigo si svolge soprattutto conto terzi e si indirizza verso vari settori, tra i quali c’è proprio l’arredamento, in virtù della vocazione del territorio. Tlt è infatti fornitore e partner di numerosi brand del legno arredo del territorio: a loro fornisce i tubi che, dopo essere stati lavorati, vengono utilizzati per realizzare gambe del tavolo, di sedie, intelaiature di poltrone, ecc. Se pur “dietro le quinte”, l’azienda guidata dall’imprenditrice Gioina Carosiello opera accanto a molti dei principali produttori di arredo, rispondendo con flessibilità e tempestività alle loro richieste, da quelle più semplici alle più complesse. E supportando i brand nella realizzazione di nuove collezioni e mobili di design, qualsiasi sia la loro forma o stile. Tlt nel corso degli anni è cresciuta investendo in
e acciaio. Siamo in grado di lavorare tubi di diverso materiale e misure che vanno da 10 a 152,5 mm di diametro, con una lunghezza massima di 6500 mm. Questo ci porta a soddisfare un gran numero di richieste” spiega la titolare, che negli ultimi anni ha dato impulso al rinnovamento produttivo e all’ampliamento degli spazi aziendali, potenziando anche l’ufficio tecnico che è specializzato nel dare supporto ai clienti nelle progettazioni di infrastrutture, di negozi, di showroom e di telai in genere.
Le lavorazioni standard comprendono foratura, asolatura, tagli 2D e 3D, tagli obliqui e marcatu-
nuove tecnologie e oggi può contare su tre impianti laser per la lavorazione di tubolari e profili. Un team qualificato e le strumentazioni adeguate consentono alla Tlt di essere sempre preparata sia a livello di personale, sia a livello di tecnologia: “Al legno affianchiamo alluminio, rame, ottone, ferro
re. Grazie alle lavorazioni standard, l’azienda è in grado di realizzare lavorazioni speciali come taglio-piega e incastro.
La tecnica laser, inoltre, risulta vantaggiosa rispetto ad altre metodologie di taglio: genera meno calore rispetto ad altre tecniche, con solchi dalle dimensioni ridotte e con una velocità che fa sì che il prodotto sia subito pronto per le successive lavorazioni. Tlt, con il suo studio tecnico interno, supporta i produttori di arredo anche nella fase di progettazione.
TLT
Via Caio Plinio 8 - Orsenigo (CO)
Tel. 031.3350230
www.tltsaldature.eu
Plinio 8/c - ORSENIGO (CO) DA
A VEN 8/12.30 - 13.30/17 + 39 031 3350230
“Siamo in grado di lavorare tubi di FERRO - ACCIAIO - ALLUMINIO - RAME - OTTONE con dimensioni che vanno dal Ø 10 al Ø 152,5 mm. Con lunghezza massima di 6500 mm.”
Affidati a noi, sapremo consigliarti per soddisfare le tue necessità.
Dalla progettazione all’ingegnerizzazione del prodotto, dal supporto tecnico alla realizzazione del taglio.
OGNI FASE DEL LAVORO È PER NOI UGUALMENTE IMPORTANTE.
Extra Tranciati di Cantù, specializzata nella fornitura di tranciati di legno di pregiate essenze per l’impiallacciatura (proposti in fogli di spessore a partire da 0.6 millimetri, fino ad arrivare a 2 mm), nonché di tavolame per la realizzazione di mobili in massello, sta attraversando una fase di costante crescita. Fondata dai fratelli Davide, Monica e Matteo Tagliabue nel 2007, con il sostegno del padre Marco, l’azienda si sta preparando a ricevere le commesse del secondo semestre dell’anno con l’obiettivo di offrire risposte concrete e immediate alla clientela. I tre fratelli evidenziano come, in questo periodo e grazie al Salone del Mobile, il mercato subisca un’ulteriore accelerazione. La fiera milanese, individuando i nuovi trend dell’arredamento, è in grado di donare uno slancio aggiuntivo alle aziende del comparto.
Nel 2023 avete affiancato il tavolame ai tranciati: come ha risposto il mercato?
