MonteCarlo Times n 85

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Les Nouvelles de la Principauté de Monaco - Côte d’Azur - Riviera des Fleurs

LES PRINCESSES

Maria Carolina et Maria Chiara de Bourbon des Deux Siciles

STORIA SEGRETA di 7 Ville a Monaco LA DEVOTION DU PEUPLE

Directeur Ilio Masprone - www.montecarlotimes.eu
“Dal punto di vista del lavorare per vivere, ogni attività che non sia lavoro è un hobby” (Hannah Arendt - storica, filosofa e politologa tedesco/americana- 1906 - 1975)

COTURE

ALTA SARTORIA MADE IN ITALY

SOMMARIO

FACCIAMO IL PIENO DI CREATIVITA’ CONNESSIONE E RINNOVAMENTO

La primavera e’ il momento ideale per iniziare qualcosa di nuovo, come, per esempio, praticare un “hobby”, ossia un’attività praticata nel tempo libero per piacere, interesse o divertimento. Come lo stesso concetto di tempo libero, anche quello di hobby si è affermato con l’avvento della società industriale, che per la prima volta distingueva il tempo lavorativo da quello disponibile per altre attività. Avere un hobby può aiutare le persone ad affrontare il lavoro e la vita di tutti i giorni con più energia. Ma i professionisti del settore relax hanno scoperto che non è poi così facile come sembra. Innanzitutto, “... bisogna considerare la ricerca di un hobby come un progetto che ha bisogno di cura e specialmente di tempo, perciò è necessario

Le printemps est le moment idéal pour commencer quelque chose de neuf, comme par exemple se lancer dans un «hobby», une activité pratiquée pendant le temps libre pour le plaisir, l’intérêt ou l’amusement. Comme la notion de temps libre elle-même, celle de hobby s’est également imposée avec l’avènement de la société industrielle, qui a pour la première fois distingué le temps de travail du temps disponible pour d’autres activités. Avoir un «hobby» peut aider les gens à aborder le travail et la vie quotidienne avec plus d’énergie. Mais les professionnels de la détente ont découvert que ce n’est pas aussi facile qu’il y paraît. Tout d’abord, «…il faut considérer la recherche d’un hobby comme un projet qui demande du soin et surtout du temps, il faut donc trouver le bon moment pour faire un «brainstorming», une réflexion personnelle, et se poser quelques questions.» Le deuxième conseil de brainstorming est de «…repenser aux

trovare il momento adatto per fare un “brainstorming” personale e porsi alcune domande.” Il secondo suggerimento del brainstorming è di “...riandare alle cose belle e divertenti che ci piaceva fare quando eravamo bambini. E poi provare a trovare un modo adulto di praticarle” Purtroppo, è incredibile quante siano le persone che conosco e che hanno perso per strada i loro hobbies, per cui elenco i passaggi che seguono, cose che chiunque sia alla ricerca di momenti di relax nel turbinare della vita, specialmente di questi tempi, può sforzarsi di eseguire. Primo consiglio è quello di riscoprire il potere dei libri. Essi plasmano il modo in cui vediamo il mondo e la primavera di un nuovo anno è l’occasione perfetta per leggere opere che ispirano sia il cuore che la mente. Espandere i nostri orizzonti con i grandi nomi della letteratura che esplorano la bellezza e le lotte dell’umanità come Dostoevskij, Yeats,

Eliot, Cronin, sono solo un esempio. O dedicarci alle arti, alla musica, al cinema e al teatro, che sono una finestra sul mondo. Visitare un museo, assistere a un concerto che celebra la creatività umana, guardare un film o assistere a un’opera teatrale, che si tratti di un capolavoro rinomato o di un semplice lavoro popolare, le arti rivelano verità, bellezza e bontà in modi inaspettati. Dallo spirito al pratico, al manuale: in un’era digitale frenetica, riconnettersi con il lavoro manuale può essere sorprendentemente ristoratore. Che si tratti di puzzle complessi da ricomporre in famiglia, giochi di carte o da tavolo con gli amici, giardinaggio, falegnameria, pasticceria o pittura, queste attività pratiche ci radicano nel momento presente e rispecchiano la nostra capacità creativa. In particolare, quando coltiviamo, costruiamo o creiamo, partecipiamo all’opera di creazione continua di Dio, con grande beneficio dello spirito. Per quanto

FAIRE LE PLEIN DE CRÉATIVITÉ, DE CONNEXION ET DE RENOUVEAU

choses amusantes et belles que nous aimions faire quand nous étions enfants. Et puis essayer de trouver une manière adulte de les pratiquer.» Malheureusement, c’est incroyable combien de personnes que je connais ont perdu leurs passe-temps en cours de route! Je vais donc énumérer les étapes suivantes, que ceux qui recherchent des moments de détente dans le tourbillon de la vie, surtout de nos jours, devraient chercher de réaliser. Le premier conseil est de redécouvrir le pouvoir des livres. Ils façonnent notre vision du monde, et le printemps d’une nouvelle année est l’occasion idéale de lire des œuvres qui inspirent à la fois le cœur et l’esprit. Élargir nos horizons avec de grands noms de la littérature qui explorent la beauté et les luttes de l’humanité tels que Dostoïevski, Yeats, Eliot, Cronin, pour n’en citer que quelques-uns. Ou bien se consacrer aux arts, à la musique, au cinéma et

au théâtre, qui sont une fenêtre sur le monde. Visiter un musée, assister à un concert qui célèbre la créativité humaine, regarder un film ou assister à une pièce de théâtre, qu’il s’agisse d’un chef-d’œuvre renommé ou d’une simple œuvre populaire, les arts révèlent la vérité, la beauté et la bonté de manière inattendue. Du spirituel au pratique en passant par le manuel: à l’ère du numérique, renouer avec le travail manuel peut être étonnamment rafraîchissant. Qu’il s’agisse de puzzles complexes à réaliser en famille, de jeux de cartes ou de société entre amis, de jardinage, de menuiserie, de pâtisserie ou de peinture, ces activités pratiques nous ancrent dans l’instant présent et reflètent notre capacité créative. En particulier, lorsque nous cultivons, construisons ou créons, nous participons à l’œuvre continue de la Création divine, pour le grand bénéfice de l’esprit. Quant au sport, il doit absolument être un plaisir, un

riguarda lo sport, deve assolutamente essere divertente, ricreativo, e non un dovere in più. Cioè, non con il solo scopo di tenersi in forma, perdere peso, eliminare la pancetta... Ci sono sondaggi che affermano che una grande percentuale di persone paga un abbonamento annuale in piscina, o in palestra, o a un corso di yoga o di pilates, ma poi si stufa e ben presto smette. O si compra una bike da montagna, che finisce per restare in garage a muffire, perdendoci pure dei soldi! Dal jogging al padel, dal tennis da tavolo al golf, da un pc nic nel parco a una gita in campagna, l’offerta non manca. Comunque sia, non dobbiamo scoraggiarci nella ricerca del nostro hobby ideale, anche se sperimentare ed essere aperti a cose diverse può richiedere parecchio tempo e pazienza, tutti noi in fondo sappiamo che è davvero un bene darci da fare per trovare quella che io chiamo la “valvola di sicurezza” per vivere meglio, il nostro passatempo ideale!

loisir, et non un devoir supplémentaire. C’est-à-dire, pas dans le seul but de rester en forme, de perdre du poids, de se débarrasser de la graisse du ventre... Il existe des enquêtes qui indiquent qu’un grand pourcentage de monde paie un abonnement annuel à une piscine ou à une salle de sport, ou à un cours de yoga ou de fitness, mais ensuite ces mêmes personnes s’ennuient et arrêtent bientôt. Ou alors vous achetez un VTT qui finit par rester dans le garage à moisir, et vous perdez même de l’argent!

Du jogging au padel, du tennis de table au golf, d’un pique-nique dans un parc à une sortie à la campagne, les options ne manquent pas. En tout cas, il ne faut pas se décourager dans la recherche de notre passetemps idéal, même si expérimenter et être ouvert à différentes choses peut demander beaucoup de temps et de patience, nous savons tous au fond de nous qu’il est vraiment bon de faire un effort pour trouver ce que j’appelle la «soupape de sécurité» pour vivre mieux, notre «hobby» idéal!

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di Ilio MASPRONE

MARIA CAROLINA E MARIA GIOVANISSIMECHIARA, SORELLE REALI

Una miscela armoniosa di tradizione, modernità e impegno

labuizza@tiscali.it

A separarle, sulla carta, solo un anno e mezzo. Cinquecentocinquantotto giorni per la precisione – una è nata il 23 giugno 2003, l’altra il 1° gennaio 2005. Figlie del principe francese Carlo duca di Castro, bisbis-bis nipote di re Francesco II delle due Sicilie, e dell’italiana Camilla duchessa di Castro nata Crociani, le Principesse Maria Carolina di Borbone delle Due Sicilie, duchessa di Calabria e di Palermo e Maria Chiara di Borbone delle Due Sicilie, duchessa di Noto e di Capri, nonostante la loro giovane età difendono le cause che stanno loro a cuore e hanno già ottenuto molti riconoscimenti per l’impegno sociale e ambientale. Le principessso sono ambasciatrici del Passion Sea Project (associazione internazionale che promuove il rispetto e la conservazione dei nostri mari attraverso l’educazione e la creatività) e sono state decorate dalla Croce Rossa Monegasca e Italiana. Partecipano inoltre al No Finish Line, un evento annuale di beneficenza che si svolge a Mon-

Laura BUIZZA

tecarlo sotto il patrocinio di S.A.S. il Principe Alberto II di Monaco, e sostengono molti progetti ed enti, tra i quali spiccano Ocean 1, l’UNICEF e l’associazione italiana “Salvamamme”. Nel 2016, e nuovamente due anni dopo, si sono recate negli USA, a New York, per partecipare all’evento March in March organizzato dall’associazione UN Women for Peace, gestito direttamente dalle Nazioni Unite. Nel 2018 hanno anche ricevuto il “Premio Beata Regina Maria Cristina” per il loro sostegno umanitario internazionale. Nel novembre 2022 le principesse, insieme al padre, hanno assegnato diverse borse di studio a studenti dell’Institut Sainte-Marie Anthony di Parigi, per sostenerli nella loro carriera accademica. Si tratta della tradizionale consegna delle Borse di studio di San Giorgio, una delle attività di beneficenza della fondazione della

tiniano di San Giorgio Domenica 7 aprile 2024 la principessa Maria Carolina è stata scelta come madrina della corsa ciclistica benefica Bicinrosa. La principessa ha percorso in bicicletta le strade di Roma insieme alla sorella minore per sensibilizzare e raccogliere fondi per la lotta contro il tumore al seno. La Casa dei Borbone delle Due Sicilie è un ramo cadetto della famiglia reale spagnola che discende dalla dinastia dei Capetingi e che ha regnato sull’Italia Meridionale dal 1734 al 1861. Oggi, il capo della dinastia è il principe Carlo e se, per intenderci, il regno delle Due Sicilie esistesse ancora, egli ne sarebbe il sovrano. I Borbone del regno delle Due Sicilie sono una delle famiglie nobili più altolocate d’Italia, nella quale le due principesse spiccano per grazia e intelligenza. Poliglotte, esse parlano sia il francese, che è la lingua ufficiale della loro residen-

za monegasca, sia la lingua madre che è l’taliano; ma sono fluenti anche in inglese, spagnolo, portoghese e russo. Mentre i loro titoli nobiliari danno lustro alla quantità di eventi caritativi e sociali cui sono invitate a partecipare in tutto il mondo, è il loro impegno che aggiunge particolare spessore a quelli organizzati nel sud d’Italia contro la violenza sulle donne, ed è solo un esempio fra tanti. Attualmente, la principessa Maria Carolina divide i suoi studi tra i corsi di Scienze Sociali, Marketing e Management della prestigiosa Business School di Harvard, a Boston, negli USA, e quelli di Fashion and Luxury Studies presso l’Università Internazionale di Monte Carlo, dove studia anche Maria Chiara, che però si dedica anche alla sua grande passione, la recitazione, frequentando una nota scuola di Monaco. Nelle vene delle due principesse, oltre a quello “blu” scorre anche quello della loro nonna materna Edy Vessel, nome d’arte dell’ attrice e modella triestina Edoarda Vesselovsky, nota negli anni ‘60 per la sua bellezza mozzafiato e per la sua bravura, tanto che conquistò persino Federico Fellini, che nel 1963 la volle nel cast del suo celebre film 8½. Fu l’ultima apparizione sulle scene di Edy, prima del matrimonio con l’industriale Camillo Crociani, da cui nacque una bellissima figlia, l’attuale principessa Camilla di Borbone delle Due Sicilie, moglie di Carlo e madre di Maria Carolina e di Maria Chiara. Seguendo le orme della nonna, nel 2014 le principesse hanno debuttato al cinema nel cast del film “Grace of Monaco” con l’attrice Nicole Kidman. Nel 2018 han-

ROYALES

Formula Uno, il Ballo della Rosa e il Festival Internazionale del Circo di Monte-Carlo. Le due giovani sorelle reali sono ovviamente sempre le benvenute nei salotti “bene”, e si vedono spesso insieme alle sfilate di moda milanesi e parigine. Le due giovani principesse posano spesso e volentieri come modelle e non è raro vederle apparire, in abiti coordinati, agli eventi mondani riservati all’aristocrazia. Le due principesse incarnano l’essenza del Principato di Monaco: una miscela armoniosa di tradizione, modernità e impegno verso il progresso. Attraverso la loro educazione, i ruoli pubblici e le iniziative personali, rappresentano il futuro della dinastia e un simbolo di speranza per la comunità monegasca. La loro vita, ricca di significato e ispirazione, è un riflesso di ciò che Monaco è e di ciò che continuerà a essere: un faro di cultura, eleganza e innovazione.

MARIA CAROLINA et MARIA CHIARA, JEUNES SŒURS ROYALES

Un mélange

harmonieux de tradition, de modernité et d’engagement

Sur leurs actes de naissance, seulement un an et demi les sépare. Cinq cent cinquante-huit jours pour être précis – l’une est née le 23 juin 2003, l’autre le 1er janvier 2005. Filles du prince français Charles, lui-même arrière-arrière-arrièrepetit-fils du roi des Deux -Siciles François II, et de Camilla née Cro-

ciani, les princesses Maria Carolina de Bourbon des Deux-Siciles, duchesse de Calabre et de Palerme, et Maria Chiara de Bourbon des Deux-Siciles, duchesse de Noto et de Capri, défendent les causes auxquelles elles sont attachées, et elles ont reçu de nombreuses reconnaissances pour l’engagement social et environnemental, malgré leur jeune âge. Les princesses sont ambassadrices du Passion Sea Project (une association internationale qui promeut le respect et la conservation de nos mers à travers l’éducation et la créativité) et elles ont été décorées par la Croix-Rouge monégasque et italienne. Elles participent également à la No Finish Line, un événement caritatif annuel organisé à MonteCarlo sous le patronage de S.A.S. le Prince Albert II de Monaco et elles soutiennent de nombreux projets et organisations, parmi

no partecipato alla 75ma Mostra del Cinema di Venezia, dove sono apparse per la prima volta sul red carpet per poi sfilare per la première di Jeanne du Barry nel 2023 al Festival di Cannes. In occasione della kermesse cinematografica, le sorelle reali hanno dispiegato il loro stile, indossando abiti rossi e bianchi (i colori della casa borbonica) firmati da importanti stilisti, Giorgio Armani per Chiara e Valentino e Alberta Ferretti per Carolina. Mentre si dedicano con diligenza ai loro studi, sono entrambe “influencer” molto attive e popolari sui social, molto seguite su Instagram, e hanno avviato una fortunata carriera da fashion content creator. Complici e molto unite, sono habituees degli eventi mondani a cui sono solite partecipare in coppia, tra cui il Gran Premio di Monaco di

lesquels Ocean 1, UNICEF et l’association italienne «Salvamamme». En 2016, et encore deux ans plus tard, elles se rendent aux États-Unis, à New York, pour participer à l’événement March in March, organisé par l’association ONU Femmes pour la Paix qui est géré directement par les Nations Unies. En 2018, elle ont également reçu le Prix Beata Regina Maria Cristina des Deux-Siciles pour leur soutien humanitaire international. En novembre 2022, les princesses et leur père ont attribué plusieurs bourses à des étudiants de l’Institut Sainte-Marie Anthony à Paris, pour les soutenir dans leur parcours académique. Il s’agit de la remise traditionnelle des Bourses Saint-Georges, l’une des activités caritatives de leur fondation familiale, l’Ordre Constantinien de Saint-Georges. Le 7 avril 2024, la princesse Maria Carolina a été choisie comme marraine de la course caritative à vélo Bicinrosa. La princesse a pédalé avec sa sœur cadette dans les rues de Rome pour sensibiliser et récolter des fonds pour la lutte contre le cancer du sein. La maison de Bourbon des Deux-Siciles est une branche cadette de la famille royale espagnole issue de la dynastie capétienne et qui régna sur l’Italie du Sud de 1734 à 1861. Aujourd’hui, le chef de la dynastie est le prince Charles et si le Royaume des Deux-Siciles existait encore, il en serait le souverain. Les Bourbons du Royaume des Deux-Siciles sont l’une des familles nobles les plus haut placées d’Italie, dans laquelle les deux princesses se distinguent par leur grâce et leur intelligence. Polyglottes, elles parlent à la fois le français, qui est la langue officielle de leur résidence monégasque, et leur langue maternelle, l’italien; mais elles parlent également couramment l’anglais, l’espagnol, le portugais et le russe. Si leurs titres de noblesse donnent de l’éclat aux nombreux événements caritatifs et sociaux auxquels elles sont invitées à participer dans le monde entier, c’est leur engagement qui ajoute de la profondeur; notamment, et ce n’est qu’un exemple parmi tant d’autres, lors de ceux organisés dans le sud de l’Italie contre les violences faites aux femmes. Actuellement, la princesse Maria Carolina partage ses études entre les cours de Sciences Sociales, Marketing

PRINCIPATO DI MONACO

et Management à la prestigieuse

Harvard Business School, à Boston, aux États-Unis, et ceux d’Études de Mode et de Luxe à l’Université

Internationale de Monte Carlo, où Maria Chiara aussi étudie, tandis qu’elle se consacre également à sa grande passion, le théâtre, en fréquentant une école réputée de Monaco. Dans les veines des deux princesses, outre le sang bleu, coule également celui de leur grand-mère maternelle, Edy Vessel, pseudonyme de l’actrice et mannequin de Trieste Edoarda Vesselovsky, connue dans les années 60 pour sa beauté époustouflante ainsi que pour son talent, à tel point qu’en 1963 Federico Fellini l’inclut au casting de son célèbre film 8½. Ce fut la dernière apparition d’Edy sur la scène, avant son mariage avec l’entrepreneur italien Camillo Crociani, d’où naîtra une fille, l’actuelle Camilla princesse de Bourbon des Deux-Siciles, épouse de Charles et mère de Maria Carolina

ROYALES

et Maria Chiara. Suivant les traces de leur grand-mère, les princesses ont fait leurs débuts au cinéma en 2014 au casting du film «Grace de Monaco» avec l’actrice Nicole Kidman. En 2018, elles assistent à la 75e Mostra del Cinema de Venise, où elles font leur première apparition sur le tapis rouge, avant de défiler à l’avant-première de Jeanne du Barry en 2023 au Festival de Cannes. A l’occasion, les sœurs royales ont montré leur style, portant des robes rouges et blanches (les couleurs de la maison Bourbon) conçues par d’importants stylistes, Giorgio Armani pour Chiara et Valentino et Alberta Ferretti pour Carolina. Alors qu’elles se consacrent avec diligence à leurs études, elles sont tous deux des «influencers» très actives et populaires sur les réseaux sociaux, avec un large public sur Instagram, et elles ont commencé une carrière en tant que créateurs de contenu de mode. Complices et très proches, elles

sont des habituées des événements mondains auxquels elles participent habituellement en couple, dont le Grand Prix de Formule 1 de Monaco, le Bal de la Rose ou encore le Festival International du Cirque de Monte-Carlo. Les deux jeunes sœurs royales sont évidemment toujours les bienvenues dans les «salons», et elles sont souvent vues ensemble lors des défilés de mode à Milan et à Paris. Les deux jeunes princesses posent souvent comme mannequins et il n’est pas rare de les voir apparaître, dans des tenues assorties, lors d’événements mondains réservés à l’aristocratie. Les deux princesses incarnent l’essence de la Principauté de Monaco: un mélange harmonieux de tradition, de modernité et d’engagement pour le progrès. Par leur éducation, leurs rôles publics et leurs initiatives personnelles, elles représentent l’avenir de la dynastie et un symbole de noblesse à Monaco. Leurs vies pleines et avivées sont le reflet de ce que la communauté monégasque continuera d’être, un phare de culture, d’élégance et d’innovation.

EVENTI

Virginia DE MASI

demasivirginia@gmail.com

Nei viali alberati del Principato, la primavera è annunciata dalla fioritura dei mandorli, seguita da quella dei ciliegi e delle rose! Oltre ai numerosi eventi in programma, la grande stagione musicale e artistica prosegue con la 41a edizione del Printemps des Arts Festival di Monte-Carlo. E ancora, biglietterie aperte per due imperdibili eventi: il Rolex Masters su https://store.montecarlotennismasters.com/it che propone le nuove tariffe beneficiando di un vantaggio sulla prenotazione e per il Gran Premio di F1 dal 22 al 25 maggio, su Ticketgrandprix.com, che offre una vista impareggiabile sulla gara. Non perdetevi questi eventi unici a Monaco!

Fino al 21 aprile 2025, NOUVEAU MUSÉE

NATIONAL DE MONACO VILLA PALOMA

Fino al 4 maggio 2025, NUOVO MUSEO NAZIONALE DI MONACO

VILLA SAUBER MOSTRA

“AGORÀ, LA PIAZZA DEI MUSEI”

Nel 2015, il NMNM ha lanciato il suo primo LAB e ha esposto “dietro le quinte del museo”. Nel 2018, cinque artisti sono stati invitati a mettere in discussione la definizione stessa di museo. Nel 2025, all’alba di una vasta trasformazione strutturale della Villa Sauber, il NMNM si propone di dare risalto alla sua programmazione pubblica che pone gli artisti e la trasmissione al centro delle sue sfide.

Fino al 6 luglio 2025, dalle 10:00 alle 18:00

ESPACE 22

MOSTRA

“SINFONIA DI COLORI”

Siamo lieti di annunciare la nuova mostra che riunisce i talenti di tre artiste eccezionali: Maja Kerin, Liudmila Sun e Maria Mikileva. Questa primavera, dalle 10 alle 18, venite a scoprire le opere di tre donne ispirate dal principato, Immergendovi in un mondo di colori intriganti, dove ogni tela racconta una storia unica. Una sinfonia visiva che stupirà i vo-

Il Museo di Antropologia Preistorica di Monaco è lieto di invitarvi a scoprire la sua nuovissima mostra temporanea: L’Effetto Farfalla, la preistoria degli animali, sotto l’Alto Patronato di S.A.S. il Principe Alberto II di Monaco, offre due sale interamente dedicate al tema del regno animale e della biodiversità. Un viaggio affascinante nel cuore dell’archeologia e della nostra storia naturale!

1 e 2 marzo 2025

GRIMALDI FORUM

MONACO

TEATRO

“20.000 LEGHE

SOTTO I MARI”

Questo spettacolo per attori e burattini ci porta a bordo del Nautilus, un leggendario vascello che è allo stesso tempo un mostro marino e una nave all’avanguardia, comandata dal capitano Nemo. Protagonisti del romanzo di Jules Verne sono il professor Aronnax e il suo fedele servitore Consiglio che, prima di naufragare e diventare prigionieri di Nemo, erano partiti all’inseguimento del famoso narvalo gigante a bordo dell’Abraham Lincoln insieme al fiociniere Ned

La mostra prende il titolo dalle pietre paesine, i cui disegni di origine geologica evocano paesaggi dipinti, al limite tra figurazione e astrazione. Questa nozione di analogia tra natura e tecnica è al centro dell’opera di Francisco Tropa, il cui lavoro si concentra sulle condizioni di apparizione e percezione di un’immagine.

stri sensi e nutrirà la vostra anima artistica.

Fino a lunedì 1 dicembre dalle ore 9 alle ore 18

MUSÉE D’ANTHROPOLOGIE

PRÉHISTORIQUE

MOSTRA

“L’EFFETTO FARFALLA”

2 marzo - 27 aprile 2025, Principato di Monaco - Il Printemps des Arts di Monte-Carlo 2025 celebra il centenario di Pierre Boulez, figura di spicco della musica contemporanea. Concerti, proiezioni e spettacoli esploreranno il suo lavoro innovativo e la sua influenza globale. Il festival mette anche in risalto il legame artistico tra Boulez e il pittore Francis Bacon. Sei dipinti di Bacon, realizzati durante il loro incontro a Parigi, illustrano i temi della fragilità umana e del tempo, riflettendo al contempo gli scambi tra musica e pittura. Questo dialogo tra due geni del XX secolo offre un’immersione unica nel loro universo artistico.

2 marzo 2025, ore 18:00 ,AUDITORIUM RAINIER III OPERA

“TRISTANO E ISOTTA ATTO II”

Stagione Lirica di Monte-Carlo 2024/25. Concerto lirico. Direzione musicale Philippe Jordan. Tristan Andreas Schager. Isolde Anja Kampe. Musica e libretto di Richard Wagner (1813-1883). Prima rappresentazione: Monaco di Baviera, Teatro Reale di Corte Bavarese, 10 giugno 1865. Prima parte: Adagio dalla Sinfonia n. 10 in fa diesis maggiore (ca. 1910 – incompiuta) di Gustav Mahler (1860-1911). In collaborazione con l’Orchestra Filarmonica di Monte-Carlo e come preludio al Printemps des Arts di Monte-Carlo.

4 marzo 2025, ore 18:30

AUDITORIUM

RAINIER III

OPMC

“MUSICA DA CAMERA”

Stagione 24/25 dell’Orchestra Filarmonica di Monte-Carlo, sotto la presidenza di S.A.R. la Principessa di Hannover - Musicisti dell’OPMC.

In programma: Haydn, Bruckner.

6 marzo 2025

THEATRE PRINCESS

GRACE - “ART”

Tre amici da oltre quindici anni vedono la loro amicizia scossa quando Serge acquista una lavagna. “Cosa sono i vecchi amici? Amici che si conoscono da molto tempo. Sì, ma cos’altro? Quando tutto cambia, quando tutto si trasforma, quando nelle nostre vite l’unica costante è il movimento, che aspetto possono avere i vecchi amici? Perché, in ultima analisi, gli amici di ieri possono essere ancora gli amici di oggi? Cos’è un amico trentenne? Forse un perfetto sconosciuto.” Francois Morel.

7 e 8 marzo 2025, alle 19:00 e alle 21:00, e il 18 e il 19 aprile 2025, alle 19:00 e alle 21:00 LE MÉRIDIEN BEACH PLAZA

“STAND-UP

AL SMAKELIJK! COMEDY CLUB”

Nuove serate di comicità a Monaco, dove l’umorismo belga tornerà a brillare sul palco dello SMAKELIJK! COMEDY CLUB con 3 nuovi comici.

