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CON SVISTA

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STORIA

STORIA

versione “sconcia” delle Sacre Scritture che invita all’adulterio, per un refuso! Altre volte, invece, si sono verificati fatali malintesi i cui effetti sono stati ben più catastrofici, come il lancio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki.

CANTONATE. L’uomo può imparare dagli errori del passato? Chissà. Conoscerli, però, è utile per comprendere il “dietro le quinte” della Storia. Fra i tanti svarioni che hanno giocato un ruolo più o meno nefasto, ne abbiamo selezionati sette. •

Il dado è tratto?

La celebre espressione Alea iacta est (“Il dado è tratto”) è una frase idiomatica che ha il significato di “la decisione è presa”. Secondo lo storico romano Svetonio, fu pronunciata da Cesare nel gennaio del 49 a.C. durante il passaggio del Rubicone (in alto, in un’illustrazione del ’900): una mossa che avrebbe scatenato la guerra civile contro Pompeo. Ma la realtà potrebbe essere diversa. Una “o” di troppo. Nel XVI secolo, l’illustre umanista Erasmo da Rotterdam mise in luce un errore di trascrizione del passo di Svetonio che avrebbe cambiato il senso della frase. Il testo latino avrebbe cioè perso la “o” finale a causa di un amanuense distratto: le parole pronunciate da Cesare sarebbero dunque state Alea iacta esto, ovvero “Sia lanciato il dado”. Non è una differenza da poco: nella versione tradizionale, Cesare dichiara con sprezzante audacia di aver compiuto un’azione irreversibile; nella versione corretta, invece, emerge l’azzardo di chi si accinge a un’impresa difficile, rischiosa e dall’esito incerto.

CANALI DI MARTE FINE ’800

I marziani di Schiaparelli

Sulfinire dell’800, l’astronomo italiano Giovanni Schiaparelli (1835-1910) individuò sulla superficie di Marte curiose strutture rettilinee mai viste prima, definendole col generico termine di “canali” (in alto, una mappa marziana di Schiaparelli del 1877). Lo scienziato non poteva saperlo, ma quella parola avrebbe di lì a poco innescato un dibattito surreale circa l’esistenza o meno dei marziani.

C’è canale e canale. Quando le osservazioni di Schiaparelli vennero rese note alla comunità scientifica internazionale, fu commesso un errore di trasposizione dall’italiano all’inglese: il sostantivo “canale” fu reso con canal (che in inglese indica una struttura artificiale), ma sarebbe stato più corretto usare la parola channel, ossia “canale naturale”. «Tra alcuni studiosi e, soprattutto, presso il grande pubblico, si ritenne che quelle strutture, lunghe svariati chilometri, fossero artificiali, dimostrando l’esistenza di forme di vita intelligenti su Marte», racconta Gianni Fazzini. A dirla tutta, sul Pianeta rosso non esistono né channels né tantomeno canals: i “canali” di Schiaparelli erano infatti solo illusioni ottiche.

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