GDS 07-02-2013

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LA GAZZETTA DELLO SPORT

GIOVEDÌ 7 FEBBRAIO 2013

SCI MONDIALI DI SCHLADMING SCHLADMING (Aut)

Un volo in prima classe per essere a casa il prima possibile, l’Olimpiade di Sochi (che parte tra un anno esatto) in testa. Lindsey Vonn decollerà oggi da Salisburgo, dove la Red Bull l’ha ospitata in un appartamento dopo le dimissioni dell’ospedale e la prossima settimana sarà operata alla Steadman Clinic di Vail. Per Sochi Le dichiarazioni del-

la Vonn dopo l’incidente sono affidate a un comunicato stampa: «Voglio ringraziare lo staff

I MEDICI E I TEMPI DI RECUPERO

Vonn, 6-8 mesi prima di tornare ad allenarsi Ringrazia i tifosi e oggi vola a Vail per operarsi «Farò di tutto per gareggiare ai Giochi di Sochi»

medico che si è preso cura di me dopo la caduta. Sto cercando di tornare a Vail il prima possibile per farmi operare. Ringrazio i tifosi che mi sono stati vicini e mi hanno aiutato a rimanere positiva. Vi prometto che lavorerò fino all’estremo per essere pronta a rappresentare il mio Paese a Sochi». Recupero «Il tipo di rottura del crociato, in un incidente che probabilmente ha comportato anche il contatto diretto fra tibia e femore, renderà certamente più complicato il recupero» ha dichiarato il dottor William Sterett, che l’ha sem-

E’ SuperLigety, az DAL NOSTRO INVIATO

Festa americana L’Italjet non decolla tra le porte strette

PIERANGELO MOLINARO SCHLADMING (Austria)

Nello sci basta poco per confondere le carte: è sufficiente aumentare di qualche grado gli angoli delle porte. Così, quando un supergigantista parte con la filosofia della sua specialità e si trova qualche curva un po’ più chiusa, va in sofferenza ed è costretto in difesa. E’ il nocciolo di quanto successo nel superG che ha aperto le prove maschili dei Mondiali. Né i tanto attesi azzurri guidati da Innerhofer, né Svindal: l’oro è al collo del 28enne statunitense Ted Ligety, già iridato 2 anni fa in gigante. Lui che, meglio di ogni altro, ha capito come pilotare i nuovi sci, da gigantista ha domato la parte centrale e finale di un tracciato che non permetteva grandi velocità, ma obbligava a essere precisi. Non è comunque del tutto una sorpresa in superG visti i quarti posti in stagione a Lake Louise e Beaver Creek e il sesto di Kitzbuehel.

Più un «gigantone» che un superG: tra i velocisti si salva solo Svindal, bronzo. Innerhofer settimo, Marsaglia 11˚: sabato rivincita in discesa

erano fra i favoriti. Invece il migliore, Innerhofer, è stato 7˚. Crisi? No di certo, ma il n. 1 azzurro, al via col 20 ha trovato gli stessi problemi di Svindal. Ci ha provato, non s’è risparmiato, ha preso rischi ed è stato anche in vantaggio sino al secondo intertempo su Ligety, ma all’ingresso del muro conclusivo ha cercato una linea troppo diretta ed è stato costretto a una sterzata che gli ha fatto perdere velocità. Su questa pista aveva vinto a marzo, ma era un’altra situazione: un numero basso di partenza, il sole e un tracciato decisamente più veloce. Gli altri Si sperava anche in Matteo Marsaglia, ma il romano si è perso nella parte centrale tutta curve. Ha forse cercato di strafare e lo si vedeva dalla rabbia con cui cercava traiettorie strette, che non potevano pagare su una pista dove ogni perdita di velocità costava carissima. C’è stata forse una lettura sbagliata dell’intera squadra in ricognizione? L’occasione vera

La chiave Ligety non ha aggredi-

to le porte, girava largo cercando di non perdere alcun grammo di velocità. L’ha aiutato anche la fortuna, quella di partire col n. 10 quando la pista non mostrava ancora tracce importanti e con più visibilità di chi partiva oltre il 15, i migliori. Ha detto Ted: «In ricognizione ho visto l’occasione e l’ho sfruttata. In pista ho seguito il mio istinto più che le indicazioni degli allenatori. Il tracciato mi ha aiutato». Il signore Lo statunitense ha bat-

tuto la vera sorpresa della giornata, il 31enne francese Gau-

Ted Ligety, 28 anni, secondo titolo mondiale dopo il gigante 2011

thier De Tessieres, altro gigantista, convocato all’ultimo minuto per l’infortunio di Clarey, esordiente ai Mondiali che in Coppa può vantare solo un terzo posto e che ieri ha avuto la fortuna di partire col n. 4 e il norvegese Aksel Lund Svindal, a cui non è bastata una discesa capolavoro. Aksel non aveva la

stessa luce del vincitore e soprattutto una pista segnata. E’ stato più veloce sino al secondo intertempo, poi all’ingresso del muro finale ha puntato sul palo ed è stato costretto a una mezza frenata per tornare in linea e ha preso un’imbarcata prima dell’ultima porta che ha rischiato di farlo cadere. Ma come sem-

pre si è mostrato un gran signore: «Ho sciato al massimo, ma con il 22 non potevo fare di più. Sono un velocista, ma non c’era velocità, c’erano dossi che non vedevi e te li trovavi sotto gli sci. Cos’ho sbagliato? Sono un polivalente e allenarsi in tutte le specialità se va bene per la Coppa del Mondo, non va per i

Mondiali. Se avessi tracciato io avrei tolto qualche curva». Peggio è andata al connazionale Kjetil Jansrud: legamenti del ginocchio sinistro saltati e stagione finita. Delusione Gli italiani in questa

specialità non hanno mostrato la forza d’urto della discesa, ma

Il d.t. Ravetto: «Non abbiamo letto bene la gara Forse c’era troppa attesa» l’hanno sprecata Fill (9) ed Heel (11), al via fra i primi. C’è una parziale ammissione del d.t. Claudio Ravetto: «Non abbiamo letto bene la gara. E’ la peggior prestazione dell’anno, ma forse ha giocato la tensione, c’era troppa attesa». Bene, sabato c’è la discesa, fuori gli artigli. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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