9 marzo 2025, ore 15:00

AUDITORIUM RAINIER III OPMC

“CHARLOT SI CURA E CHARLOT DIVENTA UN RAGAZZO DI TEATRO”

Land. Il capitano Nemo, un vero pirata moderno, li porta in un giro del mondo attraverso gli oceani, dove l’esperienza scientifica si fonde con la poesia delle grandi profondità. Gli attori, accompagnati da una compagnia di pesci, ci conducono in un viaggio nel cuore di questo monumento letterario.

lontà irrefrenabile di eliminare chi si oppone, l’intimo rapporto con il destino, i presagi amplificati dalle apparizioni spettrali, la paura ossessionante del tradimento, la violenza della punizione compongono questo

Stagione 24/25 dell’Orchestra Filarmonica di Monte-Carlo, sotto la presidenza di S.A.R. la Principessa di Hannover Paul Lay, Pianoforte. In Programma: Proiezione dei Film di Charles Chaplin.

11 marzo 2025, ore 20:00 THEATRE PRINCESS GRACE TEATRO

“RICCARDO III” Riccardo III fa senza dubbio parte della galassia dei monumenti della tragedia. Come in Otello o in Macbeth, l’hybris regna dall’alto della sua imponente statura e trascina corpi e coscienze in un’implacabile e sanguinosa ondata. Il desiderio di vendetta, la sete di potere, la vo-

vortice di poesia e furia.” William Mesguich.

Da mercoledì 12 a sabato 15 marzo 2025 GRIMALDI FORUM MONACO MONACO LIVE PRODUCTIONS celebra la risata e il buon umore con la 19a edizione delle Sérénissimes de l’Humour. Posto sotto l’Alto Patronato di S.A.S. il Principe Alberto II, questo Festival della Risata nel Principato riunirà per 4 giorni una schiera di comici e attori. Quest’anno, le Serenissimes de l’Humour sosterranno l’associazione “Chien de Coeur”. Mercoledì 12 marzo 2025, ore 20.00, Les Sérénissimes de l’Humour con Philippe Lellouche - Per la prima volta da solo sul palco, Philippe Lellouche è in un rapporto intimo con il pubblico. Uno spettacolo divertente e confortante di felice nostalgia in cui condivide con autoironia i ricordi della sua infanzia, le sue emozioni romantiche e naturalmente le sue nevrosi. Dopo 15 anni di trionfi a teatro, Philippe Lellouche vi propone un viaggio nel tempo con Stand Alone. Un momento di presunta felicità di cui tutti abbiamo bisogno. Giovedì 13 marzo 2025, ore 20.00, Les Sérénissimes de l’Humour con Michel Boujenah. Non perdetevi uno dei maestri dell’umorismo francese! Michel Boujenah vi promette una serata ricca di risate ed emozioni. Venerdì 14 marzo 2025, ore 20:00 Les Sérénissimes de l’Humour giovane. Preparatevi per una serata esplosiva di stand-up comedy con giovani talenti in forma

MUSEO VILLA PALOMA

pronti a farvi ridere a crepapelle! Sabato 15 marzo 2025, ore 20:00, Les Sérénissimes de l’Humour con Bun Hay Mean e All Mythos - Nuovo spettacolo. Le leggende narrano che il mondo fu creato in 6 giorni. Bun Hay Mean scrisse un nuovo spettacolo ogni giorno per 6 anni. Venite a vederci dal vivo perché siamo tutti dei miti!

12 marzo 2025, ore 19:30

GALLERIA HAUSER & WIRTH

LE PRINTEMPS DES ARTS NEUE VOCALSOLISTEN

EVENTI

presidenza di S.A.R. la Principessa di Hannover. Jukka-Pekka Saraste, Direttore. In programma: Wagner, Bruckner.

14 marzo 2025, ore 20:00 CATTEDRALE

NOTRE-DAME-IMMACULÉE DI MONACO

STAGIONE LIRICA

DI MONTE-CARLO 2024/25

CONCERTO DEL CORO

Direzione musicale Gianluca Capuano. Direttore del coro Jacopo Facchini. Vespro della Beata Vergine (1610) SV 206 in 14 scom-

15 marzo 2025, ore 15:00

AUDITORIUM RAINIER III

LE PRINTEMPS DES ARTS

“CARTA BIANCA AI CONSERVATORI”

Durante il tradizionale concerto del conservatorio, il palco è aperto ai giovani musicisti dell’Accademia Rainier III di Monaco e dei conservatori della regione. Quest’anno l’evento sarà sponsorizzato dal violoncellista Henri Demarquette. Con la partecipazione di studenti e docenti dell’Accademia Rainier III, della Scuola Municipale di Musica di Beausoleil, del Conservatorio Dipar-

PRINCIPATO DI MONACO

op. 9), la commovente e segreta Suite lirica di Alban Berg si associa al suo modello, l’imponente Tredicesimo Quartetto di Ludwig van Beethoven, con la sua monumentale fuga finale.

Fino al 16 marzo

BLUE GIN WINTER POP-UP “L’ILLUSIONE PERFETTA

DELLO CHALET” MONTE-CARLO BAY HOTEL & RESORT

Venite a vivere la magia dell’inverno al Blue Gin in un vero e proprio chalet d’alta quota, caldo e accogliente, ricreando l’atmosfera accogliente

Celebre ensemble vocale di Stoccarda specializzato in musica contemporanea, i Neue Vocalsolisten eseguono un’opera leggendaria, fatta di sussurri, magia, armonie sfuggenti e rituali profondi: Stimmung di Karlheinz Stockhausen.

13 marzo 2025, ore 19.30

GRIMALDI FORUM MONACO

“PRINTEMPS DES ARTS”

Stagione 24/25 dell’Orchestra Filarmonica di Monte-Carlo, sotto la

parti, dedicato a papa Paolo V (1552-1621). Musica di Claudio Monteverdi (1567-1643). Prima rappresentazione: Mantova, Basilica Palatina di Santa Barbara, 25 marzo 1610. Prima parte: Prima mondiale di Venezianischer Morgen di Bruno Mantovani (nato nel 1974), commissione dell’Opera di Monte-Carlo. In coproduzione con il Festival di Pentecoste di Salisburgo e il Printemps des Arts Festival di Monte-Carlo.

timentale di Cannes e del Conservatorio Regionale di Nizza.

15 marzo 2025, ore 19:30

CENTRO CONGRESSI

ONE MONTE-CARLO

“LE PRINTEMPS DES ARTS

WEBERN - BERG - BEETHOVEN”

Prima parte del dittico viennese proposto dai quattro archi del Quartetto Akilone questo fine settimana: dopo gli aforismi di Webern (Bagatelles

1988. Armonia, Musical, trasmesso per la prima volta su France 3 il 27 agosto 1988.

16 marzo 2025, ore 17:00

THEATRE PRINCESS GRACE

LE PRINTEMPS DES ARTS “CONCERTO A LUME DI CANDELA: BEETHOVEN

E SCHÖNBERG”

Preparatevi a un’esperienza indimenticabile con il sound unico di Francis of Delirium, un mix accattivante di rock alternativo e pura emozione.

Con la sua presenza scenica magnetica e i suoi brani accattivanti, questo concerto promette di lasciare il segno! Ingresso gratuito - Prenozione del tavolo al +377 9999 3000

Fondatore dell’IRCAM (Istituto di Ricerca e Coordinamento in Acustica/Musica), Pierre Boulez è stato un maestro della “musica mista”, che unisce suoni strumentali ed elettronici.

Questo concerto riecheggia questo aspetto della sua personalità, con due grandi opere che combinano pianoforte ed elettronica, Soli di

Con Sindy Mohamed e Henri Demarquette ospiti d’onore, il Quartetto Akilone continua la sua esplorazione delle due scuole di Vienna in due partiture pionieristiche: il Sedicesimo Quartetto di Ludwig van Beethoven, conciso, chiaro, abbondante e la cui esclamazione finale “Es muss sein!” ha ispirato Léo Ferré tanto quanto Milan Kundera; e La Notte trasfigurata di Arnold Schönberg, un vero e proprio poema sinfonico che ha ampliato i confini della musica da camera.

20 marzo 2025, ore 19:30

THEATRE PRINCESS GRACE

E PRINTEMPS DES ARTS

MELODIE DI DEBUSSY

E RAVEL”

dei rifugi alpini. Un’esperienza effimera da non perdere, dove lo spirito della montagna incontra il glamour della Riviera.

16 marzo 2025, ore 11.00 CINÉMA DES BEAUX-ARTS LE PRINTEMPS DES ARTS “PROIEZIONE DI FILM DOCUMENTARI BOULEZ XX SECOLO”.

Ritmo, Musical, trasmesso per la prima volta su France 3 il 6 agosto

Largo alla poesia, arte per la quale Pierre Boulez coltivava una sensibilità particolare, e a due compositori di cui ha diretto le opere in numerose occasioni: Claude Debussy e Maurice Ravel. Un’antologia delle loro melodie è eseguita da due complici di lunga data, il basso-baritono Vincent Le Texier e la pianista Ancuza Aprodu.

20 marzo 2025, ore 20:30

GRIMALDI FORUM MONACO THURSDAY LIVE SESSION FRANCIS OF DELIRIUM”

- dalle 18:30 aperitivo - 20:30 liveParcheggio in loco, tariffa notturna dalle 19:00, € 0,70/ora

Yan Maresz e Das Wohlpräpartierte Klavier di Philippe Manoury, eseguite da Jean-François Heisser alla tastiera.

21 marzo 2025, ore 20:00 23 marzo alle15 25 marzo alle 20 e 27 marzo alle 20 OPÉRA GARNIER

MONTE-CARLO

L’HEURE ESPAGNOLE & L’ENFANT ET LES SORTILÈGES”

Stagione Lirica di Monte-Carlo 2024/25. Direzione musicale Kazuki Yamada. Diretto da Jean-Louis Grinda. Commedia musicale (opera) in un atto e 21 scene. Musica di Maurice Ravel (1875-1937). Poesia di Franc-Nohain (Maurice Étienne Legrand) basata sulla sua commedia omonima (1904). Prima rappresentazione: Parigi, Opéra-Comique, 19 maggio 1911. / Fantasia lirica in due parti. Musica di Maurice Ravel (1875-1937). Libretto di Colette. Prima: Monte-Carlo, Teatro dell’Opera, 21 marzo 1925.

21 marzo 2025, ore 19:30 GALLERIA HAUSER & WIRTH

LE PRINTEMPS DES ARTS

“MARESZ - DE FALLA MANOURY”

23 marzo 2025, ore 17:00

AUDITORIUM RAINIER III

LE PRINTEMPS DES ARTS “DEBUSSY - SCHÖNBERG STRAVINSKY”

La BBC Symphony Orchestra, gruppo di cui Pierre Boulez fu direttore musicale tra il 1971 e il 1975, è invitata per due concerti eccezionali dedicati ai capolavori della modernità dei primi del XX secolo. Due balletti innovativi, due grandi partiture sinfoniche e due concerti per pianoforte sono in programma per questo dittico unico nel suo genere, con un fedele solista del Printemps des Arts de Monte-Carlo: François-Frédéric Guy. Dedica di François-Frédéric Guy alla fine del concerto

27 marzo 2025, ore 19:30

AUDITORIUM RAINIER III LE PRINTEMPS DES ARTS “JOLIVET - RAVEL - CENDO” Compositore, direttore d’orchestra, fondatore di istituzioni, Pierre Boulez era anche un virtuoso delle controversie. Questo concerto-scontro dell’Ensemble Linea mette faccia a faccia due compositori, uno criticato da Boulez e l’altro che lo ha criticato: André Jolivet (di cui Boulez riconoscerà comunque il talento e il merito) e Raphaël Cendo, un artista che spinge i confini, un famoso seguace della saturazione nella musica.

22 marzo 2025, ore 19:30 AUDITORIUM RAINIER III

LE PRINTEMPS DES ARTS

“STRAVINSKYBARTÓKSCHÖNBERG”

La BBC Symphony Orchestra, gruppo di cui Pierre Boulez fu direttore musicale tra il 1971 e il 1975, è invitata per due concerti eccezionali dedicati ai capolavori della modernità dei primi del XX secolo. Due grandi partiture sinfoniche innovative e due concerti per pianoforte sono in programma per questo dittico unico nel suo genere, con un fedele solista del Printemps des Arts de Monte-Carlo: François-Frédéric Guy. Concerto preceduto da una prova commentata alle ore 14:00 e da un incontro con Laurent Bayle alle ore 18:00.

“Poesia per il potere: Boulez, costruttore di istituzioni” Laurent Bayle, direttore onorario della Philharmonie de Paris, analizza il ruolo di Pierre Boulez nello sviluppo delle grandi istituzioni musicali francesi.

28 marzo 2025, ore 19:30 THÉÂTRE DES VARIÉTÉS LE PRINTEMPS DES ARTS “JAZZ”

Ospite d’onore del terzo fine settimana del festival, il pianista Hervé Sellin rivisita, ricompone e ricolora la musica di Claude Debussy e Maurice Ravel con il suo inimitabile jazz. Dalla magia del chiaro di luna all’arrivo al Giardino delle fate, s’ imbarca in una passeggiata onirica e luminosa, in compagnia del suo amico trombettista Claude Égéa.

29 marzo 2025, ore 19:30 THÉÂTRE DES VARIÉTÉS LE PRINTEMPS DES ARTS

“JAZZ”

Hervé Sellin e il suo gruppo eseguono il loro album simbolo Marciac New-York Express, una serie di viaggi transatlantici tra due centri nevralgici del jazz. Questa serie di “dipinti jazz” evoca sia i paesaggi pacifici del Gers sia il dinamismo e la modernità della Grande Mela… tra cui una creazione originale proposta al Printemps des Arts, ispirata a Pierre Boulez.

NEUE VOCALSOLISTEN
FESTIVAL PRINTEMPS DES ARTS

30 marzo 2025, ore 18:00

AUDITORIUM RAINIER III

OPMC - “OMAGGIO A RAVEL”

Stagione 24/25 dell’Orchestra Filarmonica di Monte-Carlo, sotto la presidenza di S.A.R. la Principessa di Hannover - “Omaggio a Ravel”. Kazuki YAMADA, Direttore d’orchestra, Nelson GOERNER, Pianoforte. In programma: RAVEL.

30 marzo 2025, ore 11.00

CINÉMA DES BEAUX-ARTS LE PRINTEMPS DES ARTS

“PROIEZIONE

CINEMATOGRAFICA

“Una lezione di Pierre Boulez sulle incisioni”. Documentario di Andy Sommer

30 marzo 2025, ore 15.00

CATTEDRALE

NOTRE-DAME-IMMACULÉE

DI MONACO

LE PRINTEMPS DES ARTS

“ORGANO”

Dopo aver fatto colpo all’edizione 2023 del Printemps des Arts, Thomas Ospital è nuovamente invitato per un recital che si preannuncia già memorabile: sono presenti i mostri sacri dell’organo, da Johann Sebastian Bach a Olivier Messiaen, passando per Franz Liszt. E Ospital li associa a Volumina, dove György Ligeti si allontana dalla tradizione per rivoluzionare al meglio lo strumento.

1° aprile 2025, ore 20.30

GRIMALDI FORUM MONACO

“PASCAL OBISPO

CORRESPONDANCES”

Pascal Obispo tornava sul palco nell’autunno del 2024 per celebrare i suoi 30 anni di carriera con un nuovissimo tour. In programma a Monaco: i suoi più grandi successi, brani mai eseguiti prima sul palcoscenico, nonché titoli composti per altri artisti come Johnny Hallyday, Florent Pagny, Zazie ed estratti da “I dieci comandamenti”.

3 aprile 2025, ORE 19:30

OPERA GARNIER

MONTE-CARLO

LE PRINTEMPS DES ARTS

“DALBAVIE - MANOURYHUREL - DEBUSSYGRISEY”

Gérard Grisey, Philippe Manoury, Philippe Hurel, Marc-André Dalbavie: questo quartetto di compositori eseguito dal circuito Ensemble Court mostra la ricchezza della creazione musicale in Francia dopo Pierre Boulez. Un concerto posto sot-

to la figura tutelare di Claude Debussy, vero padre spirituale per tutti.

4 aprile 2025, ore 20:00

EGLISE DU SACRE-COEUR

LE PRINTEMPS DES ARTS

“ORGANO”

L’organista Éric Lebrun apre le porte di un giardino segreto bouleziano: la musica inglese del XVII e XVIII secolo. La prima età dell’oro degli anni Venti del Seicento, caratterizzata da un’incredibile diversità, fu eguagliata un secolo dopo dall’arte effervescente di Georg Friedrich Handel, uno dei rari compositori barocchi registrati da Boulez.

5 aprile 2025, ore 15:00 OPERA GARNIER

MONTE-CARLO

LE PRINTEMPS DES ARTS

“CONCERTO PER FAMIGLIE”

Questo racconto musicale segue le orme del piccolo Noè, che parte alla ricerca di Babbo Natale. Questa avventura con musiche che spaziano da Rossini a Ligeti invita i bambini a sognare e imparare divertendosi con i cinque strumenti a fiato del Quintette Altra, la narratrice Marion Fontana e le scintillanti illustrazioni di Emma Bertin.

5 aprile 2025, ore 19:30

AUDITORIUM RAINIER III OPMC

“PRINTEMPS DES ARTS” ELIAS GRANDY

Stagione 24/25 dell’Orchestra Filarmonica di Monte-Carlo, sotto la presidenza di S.A.R. la Principessa di Hannover - “Printemps des Arts”. Elias Grandy, direttore d’orchestra, Valeriy Sokolov, violino. In programma: Eötvös, Bartók, Scriabin.

5 - 13 aprile 2025 MONTE-CARLO COUNTRY CLUB ROLEX MONTE-CARLO MASTERS.

Il Principato ospita uno dei tornei di tennis su terra battuta più prestigiosi e antichi del mondo, l’ATP Masters 1000 Monte-Carlo 2025, presso il Monte-Carlo Country Club.

6 aprile 2025, ore 11.00

CINEMA DES BEAUX-ARTS

LE PRINTEMPS DES ARTS “OPÉRA FILM”

Questa registrazione realizzata durante l’edizione 2007 del Festival di Aix-en-Provence presenta un capolavoro di Leós Janácek in una messa

in scena emblematica, firmata da Patrice Chéreau e sotto l’inimitabile regia di Pierre Boulez. Ma con questi due giganti dell’arte lirica, essa offre soprattutto un esempio unico di complementarietà tra musica e teatro.

6 aprile 2025, ore 17:00

OPERA GARNIER

MONTE-CARLO

LE PRINTEMPS DES ARTS

“RAVEL & MESSIAEN”

L’edizione 2025 del Printemps des Arts si conclude senza chiudersi, con due opere che aspirano all’eternità e all’atemporalità, il Trio di Maurice Ravel e il vertiginoso Quartetto per la fine del tempo di Olivier Messiaen. Per questo ultimo momento clou di un’edizione che rende omaggio a Pierre Boulez, i giovani talentuosi del Trio Pantoum e Ann Lepage ci ricordano che il direttore e compositore era soprattutto interessato a passare il testimone alle generazioni future.

10 aprile 2025, ore 20:30

GRIMALDI FORUM MONACO

“THURSDAY LIVE SESSION

- LIDIOP”

Lidiop, versatile artista senegalese, mescola reggae, dancehall, RnB, afrobeat e pop. Autore, compositore e interprete, durante i suoi concerti crea un’atmosfera festosa e corale, dove regnano la musica e l’energia positiva. Il suo slogan, “Umiltà e semplicità sono il modo di vivere”, riflette la sua filosofia sul palco e nella vita. Ingresso gratuito - Prenozione del tavolo al +377 9999 3000 - dalle 18:30 aperitivo - 20:30 live - Parcheggio in loco, tariffa notturna dalle 19:00, € 0,70/ora

11 aprile 2025, ore 20:00

GRIMALDI FORUM MONACO

“IRISH CELTIC”

In questa terza e ultima opera della saga celtica irlandese, troviamo gli emblematici Paddy Flynn e Diarmuid. Padre e figlio gestiscono il pub di famiglia, dove risuonano musica tradizionale, risate e discussioni tra i clienti... Proprio come gli Stati Uniti hanno la loro leggendaria Route 66, sinonimo di evasione, libertà e scoperta, anche l’Irlanda ha la sua. E questa passeggiata irlandese si chiama il Sentiero delle Leggende!

13 aprile 2025, ore 18:00

AUDITORIUM RAINIER III

OPMC

“CONCERTO SINFONICO”

Stagione 24/25 dell’Orchestra Filarmonica di Monte-Carlo, sotto la

presidenza di S.A.R. la Principessa di Hannover - Nicholas Collon, direttore d’orchestra Lucas e Arthur Jussen, pianoforti. In programma: Debussy, Poulenc, Bartók.

14 aprile 2025, ore 18:30 CATTEDRALE NOTRE-DAME-IMMACULÉE DI MONACO OPMC

“CONCERTO SPIRITUALE”

Stagione 24/25 dell’Orchestra Filarmonica di Monte-Carlo, sotto la presidenza di S.A.R. la Principessa di Hannover - Peter Szüts, Direttore d’orchestra, Thibault De Montalembert, Narratore. In programma: Haydn.

16 aprile 2025, ore 18.30 AUDITORIUM RAINIER III OPMC

“OMAGGIO A ŠOSTAKOVIC”

Stagione 24/25 dell’Orchestra Filarmonica di Monte-Carlo, sotto la presidenza di S.A.R. la Principessa di Hannover - Musicisti dell’OPMC. In programma: Šostakovic, Tchaikovsky.

23 - 26 aprile alle 19:30 e il 27 aprile 2025, alle 15:00

GRIMALDI FORUM MONACO LES BALLETS

DE MONTE-CARLO

“BALANCHINERATMANSKY - GOECKE”

Stagione 2024/2025 - La Compagnia. I Balletti di Monte-Carlo celebrano la primavera con un programma che esplora una pagina importante del repertorio, ponendosi sotto il segno della creazione. La serata si aprirà con The Four Temperaments di George Balanchine, una delle sue prime opere sperimentali, che fonde marce classiche con uno stile pulito e spigoloso. In collaborazione con Le Printemps des Arts.

26 aprile 2025 dalle 9:30 alle 18:30 CATTEDRALE

NOTRE-DAME-IMMACULÉE DI MONACO

FESTA DELLO

SPIRITO SANTO 2025

27 APRILE 2025, ore 18:00

AUDITORIUM RAINIER III

OPMC - “RECITAL DI GRIGORY SOKOLOV”

Stagione 24/25 dell’Orchestra Filarmonica di Monte-Carlo, sotto la presidenza di S.A.R. la Principessa di Hannover - Pianoforte.Grigory Sokolov.

EVENEMENTS

Dans les avenues arborées de la Principauté le printemps est annoncé par la floraison des amandiers, suivie de celle des cerisiers et des rosiers! En plus des nombreux événements programmés, la grande saison musicale et artistique se poursuit avec la 41e édition du Festival Printemps des Arts Monte-Carlo. Et encore, billetteries ouvertes pour deux rendez-vous incontournables: le Rolex Masters chez https:// store.montecarlotennismasters.com/it qui offre les nouveaux tarifs bénéficiant d’un avantage réservation ainsi que pour le Grand Prix F1 du 22 au 25 mai, chez Ticketgrandprix.com, offrant des vues de course inégalées. Ne manquez pas ces évènements uniques à Monaco!

Jusqu’au 21 avril 2025

NOUVEAU MUSÉE

NATIONAL DE MONACO

VILLA PALOMA

L’exposition tire son titre des pierres du village, dont les dessins géologiques évoquent des paysages peints, à la frontière entre figuration et abstraction. Cette notion d’analogie entre nature et technique est centrale dans l’œuvre de Francisco Tropa, dont le travail porte sur les conditions d’apparition et de perception d’une image.

Jusqu’au dimanche 4 mai NOUVEAU MUSÉE

NATIONAL DE MONACO

VILLA SAUBER

EXPOSITION

«AGORA, LA PLACE DU MUSEE»

En 2015, le NMNM initiait son premier LAB et exposait les coulisses du musée». En 2018, cinq artistes étaient invités à questionner la définition même du musée. En 2025, à l’aube d’une vaste transformation structurelle de la Villa Sauber, le NMNM propose de faire la part belle à ses programmes publics qui mettent les artistes et la transmission au cœur de leurs enjeux.

Jusqu’au 6 juillet 2025 de 10h00 à 18h00

ESPACE 22

EXPOSITION

«SYMPHONIE DE COULEURS»

Nous avons le plaisir de vous annoncer la nouvelle exposition qui

réunit les talents de trois artistes d’exception : Maja Kerin, Liudmila Sun et Maria Mikileva . Cet hiver, de 10h à 18h, venez découvrir les œuvres de ces trois femmes inspirées par la principauté. Plongez dans un monde de couleurs intrigantes, où chaque toile raconte une histoire unique. Une symphonie visuelle qui émerveillera vos sens et nourrira votre âme d’artiste.

Jusqu’au lundi 1 décembre 2025 de 9h à 18h MUSEE

D’ANTHROPOLOGIE

PREHISTORIQUE

EXPOSITION

«L’EFFET PAPILLON»

Le Musée d’Anthropologie préhistorique de Monaco est ravi de vous inviter à découvrir sa toute nouvelle exposition temporaire: L’Effet Papillon, la pré-histoire des animaux, Sous Le Haut Patronage de S.A.S. le Prince Albert II De Monaco. Explorez deux salles entièrement consa-

crées à la thématique du règne animal et de la biodiversité. Un voyage fascinant au cœur de l’archéologie et de notre histoire naturelle!

1 et 2 mars 2025

GRIMALDI FORUM

MONACO

THEATRE

«20.000 LIEUES

SOUS LES MERS»

Ce spectacle pour acteurs et marionnettes nous embarque à bord du Nautilus, vaisseau légendaire tenant à la fois du monstre marin et du navire de pointe commandé par le Capitaine Nemo. On y retrouve les personnages du roman de Jules Verne : le Professeur Aronnax et son fidèle domestique Conseil qui, avant de faire naufrage et d’être les prisonniers de Nemo, s’étaient lancés à la poursuite du fameux narval géant à bord de l’Abraham-Lincoln aux côtés du harponneur Ned Land.

Le Capitaine Nemo, véritable pirate moderne, les entraîne malgré eux dans un tour du monde à travers les

océans, où l’expérience scientifique se mêle à la poésie des grandes profondeurs. Les acteurs, accompagnés d’une troupe de poissons, nous font voyager au cœur de ce monument de la littérature.

2 mars - 27 avril 2025

PRINCIPAUTE DE MONACO FESTIVAL

«PRINTEMPS DES ARTS DE MONTE-CARLO»

Le Festival Printemps des Arts de

Monte-Carlo 2025 célèbre le centenaire de Pierre Boulez, figure phare de la musique contemporaine. Concerts, projections et performances exploreront son œuvre novatrice et son influence mondiale.

Le festival met aussi en lumière le lien artistique entre Boulez et le peintre Francis Bacon. Six tableaux de Bacon, créés lors de leur rencontre à Paris, illustrent les thèmes de la fragilité humaine et du temps, tout en reflétant les échanges entre musique et peinture. Ce dialogue entre deux génies du XX siècle offre une immersion unique dans leur univers artistique. Et encore, «Les before» du Printemps des Arts offrent une occasion de découvrir des perspectives variées sur les œuvres musicales, réservée aux détenteurs d’un billet de concert.

2 mars 2025, à 18h AUDITORIUM RAINIER III «TRISTAN ET ISOLDE ACTE II»

Opéra de Monte-Carlo Saison 2024/25. Concert lyrique. Direction musicale Philippe Jordan. Tristan Andreas Schager. Isolde Anja Kampe. Musique et livret de Richard Wagner (1813-1883).

Inscription obligatoire: +377 93 25 54 10 ou contact@printempsdesarts.mc

Création: Munich, Théâtre royal de la Cour de Bavière, 10 juin 1865.

MUSÉE VILLA SAUBER

En première partie: Adagio de la Symphonie n°10 en fa dièse majeur (c. 1910 – inachevée) de Gustav Mahler (1860-1911). En collaboration avec l’Orchestre Philharmonique de Monte-Carlo et en prélude au Printemps des Arts de MonteCarlo.

