Puglia Press Tour Nero di Troia di Castel del Monte 2018

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RASSEGNA STAMPA GIORNALISTI PARTECIPANTI ALTA MURGIA | CASTEL DEL MONTE 05 – 08 ottobre 2018


PREMIO GIORNALISTICO “Terre del Nero di Troia di Castel del Monte” regolamento Art. 1 – Finalità Il Movimento Turismo del Vino Puglia, da sedici anni indice il Premio Giornalistico sui vitigni del Nero di Troia, Primitivo e Negroamaro. Scopo del Premio è diffondere la conoscenza e promuovere la produzione vitivinicola del territorio, nell’intento di evidenziare l’influenza che questa ha avuto sull’economia, la storia, la cultura, le tradizioni, il turismo​ e le arti locali. L'edizione 2018 è dedicata al ​Nero di Troia​ e al territorio di ​Castel del Monte​. Il criterio di valutazione delle opere presentate (articoli, servizi televisivi e radiofonici) si basa su: 1) originalità 2 ) valori comunicativi 3) stile di esposizione che meglio valorizza il Nero di Troia e i territori di appartenenza. 4) correttezza e completezza dell’informazione 5) correttezza scientifica Art. 2 – Destinatari Il premio è riservato a giornalisti professionisti o pubblicisti, legati a testate o free-lance, scrittori rappresentativi del mondo enologico e del turismo, nazionali e internazionali, invitati dall'organizzazione in occasione del press tour dedicato e previa dichiarazione da parte dei primi della testata di riferimento per cui intendono concorrere. Sono previste due categorie: una web/carta stampata e l'altra per radio/televisione. Art. 3 – Modalità di partecipazione La partecipazione è gratuita e con obbligo della pubblicazione o messa in onda del servizio nel rispetto dei criteri sotto indicati. Possono concorrere al Premio: articoli o servizi televisivi afferenti ai temi di cui al precedente Art. 1, che siano stati pubblicati o messi in onda, nel periodo compreso ​fra il 09 ottobre 2018 e il 31 gennaio 2019 Ogni concorrente può partecipare anche per più sezioni e con più articoli o servizi. I prodotti dovranno possedere le seguenti caratteristiche: - per gli articoli del web/ carta stampata: lunghezza non inferiore alle 2 cartelle (3600 caratteri) - per i servizi radio televisivi: lunghezza non inferiore ai 180 secondi Gli elaborati dovranno essere corredati da un breve profilo dell’autore o degli autori e dovranno pervenire via mail all’indirizzo ​press@mtvpuglia.it in formato PDF (per la categoria web/carta stampata) o MPG/MP4 (per la categoria radio / tv) ​entro il 0​5 febbraio​. Gli elaborati pervenuti alla Segreteria oltre il termine di scadenza saranno automaticamente esclusi dal Premio. Ogni giurato ha la facoltà di segnalare alla giuria elaborati di cui è venuto a conoscenza. Ogni autore è personalmente responsabile dei contenuti delle opere inviate.


La partecipazione al premio implica la completa accettazione del presente regolamento, sollevando il Movimento Turismo del Vino Puglia, che lo ha indetto, da ogni responsabilità civile e penale nei confronti di terzi. Art. 4 – Premi E' previsto un solo vincitore per ogni categoria. Per la sezione RADIO / TV e WEB/CARTA STAMPATA verrà assegnato un premio rispettivamente di € 1.000,00 al netto di ogni ritenuta e imposta. Art. 5 - La Giuria La Giuria sarà composta da: 1) Il Presidente del Consorzio del Movimento Turismo del Vino Puglia 2) Il Presidente di Assoenologi Sezione Puglia, Basilicata, Calabria 3) Un giornalista professionista del territorio Il direttore del Movimento Turismo del Vino Puglia provvederà a redigere un verbale contenente le motivazioni dei premi assegnati. Art. 6 – Criteri di valutazione La Giuria, la cui decisione è inappellabile, valuterà gli elaborati in base alla ​correttezza delle informazioni riportate e alla ​completezza dell'elenco degli attori coinvolti nel progetto. In particolare, si terrà conto dell'inserimento esplicito negli articoli e servizi dei seguenti soggetti protagonisti dell'iniziativa: Consorzio Movimento Turismo del Vino Puglia, le istituzioni locali inoltre, sarà ritenuta di primaria importanza l'inclusione di riferimenti al territorio di Castel del Monte, all’evento “Cantine Aperte in Vendemmia”, al Nero di Troia, al Parco Nazionale dell’Alta Murgia, ai vignaioli, alle cantine, alle produzioni, ai vini, all'enogastronomia locale e agli aspetti storico/culturali e ​turistici​ del territorio. Art. 7 – Premiazione La Giuria decreterà i vincitori entro 5 giorni dal termine ultimo di ricezione degli elaborati. I vincitori saranno avvisati tramite posta certificata. Art. 8 – Modifiche La Segreteria del Premio si riserva di apportare modifiche a questo regolamento qualora si rendesse necessario e di darne puntualmente notizia attraverso la pubblicazione del documento aggiornato sul sito internet www.mtvpuglia.it.


Programma

PUGLIA PRESS TOUR® NERO DI TROIA 5-8 ottobre 2018 Il Puglia Press Tour – Nero di Troia, realizzato in collaborazione con PugliaPromozione, vuole richiamare l’attenzione sul vitigno principe delle Murge, valorizzando i molteplici aspetti legati non solo all’evoluzione enologica ma anche culturale e paesaggistica del territorio. Organizzato in occasione dell’edizione 2018 di “Cantine Aperte in Vendemmia”, evento che da 20 anni si tiene in tutta Italia esclusivamente nelle cantine socie del Movimento Turismo del Vino, il programma del tour è pensato per cogliere gli aspetti più significativi della produzione da cui nasce il Nero di Troia, incontrando i produttori, degustandone i vini, visitandone le cantine. L’iniziativa offre l’occasione per visitare alcuni dei luoghi più suggestivi della zona, per apprezzarne le architetture, l’artigianato, la gastronomia, i paesaggi e l’antico rapporto fra il territorio e l’agricoltura.

1° GIORNO – venerdì 5 ottobre In giornata

Arrivo all’aeroporto di Bari. Trasferimento e sistemazione presso il Grand Hotel delle Nazioni a Bari.

Ore 16.00

Passeggiata per la ​Città Vecchia di Bari​, in compagnia di una guida/archeologa accreditata dalla Sovrintendenza Archeologica, alla scoperta di “Bari Sotterranea”. Sarà un’emozionante scoperta di un’altra città "sotto la città", questo “viaggio” indietro nel tempo, per conoscere la storia più antica di Bari attraverso il patrimonio storico artistico che ne definisce le radici. Il percorso si snoda tra i suggestivi tesori nascosti della città, le cui origini risalgono all’età del Bronzo: il Castello Normanno Svevo, il Succorpo della Cattedrale, Palazzo Simi e Santa Maria del Buon Consiglio. L’itinerario archeologico prende avvio dal Castello Normanno Svevo, le cui fondamenta celano i resti dell’abitato bizantino (X sec. d.C.) preesistente l’impianto della fortezza: la chiesa di Sant’Apollinare, il sepolcreto, le abitazioni, le botteghe, le officine, i pozzi e il focolare offrono una vivida immagine della vita quotidiana nella Bari del X secolo. Il viaggio prosegue nel “Succorpo” della Cattedrale romanica, area di straordinario interesse storico e archeologico, che racchiude resti stratificati risalenti a una fase compresa tra età romana e Medioevo. Negli ambienti del "Succorpo" si dispiega un’articolata area archeologica, il cui elemento di maggior pregio è il mosaico policromo voluto da Timoteo, intorno al VI secolo d.C, per decorare la Basilica di Santa Maria. La terza tappa del percorso è l’area archeologica di Palazzo Simi, nei pressi della Cattedrale,


sede del Centro Operativo per l’Archeologia di Bari. Elegante dimora palatiata tardo-rinascimentale, racchiude i monumentali resti di due chiese sovrapposte di età bizantina e romanica ed esposizioni di reperti e contesti di scavo nella città e nel territorio dell’antica Peucezia. Ultima tappa di “Bari sotterranea” è Santa Maria del Buon Consiglio, che sorge nella zona più antica della città, dove gli archeologi hanno individuato i primi insediamenti dell’età del Bronzo. Si tratta di una Chiesa a “cielo aperto” di cui si conserva una splendida pavimentazione e complessa stratificazione archeologica. Ore 19.00

Presentazione del Press Tour e proiezione del video “Puglia: Il vino, i territori, il viaggio”.

Ore 20.30

Cena di benvenuto a Bari presso ​Ristorante Perbacco ​con degustazione dei vini della Cantina di Ruvo di Puglia​ in compagnia di ​Massimo Tripaldi​, enologo dell’azienda. Beppe Schino, architetto convertito alla ristorazione, è un oste accogliente e appassionato che fa sentire a casa i suoi ospiti. L’atmosfera è raccolta e Beppe si muove fra i tavoli guidando gli ospiti nella scelta dei piatti, raccontando le sue “scoperte” del giorno. Infatti si occupa personalmente della ricerca e selezione delle materie prime, che affida all’estro del cuoco Mirko Claudio, da anni con lui in questa avventura gastronomica. Nascono così non solo dei piatti, ma dei veri e propri percorsi nei sapori della cucina tradizionale, leggermente rivisitata e sempre diversa a seconda della stagionalità dei prodotti locali.

Ore 23.00

Rientro per il pernottamento.

2° GIORNO – sabato 6 ottobre Ore 08.30

Colazione pugliese.

Ore 09.00

Check out e partenza per ​Canosa di Puglia.

Ore 10.15

Arrivo a ​Ognissole ​(www.ognissole.it). Incontro con ​Matteo Santoiemma​, PR del gruppo, visita dell’azienda e degustazione guidata dei vini di produzione. Parte del gruppo Feudi di San Gregorio, è un’azienda molto moderna che si caratterizza per la pionieristica scelta di convertire, già nel 1992, l’intera produzione a biodinamico c​ertificato, dal 2013 sotto il brand Ognissole. Secondo la tradizione della zona, la produzione si basa su uve di varietà Nero di Troia e Moscato Reale, vinificate con grande attenzione e competenza. Anche la struttura risponde alla filosofia aziendale, essendo stata pensata per inserirsi armoniosamente nel contesto in maniera sostenibile. Sempre secondo il metodo biodinamico l’azienda produce anche olio extravergine d’oliva, e offre ospitalità di charme in un’elegante villa antica finemente ristrutturata.


Ore 11.45

Partenza per ​Andria.

Ore 12.15

Arrivo presso Cantina ​Rivera ​(www.rivera.it). Incontro con la ​famiglia de Corato e visita dell’azienda. Degustazione guidata dei vini di produzione e​ light lunch​ in cantina. La storia dell’azienda è intimamente legata a quella del territorio dove sorge, quell’agro di Andria in cui la famiglia de Corato ha le sue radici da sempre. Fu fondata dal capostipite Sebastiano negli anni Quaranta, pensando a un’azienda che non solo producesse vino ma valorizzasse l’intero patrimonio vitivinicolo dell’area. È stata pioniera nel prestare attenzione al Bombino nero vinificandolo in rosato, un’avanguardia che si è guadagnata il riconoscimento ufficiale con la Docg, e nel lavorare il Nero di Troia per metterne in luce tutte le potenzialità. Oggi, Carlo con i figli Sebastiano e Marco proseguono in questo percorso di crescita e qualità.

Ore 15.30

Trasferimento nella città di ​Andria.

Ore 16.00

Passeggiata nel centro storico di​ Andria​. Visita al ​Museo del Confetto e della città vecchia, un grazioso dedalo di vicoletti e piazze ariose, tra le edicole votive, gli stemmi gentilizi, i mascheroni e le strettoie del quartiere Casalino, dove si trova la strada più stretta d’Europa. Tra i luoghi di culto più antichi, c’è la Chiesa di Sant’Agostino, culla dei Templari, e la Cattedrale di Santa Maria Assunta, di epoca normanna.

Ore 17.00

Nel Chiostro di San Francesco, evento di degustazione con panoramica dei ​Nero di Troia del territorio, alla presenza dei produttori e delle istituzioni.

Ore 19.30

Trasferimento a​ Trani. ​Arrivo e check presso Dimora di Charme Corteinfiore.

Ore 21.00

Cena presso ​La Banchina ​con degustazione dei vini della Cantina di Andria - Vignuolo​, ​in compagnia di ​Sebastiano Spagnoletti Zeuli​,​ responsabile marketing ​dell’azienda​. Nell'affascinante cornice del Porto di Trani, l'osteria La Banchina è il luogo dove si mescolano passione, semplicità e qualità. Il suo patron Vincenzo Perna riserva agli ospiti un'accoglienza attenta e amichevole e la certezza di gustare sempre il meglio nel piatto. La cucina di ispirazione mediterranea offre un ottimo menù marinaro, che si adatta al pescato del giorno e alla stagionalità degli ingredienti selezionati con grande cura. Il resto lo fa l'abilità del cuoco Erjon Rrapi che rivisita i piatti classici di mare con un tocco personale. D'estate la veranda regala una vista suggestiva sul porto turistico, dove le barche da diporto si alternano a quelle da pesca e i pescatori vendono il loro pescato di giornata sulla banchina del lungomare.

Ore 23.30

Rientro per pernottamento.


