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la parola del papa
2015 anno della vita consacrata
L
a vita consacrata è un dono di Dio per la Chiesa e per l’umanità. “Consacrato” vuol dire essere scelto da Dio per appartenergli totalmente e per essere “strumento” di una sua particolare presenza d’amore. È una vocazione che si realizza, per opera dello Spirito Santo, nella sequela radicale di Cristo casto povero e obbediente, facendo propria, per dono suo, la forma di vita che egli si scelse per sé, che propose ai suoi e che Maria, la Vergine Madre sua, abbracciò (cfr. Lumen gentium). Dopo l’Anno Sacerdotale indetto da Benedetto XVI (2009-2010), il successore Papa Francesco ha voluto dedicare anche un anno alla vita consacrata (frati, religiosi/e, claustrali, monaci). In questa breve presentazione abbiamo messo tutti gli ingredienti necessari per le nostre riflessioni. Parole quali: consacrato, vocazione, sequela radicale, dono, castità, voti e quant’altro sono così spesso abusate e distorte, oggi, che forse ne abbiamo dimenticato il senso più profondo ed autentico, e siamo talmente abituati a sentirli ripetere – vuoi per bene, vuoi per protesta – che forse sarebbe meglio per tutti noi ritornare alla sana origine del loro significato, sia a riguardo del Vangelo, quanto a riguardo della vita ecclesiale, due aspetti distinti ma inseparabili. Fin dal suo esordio, il cristianesimo sviluppa il concetto di “sequela” e subito vediamo il “gruppo delle donne” affiancarsi al gruppo degli apostoli, i Dodici, chiamati direttamente da Gesù, tutti uomini. Da subito si forma spontaneamente il gruppo delle donne associate alla presenza di Maria, la Madre di Gesù. Non abbiamo molto spazio per soffermarci sulle cronologie storiche, ma è importante partire da qui e quindi dai Vangeli.
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