4 mars 2025, à 18h30

AUDITORIUM RAINIER III

OPMC

«MUSIQUE DE CHAMBRE”

Saison 24/25 de l’Orchestre Philarmonique de Monte-Carlo, Sous La Présidence de S.A.R. La Princesse de Hanovre - Musiciens de l’OPMC. Au programme: Haydn, Bruckner.

6 mars 2025

THEATRE PRINCESSE

GRACE THEATRE «ART»

7 - 8 mars 2025 à 19h et 21h

LE MERIDIEN

BEACH PLAZA

«STAND-UP AU SMAKELIJK!

COMEDY CLUB»

Nouvelles soirées stand-up à Monaco où l’humour belge va encore briller sur la scène du SMAKELIJK!

COMEDY CLUB avec 3 nouveau humoristes du plat pays.

9 mars 2025, à 15h

AUDITORIUM RAINIER III

OPMC

«CHARLOT FAIT UNE CURE & CHARLOT GARÇON DE THEATRE»

Saison 24/25 de l’Orchestre Philarmonique de Monte-Carlo, Sous La Présidence de S.A.R. La Princesse de Hanovre - «Charlot fait une cure & Charlot garçon de théâtre».

Trois amis, très liés depuis plus de quinze ans, voient leur amitié ébranlée lorsque Serge fait l’acquisition d’un tableau blanc. “C’est quoi des vieux amis? Des amis qui se connaissent depuis longtemps. Oui, mais encore? Quand tout change, quand tout se transforme, quand dans nos vies, le mouvement est la seule constance, à quoi ça peut bien ressembler des vieux amis? Parce qu’enfin, les amis d’hier peuvent-ils toujours être les amis d’aujourd’hui? Un ami de 30 ans, c’est quoi? Peut-être un parfait inconnu.” François Morel

Le désir de vengeance, la soif de pouvoir, la volonté irrépressible d’éliminer ceux qui s’opposent, le rapport intime avec le destin, les présages amplifiés par des apparitions spectrales, la peur obsessionnelle de la trahison, la violence du châtiment composent ce tourbillon de poésie et de fureur.» William Mesguich.

Du mercredi 12 au samedi 15 mars 2025

GRIMALDI FORUM MONACO

«LES SERENISSIMES DE L’HUMOUR» MONACO

LIVE PRODUCTIONS met à l’honneur le rire et la bonne humeur à l’occasion de la 19e édition des Sérénissimes de l’Humour. Placé sous le Haut Patronage de S.A.S. le Prince Albert II, ce Festival du Rire en Principauté réunira sur 4 jours une pléiade d’humoristes et d’acteurs. Cette année, les Sérénissimes de l’Humour soutiendront l’association «Chien de Coeur». Mercredi 12 mars 2025, à 20h, Les Sérénissimes de l’Humour

avec»Philippe Lellouche» Seul en scène pour la première fois, retrouvez Philippe Lellouche dans un rapport intime avec le public. Un spectacle drôle et réconfortant de nostalgie heureuse où il partage avec autodérision ses souvenirs d’enfance, ses émois amoureux et bien sûr ses névroses. Après 15 ans de triomphe au théâtre, Philippe Lellouche vous propose un voyage dans le temps dans Stand Alone. Un moment de bonheur assumé dont nous avons tous besoin Jeudi 13 mars 2025, à 20h, Les Sérénissimes de l’Humour avec «Michel Boujenah» - Ne manquez pas l’un des maîtres de l’humour français ! Michel Boujenah vous promet une soirée riche en éclats de rire et en émotions. Vendredi 14 mars 2025, à 20h, Spectacle Jeunes - «Comedy des Sérénissimes» Les Sérénissimes de l’Humour - Préparezvous pour une soirée de stand-up explosive avec de jeunes talents en pleine forme, prêts à vous faire rire aux éclats ! Samedi 15 mars 2025, à 20h - Les Sérénissimes de l’Humour avec Bun Hay Mean-Tous Mytho - Nouveau spectacle. Des

légendes racontent que le monde a été fabrique en 6 jours. Bun Hay Mean lui a écrit un nouveau spectacle tous les jours pendant 6 ans. Venez le voir en vrai parce qu’on est tous des mythos.

12 mars 2025, à 19h30

HAUSER & WIRTH

GALLERY

LE PRINTEMPS DES ARTS «STOCKHAUSEN»

Célèbre ensemble vocal de Stuttgart spécialisé dans la musique contemporaine, les Neue Vocalsolisten interprètent une oeuvre de légende, faite de murmures, de magie, d’harmonies insaisissables et de rituels profonds : Stimmung de Karlheinz Stockhausen.

13 mars 2025, à 19h30

GRIMALDI FORUM MONACO

OPMC

«PRINTEMPS DES ARTS»

Saison 24/25 de l’Orchestre Philarmonique de Monte-Carlo, Sous La Présidence de S.A.R. La Princesse de Hanovre - Jukka-Pekka Saraste, Direction. Au programme: Wagner, Bruckner.

conservatoires de la région. Cette année, l’événement sera parrainé par le violoncelliste Henri Demarquette. Avec la participation des élèves et professeurs de l’Académie Rainier III, de l’École municipale de musique de Beausoleil, du Conservatoire à Rayonnement Départemental de Cannes et du Conservatoire à Rayonnement Régional de Nice.

15 mars 2025, à 19h30

CENTRE DE CONFERENCES

ONE MONTE-CARLO

LE PRINTEMPS DES ARTS

«WEBERN - BERGBEETHOVEN»

Premier volet du diptyque viennois proposé par les quatre archets du Quatuor Akilone ce week-end : après les aphorismes de Webern (Bagatelles op. 9), l’émouvante et secrète Suite lyrique d’Alban Berg est associée à son modèle, l’impressionnant Treizième Quatuor de Ludwig van Beethoven, avec sa fugue finale monumentale.

Jusq’au 16 mars 2025 de 18h30 à 1h30

BLUE GIN POP-UP

16 mars 2025, à 11h

CINEMA DES BEAUX-ARTS LE PRINTEMPS DES ARTS «PROJECTION DE FILM DOCUMENTAIRE»

BOULEZ, XXE SIECLE. Rythme, Musicales, première diffusion sur France 3 le 6 août 1988. Harmonie, Musicales, première diffusion sur France 3 le 27 août 1988.

16 mars 2025, à 17h THEATRE

PRINCESSE GRACE LE PRINTEMPS DES ARTS «CON CERT AUX BOUGIES: BEETHOVEN & SCHÖNBERG»

Avec Sindy Mohamed et Henri Demarquette en invités d’honneur, le Quatuor Akilone poursuit son exploration des deux écoles de Vienne dans deux partitions pionnières : le Seizième Quatuor de Ludwig van Beethoven, concis, clair, foisonnant, et dont l’exclamation finale «Es muss sein!» inspira autant Léo Ferré que Milan Kundera ; et la Nuit transfigurée d’Arnold Schönberg, véritable poème symphonique qui repoussa les frontières de la musique de chambre.

gratuite - Réservez votre table au +377 9999 3000 à partir de 18h30 apéromix - 20h30 live - Parking sur place, tarif nuit à partir de 19h00, 0,70€/heure

20 mars 2025, à 19h30 THEATRE

PRINCESSE GRACE

LE PRINTEMPS DES ARTS «MELODIES DE DEBUSSY & RAVEL»

Place à la poésie, un art pour lequel Pierre Boulez cultiva une sensibilité particulière, et à deux compositeurs dont il dirigea les œuvres à de nombreuses reprises: Claude Debussy et Maurice Ravel. Un florilège de leurs mélodies est interprété par deux complices de longue date, le baryton-basse Vincent Le Texier et la pianiste Ancuza Aprodu. «Messagesquiss: Boulez et la poésie» François Meïmoun, musicologue et compositeur, explore la présence de la poésie dans l’œuvre de Boulez à 18h.

21 mars 2025, à 20h, 23 mars a 15h 5 mars a 20h et 27 mars a 20h OPERA GARNIER

Paul LAY, Piano. Au programme : PROJECTION DES FILMS DE CHARLES CHAPLIN.

11 mars 2025, 20h00 THÉÂTRE

PRINCESSE GRACE

THÉÂTRE

«RICHARD III»

Richard III fait incontestablement partie de la galaxie des monuments de la tragédie. Comme dans Othello ou Macbeth, l’hybris règne du haut de sa stature imposante et entraîne corps et consciences dans une vague implacable et sanglante.

14 mars 2025, à 20h CATHEDRALE

NOTRE-DAME-IMMACULEE DE MONACO

«VEPRES DE LA VIERGE»

OPERA DE MONTE-CARLO

SAISON 2024/25

CONCERT DE CHŒUR

Direction musicale Gianluca Capuano. Chef de chœur Jacopo Facchini. Vespro della Beata Vergine (1610) SV 206 en 14 sections, Dédié au pape Paul V (1552-1621). Musique de Claudio Monteverdi (1567-1643). Création : Mantoue, basilique palatine Sainte-Barbara, 25 mars 1610. En première partie : Création mondiale de Venezianischer Morgen de Bruno Mantovani (né en 1974), commande de l’Opéra de Monte-Carlo. En coproduction avec le Festival de Pentecôte de Salzbourg et le Printemps des Arts de Monte-Carlo.

15 mars 2025, à 15h

AUDITORIUM RAINIER III

LE PRINTEMPS DES ARTS

«CARTE BLANCHE

AUX CONSERVATOIRES»

Lors du traditionnel concert des conservatoires, la scène est ouverte aux jeunes musiciens de l’Académie Rainier III de Monaco et des

HIVERNAL

«L’ILLUSION PARFAITE DU CHALET»

MONTE-CARLO BAY

HOTEL & RESORT

Venez vivre la magie de l’hiver au Blue Gin en un véritable chalet d’altitude chaleureux et convivial recréant l’ambiance cosy des refuges alpins. Une expérience éphémère à ne pas manquer, où l’esprit des montagnes rencontre le glamour de la Riviera.

20 mars 2025, à 20h30

GRIMALDI FORUM MONACO CONCERT

«THURSDAY LIVE SESSION FRANCIS OF DELIRIUM»

Préparez-vous à vivre une expérience inoubliable au son unique de Francis of Delirium, un mélange envoûtant de rock alternatif et d’émotion pure. Avec sa présence scénique magnétique et des morceaux qui captivent, ce concert promet de marquer les esprits! Entrée

MONTE-CARLO OPERA «L’HEURE ESPAGNOLE & L’ENFANT ET LES SORTILEGES»

Opéra de Monte-Carlo Saison 2024/25. Opéra. Direction musicale Kazuki Yamada. Mise en scène Jean-Louis Grinda. Comédie musicale (opéra) en un acte et 21 scènes. Musique de Maurice Ravel (18751937). Poème de Franc-Nohain (Maurice Étienne Legrand) d’après

THEATRE - “ART”
RICHARD III
VEPRES DE LA VIERGE

sa comédie homonyme (1904). Création : Paris, Opéra-Comique, 19 mai 1911. / Fantaisie lyrique en deux parties. Musique de Maurice Ravel (1875-1937). Livret de Colette. Création : Monte-Carlo, Théâtre de l’Opéra, 21 mars 1925.

21 mars 2025, à 19h30

HAUSER & WIRTH GALLERY

LE PRINTEMPS DES ARTS

«MARESZ - DE FALLAMANOURY»

Fondateur de l’Ircam (Institut de recherche et de coordination acoustique/musique), Pierre Boulez fut un maître des « musiques mixtes » qui allient sons instrumentaux et électroniques. Ce concert fait écho

tyque singulier, avec en soliste un artiste fidèle du Printemps des Arts de Monte-Carlo: François-Frédéric Guy. Concert précédé d’une répétition commentée à 14h et d’une rencontre avec Laurent Bayle à 18h «Poésie pour pouvoir: Boulez bâtisseur d’institutions» Laurent Bayle, directeur honoraire de la Philharmonie de Paris, analyse le rôle de Pierre Boulez dans le développement des grandes institutions musicales françaises.

23 mars 2025, à 17h

AUDITORIUM RAINIER III

LE PRINTEMPS DES ARTS

«DEBUSSY - SCHÖNBERGSTRAVINSKY»

fut également un virtuose de la polémique. Ce concert-confrontation de l’Ensemble Linea place face-àface deux compositeurs, l’un qui fut critiqué par Boulez et l’autre qui le critiqua: André Jolivet (dont Boulez reconnaîtra toutefois le talent et le mérite) et Raphaël Cendo, artiste tutoyeur de limites, fameux adepte de la saturation en musique.

28 mars 2025, à 19h30

THEATRE DES VARIETES LE PRINTEMPS DES ARTS

«JAZZ”

Invité d’honneur du troisième weekend du festival, le pianiste Hervé Sellin revisite, recompose, recolorise de son jazz inimitable les musiques de

à cette facette de sa personnalité, avec deux grandes œuvres associant le piano et l’électronique, Soli de Yan Maresz et Das Wohlpräpartierte Klavier de Philippe Manoury, interprétées par Jean-François Heisser au clavier.

22 mars 2025, à 19h30

AUDITORIUM RAINIER III

LE PRINTEMPS DES ARTS

«STRAVINSKY - BARTOK SCHÖNBERG»

Le BBC Symphony Orchestra, formation dont Pierre Boulez fut le directeur musical entre 1971 et 1975, est invité pour deux concerts exceptionnels consacrés aux chefsd’œuvre de la modernité du premier XXe siècle. Deux ballets novateurs, deux grandes partitions symphoniques et deux concertos pour piano sont au programme de ce dip-

Le BBC Symphony Orchestra, formation dont Pierre Boulez fut le directeur musical entre 1971 et 1975, est invité pour deux concerts exceptionnels consacrés aux chefsd’œuvre de la modernité du premier XXe siècle. Deux ballets novateurs, deux grandes partitions symphoniques et deux concertos pour piano so nt au programme de ce diptyque singulier, avec en soliste un artiste fidèle du Printemps des Arts de Monte-Carlo: François-Frédéric Guy. Dédicace de François-Frédéric Guy à l’issue du concert

27 mars 2025, à 19h30

AUDITORIUM RAINIER III

LE PRINTEMPS DES ARTS

«JOLIVET - RAVELCENDO»

Compositeur, chef d’orchestre, bâtisseur d’institutions, Pierre Boulez

30 mars 2025, à 18h

AUDITORIUM RAINIER III OPMC

«HOMMAGE A RAVEL»

Saison 24/25 de l’Orchestre Philarmonique de Monte-Carlo, Sous La Présidence de S.A.R. La Princesse de Hanovre - «Hommage à Ravel». Kazuki YAMADA, Direction, Nelson GOERNER, Piano. Au programme : RAVEL.

30 mars 2025, 11h00

CINEMA DES BEAUX-ARTS

LE PRINTEMPS DES ARTS

«PROJECTION DE FILM»

«Une conférence de Pierre Boulez sur les Gravures». Documentaire d’Andy Sommer

30 mars 2025, 15h00, CATHEDRALE

NOTRE-DAME-IMMACULEE DE MONACO

LE PRINTEMPS DES ARTS ORGUE

Après avoir marqué les esprits lors de l’édition 2023 du Printemps des Arts, Thomas Ospital est à nouveau invité pour un récital qui promet d’être mémorable: j’y ai vu les monstres sacrés de l’orgue, de Jean-Sébastien Bach à Olivier Messiaen, en passant par Franz Liszt. Et Ospital les associe à Volumina, où György Ligeti s’éloigne de la tradition pour mieux révolutionner l’instrument.

1 avril 2025, à 20h30

GRIMALDI FORUM MONACO

«PASCAL OBISPOCORRESPONDANCES»

Claude Debussy et Maurice Ravel.

De la magie d’un Clair de lune à l’arrivée au Jardin féérique, c’est dans une balade onirique et lumineuse qu’il se lance, avec la complicité de son ami trompettiste Claude Égéa.

29 mars 2025, à 19h30

THEATRE DES VARIETES

LE PRINTEMPS DES ARTS

«JAZZ»

Hervé Sellin et son tentet interprètent leur album marquant

Marciac New-York Express, une succession d’allers-retours transatlantiques entre deux hauts lieux du jazz. Cette suite de « tableaux en jazz » évoque aussi bien les tranquilles paysages gersois que le dynamisme et la modernité de la Big Apple… en passant par une création originale offerte au Printemps des Arts, inspirée de Pierre Boulez.

Pascal Obispo revient sur scène à l’automne 2024 pour célébrer ses 30 ans de carrière avec une toute nouvelle tournée. Au programme : ses plus grands tubes, des morceaux encore jamais interprétés sur scène, ainsi que des titres qu’il a composés pour d’autres artistes tels que Johnny Hallyday, Florent Pagny, Zazie, et des extraits des «Dix Commandements».

3 avril 2025, A 19H30

OPERA GARNIER

MONTE-CARLO

LE PRINTEMPS DES ARTS

«DALBAVIE - MANOURYHUREL - DEBUSSYGRISEY»

Gérard Grisey, Philippe Manoury, Philippe Hurel, Marc-André Dalbavie : ce quatuor de compositeurs interprétés par l’Ensemble Court-

PRINTEMPS DES ARTS

circuit montre la richesse de la création musicale en France à la suite de Pierre Boulez. Un concert placé sous la figure tutélaire de Claude Debussy, véritable père spirituel pour tous.

4 avril 2025, à 20h

EGLISE DU SACRE-CŒUR

LE PRINTEMPS DES ARTS

«ORGUE»

L’organiste Éric Lebrun ouvre les portes d’un jardin secret boulézien : la musique anglaise des XVIIe et XVIIIe siècles. Au premier âge d’or des années 1620, d’une incroyable diversité, répond un siècle plus tard l’art effervescent de Georg Friedrich Haendel, un des rares compositeurs baroques enregistrés par Boulez.

5 avril 2025, à 15h OPERA GARNIER

MONTE-CARLO

LE PRINTEMPS DES ARTS

«CONCERT EN FAMILLE»

Ce conte musical suit les traces du petit Noah, parti à la poursuite du Père Noël. Cette aventure sur des musiques allant de Rossini à Ligeti invite les enfants à rêver et à apprendre en s’amusant avec les cinq instruments à vent du Quintette Altra, la récitante Marion Fontana et les illustrations chatoyantes d’Emma Bertin

5 avril 2025, à 19h30

AUDITORIUM RAINIER III OPMC

«PRINTEMPS DES ARTS»

ELIAS GRANDY

Saison 24/25 de l’Orchestre Philarmonique de Monte-Carlo, Sous La Présidence de S.A.R. la Princesse de Hanovre - Elias Grandy, Direction, Valeriy Sokolov, Violon. Au Programme: Eötvös, Bartók, Scriabine.

5 - 13 avril 2025

MONTE-CARLO COUNTRY CLUB

ROLEX MONTE-CARLO MASTERS

La Principauté accueille au MonteCarlo Country Club l’un des plus prestigieux et plus anciens tournois de tennis sur terre battue du monde, l’ATP Masters 1000 Monte-Carlo 2025

6 avril 2025, à 11h

CINEMA DES BEAUX-ARTS

LE PRINTEMPS DES ARTS

«OPÉRA FILM»

Cette captation faite lors de l’édition 2007 du Festival d’Aix-enProvence montre un chef-d’œuvre de Leós Janácek dans une mise en scène iconique, signée Patrice Chéreau, et sous la direction inimitable de Pierre Boulez. Mais avec ces deux géants de l’art lyrique, elle montre surtout un exemple unique de complémentarité entre musique et théâtre.

6 avril 2025, à 17h OPERA GARNIER MONTE-CARLO

LE PRINTEMPS DES ARTS

«RAVEL & MESSIAEN

L’édition 2025 du Printemps des Arts se conclut sans se clôturer, avec deux œuvres qui aspirent à l’éternité et à l’atemporalité, le Trio de Maurice Ravel et le vertigineux Quatuor pour la fin du Temps d’Olivier Messiaen. Pour ce point d’orgue finale d’une édition-hommage à Pierre Boulez, la jeunesse talentueuse du Trio Pantoum et d’Ann Lepage vient rappeler que le chef et compositeur était par-dessus tout soucieux de transmettre le flambeau aux générations suivantes.

10 avril 2025, à 20h30 GRIMALDI FORUM MONACO

«THURSDAY LIVE SESSION LIDIOP»

Lidiop, artiste sénégalais polyvalent, mélange reggae, dancehall, RnB, afrobeat et pop. Auteur, com-

positeur et interprète, il crée une ambiance festive et unie lors de ses concerts, où musique et énergie positive règnent. Son slogan, «L’humilité et la simplicité sont le chemin de la vie», reflète sa philosophie sur scène et dans la vie. Entrée gratuite - Réservez votre table au +377 9999 3000 à partir de 18h30 apéromix - 20h30 live - Parking sur place, tarif nuit à partir de 19h00, 0,70€/heure

11 avril 2025, à 20h

GRIMALDI FORUM MONACO

«IRISH CELTIC»

Dans ce 3e et dernier opus de la saga Irish Celtic, on retrouve les emblématiques Paddy Flynn et Diarmuid. Père et fils tiennent le pub familial qui résonne des musiques traditionnelles, des rires et des discussions des clients... A l’instar des USA qui possèdent leur mythique Route 66, synonyme d’évasion, de liberté et de découverte, l’Irlande a, elle aussi, la sienne. Et cette balade irlandaise porte le nom de Chemin des Légendes!

13 avril 2025, à 18h

AUDITORIUM RAINIER III

OPMC

«CONCERT SYMPHONIQUE»

Saison 24/25 de l’Orchestre Philarmonique de Monte-Carlo, Sous La Présidence de S.A.R. la Princesse de Hanovre - «Concert symphonique». Nicholas Collon, Direction Lucas & Arthur Jussen, Pianos. Au

Programme : Debussy, Poulenc, Bartók.

14 avril 2025, à 18h30

CATHEDRALE

NOTRE-DAME-IMMACULEE DE MONACO

OPMC

«CONCERT SPIRITUEL»

Saison 24/25 de l’Orchestre Philar monique de Monte-Carlo, Sous la Présidence de S.A.R. La Princesse de Hanovre - Peter Szüts, Direction, Thibault De Montalembert, Réci tant. Au Programme: Haydn.

16 avril 2025, à 18h30

AUDITORIUM RAINIER III OPMC

«HOMMAGE

A CHOSTAKOVITCH»

Saison 24/25 de l’Orchestre Phi larmonique de Monte-Carlo, Sous la Présidence de S.A.R. la Prin cesse de Hanovre - Musiciens de l’OPMC. Au Programme: Chosta kovitch, Tchaïkovski.

23 - 26,avril à 19h30 et le 27 avril 2025, à15h

GRIMALDI FORUM MONACO

LES BALLETS DE MONTE-CARLO

«BALANCHINERATMANSKY - GOECKE»

Saison 2024/2025 - La Compa gnie. Les Ballets de Monte-Carlo célèbrent le printemps à travers un programme qui explore une grande page du répertoire tout en se plaçant sous le signe de la créa tion. La soirée s’ouvrira avec Les Quatre Tempéraments de George Balanchine, l’une de ses premières oeuvres expérimentales, fusionnant des marches classiques avec un style épuré et anguleux. En collabo ration avec Le Printemps des Arts.

26 avril 2025 de 9h30 à 18h30

CATHEDRALE

NOTRE-DAME-IMMACULEE DE MONACO

FÊTE DU SAINT-ESPRIT

27 avril 2025, à 18h,

AUDITORIUM RAINIER III

OPMC

«RECITAL GRIGORY

SOKOLOV»

Saison 24/25 de l’Orchestre Philar monique de Monte-Carlo, Sous la Présidence de S.A.R. la Princesse de Hanovre - «Grigory Sokolov, Piano.