«Dopo una prima fase interlocutoria, abbiamo ottenuto una bella risposta dal mondo del tavolame, che ha confermato la bontà della nostra volontà di puntarci con determinazione. Entrando nel dettaglio possiamo affermare che il tavolame alimenta
un grosso giro d’affari: in questa fase i più richiesti sono il tavolame di rovere e di cedro di vari spessori, anche se si conferma la tendenza che vede costante la domanda delle altre essenze europee oggi più diffuse».
Da dove arrivano i vostri clienti?
«Abbiamo clienti del nostro territorio (pannellatori, falegnami, piccole e grandi aziende dell’arredamento), ma anche provenienti dal resto dell’Italia e più in generale da tutto il mondo. A ciascuno di loro va la nostra riconoscenza perché, rinnovandoci la propria fiducia ogni volta, ci stimolano a perfezionare sempre di più i nostri prodotti e servizi».
Tutti i tronchi sono uguali?
«Assolutamente, no. I tronchi, per quanto esternamente possano sembrare tutti uguali, in realtà all’interno sono molto diversi tra loro. Ogni tronco, dunque, può presentare caratteristiche differenti che ne indirizzeranno la classificazione da parte nostra. I clienti, sia a distanza che in presenza, possono scegliere tra le diverse categorie disponibili, quella che meglio si adatta alle loro esigenze».
EXTRA TRANCIATI
Via Cesare Cattaneo, 6 - Cantù Tel. +39 031 735263
info@extratranciati.it | www.extratranciati.it
Extra Tranciati wood veneers
Extratranciati_wood.veneers
Da oltre settant’anni, l’Artigiano del Vetro di Cantù rappresenta un punto di riferimento nella lavorazione del vetro per l’arredamento. Fondata nel 1952 da Renzo Colombo, l’azienda è oggi guidata dalla terza generazione della famiglia, con Walter Colombo alla direzione. La sua produzione è destinata ai mobilifici della Brianza e alle aziende di tutto il mondo, in particolare nel settore del lusso. «Negli anni siamo cresciuti e oggi possiamo contare su un team di cinque collaboratori», racconta il titolare. La sede attuale, situata in via Pisacane a Cantù dal 1970, ha visto l’azienda affrontare con determinazione anche le sfide più recenti, come la pandemia e la crisi energetica. Il segreto del successo? Un connubio tra qualità del prodotto e attenzione al cliente. «Offriamo un servizio su mi-
ARTIGIANO DEL VETRO SRL
Via Pisacane, 15 - Cantù Tel. +39 031 731412 - Mobile +39 345 4465942 info@artigianodelvetro.it www.artigianodelvetro.it
sura – spiega Colombo – ed è proprio questa personalizzazione a distinguerci, permettendoci di innovare e investire senza necessità di aiuti esterni». Oggi più che mai, l’Artigiano del Vetro mantiene un forte legame con il territorio. «I mobilifici canturini sono ancora tra i nostri principali clienti –conferma Colombo – per loro realizziamo tavoli, vetrine, specchi e vetri dalle forme più varie, eseguendo lavorazioni ricercate e personalizzate». La lavorazione artigianale del vetro, infatti, è un’arte che richiede competenza e passione. «Si tratta di un mestiere antico, che offre grandi soddisfazioni ma che, purtroppo, è oggi patrimonio di pochi. Per questo siamo sempre disponibili ad accogliere giovani desiderosi di imparare un’arte unica e preziosa».
La tua attività è il tuo orgoglio, la tua reputazione, il futuro di chi ti sta a cuore. Proteggerla dagli imprevisti, significa pr oteggere molto di più. Ecco perchè Zurich, per garantirti la tranquillità di cui hai bisogno per far crescere il tuo business, ti offre una copertura assicurativa completa, personalizzata e conveniente. Ti aspettiamo in agenzia.
Un’azienda a conduzione familiare, che vanta oltre trent’anni di esperienza nel campo della lucidatura e della laccatura dei mobili: stiamo parlando di Grigolin Srl, realtà di Cantù che grazie a un costante aggiornamento tecnico e all’impiego di tecnologie avanzate, ha raggiunto standard elevati, in particolare nella finitura dell’arredo moderno. Oggi, infatti, non sono solo i mobili d’epoca a essere sottoposti a lavorazioni speciali per valorizzarne l’estetica, ma anche gli elementi d’arredo contemporanei vengono trattati per ottenere effetti unici sulle superfici. Per garantire risultati
di alto livello, Grigolin si avvale di macchinari di ultima generazione e cabine di verniciatura pressurizzate, che permettono di raggiungere finiture impeccabili.