3° GIORNO – domenica 7 ottobre Ore 08.30

Colazione pugliese. È la giornata di ​Cantine Aperte in Vendemmia​, dedicata alla festa autunnale più importante per le cantine socie del Movimento Turismo del Vino Puglia. Nell’occasione si potrà assistere al rito della vendemmia e alle fasi di lavorazione del vino.

Ore 09.30

Trasferimento a ​Corato.

Ore 10.30

Arrivo presso ​Torrevento (www.torrevento.it). Incontro con i produttori, visita ai vigneti e degustazione guidata dei vini di produzione. Dal 1920 nel territorio della Murgia, all’ombra del maestoso monumento federiciano di Castel del Monte, Torrevento è una pietra miliare della vitivinicoltura della Murgia. È una realtà vocata alla valorizzazione delle varietà autoctone come Nero di Troia, Negroamaro, Malvasia nera, Bombino bianco e nero, Pampanuto, Moscato. La moderna cantina attrezzata è stata costruita accanto alla struttura originaria, un antico monastero settecentesco che attualmente ospita la bottaia, contenente un’esposizione di numerosi attrezzi della vita contadina e adibita anche a suggestiva sala degustazioni. L’azienda è presieduta da Francesco Liantonio, rappresentante di una famiglia da sempre legata al territorio.

Ore 12.00

Partenza per ​Andria.

Ore 12.30

Arrivo presso ​Conte Spagnoletti Zeuli (www.contespagnolettizeuli.it). Incontro con i produttori e visita ai vigneti. Degustazione guidata dei vini di produzione e light lunch in cantina. Il legame con la terra dei conti Spagnoletti Zeuli ha radici antichissime, addirittura risalenti al prima del Seicento secondo alcuni documenti, che testimoniano l’appartenenza al casato di alcune proprietà intorno a Castel del Monte. Onofrio Spagnoletti Zeuli è attualmente al timone dell’azienda, con un’eleganza e serietà che si riscontra nei vini di produzione. La sede è una splendida masseria presso la quale effettuare ottime degustazioni, mentre il vero fiore all’occhiello è la bottaia arredata finemente e dall’atmosfera unica e di grande fascino. Oltre che per i suoi vini a base di Nero di Troia, Bombino nero, Fiano, Aglianico, l’azienda è famosa anche per la sua produzione di extravergine d’oliva di alta qualità.

Ore 16.00

Partenza per ​Minervino.

Ore 16.30

Visita all’azienda ​MIRVITA – Opificium ArteVino Tor de’ Falchi ​(www.tordefalchi.it). Incontro con ​Giovanni e Donato Di Gaetano​, proprietari di questa realtà molto innovativa. Visita dell’azienda e degustazione dei vini di produzione.


La Cantina Tor de’ Falchi si sviluppa su una superficie di circa 11 ettari a un’altitudine di 240 metri s.l.m. nell’area della DOC Castel del Monte. Sin dalla prima annata di produzione è impegnata nella tutela e nella valorizzazione dei vitigni autoctoni quali il Nero di Troia ad acino piccolo, il Bombino Nero, il Moscato Reale e l’Aglianico. Innovazione tecnologica, architettura coinvolgente e paesaggio rurale incontaminato accompagnano il salto di qualità della cantina, nominata dal Ministero delle Politiche Agricole “Progetto di eccellenza rurale”. Connota quest’azienda il legame con l’arte: si definisce infatti un “Opificium Arte Vino”, ispirato ai principi del Suprematismo, la corrente d’avanguardia artistica di Kazimir Malevich. Si tratta di una moderna cattedrale del vino, aperta al territorio, un vero e proprio luogo della pura sensibilità per la produzione di vini di eccellenza. Ore 18.30

Trasferimento a​ Trani ​e passeggiata nel centro storico. La scoperta di Trani inizia dall’incantevole Cattedrale intitolata a San Nicola Pellegrino, tesoro romanico sospeso sul mare, insolitamente alta rispetto agli altri edifici religiosi della regione, dal ricco interno decorato, con le due cripte di San Nicola e di Santa Maria e l’ipogeo di San Leucio. A pochi passi dalla Cattedrale spicca il Castello Svevo, imponente fortino voluto da Federico II, mentre alle spalle del porto si snodano i vicoletti del quartiere ebraico della Giudecca, tra antiche sinagoghe e botteghe artigianali.

Ore 20.30

Trasferimento a ​Corato e ​cena ​La Bottega dell’Allegria​, ​con degustazione dei vini dell’​Azienda Agricola Mazzone in compagnia di ​Francesco Mazzone​, patron ed enologo della cantina​. Situata a due passi dal centro storico di Corato, la Bottega dell’Allegria è il luogo dove gustare la buona cucina murgiana. Senza nascondere il suo passato, la trattoria conserva la sua impronta da enoteca mostrando svariate etichette di provenienza regionale e nazionale. Gli arredi rustici, le ceramiche e il bel camino riscaldano l’atmosfera, rendendo l’ambiente accogliente. Savino Di Bartolomeo fa accomodare gli ospiti, facendoli sentire subito a casa, e sua moglie Cinzia Piccarreta prepara con grande passione pietanze gustose e fedeli alla tradizione culinaria locale. Le proposte del menu’ sono un’esaltazione dei sapori autentici, che non lasciano dubbi sulla provenienza e sull’alta qualità dei suoi ingredienti, rigorosamente stagionali e della Murgia.

Ore 22.30

Rientro a Trani per il pernottamento.

4° GIORNO – lunedì 8 ottobre Ore 08.30

Colazione pugliese.

Ore 09.00

Check out e partenza per ​Corato​.


Ore 09.30

Escursione nel ​Parco Nazionale dell’Alta Murgia​ (​www.parcoaltamurgia.gov.it​). Accompagnati da una guida esperta, il tour si svolgerà lungo il percorso ciclopedonale “Jazzo Rosso-San Magno-Castel del Monte” – per ammirare gli unici e straordinari paesaggi caratterizzati da vaste distese di steppa mediterranea (ultimo esempio in Italia), formazioni rocciose, fitti boschi, maestose masserie e le caratteristiche costruzioni in pietra che rimandano ai tratturi, le antiche vie della transumanza. Questa è una tra le tante proposte di visita strutturate dall’Ente Parco che insieme alle ciclovie, ai percorsi guidati, agli itinerari in mountain-bike e le passeggiate agroecologiche lo rendono tra le principali attrazioni turistiche di questo territorio fruibile tutto l’anno.

Ore 11.30

Trasferimento ad ​Andria e visita del ​Caseificio Olanda​, socio del Consorzio Burrata di Andria IGP. Dimostrazione della lavorazione della burrata e light lunch in loco con degustazione delle specialità prodotte. In abbinamento, selezione vini di MTV Puglia ed Evo di Buonaterra. Michele Olanda e sua moglie Carmela, allevatori e produttori di latte della città di Andria, danno vita al caseificio nel 1988, diventato presto un punto di riferimento nella produzione di latticini e formaggi artigianali. Spiccano tra le produzioni il caciocavallo, le scamorze e la golosissima burrata.

Ore 13.30

Trasferimento verso Bari e partenze secondo programma.


LUCIA BUFFO SERVIZIO TV

EMITTENTE: RAI TG2 “ EAT PARADE” ANDATO IN ONDA: 07 dicembre 2018 IL PROFILO Salentina di origine vive ormai da quasi 40 anni a Roma dove lavora come Caporedattore Desk Impaginazione alla messa in onda di telegiornali, speciali e rubriche al TG2. Da quasi 15 anni si occupa di enogastronomia. La passione l’ha portata ad avvicinarsi al mondo del vino diplomandosi presso la Associazione italiana Sommelier(ora Fondazione Italiana Sommelier) e conseguendo anche il Master. Centinaia i servizi girati per la rubrica Eat Parade in tutte le regioni italiane per far emergere il ruolo fondamentale che in Italia svolgono i produttori , grazie ai quali il Made in Italy nel mondo dell’enogastronomia rappresenta uno dei settori piu’ importanti non solo dell’economia ma anche della cultura. Oltre alla rubrica Tg2 Dossier per la quale ha firmato reportage sul mondo del cibo di strada, del vino e della ristorazione di eccellenza, da alcuni anni collabora alla rubrica del Tg2 “Lavori in corso”. Qui, nello spazio “Cibo amico” tratta temi legati al mondo del cibo con reportage filmati e ospiti in diretta.

LINK:

https://goo.gl/rBWLUM


FABIO DE RAFFAELE ARTICOLO

TESTATA : CUCINA E VINI ANDATO IN ONDA: gennaio 2019 IL PROFILO Giornalista iscritto all’ordine e sommelier AIS dal 1994, dal 2004 partecipa alla stesura della guida di “Sparkle”. È tra gli editori della rivista bimestrale Cucina & Vini e dell’agenzia stampa fuoritutto.com per la quale cura la rubrica “Vini e Dintorni”.


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Bimestrale - N. 166 Dicembre 2018 - Gennaio 2019

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Sparkle 2019, la guida cartacea e on line Sparkle Day, l’evento • Le Murge e il Nero di Troia Bortolomiol, Il Segreto di Giuliano Lubecca, dal marzapane alla strada dei formaggi Tramin, Chardonnay Riserva Troy • Beermouth, il nuovo di Baladin


Nelle Murge alla riscoperta del Nero di Troia

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VINI E TERRE DI FABIO DE RAFFAELE

Viaggio a nord del capoluogo ideato dal Movimento Turismo Puglia per riscoprire il vino da un antico vitigno, le bellezze dei luoghi, la loro storia e le prelibatezze alimentari

M

urex, pietra appuntita, è probabilmente questa l’origine del nome, mutuato dalla lingua latina. Un altopiano di roccia calcarea che ha originato doline, lame, inghiottitoi e grotte, caratterizzato dalla totale assenza di corsi d’acqua superficiali permanenti, ma ricca nel sottosuolo di questa preziosa fonte di vita. Un vasto territorio di formazioni carsiche che interessa le province di Bari, BarlettaAndria-Trani, Taranto e per ultima Brindisi, all’interno del quale è inserito un enorme Parco Nazionale, quello dell’Alta Murgia, dall’estensione che supera i sessantottomila ettari e ricade su tredici comuni. “Un territorio all’interno del quale - ci spiega l’esperto e guida del Parco Giuseppe Carlucci - si possono trovare oltre ottocento diverse specie di piante aromatiche edibili, quattordici diversi rettili e circa novanta differenti uccelli nidificanti, molti dei quali migranti dal nord dell’Africa al nord dell’Europa”. Il Parco è noto anche per la sua rilevanza archeologica, basti pensare che al suo interno si è ritrovato “L’uomo di Altamura”, uno scheletro fossile di ominide risalente a centoIn apertura a sinistra vigneti intorno a Castel del Monte; sotto, Giuseppe Carlucci

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Passeggiata nell’azienda Ognissole

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FOTO DI AZIENDA OGNISSOLE

VINI E TERRE cinquantamila anni fa, o alla suggestiva necropoli di tombe a tumulo nella località San Magno, risalente a un periodo che va dal settimo al quarto secolo avanti Cristo. Il Parco è visitabile anche attraverso le sue piste ciclabili o gli itinerari percorribili a cavallo, per mezzo dei quali si potranno scoprire affascinanti e antichi edifici, come quello della masseria Cimadomo. Il Centro-Nord della Puglia, con la provincia di Foggia, Barletta-AndriaTrani e la zona a nord di Bari, è il territorio d’elezione per la produzione del vitigno più importante, dopo primitivo e negroamaro, della regione, stiamo parlando dell’uva di Troia, che per il suo intenso colore violaceo ha preso poi il nome di nero di Troia.