Virginia DE MASI

ROLEX MASTER

STORIA SEGRETA DI SETTE VILLE A MONACO

Un patrimonio culturale che raccoglie passato e futuro

cristianogatti.comunicazione@gmail.com

Il Principato custodisce vere e proprie meraviglie architettoniche, da scoprire seguendo la curva di un viale o di una strada, nel cuore di una cornice verde o ai piedi di una torre moderna come la Tour Odéon. Tra la spensieratezza della Belle Époque e l’eleganza patrizia, tra lo spirito della Dolce Vita e i profumi d’Oriente, tra l’Art Nouveau del secolo scorso e le nuove sfide del XXI secolo, con la complicità della piattaforma culturale della Société des Arts et des Arts. Bains des Mer - SBM, MonteCarloTimes vi invita a visitare sette sontuose ville di Monaco, le cui silhouette sono diventate l’emblema del Principato. Abbiamo deciso di presentarvi prima di tutto due ville/musei: la Villa Sauber e la Villa Paloma. Al numero 17 di avenue Princesse Grace si trova la Villa Sauber, un gioiello e una delle ultime della Belle Époque a Monaco. È difficile sapere esattamente quando fu posta la prima pietra. Resta il fatto che all’inizio del XX secolo, Villa Sauber era di proprietà di Marie Blanc, la “gran da-

ma di Monte Carlo” e si chiamava Villa des Bas-Moulins, dal nome del quartiere costiero. A quel tempo non esisteva ancora la spiaggia del Larvotto e la bella proprietà scendeva fino al sentiero che costeggiava il Mediterraneo. Il nome “Sauber” fu adottato nel 1904, quando fu acquistato dal pittore inglese Robert H. Sauber, che nell’’ala ovest pose le sue tele e i suoi cavalletti. Alla vigilia della prima guerra mondiale, il pittore e la moglie la vendettero ma, indubbiamente affezionati al luogo, la riacquistarono nel 1925 per lasciarla definitivamente all’inizio degli anni Trenta. Infine, nel 1969, dopo diversi proprietari, la villa e i suoi giardini divennero proprietà dello Stato monegasco. Ed è proprio Villa Sauber, completamente ristrutturata, che tre anni dopo apre le porte al pubblico come Museo Nazionale. Dal 2009, numerose mostre d’arte contemporanea hanno impreziosito le pareti del Nuovo Museo Nazionale di Monaco (NMNM). Questo titolo è ora condiviso con Villa Paloma, la delziosa casa patrizia situata al numero 56 di boulevard du Jardin Exotique. Nel 1913, l’americano Edward N. Dickerson decise di unire sei appezzamenti di terreno, sparsi tra diversi

proprietari, per costruire una villa e il relativo giardino. Ci troviamo sulle alture di Monaco, nell’antico quartiere di Révoires, sul Boulevard de l’Observatoire, divenuto nel frattempo Boulevard du Jardin Exotique. Dall’alto dei suoi tre piani, quella che all’epoca si chiamava Villa Coquette domina la Condamine, il Rocher e il porto Ercole, futuro Porto Fontvieille. Solo con l’acquisto nel 1925 da parte di un certo Robert W. Hudson e il suo matrimonio nel 1932 con una certa Beatrice Sabina Gaudengio la villa prese il nome di Villa Paloma. La casa uscì gravemente danneggiata dalla seconda guerra mondiale e deve la sua rinascita al signor Joseph Fissore, suo nuovo proprietario dal 1950. La villa fu allora dotata di una piscina e di magnifici giardini “antichi” progettati da Octave Godard, geniale discepolo del paesaggista Édouard André. Quanto alle vetrate della sala grande, sono opera del maestro vetraio nizzardo Fassi Cadet. Acquistata dallo Stato nel 1995, la bella dimora patrizia è diventata nel 2010, accanto a Villa Sauber, la seconda sede espositiva del NMNM: allo stesso tempo specchio del patrimonio del Principato, luogo di diffusione della creazione con-

temporanea e punto di incontro. delle discipline. Tra luoghi di storia ma anche di riflessione sulle sfide del futuro, sorge la superba Villa La Vigie, serena custode dello spirito della Riviera. Alla fine di un viale fiancheggiato da limoni, cipressi e buganvillee, la sua architettura neoclassica si erge su tre livelli ai margini di Monaco: Villa La Vigie veglia sulla baia di Roquebrune-Cap-Martin dal 1902. Un’oasi di pace ideata e progettata da e per il lord inglese Sir William Ingram, politico e personaggio mediatico. Tutto intorno, con vista sul mare, un magnifico parco alberato, allestito come un giardino esotico. Un po’ più in basso, l’hotel Monte-Carlo Beach, leggenda degli anni ‘30. E più in là, senza dubbio uno dei panorami più belli del Mediterraneo e del Principato. Residenza imprescindibile del paesaggio monegasco, è famosa per essere stata per molti anni la residenza di Karl Lagerfeld, ma resta comunque piena di misteri, un vero e proprio “gioiello” di cui vi sveliamo alcuni segreti... Innanzitutto, il sito ha ispirato un maestro dell’Impressionismo, il pittore Claude Monet, protagonista della mostra estiva 2023 del Grimaldi Forum di Monaco intitolata “Monet en Pleine Lumiere”. Nel 1902, il terreno roccioso

Cristiano GATTI
VILLA LA VIGIE
VILLA LA VIGIE

CULTURA CULTURA

era allora circondato solo da giardini terrazzati con ulivi, pini e agrumi, e la vista sulla baia di Roquebrune e Monaco è straordinaria. Tanto che, qualche anno prima, nel 1883, fu questo stesso panorama ad attrarre Claude Monet durante il suo primo soggiorno sulla Costa Azzurra. Proprio in questo luogo scelse di installare il suo cavalletto e dipingere due tele intitolate “Monte-Carlo vi-

sto da Roquebrune”. Due opere impressioniste che riflettono la luce unica della Riviera e le sue sfumature di blu, verde e rosa. Uno appartiene ora a una collezione privata americana, l’altro fa parte della collezione del principe Alberto II di Monaco. Oggi i giardini sono classificati come rifugio dalla Lega per la protezione degli uccelli (LPO): gabbiani e altre

specie endemiche vengono a nidificare liberamente in questo Eden, dove tutto è concepito per la loro salvaguardia. Arroccata sulla sua roccia, raggiungibile solo tramite una piccola strada tortuosa, Villa La Vigie gode di una posizione privilegiata, lontana dal caos e dalla frenesia della città. Entriamo dunque a scoprire questo giardino: su entrambi i lati, oltre al villa, lato mare, due col-

line una di fronte all’altra. Ognuna nasconde un piccolo segreto. Il primo, davanti all’ingresso, è in parte... falso. Quando la villa fu costruita, era costituita da rocce artificiali, che sono ancora al loro posto. Per quale motivo? In questo punto sgorga una sorgente naturale, la cui acqua riempie una cisterna che alimenta una cascata. L’acqua che sgorgava dalle rocce all’ingresso della proprie-

tà trasmetteva agli ospiti un’impressione maestosa. Quanto all’altra roccia, questa del tutto naturale, l’accesso è ormai impossibile a causa della sua fragilità. Al suo interno si trova infatti un bunker, scavato dai tedeschi che occuparono la villa durante la Seconda Guerra Mondiale. La sua posizione dominante sul Mediterraneo offriva una vista impareggiabile. Sebbene Karl Lagerfeld sia l’abitante più famoso di Villa La Vigie, il grande stilista non ne è mai stato il proprietario. A metà degli anni ‘80, tramite la sua amica, la principessa Carolina di Monaco, divenne inquilino per una cifra simbolica. Di proprietà della MonteCarlo Société des Bains de Mer dal 1952, la residenza rimase inutilizzata. In cambio, Karl Lagerfeld finanziò i lavori di ristrutturazione e riportò La Vigie al suo antico splendore e alla sua aura. La decorazione scelta da questo grande amante delle arti rimase fedele allo spirito neoclassico originario, come testimonia la pittura trompe-l’oeil che orna le pareti del vestibolo. Molto legato a questo luogo, trascorse dodici anni a La Vigie, che ancora oggi resta, agli occhi di tutti, la villa di Karl Lagerfeld. Oggi questa lussuosa villa è una meta ambita per l’organizzazione di eventi di alto livello, nonché location preferita dai grandi marchi. I suoi 890 m2 di spazi privati interni ed esterni, con servizi su misura, ospitano, tra le altre cose, mostre d’arte, lanci di prodotti, serate eccezionali... Ogni anno, marchi prestigiosi organizzano

alcuni dei loro grandi eventi a La Vigie, come UBS e la presentazione della sua auto durante il Gran Premio di Formula 1 di Monaco, o ancora Chanel, che vi realizza diversi servizi fotografici. Per un soggiorno di vacanza sulla Costa Azzurra o per un evento professionale di lusso, ogni ospite apprezza i servizi su misura della villa. Il suo direttore Frédérick Thiebaut e i suoi team si impegnano affinché ogni desiderio, anche il più folle, diventi realtà. Infatti, il soggiorno si è trasformato in una vera e propria discoteca per un compleanno e la terrazza è stata decorata con migliaia di fiori per un matrimonio... Dopo ogni affitto, le squadre procedono a un attento restauro. Prato, marmo, assi, dipinti... Tutto viene ristrutturato nei minimi dettagli da artigiani qualificati. Abbiamo parlato di memoria e futuro, ed ecco che sta per avvenire una fantastica trasformazione! 600 m² di superficie abitabile, sei camere e suite con bagni in marmo, terrazza di 237 m², giardino esotico, servizi di alta gamma... oltre a questi servizi eccezionali, gli ospiti di Villa La Vigie beneficiano di un accesso privilegiato al lungomare del Monte-Carlo Beach Club, situato subito al di sotto. A partire dalla prossima estate 2025, il giardino ospiterà una piscina privata con pool house e servizi. Un’ulteriore dimostrazione che questa dimora storica ed esclusiva è in continua evoluzione per il massimo comfort dei suoi clienti. Un’altra villa ancora molto “viva”, che ospita diversi

appartamenti, è Villa Riberi, in boulevard d’Italie 19, un’esplosione di Art Nouveau come in passato. All’ombra della vertiginosa torre dell’Odéon, la Villa Riberi, più vecchia di oltre 100 anni, gode di una vita felice nel quartiere Rousse, dove risiede dal 1908. “Riberi”, così chiamata in onore del suo proprietario, Paul Riberi, che non avrebbe mai immaginato, quando ne affidò la costruzione all’architetto Victor Isouard, che un giorno avrebbe visto la sua meraviglia Art Nouveau circondata da vetro e acciaio di un grattacielo. Stile Liberty? Non proprio, in realtà Villa Riberi si diverte a confondere i temi in uno stile eclettico dall’effetto più bello, tra bow window, tetto a padiglione e sottotetti in legno. Ai lati della facciata si trovano le iscrizioni: “Grande magazzino di uova, pollame e frutta”. Reminiscenze di tempi passati e tracce della storia, quelle dell’ispiratrice Belle Époque monegasca. Per chi volesse vivere nel lusso quando il presente è ispirato dal passato c’è poi la villa L’Oiseau Bleu, il neoclassico immobile in avenue Crovetto Frères 17, un gioiello architettonico costruito nel 2011 e progettato dall’architetto Alexandre Giraldi. Di ispirazione neoclassica, con i suoi balconi in ferro battuto e i colonnati, questo edificio eccezionale rende omaggio al patrimonio monegasco. Gli ingressi, di grande raffinatezza, sono stati progettati dal celebre designer Jacques Garcia. Situato nel quartiere Jardin Exotique, questo lussuoso

edificio di 13 piani comprende 21 appartamenti di lusso con terrazze e una palestra. Gli ultimi piani sono occupati da un attico triplex. Sempre nel quartiere del Jardin Exotique si trova la sconcertante e intramontabile Villa Ispahan o Villa Danichgah, un palazzo orientale nel Principato, al numero 57 del boulevard du Jardin Exotique. Quando la si vede per la prima volta, mentre svetta sulle alture del quartiere Moneghetti, Villa Ispahan difficilmente lascia indifferenti. Fino al 1986 era soprannominata Villa Danichgah, letteralmente la “casa del poeta”. Costruita nel 1910, questa sontuosa villa era la residenza del principe Arfa Mirza Riza Khan. Diplomatico persiano, umanista e brillante letterato, amico di Pierre Loti e di S.A.S. il Principe Alberto I. La sua architettura, direttamente ispirata alla Moschea dello Scià di Isfahan, la terza città più grande dell’Iran, resta un monumento della raffinatezza persiana nel cuore di Monaco. I suoi minareti blu, la facciata in terracotta colorata, le iscrizioni persiane e gli arabeschi che simboleggiano il leone solare, emblema della Persia imperiale, le conferiscono un aspetto unico. All’interno, i marmi cangianti, i mosaici e gli altri ornamenti in foglia d’oro sono d’epoca. Museo d’arte e cultura persiana negli anni ‘60, poi messa in vendita nel 2019, Villa Isfahan è oggi la sede del consolato indonesiano a Monaco. Last but not least, vi presentiamo la straordinaria

VILLA LA VIGIE
VILLA ISPAHAN
OISEAU BLEU

Villa Troglodyte, ovvero il lusso scolpito nella roccia! Tra le residenze d’eccezione di Monaco, la Villa Troglodyte in Avenue Hector Otto è sicuramente una delle più singolari. Prima del suo genere nel Principato, è il geniale lavoro dell’architetto Jean-Pierre Lott. L’idea? Modellare

l’abitazione in base a ciò che l’ambiente ci offre, incorporare la casa nel paesaggio e non viceversa. Scavare volumi anziché costruire, far entrare la luce e aprire panorami, sfruttare le energie naturali, tra geotermia, energia solare e recuperi di acqua piovana. A questa villa rivesti-

ta di roccia e vegetazione si accede attraverso una faglia. Poi, tramite una piccola passerella sospesa, si attraversa una piscina che sembra un lago sotterraneo, fino a raggiungere un’ampia sala con pavimento in legno riciclato. La villa si sviluppa su cinque livelli, tutti inondati di luce

naturale attraverso finestre realizzate su misura, integrate nella pietra. E attraverso questo dialogo tra la roccia e l’ambiente costruito, la Villa Troglodyte pone la questione del rapporto tra l’uomo e la natura... Una vera e propria prodezza architettonica e ambientale, una formidabile

sfida di ingegno e un’affascinante riflessione a cosa potrebbero assomigliare molti luoghi d’abitazione in futuro.

SEPT HISTOIRES DE VILLAS

A MONACO

Un patrimoine culturel à la fois mémoire et futur

La Principauté abrite de véritables merveilles architecturales, à découvrir au détour d’un boulevard ou d’une avenue, au cœur d’un écrin de verdure ou au pied d’une tour moderne comme la Tour Odéon. Entre insouciance Belle Époque et élégance patricienne, entre esprit Dolce Vita et parfums d’Orient, entre Art nouveau du siècle dernier et nouveaux défis du siècle à venir, avec la complicité de la plateforme culturelle de la Société des Bains des Mer - SBM, MonteCarloTimes vous invite à visiter sept somptueuses villas de Monaco, dont les silhouettes sont devenues les emblèmes de Monaco. Nous avons décidé de vous présenter d’abord deux villas/Musées, la Villa Sauber e la Villa Paloma. Située au 17, avenue Princesse Grace, le joyau

Villa Sauber demeure l’une des dernières villas Belle Époque de Monaco. Au tournant du XXe siècle, la propriété de Marie Blanc, la «grande dame de Monte-Carlo s’appelait Villa des Bas-Moulins, du nom du quartier qui longeait le littoral. À cette époque, point encore de plage du Larvotto et la jolie propriété dévalait jusqu’au sentier bordant la Méditerranée. Le nom de «Sauber», elle le prend en 1904, lorsque le peintre anglais Robert H. Sauber en fait l’acquisition, y installant dans l’aile ouest son atelier, ses toiles et chevalets. A la veille de la Première Guerre mondiale le peintre et son épouse la revendent mais, sans doute attachés au lieu, ils la rachètent en 1925 pour définitivement la quitter au début des années 1930. Et après plusieurs propriétaires successifs, la villa et ses jardins deviennent en 1969 la propriété de l’État monégasque. Et c’est une Villa Sauber entièrement rénovée qui, trois ans plus tard, ouvre ses portes au public en tant que Musée national. Depuis 2009, de nombreuses expositions d’art contemporain habillent ses cimaises, de Nouveau Musée national de Monaco (NMNM). Ce titre est désormais partagé avec la Villa Paloma, la jolie patricienne qui se trouve au 56, boulevard du Jardin exotique. En 1913, l’Américain Edward N. Dickerson

décide de rassembler six parcelles de terrain, éparpillées parmi plusieurs propriétaires, afin d’y faire élever une villa et son jardin. Nous sommes sur les hauteurs de Monaco, dans l’ancien quartier des Révoires, boulevard de l’Observatoire devenu depuis boulevard du Jardin Exotique. Du haut de ses trois étages, celle qui se fait alors appeler la Villa Coquette domine la Condamine, le Rocher et le port Hercule, futur Fontvieille. Il faut attendre son rachat en 1925 par un certain Robert W. Hudson et son mariage en 1932 avec une certaine Beatrice Sabina Gaudengio pour voir la villa prendre son nom de Villa Paloma La maison sort gravement meurtrie de la Seconde Guerre mondiale et doit sa renaissance à monsieur Joseph Fissore, son nouveau propriétaire depuis 1950. La villa se voit alors assortie d’une piscine ainsi que de magnifiques jardins «à l’antique» signés Octave Godard, brillant disciple du paysagiste Édouard André. Quant aux vitraux de son grand hall, ils sont l’œuvre du maître-verrier niçois Fassi Cadet. Rachetée par l’État en 1995, la belle demeure patricienne devient en 2010, aux côtés de la Villa Sauber, le second lieu d’exposition du NMNM: à la fois miroir du patrimoine de la Principauté, lieu de diffusion de la création contemporaine et point de rencontre des dis-

ciplines. Entre les lieux d’histoire mais aussi de réflexion autour les enjeux de demain, s’érige la superbe Villa La Vigie, sereine gardienne de l’esprit Riviera. Au bout d’une allée bordée de citronniers, de cyprès et de bougainvilliers, son architecture néoclassique se dresse sur trois niveaux à l’orée de Monaco, un havre de paix pensé et conçu par et pour le lord anglais Sir William Ingram, lord anglais installé sur la Côte d’Azur. Tout autour, surplombant la Grande Bleue, un magnifique parc arboré et paysagé en jardin exotique. Légèrement en contrebas, l’hôtel Monte-Carlo Beach, la légende des années 1930. Et au-delà, sans doute l’un des plus beaux panoramas sur la Méditerranée et la Principauté. Incontournable demeure dans le paysage monégasque, elle est célèbre pour avoir été la résidence de Karl Lagerfeld pendant de nombreuses années, mais elle reste pourtant encore pleine de mystères, un vrai “joyau confidentiel” dont nous vous dévoilons quelques secrets... Premièrement, le site inspira un maître de l’Impressionnisme, le peintre Claude Monet protagoniste de l’exposition estivale 2023 du Grimaldi Forum de Monaco intitulée «Monet en Pleine Lumière» En 1902, le terrain rocheux est seulement entouré de jardins en restanques plantés d’oliviers, de pins et d’agrumes. Le point de vue sur

VILLA ISPAHAN
VILLA LA VIGIE
VILLA LA VIGIE

la baie de Roquebrune et Monaco y est exceptionnel. Quelques années auparavant, en 1883, c’est ce même panorama qui attira Claude Monet lors de son premier séjour sur la Côte d’Azur. Il choisit précisément ce site pour installer son chevalet et peindre deux toiles, intitulées «Monte-Carlo vu de Roquebrune». Deux œuvres impressionnistes traduisant la lumière unique de la Riviera et ses nuances de bleu, de vert ou de rose.

L’une appartient aujourd’hui à une collection privée américaine, l’autre fait partie de la collection du Prince Albert II de Monaco. Aujourd’hui, les jardins sont classés refuge de la Ligue de protection des oiseaux (LPO): goélands et autres espèces endémiques viennent nicher en toute liberté dans cet éden préservé, où tout est mis en œuvre pour leur préservation. Dressée sur son rocher, une petite route sinueuse pour seul accès, la Villa La Vigie bénéficie d’un emplacement privilégié, à l’écart de l’agitation urbaine. On va donc visiter ensemble les secrets bien cachés du jardin: de part et d’autre de la villa, côté mer, deux collines se font face. Chacune d’elle cache un petit secret. La première, devant l’entrée, est en partie... fausse. Au moment de l’édification de la villa, elle fut constituée de rochers artificiels, toujours en place, là où coule une source naturelle,

dont l’eau venait remplir une citerne alimentant une cascade. L’eau jaillissant des rochers à l’entrée de la propriété donnait ainsi aux convives une impression majestueuse. Quant à l’autre rocher, bien naturel celui-ci, son accès est aujourd’hui impossible pour cause de fragilité. Il abrite en effet un bunker, creusé par les Allemands qui occupaient la villa pendant la Seconde Guerre mondiale, car sa situation en surplomb de la Méditerranée offrait une vision inégalée. Le grand couturier Karl Lagerfeld est le plus célèbre des résidents de la Villa La Vigie lorsqu’au milieu des années 1980, c’est par l’entremise de son amie la Princesse Caroline de Monaco qu’il en devint locataire, pour un montant symbolique. Propriété de Monte-Carlo Société des Bains de Mer depuis 1952, la demeure était alors inutilisée. En échange, Karl Lagerfeld finança les travaux de rénovation et redonna à La Vigie tout son faste et son aura. La décoration choisie par ce grand amoureux des arts resta fidèle à l’esprit néoclassique d’origine, voir la peinture en trompe-l’œil ornant les murs du vestibule. Très attaché aux lieux, il résida douze années à La Vigie, qui demeure encore aujourd’hui aux yeux de tous, la villa de Karl Lagerfeld. Aujourd’hui, cette luxueuse villa est prisée pour l’organisation d’événements haut de gamme, un lieu de prédilection

pour de grandes marques. Ses 890 m2 d’espaces intérieur et extérieur privatisables, aux prestations sur mesure, accueillent, entre autres, expositions d’œuvres d’art, lancements de produits, soirées d’exception... Chaque année, des enseignes de prestige organisent certains de leurs grands rendez-vous au sein de La Vigie, à l’exemple d’UBS et de sa présentation de voitures lors du Grand Prix de Formule 1 de Monaco, ou encore de la Maison Chanel qui y réalise plusieurs de ses shootings. Pour un séjour de villégiature sur la Côte d’Azur ou pour un événement professionnel de standing, chaque hôte apprécie les prestations sur mesure de la villa. Son directeur Frédérick Thiebaut et ses équipes s’attachent à réaliser chaque souhait, même les plus fous. C’est ainsi que le salon s’est transformé en un véritable nightclub le temps d’un anniversaire, que la terrasse s’est ornée de milliers de fleurs lors d’un mariage... Après chaque location, les équipes procèdent à une minutieuse remise en état. Pelouse, marbres, planche, peintures... Tout est rénové par des artisans qualifiés dans le moindre détail.

On a parlé de mémoire et de futur, et voilà une fantastique transformation à venir! 600 m² de surface habitable, six chambres et suites avec salle de bains en marbre, terrasse de 237 m², jardin exotique,

L’Oiseau Bleu, la néoclassique au 17 avenue Crovetto Frères, joyau architectural édifié en 2011 et conçu par l’architecte Alexandre Giraldi. D’inspiration néoclassique avec ses balcons en fer forgé et ses colonnades, ce bâtiment d’exception rend hommage au patrimoine monégasque. Les halls d’entrée, d’un grand raffinement, sont signés

du célèbre designer Jacques Garcia. Situé dans le quartier du Jardin Exotique, l’immeuble de standing de 13 étages comprend 21 appartements de luxe avec terrasse, ainsi qu’une salle de sport. Un penthouse en triplex compose les derniers étages. Également située dans le quartier, voilà la déconcertante, hors du temps, Villa

Ispahan ou Villa Danichgah, un palais oriental en Principauté, au 57, boulevard du Jardin exotique. Lorsqu’on l’aperçoit pour la première fois, en s’élevant sur les hauteurs du quartier des Moneghetti, la villa Ispahan laisse rarement indifférent. Jusqu’en 1986, on la surnommait Villa Danichgah, soit littéralement la «maison du poète».

équipements haut de gamme... en plus de ces prestations exceptionnelles, les hôtes de la Villa La Vigie bénéficient d’un accès privilégié au bord de mer au Monte-Carlo Beach Club, situé en contrebas. Dès l’été prochain 2025, le jardin accueillera une piscine privative avec pool house et commodités. Une preuve de plus que cette demeure historique et exclusive reste en perpétuelle évolution pour le plus grand confort de sa clientèle. Une autre villa toujours bien «vivante», abritant plusieurs appartements est la Villa Riberi, 19 boulevard d’Italie, explosion de l’Art nouveau comme autrefois. À l’ombre de la vertigineuse tour Odéon, la Villa Riberi, de plus de 100 ans son aînée, coule des jours heureux dans le quartier de la Rousse, où elle réside depuis 1908. «Riberi» du nom de son inspirateur, Paul Riberi qui n’imaginait pas, en confiant la construction à l’architecte Victor Isouard, voir un jour sa merveille d’Art nouveau encerclée de verre et d’acier. Pas tout à fait Art nouveau car, en réalité, la Villa Riberi s’amuse à brouiller les pistes dans un style éclectique du plus bel effet, entre bow-windows, toit en croupe et aisseliers en bois. De part et d’autre de sa façade, des vieilles inscriptions, comme celle-ci: «Grand entrepôt d’œufs volailles et fruits»! Et si on veut habiter le luxe lorsque le présent s’inspire du passé, cela donne

Édifiée en 1910, cette somptueuse villa fut la demeure du Prince Arfa Mirza Riza Khan, diplomate persan par ailleurs humaniste et homme de lettres brillant, ami de Pierre Loti et proche de SAS le Prince Albert Ier. Son architecture directement inspirée de la mosquée du Chah d’Ispahan, troisième ville d’Iran, reste un monument de raffinement persan en plein cœur de Monaco. Ses minarets bleus, sa façade de faïence colorée, ses inscriptions perses et ses arabesques symbolisant le lion solaire, emblème de la Perse impériale, lui confèrent son allure singulière. À l’intérieur, son marbre irisé, ses mosaïques et autres ornements à la feuille d’or sont d’époque. Musée d’art et de culture persans dans les années 1960, puis mise en vente en 2019, la Villa Ispahan est aujourd’hui le siège du consulat d’Indonésie à Monaco. Last but not least, nous vous présentons la stupéfiante Villa Troglodyte, c’est-à-dire le luxe à fleur de roche! Parmi les demeures d’exception de Monaco, la Villa Troglodyte de l’avenue Hector Otto compte assurément parmi les plus singulières. Première du genre en Principauté, elle est l’œuvre géniale de l’architecte Jean-Pierre Lott qui eut l’idée de façonner l’habitation à partir de ce que nous offre notre environnement, faire entrer la maison dans le paysage et non l’inverse. Creuser les volumes, évider plutôt que construire, puiser la lumière et ouvrir ses propres perspectives, exploiter les énergies naturelles, entre géothermie, énergie solaire et récupération d’eau de pluie. C’est là tout l’enjeu de cette villa habillée de roche et de végétation dans laquelle on pénètre via une faille. Puis, par une petite passerelle suspendue, on franchit un bassin aux airs de lac souterrain jusqu’à rejoindre un vaste hall au parquet de bois recyclé. La villa se dresse alors sur ses cinq niveaux, tous baignés de lumière naturelle via des fenêtres sur mesure faisant corps avec la pierre. Et à travers ce dialogue entre la roche et le construit, la Villa Troglodyte de poser la question du rapport de l’homme à la nature... Une véritable prouesse architecturale et environnementale, un formidable défi d’ingéniosité et une passionnante réflexion sur ce à quoi pourrait ressembler l’habitat de demain.

VILLA LA VIGIE
VILLA RIBERI

Easy to Plate

Vianord came up wit the idea and designed the first modular system for the complete automation of the process of flexographic plates. Bring the modular concept to life is on its own an example of the capacity of Vianord to develop new projects. The concept has been given a name which identifies the goal “Easy to Plate”. The first step and the base of the modular concept is the processor section. It is then possible to add at any time the different modules to reach customers expectations in terms of performance, productivity and quality. The installation of the different modules is made easy and requires a limited amount of time. Thanks to the integration of the modular concept in the design of the processor. The number of Easy to Plate systems installed have proven how easy the installation is but as well the excellent level of performance and reliability.