Le lavorazioni più richieste spaziano dalla laccatura opaca a quella lucida spazzolata, fino a effetti decorativi particolari come l’applicazione di foglia oro e argento o finiture metalliche, molto apprezzate negli ultimi anni. Tra le tecniche di punta dell’azienda c’è anche la floccatura, un processo innovativo che conferisce a mobili e complementi un esclusivo «effetto velluto». Questa lavorazione può essere applicata a una vasta gamma di materiali, dal legno alla plastica, dalla ceramica al vetro, fino ai tessuti. La floccatura viene spesso utilizzata per arricchire la superficie di divani, poltrone, sedie e testiere di letti, conferendo loro un aspetto morbido e raffinato, sia alla vista che al tatto. Grazie all’elevata qualità dei suoi interventi, oggi Grigolin è un punto di riferimento nel settore e collabora con alcuni dei marchi più prestigiosi dell’arredamento.
GRIGOLIN SRL
Via Dell’artigianato 30/32, Cantù Tel. +39 031 735494
grigolinsrl@gmail.com www.grigolinsrl.it
Un punto di riferimento per chi con il colore lavora tutti i giorni: stiamo parlando della Colorteca. Il colorificio di Cucciago in particolare opera nel settore professionale del legno e da anni si avvale della storica collaborazione con il marchio Adler. In quest’ottica è importante mettere in evidenza l’ultima novità introdotta, ovvero un prodotto principalmente industriale: si chiama Bluefin Pigmores NXT e si tratta di una nuova vernice ad acqua per il legno, una laccatura per tutto quello che va all’interno di un’abitazione, ossia mobili, boiserie e tanto altro. Per approfondire il discorso ci siamo rivolti a Giulio Orizio, socio titolare di Colorteca: «Il risultato finale è particolarmente opaco, dimostrandosi al tatto molto soffice e piacevole - ha spiegato - si nota una grossa differenza rispetto
alla tradizionale vernice opaca e ciò avviene grazie all’utilizzo di molecole di nuova concezione, in cui i professionisti di Adler si sono distinti per essere i primi a realizzarle». L’opaco classico, bello alla vista, in caso di tocchi accidentali può infatti rovinarsi: «Con Bluefin Pigmores NXT la vernice risulta molto più resistente e viene attribuita una grossa garanzia sull’opacità finale - ha continuato - siamo di fronte ad un’innovazione a livello chimico, con una nuova tecnologia che va ad incidere su tutta la filiera dell’estetica e della resistenza. A livello di colore poi, abbiamo la possibilità di fare ciò vogliamo, dato che nel nostro colorificio disponiamo di un tintometro». E i primi riscontri sono assolutamente positivi: «Sta piacendo, anche perché risulta di più semplice applicazione e perciò falegnami e artigiani locali sono maggiormente invogliati ad utilizzarla. In sostanza è meno complicato stenderla sul mobile».
In parallelo Colorteca prosegue nel suo impegno e nella sua attenzione per le tecnologie green, mantenendo quanto di buono introdotto in passato: «Anche quest’anno abbiamo conseguito il riconoscimento ImprendiGreen di Confcommercio, con la valutazione a 5 stelle. Il premio è la conseguenza di tutti gli accorgimenti che abbiamo adottato in azienda, a cominciare dalla selezione dei prodotti sostenibili, passando per l’ottimizzazione dei processi produttivi, all’installazione di un impianto fotovoltaico, concludendo con altri piccoli accorgimenti atti a ridurre l’inquinamento». Prima di concludere non va scordato che il colorificio di Cucciago è in grado di fornire anche consulenza, mettendosi a disposizione sia delle aziende che dei privati.
COLORTECA
Via P. Borghi, 3/A - Cucciago (CO) Tel. +39 031 787402
info@colorteca.net - www.colorteca.net
La nuova tecnologia NXT cambia le carte in tavola per quanto riguarda la tecnologia di opacizzazione. Offre un’estrema resistenza ai graffi con facilità, senza ricorrere alla tecnologia a eccimeri ed è disponibile per due prodotti: vernice UV PigmoluxHQ NXT per l’industria e vernice a spruzzo Pigmores NXT per il professionista.