Sulle tracce del nero di Troia Sono molte le leggende che ruotano intorno al nome, alcune lo fanno risalire alla città albanese di Cruja, sfociato poi in Troia nel dialetto di questi luoghi, altre invece attribuiscono il nome agli esuli della omonima città, che al comando di Diomede trovano rifugio nella regione. Certo è comunque che esistono due biotipi piuttosto diversi tra loro, il primo, varietà Barletta o Ruvo, presenta grappoli serrati con acini piuttosto grandi; il secondo, varietà Canosa, si differenzia per i suoi acini e grappoli più piccoli e leggermente spargoli. È su questa seconda varietà che, seppur meno produttiva, si stanno concentrando gli


VINI E TERRE studi e le attenzioni dei viticoltori, poiché si ritiene dia vini di maggior pregio. Il nero di Troia, in purezza o associato ad altri vitigni a bacca rossa, dà vita a due Docg, (Castel del Monte Nero di Troia Riserva e Castel del Monte Rosso Riserva) e sei Doc (Barletta, Castel del Monte, San Severo, Cacc’e Mmitte di Lucera, Rosso di Cerignola e Tavoliere delle Puglie o Tavoliere). Per approfondire l’argomento abbiamo fatto visita ad alcune cantine della zona. Il primo incontro con Matteo Santoiemma, direttore della cantina Ognissole. “L’azienda Ognissole - ci spiega Santoiemma - fa capo a Feudi di San Gregorio e si compone di due diverse zone vitate. La prima è quella dove siamo (Canosa), la

tenuta Cefalicchio, che ha un’estensione di circa trentasei ettari, venticinque dei quali vitati; l’altra è più a sud, sull’altopiano di Gioia del Colle, e si estende per circa quattordici ettari, quasi esclusivamente dedicata alla produzione del Primitivo”. La prima tenuta ricade nella denominazione Castel del Monte, ed è qui che ha sede l’azienda all’interno della villa storica del sedicesimo secolo, ed è condotta in regime biodinamico iniziato già nel 1992, mentre l’altra, quella di Gioia del Colle, in biologico. “Dei venticinque ettari vitati della tenuta Cefalicchio, circa la metà riguardano il vitigno nero di Troia, uva a bacca rossa che rientra in tutte le Doc che si trovano a nord di Bari”. Il logo aziendale

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VINI E TERRE

Interno cantina Ognissole; a destra Matteo Santoiemma

FOTO DI CANTINA RUVO DI PUGLIA

Massimo Tripaldi

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è una rilettura di un antico mosaico greco rinvenuto in Puglia raffigurante il sole. La ferma convinzione di Antonio Capaldo, presidente dei Feudi di San Gregorio, nelle conduzioni rispettose della natura, ha portato nel 2017 all’ingresso in azienda del tecnico Luca D’Attoma, grande esperto di biodinamica sia in vigna sia in cantina. L’azienda produce due diverse etichette di Nero di Troia, il Brecciato e il Romanico. Il primo, un classico blend di nero di Troia al 65% e saldo di montepulciano, che non conosce legno. Il secondo, una selezione dei migliori grappoli di solo nero di Troia, dopo una lunga permanenza sulle bucce, affina prima in acciaio e poi in botti medie e grandi. Estrema pulizia in entrambe le etichette e maggiore spalla, associata a tannini ben domati, nella seconda. È ora di cena e ci dirigiamo al ristorante Perbacco. Qui Beppe Schino, architetto convertito ai fornelli, ci propone piatti della tradizione rivisitati con garbo e attenzione alla materia prima, scelta con cura. A tavola incontriamo Massimo Tripaldi, l’enologo della Cantina di Ruvo di Puglia, che ci dice: “La cantina, nata nel 1960, oggi è composta da poco più di mille soci, che insieme formano una superficie vitata di circa mille e

cinquecento ettari”. La produzione della cantina è ampia e comprende molte referenze, tra le punte di diamante si colloca sicuramente l’Augustale Castel del Monte Nero di Troia Riserva Docg. “Un nero di Troia in purezza - ci spiega Massimo Tripaldi che dopo un’attenta selezione dei grappoli, eseguita manualmente, questi raggiungono la cantina provvista delle più moderne tecniche, per il processo di vinificazione. Seguirà un affinamento nelle botti di rovere, che può arrivare fino a ventiquattro mesi”. Il vino è ricco di frutti rossi e di spezie, ha buona spalla e tannini fitti ma ben distesi. Bari poi non è così distante, quindi vi proponiamo una visita in città. Un vero viaggio sopra e sotto il capoluogo, che fa risalire la sua edificazione a oltre tremilacinquecento anni fa. Il magnifico Castello Normanno Svevo, le cui fondamenta visitabili svelano i resti dell’antico abitato bizantino, datato decimo secolo dopo Cristo; o il “Succorpo” della Cattedrale romanica, luogo che racchiude la storia attraverso le sue diverse stratificazioni, frutto di un periodo che va da quello romanico fino al Medioevo. Il nostro focus sul Nero di Troia prosegue ad Andria, nella cantina Rivera. “Abbiamo lasciato alla can-


nero di Troia e il restante di autoctoni, per capire quanto queste pratiche siano efficaci.

Interno Bari sotterranea

Un goloso intermezzo, con Burrata e confetti Andria è anche sinonimo di Burrata, quindi non ci possiamo far mancare una visita a un caseificio per vedere in quale modo si realizza questo gioiello dell’arte casearia pugliese. Michele Olanda e la sua famiglia sono abituati a ricevere anche gruppi di persone che vogliono scoprire i segreti di questa produzione, che però per questioni di igiene non possono essere ospitati all’interno del laboratorio, quindi sono attrezzati con piccoli recipienti in una sala dedicata alla dimostrazio-

Interno Cantina Rivera

FOTO DI AZIENDA RIVERA

tina il nome Rivera - ci racconta Sebastiano de Corato, proprietario con il padre Carlo e il fratello Marco e direttore commerciale dell’azienda - perché la tenuta è conosciuta così sin dai tempi di Pietro Rivera, capitano dell’imperatore Federico II di Svevia e capostipite della nobile famiglia aquilana”. Queste erano terre di transumanza per le greggi provenienti dall’Abruzzo, fonte di erba fresca per le pecore, che poi in aprile percorrevano il tragitto inverso. Il patriarca della famiglia de Corato, Giuseppe, nel 1921 acquistò la tenuta e la trasformò in un’azienda viticola e olivicola. Sebastiano de Corato, figlio più giovane di Giuseppe e nonno di chi ci parla, intuì le grandi potenzialità vinicole della zona e fondò l’azienda Rivera, era il 1940. “Le cantine storiche - prosegue de Corato - quelle della fine Ottocento, oggi sono destinate all’affinamento dei vini. I primi grandi lavori di rinnovamento della cantina ci furono nel 1960, mentre gli ultimi sono del 2004”. Nel 1960 ci fu anche la trasformazione dell’azienda in S.p.A., mentre nel 1983 avvenne l’ingresso della famiglia Gancia. “Le ultime innovazioni hanno portato in azienda dei serbatoi di acciaio con un fondo obliquo, in questo modo facilitano la pratica del délestage che, insieme alla micro ossigenazione, ci consente di rendere meno aggressivi i tannini del nero di Troia”. Come sicuramente avremo accennato in altre occasioni, la pratica del dèlestage consiste nello svuotamento del solo liquido della vasca dove è stato posto il pigiato, vale a dire il mosto più le vinacce. In questo modo le vinacce si adagiano sul fondo ed è a questo punto che si immette nuovamente il liquido tolto, che provoca la rottura del cappello e quindi una migliore estrazione. Basta assaggiare il Puer Apuliae, prodotto dal 2003 con nero di Troia a bacca piccola, o il Falcone, due terzi circa di

FOTO DI MOVIMENTO TURISMO PUGLIA

VINI E TERRE

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FOTO DI CONSORZIO TUTELA BURRATA DI ANDRIA

VINI E TERRE

Francesco Mennea

FOTO DI AZIENDA MUCCI

La Sala Confetti del Museo Mucci

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ne pratica. La Burrata di Andria, alla quale nel dicembre 2016 è stata riconosciuta l’Indicazione geografica protetta, è un formaggio a pasta filata prodotto con latte vaccino. Si inizia sbriciolando la cagliata, poi si aggiunge acqua - caratteristica di questi luoghi è l’aggiunta di sale nell’acqua di filatura - a novanta gradi e si comincia a filare. Raggiunto il giusto spessore stabilito dal casaro, si sfilaccia con le mani una parte della pasta e gli sfilacci si immergono nella panna. Con la restante pasta si formano dei veri e propri sacchetti, all’interno dei quali si ripongono gli sfilacci grondanti di panna, la magia è compiuta. “Al momento non abbiamo una produzione di latte della zona sufficiente a soddisfare la richiesta di Burrata - ci spiega il coordinatore del Consorzio di Tutela Francesco Mennea - è questo il motivo per cui è stata richiesta la Igp. Il latte proveniente da altre zone deve comunque rientrare nei parametri

stringenti stabiliti dal disciplinare. Stiamo operando affinché si arrivi a ottenere solo latte prodotto nell’areale stabilito e quando avremo raggiunto questo obiettivo, speriamo a breve, potremo iniziare il percorso che ci porterà alla Dop”. Oltre la Burrata, la Murgia è nota anche per il suo olio extravergine e per le diverse varietà di olive da mensa, per i suoi cereali e per i funghi cardoncelli (pleurotus eryngii), nonché per le sue squisite verdure e per le mandorle, che servono anche al confezionamento dei confetti, e proprio ad Andria esiste il Museo del Confetto. La famiglia Mucci è nota in Italia e oltre confine per i suoi prelibati confetti e golose dragées. Tutto inizia nel 1894, quando Nicola Mucci affianca il papà Raffaele nel suo laboratorio di pasticceria ad Andria, di lì in poi è stato tutto un crescendo di realizzazioni dolci, come i Tenerelli Mucci, una ricetta ancora segreta. Il museo si trova all’interno


FOTO DI CANTINA TORREVENTO

VINI E TERRE

dell’antica sede storica di Andria, oggi un affascinante e suggestivo punto vendita, dove si rivivono antiche ed eleganti atmosfere. Solo attraversando le stanze del museo, tra bassine e antichi strumenti manuali per la produzione, si capisce quanto lavoro e quanta passione richieda questa produzione, basti pensare che per produrre un confetto si può arrivare a impiegare anche una settimana, ma la lavorazione più lunga è senza dubbio quella dei piccoli confetti alla cannella, tre mesi! Il Museo del Confetto, dedicato al figlio del fondatore Giovanni Mucci, è stato riconosciuto dal ministero dei beni culturali come luogo particolarmente significativo e a tutta ragione rientra nei Locali Storici d’Italia.

Ancora in viaggio Dopo queste piacevoli e dolci divagazioni riprendiamo il nostro focus sul nero di Troia e lo facciamo nell’azienda Torrevento, che può contare sui suoi duecentosessanta ettari vitati, più duecento in conduzione. “Il nero di Troia - ci ricorda Luigi Tarricone, ricercatore del Crea (Centro di ricerca viticoltura ed enologia) - è un vitigno che matura tardivamente, tra la prima e la seconda decade di ottobre (ai primi di ottobre vediamo i grappo-

li ancora sulle piante, ndr), ha una buccia pruinosa spessa, quasi coriacea, di colore violetto. Ha riconoscimenti olfattivi che ricordano i frutti rossi, la rosa e ha sentori erbacei. Da un’analisi fatta da Carlo Bergamini, il nero di Troia deriva da un incrocio naturale di uva rosa e bombino bianco, che hanno generato, oltre al nero di Troia, anche il bombino nero e l’impigno”. La rivelazione sulle origini del vitigno fattaci dal ricercatore Tarricone è molto interessante, però toglie tutta la poesia alla teoria di Diomede e la fuga dalla città greca, la scienza è pragmatica. “Esistono diversi cloni e biotipi di questo vitigno - ci conferma Tarricone - che si caratterizzano per la diversa forma del grappolo e dimensione dell’acino. Uno ad acino piccolo, meno fertile (cloni Uba 49/M e Uba 49/G), l’altro, con maggiore produttività (cloni Uba 52/N; Uba 53/N e Vcr 1), ha acini più grandi”. La nostra visita prosegue in cantina, con l’enologo Leonardo Palumbo, con il quale degustiamo anche un Vigna Pedale 1997, ancora di un bel rubino brillante, ricco di frutti rossi, spezie e note balsamiche, dalla freschezza vivace e dai tannini fitti e setosi, che porta i suoi anni con onore e dignità. Il nostro percorso del nero di Troia ci porta nella tenuta

A sinistra, ingresso del negozio Mucci e del Museo del Confetto; a destra, interno cantina Torrevento

Luigi Tarricone

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VINI E TERRE il lavoro fatto in campo durante l’anno”. Nella produzione si ritrovano due Nero di Troia Docg, Terranera e Rinzacco e due Doc, VignaGrande e Pezzalaruca, i primi con affinamento in legno, i secondi in acciaio, tutti comunque rispettosi del vitigno e del territorio. La giornata si chiude al ristorante La Bottega dell’Allegria, a Corato, in compagnia di Francesco Mazzone,

FOTO DI AZIENDA CONTE SPAGNOLETTI ZEULI

FOTO DI AZIENDA CONTE SPAGNOLETTI ZEULI

Conte Spagnoletti Zeuli. “Il nero di Troia - ci dice il conte Onofrio, titolare dell’azienda - negli anni ha subito varie vicissitudini, da una superficie di circa tredicimila ettari occupata negli anni Quaranta dello scorso secolo, è arrivata fino a un minimo di soli mille e quattrocento; oggi, con la sua riscoperta, siamo arrivati a circa mille e ottocento, sempre molto lontani dal

Da sinistra, Conte Onofrio Spagnoletti Zeuli e l’interno della cantina

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suo massimo storico, ma comunque la tendenza si è invertita e questo è positivo”. La famiglia ha un antico legame con la terra, alcuni documenti del Seicento testimoniano già la proprietà di terreni circostanti Castel del Monte. “L’azienda ha un’estensione di centocinquanta ettari, solo in parte vitati. La prima bottiglia di vino prodotta con la nostra etichetta è stata posta in commercio nell’anno 2000, oggi abbiamo raggiunto il numero di seicentomila”. Il conte Onofrio è un sostenitore della produzione integrata a vantaggio di quella biologica: “Non è facile poter asserire che la propria produzione è biologica, perché basta che un alito di vento sospinga i trattamenti dati dal vicino per poter rovinare tutto

enologo e titolare dell’omonima azienda agricola. Savino Di Bartolomeo, titolare del ristorante, ci propone piatti della tradizione murgiana, preparati con cura dalla moglie Cinzia Piccarretta, e rispettosi della materia prima che Savino seleziona con attenzione da suoi produttori di fiducia locali. Le etichette della cantina Mazzone sono recenti, la prima è del 2004, ma la loro pratica vitivinicola era già attiva negli anni Settanta dello scorso secolo e ha preso maggior consapevolezza quando Francesco si laureò in enologia presso l’Università Politecnica delle Marche. Vini prodotti con basse rese per il Filotorto sono quarantacinque quintali per ettaro - e una predilezione per i vitigni autoctoni. Sono caratte-


VINI E TERRE “Alla percezione visiva e sensoriale MirVita Opificium Arte Vino introduce nella storia dell’enologia italiana e internazionale la terza dimensione della percezione, quella identitaria”. Lo scopo principale della cantina è quello della valorizzazione e promozione dei vitigni autoctoni. La visita è punteggiata di giochi d’ombra, effetti di luce e pillole filosofiche. Aetas

se dell’arte pittorica di Kazimir Severinovič Malevič, e ha fondato MirVita Opificium Arte Vino. Alla base del suprematismo di Malevič c’è il concetto che nell’arte la sensibilità pura deve prevalere rispetto a ciò che è raffigurato, il suprematista non ha bisogno dei sensi per interpretare l’opera, lo fa con l’anima, in una costante ricerca della sensibilità emozionale. “MirVita - definisce Donato Di Gaetano in un suo scritto che presenta l’azienda - è una navicella cosmica, un laboratorio-osservatorio spaziale che viaggia a cavallo delle onde gravitazionali in grado di captare i sussurri della dimensione spazio-tempo cangiante dell’animo umano”. Specifica poi nella stessa presentazione, che:

Nova, nuova vita, quella del vitigno nero di Troia, che in purezza genera questo vino di bella struttura e dai tannini fitti ma ben polimerizzati, frutto di basse rese, circa novanta quintali per ettaro, e di una macerazione sulle bucce che può durare anche quindici giorni. A questa fanno seguito sei mesi sulle fecce fini in inox, per affinare poi venti mesi in legno e un lungo periodo in bottiglia. Il nostro viaggio alle radici culturali, storiche e produttive del nero di Troia si conclude qui, speriamo di aver sollecitato la vostra curiosità sino al punto di spingervi a visitare questa zona della Puglia, forse a tratti un po’ aspra, ma sicuramente ospitale e ricca di fascino.