LA DEVOZIONE DEI MONEGASCHI

ALLA MADONNA DEL LAGHET

nictav@hotmai.it

Nel corso del XVII secolo, in Francia come in tutta la cristianità, si era sviluppato il culto della Madonna del Laghet, nel quadro del clima riformistico e sulla scia di un voto emesso da Luigi XIII nel 1638. Il figlio di un abitante di Napoli, di nome Giacinto

Casanova, aveva sposato nel 1632 la figlia di un capitano della guarnigione spagnola di Monaco, e nel 1652 era stato graziato dal primo miracolo da parte della Madonna di Laghet. Malato di lebbra, questo cittadino di Monaco aveva pregato tutti i santi e consultato invano numerosi specialisti della medicina, quando alcuni suoi amici gli parlarono dell’esistenza di un’ umile cappella situata nel vallone di Laghet. Subito dopo, nella sua camera da

letto, si mise in ginocchio a pregare la Madonna, guarendo completamente dalla sua malattia. In segno di riconoscenza nei confronti della Vergine, Casanova organizzò un pellegrinaggio a Laghet insieme ad alcuni amici e familiari. Un altro miracolo occcorse a una monegasca, Anna Giancomès soprannominata “Giongona”, che si era recata a Laghet per sollecitare la liberazione del figlio caduto in mano ai corsari barbareschi. La donna era vedova e il

figlio provvedeva ai suoi bisogni andando a pescare, quando venne rapito dai corsari. Alla fine Giongona, dietro consiglio di una serva della Turbia, decise di compiere una novena di visite alla piccola chiesa, in aggiunta ai giorni in cui si celebrava la festa della Madonna. Non era ancora terminato il secondo giorno della novena, che, per via della fatica, la donna, addormentatasi all’interno della cappella, immaginò di sentire tre colpi e vide in sogno suo figlio che veniva liberato dalla schiavitù. Il sogno si concretizzò con la piena liberazione da parte dei corsari del figlio della signora Giancomès. Anche il napoletano Domenico Vitello ricorse all’intercessione della Vergine di Laghet e vide le porte della prigione di Monaco aprirsi grazie all’intervento di una donna vestita di blu. Una volta libero, si recò dal principe, il quale, dopo aver ascoltato la modalità della sua liberazione, ordinò che venisse scarcerato, secondo la volontà della Madonna di Laghet. Dopo questi primi miracoli, che furono alla base della rinomanza e del successo del santuario, si instaraurono dei rapporti privilegiati tra Monaco, i suoi principi e Laghet. Numerosi monegaschi cominciarono a recarsi in pellegrinaggio a Laghet per ringraziare la Vergine delle grazie ricevute, come testimoniano ancora oggi gli oltre seimila ex voto conservati nel chiosto all’interno del santuario. Il Santuario della Madonna di Laghet è un luogo di grazia, un luogo ricco di storia, un luogo di pellegrinaggio, un luogo di pace e della tenerezza di Maria ... E’ tra i più famosi pellegrinaggi mariani francesi, nel cuore di verdi colline, tra il Mediterraneo e le montagne. Madonna di Laghet è il nome della Vergine Maria associato a quello di un piccolo villaggio vicino a Nizza, frazione nel comune di La Trinité, in precedenza detto La Trinité-Victor in onore di Vittorio Emanuele I di Savoia, nelle AlpesMaritimes, regione Provenza-AlpiCosta Azzurra. Laghet (italiano: Laghetto) prende il nome da una sorgente; Laghet è la trascrizione di aiguetta, o piccola pozza d’acqua. Il gh è un’ortografia italiana e si potrebbe pure scrivere Laguet. In nizzardo si dice Laguet e il patois è doppio: lu Aguetan, lu Valounié. La prima menzione di questo villaggio è contenuta in un documento dell’ XI secolo: nel 1045, Rimbaud, conte di Vence e Cagnes, d’accordo con la

Nicola TAVOLETTA
IL SANTUARIO DI NOTRE DAME DE LAGHET LA CAPPELLA DEL SANTUARIO

moglie Adelaide e con i loro figli, intende riscattare la sua anima dopo la morte, donando il Castrum des Lacs (laghi) all’abbazia di SaintVictor de Marseille. Nel documento si parla di una sorgente sistemata a fontana. A seguito di questa donazione, è probabile che i monaci di Saint-Victor abbiano costruito una cappella dedicata alla Madonna. Nel XII secolo, il territorio di Laghet faceva parte del feudo di Eze, che rimane legato alla sua storia, ed è in quell’epoca che si parla di una cappella dedicata alla Vergine Maria. Nel XV secolo, la cappella era un piccolo luogo di pellegrinaggio. Ma la modesta cappella, costruita in un luogo isolato e sottoposta alle intemperie, nel corso di due secoli, a poco a poco va in rovina, mentre il villaggio a valle, abitato da pastori e da piccoli artigiani, si spopola. Nel 1625, un sacerdote dalla fede ardente, don Giacomo Fighiera, colpito dallo stato di abbandono e dal degrado della cappella, decide di porci mano. Nel 1628, don Giacomo rifece il tetto, dipinse i muri, livellò il pavimento e mise una porta con una serratura, di cui tenne la chiave. Riparò anche il sentiero che da Eze porta a Laghet, tutto «in onore di Dio e della Vergine Maria». Poi annuncia alla popolazione dei dintorni che la cappella di Laghet è stata restaurata e che lui ne assicura il servizio, cosa che farà per 25 anni. Gli abitanti di Villafranca che frequentavano la cappella prima che fosse rovinata, ritornano. Il Signore, attraverso Maria, risponde alla fiducia e alle preghiere dei fedeli suscitate dal loro pastore. La Vergine manifesta la sua bontà attraverso molteplici segnali e numerosi “miracoli”: guarigioni, il ritorno dalla prigionia o da un naufragio, presto seguiti da molti altri. In risposta, molti pellegrini vengono a pregare la Vergine da Monaco, da Nizza e dalla vicina Liguria e poi anche dal Piemonte e da tutta la Provenza. Ma la statua che venerano è anche lei rovinata dal tempo e dalle intemperie. Don Giacomo possedeva una bella statua della Vergine, che si trovava su un altare nella chiesa d’Eze, scolpita in un tronco e dipinta con pitture policrome dal pittore Pierre Moise, parigino. Così, volendo perfezionare la sua opera e provare la sua riconoscenza alla Madonna per i miracoli elargiti, decide di donare questa statua alla cappella di Laghet. Il 24 giugno 1652, i Penitenti Bianchi d’Eze portano la statua in processione sino a Laghet. Da allora, ogni

anno, nella stessa data, la parrocchia d’Eze rinnova il suo gesto di devozione, andando in pellegrinaggio alla Madonna di Laghet. Tuttavia, l’allora vescovo di Nizza, Mons. de Palletis, in conformità alla decisione del Concilio di Trento, intraprende una minuziosa inchiesta prima di autorizzare il pellegrinaggio.

In attesa della decisione ufficiale fa portare via la statua e chiudere la cappella. Quindi riunisce una commissione di teologi, assistiti da un avvocato e da un medico, per esaminare i fatti di Laghet, mentre lui stesso si reca sul posto per verificare il comportamento dei pellegrini. Il 20 dicembre 1653 la commissione conclude per l’autenticità dei miracoli e il vescovo autorizza e incoraggia il culto alla Madonna di Laghet. Il 25 aprile 1654, presiede il primo pellegrinaggio ufficiale a Laghet e ne istituisce un altro molto importante l’8 settembre, data di nascita della Vergine Maria. Nel 1674, una comunità di Carmelitani Scalzi, originari di Torino, costruisce il convento. Rimarranno lì fino al 1903. Migliaia di ex-voto e piccoli quadri naif cominciano a coprire le pareti, e oggi ce ne sono più di quattromila conservati nell’oratorio, testimoni silenziosi delle grazie ricevute. Di questi, ottocento sono classificati monumenti storici, e oggi molti credenti vengono a deporre presso il Santuario della Madonna di Laghet, chiamata “la piccola Lourdes Nizza”, le loro intenzioni e i loro ringraziamenti. Nominato cavaliere dello Spirito Santo da Luigi XIV il 31 dicembre 1688, Luigi I scelse la chiesa della Madonna di Laghet per ricevere solennemente il cordone dell’Ordine, il 20 gennaio 1689. Un pellegrinaggio nazionale di Monaco portò, l’8 ottobre 1876, più di duemila persone a chiedere l’intercessione della Madonna per il ristabilimento da una pericolosa malattia del principe Carlo III, mentre un altro pellegrinaggio per invocare l’aiuto della Vergine si tenne il 28 aprile 1878. Nel 1792, intanto, le truppe rivoluzionarie francesi erano entrate a saccheggiare il Santuario, distruggendo gli ex voto; i carmelitani che avevano la cura del Santuario, riuscirono a fuggire a Torino, nascondendo la statua, rientrando nel 1802 a riaprire al culto. La vita di San Francesco Maria di Camporosso (1804-1866) è legata al Santuario, in quanto il famoso frate france-

scano, conosciuto come “padre santo” a Genova per la sua azione a favore degli ultimi, è stato miracolato proprio dalla Vergine “del laghetto” quando da piccolo faceva il pastorello ed era caduto gravemente ammalato. Nel corredo della Vergine dei Prodigi, alcuni pezzi sono stati donati dai duchi di Savoia che, dal 1666 fino al 1849, erano usi venire regolarmente in pellegrinaggio al Santuario. Nel Santuario vi è una targa che ricorda la sosta che fece Carlo Alberto di savoia nel 1849, sulla via dell’esilio dopo la sconfitta di Novara. Nel 1907 il Santuario diventa seminario minore e nel 1978 centro di ritiri spirituali. Oggi sono presenti le suore benedettine del Sacro Cuore di Montmartre ed è diventato uno dei principali luoghi di pellegrinaggio della regione. Il canonico Dalberra acquistò la chiesa e il convento nel 1907, e alcuni locali sono stati trasformati nel 1930 per consentire i ritiri spirituali. Nel 1945, i Monegaschi si recarono in massa al santuario di Laghet per ringraziare Maria di averli protetti durante la seconda guerra mondiale. Infine, si direbbe curiosamente, il 15 giugno 2003 una cerimonia sobria e commossa vide le nozze di Pietro Ferrero, figlio di Michele, fondatore dell’impero dolciario che da Alba in provincia di Cuneo si è esteso a tutto il mondo, e mancato a 89 anni nel 2015 a Monte-Carlo. Un matrimonio al Laghet che fu voluto proprio dal padre dello sposo, residente da tempo in Costa Azzurra con la moglie signora Franca, (premiata Foglio d’oro dal nostro direttore Ilio Masprone nel 2003 nella Salle Empire dell’ Hôtel de Paris Monte-Carlo), fervente cattolico e devoto in particolare della Madonna di Lourdes, oltre che della Vergine del Laghet. L’allora trentanovenne imprenditore Pietro Ferrero sposò Luisa Strumia, una giovane di Bra (Cuneo) conosciuta in casa di amici comuni. La sposa indossava un classico abito Armani di colore bianco con strascico mentre Pietro Ferrero un tight di Brioni. La cerimonia religiosa fu concelebrata dal vescovo vicario di Alba, mons. Giovanni Battista Gianoglio, e da don Luigi Roggia, parente della sposa. Il santuario della Madonna di Laghet è oggi uno dei più attivi in Francia, e pellegrini provenienti da tutti i paesi sono accolti dai sacerdoti della Diocesi che forniscono assistenza spirituale e dalle benedettine del Sacro Cuore di Montmartre, installate presso il Pri-

orato di Nostra Signora di Laghet dal 1978, che forniscono alloggio a famiglie, gruppi e individui. Il pagamento per una camera singola a € 43, doppie e triple a € 33, è accettato con carta di credito o assegno. Il servizio di ristorazione offre la prima colazione, la mezza pensione o la pensione completa. L’attrezzatura alberghiera per adulti, bambini e disabili offre sanitari individuali o in comune, biancheria, ascensore, parcheggio, sala TV, biblioteca, accesso internet, giardino. I benefici spirituali consistono nell’organizzazione di sessioni, workshop, ritiri spirituali e nella possibilità di colloqui privati con un sacerdote o una suora. Ovviamente si possono frequentare la cappella e l’Oratorio e partecipare agli uffici quotidiani delle religiose. Il santuario si trova vicino al mare (20 minuti dalla costa con l’auto) e si possono fare molte gite, come a Nizza Vecchia, alle isole Lérins e alla loro Abbazia, alle grotte San Cézaire vicino a Grasse, eccetera. Molte escursioni sono possibili sulla costa e nel nizzardo, come i luoghi del Brea e del nizzardo barocco, la Rocca di Monaco, i laboratori di vetro soffiato a Biot, l’arte a Saint Paul de Vence, la cappella di Matisse a Vence, le profumerie a Grasse. Dal 2002, il seminario del Laghet forma i futuri sacerdoti delle diocesi di Nizza, Monaco e Ventimiglia. Il Santuario è stato riprodotto in due bei francobolli di Monaco, del 1984 e del 1988.

LA DEVOTION DU PEUPLE MONEGASQUE A NOTRE DAME DU LAGHET
En janvier 1689, le prince Louis Ier de Monaco y embrassa la foi catholique

Au XVIIe siècle, en France comme dans toute la chrétienté, le culte de la Madone de Laghet se développe, dans le cadre du climat réformiste et à la suite d’un vœu prononcé par Louis XIII en 1638. Le fils d’un habitant de Naples, nommé Giacinto Casanova, avait épousé en 1632 la fille d’un capi-

taine de la garnison espagnole de Monaco, et en 1652 il avait été honoré du premier miracle de la Madone de Laghet. Atteint de la lèpre, ce citoyen Monégasque avait prié tous les saints et consulté en vain de nombreux médecins spécialistes, lorsque certains de ses amis lui firent part de l’existence d’une humble chapelle située dans la vallée du Laghet. Peu de temps après, dans sa chambre, il s’agenouilla pour prier Notre-Dame, guérissant complètement de sa maladie. En signe de gratitude envers la Vierge, Casanova organisa un pèlerinage à Laghet avec quelques amis et des membres de sa famille. Un autre miracle est arrivé à une Monégasque, Anna Giancomès surnommée «Giongona», qui s’était rendue à Laghet pour demander la libération de son fils, enlevé par des pirates barbaresques. La femme était veuve et son fils subvenait à ses besoins en allant pêcher, lorsqu’il fut pris. Finalement Giongona, sur le conseil d’une servante de La Turbie, décida de faire une neuvaine visitant la chapelle, en plus des

jours où l’on y célébrait la fête de la Vierge. Le deuxième jour de la neuvaine n’était pas encore terminé lorsque, à cause de la fatigue, la femme s’étant endormie à l’intérieur de la chapelle, imagina entendre trois coups de feu et rêver de son fils libéré de l’esclavage. Finalement, le rêve est devenu réalité avec la libération totale du fils de Mme Giancomès par les pirates. Même le Napolitain Domenico Vitello eut recours à l’intercession de la Vierge de Laghet et il vit les portes de la prison de Monaco s’ouvrir grâce à l’intervention d’une dame vêtue de bleu. Une fois libre, il se rendit chez le prince, qui, après avoir entendu les conditions de sa libération, ordonna qu’il soit libéré, selon la volonté de la Madone de Laghet. Après ces premiers miracles, qui firent la renommée et le succès du sanctuaire, des relations privilégiées s’établirent entre Monaco, ses princes et Laghet. De nombreux Monégasques commencèrent à se rendre en pèlerinage à Laghet pour remercier la Vierge des grâces reçues, comme en té-

moignent encore aujourd’hui les plus de six mille ex-voto conservés dans le cloître à l’intérieur de l’église. Le Sanctuaire de la Madone de Laghet est un lieu de grâce et de pèlerinage, un lieu riche d’histoire de paix et de la tendresse de Marie... Il est parmi les pèlerinages mariaux français les plus célèbres, au cœur d’un écrin de vertes collines, entre la Méditerranée et les montagnes. Madone de Laghet est le nom de la Vierge Marie associé à celui d’un petit village près de Nice, un hameau de la commune de La Trinité, autrefois appelé La TrinitéVictor en l’honneur de Victor Emmanuel Ier de Savoie, dans les Alpes-Maritimes, Région Provence-Alpes-Côte d’Azur. Laghet tire son nom d’une source étant la transcription d’aiguetta, ou petit étang. Le gh est une orthographe italienne et pourrait également s’écrire Laguet. A Nice, on l’appelle Laguet et le patois est double: lu Aguetan, lu Valounié. La première mention de ce village est contenue dans un document du XIe siècle: en 1045, Rimbaud, comte de Vence et

de Cagnes, en accord avec sa femme Adélaïde et leurs enfants, entendait racheter son âme après sa mort en faisant don du Castrum des Lacs de l’abbaye Saint-Victor de Marseille. Le document parle d’une source aménagée en fontaine. À la suite de cette donation, il est probable que les moines de Saint-Victor aient construit une chapelle dédiée à Notre-Dame a cote d’un petit étang, le Laghet. Au XIIe siècle, le territoire de Laghet faisait partie du fief d’Eze, ce qui reste lié à son histoire, et c’est à cette époque que l’on parle d’une chapelle dédiée à la Vierge Marie. Au XVe siècle, la chapelle était un petit lieu mais de pèlerinage majeur. Pourtant, la modeste chapelle, construite dans un lieu isolé et exposé aux éléments, tomba peu à peu en ruine au cours de deux siècles, tandis que le village en aval, habité par des bergers et des petits artisans, se dépeuplait. En 1625, un prêtre à la foi ardente, Dom Jacques Fighiera, frappé par l’état d’abandon et de dégradation de la chapelle, décide d’agir. En 1628, Dom Jacques refait la toiture,

PRINCIPAUTÉ DE MONACO

il peint les murs, il nivelle le sol et il met une porte avec serrure, dont il garde la clé. Il a également réparé le chemin d’Eze à Laghet, le tout «en l’honneur de Dieu et de la Vierge Marie». Il annonce alors à la population environnante que la chapelle de Laghet a été restaurée et qu’il en assurera le service, ce qu’il fera pendant 25 ans. Les habitants de Villefranche qui fréquentaient la chapelle avant qu’elle ne soit ruinée, reviennent. Le Seigneur, par Marie, répond à la confiance et aux prières des fidèles inspirées par leur pasteur. La Vierge manifeste sa bonté par de multiples signes et de nombreux «miracles»: guérisons, retour de captivité ou d’un naufrage, bientôt suivis de bien d’autres. En réponse, de nombreux pèlerins viennent prier la Vierge depuis Monaco, Nice et la Ligurie voisine, mais aussi depuis le Piémont et de toute la Provence. Mais la statue qu’ils vénèrent est elle aussi ruinée par le temps et les intempéries. Dom Jacques possédait une belle

statue de la Vierge, qui se trouvait sur un autel de l’église d’Eze, sculptée dans un tronc d’arbre et peinte de peintures polychromes par le peintre parisien Pierre Moise. Ainsi, voulant parfaire son œuvre et prouver sa gratitude à la Vierge pour les miracles accordés, il décide de faire don de cette statue à la chapelle de Laghet. Le 24 juin 1652, les Pénitents Blancs d’Eze portèrent la statue en procession jusqu’à Laghet. Depuis lors, chaque année, à la même date, la paroisse d’Eze renouvelle son geste de dévotion, en se rendant en pèlerinage à Notre-Dame de Laghet. Cependant, l’évêque de Nice de l’époque, Mgr de Palletis, conformément à la décision du concile de Trente, entreprit une enquête approfondie avant d’autoriser le pèlerinage. En attendant la décision officielle, il fait retirer la statue et fermer la chapelle. Il réunit alors une commission de théologiens, assistés d’un avocat et d’un médecin, pour examiner les événements de Laghet, tandis que

lui-même se rend sur place pour vérifier le comportement des pèlerins. Le 20 décembre 1653, la commission concluant que les miracles sont authentiques, l’évêque autorise et encourage le culte de la Vierge de Laghet. Le 25 avril 1654, il préside le premier pèlerinage officiel à Laghet et il en institue un autre très important le 8 septembre, date de la naissance de la Vierge Marie. En 1674, une communauté de Carmélites Déchaussées, originaires de Turin, construisit le couvent et elles y resteront jusqu’en 1903. Des milliers d’exvoto et de petites peintures naïves commencent à couvrir les murs, et aujourd’hui il en reste plus de quatre milles conservés dans l’oratoire, témoins silencieux des grâces reçues, dont huit cents sont classées monuments historiques. Aujourd’hui de nombreux fidèles viennent déposer leurs intentions et remerciements au Sanctuaire

Notre-Dame de Laghet, appelé «le

petit Lourdes niçois». Nommé Chevalier du Saint-Esprit par Louis XIV le 31 décembre 1688, Louis Ier choisit l’église Notre-Dame de Laghet pour recevoir solennellement le cordon de l’Ordre le 20 janvier 1689. Un pèlerinage national à Monaco réunit, le 8 octobre 1876, plus de deux mille personnes pour demander l’intercession de NotreDame pour la guérison d’une dangereuse maladie du prince Charles III, tandis qu’un autre pèlerinage pour invoquer l’aide de la Vierge se déroulait le 28 avril 1878. Entretemps, en 1792, les troupes révolutionnaires françaises étaient entrées pour piller le Sanctuaire, détruisant les ex-voto; les Carmes qui étaient en charge du Sanctuaire réussirent à s’échapper à Turin, cachant la statue, et revinrent en 1802 pour la rouvrir au culte. La vie de Saint François Marie de Camporosso (1804-1866) est liée au Sanctuaire, car le célèbre frère franciscain, connu comme le «saint père» à

Gênes pour son action en faveur des moins favorisés, fut miraculeusement guéri par la Vierge «du petit lac» lorsqu’il était un petit berger et il était tombé gravement malade. Dans la collection de la Vierge des Prodiges, certaines pièces ont été données par les ducs de Savoie qui, de 1666 à 1849, venaient régulièrement en pèlerinage au Sanctuaire où se trouve une plaque qui commémore l’étape que Charles-Albert de Savoie fit en 1849, sur le chemin de l’exil après la défaite de Novare. En 1907, le Sanctuaire devient un petit séminaire et en 1978 un centre

de retraite spirituelle. Aujourd’hui, il abrite les religieuses bénédictines du Sacré-Cœur de Montmartre et il est devenu l’un des principaux lieux de pèlerinage de la région. Le chanoine Dalberra acheta l’église et le couvent en 1907, dont une partie fut transformées en 1930 pour permettre des retraites spirituelles. En 1945, les Monégasques affluèrent en masse au sanctuaire de Laghet pour remercier Marie de les avoir protégés pendant la Seconde Guerre mondiale. Enfin, on pourrait dire curieusement, le 15 juin 2003, une cérémonie sobre et émouvante

a vu le mariage de Pietro Ferrero, fils de Michele, fondateur de l’empire de la confiserie qui d’Alba dans la province de Cuneo s’est répandu dans le monde entier, et qui est décédé à 89 ans en 2015 à MonteCarlo. Un mariage à Laghet voulu par le père du marié, installé depuis longtemps sur la Côte d’Azur avec son épouse Madame Franca (récompensée de Il Foglio d’Oro par notre directeur Ilio Masprone en 2003 à la Salle Empire de Hôtel de Paris Monte-Carlo), catholique fervent et dévoué en particulier à la Vierge de Lourdes, ainsi qu’à la

Madone de Laghet. Pietro Ferrero, alors âgé de trente-neuf ans, a épousé Luisa Strumia, une jeune femme de Bra (Coni) qu’il a rencontrée chez des amis communs. La mariée portait une robe blanche classique Armani avec une traîne tandis que Pietro Ferrero portait un costume Brioni. La cérémonie religieuse a été concélébrée par l’évêque vicaire d’Albe, Mgr. Giovanni Battista Gianoglio, et par Don Luigi Roggia, un parent de la mariée. Le sanctuaire de Notre-Dame de Laghet est aujourd’hui l’un des plus actifs de France, et les pèlerins de tous pays sont accueillis par les prêtres du diocèse qui apportent une assistance spirituelle et par les religieuses bénédictines du SacréCœur de Montmartre. Installées au Prieuré de Notre-Dame de Laghet depuis 1978, les religieuses offrent un hébergement aux familles, aux groupes et aux individuels. Le paiement d’une chambre simple à 43 €, double et triple à 33 €, est accepté par carte bancaire ou par chèque. Le service restauration propose le petit-déjeuner, la demi-pension ou la pension complète. Les installations de l’hôtel pour les adultes, les enfants et les personnes handicapées comprennent des salles de bains individuelles ou partagées, du linge de maison, un ascenseur, un parking, une salle de télévision, une bibliothèque, un accès Internet et un jardin. Les prestations spirituelles comprennent l’organisation de séances, d’ateliers, de retraites spirituelles et la possibilité d’entretiens privés avec un prêtre ou une religieuse. Bien évidemment, vous pourrez visiter la chapelle et l’Oratoire et participer aux offices quotidiens. Le sanctuaire est situé à proximité de la mer (20 minutes de la côte en voiture) et de nombreuses excursions sont à faire, comme le Vieux Nice, les îles de Lérins et leur Abbaye, les grottes de Saint Cézaire près de Grasse, etc. De nombreuses excursions sont possibles sur la côte et à Nice, comme les lieux de Bréa et le Nice baroque, le Rocher de Monaco, les ateliers de soufflage de verre à Biot, l’art à Saint Paul de Vence, la chapelle Matisse à Vence, la parfumerie à Grasse. Depuis 2002, le Séminaire de Laghet forme les futurs prêtres pour les diocèses de Nice, Monaco et Vintimille. Le Sanctuaire a été reproduit sur deux beaux timbres de Monaco, en 1984 et en 1988.

PRINCIPAUTÉ DE MONACO
PRINCIPAUTÉ DE MONACO

STORIA DI MONACO

DICIANNOVESIMO CAPITOLO

I Principi Guyon-Matignon di Monaco e la reggenza del Chevalier de Grimaldi sulla Rocca

Continuiamo la narrrazione dal momento in cui ebbe fine il lungo regno del potentissimo Luigi XIV re di Francia, (5 settembre 1638 -1°settembre 1715) che tanta parte ebbe nella storia di Monaco e dei Grimaldi, in quanto dal sovrano stesso confermati pari di Francia, benvenuti a Versaiiles e ammessi al Parlamento di Parigi. Pochi giorni dopo, con quello che fu il suo primo atto ufficiale, il piccolo Luigi XV di soli 5 anni (1710-1774) e il reggente Filippo d’Orléans (1674-1723), fratello del defunto Luigi XIV, sottoscrivevano il contratto matrimoniale tra la diciassettenne Luisa Ippolita Grimaldi (1697-1731) e il ventiseienne Giacomo Grimaldi Guyon di Matignon (16891751). Il 20 ottobre 1715 il matrimonio tra i due giovani fu solennemente celebrato nella chiesa di San Nicola a Monaco. Dal capitolo precedente sappiamo infatti che il principe Antonio I aveva infine deciso, con il permesso di Luigi XIV, che Giacomo di Matignon potesse assumere il cognome Grimaldi per governare sul Principato con Ippolita, unica erede del trono di Monaco, in mancanza di eredi maschi. Dopo due unioni infelici, quella di Luigi I finita con un divorzio da Caterina Carlotta di Gramont e quella di Antonio I, tormentata dai comportamenti bizzarri di Maria di Lorena e dalla mancanza di figli maschi, i Monegaschi auspicavano un matrimonio principesco duraturo, e specialmente che fosse benedetto da una famiglia numerosa, portatrice di almeno un erede di sesso maschile! Ma, almeno inizialmente, i giorni e

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le notti di Luisa Ippolita nel Palazzo del Principe furono solitarie, poiché il marito alla corte di Monaco preferiva quella di Versailles, dove aveva molte amanti a cui dire addio, prima di stabilirsi come di dovere sulla Rocca, come duca di Valentinois, titolo richestogli dallo suocero e concessogli dal re di Francia. Prima di morire, Luigi XIV aveva concesso a Giacomo di Matignon anche quello di pari di Francia, con il quale, il 15 dicembre 1715, Giacomo fu ricevuto dal parlamento, un’altra delle ra-

gioni che lo inducevano a rimanere a Parigi, e ancor di più a Versailles, sinonimo del lusso e dei piaceri dell’epoca. Non che a Monaco Antonio I, che come sappiamo era appassionato cultore di musica e di arte, ne facesse mancare nel Palazzo dei

Principi! Ad esempio, nell’autunno del 1714 il principe aveva avuto modo di ricevere la nuova regina di Spagna Elisabetta Farnese, nel corso del suo viaggio di ritorno a Madrid dopo il suo matrimonio per procura, a Parma, con Filippo V, che