Dal Teatro alla Scala alle strade, il Salone avvolge la città diffondendo in ogni angolo la sua onda di creatività e innovazione
Anche nel 2025, il Salone del Mobile.Milano torna ad abbracciare la città, trasformandola nel palcoscenico internazionale della Milano Design Week. Un evento che va oltre l’esposizione fieristica, intrecciando design, cultura e innovazione in un programma ricco e articolato. La Milano Design Week, in calendario dal 7 al 13 aprile, si preannuncia come
un momento di riflessione e ispirazione, guidata dal tema dell’umanesimo illuminato, un filo conduttore che invita a esplorare il futuro del settore con uno sguardo attento all’impatto sulla vita quotidiana. Tra mostre, eventi e collaborazioni prestigiose, Milano si prepara a essere, ancora una volta, il cuore pulsante della creatività globale.
Per il quinto anno consecutivo, il Salone del Mobile.Milano rinnova il suo legame con la Fondazione Teatro alla Scala, scegliendo il regista Robert Wilson, già autore dell’installazione “Mother” al Museo Pietà Rondanini del Castello Sforzesco, per inaugurare ufficialmente l’edizione 2025. Al Teatro alla Scala, lunedì 7 aprile, andrà in scena “The Night Before. Object Chairs Opera”, uno spettacolo che intreccia celebri brani del reper-
torio operistico diretti da Michele Spotti, con l’Orchestra del Teatro alla Scala e la voce del soprano Marina Rebeka. Sul palco, una selezione di “object” e “chair” tratti dagli allestimenti storici di Wilson, che trasformano la musica in un’esperienza visiva e sensoriale.
Piazza della Scala torna a essere un punto nevralgico della Design Week con il Design Kiosk, il
landmark del Salone del Mobile.Milano affidato a Corraini Edizioni e progettato da DWA-Design Studio.
Dal 1° al 13 aprile, questo spazio accoglierà visitatori e cittadini con un ciclo di presentazioni quotidiane alle ore 18, diventando un ritrovo per appassionati e professionisti. Accanto al Kiosk, spicca la scritta tridimensionale Salone del Mobile.Milano, rinnovata per l’occasione e in linea con la nuova immagine coordinata della manifestazione. Un simbolo che non solo celebra l’evento, ma ne rafforza l’identità visiva, rendendolo immediatamente riconoscibile nel panorama urbano.
Quest’anno, più che mai, il Salone del Mobile. Milano esce dai confini della fiera per invadere la città. Oltre 100 showroom dei brand espositori – dalle Manifestazioni Annuali a Euroluce – apriranno le loro porte, unendosi alla grande festa del design attraverso la guida di Fuorisalone.it. Un’opportunità per coinvolgere i design lover e
trasformare Milano in un laboratorio a cielo aperto, dove ogni angolo racconta una storia di creatività e innovazione.
L’obiettivo è chiaro: rendere il design accessibile, avvicinando cittadini e visitatori internazionali a un evento che vive dentro e fuori gli spazi fieristici, tra ispirazione e concretezza.
Accoglienza:
studenti al servizio della città
Per facilitare l’esperienza durante la Milano Design Week, torna il Progetto Accoglienza, promosso dal Salone in collaborazione con Comune di Milano, Fondazione Fiera Milano e alcune delle più prestigiose realtà accademiche: NABA, IED Istituto Europeo di Design, Politecnico di Milano - Scuola del Design e Domus Academy. Oltre 100 studenti saranno dislocati in punti strategici della città, pronti a fornire informazioni sul Salone e sui principali eventi in programma.
Un’iniziativa che non solo agevola il flusso di visitatori, ma rafforza il legame tra la manifestazione e il tessuto formativo milanese, creando un ponte tra giovani talenti e il pubblico internazionale.
Il Sindaco di Milano, Giuseppe Sala, sottolinea l’importanza del Salone per la città: «Milano e il Salone del Mobile fanno indubbiamente parte l’una della storia dell’altro: li unisce un rapporto che si rinsalda e si rinforza di anno in anno. La nostra città è fiera di condividere con il Salone del Mobile la capacità di cogliere le sfide del presente e l’impegno a studiare, realizzare e proporre soluzioni in grado di avere un impatto positivo sul futuro del settore e nella vita della comunità. Per questo motivo, trovo che il tema scelto per la 63ª edizione del Salone del Mobile.Milanol’umanesimo illuminato – sia, allo stesso tempo, un potente stimolo creativo per tutti coloro che operano nel campo del design e un’interessante occasione di riflessione sull’attualità per i molti appassionati, turisti e buyer che prenderanno parte alle iniziative organizzate negli spazi fieristici e in quelli in città.