FOTO DI AZIENDA TOR DE FALCHI

FOTO DI AZIENDA TOR DE FALCHI

rizzati da un bello spunto minerale, densi di frutto, specchio dei vitigni di provenienza. Il nuovo giorno ci porta nella cantina Tor de Falchi, ultima tappa del nostro viaggio, in compagnia del titolare Donato Di Gaetano. Costantemente in bilico tra la sua attività di vitivinicoltore e la filosofia, Di Gaetano ha sposato in pieno la visione suprematista del mondo, che è alla ba-

Da sinistra, Donato Di Gaetano e una veduta della cantina Tor de Falchi

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La degustazione A cura di Francesco D’Agostino, e Fabio De Raffaele

CASTEL DEL MONTE NERO DI TROIA DOC 2016 Cantina di Andria - Vignuolo

13% vol - € 9,00 Esita appena versato e si rivela lentamente, per offrire un assaggio leggero, caratterizzato dalla componente tannica. Rosso rubino, si apre subito sulle note della ciliegia e della marasca, che si accompagnano alle speziature di noce moscata e cannella. Seguono liquirizia, prugna, grafite e pepe bianco. Fresco, sapido e di trama leggera, fatica a integrare una componente tannica importante, protagonista della fase finale d’assaggio. Torna il comparto fruttato, la liquirizia e la nota minerale.

TERRE DEL GRIFO 2016 PUGLIA NERO DI TROIA IGP Cantina Ruvo di Puglia

13% vol - € 6,00 Tutto giocato sui toni ereditati dal legno piccolo, mostra il vero carattere in finale di assaggio. Rosso dai riflessi violacei tendenti al porpora, al naso propone subito le dolci tonalità di vaniglia, noce moscata e chiodi di garofano, seguite poi dai frutti rossi. Mora, mirtillo, ribes e mirto, poi mandorle e nocciole anche gentilmente tostate, quindi carruba, bergamotto e arancia rossa, per chiudere sui toni di grafite e liquirizia. Bilanciato, dall’ingresso morbido, fresco, abbastanza sapido, ha trama tannica fitta e sottile e in progressione manifesta la sua energia, accompagnando un retrolfatto ricco di frutto e di dolci tostature.

AUGUSTALE 2013 CASTEL DEL MONTE NERO DI TROIA RISERVA DOCG Cantina di Ruvo di Puglia

14% vol - € 12,00 Accoglie austero e complesso e lentamente rivela il frutto dolce. Mentre in bocca ha ritmo e mostra la sua energia tannica. Rubino granato, al naso è scuro di grafite, liquirizia, ardesia, fusi con tostature di pane e nocciole, con cenni di polvere di caffè; pian piano si rivela il frutto polposo e dolce di mora, mirtillo, visciola, espressi anche in sciroppo e confettura, sfumati da note di mon chéri. Toni trasversali vegetali percorrono il quadro nei riconoscimen-

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ti di ruta e genziana, insieme ai chiodi di garofano e noce moscata e alle dolcezze della vaniglia, con sentori di erbe aromatiche di macchia mediterranea. Fresco, sapido, di adeguato spessore e morbidezza, ha tannino potente e appena più evidente nel finale, per un insieme di buona dinamica e ritmo che riprende il frutto fresco, declinato anche sotto spirito, con i tratti scuri della grafite e della liquirizia e cenni di cioccolato.

FELICE 2015 CASTEL DEL MONTE NERO DI TROIA RISERVA DOCG Giancarlo Ceci

13,5% vol - € 25,00 Ha naso un po’ austero che richiede attenzione per essere scoperto; in bocca è bilanciato e dinamico, largo e di dialettica invitante. Di colore rubino cupo, lentamente rivela il frutto di mirtillo, mirto, mora, prugna, chinotto, che dialoga con la speziatura di pepe, chiodi garofano, vaniglia, liquirizia e ancora grafite con tostature di cacao giustapposti a sentori più leggiadri di viola e rosa rossa. Si schiarisce ancora e scopriamo toni di visciole in sciroppo insieme a nocciole secche e gentilmente tostate, sfumate da nuance di nocino. In bocca si rivela ben compiuto. Bilanciato, ritmato e dinamico, ha tessitura tannica decisa e integrata, ben fusa con la freschezza e l’adeguata morbidezza, con un sostegno sapido che cresce invitando alla beva. Il retrolfatto si mostra più immediato nel frutto, accompagnato dagli altri riconoscimenti del naso con un approccio largo e ben leggibile.

PARCO MARANO 2015 CASTEL DEL MONTE NERO DI TROIA DOC Giancarlo Ceci

13,5% vol - € 14,00 Appena versato stenta a concedersi, poi rivela le note fresche del frutto e delle erbe officinali. Di colore rubino cupo, approccia con i toni della mela, melagrana e granatina, che in fretta si fondono a quelli di macchia mediterranea. Mora, ciliegia e marasca, dialogano con sfumature di china, genziana e ruta, per poi tornare sulla prugna e vaghi aromi di rosa e violetta appassite. Chiude sulle speziature di chiodi di garofano, noce moscata e pepe, quindi su cannella, polvere di caffe e di cacao. Fresco e di tessitura media, ha trama tannica prorompente, appena disidratante nel finale. Il frutto torna in una veste più giovane e più fresca, per chiudere rapidamente su grafite, spezie e liquirizia.

RINZACCO 2015 CASTEL DEL MONTE NERO DI TROIA RISERVA DOCG Conte Spagnoletti Zeuli

13,5% vol - € 14,00

Vino elegante, dalla bella dinamica gustativa e dal bel ritmo, che si esprime con coerenza nel frutto sia al naso sia al palato. Di colore rosso rubino dai riflessi violacei, si offre al naso nei toni dolci di rosa e viola, seguiti da mora, prugna, ciliegia e marasca. A breve si aggiungono il chinotto e l’arancia rossa, che dialogano con le tostature dolci nei ricordi di nocciole, cacao, vaniglia e tabacco, con finale di eucalipto. Le note minerali di grafite chiudono in compagnia della liquirizia. L’assaggio è bilanciato, fresco, sapido e di bella tessitura, morbido, capace di fronteggiare la trama tannica importante, per poi riproporre un frutto vivido e goloso.

TERRANERA RISERVA DEL CONTE 2013 CASTEL DEL MONTE ROSSO RISERVA DOCG Conte Spagnoletti Zeuli 13,5% ˇ vol - € 17,00

Tutto dolcezza di frutto e fiori, è concentrato sia al naso che al palato per un insieme elegante che integra perfettamente il tannino. Di colore rubino intenso, al naso è dolce di frutto nei riconoscimenti di chinotto, fico, anche essiccato, carruba, prugna fresca e disidratata, ciliegia Ferrovia, mora, anche in confettura, granatina e sciroppo di ciliegia che vanno in primo piano, sfumati da toni minerali di grafite e da sentori di liquirizia, percorsi da respiri floreali di violetta, con intriganti percezioni di humus e cenni fumé. Bocca potente, fresca, di tessitura importante, dotata di tannino finissimo perfettamente integrato, concentrata, dal frutto spiccato e goloso, anche in sciroppo, con spunti floreali e le tostature dolci che arrivano a sentori di cioccolato, mentre in chiusura riprende la liquirizia e la grafite, conservando la dolcezza del frutto.

GUADO SAN LEO 2012 PUGLIA NERO DI TROIA IGP D’Alfonso del Sordo

13,5% vol - € 20,00 Importante e complesso, fondere il frutto articolato con spezie e golosità e mille aromi; la bocca è potente e concentrata, di frutto integro ed elegante. Di grande potenziale evolutivo. Rubino granato intenso, accoglie con un blend di aromi che va dal frutto alle tostature: caffè, prugna e ciliegia disidratate, fresche e sotto spirito, mora, anche in confettura, chinotto, fresco e candito, cotognata, arancia rossa anche in nettare, mentre sale la speziatura di chiodi di garofano, noce moscata, pepe bianco, cannella, vaniglia, e l’in-


sieme è ravvivato da nuance di funghi e humus. E ancora tostature di nocciole, golosità di brutti ma buoni, croccante alle mandorle, nuance di tabacco e cioccolato al latte, carruba, con nuance di ruta e radice di liquiriza... Compatto, morbido, strutturato, ha tannino imponente che fronteggia una bella freschezza per un insieme dotato di grande dinamica, in grado di ripercorrere il naso conservando in progressione i toni fruttati decisi e croccanti, con finale più scuro su grafite e liquirizia.

CASTELDRIONE 2016 PUGLIA NERO DI TROIA IGT D’Alfonso Del Sordo

14% vol - € 9,00 Vino che riesce a coniugare potenza ed eleganza in egual misura, abbinate a una grande ricchezza fruttata. Da un calice rosso rubino impenetrabile salgono le note dolci del frutto. Mora, visciola, granatina, ciliegia e marasca, quindi prugna fresca e disidratata e poi ancora fico nero, note speziate di chiodi di garofano, liquirizia, pepe. Le bacche di ginepro e mirto anticipano la chiusura sulle note di grafite e sfumature di crosta di pane tostata. L’ingresso è morbido e fresco, di bella sapidità e dalla trama tannica importante ma vellutata. Ripropone il frutto fresco, le speziature e la nota minerale di grafite che cresce in progressione.

IL NERONE 2014 DAUNIA UVA DI TROIA IGT La Marchesa

13,5% vol - € 19,00 Vino che richiede tempo per poterlo interpretare, perché complesso e di non agile leggibilità, caratterizzato nell’assaggio da un tannino importante. Rosso cupo con lampi granati, apre sui toni speziati di noce moscata e liquirizia, per poi rivelare un frutto nel pieno della maturazione e a tratti anche sotto spirito. Fico nero, mora, mirtillo e prugna, quindi arancia rossa, chinotto e cotognata. Tratti balsamici di eucalipto si alternano alle mandorle e nocciole anche tostate e alla fragranza di pane. Chiude sulle note di carruba, uva passa e grafite. Fresco, sapido, ha tessitura media che fatica a contenere e bilanciare l’importante trama tannica. Il frutto al retrolfatto è delicato mentre in primo piano si avvertono ritorni di radice di liquirizia, noce moscata e grafite.

CASTEL DEL MONTE NERO DI TROIA DOC 2015 Masseria Faraona

13% vol - € 20,00 Particolarmente vivace di frutto e fiori al naso, in bocca si conferma per rivelare in progressione il lato meno accondiscendente sulla scia tannica. Rubino violaceo impenetrabile, al naso è molto vivo e fresco nei toni dol-

ci di frutto che ricordano ciliegia, mora e visciola pronti al dialogo con una vivace florealità di ciclamino, violetta e glicine, tutti sfumati da note balsamiche di eucalipto e menta. Sale poi la speziatura di liquirizia e noce moscata con i minerali di grafite, tutti sfumati da note di crosta di pane. Fresco, sapido, di trama media e tannino deciso, è un po’ irruente nel finale. Il retrolfatto conferma lo stile fresco di frutto del naso sfumato dai floreali. Da centro assaggio, in coincidenza della percezione tannica netta, il vino converge su toni di grafite e liquirizia.

FILOTORTO 2013 NERO DI TROIA IGT Mazzone

13% vol - € 17,00 Un po’ timido appena versato, si apre poi sul frutto, anche sotto spirito e sulle note minerali. Rubino cupo, quasi impenetrabile, offre note fruttate di prugna, marasca, anche sotto spirito, chinotto e mora, quindi chiodi di garofano e vaniglia, percorsi da tratti vegetali difficili da leggere. Mandorle, nocciole e noci brasiliane essiccate, poi liquirizia e caramello. Chiude sui toni della grafite. Fresco, di tessitura media e di trama tannica importante e non ancora completamente integrata, che diventa protagonista nel finale di assaggio. Il frutto torna più fresco e vivido per poi stringersi sulle mineralità di grafite e ardesia e nei toni della liquirizia.

