Quando la liturgia unomelia

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Anno della Fede: la Predicazione

Quando la liturgia è un’omelia fra Paolo Maria Calaon op

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a Chiesa pellegrina su questa terra è costantemente interpellata dalle parole che Gesù dopo la sua Resurrezione ha rivolto agli undici apostoli: “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato” (Mc 16, 15-16). Il Vangelo di Marco termina con queste parole di Gesù, che interpellano anche oggi la Chiesa e ciascun credente. “Andate in tutto il mondo” e “predicate il Vangelo”: Gesù rivolge questo “mandato” agli Apostoli, i quali l’hanno trasmesso ai loro successori, attraverso l’imposizione delle mani. La Sacra liturgia, con i segni, parole e gesti che le sono propri, può esserci di aiuto per comprendere meglio tutta la profondità di queste parole di Gesù, ed illuminare così il mistero della predicazione. Scopriremo così che la liturgia può dirsi “omelia” anche al di fuori del momento omiletico vero e proprio, perché essa è “opera di Cristo”, e annuncia, significa e realizza il suo mistero Pasquale. “Andate in tutto il mondo” In forza del sacramento del Battesimo, ogni credente è un testimone del Vangelo, chiamato a trasmettere la fede, attraverso le parole e le opere. Come afferma il documento del Concilio Vaticano II sull’attività missionaria della Chiesa: Tutti i cristiani, dovunque vivono, sono tenuti a manifestare con l’esempio della vita e con la testimonianza della Parola l’uomo nuovo, che hanno rivestito col Battesimo, e la forza dello Spirito Santo, dal quale sono stati rinvigoriti con la Confermazione. Per comprendere meglio i fondamenti e le varie espressioni di questa testimonianza di fede, lasciamoci guidare dalla liturgia della Chiesa, che con i suoi riti, gesti e parole, ci illumina e ci fa vivere, nei suoi sacramenti e sacramentali, questi misteri. Il rito dell’Effatà nel battesimo Nella celebrazione del sacramento del Battesimo dei bambini e degli adulti ritroviamo l’eco del comando del Signore nel suggestivo e semplice rito dell’Effatà (= apriti) quando il celebrante tocca, con il pollice, le orecchie e le labbra dei singoli battezzati. Nel caso del rito dei bambini accompagna il gesto con questa preghiera:

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