Anche nel 2025, il Salone sarà un evento da non perdere».
Anche il Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, celebra il valore della manifestazione: «Siamo pronti ad accogliere con entusiasmo la 63ª edizione del Salone del Mobile, una manifestazione che rappresenta un punto di riferimento per Milano, la Lombardia e il Made in Italy. Regione Lombardia è al fianco di questa straordinaria piattaforma di creatività e innovazione, capace di evolversi senza mai tradire la sua essenza di motore culturale, economico e sociale. Il Salone del Mobile è un trampolino per tutto il territorio, valorizzando le competenze, le imprese e i professionisti che contribuiscono all’eccellenza lombarda.
Siamo certi che anche quest’anno le aspettative saranno ampiamente ripagate e che l’evento si confermerà un simbolo di crescita e sviluppo».
Un calendario fitto di eventi che esplora il ruolo del design nel tessere legami tra natura, tecnologia e cultura
Menù goloso e accattivante quello del Fuorisalone, evento che tradizionalmente anima la città con mostre, installazioni ed eventi diffusi. La Design Week, con il suo calendario fitto di appuntamenti, si conferma un momento chiave per designer, architetti, creativi e istituzioni, un crocevia di idee che interpretano il presente e immaginano il domani.
Quest’anno, il tema “Mondi Connessi” – Interactivity and Immersion in Design for a Connected World – guida la riflessione, esplorando il ruolo del design nel tessere legami tra natura, tecnologia e cultura.
“Mondi Connessi” si inserisce in un percorso tematico coerente, evoluzione di “Forme dell’Abitare” (2021), “Tra Spazio e Tempo” (2022), “Laboratorio Futuro” (2023) e “Materia Natura” (2024). Il focus 2025 si sposta su intelligenza artificiale, ibridazione e condivisione, proponendo un design capace di unire fisico e digitale, tradizione e innovazione.
«Ogni anno il tema traduce l’essenza di Fuorisalone: creare connessioni significative tra ambiti diversi», spiega Paolo Casati, co-founder e creative director di Studiolabo. «Con ‘Mondi Connessi’ guardiamo a un presente che anticipa il futuro, dove design e intelligenza artificiale collaborano per un mondo più immersivo».
La campagna visiva, firmata dalla prompt designer Silvia Badalotti, dà vita a tre figure simboliche che incarnano il dialogo tra persone, tecnologia e ambiente, rafforzando il messaggio di cooperazione globale.
Il Fuorisalone 2025 si fa così laboratorio di sperimentazione: dai materiali innovativi alle nuove visioni dell’abitare, fino a progetti partecipati che integrano l’IA, l’evento invita a ripensare il design come forza connettiva.
Milano diventa uno spazio vivo, dove creatività e tecnologia si incontrano e si fondono tra loro, dando forma al futuro.
204 showroom permanenti, di cui 11 di nuova apertura, e 170 espositori temporanei: previste installazioni, eventi e dibattiti, il distretto diventa un laboratorio dal vivo
Anche il Brera Design District, che celebra quest’anno la sua 16ª edizione, abbraccia il tema “Mondi Connessi”, leitmotiv di Fuorisalone 2025. Un concetto che riflette l’identità sfaccettata di un distretto diventato un brand unico e un punto di riferimento globale, dove artigianato, arte, cultura, lifestyle, enogastronomia e hotellerie si fondono in un’esperienza senza pari. Al centro della narrazione c’è “Orizzonti”, il nuovo allestimento del Brera Design Apartment (in via Palermo, 1), curato dallo studio Zanellato/Bortotto. Questo progetto è un manifesto che incarna l’anima di Brera attraverso sperimentazioni cromatiche e materiche: superfici e prodotti, realizzati da maestrie artigiane, si trasformano in un viaggio sensoriale che intreccia colori, texture e segni grafici, celebrando la connessione tra tradizione e innovazione.