Farnese, che ripartì la sera stessa, omaggiata in discreto italiano dal Principe e salutata da un drappello d’onore. Un altro esempio fu la decisione di costruire un grandioso palazzo che richiamasse il fasto della reggia di Versailles, da lui tanto amata durante la sua giovinezza. Nel 1717, su un terreno acquistato dai monaci di Lerino a Carnolès, iniziva la costruzione di palazzo con il carattere di trianon, ossia di un padiglione annesso a una residenza reale, attorniata da un ampio giardino e da numerosi alberi da frutto. La tradizione vuole che il progetto del Palais Carnolès sia stato predisposto personalmente dai celebri architetti di Luigi XIV Jules-Robert de Cotte e Ange-Jacques Gabriel. All’interno dell’edificio Antonio I era solito riunire il suo ensemble musi-

glione avviluppato di tralci d’uva e alberato con aranci del Portogallo. Il chiosco del “casino” rappresenta invece una tipica costruzione barocca a pianta esagonale, sormontata da una calotta in argilla. Il primo livello è piuttosto sobrio, mentre il secondo ha adottato un tipo di colonne binate, che costituisce una variante delle cariatidi in stile genovese. I principi ereditari di Monaco avrebbero trascorso le loro vacanze nella tenuta estiva di Carnolès fino al 1863, quando l’edificio venne adibito a casa da gioco. Nonostante tutto questo, il vero motivo che teneva lontano da Monaco Giacomo di Matignon, era la forte antipatia che il suocero gli dimostrava, irritato e geloso in particolare per l’amicizia della moglie Maria di Lorena con i duchi di Valentinois, che si trovavano

al riparo degli sbalzi di umore del principe Antonio. Per qualche anno, grazie alla lontananza e alla pazienza di Giacomo, la situazione rimase nel complesso stabile. Questo, fino alla morte di Maria di Lorena, sopraggiunta nel palazzo dei principi di Monaco il 30 ottobre 1724, quando nacquero alcune contestazioni in merito alla successione al trono, che si sarebbero sopite solo in seguito alla scomparsa della principessa Maria Paolina Teresa Devota, detta “Mademoiselle de Chabeuil”, l’ultima figlia di Antonio I, il 20 maggio 1726. Nell’agosto 1730, tuttavia, dietro un intervento sempre più energico del cardinale di Fleury, primo ministro di Francia da quattro anni e più potente che mai, il principe di Monaco, che usciva da una grave malattia, si decise finalmente a ri-

era avvenuto il 25 agosto. La regina arrivò al Palais Carnolès di Mentone il 17 ottobre verso le cinque del pomeriggio. Ricevuta nella residenza estiva del principe, in suo onore furono eseguite dall’orchestra principesca, diretta dallo stesso Antonio I, la passacaglia dell’Armida e l’ouverture dell’Isis, due opere del compositore italiano naturalizzato francese alla corte del re Sole, Giovanni Battista Lulli. Entrambe furono molto apprezzate dalla principessa di Parma e Piacenza e ultima dei

cale e seguire sua figlia Maria Paolina Teresa Devota mentre imparava a suonare il clavicembalo. Nel 1725 venne realizzato nella tenuta il cosiddetto “giardino del principe”, a cura dell’architetto francese Antoine Latour, che stava eseguendo una serie di lavori a Monaco. Una pianta dell’epoca riporta l’immagine di un giardino fiorito, attraversato da viali a stella e impreziosito da due fontane dalle acque zampillanti. In questo periodo la proprietà era cinta da un alto mura-

meglio in sua assenza. Quando Antonio I si recava a Mentone, questi si fermavano sulla Rocca con il minimo pretesto. Il 16 dicembre 1717 nacque il primogenito di Luisa Ippolita e Giacomo di Matignon, Antonio Carlo Maria, marchese di Baux e conte di Matignon, che si spense però ad appena tre mesi, il 24 febbraio 1718. L’atmosfera si appesantì ulteriormente, e i Valentinois decisero di lasciare la Rocca. Nel maggio 1718 si recarono in Francia, dove rimasero pressoché costantemente,

conciliarsi con Luisa Ippolita e con Giacomo. Il 18 agosto 1730 Antonio I assicurò il cardinale che i duchi di Valentinois erano i benvenuti sulla Rocca. Lo stesso giorno il principe scrisse anche alla figlia, a cui non dava del tu dal 1725. La principessa giunse a Monaco senza Giacomo, che aveva preferito restare a Parigi per non interferire tra padre e figlia. La giovane trascorse diverse settimane sulla Rocca, riconciliandosi con il padre anche grazie all’affezione che il burbero Antonio, che tanto aveva

desiderato un figlio maschio, dimostrava al bel bambino biondo e gentile, il figlio decenne che Luisa Ippolita aveva portato con sé. Il 10 novembre 1720 era infatti nato a Monaco Onorato Camillo Leonoro, il futuro principe Onorato III. (17201795) La personalità forte e originale di Antonio s’impose anche sulla giovane donna. Erano molti anni ormai che la principessa viveva lontano dalla Rocca ma, una volta tornata a Monaco, si sentì subito pienamente monegasca e membro a tutti gli effetti della famiglia Grimaldi. Il principe Antonio vedeva questo atteggiamento della figlia come una vittoria sul genero, che continuava a considerare un nemico e uno straniero, e fu colto da un’estrema tristezza quando la duchessa di Valentinois ripartì per la Francia nel gennaio 1731. Ancora il 9 febbraio, indebolito e allettato, scrisse alla figlia una lettera affettuosa, dettandola al suo medico, che l’avrebbe spedita alla duchessa, insieme alla descrizione degli ultimi giorni del padre. Colpito da un forte raffreddore con complicazioni il 13 febbraio, Antonio I si spense nel palazzo dei principi di Monaco il 20 febbraio 1731 all’età di 70 anni. Al Principe non poteva succedere sul trono di Monaco che Luisa Ippolita, Dopo la rinuncia dell’abate di Monaco Francesco Onorato in favore dei duchi di Valentinois, Giacomo di Matignon avrebbe dovuto essere parificato alla moglie con il titolo di principe di Monaco. Tale procedura era già stata seguita ai tempi di Lamberto e Claudina. Ma Luisa Ippolita, appena informata della scomparsa del padre, decise di regnare da sola, partendo alla volta della Rocca insieme al quarto figlio Francesco Carlo. Giunta a Monaco il 14 aprile 1731, la principessa ricevette l’omaggio di fedeltà da parte degli abitanti di Monaco, Mentone e Roccabruna, senza che si facesse menzione del marito. Infatti, i notai del Principato scrissero solo il suo nome in cima ai loro atti. La principessa si era proposta di emanare un decreto per associare il marito al governo ma, redatto senza dubbio dagli antichi funzionari di Antonio I, questo fu giudicato inaccettabile dallo stesso Giacomo I, appena questi ne apprese il contenuto dopo aver raggiunto la moglie a Monaco alla fine di maggio del 1731. Il duca si sarebbe anche accorto, non senza amarezza, che la sua persona creava un certo imba-

Andrea GANDOLFO
PALAIS CARNOLÈS A MENTONE
I GIARDINI DEL PALAIS CARNOLÈS

razzo soprattutto da parte dei funzionari del piccolo Stato, sia per il loro attaccamento al potere, sia per via dell’ostilità che l’ex principe Antonio I aveva sempre nutrito nei confronti del genero. Giacomo era però un normanno realista, per cui, tra un potere contestato sulla Rocca e una vita senza preoccupazioni nell’Hôtel Matignon di Parigi, la sua fastosa residenza parigina, oggi sede ufficiale del primo ministro francese, non ebbe dubbi a scegliere la seconda. Constatata la situazione sfavorevole, il duca di Valentinois rientrò a Parigi nell’ottobre del 1731. La partenza del marito per la capitale francese avrebbe fatto riflettere la principessa Luisa Ippolita la quale, non intendendo accentuare il dissidio con il marito, chiese che il suo nuovo regno fosse annunciato alle cancelliere straniere in nome dei due sposi. Comunque, fu lei sola, con una procura affidata al signor de Gourdon,

a rendere omaggio al re di Sardegna Carlo Emanuele III per i feudi sabaudi di Mentone e Roccabruna, di cui avrebbe ricevuto l’investitura il 3 dicembre 1731. I dissapori col marito restavano comunque in sospeso e questo fino a quando, il 29 dicembre 1731, Luisa Ippolita si spense all’età di 34 anni, nel palazzo dei principi, per un attacco di vaiolo. Del periodo felice della sua unione con Giacomo, resta il magnifico ritratto di famiglia che la vede attorniata da quattro dei nove figli nati tra il 2017 e il 1728, dovuto al pittore Pierre Gobert, un celebre dipinto che attualmente si trova in una galleria del palazzo dei principi. A Luisa Ippolita succedeva pertanto il marito Giacomo di Matignon, con il nome di Giacomo I. Appena saputa la notizia della scomparsa di sua moglie, Giacomo I riunì il Consiglio di

famiglia, che il 22 febbraio 1732 lo nominò tutore dei suoi figli. Quindi il duca di Valentinois partì alla volta di Monaco, dove i giuristi del Principato avevano espresso il parere, il 1° febbraio, che avrebbe potuto regnare finché sarebbe rimasto in vita l’abate di Monaco Francesco Onorato Grimaldi. In caso di morte di quest’ultimo, Giacomo I avrebbe governato sino alla fine della minorità del suo figlio maggiore, ossia fino a quando il futuro Onorato III non avesse compiuto venticinque anni d’età. Gli stessi giuristi si augurarono comunque che Giacomo I potesse regnare più a lungo possibile. Il duca di Valentinois venne quindi riconosciuto principe sovrano da tutti i suoi sudditi. Tuttavia decise di non chiedere loro il tradizionale omaggio che veniva solitamente reso al nuovo principe. Ma se i monegaschi avevano accettato di buon grado questo componente della fami-

glia Matignon diventato Grimaldi, nello stesso tempo aspettavano con impazienza il momento in cui suo figlio gli sarebbe successo al trono. Il duca di Valentinois si trovò peraltro ad affrontare gli stessi problemi che già lo avevano turbato l’anno prima: rivalità degli antichi funzionari di Antonio I, ostilità del cardinale di Fleury e del governo francese, oltre al rifiuto del re di Sardegna Carlo Emanuele III di riconoscere i suoi diritti sui feudi sabaudi di Mentone e Roccabruna. Esasperato dalle infinite beghe monegasche, il 20 maggio 1732 Giacomo I decise pertanto di nominare Antonio Grimaldi governatore del Principato. Come abbiamo accennato nel capitolo precedente, il principe Antonio I aveva avuto dalla ballerina Élisabeth Dufort (detta Babé) un figlio illegittimo, Antonio Grimaldi (1697-1784). Riconosciuto dal padre nel 1715, fu detto “Chevalier de Grimaldi”. Egli, il 17 maggio 1734, fu confermato nella sua carica di governatore generale, e non avrebbe praticamente più lasciato il territorio del Principato fino al 1784, quando morì alla veneranda età di ottantasette anni. Il Cavaliere di Grimaldi governò avvalendosi della collaborazione di quattro consoli, che interpellava sistematicamente, anche se le decisioni definitive spettavano sempre al principe Giacomo. Gli editti emessi dall’11 giugno 1732 al 15 aprile 1749 dimostrano chiaramente come il Cavaliere fosse fornito di un non comune senso dello Stato. Anche le attività dei Monegaschi in campo economico e commerciale erano minuziosamente regolamentate: un decreto del 1739, ad esempio, faceva espresso divieto ai figli di famiglia di vendere olio e olive sotto la pena pecuniaria di dieci scudi. Ai laici e religiosi veniva riservato lo stesso trattamento: un apposito editto avrebbe proibito ai locandieri di servire bevande durante le funzioni sacre, prevedendo una contravvenzione di una pistola (una famosa moneta d’oro dell’epoca), in caso di trasgressione della norma. Nei primi anni della sua amministrazione Antonio Grimaldi si mantenne in buoni rapporti con il principe Giacomo I, a cui continuò a scrivere anche dopo il 1740, quando Onorato III divenne maggiorenne. Assunti i poteri sovrani. Onorato scelse però di prendere residenza a Parigi. Intrapresa la carriera delle armi, infatti, Onorato III trascorse molti anni in Francia a seguito dell’esercito di Luigi XV

combattendo contro gli inglesi nella Guerra di Successione austriaca. Lasciando la reggenza della Rocca al Cavaliere, l’assenza del principe rappresentava pur sempre un insostituibile punto di riferimento per il reggente. Quasi quotidianamente il Cavaliere di Grimaldi si teneva in contatto con Onorato III, informandolo costantemente di tutte le principali novità. Così, quando il principe voleva sapere qualcosa sugli affari di Stato o intendeva venire a conoscenza di qualche dettaglio riguardante il governo del Principato, s’instaurava subito – tra lui e il Cavaliere –un’eccellente collaborazione. Nacque dalla loro intesa anche la linea politica adottata in occasione della guerra di Successione austriaca, quando Antonio Grimaldi proclamò la neutralità di Monaco e accolse nel porto numerose navi da guerra dei paesi belligeranti. In questo modo venne garantita la sopravvivenza del Principato. Onorato III aveva inoltre preso l’abitudine di lasciare al Cavaliere di Grimaldi il disbrigo degli affari correnti. Durante il suo mandato come reggente, Antonio Grimaldi ebbe anche il merito di invitare alla sua corte artisti di grande valore, come i pittori JeanBaptiste Van Loo, Alphonse de Beauchamp e Jean-Baptiste-François Bosio, che posero le condizioni per

fare di Monaco uno dei principali centri culturali dell’area mediterranea nella seconda metà del XVIII secolo. Il 18 agosto 1770 il Cavaliere di Grimaldi promulgò un decreto che aboliva la vecchia usanza in base alla quale al principe era riconosciuto il diritto di ereditare una parte delle sostanze di chiunque fosse deceduto nel territorio monegasco, ritenendo tale norma iniqua e del tutto anacronistica. Alla morte di Antonio I, si trattava comunque per il reggente di togliere le castagne dal fuoco, ed infatti egli aveva cominciato a governare in una situazione estremamente precaria: da un lato, sia la Francia che il Regno di Sardegna si rifiutavano ancora di riconoscere Giacomo I come legittimo sovrano, dall’altro, il Principato era dilaniato da una lotta intestina tra le opposte fazioni. Dalla sua residenza parigina, Giacomo I avrebbe vanamente proseguito le trattative con il governo sardo per vedersi riconosciuti i suoi diritti su Mentone e Roccabruna. Alla fine dovette accettare di essere considerato solo come il duca di Valentinois, padre e legittimo amministratore dei beni del suo figlio maggiore Onorato. Al posto di Giacomo I, il 15 aprile 1733, fu allora il Cavaliere di Grimaldi a ricevere l’investitura dei due feudi di Mentone e Roccabruna da parte di Carlo Emanuele III. Qual-

che mese più tardi, il 7 novembre 1733, Giacomo I abdicò in favore del suo terzo figlio Onorato Camillo Leonoro, che assunse il nome di Onorato III, allora minorenne, Il duca di Valentinois ritornò per l’ultima volta a Monaco nel maggio del 1734 per presentare Onorato III ai suoi sudditi e fargli rendere il giuramento di fedeltà.

La grande fastosità e le manifestazioni di lealismo che caratterizzarono la cerimonia di insediamento di Onorato III, confermano, del resto, la piena validità del regno di Giacomo I, oltre all’unanimità con la quale era stato accettato, per due anni, come sovrano legittimo. Da allora il duca di Valentinois non avrebbe fatto più ritorno a Monaco. Dopo essersi installato all’Hôtel Matignon, che, in suo onore, avrebbe assunto il nome di Hôtel de Monaco, Giacomo I trascorreva la sua esistenza nella capitale francese come un “borghese di Parigi”, occupandosi soprattutto di vincere la causa nel processo contro il principe d’Isenghien Luigi di Gand de Mérodes de Montmorency e la sua consorte Margherita Camilla Grimaldi. Nell’ultima parte della sua vita, il duca di Valentinois curò anche l’amministrazione del suo ingente patrimonio, l’abbellimento della sua residenza parigina e l’educazione dei figli. Il 3 dicembre 1735

Giacomo I chiuse la vertenza legale con i principi d’Isenghien tramite l’esborso di 500.000 scudi. Intanto continuava a ornare il suo palazzo di rue de Varenne con tappezzerie, dipinti, avori e marmi prelevati in gran parte dal palazzo dei principi di Monaco.

Nel giugno 1736 acquistò a Passy due padiglioni collegati da una balaustra, un grande parco attraversato da viali con tigli disegnati all’italiana. Il duca donò il casino di Passy alla contessa di Valentinois Maria Cristina de Rouvroy de SaintSimon, che vi organizzò successivamente un gran numero di feste e ricevimenti. Negli ultimi anni di vita Giacomo I frequentò anche la corte di Versailles insieme al figlio Onorato. Si spense a Parigi il 23 aprile 1751, all’età di 61 anni, nella sua residenza di Palazzo Matignon. Nel prossimo capitolo la storia di Monaco ripercorra’ gli anni del regno di Onorato III di Monaco dalla morte del reggente nel 1784 fino al 1793, quando, nonostante gli eroici e personali tentativi compiuti dal Principe stesso presso il Tribunale rivoluzionario di Parigi, il Principato fu occupato dal governo della neonata Repubblica francese.

PRINCIPATO DI MONACO
PRINCIPATO DI MONACO
STORIA DI MONACO
RITRATTO DELLA PRINCIPESSA LUISA IPPOLITA MONACO (1687-1731)
LA FAMIGLIA DI ELISABETTA FARNESE, MADRE DI RE E DI REGINE CONSORTI

HISTOIRE DE MONACO DIX-NEUVIÈME

CHAPITRE

Les Princes Guyon-Matignon de Monaco et la Régence du Chevalier de Grimaldi sur le Rocher

Nous poursuivons notre conte à partir du moment où se termine le long règne du très puissant Louis XIV, roi de France (5 septembre 1638 - 1er septembre 1715), qui a joué un rôle si important dans l’histoire de Monaco et des Grimaldi, puisqu’ils furent confirmés comme pairs de France par le souverain luimême, accueillis à Versailles et admis au Parlement de Paris. Quelques jours plus tard, par ce qui fut son premier acte officiel, le petit Louis XV de seulement 5 ans (1710-1774) et le régent Philippe d’Orléans (1674-1723), frère de feu Louis XIV, signèrent le contrat de mariage entre Louise Hippolyte Grimaldi (1697-1731), âgée de dixsept ans, et Jacques Grimaldi Guyon de Matignon (1689-1751), âgé de vingt-six ans. Le 20 octobre 1715, le mariage entre les deux jeunes gens fut solennellement célébré dans l’église Saint-Nicolas de Monaco. Depuis le chapitre précédent, nous savons que le prince Antoine Ier avait finalement décidé, avec la permission de Louis XIV, que Jacques de Matignon pourrait prendre le patronyme Grimaldi pour gouverner la Principauté avec Louise Hippolyte, seule héritière du trône de Monaco, en l’absence de mâle. Après deux unions malheureuses, celle de Louis Ier qui se termina par un divorce avec Catherine Charlotte de Gramont et celle d’Antoine Ier, tourmentée par le comportement bizarre de Marie de Lorraine et le manque d’enfants mâles, les Monégasques espéraient un mariage princier durable, et surtout la chance d’avoir une famille nombreuse, ayant au moins un héritier mâle! Mais, au moins au début, les jours et les nuits de Louise Hippolyte au Palais Princier furent solitaires, car son mari préférait la cour

de Versailles, où il avait de nombreuses petites amies à qui dire adieu, avant de s’installer comme il se doit sur le Rocher comme duc de Valentinois, titre demandé par son beau-père au roi de France, et qui lui a été accordé. Avant de mourir, Louis XIV avait également décerné à Jacques de Matignon le titre de pair de France, avec lequel, le 15 décembre 1715, Jacques fut reçu par le Parlement, une autre des raisons qui l’incitèrent à rester à Paris, et plus encore à Versailles, synonyme du luxe et des plaisirs de l’époque. Non pas qu’à Monaco, Antoine Ier, qui comme on le sait était un passionné de musique et d’art, n’en aurait voulu voir le manque au Palais Princier! Par exemple, à l’automne 1714, le prince eut l’occasion de recevoir la nouvelle reine d’Espagne, Elisabetta Farnese, lors de son voyage de retour à Madrid après son mariage par procuration, à Parme, avec Philippe V, qui avait eu lieu le 25 août. La reine est arrivée au Palais Carnolès de Menton le 17 octobre vers 17 heures. Reçue dans la résidence d’été du prince, l’orchestre princier, dirigé par Antoine Ier lui-même, interpréta en son honneur la passacaille d’Armide et l’ouverture d’Isis, deux œuvres du compositeur italien devenu citoyen

français à la cour du Roi Soleil, Jean Baptiste Lully. Le concert fut très apprécié par la princesse, dernière des Farnèse, qui partit le soir même, ayant reçu hommage en italien par le prince et saluée par un détachement d’honneur. Un autre exemple a été la décision du prince de construire un palais grandiose qui rappellerait la splendeur du château de Versailles, qu’il avait tant aimé durant sa jeunesse. En 1717, sur un terrain acheté aux moines de Lérins à Carnolès, la construction débute d’un trianon, c’est-à-dire un pavillon annexé à une résidence royale, entouré d’un grand jardin et de nombreux arbres fruitiers. La tradition veut que la conception du Palais Carnolès ait été personnellement préparée par les célèbres architectes de Louis XIV, Jules-Robert de Cotte et AngeJacques Gabriel. À l’intérieur du bâtiment, Antoine Ier réunissait son ensemble musical et suivait sa fille

Marie Pauline Thérèse Dévote alors qu’elle apprenait à jouer du clavecin. En 1725, le «jardin du prince» fut créé sur le domaine par l’architecte français Antoine Latour, qui réalisait alors une série de travaux à Monaco. Un dessin ancien représente l’image d’un jardin fleuri, traversé par des allées en étoile et agrémenté de deux

fontaines aux eaux jaillissantes. À cette époque, la propriété était entourée d’un haut mur entouré de vignes et planté d’orangers portugais. Le kiosque du «casino» représente en revanche une construction baroque typique de plan hexagonal, surmontée d’une coupole en argile. Le premier niveau est plutôt sobre, tandis que le second a adopté un type de colonnes géminées, qui constitue une variante des cariatides de style génois. Les Princes héritiers de Monaco passaient leurs vacances dans la résidence d’été de Carnolès jusqu’en 1863, date à laquelle le bâtiment fut transformé en maison de jeu. Malgré tout cela, la véritable raison qui éloignait Jacques de Matignon de Monaco était la forte antipathie que lui témoignait son beau-père, irrité et notamment jaloux de l’amitié de sa femme Marie de Lorraine avec les ducs de Valentinois, qui étaient plus à l’aise avec elle, en son absence. Quand Antoine Ier se rendit à Menton, ils s’arrêtèrent sur le Rocher au moindre prétexte. Le 16 décembre 1717 naît le premier-né de Louise Hippolyte et de Jacques de Matignon, Antoine Charles, marquis des Baux et comte de Matignon, qui meurt cependant à seulement trois mois, le 24 février 1718. L’atmosphère devient encore plus

froide, et les Valentinois décident de quitter le Rocher. En mai 1718, ils se rendirent en France, où ils restèrent presque constamment, à l’abri des sautes d’humeur du prince Antoine. Pendant quelques années, grâce à la distance et à la patience de Jacques, la situation resta globalement stable. Mais à la mort de Marie de Lorraine, survenue au palais des princes de Monaco le 30 octobre 1724 surgirent des disputes concernant la succession au trône, qui ne furent apaisées qu’après la mort de la princesse la «Mademoiselle de Chabeuil», dernière fille d’Antoine Ier, le 20 mai 1726. En août 1730, à la suite d’une intervention de plus en plus énergique du cardinal Fleury, Premier ministre de France depuis quatre ans et plus puissant que jamais, le prince de Monaco, qui se remettait d’une grave maladie, décida finalement de se réconcilier avec Louise-Hippolyte et Jacques. Le 18 août 1730, Antoine Ier assure au cardinal que les ducs de Valentinois sont les bienvenus sur le Rocher. Le même jour, le prince écrit également à sa fille, qu’il ne tutoie plus depuis 1725. La princesse arrive à Monaco sans Jacques, qui a préféré rester à Paris pour ne pas s’immiscer entre le père et la fille. La jeune fille passa plusieurs se-

maines sur le Rocher, se réconciliant avec son père également grâce à l’affection que le brusque Antoine, qui avait tant désiré un enfant mâle, montrait pour l’enfant blond et doux, le fils de dix ans qui Louise Hippolyte avait amené avec elle. Le 10 novembre 1720, Honoré Camille Léonor Grimaldi, futur prince Honoré III, naît à Monaco. (17201795) La personnalité forte et originale d’Antoine impressionna également la jeune femme. La princesse avait vécu loin du Rocher pendant de nombreuses années mais, une fois de retour à Monaco, elle s’est immédiatement sentie pleinement Monégasque et membre à part entière de la famille Grimaldi. Le prince Antoine vit cette attitude de sa fille comme une victoire sur son gendre, qu’il continuait à considérer comme un ennemi et un étranger, et il fut frappé d’une extrême tristesse lorsque la duchesse de Valentinois partit pour la France en janvier 1731. Le 9 février, affaibli et alité, il écrivit une lettre affectueuse à sa fille, la dictant à son médecin, qui l’envoya à la duchesse, accompagnée d’une description des derniers jours de son père. Frappé d’un violent rhume avec complications le 13 février, Antoine Ier décède au palais princier de Monaco le 20 février 1731 à l’âge de 70 ans. Le Prince ne pouvait être remplacé sur le trône de Monaco que par LouiseHippolyte. Après la démission de l’abbé de Monaco, François Honoré, en faveur des ducs de Valentinois, Jacques de Matignon aurait dû être placé au même titre que son épouse comme Prince de Monaco. Cette procédure avait déjà été suivie à l’époque de Lambert et Claudine. Mais Louise-Hippolyte, dès qu’elle fut informée de la mort de son père, décida de régner seule, partant pour le Rocher avec son quatrième fils François Charles. Arrivée à Monaco le 14 avril 1731, la princesse reçoit l’hommage de fidélité des habitants de Monaco, Menton et Roquebrune, sans aucune mention de son époux. En fait, les notaires de la Principauté n’inscrivaient que son nom en tête de leurs actes. La princesse avait proposé de publier un décret pour associer son mari au gouvernement mais, sans doute rédigé par les anciens fonctionnaires d’Antoine Ier, celui-ci fut jugé inacceptable par Jacques, dès qu’il en eut connaissance après avoir rejoint sa femme à Monaco à la fin de mai 1731. Le duc

aurait aussi remarqué, non sans écœurement, que sa personne créait un certain embarras surtout de la part des fonctionnaires du petit État, tant à cause de leur attachement au pouvoir, qu’à cause de l’hostilité que l’ancien prince Antoine Ier avait toujours nourrie envers son gendre. Cependant, Jacques étant un royaliste normand, entre un pouvoir contesté sur le Rocher et une vie insouciante chez sa somptueuse résidence parisienne, aujourd’hui siège officiel du Premier ministre français, n’hésita pas à choisir cette dernière. Ayant constaté la situation défavorable, le duc de Valentinois revint à Paris en octobre 1731. Le départ de son mari pour la capitale française aurait fait réfléchir la princesse Louise-Hippolyte laquelle, ne voulant pas accentuer le désaccord avec son mari, demanda que son nouveau règne soit annoncé aux chanceliers étrangers au nom des deux époux. Mais c’est elle seule, avec une procuration confiée à M. de Gourdon, qui rend hommage au roi de Sardaigne Charles Emmanuel III pour les fiefs savoyards de Menton et de Rochebrune, dont elle recevra l’investiture le 3 décembre 1731. Les désaccords avec son mari restèrent cependant en suspens jusqu’au 29 décembre 1731, date à laquelle Louise-Hippolyte mourut à l’âge de 34 ans, dans le palais des princes, d’une attaque de variole. De la période heureuse de son union avec Jacques, il reste le magnifique portrait de famille qui la montre entourée de quatre des neuf enfants nés entre 2017 et 1728, par le peintre Pierre Gobert, un tableau célèbre qui se trouve actuellement dans une galerie du Palais des princes. A Louise Hippolyte succède son mari Jacques de Matignon qui prend le nom de Jacques Ier Dès qu’il apprend la nouvelle de la mort de sa femme, Jacques Ier convoque le conseil de famille qui le nomme tuteur de leurs enfants, le 22 février 1732. Le duc de Valentinois partit ensuite pour Monaco, où les jurisconsultes de la Principauté avaient émis l’avis, le 1er février, qu’il pourrait régner tant que l’abbé de Monaco, François Honoré Grimaldi, resterait en vie. En cas de décès de ce dernier, Jacques Ier aurait régné jusqu’à la fin de la minorité de son fils aîné, c’est-à-dire jusqu’à ce que le futur Honoré III atteigne l’âge de vingt-cinq ans. Les

mêmes juristes espéraient cependant que Jacques Ier pourrait régner le plus longtemps possible. Le duc de Valentinois est alors reconnu comme prince souverain par tous ses sujets. Il décide cependant de ne pas leur demander l’hommage traditionnel qui était habituellement rendu au nouveau prince. Mais si les Monégasques avaient volontiers accepté ce membre de la famille Matignon devenu Grimaldi, ils attendaient en même temps avec impatience le moment où son fils lui succéderait sur le trône. Le duc de Valentinois se retrouve confronté aux mêmes problèmes qui l’avaient déjà tourmenté l’année précédente: rivalité entre les anciens fonctionnaires d’Antoine Ier, hostilité du cardinal de Fleury et du gouvernement français, ainsi que le refus du roi de Sardaigne Charles Emmanuel III de reconnaître ses droits sur les fiefs savoyards de Menton et de Rochebrune. Exaspéré par les interminables querelles monégasques, Jacques Ier décide, le 20 mai 1732, de nommer Antoine Grimaldi gouverneur de la Principauté. Comme nous l’avons mentionné dans le chapitre précédent, le prince Antoine Ier avait eu un fils illégitime, Antoine Grimaldi (16971784), avec la danseuse Élisabeth Dufort (dite Babé). Reconnu par son père en 1715, le «Chevalier de Grimaldi» fut confirmé dans ses fonctions de gouverneur général le 17 mai 1734 et il ne quitta pratiquement plus le territoire de la Principauté jusqu’en 1784, date à laquelle il mourut à l’âge vénérable de quatre-vingt-sept ans. Le Chevalier de Grimaldi gouvernait avec l’aide de quatre consuls, qu’il consultait systématiquement, même si les décisions finales appartenaient toujours au prince Jacques. Les édits publiés entre le 11 juin 1732 et le 15 avril 1749 démontrent clairement à quel point le Chevalier était doté d’un sens de l’État peu commun.