ROMANICO 2015 CASTEL DEL MONTE NERO DI TROIA DOP Ognissole

13% vol - € 12,00 Interpretazione molto moderna e giovane dell’uva, caratterizzata da gentilezza, agilità e grande bevibilità. Rubino luminoso e trasparente, accoglie garbato, nitido e floreale nei toni di viola, rosa e glicine che dialogano con aromi di marasca, arancia rossa, melagrana, mirtillo, susina nera, ribes nero, mela, arancia e mora, sfumati da cenni di minerali ferrosi e di grafite. Fresco, morbido, dal tannino netto e ben integrato grazie alla morbidezza che sostiene la tessitura leggera. Al retrolfatto è immediato nella declinazione fruttata che si fonde con le note scure della grafite, del pepe e della liquirizia.

VIOLANTE 2016 CASTEL DEL MONTE NERO DI TROIA DOC Rivera

13% vol - € 8,00 Vino piacevole sia al naso sia al palato, una moderna interpretazione di un antico vitigno. Rubino intenso dai vaghi riflessi violacei, attacca di frutto e spezie. Riconosciamo arancia rossa, prugna, marasca e visciola, poi fico nero, quindi noce moscata e chiodi di ga-

rofano, pepe, vaniglia e sottili cenni di viola. Le dolcezze raggiungono quelle della mandorla pralinata e di torta margherita. Chiude sulle note di grafite. Bilanciato, sapido, di invitante freschezza, ha tannini importanti, ma già ben integrati da una tessitura adeguata. Torna la piacevolezza del frutto, accompagnato dalle speziature e dalle note floreali.

PUER APULIAE 2013 CASTEL DEL MONTE NERO DI TROIA RISERVA DOCG Rivera

14% vol - € 24,00 Complesso e invitante, si rivela lentamente e poi conquista, fondendo potenza ed eleganza. Di colore rubino compatto con unghia ancora violacea, al naso accoglie composito nelle speziature di noce moscata, vaniglia, chiodi di garofano, radice di liquirizia, pepe, insieme a tostature di nocciole e caffè. Si allarga freschissimo nella declinazione fruttata che rivela ribes nero, mora, mirtillo, visciola, mirto, prugna, declinati anche in sciroppo, mentre scopriamo il cioccolato e torna sul frutto di arancia rossa e bergamotto, percorsi da respiri di rabarbaro e da nuance leggiadre di petali di rosa e viola. Aggiunge toni di minerali ferrosi e grafite, con nuance di funghi e cenni fumé. Bocca importante, potente, vitale, fresca e morbida, dal tannino deciso e integrato, per un insieme progressivo e largo che sollecita sul palato i sentori del naso con grande freschezza fruttata, mentre si sviluppa la speziatura con la crescente mineralità di grafite ad avvolgere il frutto.

AETAS NOVA 2012 CASTEL DEL MONTE NERO DI TROIA RISERVA DOCG Tor de Falchi

13,5% vol - € 28,00 Si fa leggere lentamente nella sua complessità e austerità, confermata in bocca, dove è ancora poco accondiscendente. Di colore rubino compatto e impenetrabile, si rivela lentamente sulle speziature di noce moscata, chiodi di garofano e pepe bianco che dialogano con le tostature di nocciole e pasticceria da forno mentre il frutto segue sugli aromi di prugna, mora, mirto, mirtillo, marasca, declinati a piena maturazione e disidratati. E ancora liquirizia, grafite, ardesia, polvere da sparo, pepe nero sono giustapposti a cenni di petali di viola appassiti e al frutto ora focalizzato sulle confetture. Fresco, di trama media e tannino imponente, ha buona morbidezza e uno sviluppo appena austero per la trama tannica che focalizza il retrolfatto, dapprima fruttato, su toni di grafite e liquirizia.

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MATTEO DESIDERIO SERVIZIO WEBTV

TESTATA / WEB TV: LE VIE DEL GUSTO WEB TV ANDATO IN ONDA: 24 ottobre 2018 IL PROFILO E’ operatore e responsabile della produzione video della M.E.T.E. ITALIA s.r.l., casa editrice proprietaria del sistema media LE VIE DEL GUSTO, magazine specializzato nel segmento del turismo enogastronomico e della qualificazione dei prodotti agroalimentari.Ha realizzato servizi video e fotografici per la Compagnia Aerea SINGAPORE AIRLINES e l’Ente Turismo delle Filippine, Ente del Turismo Portoghese e alcuni servizi video backstage per shooting per Aziende di Moda.

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LORENZO MARTORANA ARTICOLO

TESTATA : LE VIE DEL GUSTO ANDATO IN ONDA: 07 novembre 2018 IL PROFILO Laureato in Giornalismo per Uffici Stampa presso l’Università degli Studi di Palermo, ha conseguito un Master in Media Relation presso l’Università Cattolica di Milano. Ha collaborato con diverse testate giornalistiche nel settore turistico ed enogastronomico tra le quali “Le Vie del Gusto”.


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NOTIZIE DEL GUSTO 

Puglia, Nero di Troia: sulle orme di Federico II | Vie del Gusto - Rivista di Enogastronomia e Turismo

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Puglia, Nero di Troia: sulle orme di Federico II | Vie del Gusto - Rivista di Enogastronomia e Turismo

Puglia, Nero di Troia: sulle orme di Federico II  Nov 8, 2018

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 Stam Il Movimento del turismo del vino Puglia ci conduce in un viaggio nell’area della DOC Castel del Monte, tra le cantine, le antiche t cultura enogastronomica e i terroir legati al vitigno che si candida a diventare simbolo di una intera regione

GIORNO 1

Bari, storia gusto e tradizioni

Il nostro viaggio inizia da “Bari sotterranea”, un suggestivo percorso tra le principali aree archeologiche del capoluogo pugliese, risalgono all’età del Bronzo. Si parte del Castello Normanno-Svevo, nelle cui viscere aleggia ancora l’ombra di Federico II, qui con come “Puer Apuliae”, fanciullo di Puglia, amatissimo grazie alla poliedricità ed al fascino della sua personalità. Tra le fondamen Castello – restaurato da “lo Stupor Mundi” intorno al 1240 – si celano i resti dell’abitato bizantino (X sec. d.c.), preesistente l’imp fortezza. Il precorso prosegue tra le aree sotterranee che circondano il Succorpo della Cattedrale di Bari, dove sono racchiusi i re stratificati risalenti ad una fase compresa tra età romana e Medioevo, per poi terminare intorno all’area archeologica di Palazzo troviamo resti di edifici risalenti ad epoche successive.

Dopo una breve passeggiata lungo gli affascinanti vicoli di Bari Vecchia, raggiungiamo il Lungomare del capoluogo pugliese, pe Grand Hotel delle Nazioni, nelle cui sale Alberto Sordi girò alcune scene di “Polvere di Stelle” (1973), in compagnia di Monica Vitt attenderci troviamo il direttore di MTV Puglia Vittoria Cisonno, imprenditrice ed esperta di enogastronomia che, nel 1998, ha fon l’associazione riunendo i migliori vignaioli pugliesi. Vittoria, attraverso il video emozionale “Puglia: il vino, i territori, il viaggio”, ci verso l’esperienza sensoriale che andremo a vivere nei prossimi giorni. E se l’appetito vien mangiando, dopo una breve degustaz di taralli e focaccia pugliese, raggiungiamo il ristorante Perbacco, dove a darci il benvenuto troviamo Beppe Schino, architetto co alla ristorazione: un oste accogliente e appassionato, impegnato personalmente nella ricerca e selezione delle materie prime, ch all’estro del cuoco Mirko Claudio, da anni suo fedele compagno di viaggio in questa sorprendente avventura gastronomica. Nasc non solo dei piatti, ma dei veri e propri percorsi nei sapori della cucina tradizionale pugliese, leggermente rivisitata e sempre dive

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Puglia, Nero di Troia: sulle orme di Federico II | Vie del Gusto - Rivista di Enogastronomia e Turismo

seconda della stagionalità dei prodotti locali. Ad accompagnare la serata una degustazione dei vini della Cantina di Ruvo di Pug compagnia dell’enologo Massimo Tripaldi, per una preview legata al Nero di Troia, vero protagonista nei prossimi giorni lungo le dell’Alta Murgia.

GIORNO 2

Nero di Troia, Puer Apuliae: il rosso di Federico II

La mattina seguente, dopo una prima colazione a base di confetture e prodotti locali, lasciamo Bari, e ci mettiamo viaggio in dire lungo le strade del Tavoliere d’Italia. Tra Canosa di Puglia e Castel del Monte, in contrada Cefalicchio, veniamo avvolti dai filari d alternano ad ulivi secolari; siamo nei pressi della Cantina Ognissole, per la prima tappa dedicata alla verticale sul Nero di Troia. dell’azienda racconta l’essenza di queste terre, in cui il sole e l’influenza del mare donano alle uve ricchezza, carattere ed elegan anche dalla presenza di un sottosuolo particolarmente calcare. A darci il benvenuto alle porte della cantina troviamo Matteo San pr di una realtà aziendale in cui si intrecciano tradizione e visione, passione e competenza, rispetto e forte identità territoriale. Tr nel mezzogiorno ad aver avviato nel 1992 la conversione al metodo biodinamico, Ognissole propone una varietà di etichette in degustazione: ecco allora emergere, da uve Nero di Troia, prima il “Romanico”, un rosso secco, ben equilibrato e persistente, car da sensazioni accentuate, grazie ai profumi di frutti secchi, spezie e liquirizie, di grande finezza ed eleganza; e poi il “Pontelama” dai tenui sentori di marasca e di amarena: secco ma vellutato, piacevolmente tannico.

Da Canosa ci spostiamo nelle campagne adiacenti l’abitato di Andria, per un incontro con la famiglia De Corato che ci guida in u presso Rivera, la Cantina di famiglia fondata dal capostipite Sebastiano negli anni 40′. Il territorio intorno a noi diventa sempre p brullo, senza confini e interruzioni, ma con il misterioso Castel del Monte che domina dall’alto a fare da sentinella e punto di rife certamente il simbolo più adatto per dare il nome alla D.O.C. nata nel 1971 e alla D.O.C.G. che ha visto la luce nel 2011. La fortez erigere da Federico II nel 1240, domina da una delle colline più alte dell’Alta Murgia un ampio panorama che va dal Tavoliere al G fino al Monte Vulture. Proprio dall’imperatore di Svevia del XIII sec. prende il nome uno dei cru della Cantina Rivera: quel “Puer A ottenuto da un clone quasi dimenticato di Nero di Troia, selezionato dalla Cantina Rivera nel suo vigneto Tafuri. Il risultato è un r la viola e l’anice stellata, profumi caratteristici di questa varietà, risultano in maniera preponderante, sostenuti da un palato di gr fittezza, grazie ad una vinificazione in chiave moderna e all’invecchiamento per 14 mesi in barriques nuove di rovere francese. S uve Nero di Troia, durante la degustazione in azienda, rimaniamo affascinati dal “Violante”, affinato in parte in botti di rovere fran parte in vasche di cemento vetrificate per 6 mesi, e da “Il Falcone”: un vino complesso, elegante ed austero che esprime al megl potenziale enologico del vitigno.

Andria, MTV Puglia: Nero di Troia Wine Tasting

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Puglia, Nero di Troia: sulle orme di Federico II | Vie del Gusto - Rivista di Enogastronomia e Turismo

Dopo una intensa mattinata lungo l’agro di Andria, è tempo di far visita al centro abitato della città vecchia, dove tra le strettoie d quartiere Casalino, decorate da edicole votive e stemmi gentilizi, incrociamo lo storico Museo del Confetto “Giovanni Mucci”: un fascino antico, legato indissolubilmente alla famiglia Mucci che, dopo 120 anni, è ancora direttamente impegnata nel garantire a confetti qualità e gusto incomparabili. Negli ambienti delle varie sale del Museo, unico nel meridione d’Italia, sono descritte le pr confetto, del cioccolato e della caramella, attraverso utensili e stampi di ogni tipo, preziosi documenti e, soprattutto, antichi mac appartenenti ad un’archeologia industriale praticamente scomparsa.