La Brera Design Week si conferma un appuntamento imperdibile, con 204 showroom permanenti — di cui 11 di nuova apertura — che ospitano brand consolidati e talenti emergenti. A questi si aggiungono oltre 170 espositori temporanei, arricchendo un palinsesto di più di 300 iniziative, tra installazioni, eventi e dibattiti. Un’offerta che trasforma il distretto in un laboratorio vivo, dove i confini tra discipline si dissolvono e la creatività prende forma.
Marchio registrato di Studiolabo, il Brera Design District si afferma come il place to be di Fuorisalone, invitando professionisti e appassionati a immergersi in un quartiere dove ogni angolo racconta una storia di connessioni tra passato e futuro, estetica e funzionalità. In questo 2025, Brera è pronta a stupire ancora, unendo mondi diversi in un’unica, vibrante celebrazione del design.
L’installazione potrà essere visitata dal 4 al 13 aprile: nell’ambito del progetto previsti tour guidati, performance artistiche e attività interattive
Nell’ambito del Fuorisalone, Milano si prepara ad accogliere Portanuova Vertical Connection, un’installazione site-specific che intreccia botanica, tecnologia e architettura in un’esperienza immersiva e avveniristica.
Situata in Piazza Gae Aulenti, emblema del rinnovamento urbano del quartiere Portanuova, l’opera sarà visitabile dal 4 al 13 aprile. Aperta al pubblico tutti i giorni dalle 10 alle 20, l’installazione si propone come un punto d’incontro tra natura e futuro, rivolgendosi a un pubblico eterogeneo: famiglie, turisti e professionisti del settore.
Portanuova Vertical Connection non è solo un’esposizione, ma un manifesto di design contemporaneo che unisce elementi naturali a soluzioni tecnologiche all’avanguardia.
Il progetto invita i visitatori a riflettere sul rapporto tra uomo, ambiente e innovazione, offrendo uno sguardo su quello che potrebbe essere il futuro del design sostenibile.
Nei giorni di apertura al pubblico, l’installazione
propone anche un interessante calendario di appuntamenti, pensato per stimolare curiosità e partecipazione attiva.
Sono previsti tour guidati con esperti del settore che accompagneranno i visitatori in percorsi dedicati, svelando i retroscena creativi e tecnici dell’installazione, performance live di artisti e designer che trasformeranno l’opera in un palcoscenico dinamico in cui arte, tecnologia e natura si fondono grazie ad attività interattive in spazi multisensoriali dove il pubblico potrà interagire direttamente con l’installazione attraverso elementi digitali e naturali che stimolano i sensi e la creatività.
Portanuova Vertical Connection si distingue come esempio di design innovativo e responsabile. L’evento conferma il ruolo della città come epicentro globale della creatività, attirando professionisti, curiosi e appassionati da tutto il mondo.
Poiché alcune attività sono su prenotazione, prima di recarsi in loco è sempre bene informarsi sulle modalità di partecipazione.
Offre al pubblico la possibilità di vivere un’esperienza immersiva tra creatività, riflessione e dialogo interdisciplinare
In occasione della Milano Design Week 2025, Triennale Milano si conferma un faro internazionale per il design e l’architettura, proponendo un programma denso di mostre e installazioni che ne consolidano il ruolo di istituzione all’avanguardia. Al pubblico si offre un’esperienza immersiva tra creatività, riflessione e dialogo interdisciplinare.
Tra le proposte più attese spicca “Forme Mobili”, il nuovo percorso espositivo del Museo del Design Italiano, diretto da Marco Sammicheli con un progetto di allestimento firmato da Luca Stoppini. La mostra si interroga sulle relazioni tra corpo, silhouette e movimento, intrecciando acquisizioni, comodati e approfondimenti tematici.