Même les activités économiques et commerciales des Monégasques étaient minutieusement réglementées: un décret de 1739, par exemple, interdisait expressément aux enfants de la famille de vendre de l’huile et des olives sous peine d’une amende de dix écus. Le même traitement était réservé aux laïcs et aux religieux: un édit spécifique interdisait aux aubergistes de servir des boissons pendant les

LA FAMILLE GRIMALDI GOYON-MATIGNON, PORTRAIT DU PEINTRE PIERRE GOBERT

fonctions sacrées, prévoyant une amende d’une pistole (une célèbre pièce d’or de l’époque), en cas de transgression de la règle. Durant les premières années de son administration, Antoine Grimaldi entretint de bonnes relations avec le prince Jacques Ier, à qui il continua à écrire même après 1740, lorsque Honoré III fut majeur. Ayant assume les pouvoirs souverains, Honorat choisit cependant de s’installer à Paris. Ayant entrepris une carrière militaire, Honoré III passa de nombreuses années en France

à la suite de l’armée de Louis XV combattant les Anglais dans la guerre de Succession d’Autriche. Laissant la régence de la forteresse au chevalier, l’absence du prince représentait toujours un point de référence irremplaçable pour le régent.

Le chevalier de Grimaldi restait en contact quasi quotidien avec Honoré III, l’informant constamment de toutes les principales nouvelles. Ainsi, lorsque le prince désirait apprendre quelque détail concernant le gouvernement de la Principauté, une excellente collaboration s’établissait immédiatement entre lui et le Chevalier. Cette entente donna également naissance à la ligne politique adoptée pendant la guerre de Succession d’Autriche, quand Antoine Grimaldi proclama la neutralité de Monaco et accueillit dans le port de nombreux navires de guerre des pays belligérants.

De cette façon, la survie de la Prin-

cipauté était garantie. Honoré III avait également pris l’habitude de laisser la gestion des affaires courantes au Chevalier de Grimaldi.

Durant son mandat de régent, Antoine Grimaldi a également eu le mérite d’inviter à sa cour des artistes de grande valeur, tels les peintres Jean-Baptiste Van Loo, Alphonse de Beauchamp et JeanBaptiste-François Bosio, qui ont posé les conditions pour que Monaco devienne une ville de prestige et l’un des principaux centres culturels de la région méditerranéenne dans la seconde moitié du XVIIIe siècle.

Le 18 août 1770, le Chevalier de Grimaldi promulgua un décret abolissant l’ancienne coutume selon laquelle on reconnaissait au prince le droit d’hériter d’une partie des biens de quiconque décédait sur le territoire monégasque, considérant cette règle injuste et complètement anachronique. A la mort d’Antoine Ier, le régent avait commencé à gouverner dans une situation extrêmement précaire: d’un côté, la France et le royaume de Sardaigne refusaient toujours de reconnaître Jacques en tant que souverain légitime, et la Principauté était déchirée par une lutte interne entre factions opposées. Depuis sa résidence parisienne, Jacques Ier poursuivit en vain des négociations avec le gouvernement sarde pour faire reconnaître ses droits sur Menton et Rochebrune. Il dut finalement accepter d’être considéré unique-

ment comme le duc de Valentinois, père et administrateur légitime des biens de son fils aîné Honoré. A la place de Jacques Ier, c’est le Che valier de Grimaldi qui reçoit, le 15 avril 1733, des mains de Charles Emmanuel III, l’investiture des deux fiefs de Menton et de Roche brune. Quelques mois plus tard, le 7 novembre 1733, Jacques Ier ab dique en faveur de son troisième fils Honoré Camille Léonor, qui prend le nom d’Honoré III, alors mineur.

Le duc de Valentinois revient une dernière fois à Monaco en mai 1734 présentant Honoré III à ses sujets qui font serment de fidélité. La grande pompe et les démonstra tions de loyauté qui ont caractérisé la cérémonie d’investiture d’Hono ré III confirment en outre la pleine validité du règne de Jacques Ier, ainsi que l’unanimité avec laquelle il avait été accepté, pendant deux ans, comme souverain légitime. Dès lors, le duc de Valentinois ne reviendra plus à Monaco. Installé à l’Hôtel Matignon, qui prendra en son honneur le nom d’Hôtel de Monaco, Jacques Ier passe son existence dans la capitale française en «bourgeois de Paris», princi palement préoccupé de gagner le procès contre le prince d’Isenghien, Louis de Gand de Mérodes de Montmorency et son épouse Mar guerite Camilla Grimaldi. Dans la dernière partie de sa vie, le duc de Valentinois s’occupa également de l’administration de son immense domaine, de l’embellissement de sa

AUJOURD’HUI, L’HÔTEL DE MATIGNON EST LA RÉSIDENCE DU PREMIER MINISTRE FRANÇAIS

EVVIVA LA MODA DEL TURISMO LENTO!

Sempre a mille, sempre sul pezzo, spesso rischiamo di guardare senza vedere, di ascoltare senza udire, di sentire senza sentimento. Non sarebbe forse uti-

le, a volte, rallentare e riscoprire il piacere di prendersi del tempo, contemplare, incontrare, assaporare?

Per il piacere di sentirsi vivi, semplicemente. Questo è lo stato d’animo del turismo lento, questo nuovo modo di affrontare il viaggio per un turismo più “locale” e responsabile. Chi va piano, va sano e va lontano! Ricordiamoci che, prima di prendere

la saggia decisione di viaggiare lentamente, abbracciando lo stile “slow tourism”, la gente decise di provare a mangiare più lentamente. Alle origini del turismo lento troviamo infatti lo slow food, un movimento lanciato in Italia negli anni ‘80 da un gruppo di buongustai piemontesi. Un movimento che, di fronte all’invasione del “cibo spazzatu-

ra” o “junk food”, ha invece elogiato i meriti della biodiversità alimentare, favorendo il consumo consapevole di cibo locale di qualità. Per quanto riguarda il principato, nell’autunno del 2023 si è tenuta la prima edizione del Sustainable Gastronomy Summit, su iniziativa dello chef Alain Ducasse, sotto l’alto patronato di S.A.S. il Principe Alberto

II di Monaco. Il programma comprende cinque temi principali: agricoltura e pesca nell’era del cambiamento climatico; cucinare alla fonte del gusto; impegnarsi in iniziative responsabili; ripristinare l’educazione alimentare; e per discuterne, gli attori del cambiamento erano scienziati, produttori, chef impegnati, scuole, futuri chef e giovani leader della transizione ecologica. Una data da segnare con una pietra bianca per questo evento di movimento 100% slow, che si distingue come atto fondante di una riflessione collettiva e di una volontà di “cambiare il nostro modo di pensare al cibo, di

considerarlo come un modo per preservare il pianeta e coloro che la abitano.” Il movimento si radicò, si sviluppò, si estese ad altri ambiti. Oggi si parla tantissimo di vita lenta, di cosmesi lenta, di soldi lenti, di città lenta o più in generale di movimento lento.. ed ecco che ora si assiste alla nascita dello Slow Tourism (o slow travel), che è l’arte di viaggiare in modo diverso. In un mondo in cui tutto si muove sempre più velocemente, impariamo a resistere, a lasciare andare, a rallentare per sentirci meglio, per assorbire completamente l’ambiente. È il turismo del tempo scelto, della disconnessione e

del benessere. Un turismo consapevole, più ricco e autentico, che privilegia l’incontro, lo scambio e la condivisione. Al di là della destinazione, la priorità è quella dell’esperienza: sensoriale, unica, più intensa e immersiva. Inoltre, turismo lento significa meno viaggi. L’intensità del viaggio non è più proporzionale al numero di chilometri percorsi. Oggi, più che un movimento, il turismo lento è diventato una vera e propria filosofia. Un modo per dare senso alle vacanze. Turismo lento significa in definitiva scegliere un turismo vantaggioso per tutti. Sia per i viaggiatori che, meno desiderosi di attenersi a tutti i costi a un sovraccarico impegnativo, si ritrovano meno stressati. Invece di inseguirlo, prendiamoci il tempo di cogliere le opportunità di arricchimento, incontrando gli abitanti, scoprendo la vita locale, le sue culture e tradizioni. Gustando la cucina tradizionale veniamo a conoscenza di un’arte ancestrale... È l’occasione per stringere legami più forti e coltivare ricordi più duraturi. Ovviamente, uno dei valori fondamentali del turismo lento è quello di voler essere sostenibile e responsabile, inserendosi in un approccio profondamente ecologico, di modo che l’ambiente “green” si trasforma e diventa l’altro felice beneficiario di questo turismo lento. Rallentando e riducendo i viaggi, i viaggiatori riducono ovviamente la loro impronta di carbonio, minimizzando così il loro impatto sulla biodiversità e sugli ecosistemi fragili. Inoltre, spesso esposti a pratiche ed esperienze di viaggio responsabili, i viaggiatori lenti si ritrovano ancora più consapevoli della tutela dell’ambiente. E per le terre ospitanti e i loro ospiti, ciò significa una migliore conservazione del loro patrimonio culturale e naturale, a difesa di luoghi storici, di prodotti locali e di altre pratiche artigianali. Anche in questo campo, Monaco è all’avanguardia: nella prospettiva di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050, anche l’aspetto “mobilità” è al centro delle preoccupazioni del Principato. Dare la priorità alla mobilità dolce camminando, rimane senza dubbio il modo migliore per scoprire Monaco, il suo patrimonio e la sua vita locale, ma questo si puo’ ottenere anche con l’autobus ibrido o anche, più divertente, con il vaporetto elettrico, il tempo di una traversata tra Monaco-Ville e il Casinò . A meno che non si opti per le bici elettriche self-service MonaBike o anche per Mobee, que-

sto innovativo servizio di car sharing basato sul principio del free-floating: “Prendo e riconsegno il mio veicolo dove voglio.» Ritroviamo questo spirito “slow” anche nel desiderio di Monaco di sviluppare un turismo fuori stagione, più tranquillo, lontano dalle folle estive. Un turismo più economico per i viaggiatori che possono beneficiare di prezzi spesso più interessanti. Ma anche e soprattutto l’opportunità di scoprire il Principato sotto una luce diversa. Quando tutto rinasce in questa primavera del 2025 dopo le tenui luci invernali, o adornato dai caldi colori autunnali, il Principato saprà fermare il tempo per rendere il soggiorno a Monaco una pausa indimenticabile in ogni stagione. In città, dal centro storico o sulle alture della Roccia, vero museo a cielo aperto, alla leggendaria Place du Casino de Monte-Carlo, nel cuore della storia Grimaldi, si cammina alla scoperta delle bellezze architettoniche. Per quanto riguarda la natura, da non perdere il meraviglioso mondo azzurro del silenzio al Museo Oceanografico, o quello del verde, tra parchi e giardini, lungo il Sentiero delle sculture Rainier III percorrendo il Sentiero degli alberi del patrimonio. Fuori città, da fare c’è solo l’imbarazzo della scelta tra città famose come Nizza per il glamour naturale della sua “promenade”, e Cannes, passerella di celebs, come pure tra i villaggi intorno a Monaco. Attraversare le montagne e le valli, arrampicarsi alla conquista di villaggi arroccati: qualche nome? Da Èze, nido d’aquila medievale, a La Turbie, l’augusta romana. Da Saint-Paul-de-Vence, il bel “paese” degli artisti, a Grasse, capitale mondiale del profumo. Sulla costa, la splendida Roquebrune-Cap-Martin, Mentone, la perla della Riviera, Beaulieu-sur-Mer con il suo autentico chic, e il vecchio porto della Savoia di Villefranche-sur-Mer fino al Cap d’Antibes, tra magnifici e rilassanti spazi verdi adornati dal blu del Mediterraneo. Navigando , poi, si possono ammirare i tesori naturali delle isole di Lérins, passeggiare lungo i loro sentieri circondati da una natura selvaggia o addentrarsi nel cuore del Santuario Pelagos, un grande ecosistema di grande valore educativo scientifico, socioeconomico e culturale. Monaco è certamente un paese piccolo – appena 2 km2 – ma un piccolo paese particolarmente attraente che registra un’attività turistica significativa in ogni stagione.

Alessandra LUTI

Esplorando i valori del Principato, non ci sorprenda dunque vederlo abbracciare da diversi anni i valori del turismo lento, al punto da diventare un vero esempio di destinazione impegnata nel turismo sostenibile e responsabile. Per attrarre e fidelizzare una clientela sempre più eco-responsabile, hotels e ristoranti monegaschi sono da anni impegnati nel turismo sostenibile, hanno scelto di puntare sulla riduzione della propria impronta ecologica sensibilizzando al tempo stesso i propri clienti. Così, il Monte-Carlo Beach, certificato Green Globe già da quasi dieci anni, si è affermato nel Principato come una struttura dallo spirito decisamente “slow”. Il suo programma CSR si inserisce in un approccio globale avviato dal gruppo Monte-Carlo Société des Bains de Mer dal 2007.

VIVE LA TENDANCE DU «SLOW» TOURISME!

Une façon de voyager plus responsable, riche et authentique

À toujours vouloir aller vite, on risque bien souvent de regarder sans voir, d’écouter sans entendre, de sentir sans ressentir. Ne gagnerait-on pas parfois à ralentir pour mieux redécouvrir le plaisir de prendre le temps? Celui de contempler, rencontrer, savourer. Pour le plaisir de se sentir vivant, tout simplement. Tel est l’état d’esprit du slow tourisme, cette nouvelle façon d’aborder le voyage pour un tourisme plus «local» et responsable. C’est en allant lentement mais sûrement qu’on gagne la course! Rappelons-nous qu’avant de prendre la sage décision de «voyager lentement» en embrassant le style «slow tourisme», beaucoup de monde avait déjà décidé de manger plus lentement. Aux origines du slow tourisme, on trouve effectivement le slow food, ce mouvement lancé en Italie dans les années 1980 par un groupe de gourmets piémontais. Un mouvement qui, face à l’invasion de la «malbouffe», vantait à l’inverse les mérites de la biodiversité alimentaire, privilégiant la consom-

mation délibérée d’une alimentation locale de qualité. Pour ce qui concerne la principauté, en l’automne 2023 s’est tenu à l’initiative du chef Alain Ducasse, sous le haut patronage de S.A.S. le Prince Albert II de Monaco, la toute première édition du Sommet de la gastronomie durable. Au programme, cinq thèmes majeurs: cultiver et pêcher à l’heure du dérèglement climatique; cuisiner aux sources du goût; s’engager pour des initiatives responsables; restaurer l’éducation alimentaire; et pour en débattre, des acteurs du changement: scientifiques, producteurs, chefs engagés, écoles, futurs chefs et jeunes leaders de la transition écologique. Une date à marquer d’une pierre blanche pour cet événement 100 % slow movement, qui s’impose comme l’acte fondateur d’une réflexion collective et d’une volonté de «changer notre façon de penser la nourriture, de la considérer comme un moyen de préserver la planète et ceux qui l’habitent». Le mouvement s’est ancré, développé, étendu à d’autres domaines. Aujourd’hui, on parle volontiers de slow life, slow cosmétique, slow money, slow city ou plus globalement de slow mouvement. C’est ainsi que, au tournant du millénaire, l’on a vu émerger le slow tourisme (ou slow travel), cet art de voyager autrement. De ralentir pour mieux ressentir. De s’imprégner pleinement de son environnement. C’est le tourisme du temps choisi, de la déconnexion et du bien-être. Un tourisme en pleine conscience, plus riche et authentique, qui fait la part belle aux rencontres, à l’échange et au partage. Au-delà de la destination, priorité est donnée à l’expérience: sensorielle, unique, plus intense et immersive. Par ailleurs, qui dit slow tourisme dit moins de déplacement. L’intensité du voyage n’est plus proportionnelle au nombre de kilomètres parcourus. Aujourd’hui, plus qu’un mouvement, le slow tourisme est devenu une véritable philosophie. Une façon de donner du sens aux vacances. Le slow tourisme c’est finalement faire le choix d’un tourisme bénéfique pour tout le monde. Que ce soit pour les voyageurs qui, moins empressés de tenir coûte que coûte leur planning surchargé, s’en retrouvent d’autant moins stressés. On ne court plus après le temps, on le prend et on apprend. L’occasion de s’enrichir

en allant au-devant des habitants, à la découverte de la vie locale, de ses cultures et traditions. De goûter à la cuisine traditionnelle ou encore de s’initier à un art ancestral... C’est l’opportunité de tisser des liens plus forts et de nourrir des souvenirs plus durables. C’est d’ailleurs l’une des valeurs fondamentales du slow tourisme que de se vouloir durable et responsable en s’inscrivant dans une démarche profondément écologique. Et l’environnement de se voir ainsi l’autre heureux bénéficiaire de ce tourisme vert. En ralentissant et en diminuant leurs déplacements, les voyageurs réduisent bien sûr leur empreinte carbone, minimisant ainsi leur impact sur la biodiversité et les écosystèmes fragiles. Par ailleurs souvent exposés à des usages et des expériences de voyage responsable, les voyageurs slow se retrouvent d’autant plus sensibilisés à la protection de l’en-

vironnement. Et pour les terres d’accueil et leurs hôtes, cela signifie une meilleure préservation de leurs patrimoines culturel et naturel: lieux historiques, produits locaux et autres pratiques artisanales. Une façon d’attirer et de fidéliser une clientèle toujours plus écoresponsable. Dans ce domaine également, Monaco est en pointe: dans l’optique d’une neutralité carbone d’ici à 2050, le volet «mobilité» se trouve également au cœur des préoccupations de la Principauté. Priorité à la mobilité douce! À pied, bien sûr, qui reste sans doute la meilleure façon de découvrir Monaco, son patrimoine et sa vie locale, mais aussi en bus hybride ou, plus ludique, en bateau-bus électrique, le temps d’une traversée entre Monaco-Ville et le Casino. À moins que vous n’optiez pour les vélos électriques MonaBike en libre-service ou bien encore en Mobee, ce service d’auto-

partage innovant basé sur le principe du free-floating: «Je prends et je rends mon véhicule où je veux.» On retrouve également cet esprit «slow» dans la volonté de Monaco de développer un tourisme hors saison, plus calme et loin de la foule estivale. Un tourisme moins cher pour les voyageurs qui peuvent bénéficier de tarifs souvent plus attractifs. Mais aussi et surtout l’opportunité de découvrir la Principauté sous un autre jour. Toute renaissante en ce printemps 2025, parée de ses chaudes couleurs automnales ou sous ses douces lumières d’hiver, la Principauté a toujours beaucoup à offrir. Mais quelle que soit la saison, la Principauté saura arrêter le temps pour faire de votre séjour à Monaco une parenthèse inoubliable. En ville, profitez de balades pittoresques, à la découverte des beautés architecturales et naturelles de Monaco. Depuis la

vieille ville ou sur les hauteurs du Rocher, véritable musée à ciel ouvert, jusque sur la légendaire place du Casino de Monte-Carlo, au cœur de l’histoire des Grimaldi. Côté nature, ne manquez pas le merveilleux monde bleu du silence au Musée océanographique, déambulez au gré des innombrables parcs et jardins, le long du Chemin des Sculptures Rainier III ou du Parcours des Arbres Patrimoniaux, qui vous donneront une vue d’ensemble du patrimoine vert de la Principauté. En dehors de la ville, vous n’aurez que l’embarras du choix entre des villes célèbres comme Nice pour le glamour naturel de sa «promenade» et Cannes, lieu de défilé des célébrités, ainsi que les villages autour de Monaco. Sillonnez les montagnes, les vallées, grimpez à la conquête de villages perchés: des noms? D’Èze, le nid d’aigle médiéval, à La Turbie, l’auguste romaine.

De Saint-Paul-de-Vence, le beau «pays» des artistes, à Grasse, capitale mondiale du parfum. Sur la côte, la splendide RoquebruneCap-Martin, Menton, la perle de la Riviera, Beaulieu-sur-Mer au chic authentique, et l’ancien port savoyard de Villefranche-sur-Mer jusqu’au magnifique Cap d’Antibes, entre des espaces verts reposants ornés du bleu de la Méditerranée. Et pourquoi ne pas prendre la mer pour aller admirer les trésors naturels des îles de Lérins, flâner sur leurs sentiers bordés d’une nature sauvage, ou aller au cœur du Sanctuaire Pelagos, large écosystème d’un intérêt scientifique, socio-économique, culturel et éducatif inestimable. Monaco est certes un petit pays - seulement 2 km2mais un petit pays particulièrement attractif qui enregistre une activité touristique importante à chaque saison. En explorant les valeurs de

la Principauté, il ne faut pas s’étonner de la voir embrasser depuis plusieurs années les valeurs du tourisme lent, au point de devenir un véritable exemple de destination engagée dans un tourisme durable et responsable. Pour attirer et fidéliser une clientèle de plus en plus éco-responsable, les hôtels et restaurants monégasques s’engagent depuis des années dans un tourisme durable, choisissant de se concentrer sur la réduction de leur empreinte écologique tout en sensibilisant leur clientèle. Ainsi, le MonteCarlo Beach, certifié Green Globe depuis bientôt dix ans, s’est imposé en Principauté comme un établissement à l’esprit résolument «slow». Son programme RSE s’inscrit dans une démarche globale initiée par le groupe Monte-Carlo Société des Bains de Mer depuis 2007.

GRAN GALÀ

E SERATA FINALE DEL FESTIVAL DI SANREMO

lupi.roma@libero.it

SANREMO. Il XV Galà della Stampa, Press Golden Gala, che ha avuto luogo domenica sera 9 febbraio 2025, è stato il giusto preludio all’enorme successo di audience del 75° Festival della Città dei Fiori presentato da Carlo Conti, che ha realizzato record di investimenti pubblicitari e di ascolti, con ben 13 milioni 427 mila spettatori e il 73,1% di share della serata finale. Definito il più visto Festival degli ultimi 35 anni, sono gli stessi trascorsi dal suo quotidiano ufficiale, il FestivalsNews, ideato e diretto dal nostro direttore Ilio Masprone. Che l’anno scorso, precisissimo nel narrare ogni particolare dell’evento, aveva fatto notare, annunciata a sorpresa in tarda serata, l’eccellente presenza di S.A.S. il principe Alberto di Monaco, di passaggio in Italia per partecipare a Torino alle esequie di Vittorio Emanuele di Savoia. Date le solenni cerimonie a cui avrebbe partecipato nei giorni seguenti, il sovrano non fu in quel Festival un ospite parlante di Amadeus, e anzi chiese, come ovviamente ottenne, che nessun riflettore fosse pun-

tato sul palchetto d’onore che l’ospitava. Ma veniamo al 2025, e a Ilio Masprone che, in questo numero 85 di MonteCarloTimes dedicato alla serata finale del Festival della Canzone Italiana, ce ne regala la cronaca “minuto per minuto”, riportando la vittoria a sorpresa di Olly; volato al primo posto nella

notte ta il 15 e il 16 febbraio, ha lasciato le briciole ai grandi favoriti Achille Lauro, Giorgia e Fedez Come promesso da Carlo Conti, sul palco del teatro Ariston Gabry Ponte apre la serata finale del Festival con la sigla ufficiale di Sanremo 2025 “Tutta l’Italia”, la canzone tormentone in confronto alla quale il

Gioca Jouer è avanguardia pura. Il presentatore, ormai nella storia con la finale più veloce degli ultimi anni, dà subito inizio alla gara ammiccando: “Entriamo nel vivo perché siamo già in ritardo.” Il suo co-conduttore è Alessandro Cattelan, che arriva sul palco vestito da

Umberto Tozzi, un’eccellente presenza al Gran Galà della Stampa del Royal Hotel. Ha ritirato il Premio alla Carriera dalle mani della giornalista Marinella Venegoni (La Stampa), presidente di Giuria 2025. Nella foto con il direttore Ilio Masprone, alle sue spalle, Marino Bartoletti e Luana Ravegnini.
Il meritatissimo premio DietroLeQuinte assegnato dalla Giuria del Gran Galà della Stampa viene consegnato da Roberto Alessi (direttore di Novella 2000) all’autrice di Rai Uno Lavinia Iannarilli, colonna portante del Festival.
Luana Ravegnini, il Sindaco Alessandro Mager che consegna il Premio a Carlo Conti e Marino Bartoletti

Festivalbar, in total white con revers luccicanti: “Ho fatto come Elettra Lamborghini e mi sono vestito di bianco, con questi ti faccio anche i colpi di sole.” commenta. Ha portato ciò che rimane della statua di Conti, mostrata tutta la settimana al Dopofestival: “E’ rimasto solo un braccio, utile perché ti serve per dire “Dai! Dai!” e al presentatore che osserva “Con questo braccio posso fare un mucchio di cose...” raccomanda “Non alzarlo, tienilo giù!” Co-conduttrice Alessia Marcuzzi, il cui lungo abito nero accollato lascia però completamente scoperta la schiena, sottolineando il fisico statuario della splendida cinquantenne. “Alessia Marcuzzi è come il buon vino” è infatti il commento dei social. “Quando sono felice devo avere contatto fisico” dice Alessia e abbraccia Conti, Mara Venier in prima fila e la gente, tra cui un incredulo spettatore. La finale è quel momento in cui tutte le canzoni del Festival sembrano belle. Bresch, a cui con tutta evidenza qualcuno ha lan-

ciato una macumba dopo i problemi tecnici della sera prima, stasera scivola entrando e rischia la caduta.

“Dove sei Chiara?” chiede dopo aver cantato e le manda un bacio.