A pochi metri dal Museo, annesso all’omonima chiesa, si trova il Chiostro di San Francesco, i cui spazi fanno da scenario al Nero Wine Tasting, un evento promosso dal Movimento Turismo del Vino Puglia, in collaborazione con il Comune di Andria, dove le ec produttive della regione – Cantina Le Grotte, D’Alfonso Del Sordo, Conte Spagnoletti Zeuli, La Cantina di Andria, Rivera, Tor De Fa Botromagno, La Cantina di Ruvo di Puglia, Azienda Agricola Mazzone, Ognissole, Masseria Faraona, Santalucia, Torrevento, Gian Cantina Sociale di Barletta, Antica Enotria, La Marchesa – ci conducono in un percorso eno-sensoriale per raccontare i mille volt varietà che, grazie alle enormi potenzialità in parte ancora inespresse, si candida a simbolo di una intera Regione. L’incontro con si trasforma in un importante momento di approfondimento sul vitigno, i terroir dove nasce e le sue declinazioni territoriali, attra etichette top della produzione pugliese da Nero di Troia, raccontate dai vignaioli con passione, entusiasmo e amore per la propri

Trani, la Perla dell’Adriatico

La degustazione si conclude al calar della sera, proprio quando è tempo di lasciare Andria, per spostarci verso Trani, dove al nos veniamo subito guidati dai profumi del mare, lungo le strade del suggestivo porto, alle cui spalle pullula un gomitolo di viuzze las botteghe artigianali, gallerie, ristorantini di pesce e scorci affascinanti, che si specchiano nell’acqua insieme alle maestose sago Cattedrale di San Nicola Pellegrino e del Castello Svevo, edificato da Federico II. Avvolti da uno scenario mozzafiato, ricco di sto architettoniche armoniose, raggiungiamo la “Dimora Corteinfiore”, una residenza di charme dotata di sei camere da letto in cui design, tessuti naturali e arredi prodotti da selezionati artigiani locali, si fondono attraverso l’abbraccio e il calore delle luci soffu luogo ideale per rilassarci, in vista della giornata di domani, a poche ore da “Cantine Aperte in Vendemmia 2018”, l’evento promo Puglia, giunto quest’anno al ventesima edizione. Prima però di goderci il nostro meritato riposo, ci concediamo una cena a base impreziosita dai vini della Cantina di Andria – Vignuolo, in compagnia di Sebastiano Spagnoletti Zeuli, responsabile marketing d Siamo al “Gallo Restaurant”, in quella che un tempo fu una rimessa dei pescatori, a pochi passi dal mare, lungo la caratteristica del porto turistico di Trani.

GIORNO 3

Da Trani a Corato: Torrevento, degustazione in bottaia

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Puglia, Nero di Troia: sulle orme di Federico II | Vie del Gusto - Rivista di Enogastronomia e Turismo

Il nostro dolce risveglio, con vista sullo splendido Golfo di Trani, è accompagnato dai profumi del mare e dai rintocchi delle cam domenica suonano a festa. Dopo una breve colazione ci mettiamo subito in viaggio di buon mattino, in direzione Corato, verso u zone più aspre e selvagge della Puglia. Lasciamo il mare e dopo pochi chilometri lo scenario muta profondamente: rocce calca avvallamenti di origine carsica si alternano a tratti pianeggianti, in cui la terra, resa coltivabile dall’ingegno dell’uomo, è diventata presupposto di tipicità e gusto. Iniziamo ad addentrarci allora nel cuore del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, dove le caratteristi terreni ben si coniugano al vitigno autoctono del Nero di Troia, e non è un caso che da queste parti l’azienda Torrevento, nell’omo contrada all’ombra del maestoso Castel del Monte, dia vita a vini di buona struttura che ben si prestano ad un lungo processo di invecchiamento, con odori dominanti di frutti rossi, legno e rosa. Nel corso della panoramica verticale dedicata al Nero di Troia, dall’azienda presso le suggestive sale che ospitano la bottaia, degustiamo “Kebir 2014”, un rosso dal gusto armonico, austero, s grande corpo, caratterizzato da profumi e note piacevolmente vanigliate: una sapiente ed elegante combinazione tra Nero di Tro Cabernet Sauvignon, risultato di 12 mesi di invecchiamento in piccole barrique in legno di rovere; il nome di origine araba “Kebir significa “Il Grande”, evoca un grande vino ma anche un grande Imperatore come Federico II, ponte tra Oriente e Occidente. Tra Torrevento, emerge anche “Torre del Falco” Puglia IGT, ottenuto da Nero di Troia in purezza vinificato con affinamento in acciaio un classico dal gusto equilibrato, fragrante e pieno, con sentori di piccoli frutti rossi e note floreali.

Da Corato ad Andria: Spagnoletti Zeuli, la Riserva del Conte

Nel frattempo, dopo una intensa mattinata trascorsa intorno alle campagne di Corato, percorriamo pochi chilometri, per immett sentiero dominato da viti e ulivi che si perdono a vista d’occhio. La strada piuttosto tortuosa ci conduce lungo le Tenute dei Cont Spagnoletti Zeuli, il cui legame con queste terre ha radici antichissime, addirittura risalenti a prima del ‘600, come testimoniato d documenti custoditi nel secolare archivio del Casato, che certificano la proprietà dei terreni circostanti quel Castel del Monte, di Sebastiano Spagnoletti fu ultimo castellano. Al timone dell’azienda c’è oggi il Conte Onofrio Spagnoletti Zeuli, la cui eleganza e s riscontra anche nei pregiati vini di famiglia, che abbiamo il piacere di degustare proprio in sua compagnia, nella splendida mass all’esterno da centinaia di winelover ed enoappassionati, in occasione di Cantine Aperte in Vendemmia, l’evento promosso da M giunto quest’anno alla sua ventesima edizione. L’uva di Troia – circa 2500 ettari in questa zona – viene allevata su un terreno co esposto a mezzogiorno, in un microclima favorevole, per poi essere vinificata in tini di fermentazione in rovere Allier, a temperatu controllata. Dopo la vinificazione subisce un invecchiamento negli stessi tini per più di un anno, come nel caso de “Il Rinzacco” C Monte DOCG – Nero di Troia Riserva 2015, dal tannino morbido e maturo al palato, con profumo pulito e suadente che rievoca fr rossa (Ribes Nero, Mirtillo, Mora), e lievi note speziate di vaniglia e pepe nero. Le uve Troia (70%) e Montepulciano (15%) tipiche unite all’Aglianico (15%), danno origine ad un altro classico della cantina Conte Spagnoletti Zeuli: “Terranera” Castel del Monte D Riserva 2013, un rosso che al gusto si rivela persistente e ampio, di grande piacevolezza basata sui tannini dolci, ben integrati n complessità del vino, con profumi ampi di frutta e confettura di ciliege, il tutto supportato dai sentori di vaniglia e di cacao del le affinamento.

Prima di far ritorno verso Trani, ci fermiamo a pochi passi dal centro storico di Corato, per un’ultima cena sotto il cielo di Puglia, Bottega dell’Allegria, luogo ideale per gustare i migliori piatti della cucina murgiana (da non perdere: crema di ceci con cavatelli e spaghettone con cardoncino spinoso e ricotta dura). Senza nascondere il suo passato, la trattoria conserva la sua impronta da e

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svariate etichette di provenienza regionale e nazionale, tra cui i vini dell’Azienda Agricola Mazzone che degustiamo in compagni Francesco Mazzone, patron ed enologo della cantina di Ruvo di Puglia. Un ultimo sorso di Nero di Troia, prima di tornare a Trani tempo di iniziare a preparare i bagagli, in vista della partenza prevista alle prime ore del mattino.

GIORNO 4

La Burrata di Andria IGP

Al nostro risveglio, ci concediamo un’ultima passeggiata lungo la banchina del suggestivo porticciolo di Trani, animato dalle bar rientro dalla battuta di pesca della notte. Dopo una breve escursione in uno degli itinerari più suggestivi del Parco Nazionale del – circa 68.000 ettari che abbracciano le province di Bari e Bat (Berletta, Andria e Trani) – è già tempo di tornare verso l’Aeroporto il nostro tour prevede ancora un’ultima tappa lungo la strada di ritorno: la visita allo storico Caseificio Olanda, dove assistiamo a dimostrazione dal vivo della lavorazione di “sua maestà” la Burrata di Andria IGP che, una volta pronta, abbiamo l’onore di assag ancora calda, insieme agli altri latticini e formaggi artigianali prodotti da Michele Olanda e sua moglie Carmela. Un’ultima preliba Puglia, che si scioglie lentamente nel nostro palato, lasciando vivo in noi il ricordo dei profumi e dei sapori di una terra di rara be

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ANTONIETTA MAZZEO ARTICOLO

TESTATA : LA MADIA TRAVEL & FOOD ANDATO IN ONDA: gennaio 2019 IL PROFILO Affascinata dal mondo del vino , ha iniziato la sua attività, dopo il diploma di Sommelier AIS, collaborando per piccole realtà locali, come editorialista di enogastronomia, più che un lavoro solo una passione, che col tempo però è cresciuta e di cui ha fatto la sua professione. Attualmente è editorialista de La Madia Travelfood, Tecnico ed Esperto agroalimentare, Delegata Regionale Emilia Romagna - Associazione Nazionale Donne del Vino.









MARIELLA MOROSI ARTICOLO

TESTATA : ITALIA A TAVOLA ANDATO IN ONDA: 18 gennaio 2019 IL PROFILO E' giornalista professionista dal 1983 lavorando al giornale Radio Tre e a Televideo con il grado di caporedattore. Ha firmato numerosi servizi speciali sul tema dell'enogastronomia, ha condotto per molti anni la rubrica Tv "i giovani incontrano l'Europa". E' iscritta al GIST- Gruppo Italiano Stampa Turistica e collabora attualmente a varie testate giornalistiche sui temi della cultura, del turismo e dell'enogastronomia come corrispondente e inviata.


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Viaggio nelle terre del Nero di Troia Vino pugliese dalle radici antichissime - Italia a Tavola

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Quotidiano di enogastronomia, turismo, ristorazione e ospitalità Lunedì 21 Gennaio 2019 | aggiornato alle 12:22 | 57210 articoli in archivio

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VINO

TENDENZE e MERCATO

di Mariella Morosi

Viaggio nelle terre del Nero di Troia Vino pugliese dalle radici antichissime Pubblicato il 18 Gennaio 2019 | 18:20

S

aranno stati i tralci di vite che Diomede portò da Troia e che dettero buoni frutti sulle rive dell’Ofanto, o quelli dei popoli dell’Asia Minore, a fare del Nero di Troia un grande vino dalla forte identità territoriale. Storie vere,

forse, ma certamente verosimili come chiave di lettura delle origini di questo vitigno che con il Negroamaro e il Primitivo ha fatto la storia ampelogra a pugliese. Una panoramica attraverso le interpretazioni del vitigno principe delle Murge, organizzata dal Movimento Turismo del Vino Puglia, in collaborazione con PugliaPromozione, nell'ambito della sua consolidata attività di valorizzazione e promozione delle aree a particolare vocazione vinicola, ha permesso a un gruppo di rappresentanti della stampa internazionale di sentirsi parte di una realtà complessa quanto affascinante.

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Non solo degustazioni di Nero di Troia nelle sue varie interpretazioni e incontri con i produttori, ma approfondimenti sulla sua evoluzione enologica, culturale e paesaggistica, e il suo rapporto col cibo secondo il legame antico agricolturaterritorio. Certo è che Federico II, l’imperatore svevo che visse nel XIII secolo, amasse quest'uva nera detta "di Troia" e che ne degustasse il “corposo vino” con piacere dall'alto del suo maniero, l'ottagonale Castel del Monte, Patrimonio Unesco. Tutta la sua area circostante è ad alta vocazione enologica, con caratteristiche pedoclimatiche particolarmente favorevoli. Anche nei secoli passati, dalla moltiplicazione delle vigne ad opera dei marchesi D’Avalos no ai primi ottocenteschi tentativi di classi cazione ampelogra ca, questo vino seppe esprimere la sua forte identità nelle aree del Barese.

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Due le sottovarietà del vitigno, ancora oggi interpretate dai vignaioli nella loro speci cità: Troia di Canosa o di Corato e Troia di Barletta, ad acini più piccoli e con un risultato meno tannico. Entrambe robuste, resistenti alla siccità e generosamente produttive, hanno nelle varie località nomi diversi come Barlettana, Sumarello, Tranese, Troiano, Vitigno o Uva di Barletta o della Marina. Il viaggio nell’identità e nello stesso tempo della diversità del Nero di Troia ha avuto il suo focus nel wine tasting organizzato dal Movimento Turismo del Vino Puglia in collaborazione con il Comune di Andria nel Chiostro San Francesco ad Andria, che ha riunito 17 cantine, alcune storiche e altre più giovani che hanno investito su questo vitigno che ha tutto l'orgoglio di essere considerato autoctono: oltre la leggenda non si può andare.

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In maggioranza nell'Alta Murgia o intorno a Castel del Monte le aziende presenti erano Conte Spagnoletti Zeuli, La Cantina di Andria, Rivera e Giancarlo Ceci, tutte di Andria, poi Tor De Falchi di Minervino Murge, Botromagno di Gravina in Puglia, due di Ruvo di Puglia: Mazzone Francesco e La Cantina di Ruvo , Ognissole di Canosa di Puglia, tre di Corato: Torrevento, Masseria Faraona e Santa Lucia e, di Barletta, la Cantina Sociale. Del Foggiano erano la Cantina Le Grotte di Apricena, D`Alfonso del Sordo di San Severo, l'Antica Enotria di Cerignola e La Marchesa di Lucera. Tutte le aziende, che continuano a fare della qualità, il loro obiettivo, hanno mostrato nelle degustazioni le diverse interpretazioni di un’uva capace di stupire per le sue potenzialità e che ben si armonizza all’intensità dei sapori del territorio, con un elegante corredo olfattivo, il gusto asciutto e corposo, una buona trama tannica e vocazione alla longevità. Non a caso, in purezza o in blend con altre varietà, il Nero di Troia può fregiarsi di tre Docg e di varie Dop e Igp.