“Franco Raggi. Pensieri instabili”, è invece curata da Marco Sammicheli e Francesca Pellicciari, con un allestimento dello studio Piovenefabi nella Design Platform. La mostra offre uno sguardo inedito sull’opera di Franco Raggi, architetto e designer: un viaggio attraverso alcune delle tappe più significative del suo lavoro. Triennale rende omaggio al poeta americano John Giorno con la mostra “John Giorno: a labour of LOVE”, a cura di Nicola Ricciardi ed Eleonora Molignani, in colla-
borazione con Giorno Poetry System, miart e Fiera Milano. La mostra esplora molteplici forme di amicizia, dialogo e supporto all’interno del mondo della cultura attraverso materiali provenienti dal ricco archivio dell’artista americano vissuto tra il 1936 e il 2019. “Ettore Sottsass. Architetture Paesaggi Rovine” è, invece, la mostra curata da Marco Sammicheli insieme a Barbara Radice e Iskra Grisogono di Studio Sottsass, con l’art direction di Christoph Radl. La mostra esplora il legame profondo tra Sottsass e il paesaggio, mettendo in luce come natura e architettura si fondano nel suo immaginario. A completare l’omaggio, rimane visitabile Casa Lana, opera iconica che continua a dialogare con il pubblico, incarnando la visione senza tempo del maestro. Infine, al 7 al 13 aprile, Triennale apre le porte a una serie di realtà prestigiose del settore: Emeco, EMERGENCY, ERCO, HYLEtech, JAKUETS, Nest Award, Ruffino, Wallpaper* e OTW by Vans, attraverso esposizioni e attività dedicate, questi progetti offriranno al pubblico prospettive inedite sul design. Un’occasione per esplorare le tendenze che definiranno il futuro della progettazione.
tortona.rocks tortonadesignweek.com base.milano.it superdesignshow.com
Un laboratorio di idee in cui sostenibilità, tecnologia e inclusione vengono visti attraverso la lente del design
La zona di Tortona si presenta al Fuorisalone 2025, dal 7 al 13 aprile, con un’identità rinnovata e una comunicazione integrata che unisce le sue anime distintive: Tortona Rocks, Tortona Design Week, Superstudio e BASE. Epicentro storico della Milano Design Week, Tortona si trasforma in un laboratorio di idee: la zona si fa portavoce dei temi di attualità visti attraverso la lente della progettualità. Non più solo estetica, ma un mezzo per connettere persone, mondi e visioni di un futuro possibile. Giunta alla decima edizione, Tortona Rocks lancia “Unframed Design”, un format che celebra la sperimentazione. Tra le esperienze immersive spiccano: IQOS e Seletti con “Curious X: Sensorium Piazza”, un’installazione che fonde arte e tecnologia reinterpretando la piazza italiana; Archiproducts Milano con “À.RIA. A medium for connection”, terzo capitolo firmato Studiopepe, dedicato a nuove forme di interazione; IKEA, con una doppia esposizione che esalta il design democratico; Paola Navone, che firma arredi outdoor per Braid, e AG&P greenscape con Linfa, la seduta di “mmcité” progettata con Cattaneo Design. Focus su innovazione anche con Giulio Cappellini, che trasforma il Next Place Hotel in un hub per il contract, e Italdesign, fondata da Giorgetto
Giugiaro, con “Connecting Worlds”, ponte tra automotive e design. Completano il quadro Schindler con l’ascensore X8 e Buoninfante con X-BIO.
Con il tema Design “rEvolution: Connessioni Creative”, la Tortona Design Week diventa un laboratorio a cielo aperto. Qui il design evolve, intrecciando tecnologia e sostenibilità in un dialogo tra creativi, ingegneri e visionari. Dal 7 al 13 aprile, la zona si anima di progetti che spingono oltre i limiti, trasformando la rivoluzione in evoluzione.
Da non dimenticare una visita a BASE Milano che si conferma hub internazionale, ospitando progetti da scuole, università e istituzioni di tutto il mondo. Oltre alla Design Week, propone residenze e scambi culturali, con al centro l’installazione di Matilde Cassani Studio, uno spazio adattabile per “fare parentele” e riscoprire relazioni comunitarie.
Infine, il Superdesign Show celebra il 25° anniversario con HAPPINESS - Direction, Challenge, Vision, un invito alla bellezza e alla condivisione in un mondo caotico. Dal 6 al 13 aprile al Superstudio Più (Via Tortona 27), una selezione di progetti innovativi offre una visione ottimistica del design.