“Chi è Chiara?” chiede Carlo Conti “Mia sorella” e Conti: “La Brescha!” Rose Vilain, provocante in nude look, gli iconici capelli azzurri allungati dalle extension,

scende le scale con due boys che le reggono lo strascico. “E’ proprio fuorilegge” esclama Alessia commentando la sua bellezza fuoriscala. “Ma damme ‘na mano è dedicato all’Autotune?” twitta Casa Surace mentre Tony Effe canta il suo stornello romano. Marcella Bella grintosa in tuta tempestata di strass, al termine della sua esibizione

dedica il suo brano di empowerment femminile a tutte le donne. Clara svela cosa avrebbe voluto fare la sera prima: portare i fiori al maestro Valeriano. Kekko dei Modà dedica l’esibizione di Non ti dimentico a Cash, l’amico scomparso due anni fa. L’ anarchica Alessia ha l’aria di fregarsene dell’orario e della scaletta, cammina all’indietro per mostrare la scollatura, bamboleggia, canticchia le canzoni, mentre Carlo Conti la tallona severo, pronto a toglierle la parola al minimo sforamento. Ospite della serata è Alberto Angela, il divulgatore più amato d’Italia: “L’organizzazione che c’è dietro al Festival è incredibile, una macchina perfetta” dice, e a Carlo Conti che gli chiede quali sono le sue canzoni sanremesi preferite: “A ventun’anni Vita spericolata di Vasco Rossi, l’anno dopo Terra promessa di Eros Ramazzotti. Il testo di quella canzone è di una modernità incredibile. Quarant’anni fa si credeva nel futuro, oggi ai ragazzi il futuro fa paura. E’ bello pensare che una canzone dei ventenni degli anni ottanta possa suggerire qualcosa ai ventenni di oggi”. Poi presenta la prossima puntata di Ulisse, che lunedì sarà dedicata ai luoghi del commissario Montalbano in occasione del centenario della nascita di Andrea Camilleri: “L’Italia ha la più grande biodiversità culturale del mondo...”, aggiunge. Ci sarà anche una puntata in qual-

che modo collegata al Festival: “Siamo andati là dove si fa musica. Molti di loro sono venuti qua e quindi noi andremo nei luoghi dove hanno cantato.” Poi lancia l’undicesimo cantante. “Sì nu capitello” twitta Casa Surace parafrasando il “Sì na preta” della prima serata. Rocco Hunt scende a salutare i genitori in platea, mentre intorno a lui il pubblico si alza a ballare. Mentre cantano The Kolors irrompe il ballerino Fru dei napoletani Jackal, e dal Suzuki Stage di Piazza Colombo, in collegamento canta Tedua. Cambio d’abito per Cattelan, in giacca di velluto a righe blu petrolio e nero e papillon, come Conti: “Sembriamo Sammy David Junior e Dean Martin”. Canta Olly, che viene applaudito anche dall’orchestra. Superospite della serata Antonello Venditti, che canta Ricordati di me e Amici mai, capolavori che hanno attraversato il cuore di intere generazioni: “Il miracolo l’ha fatto Carlo - racconta - è andato in un chiesa, la sera di Natale, e ha trovato dei ragazzi che cantavano Stella. Mi ha mandato il filmato. Ho pensato che fosse un segno del destino”. Per lui, Premio alla Carriera del Comune di Sanremo e standing ovation del pubblico. Cambio d’abito per Alessia Marcuzzi, che scende le scale in un aderentissimo vestito di seta rosso fiammante. “Tutto mol-

to bello ma questa cosa dell’abbraccio mi manca un po’” dice, adocchiando il cantante successivo, che è Achille Lauro: “Presento da qua” dice aggrappandosi a lui che, galante, le fa il baciamano. Stasera il cantante indossa un maxicappotto ricoperto di strass dorati, ma lo toglie subito restando in maglietta bianca e pantaloni neri. Per lui gli applausi della sala stampa. Festivalieri perfetti, i Coma_Cose in nero e rosa shocking cantano Cuoricini, la canzone che nei prossimi mesi passerà in radio a ogni ora del giorno, mentre Cattelan fa vedere a Conti come fare il cuoricino con le dita senza sembrare un boomer e il pubblico esegue la coerografia senza sbagliare una mossa. Ovazione del pubblico e sala stampa tutta in piedi quando canta Giorgia. I Planet Funk suonano in collegamento dal cruiser Costa Toscana. Conti saluta le ragazze siciliane dell’Istituto Comprensivo “Margherita Monreale” di Pioppo Monreale che hanno scritto e composto una canzone contro la violenza sulle donne. Torna l’esagitata brunetta dei Ricchi e Poveri cantando “Ma non tutta la vita”, tormentone della scorsa edizione del Festival. Ma non è la vera Angela, è la riuscita parodia di Brenda Lodigiani, portata al successo dal Gialappa Show. Ancora un ospite eccellente, Edoardo Bove, il calciatore della Fiorentina che ha tenuto tutta Italia col fiato sospeso

per il suo malore in campo: “Sto vivendo questa esperienza con alti e bassi perché il calcio è la mia forma di espressione, senza mi sento incompleto, come un cantante senza voce o come qualcuno che perde un amore.” racconta. Parla del malore che lo ha colpito, dei soccorsi che lo hanno assistito e dell’importanza del supporto nell’affrontare i traumi: “Il mio episodio mi ha fatto capire quanto sia sottile la linea tra la

ratore dai modi bruschi Imma Tataranni dell’omonima serie TV. Gli occhi di Fedez stasera sono senza le lenti che hanno tanto fatto discutere. Finito di cantare chiede di dire due parole e ricorda il musicista scomparso Fausto Cogliati. Alessia Marcuzzi in nero con spacco vertiginoso rivela di avere avuto un crush per il rapper Tormento. L’ultimo lancio, quello di Sarah Toscano, Conti lo fa fare a Stefano Balestreri, il direttore di palco, in rap-

vita e la morte e quanto dipendiamo da persone estranee. Più c’è informazione sul primo soccorso più siamo sicuri”. Poi regala a Conti la sua maglia, la numero 4, come i Festival condotti dal presentatore toscano. Lucio Corsi mette in mostra la scritta “Andy” sotto una scarpa, citazione da Toy Story (la scritta Andy è sotto lo stivale di Woody, il cowboy giocattolo protagonista del cartoon). L’artista è fan del film e spesso ai concerti canta “Hai un amico in me”. Sul palco dell’Ariston sale anche Vanessa Scalera, il popolare sostituto procu-

presentanza di tutta la squadra della RAI. Infine, con il suo solito aplomb, Carlo Conti ricorda brevemente il ritiro dalla competizione di Emis Killa, che sarebbe stato il trentesimo cantante. La proiezione della classifica parziale provoca sonori fischi del pubblico per il settimo posto di Achille Lauro e il sesto di Giorgia, che erano tra i top 5 nella seconda serata. Anche i presentatori sono sinceramente sorpresi. Il rush finale tutto al maschile è tra Fedez, Olly e i cantautori Simone Cristicchi, Brunori Sas e Lucio Corsi. Men-

Shel Shapiro riceve il Premio Special Award alla carriera da S.E. il Prefetto di Imperia Dott. Valerio Massimo Romeo.
Stefano Senardi ex direttore artistico di case di Major discografiche riceve il Premio DietroLeQuinte dal cantautore Franco Fasano.
Di fianco e alle spalle Luana Ravegnini e Marino Bartoletti.
Paolo Sommaruga, inviato Speciale del TG 1 di Roma riceve il Premio DietroLeQuinte dalle mani di Simona Sala, direttrice di Radio Rai 2.
Sofia Caselli la protagonista del Musical “Anastasia” ha incantato gli oltre 200 ospiti del Gran Galà della Stampa al Royal Hotel.

tre riparte il televoto, Mahmood regala al pubblico del Festival la sua nuova canzone, Sottomarini. Torna all’Ariston Bianca Balti, che consegna il Premio Sergio Bardotti per il miglior testo a L’albero delle noci di Brunori Sas. Il Premio Giancar-

lo Bigazzi per la migliore composizione musicale e Il premio della Sala Stampa Lucio Dalla vanno a Quando sarai piccola di Simone Cristicchi. Il Premio della Critica Mia Martini della Sala Stampa va a Volevo essere un duro di Lucio Corsi

La cantante Annalisa ha annunciato la sua indisponibilità a ritirare personalmente il premio Speciale Super Hit, indetto appositamente per lei dalla Giuria dei Premi del Galà della Stampa del Festival del 2024. Avrebbe dovuto ritirarlo quest’anno durante il Gala, al Royal Hotel ma si è di nuovo defilata. Dopo questo inaspettato “rifiuto” alla città di Sanremo, l’organizzazione ritira la sua candidatura e non inserisce il nome della cantante nell’Albo d’Oro. Grande delusione, dunque, per Savona e la sua Liguria. Questo, in assoluto, è stato il primo caso in 15 anni di attività dell’evento, sostenuto dalla Città della Musica e che, negli anni ha premiato ben 98 tra Artisti e Addetti ai Lavori del Festival che hanno ritirato personalmente il riconoscimento come: Pippo Baudo, Al Bano, Iva Zanicchi, Fausto Leali, Rita Pavone, Toto Cutugno, Tony Renis, Vincenzo Mollica e molti altri, fino a Fiorello dell’anno scorso.

XV GRAN GALÀ DELLA STAMPA

Magica atmosfera al Royal Hotel

La giovane ASIA ha interpretato il suo nuovo singolo “Eterni sconosciuti” in maniera eccellente e si è guadagnata la stima del pubblico e della critica presente.

Il premio TIM all’artista più amato sui canali social va a Giorgia. Restano in lizza solo due cantanti: Lucio Corsi e Olly, poi esplode l’annuncio della vittoria di “Balorda nostalgia”: “E’ assurdo ma è successo” dice Olly frastornato, tra i flash dei fotografi. Ottimo risul-

tato la seconda posizione di Lucio Corsi, autentica novità di un Festival che ha dato speciale spazio a cantautori quali appunto Lucio Corsi, oltre a Simone Cristicchi e Brunori Sas, che hanno ritirato i Premi Speciali. Romano LUPI

SANREMO.

La XV edizione del Gran Galà della Stampa, Press Golden Gala, ha aperto ufficialmente il 75° Festival della Canzone Italiana di Sanremo e lo ha fatto nella prestigiosa cornice del Royal Hotel, proprio dove il Galà era nato, quindici anni fa. L’evento istituzionale creato da Ilio Masprone, che ne è anche il Direttore Artistico. è stato condotto come di consueto dagli splendidi Luana Ravegnini e Marino Bartoletti, volti noti della RAI. Verso le 20,30 i due presentatori hanno accolto sul palco un abbronzatissimo Carlo Conti, tra la gioia e la sorpresa dei circa duecento ospiti presenti, tutti ad affollarsi attorno al presentatore del 75°Festival di Sanremo, con i cellulari pronti a scattare le foto e girare i video di un momento eccezionale ed inaspettato!

Ma non del tutto inaspettato in verità: infatti, esattamente come accennato da Masprone nel precedente numero 84 di MonteCarloTimes, il notissimo presentatore toscano gli aveva “quasi” promesso che la domenica sera 9 febbraio avrebbe davvero avuto piacere di essere presente al Royal! Dove si è svolta una serata magica, alla quale hanno partecipato numerosi artisti, giornalisti, opinionisti, showmen e personaggi istituzionali, quali il neo sindaco di Sanremo Alessandro Mager, che ha conferito il Premio Numeri Uno-Città di Sanremo a Carlo Conti. Accolto con un caloroso applauso sul palco anche il celebre cantante Umberto Tozzi, residente

da molti anni a Monaco. Nel Principato, l’artista sostiene l’attività benefica “Les Anges Gardiens”, patrocinata da Camilla née Crociani, principessa Borbone delle Due Sicilie e orgogliosa mamma di Maria Carolina e Maria Chiara Borbone delle Due Sicilie, le due giovanissime principesse che illuminano con la loro bellezza la prima pagina di questo numero di MonteCarloTimes, a cura di Laura Buizza!

Dopo aver ricevuto dalle mani del sindaco il prestigioso Premio alla Carriera Internazionale, Tozzi, da artista generoso qual’è, ha improvvisato un’ emozionante Ti amo, il brano che al Festival di Sanremo dell’ anno scorso è stato cantato da lui assieme ai The Kolors nella serata dedicata alle cover, in un medley con Gloria e Tu. Alessandro Mager ha premiato poi con lo Special Award 2025 il leggendario

italo-inglese Shel Shapiro, leader dei Rokes, complesso che spopolava negli anni Sessanta, il tutto accompagnato dalla cena esclusiva nel salone Fiori di Murano del Royal. Prima dell’esibizione della giovane cantante Asia sono stati conferiti i premi DietroLeQuinte: quest’anno la giuria,tutta al femminile, era presieduta da Marinella Venegoni (La Stampa), e composta da Simona Sala (Direttrice di Rai Radio 2), Mariella Nava (Cantautrice), Giorgiana Cristalli ( ANSA) e Paola Pezzolla (Promoter discografica), che ha ritenuto meritevoli di questo riconoscimento il giornalista Rai Paolo Sommaruga, la dirigente Rai Lavinia Iannarilli, il produttore discografico Stefano Senaldi e il fotografo ufficiale del Festival e giornalista Maurizio D’Avanzo. I premi, Come da tradizione, i premi sono stati realizzati dalle sapienti mani del

maestro orafo Michele Affidato di Crotone. Nel frattempo, ai tavoli ornati da splendidi centrotavola, un servizio cortese ed attento serviva nei bicchieri di cristallo gli ottimi vini bianchi e rossi dell’azienda Morini Via Montenapoleone. Dagli antipasti con tortino di verdure e fiori commestibili con fonduta di Castelmagno, al risotto al radicchio con polvere di noci, dal filet mignon al pepe verde fino al semifreddo al Passito di Taggia con frutti rossi e infine i cioccolatini Pernigotti con il Moscato di Braida, ogni portata ha regalato un’emozione davvero indimenticabile. In un susseguirsi di colori e profumi, la faffinata cucina è stata molto apprezzata dagli ospiti, che hanno complimentato in particolare l’attentissima padrona di casa Renata Rivella, moglie di Masprone, che insieme hanno creato come sempre un’atmosfera davvero straordinaria.

labuizza@tiscali.it
Laura BUIZZA
Maurizio d’Avanzo, fotografo e giornalista storico del Festival, si è ampiamente guadagnato il Premio DietroLeQuinte del Festival, che gli è stato consegnato dalla collega Giorgiana Cristalli, dell’Ansa di Roma.

SERATA PIEMONTESE E GOURMET A CITTÀBORDIGHERA, DELLE PALME

Bagna Caoda monferrina all’Hotel Parigi di Bordighera

in

Una serata in amicizia quella proposta dalla famiglia Sattanino dell’Hotel Parigi di Bordighera il 18 gennaio scorso, un omaggio rivolto in particolare al vicino Piemonte con la celebre specialità invernale della Bagna Càuda, (o salsa calda) accompagnata da vini della

Langa. Il menu “gourmet” non è stato però unicamente piemontese, ma si è ispirato a ricette e prodotti di varie regioni italiane. Uno straordinario Prosecco Valdobbiadene extra dry docg in Magnum dell’azienda di Borgomolino ha infatti deliziato gli ospiti durante

l’aperitivo servito con il popolare salame Crespone Dop dell’Azienda Villani e burro d’alpeggio, lardo di Colonnata aromatizzato al rosmarino accompagnato da focaccia, foglie di salvia sclarea in pastella, frescioei (frittelle) di baccalà al profumo di limone bio di Bordighera,

rubatà Feyles, il grissino torinese d’eccellenza, e chips di Ciapinabò di Carignano. È seguita la favolosa cena, animata dalla musica dal vivo monferrina, durante la quale i circa ottanta convitati hanno potuto assaporare il vitello tonnato della vecchia Torino sabauda, la bagna

caoda monferrina nel fujot con i suoi cardi gobbi di Nizza Monferrato nella Paglia, i “Ciapinabò” (topimambur) di Carignano, i “Puvrun” (peperoni) di Carmagnola, e tutto il carosello di verdure invernali dell’orto, cotte e crude, “Mujà, ovvero intinte, nelle vinacce di Barbera d’Asti; in quanto alle proteine, sono stati serviti dei mini involtini di Fassona con fontina della Valle d’Aosta, mentre le uova del “Co co dé” venivano strapazzate nel fujot (fornellini in terracotta) accompagnati da un vino ‘En Primeur’ della vendemmia 2024 di Barbera di Calosso d’Asti spillata direttamente dal fusto dalla cantina L.A. Soria Dopo un intermezzo digestivo di buon brodo caldo di carne, conciato e aromatizzato al vino Barbera d’Asti riserva della cantina L.A. Soria in Calosso d’Asti, a seguire si sono potute assaporare la Gorgonzola Palzola Dop piccante e stagionata a 90 giorni erborinata ai fermenti naturali con sedano crispy e l’introvabile mostarda Cogna di casa Sattanino alle mele cotogne e mosto di moscato ridotto, il tutto accompagnato dal Solera Marsala Vergine Doc delle cantine Pellegrino di Marsala. La cena si è conclusa con i fricieuj ‘d pom Carpendù (frittelle di mele

renette) con gelato alla crema di vaniglia del Madagascar e i Bicerin ‘n poc ‘d tut’, il caffè della Consolata di Torino sin dal 1763, ricetta originale di Camillo Benso Conte di Cavour, e i biscotti Pampavia preparati da Milly di Moriondo Torinese con il vino Dolcearoma da uve moscato di Calosso d’Asti della Cantina L.A. Soria

La realizzazione del menù proposto dall’hotel Parigi era avvenuta in collaborazione con Metro di Ventimiglia, la pescheria Biancheri di Bordighera, la Soc. Miro srl di R. Biondi di Loano, il Grissinificio Rubata Feyles di Cambiano, Elena Giulio ‘delicatesse’ di Salumi Imperia, 2Elle Carni srl di Arma di Taggia, Cantine Pellegrino di Marsala, il gorgonzola novarese del Caseificio Palzola, la Torrefazione Coffeel Quality Coffe di Ventimiglia, la cantina L.A. Soria di Calosso d’Asti, Brunetto Roberto Ciapinabò Dop di Carignano, Rositano frutta e verdura del Mercato di Bordighera, l’azienda Borgomolino Prosecco di Valdobbiadene e Fratelli Beccaria s.a.s. distribuzione prodotti alimentari di Camporosso. Un piacevole evento che è stato rivolto, oltre che agli amici storici della famiglia Satta-

l’ex sindaco di Ventimiglia e attuale consigliere comunale di minoranza Gaetano Scullino e il comandante dei carabinieri della compagnia di Bordighera, il maggiore Saverio Cappelluti. A rappresentare l’Aspi Riviera dei Fiori sono stati il presidente onorario Aspi Piero Sattanino, il coordinatore di ASPI Riviera dei Fiori Davide Roagna, e il sommelier dell’Hotel Parigi Davide Sattanino Visto il successo della serata dedicata alla bagna càoda monferrina nel fujot, l’Hotel Parigi di Bordighera intende riproporre questa specialità in altre occasioni, variando ovviamente le sole verdure, a seconda delle stagioni. Aggiungiamo che, per accontentare chi ci chiede come sia stata possibile la nascita e la diffusione della ricetta della popolare Bagna Càuda nel nordico Piemonte, dove abbonda l’aglio, ma dove non sono mai esistite le due materie prime indispensabili a prepararla, ossia l’ulivo per l’olio e, non essendoci il mare, le acciughe,

nino, ai Sommeliers dell’Aspi e dell’Ams Sommeliers del Principato di Monaco, a ristoratori, imprenditori, albergatori del territorio e alle autorità civili e militari. Erano, infatti, presenti anche S.E. il senatore Gianni Berrino, il sindaco di Bordighera Vittorio Ingenito,

la spiegazione è duplice: la prima leggenda risale a quasi mille anni orsono, quando la bagna cauda veniva preparata nell’area più meridionale che comprendeva allora parte dell’attuale Provenza. La ricetta continuò a essere popolare anche

collaborazione con sanremonews.it
Elisa COLLI
LO STAFF DI SALA DELL’HOTEL PARIGI.

nel ducato di Savoia, al quale, come si sa, appartennero, a seconda dei vari trattati politici con la Francia, le provincie provenzali costiere di Nizza, e in particolare Mentone e Roccabruna, località dove era facile approvvigionarsi di acciughe salate e olio, ingredienti fondamentali della Bagna Càuda, ma anche di molte altre ricette tipiche del Piemonte, come ad esempio il bagnetto verde, che è base di acciughe, aglio e prezzemolo.

La seconda spiegazione fa parte della storia della cucina francese: si narra infatti che, durante il regno del Re Sole Luigi XIV, i grandi cuochi incaricati di allestire le ricche tavole della corte di Versailles combinarono lo scambio dell’olio e delle acciughe sotto sale tramite una specie di baratto tra questi indispensabili ingredienti e il prezioso tartufo bianco d’Alba, che si trova, tra tutte le regioni del mondo intero, solamente nelle Langa piemontese... e concludiamo con un grande Evviva alla Bagna Càuda dell’Hotel Parigi di Bordighera!

du café de la Consolata de Turin depuis 1763, recette originale de Camillo Benso Conte di Cavour, et les biscuits Pampavia préparés par Milly de Moriondo Torinese avec le vin Dolcearoma issu des raisins Moscato di Calosso d’Asti de la cave L.A. Soria. La création du menu proposé par l’hôtel Parigi a été réalisée en collaboration avec la Metro de Vintimille, la poissonnerie Biancheri de Bordighera, la Soc. Miro srl de R. Biondi de Loano, le Grissinificio Rubata Feyles de Cambiano, Elena Giulio ‘delicatesse’ de Salumi Imperia, 2Elle Carni srl d’Arma di Taggia, Cantine Pellegrino de Marsala, le Gorgonzola de Novara de la Laiterie Palzola, la torréfaction de café Coffeel Quality Coffee de Vintimille, la cave L.A. Soria di Calosso d’Asti, Brunetto Roberto Ciapinabò Dop di Carignano, fruits et légumes Rositano du Marché de Bordighera, l’entreprise Borgomolino Prosecco de Valdobbiadene, et Fratelli Beccaria s.a.s. Distribution d’aliments à Camporosso. Un événement agréable qui s’adressait non seulement aux amis historiques de la famille Sattanino, mais aussi aux Sommeliers

d’Aspi et d’AMS Sommeliers de la Principauté de Monaco, aux restaurateurs, aux entrepreneurs, aux hôteliers du territoire et aux autorités civiles et militaires. En fait étaient également présent S.E. le sénateur Gianni Berrino, le maire de Bordighera Vittorio Ingenito, l’ancien maire de Vintimille et actuel conseiller municipal minoritaire Gaetano Sculino et le commandant des Carabinieri de la compagnie de Bordighera, le major Saverio Cappelluti. L’Aspi Riviera dei Fiori était représentée par le président d’honneur de l’Aspi Piero Sattanino, le coordinateur de l’ASPI Riviera dei Fiori Davide Roagna et le sommelier de l’Hôtel Parigi Davide Sattanino. Vu le succès de la soirée dédiée à la bagna càoda monferrina en fujot, l’Hôtel Parigi de Bordighera veut proposer cette spécialité à d’autres occasions, en variant évidemment uniquement les légumes, en fonction des saisons. Nous ajoutons que, pour satisfaire ceux qui nous demandent comment la naissance et la diffusion de la recette de la populaire Bagna Càuda a été possible dans le Piémont, où l’ail est abondant, mais où les deux matières premières, à savoir l’olivier pour l’huile et les anchois, comme

il n’y a pas de mer, l’explication est double: une légende remonte à près de mille ans, lorsque la sauce

SOIRÉE PIÉMONTAISE ET GOURMANDE À

BORDIGHERA,

LA VILLE DES PALMIERS

Bagna Caoda chez l’Hôtel Parigi de Bordighera

Une soirée amicale a été proposée par la famille Sattanino de l’Hôtel Parigi de Bordighera le 18 janvier, un hommage adressé notamment au Piémont voisin avec la célèbre spécialité hivernale de la Bagna Càuda, (sauce chaude) accompagnée de vins de La Langa. Le menu «gourmet» n’était pas uniquement piémontais, mais il s’inspirait de recettes et de produits de diverses régions italiennes. Un extraordinaire Prosecco Valdobbia-

dene extra dry docg Magnum de la société Borgomolino a enchanté les invités lors de l’apéritif servi avec le populaire salami Crespone Dop de la société Villani et beurre de montagne, saindoux de Colonnata parfumé au romarin accompagné de fougasse, feuilles de sauge sclarée feuilletées, frescioei de morue (beignets) parfumés au citron biologique de Bordighera, rubatà Feyles, (l’excellent gressin de Turin) et chips Ciapinabò de Carignano. Ensuite, un fabuleux dîner, animé par la musique live du Monferrato, au cours duquel les quelque quatre-vingts convives ont pu savourer le veau à la sauce au thon, recette de l’ancien Duché de Savoie, la bagna caoda du Monferrato dans le fujot (poêles en terre cuite) avec les cardons bossus de Nizza Monferrato dans la paille, le « Ciapinabò » (topimambur) de Carignano, le «Puvrun» (poivron) de Carmagnola, et tout le carrousel de légumes d’hiver du jardin, cuits et crus, «Mujà», ou trempés, dans le marc de Barbera d’Asti; en

ce qui concerne les protéines, des mini rouleaux de viande de Fassona enrobés de fromage Fontina de la Vallée d’Aoste ont été servis, tandis que les œufs du «Co co dé» ont été brouillés dans les fujot accompagnés d’un ‘En Primeur’, vin de la récolte Barbera 2024 de Calosso d’Asti tiré directement du fût de la cave L.A. Soria. Après un interlude digestif de bon bouillon de viande chaud, assaisonné et parfumé avec le vin Barbera d’Asti réserve de la cave de L.A. Soria à Calosso d’Asti, suivi du Gorgonzola Palzola Dop épicé et affiné pendant 90 jours avec des ferments naturels, du céleri croustillant et de la moutarde rare Cogna de la maison Sattanino faite avec des coings et du moût de Muscat réduit, le tout accompagné de Solera Marsala Vergine Doc des Caves Pellegrino de Marsala. Le dîner s’est terminé avec des fricieuj ‘d pom Carpendù (beignets de pommes présure) avec glace à la crème de vanille de Madagascar et Bicerin ‘n poc ‘d tut’ (un peu de tout)

chaude était préparée dans la zone la plus méridionale du territoire qui était alors piémontais, et qui comprenait une partie de la Provence actuelle. Ce plat continua à être populaire également dans le duché de Savoie car, suivant les traités politiques avec la France, les provinces côtières provençales de Nice, et en particulier Menton et Rochebrune dépendaient du Piémont, pleins d’anchois salés et d’huile, ingrédients fondamentaux de la Bagna Càuda, mais aussi de nombreuses autres recettes typiques du Piémont comme la sauce verte, à base d’anchois, ail et persil. La seconde explication fait partie de l’histoire de la cuisine française: on raconte que, sous le règne du Louis XIV le Roi Soleil, les grands chefs chargés de préparer les riches tables des la Cour du Palais de Versailles ont organisé l’échange d’huile et d’anchois salés à travers une sorte de troc entre ces ingrédients essentiels et la précieuse truffe blanche d’Alba, que l’on trouve, parmi toutes les régions du monde entier, uniquement dans la Langa piémontaise. Nous achevons notre article avec un grand Hourra pour la Bagna Càuda de l’Hôtel Parigi de Bordighera!

Elisa COLLI
GRUPPO DI AMICI ALLA SERATA DELLA BAGNA CAODA ALL’HOTEL PARIGI.

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Vice Directeur - Silvana RIVELLA - silvana.rivella@gmail.com

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MONTE-CARLO

Ambassade d’Italie e Com.It.Es - 17, Av de l´Annunciade

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Palais d’Europa - 1, Place de Moulins

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Grimaldi Forum - Av. Princesse Grace

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Palace Emilie - 3, Av Princesse Grace-Larvotto

Palace Les Abeilles - (Torre Odeon)

Monaco Yacht Club - Quai Louis II

Palace Principe di Galles - 10, Av. de Grande Bretagne

Banque Richelieu - 8, Av de Grande Bretagne

Barclay’s Bank - 31, Avenue de la Coste

Gildo Pastor Center - 7, Rue de Gabian Fontvieille

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Centre de Press - 10, Quai Antoine 1e

Hotel Port Palace - 7, Avenue J.K Kennedy Monaco

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Villa Nobel - Corso Cavallotti 116

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VENTIMIGLIA

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La nostra corrispondente da Monaco, Virginia De Masi

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