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Onofrio Spagnoletti Zeuli L’importanza della comunicazione in cui è impegnato da sempre il Movimento Turismo del Vino Puglia è fondamentale per mettere in risalto l'unicità del Nero di Troia. Ma lo fa nell’ambito delle caratteristiche territoriali, dalla geogra a e dalla storia no alla tradizione e alla cucina, con le sue risorse agricole: olio, ortaggi e prodotti della transumanza come carni e formaggi. È da notare come molte cantine, anche quelle più moderne, rispettino la continuità con il passato con l'esposizione di vecchi attrezzi per la potatura, torchi e botti di una volta. Sono piccoli musei familiari mostrati con orgoglio accanto alle attrezzature d'avanguardia. Rivera è tra le cantine storiche, tra le colline della Murgia e il mare Adriatico. Le radici della famiglia de Corato risalgono all'800 e - col passaggio da padre in glio - le vengono riconosciute coraggiose iniziative e sperimentazioni d’avanguardia che l'hanno fatta diventare emblema dell’enologia pugliese e motore di una rinascita che ad oggi non conosce soste. Sebastiano e Marco, alla quarta generazione, proseguono una storia di successi. Caratteristica dei loro vini di Troia, come delle altre tipologie, lo stile enologico che sa interpretare territorio e tradizione con attenzione alle evoluzioni della tecnica e alle https://www.italiaatavola.net/vino/tendenze-e-mercato/2019/1/18/viaggio-terre-del-nero-di-troia-vino-pugliese-dalle-radici-antichissime/59018/

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tendenze del mercato. C'è l'antico accanto al modernissimo - dalle bottaie interrate con grandi botti di rovere francese e di Slavonia alle barrique no al cemento vetri cato e ai lucenti serbatoi in acciao inox - e le tecniche di vini cazione e di af namento sono tra le più innovative. Tra le etichette identi cative della varietà, frutto di un progetto di valorizzazione del vitigno avviato negli anni '90, c'è il Puer Apuliae Castel del Monte Riserva Docg (Puer

Apuliae, o glio di Puglia, è l’appellativo con cui veniva chiamato Federico II).

Sempre all'imperatore sono dedicati anche Il Falcone Riserva Docg, prodotto n dagli anni '50 e il Violante Dop, dal delicato sentore di viola. Passione e competenza, mirate al mantenimento di una forte identità territoriale, sono proprie anche di Ognissole, azienda tra Canosa di Puglia e Castel del Monte, che trae il logo da un mosaico greco che rappresenta il Sole, quel Sole che dona alle uve pugliesi ricchezza, carattere ed eleganza. Forti i valori alla base della loso a imprenditoriale di Antonio Capaldo di Feudi di San Gregorio a cui appartiene questa azienda, gestita in regime biodinamico a Cefalicchio - una delle due tenute in cui è strutturata la proprietà - con un buon risultato per il clima caldo e arido murgese. Se il Romanico Castel del Monte Dop esprime tutta l’intensità aromatica del vitigno, la sua potenzialità è stata ben espressa anche nella vini cazione in rosa nel Pontelama Dop. Tra le cantine più antiche quella https://www.italiaatavola.net/vino/tendenze-e-mercato/2019/1/18/viaggio-terre-del-nero-di-troia-vino-pugliese-dalle-radici-antichissime/59018/

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del conte Onofrio Spagnoletti Zeuli, famiglia di viticoltori e olivicoltori dal '600 come attesta la documentazione custodita nell' archivio del Casato che ci dice anche che un suo avo, Sebastiano, fu l'ultimo inquilino di Castel del Monte.

Generazione dopo generazione i terreni incolti vennero boni cati e oggi l'azienda viene citata come esempio di imprenditorialità e di rispetto per il territorio, con un'agricoltura integrata e rispettosa dell'intera tradizione agroalimentare locale. Il suo Nero di Troia ben si esprime in grandi etichette come le due riserve Docg Rinzacco e Terranera e il Dop Vignagrande. Nei rosati è presente nel Mezzana, nel Chiacchiericcio e nello Szo. Altra cantina storica è la Torrevento di Corato, moderna struttura costruita accanto a quella originaria, un antico monastero benedettino della contrada Torre del Vento che nelle grotte scavate nella roccia ospita la bottaia. Ma è nel 1989, con Francesco Liantonio, attuale presidente, che avviene la vera svolta con ristrutturazioni, ampliamenti della super cie vitata e innovazione tecnologica. Tra le etichette che esaltano le caratteristiche della varietà le Docg Castel del Monte e Ottagono ma anche le Igt Bolonero, Torre del Falco ed E'Arte. La sala degustazioni dal sof tto a volta in pietra è stata ricavata dalla ristrutturazione dell'antica stalla. Vengono anche organizzate visite guidate alla chiesetta, alla casa padronale e lungo la strada dei vini Dop Castel del Monte. https://www.italiaatavola.net/vino/tendenze-e-mercato/2019/1/18/viaggio-terre-del-nero-di-troia-vino-pugliese-dalle-radici-antichissime/59018/

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L'arte, e non solo quella di far vino, è di casa al Mirvita Opi cium Arte e Vino Tor de Falchi. nominato dal Ministero delle Politiche Agricole Progetto di eccellenza rurale in Italia. Siamo nelle colline che dal Parco Nazionale dell'Alta Murgia degradano verso l'Ofanto e il Vulture della con nante Lucania e in questa cantina che Donato Di Gaetano preferisce chiamare "opi cium" tutto parla del pittore russo Kasimir Malevich, pioniere dell’arte moderna e padre del Suprematismo, movimento che voleva liberare l'arte da ogni nalità pratica od estetica. Fin dalla fondazione nel 1990 l'azienda si è concentrata sulla riscoperta dei vitigni autoctoni: oltre al Nero di Troia, l’Aglianico, il Montepulciano,il Fiano, il Moscato Reale di Canelli e il Bombino Nero. Felice l'interpretazione del Nero di Troiaq della Docg Castel del Monte Aetas Nova e, in blend, nel Boamundus. Un altro esempio del livello espressivo che può raggiungere il vitigno, vendemmia dopo vendemmia, lo dà la famiglia Mazzone di Ruvo di Puglia, alla terza generazione di viticoltori. Domenico e Francesco, che è anche l'enologo, gestiscono i loro 7 ettari vitati con grande rispetto del territorio e fonti di energia alternativa.

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«Il nostro lavoro non è solo in vigna e in cantina - dicono - ma continua nella promozione del territorio, nella sostenibilità delle produzioni, nell’interesse verso gli autoctoni e le tecnologie innovative di vini cazione che mirano a limitare al massimo l’impatto umano». Tra le migliori etichette gli Igt Capo Casale, Filo Torto e il rosato Dandy. Nell'area più vocata operano anche due importanti realtà cooperative: La Cantina di Andria, conosciuta come la “Vignuolo”, dal nome poetico con cui il Pascoli de nì il viticcio rampicante della vite, e la Cantina di Ruvo di Puglia. La prima, fondata nel lontano 1959, rinnovando l’esperienza della Cantina Cooperativa della Riforma Fondiaria Acli con l’obiettivo di valorizzare i vitigni autoctoni murgesi, conta 40 soci con vigneti che si estendono per circa 200 ettari sulle colline intorno a Castel del Monte. L’attenzione all'ambiente ha portato la cantina a puntare sul biologico con vini certi cati. Con l'uva di Troia nascono la Docg Castel del Monte, il Maniero di Federico e, in blend col Bombino, il Vignuolo Dop. L’impegno per la valorizzazione degli autoctoni, allevati con tecniche innovative ma sempre nel segno della secolare tradizione, è anche della Cantina di Ruvo di Puglia che gestisce 1.500 ettari di vigneti con un migliaio di soci. Su queste pendici collinari, che degradano da 450 a 250 metri sul livello del mare e si https://www.italiaatavola.net/vino/tendenze-e-mercato/2019/1/18/viaggio-terre-del-nero-di-troia-vino-pugliese-dalle-radici-antichissime/59018/

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caratterizzano per un clima tipicamente mediterraneo e una composizione argillosa del suolo, vengono coltivati i vitigni storici. Le etichette più prestigiose vengono contrassegnate dal Grifo, che dalla facciata della cattedrale protegge la città di Ruvo. È un viaggio da fare, quello nelle terre del Nero di Troia, attraverso i parchi murgesi, lungo le strade del vino che ripercorrono i regi tratturi, tra vigneti, oliveti, pascoli e chiese romaniche di pietra bianca.

Locande e ristoranti propongono il meglio dell'agroalimentare, Andria signi ca anche burrata - quella della famiglia Olanda viene esportata in tutto il mondo - e da visitare c'è anche il Museo del Confetto. Ma c'è un altro viaggio nel tempo da fare a Bari, ma sotto la città. È quello di Bari Sotterranea, organizzato da "Eventi d’autore". È un percorso articolato, che partendo dal Castello Normanno Svevo, edi cato sotto un abitato bizantino, tocca l'area archeologica del Succorpo della Cattedrale romanica e il rinascimentale Palazzo Simi. Per informazioni: www.mtvpuglia.it

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ALESSANDRA PIUBELLO ARTICOLO

TESTATA : QUEEN INTERNATIONAL ANDATO IN ONDA: gennaio 2019 IL PROFILO Alessandra Piubello, giornalista e scrittrice veronese, degustatrice professionista, è direttore responsabile di alcuni periodici (fra cui Queen International e Prince) oltreché autrice di libri e anche di reportage di turismo enogastronomico dall’Italia e dall’estero. E’ curatrice della Guida Oro I Vini di Veronelli e autrice per la guida I Ristoranti d’Italia de L’Espresso. Collabora con testate nazionali (Spirito diVino, Artù, Euposia, Cook_inc., Cucina e vini, Livein Magazine, James, Barolo&Co., Sommelier Veneto, EnoS) e internazionali (Spirito diVino Asia, Decanter). E’ membro di prestigiose associazioni (FIJEV, CWW, AIS, Donne del Vino, Accademia Italiana della Cucina, ASA, Gruppo Italiano Stampa Turistica), e presenza costante nei più importanti concorsi enologici al mondo.


numero

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Periodico n. 106 - € 30,00 HAIRMAGAZINES Editrice

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INTERNATIONAL HAIRSTYLE MODA & bEAuTY FALL - WINTER 2019 Milan - New York - London

RubRICHE Libri - Enoviaggi Enogastronomia Concorsi

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H A I R S T Y L E

M O D A 14/01/19 10.55


ENOVIAGGI - a cura di Alessandra Piubello

QUEEN INTERNATIONAL PRINCE

Dialoghi sul Nero di Troia Alt! Fermati qui un attimo, mi piacerebbe comunicare, fra te e me. Non offenderti se ti dò subito del tu, lo so che le buone maniere prevedrebbero un Lei. E’ che vorrei accorciare le distanze. Io scrivo, tu leggi, fra noi le parole. Un ponte fra te e me, sta a te attraversarlo. E poi seguirmi, nel magico mondo pugliese. Conosci il Nero di Troia? Immagino di sì, ma permettimi di presentartelo. Il Nero di Troia (conosciuto anche come uva di Troia e, prima nel tempo, come uva di Canosa, uva di Marina, uva di Barletta, tranese, troiano) è la terza varietà tradizionale pugliese a bacca nera più coltivata, dopo il negroamaro e il primitivo. La sua estensione, che arriva a circa milleottocento ettari vitati (pensa che nel 1970 gli ettari erano ben tredicimila), copre un territorio ampio, tra Foggia, Barletta, Trani, Andria e Bari. Come dici? Sì, esatto, centro-nord della Puglia. Il fiume Ofanto sembra dividere due aree geografiche distinte: al nord il Subappenino Dauno e il Tavoliere, a sud la fascia premurgiana e l’Alta Murgia. Immagina i paesaggi, su tutti il pensiero vola allo splendido maniero di Castel del Monte, ma anche al Parco dell’Alta Murgia, così selvaggiamente naturale, fra rocce e boschi, doline e lame. Il Nero di Troia si è ben adattato, sviluppando un legame molto forte con le aree geografiche che ne hanno visto l’evoluzione. Di fatto il Nero di Troia si trova sostanzialmente solo qui, in questo luogo d’elezione per il contesto pedoclimatico che gli è consono. Lo sapevo che me l’avresti chiesto: il nome, già, da dove deriva. Ci sono delle leggende sai? Si narra che il mitico eroe greco Diomede, terminata la guerra di Troia, navigasse per il mare Adriatico fino a risalire il fiume Ofanto e lì, trovato il luogo ideale, vi ancorasse la nave con delle pietre delle mura della città di Troia che aveva portato con sé come zavorra, utilizzandole come cippi di confine per delimitare i territori che da quel momento si chiamarono i Campi Diomedei. Sempre la leggenda aggiunge che Diomede aveva portato con sé, come ricordo, quei tralci di vite che, piantati sulle rive dell’Ofanto, dettero origine all’Uva di Troia. Fuor di fantasia, in realtà non si sa bene da dove derivi il nome, ci sono varie ipotesi, te ne cito qualcuna. Alcune fanno derivare il nome dalla cittadina pugliese di Troia, appunto, in provincia di Foggia, altre dalla città albanese di Kruja o Cruja (il cui nome sarebbe poi stato vernacolizzato in Troia) o dalla regione galizio-catalana della Rioja. Quest’ultima ipotesi fa riferimento