5VIE, Isola, Durini e Porta Venezia propongono un racconto vivo e pulsante, da scoprire passo dopo passo
La Milano Design Week (7-13 aprile) invita a un viaggio indimenticabile tra i distretti più iconici della città: 5VIE, Isola, Durini e Porta Venezia. Non è solo una kermesse di eventi, ma un’esperienza che intreccia design, innovazione e bellezza, trasformando le strade milanesi in un racconto vivo e pulsante. Si parte dal distretto 5VIE, un angolo di Milano dove il tempo sembra rallentare. Installazioni e percorsi immersivi invitano a percepire il design come un ponte tra tangibile e intangibile, riscoprendo la bellezza. “Armonie invisibili” propone un ritorno alla bellezza come esperienza e vibrazione profonda. Un invito a percepire il bello, il connesso, l’invisibile. Il viaggio prosegue verso l’Isola Design Festival, dove il motto “Design is Human” stimola una riflessione sul ruolo delle persone nel processo creativo. Con l’evoluzione del distretto, Isola trasforma un nuovo spazio, BasicVillage Milano, portando nuova energia creativa. Previste mostre collettive curate dal team di Isola, tra cui Conscious Objects, Isola Design Gallery e Openspace.
5vie.it isola.design
L’attenzione torna alla scala umana e al quartiere, dal nuovo spazio agli artigiani e maker locali, il cui lavoro ha plasmato l’identità iniziale del festival (www.isola.design).
Poi c’è il Durini Design District, un luogo dove la materia prende vita. Qui, le installazioni raccontano storie di trasformazione, fondendo tradizione e innovazione. Camminare tra queste creazioni è come sfogliare un libro di visioni future.
Infine, la terza edizione del Porta Venezia Design District accoglie con il suo “No Boundaries Design”, un inno alla libertà creativa ispirato a Eileen Gray. Le opere qui sono audaci, inclusive, un mix di linguaggi che rompe ogni barriera. È un distretto che pulsa di energia giovane e spinge i visitatori a guardare oltre i limiti del possibile.
Dal 7 al 13 aprile, il Fuorisalone 2025 è più di un evento: è un percorso che unisce i distretti in una narrazione fluida, tra armonie nascoste, umanità, materia reinventata e visioni senza confini. Pronti a partire?
In via Palermo 1, nel cuore del Brera Design District, un intervento firmato dallo studio Zanellato/Bortotto
Brera Design Apartment, al civico 1 di via Palermo nel cuore del Brera Design District, in uno dei suoi cortili più rappresentativi. È il progetto “Orizzonti”, un intervento firmato dallo studio Zanellato/Bortotto che ridefinisce i 100 mq di questo spazio iconico. Pensato come punto d’incontro per aziende e professionisti, l’appartamento si offre come un ambiente informale ma raffinato, dove il design milanese si esprime in un’atmosfera intima e curata, perfetta per dialogare su creatività, comunicazione e cultura del progetto.
Orizzonti prende vita dall’incontro tra Daniele Bortotto e Giorgia Zanellato, designer con un’esperienza consolidata, chiamati a reinterpretare uno spazio segnato dalla stratificazione di firme che lo hanno plasmato nel tempo. La sfida lanciata è stata chiara: tradurre il tema “Mondi Connessi” in un allestimento che parlasse di contaminazioni culturali e visioni condivise, rispettando l’identità stilistica dello studio. «Quando ci avete invitato a ripensare gli interni di Brera Design Apartment ci siamo chiesti come raccontare qualcosa di noi sulle pareti di questa casa: lo abbiamo fatto ripercorren-
do un viaggio fatto da diverse tappe, storie di luoghi vicini e lontani diversi tra loro. Mondi connessi quindi dalla nostra esperienza, dove l’orizzonte diventa di volta in volta un portale di accesso tra un paesaggio rurale italiano e un deserto africano», spiegano i designer. Attraverso la creatività, le distanze si annullano, dando vita a un dialogo poetico tra mondi apparentemente distanti.
L’appartamento si articola in cinque ambienti, ciascuno ispirato a una suggestione precisa, che diventa il fil rouge di un racconto visivo e sensoriale.
Le stanze, veri e propri capitoli di questo viaggio, si sviluppano attraverso un equilibrio di sfumature, superfici e segni grafici, pensati per riflettere le connessioni profonde con i luoghi e le esperienze che le hanno ispirate.
A rendere possibile il progetto è stata Artecasa, general contractor milanese e main partner dell’iniziativa, che ha orchestrato ogni fase della realizzazione.
Orizzonti è un progetto che anticipa e prosegue anche dopo i giorni della Milano Design Week e sarà animato da talk, cene e incontri, su appuntamento. breradesignapartment.com
Salone del Mobile PAD. 24 - STAND C16-D21
8-13 APRILE 2025
Fiera Milano - Rho