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Cultura
15 gennaio 2009
Ercolino Albinante, 61 anni, abruzzese, costruisce il burattino più famoso del mondo davanti ai turisti Come Mastro Geppetto intaglia le figure nel legno impiegando gli antichi attrezzi dei falegnami
A Fiumicino il papà di Pinocchio è un sottufficiale dell’esercito P
di Giovanni Scorpati
inocchio ammalia i passeggeri in partenza dall’aeroporto di Fiumicino. Il famoso burattino creato dalla fantasia di Carlo Lorenzini, alias Collodi, prende vita da un tronco di faggio. Questa volta non per opera di Mastro Geppetto ma grazie al sapiente lavoro di Ercolino Albinante. Il “moderno” Geppetto, 61 anni, è un ex sottufficiale dell’esercito in pensione, originario di Belvedere Fogliense, un paesino in provincia di Pesaro. Molte le simmetrie tra Geppetto ed Ercolino, si va dalla barba all’arguto sguardo, al sorriso ironico e al linguaggio ricco di riferimenti al passato con metafore che rispecchiano quel piz-
zico di saggezza popolare che lo rendono familiare a chiunque gli si avvicini: ma soprattutto fa il falegname e costruisce burattini di legno come il mitico Geppetto. La differenza tra i due è il luogo dove è esercitato il mestiere. Ercolino non lavora in un’anonima bottega di un paesino sperduto tra i monti toscani, ma all’aeroporto di Fiumicino sotto lo sguardo sbigottito dei turisti. Nel laboratorio dove crea Pinocchio è un susseguirsi di orologi a pendolo di tutti i tipi che lo sguardo fatica a seguire, e di cani e gattiparalume, di fucili a molla e cavalli a dondolo, moto d’epoca e burattini ovunque, e tanto altro ancora tra il suono dei carillon e solo dopo, ci si accorge che c’è un ebanista all’opera. «Mi piace in-
tagliare i burattini qui, davanti a tutti come facevano in passato i nostri nonni artigiani nelle strade e nelle piazze d’Italia: gli stranieri soprattutto americani, spagnoli e
anche i giapponesi vanno pazzi per Pinocchio», racconta Ercolino seduto al bancone da ebanista pieno di attrezzi tutti manuali e originali degli Anni Quaranta. «I turisti sanno tutto delle avventure di Pinocchio, del suo vizietto di dire bugie per poi vedersi allungare il naso e dei ragazzi del paese dei Balocchi. Francesi e spagnoli studiano a scuola il libro e all’estero Pinocchio rappresenta uno dei simboli dell’italianità». «Tutti prodotti fatti a mano”, sottolinea Albinante e ricorda, l’incontro con Francesco Bartolucci, il Mastro intagliatore che gli ha indicato, come dice lui, “la strada di Pinocchio». «Era il suo preferito: ma era anche il mio! A 12 anni già intagliavo tronchi di legno e a 15 ho scolpito il mio
primo Pinocchio», ricorda. «Al primo incontro con Mastro Francesco, ci siamo capiti al volo e mi ha dato dei suggerimenti utili. Ora creo Pinocchio in tutte le salse, ma non tutti sono allegri, alcuni piangono e si disperano, come nella fiaba. Ognuno è diverso ed è proprio il volersi appropriare di un pezzo unico che seduce i turisti di ogni parte del mondo». «Per fare un Pinocchio? Bè, ci vogliono almeno tre-quattro ore a partire dal tronco, che deve essere di faggio - sorride Ercolino - e la richiesta è tanta». Così tanta che il suo Maestro ha aperto dieci negozi in Italia e cinque all’estero, dando lavoro a 41 artigiani, per vendere il burattino con il naso lungo più famoso del mondo.