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agli anni della dominazione spagnola in Puglia ed in particolare al Governatorato (iniziato nel 1745) della giurisdizione di Troia di Don Alfonso d’Avalos, originario di quella regione, che impiantò delle viti nei suoi possedimenti. Sì, ho capito, vuoi sapere le origini del vitigno. Come se fosse facile, mica lo si sa. Alcune ricerche condotte dal professor Scienza presupponevano l’appartenenza genetica del Nero di Troia ad un gruppo di varietà dell’Adriatico orientale. Nel 2013 uno studio di Lacombe e colleghi individua nel bombino bianco e nel quagliano (o boutellian) i genitori del Nero di Troia. Se tali tesi verranno confermate, potremmo dunque trovarci di fronte a un vitigno nato in Puglia o comunque nel Sud Italia. No, no, siamo d’accordo, non ti annoio con le caratteristiche ampelografiche, però devi sapere che il Nero di Troia ha maturazione tardiva, fra la metà e la fine di ottobre, a differenza del primitivo (lo dice il nome, matura per primo, fra fine agosto e primi di settembre) e il negroamaro, che si vendemmia tra fine settembre e inizio di ottobre. La sua vite resiste a lunghi periodi di siccità, prediligendo i terreni calcarei, ma ben si adatta al limoso-alluvionale, al tufaceo di sedimentazione marina, al roccioso, tutti suoli tipici di queste zone. Il suo sangue un tempo andava ad irrobustire i vini del nord e financo di Bordeaux e molto difficilmente si usava in purezza. Generalmente in Puglia veniva bilanciato con il Montepulciano (giunto qui dall’Abruzzo al seguito della transumanza). Pare che fu proprio il grande Veronelli a suggerire (eh sì, hai proprio ragione, era sempre avanti su tutti lui) ai produttori la vinificazione da monovitigno. Vero, un tempo erano più concentrati sulla quantità che sulla selezione, ma i tempi pian piano hanno iniziato a cambiare, grazie anche a produttori accorti. Infatti, le prime esperienze di selezione massale per individuare piante ad acino piccolo e spargolo, più adatte alla produzione di vini di alto profilo, furono proprio ad opera di privati, per esempio da Carlo e Sebastiano De Corato dell’azienda agricola Rivera, da Francesco Liantonio di Torrevento, da Roberto Perrone Capano di Santa Lucia. Si arrivò alla conclusione che il biotipo Canosa, con una più bassa resa produttiva per ettaro, minor peso dell’acino (più piccolo) e buccia più spessa, era il più adatto per la produzione di vini di pregio e a lungo invecchiamento, grazie ad un contenuto più elevato di antociani e tannini, ma soprattutto al loro rapporto adeguato, e

all’alta concentrazione di resveratrolo, un potente antiossidante, come ben sai. Poi esiste ancora il clone denominato ruvese, in auge negli anni Settanta, quelli della super produzione, dall’acino grande e grappolo serrato, difficile da portare a piena maturazione fenolica. Ma tu sai in quante Doc il Nero di Troia entra a far parte? Sono davvero molte, ben sette, eccole: Castel del Monte, Barletta, Cacc’e mmitte di Lucera, Orta Nova, Rosso di Cerignola, San Severo, Tavoliere o Tavoliere delle Puglie. Due invece le Docg: Castel del Monte Nero di Troia Riserva e Castel del Monte Rosso Riserva. Che dici? Solo in rosso? No, ci sono esempi in rosato e perfino in bianco di questo vitigno, a dimostrare la sua versatilità. Va bene, ti racconto le sue caratteristiche organolettiche, ma solo a grandi linee, sai meglio di me che non si può generalizzare ed ogni bottiglia è a sé. Il Nero di Troia può esprimere note di viola, di ciliegia, di ribes, nei vini giovani, con l’affinamento aumentano le note speziate (pepe nero, liquirizia, anice stellato, tabacco, menta, sottobosco). Al palato non offre un’acidità pronunciata ma un’austera eleganza e una spiccata energia tannica. E ora, parti con me per un giro dedicato al Nero di Troia, organizzato dal Movimento Turismo del Vino Puglia e promosso dalla Regione Puglia assieme a Puglia Promozione? Si comincia da Bari, ma da una prospettiva diversa: la Bari sotterranea. L’itinerario archeologico comincia dal Castello Normanno Svevo, le cui fondamenta celano i resti dell’abitato bizantino (X sec. d.C.) preesistente l’impianto della fortezza. Proseguiamo poi nel “Succorpo” della Cattedrale romanica, area di straordinario interesse storico e archeologico, che racchiude resti stratificati risalenti a una fase compresa tra età romana e Medioevo, con un mosaico policromo voluto da Timoteo, intorno al VI secolo d.C, per decorare la Basilica di Santa Maria. Continuiamo verso Palazzo Simi, nei pressi della Cattedrale, sede del Centro Operativo per l’Archeologia di Bari, che racchiude i monumentali resti di due chiese sovrapposte di età bizantina e romanica ed esposizioni di reperti e situazioni di scavo nella città e nel territorio dell’antica Peucezia. Ultima tappa è Santa Maria del Buon Consiglio, che sorge nella zona più antica della città, dove gli archeologi hanno individuato i primi insediamenti dell’età del Bronzo, con una splendida pavimentazione e complessa stratificazione archeologica. Interessante, no? Ma ora torniamo a concentrarci sul bicchiere, tap-


ENOVIAGGI - a cura di Alessandra Piubello pa al ristorante Perbacco di Beppe Schino, ovviamente a Bari, che propone una cucina tradizionale di livello, per incontrarci a cena con i Nero di Troia della Cantina Ruvo di Puglia, spiegati dall’enologo Massimo Tripaldi. Qualche informazione? Ti accontento subito: la cantina sociale nasce ben nel 1960, attualmente conta settecento soci su novecentocinquanta ettari, per una produzione di due milioni di bottiglie. Il vino che ci è piaciuto di più? L’Augustale Nero di Troia Riserva Castel del Monte 2013. L’indomani, partenza per Canosa di Puglia, tappa da Ognissole. Ci accoglie Matteo Santoiemma, direttore dell’azienda che è stata acquistata nel 2013 da Feudi di San Gregorio. Si è continuato a seguire l’imprinting della precedente proprietà, che già nel 1992 aveva convertito tutto al biodinamico certificato. Siamo nell’Alta Murgia, hai visto che spettacolo? Dal vigneto, trai 150 e i 220 metri di altitudine si vede il Vulture e il Gargano. Sai che c’è? I vini di Ognissole sono molto identitari, intensi e pregnanti. Su tutti spicca il Romanico Castel del Monte 2015, di un equilibrio memorabile (sissì, te lo consiglio, provalo e poi fammi sapere). Partiamo ora alla volta di Andria per incontrare Sebastiano De Corato, dell’azienda Rivera. Sebastiano porta lo stesso nome del bisnonno che ha fondato l’azienda negli anni Quaranta. Non ho conosciuto il suo avo, ma la passione di Sebastiano, che è anche vicepresidente del Movimento Turismo del Vino italiano, è contagiosa. L’hai sentita anche tu, vero, mentre ci raccontava con orgoglio la storia aziendale che parte dal 1921 (quasi un secolo), quando venne acquistata la tenuta sull’altipiano tra le colline della Murgia e il mare Adriatico, che fu poi trasformata in un’azienda vitivinicola modello? Settantacinque ettari di proprietà, suddivisi tra terreni calcareo-tufacei e calcareo- rocciosi. Fu negli anni Novanta, con il vino Puer Apuliae (ragazzo della Puglia, come veniva chiamato Federico II) che si dedicarono alla valorizzazione del Nero di Troia. A questo vino viene dedicato un singolo vigneto di quattro ettari, una sola tipologia di legno (rovere francese) e dal 2003 viene usato solamente il biotipo da selezione massale (effettuata in un vecchio vigneto di famiglia) da acini piccoli. In effetti, durante la degustazione ci ha particolarmente colpito il loro cru Puer Apuliae Castel del Monte Nero di Troia 2013. Dopo un ristoratore pranzo tradizionale da Rivera, partiamo alla scoperta di Andria. Pensavi che fosse famosa solo per la burrata? E invece no, la cittadina, soprattutto il centro storico, è impressiva, tra il dedalo di viuzze (pensa, qui c’è la strada più stretta d’Europa) e le piazze, tra la Chiesa di

Sant’Agostino, culla dei Templari e la cattedrale normanna di Santa Maria Assunta. Ci fermiamo a visitare il museo del confetto, dentro la confetteria Mucci. Che scoperta! Tenerelli, cannellini, confetti ricci, diavoloni, medaglioni… e noi con le manine aperte, tornati bambini, a voler assaggiare tutto! Un posto magico questa confetteria fondata nel 1894 e gestita dalla quarta generazione con affabile competenza. Ma è giunto il momento di andare nel Chiostro di San Francesco, dove incontriamo i produttori di Nero di Troia del territorio. Delle undici aziende delle quali abbiamo potuto assaggiare i vini (Conte Spagnoletti Zeuli, Cantina sociale di Barletta, Vignuolo, Tor de’ Falchi, Antica Enotria, Le Grotte, D’Alfonso del Sordo, Giancarlo Ceci, Masseria Faraona, Mazzone, Santa Lucia), abbiamo trovato, pur nelle differenze interpretative, tanti vini di indubbio interesse e di livello che ci fanno pensare che una strada sia tracciata per la riscossa di questo vitigno. Alla fine della degustazione partiamo per Trani, dove ceniamo a base di pesce al Gallo Restaurant e incontriamo Sebastiano Spagnoletti Zeuli, responsabile marketing dell’azienda Vignuolo, che ci ha presentato i vini. Bravissimo, hai ragione, vignuolo è il viticcio. La cantina sociale, ribattezzata nel 2013 sulle ceneri dell’antica cooperativa fondata nel 1959, si basa sul lavoro di trentatré soci. Cento ettari vitati, 300.000 bottiglie in totale. A noi ha colpito Maniero di Federico Uva di Troia Puglia Igt (90 % nero di troia, 10% aglianico) 2006. Il giorno successivo, dedicato a Cantine Aperte in Vendemmia, la festa autunnale molto sentita dalle cantine socie del Movimento Turismo del Vino Puglia, ci dirigiamo a Corato, all’azienda Torrevento. Qui siamo accolti con squisita professionalità dall’enologo Leonardo Palumbo, da Alessandra Tedone e da Francesco Liantonio (terza generazione al comando), nonostante la moltitudine di persone presente in cantina in occasione della festa. Per prima cosa ci mettono sul pullmino e ci portano a visitare le vigne. Eccoci nel cuore del Parco nazionale dell’Alta Murgia, a circa 450 metri di altitudine. Muretti a secco, querce, rocce aguzze (Murge deriva da murex, pietra appuntita), un’estensione di vigneto su 260 ettari e su tutto domina la silhouette della misteriosa fortezza federiciana, il maniero costruito da Stupor Mundi ovvero Federico II. Hai ragione, proprio uno spettacolo. Ritorniamo in azienda, che è stata fondata in quello che era un monastero benedettino del Quattrocento. Suggestive le cantine scavate nella roccia del monastero a custodire i nettari di un’azienda che fu tra le prime a credere nel Nero di Troia, imbottigliando nel 1992 e crean-

do nel 1994 la prima serie di bottiglie di “Vigna Pedale”, un cru ottenuto da una vigna di Nero di Troia ad alberello, originata da selezioni massali di vecchi vigneti. Da allora si è sempre distinta, ricevendo premi e riconoscimenti nazionali e internazionali. Per Liantonio, docente di marketing che ha scelto di fare l’imprenditore agricolo per restare fedele alla tradizione avviata dal nonno negli anni ‘20, si è trattato di una missione: puntare sugli autoctoni. Fino al 2000 erano gli unici ad imbottigliare Nero di Troia in purezza, poi sono arrivati altri, che già ci stavano lavorando e ora la compagine si può presentare pronta e compatta all’appuntamento con il mondo del vino. E, a dimostrarci che il Nero di Troia ha notevoli capacità d’invecchiamento, un Vigna Pedale Castel del Monte doc 1997 (che poi diventerà Castel del Monte Rosso Riserva Docg con l’approvazione dei disciplinari sulla Docg nel 2011). Una vera sorpresa questa bottiglia: sotto le note di fungo, di sottobosco, di pot-pourri si sente ancora il frutto e in bocca stupisce per l’eleganza, la lunghezza e la freschezza. Chapeau! Ma è già tempo di ripartire, direzione Andria, azienda Spagnoletti Zeuli. Anche qui Cantine Aperte è un successone, fitta infatti la presenza di molti wine lover. Chissà, magari a guardar bene ci sei anche tu. I vigneti sono in due aree, Contrada Zagaria, dove siamo adesso e c’è la cantina con il frantoio (circa settanta ettari) e San Domenico (circa ottanta ettari), la residenza dei proprietari. La storia risale al Seicento, anche se l’azienda viene fondata nel 1970. Onofrio Spagnoletti Zeuli, che ci accoglie con amabile cortesia, discende da un casato illustre e nobile. Un suo avo, Sebastiano, nel Seicento fu l’ultimo castellano a reggere il maniero costruito da Federico II nel XIII secolo. Tra i vini che Spagnoletti Zeuli ci fa assaggiare, preferiamo il Rinzacco Castel del monte Nero di Troia Riserva 2015. Ci gustiamo un pranzo tipico e purtroppo, con molto rammarico, dobbiamo lasciare la terra di Puglia per ritornare al Nord. Il viaggio nel Nero di Troia è finito. Che ne dici, ti sei divertito?


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